Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 307 del 24/03/2021
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
307a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
MERCOLEDÌ 24 MARZO 2021
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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI,
indi del vice presidente TAVERNA
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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 308 del 30 marzo 2021
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Europeisti-MAIE-Centro Democratico: Europeisti-MAIE-CD; Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA e CAMBIAMO: Misto-IeC; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,05).
Si dia lettura del processo verbale.
DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 16 marzo.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Sull'anniversario dell'elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati alla Presidenza del Senato della Repubblica
RIZZOTTI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RIZZOTTI (FIBP-UDC). Signor Presidente, vorrei ricordare che tre anni fa, proprio il 24 marzo del 2018, abbiamo eletto il primo Presidente donna del Senato della Repubblica italiana. Presidente, Auguri! (Applausi. L'Assemblea si leva in piedi).
PRESIDENTE. Senatrice Rizzotti, la ringrazio di cuore per gli auguri. Le sue parole mi riportano all'emozione di quella giornata e di una scelta che devo a voi tutti e per cui vi ringrazio. Vorrei che a questa ci fosse la partecipazione anche di tutte le donne che con la loro storia, i loro esempi e il loro coraggio hanno costruito l'Italia di oggi. (Applausi).
Disegni di legge, annunzio di presentazione
PRESIDENTE. Comunico che in data 22 marzo 2021 è stato presentato il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'economia e delle finanze, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali:
«Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19» (2144).
Senato, composizione
PRESIDENTE. Informo che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, nella seduta del 17 marzo 2021, ha proceduto alla convalida parziale dei senatori eletti nei collegi uninominali.
I nominativi degli eletti saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sulla scomparsa di Ombretta Fumagalli Carulli
PRESIDENTE. (Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Purtroppo, colleghi, a una buona notizia ne segue, invece, una brutta.
Senatori, desidero rivolgere un commosso pensiero di vicinanza e cordoglio ai familiari, ai colleghi e agli amici della senatrice Ombretta Fumagalli Carulli.
Laureata con lode in giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Ombretta Fumagalli Carulli è stata prima di tutto una donna di scienza, che ha dedicato gran parte della vita allo studio, alla conoscenza, alla cultura del diritto e al suo insegnamento. Dopo essere stata la prima donna in Italia, a soli trentun anni, a ottenere la titolarità di una cattedra universitaria di diritto canonico, fu anche, nel 1981, la prima ad essere designata dal Parlamento al Consiglio superiore della magistratura: risultati storici, questi, conseguiti in un'epoca in cui la presenza femminile nelle università e ai vertici delle istituzioni era ancora un dato marginale e colpevolmente sottovalutato.
Eletta alla Camera dei deputati nel 1987, Ombretta Fumagalli Carulli è stata parlamentare per quattro legislature, l'ultima qui in Senato, dove fu anche presidente del Gruppo Rinnovamento Italiano. Molti dei suoi interventi in quest'Aula e in quella di Montecitorio sono ancora oggi vere e proprie lezioni di diritto, per acume scientifico e lucidità di pensiero.
Chiamata più volte a ricoprire delicati incarichi di Governo, seppe sempre farsi apprezzare per competenza, professionalità e instancabile impegno al servizio dei cittadini. Profonda era la sua fede nei valori cristiano-democratici, fermo il suo rispetto per le istituzioni e sincera la sua costante attenzione alle tante fragilità del tessuto sociale.
In occasione del grande Giubileo del 2000, fu proprio Ombretta Fumagalli Carulli a promuovere la costituzione di un gruppo interparlamentare internazionale a cui aderirono i rappresentanti di cento Nazioni, espressione di cinque Continenti. Come presidente di quell'organismo, si fece voce appassionata nelle diplomazie e nei principali organismi internazionali.
Voce appassionata delle ragioni e delle istanze di tanti popoli in difficoltà, sensibile interprete di un momento storico di grandi trasformazioni del quadro politico, economico e sociale, nazionale e globale, Ombretta Fumagalli Carulli è stata una voce autorevole e competente su tanti temi, dalla giustizia alla tutela dell'ambiente e dei territori, dalle politiche di cooperazione e sviluppo a quelle sanitarie, dall'istruzione alle dinamiche occupazionali, specie quelle legate a una reale valorizzazione delle nostre eccellenze nazionali.
La sua scomparsa ci priva di una grande donna, un'amica, a cui mi legava la comune esperienza universitaria e che ho sempre stimato per dedizione e passione civica, espressione di un modo di interpretare l'impegno politico con rispetto per l'avversario, eleganza, educazione e spontanea apertura al dialogo e al confronto costruttivo, ma senza mai rinunciare alle proprie idee, battendosi per queste con coraggio e determinazione, facendo leva sulla forza della ragione e sul lavoro quotidiano, nell'interesse del prossimo e di tutta la Nazione.
In ricordo della senatrice Ombretta Fumagalli Carulli, invito pertanto l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio. Applausi).
Sulla solidarietà manifestata alla senatrice Licia Ronzulli
RONZULLI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RONZULLI (FIBP-UDC). Signor Presidente, come sapete, dopo il mio appello pubblico sull'obbligatorietà della vaccinazione del personale sanitario, ho ricevuto gravi minacce personali. Vorrei ringraziare lei, signor Presidente, tutto il Senato, i colleghi, le istituzioni e i rappresentanti delle istituzioni e della forza pubblica che mi hanno espresso la loro solidarietà e hanno condannato questo clima d'odio. (Applausi).
Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021 e conseguente discussione (ore 9,16)
Approvazione della proposta di risoluzione n. 4. Reiezione delle proposte di risoluzione nn. 1, 2, 3 e 5
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021 e conseguente discussione».
Ha facoltà di parlare il presidente del Consiglio dei ministri, professor Draghi.
DRAGHI, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, le comunicazioni del Governo alle Camere prima del Consiglio europeo consentono un pieno coinvolgimento del Parlamento nei temi di discussione con i nostri partner. Si tratta di un passaggio importante per dar conto a voi delle posizioni che intendiamo assumere. Nelle mie comunicazioni intendo descrivere i principali temi all'attenzione del Consiglio che inizierà domani: la risposta alla pandemia di Covid-19, l'azione sul mercato unico, la politica industriale, la trasformazione digitale, le relazioni con la Russia e la situazione nel Mediterraneo orientale.
Prima di tutto, vorrei però esprimere forte soddisfazione per la partecipazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a un segmento del Consiglio europeo. (Applausi). La sua presenza conferma la reciproca volontà di imprimere, dopo un lungo periodo, nuovo slancio alle relazioni tra l'Unione europea e gli Stati Uniti.
Nel mio primo discorso in Senato ho indicato come l'ancoraggio alle relazioni transatlantiche sia, insieme all'europeismo, uno dei pilastri della politica estera di questo Governo. Intendiamo perseguirlo sia sul piano bilaterale sia negli ambiti multilaterali, come la Presidenza italiana del G20.
Il 26 marzo il Consiglio europeo riconosceva la pandemia di Covid-19 come una sfida senza precedenti per l'Europa. A un anno di distanza, dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo: abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci; tre sono già in via di somministrazione e il quarto, quello di Johnson & Johnson, sarà disponibile da aprile. Ora il nostro obiettivo è vaccinare quante più persone possibile, nel più breve tempo possibile.
Vorrei che il messaggio di oggi a voi fosse un messaggio di fiducia, un messaggio di fiducia a tutti gli italiani. Ho ripetuto in queste settimane che il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità e siamo già all'opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l'istruzione dei nostri figli e per la ripresa dell'economia. L'accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati: nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera delle somministrazioni è stata quasi di 170.000 dosi al giorno, più del doppio che nei due mesi precedenti.
Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state in parte compensate con un aumento delle vaccinazioni con Pfizer, ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo delle somministrazioni a mezzo milione al giorno. Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare l'insorgere di nuove varianti.
Se paragonate con il resto d'Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene (per vaccini fatti, l'Italia è seconda dopo la Spagna), ma per i noti motivi l'Unione europea si colloca dietro a molti altri Paesi. Nel Regno Unito, giusto per fare un esempio, la campagna vaccinale procede più rapidamente, anche se bisogna dire che il numero delle persone che hanno ricevuto entrambe le dosi è paragonabile a quello dell'Italia. Vediamo però cosa abbiamo da imparare da quell'esperienza e anche da quella di altri Paesi. Ovviamente hanno iniziato due mesi prima (anche questo per i noti motivi), ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini; inoltre, ovviamente il richiamo della seconda dose è stato spostato nel tempo rispetto a quanto avviene in Europa. Insomma, quel che abbiamo da imparare è che, una volta che abbiamo una logistica efficiente (e l'abbiamo), con meno requisiti formali e un maggior pragmatismo si arriva anche a una maggiore velocità.
Procedere spediti con le somministrazioni è importante, ma è altrettanto cruciale vaccinare prima i nostri concittadini anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus. Abbiamo già ottenuto importanti risultati: l'86 per cento degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali ha già ricevuto una dose di vaccino e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale. Un recente studio dell'Istituto superiore di sanità ha stimato che il numero di nuovi casi di Covid-19 diagnosticati nelle RSA tra fine febbraio e inizio marzo è rimasto sostanzialmente stabile, a fronte di un chiaro aumento dell'incidenza nella popolazione generale.
Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di ottant'anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministro della salute, altre trascurano i loro anziani, in favore di gruppi che vantano priorità, probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti. Dobbiamo essere uniti nell'uscita della pandemia, come lo siamo stati soffrendo insieme nei mesi precedenti. (Applausi). Tutte le Regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della salute. In tempo di pandemia, anche se le decisioni finali - com'è noto - spettano al Governo, come ha ricordato anche una recente sentenza della Corte costituzionale, sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni in nome dell'unità d'Italia il successo sarà pieno. Il Governo intende assicurare la massima trasparenza ai dati sui vaccini e li renderà tutti pubblici sul sito della Presidenza del Consiglio, Regione per Regione e categoria di età per categoria di età.
Mentre stiamo vaccinando e la campagna di vaccinazione procede, è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture. (Applausi).
Ora stiamo guardando attentamente i dati sui contagi - anche ieri c'è stata una riunione della cabina di regia - ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. (Applausi). Cominceremo a riaprire almeno le scuole primarie e la scuola dell'infanzia, anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo di poterlo fare - sottolineo che è una speranza - subito dopo Pasqua. (Commenti).
In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni. L'Unione europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento dell'Unione europea per l'esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio, che fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell'Unione europea, in particolare verso Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità e riteniamo vada applicato - e l'abbiamo dimostrato - quando è necessario. La pandemia rende evidente l'opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa: dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall'esterno e abbiamo già iniziato a stabilire, sostenuti dal Governo, accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia. La Commissione europea ha istituito una task force guidata dal commissario Thierry Breton per rafforzare la produzione continentale. Si parla molto di autonomia strategica, spesso con riferimento alla difesa, alla sicurezza e al mercato unico, ma credo che oggi la prima sia in fatto di vaccini. (Applausi).
La sicurezza riguarda anche le materie prime e le catene del valore della transizione ecologica. La salute pubblica globale richiede un impegno comune da parte di tutti i principali attori internazionali nei confronti anche dei Paesi più vulnerabili. D'altronde, con un virus così insidioso, nessuno sarà davvero al sicuro, finché non lo saremo tutti. L'Italia ne è pienamente consapevole, come lo è che sia necessaria una rafforzata credibilità europea sui vaccini, perché si abbia un'autentica solidarietà internazionale in questo campo. Il dispositivo Covax è lo strumento migliore per raggiungere quest'obiettivo. Gli Stati aderenti includono Stati Uniti e Cina; l'Unione europea vi partecipa in modo cospicuo e la Commissione europea ha impegnato un miliardo di euro; l'Italia è stata la prima a contribuirvi nel 2020, con 86 milioni. Il grande merito di Covax è garantire la distribuzione dei vaccini secondo le effettive necessità dei Paesi riceventi e non in base all'interesse politico, economico o geopolitico dei donatori. Finora ha assicurato consegne di quasi 30 milioni di dosi di vaccini a 50 Paesi. Il nostro auspicio è continuare a rafforzare questo meccanismo e renderlo sempre più efficace.
La Presidenza italiana del G20 ha posto al centro della sua agenda la salute globale e il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia sanitaria. In questo giocherà un ruolo di primo piano il vertice mondiale della salute, che ospiteremo a Roma il 21 maggio insieme alla Commissione europea. Intendiamo confrontarci con gli altri Paesi sulle esperienze fatte nella lotta contro il Covid-19. Vogliamo lavorare fin d'ora per migliorare la nostra preparazione di fronte a futuri eventi pandemici e sostenere le capacità internazionali per la ricerca. La ricerca e l'industria italiana nel settore delle scienze della vita sono già in prima linea a livello europeo e mondiale e faremo di tutto perché continuino a restarci.
Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta volta a creare un certificato verde digitale per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini dell'Unione europea. L'obiettivo è dare, entro tre mesi, un certificato digitale a coloro che sono stati vaccinati, che hanno effettuato un test diagnostico per il SARS-CoV-2 o che sono guariti. La libertà di movimento deve andare di pari passo con la garanzia della salute. Occorre però raggiungere quest'obiettivo senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini. È un progetto complesso; la Commissione dovrà presentare linee guida dettagliate e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderle operative.
Passo ora ai temi dello sviluppo, del mercato unico, della politica industriale e del digitale. In Consiglio europeo verranno trattati anche temi relativi al mercato unico, alla politica industriale e alla digitalizzazione. Per me non c'è veramente bisogno di ribadire l'importanza del mercato unico per il nostro sviluppo e il processo d'integrazione europea. Dal 1992 al 2018 le esportazioni tra Paesi europei sono cresciute fino a raggiungere il 20 per cento del prodotto interno lordo dell'Unione, dimostrando quindi che un mercato europeo unico, coeso e con stessi standard, permette anche uno sviluppo delle esportazioni intraeuropee. Pertanto, dovremmo gradualmente dipendere sempre meno dal resto del mondo per le nostre esportazioni, così come avviene per tutti i grandi mercati e Paesi. Sono inoltre cresciute moltissimo le catene del valore attraverso i vari Paesi europei. Anche gli investimenti diretti esteri dal resto dell'Unione europea verso l'Italia, con il rafforzarsi del mercato unico, sono aumentati. In sostanza, difendere l'unicità del mercato significa difendere le aziende italiane che ne beneficiano in grande misura.
Alcune iniziative di politica industriale comune possono contribuire a rafforzare la capacità di innovazione in Europa, soprattutto in quei settori in cui l'Unione europea è rimasta indietro. Penso alla crescita di nuove grandi imprese che operano nel settore della tecnologia dell'informazione e della comunicazione. La cosiddetta bussola digitale, proposta dalla Commissione europea il 9 marzo scorso, elenca gli obiettivi per rafforzare il ruolo dell'Europa nell'economia digitale in termini di competenze e infrastrutture. Non sarà facile, visto il divario accumulato con gli Stati Uniti e la Cina. Questo processo richiederà profondi cambiamenti nella formazione dei lavoratori, nella cultura degli imprenditori e nei processi della pubblica amministrazione.
In Italia il programma Next generation EU offre un'enorme opportunità. Come ricordato dal ministro Colao nella sua audizione parlamentare, il 20 per cento dei fondi destinati a finanziare i piani europei di ripresa e resilienza riguarda proprio la trasformazione digitale. Tuttavia, lo sviluppo di questi nuovi settori non può prescindere da un'equa distribuzione dei loro proventi. Riteniamo che il Consiglio europeo debba procedere verso una soluzione globale consensuale sulla tassazione digitale internazionale entro metà 2021 nell'ambito dell'OCSE. Credo sia un apporto possibile proprio grazie alla collaborazione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti e quindi su questo fronte intendiamo impegnarci. In altre parole, si vedono una certa apertura e disponibilità da parte dell'amministrazione di un Paese che in passato aveva invece dimostrato completa chiusura sulla possibilità di avere una tassa digitale. La Presidenza italiana del G20 è un'occasione particolarmente adatta per farlo.
Tocco ora brevemente i temi riguardanti Russia e Turchia, perché il Consiglio europeo farà anche un punto informativo sul futuro dei rapporti tra l'Unione europea e la Federazione Russa. Dibatteremo anche sullo stato del Mediterraneo orientale e sarà un'opportunità per fare il punto sulle relazioni tra l'Unione europea e la Turchia.
Il Consiglio europeo si baserà sul rapporto tra l'Unione europea e la Turchia, presentato dall'alto rappresentante Josep Borrel a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020.
Occorre naturalmente che l'Unione europea lavori a proposte concrete per un'agenda positiva che favorisca una dinamica costruttiva anche in chiave di stabilità regionale. In altre parole, è facile coltivare le contrapposizioni in questi campi; è molto meglio cercare di costruire i rapporti futuri.
Ci sono molti temi su cui questo atteggiamento positivo è importante: il primo è lo spazio di collaborazione sulle migrazioni, sulla lotta al terrorismo e sull'unione doganale. A questo proposito ho esaminato ieri con il presidente Erdogan l'importanza di evitare iniziative divisive e l'esigenza, però, di rispettare i diritti umani. L'abbandono turco della Convenzione di Istanbul rappresenta un grave passo indietro. (Applausi). La protezione delle donne dalla violenza, ma in generale la difesa dei diritti umani in tutti i Paesi sono un valore europeo fondamentale. (Applausi). Io direi anche di più: solo un valore identitario per l'Unione europea. (Applausi).
Dobbiamo ribadire l'impegno come Governi e Parlamenti nazionali a costruire un'Europa che accolga i giovani e li formi come figli, non come riserva di lavoro, spesso sottopagato. Un futuro migliore per l'Europa unita passa attraverso un'azione concreta sull'occupazione, soprattutto giovanile, sulle parità, sulle pari opportunità, sui diritti sociali. Vogliamo occuparci di questi temi in un vertice sociale che sarà organizzato il 7 e l'8 maggio della Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell'Unione europea. Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della conferenza sul futuro dell'Europa, che prenderà il via il 9 maggio: i giovani, l'occupazione giovanile; questo è il centro del futuro dell'Europa. Per questo appuntamento sollecitiamo la partecipazione attiva di tutti i cittadini europei e dei Parlamenti nazionali.
L'uscita dalla pandemia rappresenta la principale sfida di tutti i Governi europei, ma non è l'unica, e noi abbiamo ora l'atteggiamento di coloro che spronano gli altri partner e sono essi stessi consapevoli della necessità di agire urgentemente, con efficacia, senza perdere un attimo, come ho detto nel discorso.
Sono certo che, grazie al vostro sostegno, potremo meglio indirizzare e sicuramente rendere molto più forte la voce dell'Italia in Europa e negli altri contesti internazionali. (Applausi).
PRESIDENTE. Avverto che le proposte di risoluzione dovranno essere presentate entro la conclusione del dibattito.
Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
È iscritto a parlare il senatore Casini, al quale do il bentornato in Aula. (Applausi). Ne ha facoltà.
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, la tirannia del tempo mi obbliga a fare delle riflessioni che sono evidentemente sintetiche. L'incipit del Presidente del Consiglio, che ha iniziato il suo discorso citando Biden, mi ha fatto ricordare quando andavamo ai corsi di formazione sulla politica italiana negli anni della nostra gioventù. C'era e c'è stata in questo Paese sempre - nella prima, nella seconda, non so se nella terza Repubblica - una continuità su tre punti fondamentali: l'Europa, la scelta atlantica, il multilateralismo.
Presidente, i suoi meriti sono stati illustrati ampiamente in questi giorni, non voglio aggiungermi al coro essendone stato sostanzialmente un cantore in tempi non sospetti, però credo che alla politica, a un Governo o a un Presidente del Consiglio non basti la capacità. Serve anche cogliere il momento che è determinato tante volte da situazioni che non sono riconducibili alla persona.
Pensi che in quest'Aula un anno fa parlavamo di Europa, declinando la tentazione dei sovranismi nazionali. Il multilateralismo era gravemente leso, perché il primo a non crederci più era il principale azionista del multilateralismo, cioè il Presidente americano. L'Alleanza atlantica era minata, perché evidentemente le priorità di Trump erano altre. I risultati di tutto questo sono stati devastanti ed è stato necessario il Covid-19 per capire ed aprire gli occhi a tutti gli europei, dimostrando che l'unico sovranismo che serve è quello europeo e che semmai il punto che noi abbiamo davanti è che questa Europa non funziona per come i Governi nazionali l'hanno minata negli anni passati.
La prova sul Covid - parliamoci chiaro, perché questo è il primo punto che si affronterà al Consiglio europeo - non è stata brillante da parte della Commissione europea. Non c'è stata brillantezza nell'affrontare, ad esempio, il tema del vaccino AstraZeneca, consentendo ai singoli Governi nazionali, come quello tedesco, di assumere provvedimenti che hanno obbligato gli altri, come quello italiano e francese, a seguirlo. Infatti, è ovvio - parliamoci chiaro - che chiunque fosse stato al posto del Governo italiano, nel momento in cui la Germania ha ritirato e bloccato il vaccino AstraZeneca, avrebbe fatto la stessa cosa, se non altro in termini precauzionali rispetto ai propri cittadini, ma è stato un danno e una scelta sbagliatissima. Lo dice chi è forse - come tutti voi sapete, parlando sempre in questi dibattiti di politica estera ed europea - il più filotedesco che ci sia. Ma l'errore è stato grande ed è mancato il coordinamento della Commissione europea. Dunque, Presidente, lei ha fatto bene a parlare di certificato vaccinale, ma il certificato vaccinale o è rigorosamente europeo, o è del tutto inutile e, anzi, forse dannoso.
Sul tema della trasformazione digitale delle tasse c'è un accordo amplissimo da parte di tutti noi, dunque serve solo la volontà e la forza dell'Europa.
Vorrei terminare parlando del Mediterraneo, che forse non sarà al centro del dibattito odierno, ma sarà al centro dei vostri colloqui. Presidente, ho colto - ma già la conoscevo - la sua attenzione storica verso la Germania, giustissima e sacrosanta, e anche verso la Francia. Ha ragione: Francia e Germania vanno avanti assieme e il ruolo tradizionale dell'Italia è stare in questa partnership, non contrastarla con iniziative velleitarie. Noi siamo lì; il ruolo delle scelte migliori di politica estera europea, da Ciampi a Napolitano, è stato essere a fianco di Germania e di Francia. Presidente, lei deve allora richiamare i nostri amici francesi al risultato della politica, ad esempio, che hanno condotto nel Mediterraneo e in Libia. La loro politica in Libia è stata l'alibi... (Il microfono si disattiva automaticamente).
PRESIDENTE. Senatore Casini, purtroppo ormai c'è la nuova regola: scaduto il tempo, si blocca il microfono e deve valere per tutti, mi dispiace. Potrà consegnare il testo scritto del suo intervento: non posso fare deroghe di sorta per nessuno. (Commenti del senatore Casini. Applausi).
È iscritta a parlare la senatrice Cirinnà. Ne ha facoltà.
CIRINNA' (PD). Signor Presidente, colleghe e colleghi, signor presidente Draghi, dedicherò i pochi minuti del mio intervento ad un'Europa di cui si parla poco e che invece è molto importante: l'Europa della democrazia e dei diritti, nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale e dalla sconfitta del nazismo e del fascismo. Voglio parlarvi dell'Europa dei diritti, per due ragioni: la prima perché democrazia e diritti - diritti civili e diritti sociali insieme - contraddistinguono l'identità dell'Europa «unita nelle diversità», come recita il motto dell'Unione e come lei, signor Presidente, poco fa ha enunciato. Sono diritti fondativi per l'Europa, che si differenzia, per storia e cultura, da altri spazi politici. È qualcosa di cui essere orgogliosi, in questo tempo così difficile.
La seconda ragione è che l'Europa dei diritti oggi è minacciata ed è fondamentale che l'Italia faccia sentire, con forza, la propria voce su questo.
Signor presidente Draghi, lei è un italiano che ha frequentato l'Europa e ha respirato quell'aria di diritti e di democrazia, le aperture al riconoscimento delle diversità, all'emancipazione delle donne, all'uguaglianza piena e sa quanto democrazia e diritti siano per l'Europa un bene inestimabile e la garanzia della sua stessa esistenza, del futuro dell'Europa e del nostro futuro.
Oggi chiedo a lei, signor presidente Draghi, e a tutti noi, di rivolgere lo sguardo al di là dei nostri confini, di guardare a quel che sta accadendo in Polonia e in Ungheria, e a quello che sta accadendo alle porte dell'Europa, nella Turchia di Erdogan e nell'Egitto di al-Sisi. Si sta alzando una nube nerissima e pericolosa, che minaccia l'Europa della democrazia e dei diritti. La Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul, come lei ha sottolineato, che è uno strumento fondamentale di tutela delle donne dalla violenza domestica e dalla violenza di genere e lo ha fatto usando argomenti ideologici e strumentali. La Polonia minaccia di fare lo stesso e addirittura si prepara a proporre una convenzione internazionale per la difesa della cosiddetta famiglia tradizionale, contro la libertà femminile e contro l'uguaglianza delle persone LGBT. Sempre in Polonia esiste, ormai da mesi, qualcosa di indicibile per noi europei, ovvero zone nelle quali le persone LGBT non possono più entrare. In Ungheria il tempo della pandemia è stato il tempo dei pieni poteri ad Orban, che fin dal primo momento si sono diretti contro le persone trans e contro la loro dignità. Le donne e le persone LGBT sono il bersaglio fisso e comune di questa azione violenta e ostinata di autocrati sovranisti, che tentano con ogni mezzo di riproporre un modello sociale fondato sull'esclusione e sulla subordinazione di alcune persone ad altre. (Proteste). Poverino!
A questa nube l'Europa cerca di resistere, perché, come ha ben detto il presidente Draghi poco fa, i diritti umani sono i diritti identitari dell'Europa. La Commissione europea, negli scorsi mesi, ha proposto una strategia per la piena uguaglianza delle persone LGBT+, da far valere nei confronti di tutti gli Stati membri. Voglio ricordare solo una frase, per me profondamente significativa, e sono felice di dirla davanti alla nostra Ministra dell'interno: se sei genitore in uno Stato dell'Unione, devi esserlo in tutti gli Stati. È una speranza per le nostre famiglie, che in Italia ancora attendono il riconoscimento giuridico dei minori che pagano per il modo in cui sono nati o per i genitori che hanno. (Commenti).
Questo non può più essere. Concludo, prima che si spenga il microfono.
Presidente Draghi, siamo certi che lei terrà uniti i valori dei diritti umani, dei diritti civili e sociali anche in Europa. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bonino. Ne ha facoltà.
BONINO (Misto-+Eu-Az). Signora Presidente, dato il limite di tempo, le chiedo fin d'ora l'autorizzazione a consegnare il testo, se non riuscirò a elaborare i diversi punti.
PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.
BONINO (Misto-+Eu-Az). Mi soffermerò sulla questione vaccini. A me spiace moltissimo criticare istituzioni delle quali mi onoro di aver fatto parte, ma la responsabilità politica fa parte degli oneri inderogabili che si assumono nel ricoprire funzioni così importanti. Invece, da parte della Commissione, mi spiace dirlo, continuano a venire dichiarazioni autoassolutorie e vaghe rassicurazioni sul futuro. Dal Presidente del Consiglio europeo, addirittura pronostici sulla campagna vaccinale, vista come una maratona in cui i vincitori si dichiarano alla fine, lasciando intendere che i 27 recupereranno alla fine il ritardo accumulato rispetto ai grandi partner USA e Inghilterra.
Sarebbe un parallelo interessantissimo se, però, ogni giorno di ritardo nelle somministrazioni non costasse all'Europa migliaia di morti. Quindi, il punto non è: vedremo alla fine; vediamo ora. È superfluo, per me, insistere sui molteplici errori commessi dalle istituzione europee e dagli Stati membri in solido. La Commissione infatti, ha preteso di esercitare competenze che non ha e gli Stati membri all'inizio, lo hanno consentito, salvo criticarla dopo.
Su questo, mi dispiace dirlo, ho apprezzato le sue iniziative, ma devo anche dire che le chiacchiere "bruxellesi" stanno a zero, perché i numeri parlano da soli. È inverosimile che i problemi di produzione delle case farmaceutiche si palesino solo quando è il momento di confermare le forniture verso l'Unione europea e non ci siano quando c'è da consegnare ad altri Paesi.
Il Belgio, Paese dove è basata gran parte della capacità produttiva di Pfizer e AstraZeneca, ha vaccinato, in tre mesi, più o meno quanto il Regno Unito in un giorno: 840.000 somministrazioni solo ieri. Che ci sia un problema da qualche parte è veramente un understatement. Non sarà, come dice Krugman, un european disaster, ma poco ci manca.
Noi presiederemo il G20 salute. Quella, forse, sarà un'occasione per mettere qualche puntino, ma già da domani, in un Consiglio che sarà davvero difficile, bisognerà ammettere che qualcosa è andato storto. E lo devono ammettere gli Stati nazionali e le istituzioni europee. Non entro nel caos italiano, che sarà oggetto di un altro dibattito, ma da domani le chiedo di difendere questa verità. Abbiamo fatto errori, in solido, istituzioni europee e Paesi nazionali. Solo questo ci aiuterà, forse. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perosino. Ne ha facoltà.
PEROSINO (FIBP-UDC). Gentile Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, sulla pandemia riporto quello che sento dalle persone che frequento: o è lockdown o non è lockdown. Questa volta abbiamo fatto una via di mezzo: si vede troppa gente in giro, probabilmente non riusciamo a raggiungere i risultati che vorremmo. Quello dell'anno scorso, forse perché improvvisato, perché non conoscevamo le conseguenze e non conoscevamo come sarebbe andata, secondo me ha dato più risultati in termini sanitari. Ma questa è un'opinione.
Sui vaccini credo che lei abbia dato una svolta, che era necessaria. Mi permetto di dire che bisogna acquistare a tutti i costi. È vero: noi non siamo Israele, che è partito per primo, che ha pochi abitanti e che riuscito, in qualche modo, ad accaparrarsi le dosi per vaccinare tutta la popolazione. Tuttavia si potrebbe spendere qualcosa in più per i vaccini, acquistandoli anche al di fuori delle procedure e al di fuori del codice degli appalti, eventualmente sanando poi in questo Parlamento. (Applausi). In questo modo risparmieremmo sugli altri fattori, sulle cure e soprattutto sulle sofferenze e sulle conseguenze di tali sofferenze. Sul certificato vaccinale europeo, di cui si parlerà al prossimo vertice, penso che si possa essere tutti d'accordo e che non si possano ipotizzare violazioni della privacy; esso è necessario affinché si possa circolare e vivere.
Le voglio rappresentare la situazione dell'Italia, sulla base della quale lei deve decidere visto che andrà a parlare in Europa. Il debito pubblico è una mia fissazione; nel mio breve intervento in occasione della fiducia al suo Governo ho parlato del fondo salva Italia. Paolo Panerai l'ha ripreso nella rubrica «Orsi & Tori» su "Milano Finanza"; si tratta di un vecchio progetto (che non è vecchio, ma attuale), che lei conosce e sul quale eventualmente, quando non saremo più in zona rossa, si potrà organizzare qualcosa di specifico. Metodo di soluzione parziale del problema, il fondo salva Italia potrebbe essere da lei apprezzato e attuato.
Per quanto riguarda i sostegni alla ripartenza, siamo alla vigilia della discussione in Aula del cosiddetto decreto-legge sostegni, ma lei ha una situazione che sarà ancora più difficile (lei e noi, signor Presidente del Consiglio, a nome degli italiani), quando si dovrà ripartire. Allora sì che servirà liquidità e ne servirà davvero tanta. Le faccio un esempio di cose che mi riferiscono: i prezzi delle materie prime (ferro e acciaio) sono aumentati del 30, del 40 o anche del 50 per cento, perché la Cina ne fa incetta. Qui la politica internazionale e quella dell'Europa potrebbero dire qualcosa a riguardo ai rapporti con la Cina e a qualche errore che forse abbiamo fatto. (Applausi).
C'è poi anche l'aumento del prezzo del petrolio; io ricordo i tempi in cui la benzina aumentava di dieci o di cento lire (prima dell'euro) e i giornali titolavano «aumenta la benzina, Governo ladro». Invece ora è aumentata del 10 per cento e non se ne parla; ma questo ha un'incidenza pazzesca sui prezzi. Sono aumentati, ad esempio, i prodotti per gli asfalti (faccio un esempio molto terra terra); visto che dobbiamo investire, gli enti locali devono asfaltare. Le faccio un esempio di cui lei è a conoscenza, per sintetizzare: se con 50.000 euro si asfaltava un chilometro, ora si asfaltano 700 metri. È un cambiamento, è un qualcosa che non riesce. Il problema è che i prezzi delle materie prime non dipendono da noi, ma ne dobbiamo tenere conto. Gli esportatori mi dicono ad esempio che un container si spediva con 700 euro; oggi, poiché il mercato è in mano alla Cina, ci vogliono 4.000 euro.
Vi è inoltre il problema del golden power. Il precedente Governo nelle settimane scorse ha forse sottovalutato e ha preso delle decisioni, cioè ha dato l'assenso al Crédit Agricole per la Creval oppure ha dato l'assenso a un fondo internazionale di investimento per acquistare Interoute, che era di proprietà di GTT (era l'autostrada dei dati ed era interessante difenderla come interesse nazionale). Viceversa la Francia ha negato l'assenso a Fincantieri (che è di Cassa depositi e prestiti), per via dei famosi cantieri Chantiers de l'Atlantique.
Con la Francia noi del Piemonte abbiamo una questione internazionale, quella del Colle di Tenda, di cui abbiamo discusso con un suo Vice Ministro due giorni fa in loco. Il Colle di Tenda è un valico internazionale, ma la Francia vuole agire a modo suo; noi pensiamo che sia una questione della quale lei sarà investito prossimamente e della quale dovrà parlare con il presidente Macron. Scherzando con qualche amico, mi veniva in mente e parafrasavo una vecchia frase: «spezzeremo le reni alla Francia». Ma non ci conviene: dobbiamo agire per via diplomatica e confidiamo nella sua autorevolezza.
Un altro aspetto della situazione che lei ha di fronte, e che non c'entra con i temi citati finora, concerne il calo del gettito. In Commissione finanze è stato certificato un primo calo di 40 miliardi; i giochi, tutte le tasse ed evidentemente anche le proroghe, seppure finanziate con artifizi contabili, vedono un calo di gettito.
Lei, signor Presidente del Consiglio, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti ha detto una cosa interessante: la fuga dalla firma è una questione atavica, ma si è aggravata con il codice degli appalti. Penso che tale codice possa essere riformato, ma se si segue quello attuale in maniera solerte, giorno per giorno, procedura per procedura, con la responsabilità legale e legittima di tutti, si può anche procedere ed appaltare. Ma la fuga della firma esiste e se lei l'ha citata, vuol dire che è nel suo mirino e me ne compiaccio.
L'Europa - torno sul tema - ha paura dell'inflazione, ma non credo che in questo momento di deflazione e di interessi zero ci sia questo problema; un'inflazione fisiologica forse potrebbe essere un aiuto alla soluzione dei problemi del debito. Non parliamo di Patto di stabilità e di condizioni sul recovery; ci chiede troppe condizionalità sulle quali dobbiamo discutere e sulle quali dobbiamo essere fermi e forti, senza cedere ulteriore sovranità alla tecnocrazia.
Lei, signor Presidente del Consiglio, deve creare le condizioni, in accordo con l'Europa, per la crescita e per far ripartire l'economia dando certezza attraverso qualche strumento che può essere discusso in Parlamento ma che è del suo Governo, dei suoi Ministri, dei suoi consulenti, di sua invenzione creativa. Noi crediamo in questo, altrimenti non ne verremo fuori. (Applausi).
CRUCIOLI (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa, senatore Crucioli? Siamo in fase di discussione generale.
CRUCIOLI (Misto). Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (Misto). Signor Presidente, è successa una questione piuttosto disdicevole e preoccupante. Come lei sa, cinque colleghi ed io abbiamo chiesto già da tempo il riconoscimento di una componente del Gruppo Misto...
PRESIDENTE. No, senatore Crucioli, la interrompo immediatamente.
CRUCIOLI (Misto). Aspetti. Non ci hanno consentito...
PRESIDENTE. No, senatore Crucioli. Lei deve leggere l'articolo 84, comma 5, del Regolamento. (Commenti del senatore Crucioli). La invito a sedersi, senatore Crucioli. Legga il Regolamento, che dovrebbe conoscere. Stia seduto e lasci andare avanti la discussione generale. (Commenti del senatore Crucioli). Si sieda.
È iscritto a parlare il senatore Mautone. Ne ha facoltà.
MAUTONE (M5S). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, la pandemia ha sconvolto in modo violento il mondo, non risparmiando i suoi effetti, in misura più o meno intensa, a nessuna Nazione. Per far fronte a tale emergenza tutti i Paesi, prima o dopo, hanno optato per lockdown più o meno generalizzati e più o meno protratti nel tempo, con le conseguenti chiusure, peraltro necessarie, di attività, di luoghi o di strutture che potevano, per il loro elevato rischio di contagio o di assembramenti e per l'impossibilità di poter rispettare le distanze di sicurezza, creare le condizioni favorevoli per la diffusione del virus e delle sue varianti.
Mai come in momenti di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo, occorre ribadire la necessità della coesione e della condivisione delle scelte tra i vari Paesi dell'Unione europea. Se non si lavora insieme e non si va tutti nella stessa direzione, sarà molto difficile contrastare efficacemente la crisi globale che si è abbattuta come una bufera su tutti noi.
Credo che la nostra Italia, pur tra le tante difficoltà e tra le innumerevoli problematiche, abbia fatto delle scelte in gran parte condivisibili fronteggiando l'epidemia con misure e provvedimenti che spesso sono stati riferimento per gli altri Paesi europei. Si tratta di scelte non facili, fatte già dal Governo Conte, dettate dall'emergenza del momento e sempre nell'ottica che la tutela del bene salute è e deve essere prioritaria rispetto alle tante giuste esigenze e alle motivate richieste che provengono dalle diverse realtà sociali. La difficoltà maggiore era ed è, in attesa che la campagna vaccinale decolli, trovare questo difficile equilibrio.
Come detto, l'elemento nuovo è rappresentato dalla possibilità di poter utilizzare i vaccini anti Covid-19. In attesa di una copertura vaccinale della popolazione con percentuali sufficienti a raggiungere l'immunità di gregge, non possiamo non richiamare la necessità di continuare ad adottare le misure di prevenzione, individuali e collettive, da parte di tutti noi cittadini, indispensabili per poter vincere questa battaglia.
Mi corre l'obbligo, ancora una volta, di dover ringraziare tutti gli operatori sanitari per il loro impegno e la loro dedizione, ma anche tutti i cittadini che con spirito di sacrificio e di solidarietà, con rinunce affettive ed economiche hanno aderito con convinzione ai programmi di prevenzione adottati. Fondamentale è l'accelerazione della campagna vaccinale, richiesta unanime da parte dei territori e che deve trovare la sua corretta applicazione nel rispetto del piano vaccinale elaborato.
È indispensabile che essa riparta senza più ostacoli in maniera sempre più omogenea su tutto il territorio nazionale. In quest'ottica è fondamentale, da un lato, il corretto funzionamento della macchina organizzativa a tutti i livelli, centrali e regionali e, dall'altro, un'adeguata disponibilità delle dosi vaccinali da somministrare. A tal proposito, sarà compito del Governo - e, in particolare, suo, signor Presidente del Consiglio - ribadire in Europa il rispetto degli accordi sulla fornitura del numero di dosi di vaccini e dei contratti stipulati con le compagnie farmaceutiche in maniera trasparente e in ossequio agli impegni presi, sia dal punto di vista della tempistica delle consegne che della quantità di dosi di vaccino promesse ed effettivamente fornite.
Occorre rimboccarsi le maniche. Tutto ciò lo si fa non solo facendo rispettare i contratti e le forniture delle dosi di vaccino, ma anche aumentando, ove possibile, le capacità produttive e migliorando i processi di utilizzazione degli stessi, sempre nel rispetto della loro sicurezza e della loro efficacia. Ben venga, pertanto, la possibilità di annoverare nuovi marchi vaccinali anti Covid-19, che vanno a implementare la disponibilità di dosi necessarie a raggiungere nel più breve tempo una sempre più ampia fascia della popolazione, condizione questa - come sappiamo - indispensabile per fermare le mutazioni del virus e il riprodursi delle sue varianti. Occorre mettere un punto fermo e lavorare insieme agli altri partner europei.
Voglio concludere con un invito che riguarda il nostro Paese: sarebbe auspicabile una cabina di regia centrale che coordini meglio gli interventi regionali ed eviti le inefficienze che diverse Regioni hanno evidenziato nella programmazione della somministrazione delle dosi, come accaduto negli ultimi episodi registrati in Lombardia e in Calabria. Ribadisco l'importante... (Il microfono si disattiva automaticamente. Applausi).
PRESIDENTE. Senatore, la Presidenza la autorizza a consegnare la restante parte del suo intervento scritto.
È iscritta a parlare la senatrice Fattori. Ne ha facoltà.
FATTORI (Misto-LeU). Signor Presidente, il Presidente del Consiglio nel suo intervento ha menzionato le parole «fiducia» e «speranza».
Tutti speriamo che alla fine andrà tutto bene, ma ciò avverrà solo se ci impegniamo a uscirne tutti insieme. Presidente, il virus infatti non fa distinzione di razza, religione, reddito o convinzioni politiche; infetta gli umani in ogni luogo e a ogni latitudine e, se non troviamo gli strumenti per vaccinare tutta la popolazione mondiale in tempi brevi, non andrà tutto bene perché il virus avrà tempo per mutare e sfuggire con le sue varianti ai vaccini attualmente in uso e ritornerà da noi come un boomerang. Per questo, nel primo punto della proposta di risoluzione presentata a nome di Sinistra Italiana insieme alle colleghe Nugnes e La Mura, chiediamo al Governo di farsi promotore efficace nelle sedi opportune per la deroga temporanea ai brevetti prevista dagli accordi TRIPs (Trade related aspects of intellectual property rights), così come proposto dai Governi di India e Sudafrica, e consentire in questo modo non solo una più efficiente pluralizzazione della produzione e distribuzione vaccinale, ma anche un'accelerazione della ricerca. La ricerca, infatti, ha bisogno dei dati che in questo momento sono coperti dal brevetto, quindi è fondamentale sospendere i brevetti.
Non andrà tutto bene in Europa, caro Presidente, se l'Unione europea non riuscirà a redimersi dal peccato originale di essere nata come un patto economico, quello per il carbone e l'acciaio, e non come una comunità di cittadini uguali, con diritti inalienabili e doveri inderogabili. L'Unione europea è il fanalino di coda nella percentuale di popolazione vaccinale, preda di vincoli e accordi capestro con le lobby farmaceutiche, che dettano l'agenda della salute europea.
Affinché il popolo europeo sia sovrano e scevro dai condizionamenti lobbistici, le chiediamo, nel secondo punto della proposta di risoluzione, di richiedere e pubblicare i contratti con le case farmaceutiche in tutti i loro elementi e farsi promotore presso le sedi dell'Unione europea affinché tali contratti vengano rivisti nella parte delle sanzioni in caso di inadempienza (così saranno adempienti), nonché nella distribuzione dei rischi da eventi avversi, che oggi ricadono in capo agli Stati membri.
Lei ha anche menzionato la parola "fiducia"; infatti andrà tutto bene se i cittadini conserveranno la fiducia nelle istituzioni e nella medicina. Non ci nascondiamo che la vicenda dello "stop&go" del vaccino AstraZeneca non ha aiutato in questa direzione. Non possiamo permetterci di perdere la fiducia dei cittadini prendendo decisioni politiche su questioni come la sicurezza dei vaccini e la valutazione degli effetti avversi, che dovrebbero essere esclusivamente pertinenti alla medicina.
Lei ha parlato anche di innovazione digitale e, per questo motivo, le chiediamo di farsi promotore in sede europea affinché venga adottato uno strumento evoluto e globale, in addizione alla normale farmacovigilanza, ossia il cosiddetto revised cap sviluppato dal Global advisory Committee on vaccine safety (GACUS) proposto dall'OMS, un algoritmo che consentirebbe di avere pubblicati in rete gli effetti avversi, in modo da identificare anche i più rari e consentire interventi rapidi, mirati e scevri da condizionamenti politici ed economici.
Appare evidente a tutti, da questa terribile pandemia, come i vaccini non siano solo un'arma contro il virus, ma strumenti bellici per prevalere nello scacchiere geopolitico globale. In nome di un'opposizione responsabile e propositiva, le chiediamo perciò di prendere in seria considerazione le nostre proposte ed esprimere un parere positivo sulla nostra proposta di risoluzione. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Iwobi. Ne ha facoltà.
IWOBI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, dopo qualche anno in cui buona parte della politica ha creduto a una possibile integrazione della Turchia nelle istituzioni europee, avviando le trattative per un processo di adesione, oggi siamo in una situazione totalmente differente.
Dal 2013, anno della repressione della proteste al Gezi Park, passando per l'elezione di Erdogan a Presidente della Repubblica, la Turchia ha intrapreso una deriva sempre più autoritaria. Dal 2016 la situazione relativa allo stato di diritto interno è gravissima.
Solo nell'ultima settimana abbiamo assistito all'annuncio di Erdogan sul ritiro unilaterale dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. Sempre negli ultimi sette giorni vi è stato un nuovo e grave indicatore della situazione interna alla Turchia: la Corte suprema d'appello ha presentato una richiesta di sciogliere il Partito Democratico dei Popoli, il partito politico filo-curdo, che rappresenta oggi la seconda forza di opposizione nel Parlamento turco. Ricordiamo che dal 2000 ad oggi la Turchia ha ricevuto quasi 30 miliardi di euro attraverso la Banca europea per gli investimenti e, dal 2002, oltre 10 miliardi di euro di fondo preadesioni. Dal 2016 ad oggi sono stati messi a disposizione 6 miliardi di euro per la gestione dei rifugiati. È difficile capire questo doppiopesismo dell'Unione: attenta ai valori e ai diritti universali, non riesce però a prendere una decisione e una posizione netta nei confronti della Turchia. Perché il tema della Turchia deve riguardarci da vicino come Italia?
La nuova politica estera di Istanbul è sempre più aggressiva, come possiamo vedere in Libia, dove ormai la Turchia è attore fondamentale a causa della mancanza di coraggio dell'Europa e dell'Italia. Le primavere arabe nel 2011 e il disimpegno degli Stati Uniti nel Mediterraneo hanno prodotto diversi vuoti di potere che hanno reso la vita complicata all'Italia e all'Europa nei rapporti con i Paesi del Nord Africa.
È inoltre estremamente difficile cooperare con i Paesi del Maghreb, perché tra di loro non c'è alcuna forma di integrazione. Gli scambi tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto sono nulli o quasi. È difficile quindi mettere in piedi una cooperazione strategica con un'area che non esiste come blocco unico, dove la Turchia mira a espandere la sua influenza. Per mantenere l'equilibrio strategico dell'area l'Europa deve insistere nel creare un blocco unico, come - ad esempio -l'Economic community of west african States (ECOWAS) dell'Africa occidentale, per facilitare i rapporti futuri.
Con la presidenza Biden e la lettura dei primi documenti strategici prodotti dalla nuova amministrazione, abbiamo capito che l'Unione europea tornerà a essere un'area prioritaria per gli Stati Uniti. Benissimo: uniamoci per riportare la NATO sempre presente nel Mediterraneo, per far cooperare le istituzioni europee con le istituzioni atlantiche affinché formino uno strumento di cooperazione nei Paesi del Nord Africa. Non lasciamoli nelle mani di potenze esterne e in conflitto con i nostri interessi.
La crisi economica che deriva dalla pandemia avrà un effetto devastante anche sui Paesi del Nord Africa e l'Africa subsahariana. Il rischio di instabilità dell'area aumenterà notevolmente con gli effetti che ormai tutti conosciamo. Non facciamoci trovare impreparati, signor Presidente. Torniamo ad avere un approccio strategico nel lungo periodo o ci troveremo nei prossimi anni con Paesi, come la Turchia, stabilmente nell'area mediterranea.
Concludo dicendo che la Turchia deve decidere se restare alleato delle democrazie occidentali o magari andare verso la Cina. Signor Presidente, le auguro buon lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. Vorrei dare il bentornato in Aula al senatore Castiello.
È iscritta a parlare la senatrice Naturale. Ne ha facoltà.
NATURALE (M5S). Signora Presidente, gentili senatori e senatrici, membri del Governo, Presidente del Consiglio, la pandemia ha moltiplicato l'impegno di tutti nel cercare le soluzioni migliori da attuare in uno scenario inedito nella storia dell'umanità per gli effetti sia sulla vita, sia sull'economia. Rimane un compito difficile per noi politici e per tutte le amministrazioni, ma anche un'opportunità straordinaria di inquadramento delle reali necessità per focalizzare nuovi orizzonti in tempi definiti.
Prima necessità resta sempre la salute e, dunque, ora d'imperio tra i piani di ogni Governo vi sono i vaccini, l'accelerazione nella produzione, nella distribuzione sui territori e nella somministrazione. È necessario compiere ogni sforzo per arrivare da qui alla fine del secondo trimestre di quest'anno a raggiungere e auspicabilmente a superare la soglia del 50 per cento della popolazione vaccinata. Rimane fondamentale la cooperazione sanitaria globale, nella piena convinzione che i vaccini sono un bene comune. Ed è una necessità mettere in sicurezza la campagna di vaccinazione mondiale, che serve anche a prevenire l'insorgere di nuove e più pericolose varianti.
Un lavoro sinergico tra gli Stati del mondo è indispensabile anche per il raggiungimento della sostenibilità ambientale, della tutela della biodiversità, del rispetto delle norme ambientali e della salute pubblica, sostanzialmente in linea con gli obiettivi del green deal europeo.
Oltre al rispetto per l'ambiente, è anche necessario il rispetto universale dei diritti fondamentali delle donne e degli uomini, di cui purtroppo esistono violazioni in ogni parte del mondo. Sono passati sessant'anni dalla pubblicazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, che però rappresenta ancora un sogno più che una realtà. Inoltre, è oltremodo inquietante considerare come rinascimento le condizioni orrende in cui vivono i popoli in ancora troppi Paesi del mondo. Occorre quindi una politica globale che guardi allo sviluppo sociale ed economico, al mercato unico, che deve però sempre tutelare le produzioni locali e garantire la giusta distribuzione del valore.
Ci sono da affrontare ancora molti ostacoli, tra cui la transizione digitale per cui l'Italia occupa gli ultimi posti in Europa. Questa è una condizione inaccettabile che riverbera i suoi effetti negativi anche nella governance della pandemia. È altresì inaccettabile anche che le cosiddette big tech, i giganti del web, paghino tasse irrisorie in Europa, portando le loro sedi in Stati con regimi di tassazione agevolati, penalizzando le imprese nostrane. Urgono soluzioni quale un'imposta digitale unica europea per società extraeuropee.
Faccio parte della 9a Commissione e desidero rappresentare quanto sia importante, e quanto invece si senta nettamente in questo settore il suo ritardo, la digitalizzazione, indispensabile per evitare gli abusi di fitofarmaci e gli sprechi di acqua che non possiamo più permetterci. Vi è altresì necessità di ricerca per un'innovazione al passo con i bisogni e per una conversione energetica rispettosa del patrimonio naturale e quindi del suolo agricolo. Bellezze naturali e paesaggistiche sono un patrimonio culturale inestimabile, una risorsa strategica che rende l'Italia meta turistica ambita da tutto il mondo, ma che ancora paga lo scotto di carenze infrastrutturali ataviche. Il tutto è molto più evidente nelle aree interne, che sembrano ormai inevitabilmente destinate allo spopolamento e all'abbandono, soprattutto al Sud. Tale situazione deve essere invertita, in quanto la bellezza di quelle zone è impareggiabile. Intanto la realtà pandemica che stiamo vivendo ci obbliga a considerare necessario il distanziamento sociale e apre, quindi a questi luoghi una nuova e utile opportunità.
In generale è d'obbligo considerare gli squilibri territoriali esistenti e il fatto che gli investimenti al Sud siano stati più che dimezzati nell'ultimo decennio. La grandezza dell'Italia è data dalla varietà dei territori, che da Nord a Sud rappresenta un valore da salvaguardare. Un valore sono anche i nostri prodotti enogastronomici e la nostra dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell'UNESCO, insidiata dal sistema di etichettatura Nutri-Score, un metodo intuitivo e fuorviante, perché fa apparire come dannosi per la salute - ad esempio - l'olio d'oliva e il parmigiano. Serve invece una cultura alimentare a tutela del made in Italy. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Abate. Ne ha facoltà.
ABATE (Misto). Signor Presidente del Consiglio, oggi per la prima volta parlo da questa postazione, tra i banchi del Gruppo Misto, al quale sono arrivata per aver votato no alla fiducia al Governo Draghi, il suo Governo. La seguo però con molta attenzione e, proprio in vista del Consiglio europeo che si terrà il 25 e il 26 di questo mese, dal momento che si parlerà, oltre che dei vaccini per la pandemia che ci sta mettendo a dura prova, anche del mercato unico, le chiedo con fermezza, Presidente, di insistere a nome e a tutela delle eccellenze agroalimentari e vitivinicole italiane, che oggi si sentono e sono minacciate proprio dall'Europa. Mi riferisco al sistema di etichettatura nutrizionale che da Bruxelles si vorrebbe applicare a tutti gli Stati membri e che gli esperti dicono con fermezza che penalizza prodotti che hanno fatto grande nel mondo il made in Italy.
Non è accettabile, Presidente, che Paesi come la Francia, che ha elaborato il Nutri-Score, Spagna, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, facciano fronte comune per convincere l'Europa ad adottare obbligatoriamente quei bollini che penalizzano soltanto il made in Italy. L'ormai triste e famosa etichetta a semaforo è voluta dalle principali multinazionali, ma è combattuta dai produttori delle più importanti DOP e IGP italiane, dal parmigiano al vino, dal prosciutto di Parma all'olio extravergine di oliva e da tantissimi alimenti preziosi della dieta mediterranea. Tutti questi alimenti sarebbero da bollino rosso per via del loro contenuto di grassi, sali e zuccheri scientificamente ritenuti sani. Bisogna fare di più e bisogna farlo ora, sia perché il tema è tornato di strettissima attualità; sia perché sul controverso tema delle etichette Bruxelles dovrà pronunciarsi soltanto nel 2022; sia soprattutto perché la ripresa del mercato italiano post pandemia da coronavirus deve gettare le sue basi dell'export di prodotti agroalimentari e vitivinicoli di qualità.
Quello del Nutri-Score, Presidente, è un modello che mette a repentaglio un sistema che vale 552 miliardi e costituisce il 15 per cento del PIL italiano e - peggio ancora - l'esistenza di prodotti italiani di qualità. Siamo davanti a un tentativo subdolo, mascherato da tutela della salute, di penalizzare i prodotti tradizionali per favorire cibi costruiti in laboratorio proprio da quelle multinazionali che oggi appoggiano l'introduzione del sistema a semaforo; un paradosso per cui il nostro parmigiano reggiano verrebbe classificato con il semaforo rosso, mentre cibi e bevande prodotti nei laboratori di sintesi verrebbero magari classificati ottimi per la salute e contrassegnati dal colore verde.
Una vittoria il made in Italy l'aveva già ottenuta a dicembre, quando il Governo Conte aveva bloccato il documento di conclusione del Consiglio agricoltura e pesca dell'Unione europea, che avrebbe accelerato l'adozione di un sistema di etichettatura a colori sul modello del Nutri-Score.
L'Italia la esorta, quindi, Presidente, ad andare in Europa a difendere i prodotti del made in Italy. Saluto anche il ministro Patuanelli, presente in Aula, che già so che in questi giorni a Bruxelles ha sollevato questo rilevante e pericolosissimo fenomeno europeo. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ostellari. Ne ha facoltà.
OSTELLARI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, la salute è il bene più prezioso di un individuo e di un popolo. Per preservarla, l'Europa ha lavorato bene e con prontezza? Durante la prossima conferenza del Consiglio europeo, si dovrà parlare anche di questo. E, per valutare la diffusione dei vaccini tra i Paesi membri, sarà necessario ripercorrere i mesi difficili e confusi trascorsi, partendo da una data: il 17 giugno 2020. È di quel giorno, infatti, la prima comunicazione ufficiale della Commissione europea su una strategia integrata e di insieme; il tutto ben sei mesi dopo il primo focolaio di Covid nella città cinese di Wuhan e quattro mesi dopo il primo caso in un Paese membro. Al 30 settembre 2020 le istituzioni europee avevano investito circa 459 milioni di euro in progetti sul coronavirus. Abbastanza?
Circa una settimana fa il Vice Presidente della Commissione europea, in un'intervista rilasciata a un quotidiano tedesco, ha dichiarato che dalle istituzioni europee sono stati commessi degli errori in fase di ordinazione dei vaccini. A rispondergli, poco dopo, è stato Eric Mamer, portavoce della Commissione stessa, che ha smentito l'ipotesi di errori in sede di approvvigionamento dei vaccini. Chi ha ragione?
Guardiamo i dati. Da un'analisi comparata con quanto avvenuto nella programmazione, nel finanziamento, nell'approvvigionamento e nella distribuzione dei vaccini negli Stati Uniti e nel Regno Unito le differenze sono evidenti. Gli Stati Uniti hanno perseguito il finanziamento e l'approvvigionamento dei vaccini attraverso l'operazione Warp Speed, annunciata ufficialmente già nel maggio 2020. L'onere, stimato inizialmente in 10 miliardi, è stato poi aumentato con ordini esecutivi specifici.
A differenza dell'Unione europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno acquistato milioni di dosi di vaccini già nell'estate del 2020, ancora prima di conoscerne l'efficacia. È stata una mossa azzardata? Forse, ma alla fine è stata vincente e - come confermano anche importanti esperti a livello mondiale - si è rivelata determinante in termini di vantaggio strategico.
Facciamo un passo indietro. Nella primavera del 2020 Francia, Germania, Paesi Bassi e Italia formarono una sorta di partenariato chiamato Inclusive vaccine alliance, contrattando alcune milioni di dosi di vaccino AstraZeneca; il tutto mentre Paesi come Francia e Spagna stavano negoziando separatamente con l'azienda Moderna.
Nel giugno 2020 la Commissione europea decise di intervenire e acquistò vaccini per conto di tutti gli Stati membri, assorbendo così la Inclusive vaccine alliance. Il motivo? Secondo la Commissione, i grandi Paesi sarebbero sempre stati in grado di acquistare i vaccini da soli, ma non i Paesi più piccoli. Così, per assicurare le forniture anche a questi ultimi, la Commissione ritenne di negoziare in esclusiva e per tutti, allo scopo anche di ottenere prezzi migliori, così da dimostrare politicamente che l'adesione al progetto comunitario fosse vantaggiosa proprio nel momento in cui il Regno Unito abbandonava l'Unione. Benché l'obiettivo della Commissione potesse apparire lodevole negli intenti, la volontà di negoziare in blocco per 27 Paesi si è rivelata a dir poco inefficace.
Colleghi, oggi l'Unione europea sostiene di aver diversificato i suoi ordini sin dall'inizio e di non aver prenotato dosi in numero eccessivo per mancanza di certezze sull'efficacia dei vaccini, diversamente da quanto hanno fatto invece gli amici d'oltremanica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a fronte di un effettivo risparmio, la salute dei nostri concittadini è ancora in grave pericolo e con essa è a rischio anche la tenuta del sistema economico e sociale esisteva, che, per essere rimesso in piedi, avrà bisogno di investimenti di valore ben più superiore ai 29 miliardi utilizzati per l'acquisto dei vaccini.
Confrontiamo le cifre. A oggi negli Stati Uniti hanno avuto almeno la prima dose di vaccino 85 dei 320 milioni di abitanti, mentre nel Regno Unito sono 30 milioni (pari a quasi il 50 per cento della popolazione) i cittadini che hanno ricevuto la prima somministrazione; il tutto mentre nell'Unione europea solo 50 su 450 milioni di abitanti hanno ricevuto la prima dose.
A fronte di queste cifre, guardiamo quindi con fiducia al futuro, ma chiediamo una verifica di quanto è stato fatto. Inoltre, presidente Draghi - come lei ha già dimostrato qui con le sue prime azioni - chiediamo un cambio di passo anche in Europa. (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, mettete giù i cartelli. Trovo inaccettabile che lei faccia una manifestazione perché ignora il Regolamento. Poteva benissimo dire quello che voleva a fine seduta. Studiate il Regolamento e tirate via i cartelli. È incredibile. Studiate! Studiate e state tranquilli! (Commenti).
È iscritto a parlare il senatore Pellegrini Marco. Ne ha facoltà.
PELLEGRINI Marco (M5S). Signor Presidente, gentili colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, signor Presidente del Consiglio, sono felice che questa volta il Parlamento, in vista del Consiglio europeo, possa discutere dei veri problemi che interessano e preoccupano i cittadini italiani ed europei, come quello del contrasto alla pandemia, e non debba più perdere tempo su false questioni, come quella di richiedere o meno il MES, che sembrava di vitale importanza fino a un mese fa e che ora è completamente scomparsa dal dibattito politico: false priorità utilizzate ad arte per far cadere il precedente Governo e il presidente Conte e per creare un clima d'odio, che di sicuro non ha fatto bene al Paese.
Considerato che dopo le sue nettissime parole, presidente Draghi, la questione MES è morta e sepolta, ci aspettiamo e pretendiamo che il senatore Renzi - uno dei principali sostenitori dei prestiti del MES - fornisca urgentemente spiegazioni all'opinione pubblica italiana e mondiale sulla sua attività in Arabia Saudita; sui suoi rapporti con il principe Mohammed bin Salman; sui soldi che prende come membro del board del Future investment initiative, che è una diretta emanazione del Regno saudita. Visto che è un senatore della Repubblica pagato dai cittadini, ci aspettiamo e pretendiamo che si confronti con giornalisti veri, e non con quelli immaginari, che dia spiegazioni vere anche sul presunto rinascimento saudita. E pretendiamo che egli stesso non ponga domande e dia risposte come se fosse Marzullo.
Il Covid-19 e la campagna vaccinale fanno tornare d'attualità i veri temi strategici, quelli che stanno davvero a cuore ai cittadini italiani ed europei e che possono cambiare la loro vita e il loro futuro.
Gli avvenimenti degli ultimi dodici mesi hanno dimostrato che l'urto terribile della pandemia è stato retto grazie alla sanità pubblica, dai medici e dai paramedici che lavorano nel settore pubblico, che si sono prestati a turni massacranti per mesi e mesi e ancora oggi allo scopo di coprire carenze d'organico e di strutture, originati dai tagli selvaggi delle risorse in questo settore, attuati sistematicamente negli anni scorsi in nome di una ideologia che era ed è una completa fandonia, che è stata utile solo a chi la propalava, visto che poi ha acquisito posizioni personali di potere.
I fatti hanno dimostrato che è falso sia che il privato e il mercato siano sempre virtuosi ed efficienti sia lo Stato sia sempre inefficiente e sprecone. I fatti hanno invece dimostrato che centinaia di migliaia di vite umane sono state salvate dalla sanità pubblica. Prendiamone atto, confrontiamoci e procediamo al ripotenziamento della sanità pubblica attraverso un colossale e pluriennale programma di investimenti che riguardi anche la medicina territoriale.
Confrontiamoci sul Titolo V in tema di sanità e discutiamo se convenga ai cittadini avere 20 sistemi sanitari regionali o se, invece, non sia più efficiente tornare a un sistema che abbia centralità e unitarietà statale. La posizione del MoVimento 5 Stelle è nota e al riguardo abbiamo presentato un disegno di legge a prima firma Taverna - di cui sono cofirmatario - e auspichiamo un ampio dibattito nel Paese e in Parlamento nell'esclusivo interesse dei cittadini.
Le disfunzioni della campagna vaccinale in alcune Regioni sono inaccettabili - ne ha fatto cenno anche lei, signor presidente Draghi - e, per tragica ironia della sorte, tali inefficienze si sono verificate specie in quelle Regioni che si autodefiniscono virtuose da anni, ma che collezionano da mesi disastri su disastri a causa della completa inettitudine di chi le governa.
Infine, confrontiamoci sui temi importantissimi della ricerca scientifica e della produzione dei farmaci; anche in questo campo abbiamo bisogno di un presidio fortissimo dello Stato, degli Stati membri per l'esclusiva tutela della salute dei cittadini europei. Anche qui occorre invertire sciagurate politiche mercatistiche e ideologiche degli ultimi anni, perché l'attuale pandemia ha dimostrato che non possiamo essere alla mercé di aziende private che decidono la quantità di vaccini da produrre, a quali Stati venderli, a quali prezzi, se rispettare o meno il contratto; il tutto a loro esclusivo vantaggio.
Abbiamo il dovere di impedire tutto questo e dobbiamo agire subito con coraggio e determinazione. Se non lo faremo, la responsabilità morale di centinaia di migliaia di morti ricadrà su di noi. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Garavini. Ne ha facoltà.
GARAVINI (IV-PSI). Signor Presidente, presidente Draghi, onorevoli colleghi, vaccini ed ancora vaccini, in Italia a livello europeo: la priorità di questa fase non può che essere un efficiente approvvigionamento di dosi e un'accelerazione sulle vaccinazioni. Scene come quelle che abbiamo visto nei giorni scorsi in Regione Lombardia sono inaccettabili. Al contrario, è molto positivo che lei, presidente Draghi, in appena un mese di tempo, abbia subito predisposto un piano per la vaccinazione di mezzo milione di persone al giorno: è un passo avanti gigantesco rispetto a sole poche settimane fa.
Ha fatto bene, già nel corso dell'ultimo Consiglio europeo, a pretendere che l'Unione europea alzasse la voce nei confronti delle case farmaceutiche, affinché tengano fede ai loro impegni, arrivando anche a vietare l'esportazione al di fuori dell'Europa dei vaccini predisposti in Italia da quelle stesse aziende. Allo stesso modo, è condivisibile la sua proposta, signor Presidente, di ordinare ulteriori vaccini in modo autonomo, come Paese, laddove non si riesca a ottenere sufficienti dosi attraverso gli ordinativi già fatti dall'Europa, perché noi abbiamo un imperativo: salvare vite umane e tornare in fretta alla normalità. Non possiamo permetterci di fare della vaccinazione una questione politica e non possiamo precluderci l'uso dell'uno o dell'altro vaccino. La situazione continua a essere troppo grave. Bisogna riuscire a dotarsi in breve tempo di un numero congruo di vaccini, indipendentemente dalla tipologia, così da riuscire a vaccinare entro l'estate, con la prima dose, almeno i tre quarti della popolazione, in modo da ridurre consistentemente il numero di malati gravi che finiscono in terapia intensiva. Contemporaneamente bisogna velocizzare l'acquisizione di licenze, così da essere nelle condizioni di riconvertire impianti industriali per la produzione di vaccini, in Italia e in Europa, con un contemporaneo massiccio investimento nella sperimentazione, attraverso la creazione di un incubatore comunitario che serva a potenziare la ricerca a livello europeo e a renderci il più possibile autonomi in materia di vaccini. La nostra ambizione è tornare alla quotidianità nel minor tempo possibile, favorendo anche il ritorno alla libera circolazione. Ecco che è un bene che l'Unione europea si sia dotata di un certificato verde digitale, cioè un passaporto vaccinale, che può contribuire ad un graduale ripristino della mobilità in Italia e in Europa, con positive ricadute a livello anche economico.
Accanto alla questione sanitaria c'è però un altro tema ambizioso al centro dell'agenda di domani: il tema dei rapporti internazionali. Ci ritroviamo nelle sue parole, signor Presidente, ogni volta che sottolinea l'impronta europeista e atlantista del suo Governo, così come quando esprime preoccupazione per quanto sta avvenendo all'interno della Federazione Russa e in altri Paesi in merito al mancato rispetto dei diritti fondamentali. Noi condividiamo queste preoccupazioni, rispetto alla Russia ad esempio, con la quale come Unione europea intratteniamo rapporti politici piuttosto tesi, perché contestiamo diverse loro infrazioni attraverso un progressivo inasprimento delle sanzioni. Per quanto queste ultime non siano bastate a dissuadere Putin dai suoi atteggiamenti autoritari, credo che continuino a rimanere l'unica strada percorribile per segnalare il nostro disappunto, in Russia come pure in altri Paesi dove si continua sistematicamente a violare i diritti universalmente riconosciuti. Trovo valida la scelta adottata dall'Unione europea di prevedere sanzioni mirate contro singoli, così da gravare il meno possibile su un'intera società civile e colpire invece in modo puntuale dirigenti responsabili vicini alla Presidenza. In questo modo cerchiamo di tenere al tempo stesso aperto il dialogo con un Paese che per la sua storia, ma anche per la sua posizione geografica, è destinato a mantenere un ruolo di rilievo per l'Unione europea.
Con il nostro agire politico cerchiamo di indurre i nostri partner internazionali al rispetto dello Stato di diritto, compresi i diritti delle donne. Ed è ciò a cui puntiamo con la richiesta di un agenda dell'Unione europea con la Turchia, che condizioni eventuali accordi finanziari e di cooperazione al rientro della Turchia nella Convenzione di Istanbul.
Serve una politica estera equilibrata, in cui l'Italia sia protagonista, a favore del dialogo e della mediazione. C'è bisogno di un Italia che sia presente. Con lei, Presidente, siamo sicuri che la voce dell'Italia tornerà di nuovo a contare. Noi siamo al suo fianco. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà.
RAUTI (FdI). Signor Presidente del Consiglio, l'abbiamo ascoltata con molto interesse e l'avremmo voluta qui anche un mese fa, in occasione del Consiglio europeo precedente, in cui pure si parlava di piano vaccinale. La nostro proposta, purtroppo, non è stata accettata e ci auguriamo che invece diventi prassi istituzionale venire in Parlamento e coinvolgerlo in occasione dei Consigli europei, anche per dare un segno di discontinuità rispetto all'Esecutivo precedente, che con molti atti lo ha svuotato progressivamente di alcune competenze e prerogative. È passato un mese da quel Consiglio europeo ad oggi, sono accadute cose senza precedenti e, signor Presidente, è tempo di andare oltre.
Signor Presidente del Consiglio,Fratelli d'Italia le chiede di alzare la voce in Europa e di farlo nella gestione dei vaccini. Lei deve dire con chiarezza, perché può farlo, che l'impatto delle varianti ha trovato i Paesi europei impreparati, nonostante si conoscesse da tempo il tasso di contagiosità. In questo clima di impreparazione, è stato un cortocircuito la campagna di profilassi ritardata, che ha rivelato il totale e clamoroso fallimento dell'Unione europea nel piano vaccinale. L'Unione europea ha sottoscritto contratti capestro con le aziende farmaceutiche, che non hanno rispettato i tempi e i numeri delle dosi da consegnare e, grazie a quei vincoli assurdi, sottoscritti da Bruxelles, quelle stesse case farmaceutiche sono rimaste sostanzialmente impunite rispetto alle loro inadempienze. Su questo fallimento, come un ciclone, è arrivata la questione relativa ad AstraZeneca del 10 marzo: quello appena trascorso è stato quindi un mese molto denso.
Signor Presidente, lei può e deve dunque dire all'Europa che ha enormi responsabilità nella cattiva gestione dei piani vaccinali e deve farlo, perché l'Europa sta pagando un prezzo altissimo alla pandemia. Il numero delle vittime ha già superato la cifra di un milione: si tratta del 35,5 per cento del totale dei decessi del pianeta. Nella sua ultima conferenza stampa, in occasione del decreto-legge sostegni, ha evocato un concetto ispirato al pragmatismo anche riguardo all'export dei vaccini da parte delle case farmaceutiche inadempienti. Ha anche detto di più: se il coordinamento dell'Unione europea non funziona, faremo in altro modo; e, se l'UE non autorizza presto, potremo farlo noi. Ha fatto quasi lasciar intendere che si possa aprire alla valutazione dello Sputnik. Questo pragmatismo e l'autonomia decisionale, che oggi ha chiamato autonomia strategica, vanno bene: lo faccia e ci troverà d'accordo. Se lo Sputnik è un vaccino sicuro ed efficace, non c'è guerra commerciale che tenga. Va valutato e messo in commercio subito, così come va valutato qualsiasi altro vaccino ritenuto potenzialmente utile al contrasto del Covid. Se il siero prodotto dagli scienziati di Mosca, signor Presidente, può aiutare a vincere la pandemia, l'Unione europea non può rifiutare un altro potenziale rimedio. Non ce lo possiamo permettere soltanto per un pregiudizio geopolitico, perché devono essere prevalenti l'interesse della salute e l'interesse scientifico. Se il commissario Breton dice - come ha fatto oggi - che non serve, lei può agevolmente dire il contrario.
Insomma, signor Presidente, uso le parole di Giorgia Meloni nel dire che il Governo italiano si deve svegliare dal torpore e agire nell'esclusivo interesse nazionale, intervenendo in sede europea e, se necessario, andando avanti per la propria strada. Basta ritardi e guerre commerciali. Basta perdere un tempo che non c'è, mentre il virus accelera e si modifica! Serve una radicale inversione di rotta.
Vengo ora al piano vaccinale. Lei oggi afferma che vaccineremo quante più persone possibili nel più breve tempo possibile. Nulla da dire: è condivisibile. Il punto, però, sono i numeri. Se il ritmo è quello di oggi, ovvero 158.000 dosi, per raggiungere il 70 per cento degli italiani occorre oltre un anno. E questo non lo dico io.
Non può rimanere questo il ritmo. Quando lei dice, ottimisticamente forse, che ci potrebbero essere due mesi di ritardo, devo pensare che ogni giorno di ritardo può significare 500 persone che muoiono. Se devo moltiplicare questa cifra per due mesi, significa che possono morire 30.000 persone. E non voglio fare altri conti, perché non sono numeri, ma sono persone e la responsabilità è enorme.
Qual è il piano, allora? 500.000 iniezioni al giorno ad aprile e 700.000 a maggio? Bene: bisogna arrivarci. Bisogna arrivarci ed essere pronti. Il piano predisposto dal generale Figliuolo può funzionare come macchina, ma solo se ci saranno le dosi necessarie e se ci sarà la platea per somministrarle, altrimenti fallirà tutto. Bisogna mettere a punto tante cose, di cui sentiamo parlare ma che non vediamo messe a sistema.
La campagna vaccinale lanciata il 27 dicembre è poi fallita. Su questo lei non ha le responsabilità dirette e personali, ovviamente, ma sa che ciò rientra nella fallimentare politica sanitaria messa in atto dall'Esecutivo precedente, che vede nel ministro Speranza il segno di una sinistra continuità, mentre è di radicale discontinuità che, anche su questo, l'Italia ha bisogno.
Ancora: ha chiesto alle Regioni un riallineamento. È giusto ma, se mancano indicazioni precise a livello centrale, è difficile richiamare le Regioni. Come mai abbiamo il paradosso per il quale vediamo che la popolazione over 80 è stata vaccinata neppure per il 30 per cento del suo totale, quando ormai è chiaro che il virus colpisce per l'86 per cento persone di fascia anziana. È un paradosso inspiegabile, presidente Draghi.
Ancora, la campagna vaccinale è partita secondo alcune categorie, mentre adesso, invece, per fasce d'età: confusione e ritardi. E soprattutto, avete dimenticato, nelle fasi 1 e 2, le categorie dei disabili, dei fragili, i caregiver e i loro familiari. Oggi - per fortuna - ve ne ricordate, e anche grazie a un emendamento di Fratelli d'Italia.
Nulla potrà giustificare il caos che abbiamo visto. Nulla potrà giustificare anziani in fila, assembrati e magari portati con gli autobus. Nulla potrà giustificare il ritardo nelle assistenze domiciliari e il ritardo di protocolli non aggiornati da parte del Ministero. Davvero nulla.
Noi non abbiamo solo criticato: abbiamo fatto un piano vaccinale. Tra l'altro, alcune proposte le vediamo inserite e ne siamo contenti. Questo è un caso in cui ci va bene anche solo il fatto di partecipare. Il nostro piano vaccinale prevedeva assistenza domiciliare, allargamento della platea dei vaccinatori, coinvolgendo medici di base e farmacisti. Anche sui farmacisti, però, dovete sbrigarvi a fare i protocolli, altrimenti non riuscirete a mettere a punto questo sistema.
Vede, presidente Draghi, il punto è anche che, su tutta la strategia di contenimento della pandemia, non vediamo segni di importante discontinuità, perché siamo ancora qui con la DAD, con le scuole chiuse, con i ristoranti chiusi, con i vaccini che non arrivano. Mi avvio alla conclusione, perché mi rendo conto che il mio tempo è finito. Mi piacerebbe parlarne del reshoring farmaceutico, ma lo farò la prossima volta.
Presidente Draghi, il punto è sempre uno ed è sempre quello: quale postura avere stando in Europa. Noi continuiamo a pensare che sia necessario difendere, in Europa, l'interesse nazionale e considerarlo preminente. Non potremo mai accettare alcuna cessione di sovranità nazionale, come lei ha detto anche nelle sue comunicazioni il giorno del voto di fiducia.
Presidente, questo è il momento in cui bisogna essere assertivi e non si può cedere su nulla. Lei guarda l'Europa, oggi, da un'altra posizione. Il suo compito e il suo dovere, oggi, è pensare solo e soltanto all'Italia e agli italiani. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Nannicini. Ne ha facoltà.
NANNICINI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, il prossimo Consiglio europeo riveste un'importanza fondamentale per le cittadine e i cittadini europei, stremati e angosciati dalla pandemia e dagli effetti economici e sociali che produce. L'Unione europea, rispetto alla crisi finanziaria del 2008 e alla successiva crisi del debito sovrano, quando sbagliammo tempi e modi di risposta a quella duplice crisi, ha dimostrato di esserci, mettendo in campo una risposta forte e coordinata.
Ma non possiamo distrarci e non possono esserci ritardi nell'attuazione di quella risposta. Vaccini sicuri, efficaci e rapidamente accessibili sono la migliore risposta non solo all'emergenza sanitaria, ma anche alla recessione e alla crisi occupazionale. È importante che dal prossimo Consiglio escano scelte che rassicurino le cittadine e i cittadini europei del fatto che, grazie al coordinamento europeo, tutti gli Stati membri potranno procedere speditamente con i piani vaccinali. Ma uscire dalla crisi con un'Europa più forte e più giusta - e di conseguenza con un'Italia più forte e più giusta - non dipende solo dai vaccini; dovremo realizzare, impostandolo già oggi, un salto di qualità nella costruzione europea.
Presidente Draghi, nel suo discorso di insediamento lei ha detto che sostenere questo Governo significa condividere la prospettiva di un'Unione europea sempre più integrata, che approderà a un bilancio comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Parole chiare: nessuno meglio di lei può sapere i limiti di lasciare da sola la politica monetaria nella risposta alle crisi. Non si tratta di cedere sovranità, ma di costruire una nuova sovranità laddove una sovranità non c'è, laddove gli Stati europei da soli non sono in grado di rispondere alle sfide globali che abbiamo di fronte.
È chiaro che tutte le decisioni richieste da un passaggio storico di questo tipo non saranno discusse nel prossimo Consiglio, ma è importante che fin da ora il Governo italiano faccia capire tre cose. La prima: Next generation EU non è solo la giusta risposta all'emergenza pandemica, ma è l'embrione di una possibile futura unione fiscale, di strumenti di debito e tassazione comuni che permettano di arrivare a un bilancio europeo più forte e a una vera politica fiscale europea, che complementi quella monetaria. La seconda: serve una revisione del Patto di stabilità e crescita prima della sua reintroduzione nel 2023, che tenga conto delle conseguenze della pandemia e affianchi alle regole di bilancio criteri di sostenibilità ambientale e sociale, per favorire una crescita sostenuta, sostenibile e inclusiva. La terza: la transizione digitale ed ecologica delle nostre economie non sarà sostenibile se non si ripenseranno gli strumenti di tassazione delle multinazionali, non solo digitali, facendo fare un passo in avanti decisivo allo schema BEPS dell'OCSE contro l'elusione fiscale internazionale e chiedendo scelte coerenti ai nostri partner.
È un segnale bellissimo che il presidente degli Stati Uniti Biden partecipi a una parte del prossimo Consiglio europeo, rilanciando una stagione di multilateralismo già inaugurata con il reingresso degli Stati Uniti nell'accordo sul clima. Ma non basta. L'Unione europea deve chiedere agli Stati Uniti di aderire immediatamente ai Common reporting standard, all'accordo multilaterale per lo scambio di informazioni; senza scambio reciproco e automatico di informazioni non può esserci un sistema equo di tassazione. Il multilateralismo ha bisogno di scelte concrete, non solo di momenti simbolici. È il momento di costruire un'Europa che si viva come una comunità di destino, cementata da nuove forme di sovranità. Abbiamo istituzioni europee, un mercato europeo e una moneta europea; abbiamo bisogno di una politica di bilancio europea, di una cittadinanza europea radicata in alcuni diritti sociali comuni e di uno spazio politico europeo, di partiti e sindacati europei, di una discussione politica che prenda le scelte che ci attendono con testa e cuore sinceramente europei.
Lei è la leadership ideale perché l'Italia e l'Europa raccolgano questa sfida.
Tale sfida non si può vincere in un giorno, ma non può essere rinviata, chiarendo che l'Italia c'è ed è pronta ad andare avanti con chi ci sta. Dopo il whatever it takes, abbiamo bisogno di un whoever it takes, facendo capire da subito che esiste un nucleo forte di Paesi pronti a fare un salto di qualità nella costruzione europea, senza restare prigionieri di bilanciamenti infiniti e soprattutto di veti incrociati.
È il momento di costruire reti, non di porre veti. Buon lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Romani. Ne ha facoltà.
ROMANI (Misto-IeC). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, abbiamo apprezzato le dichiarazioni di questa mattina, ma ancora di più le risposte che lei ha dato nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi. La sobrietà, ma anche l'efficacia delle sue comunicazioni le hanno consentito di dare risposte che raramente si sono sentite con tale chiarezza da parte di un Presidente del Consiglio italiano. Lei ha detto che cerchiamo sempre un coordinamento europeo e, se funziona, dobbiamo seguirlo; se non funziona, ce ne andiamo per conto nostro. Semplice, elementare, come quando in sede di consultazione si disse che la fisionomia del Governo sarebbe stata fortemente europeista, specificando che chi ne avesse fatto parte doveva condividere questa visione, anche nelle intenzioni di avere un bilancio comunitario di dimensioni più significative. Un europeismo forte, quindi, che vuole prendere parte alle decisioni nell'interesse nazionale, superando il contrasto fra coloro che hanno inteso l'Europa come un'entità o un'autorità superiore a cui essere assoggettati e coloro che invece l'hanno sempre combattuta ritenendo che l'interesse nazionale fosse incompatibile con quell'idea di Europa.
Un consiglio però mi sento di darle, signor Presidente del Consiglio: comunichi di più; glielo dice un senatore che mastica la comunicazione da qualche anno.
Vaccini. Lei, con grande chiarezza, ha detto che assumerà AstraZeneca e che suo figlio ha già fatto il vaccino, sempre AstraZeneca, nel Regno Unito: anche in questo caso, semplice, chiaro, convincente; non come quella confusione comunicativa che ha fatto l'EMA. Ciò che lei ha detto sulla sospensione di AstraZeneca è stato sicuramente efficace; forse - mi permetta - leggermente tardivo: abbiamo perso due giorni importanti, non nella contabilità delle vaccinazioni, ma sicuramente come diffusione di incertezza nella pubblica opinione.
In Italia il Governo ha deciso di partire giustamente dalle categorie più colpite dall'incidenza della letalità della malattia, e dal personale sanitario che è chiamato a reggere e a fronteggiare questa emergenza. In una campagna vaccinale che deve fare i conti ancora con la scarsità dei vaccini, si deve per forza ragionare in termini di priorità di intervento; priorità che, salvo particolari esigenze territoriali, devono essere determinate dal livello nazionale del Governo, e il ritmo delle vaccinazioni non può più avere quell'andamento a macchia di leopardo che ha avuto fino ad oggi. Mi auguro che il pragmatismo militare del generare Figliuolo ci possa aiutare in questa direzione.
Ci siamo posti anche il problema dell'obbligatorietà delle vaccinazioni di alcune categorie, e chi in quest'Aula ha fatto una proposta in questo senso è stato o è stata linciata dai leoni da tastiera, che forse sono gli stessi leoni da tastiera che facevano vergognose campagne No vax. Tutta la mia solidarietà va alla senatrice Ronzulli, che è stata oggetto di attacchi indecorosi e indegni. (Applausi).
Un secondo argomento del Consiglio europeo è la questione mediterranea. Come Italia siamo membri del G7 e, al suo interno, unico Paese proiettato interamente sul Mediterraneo. Siamo la frontiera meridionale dell'Europa rispetto all'immigrazione economica. Nel Mediterraneo abbiamo interessi strategici ed economici di diversi settori (dalla pesca al turismo, alle prospezioni di gas e di petrolio) ed ogni tensione geopolitica nelle acque del Mediterraneo si riflette negativamente sugli interessi e sulla sicurezza nazionale. A fronte di tutto ciò, abbiamo sostanzialmente abdicato ad ogni ruolo e consegnato le chiavi del Mediterraneo a Turchia e Russia, militarmente, politicamente e culturalmente. Turchia e Russia si sono spartite prima la Siria. La Turchia, nell'indifferenza generale, ha fornito centinaia di droni armati alle forze azere, che hanno annichilito le forze armate, ha indicato il nuovo Premier libico e, insieme alla Russia, si è spartita di nuovo la Libia, irridendo l'embargo europeo della missione Irini e portando circa 20.000 tagliagole jihadisti dalla Siria che dovevano bilanciare l'appoggio ad Haftar dei mercenari del gruppo Wagner.
Troppo cruda la mia lettura su quanto c'è da meditare? Non credo. La nostra classe politica ha sempre avuto poco interesse alla politica estera, ma qui parliamo del ruolo dell'Italia nel mondo, anzi di quello che succede alle porte di casa.
Il tempo a mia disposizione si sta esaurendo quindi concludo il mio intervento. Signor Presidente del Consiglio, dobbiamo innanzitutto garantire la nostra sicurezza; promuovere i nostri interessi strategici, commerciali ed economici e recuperare quel ruolo di influenza che spetta al nostro Paese nel Mediterraneo.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Binetti. Ne ha facoltà.
BINETTI (FIBP-UDC). Signor Presidente, Presidente del Consiglio, colleghi, in questo importante appuntamento stiamo mettendo insieme le nostre idee e le nostre considerazioni in uno scenario totalmente diverso rispetto a poche settimane fa.
A me preme mettere in evidenza due punti, uno dei quali coincide in parte con quanto detto dagli altri colleghi e che ha molto a che vedere con questa grande sfida mondiale per la salute di tutti. Nel 1978 c'era lo slogan di Alma-Ata che diceva «Salute per tutti entro il 2000». Ci piacerebbe poter dire: salute per tutti nell'anno 2021. La sfida della pandemia, infatti, la si vince tutti insieme o non la vinceremo affatto.
Per quanto riguarda l'Italia, però, al di là di una serie di informazioni falsamente accattivanti, molto spesso propinate anche la sera nei telegiornali e in varie occasioni in cui sembra che in Italia vada tutto bene (a sentire i telegiornali, andiamo ogni sera meglio, salvo il numero delle persone che muoiono e il numero dei vaccini che non si fanno), raramente sentiamo messo a punto il problema: non è solo la questione del numero dei vaccini disponibili in Italia a fare la differenza rispetto agli altri Paesi. Ciò che fa la differenza è che il numero di vaccini entra spesso in rotta di collisione con i vaccinatori, con i luoghi in cui si vaccina e con le procedure con cui la gente si deve registrare per vaccinarsi.
Recentemente ho scritto una lettera proprio al generale Figliuolo facendo riferimento a tutti coloro che, essendo senza fissa dimora, nonostante l'età è ben difficile che possano accedere ai luoghi di prenotazione previsti dai meccanismi regionali o nazionali. È molto difficile se non hai un computer o non hai modo di utilizzarlo. Viceversa, sappiamo, per esempio, che nel Regno Unito le persone sono state chiamate direttamente: ci sono degli elenchi; tutti sono già registrati per codici anagrafici ed è facile riuscire a capire chi ha bisogno e ha una precedenza.
Noi ci dibattiamo molte volte in problematiche come quella che abbiamo appena vissuto relativamente alla vicenda di AstraZeneca. Davanti all'evento avverso creatosi a Siracusa, immediatamente è scattato l'atto di accusa nei confronti dei medici presenti in quel momento. Pur essendo un atto di accusa formale, ha investito una parte importante della classe medica, caricandola di una responsabilità che non era direttamente loro. Si capisce quanto possa diventare ambigua l'idea di vaccinarsi in farmacia. Se non c'è un medico, infatti, chi garantirà che l'anamnesi fatta in quel momento al paziente e che le condizioni raccolte sulla sua situazione clinica siano davvero ottimali?
Ci manca una visione strategica di insieme. Lei oggi ha parlato di visione strategica, ma noi preferiamo condensare la nostra denuncia sul numero di vaccini che non arrivano dall'Europa o dalle grandi aziende, in modo che la colpa sia di altri, rispetto all'assunzione di responsabilità interna dell'organizzazione integrata dei servizi vaccino, vaccinatore, luogo di vaccinazione e persona che si fa carico responsabilmente di questo processo. Ci manca davvero questa armonia di insieme del lavoro, come molto spesso riscontriamo nella stessa frammentazione del nostro sistema burocratico, ampiamente legato alla pubblica amministrazione e anche al Ministero della salute. Noi ragioniamo per linee parallele - come si dice tante volte, per silos non comunicanti tra di loro - e non riusciamo a integrare questa visione.
È chiaro che la vera sfida a questo problema, che è un problema di deficit di modello organizzativo e professionale integrato, dovrebbe essere nelle nuove generazioni. Lei oggi ha detto che presto ci sarà una grande assise e al centro dell'obiettivo di tutta l'Europa sarà posta proprio la next generation, ossia i diritti dei più giovani. Ma i più giovani sono stati privati del diritto alla scuola e vengono messi nella condizione di didattica a distanza, per cui tutte le sere ci raccontano che va benissimo, salvo ricordarsi che ci sono persone che, per classi sociali, non accedono alla didattica a distanza, perché mancano di strumenti, di cultura, di spazi; ci sono persone che hanno difficoltà oggettive sul piano dell'apprendimento: penso ai tanti ragazzi per i quali le disabilità intellettive costituiscono un elemento pregiudiziale forte per poter accedere a questo modello; ci sono poi altre forme, forse più sofisticate e meno note, di discriminazione, come quella che stiamo sperimentando ancora una volta tra i ragazzi che frequentano le scuole statali e quelli che frequentano le scuole paritarie, come se certi diritti degli uni non fossero anche i diritti degli altri e come se questo non introducesse, fin dalla più giovane età, il concetto di discriminazione. Lottiamo tanto contro tutte le forme di discriminazione, ma la discriminazione che nell'ambito della scuola separa la scuola paritaria dalla scuola statale è vergognosa. Noi abbiamo una legge, la legge Berlinguer del 2000 (che fa ventun anni e tuttavia non è ancora applicata), che permette ai ragazzi di sperimentare sulla propria pelle, fin dagli inizi in cui si cimentano e si confrontano con la società, che ci sono figli e figliastri o, se preferiamo, figli di un dio minore.
Questa realtà dovrebbe per noi rappresentare la maggiore e la migliore sfida possibile; la meglio gioventù è quella che dovremmo riuscire a far emergere dopo questa drammatica operazione che la pandemia ha imposto a tutti noi. Ma quali giovani potremmo mettere in pista, se a scuola non ci sono andati, se hanno fatto esperienza dell'inoccupazione e non della disoccupazione, se non hanno avuto modo di misurarsi con esperienze creative, che sono quelle che sviluppano davvero il talento?
Tutto questo fa sì che questa famosa next generation, che a livello europeo tutti sogniamo, non avrà gambe per camminare; sarà come succede, a volte, a una persona che ha subìto un incidente e che per molto tempo è rimasta ferma, per cui tutto il sistema osteoarticolare fatica a mettersi in movimento. Noi dobbiamo cominciare, invece, da ora a occuparci di loro, perché è ora il momento di permettere alle nuove generazioni di prepararsi alla sfida del dopo pandemia. Non dovremmo cominciare quando finisce la pandemia, altrimenti commetteremmo lo stesso errore di chi pretende di far cominciare la campagna vaccinale quando arrivano i vaccini, avendo dimenticato tutte le tappe precedenti con cui avremmo dovuto predisporre gli strumenti. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Candiani. Ne ha facoltà.
CANDIANI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, Ministri, colleghi, presidente Draghi, è indubbio che il Consiglio al quale parteciperà tra poche ore sarà molto importante: in quella sede si svilupperà e si discuterà del nodo vaccini.
Abbiamo una necessità estrema di tornare alla normalità e tutti abbiamo ormai ben chiaro che questo può avvenire attraverso una campagna vaccinale seria, determinata e che non conosca confini.
C'è bisogno, Presidente, di tornare a vivere; sembra una frase fatta e tanto semplice, ma è la realtà. Potremmo parlare infatti della necessità vaccinale anche come un nuovo obiettivo di competitività tra Paesi; i primi che potranno cominciare a far circolare i loro rappresentanti e i loro imprenditori all'estero, avranno più capacità di competere rispetto ad altri. Però ormai c'è anche, come è evidente a chiunque, in ogni Paese, un bisogno di normalità da parte delle persone, da parte di chi va a scuola, dei nostri anziani e delle persone qualunque, di poter uscire e ritrovarsi, riprendere quelle relazioni e quei rapporti sociali ormai sostanzialmente annullati.
Signor Presidente, abbiamo necessità di avere certezza che i tentennamenti che abbiamo visto nelle settimane e nei mesi passati, a partire dalla gestione del Piano vaccinale in Unione europea, non debbano e non possano ripetersi in futuro. (Applausi). Confidiamo che lei saprà far valere le ragioni italiane, badando bene che il nostro Paese abbia una sua autonomia e una sua capacità anche di indipendenza in questo settore. Abbiamo appreso con grande soddisfazione dei passi in avanti che stiamo facendo in maniera decisa. Il ministro Giorgetti ha parlato della creazione di nuovi vaccini o, meglio, della creazione in Italia di vaccini: ciò ci rassicura, ma abbiamo bisogno di certezze pragmatiche e concrete.
Presidente, le sue comunicazioni odierne saranno sottoposte ad una votazione in Senato con delle risoluzioni sulle quali il Governo dovrà impegnarsi. Crediamo fermamente che questo non sarà solo un esercizio di retorica perché la politica che, purtroppo, anche in un recente passato, ha dato troppo spesso esempio di poca credibilità e affidabilità, ha bisogno invece di ritrovare, nella capacità che deve dimostrare il Governo di prendere gli impegni e di portarli fino in fondo, un punto di riscossa e una capacità di crescita anche nell'opinione pubblica e nei cittadini.
Abbiamo bisogno di risorse, Presidente, in sede europea deve essere chiaro; le regole del gioco che ci hanno impedito anche in questi anni di crescere vanno cambiate. Dovremo prendere nuovo debito per sostenere le nostre imprese, gli artigiani, i commercianti, i bar e i ristoratori, tutti coloro che oggi sono chiusi e non hanno trovato ristoro o sostegno. Prenderemo questo nuovo debito, noi siamo qui per dare supporto al suo Governo con la massima determinazione quando ci chiederà di prendere nuovo debito. Occorre però che, con altrettanta determinazione, lei in sede europea inizi chiaramente a far capire che le regole che hanno condizionato il bilancio dell'Italia dopo questa pandemia dovranno essere riviste. (Applausi). È indubbio, infatti, che pensare di ritornare alle regole precedenti il Covid per la gestione dei bilanci, che siano quelli dei Comuni o che sia quello dello Stato, sarà impossibile. Occorre quindi, come chiediamo negli impegni inseriti nella risoluzione, una seria coscienza di questo fatto e iniziare a rivedere i trattati e soprattutto le regole di gestione dei bilanci.
Il debito sarà importante, crescerà, ma deve crescere per sostenere la ripresa e la capacità di produzione che ha sempre contraddistinto il nostro Paese. Presidente, occorre battersi anche per rivedere lo status quo. Sappiamo, ce lo dicono in tanti e lo diciamo sempre noi a noi stessi, che occorre rivedere le regole del gioco; riformare il sistema delle regole. Tutto ciò non può valere a senso unico, ma deve valere anche in sede europea. Se abbiamo assunto la responsabilità di sostenere il suo Governo è anche per cambiare dall'interno un'Unione europea che per troppe volte non si è dimostrata all'altezza delle aspettative dei cittadini.
Occorre essere consapevoli della necessità di modificare le regole del gioco per quanto riguarda il fisco in Italia, ma anche per quanto riguarda l'equità dei sistemi fiscali in Europa; occorre certamente che siano riviste le regole di governance all'interno dell'Unione europea, perché non debba solo apparire, ma debba esserci la certezza che un Paese non può mettere in scacco gli altri, come accaduto anche nelle scorse settimane con la gestione dei vaccini.
Signor Presidente, noi le diamo e le daremo mandato con la votazione, prendendo gli impegni citati, e confidiamo che la sua credibilità, che l'ha portata ad essere Presidente del Consiglio dei ministri, anche con il nostro sostegno, possa essere in questo senso esercitata al massimo livello in sede europea.
Siamo abituati ad essere pragmatici, lei lo ha detto prima e citerò le sue parole: occorre agire con meno requisiti formali e con pragmatismo. Questo vale su tutti i livelli: nazionale e internazionale. Su questa capacità di intervento si giudicherà l'efficacia del suo Governo e noi su questo siamo ovviamente qui per fare la nostra parte. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Cioffi. Ne ha facoltà.
CIOFFI (M5S). Signor Presidente, come ci ha ricordato il Presidente del Consiglio, alla riunione del Consiglio europeo si parlerà, tra le tante cose, di mercato unico, di industria, di digitale e su questo aspetto mi vorrei soffermare.
Come ci ha ricordato, il documento alla base di tutto questo è la cosiddetta bussola per il digitale. In questo momento storico ci troviamo in una situazione di perturbazione (se volessimo usare un'analogia matematica) e abbiamo bisogno dei punti cardinali della bussola, che per lunghissimo tempo sono stati quelli che la Costituzione aveva indicato a tutti i cittadini. Abbiamo vissuto due momenti di crisi, uno dietro l'altro: il 2008 con la crisi finanziaria e adesso la crisi sociale e pandemica. Queste due crisi, una dietro l'altra, ci hanno fatto ritornare al momento storico della fine della Seconda guerra mondiale, quando abbiamo vissuto di seguito la crisi del 1929 e la Seconda guerra mondiale. In quel momento i cittadini, anche se provenivano da ideologie, da forze, da pensieri diversi, si unirono per arrivare al termine della guerra e scrivere proprio quella Costituzione che è la bussola che ci ha guidato per tanti anni ed è molto viva ancora oggi. In quel periodo ci fu una grande alleanza tra chi gestiva la cosa pubblica e il popolo e quell'alleanza portò al boom economico all'implementazione dei diritti sociali.
Noi abbiamo ancora bisogno di quella forza. Ormai gli Stati Nazione non hanno più la possibilità né la forza di competere nel mercato globale e dobbiamo andare oltre gli Stati Nazione. Questo è ciò che si evince da quel documento, che è la base si discussione. S'intravede questa direzione quando si parla di progetti multi-Paese, in cui gli Stati collaborano per arrivare a degli obiettivi comuni, come ad esempio sul tema dei supercalcolatori high performance computing (HPC), in cui Paesi hanno collaborato per avere una potenza di calcolo che possa essere paragonabile a quella dei due grandi attori nella scena globale: Stati Uniti e Cina. Avviene lo stesso quando si parla della computazione quantistica. Ricordo che quando ero Sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico nel primo governo Conte ne parlammo diffusamente con il capo della Directorate-general for communications networks, content and technology (DG Connect), che è l'ingegnere italiano Roberto Viola, una persona molto preparata. Lo stesso avviene quando si parla dei semiconduttori, su cui la bussola digitale dice che dobbiamo arrivare al 20 per cento della produzione globale; abbiamo un esempio, che è la società STM, posseduta in maniera paritetica dallo Stato italiano e dallo Stato francese, il resto è sul mercato; poi c'è anche la società austro-tedesca Infineon. Sul cloud si parla di Gaia-X, una federazione di imprese. Noi però dobbiamo andare oltre la federazione e arrivare a qualcosa che era l'idea di Airbus, cioè una società che lavora e produce in quei sistemi, al cui interno ci sono società europee. Quando parlo di società europee non mi riferisco a realtà che sono parte di società non europee, la cui parte europea ha sede fiscale e legale in Europa; sto parlando di società realmente europee, che pagano le tasse e producono in Europa. Dobbiamo andare oltre tutti i problemi legati ai paradisi fiscali. Quindi, forse, abbiamo bisogno di una maggiore pianificazione dell'economia. Bisogna trovare l'equilibrio tra la pianificazione e la libertà.
Possiamo e dobbiamo fare questo, mettendo i cittadini al centro di questa azione, come sempre. D'altra parte, anche quando la Banca centrale europea ha immesso liquidità nel mercato, ha parzialmente indirizzato l'economia e questa è un'azione che dobbiamo continuare a fare. Dobbiamo far capire che la competizione si fa non dentro l'Unione europea, ma fuori dall'Unione europea. La competizione tra Paesi dell'Unione europea è male, mentre la competizione con i Paesi extra Unione europea è bene. Lo stesso vale per la web tax. Lei ha parlato dell'OCSE, ma l'OCSE... (Il microfono si disattiva automaticamente. Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
Comunico che sono state presentate le proposte di risoluzione n. 1, dalla senatrice Fattori e da altre senatrici, n. 2, dai senatori Paragone e Martelli, n. 3, dal senatore Crucioli e da altri senatori, n. 4, dai senatori Marcucci, Licheri, Romeo, Bernini, De Petris, Faraone, Fantetti e Unterberger, e n. 5, dal senatore Ciriani e da altri senatori. I testi sono in distribuzione.
Ha facoltà di intervenire il presidente del Consiglio dei ministri, professor Draghi, al quale chiedo anche di esprimere il parere sulle proposte di risoluzione presentate.
DRAGHI, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti per il sostegno che mi avete dato nei vostri interventi, che indubbiamente rende questi passaggi internazionali molto più forti. C'è anche un altro motivo, che mi sovveniva in questo momento: queste discussioni internazionali, se hanno un passaggio parlamentare come questo o come altri, vengono recepite non come delle soluzioni di élite, ma come delle soluzioni ampiamente condivise, con tutta la democrazia, con tutta la società di questo Paese. Vi ringrazio, quindi, anche per questo. (Applausi).
Ringrazio anche il senatore Romani, che non vedo ora, per i suoi consigli sulla comunicazione, di cui farò certamente tesoro in futuro.
Inizierò dalla politica estera. La linea di politica estera del Governo italiano è quella di sostenere il Governo di unità nazionale in Libia, con l'obiettivo di arrivare alle elezioni all'inizio di dicembre. È, nel frattempo, necessario che il cessate il fuoco venga rispettato e sembra vi siano sviluppi incoraggianti su questo fronte, nel senso che varie componenti, mercenari e non, cominciano a lasciare il Paese. Io stesso farò una visita in Libia, credo il 6 o il 7 aprile, comunque nella prima settimana di aprile. È abbastanza chiaro che l'Italia difende in Libia, nel Mediterraneo orientale, ma un po' dovunque, i propri interessi nazionali e la cooperazione internazionale nel campo della sicurezza con i suoi partner strategici. Se vi fossero interessi contrapposti, l'Italia non dovrebbe avere alcun dubbio: deve difendere i propri interessi nazionali. (Applausi). L'Italia non deve nemmeno avere, senatore Casini, timori reverenziali verso nessun partner, qualunque esso sia. D'altronde, mi pare, nel corso della mia vita, di aver sempre dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell'Europa e della Nazione. (Applausi).
Sul piano vaccinale, vi ringrazio di tutti i contributi. Non so se ci sono stati errori o no, non mi va di perdere tempo su quello che è stato. Certamente c'è stata una grande illusione di tutti i cittadini europei, questo è fuori discussione. Ora le cose vanno meglio. Il commissario preposto all'uopo, quindi soltanto da circa un mese, Thierry Breton è bravissimo e i risultati si cominciano a vedere.
Occorre ora guardare al futuro.
Per quanto riguarda il coordinamento europeo, come mi è stato ricordato - l'ho detto in conferenza stampa l'altra volta - va sempre cercato e bisogna lavorare continuamente per rafforzarlo. Se non funziona in questi momenti drammatici, dove il tempo è estremamente prezioso (come è stato detto da molti di voi), occorre anche trovare delle risposte da soli. (Applausi). Ovviamente noi pretendiamo il rispetto dei contratti da parte delle multinazionali produttrici di vaccini. (Applausi).
D'altronde, avete visto che l'Italia è stata in un certo senso la prima a fondare la propria azione su tre pilastri: pretendere il rigoroso rispetto e sanzionare, anche bloccando le esportazioni (da questo punto di vista, è stata la prima), nonché procedere alla pronta sostituzione dei vaccini mancanti. Effettivamente c'è stata una diminuzione della vaccinazione, ma solo per un giorno in quanto il giorno dopo la mancanza di vaccino è stata quasi del tutto compensata con un altro vaccino avente le stesse caratteristiche.
Ripeto che dobbiamo guardare all'esperienza degli altri Paesi per imparare. Questi sono episodi nuovi, c'è tutto da imparare e si sta imparando ogni giorno. È ingiusto biasimare per gli errori passati non pensando alla novità dell'esperienza.
Cosa impariamo? Impariamo che una logistica efficiente (occorre che ci sia l'efficienza, perché altrimenti non si comincia neanche) consente di perseguire gli obiettivi molto più velocemente se, anche lì, si attua un certo pragmatismo nella somministrazione dei vaccini e nell'individuazione dei siti vaccinali, ossia - in sostanza - si procede alla sburocratizzazione (parola orrenda, che però rende l'idea) del processo di amministrazione dei vaccini. Lì abbiamo da imparare e credo non vi sia alcun dubbio.
Voglio ancora dire che, proprio cercando di guardare al futuro e riprendendo il messaggio di fiducia che deve uscire da questo Consiglio europeo, noi per primi - lo voglio ribadire - dobbiamo ora iniziare a pensare alle riaperture, a cominciare dalla scuola. (Applausi).
Altri temi come il progresso dell'Unione europea - anzi, dell'area dell'euro - verso un'unione più integrata con l'adozione di un bilancio comune (o comunque l'inizio di un tragitto verso l'unione fiscale) e le regole del Patto di stabilità non sono previsti nell'ordine del giorno di questo Consiglio. L'unico cenno è al fatto che le clausole di salvaguardia che sospendono non il Patto di stabilità, ma le sue procedure, dovranno essere riattivate nel 2023. Credo che la discussione per un Patto di stabilità diverso e per regole diverse, di cui ormai tutti sentono la necessità, durerà molto tempo in quanto si svolgerà intanto quest'anno, ma anche nel 2022. Si tratta di tempi molto lunghi. Avremo modo di confrontarci tante volte su questi temi in futuro. Oggi non è all'ordine del giorno e non credo che verrà toccato come tema particolare, ma è chiaro che teniamo un occhio ben vigile su questi aspetti. (Applausi). Sarete quindi regolarmente informati. Credo così di aver finito. (Applausi).
PRESIDENTE. Chiedo ora al sottosegretario Amendola di esprimere il parere sulle proposte di risoluzione presentate.
AMENDOLA, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario sulle proposte di risoluzione nn. 1, 2, 3 e 5. Il parere è favorevole sulla proposta di risoluzione n. 4 della maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signora Presidente,colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, presidente Draghi, la pandemia sta mettendo a dura prova il progetto europeo, anche perché non è concepito come un management per crisi del genere. È in questa situazione che coloro che in dodici ore si erano trasformati in europeisti tornano a fare dell'Europa il capro espiatorio di tutto.
Sembra già dimenticato che l'Europa ha messo sul piatto i soldi del recovery fund, che finanzia il nostro debito pubblico con la BCE e paga la cassa integrazione con Sure. È vero, con i vaccini poteva muoversi più velocemente, ma non dimentichiamoci che è costituita da 27 Paesi con interessi non sempre identici.
Se vogliamo renderla più efficace nelle decisioni dobbiamo integrare di più e cedere più sovranità, esattamente il contrario di quello che vorrebbero i critici: dare niente e pretendere il massimo, e soprattutto dare la colpa per ogni cosa che non funziona all'Europa. Non è colpa dell'Europa, tuttavia, se AstraZeneca ha firmato impegni che non rispetta e in Europa consegna 33 dosi ogni 1.000 abitanti contro i 210 della Gran Bretagna o se, invece di implementare cinque strutture di produzione che erano pensate per fornire l'Europa, ne implementa solo una. Se sappiamo che i Big pharma non sono filantropi ci scontriamo anche con un protezionismo sempre più accentuato.
L'Europa è stata l'unica a rispettare gli accordi; fino a febbraio ha esportato 41 milioni di dosi ad altri Paesi, 9 milioni per la Gran Bretagna e uno per gli Stati Uniti. Giusto, quindi, che si pretenda adesso reciprocità, valutando il blocco delle esportazioni verso quei Paesi che non fanno altrettanto.
Veramente qualcuno pensa che in un mercato così spietato i singoli Stati avrebbero potuto fare meglio di un'istituzione che rappresenta 450 milioni di persone? A valutare da come sta procedendo il Piano nazionale, davvero no. E questo non dipende solo dalla carenza di vaccini. Fino a ora abbiamo ricevuto 10 milioni di dosi e ne abbiamo usate poco più di 8, ma soprattutto la percentuale delle vaccinazioni tra le persone più fragili come gli ultraottantenni lascia a desiderare.
Gli anziani che hanno ricevuto la prima dose vanno dal 66 per cento nel Sud Tirolo ad addirittura solo il 28 per cento di altre Regioni. Sappiamo che in certe Regioni si è preferito vaccinare categorie meno esposte al rischio, come i professori universitari - che non vedono uno studente da un anno - o gli addetti stampa negli ospedali.
L'ironia vuole che le Regioni che stanno avendo maggiori problemi nell'organizzazione della campagna vaccinale siano guidate dai partiti al primo posto nell'inveire contro l'Europa. Problemi che non solo danneggiano la salute della propria popolazione, ma anche l'idea del federalismo.
Davanti a questo spettacolo indecente, addirittura una convinta federalista come me è tentata nel chiedere un maggiore intervento dello Stato centrale. Devo aggiungere che, a differenza del Sud Tirolo o di altri Paesi, nel dibattito italiano manca la discussione sui test rapidi fai da te, che come da noi possono servire a riaprire le scuole o gli altri luoghi tendenzialmente affollati.
Presidente Draghi, l'efficienza nel testare e vaccinare non sarà solo la chiave per salvare tante vite umane, ma anche per mettere di nuovo in moto l'economia e per riaffermare il proprio ruolo nel mondo. È chiaro a tutti che sui vaccini si sta giocando anche una partita geopolitica, come dimostra il fatto che la Russia ha vaccinato appena il 4 per cento della propria popolazione, ma si dice pronta a vendere il vaccino a tutti. Pertanto, è bene che dopo Trump venga rilanciata l'alleanza transatlantica con Biden, che partecipa al vertice per una collaborazione anche sui vaccini. Bene anche la discussione sulla green card, nella quale vengano inseriti i guariti, i testati e i vaccinati. Deve essere un progetto uniforme in tutta Europa, che permetta di passare i confini e con il quale i singoli Stati possono riconsegnare le libertà tolte con la pandemia. Ritengo infondate le critiche sulle eventuali discriminazioni. La privazione della libertà è nell'impossibilità di muoversi, non nel ridare a chi non rappresenta un pericolo per sé e per gli altri la possibilità di tornare a esercitare fino in fondo i propri diritti essenziali; libertà che speriamo tutti di riavere al più presto. (Applausi).
FANTETTI (Europeisti-MAIE-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FANTETTI (Europeisti-MAIE-CD). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, riprendo la parola in quest'Aula dopo diciotto giorni di convalescenza Covid, di cui cinque in terapia subintensiva. (Applausi). Vorrei rivolgere un ringraziamento a tutti i sanitari, quelli italiani, che anche nel mondo sono stati riconosciuti come particolarmente attenti ed efficaci nella battaglia che ci vede tutti coinvolti, a nome di tanti cittadini che ancora stanno combattendo.
Per quanto riguarda le comunicazioni di oggi, Presidente, i limiti mostrati dall'Europa circa le vaccinazioni sono costati più vite umane e assai caro all'economia stessa dell'intera Unione. Quanto prima avremo vaccinato la popolazione, la stragrande maggioranza di essa, più vite avremo salvato e prima l'economia europea potrà ripartire. Guardando a Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, i cui Governi si sono impegnati a vaccinare entro l'inizio dell'estate la totalità della popolazione adulta, è chiaro che i limiti dell'azione europea in questa circostanza, in particolare nel procurement, sono stati evidenti. Come sostenuto dal Governo italiano, il nostro sostegno convinto è per un coordinamento europeo che è strada maestra sull'implementazione di un'efficace politica sui vaccini. Qualora non si riuscisse a perseguirlo, vista la grave situazione sanitaria, si dovrebbero perseguire altre strade e siamo d'accordo con lei, come Gruppo degli Europeisti.
Circa il mercato unico e la digitalizzazione, siamo favorevoli a un rapido abbattimento di tutti gli ostacoli, implementati a causa del Covid-19, che ostacolano il libero scambio delle merci e dei servizi tra i Paesi membri dell'Unione. L'agenda digitale, il cosiddetto Digital compass, che mira a una forte digitalizzazione dell'Europa entro il 2030, impegnandosi a indicare obiettivi e tempi proprio in questi giorni, serve all'Europa per avviarsi verso un nuovo sviluppo economico e sociale proiettato nel futuro. Le nuove tecnologie digitali potranno essere di grande supporto in settori come istruzione, ambiente e sanità e fungere da volano per la creazione di nuovi posti di lavoro. Della svolta digitale l'Europa deve essere protagonista mondiale, perché creando oggi delle solide basi potrà essere domani leader in settori già oggi di fortissima crescita, come la blockchain, la computazione quantistica, l'intelligenza artificiale. L'Unione deve accelerare nel creare infrastrutture di reti sicure e il potenziamento della banda ultralarga, proseguendo per una digitalizzazione della pubblica amministrazione che sia a livello europeo, ma certamente italiano, diventi facilmente e finalmente accessibile ai cittadini. In tal senso, tra l'altro, rivolgiamo un plauso all'impegno del ministro Colao di giungere a una piena digitalizzazione dell'Italia entro il 2026, con quattro anni di anticipo rispetto alla scadenza prefissata nel 2030 dal Digital compass.
Colleghi, l'Europa si batte per i diritti e le libertà dei suoi cittadini, per la libertà di espressione e la tutela della loro privacy. In tal senso è necessario potenziare i poteri e l'azione del Garante europeo della protezione dei dati, circa il trattamento dei dati personali da parte dell'Unione, al fine di assicurare il rispetto delle norme sulla privacy. Perché ciò avvenga è necessario un controllo delle nuove tecnologie implementate dalle grandi multinazionali nel settore digital, che possono influire sulla protezione dei dati. Ciò per evitare, come purtroppo sappiamo già avviene, che le regole siano aggirate in modi diversi, raccogliendo dati senza il necessario consenso degli utenti. Tali dati vengono poi passati a numerose altre aziende, per la lucrosa profilazione degli utenti nel mondo dell'ecosistema dell'advertising, a dispetto sempre delle norme sulla privacy.
Cito infine l'atteggiamento della Turchia. Le sue ingerenze nella regione di Cipro, certamente in violazione degli accordi internazionali, oltre al gravissimo ritiro dalla Convenzione di Istanbul e alle le trivellazioni nel Mediterraneo orientale non autorizzate, creano un'oggettiva tensione nei rapporti tra Ankara e Unione europea. Noi Europeisti riteniamo che l'obiettivo dell'Europa sia e debba restare la cooperazione con la Turchia, certi che i buoni rapporti consentirebbero l'incremento degli scambi commerciali, con un reciproco beneficio. Va intrapresa una mediazione e, in tal senso, crediamo importante che sia riaffermata la storica sintonia tra Europa e Stati Uniti nell'approccio alle problematiche di quell'area, che ci veda coprotagonisti piuttosto che al traino, promuovendo ad esempio la conferenza multilaterale sul Mediterraneo orientale, che punti e riaffermare il primato del diritto internazionale e il rispetto pieno dei diritti umani nei Paesi dell'area.
Infine, signor presidente Draghi, lei ha accennato ad alcuni argomenti che non sono all'ordine del giorno del Consiglio, ma che sono di particolare rilevanza e hanno uno scenario entro il 2022. Abbiamo appena realizzato un evento, come Gruppo Europeisti-MAIE-Centro Democratico, sul tema di strategica importanza dell'etichettatura nutrizionale, il cosiddetto Nutrinform Battery. C'è una battaglia in corso a livello europeo rispetto ad altri sistemi alternativi, che sono penalizzanti per le produzioni agroalimentari di eccellenza italiana e, in ultima analisi, per i consumatori. Su questo sappiamo che il Governo è attento e continueremo a fungere da pungolo, perché vengano difesi, a livello europeo, gli interessi italiani. In questo senso, le auguriamo buon lavoro. (Applausi).
RENZI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZI (IV-PSI). Signora Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio, signor Sottosegretario per gli affari europei, onorevoli colleghe e colleghi, il fatto che lei, signor presidente Draghi, da domani rappresenti l'Italia al Consiglio europeo è una buona notizia. È una buona notizia per l'Italia, ma è anche una buona notizia per l'Europa. Chi ha avuto modo di assistere agli incontri europei nei quali il presidente Draghi, con altra funzione, prendeva la parola, ricorda l'attenzione che i suoi nuovi colleghi gli prestavano, giustamente, per l'autorevolezza delle sue parole e per l'importanza del suo ruolo. Quella autorevolezza, da domani è l'autorevolezza dell'Italia, che politicamente, per ragioni di rispetto della scelta del Presidente della Repubblica, è oggettivamente più coesa, più forte e più autorevole. Si tratta dunque di un buon passo in avanti, per tutte e per tutti.
Inoltre, mi pare di poter dire che la condivisione quasi unanime delle sue parole, sia sulla logistica, quando ha detto testualmente che siamo «già all'opera per compensare i ritardi» degli ultimi mesi, sia sulla questione delle riaperture da pianificare per tempo, a cominciare dalla scuola, rappresenti un ulteriore passo in avanti. La domanda da porsi, allora, è che tipo di Unione europea vedrà lei e non che tipo di Italia vedranno gli europei. Ci sono purtroppo luci ed ombre, lei lo ha detto nel suo intervento e lo condividiamo. C'è un passo in avanti enorme sul tema del recovery plan e della capacità di rispondere alla crisi, a differenza di quanto accaduto nel 2011, ma c'è una oggettiva debolezza sui vaccini, che va sottolineata.
Lo dico oggi, quando in Israele si riparte, il giorno dopo le elezioni politiche, ma, soprattutto, dopo che la stragrande maggioranza dei cittadini si incammina ad uscire dal periodo di crisi. E lo diciamo soddisfatti naturalmente per i nostri amici inglesi, ma con un "ahimè" come cittadini europei per ciò che ha fatto il Regno Unito. Diciamolo con chiarezza, senza infingimenti, soprattutto noi che siamo filo europei e convinti sostenitori dell'Unione: un anno fa, l'Unione europea assisteva alle difficoltà del primo ministro Boris Johnson (ricorderete: in alcuni casi, difficoltà anche di natura personale). Quanto è cambiato, da allora! Nel giro di undici mesi, la straordinaria capacità di vaccinazione ha fatto diventare la vaccinazione, paradossalmente, uno spot per i sostenitori della Brexit.
Ho ragione di credere, signor Presidente, come lei e come molti di noi, che la Brexit, sul medio periodo sarà un disastro per il Regno Unito: perlomeno, ne siamo convinti noi. Oggi, però, oggettivamente questa campagna vaccinale segna un punto importante per Johnson nella narrazione antieuropea. Dunque, l'Unione europea deve darsi una smossa. Ecco perché la presidenza del presidente Draghi è un elemento molto importante e interessante.
Ovviamente, il punto di partenza è che questo riconoscimento parte dagli Stati Uniti d'America. La presenza di Joe Biden al Consiglio europeo, ancorché agevolata dalle nuove forme di comunicazione o, meglio, dalle nuove forme di discussione (sarà, dunque, un collegamento), è un fatto enorme. Era, dai tempi di Bush che un Presidente degli Stati Uniti non partecipava al Consiglio europeo e questo accade quando gli Stati Uniti hanno riaffermato le ragioni del multilateralismo. Questo multilateralismo, però, fa fatica.
Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, c'è un fatto di cui non parla nessuno o quasi nessuno in queste ore, neanche nei giornali italiani. È l'incontro tra il ministro degli esteri cinese Wang Yi e il suo omologo russo Sergey Lavrov, che in queste ore si sono visti per preparare un grande accordo tra Russia e Cina, che è oggettivamente una sfida agli Stati Uniti d'America e alla comunità atlantica, con la quale, con le parole del presidente Draghi nel primo intervento in Senato, ci siamo finalmente riappacificati, in modo strategico e strutturale.
È un passaggio difficile, perché questa alleanza tra Russia e Cina viene sottovalutata, ma aprirà un nuovo scenario, specialmente inserendola dentro la piattaforma One Belt One Road, e porterà, paradossalmente, la discussione soprattutto in Europa, nei Balcani, dove storicamente abbiamo sempre sofferto, come dimostra la storia del Ventesimo secolo, le principali ragioni di frizione.
Dunque, questo passaggio tra Russia e Cina sfida gli Stati Uniti d'America e sfida l'Unione europea ad essere in grado di rispondere. Onorevoli colleghi, la prima frase di Anthony Blinken, il segretario di Stato americano al vertice Nato è stata una critica fortissima al Nord Stream 2, che nel 2015-2016 noi, come Italia, cercammo di combattere, ma che vide la Germania perseguire un proprio interesse di parte e non un interesse europeo.
Insomma, su questi temi, presidente Draghi, la sua autorevolezza sarà importante, anche nella veste di presidente di turno del G20, prima volta per l'Italia.
Poi, c'è il tema della Turchia, che è sicuramente legato alla Convenzione di Istanbul (assolutamente apprezzabili le parole del Governo in quest'Aula), ma che pone un tema legato al Mediterraneo. Il disegno strategico della Turchia in questi anni, infatti, è stato un disegno strategico finalizzato, non soltanto a eliminare la presenza europea, come ha detto il senatore Casini, facendo riferimento anche alle mancanze di altri Paesi europei, ma è stata una presenza devastante, soprattutto in Libia.
Ora vediamo alcuni passi in avanti che il Governo sta compiendo in Libia dopo anni di sostanziale incapacità. La politica estera, infatti, è una cosa seria. La politica estera non è organizzare un convegno per fare la photo opportunity da mandare al TG1. La politica estera è la capacità di avere un disegno strategico articolato negli anni. In Libia noi ci stiamo giocando un pezzo di futuro.
Su questi temi, il Consiglio europeo è molto più che un Consiglio europeo su un singolo ordine del giorno. È il rinnovato rapporto tra Stati Uniti ed Europa; è la presenza di un nuovo leader italiano; è la presenza di un leader italiano che guida il G20 ed è l'apertura di una pagina in cui, comunque, Russia e Cina stanno giocando una partita, di cui non parla nessuno, ma che, fondamentalmente, è una grande sfida a tutto e a tutti.
Su questi temi, signor Presidente, oltre alla centralità del Mediterraneo, mi permetto di ribadire la centralità dell'Africa. Noi abbiamo bisogno di tornare ad avere una strategia per l'Africa. Giustamente, chi ci segue da casa dirà che noi abbiamo bisogno dei vaccini. Certo, io condivido totalmente le riflessioni che il Governo ha posto in quest'Aula, oggi e nei giorni precedenti. Sicuramente dobbiamo pensare alle riaperture.
Però, se dobbiamo fare una discussione di politica estera veramente degna di questo nome, il tema dell'Africa è lì e non lo possiamo eludere. C'è poi tutto il tema della centralità del Paese nel rapporto con i Balcani, che secondo me sono il punto di riferimento dei prossimi anni.
Signor Presidente, la politica estera vede l'Italia da sempre come un ponte, saldamente collocato nell'Alleanza atlantica, ma sempre capace di dialogare. Mi piacerebbe che in questa sua presidenza del G20 lei potesse riportare l'Italia a essere un ponte, un ponte verso l'Africa. Ieri ero in Senegal e ho incontrato il presidente Macky Sall, che mi ha raccontato, tra le varie cose, un fatto incredibile: da giovane voleva venire a studiare in Italia (era un giovane leader in crescita), però ebbe la borsa di studio dai francesi e non dagli italiani, perché noi abbiamo sempre avuto un disinteresse nella capacità di attrarre giovani talenti. Quanto sarebbe bello se, assieme al Ministro dell'università e al Ministro degli esteri, potessimo lanciare un progetto per mille talenti all'anno da far venire dall'Africa, dai Paesi del Sud-Est asiatico e dal Sud America, per vivere, d'accordo con le nostre istituzioni europee, un'occasione di formazione. Come sarebbe bello, signor Presidente, se lei potesse ritirare fuori dal cassetto (in parte è stato fatto negli ultimissimi mesi) quel grande progetto Ventotene che avevamo lanciato con la cancelliera Merkel e con il presidente Hollande, per fare di Ventotene l'isola nella quale formare le nuove generazioni, in particolar modo nei luoghi dove Sandro Pertini ha vissuto il suo confino e la sua prigionia. (Applausi). Come sarebbe bello, signor Presidente, se lei potesse incaricarsi di essere un ponte anche verso le nuove generazioni. Lo dico perché il presidente Draghi ha detto, concludendo, che il 9 maggio, il giorno della partenza della Conferenza sul futuro dell'Europa e il giorno della Festa dell'Europea, sarà il momento in cui lanceremo il grande tema delle nuove generazioni e del lavoro. Bene: il 9 maggio 2021 sarà una giornata particolare non soltanto perché si festeggerà come sempre l'Unione europea, ma perché il 9 maggio del 1921 nacque Sophie Scholl, giovane cattolica bavarese; essa fu una delle martiri della resistenza antinazista. Sarebbe molto bello se, nel centenario della sua nascita, una rosa bianca ispirasse filosoficamente il cammino dell'Europa verso il domani. Europa di valori e non soltanto Europa di numeri e di cifre.
Buon lavoro, signor Presidente, Italia Viva è con lei. (Applausi).
LA RUSSA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA RUSSA (FdI). Signor Presidente, la ringrazio molto di avermi dato la parola, perché in dieci minuti l'unica forza politica che è all'opposizione di questo Governo dovrà cercare di affrontare tutti i temi che in quest'Aula hanno riecheggiato, a partire dall'ultimo, quello del senatore Renzi. Fra l'altro, l'abbiamo ascoltato senza bisogno di sovrapprezzo, assolutamente in forma gratuita. Ci ha interessato per il suo sguardo, per l'orizzonte sull'Europa e sui problemi internazionali; tuttavia egli ha prudentemente saltato la vicenda della pandemia, sulla quale invece noi, che abbiamo solo dieci minuti, ci dobbiamo purtroppo soffermare.
La nostra, presidente Draghi, è la voce di chi si aspetta molto dalla sua opera, ma non ha fiducia nella somma dei partiti che compongono la sua maggioranza, che - legittimamente, per carità - hanno posizioni politiche differenti tra loro, come è emerso anche in sede di discussione. Penso alle posizioni politiche sullo ius soli, sulle cartelle esattoriali (prima lite), sulle riaperture. Se litigano già adesso, presidente Draghi, che succederà nel semestre bianco, quando non avranno più paura dello scioglimento del Parlamento e potranno dare sfogo alle loro sostanziali differenze?
Noi ci aspettiamo molto, quindi, non dal suo Governo, ma dalla sua personale autorevolezza, che lei dovrà far valere soprattutto nei confronti di un'Europa che finora è stata assolutamente matrigna nei confronti dell'Italia. Anche oggi è riecheggiato il suo richiamo all'europeismo; lei ha detto che questa è una maggioranza di chi "bla bla" l'Europa. Ma non vorremmo che fosse una difesa dello status quo di questa Europa, che ancora una volta, più che in passato, ha dimostrato che occorre una profonda revisione della sua natura.
Dai Trattati di Roma in poi, mai l'Europa aveva avuto una débȃcle come quella che ha manifestato sul piano vaccinale e sull'acquisizione dei vaccini. Ma vi rendete conto che, per una micragnosa questione di pseudo-risparmio, che è costata la vita a migliaia e migliaia (forse milioni, in prospettiva) di persone, ci siamo fatti sopravanzare, forse per motivi anche geopolitici, dagli Stati che erano fuori da quell'Europa che doveva essere salvifica? Il Regno Unito della Brexit ha praticamente affrontato e risolto il problema dei vaccini; anche Israele. Ma attenzione, perché c'è un pezzetto di Italia che ha più diritti degli italiani: parlo della Repubblica di San Marino. Si è rivolta allo Sputnik, l'ha preso e sono tutti vaccinati. Possibile che questa Europa non abbia potuto... (Brusio).
Signor Presidente, non importa. Stanno ancora complimentandosi con il senatore Renzi; è giusto, li lasci fare, perché di complimenti dopo tante critiche ne ha sicuramente diritto. (Applausi). Lo dico con affetto e simpatia. Va bene.
Signor Presidente del Consiglio, noi ci aspettiamo... Oltre a sollecitare la sua attenzione, perché siamo l'opposizione e, se lei chiacchiera con chi le sta seduto vicino, è difficile che io possa andare avanti. Non si è neanche accorto di quello che sto dicendo. Se questa è l'attenzione, forse qualche critica anche a lei la potrò muovere.
Dicevo, ci aspettiamo che lei in Europa sappia rinegoziare, anzi costringa l'Europa a rinegoziare i contratti di acquisizione dei vaccini, uscendo da una sorta di geopolitica, affrontando la possibilità reale - non a parole - dell'acquisizione di altri vaccini - non voglio fare nomi, dico tutti i vaccini - che sono necessari e indispensabili.
Signor Presidente, se aspettiamo che il piano, ottimo, del generale Figliuolo si manifesti nella sua interezza per accorgerci magari a giugno che le 70 milioni di dosi previste non saranno arrivate, o che, se ne arrivassero anche meno non fossimo poi in grado in Italia di utilizzarle appieno, credo che allora non ci sarebbe stato bisogno di una persona autorevole come Draghi. Faccia valere la sua autorevolezza, altrimenti andrebbe benissimo un Conte qualsiasi. Se lei è qui, deve manifestare la sua capacità di presenza in Europa in difesa dell'Italia.
Signor Presidente del Consiglio, lei andrà a discutere non solo di pandemia, non solo di vaccini, ma basterebbe già questo per invertire il peso che l'Italia non ha saputo avere in Europa. Lei parlerà di altre questioni: dei rapporti con la Russia, dei rapporti nel Mediterraneo, dei rapporti con gli Stati Uniti d'America, a partire dal rapporto con Biden, da tutti elogiato. Nei confronti di Trump, giustamente, quando diceva delle frasi strane, c'era la sollevazione; ma mi chiedo come sia possibile che ci sia il silenzio totale quando un uomo come Biden, prima di scivolare sulla scaletta dell'aereo, dichiara che il Capo di uno Stato importante come la Russia sia un killer. Ripeto, nel silenzio generale. (Applausi). Ma è possibile che nessuno sappia o voglia protestare su cose di questo genere? Ci aspettiamo che qualcuno dica in Europa che il sultano Erdogan si è avvalso nella sua azione imperiale - che sta provocando danni non solo all'Italia nel quadrante del Mediterraneo orientale, ma a tutta l'Europa - dell'azione della Francia, che con la sua politica ha finito per agevolare la penetrazione di Erdogan in Libia, e quindi di sconvolgere anche la questione delle migrazioni e della tutela dei trattati che impedirebbero a chi non ne ha diritto di varcare i nostri confini.
Avremmo bisogno che qualcuno si occupasse realmente degli interessi generali dell'Europa, che sono quelli che noi europeisti più convinti di altri su questo vorremmo fossero riservati all'Unione europea, mentre la stessa si diletta a fissare timbri che vogliono penalizzare i prodotti del made in Italy.
Presidente, noi abbiamo fiducia nella sua autorevolezza, ma non abbiamo speranza che questa possa davvero cambiare i rapporti all'interno dell'Unione europea se lei non se ne fa veramente carico. Perché lei se ne faccia carico c'è bisogno che questo Parlamento si esprima in maniera precisa a partire, per esempio, dal recovery plan. Presidente, la prego di ascoltarmi: noi stiamo discutendo il piano di Conte. Prima che il recovery plan diventi definitivo torni in Senato perché vogliamo capire quale sarà questo progetto. In caso contrario, succederà che, ancora una volta, passeremo dal Natale alla Pasqua, dalla Pasqua all'altro Natale, continuando con sacrifici inutili perché le chiusure che lei ha promesso di interrompere resterebbero tali. Ci auguriamo che ciò non avvenga, che la sua autorevolezza sovrasti la litigiosità della sua maggioranza e che in Europa faccia qualcosa che noi auspichiamo da sempre: il suo cambiamento e non l'annullamento. (Applausi).
PRESIDENTE. Senatore La Russa, faccio una precisazione per mero scrupolo.
Proprio all'inizio del suo intervento - lei sa che siamo in diretta televisiva - c'è stato un passaggio dal terzo al secondo canale. Ho verificato e non si è perso nulla del suo intervento. Lo volevo dire perché l'ho verificato io. È stato un mio scrupolo personale. Non volevo aprire un dibattito; era solo una precisazione perché siamo in sede di dichiarazione di voto.
LA RUSSA (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA RUSSA (FdI). Signor Presidente, faccio una precisazione. Non mi lagno perché so che è casuale. L'unica forza di opposizione che c'è è veramente sfortunata perché entrambe le volte che il presidente Draghi è venuto in Senato a riferire, il cambio di canale ha riguardato Fratelli d'Italia. Sicuramente il caso si accanisce contro l'unica forza di opposizione. Il caso. (Applausi).
PRESIDENTE. Ho controllato proprio perché non ci fossero disfunzioni di sorta. Cercheremo di migliorare questi collegamenti.
ALFIERI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERI (PD). Signor Presidente, auguriamo i migliori lavori al presidente Draghi al Consiglio europeo.
È importante il voto favorevole del Partito Democratico e - spero - del maggior numero di colleghi possibili perché ci giochiamo evidentemente una partita importante: l'Italia è protagonista nella costruzione di una nuova Europa. Non si parte da zero. Con il Governo precedente, grazie al lavoro del ministro Amendola, del ministro Gualtieri, del commissario Gentiloni Silveri, siamo riusciti a riportare l'Italia ad essere protagonista e non più isolata in Europa. L'abbiamo visto su quello che sembrava fino a poco tempo fa impossibile, quasi un sogno, cioè l'idea di costruire gli eurobond, un embrione di debito europeo, con garanzie basate su risorse proprie, in crescita, qualcosa che fino a poco tempo fa era impensabile. Si tratta di un successo costruito con il protagonismo del Partito Democratico, del Governo precedente e dei partiti che componevano la maggioranza precedente.
Parto da qui, perché è chiaro che una delle questioni principali riguarda l'Europa come strumento fondamentale, straordinario, originale nell'affrontare le grandi sfide internazionali. Con la retorica delle piccole patrie non andiamo da nessuna parte; non avremmo mai potuto affrontare la pandemia e in un momento di crisi come questo lo si avverte ancora di più.
Come abbiamo visto, infatti, la decisione di fine gennaio di emanare un regolamento europeo, che ha permesso all'Italia e a lei, Presidente, di prendere una decisione importante per la prima volta e quindi di negare l'autorizzazione all'esportazione dei vaccini in una fase straordinaria (non l'avremmo mai voluto fare) verso un Paese che non ne aveva bisogno (i dati in Australia lo dimostrano), dà il senso di cosa voglia dire avere l'Europa alle spalle, di come si possa esercitare davvero la sovranità nel momento in cui si è in grado di affrontarla ad una scala adeguata. Affrontarla a livello europeo significa essere efficaci, essere al fianco dei cittadini.
Lo vediamo anche sul tema dei certificati verdi. Io penso sia importante dare il via al trust framework, che ci permette - e sappiamo quanto sia importante per un Paese come il nostro, che deve ripartire e investire sul turismo - di avere uno strumento per una libera e sicura circolazione. Noi sappiamo che torneremo a vivere e torneremo alla normalità nel momento in cui potremo dare certezza ai nostri cittadini di potersi muovere perché saranno finalmente vaccinati.
Devo dire che, in proposito, abbiamo apprezzato il passaggio che ha fatto sull'esigenza di armonizzazione del lavoro delle Regioni e del rispetto dei criteri. Io vengo dalla Lombardia e avverto con grande nettezza l'esigenza di avere una governance univoca, di evitare di avere cittadini di serie A e di serie B, dal Lazio alla Lombardia. C'è una bella differenza. (Applausi).
Io sono orgoglioso di essere lombardo; sono un po' meno orgoglioso di vedere quello che è successo in questi giorni, per cui dobbiamo chiedere scusa ai cittadini. Anche se non governiamo noi, chiediamo scusa, da questo Parlamento, perché quanto sta accadendo è inaccettabile. Noi dobbiamo garantire parità di diritto e di trattamento a tutti. (Applausi).
Come ho sentito dire dai colleghi, penso che il segnale del rientro degli Stati Uniti in un'ottica multilaterale sia un fatto rilevante e lei ha fatto bene a sottolinearlo nel suo passaggio: la presenza di Biden apre una nuova prospettiva e una nuova era. È evidente che quattro anni sono passati, quindi è un bene che gli europei siano andati avanti. È altresì positivo il concetto di autonomia strategica, non solo sulla difesa, come vediamo sui vaccini: il tema della diplomazia vaccinale nel primo periodo è stato davvero preoccupante.
È importante poter incidere nella costruzione di un nuovo ordine internazionale, dove la Cina fa la sua parte e legittimamente mette in campo un progetto come la Belt and road initiative, che certamente non è solo un progetto commerciale ed economico, ma ha l'ambizione di ridisegnare le relazioni internazionali.
Il modo con cui noi stiamo rispondendo e l'aver investito nel progetto Covax all'interno dell'Organizzazione mondiale della sanità è un segnale forte di come gli Stati Uniti, che rientrano nel multilateralismo, possono trovare degli alleati in noi europei, per ricostruire quell'ordine che ci permette (anche a noi, Italia) di essere protagonisti in un'ottica multilaterale.
Salutiamo quindi positivamente il messaggio iniziale da lei lanciato di rientro nell'Accordo di Parigi da parte degli Stati Uniti (probabilmente propedeutico anche alla ripartenza dei negoziati sull'Accordo sul nucleare iraniano), il rientro da protagonisti nel sistema delle Nazioni Unite, la possibilità di negoziare in maniera diversa - sarà uno dei punti dell'agenda - sul tema della tassazione del digitale nel confronto con i big tech e con le grandi piattaforme dell'online. Avere al fianco l'Europa è decisivo e fondamentale in una delle partite strategiche che dobbiamo giocare.
Quindi non più come prima, basato sui rapporti di forza; Macron prova ad aprire il dossier della web tax, partono i dazi e via rappresaglie reciproche: non ne usciamo più. Il rapporto con gli Stati Uniti è perciò fondamentale.
Vorrei quindi soffermarmi brevemente sulla Turchia e la Russia. Signor Presidente, abbiamo apprezzato il passaggio sulla Convenzione di Istanbul. Lo dico perché i Governi precedenti a guida Partito Democratico (Applausi), grazie a quella Convenzione, hanno investito in un'innovazione legislativa senza precedenti e l'abbiamo fatto portando norme di civiltà a tutela delle donne e contro la violenza di genere.
Chiediamo a lei, che ha detto già parole chiare, di portare la nostra voce in Europa perché la Turchia possa tornare a essere parte di quella Convenzione e di condizionare anche collaborazioni future al fatto che quei diritti, che fanno parte della nostra identità, siano rispettati.
Da ultimo, visto che si parlerà del rapporto con la Turchia e la Russia, introduco un tema, che non è stato toccato, ma che sta particolarmente a cuore a noi e alla politica estera del nostro Paese. Mi riferisco al rapporto con la Libia: grazie anche al lavoro che abbiamo svolto insieme, assistiamo a una nuova fase in Libia, a un dialogo politico che ha portato alla formazione del nuovo governo Dbeibah. Penso che vada aiutato e il modo migliore per farlo è spiegare alla Turchia e alla Russia che devono rispettare gli accordi e ritirare le truppe dalla Libia, unico modo per far partire una transizione davvero duratura. (Applausi). Ecco, da questo punto di vista, l'Europa può essere protagonista e il rapporto con gli Stati Uniti è fondamentale.
Signor Presidente, in bocca al lupo per questo passaggio; noi saremo al suo fianco. (Applausi).
LAFORGIA (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAFORGIA (Misto-LeU). Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, vorrei intanto ringraziarla per la puntualità delle sue comunicazioni alla vigilia di un appuntamento così importante, come il Consiglio europeo. La ringrazio, signor Presidente, anche per averci ricordato un principio basilare: dopo un anno dallo scoppio della pandemia mondiale, non possiamo continuare a chiedere sacrifici alle donne e agli uomini del nostro Paese in relazione soprattutto a un tema che è persino innaturale per l'animo umano, ossia l'azzeramento della sfera delle relazioni sociali e sacrifici economici - stiamo parlando infatti delle condizioni materiali delle persone - senza che in cambio vi sia la chiarezza indiscutibile di come si esce da questa crisi e da questo tunnel.
I nostri concittadini e le nostre concittadine non ci propongono una moneta di scambio, ma un nuovo patto sociale su cui si deve fondare la relazione tra Istituzioni e cittadini, senza il quale non possiamo procrastinare un quadro di regole che altrimenti non verrebbe compreso e accettato.
Da questo punto di vista, signor Presidente, la sottolineatura che ha fatto è molto importante. Dobbiamo sentire l'urgenza di questo passaggio, perché, com'è stato citato negli interventi che mi hanno preceduto, siamo tutti uguali di fronte alla paura della malattia e alla pandemia, che però - per citare l'espressione poetica di una importante maschera partenopea - non è una livella nei suoi effetti. La pandemia ha prodotto e sta producendo effetti devastanti sul terreno dell'apertura della forbice delle disuguaglianze nel nostro Paese, ma non solo. Dobbiamo mettere tale punto al centro, dev'essere la nostra ossessione e informare l'azione del Governo e del Parlamento. Le persone ci dicono di essere disponibili ad accettare un nuovo quadro di regole, ma vogliono sapere da noi quando e come si uscirà dalla condizione che stiamo vivendo. Questa dev'essere la nostra responsabilità.
Faccio tre sottolineature, anche se non ho molto tempo. Naturalmente mi riferisco ad alcuni passaggi che lei stesso, signor Presidente del Consiglio, ha sottolineato con molta forza.
La prima è che ci sono responsabilità degli Stati e delle loro articolazioni - ci torno tra qualche secondo - sul tema della distribuzione e della somministrazione dei vaccini. Tuttavia, ci sono responsabilità che, pur non essendo in capo agli Stati, ma alle aziende farmaceutiche (quindi stiamo parlando di aziende private), hanno un impatto enorme sul terreno della credibilità delle istituzioni: le persone se la prendono con noi e non con le case farmaceutiche. Di questo dobbiamo essere consapevoli, pertanto bisogna fare di tutto e ogni cosa che sarà nel nostro potere, perché ci sia anche un meccanismo sanzionatorio nei confronti delle case farmaceutiche.
Signor Presidente del Consiglio,ha fatto bene a rendersi protagonista di un'azione di diniego rispetto alla vicenda delle esportazioni di AstraZeneca verso l'Australia secondo regole che esistono (Regolamento di esecuzione UE n. 111 del 2021). Occorre far funzionare le regole che esistono e magari anche immaginarne di nuove, perché non possiamo pensare di uscire da questa condizione considerando che il tema di cui stiamo trattando sia riferibile a un bene come un altro. La salute pubblica non è un bene come un altro, pertanto anche tutti gli attori in gioco, a partire dalle aziende che hanno la responsabilità di produrre e rendere disponibili i vaccini, devono seguire una regola che non può essere quella del mercato. C'è poco da fare, siamo consapevoli della relazione tra gli sforzi in ricerca e il tasso di remunerazione anche economica che questa debba avere. Vi sono però due elementi che non possiamo non considerare: il primo è che in quegli sforzi di ricerca anche gli Stati contribuiscono con ingenti risorse; il secondo è che stiamo parlando di una pandemia mondiale.
Ho sentito parlare di geopolitica e di soft power agito attraverso la politica dei vaccini, è inutile nasconderlo. Benissimo, se l'Europa vuole fare una cosa da superpotenza mondiale, si renda protagonista fino in fondo nella discussione al suo interno e in seno all'Organizzazione mondiale del commercio della deroga agli accordi sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPs) sui vaccini. Vi è poco da fare, infatti, signor Presidente del Consiglio: possiamo coprire anche la totalità della popolazione dei Paesi più ricchi, ma se questa copertura non riguarda l'intera popolazione mondiale, da questo tunnel semplicemente non usciamo e questa è una grande verità che dobbiamo dirci (Applausi).
In secondo luogo, ha toccato il tema delicatissimo delle Regioni, citato anche dal collega che mi ha preceduto: ce ne sono alcune che stanno vaccinando avvocati e tengono in disparte fragili e anziani (Applausi); ce ne sono altre che hanno a disposizione vaccini, ma dimenticano di chiamare i vaccinandi, a partire dagli anziani (e questo è il caso della Lombardia). Signor Presidente, questa situazione non è più tollerabile, perché ci sono un tema che riguarda il Servizio sanitario nazionale e una discussione che dobbiamo fare da subito, non da rimandare. È vero infatti che in alcune Regioni siamo forti e che sul terreno dell'ospedalizzazione ci sono centri di eccellenza, ma ce ne sono altre che hanno smantellato completamente la medicina di territorio, e questo è un grande tema.
C'è poi una questione di architettura istituzionale: non è più pensabile una Babele istituzionale tale per cui ciascuna Regione fa quello che vuole. Non è più tollerabile una situazione di questo genere. Allora quella roba non ha nulla a che fare con l'autonomia, che è un principio importante; quello a cui abbiamo assistito è piuttosto centralismo regionale che va superato e dobbiamo approfittare anche di questa situazione emergenziale per fare da subito una riflessione anche su tale terreno.
Infine, il tema della Convenzione di Istanbul e della Turchia è stato già citato e ci sta cuore, come si capisce anche dagli interventi trasversali. Lei, signor Presidente del Consiglio, peraltro, ha fatto una sottolineatura anche con aggettivi adeguati rispetto all'uscita della Turchia da questa convenzione, da questo importante trattato.
Ha ragione chi mi ha preceduto nel dire che bisogna collegare, nei prossimi passaggi, e vincolare operazioni di cooperazione e di collegamento anche di tipo finanziario alla possibilità che la Turchia rientri in questa Convenzione.
Come italiani e come europei, signor Presidente, dobbiamo essere in prima fila sul terreno della difesa dei diritti civili, ma anche essere consapevoli che su questo bisogna avanzare molto di più di quanto non abbiamo fatto fino ad ora. Anche nel nostro Paese continua ad esserci una disparità tra donne e uomini in termini di salario e di opportunità di accesso, che rischia di allargarsi proprio nell'epoca della pandemia. Si è parlato molto di DAD: la cosa buffa è che "dad" in inglese vuol dire papà; ebbene, si scrive "papà", ma si legge "mamma". Ecco il rischio che corriamo in questo Paese. Aiutiamo le donne e riduciamo tale divario, perché rischia di allargarsi irrimediabilmente.
Le proponiamo queste riflessioni e pensiamo che le possa portare, con grande autorevolezza, in seno e nel cuore dell'Europa. (Applausi).
GIAMMANCO (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMMANCO (FIBP-UDC). Signor Presidente Draghi, in vista del Consiglio europeo, nel quale si lavorerà per il ritorno alla normalità del nostro Continente, vorrei ringraziarla per il cambio di passo che da subito ha voluto imprimere al modo in cui il Paese stava affrontando l'emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia. La rapida sostituzione di alcune figure rimosse da ruoli chiave responsabili di una gestione inefficace e spesso poco trasparente della crisi, il nuovo approccio nell'affrontare le tante criticità che purtroppo caratterizzano questa fase storica e la fermezza con la quale ha assunto decisioni delicate, come quella del blocco delle esportazioni di oltre 250.000 vaccini in partenza verso l'Australia, hanno incontrato il nostro apprezzamento.
È necessario dare un'accelerazione al piano vaccini, ricorrendo a ogni misura possibile, correggendo lo scompenso tra le Regioni e colmando i ritardi accumulati. Per questo, signor Presidente, siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Nell'attesa che si arrivi presto alla massima copertura vaccinale possibile, mi permetta però di riportarle la preghiera di molti medici di base che, ancora dopo un anno, aspettano dallo Stato linee guida nazionali per il trattamento domiciliare del Covid-19. Anche in questo caso, infatti, le Regioni vanno in ordine sparso. Eppure, se tutti i pazienti fossero prontamente curati in modo efficace a casa, il numero di quelli ospedalizzati si potrebbe ridurre, signor Presidente. Serve quindi un protocollo unico delle cure, lo chiedono in tanti. La vigile attesa o il paracetamolo consigliati dal Ministero della salute in una circolare del 30 novembre dello scorso anno possono andar bene per i giovani, ma chi è più anziano deve potersi curare da subito a casa, prima che la situazione precipiti.
Sappiamo anche che si sta lavorando a una piattaforma unica per le prenotazioni dei vaccini. Le chiedo quindi di intervenire per far sì che in tutte le Regioni si possano vaccinare senza problemi i non residenti, i cosiddetti fuori sede: studenti, lavoratori e anziani, che non devono essere costretti a cambiare domicilio o -peggio - ad affrontare a proprie spese spostamenti, con tutti i rischi connessi, solo per poter usufruire di un proprio diritto.
Nella guerra contro il virus non combattiamo da soli, ma nella direzione tracciata dall'Unione europea. Da quando è partita la campagna vaccinale, però, gli Stati Uniti o Paesi come il Regno Unito e Israele hanno dimostrato che si può fare più in fretta e meglio dell'Europa. Dobbiamo lavorare, quindi, per recuperare il tempo perduto. Servono più dosi vaccinali e serve richiamare le case farmaceutiche che producono i vaccini al rispetto degli impegni presi. AstraZeneca, ad esempio, non ha rispettato nemmeno un quarto delle consegne programmate.
Sono necessari maggiori investimenti per intensificare la produzione europea. Vogliamo un'Europa più intraprendente e meno attendista. Mentre l'Unione europea ha esportato circa 10 milioni di dosi verso la Gran Bretagna, il Regno Unito non ha spedito nulla e certamente adesso appare necessario agire con fermezza. Nella definizione dei contratti per l'acquisto dei vaccini, l'Unione non ha investito abbastanza. Lei, signor Presidente, non ha voluto fare polemiche e la capisco, ma l'Unione è stata protagonista di una negoziazione troppo timida e di un approccio prudentemente burocratico e a tratti poco chiaro, obbligando semplicemente le grandi multinazionali a fare del loro meglio, senza definire alcuna clausola relativa a brevetti e tecnologie.
È quindi necessario rendere l'Europa autosufficiente nella produzione dei vaccini, anche attraverso strumenti di partenariato tra pubblico e privato. Nel frattempo servono efficienza e rapidità da parte dell'EMA nelle procedure di approvazione dei vaccini già autorizzati e disponibili fuori dall'Unione europea, in modo che si possa contare su una diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Signor Presidente Draghi, il Consiglio europeo di domani sarà un'occasione importante per fare il punto della situazione con gli altri Paesi su ciò che non è andato e su come procedere per correggere gli errori fatti. Ci attendiamo decisioni chiare, ma in caso contrario le chiediamo, forte della sua autorevolezza, il coraggio di scelte anche autonome, a partire dall'acquisto diretto di vaccini dalle aziende produttrici, nel segno di un europeismo pragmatico che potrà fare da apripista a un nuovo corso all'insegna di un maggior decisionismo, affinché l'europeismo non si riduca a una mera delega all'Europa, ma si arricchisca e alimenti del contributo dei singoli Paesi membri.
L'obiettivo dev'essere attrezzarsi per avviare un'autentica vaccinazione di massa, anche con il coinvolgimento dei privati, senza preclusioni ideologiche, e anche acquistando vaccini come lo Sputnik, senza farne una questione geopolitica.
Stante poi la volontà della Commissione europea di prorogare l'allentamento dei vincoli del Patto di stabilità anche per l'anno 2022, cui lei si è riferito poc'anzi, ci auguriamo che si possa lavorare in Europa anche per estendere di un altro anno la deroga alla normativa sugli aiuti di Stato.
Le regole temporanee sugli aiuti di Stato, se applicate a realtà economiche di un certo rilievo e in contesti socio-economici particolarmente disagiati, possono rivelarsi davvero preziose. Ad esempio, grazie al Temporary framework si potrebbe estendere la decontribuzione per le imprese del Sud di un ulteriore anno. Ciò darebbe nuovo ossigeno a tanti imprenditori che, con coraggio, hanno deciso di investire nel Mezzogiorno, nonostante le mille difficoltà. Inoltre, compenserebbe anche il forte calo degli investimenti pubblici che ha colpito il Sud negli ultimi anni e che lei stesso ieri ha rilevato, stigmatizzando ciò che denuncio da tempo, ossia il grave sottoutilizzo del Fondo per lo sviluppo e la coesione, di cui è stato speso solo poco più del 6 per cento.
Infine, signor presidente Draghi, in vista della Conferenza sul futuro dell'Europa del prossimo 9 maggio, data simbolo, sarà fondamentale ribadire l'importanza di riformare l'Unione europea superando il metodo intergovernativo e le decisioni all'unanimità (quindi il potere di veto di pochi) a vantaggio del metodo comunitario, prezioso per prendere con maggiore rapidità decisioni delicate in un mondo globalizzato, in cui le economie nazionali sono sempre più interdipendenti e le comunicazioni di un'immediatezza mai sperimentata prima.
Signor Presidente Draghi, i punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo di domani sono tanti e impegnativi. Nell'annunciarle quindi il nostro voto favorevole alla proposta di risoluzione di maggioranza che a breve voteremo, le auguriamo buon lavoro e la invitiamo a proseguire il suo impegno nel solco di quel cambio di passo che ha giustificato la nascita di questo Governo. Per quanto ci riguarda, continueremo a lavorare e collaborare con lei e il suo Esecutivo per portare il Paese fuori dall'emergenza. (Applausi).
PRESIDENTE. Prima di proseguire con le dichiarazioni di voto, comunico, per completezza di informazione, che all'inizio dell'intervento della senatrice Giammanco siamo passati dal secondo al terzo canale della RAI.
SALVINI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVINI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, conto che mi comunichi alla fine su che canale stiamo andando in onda; comunque sia, ringrazio per la pazienza chi ci sta seguendo da casa, facendo zapping col telecomando.
Signor presidente Draghi, la ringrazio per la concisione, per la precisione e per aver messo al centro ciò che interessa a 60 milioni di italiani. Riportiamo al centro il merito, che significa premiare chi fa bene e punire chi fa male.
Chiunque abbia a cuore le sorti dell'Europa deve evidenziare che qualcuno ha sbagliato, e sbagliare sulla pelle e sulla salute dei cittadini è grave, quindi ci aspettiamo che qualcuno a Bruxelles paghi per errori che hanno avuto drammatiche conseguenze. Non è possibile far finta di niente. (Applausi). Non è possibile che il Regno Unito, che doveva morire di solitudine, stia vaccinando 800.000 persone al giorno; non è possibile che San Marino, nel cuore del nostro Paese, abbia vaccinato un terzo della popolazione, prendendo vaccini da qualunque Paese. Non è possibile che Israele sia avanti.
A proposito, che giunga dal mio Gruppo - e penso da tutta l'Assemblea - un augurio di buon lavoro al prossimo Governo israeliano, e spero a Bibi Netanyahu, che è esempio di pace, sicurezza, rispetto, tolleranza e orgoglio da quelle parti. (Applausi). A proposito di Europa, ne vogliamo una che metta al centro i valori e i diritti, ma non solo i valori economici. Quando parliamo di Israele, sogno un'Europa che prenda una volta per tutte la parte giusta, perché fra Israele e Iran stiamo con la democrazia, la pace, la civiltà e il diritto.
Oggi è l'anniversario dell'orribile strage delle fosse ardeatine, che dobbiamo onorare e ricordare, perché non si veda mai più un simile atto di ferocia; non devono valere di meno altri atti di ferocia che stanno accadendo impunemente in altre parti del mondo - e penso alla strage fisica e culturale del popolo degli uiguri in Cina - perché non c'è rapporto economico che tenga, quando ci sono di mezzo i valori e la vita degli esseri umani. (Applausi).
Signor presidente Draghi, è giusto che provi nel miracolo di riportare a buona condotta il regime turco, ma ricordo che anche quel regime cancella non solo i diritti delle donne, bensì qualsiasi tipo di libertà (perfino la verità storica); fino a che non verrà data giustizia agli armeni con il riconoscimento del genocidio, penso che non ci si possa sedere allo stesso tavolo di qualcuno che mette in galera chi si azzarda a ricordare la verità storica. (Applausi).
Dicevamo di un'Europa, signor Presidente, che punti al benessere, al lavoro, alla salute e al diritto alla felicità incluso nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti, non di quella della direttiva Bolkestein o del Nutri-Score: giù le mani dalle spiagge italiane, dalla dieta mediterranea, dal lavoro, dallo sforzo e dai sacrifici dei nostri pescatori e dei nostri agricoltori. (Applausi). Puntiamo piuttosto sulla concorrenza leale dei giganti del web, perché qualcuno in quest'anno di pandemia ci ha guadagnato bilioni e trilioni.
Non è possibile che le imprese, gli artigiani, i commercianti italiani ed europei subiscano la concorrenza sleale economica e fiscale di multinazionali che vendono - e a volte sfruttano - in Italia e in Europa per andare a pagare le tasse altrove. (Applausi). Se, quindi, riuscirà a porre al centro dell'agenda europea la concorrenza leale con i giganti del web, le sarà reso merito storico, da questo punto di vista. Certo, signor Presidente, un'Europa che, all'atto della sua nascita, negò le sue radici, la sua storia e i suoi fondamenti giudaico-cristiani parte male, perché non puoi accogliere nessun altro se ti vergogni e neghi la tua identità e le tue origini. (Applausi). Chissà che non si possa ricominciare in maniera più positiva.
Quanto a Russia e Cina, ho sentito altri colleghi parlare di buoni rapporti: attenzione, buone relazioni; in questo momento, però, la scienza dovrebbe prevalere sui ragionamenti politici. Bene ha fatto come il cancelliere tedesco Angela Merkel, a sollecitare al responso l'Agenzia europea del farmaco anche sul vaccino Sputnik; se funziona, lo si usi; non è possibile fare guerre politiche e geopolitiche sulla pelle dei cittadini italiani ed europei: questo sicuramente non è accettabile. (Applausi).
In Libia occorre tornare protagonisti, perché i dati aggiornati a ieri - lo ricordava il collega Iwobi - danno un raddoppio degli sbarchi irregolari e controllati nel nostro Paese. Lo dico ad alcuni colleghi in questo Parlamento, con tutto il rispetto: poiché è per questo che abbiamo scelto di sostenerla con convinzione, cercheremo di badare sempre alle cose che ci uniscono e non a quelle che ci dividono; a maggior ragione, prima di parlare di ius soli, si tornino a difendere e a proteggere i confini di questo Paese, perché prima difendiamo il suolo e poi ragioniamo di come allargarne i diritti di cittadinanza. (Applausi).
Riguardo alla Cina, come dicevamo, la libertà non è un diritto negoziabile, ma la responsabilità neanche; quindi, buoni rapporti con tutti, ma aspettiamo il giorno in cui un tribunale internazionale indipendente chiamerà la Repubblica Comunista Cinese a rispondere del contagio che ha diffuso in tutto il mondo, con le sue omissioni, con le sue bugie, con i suoi silenzi e coi suoi ritardi. (Applausi).
Lei, signor presidente Draghi, ha l'autorevolezza di rimettere l'Italia al centro delle politiche economiche, migratorie, identitarie e demografiche. L'Italia è il terzultimo Paese in Europa per crescita demografica: mi auguro che si corra sulla via dell'assegno unico per quello che riguarda i figli, perché un Paese che non investe nei suoi figli e nei bimbi che nascono è destinato a morire. Conto che abbia l'autorevolezza per rimettere al centro queste priorità.
E poi la parola che ha scaldato i cuori, non solo nostri, ma - penso - di tutto il Paese che sta seguendo, è «riaperture» e ritorno alla vita: signor Presidente, calendarizziamo e programmiamo un percorso per restituire agli italiani il diritto di vivere, di studiare, di amare e di lavorare. Il decreto sostegni più efficiente è far riaprire i negozi, i ristoranti e le attività sportive, culturali ed educative, altrimenti non ce la faremo mai. (Applausi).
La ringrazio per aver messo al centro i bimbi e le famiglie, con la riapertura subito dopo Pasqua - questo è l'obiettivo su cui stiamo lavorando, a dio piacendo e condizioni sanitarie permettendo - di asili nido e scuole materne ed elementari. Stiamo togliendo il futuro ai nostri bimbi e ai nostri figli. (Applausi). Bene ha fatto quindi a mettere al centro questo tema.
Poi uno guarda i telegiornali alla sera e si deprime, perché ieri ci hanno spiegato che i tedeschi sarebbero dovuti stare chiusi in casa fino al 18 aprile. Adesso, contrordine compagni; il cancelliere Merkel ha detto: nessun lockdown fino al 18 aprile, torniamo indietro, riapriamo e, anzi, approviamo uno scostamento di bilancio di 60 miliardi di euro. Ecco, signor presidente Draghi, abbiamo lavorato sul decreto sostegni e su quello che abbiamo ereditato, per le due mensilità, dal Governo passato. Sul prossimo scostamento di bilancio - cito le sue parole durante un intervento della scorsa estate - «costi quello che costi e tutto quello che serve»: non risparmiamo sul prossimo scostamento. (Applausi). Se la Germania ci mette 60 miliardi, abbiamo il diritto di fare altrettanto.
A proposito di piano vaccinale, è giusto chiedere parità di diritti per tutti e mi domando perché gli anziani in Toscana debbano essere gli ultimi per copertura vaccinale in Italia. (Applausi). Cos'hanno fatto di male gli ultraottantenni toscani per vedersi scavalcare da politici e altre categorie non particolarmente a rischio? Quindi, prima di far polemiche a vanvera, guardate in casa vostra, perché sulla salute dei nostri nonni non si può e non si deve scherzare. Non ci devono essere i furbetti del vaccino. (Applausi).
LICHERI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LICHERI (M5S). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, il MoVimento 5 Stelle quest'oggi voterà a favore della proposta di risoluzione della maggioranza, ma dev'essere chiaro che governare significa fare i conti con la realtà. Voglio cominciare il mio intervento con questa frase, all'apparenza scontata, ma mai sterile e lo faccio per due ordini di motivi. In primo luogo, ritengo che tutti i colleghi che mi hanno preceduto stamattina abbiano offerto un pezzo di realtà e a lei, signor Presidente del Consiglio, spetta il compito di metterli tutti insieme. Il secondo ordine di motivi è che ricorderà come, poche settimane fa, il suo ingresso in politica sia stato salutato dai giornali e dalle televisioni con toni quasi fideistici, come se fosse la venuta del salvatore o di un moderno demiurgo, che avrebbe fatto tutto ciò che gli altri non erano stati capaci di fare. Abbiamo anche scherzato su questo, perché si tratta di un difetto e di un limite tutti italiani.
Sappiamo tutti però, in questa sede, che chi governa non può non fare i conti con la realtà, che oggi ci dice che, purtroppo, al mondo ci sono cinque persone che muoiono per Covid ogni minuto, cinque Regioni che ancora hanno le terapie intensive sotto pressione un'importante Regione del Nord che si trova in una condizione di caos da più di un anno e non riesce a uscirne e un piano di vaccinare che stenta a decollare. Soprattutto, signor presidente Draghi, l'Europa rischia di essere messa sotto scacco dalle logiche di profitto di quattro aziende farmaceutiche e questo il Parlamento italiano non lo può accettare! (Applausi). Non lo possiamo tollerare né consentire, perché governare significa fare i conti con la realtà, che è questa.
Signor Presidente, d'accordo che c'è una politica che ieri ringhiava perché gli esercizi commerciali restavano chiusi e oggi, che lo sono ancora, non ringhia più (Applausi); d'accordo che ci sono giornali che prima si lamentavano, perché l'entità dei ristori era bassa, e adesso che sono rimasti sostanzialmente uguali, non si lamentano (Applausi). Al netto di tutte queste piroette di pensiero, però, signor presidente Draghi, sta di fatto che le conseguenze socio-economiche legate alla pandemia sono destinate a essere devastanti, se le vaccinazioni non subiranno una rapida accelerazione a livello globale (e lo sottolineo, signor Presidente). Le case farmaceutiche devono rispettare gli accordi presi con l'Unione europea, perché i vaccini sono un bene di tutti e non un affare per pochi. (Applausi). Questo l'Italia lo deve dire chiaramente a Bruxelles!
Si proceda dunque a un'immediata revisione del meccanismo di controllo e di blocco dell'export dei vaccini e si faccia scattare la reazione anche per il mancato rispetto delle scadenze intermedie. Abbiamo capito il giochetto di questi signori: arrivare in prossimità della scadenza. Si proceda a una sospensione temporanea dell'accordo TRIPs (Trade related aspects of intellectual property rights) sui brevetti. Le avevamo poi chiesto coraggio, perché questo è un momento storico in cui ne occorre. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che rappresenta i 37 Paesi più ricchi del mondo, per il tramite della Banca mondiale, acquisisca i brevetti e li doni ai Paesi più poveri del mondo. Questo le chiediamo! Una pandemia mondiale non può essere eliminata vaccinando solo le popolazioni più ricche della terra. (Applausi). Non può essere eliminata in questa maniera, perché così non andiamo lontano e il MoVimento 5 Stelle vuole andare lontano.
Dobbiamo continuare a dettare l'agenda politica europea, come abbiamo fatto con il Governo Conte, migliorare la capacità di pensare in prospettiva e disegnare una cornice di riferimento duratura, perché nessuno in quest'Aula, care senatrici e cari senatori, sa per quanto tempo dovremo continuare a sostenere la liquidità di chi ha perso un lavoro o di quelle aziende che sarebbero state sane, se non ci fosse la pandemia.
Le aziende che oggi sopravvivono grazie ai sussidi, però, signor presidente Draghi, il prossimo anno devono poter competere con le loro concorrenti estere, ma per poterlo fare devono avere alle spalle un Paese nel pieno di un processo di innovazione e digitalizzazione. Solo così potranno combattere ad armi pari.
Il Consiglio europeo, signor Presidente, discuterà le priorità fondamentali ed esaminerà la cosiddetta bussola per il digitale, come ha detto anche lei. Bene: l'Italia faccia presente l'urgenza di approvare il pacchetto di proposte di servizi digitali presentata dalla Commissione europea il 15 dicembre scorso.
Liberiamo il pieno potenziale delle tecnologie digitali per raggiungere prima gli obiettivi della neutralità climatica. Andiamo avanti in questo percorso coraggioso con la decarbonizzazione energetica e lo sviluppo delle tecnologie innovative nel settore delle energie rinnovabili.
Onorevoli senatrici e senatori, dopo la fine della pandemia la nostra vita sarà completamente diversa. Dobbiamo incominciare a pensarci. Tanti lavori scompariranno, tanti verranno alla luce. Cambieranno le nostre abitudini, il nostro mercato, le nostre economie, il nostro modo di viaggiare e i nostri trasporti. Dietro la transizione digitale ed ecologica, però, c'è tanto lavoro per i nostri giovani e per le nostre donne.
Ci sono industrie che finalmente saranno moderne, durature e veloci, perché puntare sullo sviluppo sostenibile e sul rispetto delle biodiversità equivarrà semplicemente a creare nuovo lavoro e nuovi lavori per i nostri giovani e per le nostre donne, che lei ha messo al centro del suo discorso stamattina, e noi l'abbiamo apprezzato.
Fuori di qui, però, la corsa all'estero e ai nuovi mercati è già iniziata e non possiamo rischiare di restare indietro. Allora su queste nuove imprese, su questo nuovo modo di fare impresa e su questi nuovi lavori sarà possibile, finalmente, regalare all'Italia un futuro di prosperità.
La Turchia rispetti i diritti inviolabili dell'uomo: no alla logica dei blocchi contrapposti, ma la Turchia rispetti la Carta costituzionale e i diritti inviolabili del cittadino! (Applausi).
CRUCIOLI (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
CRUCIOLI (Misto). Signor Presidente, ieri abbiamo tentato di depositare una risoluzione per dare al Presidente del Consiglio un indirizzo per la prossima riunione del Consiglio europeo. Abbiamo appreso che, anche se doveva essere presentata ieri e quindi essere la numero 1, è stata presentata come terza, oggi. L'importanza dell'ordine di presentazione a lei è sicuramente noto, perché ovviamente determina l'ordine del voto e può precludere le risoluzioni successive. Questo ho tentato di dire oggi, parlando sull'ordine dei lavori, ma me lo ha impedito, invitandoci a studiare. Accolgo senz'altro il suo invito, perché studiare è una cosa importante per tutti, e, a mia volta, le rivolgo l'invito a essere imparziale e democratica, come le impone il suo ruolo, importante, di Presidente del Senato.
Detto questo, passando al discorso del Presidente del Consiglio oggi, rilevo la vaghezza di molte delle cose da lui dette sugli importantissimi punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo. Rilevo che non ha detto nulla sulla necessità di pubblicare le clausole contrattuali sulle forniture dei vaccini e su questo l'Italia dovrebbe prendere posizione in Europa. Non ha detto nulla sui provvedimenti che pretenderà nei confronti di chi ha sbagliato in Europa. Non ha detto nulla sugli approfondimenti che dovrebbe pretendere né sui lamentati ritardi burocratici sulla validazione del vaccino Sputnik. Non ha detto nulla, o poco, sui certificati e patentini vaccinali, in particolare su come l'Italia pretenderà che sia rispettata la privacy e che non ci siano discriminazioni nei confronti di coloro che non sono ancora vaccinati. Per quanto riguarda la politica estera e, in particolare, le relazioni geopolitiche con la Russia, non ha detto nulla sulla posizione che l'Italia prenderà in Europa sulle sanzioni alla Federazione Russa.
Di fronte a questa genericità, "L'alternativa c'è" voterà a favore della risoluzione presentata e si asterrà su tutte le altre.
PRESIDENTE. Senatore Crucioli, lei ha l'atteggiamento di chi vuole saltare la fila. Qui non si salta la fila. Lei era terzo, l'ha presentato stamattina, e quindi non poteva scavalcare né la senatrice Fattori, né il senatore Paragone.
FATTORI (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
FATTORI (Misto-LeU). Signor Presidente, nella nostra proposta di risoluzione avevamo chiesto tre cose. In primo luogo, la sospensione degli accordi TRIPs, per consentire la distribuzione dei vaccini e l'attivazione della ricerca, che è prevista in base all'articolo 9, commi 3 e 4, dell'Accordo di Marrakech, che ha costituito il WTO, a condizione che esista una giustificazione fondata su circostanze eccezionali. Voi avete detto "no" al primo punto della nostra proposta di risoluzione, senza neanche chiedere una riformulazione e senza neanche venire a parlarci. Questo è gravissimo. Quali circostanze emergenziali ci sono più gravi di 3 milioni di morti? Cosa aspettate per prendere questa posizione?
Il secondo punto riguardava la trasparenza degli accordi commerciali con le case farmaceutiche. Voi avete detto "no" senza chiedere riformulazioni e senza venire a parlarci.
Il terzo punto prevedeva di implementare una farmacovigilanza aggiuntiva, suggerita dall'OMS, non da Sinistra Italiana, e voi avete detto "no"; ciò avrebbe consentito di monitorare gli effetti avversi senza prendere decisioni politiche estemporanee sulla sospensione dei vaccini.
Dire "no" a queste tre cose è gravissimo. A questo punto non lo dovete spiegare a me, perché non c'è più tempo. Io sarei venuta a parlarvi e avrei accettato delle riformulazioni; ma non avete voluto farlo. Dovete quindi spiegare ai cittadini perché dite "no" a trasparenza, sicurezza e sospensione dei brevetti; lo dovete spiegare ai cittadini, quando ci sarà un'altra ondata.
Nella proposta di risoluzione della maggioranza si chiede di sospendere gli accordi TRIPs tenendo conto dell'equilibrio tra la protezione della proprietà intellettuale e l'accesso universale ai vaccini. Quale equilibrio ci può essere tra i profitti di pochi e la salute di tutta la popolazione mondiale? Me lo dovete spiegare. Vergognatevi! (Applausi). Questa è la testimonianza dell'ipocrisia di questo Governo, che non ha voluto neanche chiedere una riformulazione di una proposta di risoluzione dell'opposizione, perché siete tutti insieme appassionatamente, senza considerare le esigenze dei cittadini. Quindi io voterò "sì" alla nostra proposta di risoluzione, perché è sicurezza, trasparenza e salute pubblica. (Applausi).
NUGNES (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
NUGNES (Misto-LeU). Signor Presidente, mi permetta di fare una citazione. Non ci andrò leggera, signor Presidente del Consiglio. Con questa nostra proposta di risoluzione non le abbiamo chiesto di eliminare il capitalismo, che è alla base di questa situazione di pandemia globale e di crisi socio-economica. No, non glielo abbiamo chiesto. Però lei, il 10 marzo 2021, è andato in Europa a contraddire la posizione della Camera, che si era espressa rispetto ai TRIPs, e ha contraddetto anche il regolamento che prevede già, in caso di grave necessità, di sospendere i TRIPs. Quello che invece leggiamo nella proposta di risoluzione della maggioranza è una mortificazione della portata della richiesta, perché - come ha detto la mia collega - qui viene riportata in maniera superflua una definizione che vuole essere a tutela della proprietà intellettuale, la quale è già data nei fatti.
Mi chiedo allora per quale motivo lei abbia voluto questo Governo, senza un'area politica definita. Perché ha messo il Parlamento nella condizione di non poter lavorare? Gliel'ho chiesto in dichiarazione di voto sulla fiducia e torno a chiederlo adesso, perché questa è una sua precisa responsabilità.
Per quanto riguarda la Turchia, signor Presidente del Consiglio, le voglio fare un appello. È circolata la voce che il cittadino Abdullah Öcalan sia morto. A causa della mancanza di un'informazione affidabile sull'attuale situazione, il popolo curdo e i suoi amici sono profondamente preoccupati. Il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, nel suo rapporto dell'agosto 2020, ha confermato le nostre preoccupazioni riguardanti la disumana condizione detentiva di Öcalan. Chiedo che in Europa il 25 di questo mese, ossia domani, lei vada a sollevare anche tale questione, che ho avuto modo di portare all'attenzione del presidente della Camera Roberto Fico il 3 marzo, pregandolo di farla presente al ministro degli affari esteri Luigi Di Maio. Siamo però ancora senza alcuna risposta. (Applausi).
PARAGONE (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
PARAGONE (Misto). Signor Presidente, mi ha piacevolmente sorpreso l'attacco politico della senatrice Emma Bonino alla Commissione europea e alla sua presidente Ursula von der Leyen, così come ho ascoltato pesanti j'accuse nei confronti di Bruxelles. Vediamo quanto siete sinceri. Ho proposto a quest'Aula una risoluzione con cui si impegna il Governo a chiedere ufficialmente le dimissioni della signora von der Leyen, la cui inadeguatezza e irresponsabilità sono palesi. Attenti a non ripetere l'errore di quando copriste l'allora presidente Junker e i suoi magheggi fiscali a favore delle multinazionali.
Se è vero, presidente Draghi, che l'Europa ha definito l'emergenza Covid una sfida senza precedenti, allora le responsabilità devono avere nomi e cognomi. Avere nascosto le negoziazioni con i colossi del farmaco è scandaloso. "Big pharma" è più forte dell'Europa perché l'Europa soffre una sudditanza nei confronti del potere multinazionale, dai vaccini al cibo. Con il Nutri-Score le trappole del TTIP rientrano dalla finestra. Senza trasparenza non c'è democrazia; e se non c'è trasparenza, di quali certificati digitali parlate? Prima di rilasciare pseudo-passaporti, dovete portare in Parlamento i contratti desecretati e gli allegati del caso, altrimenti i vostri lasciapassare saranno l'ennesimo atto di forza del Leviatano neoliberista.
La chiusura delle scuole è il più evidente e drammatico shock che stiamo vivendo. La sua speranza di aprire le scuole dopo Pasqua è già subdola nel presupposto. Voi dovete aprirle, punto e basta, perché non c'è relazione tra contagi e lezioni. Basta con la DAD: state rovinando un'intera generazione di bambini e adolescenti. Avete lasciato in una desolante solitudine famiglie italiane. Ci avete raccontato che il successo della generazione Erasmus è figlio dell'Europa, mentre la depressione della generazione lockdown è orfana di responsabili, come tutte le sconfitte. Avete fallito sulle mascherine, sui vaccini, sui ristori, sulla fiducia generosa all'Europa. O siete scarsi o abbiamo un problema: il primo si chiama von der Leyen.
PRESIDENTE. Prima di passare alle votazioni, avverto che, in linea con una prassi consolidata, le proposte di risoluzione saranno poste ai voti secondo l'ordine di presentazione.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 1, presentata dalla senatrice Fattori e da altre senatrici.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Cosa succede? Non avete votato? Avete avuto problemi con i tablet? Allora annullo la votazione. Rimettiamo i tablet in funzione.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 1, presentata dalla senatrice Fattori e da altre senatrici.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 2, presentata dal senatore Paragone e Martelli.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 3, presentata dal senatore Crucioli e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 4, presentata dai senatori Marcucci, Licheri, Romeo, Bernini, De Petris, Faraone, Fantetti e Unterberger.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 5, presentata dal senatore Ciriani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Si è così concluso il dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
Ricordo che è ora convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Sospendo la seduta fino alle ore 15,30.
(La seduta, sospesa alle ore 13,09, è ripresa alle ore 15,30).
Presidenza del vice presidente TAVERNA
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Conferenza dei Capigruppo ha approvato il calendario dei lavori fino al 1° aprile.
Martedì 30 marzo, alle ore 16,30, sarà discusso il disegno di legge recante delega al Governo per l'assegno unico e universale, già approvato dalla Camera dei Deputati. Per la discussione del provvedimento sono state ripartite fra i Gruppi tre ore, incluse le dichiarazioni di voto. Gli emendamenti dovranno essere presentati entro le ore 12 di venerdì 26 marzo.
Mercoledì 31 marzo, alle ore 9,30, sarà discusso, ove concluso dalla Commissione, il decreto-legge in materia di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, per il quale sono state ripartite tra i Gruppi tre ore, escluse le dichiarazioni di voto.
Nel pomeriggio di mercoledì 31 marzo, dalle ore 16 alle 19,30, e giovedì 1° aprile, a partire dalle ore 9,30, sarà discussa la relazione delle Commissioni riunite bilancio e politiche dell'Unione europea sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per la discussione del documento si è proceduto alla ripartizione dei tempi per un totale di sette ore, incluse le dichiarazioni di voto.
La Conferenza dei Capigruppo tornerà a riunirsi martedì 30 marzo, alle ore 15.
Calendario dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - il calendario dei lavori fino al 1° aprile:
Martedì | 30 | marzo | h 16,30 | - Disegno di legge n. 1892 e connesso - Delega al Governo per l'assegno unico e universale (approvato dalla Camera dei deputati) (voto finale con la presenza del numero legale) |
Mercoledì | 31 | marzo | h. 9,30-19,30 | - Disegno di legge n. 2133 - Decreto-legge n. 31, Abilitazione all'esercizio della professione di avvocato (voto finale entro il 14 aprile) (scade il 12 maggio) (ove concluso dalla Commissione)
- Relazione delle Commissioni riunite 5ª e 14ª sulla Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (dalle ore 16 di mercoledì 31 marzo) |
Giovedì | 1° | aprile | h. 9,30 |
Gli emendamenti al disegno di legge n. 1892 e connesso (Delega al Governo per l'assegno unico e universale) dovranno essere presentati entro le ore 12 di venerdì 26 marzo.
Il termine di presentazione per gli emendamenti al disegno di legge n. 2133 (Decreto-legge n. 31, Abilitazione all'esercizio della professione di avvocato) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1892 e connesso
(Delega al Governo per l'assegno unico e universale)
Relatori |
| 15' |
Governo |
| 15' |
Gruppi 3 ore, incluse dichiarazioni di voto, di cui: |
|
|
M5S |
| 31' |
L-SP-PSd'Az |
| 28' |
FIBP-UDC |
| 25' |
Misto |
| 26' |
PD |
| 20' |
FdI |
| 21' |
IV-PSI |
| 15' |
Europeisti-MAIE-CD |
| 13' |
Aut (SVP-PATT, UV) |
| 12' |
Dissenzienti |
| 5' |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 2133
(Decreto-legge n. 31, Abilitazione all'esercizio della professione di avvocato)
Relatori |
| 15' |
Governo |
| 15' |
Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto, di cui: |
|
|
M5S |
| 31' |
L-SP-PSd'Az |
| 28' |
FIBP-UDC |
| 25' |
Misto |
| 26' |
PD |
| 20' |
FdI |
| 21' |
IV-PSI |
| 15' |
Europeisti-MAIE-CD |
| 13' |
Aut (SVP-PATT, UV) |
| 12' |
Dissenzienti |
| 5' |
Ripartizione dei tempi per la discussione della Relazione delle Commissioni riunite 5a e 14a
sulla Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza
(7 ore, incluse dichiarazioni di voto)
Relatori |
| 30' |
Gruppi 6 ore e 30 minuti, di cui: |
|
|
M5S | 1 h | 8' |
L-SP-PSd'Az | 1 h |
|
FIBP-UDC |
| 53' |
Misto |
| 50' |
PD |
| 44' |
FdI |
| 40' |
IV-PSI |
| 32' |
Europeisti-MAIE-CD |
| 28' |
Aut (SVP-PATT, UV) |
| 27' |
Dissenzienti |
| 5' |
Sui lavori del Senato
CRUCIOLI (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (Misto). Presidente, siccome sono stato ripreso oggi dalla Presidente, chiedo di poter replicare ai sensi dell'articolo 66, comma 2, del Regolamento per spiegare l'accaduto, che è presto detto.
Ho chiesto di intervenire perché ieri, insieme ad altri quattro colleghi, avevamo tentato di presentare una risoluzione che: come è noto l'ordine di deposito determina l'ordine dei votazione, importante per evitare il rischio di preclusione qualora sia votata prima una risoluzione di tenore contrario. Nonostante questo tentativo, per motivi che stiamo verificando, la risoluzione non è stata depositata. Non è questo però il punto.
Ho chiesto di intervenire per segnalare all'Assemblea che si era verificato questo problema: un deposito effettuato in una giornata è risultato depositato invece il giorno successivo, con tutto ciò che ne consegue. Nonostante io abbia chiesto di poter intervenire sull'ordine dei lavori, mi è stata tolta la parola e la Presidente successivamente ha detto che avevo l'atteggiamento di chi voleva passare avanti. Siccome non è questo il motivo per cui sono intervenuto, tengo a specificarlo e tengo anche a dire che tale equivoco dimostra ancora di più l'opportunità che la richiesta di autorizzazione e di riconoscimento della nostra componente «L'alternativa c'è» sia valutata in tempi rapidi. Se fossimo stati riconosciuti quantomeno come componente, tutto quanto è accaduto probabilmente non si sarebbe verificato. In tal caso avremmo diritto, infatti, a un rappresentante della componente che si sarebbe potuto interfacciare in maniera più istituzionale sia con il Gruppo, sia con la Presidenza.
Pertanto, siccome da un po' di tempo pende questa istanza e siccome nell'ultima riunione della Giunta per il Regolamento c'è stato un mero rinvio, chiedo nuovamente, tramite lei, di arrivare possibilmente a una decisione sul riconoscimento di «L'alternativa c'è», che sarebbe l'unica componente o comunque una componente organizzata di opposizione. Credo ci sia molto bisogno di poter interloquire all'interno del Parlamento in una dialettica tra maggioranza e opposizione che invece mi sembra ultimamente un po' compressa.
PRESIDENTE. Senatore Crucioli, le rispondo che non è di mia competenza il riconoscimento della componente, che appartiene ad altro ruolo che non è attualmente il mio. Riferirò comunque alla Presidente quanto lei ha detto che ne prenderà conoscenza.
Per quanto riguarda invece la risoluzione, da informazioni da me acquisite, si trattava comunque della terza in ordine temporale di presentazione. È stata quindi calendarizzata e inserita nella votazione esattamente con riferimento al momento del suo recepimento da parte dell'Assemblea che - a quanto è in mia conoscenza - è stato comunque questa mattina. Per il resto rimando agli Uffici preposti.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
CORRADO (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORRADO (Misto). Signor Presidente, negli istituti pugliesi che fanno capo al Ministero della cultura, 25 lavoratori sono sull'orlo del licenziamento dopo quasi venti anni di servizio. Si tratta dei dipendenti di Nova Apulia, società concessionaria per i servizi al pubblico, biglietterie comprese, del Museo archeologico nazionale di Taranto, di Castel del Monte, del Castello svevo di Bari, del Castello svevo di Trani, del Museo archeologico nazionale-Castello di Gioia del Colle e del Museo e Parco archeologico di Egnazia.
Il silenzio regna sovrano, mentre si imputa all'inadempienza del concessionario nella gestione di quei siti lo smantellamento delle biglietterie e dei servizi al pubblico, causato in realtà dal contegno di un funzionario interno all'amministrazione e reso pubblico da una pronuncia della Corte dei conti.
Diversamente, nel Museo di Taranto i dipendenti di Nova Apulia sono stati messi in recupero, fino al 17 marzo, dei diciotto giorni di concessione congelati a causa del DPCM del 3 novembre 2020, che imponeva la chiusura dei musei su tutto il territorio nazionale.
Dopo vent'anni di lavoro nessun diritto è garantito a questo personale, neppure la speranza di essere inserito con la clausola sociale nella gara che le direzioni degli istituti citati saranno costrette prima o poi a bandire. Sono professionalità altamente qualificate che, con le loro famiglie, vengono buttate in mezzo a una strada e per questo motivo il 12 marzo scorso hanno protestato a Bari.
Cosa fanno il Ministro che non c'è, Dario Franceschini, e il direttore generale che non c'è, Massimo Osanna? Il diritto al lavoro, garantito dalla Costituzione, è diventato un'inutile bugia; una chimera per questi lavoratori che, mentre la realtà è il precariato attuato proprio dallo Stato, chiedono a gran voce di essere internalizzati. Gli utenti non sanno che chi fornisce loro le informazioni, registra le prenotazioni, si occupa della biglietteria e della didattica di un museo è non un dipendente statale, bensì un lavoratore iperqualificato e titolato, ma precario e sottopagato. Non sanno e forse non vogliono sapere. Pretendono un servizio di alto livello, al quale non corrisponde però uno stipendio adeguato e puntuale.
Mentre si gongola per gli ingressi gratuiti dei siti, è bene si sappia che, a fronte di quei biglietti non pagati, 25 persone e 25 famiglie non avranno più un lavoro. Grazie, ministro Franceschini, a nome di tutti questi e di molti altri lavoratori che in tutt'Italia sono e saranno nelle stesse condizioni. (Applausi).
D'ANGELO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ANGELO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ricordare a tutti noi che marzo è il mese della consapevolezza dell'endometriosi, una patologia femminile che è stata caratterizzata negli anni dal silenzio e dalla disinformazione. La giornata mondiale quest'anno si celebra il 27 marzo.
«Facciamo luce sull'endometriosi» è la call to action promossa dal Team Italy della Worldwide Endomarch, che ormai da diversi anni organizza a Roma una marcia che si tiene in altre 50 capitali del mondo per richiamare l'attenzione su una malattia ancora oggi poco conosciuta, ma largamente diffusa tra le donne in età fertile.
Nell'impossibilità, dovuta all'emergenza sanitaria da Covid-19, di riunirsi in presenza, quest'anno la manifestazione si svolge in forma virtuale attraverso l'illuminazione di giallo dei monumenti più importanti di diverse città italiane per combattere la disinformazione attraverso un gesto simbolico che accende i riflettori su questa patologia.
A nome mio e dei colleghi che hanno condiviso la richiesta che abbiamo rivolto alla Presidente Alberti Casellati, che ringraziamo per aver accolto l'iniziativa, Palazzo Madama sarà illuminato di giallo il 25 marzo prossimo, dal tramonto all'alba del giorno dopo. È un piccolo ma significativo gesto per contribuire a creare consapevolezza sull'endometriosi, per promuoverne la conoscenza e consentire alle donne che ne sono affette di accedere ai percorsi di cura più appropriati. Non essendo ancora stata scoperta una cura, infatti, l'unica arma per arginarne l'avanzare è la prevenzione e, prima ancora, la sensibilizzazione. Stiamo parlando di 3 milioni di donne in Italia con diagnosi accertata, una su dieci; nel 25 per cento dei casi l'endometriosi è asintomatica e viene individuata solitamente nel corso di esami eseguiti per le difficoltà riscontrate nella procreazione. È una malattia subdola, perché i sintomi sono spesso collegati ad affezioni di altra natura o di origine psicosomatica. Questo comporta un ormai noto ritardo diagnostico che oscilla fra i cinque e i nove anni; ritardo che può compromettere irrimediabilmente la qualità di vita della donna, causandone in alcuni casi anche l'infertilità.
Esistono terapie per alleviare i sintomi della malattia. Dal 2017 l'endometriosi è stata inserita nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti negli studi clinici più avanzati, riconoscendosi alle pazienti che ne sono affette il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Sempre nel dicembre 2019 è stato creato il Fondo nazionale per il sostegno dello studio, della ricerca e della valutazione dell'incidenza della endometriosi, con un emendamento alla legge di bilancio del sottosegretario Sileri, primo firmatario tra l'altro del disegno di legge recante disposizioni per la diagnosi e la cura dell'endometriosi, attualmente all'esame in 12a Commissione.
Informazione, prevenzione e diagnosi precoce sono dunque le principali armi per combattere l'endometriosi, una patologia invisibile che purtroppo esiste. Lo Stato e il legislatore devono a queste donne tutela e sostegno, assicurando che il sistema sanitario garantisca la migliore formazione del personale medico e un'adeguata attività di ricerca scientifica.
Con sensibilità e responsabilità accendiamo le luci gialle di Palazzo Madama e di tutte le città italiane e del mondo che a questa doverosa battaglia civile vorranno unirsi. (Applausi).
LEONE (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LEONE (M5S). Signor Presidente, mi sconforta come cittadina e mi dà un senso di frustrazione apprendere che nel carcere di Lecce un detenuto sarebbe stato ridotto in isolamento dopo che ne è accertato lo stato di positività al Covid. A quanto pare, non è un caso singolo, ma coinvolge una decina di detenuti. Queste persone sarebbero state lasciate prive di acqua e perciò costrette a dissetarsi servendosi delle acque dei rubinetti maleodoranti e ai limiti della potabilità. Ebbene, è intollerabile che ciò avvenga in un luogo, il carcere, che è uno spazio eminentemente statale. Auspico pertanto che la campagna vaccinale negli istituti penitenziari venga attuata al più presto e nel modo più omogeneo per tutta la popolazione carceraria. In tal modo, lo Stato potrà garantire, come da Carta costituzionale, il diritto alla salute per tutte le persone che lo frequentano.
Un altro vivido auspicio voglio rivolgerlo alla ministra Cartabia, affinché faccia chiarezza sul caso di Lecce e appuri, qualora ci siano, le responsabilità di un trattamento così lesivo della dignità di un cittadino detenuto, che non perché è ristretto cessa di essere una persona, né tantomeno nel carcere lo Stato cessa di essere Stato, anche durante quest'epoca contrassegnata dall'emergenza continua e sempre nuova. (Applausi).
PILLON (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PILLON (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, gentili colleghe, cari colleghi, la pandemia ha evidenziato i problemi strutturali di un modello sociale, di derivazione nordeuropea, deliberatamente orientato a una società individualista. Con la scusa di perseguire autonomia e indipendenza delle persone e di superare un presunto modello patriarcale, si sta portando la società da un sistema comunitario fondato sulla famiglia e sulle relazioni tra comunità locali e corpi intermedi a un sistema individualista, in cui le persone vivono per lo più da sole, senza reti parentali e relazionali e non si costituiscono più nuove famiglie. Tale esperimento di ingegneria sociale è purtroppo ormai realtà in alcuni Paesi, tra cui spicca la Svezia, con quasi la metà degli abitanti che ormai vivono da soli e con uno dei più alti tassi di ricorso alla compravendita di gameti per l'autofecondazione delle donne, oppure all'utero in affitto.
Ci sono forze politiche, economiche e sociali che prevedono che l'intera Europa, in particolare per quel che interessa l'Italia, si debba incamminare in questa lugubre strada. Potenti organizzazioni, quali ad esempio Open Democracy, teorizzano apertamente ormai il superamento della famiglia naturale grazie proprio alla pandemia. Nel contempo, Presidente, il tasso di natalità nel nostro Paese è crollato, con un -21 per cento di nascite, unito - purtroppo - a un aumento della mortalità causata dal Covid. Nel 2020 si stima che siamo sotto i 400.000 nuovi nati e sopra i 740.000 morti. Le famiglie italiane, spesso da sole, hanno affrontato i carichi familiari, la pandemia, la DAD, la chiusura, il lockdown. Credo serva decisamente un cambio di rotta chiaro, nitido e coraggioso sia in Italia, sia in Europa.
È necessario respingere questi tentativi. Pensiamo sia sbagliato investire nelle politiche individualiste e, al contrario, crediamo sia fortemente opportuno restituire fiducia alla famiglia naturale, unica società primordiale - oserei dire ecosostenibile - capace di far ripartire il nostro Paese sotto il profilo sia demografico ed economico, sia soprattutto umano.
Per tutte queste ragioni, la Lega ha depositato negli scorsi giorni un disegno di legge per la tutela, la promozione e la valorizzazione della famiglia naturale e di tutte le mille attività che le famiglie italiane ogni giorno portano avanti in silenzio e con dignità, promuovendo il benessere e il futuro dei loro figli, degli anziani, delle persone vedove e delle persone con disabilità.
Consegniamo questo disegno di legge all'attenzione del Parlamento e del Governo, con la speranza che in tempi rapidi si possa procedere a investire nuovamente sul migliore degli investimenti, quello che secondo Winston Churchill era mettere latte nei biberon. (Applausi).
BOLDRINI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BOLDRINI (PD). Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a un'interrogazione a mio parere urgente, anche se è stata depositata una decina di giorni fa, riguardante l'annuncio di ENI di voler chiudere definitivamente il cracking del petrolchimico di Porto Marghera. La chiusura dell'impianto di Porto Marghera potrebbe avere conseguenze pesanti anche per lo stabilimento di Ferrara. A rischio ci sono numerosi posti di lavoro e il futuro del comparto.
Il Ministro non ha ancora risposto, ma ENI dovrebbe motivare le proprie scelte e spiegare il proprio piano industriale per i prossimi anni al fine di evitare ripercussioni sugli stabilimenti di Ferrara, Mantova e Ravenna. Nella sola città di Ferrara sono infatti a rischio 1.600 posti di lavoro, nonché il futuro di un comparto che è strategico per l'economia non solo locale, ma anche nazionale.
Sollecito pertanto la risposta all'interrogazione da parte del Ministro dello sviluppo economico perché ho saputo, sempre dalla stampa - noi apprendiamo infatti dalla stampa queste informazioni, tra cui l'incontro che c'è stato tra l'amministratore delegato dell'ENI Claudio Descalzi e il sindaco di Venezia - che ci dovrebbe essere un tavolo ministeriale per approfondire la materia.
Sollecito la risposta all'interrogazione, presentata nell'esercizio delle prerogative di sindacato ispettivo spettanti ai membri del Parlamento, affinché io e gli altri cofirmatari possiamo essere messi a conoscenza di ciò che sta avvenendo, di quale sia il piano industriale di ENI (comprese le relative ricadute occupazionali e ambientali per il sito di Porto Marghera, la cui strategicità deve essere mantenuta e non solo annunciata a parole) e di come ENI intenda relazionarsi con gli stakeholder e discutere con trasparenza le proprie politiche industriali, ovviamente anche con i parlamentari che hanno presentato l'interrogazione.
MAGORNO (IV-PSI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAGORNO (IV-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, porto oggi all'attenzione dell'Assemblea il progetto del Recovery Sud, sostenuto da oltre 300 sindaci meridionali che si sono uniti con un solo fine: lavorare insieme per il bene dei cittadini e per rilanciare il Mezzogiorno.
La Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati ha già approvato un nostro documento recependone alcune indicazioni. Il Recovery Sud è un'esperienza storica dettata dalla consapevolezza che non bisogna consentire in alcun modo che l'unica e ultima possibilità di sanare definitivamente l'impietoso e anticostituzionale divario esistente tra Nord e Sud possa essere drammaticamente persa.
Siamo pronti a collaborare nella necessaria revisione del Piano nazionale di ripresa e di resilienza, affinché risponda quanto più possibile alla necessità dei nostri territori in cui vivono milioni di storie, con donne e uomini che quotidianamente si impegnano a migliorare il proprio avvenire e soprattutto giovani che, oggi più di ieri, chiedono che venga loro restituito il diritto a sperare. Stiamo raccogliendo il grido di disperazione di genitori preoccupati per il futuro dei loro figli. Leggiamo negli occhi di commercianti, imprenditori, lavoratori precari, disoccupati, docenti e studenti lo sconforto e la voglia di reagire.
Dalla distribuzione delle risorse stanziate con i cosiddetti provvedimenti ristori, ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, al ridotto turnover dei docenti e dei ricercatori universitari, alla diminuzione dei posti letto, alla crescita continua del differenziale di reddito, al sempre più risicato numero di dipendenti dei Comuni, alla spesa sociale pro-capite diseguale rispetto al Nord: tutto parla di un Mezzogiorno sempre più distante dal resto d'Italia. Al Sud devono essere date le stesse opportunità di crescita degli altri territori.
Riteniamo che, oltre alla distribuzione settoriale, si debba tener conto di un'equa e calibrata ripartizione territoriale, applicando gli stessi criteri che l'Unione europea utilizza per determinare la cifra complessiva spettante al nostro Paese, che tenga conto anche del principio di interdipendenza economica tra macro-aree d'Italia. Chiediamo di destinare ai Comuni del Sud 5.000 figure in più rispetto a quelle già previste per redigere i progetti del Piano e di definire il livello territoriale in tutte le sue missioni, linee di progetto e risultati attesi per i cittadini e le imprese.
Il 29 marzo incontreremo la ministra per il Sud e la coesione territoriale, onorevole Mara Carfagna, alla quale - così come abbiamo fatto in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei ministri - rinnoveremo la richiesta di un impegno concreto da parte del Governo affinché finalmente al Mezzogiorno d'Italia sia concessa l'occasione che merita sin dalla nascita della nostra Nazione, e la straordinaria e irripetibile quantità di risorse messa a disposizione dal recovery fund sia destinata e utilizzata per realizzare, dopo decenni di obiettivi mancati, quella coesione sociale, economica e territoriale che rende il nostro Paese - anche in ossequio all'articolo 117 della Costituzione - degno dell'unità che la storia ha voluto consegnarci.
MALAN (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FIBP-UDC). Signor Presidente, vorrei sollecitare la risposta all'interrogazione 3-02325 del 4 marzo scorso - sono dunque scaduti i giorni previsti dal Regolamento per dare una risposta - della quale illustro sinteticamente il contenuto per mostrare l'urgenza e il mio stupore nel non aver sentito risposta da parte del Ministro.
Nel 2006 viene bloccato dall'Unione europea un tentativo di prorogare di ulteriori anni la concessione dell'autostrada Brescia-Padova, che era nelle mani della stessa società da ben cinquant'anni allora - adesso siamo arrivati a sessantacinque - perché non era collegata ad alcuna necessità. E generalmente bisognerebbe fare le gare dal momento che esiste la competizione.
Il Governo reagì, nel 2007, prorogando ancora la concessione - a questo punto posso dirlo - con il pretesto di realizzare l'autostrada Valdastico Nord, che si sapeva fin dall'inizio non sarebbe stato possibile realizzare per la contrarietà della Provincia di Trento. Questo ha recentemente dato luogo a un'azione da parte della Corte dei conti che, avendo riscontrato questo fatto, ha chiesto un danno erariale di 178 milioni alla dirigenza dell'ANAS che, all'epoca, aveva la competenza per giudicare su tali questioni.
La proroga era condizionata all'approvazione dell'intero progetto definitivo dell'autostrada Valdastico entro il 30 giugno 2013.
Il 18 marzo 2013, qualche giorno prima di quella scadenza, viene - sì - presentato un progetto, ma non quello definitivo, bensì preliminare e non di tutta l'autostrada, ma solo di metà di essa, tra l'altro una metà priva di parecchi chilometri di cui neppure si conosceva la collocazione. Questo è scritto nell'atto stesso.
Sulla base della deliberazione del CIPE, il 6 aprile 2020 il dirigente per le concessioni autostradali del Ministero delle infrastrutture ha confermato la scadenza della concessione alla fine del 2026, pur essendo questo documento totalmente inidoneo a soddisfare le condizioni previste dall'atto che fu anche approvato dal Parlamento. Ebbene, il problema ulteriore è che non soltanto questa deliberazione è totalmente insufficiente, ma è stata anche annullata dal Consiglio di Stato fin dall'inizio del 2019. Dunque, un funzionario del Ministero ha posto una firma che serve a fare incassare - guarda caso - ad Atlantia la bellezza di 1,2 milioni di euro ogni giorno: soldi che dovrebbero andare allo Stato, sulla base di un documento non soltanto insufficiente ma addirittura inesistente.
Mi aspetto che il Ministro - non poteva sapere di questo prima della mia interrogazione - risponda. Per agevolarlo, oggi ho anche presentato un'interrogazione a risposta scritta su argomento sostanzialmente collegato per sapere quali altre firme di tal genere sono state poste.
Mi aspetto una risposta, perché la sua mancanza costa al contribuente 1,2 milioni di euro ogni giorno. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 30 marzo 2021
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 30 marzo, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 15,55).
Allegato A
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 25 E DEL 26 MARZO 2021
PROPOSTE DI RISOLUZIONE NN. 1, 2, 3, 4 E 5
(6-00174) n. 1 (24 marzo 2021)
Respinta
Il Senato della Repubblica italiana,
premesso che:
nel prossimo Consiglio europeo previsto il 25 e il 26 marzo 2021 tra i punti all'ordine del giorno figura quello relativo alla diffusione dei vaccini e il proseguimento dei lavori per dare risposta coordinata alla crisi pandemica;
il 17 giugno 2020 la Commissione europea presentava la "Strategia europea sui vaccini" nella quale si accentravano le decisioni relative all'approvazione e al finanziamento della ricerca in modo da poter garantire equanime distribuzione e accesso ai Paesi membri.
secondo la Fondazione KeNup, in 11 mesi il settore pubblico, in prevalenza dei Paesi industrializzati, ha investito 93 miliardi di dollari in ricerca farmaceutica contro il Covid-19 di cui il 95 per cento destinato ai vaccini,
per la campagna vaccinale, compresi i finanziamenti ai laboratori di carattere diretto e quelli sotto forma di garanzia presso la Banca europea degli investimenti (BEI), sono stati utilizzati i fondi disponibili dello Strumento di supporto all'emergenza (ESI);
l'ammontare dei soldi investiti tra ESI, fondi prelevati da Horizon 2020, adesione al COVAX e Fondo di solidarietà, ha superato i 2 miliardi di euro;
l'emergenza ha imposto una deroga ai lunghi procedimenti di sperimentazione e autorizzazione di immissione in commercio dei vaccini da cui ne ha conseguito una sorta di percorso abbreviato che si è concluso con l'inizio il 27 dicembre 2020 della campagna vaccinale in Europa;
le autorizzazioni attualmente erogate dalla Commissione europea attraverso la EMA riguardano il vaccino di BioNtech-Pfizer per un totale di 600 milioni di dosi, quello di Moderna per 460 milioni di dosi, quello di AstraZeneca per 400 milioni di dosi e quello di Johnson&Johnson per 400 milioni di dosi. In attesa di autorizzazione ma già sotto contratto, sono Sanofi-GSK per 300 milioni di dosi e CureVac per 405 milioni di dosi;
l'ex Commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, aveva annunciato lo scorso 21 gennaio 2021, un finanziamento pubblico di 81 milioni di euro nella ricerca e sperimentazione del vaccino tutto italiano di Reithera, attraverso l'agenzia governativa Invitalia di cui Arcuri è amministratore delegato;
Invitalia parteciperà Reithera con il 30 per cento di quote, in attuazione delle previsioni dell'articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020;
considerato che:
rispetto a Regno Unito e Stati Uniti le approvazioni, per i contratti e gli approvvigionamenti in UE, hanno avuto un ritardo medio di un mese circa;
questo ha portato a una situazione attuale che vede il 35 per cento della popolazione vaccinata in UK, il 27 per cento in USA, mentre tra gli Stati membri della UE si è arrivati al 9 per cento;
la nostra società vive una costrizione imposta alle proprie libertà individuali giustificata dalla pandemia senza eguali negli ultimi 70 anni di storia del nostro Paese con conseguenze economiche interne e internazionali, data la competizione di altri Stati con campagne vaccinali di maggiore successo, di portata tale da giustificare di per sè un aumento rapido delle coperture e un piano logistico adeguato;
dal piano vaccinale italiano risalente al 12 dicembre la consegna per l'Italia prevedeva tra gennaio e marzo 28,2 milioni di dosi che sono poi diventate 15,7 milioni nell'aggiornamento del piano del 12 febbraio: 9 milioni da parte di Pfizer che ne ha consegnate appena il 50 per cento e quasi tutte somministrate, 1,3 milioni di cui quasi 500.000 consegnate da parte di Moderna di cui ne sono state somministrate poco più di 160.000 e 5,4 milioni di dosi da parte di AstraZeneca che però ne ha consegnate 1,5 milioni di cui poco più di 500.000 ne sono state somministrate;
la macchina distributiva interna che prevede il doppio canale, tra i dati delle Regioni quello afferente all'Istat, sta mostrando notevoli lacune che preoccupano per la distribuzione di altri vaccini dal mese di marzo in poi, salvo ulteriori rallentamenti nelle produzioni;
le case farmaceutiche che non stanno ottemperando alle tempistiche adducono a loro giustificazione una difficoltà in fase produttiva;
considerato inoltre che:
la portavoce del GUE Manon Aubrey, in sede di interrogazione orale presso il Parlamento europeo alla presidente della Commissione europea Ursula Van der Leyen, denuncia la mancanza di trasparenza nel contenuto dei contratti chiusi dalla stessa Commissione con le aziende farmaceutiche. Dalle pubblicazioni degli atti risultano infatti omesse le parti relative a prezzi, tempistiche di consegna e clausole di responsabilità;
proprio l´Italia si fece promotrice in sede di Assemblea mondiale della sanità del maggio 2019 della risoluzione 72.8 sulla trasparenza dei prezzi di farmaci, dei vaccini e degli altri prodotti sanitari;
agli attuali ritardi non stanno corrispondendo azioni di carattere sanzionatorio da parte della UE nè tantomeno da parte dei Paesi membri e rischi legati alle reazioni avverse rimangono in capo a questi ultimi;
visto che
i Governi di India e Sudafrica il 2 ottobre 2020 hanno inviato all'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) una proposta congiunta con cui chiedono una deroga, per tutta la durata della pandemia fino al raggiungimento dell'immunità di gregge, al cosiddetto TRIPS, lo strumento della WTO che incentiva l'innovazione attraverso un regime di esclusiva brevettuale della durata di venti anni per tutti i prodotti industriali, ivi inclusi i farmaci salvavita, e nella fattispecie tutti i rimedi contro Covid-19 inclusi i vaccini, per i quali i produttori detengono i diritti sui brevetti, il know-how e i segreti industriali;
la proposta avanzata dai Governi di India e Sudafrica è stata co-sponsorizzata da 57 Paesi e sostenuta da altri 100 Paesi membri dell'WTO, perché risponde all'esigenza di ottemperare all'insufficienza di vaccini, diagnostici e altri prodotti medicali;
il 10 marzo 2021 la proposta è stata bloccata, seppur non in via definitiva, all'Assemblea della WTO e al Consiglio dei TRIPS grazie al voto contrario dei Paesi industrializzati - USA, Commissione europea, Canada, Giappone, Australia - e dal Brasile;
l'Italia ha appoggiato la decisione della Commissione europea di bocciare la richiesta di deroga dell'accordo TRIPS, contravvenendo alla risoluzione approvata dalla Camera dei deputati il 9 dicembre 2020 che impegnava il Governo "...a promuovere nell'OMC (WTO) una deroga sulla base dell'accordo di Marrakech per i vaccini anti Covid-19 al regime ordinario dell'accordo TRIPS sui brevetti e la proprietà intellettuale, con l'obiettivo di garantire una disponibilità gratuita e universale dei vaccini";
la proposta di India e Sudafrica formula la misura della sospensione temporanea di tutti gli obblighi contenuti nella sezione I, parte II, dell'accordo TRIPS (concernente copyright, disegni industriali, brevetti, protezione di informazione non condivisa);
in virtù di questa deroga, i centri di ricerca avrebbero possibilità di condividere la conoscenza scientifica e accelerare collaborazioni per lo sviluppo di nuovi prodotti per combattere il virus, cosa che permetterebbe una risposta più agile e costi inferiori alla domanda di attrezzature, diagnostici e medicinali non solo nei Paesi a basso reddito;
la deroga è prevista in base dell'articolo IX, comma 3 e 4, dell'accordo di Marrakech che ha costituito il WTO a condizione "... che esista una giustificazione fondata su circostanze eccezionali, e che siano esplicitati i termini anche temporali di suddetta sospensione";
la misura della deroga richiesta da India e Sudafrica è appoggiata dall'OMS, UNAIDS e Unitaid, dai relatori speciali delle Nazioni Unite per i diritti umani, da oltre 400 organizzazioni della società civile globale, da esperti ed economisti del calibro di Stiglitz, Mazzucato, e che a favore della proposta si è schierato in più occasioni Papa Francesco, anche durante la sua visita in Iraq;
nel comunicato stampa del 17 luglio 2020 la stessa presidente della Commissione europea Ursula Van der Leyen dichiarava:" Questo è il momento per la scienza e la solidarietà...dobbiamo essere in grado di produrre e distribuire vaccini in tutta Europa e nel Mondo...";
visto inoltre che:
le persone che continuano a morire, il sistema sanitario che è al collasso, le aziende che sono in ginocchio e con esse le famiglie, e la pressione psicologica sui cittadini legata ai frequenti stati di isolamento da lockdown rendono intollerabile l'atteggiamento inadempiente delle aziende farmaceutiche produttrici di vaccini;
il 15 marzo 2021 il Governo aveva deciso di sospendere temporaneamente le vaccinazioni di AstraZeneca per riesaminarne l'efficacia e l'incidenza di eventi avversi, salvo poi tornare indietro dopo il parere positivo dell'EMA del 18 marzo 2021;
questo fenomeno ha creato incertezza e sfiducia nei cittadini sulla bontà dei vaccini, alimentato da una discutibile campagna mediatica da parte delle testate giornalistiche e di un'altrettanta discutibile comunicazione da parte di azienda e istituzioni, figlie della mancanza di armonizzazione di un protocollo che, seppur in emergenza, necessita un sistema di valutazione standardizzato;
il Global advisory committee on vaccine safety (GACVS) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha sviluppato un algoritmo standardizzato per il monitoraggio degli eventi avversi chiamato revised CAP (casuality assessment protocol), presentato nel documento "Causality assessment of an adverse event following immunization (AEFI)" e confermato all'interno di linee guida specifiche pubblicate dall'OMS il 22 dicembre 2020;
questo strumento supporta la classificazione dei casi di effetti avversi in modo standardizzato e trasparente;
l'algoritmo fornisce a Paesi e funzionari sanitari a livello globale uno strumento per rispondere alle segnalazioni di sicurezza dei vaccini e supportare l'istruzione, la ricerca e le decisioni politiche sulla sicurezza dell'immunizzazione;
il revised CAP avrebbe consentito una gestione più congrua sia a livello istituzionale che tecnico della questione Astrazeneca e consentirebbe un monitoraggio standardizzato delle reazioni a tutti i vaccini attualmente in uso;
l'Italia è uno dei maggiori donatori del programma COVAX dell´OMS e delle altre agenzie internazionali che operano a favore dell´accesso universale al vaccino e quindi ha già manifestato un'adesione politica e finanziaria all'accesso universale al vaccino,
impegna il Governo a:
1. farsi promotore nelle sedi opportune per rivalutare e sostenere la deroga temporanea prevista al TRIPS così come proposto dai Governi di India e Sudafrica e consentire in questo modo una più efficiente pluralizzazione della produzione e distribuzione vaccinale;
2. richiedere e pubblicare i contratti con le case farmaceutiche in tutti i loro elementi e farsi promotore presso le sedi della UE affinchè tali contratti vengano rivisti nella parte delle sanzioni in caso di inadempienza nonché nella distribuzione dei rischi da eventi avversi che oggi ricadono in capo agli Stati membri;
3. richiedere nelle sedi istituzionali della UE l'implementazione del revised CAP sviluppato dal Global advisory committee on vaccine safety (GACVS) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
(6-00175) n. 2 (24 marzo 2021)
Respinta
Il Senato,
premesso che:
i leader dell'Unione europea si riuniranno in videoconferenza per discutere dei seguenti temi: risposta alla pandemia di Covid-19, mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia, situazione nel Mediterraneo orientale e relazioni con la Russia;
durante il Consiglio europeo i leader faranno il punto sulla diffusione dei vaccini e sulla situazione epidemiologica, allo scopo di perseguire una risposta coordinata alla crisi pandemica;
considerato che:
l'Unione europea ha avuto un unico sistema di prenotazione e acquisto dei vaccini in capo alla Commissione europea che, a partire da agosto 2020, ha siglato contratti di fornitura con le case farmaceutiche: BioNTech-Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sanofi-GSK e CureVac;
in evidente contrasto con un principio di trasparenza democratica, gli accordi sono stati da subito oggetto di secretazione, salvo la successiva parziale desecretazione di quanto siglato con l'azienda anglo-svedese AstraZeneca e la tedesca CureVac. In entrambe le circostanze, i dati ritenuti dai contraenti sensibili non sono accessibili né al Parlamento europeo né ai parlamenti nazionali. Tale segretezza non ha in alcun modo garantito alla Commissione di esercitare un controllo su prezzi e distribuzione e tutelare i Paesi membri dell'Unione dai ritardi di alcuni produttori sui tempi di consegna e dalle riduzioni unilaterali del numero di dosi fornite, benché oggetto di contrattazione;
sin dal mese di gennaio 2021, infatti, sono emerse le difficolta dell'azienda BioNTech-Pfizer e poi AstraZeneca a rispettare le forniture del vaccino anti-Covid destinate all'UE, che ha accusato il produttore anglo-svedese di aver dirottato su altri mercati parte di quanto sarebbe dovuto giungere in Europa. Differentemente, i vertici dell'azienda, appellandosi al contratto poi pubblicato, ma oscurato in molte delle sue parti, hanno riferito di aver siglato con la Commissione un accordo non vincolante che li avrebbe, essenzialmente, obbligati a mettere in campo "ogni massimo sforzo ragionevole" per garantire le dosi previste e hanno accusato l'Unione di essere corresponsabile dei ritardi, per non aver accordato le necessarie autorizzazioni. Attualmente, infatti, uno degli impianti di AstraZeneca indicato nel contratto non avrebbe fornito alcuna dose di quelle promesse, poiché sarebbe ancora in attesa dell'approvazione dell'EMA;
nonostante le previsioni del presidente della Commissione europea Von der Leyen in merito a un'immunizzazione del 70 per cento della popolazione europea entro luglio 2021, l'Unione è ancora molto lontana dal raggiungimento dell'obiettivo, con il risultato che la media dei cittadini parzialmente vaccinati sarebbe di appena l'11,1 per cento, a fronte del 20 e del 36 per cento della popolazione di Stati Uniti e Gran Bretagna, che avrebbe già ricevuto la prima dose del vaccino;
fra i Paesi dell'Unione che hanno raggiunto percentuali di vaccinati più alte c'è l'Ungheria che, con i cosiddetti Paesi di Viségrad, ha scelto di diversificare il proprio approvvigionamento, acquistando fuori dalla contrattazione della Commissione anche dosi di vaccino cinese e russo, quest'ultimo in particolare ancora oggetto di esame da parte della european medicines agency-EMA. Tali lungaggini, stando al parere di alcuni analisti, rappresenterebbero la volontà politica di escludere la Federazione russa dal novero dei Paesi produttori autorizzati dall'Unione europea poiché, con ogni evidenza, all'interno dell'UE gli interessi privati di alcune multinazionali del farmaco prevarrebbero sulla tutela della salute delle popolazioni;
a causa della burocrazia europea e della lentezza dell'EMA, Austria e Danimarca, membri del gruppo «first mover» insieme a Grecia e Repubblica Ceca, Norvegia, Israele, Australia e Nuova Zelanda, nel mese di marzo hanno annunciato che non faranno più affidamento sull'UE e, insieme a Israele, produrranno dosi di vaccino di seconda generazione per far fronte ad ulteriori mutazioni del virus;
considerato altresì che:
dalla lettura dei due contratti parzialmente desecretati ma ricchi di omissis, emergerebbe una chiara posizione di debolezza in capo all'Unione europea che si è assunta elevati margini di rischio finanziario a fronte di obblighi poco stringenti in capo ai fornitori, tanto che solo il ritardo dei pagamenti da parte della Commissione e degli Stati membri sarebbe sanzionabile ma non quello di consegna delle dosi pattuite da parte dei produttori. La Commissione europea, inoltre, nella prima fase della contrattazione non si sarebbe assicurata la possibilità di negoziare per tutto il periodo dell'emergenza e successivamente all'autorizzazione all'immissione in commercio, al fine di garantire ai Paesi membri quantità necessarie in tempi certi e un programma di distribuzione continuo;
l'Unione europea non è stata in grado in questo anno di promuovere una produzione interna di vaccini;
vista:
la totale inadeguatezza della istituzioni europee nella gestione della crisi pandemica, l'evidente fallimento del piano vaccinale dell'Unione e le numerose responsabilità della Commissione europea;
per tutto ciò premesso,
impegna il Governo:
in sede europea a chiedere ufficialmente le dimissioni del presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.
(6-00176) n. 3 (24 marzo 2021)
Crucioli, Abate, Angrisani, Corrado, Granato.
Respinta
Il Senato,
udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo;
premesso che all'ordine del giorno del Consiglio europeo sono previsti i seguenti argomenti:
a) distribuzione dei vaccini e situazione epidemiologica Covid-19;
b) mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia;
c) situazione nel Mediterraneo orientale;
d) relazioni con la Russia,
impegna il Governo:
1) sul rapporto tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Parlamento in merito alle riunioni del Consiglio europeo:
a) a svolgere le comunicazioni del Presidente del Consiglio in Parlamento almeno due settimane prima della data di convocazione di ogni Consiglio europeo;
2) in materia di distribuzione dei vaccini e situazione epidemiologica Covid-19:
a) a focalizzare gli sforzi sugli studi per la cura della malattia, sul coordinamento delle indicazioni per la gestione domiciliare delle fasi iniziali del contagio, sulla prevenzione attraverso la campagna vaccinale, con coinvolgimento attivo dei responsabili medici per minimizzare il rischio di eventi avversi;
b) a proseguire gli sforzi per garantire al più presto la possibilità di vaccinarsi a tutti coloro che vorranno sottoporsi al trattamento vaccinale, velocizzando al massimo le forniture vaccinali e ottimizzando le procedure per l'approvazione di ulteriori vaccini rispetto a quelli attualmente autorizzati in Unione europea;
c) a non introdurre obblighi vaccinali generalizzati, neppure surrettiziamente attraverso la previsione di disparità di trattamento tra soggetti vaccinati e non, con misure che impediscano la discriminazione nell'accesso a servizi pubblici e attività ricreative, anche attesa l'incertezza circa l'intrasmissibilità del virus attraverso soggetti vaccinati nonché in merito all'immunizzazione rispetto ad alcune varianti;
d) ad appoggiare pubblicamente la sospensione temporanea di alcune obbligazioni dell'accordo TRIPS sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale per una distribuzione equa e rapida dei vaccini, dei test e dei trattamenti Covid 19 a livello mondiale, in particolare chiedendo alla Commissione europea e agli altri Stati membri di non opporsi alla relativa proposta presentata da India e Sudafrica in seno all'Organizzazione mondiale del commercio;
3) in materia di mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia:
a) a promuovere un superamento radicale delle politiche di austerità e la revisione dei vincoli di convergenza fiscale economici UE che da decenni concorrono a impedire la crescita economica (parametri di Maastricht, patto di stabilità, fiscal compact, regolamenti "six pack" e "two pack");
b) a svolgere un ruolo ambizioso nelle discussioni sulla tassazione digitale in Consiglio, promuovendo attivamente l'adozione delle proposte in sospeso, in particolare la proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCCTB) e la comunicazione pubblica Paese per Paese (CBCR);
c) a promuovere l'adozione di una posizione unita, forte e ambiziosa a livello europeo ed internazionale rispetto ad un'imposta sui servizi digitali (ISD) per aumentare l'aliquota fiscale effettiva a cui sono soggette le imprese digitali, tenendo conto che il termine iniziale della fine del 2020 è stato già superato e che è urgente rispettare l'obiettivo del quadro inclusivo dell'OCSE/G20 di concludere i negoziati su entrambi i pilastri a luglio 2021, riflettendo anche gli interessi dei Paesi in via di sviluppo;
d) a non concentrarsi unicamente sulla tassazione delle società altamente digitalizzate, ma a porsi come leader nel dibattito sulla necessità di una riforma profonda del sistema fiscale nel complesso, ampiamente lacunoso in particolare a causa dei prezzi di trasferimento ("transfer price") che consentono la frode e l'elusione fiscale;
4) in materia di Mediterraneo:
a) ad affermare una più incisiva azione europea nella direttrice mediterranea, anche attraverso il rilancio di una nuova iniziativa di partenariato euro-mediterraneo, sul solco del processo di Barcellona;
b) a promuovere in seno europeo una mediazione rispetto alle posizioni più intransigenti nei confronti di Ankara, anche nell'ottica di contribuire a una de-escalation e prevenire un conflitto aperto tra Turchia e Grecia;
c) a promuovere una incisiva azione diplomatica europea nei confronti della Turchia affinché siano preservati gli interessi energetici dell'Italia e dell'Unione nel Mediterraneo orientale, pur tenendo conto delle importanti relazioni con Ankara e del suo ruolo nel Mediterraneo allargato e, soprattutto, in Libia e nel Corno d'Africa;
d) a promuovere una mediazione tra Turchia ed Egitto nell'ambito del quadrante regionale, col prioritario obiettivo di agevolare e accompagnare il processo di pacificazione e riconciliazione della Libia;
e) a sostenere concretamente gli sforzi di unificazione statuale della Libia, anche attraverso un forte potenziamento del supporto politico e militare alla sicurezza e alla stabilità del Paese;
5) in materia di relazioni con la Russia:
a) a promuovere una de-escalation delle tensioni tra Unione europea e Federazione russa, soprattutto in ordine al conflitto ucraino;
b) a promuovere una immediata rimozione delle sanzioni economiche nei confronti della Federazione russa, il prolungamento delle quali avrebbe il solo effetto di ampliare le già pesanti ricadute negative sulle imprese italiane, ulteriormente gravate dalla crisi Covid-19.
(6-00177) n. 4 (24 marzo 2021)
Marcucci, Licheri, Romeo, Bernini, De Petris, Faraone, Fantetti, Unterberger.
Approvata
Il Senato,
premesso che:
il 25 e 26 marzo i Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea si riuniranno in videoconferenza per discutere dei seguenti temi: risposta alla pandemia di Covid-19, mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia, situazione nel Mediterraneo orientale e relazioni con la Russia;
a margine del Consiglio, il 26 marzo si terrà anche il vertice euro in formato inclusivo, il quale discuterà dei modi per rafforzare il ruolo internazionale dell'euro;
sulla pandemia del Covid-19, il Consiglio europeo farà il punto sulla diffusione dei vaccini e sulla situazione epidemiologica e proseguirà i lavori per fornire una risposta coordinata alla crisi pandemica;
il 17 giugno la Commissione europea ha presentato una strategia europea sui vaccini per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini anti Covid-19;
vaccini sicuri, efficaci e accessibili sono la nostra migliore risposta per superare la pandemia;
il mancato rispetto degli impegni contrattuali sulle forniture di vaccini richiede una reazione europea forte e coordinata;
in questo quadro, il 2 marzo 2021 è stato notificato da parte italiana ad AstraZeneca il diniego all'esportazione verso l'Australia di 250.700 dosi di vaccino sulla base del Regolamento UE 2021/111 della Commissione europea;
è urgente avviare investimenti per rendere l'Europa autosufficiente nella realizzazione e produzione di vaccini e, a questo fine, il 12 marzo scorso è stato concluso il primo contratto tra un'azienda italiana e un'azienda titolare di un brevetto e la Commissione europea ha istituito una task force, guidata dal commissario al mercato unico Thierry Breton, per rafforzare la produzione continentale;
il 4 marzo 2021, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha incontrato a Roma il commissario UE Thierry Breton responsabile della task force europea sui vaccini, per discutere del piano europeo di rafforzamento per la produzione di vaccini;
il 17 marzo 2021, la Commissione europea ha adottato la Comunicazione «Un percorso comune per una riapertura sicura e duratura» per rafforzare il lavoro comune verso riaperture coordinate anche ricorrendo allo strumento dei "certificati verdi digitali" che entri in vigore entro giugno. In particolare, la proposta della Commissione prevede l'introduzione di uno strumento unico, interoperabile e riconosciuto in tutta l'Unione, per agevolare gradualmente la libera circolazione sicura dei cittadini nell'UE durante la pandemia di Covid-19;
questi strumenti sono utili ed importanti anzitutto per il ripristino delle condizioni di agibilità dei cittadini, e per favorire inoltre la ripresa economica e il turismo estivo, ove la situazione epidemiologica lo consentirà, nel rispetto della protezione dei dati e della privacy e senza l'introduzione di discriminazioni;
gli sforzi europei si iscrivono nel contesto delle iniziative globali per superare la pandemia e a questo fine l'UE e i Paesi europei partecipano al dispositivo COVAX per assicurare lo sviluppo, la produzione e un accesso equo ed universale ai vaccini anti Covid-19;
l'Italia è impegnata in prima fila a sostegno del contrasto globale alla pandemia con l'organizzazione del "Global health summit" il 21 maggio 2021 e con la Presidenza del G20;
considerato che:
con riguardo ai temi economici e in particolare al mercato unico, alla politica industriale, alla trasformazione digitale e al semestre europeo 2021, il Consiglio europeo discuterà le priorità fondamentali ed esaminerà la "bussola per il digitale", compresi gli obiettivi fissati per il 2030;
per l'Italia resta essenziale che i co-legislatori europei procedano rapidamente sul pacchetto di proposte sui servizi digitali presentato dalla Commissione europea il 15 dicembre 2020. Il pacchetto è composto da: la proposta di regolamento sul mercato unico per i servizi digitali che modifica la direttiva 2000/31/CE; la proposta di regolamento sui mercati contendibili ed equi nel settore digitale; la proposta di regolamento cosiddetta "data governance act". I tre strumenti potranno rafforzare il mercato unico dei servizi creando un spazio digitale sicuro e capace di stimolare l'innovazione e la competitività;
in quest'ottica, la Commissione europea ha presentato lo scorso 9 marzo una strategia per la trasformazione digitale dell'Europa, che tradurrà in termini concreti le ambizioni digitali dell'UE per il 2030, attraverso quattro settori cardine: competenze, infrastrutture digitali sicure e sostenibili, trasformazione digitale delle imprese, digitalizzazione dei servizi pubblici;
la digitalizzazione dell'economia pone l'inderogabile esigenza di affrontare le sfide derivanti da una capacità di tassazione digitale che sia efficace e giusta;
l'Italia sostiene tutti gli sforzi che in questo senso si stanno intraprendendo nel quadro dell'OCSE, confermando al tempo stesso l'importanza di procedere da parte dell'Unione europea qualora non sia possibile addivenire a una soluzione in un contesto multilaterale quale quello offerto dall'OCSE;
il Consiglio europeo discuterà le priorità per il semestre europeo 2021 e i leader saranno invitati ad approvare la raccomandazione sulla politica economica della zona euro;
il 3 marzo 2021, la Commissione europea ha adottato la Comunicazione su un approccio aggiornato nei confronti della risposta della politica di bilancio UE alla pandemia di coronavirus;
sulla base di questa Comunicazione, preliminarmente si evince che la clausola di salvaguardia generale si continuerebbe ad applicare nel 2022 e verrebbe disattivata a partire dal 2023;
rilevato che:
il Consiglio europeo discuterà della situazione nel Mediterraneo orientale sulla base del rapporto sulle relazioni UE-Turchia presentato dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e la Commissione europea a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020;
desta profonda preoccupazione la decisione di privare il membro del Partito democratico dei popoli (Hdp) della Grande assemblea nazionale turca, Omer Faruk Gergerlioglu, del suo seggio parlamentare e della sua immunità parlamentare e per la sua imminente incarcerazione, che segue quella di numerosi parlamentari di quel partito, nonché per la causa avviata dal procuratore della Corte di cassazione che chiede la chiusura dell'Hdp, cosa che priverebbe, come hanno dichiarato l'alto rappresentante Josep Borrell e il commissario all'allargamento Olivier Varhelyi, milioni di cittadini turchi dei loro diritti democratici;
è di questi giorni la decisione del Governo del presidente turco Erdogan di ritirare l'adesione dalla Convenzione, che venne approvata dai Governi del Consiglio d'Europa l'11 maggio del 2011 a Istanbul, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, e che tale scelta ha provocato una forte presa di posizione sia a livello nazionale che internazionale di cui l'Europa non può non farsi carico,
impegna, quindi, il Governo:
sulla lotta al Covid-19, a rafforzare la strategia europea per i vaccini volta a garantire la produzione e la distribuzione di vaccini sicuri ed efficaci, nonché proseguire sulla strada del coordinamento a livello europeo, in quanto un approccio comune e condiviso da tutti gli Stati membri è senz'altro auspicabile per garantire il successo della strategia europea contro la pandemia e di tutte le iniziative volte a contrastare la diffusione del virus;
ad assicurare, in raccordo con la Commissione europea, lo sviluppo della capacità industriale interna all'Unione europea e rafforzando il suo potenziale di ricerca con la nascita dell'incubatore HERA nonché quella mirante alla produzione di vaccini Covid-19 nel territorio italiano;
a sostenere progetti che mirino all'autosufficienza europea nella creazione e produzione di vaccini anche attraverso strumenti di partenariato pubblico-privato;
a continuare ad operare in stretto coordinamento con la Commissione europea per la corretta applicazione del Regolamento UE 2021/442, ai fini di assicurare che le compagnie farmaceutiche che abbiano sottoscritto con la Commissione accordi di pre-acquisto di vaccini agiscano in maniera trasparente e nel rispetto degli impegni presi, sia dal punto di vista della tempistica delle consegne che della quantità di vaccini promesse e effettivamente fornite;
a lavorare in ambito europeo per accelerare le procedure di autorizzazione dei vaccini in tempo di emergenza pandemica senza far venir meno gli standard di sicurezza e qualità;
a sostenere i lavori tecnici sulla proposta legislativa europea in materia di "certificati verdi digitali" al fine di consentire, nel rispetto della protezione dei dati e della privacy e senza l'introduzione di discriminazioni, una riapertura sicura e duratura della circolazione all'interno dei confini europei, contemperando le esigenze legate alla libertà di movimento delle persone con la prioritaria garanzia della salute pubblica;
a proseguire gli sforzi in ambito europeo per supportare gli strumenti di solidarietà internazionale nei confronti dei Paesi terzi ed in particolare di quelli vulnerabili, a partire dalla COVAX facility, per assicurare un equo ed efficace accesso ai vaccini su scala globale, senza mai far venir meno la massima credibilità e priorità dell'Unione nei confronti dei propri cittadini, cui deve essere garantito l'accesso al vaccino nel più breve tempo possibile;
ad adoperarsi nel quadro dell'Unione europea e dell'OMC affinché il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, ivi comprese le flessibilità offerte dall'accordo TRIPS, possa sostenere al meglio l'accesso universale ed equo ai vaccini e ai trattamenti Covid-19. In questo contesto, operare in seno all'Unione europea affinché l'OMC possa derogare temporaneamente per i vaccini anti-Covid 19 al regime ordinario dell'accordo TRIPS sui brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale, tenendo conto dell'equilibrio tra la protezione della proprietà intellettuale e l'accesso universale diffuso ai vaccini ed ai farmaci anti-Covid-19, con l'obiettivo di fornire una risposta robusta e rapida alla pandemia;
ad agire sia in ambito UE che OMC per trovare soluzioni che facilitino la collaborazione con l'industria farmaceutica al fine di aumentare la capacità di produzione dei vaccini Covid-19 in tutto il mondo, attraverso accordi di licenza anche al fine di esportare i vaccini in qualsiasi Paese a basso e medio reddito senza capacità di produzione;
a confermare l'obiettivo di un graduale ritiro delle misure restrittive alla libera circolazione in Europa, sempre alla luce della situazione epidemiologica;
ad affermare il ruolo centrale degli strumenti messi in campo da "next generation EU" per stimolare la ripresa economica fortemente compromessa dalla pandemia;
a ribadire l'importanza di una trasformazione economica guidata dalla transizione verde e digitale che sia coesa e inclusiva, con particolare riguardo alle politiche a favore della parità di genere e dei giovani, incentivando la diffusione di tecnologie digitali pulite e contribuendo alla visione e agli obiettivi del decennio digitale europeo;
a garantire lo sviluppo di un mercato unico dei servizi digitali basato sulla tutela della proprietà intellettuale e sul contrasto ai contenuti illegali;
a riaffermare l'importanza, in vista della Conferenza sul futuro dell'Europa che si apre a maggio, della discussione sulle riforme politiche ed istituzionali necessarie a rilanciare e rafforzare il processo di integrazione comunitario, al consolidamento del ruolo del Parlamento europeo;
a ribadire altresì la necessità di promuovere, in ragione dell'attuale periodo di sospensione per l'emergenza Covid, una revisione sostanziale dello stesso meccanismo del patto di stabilità e crescita, prima della sua reintroduzione nel 2023, che tenga conto delle conseguenze della pandemia e delle esigenze di ripresa socio-economica in ciascuno Stato membro, affiancando alle regole di stabilità di bilancio criteri di sostenibilità ambientale e sociale per favorire una crescita bilanciata, sostenibile e inclusiva;
a lavorare per la creazione di un bilancio dell'Unione europea che attribuisca all'Unione europea una capacità fiscale autonoma, indipendente dai bilanci nazionali, e che prefiguri una corresponsabilità del Parlamento europeo nella creazione di nuove risorse proprie UE non aggiuntive rispetto a quelle nazionali;
a confermare il ruolo della 'tassazione digitale' come strumento di riequilibro rispetto a posizioni dominanti;
a valorizzazione tutte le opportunità offerte dall'avvio degli "importanti progetti di interesse comune europeo" (IPCEI);
sulla Turchia, a sostenere l'avvio di un'agenda della UE con Ankara, condizionata a un forte impegno turco a dialogare costruttivamente con Bruxelles anche in materia di diritti umani e di tutela delle minoranze e delle opposizioni - vista la recente e grave decisione turca di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne e la violenza domestica e la procedura di scioglimento del Partito democratico dei popoli (HDP) - nonché all'astensione da provocazioni nei confronti di Stati membri; inoltre, a valutare il proprio assenso ad accordi finanziari, di partenariato e di cooperazione con il Governo turco anche in base all'impegno dello stesso a tornare alla citata Convenzione di Istanbul dell'11 maggio 2011, ciò al fine di evitare possibili escalation - con potenziale pregiudizio per tutte le parti - e di preservare gli spazi politici per collaborazioni in settori strategici a partire dalla migrazione e dalla lotta contro il terrorismo.
(6-00178) n. 5 (24 marzo 2021)
Ciriani, Rauti, Balboni, Barbaro, Calandrini, de Bertoldi, De Carlo, Drago, Fazzolari, Garnero Santanchè, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Nastri, Petrenga, Ruspandini, Totaro, Urso, Zaffini.
Respinta
Il Senato,
in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 25 e 26 marzo 2021, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
premesso che:
al primo punto dell'ordine del giorno si prevede di esaminare la situazione relativa alla diffusione dei vaccini e alla situazione epidemiologica per fornire una risposta coordinata alla crisi pandemica;
lo scorso 25 febbraio i Capi di Stato e di Governo hanno discusso in videoconferenza dell'attuale situazione della pandemia di Covid-19 e della preparazione alle minacce per la salute trovandosi d'accordo sulla necessità di accelerare con urgenza l'autorizzazione, la produzione e la distribuzione dei vaccini, nonché le campagne di vaccinazione, invitando a proseguire i lavori relativi a un approccio comune ai certificati di vaccinazione e, alla luce delle nuove varianti, a mantenere le restrizioni sui viaggi non essenziali;
nonostante 27 Governi dell'Unione e tutte le forze politiche del Parlamento europeo abbiano sostenuto l'opportunità di una gestione centralizzata dei vaccini, per evitare il rialzo dei prezzi e la corsa all'approvvigionamento, nella realtà si è assistito al fallimento dell'azione comune che non è stata capace di impedire i deplorevoli ritardi nelle autorizzazioni, di procedere con una distribuzione razionale delle dosi tra cittadini europei e Paesi extra-UE, di pretendere chiarezza delle norme e delle clausole contenute nei contratti stipulati con le case farmaceutiche tanto che la Commissione europea non è, ad oggi, in grado di farli rispettare ma, soprattutto, ha ingaggiato una trattativa sul prezzo dei vaccini che ha compromesso il rispetto della puntualità delle forniture degli stessi ai Paesi UE, trovando le aziende farmaceutiche più conveniente inviarli prima a chi ha corrisposto il prezzo più alto;
secondo l'ultimo aggiornamento del piano di approvvigionamento e distribuzione dei vaccini diffuso, il 3 marzo 2021, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Italia, entro il 30 del mese in corso, dovrebbe ricevere oltre 15 milioni di vaccini, cui dovrebbero aggiungersene altri 53 milioni a giugno, aspettative che, tutto lascia pensare, saranno disattese per le ragioni suesposte;
si ritiene necessario procedere immediatamente ad una rinegoziazione dei prezzi di acquisto dei vaccini e ad una puntuale revisione delle clausole contrattuali, tale da garantire il rispetto dei termini delle consegne e delle quantità previste;
il "pass verde digitale", presentato dalla Commissione europea e per cui è stata richiesta la procedura di urgenza, può essere una efficace risposta alla necessità invocata di poter riprendere a viaggiare senza necessità di sottoporsi a quarantene e di salvare i flussi turistici previsti per la prossima estate a patto che sia realmente garantita la possibilità di vaccinarsi a chiunque ne faccia richiesta;
il secondo punto dell'ordine del giorno prevede la discussione delle priorità fondamentali per il mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia;
nonostante lo scorso 21 settembre 2020 il Consiglio abbia invitato gli Stati membri a migliorare l'attuazione e l'applicazione delle norme del mercato unico e a rimuovere gli ostacoli agli scambi transfrontalieri nell'UE e nell'incontro straordinario dell'1 e 2 ottobre 2020 i leader dell'UE hanno sottolineato la necessità di tornare quanto prima a un mercato unico pienamente funzionante, ad oggi esistono evidenti differenze di trattamento tra gli Stati membri (si pensi ai continui blocchi unilaterali della circolazione al confine italo-austriaco del Brennero, dove ai soli autotrasportatori italiani viene chiesto il rispetto delle procedure anticovid, o all'intenzione di adottare sistemi di etichettatura fronte-pacco con sistema a semaforo, denominata «Nutricore», fortemente discriminatoria avverso ai prodotti italiani o alla prossima probabile procedura d'infrazione contro l'Italia relativa all'estensione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo);
si ritiene necessario promuovere e difendere fermamente gli interessi strategici nazionali nelle relazioni tanto con gli Stati membri che con gli Stati extra-UE;
con riferimento alla trasformazione digitale, verranno esaminati la "bussola per il digitale" (digital compass) che definirà le ambizioni digitali concrete dell'UE all'orizzonte 2030 ed i lavori in materia di tassazione del digitale;
il Consiglio europeo discuterà, altresì, le priorità per il semestre europeo 2021 da esprimersi in una raccomandazione sulla politica economica della zona euro;
il terzo punto dell'ordine del giorno riguarda la politica estera, prevista ed, in particolare, la situazione nel Mediterraneo orientale e le relazioni UE-Turchia a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020;
la stabilità del bacino di tutto il Mediterraneo, e in special modo del quadrante orientale, deve essere un obiettivo strategico per l'Unione europea e le recenti tensioni mostrano una certa regressione dell'influenza europea su questa area geografica cruciale per l'Italia e per l'Europa lasciando spazio ad altre potenze di occupare settori strategici sia in termini economici che di sicurezza (tra queste si segnala il recente attivismo della Turchia che mette seriamente a rischio gli interessi nazionali ed europei, oltre che impedire una seria opera di blocco dei flussi migratori dalle sponde libiche a quelle italiane);
in tema di Mediterraneo orientale, le conclusioni del Consiglio europeo sulle relazioni esterne hanno già condannato fermamente le violazioni dei diritti sovrani nei confronti della Repubblica di Cipro e della Grecia e posto gli obiettivi per la lotta al terrorismo e all'estremismo violento;
negli ultimi dieci anni l'UE ha finanziato con più di 5 miliardi i progetti finalizzati all'adesione della Turchia (somme cui devono aggiungersi gli ingenti stanziamenti per fermare i flussi di immigrati mediorientali), la quale si è invece sempre più allontanata dall'Europa e dagli standard europei, mostrando un atteggiamento abbastanza benevolo verso il fondamentalismo e verso l'Islam politico mentre ha continuato a provocare la Grecia e Cipro, al contempo svolgendo un ruolo sempre più influente in Libia, nella logica di un neo-ottomanesimo che va energicamente respinto;
in tema di sicurezza, la perdita della leadership e la fine dell'esperienza territoriale dell'Isis stanno provocando una modifica delle modalità operative delle organizzazioni estremiste, che sfruttano la tratta del Mediterraneo e le vie dell'immigrazione illegale per arrivare sul suolo europeo;
va ribadita la necessità di sovrapporre il tema dell'immigrazione clandestina con le tematiche relative alla sicurezza, ricordando che l'unica garanzia di tenuta del sistema Schengen si basa su un capillare e rigoroso controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea;
attenzione va data alle attività di interferenza delle organizzazioni non governative durante le operazioni di contrasto all'immigrazione clandestina o di salvataggio in mare, che cagionano, in molti casi, un rallentamento delle operazioni stesse oltre che la necessità di utilizzare per altro scopo risorse umane ed economiche per altro già insufficienti alla missione assegnata,
impegna il Governo:
con riferimento alle questioni sanitarie,
a definire un efficace "piano vaccini", per tutta la popolazione, che preveda adeguate e tempestive forniture alle Regioni, in linea con i rispettivi piani vaccinali, le quali debbono individuare tutte le strutture idonee per la custodia, la conservazione e la somministrazione dei vaccini antagonisti al Covid-19;
a definire con le medesime modalità distributive il piano nazionale per i test rapidi nella misura di almeno 700.000 test al giorno, includendo nel suddetto piano l'utilizzo della sanità militare;
ad esentare, almeno fino al termine della pandemia, il pagamento dell'IVA per i test Covid-19, i farmaci per le cure del Covid-19 nonché tutti i dispositivi di protezione individuale;
a garantire - a livello europeo, come a livello nazionale - il rispetto dei criteri di sicurezza, universalità e gratuità del vaccino e l'uniformità delle priorità di vaccinazione in tutto il territorio nazionale;
pur rispettando i principi di precauzione e la normativa vigente, ad adoperarsi affinché venga garantito il diritto a rientrare in Italia per i nostri concittadini residenti all'estero, e a permettere la libera circolazione delle merci favorendo così le nostre imprese;
a chiedere con forza l'immediata rinegoziazione degli accordi di fornitura e dei prezzi di acquisto dei vaccini prevedendo chiare e puntuali clausole contrattuali tali da garantire quantità e puntualità delle consegne;
a non aderire alla guerra industriale e geopolitica per conto terzi cui si è prestata l'Europa, ricorrendo ai vaccini validati dalla comunità scientifica e dalle agenzie regolatorie quale che sia il Paese che li ha sviluppati, come, ad esempio, il caso dello Sputnik-V;
ad attivare, con la massima solerzia, il progetto relativo al "pass verde digitale" affinchè si possa tornare a viaggiare senza quarantene e dar fiato, così, al settore turistico-alberghiero e a tutto l'indotto, gravemente colpiti dall'assenza dei flussi turistici stranieri, garantendo, al contempo, la possibilità di vaccinarsi a chiunque ne faccia richiesta;
con riferimento alla politica economica della zona euro ed alla trasformazione digitale,
a pretendere l'applicazione, pratica e concreta, del proposito espresso da tutti i leader dell'UE nell'incontro straordinario dell'1 e 2 ottobre 2020 volto a migliorare l'attuazione e l'applicazione delle norme del mercato unico e a rimuovere gli ostacoli agli scambi transfrontalieri nell'UE;
a sostenere in modo visibile ed esplicito la necessità di nuove regole economiche e finanziarie finalizzate a proseguire con le politiche espansive, prorogando la sospensione del patto di stabilità e del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato fino a fine pandemia, revisionando il fiscal compact e sospendendo prontamente le nuove normative sul default dei creditori che rischiano di causare una bomba sociale non appena finiranno le proroghe sui mutui;
a sostenere una tassazione dei giganti del web commisurata ai servizi erogati agli utenti di ogni singola nazione, mettendo così fine a un privilegio fiscale ingiustificato;
con riferimento alle misure per il mercato interno,
a difendere fermamente gli interessi strategici nazionali nelle relazioni tanto con gli Stati membri che con gli Stati extra-UE;
a richiedere con risolutezza che cessino i blocchi unilaterali della circolazione, di volta in volta motivati da ragioni ambientali o di profilassi, al confine italo-austriaco del Brennero ai danni degli autotrasportatori italiani che percorrono il valico da Sud a Nord;
ad adottare tutte le azioni possibili per evitare l'adozione a livello comunitario dell'etichettatura obbligatoria fronte-pacco con sistema a semaforo, denominata Nutriscore, che risulta non fondata su solide basi scientifiche e discriminatoria nei confronti di numerosi prodotti di qualità che sono alla base della "dieta mediterranea";
ad attivare i più alti canali politico-diplomatici per assicurare una corretta interpretazione delle norme concernenti le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, le quali sono di tutta evidenza concessioni di beni e non di servizi, e per ciò stesso dovrebbero essere escluse dall'ambito di applicazione della direttiva Bolkestein. Ciò riaffermato, a richiedere immediatamente alla Commissione, di interrompere la procedura di messa in mora dell'Italia avviata con la missiva dello scorso 3 dicembre 2020, consentendo quindi la piena attuazione delle previsioni della legge n. 145 del 2018 e l'avvio di un riordino definitivo della materia, al fine di porre termine al caos giurisprudenziale originato da numerose e contrastanti sentenze o iniziative dell'Antitrust;
con riferimento alla politica estera ed in particolare alla situazione del Mediterraneo orientale,
a perseguire ogni tipologia di azione unilaterale esterna contraria agli interessi dell'UE e che violino il diritto internazionale e i diritti sovrani degli Stati membri;
a contrastare in ogni modo possibile il traffico di esseri umani, anche alla luce della grave crisi economica che sta colpendo l'Italia e l'Unione europea e a porre in cima alle varie riforme in materia di immigrazione e sicurezza il principio del disincentivo alla partenza come priorità per l'approccio a tale materia;
ad adoperarsi affinché i finanziatori diretti ed indiretti delle organizzazioni non governative operanti nel Mar Mediterraneo siano tracciabili e di pubblico accesso;
a impegnarsi affinché le organizzazioni non governative siano obbligate a seguire i protocolli predisposti dall'agenzia europea Frontex e dalle competenti autorità civili e militari operanti nel bacino del Mediterraneo;
a sostenere conseguentemente la creazione nei Paesi di transito e partenza di appositi centri in cui avviare gli immigrati al fine verificare subito l'eventuale sussistenza dei requisiti richiesti per essere ammessi alla concessione del diritto d'asilo;
ad impegnarsi in ambito europeo all'effettivo rispetto della direttiva sui rimpatri e degli accordi di riammissione stipulati anche a livello comunitario sostenendo una loro implementazione, nonché ad ottenere le adeguate risorse finanziarie onde procedere ai respingimenti e rimpatri degli immigrati irregolari;
ad adoperarsi per la revoca immediata dello status di Paese candidato alla pre-adesione alla Turchia e all'interruzione di tutti gli stanziamenti in corso .
Allegato B
Integrazione all'intervento della senatrice Cirinnà nella discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri
Il Parlamento europeo, con l'approvazione recente della risoluzione che proclama l'Europa zona di libertà per le persone LGBT+ (e non dalle persone LGBT+), ha provato a mettere un argine, ribadendo che la pari dignità di tutte le persone è parte integrante dell'identità politica e culturale dell'Europa, e che non c'è spazio per la discriminazione e la violenza omotransfobica.
Anche qui una speranza in più per tutti noi che, in Italia, ancora aspettiamo l'approvazione della legge contro l'omotransfobia (e anche su questo, presidente Draghi, mi permetto di rivolgere un appello a lei, al Governo e a tutto il Senato: non possiamo più aspettare!)
Presidente Draghi: tra pochi giorni prenderà parte al Consiglio europeo. Adesso è necessario che anche i Governi degli Stati membri facciano la loro parte, sostenendo la risoluzione del Parlamento europeo e prendendo sul serio queste minacce alla libertà e all'eguaglianza.
Ed è fondamentale che, in questo percorso, l'Italia faccia sentire la propria voce senza esitare, senza avere paura, senza timidezze. Per farlo, però, deve poter essere pienamente credibile, anche all'interno. Le rivolgo allora un appello: sia il portavoce di un'Italia coerentemente europea.
Perché vedete, l'Europa non è soltanto l'Europa dei bilanci, e non è nemmeno soltanto la sacrosanta Europa della solidarietà e del Next generation EU. L'Europa è anche e soprattutto l'Europa dei diritti. E questo Governo, che nasce nel segno dell'europeismo, quell'europeismo dovrebbe prenderlo sul serio, sempre. Anche quando il nome dell'Europa si spende in mezzo al mare, o sulle coste dell'isola di Lampedusa. Anche quando si parla di cittadinanza. Anche quando si parla di diritti e di eguaglianza.
Integrazione all'intervento del senatore Mautone nella discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri
Ribadisco l'importanza fondamentale di una costante e capillare campagna di informazione e di sensibilizzazione, capace di raggiungere tutti i cittadini con un messaggio che era di fiducia, il cui "motivo conduttore" deve essere sempre: i vaccini sono fondamentali ed indispensabili, ma occorre osservare sempre le misure di protezione.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Alderisi, Barachini, Battistoni, Bellanova, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Campagna, Cario, Cattaneo, Centinaio, Cerno, De Poli, Di Marzio, Floridia, Galliani, Mallegni, Malpezzi, Masini, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Pichetto Fratin, Pittella, Presutto, Pucciarelli, Romano, Ronzulli, Sciascia, Segre, Serafini e Sileri.
Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Borghesi, Castaldi, Di Micco, Girotto, Pizzol e Ricciardi.
Senato, composizione
La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari nella seduta del 17 marzo 2021 ha verificato non essere contestabili le seguenti elezioni nei collegi uninominali e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, le ha dichiarate valide:
nella regione Abruzzo:
Primo Di Nicola e Gaetano Quagliariello;
nella regione Basilicata:
Saverio De Bonis;
nella regione Calabria:
Margherita Corrado, Nicola Morra, Marco Siclari e Gelsomina Vono;
nella regione Campania:
Maria Domenica Castellone, Francesco Castiello, Andrea Cioffi, Danila De Lucia, Ugo Grassi, Virginia La Mura, Raffaele Mautone, Vilma Moronese, Paola Nugnes, Sandro Ruotolo e Francesco Urraro;
nella regione Emilia Romagna:
Alberto Balboni, Antonio Barboni, Pier Ferdinando Casini, Stefano Collina, Stefano Corti, Vanna Iori, Pietro Pisani e Maria Saponara;
nella regione Friuli Venezia Giulia:
Luca Ciriani e Laura Stabile;
nella regione Lazio:
Francesco Battistoni, Paola Binetti, Emma Bonino, Claudio Fazzone, Umberto Fusco, Giulia Lupo, Massimo Ruspandini, Antonio Saccone, Pierpaolo Sileri e Paola Taverna;
nella regione Liguria:
Mattia Crucioli, Stefania Pucciarelli e Paolo Ripamonti;
nella regione Lombardia:
Stefano Borghesi, Stefano Candiani, Maria Cristina Cantù, Gian Marco Centinaio, Tommaso Cerno, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, Antonella Faggi, Maria Alessandra Gallone, Daniela Garnero Santanchè, Ignazio La Russa, Adriano Paroli, Emanuele Pellegrini, Simona Pergreffi, Isabella Rauti, Erica Rivolta, Paolo Romani, Licia Ronzulli e Salvatore Sciascia;
nella regione Marche:
Donatella Agostinelli, Mauro Coltorti e Giorgio Fede;
nella regione Molise:
Luigi Di Marzio;
nella regione Piemonte:
Massimo Vittorio Berutti, Marzia Casolati, Roberta Ferrero, Mauro Antonio Donato Laus, Gaetano Nastri, Marco Perosino, Gilberto Pichetto Fratin e Maria Virginia Tiraboschi;
nella regione Puglia:
Gianmauro Dell'Olio, Pasqua L'Abbate, Barbara Lezzi, Marco Pellegrini, Angela Anna Bruna Piarulli, Ruggiero Quarto, Iunio Valerio Romano e Mario Turco;
nella regione Sardegna:
Carlo Doria, Emiliano Fenu e Giovanni Marilotti;
nella regione Sicilia:
Nunzia Catalfo, Grazia D'Angelo, Stanislao Di Piazza, Tiziana Carmela Rosaria Drago, Pietro Lorefice, Gaspare Antonio Marinello, Francesco Mollame, Giuseppe Pisani e Loredana Russo;
nella regione Toscana:
Roberto Berardi, Patrizio Giacomo La Pietra, Massimo Mallegni, Riccardo Nencini, Dario Parrini, Matteo Renzi e Rosellina Sbrana;
nella regione Trentino Alto Adige:
Gianclaudio Bressa, Donatella Conzatti, Andrea De Bertoldi, Meinhard Durnwalder, Elena Testor e Juliane Unterberger;
nella regione Umbria:
Valeria Alessandrini e Francesco Zaffini;
nella regione Valle D'Aosta:
Albert Lanièce;
nella regione Veneto:
Maria Elisabetta Alberti Casellati, Massimo Candura, Luca De Carlo, Antonio De Poli, Sonia Fregolent, Niccolò Ghedini, Erika Stefani, Roberta Toffanin e Paolo Tosato.
Gruppi parlamentari, variazioni nella composizione
Il senatore Comincini, con lettera in data 22 marzo 2021, ha comunicato di cessare di far parte del Gruppo Italia Viva - P.S.I. e di aderire al Gruppo parlamentare Partito democratico.
Il Presidente del Gruppo Partito democratico ha accettato tale adesione.
La senatrice Drago, con lettera in data 18 marzo 2021, ha comunicato di cessare di far parte del Gruppo Misto e di aderire al Gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.
Il Presidente del Gruppo Fratelli d'Italia ha accettato tale adesione.
Commissioni permanenti, variazioni nella composizione
Il Presidente del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione, con lettera in data 18 marzo 2021, ha comunicato le seguenti variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti:
6a Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore Saviane;
13a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore Saviane.
Il Presidente del Gruppo parlamentare Partito Democratico ha comunicato che il senatore Comincini entra a far parte della 13a Commissione permanente. Conseguentemente il predetto senatore cessa di appartenere alla 5a Commissione permanente.
Commissioni permanenti, approvazione di documenti
La 4a Commissione permanente (Difesa), nella seduta del 10 marzo 2021, ha approvato una risoluzione, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulle prospettive della riabilitazione storica dei militari italiani fucilati durante la Prima guerra mondiale (Doc. XXIV, n. 31).
Il predetto documento è stato inviato al Ministro della difesa.
La 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport), nella seduta del 16 marzo 2021, ha approvato una risoluzione, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sull'adozione di misure di salvaguardia e tutela di piazza San marco a Venezia, con specifico riferimento al progetto per la protezione dell'insula di piazza San Marco dalle maree fino a 110 cm (Doc. XXIV, n. 32).
Il predetto documento è stato inviato al Ministro della cultura, al Ministro della transizione ecologica e al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
La 12a Commissione permanente (Igiene e sanità), nella seduta del 17 marzo 2021, ha approvato una risoluzione, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato relativo al tema della terapia del dolore e delle cure palliative (Doc. XXIV, n. 33).
Il predetto documento è stato inviato al Ministro della salute.
La 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare), nella seduta del 17 marzo 2021, ha approvato una risoluzione, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sul fenomeno della cosiddetta "moria del kiwi" (Doc. XXIV, n. 34).
Il predetto documento è stato inviato al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
Commissioni permanenti, trasmissione di documenti
In data 23 marzo 2021 è stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 11a Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), approvata nella seduta del 16 marzo 2021, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea (COM(2020) 682 definitivo) (Doc. XVIII, n. 22).
Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati, nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, variazioni nella composizione
Il Presidente della Camera dei deputati ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi la deputata Laura Cavandoli, in sostituzione del deputato Alessandro Morelli, entrato a far parte del Governo.
Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, variazioni nella composizione
Il Presidente del Senato, in data 18 marzo 2021, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, il senatore Carlo Doria in sostituzione della senatrice Tiziana Nisini, entrata a far parte del Governo.
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
Ministro degli affari esteri e coop. inter.le
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 (1142-B)
(presentato in data 24/03/2021)
S.1142 approvato dal Senato della Repubblica C.2231 approvato con modificazioni dalla Camera dei deputati;
Ministro degli affari esteri e coop. inter.le
Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 (1143-B)
(presentato in data 24/03/2021)
S.1143 approvato dal Senato della Repubblica C.2232 approvato con modificazioni dalla Camera dei deputati;
Ministro degli affari esteri e coop. inter.le
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017 (2155)
(presentato in data 24/03/2021)
C.1768 approvato dalla Camera dei deputati;
Ministro degli affari esteri e coop. inter.le
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (2156)
(presentato in data 24/03/2021)
C.2415 approvato dalla Camera dei deputati.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatori Mautone Raffaele, Lorefice Pietro, Castellone Maria Domenica, De Lucia Danila, Croatti Marco, Trentacoste Fabrizio, Gaudiano Felicia, Ricciardi Sabrina, L'Abbate Patty, Pirro Elisa, Pellegrini Marco, Fede Giorgio, Russo Loredana, Turco Mario, Vaccaro Sergio, Angrisani Luisa
Istituzione della figura dell'infermiere scolastico (2141)
(presentato in data 16/03/2021);
senatori Mantovani Maria Laura, Castellone Maria Domenica, D'Angelo Grazia, De Lucia Danila, Di Girolamo Gabriella, Donno Daniela, Gaudiano Felicia, L'Abbate Patty, Lanzi Gabriele, Maiorino Alessandra, Montevecchi Michela, Pavanelli Emma, Piarulli Angela Anna Bruna, Pirro Elisa, Presutto Vincenzo, Romagnoli Sergio, Romano Iunio Valerio, Russo Loredana, Turco Mario, Vanin Orietta
Istituzione della Rete di interconnessione unica nazionale dell'istruzione "UNIRE" (2142)
(presentato in data 17/03/2021);
DDL Costituzionale
senatore Giro Francesco Maria
Modifica all'articolo 114 della Costituzione in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica (2143)
(presentato in data 18/03/2021);
Presidente del Consiglio dei ministri
Ministro dell'economia e finanze
Ministro del lavoro e politiche sociali
Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (2144)
(presentato in data 22/03/2021);
senatori Ostellari Andrea, Pillon Simone, Pellegrini Emanuele, Urraro Francesco, Pepe Pasquale, Arrigoni Paolo, Alessandrini Valeria, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Briziarelli Luca, Bruzzone Francesco, Calderoli Roberto, Campari Maurizio, Candura Massimo, Cantu' Maria Cristina, Casolati Marzia, Corti Stefano, De Vecchis William, Doria Carlo, Faggi Antonella, Ferrero Roberta, Fregolent Sonia, Fusco Umberto, Grassi Ugo, Iwobi Tony Chike, Lucidi Stefano, Lunesu Michelina, Marin Raffaella Fiormaria, Marti Roberto, Montani Enrico, Pazzaglini Giuliano, Pergreffi Simona, Pianasso Cesare, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Pizzol Nadia, Riccardi Alessandra, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Saviane Paolo, Sbrana Rosellina, Siri Armando, Testor Elena, Tosato Paolo, Vallardi Gianpaolo, Vescovi Manuel, Zuliani Cristiano
Modifiche all'articolo 323 del codice penale, in materia di reato di abuso d'ufficio (2145)
(presentato in data 22/03/2021);
senatori Pizzol Nadia, Candura Massimo, Ostellari Andrea, Saviane Paolo, Tosato Paolo, Vallardi Gianpaolo, Zuliani Cristiano, Alessandrini Valeria, Arrigoni Paolo, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Briziarelli Luca, Bruzzone Francesco, Calderoli Roberto, Campari Maurizio, Cantu' Maria Cristina, Casolati Marzia, Corti Stefano, De Vecchis William, Doria Carlo, Faggi Antonella, Ferrero Roberta, Fusco Umberto, Grassi Ugo, Iwobi Tony Chike, Lucidi Stefano, Lunesu Michelina, Marin Raffaella Fiormaria, Marti Roberto, Montani Enrico, Pazzaglini Giuliano, Pellegrini Emanuele, Pepe Pasquale, Pergreffi Simona, Pianasso Cesare, Pillon Simone, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Riccardi Alessandra, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Romeo Massimiliano, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Sbrana Rosellina, Siri Armando, Testor Elena, Urraro Francesco, Vescovi Manuel
Riforma della legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna (2146)
(presentato in data 22/03/2021);
senatori Verducci Francesco, Rampi Roberto, Astorre Bruno, Boldrini Paola, Cirinna' Monica, D'Alfonso Luciano, D'Arienzo Vincenzo, Fedeli Valeria, Ferrazzi Andrea, Giacobbe Francesco, Iori Vanna, Laus Mauro Antonio Donato, Margiotta Salvatore, Parrini Dario, Pittella Gianni, Rojc Tatjana, Rossomando Anna, Stefano Dario, Taricco Mino, Valente Valeria
Norme per il riconoscimento e il sostegno delle imprese cinematografiche e audiovisive indipendenti (2147)
(presentato in data 23/03/2021);
senatrice Evangelista Elvira Lucia
Modifiche al codice di procedura penale in materia di arresto facoltativo in flagranza per il delitto di cui all'articolo 387-bis del codice penale (2148)
(presentato in data 23/03/2021);
senatore Romano Iunio Valerio
Istituzione della qualifica di dirigente superiore nell'ambito della carriera dirigenziale penitenziaria (2149)
(presentato in data 23/03/2021);
senatori Ferrazzi Andrea, Boldrini Paola, Astorre Bruno, Biti Caterina, Cerno Tommaso, Cirinna' Monica, Collina Stefano, D'Alfonso Luciano, D'Arienzo Vincenzo, De Poli Antonio, Fedeli Valeria, Giacobbe Francesco, Iori Vanna, Laus Mauro Antonio Donato, Pinotti Roberta, Pittella Gianni, Rojc Tatjana, Stefano Dario, Taricco Mino, Verducci Francesco
Disposizioni in favore degli orfani delle vittime di Covid-19 (2150)
(presentato in data 23/03/2021);
senatori Verducci Francesco, Rampi Roberto, Collina Stefano, D'Alfonso Luciano, D'Arienzo Vincenzo, Ferrazzi Andrea, Iori Vanna, Laus Mauro Antonio Donato, Manca Daniele, Rojc Tatjana
Norme per il riconoscimento dei Teatri storici delle Marche (2151)
(presentato in data 23/03/2021);
senatori Urraro Francesco, Salvini Matteo, Briziarelli Luca, Romeo Massimiliano, Arrigoni Paolo, Bruzzone Francesco, Pazzaglini Giuliano, Alessandrini Valeria, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Calderoli Roberto, Campari Maurizio, Candiani Stefano, Candura Massimo, Cantu' Maria Cristina, Casolati Marzia, Corti Stefano, De Vecchis William, Doria Carlo, Faggi Antonella, Ferrero Roberta, Fregolent Sonia, Fusco Umberto, Grassi Ugo, Iwobi Tony Chike, Lucidi Stefano, Lunesu Michelina, Marin Raffaella Fiormaria, Marti Roberto, Montani Enrico, Ostellari Andrea, Pellegrini Emanuele, Pepe Pasquale, Pergreffi Simona, Pianasso Cesare, Pillon Simone, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Pizzol Nadia, Riccardi Alessandra, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Saviane Paolo, Sbrana Rosellina, Siri Armando, Testor Elena, Tosato Paolo, Vallardi Gianpaolo, Vescovi Manuel, Zuliani Cristiano
Istituzione della "Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'inquinamento ambientale" (2152)
(presentato in data 24/03/2021);
senatori Cantu' Maria Cristina, Romeo Massimiliano, Candiani Stefano, Fregolent Sonia, Doria Carlo, Lunesu Michelina, Marin Raffaella Fiormaria, Alessandrini Valeria, Arrigoni Paolo, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Briziarelli Luca, Bruzzone Francesco, Calderoli Roberto, Campari Maurizio, Candura Massimo, Casolati Marzia, Corti Stefano, De Vecchis William, Faggi Antonella, Ferrero Roberta, Fusco Umberto, Grassi Ugo, Iwobi Tony Chike, Lucidi Stefano, Marti Roberto, Montani Enrico, Ostellari Andrea, Pazzaglini Giuliano, Pellegrini Emanuele, Pepe Pasquale, Pergreffi Simona, Pianasso Cesare, Pillon Simone, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Pizzol Nadia, Riccardi Alessandra, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Saviane Paolo, Sbrana Rosellina, Siri Armando, Testor Elena, Tosato Paolo, Urraro Francesco, Vallardi Gianpaolo, Vescovi Manuel, Zuliani Cristiano
Riordino del sistema preospedaliero e ospedaliero di emergenza-urgenza sanitaria (2153)
(presentato in data 24/03/2021);
senatori Nencini Riccardo, Cangini Andrea, De Lucia Danila, Iannone Antonio, Laniece Albert, Rampi Roberto, Sbrollini Daniela, Verducci Francesco
Istituzione della Giornata nazionale dello Spettacolo (2154)
(presentato in data 24/03/2021).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
sen. Auddino Giuseppe
Modifiche alla legge 7 agosto 1990, n. 241, in materia di diritto di accesso ai documenti amministrativi (2017)
previ pareri delle Commissioni 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 23/03/2021);
2ª Commissione permanente Giustizia
sen. Grasso Pietro
Modifiche alla legge 24 marzo 1958, n. 195, in materia di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura (2119)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 18/03/2021);
2ª Commissione permanente Giustizia
sen. Balboni Alberto ed altri
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'organizzazione e sull'attività delle correnti all'interno della magistratura, su eventuali influenze illecite nell'attribuzione di incarichi direttivi e nel funzionamento del Consiglio superiore della magistratura nonché sul ruolo esercitato dal magistrato Luca Palamara (2097)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 23/03/2021);
3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione
sen. Alderisi Francesca
Istituzione della Giornata nazionale della rete diplomatico-consolare italiana nel mondo (1942)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali)
(assegnato in data 22/03/2021);
5ª Commissione permanente Bilancio
Regione Sardegna
Misure straordinarie finalizzate alla compensazione dei costi dell'insularità della Sardegna (2084)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 18/03/2021);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
sen. Ricciardi Sabrina
Disposizioni per l'introduzione di nuovi strumenti di sostegno all'economia anche a seguito dell'attuale emergenza epidemiologica da COVID-19 (1945)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo)
(assegnato in data 22/03/2021);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
sen. Toffanin Roberta ed altri
Disposizioni in materia di certificazione e di compensazione dei crediti con la pubblica amministrazione (2014)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Mantovani Maria Laura ed altri
Norme per la concessione di prestiti d'onore volti alla riqualificazione professionale dei lavoratori in stato di disoccupazione immatricolati ai corsi di laurea in scienze, tecnologie, ingegneria e matematica (2069)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 18/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
Regione Sicilia
Abolizione del numero chiuso per l'accesso ai corsi universitari. Abrogazione della legge 2 agosto 1999, n. 264 (2085)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 12ª (Igiene e sanita'), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 18/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Nencini Riccardo ed altri
Disposizioni sul riconoscimento della figura professionale dell'artista e sul settore creativo (2127)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Granato Bianca Laura
Modifica alla legge 10 marzo 2000, n. 62, in materia di obblighi di pubblicazione riguardanti le scuole paritarie (1890)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Barbaro Claudio
Tutela e valorizzazione della lingua italiana (1993)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Trentacoste Fabrizio ed altri
Disposizioni per l'impiego di archeologi, di storici dell'arte e di professionisti dei beni culturali nell'esercizio della programmazione e della pianificazione territoriale e urbanistica degli enti locali (2089)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
sen. Borgonzoni Lucia
Disposizioni in favore delle attrici e degli attori professionisti e delle produzioni teatrali, nonché istituzione del liceo delle arti e dei mestieri dello spettacolo (2090)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare
sen. Caligiuri Fulvia Michela ed altri
Disposizioni finalizzate alla concessione di contributi per l'estinzione e il consolidamento di passività onerose delle imprese agricole (2063)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 10ª (Industria, commercio, turismo), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 18/03/2021);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
sen. Quarto Ruggiero
Disposizioni in materia di prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di dipendenza patologica (2062)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 18/03/2021);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
sen. Alessandrini Valeria ed altri
Disposizioni in materia di consegna di medicinali per il trattamento degli stati di tossicodipendenza da oppiacei da parte delle strutture pubbliche o private autorizzate ai pazienti in trattamento (1969)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
sen. Boldrini Paola
Riordino del profilo professionale e della formazione dell'operatore socio-sanitario (2071)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
sen. Fregolent Sonia
Disposizioni a favore delle attività di ricerca clinica per l'ottimizzazione delle attività assistenziali a favore dei pazienti affetti da malattie rare della retina (2080)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
Commissioni 8ª e 10ª riunite
sen. Croatti Marco
Disposizioni in materia di rilancio della produzione di autocaravan e del turismo all'aria aperta (1985)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 18/03/2021);
Commissioni 9ª e 11ª riunite
sen. Naturale Gisella ed altri
Disposizioni per la tutela del comparto agricolo (2024)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/03/2021).
In sede referente
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
sen. Taverna Paola
Modifica all'articolo 31 della Costituzione, in materia di tutela degli anziani (1694)
(assegnato in data 22/03/2021);
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
sen. De Bonis Saverio
Modifica all'articolo 71 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti (1974)
previ pareri delle Commissioni 5ª (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
sen. Santangelo Vincenzo
Disposizioni in materia di espressione del voto fuori del comune di residenza in occasione dei referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione e delle elezioni europee (2096)
previ pareri delle Commissioni 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 23/03/2021);
3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione
Gov. Conte-II: Ministro affari esteri e coop. inter.le Di Maio ed altri
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020 (2131)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
C.2786 approvato dalla Camera dei deputati
(assegnato in data 18/03/2021);
3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione
Gov. Conte-II: Ministro affari esteri e coop. inter.le Di Maio ed altri
Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020 (2132)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
C.2842 approvato dalla Camera dei deputati
(assegnato in data 22/03/2021);
4ª Commissione permanente Difesa
sen. Donno Daniela
Delega al Governo per la revisione della normativa in materia di reclutamento dei volontari in ferma prefissata nelle Forze armate (2038)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 23/03/2021);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
sen. Turco Mario ed altri
Disposizioni in materia di tassazione sugli strumenti finanziari e delega al Governo per la revisione delle relative aliquote fiscali (1442)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 23/03/2021);
9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare
dep. Gadda Maria Chiara ed altri
Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico (988)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 12ª (Igiene e sanita'), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
C.290 approvato in testo unificato dalla Camera dei deputati (T.U. con C.410, C.1314, C.1386)
Già deferito in sede deliberante, alla 9ª Commissione permanente (Agricoltura), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 35, comma 2, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.; precedentemente deferito in sede redigente, alla 9ª Commissione permanente (Agricoltura)
(assegnato in data 23/03/2021);
10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo
sen. Mallegni Massimo
Delega al Governo in materia di turismo (2112)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 12ª (Igiene e sanita'), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
11ª Commissione permanente Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
sen. Taverna Paola
Delega al Governo in materia di tutela e valorizzazione degli anziani (1695)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 12ª (Igiene e sanita'), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021);
Commissioni 2ª e 11ª riunite
sen. Fedeli Valeria
Disposizioni per la tutela della dignità e della libertà della persona contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro (655)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 12ª (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali
Già deferito in sede redigente, alla 11ª Commissione permanente (Lavoro)
(assegnato in data 22/03/2021);
Commissioni 2ª e 11ª riunite
sen. Rizzotti Maria ed altri
Disposizioni per il contrasto delle molestie sessuali e degli atti vessatori in ambito lavorativo (1628)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia)
(assegnato in data 22/03/2021);
Commissioni 5ª e 6ª riunite
Gov. Draghi-I: Pres. Consiglio Draghi, Ministro economia e finanze Franco ed altri
Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (2144)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 4ª (Difesa), 5ª (Bilancio) (per i profili di copertura finanziaria), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 12ª (Igiene e sanita'), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 23/03/2021).
Disegni di legge, nuova assegnazione
10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo
in sede redigente
sen. Nencini Riccardo ed altri
Disposizioni per la produzione e la definizione del gelato artigianale italiano di alta qualità nonché per la definizione della figura professionale dell'artigiana gelatiera e dell'artigiano gelatiere (1939)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare)
Già assegnato, in sede redigente, alla 9ª Commissione permanente (Agricoltura)
(assegnato in data 22/03/2021);
Commissioni 2ª e 11ª riunite
in sede redigente
sen. Romano Iunio Valerio ed altri
Disposizioni in materia di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (2052)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già assegnato, in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia)
(assegnato in data 22/03/2021).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 17/03/2021 la 9ª Commissione permanente Agricoltura ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Dep. Cenni Susanna ed altri "Disposizioni in materia di limitazioni alla vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari e di divieto delle aste a doppio ribasso per l'acquisto dei medesimi prodotti. Delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione" (1373)
(presentato in data 28/06/2019) C.1549 approvato dalla Camera dei deputati.
Inchieste parlamentari, annunzio di presentazione di proposte
In data 17 marzo 2021 è stata presentata la seguente proposta di modificazione del Regolamento d'iniziativa del senatore:
Zanda. - "Modifica degli articoli 12, 14, 15, 16, 18, 19, 21, 22, 40, 53, 54, 55, 56, 84, 100, 102-bis, 109, 127, 135-bis, 135-ter, 139-bis, 151, 151-bis, 161, nonché introduzione dell'articolo 20-bis" (Doc. II, n. 7).
Inchieste parlamentari, deferimento
In data 22 marzo 2021 è stata deferita, in sede redigente, la seguente proposta d'inchiesta parlamentare:
alla 2a Commissione permanente (Giustizia):
Bernini e altri - "Istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della giustizia", previ pareri della 1a e della 5a Commissione permanente (Doc. XXII, n. 26).
In data 22 marzo 2021 è stata deferita, in sede redigente, la seguente proposta d'inchiesta parlamentare:
alla 11a Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):
Toffanin e altri - "Istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione delle misure anticrisi, adottate a seguito dell'emergenza da COVID-19, da parte dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale (INPS)", previ pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione permanente (Doc. XXII, n. 27).
Affari assegnati
In data 19 marzo 2021 è stato deferito alla 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare), ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, l'affare relativo alla problematica inerente alla flavescenza dorata della vite (Atto n. 756).
Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 17 marzo 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, come convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112 - la proposta di nomina del Generale di divisione Mauro Cipolletta a Direttore generale del Grande progetto Pompei fino al 30 giugno 2021 (n. 82) e la proposta di nomina del Generale di brigata Giovanni Di Blasio a Vice Direttore generale vicario dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 (n. 83).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono state deferite - in data 23 marzo 2021 - alla 7ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 12 aprile 2021.
Governo, trasmissione di atti
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 marzo 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 marzo 2021 recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in ordine alla notifica della società Fastweb Spa, avente ad oggetto acquisto di CPE 5G Askey e ZTE e di servizi professionali quali supporto alla validazione, training, supporto Tecnico tramite TAC (Technical Assistance Center).
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 758).
Il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ha trasmesso, con lettera in data 2 marzo 2021, la relazione, predisposta ai sensi dell'articolo 2, comma 10, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 febbraio 2014, n. 60, sull'attività svolta dal Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura, aggiornata al 31 dicembre 2020.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 2a Commissione permanente (Atto n. 757).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 17 marzo 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, in ordine alla notifica 2021/0153/I relativa al "Progetto di disciplinare di produzione avicoli-carne e progetto di modifica del disciplinare di produzione del latte crudo di bufala del sistema di qualità "Qualità verificata" (legge regionale Veneto 12/2001)" (Atto n. 760). La predetta documentazione è deferita alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente.
Con lettera in data 16 marzo 2021 il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 8 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi del decreto del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento del consiglio comunale di Camposano (Napoli).
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio - Un percorso comune per una riapertura in sicurezza e duratura (COM(2021) 129 definitivo), alla 12a Commissione permanente e, per il parere, alle Commissioni 1a, 3a e 14a.
Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel periodo dall'11 gennaio al 7 marzo 2021, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 - atti e documenti dell'Unione europea.
Nel medesimo periodo, la Commissione europea ha inviato atti e documenti da essa adottati.
L'elenco dei predetti atti e documenti, disponibili presso l'Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea, è trasmesso alle Commissioni permanenti.
Autorità nazionale anticorruzione, trasmissione di atti. Deferimento
Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 18 marzo 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettere c) e d), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, la segnalazione n. 1 del 2021, approvata con delibera n. 204 del 9 marzo 2021, concernente l'articolo 13 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 2a e alla 8a Commissione permanente (Atto n. 759).
Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento
La Corte costituzionale ha trasmesso, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, la sentenza n. 41 del 25 gennaio 2021, depositata il successivo 17 marzo, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71 e 72 del decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69 (Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia), convertito, con modificazioni, in legge 9 agosto 2013, n. 98, nella parte in cui non prevedono che essi si applichino fino a quando non sarà completato il riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria nei tempi stabiliti dall'art. 32 del decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116 (Riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace, nonché disciplina transitoria relativa ai magistrati onorari in servizio, a norma della legge 28 aprile 2016, n. 57).
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a e alla 2a Commissione permanente (Doc. VII, n. 101).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
Il Presidente della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 16 marzo 2021, ha trasmesso la deliberazione n. 5/2021/G concernente "Quadro programmatico dei controlli sulla gestione delle amministrazioni dello Stato per l'anno 2021 e nel contesto triennale 2021-2023".
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Atto n. 746).
Il Presidente della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 22 marzo 2021, ha trasmesso la deliberazione n. 6/2021/G concernente "Il sistema italiano di prevenzione e contrasto dell'inquinamento marino derivante da sversamenti di idrocarburi e di altre sostanze tossico-nocive".
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Atto n. 761).
Regioni e province autonome, trasmissione di relazioni. Deferimento
Il Difensore civico della Regione Piemonte, con lettera in data 17 marzo 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2020.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente (Doc. CXXVIII, n. 21).
Assemblea parlamentare della NATO, variazioni nella composizione della delegazione parlamentare italiana
Il Presidente della Camera dei deputati, in data 18 marzo 2021, ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO il deputato Guglielmo Picchi, in sostituzione del deputato Giancarlo Giorgetti, dimissionario.
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 24 marzo 2021, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:
la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione per agevolare la libera circolazione durante la pandemia di COVID-19 (certificato verde digitale) (COM(2021) 130 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; la scadenza del termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo è fissata al 18 maggio 2021. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 12a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 1a, 3a, 8a e 14a;
la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all'interno dell'Unione (rifusione) (COM(2021) 85 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto, già deferito per i profili di merito, è deferito alla 14ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; la scadenza del termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo è fissata al 18 maggio 2021.
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
Il signor Francesco Porta da Vittuone (Milano) chiede che sia consentito il riscatto a fini pensionistici dei periodi di tirocinio propedeutici all'esercizio di professioni sanitarie (Petizione n. 786, assegnata alla 11aCommissione permanente);
il signor Maurizio Manzione da Polla (Salerno) chiede l'eliminazione dell'imposta di bollo su buoni e libretti postali (Petizione n. 787, assegnata alla 6aCommissione permanente);
il signor Antonio Sorrento, Presidente dell'Associazione PIN - Partite IVA Nazionali, chiede:
l'adozione urgente di provvedimenti di ristoro a favore dei proprietari di immobili che abbiano subito un nocumento dalla sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili di cui alla legge 26 febbraio 2021, n. 21 (Petizione n. 788, assegnata alla 5a Commissione permanente);
la previsione di misure economiche di sostegno alle Società sportive dilettantistiche e alle Associazioni sportive dilettantistiche colpite dai provvedimenti di chiusura per ragioni sanitarie in relazione all'emergenza relativa al virus COVID-19 (Petizione n. 789, assegnata alla 5a Commissione permanente);
il signor Antonio Rotolo da Montecatini (Pistoia) chiede provvedimenti legislativi urgenti a tutela della proprietà e, in particolare, a tutela dei proprietari di immobili in relazione alle disposizioni che hanno stabilito la sospensione degli sfratti a causa dell'emergenza legata al virus COVID-19 (Petizione n. 790, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Paola Cavaliere, portavoce dell'O.S.A. (Organizzazione Sindacale Avvocati) e numerosi altri cittadini chiedono, alla luce dei provvedimenti legislativi emanati per fronteggiare la situazione epidemiologica in atto, interventi immediati per la messa in sicurezza del Palazzo di Giustizia e dell'Ufficio del Giudice di Pace di Genova nonché il potenziamento degli strumenti telematici per la trattazione delle udienze da remoto (Petizione n. 791, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Pier Angelo Pini da Gottolengo (Brescia) chiede disposizioni volte ad evitare abusi in relazione allo strumento del c.d. Super Cashback e propone un diverso meccanismo di distribuzione delle predette risorse (Petizione n. 792, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Giuseppe Sala da Pozzoleone (Vicenza) chiede disposizioni volte a prevedere che l'inidoneità sopravvenuta del lavoratore allo svolgimento della mansione a causa della mancata tutela della salute da parte del datore di lavoro non possa costituire motivo di licenziamento del dipendente, il quale dovrà invece essere risarcito per il danno subito (Petizione n. 793, assegnata alla 11aCommissione permanente);
la signora Valeria Antezza da Ginosa (Taranto) chiede l'eliminazione della disparità di trattamento tra lavoratori del settore pubblico e privato e tra i diversi comparti del settore pubblico in relazione alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale per i dipendenti pubblici di cui all'articolo 1, comma 58, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Petizione n. 794, assegnata alla 11a Commissione permanente);
i signori Antonio Zoppetti da Milano, Daniele Tarricone da Corato (Bari), Giorgio Cantoni da Cernusco sul Naviglio (Milano) ed altri cittadini chiedono provvedimenti legislativi a tutela e promozione della lingua italiana (Petizione n. 795, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Gennaro Mastrantuono da Giugliano in Campania (Napoli) chiede che l'istituto degli assegni familiari continui ad essere calcolato sulla base dei redditi da lavoro e non dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) nonché l'istituzione del quoziente familiare (Petizione n. 796, assegnata alla 11a Commissione permanente);
la signora Franca Biglio, Sindaco del comune di Marsaglia (Cuneo) e Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia (A.N.P.C.I.), il signor Vittorio Grillo, Sindaco del Comune di Terzo (Alessandria), il signor Luigino Testi, Sindaco del Comune di Casape (Roma), il signor Renzo Lusardi, Sindaco del Comune di Tornolo (Parma), il signor Paolo Francesco Campanella, Sindaco del Comune di Castelluccio Inferiore (Potenza), il signor Massimo Biancardi, Sindaco del Comune di Castelnovo Bariano (Rovigo), il signor Antonio Armano, Sindaco del Comune di Oviglio (Alessandria) e il signor Giuseppe Isola, Sindaco del Comune di Rovegno (Genova) chiedono l'eliminazione del limite del doppio mandato consecutivo per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 5000 abitanti o, in subordine, del limite del terzo mandato consecutivo per i comuni con popolazione fino a 3000 abitanti; il ripristino della sottoscrizione delle liste elettorali nei comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti; lo scorporo, ai fini del quorum, dal numero degli elettori dei residenti all'estero nel caso di presentazione di una sola lista elezioni amministrative comunali (Petizione n. 797, assegnata alla 1a Commissione permanente).
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
I senatori Abate, Angrisani, Corrado, De Petris, Mantero, Ortis e Pacifico hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-02337 della senatrice Granato.
I senatori Mautone, Romano, Piarulli e Presutto hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-05079 della senatrice L'Abbate ed altri.
I senatori La Pietra, De Carlo, Garnero Santanchè, Urso, Totaro, Rauti, Balboni, Nastri, Calandrini, Zaffini e Petrenga hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-05094 del senatore Fazzolari.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 18 febbraio al 24 marzo 2021)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 98
ARRIGONI ed altri: sulla definizione del programma nazionale per la gestione dei rifiuti (4-04414) (risp. CINGOLANI, ministro della transizione ecologica)
CASOLATI ed altri: sulle conseguenze del blocco della circolazione in Piemonte (4-04473) (risp. CINGOLANI, ministro della transizione ecologica)
DORIA ed altri: sulla bonifica e la riqualificazione industriale del sito di interesse nazionale di Porto Torres (Sassari) (4-04424) (risp. CINGOLANI, ministro della transizione ecologica)
LEONE ed altri: su alcune irregolarità riscontrate a seguito dell'accertamento ispettivo presso il Comune di Castelvetrano (Trapani) (4-01347) (risp. CASTELLI, vice ministro dell'economia e delle finanze)
Mozioni, nuovo testo
La mozione 1-00328, della senatrice Parente ed altri, pubblicata il 16 marzo 2021, deve intendersi riformulata come segue:
PARENTE, FARAONE, RENZI, GARAVINI, CUCCA, BONIFAZI, CARBONE, COMINCINI, CONZATTI, GINETTI, GRIMANI, MAGORNO, MARINO, NENCINI, SBROLLINI, SUDANO, VONO -
Il Senato,
premesso che:
al momento in cui si scrive, l'indice R(t) nazionale è risalito in maniera significativa sopra l'1 rispetto alle settimane scorse e gran parte del Paese è in zona rossa e gli interventi di chiusura da ultimo apportati riusciranno a dare effetti unicamente tra una dozzina di giorni, mentre nei prossimi giorni si assisterà, inevitabilmente, ad un incremento del numero di casi;
il carico sanitario risulta essere profondamente diverso se paragonato ad ottobre 2020 quando l'indice R(t) ebbe picchi superiori ai dati attuali, ma con numero di infetti decisamente più basso, pari a 50.000 unità, impiegando oltre un mese per raggiungere i 500.000 casi; la situazione odierna, sulla base delle osservazioni del dottor Roberto Battiston, responsabile dell'Osservatorio del dato epidemiologico dell'università di Trento, evidenzia invece un numero di 400.000 infetti con un numero di nuovi infetti in una sola settimana pari a 142.000 unità, un incremento paragonabile a quello di ottobre, quando però l'R(t) aveva intrapreso una curva discendente, con la conseguenza che vede oggi la curva di contagio salire in modo più rapido in proporzione all'indice, questo a causa dell'enorme quantità di infetti attivi presenti;
nelle province nelle quali si sono adottate misure di contenimento da circa 3 settimane, si è avuto modo di registrare un calo dell'indice R(t) a 1, soglia ritenuta dagli esperti come livello "tollerabile" di allerta;
il sistema sanitario nazionale, preso originariamente alla sprovvista durante la prima fase della situazione emergenziale, ha risposto nel miglior modo possibile alla richiesta di assistenza, ma la terza ondata rischia di trovare nuovamente le nostre strutture in affanno anche perché non sono state portate a compimento tutte le misure necessarie per rendere il sistema nazionale resiliente rispetto alle differenti fasi di decrescita e quindi ricrescita dei contagi;
il nuovo commissario straordinario per l'emergenza COVID-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha presentato il piano per la campagna vaccinale nazionale che ha caratteristiche di maggior ordine, con un'organizzazione e regia chiara in capo allo Stato e con una pianificazione dettagliata volta ad assicurare una somministrazione dei vaccini capillare ed omogenea su tutto il territorio nazionale, recuperando errori e ritardi registratisi nella prima fase di avvio della campagna vaccinale;
nonostante l'accelerazione che si intende offrire alla vaccinazione nazionale, sarà in ogni caso necessario attendere ancora qualche mese prima che gran parte della popolazione italiana possa ottenere il vaccino, raggiungendo in tal modo la tanto auspicata "immunità di gregge" che porterà il Paese fuori dalla crisi sanitaria;
prima di quel momento, sarà inevitabile la convivenza con il virus, con l'obiettivo principale di limitarne quanto più possibile i danni;
considerato che:
è indispensabile allineare maggiormente i numeri dei contagi con le misure restrittive connesse, evitando che il comitato tecnico scientifico (CTS) si trovi a fornire osservazioni su risultanze non strettamente connesse alla contingenza del momento, scongiurando il pericolo di un utilizzo di dati divenuti ormai obsoleti e, pertanto, non più utilizzabili quali parametro sul quale basare le decisioni da intraprendere;
le nuove varianti impongono una maggiore attenzione sul sequenziamento genomico delle mutazioni, rendendo necessaria una maggiore accuratezza nell'osservare le zone dove i contagi raggiungono un'incidenza più significativa, tale da richiedere misure di contenimento più stringenti;
la perdurante difficoltà economica che ha colpito le famiglie italiane risulta ulteriormente aggravata dalla circostanza che vede i cittadini costretti a dover pagare di tasca propria i tamponi; tale situazione risulta maggiormente preoccupante nei confronti delle persone potenzialmente venute a contatto con il virus che, in alcuni casi, proprio al fine di evitare i costi (anche in seguito allo scarso funzionamento e diffusione dell'app "Immuni" che avrebbe dovuto tracciare i contatti), si sottraggono al controllo di tipo volontario;
considerato inoltre che:
a seguito della diffusione del virus SARS-CoV-2, il personale scolastico e universitario, docente e non docente, rientra tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contagio e Piemonte, Toscana, Lazio, Campania e Puglia sono fra le Regioni che per prime hanno aperto le prenotazioni e le pratiche per la somministrazione del vaccino ad insegnanti e personale ATA della scuola e dell'università, ma tale possibilità riscontra delle differenze a livello regionale;
il Lazio, ad esempio, ha attivato un sistema che consente la prenotazione gratuita del vaccino anti COVID-19 per il personale scolastico e universitario. Tale vaccinazione, tuttavia, è destinata solamente ai residenti nella regione e non al personale scolastico che presti servizio nelle scuole laziali ma è residente in altre regioni;
così facendo il Lazio si troverà con dosi consistenti di vaccino parametrate al numero di prenotazioni, ma la somministrazione, sulla base della suddetta disciplina, potrà avvenire unicamente nei confronti degli insegnanti di ruolo residenti nella regione e non nei confronti di quelli che risiedono in regioni diverse ma che prestino comunque servizio nel Lazio;
in Campania, invece, gli istituti scolastici caricano gli elenchi del personale docente e ATA in servizio su una piattaforma dedicata, garantendo loro la possibilità di somministrazione del vaccino senza alcun riferimento alla residenza;
si evidenzia pertanto una differente disciplina in merito alla residenza dei beneficiari nelle diverse regioni ingenerando una discriminazione che penalizza i docenti che prestano servizio fuori dalla propria regione di residenza;
nel corso della seduta del 20 febbraio 2021, la Conferenza delle Regioni ha affrontato la problematica degli insegnanti pendolari ritenendo necessario che si debba garantire la vaccinazione a tutti gli insegnanti indipendentemente dalla regione in cui questi prestino servizio;
il domicilio lavorativo spesso non è coincidente con quello della residenza, e molte persone, qualora non dovessero essere fornite indicazioni differenti, saranno costrette a fare ritorno presso la propria residenza al fine di effettuare il vaccino, con evidenti problemi logistici e possibilità di contagio durante lo spostamento;
la macchinosità dell'attuale procedura di assegnazione del medico di base per gli studenti fuorisede e le difficoltà che questi dovrebbero affrontare qualora la vaccinazione potesse essere effettuata esclusivamente presso la regione di residenza rischierebbero parimenti di minare il raggiungimento di una campagna vaccinale inclusiva e capillare;
in questa fase delicata non è possibile neanche trascurare la condizione degli anziani, trasferitisi presso le abitazioni dei figli per esigenze di assistenza, che, pur essendo residenti in altre regioni, costituiscono tuttavia una categoria ad alto rischio e necessitano quindi di essere anch'essi vaccinati in concomitanza con i propri familiari conviventi;
rilevato che:
si rende necessario agire urgentemente sulle tre matrici che appaiono indispensabili al fine di un contenimento adeguato della diffusione del virus: dati epidemiologici aggiornati, sorveglianza attiva sui territori e protocolli aggiornati per le cure domiciliari;
il mancato controllo periodico e capillare della popolazione, oltre a non consentire al singolo di conoscere l'eventualità del contagio, non permette di interrompere la conseguente trasmissione del virus, in particolar modo nei casi di incubazione asintomatica;
studi e sperimentazioni effettuati anche da prestigiosi atenei italiani, i cui esiti sono stati pubblicati su riviste scientifiche di massimo standing, dimostrano come i testi salivari siano affidabili e, addirittura, particolarmente efficaci sugli asintomatici e su chi ha bassa carica virale;
nonostante i test salivari costituiscano un sistema diagnostico autosomministrabile (con conseguente sgravio di molto personale sanitario oggi prezioso per la campagna vaccinale), non invasivo e che consentirebbe di fare diagnosi precoce e sorveglianza attiva di massa in comunità strategiche come le scuole, ad oggi non è chiaro quali siano le procedure che i centri di ricerca sviluppatori debbano seguire per validare questa tipologia di test;
risulta quanto mai necessario rivedere il protocollo di cure domiciliari per i pazienti ammalati di COVID-19, anche alla luce della recente sentenza del TAR del Lazio con la quale si è contestata la nota di AIFA del 9 dicembre 2020 che prevedeva, nei primi giorni di malattia, la sola "vigile attesa", stabilendo, al contrario, la necessità da parte dei medici di prescrivere i farmaci che ritengano più opportuni, evitando di sottoporre a cure unicamente i pazienti che abbiano sviluppato una sintomatologia accentuata, prevenendo in tal modo l'eventuale aggravarsi della malattia;
rilevato inoltre che:
il Ministro della salute, in collaborazione con il commissario straordinario per l'emergenza, AIFA, ISS e AGENAS, ha reso note le raccomandazioni, pubblicate in data 8 febbraio 2021, con le quali si prevedeva, dopo il completamento della vaccinazione delle persone over 80, la precedenza alle "persone estremamente vulnerabili". Tra queste rientrano anche i soggetti con "condizioni neurologiche e disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica)" e tali condizioni erano poi specificamente definite nella tabella 2 delle raccomandazioni, prevedendo una serie di patrologie ma non menzionando numerose altre malattie rare o croniche con comorbilità del tutto equivalenti e disabilità altrettanto gravi;
in data 11 marzo la Conferenza unificata rendeva nota una nuova versione del documento curato da Ministero della salute, commissario straordinario, ISS, AGENAS e AIFA contenente importanti aggiornamenti che fanno convergere le raccomandazioni in merito alle priorità vaccinali verso un sistema basato sulle fasce di età, con l'obiettivo di accelerare l'attuazione del piano, considerata la necessità di somministrare, nel prossimo trimestre, circa 50 milioni di dosi;
le nuove raccomandazioni prevedono, dunque, di precedere prioritariamente e in parallelo con "la vaccinazione dei soggetti over 80 e dei soggetti con elevata fragilità" secondo le specifiche indicazioni della tabella 1 e 2 del documento;
in particolare, i soggetti con elevata fragilità da vaccinare con precedenza sono i pazienti con "patologie valutate come particolarmente critiche in quanto correlate al tasso di letalità associata a COVID-19 per danno d'organo preesistente o compromessa capacità di risposta immunitaria a SARS-CoV-2" (tabella 1) e le persone con disabilità gravi ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3, comma 3 (tabella 2);
la tabella 1 prevede anche, con riferimento ad alcune delle patologie ivi menzionate, la priorità vaccinale dei conviventi del paziente e specifica che, "nel caso di minori che rientrano nella definizione di estremamente vulnerabili e che non possono essere vaccinati per mancanza di vaccini indicati per la loro fascia di età", sussista l'indicazione di "vaccinare i relativi genitori/tutori/affidatari";
con riferimento alle persone con disabilità grave, la tabella 2 indica la precedenza vaccinale anche per "familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto" alla persona interessata, senza tuttavia la precisazione sui minori con disabilità grava espressamente prevista nella tabella 1, elemento che potrebbe indurre dubbi interpretativi;
le raccomandazioni prevedono, altresì, il completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, del personale docente e non docente, scolastico e universitario, delle forze armate, di polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali;
vengono poi identificate 4 categorie prioritarie successive in base all'età e alla presenza di condizioni patologiche;
le nuove raccomandazioni chiariscono i dubbi interpretativi e colmano le gravi carenze della versione precedente che avevano comportato il rischio che alcune Regioni includessero nelle categorie prioritarie soggetti individuati sulla base di criteri definiti in via autonoma e differenziata, con la conseguenza di trattamenti territoriali disomogenei e potenzialmente discriminatori, come ben evidenzia la lettera del Gruppo interparlamentare malattie rare indirizzata al Ministro della salute, e come da ultimo messo in luce anche dalla Corte costituzionale in una recente sentenza con la quale ha stabilito che la gestione della crisi pandemica appartiene al Governo e non alle Regioni, in quanto rientrante nell'esclusiva competenza statale relativa alla cosiddetta profilassi internazionale prevista ex art. 117, comma secondo, lettera q), della Costituzione;
nonostante tali chiarimenti, però, molte Regioni non si sono ancora adeguate alle nuove raccomandazioni e, in molti casi, non hanno ancora avviato la somministrazione, ma nemmeno il sistema di adesione e prenotazione per le vaccinazioni dei soggetti fragili, come individuati nelle tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni, né dei loro caregiver;
peraltro, anche tra le Regioni che hanno avviato le vaccinazioni delle persone estremamente vulnerabili risultano attivate modalità di reclutamento differenti (ad esempio attraverso le strutture dove sono in carico per le cure e le terapie, i medici di famiglia, la prenotazione on line), a volte distinte all'interno della stessa Regione a seconda della patologia interessata;
quanto alla vaccinazione dei caregiver, attualmente, non risultano attivate procedure di prenotazione nella maggior parte delle Regioni, con conseguente discrasia tra i tempi di vaccinazione della persona vulnerabile e di chi la assiste,
impegna il Governo:
1) a rivedere il metodo di rilevazione dei dati epidemiologici sul coronavirus per avere informazioni aggiornate, semplificando i parametri dell'indice R(t) e considerando, oltre all'incidenza, la prevalenza degli infetti, prevedendo altresì un sistema di catalogazione dei dati semplice e fruibile anche a livello comunale, al fine di evitare una sfasatura tra misure intraprese e attualità dei dati, con l'obiettivo di intraprendere decisioni quanto più veloci e tempestive rispetto a situazioni localizzate;
2) a prevedere un "piano nazionale di sorveglianza attiva" con uno screening capillare e gratuito della popolazione, rivolto principalmente ai più giovani, sia nelle scuole quanto nelle università, evitando che i costi dei tamponi acuiscano le diseguaglianze sociali, con parte della popolazione portata ad evitare il controllo per non sobbarcarsi le relative spese;
3) a indicare procedure chiare e trasparenti ai fini della validazione di ulteriori strumenti diagnostici del COVID-19, quali i tamponi salivari, che possano essere utilizzati anche ai fini del "piano nazionale di sorveglianza attiva" citato;
4) a supportare un piano di monitoraggio delle varianti per bloccare con misure tempestive e territoriali la circolazione del virus evitando il diffondersi delle sue mutazioni e scongiurando il rischio di inefficacia dei vaccini;
5) ad implementare il piano vaccinale del commissario straordinario, superando le differenze e discriminazioni che l'attuale assetto comporta tra le diverse Regioni, anche alla luce delle indicazioni della Corte costituzionale, stabilendo al contempo che le priorità vaccinali per gli over 80 e per i pazienti estremamente vulnerabili, ivi incluse le persone con disabilità grave ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3, comma 3, come individuate dalle tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni approvate dalla Conferenza unificata dell'11 marzo 2021, siano pienamente e tempestivamente applicate da tutte le Regioni in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, includendo altresì categorie altamente a rischio che, ad oggi, rimangono escluse dal comparto prioritario, come gli operatori del settore funebre;
6) a garantire che, in concomitanza con la vaccinazione delle categorie a rischio, sia effettuata la vaccinazione anche dei loro conviventi e caregiver, secondo quanto stabilito nelle tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni, definendo criteri di reclutamento e adesione di tali soggetti alla campagna vaccinale uniformi su tutto il territorio nazionale e assicurando la priorità di vaccinazione anche ai caregiver dei minori con disabilità grave ai sensi della legge n. 104 del 1992 per i quali, allo stato, non è possibile la vaccinazione;
7) a consentire la vaccinazione degli over 80 che si trovano presso le abitazioni dei figli per motivi di assistenza familiare, prescindendo dal luogo di residenza;
8) a consentire anche al personale scolastico e universitario di essere vaccinato indipendentemente dalla residenza o dal luogo in cui presti servizio, allargando la medesima possibilità anche nei confronti degli studenti universitari o lavoratori, consentendo loro di effettuare la vaccinazione contro il SARS-COV-2 gratuitamente e presso il servizio sanitario della Regione ove sono impegnati negli studi o per lavoro, evitando complicati e disfunzionali ritorni presso la regione di residenza;
9) a consentire la possibilità di vaccinazione anche per gli italiani all'estero che si trovino temporaneamente in Italia qualora appartenenti alle categorie prioritarie previste dalla normativa nazionale, estendendo il diritto a tutti gli italiani iscritti all'AIRE, secondo le tempistiche previste per le medesime categorie di soggetti residenti in Italia;
10) a favorire la vaccinazione nei luoghi di lavoro, quando, per le dimensioni degli stessi, questi siano dotati di un presidio medico, e a coinvolgere nell'erogazione dei vaccini anche strutture sanitarie private, accreditate e non, tramite apposite convenzioni;
11) a istituire un organismo che stabilisca un protocollo di cure domiciliari per i pazienti affetti da COVID-19;
12) ad organizzare una comunicazione istituzionale trasparente rispetto ai diversi tipi di vaccino da somministrare, con una chiara rappresentazione delle motivazioni che sottendono alle diverse scelte di vaccino per categorie, anche alla luce delle recenti vicende legate al ritiro, a scopo precauzionale da parte di AIFA, di una tipologia vaccinale;
13) a valutare l'opportunità di istituire una guardia sanitaria nazionale per i rischi connessi a future emergenze, tramite la predisposizione di un corpo specializzato da attivarsi nei casi di riacutizzazione dell'emergenza sanitaria, spostando il paradigma da un approccio "reattivo", tipico dell'attesa passiva di eventi morbigeni, a un sistema "proattivo", improntato sul paradigma della prevenzione.
(1-00328) (Testo 2)
Mozioni
VERDUCCI, SEGRE, ALFIERI, CIRINNA', FEDELI, PARRINI, VALENTE, ROSSOMANDO, PITTELLA, GIACOBBE, BITI, BOLDRINI, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FERRAZZI, IORI, MANCA, MARGIOTTA, PINOTTI, STEFANO, TARICCO, ROJC, DE PETRIS, UNTERBERGER, LANIECE, MONTEVECCHI, NUGNES, SBROLLINI, SAPONARA, RICHETTI, RUSSO, MARILOTTI, RUOTOLO, DE LUCIA, NANNICINI, ASTORRE - Il Senato,
premesso che:
il 7 febbraio 2020, l'attivista e ricercatore egiziano Patrick George Zaki è stato prelevato dagli agenti dell'Agenzia di sicurezza nazionale egiziana all'aeroporto del Cairo e arrestato;
i pubblici ministeri della corte di Mansoura, sua città natale, hanno ordinato la detenzione preventiva, contestandogli i reati di "istigazione a proteste e propaganda di terrorismo sul proprio profilo Facebook", ovvero l'aver pubblicato notizie false con l'intento di disturbare la pace sociale, di aver incitato proteste contro l'autorità pubblica, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano usando i social network e di aver istigato alla violenza e al terrorismo;
al momento dell'arresto Zaki stava frequentando un master internazionale in Studi di genere all'università di Bologna ed era attivista presso l'organizzazione non governativa "Egyptian initiative for personal rights", una delle ultime organizzazioni indipendenti per i diritti umani attiva in Egitto;
secondo quanto riferito dai suoi avvocati, Patrick George Zaki è stato sottoposto a un interrogatorio di 17 ore da parte dell'Agenzia per la sicurezza nazionale egiziana prima di essere trasferito a Mansoura, dove è stato picchiato e torturato con scariche elettriche prima di poter vedere i suoi legali;
dopo più di un anno Patrick Zaki non è stato sottoposto ad alcun processo e lo scorso 1° marzo la sua detenzione cautelare è stata prolungata di ulteriori 45 giorni sebbene la sua situazione sanitaria sia particolarmente critica;
infatti, in una lettera inviata alla famiglia il 12 dicembre 2020 Zaki ha fatto sapere di essere molto provato dalla detenzione. "Ho ancora problemi alla schiena, ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio. Il mio stato mentale non è un granché dall'ultima udienza. Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici a Bologna. Mi mancano molto la mia casa lì, le strade e l'università";
considerato che:
"Amnesty international" denuncia da anni come le autorità egiziane facciano sistematicamente ricorso a misure repressive contro manifestanti e presunti dissidenti, tra cui sparizioni forzate, arresti di massa, tortura e altri maltrattamenti, uso eccessivo della forza e pesanti provvedimenti restrittivi della libertà personale;
secondo il loro rapporto "Permanent state of exception", il ruolo della Procura suprema per la sicurezza dello Stato (SSSP), un ramo speciale del pubblico ministero responsabile di perseguire i crimini che riguardano la "sicurezza dello Stato", ha subito una significativa espansione nel sistema giudiziario egiziano, giustificata dalle autorità come risposta ad attacchi violenti da parte di gruppi armati nel Paese. Tuttavia, secondo quanto invece riportato dal predetto rapporto, la SSSP svolgerebbe un ruolo centrale nella repressione guidata dalle autorità egiziane;
come denunciato da diverse organizzazioni internazionali il sistema messo in atto consiste spesso nell'utilizzare il pretesto dell'antiterrorismo per imprigionare e mettere a tacere i critici e gli oppositori o presunti tali, detenuti per mesi e talvolta anni;
secondo quanto riportato da "Human rights watch", dal colpo di Stato militare del 2013 ad oggi le autorità egiziane hanno inserito circa 3.000 persone negli elenchi terroristici, condannato a morte 3.000 persone e incarcerate 60.000. Solo nel 2020, diverse organizzazioni della società civile hanno stimato che l'Egitto abbia eseguito almeno 110 condanne a morte. Una media dunque di una ogni 3 giorni circa;
considerato, inoltre che:
il 18 dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato una proposta di risoluzione comune sulle violazioni dei diritti umani in Egitto, invitando gli Stati membri prendere in considerazione misure restrittive mirate nei confronti di funzionari egiziani di alto livello responsabili delle violazioni più gravi nel Paese. I deputati dell'Europarlamento hanno chiesto la scarcerazione immediata e incondizionata di Patrick Zaki e di diversi altri prigionieri politici, oltre che l'attuazione di una reazione diplomatica ferma, rapida e coordinata da parte dell'Unione;
la proposta di risoluzione "invita l'UE, al fine di negoziare nuove priorità del partenariato, a stabilire chiari parametri di riferimento che subordinino l'ulteriore cooperazione con l'Egitto al conseguimento di progressi nelle riforme delle istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e dei diritti umani, e a integrare la questione dei diritti umani in tutti i colloqui con le autorità egiziane";
infine "deplora il tentativo delle autorità egiziane di fuorviare e ostacolare i progressi nelle indagini sul rapimento, sulle torture e sull'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni nel 2016; esprime il proprio rammarico per il continuo rifiuto delle autorità egiziane di fornire alle autorità italiane tutti i documenti e le informazioni necessari per consentire un'indagine rapida, trasparente e imparziale sull'omicidio di Giulio Regeni, conformemente agli obblighi internazionali dell'Egitto; chiede all'UE e agli Stati membri di esortare le autorità egiziane a collaborare pienamente con le autorità giudiziarie italiane, ponendo fine al loro rifiuto di inviare gli indirizzi di residenza, come richiesto dalla legge italiana, dei quattro indagati segnalati dai pubblici ministeri di Roma, al termine dell'indagine, affinché possano essere formalmente incriminati e nell'ambito di un processo equo in Italia; ammonisce le autorità egiziane da eventuali ritorsioni nei confronti dei testimoni o della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF) e dei suoi legali";
il 12 marzo 2021 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha espresso in una nota "profonda preoccupazione per la traiettoria assunta dai diritti umani in Egitto". I 31 Paesi firmatari, inclusi gli Stati Uniti e l'Italia, hanno chiesto allo Stato egiziano di porre fine alla persecuzione di attivisti, giornalisti e oppositori politici, e il loro immediato rilascio;
rilevato infine che:
in quest'anno si sono succedute diverse manifestazioni volte ad ottenere la liberazione di Patrick Zaki. In particolare, il Comune di Bologna lo ha nominato cittadino onorario e una petizione di più di 160.000 firme raccolte dagli attivisti di diverse realtà ha chiesto il riconoscimento della cittadinanza italiana per Zaki;
inoltre, il 21 dicembre 2020 la Conferenza dei rettori delle università italiane ha inviato un appello, rivolto al presidente Abdel Fattah al-Sisi, nel quale si sottolinea, a fronte del prolungamento della custodia cautelare, che le condizioni di salute del ragazzo sono notevolmente peggiorate e si chiede un atto di clemenza;
il comma 2 dell'articolo 9 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, dispone che: "Con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri, la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all'Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato";
la drammatica condizione in cui versa Patrick Zaki e il regime di detenzione cui è sottoposto nel carcere di massima sicurezza di Tora, noto, come denunciato ripetutamente da diverse organizzazioni internazionali, per le condizioni inumane e i continui abusi ai danni dei reclusi, unitamente alle ripetute e precedentemente citate violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime egiziano ai danni dei dissidenti politici configurano come di tutta evidenza il ricorrere di un eccezionale interesse del nostro Paese a riconoscere tempestivamente la cittadinanza italiana al ricercatore egiziano,
impegna il Governo:
1) ad intraprendere con urgenza tutte le dovute iniziative affinché a Zaki sia riconosciuta la cittadinanza italiana ai sensi del comma 2 dell'articolo 9 della citata legge n. 91 del 1992;
2) ad adoperarsi con maggiore vigore in tutte le sedi europee e internazionali, perché l'Egitto provveda senza ulteriori indugi al rilascio di Patrick George Zaki.
(1-00329)
ROMANO, CASTELLONE, MARINELLO, PISANI Giuseppe, QUARTO, MATRISCIANO, TURCO, NOCERINO, CAMPAGNA, MAIORINO, CORBETTA, NATURALE, VACCARO, GALLICCHIO, FERRARA, MANTOVANI, PUGLIA, LEONE, LANZI, GAUDIANO, DELL'OLIO, AUDDINO, RICCIARDI, TRENTACOSTE, FEDE, PELLEGRINI Marco, MONTEVECCHI, DE LUCIA, FENU, PRESUTTO, EVANGELISTA, L'ABBATE, DONNO, PAVANELLI, SANTANGELO, SANTILLO, PIRRO, ANASTASI - Il Senato,
premesso che:
quella da COVID-19 è una delle più gravi pandemie della storia dell'umanità, con circa 110,6 milioni di eventi morbosi e oltre 2,4 milioni di morti registrati al 20 febbraio 2021, che ha innescato una crisi sanitaria senza precedenti nel mondo moderno;
la comparsa di nuove varianti del COVID-19 comprova che la pandemia in atto non potrà cessare sino a quando la malattia epidemica non sarà arginata su scala globale;
le conseguenze socioeconomiche legate alla pandemia sono destinate ad essere devastanti, se le vaccinazioni non subiranno una rapida accelerazione a livello globale, atteso che i sistemi sanitari sono già ampiamente in sofferenza e l'applicazione delle sole disposizioni precauzionali (distanziamento fisico, limitazione dei contatti sociali, restrizioni negli spostamenti e intensificazione dei test diagnostici) non sono di per sé sufficienti a contenere e sconfiggere la pandemia a un anno dalla loro prima applicazione;
è evidente la necessità di aumentare in maniera rapida ed esponenziale la produzione e l'offerta di vaccini, ma ciò richiede una maggiore condivisione delle tecnologie brevettate, oltre che del know how, dei dati e delle risorse, specialmente con riguardo ai Paesi in via di sviluppo, come, peraltro, evidenziato nell'appello del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità;
considerato che appare quanto mai utile sostenere la proposta di sospensione temporanea di alcune obbligazioni dell'accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPS), al fine di facilitare la condivisione di tutta la proprietà intellettuale e del know how, superando i monopoli di proprietà intellettuale e assicurando una maggiore e più proficua collaborazione per aumentare e accelerare la disponibilità e l'accessibilità, anche economica, dei vaccini, dei test e dei trattamenti COVID-19 a livello globale;
ritenuto che:
il prezzo di vite umane, oltre che economico e psicologico, pagato dalle nostre società a causa della pandemia è altissimo, mentre ingenti risorse pubbliche sono già state destinate all'innovazione tecnologica per una rapida ed efficace risposta sanitaria al COVID-19;
è nell'interesse comune lavorare in modo sinergico per garantire una campagna vaccinale quanto più rapida e diffusa possibile a livello globale, rimuovendo qualsiasi ostacolo di natura privatistica,
impegna il Governo ad attivarsi per sostenere la proposta di sospensione di alcune obbligazioni dell'accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPS), al fine di garantire la massima tutela dei diritti alla vita e alla salute, oltre che un'esistenza dignitosa all'intera popolazione mondiale.
(1-00330)
AIMI, CANGINI, SCHIFANI, GASPARRI, MALAN, BINETTI, PAGANO, GALLONE, BARBONI, CALIENDO, FERRO, TOFFANIN, CALIGIURI, PEROSINO, CESARO, BERARDI, RIZZOTTI, DE SIANO, SICLARI, MASINI, MINUTO, DAMIANI, STABILE - Il Senato,
premesso che:
dai dati dell'ultimo annuario statistico pubblicato il 18 dicembre 2020 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sono 2.204 i cittadini detenuti in istituti penitenziari che si trovano fuori dal territorio italiano, di cui circa l'80 per cento in Europa, il 10 per cento circa nel continente americano e la parte rimanente distribuita negli altri continenti;
gli enti italiani che si occupano della protezione dei detenuti all'estero sono principalmente le ambasciate e i consolati, i quali godono di una serie di poteri da esplicare per garantire che ai detenuti vengano riconosciute le minime garanzie di tutela dignitosa;
la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963 e la Convenzione di Strasburgo sul trasferimento delle persone condannate del 1983 costituiscono il quadro normativo di riferimento in base al quale si dovrebbe garantire la protezione, disciplinando nella fattispecie i compiti dei consolati, l'estradizione e il trasferimento dei condannati. La mancanza di vincoli e soprattutto il fatto che non tutti gli Stati abbiano sottoscritto gli accordi citati rendono evidente la debolezza del diritto internazionale;
in Venezuela tra i circa 400 prigionieri politici vi sono 3 cittadini italiani: Juan Planchart e Juan Marrufo Capozzi sono detenuti, con gravi problemi di salute, nelle carceri venezuelane dal 2019, mentre Hugo Marino risulta scomparso dopo essere stato sequestrato;
Hugo Marino, intermediario governativo italo-venezuelano, nel giugno 2013 ha coordinato le operazioni di ritrovamento di un bimotore precipitato il 4 gennaio dello stesso anno al largo dell'arcipelago di Los Roques, in Venezuela, su cui viaggiavano 4 persone, Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, Pralboino Guido Foresti ed Elda Scavenzi;
il 20 aprile 2019 Hugo Marino sbarcato all'aeroporto Simon Bolivar di Caracas, secondo alcune testimonianze, subito dopo aver effettuato una chiamata telefonica alla madre, per informarla del suo arrivo, è stato prelevato da uomini della Direcion general de contrainteligencia militar;
i familiari di Hugo Marino, dopo essere stati informati del fermo, si sono recati nella sede della DGCIM per avere informazioni circa il loro parente detenuto, e fornirgli ciò che avrebbe potuto alleviare il suo stato, viste le condizioni disumane in cui versano le carceri venezuelane. Respinta la richiesta dei familiari e negata l'autorizzazione a lasciare gli effetti personali del detenuto, gli stessi a distanza di una settimana sono ritornati alla DGCIM, ma, a differenza della volta precedente, è stato loro dichiarato che in quella sede non esisteva alcuna persona detenuta con il nome di Hugo Marino. Da quel momento non si hanno più notizie di lui, e secondo alcune indiscrezioni dovrebbe trovarsi in stato di arresto a Caracas, ma nessuna conferma o smentita è mai stata dichiarata dal nostro Ministero;
Hugo Marino, titolare di una società specializzata in recuperi a seguito di incidenti marini, si era anche occupato delle ricerche e del ritrovamento di un altro aereo scomparso nel 2008 sempre al largo di Los Roques su cui viaggiavano 14 persone, tra cui diversi italiani;
considerato che:
il 4 luglio 2019, Michelle Bachelet, alto commissario delle Nazioni Unite, ha presentato un rapporto di abusi, repressione politica, violenza indiscriminata delle forze dell'ordine in Venezuela;
il 27 settembre 2019 con la risoluzione 42/45, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato la creazione di una missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti in merito ad esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie e trattamenti disumani commessi nel Venezuela dal 2014;
la missione, guidata da Marta Valinas e composta da Francisco Cox e Paul Selis, in un primo rapporto ha denunciato casi di sequestro di persona e tortura da parte delle forze dell'ordine e presumibilmente ordinati dalle autorità politiche venezuelane;
il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite con una risoluzione dell'ottobre 2020 ha esteso per ulteriori due anni le funzioni della missione internazionale di accertamento sul Venezuela,
impegna il Governo:
1) ad intraprendere ogni azione utile atta a garantire innanzitutto il riconoscimento delle garanzie fondamentali di tutela dei diritti umani dei tre cittadini con doppia cittadinanza venezuelana e italiana, Hugo Marino, Juan Planchart e Juan Marrufo Capozzi;
2) ad attivare le nostre rappresentanze diplomatiche affinché si possa avere certezza dello stato di salute di Hugo Marino, rispetto al quale né il tribunale penale né la Corte suprema di giustizia venezuelane hanno mai fornito risposta alla richiesta di "habeas corpus" inoltrata dai familiari;
3) a garantire le azioni necessarie da intraprendere affinché si possa ottenere il rilascio dei cittadini italiani prigionieri politici nelle carceri venezuelane.
(1-00331)
ROMEO, CANTU', FREGOLENT, LUNESU, MARIN, DORIA, SIRI, FERRERO, ALESSANDRINI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BERGESIO, BORGHESI, BOSSI Simone, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CASOLATI, CORTI, DE VECCHIS, FAGGI, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, MARTI, MONTANI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI Pietro, PITTONI, PIZZOL, RICCARDI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, TESTOR, TOSATO, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato,
premesso che:
con circolare del 30 novembre 2020 su "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2" il Ministero della salute ha fornito indicazioni operative per la presa in carico dei pazienti con COVID-19 in isolamento domiciliare;
nella circolare si evidenzia come il virus abbia rappresentato un agente patogeno sconosciuto alla comunità scientifica internazionale fino al dicembre 2019, il che ha messo in condizione tutte le autorità sanitarie del mondo a confronto con una malattia (il COVID-19) della quale non si sapeva nulla e nei confronti della quale non esistevano protocolli specifici;
la gestione clinica dei pazienti affetti da COVID-19 si è progressivamente evoluta, attraverso il progressivo accumulo di informazioni relative al determinismo patogenetico della condizione morbosa, ai sintomi presentati dai pazienti e alle conoscenze che si sono andate via via accumulando nel tempo;
in particolare, la comunità scientifica ha evidenziato che il decorso clinico dell'infezione consta di tre distinte fasi: a) una fase iniziale durante la quale il virus SARS-CoV-2, dopo essersi legato ad ACE2 ed essere penetrato all'interno delle cellule dell'ospite, inizia la replicazione e genera sintomi respiratori quali febbre e tosse secca, oltre ad uno stato di malessere generale; nella stragrande maggioranza dei casi il sistema immunitario del soggetto contagiato riesce a bloccare l'infezione con un decorso assolutamente benigno; b) in un ristretto numero di soggetti, il cui sistema immunitario non è stato in grado di bloccare l'infezione nella prima fase, la malattia può evolvere verso una seconda fase, caratterizzata da alterazioni morfofunzionali a livello polmonare e da un quadro di polmonite interstiziale, molto spesso bilaterale, associata ad una sintomatologia respiratoria che nella fase precoce è generalmente limitata, ma che può, successivamente, sfociare verso una progressiva instabilità clinica con insufficienza respiratoria caratterizzata da bassi valori di ossigenazione ematica in assenza di sensazione di dispnea soggettiva; c) in un numero ancora più ristretto di soggetti, la malattia può ulteriormente evolvere verso un quadro clinico ingravescente dominato dalla tempesta citochinica e dal conseguente stato iperinfiammatorio, che determina conseguenze locali e sistemiche e rappresenta un fattore prognostico negativo;
le conoscenze maturate hanno indotto la comunità scientifica a differenziare i pazienti a seconda del rischio, al fine di determinare in quali casi sia necessaria l'ospedalizzazione, giacché nelle primissime settimane vi è stata una tendenza generalizzata, dovuta alle scarse conoscenze sulla nuova malattia, a curare tutti i soggetti contagiati da SARS-Cov2 attraverso il ricovero ospedaliero, anche nei casi in cui la malattia non si è rivelata particolarmente aggressiva e creando i presupposti per un intasamento delle strutture ospedaliere;
solo in una seconda fase, quando le conoscenze mediche si sono dimostrate più solide, essendosi avvantaggiate da un'esperienza clinica ormai significativa, le autorità sanitarie hanno intrapreso un percorso nel quale il ricovero ospedaliero è stato riservato solo ai pazienti che evidenziavano un quadro clinico più severo;
in particolare, si è evinto che le forme clinicamente severe d'infezione da coronavirus erano solitamente associate ad un'età avanzata (oltre i 70 anni d'età), al numero e alla tipologia di patologie associate, al sesso maschile e alla latenza tra l'inizio dei sintomi e la prima valutazione medica;
i soggetti più a rischio di sviluppare manifestazioni severe dell'infezione e di avere una prognosi sfavorevole sarebbero infatti quelli affetti da patologie quali ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, diabete mellito, insufficienza renale e malattia coronarica;
si è giunti quindi alla doverosa conclusione per cui una corretta gestione dei pazienti affetti da COVID-19 presuppone, da un lato, l'immediata adozione delle cure maggiormente idonee e specifiche per il singolo individuo, dall'altro, l'esigenza di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso; questa considerazione scaturisce dalla presa di coscienza per cui buona parte dei soggetti non richiede cure particolari e può essere gestita anche senza il ricovero ospedaliero, ricovero che del resto richiede anche un investimento in termini di risorse umane e finanziarie che non consente, superata una determinata soglia, di curare in modo efficiente i medesimi pazienti;
ne consegue che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell'ambito della gestione dei soggetti positivi, in stretta collaborazione con il personale delle USCA (unità speciali di continuità assistenziale) e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio;
a tal proposito, con nota del 9 dicembre 2020 sui "Principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare" l'Agenzia italiana del farmaco ha fornito alcune raccomandazioni sul trattamento farmacologico domiciliare dei casi lievi e una panoramica generale delle linee di indirizzo AIFA sulle principali categorie utilizzabili in ambiente domiciliare;
le raccomandazioni si applicano sia a casi "confermati" da dati di laboratorio che a casi "probabili"; questi ultimi, secondo la definizione dell'Organizzazione mondiale della sanità, includono coloro che presentano criteri clinici compatibili con il COVID-19 e che abbiano avuto un contatto probabile o confermato con un caso certo, che abbiano un imaging radiologico del torace suggestivo per COVID-19 o che presentano insorgenze di perdita di olfatto o gusto (anosmia o ageusia) non altrimenti spiegabili;
la nota AIFA riporta le seguenti "raccomandazioni generali" per i pazienti asintomatici o con sintomi lievi, ovvero con sintomatologie quali febbre, malessere generale, sintomi da raffreddamento, cefalea, mialgia, perdita di olfatto o gusto, tra cui la vigile attesa, trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo come Tachipirina), idratazione e nutrizione appropriate e il mantenimento delle terapie croniche in atto (come ad esempio le terapie antiipertensione, anticoagulanti);
la "vigile attesa" prevista nella circolare ministeriale e nelle raccomandazioni AIFA consiste di fatto in un'osservazione degli eventuali miglioramenti o peggioramenti di un malato COVID presso le rispettive abitazioni;
il TAR del Lazio ha accolto l'istanza cautelare promossa dai medici del "comitato Cura domiciliare COVID-19" nei confronti del Ministero della salute e di AIFA, contro la richiamata nota AIFA non ritenendola adeguata a tutelare la salute dei casi sospetti o dei casi lievi accertati di COVID;
il TAR ha ritenuto "fondata" la richiesta dei medici del comitato di far valere il proprio diritto-dovere di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere "compreso nell'ottica di un'attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi" e ha conseguentemente sospeso con effetto immediato l'efficacia del provvedimento emanato da AIFA e rinviato la trattazione del merito a luglio prossimo;
la decisione del Tribunale amministrativo ha riconosciuto di fatto inadeguato e inopportuno lasciare i pazienti COVID senza cure precoci a domicilio;
considerato che:
il COVID-19 è una sindrome respiratoria virale e come tale va trattata sin dall'insorgenza dei primi sintomi, e pertanto la cura immediata e tempestiva rappresenta la prima buona pratica da mettere in atto per consentire un adeguato trattamento della malattia, gestirne il decorso, riducendo significativamente il peggioramento dei pazienti e la loro ospedalizzazione, limitando anche i decessi;
la circolare del Ministero della salute richiamata riconosce, tra gli scenari di gestione domiciliare dei pazienti COVID-19, che: a) una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso; b) i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sia in termini sanitari che in termini sociali, devono giocare, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, un ruolo cruciale nell'ambito della gestione assistenziale dei malati di COVID-19, riconoscendo un ruolo cruciale ai membri della famiglia o ai conviventi del paziente;
alcune iniziative di lotta al COVID-19, come nel caso dei distretti sanitari di Acqui e Ovada (Alessandria) in Piemonte, hanno mostrato risultati soddisfacenti in termini di riduzione del tasso di letalità e di riduzione dell'ospedalizzazione, anche a seguito di nuovi protocolli mirati sulla cura a domicilio dei contagiati e sul ruolo dei medici di medicina generale,
impegna il Governo ad attivarsi affinché vengano aggiornate e integrate le linee guida ministeriali, prevedendo un protocollo di cura domiciliare che prenda in considerazione tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo.
(1-00332)
ROMEO, FERRERO, RIVOLTA, RIPAMONTI, MARTI, PIANASSO, BERGESIO, FAGGI, TOSATO, TESTOR, RUFA, SBRANA, ZULIANI, PISANI Pietro, ALESSANDRINI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BORGHESI, BOSSI Simone, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CORTI, DE VECCHIS, DORIA, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MONTANI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PILLON, PIROVANO, PITTONI, PIZZOL, RICCARDI, SAPONARA, SAVIANE, SIRI, URRARO, VALLARDI, VESCOVI - Il Senato,
premesso che:
l'emergenza pandemica che ha travolto il mondo intero da più di un anno ha avuto, e sta avendo tuttora, riflessi devastanti su tutte le economie mondiali, ad eccezione della Cina, l'unico Paese che ha fatto registrare un PIL in crescita nel 2020;
l'Italia non vive una crisi economica di questa portata dal secondo dopoguerra, e tutte le attività economiche, dal turismo alla produzione industriale, dal commercio all'artigianato, che ne sono state travolte, rischiano di non sopravvivere. L'Ufficio studi della CGIA stima una perdita di fatturato per le imprese italiane di 420 miliardi di euro per il 2020, con più di 300.000 micro, piccole e medie imprese, cioè l'asse portante dell'economia del Paese, a rischio di chiusura definitiva, con le evidenti conseguenze che questo comporta anche sul mercato del lavoro;
all'interno di questo gravissimo quadro, da diversi mesi ormai si sta facendo sempre più evidente un ulteriore problema, riflesso diretto delle misure restrittive adottate a livello mondiale per contenere e contrastare la pandemia, l'interruzione delle catene globali di approvvigionamento e la conseguente carenza delle materie prime;
la carenza di legno, di segati in legno e di semilavorati, già dagli ultimi mesi dello scorso anno, ha determinato un significativo rialzo dei prezzi, superiore al 30 per cento. Accanto a questo è necessario considerare le grandi difficoltà logistiche di reperimento di navi e container e il conseguente aumento dei costi e dei tempi di trasporto delle stesse materie, anche a causa della grande domanda proveniente da Cina e Stati Uniti. Il settore dell'arredo, un'eccellenza italiana che coinvolge 73.000 imprese e 311.000 addetti con un fatturato da 42,5 miliardi di euro nel 2019, ha fatto registrare a fine 2020 un calo del 16 per cento per l'intera filiera, e rischia di subire un ulteriore forte contraccolpo, così come i settori dei pellet e degli imballaggi in legno;
anche nel settore dei polimeri, da novembre 2020, si è assistito ad una grave carenza sul mercato di materie plastiche, che ha determinato, a sua volta, un'esplosione dei prezzi, con aumenti fino al 40 per cento su base annua, ed un diffuso ricorso, da parte dei colossi mondiali della produzione di queste materie, alla clausola della causa di forza maggiore presente nei contratti di acquisto, al fine di richiederne l'annullamento o per giustificare i ritardi nelle consegne. Anche i tempi di consegna di questi materiali sono infatti raddoppiati o triplicati, dati i maggiori controlli, l'allungamento dei tempi di movimentazione nei porti, nonché la scarsa disponibilità degli stessi container, in gran parte assorbiti dalla Cina che ha ripreso con vigore sia l'import che l'export, determinando altresì un'impennata dei costi del nolo dei container, quasi quadruplicati;
la grave carenza dei metalli industriali quali rame, nichel, acciaio e alluminio, nonché dei semiconduttori, sta invece incidendo profondamente sui settori dell'edilizia, dell'informatica e dell'automotive. Anche in questo caso già dagli ultimi mesi del 2020 si è assistito ad un consistente aumento dei prezzi, determinato, da un lato, dalla fiducia nei vaccini, e dunque dall'idea di una ripresa economica trainata dall'attività manifatturiera, e, dall'altro, dalla prevedibile interruzione dell'offerta, causata da una sensibile riduzione degli investimenti in nuovi progetti minerari dal crollo dei prezzi del 2014-2015. A questo va aggiunto, nuovamente, il ruolo da protagonista che la Cina gioca in questo settore, consumando circa metà del rame in circolazione, circa il 60 per cento del nichel e più della metà dell'acciaio mondiale, materiale quest'ultimo del quale è anche maggior produttore, esportando circa un miliardo di tonnellate di acciaio all'anno;
medesimi disagi si avvertono anche nel settore chimico, dove si riscontrano gravi difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime necessarie alle forniture di sigillanti, adesivi, pitture e inchiostri. Congiuntura dettata dalla difficile circolazione delle merci e da un'inaspettata crescita economica di alcuni Paesi, tra cui la Cina;
con riguardo ai semiconduttori, appare il caso di evidenziare come anch'essi abbiano visto aumentare significativamente i loro prezzi, rialzo che si prevede durare almeno fino al 2022, mentre la loro carenza sul mercato, prevista fino al terzo trimestre del 2021, sta creando serie difficoltà soprattutto alla filiera dell'automotive, già in profonda crisi, costringendo negli ultimi mesi numerose aziende a sospendere temporaneamente le attività lavorative di diversi stabilimenti in tutto il mondo;
anche le principali materie prime agricole per l'industria mangimistica, ovvero soia e cereali, hanno fatto registrare decisi aumenti dei prezzi, che sono cresciuti, come nel caso della soia, di quasi il 30 per cento in poche settimane. Dopo le forti oscillazioni già osservate tra marzo e aprile dello scorso anno, dal quarto trimestre 2020 le quotazioni delle materie prime proteiche e dei cereali hanno continuato a segnare incrementi costanti. Gli aumenti sono dovuti per lo più al concorso di problematiche di carattere speculativo, a notizie su un ipotetico rilancio dei rapporti commerciali tra USA e Cina e ad incertezze sulla meteorologia in Sud America, più che alla reale carenza di prodotto sui mercati internazionali;
considerato che:
in tutti i Paesi occidentali si assiste al tentativo di sfruttare l'opportunità offerta da questa gravissima crisi economica per predisporre politiche di sviluppo e di rilancio economico che pongano al centro il massiccio utilizzo di energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, con specifico riferimento all'alimentazione elettrica, e la diffusione delle tecnologie di intelligenza artificiale. Politiche che richiedono, per la loro realizzazione, enormi quantitativi di metalli industriali, determinandone un sensibile aumento della domanda e dunque del prezzo;
tale dinamica della domanda risulta perfettamente riscontrabile nei dati di crescita del settore manifatturiero sia in Europa che in Italia. L'indice destagionalizzato Pmi IHS Markit del settore manifatturiero italiano ha infatti raggiunto quota 56,9, in salita dal 55,1 di gennaio, il valore più alto degli ultimi 3 anni;
i gravi problemi di approvvigionamento e rincaro delle materie prime, assieme all'indisponibilità e al rincaro dei container, per la maggior parte destinati ad esaudire la domanda cinese, stanno però mettendo a serio rischio la capacità delle aziende di evadere gli ordini nel rispetto delle scadenze concordate, esponendole a rilevanti perdite economiche;
l'eventuale sospensione o riduzione delle produzioni non può che riflettersi poi sul mercato del lavoro, riducendo drasticamente i livelli occupazionali, nonché, d'altro canto, sulla tenuta dei consumi di determinati beni, che vedranno inevitabilmente aumentare i loro prezzi;
molte delle associazioni di categoria dei settori interessati stanno da tempo rappresentando le questioni evidenziate, chiedendo interventi concreti, che incentivino ricerca e sviluppo, e il rinnovamento delle filiere, così da metterne in sicurezza la sopravvivenza,
impegna il Governo ad attivare, nelle opportune sedi europee e internazionali, iniziative volte a garantire alle filiere produttive interessate dai fenomeni descritti l'approvvigionamento delle materie prime necessarie a mantenere i livelli di produzione, predisponendo altresì politiche economiche tese ad incentivare non solo il rientro in Italia e in Europa delle produzioni strategiche per l'economia nazionale che sono state delocalizzate negli ultimi decenni, ma anche un maggior utilizzo delle materie prime già presenti sul territorio nazionale, al fine di ridurre la soggezione del nostro tessuto produttivo all'imprevedibilità delle dinamiche del commercio mondiale e alle difficoltà strettamente connesse alla complessità delle catene globali del valore.
(1-00333)
DONNO, D'ANGELO, PAVANELLI, DI GIROLAMO, VACCARO, MAUTONE, CAMPAGNA, ROMANO - Il Senato,
premesso che:
il 30 gennaio 2020, in seguito alla segnalazione da parte della Cina di un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, poi identificata come un nuovo coronavirus, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'epidemia da COVID-19 un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, definita il successivo 11 marzo come situazione pandemica;
l'Italia, dopo i primi provvedimenti cautelativi adottati a partire dal 22 gennaio, tenuto conto del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020 ha proclamato lo stato di emergenza e messo in atto le prime misure di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale;
lo stato d'emergenza è stato prorogato con provvedimento del 13 gennaio 2021;
per fronteggiare tale straordinaria situazione di emergenza sanitaria, paralleli ad iniziali misure restrittive e di sospensione di gran parte delle attività produttive industriali e commerciali, che in un ragionevole bilanciamento dei diritti hanno accordato priorità alla tutela della salute e dalle quali sono infatti conseguite limitazioni agli spostamenti e modifiche delle abitudini quotidiane, sono stati emanati diversi provvedimenti legislativi, decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, ordinanze ministeriali e regionali;
perdura a tutt'oggi lo stato di emergenza sanitaria, tanto che il presente Governo opera in continuità con i provvedimenti legislativi pregressi;
considerato che:
sotto lo stretto profilo della risposta sanitaria all'emergenza, il Governo Conte ha elaborato una generale strategia di rafforzamento del sistema sanitario nazionale, messo a dura prova dall'elevato numero di pazienti affetti da COVID-19, mediante l'incremento del finanziamento e l'ulteriore potenziamento di strumenti e dotazioni del sistema, avvalendosi anche di iniziative di supporto e rilancio dell'economia a livello europeo;
è stato altresì sollecitato il rafforzamento dei servizi di prevenzione e una rinnovata integrazione tra le politiche sanitarie e quelle sociali, con particolare attenzione alle case di cura e residenze sanitarie assistenziali, ove si è verificata un'esplosione incontrollata dei contagi, specialmente in alcune aree del Paese;
è stata intensificata, in tutto il territorio, la presenza del "COVID hospital" come strumento fondamentale della gestione ospedaliera dei pazienti, così da ridurre notevolmente il rischio di contagio per gli operatori sanitari e per i pazienti ricoverati per altri motivi;
è stato inoltre disposto il mantenimento, a tutti i livelli, di particolari misure per il distanziamento sociale ed è stato promosso l'utilizzo diffuso dei dispositivi di protezione individuale, almeno fino a quando non sarà disponibile una specifica terapia e non sarà completata la somministrazione del vaccino;
preso atto che:
per quanto concerne la produzione di tali dispositivi di protezione individuale, sono stati previsti appositi incentivi per l'intero periodo dello stato di emergenza ed è stata finanziata anche la produzione e fornitura di dispositivi medici di fondamentale importanza nella cura degli infetti presso le varie strutture sanitarie, ricoverati in blocco nei reparti di terapia intensiva;
in accordo con il commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica è stato realizzato il sistema informatico di "analisi distribuzione aiuti", aggiornato in tempo reale e dedicato alla distribuzione di tali dispositivi e apparecchiature da parte del Dipartimento della protezione civile alle Regioni e alle Province autonome per fronteggiare l'emergenza;
i dati che quotidianamente riporta tale sistema informatico dimostrano l'elevata domanda da parte dei presidi sanitari di mascherine, guanti, tamponi, visiere ed altri dispositivi o apparecchiature mediche;
valutato, inoltre, che:
i dati epidemiologici costringono a tenere comportamenti segnatamente corretti, stante l'aumento dei contagi e dei decessi;
il trend presenta una valutazione di crescita in molte regioni, dove aumenta la diffusione delle varianti, in particolare di quella inglese;
per evitare un nuovo incremento esponenziale del contagio, sia pure in un contesto sociale non delimitato da misure contenitive restrittive come quelle dei mesi scorsi che, in base ai principi di massima precauzione e proporzionalità, sono state estese progressivamente a tutto il territorio nazionale, occorre comunque osservare le regole di distanziamento sociale e di igiene, oltre ad usare, soprattutto nei luoghi chiusi aperti al pubblico, i dispositivi di protezione individuale;
dal momento che nel corso di questi mesi, grazie ai capillari controlli delle forze dell'ordine, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di materiale utile nella prevenzione per il contagio dal virus, poiché oggetto di commercio illegale o speculativo, è fondamentale riutilizzare e, quindi, distribuire questo materiale confiscato o sequestrato, utile a prevenire e contenere il rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da COVID-19,
impegna il Governo:
1) ad attivare tutte le opportune iniziative al fine di favorire l'approvazione di una normativa volta a prevedere che i beni mobili di qualsiasi genere occorrenti per fronteggiare l'emergenza, sequestrati in relazione a quanto disposto dall'articolo 40 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, possano essere affidati dal tribunale in custodia giudiziale al Dipartimento della protezione civile, possibilmente nella sede più prossima, così da essere impiegati immediatamente nelle attività di assistenza alle strutture ospedaliere;
2) a prevedere che anche i beni mobili di qualsiasi genere occorrenti per fronteggiare l'emergenza acquisiti dallo Stato, a seguito di provvedimento definitivo di confisca, ovvero adottato ai sensi dell'articolo 240 del codice penale, siano ceduti a titolo gratuito al Dipartimento della protezione civile, possibilmente nella sede più prossima, così da essere impiegati immediatamente nelle attività di assistenza alle strutture ospedaliere.
(1-00334)
CIOFFI, PRESUTTO, MANTOVANI, FERRARA, GAUDIANO, MONTEVECCHI, DONNO, COLTORTI, CORBETTA, CROATTI, VANIN, DELL'OLIO, GIROTTO, LANZI, MATRISCIANO, CAMPAGNA, TRENTACOSTE, FEDE, L'ABBATE, GALLICCHIO, ROMANO, SANTANGELO, SANTILLO, DI GIROLAMO, PIRRO, MAIORINO, LUPO, CASTELLONE, CASTIELLO, RUSSO, MAUTONE, MARINELLO, NATURALE, LOREFICE, GUIDOLIN, NOCERINO, D'ANGELO, PAVANELLI, EVANGELISTA, AIROLA, ROMAGNOLI, BOTTICI, DI NICOLA, LANNUTTI, PERILLI, TAVERNA, CASTALDI - Il Senato,
premesso che:
la Commissione europea ha individuato, tra le 6 priorità per il periodo 2019-2024, quella di creare le condizioni necessarie a rendere l'Europa pronta per l'era digitale, ponendosi come obiettivo preliminare il rafforzamento della sovranità digitale attraverso l'elaborazione di norme comuni;
i dati rappresentano il fulcro della trasformazione digitale. L'accesso al crescente volume di dati e la capacità di utilizzarli si rivelano essenziali per l'innovazione e determinanti per la crescita, dal perfezionamento del processo decisionale al miglioramento dei servizi pubblici per i cittadini;
i punti cardine dell'industria dei dati sono: il trasporto, lo stoccaggio e l'elaborazione degli stessi;
le infrastrutture che trasportano e immagazzinano dati sono asset strategici per il nostro Paese e per l'intera Unione europea. Le reti sono costituite sia da infrastrutture quali cavidotti e siti di amplificazione e rigenerazione dei segnali, sia dalle reti in fibra di trasmissione in essi contenute;
tutti i dati aggregati che vengono raccolti dalle reti di accesso "viaggiano" sulle dorsali in fibra ed è proprio nei luoghi in cui avviene l'interscambio che si trovano grandissime quantità di dati, informazioni e comunicazioni, per cui, se si dovessero manifestare criticità, vi sarebbe un enorme problema di comunicazione, nonché un grave problema di network security;
a livello europeo esistono tre società infrastrutturali proprietarie delle dorsali paneuropee: Colt Technology Services, Centurylink e Cube Telecom Europe Bidco Limited. Tutte e tre sono controllate da fondi o società statunitensi. La più estesa di tali reti è quella di Cube Telecom Europe, controllata da I Squared capital, società statunitense di private equity;
l'infrastruttura di Cube Telecom Europe è utilizzata per la rete GÉANT, l'infrastruttura di rete ad altissima capacità finanziata integralmente dall'Unione e dedicata alla ricerca e all'istruzione. Con il progetto GN4-3N, finanziato dalla Commissione europea, la medesima Commissione ha dato un importante segnale di cambiamento: la decisione di utilizzare l'investimento infrastrutturale per finanziare direttamente la rete GÉANT. Con GN4-3N, la rete GÉANT diventa ancor di più un'infrastruttura abilitante del sistema Europa;
sempre con riferimento ai dati e, in particolare, al loro immagazzinamento, la strategia europea indica che il cloud computing è il perno attorno al quale è necessario concentrare le azioni volte a rafforzare la sovranità digitale europea;
il volume globale dei dati, infatti, cresce molto rapidamente e, mentre oggi il cloud computing avviene principalmente nei grandi data center, si stima che entro il 2025 la tendenza subirà un'inversione verso soluzioni più vicine all'utente. La disponibilità di edge e cloud computing è quindi essenziale per garantire che i dati siano trattati nel modo più efficiente;
attualmente la Commissione è impegnata nell'istituzione di un'alleanza europea sui dati industriali e sul cloud che consentirà lo sviluppo di investimenti comuni in infrastrutture e servizi cloud transfrontalieri, di mercati europei dei servizi cloud e di un "EU cloud rulebook" che fornirà un quadro unico europeo di norme per l'uso del cloud in Europa;
il mercato mondiale dei servizi IAAS (infrastructure as a service) è dominato da società extra UE: Amazon web services copre quasi un terzo del mercato, seguito da Microsoft Azure, Alibaba, Google cloud platform (GCP), Tencent e Oracle;
è quanto mai necessario, dunque, che l'Europa, attualmente fuori dagli attori principali del cloud computing, si adoperi non solo per restare al passo della corsa tecnologica internazionale, ma concentri i propri sforzi nel conseguire posizioni di leadership nelle soluzioni di sicurezza informatica di nuova generazione partendo da un nuovo concetto di sovranità strategica;
in occasione del summit digitale 2019 è stato presentato il progetto di un cloud europeo avviato da Francia e Germania, denominato Gaia-X, come soluzione a livello comunitario al problema della conservazione e utilizzo dei dati. L'Italia partecipa al progetto con 29 imprese aderenti, collocandosi subito dopo i due Paesi fondatori;
considerato che:
l'Italia si è dotata di una strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione che mira a rendere più moderni i servizi pubblici e mettere in sicurezza i dati. La strategia ha una triplice finalità: consolidare le infrastrutture centrali che gestiscono servizi strategici sotto la gestione diretta di un polo strategico nazionale di natura pubblica; razionalizzare tutte le altre infrastrutture che gestiscono i servizi ordinari della pubblica amministrazione, attraverso la dismissione dei data center obsoleti e la migrazione dei servizi verso data center più affidabili oppure affidandosi a servizi cloud di mercato qualificati dall'Agenzia per l'Italia digitale (AgID); l'adozione del modello del cloud della pubblica amministrazione, un programma che indica a tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali quali procedure seguire per gestire in cloud alcuni dei propri servizi, utilizzando servizi qualificati da AgID in base a criteri che ne certificano l'affidabilità per la gestione di servizi pubblici;
il piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione e le circolari AgID n. 2 e n. 3 del 9 aprile 2018 forniscono il quadro di riferimento e regolamentano la qualificazione delle infrastrutture dei servizi erogabili sul cloud della pubblica amministrazione di tipo infrastructure as a service (IAAS), platform as a service (PAAS) e software as a service (SAAS);
l'articolo 33-septies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, da ultimo modificato con il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, interviene in materia di consolidamento e razionalizzazione dei siti e delle infrastrutture digitali del Paese, prevedendo lo sviluppo di un'infrastruttura ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale e la realizzazione di poli strategici per l'attuazione e la conduzione dei progetti e la gestione dei dati, delle applicazioni e delle infrastrutture delle amministrazioni centrali di interesse nazionale previsti dal piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione;
il medesimo articolo consente però alle amministrazioni centrali e locali di migrare i propri servizi anche verso infrastrutture già esistenti e in possesso dei requisiti di sicurezza fissati con regolamento dell'AgID;
l'intenzione, sicuramente meritoria, di operare una razionalizzazione radicale dei centri per l'elaborazione delle informazioni (CED) e dei relativi sistemi informatici della pubblica amministrazione deve però tenere fermo il principio secondo cui tali migrazioni avvengano sotto lo stretto controllo pubblico. Consentire la migrazione verso servizi esistenti, ancorché rispondenti ai criteri definiti dall'AgID, espone innegabilmente a rischi per la sicurezza di dati potenzialmente sensibili della pubblica amministrazione;
valutato che:
la proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 gennaio e presentato alle Camere il 15 gennaio, assegna carattere prioritario ai processi di digitalizzazione e innovazione, destinando alla linea di intervento relativa alla digitalizzazione della pubblica amministrazione 1,25 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture digitali e cyber security, finalizzati a creare e rafforzare le infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese, nonché a sviluppare un'infrastruttura cloud ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale. Un ulteriore stanziamento di 1,1 miliardi di euro è destinato inoltre all'interoperabilità delle banche dati e alla digitalizzazione degli archivi e dei processi operativi;
la scelta del Governo di istituire il Ministero per la transizione digitale e la nascita del comitato interministeriale per la transizione digitale dimostrano, inoltre, l'urgenza e la sollecitudine con le quali si intende procedere ad una drastica semplificazione burocratica a partire dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione e dal rafforzamento delle competenze digitali del personale;
per quanto riguarda le infrastrutture digitali, il medesimo PNRR si sofferma essenzialmente sulla centralità della realizzazione e della messa a disposizione delle infrastrutture in fibra ottica, "a prova di futuro", la cui fruizione è attualmente molto al di sotto della media europea. All'interno della missione n. 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), all'obiettivo "Banda larga, 5G e monitoraggio satellitare" connesso alla realizzazione delle reti ultraveloci in fibra ottica, 5G e satellitari, vengono complessivamente destinati 4,2 miliardi di euro, dei quali la parte preponderante, 3,3 miliardi di euro, è destinata alle connessioni ultraveloci;
la realizzazione dell'infrastruttura si basa sul piano banda ultralarga del marzo 2015, la cui attuazione sconta ritardi con particolare riferimento al dispiegamento della fibra nelle aree non a mercato e nelle "aree grigie". In ragione di ciò, per favorire un'ulteriore accelerazione degli investimenti il PNRR intende promuovere un "progetto fibra" che eviti il rischio di duplicazioni nella messa a terra della garantendo al contempo la piena concorrenza nella fornitura dei servizi, senza però precisare i contenuti del medesimo "progetto";
rilevato che:
la crisi pandemica ha portato ad un netto salto in avanti sia dal punto di vista dell'adozione delle tecnologie digitali, sia soprattutto dal punto di vista della consapevolezza della strategicità delle infrastrutture di telecomunicazione. Il lockdown ha inevitabilmente generato un impatto dirompente anche sulle reti di telecomunicazioni italiane, con l'aumento esponenziale del traffico determinato da servizi ad alta intensità di dati. I dati dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) indicano un incremento del flusso dati su rete fissa quasi raddoppiato rispetto al 2019 nei mesi di marzo 2020 (90 per cento in più) e aprile 2020 (80 per cento in più), presentando inoltre una crescita YoY superiore al 30 per cento per tutto il periodo estivo. In misura inferiore l'incremento ha interessato anche le reti mobili, che hanno visto un picco di crescita del 79 per cento a marzo e del 78,9 per cento ad aprile, sebbene un forte aumento (oltre il 50 per cento) fosse già stato registrato nei mesi precedenti il lockdown, dunque indipendentemente da fattori esogeni;
l'accesso ai dati e la capacità di proteggerne l'integrità sono vitali per la sicurezza e il nostro vivere quotidiano. La trasmissione dati nel mondo avviene al 95 per cento sulle dorsali sottomarine. Lungo le dorsali oceaniche scorre, infatti, un ininterrotto flusso di dati di cui è necessario garantire integrità e protezione. Senza i circa 750.000 chilometri di cavi che attraversano gli oceani, le nostre società interconnesse e guidate dal digitale non sarebbero in grado di funzionare. I cavi sottomarini rendono possibili comunicazioni istantanee, trasportando, come detto, circa il 95 per cento del traffico dati e voce, che attraversa i confini internazionali e che consentono lo svolgersi dell'economia globale mediante le transazioni finanziarie. Oggi i cavi sottomarini più veloci sono in grado di trasferire dati alla velocità di 25 terabyte al secondo, più del doppio della quantità di dati generati ogni anno dal telescopio spaziale Hubble;
la rete dei cavi deve, dunque, essere considerata di estremo rilievo ai fini della sicurezza globale, trattandosi di un aspetto che riguarda la difesa nazionale e la tutela degli interessi strategici di ogni Stato coinvolto, ma che al tempo stesso concerne anche il corretto funzionamento di internet, l'integrità dei dati e la regolarità delle comunicazioni. I dati, infatti, possono essere estratti dai cavi sottomarini sia durante il loro processo di produzione, con l'inserimento di backdoor per raccogliere informazioni, sia nei siti dove i cavi si collegano alle reti terrestri. Possono anche essere intercettati in mare, sebbene quest'ultima sia un'operazione tecnicamente più complessa. Di per sé, il cavo è vulnerabile, può essere facilmente individuato e danneggiato meccanicamente o mediante piccole cariche esplosive e può essere attaccato anche senza che sia violato fisicamente;
i cavi sottomarini sono prevalentemente di proprietà di consorzi di imprese di telecomunicazioni. Gli investimenti odierni sono guidati per lo più dalle grandi società del web come Google, Facebook, Microsoft e Amazon. La parte italiana delle dorsali internazionali è controllata da Sparkle, operatore globale del gruppo TIM;
la rete GÉANT, l'infrastruttura di rete finanziata integralmente dall'Unione europea e dedicata alla ricerca e all'istruzione, rappresenta un esempio di network europeo che sarebbe di fondamentale importanza replicare per i dati generalisti e per quelli industriali;
è quindi di tutta evidenza come le infrastrutture che trasportano e stoccano dati siano asset strategici per il nostro Paese e per tutta l'Unione europea e, pertanto, debbano essere sottoposte sotto stretto controllo pubblico, anche attraverso la creazione di una società in cui confluiscano la rete unica della fibra, la vecchia rete fissa di telecomunicazioni, le torri della telefonia mobile (4G ma anche le future reti del 5G) e quelle di segnale digitale, come Raiway ed EItower, dove la componente di investitori pubblici è già comunque prevalente, nonché i cavi sottomarini di Sparkle ed i data center e i cloud. L'obiettivo deve essere quello di pervenire ad un Europa forte, compatta e coesa, anche dal punto di vista infrastrutturale, nella competizione globale a difesa dei dati dei singoli cittadini e delle imprese. L'integrazione tra le reti dei vari Paesi europei costituisce un obiettivo fondamentale per rafforzare il ruolo competitivo dell'Unione rispetto ai mercati dei Paesi extra UE;
considerato, altresì, che:
nel 1997 lo Stato privatizzò la rete di telefonia che, ad oggi, è l'unica infrastruttura di rete nazionale non controllata dallo Stato, seppur attualmente Cassa depositi e prestiti sia azionista di TIM al 9,81 per cento;
il 31 agosto 2020 i consigli d'amministrazione di TIM e Cassa depositi e prestiti hanno approvato il memorandum of understanding, la dichiarazione di intenti, per creare "AccessCo", la società per la rete unica nazionale, in cui confluirà la società FiberCop (costituita da TIM con Kkr e Fastweb) e Open Fiber, il cui capitale attualmente appartiene per il 50 per cento a CDP e per il 50 per cento a Enel. Quest'ultima ha in corso una trattativa per cedere la sua quota al fondo australiano Macquarie e una parte minoritaria della stessa quota a CDP;
sulla base delle dichiarazioni rilasciate da TIM e CDP a margine dell'approvazione del memorandum appare delinearsi un assetto che vedrebbe TIM detenere almeno il 50,1 per cento della società della rete unica nazionale;
la creazione di una rete unica riveste un'importanza fondamentale per lo sviluppo ed il futuro del Paese con importanti ripercussioni dal punto di vista economico-sociale. Tale obiettivo potrebbe essere perseguito prendendo a riferimento l'operazione già compiuta, in tempi più recenti, con la rete di trasmissione nazionale di Terna, controllata dallo Stato tramite CDP Reti. Terna ha, infatti, un ruolo centrale nel sistema elettrico italiano, operando per garantire a tutti, dagli operatori energetici fino alle imprese e famiglie, il suo corretto funzionamento, ed è responsabile delle attività di trasmissione di energia elettrica sulla rete ad alta tensione in tutta Italia in qualità di TSO (transmission system operator). La presenza dei tralicci di Terna in tutti i comuni con più di 3.000 abitanti costituisce un valore aggiunto anche per le connessioni in fibra, tenuto conto che le funi di guardia sono spesso state sostitute da cavi in fibra ottica. Anche Terna quindi può fornire un asset fondamentale nella costruzione della società nazionale della rete dati. Ulteriori asset che potrebbero essere parte del sistema di rete sono quelli detenuti da altre società a controllo pubblico, quali EItower, Raiway, Terna, Open Fiber;
al fine di assicurare il rispetto dei principi concorrenziali, il modello da perseguire non può che essere quello di un operatore non verticalmente integrato, per cui nell'azionariato della società della rete non potranno essere presenti operatori di servizi del settore delle telecomunicazioni, garantendo così che l'operatore che gestisce la rete sia una entità societaria diversa e distinta da quelle che operano nel mercato dei servizi,
impegna il Governo:
1) nel rispetto dei principi di salvaguardia degli interessi pubblici e di autonomia imprenditoriale dei soggetti attualmente coinvolti nella realizzazione della rete dati, a procedere alla creazione di una società a partecipazione statale maggioritaria, volta a completare la realizzazione e pervenire alla completa unificazione della rete, anche attraverso la partecipazione di soggetti privati che non operino nel mercato dei servizi al pubblico, garantendo in tal modo, in coerenza con la disciplina europea, che la società sia non verticalmente integrata;
2) ad attivarsi al fine di rendere quanto prima operativi l'infrastruttura nazionale e il polo strategico per l'attuazione e la conduzione dei progetti e la gestione dei dati, delle applicazioni e delle infrastrutture delle amministrazioni centrali di interesse nazionale previsti dal piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione;
3) a rivedere la possibilità per le amministrazioni centrali e locali di migrare i propri servizi verso infrastrutture, il cosiddetto cloud pubblico, prevedendo, nelle more dell'attuazione del polo strategico, la possibilità di utilizzare il cloud di SOGEI o di altre amministrazione pubbliche;
4) ad attivarsi, nelle sedi opportune, anche a livello europeo, per promuovere la più ampia partecipazione possibile del nostro Paese nei progetti europei finalizzati al rafforzamento della sovranità digitale, al fine di realizzare una vera e propria società paneuropea, i cui azionisti siano principalmente gli Stati membri aderenti, rafforzando così il ruolo dell'Unione nella competizione globale e aumentando la capacità di garantire elevati livelli di sicurezza e protezione dei dati dei cittadini e delle imprese;
5) a valutare l'opportunità di procedere alla realizzazione di una rete di interconnessione unica nazionale dell'istruzione, sul modello della rete nazionale a banda ultralarga GARR, tenuto conto della quantità rilevante di dati strategici che la scuola pubblica produce.
(1-00335)
LANNUTTI, CORRADO, ABATE, ANGRISANI, BOTTO, DESSI', DI NICOLA, MININNO, ORTIS, GIARRUSSO - Il Senato,
premesso che:
il 2 marzo 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto l'impugnazione dell'autorità antitrust europea che considerava "aiuto di Stato" i fondi concessi dal fondo interbancario (FITD) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014. La Corte ha dunque confermato la sentenza del Tribunale, risalente al 2019, secondo cui i fondi non costituivano aiuti di Stato, in quanto non controllati dalle autorità pubbliche italiane e, di conseguenza, ha bocciato definitivamente quanto deciso dall'antitrust europeo che aveva ordinato all'Italia di recuperare da Tercas aiuti di Stato per un importo pari a 295,14 milioni di euro;
il caso, che risale al 2013, è stato determinante nella successiva gestione delle crisi bancarie. Allora, la Popolare di Bari manifestò l'interesse alla sottoscrizione di un aumento di capitale di Tercas, un'altra banca italiana a capitale privato, che era stata posta in regime di amministrazione straordinaria in seguito ad irregolarità accertate dalla Vigilanza della Banca d'Italia. L'interesse della Popolare di Bari era subordinato al fatto che il FITD coprisse il deficit patrimoniale di Tercas: il FITD è il consorzio di diritto privato tra banche, di tipo mutualistico, che ha l'obbligo di intervenire a titolo di garanzia legale dei depositi in caso di liquidazione coatta amministrativa di uno dei suoi membri. L'intervento, nello specifico, prevedeva: un contributo di 265 milioni di euro a copertura del deficit patrimoniale di banca Tercas; una garanzia di 35 milioni di euro a copertura del rischio di credito associato a determinate esposizioni della stessa; una garanzia di 30 milioni di euro a copertura dei costi derivanti dal trattamento fiscale della prima misura. Banca d'Italia autorizzò l'intervento il 7 luglio 2014;
nel 2014, dopo essersi sincerato che un intervento preventivo a favore di Tercas sarebbe stato economicamente più vantaggioso del rimborso dei depositanti di tale banca in caso di liquidazione coatta amministrativa, il fondo decise di coprire il deficit patrimoniale di Tercas e di concederle garanzie, misure approvate dalla Banca d'Italia. Inoltre, il FITD, in linea con quanto intrapreso per il "caso Tercas", deliberò un intervento di circa 2 miliardi di euro, per il salvataggio di Banca delle Marche, Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti (le "quattro banche"), estendendo il confronto tra la Commissione europea e le autorità italiane. L'intervento preventivo del FITD aveva l'obiettivo di evitare l'ipotesi estrema del mancato rimborso dei depositi garantiti pari, per la seconda ipotesi di salvataggio, a 12,5 miliardi di euro;
la Commissione europea, nel 2015, chiese alle autorità nazionali informazioni in merito al suddetto intervento del FITD, aprendo la procedura per presunti aiuti di Stato per il sostegno finanziario verso banca Tercas. A seguito di ciò, la Direzione generale per la concorrenza della Commissione europea (DG-COMP) notificò alle autorità di vigilanza italiane il divieto di procedere ad una ricapitalizzazione delle "quattro banche", in assenza di una decisione della Commissione europea sull'intervento del FITD per banca Tercas;
a questo punto le autorità italiane avviarono le procedure di risoluzione delle "quattro banche" e disposero l'applicazione delle misure di burden sharing per gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati delle stesse banche (l'operazione di scissione delle "nuove banche" è stata disposta e disciplinata con il decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, poi confluito nella legge 28 dicembre 2015, n. 208). Una mossa che anticipò di un mese il parere negativo preventivo della Commissione sulla questione Tercas, nel quale si chiedeva anche che lo Stato recuperasse i suddetti aiuti. Parere che avrebbe pregiudicato l'utilizzo delle risorse del FITD anche per le "quattro banche" e condizionato la gestione delle ulteriori crisi del Monte Paschi di Siena, di Veneto Banca e di Banca popolare di Vicenza;
la decisione della commissaria europea Margrethe Vestager, a giudizio dei proponenti del presente atto servile agli interessi tedeschi, procurò danni enormi al sistema bancario, costringendo la Banca d'Italia ad anticipare il bail-in il 21 novembre 2015 per quattro banche in risoluzione, gettando sul lastrico ben 130.000 famiglie, determinando suicidi e disperazione in quei risparmiatori che si erano visti azzerare tutti i sudati risparmi di una vita. Il fermo al fondo interbancario ebbe enormi effetti anche nelle crisi successive a quelle di Tercas, a cominciare dalle quattro banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara) che con il FITD non sarebbero finite in risoluzione. È giusto ricordare che per quelle quattro banche il Governo italiano di allora, guidato da Matteo Renzi, varò il decreto banche sugli arbitrati, che prevedeva un recupero solo dell'80 per cento dei risparmi dei correntisti, con una perdita secca del 20 per cento, dunque, che qualcuno ora dovrebbe loro restituire;
l'Italia fece ricorso sostenendo che tale intervento non era, né imputabile allo Stato italiano, né finanziato mediante risorse statali essendo l'intervento del FITD di carattere privatistico e, pertanto, non rientrante nel perimetro degli aiuti di Stato;
considerato che il Tribunale dell'Unione europea il 19 marzo 2019 ha annullato la decisione della Commissione europea, qualificando l'intervento del FITD come legittimo e compatibile con la normativa europea. E successivamente la Corte di giustizia dell'Unione europea (il 2 marzo 2021) ha respinto il ricorso della Commissione, confermando le tesi del FITD, di Banca d'Italia e di Banca popolare di Bari. Si legge nella sentenza: "Il tribunale non ha commesso errori dichiarando che gli indizi presentati dalla commissione per dimostrare l'influenza delle autorità pubbliche italiane sul FITD non permettono di imputare il suo intervento a favore di Tercas alle autorità italiane";
ritenuto che:
le decisioni della Commissione europea hanno comportato ingenti danni economici a carico sia dello Stato italiano che dei risparmiatori delle banche sottoposte alle procedure di risoluzione e liquidazione. È opportuno, altresì, non tralasciare l'immagine negativa subita dal sistema bancario italiano, con tutte le conseguenti difficoltà nelle operazioni di finanziamento e di collocamento delle passività, sia tra gli operatori di mercato che tra la clientela retail;
il fermo al FITD ha costretto il settore bancario a spendere 2,5 miliardi di euro e ha provocato una svalutazione dei crediti deteriorati imposti dalla procedura UE al 17 per cento. La decisione della commissaria Vestager, dunque, oltre a provocare costi visibili e conteggiabili per banche e risparmiatori, ha largamente inciso sulla fiducia verso il mercato finanziario e bancario italiano, tanto che lo stesso presidente dell'ABI Antonio Patuelli ne ha chiesto le dimissioni, oltre al rimborso di risparmiatori e banche danneggiate, e ha provocato danni incalcolabili al futuro economico-finanziario del Paese,
impegna il Governo:
1) ad attivarsi presso le competenti sedi, nazionali ed europee, al fine di richiedere il totale risarcimento dei danni, sia diretti che indiretti, relativi alla gestione delle crisi bancarie dal 2015 a oggi e alle conseguenze causate nella riparametrazione del rischio Paese e tutti i maggiori costi sostenuti dallo Stato italiano nel collocamento del debito sovrano;
2) a intraprendere iniziative a tutela delle banche potenzialmente danneggiate e dei risparmiatori saccheggiati a causa di quell'illecita decisione, dei loro complessi aziendali, dei territori in cui operano e, soprattutto, dei loro azionisti e di tutti gli stakeholder colpiti dalle interpretazioni della Commissione europea in tema di aiuti di Stato con riferimento alle nuove agevolazioni in tema di imposte attive differite (cosiddette DTA).
(1-00336)
Interpellanze
QUAGLIARIELLO, BERUTTI, ROMANI, ROSSI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. - Premesso che:
la pandemia, oltre a pesantissime ricadute in termini sanitari e di perdite di vite umane, ha avuto un impatto fortissimo sul settore economico e produttivo, con interi comparti messi in ginocchio, non solo dall'emergenza sanitaria, ma dal susseguirsi di misure restrittive assunte, soprattutto negli scorsi mesi, senza il necessario preavviso e seguite da insufficienti misure di sostegno al reddito di lavoratori e imprenditori;
nel 2020, il prodotto interno lordo ha registrato un calo di quasi il 9 per cento e settori come il turismo, la ristorazione e lo sport, solo per citarne alcuni, stanno registrando perdite di fatturato di miliardi di euro;
il livello di rischio è risultato molto disomogeneo all'interno delle regioni, che sono state di sovente sottoposte a misure di limitazione di medio e massimo livello, pur registrando situazioni di alta criticità concentrate soltanto in singole città o province;
tale fenomeno sembra accentuarsi con il diffondersi delle varianti, che tendono a provocare picchi di contagio ma in aree molto circoscritte, rendendo ancor più inadeguato l'intervento a "misura regionale", che rischia di pregiudicare l'efficacia delle strategie di contenimento da un punto di vista sanitario e di esasperare le difficili condizioni in cui versa il tessuto economico interessato;
le misure automatiche di chiusura o forte limitazione di numerose attività commerciali, ricettive, oltre che sportive, collegate al "cambio di colore", sono risultate talvolta irragionevoli, perché non allineate alle reali disponibilità di spazi, livelli di afflusso di clienti, capacità effettiva di applicazione delle misure di distanziamento e prevenzione anti contagio, soprattutto se parametrate agli ingenti sforzi economici a titolo di investimento che gli operatori di ogni settore, locali pubblici in primis, avevano fatto al fine di adeguarsi ai protocolli di prevenzione imposti;
considerato che:
i dati disponibili dimostrano come la salvaguardia della vita e della salute dei cittadini siano perseguite attraverso la protezione immunitaria prioritaria per le fasce deboli della popolazione (per età anagrafica e condizioni sanitarie) e, a seguire, della vaccinazione su larga scala delle altre categorie socio-sanitarie;
il 13 marzo 2021, il commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure sanitarie di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19 ha diffuso il piano operativo finalizzato a completare al più presto la campagna vaccinale, che contiene l'ambizioso obiettivo di 500.000 somministrazioni al giorno, per raggiungere il traguardo dell'80 per cento della popolazione vaccinata entro il prossimo mese di settembre;
i dati rivelano tuttavia che il ritmo delle vaccinazioni non sta procedendo secondo i migliori auspici, per una serie di problematiche che coinvolgono, in particolare, la consegna delle dosi e l'impiego di personale numericamente insufficiente a raggiungere l'obiettivo prefissato;
è nota la problematica relativa al reclutamento di personale infermieristico, ostacolata (come peraltro segnalato dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) dal vincolo di esclusività che ancora permane a carico di tale categoria, per la quale non è disciplinata, a differenza di quanto accade per i medici, la possibilità di prestare attività al di fuori del normale orario di lavoro di servizio;
ulteriore freno al reclutamento del personale da impiegarsi nell'attuazione del piano è rappresentato dal rischio di incorrere in conseguenze giudiziarie, laddove si ipotizzino correlazioni tra la somministrazione del vaccino e l'eventuale insorgenza di lesioni o il verificarsi del decesso delle persone sottoposte al trattamento,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno rivedere la classificazione per fasce differenziate di rischio circoscrivendole fin da subito esclusivamente su scala provinciale, comunale o intercomunale, così da garantire maggiore efficacia sui singoli focolai, evitando al contempo misure eccessivamente limitanti l'attività economico-commerciale e ricettiva in territori in cui i livelli di rischio appaiono disomogenei;
quali iniziative urgenti intenda promuovere al fine di elaborare nuove regole di contenimento del contagio, che rendano compatibile la gestione del rischio sanitario, anche in cluster rossi e arancioni, con l'apertura delle attività ricettive e commerciali attraverso identificazione di regole severe, ma chiare, di igienizzazione, distanziamento, regolazione degli accessi e stazionamento all'interno dei locali pubblici, riservando l'ipotesi della chiusura solamente a casistiche isolate e di assoluta criticità;
se ritenga necessario accelerare al massimo, nelle prossime settimane, l'applicazione del piano vaccinale, anche attraverso un sensibile ampliamento della platea del personale incaricato della somministrazione del vaccino, coinvolgendo nella misura più ampia possibile il sistema sanitario privato, i medici di base, le farmacie, le strutture poliambulatoriali, oltre che attraverso l'allestimento di punti di somministrazione all'interno di aziende e luoghi di lavoro, palestre e palazzetti dello sport, centri commerciali e istituti scolastici;
quali iniziative intenda promuovere per garantire il tempestivo coinvolgimento di tutte le professionalità considerate idonee alla somministrazione dei vaccini anti SARS-CoV-2/COVID-19 e se ritenga di introdurre tutte le opportune modifiche normative atte a sospendere il vincolo di esclusività che ancora permane a carico del personale infermieristico dipendente delle strutture parte del SSN e dei medici ospedalieri pubblici, estendendo a tali categorie la possibilità di prestare attività al di fuori del normale orario di lavoro di servizio;
quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di predisporre un intervento legislativo urgente che tuteli il personale medico e sanitario che somministra i vaccini da eventuali responsabilità di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se le condotte tenute dal predetto personale siano giustificate dalla necessità di garantire la continuità e l'efficienza nell'attuazione del piano vaccinale, ferme restando le responsabilità individuali in caso di dolo;
se non ritenga necessario prevedere, al fine di garantire il massimo livello di protezione ai soggetti maggiormente esposti al rischio di manifestare le forme più gravi della malattia, che tutti gli operatori sanitari che operano all'interno degli ospedali, delle strutture del SSN o convenzionate si sottopongano al vaccino contro il COVID-19 e che, qualora non ritengano di farlo, siano temporaneamente adibiti ad altra mansione, che non preveda il contatto diretto con i pazienti.
(2-00077)
Interrogazioni
DURNWALDER - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:
il direttore generale per le istituzioni della formazione superiore ha emanato il decreto direttoriale n. 553 del 26 febbraio 2020, recante "Procedura per il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario di prima e seconda fascia";
l'articolo 2, comma 4, lettera b), in relazione alle modalità di presentazione delle pubblicazioni per gli aspiranti professori associati e ordinari, recita: "Il candidato ha l'obbligo per ciascuna delle pubblicazioni indicate in elenco di allegare, mediante caricamento in piattaforma, l'intero prodotto da esaminare in formato elettronico (pdf) e, ove la pubblicazione sia redatta in lingua diversa dall'italiano e/o dall'inglese, la traduzione giurata della pubblicazione in un unico file. Non saranno valutate le pubblicazioni di cui non sia stato inserito il relativo allegato";
considerato che:
la disposizione non prende in considerazione i candidati italiani appartenenti alle minoranze linguistiche francese e tedesca i quali, nel caso di pubblicazioni in lingua diversa dall'italiano o inglese, si vedranno costretti a ricorrere alla traduzione giurata che, oltre a non garantire la fedeltà del testo da tradurre, rappresenta un costo non indifferente;
la disposizione risulta in contrasto non solo con il principio dell'internazionalizzazione della ricerca scientifica italiana che si è sin qui affermato, ma anche, e soprattutto, con il principio di non discriminazione sancito dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che vieta qualunque discriminazione basata sulla lingua, nonché con il principio di libera circolazione dei lavoratori di cui all'art. 45 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda superare questa situazione di grave pregiudizio, sintomo di un protezionismo accademico in contrasto con lo spirito di una scienza libera e competitiva a livello internazionale.
(3-02353)
CUCCA - Al Ministro della salute. - Premesso che:
i recenti provvedimenti predisposti dal Governo per fronteggiare la nuova ondata di contagi da COVID-19, causata anche dalla diffusione delle nuove "varianti" del virus, hanno determinato l'inclusione in zona rossa ed in zona arancione della maggior parte delle regioni italiane;
in particolare, l'adozione dapprima del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, e successivamente del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, ha modificato e ristretto il quadro normativo rispetto a quanto precedentemente disposto, prevedendo misure di contenimento del virus fino al 6 aprile 2021;
tuttavia, la regione Sardegna, in ragione di una situazione epidemiologica meno grave, è stata confermata area "bianca", zona ossia soggetta a forme di minore limitazione riguardo agli spostamenti interni e agli orari di circolazione, nonché sottoposta a minori limitazioni per quanto attiene allo svolgimento delle attività economiche, pur rimanendo tuttavia il divieto di assembramento e l'obbligo di indossare la mascherina e mantenere il distanziamento interpersonale;
nondimeno, le misure attualmente in vigore non hanno previsto il divieto di spostamenti per raggiungere le seconde case, anche per quelle ubicate in un'altra regione, essendo di conseguenza non proibiti gli spostamenti tra le regioni, anche tra regioni rosse e regioni bianche;
tale circostanza ha determinato, nei giorni successivi all'emanazione del suddetto decreto, la crescente preoccupazione in seno alla popolazione locale in riferimento in particolare ai timori di trasferimenti di persone dirette dalle zone ad alto rischio epidemiologico proprio verso la Sardegna, con il conseguente acuirsi del rischio sanitario anche all'interno della regione, il quale sarebbe suscettibile di rendere vani gli sforzi sinora portati avanti per mantenere basso il tasso di diffusione dei contagi;
come riportato negli ultimi giorni dalle fonti stampa nazionale, gli sbarchi di viaggiatori e proprietari di seconde case nell'isola si sono intensificati enormemente: alcune testate parlerebbero, a titolo esemplificativo, di ben 997 passeggeri giunti al porto di Olbia lunedì 15 marzo;
i controlli fino ad oggi effettuati nei punti di ingresso dell'isola, tuttavia, si sono dimostrati molto lacunosi ed approssimativi: le testate giornalistiche riferiscono infatti non solo di estrema carenza degli accertamenti, ma anche di notevole semplicità con la quale i medesimi possono essere "aggirati" da chi proviene da fuori;
a tal proposito, nelle ultime ore stanno circolando numerose indiscrezioni che descrivono con evidenza l'inadeguatezza gestionale fino ad oggi riscontrata nella predisposizione dei tamponi e nel successivo monitoraggio: per fare un esempio, si può citare il caso di una coppia di persone che, da quanto segnalato all'interrogante, sarebbe stata sottoposta a tampone non appena giunta sul territorio sardo e che tuttavia, dopo essere stata congedata, ha accusato sintomi dell'infezione nei successivi due giorni, ripetendo altresì il tampone e ricevendo il risultato positivo e la comunicazione di positività anche del tampone effettuato all'ingresso;
considerato che:
appare evidente che l'esposizione al rischio della popolazione residente nella regione stia precipitosamente aumentando: risulta inconcepibile continuare a consentire l'ingresso in Sardegna di persone prive di certificato di negatività al COVID-19, nonché totalmente inappropriata la gestione sino a qui portata avanti per effettuare controlli e monitorare le persone sottoposte ai test;
recentemente, diversi rappresentanti delle istituzioni, locali e nazionali, hanno manifestato il disappunto ed il timore di un prossimo aggravamento del quadro sanitario dell'isola, rivolgendo altresì ai vertici della Regione appelli affinché possano essere presi nel più breve tempo possibile provvedimenti stringenti e puntuali atti ad arginare le disfunzioni in fase di accertamento e monitoraggio epidemiologico;
il presidente Solinas, infatti, non ha ancora emanato un'ordinanza ad hoc per frenare gli arrivi ed organizzare un efficace sistema di accertamenti sanitari,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali siano i suoi orientamenti in merito;
se non ritenga opportuno adottare le più urgenti iniziative volte ad intensificare i controlli sanitari a tutti coloro che intendano recarsi in Sardegna, inclusa la somministrazione dei tamponi ed il puntuale monitoraggio epidemiologico, al fine di evitare un repentino e preoccupante aumento dei contagi nella regione come verificato negli ultimi giorni.
(3-02354)
MARILOTTI - Ai Ministri della salute e dell'interno. - Premesso che:
il Paese si trova in una situazione di emergenza pandemica con il rischio di un'imminente terza ondata;
la Sardegna è l'unica regione italiana ad essere "zona bianca";
il 14 marzo 2021 il Governo ha pubblicato i chiarimenti (denominati FAQ, dall'acronimo in lingua inglese di "domande frequenti") circa l'ultimo decreto adottato in materia di prescrizioni e divieti per attenuare la diffusione della pandemia in corso;
in particolare è prescritto che fino al 6 aprile 2021 "in zona rossa sono consentiti esclusivamente i seguenti spostamenti: 1. per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità (anche verso un'altra Regione o Provincia autonoma); 2. il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, compreso il rientro nelle 'seconde case' ubicate dentro e fuori regione";
considerato che:
i suddetti chiarimenti hanno ingenerato l'ingiustificata aspettativa che si potessero compiere spostamenti fra regioni in deroga a quanto è stabilito nel decreto, in particolare che si potesse rientrare nelle seconde case delle vacanze (anche da zona rossa), per approfittare delle festività pasquali;
risulterebbero già in atto degli arrivi con difficoltà di effettuare efficaci controlli agli sbarchi nei principali porti di accesso della Sardegna, come riportato dai due quotidiani locali ("Unione Sarda" e "La Nuova Sardegna");
è da ricordare che la scorsa estate un analogo afflusso di turisti e proprietari di seconde case aveva prodotto una recrudescenza del COVID-19 in Sardegna, con ripercussioni significative anche nel resto del Paese,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano assumere perché sia chiarito che gli spostamenti fra regioni debbano essere limitati a ragioni di lavoro, di salute o necessità, e non a ragioni "turistiche" o di svago verso una regione "bianca" come la Sardegna.
(3-02355)
MODENA, FERRO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
è noto che la crisi pandemica ha amplificato una serie di problematiche già esistenti nella struttura organizzativa degli uffici giudiziari: strutture sovente fatiscenti, personale di cancelleria in smart working, generale inadeguatezza dei provvedimenti assunti per l'operatività;
l'emergenza emblematica è il "portale del penale". È evidente e da tutti condiviso che nel tempo l'attività tecnica della difesa penale potrà e dovrà appoggiarsi a tutte le possibili forme di digitalizzazione: depositi via PEC, accreditamento e accesso ai portali anche per la consultazione dei fascicoli processuali, facilitazioni delle interlocuzioni con pubblici ministeri e giudici, notifiche e così via. Ma questa non è certo la situazione dell'oggi;
il portale ufficializzato è solo quello delle Procure della Repubblica;
l'Unione delle camere penali ha pubblicamente fatto presente che il sistema nasce già obsoleto, ma soprattutto presenta continui guasti e inconvenienti tecnici, che ne impediscono il funzionamento: i difensori non possono accreditarsi e ciò mette a repentaglio il rispetto dei termini processuali; i pubblici ministeri non hanno tempestiva contezza delle iniziative della difesa; il deposito nel portale non è corredato da idonea certificazione comprovante l'esito positivo delle operazioni; spesso, intervenuto il deposito della nomina, è comunque impossibile accedere al fascicolo;
con il decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, "decreto ristori", si è mantenuta la modalità esclusiva di deposito tramite portale degli atti difensivi, così impedendo ogni forma residuale di deposito cartaceo e trasformando l'avvio delle forme del processo telematico in un inammissibile detrimento dei diritti della difesa;
il successivo decreto del Ministro della giustizia 13 gennaio 2021 ha esteso tale esclusiva modalità al deposito della querela, degli atti di opposizione alla richiesta di archiviazione e dell'atto di nomina;
peraltro, gli interventi limitativi delle prerogative dei difensori, introdotti con atti privi di forza di legge, sono continuati anche con le note del capo della Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati che, con i provvedimenti del 5 febbraio e del 24 febbraio 2021, ha imposto il deposito dell'"atto abilitante", dunque onerando il difensore di un'ulteriore incombenza non prevista dalla legge;
tale oggettiva situazione dovrebbe concludersi il 30 aprile 2021, termine ultimo per le misure di emergenza di contrasto alla pandemia, ma inequivocabili sono gli annunci di provvedimenti di proroga di tutte tali misure;
considerato che per tali ragioni la giunta dell'Unione delle camere penali italiane ha proclamato secondo le vigenti regole di autoregolamentazione, e nel rispetto delle pronunce della Corte costituzionale ed in attesa di una certa e più consolidata loro interpretazione con esclusione dei processi contro imputati detenuti in custodia cautelare, l'astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 29, 30, 31 marzo 2021,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo abbia avuto modo di approfondire la questione, stante il suo recente insediamento;
se sia stato istituito un tavolo di confronto sul punto e se intenda assumere iniziative, e nel caso quali esse siano.
(3-02356)
BITI, FEDELI, NANNICINI, ALFIERI, D'ARIENZO, PITTELLA, RAMPI, VATTUONE, VALENTE, STEFANO, ASTORRE, D'ALFONSO, IORI, BOLDRINI, FERRAZZI, PARRINI, GIACOBBE, ROJC, VERDUCCI, MANCA - Ai Ministri dell'interno, dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
l'articolo 1, comma 42, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020), ha previsto, per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, l'assegnazione in favore dei Comuni di contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché per il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Il medesimo comma ha previsto uno stanziamento per i progetti di rigenerazione urbana di importo pari a 150 milioni di euro per l'anno 2021, a 250 milioni di euro per l'anno 2022, a 550 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e a 700 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034;
il successivo comma 43 ha previsto, in attuazione del comma 42, l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro dell'interno e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, finalizzato ad individuare i criteri e le modalità di ammissibilità delle istanze e di assegnazione dei contributi;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2021, n. 56, adottato al fine di ripartire le risorse previste dall'articolo 1, comma 42, ha individuato nella "vulnerabilità sociale e materiale" uno dei principali problemi per l'attuazione della norma nei confronti dei Comuni di più piccole dimensioni;
il decreto ha pertanto stabilito che hanno facoltà di richiedere i contributi previsti soltanto i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, non capoluogo di provincia, ed i Comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana che intendano realizzare interventi per la rigenerazione urbana non integralmente finanziati da altri soggetti, escludendo di conseguenza i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti non capoluogo di provincia;
considerato che:
la suddetta limitazione della platea dei Comuni che possono accedere ai contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana non solo riduce l'efficacia delle disposizioni contenute nell'articolo 1, commi 42 e 43, della legge di bilancio per il 2020, ma si configura in senso palesemente contrario rispetto alle intenzioni del legislatore espresse in sede di approvazione della stessa legge;
i fenomeni di "vulnerabilità sociale e materiale" non insistono sui Comuni soltanto in ragione della loro effettiva dimensione, ma anche del loro essere periferia fisica rispetto ai grandi centri urbani e alle sedi amministrative locali, con la conseguente incapacità strutturale di ottenere risorse pubbliche e private che abbiano una ricaduta positiva in termini di investimenti sul territorio,
si chiede di sapere:
se non si ritenga opportuno modificare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2021 in modo da ampliare la platea dei beneficiari, permettendo l'accesso ai fondi sia da parte dei Comuni sotto i 15.000 abitanti non capoluogo di provincia, sia da parte di enti in forma associata come le Unioni dei Comuni;
se non si ritenga altrimenti di dover prevedere ulteriori stanziamenti al fine di costruire analoga misura che sia specificamente riferita ai Comuni sotto i 15.000 abitanti non capoluogo di provincia.
(3-02357)
EVANGELISTA, DONNO, NATURALE, LEONE, TRENTACOSTE, GAUDIANO, PIARULLI, FERRARA, CASTALDI, D'ANGELO, ABATE, LANNUTTI, RUSSO, LANZI, MAIORINO, MATRISCIANO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
la violenza di genere costituisce da sempre un fenomeno complesso di portata globale e trasversale, un fenomeno che nonostante gli importanti interventi normativi costituisce tuttora una drammatica realtà, come dimostrano anche le parole spese sul tema dal Presidente della Repubblica e dal Presidente del Consiglio dei ministri in occasione della celebrazione della festa della donna lo scorso 8 marzo 2021;
i dati ISTAT rappresentano che nel periodo 1° gennaio-31 maggio 2020, la convivenza forzata imposta dal lockdown nazionale ha generato un allarmante aumento, pari all'11 per cento rispetto all'anno 2019, dei procedimenti iscritti per maltrattamenti contro familiari e conviventi, catalogabili come violenza di genere;
ancora, nel periodo marzo-ottobre 2020 le chiamate valide al numero di pubblica utilità 1522 è esponenzialmente cresciuto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, passando da 13.424 a 23.071 (circa il 70 per cento in più). Triplicate anche le richieste di aiuto tramite chat (da 829 a 3.347);
la velocità con la quale si passa dai "reati spia" al femminicidio è aumentata sensibilmente e ciò fa sì che spesso la risposta data dalle autorità non risulti sufficiente ad evitare la terribile escalation di violenza;
considerato che:
con i precedenti interventi normativi per il contrasto alla violenza di genere sono state introdotte nel nostro sistema nuove norme di carattere punitivo-repressivo e misure, necessarie ed efficaci, sul fronte della protezione della vittima e della prevenzione dei reati di violenza di genere;
attualmente, uno degli strumenti di maggior contrasto ai delitti di violenza domestica e di genere è rappresentato dalla legge n. 69 del 2019, detta "codice rosso". Essa è volta, da un lato, a rendere più celere l'azione penale e a garantire l'adozione di eventuali provvedimenti di protezione delle vittime e, dall'altro, a prevedere delle disposizioni volte a rendere maggiormente effettivo il trattamento rieducativo del reo;
in relazione a quest'ultimo aspetto, occorre menzionare l'articolo 6, recante la modifica dell'articolo 165 del codice penale in materia di sospensione condizionale della pena con riguardo ai reati di violenza domestica e di genere. La disposizione (obblighi del condannato) subordina la concessione della sospensione condizionale alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per i medesimi reati. Inoltre, l'articolo 17 della legge n. 69 del 2019 novella l'art. 13-bis della legge n. 354 del 1975 (ordinamento penitenziario), prevedendo la possibilità per i condannati per i delitti sessuali, maltrattamenti contro familiari e conviventi, deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso e stalking di intraprendere un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno, suscettibile di valutazione ai fini della concessione dei benefici penitenziari (art. 4-bis, comma 1-quinquies, della legge n. 354);
considerato tuttavia che i programmi volti al recupero e alla riabilitazione del soggetto autore del reato non risultano allo stato sufficienti, sia per difetto formativo del personale addetto, che per carenza di risorse finanziarie, ad abbattere il fenomeno della recidiva e, quindi, a completare positivamente il percorso psicologico del maltrattante,
si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di garantire una maggior tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, con particolare riferimento alla formazione dei diversi modelli di trattamento intra ed extra murale, ai protocolli e alle best practice volte alla riduzione dei casi di recidiva, anche attraverso il coinvolgimento dei soggetti esterni all'amministrazione penitenziaria nonché il consolidamento e lo sviluppo di collegamenti e sinergie con il territorio nazionale.
(3-02358)
LA PIETRA, CALANDRINI, RAUTI, URSO, TOTARO, GARNERO SANTANCHE', PETRENGA, FAZZOLARI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
il 2 febbraio 2020, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con proprio comunicato pubblicato sul sito web istituzionale informava dell'avvenuta firma, presso la sede del Centro italo-venezuelano di Caracas, dell'atto costitutivo della fondazione "Ospedale italiano in Venezuela": un'iniziativa, si legge nel comunicato, "fortemente sostenuta dall'incaricato d'affari in Venezuela, Placido Vigo" e che avrebbe visto il "coinvolgimento attivo del Consolato Generale d'Italia";
si legge ancora che "l'ospedale italiano presterà i suoi servizi alla comunità italiana e alla società venezuelana in generale";
sugli esiti, gli sviluppi nonché l'attuazione dell'iniziativa, nonché sulle modalità di partecipazione dell'Italia a questo progetto, avviato nel febbraio 2020 con la firma da parte del Governo italiano nella persona del sottosegretario Merlo dell'atto costitutivo di tale fondazione e una serie di altri soggetti istituzionali, non parrebbe esserci sufficiente chiarezza;
in una nota antecedente la firma del documento a Caracas, pubblicata sul portale "ItaliachiamaItalia" al 18 dicembre 2019, ad esempio, si fa riferimento genericamente a un non meglio precisato contributo economico del Governo italiano, al quale avrebbe fatto riferimento, secondo quanto ivi riportato, l'ambasciatore Placido Vigo e del quale non è tuttavia noto l'ammontare;
ad oggi, anche alla luce degli eventi determinati dalla crisi sanitaria pandemica, non è noto quali siano stati gli esiti di questo progetto, che, almeno secondo quanto risulta agli interroganti, non avrebbe mai visto la luce e si sarebbe fermato ad una mera dichiarazione di intenti e raccolta di fondi e contributi, né in quale misura, nell'ambito delle politiche sanitarie poste in essere in Venezuela, la comunità dei nostri connazionali ivi residenti siano stati effettivamente assistiti nel corso della sopravvenuta crisi sanitaria;
non è noto neppure quale sia stata la destinazione delle risorse stanziate dal Governo (alle quali si fa riferimento nel citato articolo e delle quali non è noto l'ammontare), né dei contributi destinati a tale struttura, anche nell'ambito delle raccolte di fondi messe in campo anche nel corso della citata iniziativa inaugurale, avviate ed eseguite in presenza di esponenti del Governo italiano in Venezuela e che, sempre secondo quanto si apprende dalla stampa, sarebbero state messe in campo per perseguire la finalità di garantire un presidio ospedaliero di riferimento per l'assistenza sanitaria della comunità italo-venezuelana a Caracas;
proprio in ragione della scarsità di informazioni disponibili in ordine agli esiti degli atti e delle iniziative entusiasticamente annunciate sul sito web del Ministero degli affari esteri, e soprattutto, alla mancanza, ad oggi, di un fattivo riscontro sulla realizzazione della struttura sanitaria per la quale sarebbero state destinate risorse finanziarie dal Governo italiano, gli interroganti considerano necessario e urgente un intervento chiarificatore utile a diradare i termini della questione,
si chiede di sapere:
quali siano i termini della partecipazione del Governo italiano all'iniziativa e quali siano, esattamente, gli impegni che il nostro Paese si è assunto firmando a Caracas il 2 febbraio 2020, mediante il sottosegretario Merlo, l'atto istitutivo della fondazione "Ospedale italiano in Venezuela";
se ed in quale misura il Governo italiano abbia contribuito finanziariamente al progetto, e quali siano le ragioni ostative alla realizzazione ed entrata in funzione della struttura, sino a questo momento;
quali strumenti di monitoraggio dei risultati, dello stato di avanzamento e attuazione del progetto il Governo, al momento della firma dell'atto istitutivo della fondazione abbia formalizzato e, in relazione allo stanziamento di risorse economiche, se abbia opportunamente attivato tali strumenti di monitoraggio e controllo e se non ritenga opportuno, in caso di tardiva attuazione o mancata attuazione degli obiettivi condivisi con le autorità venezuelane, valutare ogni iniziativa necessaria all'esecuzione di un impegno rientrante in un'iniziativa di cooperazione bilaterale che, in un contesto di già delicato equilibrio per le relazioni internazionali e diplomatiche con un Paese che versa in condizioni di gravissima crisi democratica, economica e sociale, risulta indispensabile per garantire il diritto fondamentale alla tutela della salute della comunità italo-venezuelana, specie alla luce della gravissima crisi pandemica.
(3-02359)
DE BERTOLDI, RAUTI, IANNONE, CALANDRINI, GARNERO SANTANCHE', NASTRI, LA PIETRA, DE CARLO, URSO, RUSPANDINI, TOTARO, PETRENGA, ZAFFINI, MAFFONI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
secondo quanto risulta dalla documentazione in possesso degli interroganti, sembrerebbe che l'Agenzia delle entrate di recente stia inviando ad alcuni contribuenti avvisi di accertamento catastali, che prevedono un aumento delle rendite, nonostante gli estimi fossero già aggiornati al 2013 (periodo di massima valorizzazione degli immobili);
tali avvisi, contenenti nuove disposizioni relative alla determinazione di classamento e di rendite catastali, hanno provocato il conseguente e presumibile avvio di ricorsi dinanzi alle commissioni tributarie da parte dei destinatari, i quali considerano la procedura avviata dall'Agenzia delle entrate a loro carico una sorta di "patrimoniale mascherata" e l'ennesima imposizione fiscale, i cui effetti contribuiranno ulteriormente ad aggravare le condizioni socioeconomiche dei contribuenti italiani, già pesantemente sconvolti dagli effetti della pandemia in corso;
al riguardo, gli interroganti evidenziano inoltre che dal contenuto delle lettere inviate dall'Agenzia delle entrate emerge la descrizione di "micro-zone" riferite alla città di Roma, con forti presenze turistiche, le cui peculiarità in realtà non rappresentano alcuna vocazione in tal senso;
a giudizio degli interroganti la vicenda, ove fosse confermata, rappresenterebbe il colpo di grazia per i possessori degli immobili commerciali interessati dai citati avvisi di accertamento, moltissimi dei quali inutilizzati, a causa della pandemia da COVID-19, nonché dalla preesistente crisi economica e commerciale, che ha causato un'evidente e netta svalutazione del valore di mercato dei locali rimasti sfitti;
le iniziative avviate dall'Agenzia delle entrate, come quella descritta, a parere degli interroganti contribuiscono tra l'altro ad acuire negativamente il cattivo rapporto tra contribuente e amministrazione finanziaria, e costituiscono l'ennesimo balzello fiscale, le cui addizionali a carico dei possessori degli immobili confermano come i livelli della pressione fiscale siano fra i più alti al mondo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda confermare quanto esposto;
in caso affermativo, se non convenga che l'invio ai contribuenti, da parte dell'Agenzia delle entrate, di nuove disposizioni relative alla determinazione di classamento e di rendite catastali sia una decisione ingiusta ed inopportuna, specie nel periodo attuale di gravissima crisi sociale ed economica che il Paese sta attraversando;
quali iniziative di competenza intenda, infine, intraprendere affinché l'Agenzia delle entrate sospenda l'invio degli avvisi di accertamento onde evitare che tale decisione da parte dell'amministrazione finanziaria possa costituire l'ennesimo aumento fiscale, che rischia di infliggere il colpo finale per il mercato immobiliare commerciale, con inevitabili ripercussioni sul sistema economico e la tenuta dei livelli occupazionali con prevedili rischi sulla tenuta sociale.
(3-02360)
DE BERTOLDI, CIRIANI, RAUTI, BARBARO, CALANDRINI, DE CARLO, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, MAFFONI, NASTRI, PETRENGA, RUSPANDINI, TOTARO, URSO, ZAFFINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
l'Associazione nazionale dei commercialisti, unitamente al Sindacato nazionale e all'Unione italiana commercialisti, denuncia il fatto che l'adempimento in scadenza il 10 marzo 2021, relativamente alla conservazione delle fatture elettroniche per l'anno d'imposta 2019, si sta rivelando per i professionisti e le imprese più problematico del previsto, a causa delle continue e numerose segnalazioni in merito al malfunzionamento del portale "Fatture e Corrispettivi" dell'Agenzia delle entrate, che da diversi giorni (prima della data di scadenza) è soggetto a continui blocchi (che sembrerebbero dovuti ad aggiornamenti in corso) che rendono oltremodo difficoltoso il caricamento in conservazione sostitutiva delle fatture;
al riguardo, nonostante i rappresentanti della categoria dei commercialisti avessero già denunciato la farraginosità di una procedura che può comportare il caricamento manuale delle fatture, con limiti agli invii giornalieri e al numero di documenti (i quali comunque sono già in possesso dell'Agenzia delle entrate), chiedendo al contempo un provvedimento urgente di proroga che spostasse (così come avvenuto per il servizio di consultazione fatture elettroniche) il termine previsto (senza dover costringere i professionisti e le imprese ad una corsa contro il tempo per riuscire a rispettare la scadenza), l'amministrazione finanziaria non ha posto alcuna attenzione all'accaduto, neanche per assicurare il regolare funzionamento delle procedure, in mancanza del quale evidentemente i contribuenti non sono stati messi nella condizione di adempiere alla scadenza del 10 marzo;
il servizio che l'Agenzia delle entrate mette a disposizione gratuitamente, evidenziano ancora i rappresentanti dei commercialisti, prevede inoltre che la conservazione si attivi automaticamente solo dal giorno successivo all'adesione da parte del contribuente, determinando con ciò che tutte le fatture transitate allo SDI prima della data di adesione al servizio dovranno essere portate in conservazione mediante caricamento manuale; un'operazione indubbiamente complessa e farraginosa, con un sistema che impone limiti agli invii giornalieri e al numero di documenti che possono essere caricati per un singolo invio, fatto che dimostra (ancora una volta) quanto siano lontane le procedure snelle e veloci, da molti anni annunciate dall'amministrazione finanziaria e nella realtà mai effettivamente realizzate, in grado di consentire ai professionisti di dare seguito adeguatamente ai diversi ed esorbitanti numeri di adempimenti fiscali previsti dall'ordinamento tributario italiano;
la vicenda (peraltro non nuova, essendosi nel passato verificati numerosi problemi connessi ai sistemi informatici dell'Agenzia delle entrate, che hanno determinato disservizi e difficoltà per gli adempimenti fiscali dei contribuenti), a giudizio degli interroganti, mette in luce ancora una volta le distanze, spesso siderali, esistenti nel nostro Paese tra fisco e contribuente, alimentate da situazioni come quella riportata, che indubbiamente non contribuiscono a migliorare il rapporto di fiducia e correttezza, anche e soprattutto a causa delle difficoltà tecnico-informatiche oltre che interpretative delle norme, connesse all'elevatissimo numero di adempimenti fiscali, determinati dalla pressione fiscale esistente in Italia, fra le più elevate al mondo,
si chiede di sapere:
quali valutazioni il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se non convenga che la denuncia proveniente dall'Associazione nazionale dei commercialisti, dal Sindacato nazionale dei commercialisti e dall'Unione italiana commercialisti, relativa al malfunzionamento del portale "Fatture e Corrispettivi" dell'Agenzia delle entrate, sia condivisibile e fondata, con effetti negativi che hanno penalizzato i commercialisti nell'adempiere al compito di caricare, mediante conservazione sostitutiva, le fatture, rispettando pertanto la scadenza prevista del 10 marzo;
in caso affermativo, quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere, al fine di prevedere uno slittamento del termine del 10 marzo, prorogando i termini dell'adempimento e realizzando, al contempo, un intervento finalizzato a superare le criticità delle procedure.
(3-02361)
CANGINI - Ai Ministri della salute e dell'università e della ricerca. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
dei 3 medici di base presenti nel comune, terremotato, di Amandola (Fermo), nella regione Marche, due sono andati in pensione;
tale situazione ha determinato un serio disagio alla popolazione per l'oggettiva impossibilità dell'unico medico di soddisfare in tempi brevi le esigenze delle circa 5.000 persone, che possono necessitare della sua assistenza (visite nelle abitazioni o in studio, controlli, ricette mediche, certificati);
la presenza di un unico medico per un'intera comunità, che già in una situazione di normalità sanitaria è difficilmente sostenibile, ora con l'emergenza in essere per la diffusione del COVID-19 è chiaramente un problema che necessita di una soluzione rapida;
lo stress del comparto medico causato dall'emergenza sanitaria non ha fatto altro che acuire un problema già conclamato in era pre pandemia;
il direttore interpellato dell'area vasta 4 ha affermato che nelle graduatorie regionali non ci sono medici disposti a ricoprire l'incarico in sedi considerate disagiate;
tale situazione si presenterà in diversi altri comuni marchigiani ed è già presente in molti comuni d'Italia;
tale criticità è infatti diffusa su tutto il territorio nazionale, ed è aggravata dall'oggettiva carenza di medici dovuta anche alla regola del numero chiuso per accedere alle facoltà di medicina. Una situazione che penalizza in maniera maggiore i territori montani, già in difficoltà per la carenza di servizi e di infrastrutture, territori abitati prevalentemente da anziani, che più di altri hanno bisogno di cure,
si chiede di sapere, tenuto conto che il diritto alla salute della persona è costituzionalmente garantito, quali iniziative, di concerto con le Regioni, il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per risolvere il problema esposto e se, d'intesa con il ministro dell'università, non ritenga opportuno ampliare la "ricettività" delle facoltà di medicina potenziando le scuole di specializzazione.
(3-02362)
BINETTI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
durante il primo periodo di lockdown, è stata attivata, fin dal primo momento, un'estensione del numero dei giorni di permesso retribuito ex art. 33 della legge n. 104 del 1992 per i lavoratori con disabilità grave o per chi assistesse congiunti con disabilità grave;
concretamente, l'articolo 24 del decreto "cura Italia" (decreto-legge n. 18 del 2020) aveva previsto per marzo ed aprile 2020 complessive 12 giornate in più di permesso retribuito, oltre ai 3 giorni ordinariamente fruibili per marzo e i 3 ordinariamente fruibili per aprile;
in sostanza, i beneficiari di tali permessi avrebbero potuto fruirne tra marzo ed aprile 2020 fino a complessivi 18 giorni;
la medesima proposta è stata fatta anche con il decreto "rilancio" (decreto-legge n. 34 del 2020) per maggio e giugno 2020, concedendo la possibilità di fruire anche per tale bimestre dei complessivi 18 giorni di permessi ex lege n. 104 del 1992, coerentemente con il decreto "aprile", che aveva attualizzato l'articolo 24, definendo che: 1) il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui all'articolo 33, comma 3, della legge n. 104 del 1992, è incrementato di ulteriori complessive 12 giornate fruibili nei mesi di marzo e aprile 2020 e di ulteriori complessive 12 giornate fruibili nei mesi di maggio e giugno 2020; 2) il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto al personale sanitario compatibilmente con le esigenze organizzative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell'emergenza COVID-19 e del comparto sanità; 2-bis) resta fermo che per il personale delle forze di polizia, delle forze armate, della Polizia penitenziaria e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, il beneficio di cui al comma 1 si intende riconosciuto compatibilmente con le esigenze organizzative dell'ente cui appartiene e con le preminenti esigenze di interesse pubblico da tutelare. Il beneficio non può essere cumulato con quanto previsto all'articolo 87, comma 6. Tale previsione si intende riferita anche al personale della Polizia locale dei comuni, delle province e delle città metropolitane; 3). alla copertura degli oneri previsti si provvede ai sensi dell'articolo 126;
durante la scorsa estate, essendo venuto meno, almeno parzialmente, il timore che le scuole ed i centri diurni rimanessero chiusi, si è allentata la richiesta di ulteriori ampliamenti dei giorni di permesso retribuiti e quindi nel decreto "agosto" (decreto-legge n. 104 del 2020) nulla veniva detto su tale aspetto, ma si strutturava e potenziava meglio la norma per il lavoro agile in favore dei genitori di persone con disabilità grave, prevedendo all'articolo 21-ter (tuttora in vigore) la seguente disposizione: "Fino al 30 giugno 2021, i genitori lavoratori dipendenti privati che hanno almeno un figlio in condizioni di disabilità grave riconosciuta ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore non lavoratore e che l'attività lavorativa non richieda necessariamente la presenza fisica, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali, fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81";
nei 4 decreti "ristori" (decreti-legge n. 137, n. 149, n. 154 e n. 157 del 2020) non è stata riproposta alcuna richiesta di estensione dei permessi ex lege n. 104 del 1992, essendosi lavorato più che altro sui "congedi COVID-19";
stante l'andamento della pandemia, con l'alternarsi di aperture e chiusure, potrebbe essere necessario riproporre la possibilità di 12 giornate in più di permessi ex lege n. 104 del 1992 per i mesi marzo-aprile 2021 ed altre ed ulteriori 12 giornate in più per i mesi maggio e giugno 2021, oltre ai giorni già ordinariamente fruibili per 3 volte in ciascun mese; infatti, le agevolazioni ricordate si applicano più che altro ai genitori di figli con disabilità grave, non già ad altri parenti;
accanto alla possibilità di accedere al lavoro agile o al congedo COVID-19 bisognerebbe prevedere nuovamente un ampliamento del numero delle giornate dei permessi ex lege n. 104 del 1992,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, in aggiunta a quanto si è verificato nel 2020, e in considerazione del fatto che la pandemia continua a mietere vittime con l'elevato numero di contagi e di decessi, non ritenga necessario incrementare il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contribuzione figurativa, di cui all'articolo 33 della legge n. 104 del 1992 in favore dei lavoratori con disabilità con connotazione di gravità e dei lavoratori che assistono persone con disabilità con connotazione di gravità, di ulteriori complessive 12 giornate fruibili nei mesi di marzo e aprile 2021 e di ulteriori complessive 12 giornate fruibili nei mesi di maggio e giugno 2021.
(3-02363)
MALLEGNI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. - Premesso che:
da notizie giunte all'interrogante riguardo all'approvvigionamento delle mascherine per far fronte all'emergenza sanitaria, risulta il dato relativo all'impiego di 1.600.000 chilogrammi di meltblown, tessuto estruso a soffio abbastanza particolare, che è un complemento essenziale nel multistrato delle mascherine e ne consente la filtrabilità;
le mascherine chirurgiche ne contengono circa un grammo, il che significa che il materiale pubblicato il 16 giugno e aggiudicato il 1° luglio 2020 serve a produrre un miliardo e 600 milioni di mascherine;
1.600 tonnellate di meltblown sarebbero state pagate 41 milioni 440.000 euro, ovvero 25,9 euro al chilo, ai quali bisogna aggiungere il costo necessario per il trasporto, che aumenta in modo sensibile in caso di trasporto aereo;
risulta, altresì, che il 23 di giugno 2020 (una settimana dopo la pubblicazione delle 1.600 tonnellate richieste e una settimana prima dell'aggiudicazione), la struttura commissariale in carica avrebbe sottoscritto un contratto da 46.000.060 euro per la fornitura di 2.303.000 chili di meltblown a 20 euro al chilo. Quindi, alla data del 1° luglio 2020, risultano impegnati 87.500.000 euro per una quantità elevata di meltblown: 3.903.000 chilogrammi, che servono a produrre quasi 4 miliardi di mascherine chirurgiche;
la Baritech è un'azienda pugliese che produce luci, con capitale sociale di 11.000 euro, e che versa in stato di crisi, con 180 dipendenti, la maggior parte dei quali in cassa integrazione. Dai produttori tedeschi di Ledvance (Osram) la società è passata inspiegabilmente a un gruppo svizzero, che ristruttura aziende in crisi, e a una finanziaria di Vaduz;
alla fine del mese di giugno 2020, sarebbero state ordinate dalla Cina 4 linee di produzione, installate nel successivo mese di agosto, per produrre il meltblown necessario per le mascherine chirurgiche di FCA;
desta perplessità il fatto che la sottoscrizione del contratto per 2.300 tonnellate di materiale sia avvenuta quando le macchine per produrlo risultano installate solo 2 mesi più tardi;
altrettanti dubbi solleva il prezzo delle mascherine: 25,9 euro dalla Cina e 20 dall'Italia, posto che alcuni produttori in Italia hanno evidenziato anomalie riguardo al costo che, a seguito di conferme documentate da produttori esteri, risulta di molto inferiore: il prezzo applicato da Witold Makowsky dell'azienda Fibeco Polonia è pari a 8 euro al chilo per 600 tonnellate di produzione meltblown per anno; quello di Galina Atanasova di Extrapack OOD Bulgaria oscilla tra 4 e 4,90 euro al chilo per 720 tonnellate per anno, ciò a conferma di quanto emerso, ovvero che il costo di produzione del materiale si attesta intorno a 4 euro in Italia e meno in Cina;
pertanto, il costo di 25,9 o anche 20,20 euro risulta essere 5 volte più elevato il prezzo della Bulgaria e 2 volte e mezza quello della Polonia, con la differenza che il contratto da 2.300 tonnellate è addirittura in funzione di un inizio della produzione che avverrà fra mesi;
per tale motivo è ancor più incomprensibile un contratto così oneroso con una società di cui si sospetta un disimpegno e una messa in liquidazione alla fine del contratto stesso per la fornitura di meltblown;
risulta, altresì, che al 31 gennaio 2021 per le mascherine chirurgiche sarebbero stati spesi 627.411.963 euro: una cifra enorme, posto che ad esempio la Business creation investments Svizzera avrebbe concluso nello stesso periodo della pandemia un contratto con 2 aziende di Brescia per la fornitura alla struttura commissariale di siringhe automatiche di sicurezza con ago retrattile, per un costo di 50 milioni di euro,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato e se intenda far luce al riguardo;
se intenda adoperarsi e avviare opportune ispezioni per verificare che fine abbiano fatto le 1.600 tonnellate di mascherine arrivate dalla Cina (se siano state vendute, scontate dal prezzo finale di quelle acquistate dai produttori nazionali o semplicemente regalate);
come valuti la stipula del contratto da oltre 46 milioni di euro per la fornitura di 2.303.000 chilogrammi di meltblown a 20 euro al chilo, con un'azienda con capitale sociale di appena 11.000 euro e che versa in stato di crisi.
(3-02364)
BOLDRINI, PITTELLA, VALENTE, ASTORRE, MARGIOTTA, ALFIERI, IORI, VERDUCCI, D'ALFONSO, PARRINI, BITI, TARICCO, ROSSOMANDO, D'ARIENZO, STEFANO, ROJC, FEDELI, GIACOBBE, LAUS, FERRAZZI, MANCA, COLLINA - Al Ministro della salute. - Premesso che:
al fine di rafforzare i servizi infermieristici, il decreto-legge n. 34 del 2000 ha previsto l'istituzione dell'infermiere di famiglia e comunità con la previsione del reclutamento di infermieri, in numero non superiore a 8 unità ogni 50.000 abitanti, dal 15 maggio al 31 dicembre 2020 con contratti di lavoro autonomo e con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, attraverso assunzioni a tempo indeterminato e dal 1° gennaio 2021 con contratti a tempo indeterminato;
esistono alcune best practice territoriali e regionali dell'implementazione dell'infermiere di famiglia (come il progetto CoNSENSo in Piemonte e Liguria e l'attivazione della figura nell'ambito delle aggregazioni funzionali territoriali, AFT, in Toscana). Inoltre, in alcune Regioni, Lazio e Sicilia, sono state presentate delle proposte di legge regionale a favore dell'istituzione della figura;
il patto per la salute 2019-2021 ha previsto l'adozione di linee di indirizzo per l'implementazione di parametri di riferimento per la presa in carico, favorendo il processo integrativo di tutte le figure professionali, compresa l'assistenza infermieristica di famiglia e comunità. La Commissione salute della Conferenza delle Regioni ha inoltre incaricato un sottogruppo tecnico, costituito da rappresentanti del tavolo area assistenza territoriale e del tavolo risorse umane, per effettuare approfondimenti in merito all'introduzione della figura. Le linee di indirizzo sono state redatte dal sottogruppo tecnico a partire dal documento "Position statement su infermiere di famiglia e comunità" della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, in cui la descrizione delle competenze dell'infermiere di famiglia e comunità risulta completa e in linea con gli orientamenti europei per quanto riguarda i due ambiti di competenza (famiglia e comunità) ritenuti strategici per la promozione della salute e gestione della cronicità e della fragilità sul territorio;
la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il 10 settembre 2020, ha approvato le "linee di indirizzo" sulla figura per delineare gli orientamenti organizzativi e formativi adattabili alle diverse realtà regionali in merito all'introduzione dell'infermiere di famiglia;
nonostante la nota carenza di professionisti infermieristici, tuttavia, ad oggi solo il 10 per cento dei 9.600 infermieri previsti dal decreto-legge n. 34 del 2000 risulta essere stato assunto,
si chiede di sapere:
se i fatti descritti corrispondano al vero e quali siano i numeri aggiornati del reclutamento degli infermieri e del recepimento da parte delle Regioni dei livelli essenziali di assistenza territoriali;
se e quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per assicurare l'implementazione della figura dell'infermiere di famiglia e comunità su tutto il territorio nazionale, al fine di rafforzare i servizi infermieristici e migliorare il sistema di presa in carico del paziente, assicurando la migliore risposta possibile nell'ambiente assistenziale familiare e di comunità.
(3-02366)
MONTEVECCHI, DE LUCIA, VANIN, ANASTASI, CROATTI, DONNO, L'ABBATE, LANZI, NATURALE, MATRISCIANO, MAUTONE, PUGLIA, PRESUTTO, ROMANO, TRENTACOSTE - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
con decreto n. 68 del 4 febbraio 2021 il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha dettato le linee guida inerenti all'"adozione dello schema tipo di dotazione organica delle fondazioni lirico-sinfoniche" a cui ciascuna fondazione deve uniformarsi per la formulazione di una proposta di dotazione organica;
la legge n. 81 del 2019 ha previsto l'emanazione dello schema di dotazione, all'art. 1, comma 2-ter, lettera b);
considerato che:
è in corso una tendenza da parte delle fondazioni lirico-sinfoniche ad affidare sempre più frequentemente incarichi dirigenziali mediante contratti di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato con una retribuzione di gran lunga superiore a quella prevista per il "funzionario" e con enorme aggravio di spesa per le fondazioni;
a titolo esemplificativo di tale tendenza si menziona la scelta operata dalla fondazione teatro "La Fenice" di Venezia lo scorso 30 dicembre 2020 di emanare un bando di concorso pubblico (a quanto risulta unico in Italia) "per l'assunzione a tempo indeterminato di 1 dirigente amministrativo nell'ambito delle risorse umane da inserire nei rispettivi reparti con inquadramento dirigenziale" specificando, al comma 6.3 del bando medesimo, che "l'assunzione a tempo indeterminato è regolata dalle norme stabilite dal CCNL dirigenti industria" invece che dal contratto collettivo nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane applicato per tutti gli altri dipendenti. Bando recentemente annullato dalla fondazione dietro l'asserita motivazione della scarsa partecipazione al bando stesso, ovvero solo 3 partecipanti (come riportano notizie di stampa tra cui "ToscanaToday" del 12 marzo, "LA FENICE revoca il bando per il dirigente industriale");
considerato inoltre che:
la figura del dirigente è stata sinora del tutto assente nell'organizzazione delle fondazioni liriche e non è mai stata prevista né nello spirito, né nel testo dei diversi contratti collettivi nazionali del lavoro che si sono susseguiti successivamente al processo di privatizzazione, i quali hanno sempre previsto, anche per figure apicali di rilevante importanza, la qualifica di "funzionario A";
quest'ultima posizione, infatti, prevede "funzioni direttive e con elevato grado di professionalità, autonomia e responsabilità, preposti al coordinamento ed al controllo di un'area organizzativa costituita da più uffici e servizi";
a parere degli interroganti, se la tendenza è quella di introdurre ufficialmente nel comparto la figura del dirigente, tutti i dirigenti delle fondazioni lirico-sinfoniche, attualmente inquadrati nei livelli FA e FB del contratto collettivo vigente, andrebbero inquadrati con le norme e le retribuzioni del contratto collettivo nazionale dei dirigenti d'azienda, così tutte le prime parti dell'orchestra, giacché il loro attuale livello retributivo, secondo il contratto collettivo vigente, dovrebbe essere, anche se di poco, superiore agli FA e FB e che per finire anche tutti i sovrintendenti, i direttori amministrativi, i direttori di palcoscenico, i direttori degli allestimenti scenici, i direttori dei corpi di ballo, i direttori dei cori, i direttori d'orchestra, i maestri collaboratori e via dicendo siano assunti tutti con contratti di dirigenti d'azienda a tempo indeterminato;
valutato che:
tale tendenza appare essere in aperto contrasto con tutti i più recenti provvedimenti legislativi finalizzati a promuovere azioni di risanamento dello stato finanziario delle fondazioni, anche mediante operazioni di riduzione del personale, del tutto opinabili a giudizio degli interroganti. Essa inoltre suscita dubbi sul rispetto delle norme di correttezza contabile, laddove sia finalizzata ad attribuire funzioni e ruoli che potrebbero essere tranquillamente svolti con le competenze del personale esistente;
negli ultimi anni, per dar seguito alle asserite esigenze di risparmio, i vertici delle fondazioni hanno progressivamente eliminato interi settori, si pensi per esempio ai corpi di ballo stabili, e al contempo hanno paradossalmente e ingiustificatamente incrementato posizioni dirigenziali al di fuori delle dotazioni storiche degli enti;
il decreto ministeriale, con l'applicazione mista di norme e contratti collettivi di natura pubblica e privata, appare in contrasto anche con le richieste degli operatori di valutare la ripubblicizzazione del comparto in un'ottica di superamento di una situazione ibrida che sinora si è rivelata nefasta per le condizioni di lavoro di masse artistiche e tecniche;
a parere degli interroganti, inoltre, si rischia di generare ancora confusione e contenziosi con aggravio di spese per le fondazioni stesse,
si chiede di sapere:
quali siano i motivi della scelta di introdurre ufficialmente la figura del dirigente nella pianta organica delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane e come tale scelta sia coerente con il fine di risanare il sistema finanziario di tali organismi;
se alla introdotta figura del dirigente debba essere applicato un contratto di natura privatistica quale quello nazionale per i dirigenti di industria di recente utilizzo;
che tipo di inquadramento debbano assumere figure quali (a titolo esemplificativo) i sovrintendenti, i direttori amministrativi, i direttori di palcoscenico, i direttori degli allestimenti scenici, i direttori dei corpi di ballo, i direttori dei cori, i direttori d'orchestra, i maestri collaboratori, che sino ad oggi, pur essendo inquadrati quali funzionari ricoprono di fatto incarichi dirigenziali;
se ritenga che il risultato che deriverà dall'applicazione dello schema di dotazione debba essere interpretato come un tentativo di privatizzare definitivamente le fondazioni lirico-sinfoniche italiane aggirando sia un'interlocuzione parlamentare, sia la richiesta delle parti sociali più volte rappresentata di tendere verso un ritorno alla natura pubblicistica degli enti;
che cosa si debba intendere per funzionari A e B dell'area amministrativa indicati nelle tabelle di "dotazione organica vigente e proposta di dotazione organica" di cui al decreto n. 68;
se non ritenga di fornire le direttive nazionali alle fondazioni affinché venga salvaguardata la struttura artistica di ciascuna fondazione e il suo ripristino laddove vi siano stati tagli ad interi settori, tra cui a titolo esemplificativo i corpi di ballo;
quali azioni intenda intraprendere nel caso in cui le condizioni stabilite dalla legge n. 81 del 2019 venissero disattese e alcune delle fondazioni lirico-sinfoniche non prevedessero una dotazione organica comprendente anche un corpo di ballo.
(3-02368)
CORRADO, ANGRISANI, LANNUTTI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
con riferimento all'Autorità di sistema portuale (AdSP) dei mari Tirreno meridionale e Jonio (art. 22-bis della legge n. 136 del 2018), già AdSP dei mari Tirreno, Jonio e dello stretto (decreto legislativo n. 169 del 2016), e prima ancora Autorità portuale di Gioia Tauro (decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 1998), si registra una preoccupante anomalia di rappresentanza, che sta creando forti disagi e rimostranze nei territori di competenza dell'autorità stessa, stremati da una crisi economica ed epidemiologica senza precedenti;
l'anomalia consiste nel commissariamento "di Gioia Tauro", che si protrae fin dal 2015 senza soluzione di continuità e che rende questa Autorità l'unica in Italia a non aver mai visto la nomina di un presidente, a partire dalla riforma del 2016, né l'insediamento dei relativi organismi previsti dalla norma;
il commissariamento ha accentuato i ritardi nell'esecuzione delle primarie attività di programmazione sui porti aderenti all'Autorità portuale di Gioia Tauro, e su quello di Crotone tra gli altri, concentrandosi pressoché esclusivamente sul porto della stessa Gioia Tauro. Il commissario nominato, nonostante diversi incontri con la comunità crotonese, da anni ha assunto impegni che non ha poi mantenuto, senza tenere in considerazione le istanze degli enti locali, che pure fanno parte del comitato portuale di Gioia Tauro;
considerato inoltre che gli enti locali delle province di Crotone e di Cosenza hanno scritto al presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro in indirizzo chiedendo la cessazione della gestione commissariale dell'autorità portuale di Gioia Tauro e la nomina degli organismi statutari previsti per le Autorità di sistema portuale,
si chiede di sapere quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo per la cessazione immediata del commissariamento dell'Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Jonio di Gioia Tauro e la nomina dei relativi organismi previsti dalla normativa.
(3-02369)
CORRADO, ANGRISANI, ABATE, MORRA - Al Ministro della cultura. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
a Pescopagano (Potenza), è ubicata l'antica chiesa arcipretale di santa Maria assunta, edificio di notevole interesse storico-artistico di proprietà (fino agli inizi del XX secolo) dell'ente morale "fabbriceria di Santa Maria assunta, San Giovanni e San Leonardo";
gli eventi sismici registrati nel 1980 in Campania e in Basilicata arrecarono molti danni alle strutture della chiesa, che subì il crollo del campanile, delle volte e delle coperture delle navate laterali in corrispondenza dell'abside, nonché il parziale collasso del muro perimetrale della stessa abside;
a seguito della frettolosa rimozione delle parti pericolanti, l'edificio di culto, rimasto in piedi per oltre il 70 per cento, fu sciaguratamente sottoposto ad un'opera di sventramento: come ben testimoniano le fotografie e i video dell'epoca, furono dapprima rimossi i beni mobili e successivamente si provvide ad asportare gli antichi pavimenti, l'arredo marmoreo, a smantellare i tetti della navata centrale e delle navate laterali con i partiti decorativi settecenteschi in stucco, sconvolgendo di fatto l'assetto architettonico dell'edificio sacro dove si stratificavano elementi medievali, rinascimentali e barocchi;
in attesa di una ricostruzione mai concretizzatasi, nel 1990, con un contributo di 250 milioni di lire, fu avviato un consolidamento delle strutture superstiti della chiesa, poi abbandonata, all'esaurirsi del finanziamento, in uno stato di indecorosa ruderizzazione che l'ha ridotta ad una sorta di confuso museo a cielo aperto di sé stessa;
considerato che:
a distanza di 40 anni dal drammatico terremoto dell'Irpinia, la chiesa di santa Maria assunta è stata completamente dimenticata dalle autorità, compreso il Ministero della cultura, espropriando la comunità di Pescopagano non solo di un bene culturale di grande valore ma anche del simbolo stesso dell'identità collettiva e della dignità del suo passato;
tutto l'areale dell'edificio sacro versa in stato di incuria e degrado: le strutture murarie sono state transennate e impietosamente abbandonate senza un'adeguata protezione e copertura, lo spazio delle navate è occultato da vegetazione infestante che lascia affiorare materiali di risulta ammassati insieme ad elementi decorativi antichi, non messi in sicurezza; inoltre, si susseguono saccheggi di elementi lapidei scolpiti dalla facciata settecentesca, dalla scala di accesso e dalle balaustre, privi di adeguata protezione;
ciò rappresenta una ferita aperta nella memoria della comunità locale, che paga decenni di disfunzioni amministrative e scarsa trasparenza nell'erogazione e nell'uso dei fondi pubblici che continua a rivendicare con forza il recupero e la restituzione al culto del suo principale monumento storico, tale per i valori religiosi, simbolici, culturali, civici che essa gli riconosce,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia in grado di riferire se la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio della Basilicata disponga dell'elenco dei beni mobili e degli elementi lapidei trafugati dalla chiesa di Santa Maria assunta a Pescopagano e se essi siano registrati nei database del comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e del segretariato generale dell'Interpol di Lione;
se abbia di recente condotto sopralluoghi nel sito e, in esito a quelli, se siano state stese relazioni o redatte perizie tecniche circa gli interventi più urgenti da eseguire a fini dell'eventuale recupero del monumento;
quali iniziative di competenza intenda assumere per promuovere, di concerto con gli attori istituzionali lucani, un progetto di restauro dell'edificio sacro che ne rispetti la destinazione naturale, ripristinandola, e contestualmente valorizzi la cornice storico-artistica e paesaggistica in cui è inserito, per risarcire la comunità dei danni anche morali fin qui patiti e restituirle un tassello importante della sua storia.
(3-02370)
CORRADO, ANGRISANI, ABATE, GRANATO - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
il sito di interesse nazionale (SIN) "Crotone, Cassano e Cerchiara" è stato incluso nell'elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale già dal 2002 e riperimetrato nel 2017;
a seguito di una sentenza del Tribunale di Milano, passata in giudicato, l'ENI ha versato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare circa 70 milioni di euro a ristoro del danno ambientale provocato nel sito di Crotone. Tale somma doveva essere versata sulla contabilità speciale ad uso del commissario straordinario per l'ambiente di Crotone per effettuare gli interventi di bonifica nelle aree perimetrate come SIN esterni al perimetro degli impianti industriali dismessi;
il commissario straordinario per il SIN di Crotone è nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro che oggi si appella della transizione ecologica e con il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze;
nel 2014 la dottoressa Elisabetta Belli è stata nominata commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone; nel corso di alcuni incontri con gli enti locali, ella informava la comunità locale che le erano stati messi a disposizione, sulla contabilità speciale, 35 milioni di euro;
in data 28 giugno 2018 l'incarico del commissario straordinario per il SIN di Crotone è scaduto e da allora, nonostante varie sollecitazioni pervenute anche da parte della Regione Calabria, il Ministero competente non ha provveduto alla nomina di un nuovo commissario;
considerato inoltre che:
in data 17 settembre 2019, durante la presentazione della quarta relazione sullo stato delle bonifiche delle discariche abusive, l'allora Ministro dell'ambiente, generale Sergio Costa, ha annunciato pubblicamente che sarebbe stato il generale Giuseppe Vadalà a ricoprire l'incarico di commissario straordinario per il SIN di Crotone, profilo particolarmente adatto all'incarico sia per la competenza e le esperienze maturate, sia in considerazione della pervasività della criminalità organizzata nel territorio crotonese, e che la nomina sarebbe stata ufficializzata in pochi giorni;
all'annuncio non ha fatto seguito alcun provvedimento di nomina, generando una situazione di stallo che ha comportato e comporta un grave rallentamento delle attività di contenimento del danno ambientale e di completamento della bonifica;
la provincia di Crotone è una delle aree più marginali e depresse d'Italia dal punto di vista sociale ed economico ed il perdurare del danno ambientale incide negativamente su tale situazione, con conseguenze nefaste per la popolazione e gli investimenti economici,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo possa esplicitare i motivi alla base del protrarsi oltre misura dei tempi di nomina del commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone;
quali iniziative intenda adottare per la nomina del commissario e per garantire la prosecuzione e il completamento delle operazioni di caratterizzazione e bonifica del SIN, nonché per il versamento sulla contabilità speciale del commissario dell'intera somma di circa 70 milioni di euro.
(3-02372)
LEONE, VACCARO, FERRARA, DE LUCIA, MAUTONE, PAVANELLI, VANIN, MAIORINO, CASTALDI - Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:
il GREVIO, Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne, l'organismo indipendente del Consiglio d'Europa che monitora l'applicazione della Convenzione di Istanbul in tutti i Paesi che l'hanno ratificata, ha avviato nel 2018 la procedura di monitoraggio e valutazione dell'applicazione della Convenzione sulla violenza di genere e la violenza domestica, a 5 anni dalla sua ratifica da parte dell'Italia;
il rapporto delle esperte del GREVIO sull'Italia descrive lo stato di applicazione della Convenzione di Istanbul nel nostro Paese e offre raccomandazioni per la sua piena realizzazione;
considerato che:
una delle principali raccomandazioni del rapporto rivolte al Governo italiano riguarda la semplificazione e l'accelerazione dei finanziamenti ai centri antiviolenza e alle case rifugio;
al fine di far luce sul sistema di finanziamento e sui modelli regionali di impiego delle risorse loro destinate, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio ha indirizzato, in data 31 maggio 2019, alcuni quesiti ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome;
i quesiti mirano alla ricostruzione del percorso dei finanziamenti nazionali sui quali si era concentrata anche l'istruttoria della Corte dei conti nel 2016 ("La gestione delle risorse finanziarie per l'assistenza e il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli", deliberazione 5 settembre 2016);
considerato infine che:
l'analisi delle risposte pervenute alla Commissione parlamentare sul femminicidio hanno consentito di individuare almeno 3 modelli differenti di erogazione delle risorse finanziare trasferite alle Regioni;
la Regione Siciliana, così come Sardegna e Calabria, non hanno fornito risposta alcuna al quesito, né informazioni sui soggetti beneficiari degli avvisi pubblici emanati per l'assegnazione delle risorse,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato;
quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda assumere affinché si intervenga in maniera tempestiva per far luce su tempi e metodi adottati per la gestione dei fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio delle Regioni che, ad oggi, non hanno ancora fornito indicazioni in merito.
(3-02373)
TURCO, RICCIARDI, ROMANO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che:
la filiera della raccolta del gioco legale di Stato mediante apparecchi per il gioco lecito con vincita in denaro di cui all'art. 110, comma 6, lett. a) e b), del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, le cosiddette slot machine o newslot e le cosiddette VLT (videolottery), ha una regolamentazione fondata su una normativa molto articolata che tocca aspetti di natura tributaria, di pubblica sicurezza e prettamente amministrativi, finalizzati tra l'altro a garantire il controllo dei movimenti di denaro che entrano nel circuito del gioco legale attraverso la previsione strumenti tracciabili di pagamento;
la convenzione di concessione per la gestione e conduzione della rete telematica di cui all'art. 14, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica n. 640 del 1972 in particolare prevede che tutti i contratti stipulati tra i concessionari per la rete telematica e le piccole e medie imprese che operano la raccolta del gioco di Stato prevedano la prestazione di garanzia bancaria o assicurativa al fine di garantire il riversamento dell'importo residuo della raccolta (prelievo erariale ed altri oneri amministrativi) ai concessionari di rete;
negli ultimi mesi, a causa della sospensione dell'attività della raccolta di gioco pubblico si è inevitabilmente determinato per le aziende un deterioramento dei parametri di ammissione al credito e di affidabilità finanziaria che si pongono come ostacolo alla prestazione di garanzie fideiussorie;
a tal proposito si segnala che proprio in questo momento, e in tale problematica situazione per le aziende, quasi tutti gli istituti bancari e le compagnie assicurative stanno richiedendo la prestazione di garanzie collaterali del 100 per cento per il rilascio o per il rinnovo delle fideiussioni;
tale onere non è mai stato richiesto in precedenza alle imprese e viene richiesto proprio in questo momento a tutte le aziende anche in assenza di assetti fiduciari di qualunque natura, o, qualora questi siano presenti, in assenza di debordi o ritardi di pagamento;
tale situazione si colloca in un contesto già difficile e caratterizzato da comportamenti discriminatori. Da tempo infatti gli istituti bancari e le compagnie assicurative procedono a chiudere conti correnti, o a non aprirne, anche ai dipendenti delle aziende per l'acquisto della prima casa pur in assenza di qualunque tipo di criticità, oggettiva e soggettiva, per non meglio precisate ragioni etiche o con la motivazione dell'appartenenza a un settore considerato ad alto rischio;
si specifica che in base alla normativa l'assenza di strumenti tracciabili di pagamento per le aziende del settore può comportare il blocco degli apparecchi, la successiva segnalazione all'Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM), e conseguentemente la chiusura delle aziende col licenziamento dei dipendenti;
è doveroso ricordare che, proprio per un più efficace livello di controllo e prevenzione rispetto al fenomeno del riciclaggio di denaro mediante l'attività di gioco, negli ultimi anni è stato rafforzato e ampliato l'utilizzo, per ogni transazione relativa al gioco, dell'obbligo di tracciabilità dei flussi finanziari per tutti gli operatori del settore, con obbligo di utilizzo di conti correnti bancari dedicati per le somme relative alla raccolta operata in concessione statale, e, in particolare, per quella relativa agli apparecchi per il gioco lecito con vincita in denaro;
quanto descritto si pone peraltro come un oggettivo e intollerabile ostacolo opposto dal sistema bancario italiano, non solo all'operatività delle aziende che operano nel settore della raccolta di gioco riservata allo Stato e solo delegata, con la stretta osservanza delle leggi e delle regole di concessione e amministrative, ma anche come ostacolo alla stessa funzione di prevenzione e contrasto al riciclaggio di denaro in questo delicato settore;
vista la dimensione notevole del fenomeno, si intende segnalare che le imprese interessate da tali pratiche sono insostituibili per il funzionamento della filiera del gioco pubblico, cosicché la loro messa a rischio rappresenta la messa a rischio di un presidio di legalità e di un introito erariale di quasi sette miliardi di euro ("Libro Blu ADM 2019");
inoltre tali comportamenti vanno ad incidere in modo significativo, in un momento così delicato per il Paese, soprattutto sulle piccole e medie imprese della filiera del settore che sono quelle che presidiano il territorio, creano posti di lavoro (stimabili in oltre 150.000 all'inizio della pandemia) e assicurano la capillarità e la regolarità dell'offerta sul territorio,
si chiede di sapere:
quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto affinché gli operatori della filiera del gioco pubblico non siano ancora discriminati dal sistema bancario nonostante agiscano nell'ambito della raccolta di gioco riservata allo Stato;
se non ritengano opportuno adottare iniziative, anche di carattere normativo, affinché, in assenza di scoperti o debordi, le banche e gli intermediari finanziari si impegnino al mantenimento dei conti correnti tenuto conto che la normativa vincola all'utilizzo di tali strumenti per il riversamento dell'importo residuo ai concessionari di rete ed allo Stato;
se non intendano prevedere una sospensione dei termini contrattualmente stabiliti per la presentazione delle garanzie fideiussorie relative all'obbligo di riversamento dell'importo residuo della raccolta per le imprese attive nella raccolta del gioco di Stato;
quali altre iniziative intendano attuare con urgenza per evitare di mettere a rischio l'esistenza stessa di un settore che per l'anno 2019 ha garantito quasi 7 miliardi di euro di gettito erariale e 150.000 posti di lavoro, nonché per tutelare la legalità della raccolta di gioco in questo periodo emergenziale.
(3-02374)
ANGRISANI - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
l'art. 29, comma 2, del decreto del Ministero dello sviluppo economico 23 giugno 2016 ha previsto l'applicazione "su tutti gli impianti alimentati a fonti rinnovabili che beneficiano di incentivi" dell'elemento dell'artato frazionamento come criterio per la valutazione della violazione dell'equa remunerazione degli investimenti, secondo cui gli incentivi decrescono con l'aumentare della dimensione degli impianti. Il comma 3 ha previsto la decadenza dagli incentivi con l'integrale recupero delle somme già erogate nel caso in cui l'artato frazionamento abbia comportato anche la violazione delle norme per l'accesso agli incentivi. Di fatto, tale normativa si applica anche agli impianti alimentati a fonti rinnovabili autorizzati con decreti precedenti (ed è stata anche applicata anche ad impianti fotovoltaici, nonostante essi siano ontologicamente esclusi dalla portata del decreto medesimo);
difatti, sugli impianti fotovoltaici autorizzati con il "primo conto energia", ai sensi del decreto ministeriale 28 luglio 2005, il GSE ha applicato, in sede di verifica, i poteri sanzionatori di cui all'articolo 42 del decreto legislativo n. 28 del 2011 (la cui attuazione è stata disciplinata, nel dettaglio, dal decreto ministeriale 31 gennaio 2014), nonché l'art. 29 del decreto ministeriale 23 giugno 2016, ai fini della decadenza dal godimento degli incentivi (con conseguente richiesta di restituzione delle somme già erogate);
in tal senso è stata, inizialmente, avallata un'interpretazione estensiva ed arbitraria delle norme, che successivamente ha trovato una sponda da parte di una sezione del TAR Lazio per un presunto "potere immanente di verifica dei benefici previsti per la produzione di energia elettrica, (...) che può essere esercitato per tutta la durata dello stesso non essendo previsto alcun termine decadenziale al riguardo";
il GSE, quindi, si è sentito investito di un rilevante potere di verifica sul mantenimento degli incentivi nonché di applicazione di sanzioni anche molto elevate (che, come visto, possono arrivare fino alla decadenza dai benefici e alla richiesta di restituzione integrale delle somme erogate);
il GSE è arrivato financo a valutare se fossero legittimi i titoli edilizi rilasciati dagli enti locali per la realizzazione degli impianti, nonostante l'espressa previsione normativa di cui all'articolo 42, comma 2, del decreto legislativo n. 28 del 2011. Al riguardo si è espresso il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2859 del 14 maggio 2018 in cui il consesso amministrativo ha statuito che "il controllo operato dal GSE ha carattere meramente formale, ossia di verifica della sussistenza del titolo, non potendosi spingere sino alla verifica della legittimità dello stesso a pena di stravolgimento del riparto di competenza fissato dal legislatore". Ciò, inoltre, è stato ulteriormente confermato dalla sentenza n. 2085 del 29 marzo 2019;
per quanto riguarda i poteri sanzionatori vigenti in materia di energia rinnovabile, l'art. 42, comma 3, del decreto legislativo n. 28 del 2011, come modificato, da ultimo, dalla legge di bilancio per il 2018 e dal decreto legislativo n. 101 del 2019, ha previsto che, in deroga alle disposizioni sulla decadenza dagli incentivi, il GSE disponga la decurtazione dell'incentivo in misura ricompresa fra il 10 e il 50 per cento, in ragione dell'entità della violazione (con possibile decurtazione della metà delle sanzioni in caso di denuncia spontanea del responsabile); la nuova disposizione, dunque, ha escluso dall'ambito dei poteri affidati dal legislatore al GSE la disposizione della decadenza tout court dalle tariffe incentivanti;
inoltre, in merito al presunto potere immanente del GSE, l'art. 42, comma 3, ha stabilito che il gestore possa procedere alle contestazioni di violazioni rilevanti ai fini della percezione della tariffa solo in presenza dei presupposti di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241 del 1990, in materia di annullamento d'ufficio per provvedimenti amministrativi illegittimi;
nonostante le richiamate disposizioni normative, il GSE non solo continua a disporre le decadenze dagli incentivi ma non risponde alle richieste di applicazione delle decurtazioni ai soggetti che hanno già ricevuto la decadenza e che hanno un procedimento ancora pendente in sede giurisdizionale, celandosi dietro l'assenza dell'attuazione dell'art. 42, comma 5, lett. c-bis), del decreto legislativo n. 28 del 2011;
su questo punto specifico si è espresso anche il TAR Lazio, sezione III, con la sentenza n. 188 del 7 gennaio 2021 che ha annullato una determinazione di decadenza dagli incentivi per un impianto fotovoltaico disposta dal GSE: il giudice amministrativo, infatti, ha chiarito che "non può ritenersi - come sostenuto dal GSE - che la disposizione ricordata non abbia natura immediatamente applicabile, in mancanza del decreto ministeriale previsto dall'art. 42, comma 5, lett. c-bis. La formulazione dell'art. 42, comma 3, è invero chiara nell'imporre al GSE le suddette valutazioni in deroga, pur a prescindere dalle indicazioni ministeriali";
valutato che il decreto ministeriale 31 gennaio 2014, emanato in attuazione dell'articolo 42 del decreto legislativo n. 28 del 2011, non è stato integrato in modo da essere conforme alle nuove disposizioni, introdotte a partire dal 1° gennaio 2018, di cui al comma 5, lett. c-bis), del medesimo decreto, in modo da dare seguito alla previsione legislativa secondo cui sono da stabilire, all'interno del decreto ministeriale di attuazione dell'articolo 42, quali siano le violazioni che danno luogo alla sanzione della decurtazione dell'incentivo (in luogo della decadenza),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non intenda integrare nel minor tempo possibile il decreto ministeriale 31 gennaio 2014, in materia dei controlli del GSE, in modo da dare seguito quanto prima, in via amministrativa, alla previsione legislativa, introdotta più di due anni fa, di cui all'articolo 42, comma 5, lett. c-bis), del decreto legislativo n. 28 del 2011, fermo restando che le norme di cui all'articolo 42, comma 3, secondo e terzo periodo, debbano considerarsi di natura precettiva e di immediata applicazione;
se non intenda attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché il GSE applichi le disposizioni derogatorie di cui all'articolo 42, comma 3, del decreto legislativo n. 28 del 2011 anche ai soggetti richiedenti che hanno un procedimento ancora pendente in sede giurisdizionale.
(3-02375)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
FERRARA, LEONE, CASTELLONE, MAUTONE, SANTILLO, CROATTI, LOREFICE, LANZI, TRENTACOSTE, AIROLA, D'ANGELO, DONNO, PAVANELLI, VACCARO, CAMPAGNA - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
a fine gennaio 2021, mentre l'Italia viveva una fase di incertezza politica causata dalla crisi di Governo, avviata dal sen. Matteo Renzi, la stampa nazionale riferiva che lo stesso sen. Renzi si era recato in Arabia saudita per partecipare ad un evento organizzato dalla "Future investment initiative institute" (FII), nel corso del quale intervistava il principe Mohammed bin Salman;
come riportato dal sito web de "il Fatto Quotidiano", la FII è una fondazione creata con un decreto del re dell'Arabia saudita Salman bin Abdal-Aziz Al Saud. Stante quanto riportato dal sito web dell'istituto stesso, il sen. Renzi è parte del "Board of trustees", il consiglio direttivo della FII. Il presidente del board è Yasir Al-Rumayyan, governatore del fondo sovrano saudita "Public investment fund", che ha un valore netto di 360 miliardi di dollari;
i media hanno riferito che il senatore percepisce, per la partecipazione al consiglio direttivo della FII, un compenso di 80.000 dollari annui;
il sen. Renzi era, al tempo dei fatti riportati, ed è tuttora membro della 4a Commissione permanente (Difesa) del Senato della Repubblica;
il 26 febbraio 2021 il Presidente statunitense Joe Biden ha reso pubbliche le conclusioni di un rapporto della CIA relativo alla brutale e barbara uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuta nel 2018. Secondo quanto riferito, l'omicidio sarebbe stato facilitato da una squadra operativa d'élite che riportava direttamente al Principe saudita bin Salman, il quale, nelle parole del "The New York Times", "coltivava un clima di paura che rendeva improbabile per gli aiutanti di agire senza il suo consenso";
sebbene il sen. Renzi si sia auto assolto, sostenendo che la partecipazione all'istituto, e all'evento da esso organizzato, sono legalmente ammesse, a parere degli interroganti desta forte preoccupazione che un parlamentare in carica possa ricevere compensi da uno Stato straniero, anche in virtù di una potenziale minaccia che ciò potrebbe porre all'indipendenza dell'eletto ed in termini di conflitto d'interessi;
premesso, altresì, che i rapporti tra il sen. Renzi e Riyad risalgono, almeno, al 2016, quando il Governo da lui guidato autorizzava una fornitura per 19.675 bombe aeree Mk 80, prodotte in Sardegna dalla RWM Italia, del valore di 411 milioni di euro proprio all'Arabia saudita, dopo che le Nazioni Unite avevano condannato i bombardamenti indiscriminati della "Royal Saudi air force" su obiettivi civili in Yemen,
si chiede di sapere quali iniziative, anche normative, il Governo intenda intraprendere per assicurare l'indipendenza dei parlamentari e dei membri del Governo e prevenire futuri casi di interferenza straniera o conflitti d'interesse con Paesi esteri.
(3-02365)
STEFANO, D'ARIENZO, D'ALFONSO, ROJC, IORI, PITTELLA, BOLDRINI, MANCA, ASTORRE, FEDELI, LAUS, COLLINA, FERRARI, GIACOBBE, ALFIERI, VERDUCCI, TARICCO, FERRAZZI, CERNO, CIRINNA', BITI, PINOTTI, NANNICINI, VATTUONE, VALENTE - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
l'ufficio studi di FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, elaborando i dati INPS relativi ai livelli occupazionali del 2020, ha stimato che bar, ristoranti, discoteche e imprese di catering e banqueting abbiano perso 243.000 occupati rispetto al 2019, quando sfioravano il milione;
il quarto trimestre 2020 registra una contrazione del fatturato della ristorazione pari al 44,3 per cento in meno rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente mentre per l'intero anno si giunge ad una perdita complessiva del 36,2 per cento, pari a 34,4 miliardi di euro;
nel 2020, secondo i dati di FIPE, solo a Roma hanno rinunciato alla partita IVA e non hanno più sollevato la saracinesca oltre 4.100 attività tra ristoranti, pub, wine bar, locali per aperitivi e pizzerie, mentre a Firenze si sfiora il migliaio;
nel corso 2020 le presenze turistiche nel nostro Paese si sono ridotte del 54 per cento e questo ha prodotto una perdita di fatturato di circa 50 miliardi di euro, come riportato da FIPE;
chi resiste sul mercato ha esaurito la liquidità e spesso anche i risparmi di famiglia;
considerato che:
in data 14 marzo la Guardia di finanza di Siena ha sequestrato 14 milioni di euro che sarebbero serviti a comprare esercizi commerciali nelle piazze più prestigiose dei centri storici, in bar e ristoranti nei centri storici di Siena, Firenze, Roma e Milano;
iniziative di vera e propria pirateria finanziaria e speculativa a danno degli esercizi commerciali sono da tempo denunciati da diversi attori del settore e organizzazioni,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della questione e se intendano assumere le necessarie iniziative, sia in ambito fiscale che tributario che di accesso al credito, al fine di sostenere le attività in forte difficoltà.
(3-02367)
VERDUCCI, BOLDRINI, IORI, COLLINA - Ai Ministri della salute e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:
con una nota stampa ufficiale della Regione Marche, lo scorso 10 marzo 2021 veniva annunciato lo stato evolutivo del piano di vaccinazioni nel territorio regionale, affermando che alla stessa data erano state "176.810 le dosi vaccinali consegnate alla Regione, di cui 155.014 quelle somministrate, per una percentuale dell'87,7%";
nelle stesse ore, a seguito di una richiesta di accesso agli atti da parte dei consiglieri regionali Anna Casini e Antonio Mastrovincenzo, il dirigente del servizio sanità della Regione Marche dava conto (protocollo n. 0261618) delle dosi di vaccino per COVID-19 pervenute alla data del 9 marzo 2021, differenti da quelle comunicate dal presidente della Giunta regionale, pari a un totale 211.740, così suddivise: 26.170 flaconi corrispondenti a 156.980 dosi di Pfizer-Biontech; 1.340 flaconi corrispondenti a 13.400 dosi Moderna; 3.760 flaconi corrispondenti a 41.360 dosi Oxford AstraZeneca; nella medesima missiva, specificava che le dosi complessive somministrate risultavano essere 146.317 alla stessa data;
successivamente, l'11 marzo, con una nota stampa ufficiale, la Regione ribadiva la correttezza dei dati precedentemente comunicati dal presidente Francesco Acquaroli e dall'Assessore per la sanità Filippo Saltamartini e affermava che l'equivoco fosse "frutto di un conteggio interno delle dosi per flacone effettuato sulla base della massima sfruttabilità e non sulla base di quanto espresso nel foglietto illustrativo di ogni tipologia di vaccino";
faceva seguito un'errata corrige alla richiesta di accesso agli atti (protocollo n. 0261618 del 10 marzo 2021), con la quale veniva modificato il dato complessivo delle dosi vaccinali ricevute pari a 176.810, "applicando la metodologia di conteggio governativa" e "tenuto anche conto della mancata fornitura di vaccini programmata ma non avvenuta in data 8 marzo 2021", ovvero: 125.810 dosi di Pfizer-Biontech; 13.400 dosi Moderna; 37.600 dosi Oxford AstraZeneca; nel documento di errata corrige, tuttavia, non venivano indicati i flaconi ricevuti, ma soltanto le dosi; lo stesso non era sottoscritto dal dirigente dei servizio sanità della Regione, bensì da un suo sostituto;
tuttavia, rimuovendo il dato presente in tabella riferito alla consegna, dichiarata non avvenuta, dell'8 e, si suppone, del 9 marzo 2021 di rispettivamente 975 e 3.510 flaconi Pfizer, ne risulterebbero quindi 21.685, ovvero 130.070 dosi, rimanendo ai dati ufficiali del servizio sanità della Regione, circa 10.000 in più di quelle dichiara nel documento di errata corrige e nel comunicato stampa ufficiale;
al netto delle diverse correzioni e revisioni, le dosi totali risulterebbero pertanto pari a 181.070;
tenuto conto che:
per quanto riguarda il vaccino Oxford AstraZeneca, preso atto che siano stati ricevuti 3.760 flaconi, il dato rettificato pari a 37.600 dosi (anziché 41.360) sembrerebbe risultare quello corretto, laddove le confezioni consegnate siano quelle contenenti 10 dosi da 0,5 millilitri per ciascun flaconcino da 5 millilitri, come rinvenibile sul foglio illustrativo del medesimo vaccino reso disponibile dall'AIFA in data 2 febbraio 2021;
dal flaconcino di Pfizer-Biontech, invece, come reso noto dall'AIFA il 28 dicembre 2020, dopo la diluzione che determina un quantitativo di 2,25 millilitri, è possibile estrarre 6 dosi da 0,3 millilitri;
tale valore, nel determinarsi compatibile con il calcolo di dosi reso noto dal documento del dirigente del servizio sanità della Regione Marche (protocollo n. 0261618 del 10 marzo 2021), non risulta in linea, al contrario, con i dati comunicati dall'errata corrige, identici a quelli del comunicato ufficiale dei componenti della Giunta citati, laddove il rapporto tra flaconi e dosi ricavate in totale è pari a un valore al di sotto delle 5 dosi (circa 4,8) per ciascun flaconcino;
considerato inoltre che:
da quanto finora premesso, il rapporto tra dosi vaccinali somministrate e consegnate non risulta coerente con quello comunicato dalla Regione Marche al Governo e alla struttura commissariale, ovvero l'87,7 per cento al 10 marzo 2021, mentre calcolando i dati in possesso e dichiarati dal servizio salute della Regione Marche, con le dovute revisioni, sarebbe stimabile all'80,8 per cento;
dal documento trasmesso in seguito alla richiesta di accesso agli atti, riportando altresì la distribuzione delle dosi per categoria, si evidenzia che sono state somministrate, alla data del 9 marzo 2021, soltanto 10.739 dosi AstraZeneca suddivise tra personale scolastico e forze dell'ordine; mentre, per le restanti Pfizer e Moderna, tra le diverse categorie, risultano somministrate 19.999 dosi a "operatori non sanitari del SSR pubblico e privato";
tenuto altresì conto che, da quanto risulta, nelle Marche meno della metà della popolazione con più di 80 anni è stata vaccinata e molti cittadini anziani sono stati messi al corrente dell'indisponibilità di dosi Pfizer e Moderna soltanto pochi momenti prima della somministrazione, costretti a rinunciare momentaneamente alla vaccinazione non essendo idonei a ricevere la tipologia AstraZeneca,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano nella condizione di rendere chiari e trasparenti i dati e lo stato della vaccinazione nelle Marche, sia alla data del 10 marzo 2021, sia all'ultimo aggiornamento disponibile;
se non ritengano necessario e urgente chiedere delucidazioni alla Giunta regionale delle Marche circa la somministrazione di 19.999 dosi di vaccino Pfizer e Moderna a categorie che avrebbero potuto ricevere AstraZeneca, a discapito in primo luogo dei soggetti vulnerabili con patologie e anziani over 80;
se il Ministro della salute non intenda valutare l'opportunità di procedere a un'indagine interna circa le modalità di organizzazione, di utilizzo delle dosi, di rispetto delle priorità in ordine alle vaccinazioni in corso da parte della Regione Marche.
(3-02371)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
MALLEGNI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
l'articolo 10, comma 1, lettera n), del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 ("decreto semplificazioni"), è intervenuto sul testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia stabilendo che: "La segnalazione certificata può altresì essere presentata, in assenza di lavori, per gli immobili legittimamente realizzati privi di agibilità che presentano i requisiti definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo e con il Ministro per la pubblica amministrazione, da adottarsi, previa intesa in Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione";
tale disposizione è una delle numerose contenute nel decreto semplificazioni che ha l'obiettivo di semplificare e accelerare le procedure dell'edilizia, ridurre gli oneri a carico di cittadini e delle imprese, assicurare il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana, efficientamento energetico, messa in sicurezza sismica e contenimento del consumo di suolo;
fino alla pubblicazione del decreto è stato possibile presentare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) per ottenere l'agibilità degli immobili solo dopo un intervento di nuova costruzione, ricostruzione o lavori sugli edifici esistenti;
con la nuova previsione si consentirebbe a molti proprietari di immobili di presentare la SCIA anche in assenza di lavori di riqualificazione su quegli immobili che siano stati legittimamente realizzati ma che, per motivi puramente anagrafici, sono privi di agibilità;
nonostante il termine per l'emanazione del citato decreto interministeriale, seppur non perentorio, sia ormai scaduto l'11 dicembre 2020, ad oggi non risulta all'interrogante che sia stato emanato il decreto attuativo,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda provvedere celermente all'emanazione del decreto ministeriale.
(4-05096)
GASPARRI - Ai Ministri della salute e della giustizia. - Premesso che:
a quanto si apprende alcuni magistrati avrebbero ricevuto, prima di altre categorie maggiormente a rischio e non essendo prevista alcuna corsia preferenziale per le toghe, la somministrazione del vaccino anti COVID;
nel nostro Paese si sono registrati ritardi per la somministrazione del vaccino anche a categorie per le quali c'era maggiore urgenza di somministrazione,
si chiede di sapere:
se il fatto risponda al vero;
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda e se non la ritenga uno sconcertante privilegio autoreferenziale;
quali siano i magistrati che sarebbero stati vaccinati, in base a quali criteri e perché queste persone abbiano avuto questo trattamento privilegiato;
quali iniziative intenda intraprendere per fare luce sulla vicenda e nei confronti dei responsabili.
(4-05097)
GASPARRI, PAROLI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
tra le misure adottate a seguito della pandemia da COVID-19 per limitare la diffusione dei contagi vi sono state anche disposizioni che hanno imposto restrizioni alla mobilità delle persone;
si sono verificati diversi casi, come ad esempio a Roma e in altre città di diversa dimensione, in cui non sono stati prorogati permessi di accesso alle zone a traffico limitato, acquistati a titolo oneroso, per un periodo equivalente a quello nel quale la circolazione è stata interdetta o limitata,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire la proroga della validità dei permessi acquistati a titolo oneroso e non utilizzati a seguito delle misure di contenimento della diffusione dell'epidemia.
(4-05098)
PELLEGRINI Emanuele, SAPONARA, ALESSANDRINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, all'articolo 41 (che non ha modificato, in alcun modo, sul punto, il precedente decreto 14 gennaio 2021), prevede che in "zona rossa" siano sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva (EPS), non vietando, invece, esplicitamente, le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti agonisti degli EPS partecipanti alle competizioni riconosciute dal CONI o dal CIP di preminente interesse nazionale ed organizzate dagli EPS stessi;
le manifestazioni di preminente interesse nazionale organizzate da un EPS possono prevedere sede organizzativa in zona diversa da quella in cui gli atleti agonisti si allenano (ad esempio in "zona gialla", "arancione" o "bianca");
le ordinanze regionali approvate, dopo l'approvazione del citato decreto 2 marzo 2021, per regolamentare le zone rosse attive sul territorio nazionale, unanimemente, prevedono l'applicazione delle misure previste dal capo V del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 (Misure di contenimento del contagio che si applicano in zona rossa) ovvero, in campo sportivo, l'applicazione dell'art. 41, che sospende tutte le attività previste dall'art. 17, commi 2 e 3, anche se svolte nei centri sportivi all'aperto, nonché tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli EPS;
nessuna ordinanza sospende invece la possibilità di effettuare le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti agonisti degli EPS partecipanti alle competizioni riconosciute dal CONI o dal CIP di preminente interesse nazionale ed organizzate dagli EPS stessi;
addirittura l'ordinanza del Comune di Bologna n. PG 102146/2021 del 4 marzo 2021, avente ad oggetto "Emergenza COVID-19. Utilizzo a porte chiuse degli impianti sportivi al chiuso, comprese le palestre scolastiche", dispone che, dal 6 marzo fino al 30 aprile 2021, è consentito sull'intero territorio comunale l'utilizzo a porte chiuse degli impianti sportivi pubblici al chiuso, comprese le palestre scolastiche, per lo svolgimento di attività sportive individuali e di squadra praticate da atleti agonisti che svolgono attività riconosciuta dal CONI e dal CIP di preminente interesse nazionale, nel pieno rispetto dei protocolli delle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate e enti di promozione sportiva, nonché dai provvedimenti a carattere locale così come comunque definito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, riconoscendo, pertanto, agli atleti agonisti degli EPS che partecipano ad eventi di preminente interesse nazionale di allenarsi a porte chiuse negli impianti sportivi pubblici al chiuso, comprese le palestre scolastiche;
il Dipartimento dello sport della Presidenza del Consiglio dei ministri ha pubblicato, il 6 marzo 2021, un'integrazione alla risposta data alla FAQ n. 5 nella quale ha testualmente riportato quanto di seguito: "Si ricorda che in zona rossa sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli EPS. Conseguentemente, nelle zone rosse, sono sospesi anche gli allenamenti degli atleti delle EPS";
in applicazione del "principio di legalità", non si può vietare ciò che non trova in una legge un espresso divieto (ed il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 né all'articolo 41 né in altro punto vieta le sessioni di allenamento degli atleti agonisti degli EPS partecipanti alle competizioni riconosciute dal CONI o dal CIP di preminente interesse nazionale ed organizzate dagli EPS stessi);
pertanto, anche in zona rossa, non esiste presupposto alcuno per il quale non debbano essere consentite, dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti agonisti degli EPS partecipanti alle competizioni riconosciute dal CONI o dal CIP di preminente interesse nazionale ed organizzate dagli EPS stessi,
si chiede di sapere se l'orientamento governativo sia volto ad una maggiore prudenza e allora se si intenda fermare attività e allenamenti nella loro totalità, altrimenti consentire anche le sessioni di allenamento degli atleti agonisti degli EPS e, conseguentemente, se si ritenga di correggere opportunamente la risposta alla FAQ n. 5.
(4-05099)
SAPONARA, CAMPARI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
si apprende da notizie apparse sugli organi di stampa che è in corso una razionalizzazione degli uffici periferici della Polizia di Stato che prevedrebbe la chiusura di 10 uffici della Polizia ferroviaria, 8 della Polizia stradale e 5 della Polizia di frontiera, con la chiusura delle sedi presso l'aeroporto di Parma, i porti di Gioia Tauro, La Spezia, Taranto e il traforo del Gran San Bernardo;
si prospetta, pertanto, una nuova chiusura dell'ufficio di Polizia di frontiera nell'aeroporto internazionale "Giuseppe Verdi" di Parma, nonostante il traffico aereo gestito dall'aeroporto, che vede numerosi e regolari voli extra Schengen, soprattutto, ma non solo, da e per la Moldavia, che richiedono specifiche conoscenze e professionalità da parte del personale di Polizia e che è regolarmente utilizzato da atleti e spettatori provenienti dal Regno Unito diretti alle manifestazioni sportive che si svolgono a Parma e provincia;
il posto di Polizia di frontiera dell'aeroporto di Parma è attualmente sotto organico (nonostante sia previsto l'impiego di 19 agenti, ne sono stati attualmente assegnati solo 12 agenti ai quali vengono aggiunte 3 unità provenienti dall'VIII zona polizia di frontiera) e la sua chiusura non permetterebbe nemmeno il recupero di personale da impiegare presso la Questura a Parma trattandosi di personale specialistico di Polizia di frontiera che sarebbe trasferito in altra sede e che dovrebbe essere sostituito da agenti non formati con ulteriore sottrazione di forze alla Questura locale;
la formazione specifica del personale dell'ufficio di Polizia di frontiera, demandata a personale della Polizia di Stato o a istruttori ENAC, prevede l'acquisizione di determinate competenze (security and safety skill, incrocio delle banche dati degli uffici di frontiera, accesso in "area sterile", eccetera), nonché la conoscenza e puntuale applicazione dei piani di emergenza aeroportuali;
l'eventuale soppressione dell'ufficio, pertanto, oltre a comportare un grave danno per il controllo del traffico internazionale e degli ingressi extra Schengen nel territorio parmense, non apporterebbe alcun significativo vantaggio alla redistribuzione delle unità sul territorio mentre creerebbe oggettive difficoltà allo scalo che non ha mai interrotto i voli extra Schengen e sta potenziando le sue rotte nazionali e internazionali;
all'uopo si rammenta che la programmazione dei voli prevede infatti le tratte Parma-Chisinau (2 volte a settimana) e dal 28 marzo 2021 le tratte Parma-Bari (3 volte a settimana), Parma-Catania (7 volte a settimana), Parma-Lamezia (3 volte a settimana), Parma-Cagliari (3 volte a settimana), Parma-Trapani (3 volte a settimana), alle quali si aggiungeranno dal 28 maggio 2021 la tratta Parma-Roma (7 volte a settimana) e dal 26 giugno la tratta Parma-Olbia (2 volte a settimana) e la tratta Parma-Lampedusa (una volta a settimana), oltre a un volo cargo per Parigi ed il previsto aumento dei voli di aviazione generale,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda riconsiderare l'ipotesi di soppressione dell'ufficio di Polizia di frontiera presso lo scalo aeroportuale "Giuseppe Verdi" di Parma, ovvero come intenda sopperire alle conseguenti criticità esposte.
(4-05100)
NANNICINI, FEDELI, MANCA, PITTELLA, STEFANO - Al Ministro dell'istruzione. - Premesso che:
in diverse scuole italiane, di ogni ordine e grado, è stata inserita e formalizzata nei regolamenti scolastici interni la possibilità di attivare la "carriera alias" per studenti trans, anche minorenni, che ne faranno richiesta;
la carriera alias è un accordo di riservatezza tra la scuola, la/lo studente trans e la famiglia, nel caso di persone minori, che chiede di essere riconosciuto in un genere alternativo rispetto a quello assegnato alla nascita;
detti istituti, basandosi sull'autonomia scolastica e facendo deliberare gli organi collegiali, sono andati incontro alle istanze di giovani e giovanissime persone trans e delle loro famiglie;
la carriera alias è una procedura di semplice applicazione, in quanto offre la possibilità di modificare nel registro elettronico e nei documenti interni alla scuola il nome anagrafico con quello di elezione scelto dalla persona trans, e permette di metterla al riparo dal dover fare continui e forzati "coming out" e di subire possibili discriminazioni e atti di bullismo;
la carriera alias è un atto di rispetto oltre che di privacy verso le istanze di studenti trans, di cui la scuola deve tutelare la sicurezza e favorire il benessere psicofisico, al pari di tutta la comunità scolastica;
stando ai dati riportati da esperti, mezzi di comunicazione e associazioni mediche, tra gli studenti trans il tasso di abbandono scolastico è del 34 per cento e i tentativi di suicidio sono del 40 per cento (contro l'1,6 per cento della popolazione in generale);
in quasi tutte le scuole di ogni ordine e grado la carriera alias, benché richiesta da studenti o dai loro genitori, in caso di persone minorenni, non viene attivata con la motivazione che non vi sono protocolli ministeriali a riguardo o che non esistono linee guida specifiche, correndo così il rischio che solo alcune/i studenti trans siano sostenuti dalle loro scuole e altri, invece, discriminati con conseguenze facilmente immaginabili,
si chiede di sapere se si stia valutando l'opportunità, rispetto all'attivazione della carriera alias, di redigere protocolli ministeriali nazionali e uniformati sotto il coordinamento del Ministero dell'istruzione, così da poter essere adottati e condivisi tra gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, al fine di porre fine a disparità di trattamento e discriminazioni tra scuole e territori.
(4-05101)
CASTIELLO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
la consegna degli elenchi telefonici agli abbonati è cessata ormai da tempo. Le ultime consegne risalgono a diversi anni or sono, quando gli elenchi stessi venivano "parcheggiati" nei cortili condominiali; senonché gli addebiti per la loro fornitura agli utenti continuano a pervenire alla clientela di TIM e Wind Tre che, anno per anno, persistono nell'esazione, rispettivamente di 3,90 e 2,54 euro, con la causale "consegna elenchi telefonici". Nel caso di TIM, titolare di circa 10 milioni di contratti di utenze, la cosa si risolve in un introito di notevole entità sine titulo;
infondata appare la difesa del balzello da parte dei gestori secondo i quali l'utente ha, comunque, la facoltà di rinunciare al servizio di consegna degli elenchi telefonici rivolgendosi al servizio clienti. La rinuncia costituisce un onere improprio indebitamente attribuito alla clientela. Se la consegna non viene più eseguita si estingue il rapporto sinallagmatico e viene meno l'obbligo del pagamento del servizio, senza bisogno di rinuncia espressa da parte dell'utenza;
una volta sospeso il servizio il gestore non ha più titolo per esigere il corrispettivo e sull'utente non grava alcun onere di espressa rinuncia,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'abuso e quali iniziative intenda assumere perché venga rimosso, al fine del ripristino di eque condizioni contrattuali.
(4-05102)
PRESUTTO, PUGLIA, DONNO, TRENTACOSTE, GAUDIANO, CROATTI, GIANNUZZI, ANGRISANI, MAUTONE, RICCIARDI, CASTELLONE - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
la stazione ferroviaria di Napoli San Giovanni-Barra è collocata lungo un'importante linea storica litoranea che collega Napoli con Salerno, attraversando grossi centri abitati posti a sud di Napoli, come Portici, Torre Annunziata e Nocera Inferiore. Essa, inoltre, offre un servizio di collegamento fondamentale tra la zona est di Napoli che comprende i popolosi quartieri di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli, e il centro della città, ed è utilizzata anche da centinaia di studenti dell'università che ospita l'Apple Accademy; per questo è un impianto ferroviario che si è sempre caratterizzato per l'elevato volume di traffico passeggeri, sia in entrata che in uscita. Ciò nonostante, esso serba ancora potenzialità di crescita inespresse, in relazione alla capacità di attrazione di viaggiatori soprattutto provenienti da Barra e Ponticelli che dirotterebbero su San Giovanni-Barra lo spostamento veicolare che oggi è sbilanciato verso la città;
negli ultimi anni la stazione è stata oggetto di un piano di riqualificazione funzionale finalizzato a potenziarne le capacità recettive per costituire il "terminale intermodale sud est" della linea metropolitana Napoli-Pozzuoli-Villa Literno;
nell'area attigua alla stazione è presente un ampio parcheggio per più di 200 auto, attualmente dismesso e lasciato all'incuria e all'abbandono, di proprietà di Ferrovie dello Stato italiane;
più volte, nel corso degli ultimi anni, si è auspicata l'apertura del parcheggio, chiuso per motivi a tutt'oggi non noti, anche per evitare, come sovente accade, che le auto vengano parcheggiate in modo disordinato lungo il corso San Giovanni o nelle zone adiacenti, determinando un cronico problema di rallentamento della circolazione e di sicurezza stradale;
nella logica di provvedere alla riqualificazione della zona, ma anche al fine di alleggerire il traffico veicolare privato proveniente dall'area sudest di Napoli e diretto nel centro urbano, è stato nei mesi scorsi sviluppato da Rete ferroviaria italiana un progetto inerente all'area limitrofa alla stazione, volto in particolare a razionalizzare e rendere efficiente l'utilizzo delle aree di sosta;
parte di tale progetto, infatti, riguarda la realizzazione di un parcheggio per auto private (nell'area che già lo prevede), videosorvegliato e regolato da un sistema di controllo a pedaggio;
la realizzazione di un'area di sosta così concepita, tra l'altro, sarebbe in armonia con il grande progetto "Napoli porta est/nodo Garibaldi" predisposto da FS Sistemi Urbani con EAV a seguito del finanziamento erogato dalla Regione Campania a valere su fondi FSC il 5 luglio 2018. Tale programma prevede la realizzazione di 10 sotto progetti volti al rilancio della città con lo scopo di intercettare il traffico su gomma proveniente dall'autostrada A3 Napoli-Salerno, che attualmente sbocca nei pressi della stazione di Napoli centrale, per convogliarlo in un hub intermodale. Con la realizzazione del parcheggio, la stazione di Napoli San Giovanni-Barra funzionerebbe da "hub satellite" rispetto al principale, polarizzando il traffico veicolare dei quartieri limitrofi;
la trasformazione della stazione in "hub di interscambio nodale" avrebbe doppia valenza: interscambio gomma-gomma, per chi lascia il veicolo privato per prendere un autobus, e interscambio gomma-ferro, per chi lascia la propria vettura per prendere il treno;
a seguito di tale progetto, è stata subito esplicitata la volontà da parte di Metropark, la società del gruppo FS che gestisce i parcheggi nelle principali stazioni ferroviarie italiane, di realizzare il parcheggio, che ha sottolineato però come condizione indispensabile alla realizzazione dell'opera l'impegno da parte del Comune a garantire adeguate misure di sicurezza in una zona attualmente poco presidiata e caratterizzata da occupazioni illegittime dei suoli;
in un territorio, compreso nell'ambito di un sito di interesse nazionale (SIN), che soffre notevoli disagi dopo la crisi delle grandi industrie, la costruzione del parcheggio, inserita in un progetto di riqualificazione delle aree limitrofe, sarebbe una risposta concreta delle istituzioni ai cittadini che attendono da anni;
ciononostante il Comune ha posto la pregiudiziale della variante del piano regolatore in quanto le aree in questione hanno una destinazione d'uso diversa da quella proposta;
nei mesi scorsi si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti di RFI (DTP Napoli e Sistemi Urbani) e del Comune di Napoli, nel corso della quale questi ultimi hanno ribadito la propedeuticità dell'inserimento di un'opportuna variante al piano regolatore, rispetto alla realizzazione dell'opera. Ma ad oggi la variante non è stata adottata,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se intenda attivarsi nelle sedi di competenza affinché sia accertato che l'amministrazione locale ponga in essere tutti gli opportuni atti e le opportune procedure al fine di consentire la riapertura e la riconversione del parcheggio antistante alla stazione di Napoli San Giovanni-Barra, con l'obiettivo di garantire la riqualificazione dell'area, nonché un più efficiente servizio rispetto all'elevato numero di passeggeri che nella stazione transitano abitualmente.
(4-05103)
NENCINI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
in data venerdì 12 marzo 2021 alle ore 18:00, l'ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani) di Vicenza organizzava un convegno per ricordare il deputato socialista Domenico Piccoli, antifascista morto in circostanze misteriose nel 1924;
a cause delle restrizioni volte a evitare la diffusione del virus COVID-19, il convegno si svolgeva telematicamente sulla piattaforma digitale "Zoom";
durante la relazione dello storico Emilio Franzina, si è verificata l'intrusione da parte di hacker nella piattaforma;
gli intrusi hanno pubblicato nella piattaforma digitale, con il nome di alcuni dei partecipanti, scritte oscene e blasfeme inneggianti a Hitler, a Mussolini e allo sterminio degli ebrei;
l'evento è stato denunciato da ANPI alla Polizia postale;
nel Comune di Vicenza vigeva, grazie alla precedente Giunta, una clausola antifascista nel regolamento comunale relativa all'occupazione dello spazio pubblico per associazioni e partiti;
con l'insediamento della nuova Giunta, tale clausola è stata rimossa;
considerato che:
non solo nella zona di Vicenza ma in tutta Italia si verificano eventi come quello appena descritto;
già in passato ci sono stati, nel vicentino, episodi di celebrazione e sostegno al fascismo ed al nazismo;
è inaccettabile nel 2021 che un attacco hacker che abbia l'unico scopo di offendere la dignità dei partecipanti resti impunito;
è inaccettabile che nel 2021 si debba restare inerti di fronte a eventi oltraggiosi quali l'inneggiare al partito fascista o a quello nazista, oltre che allo sterminio della popolazione ebraica,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso accertare se sia previsto, a livello locale, un intervento finalizzato ad arginare le iniziative di carattere nazista o fascista che più volte hanno colpito il vicentino e altre zone della nazione.
(4-05104)
NANNICINI - Ai Ministri dell'interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
il 23 febbraio 2021 la Polizia di Stato ha fatto irruzione all'alba nell'abitazione privata di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir a Trieste, sede dell'associazione da loro fondata "Linea d'Ombra ODV";
sono stati sequestrati i telefoni personali, oltre ai libri contabili dell'associazione e diversi altri materiali, "alla ricerca di prove per un'imputazione di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", come si legge nel comunicato diffuso dall'associazione;
la giornalista Eleonora Camilli, della testata "Redattore Sociale", lo stesso giorno scrive: "Lorena e Andrea sono conosciuti da anni per il loro impegno al fianco dei migranti che attraversano la rotta balcanica. 68 anni lei, 84 lui, sempre instancabili nell'aiuto. Anche in questi mesi di pandemia non sono mai mancati all'appuntamento in piazza a Trieste per medicare le ferite delle persone che varcavano la frontiera col nostro Paese. Quando arrivano sono il fantasma di sé stessi - Lorena Fornasir raccontava - vediamo tante ferite sui loro corpi, spesso sono in condizioni terribili, esausti. Non mangiano da giorni, patiti di fame e di sete, perché hanno bevuto acqua solo da pozzanghere a terra. Oggi, la terra di confine è sempre più pericolosa. A Trieste vediamo quelli che riescono ad arrivare, poi ci sono quelli che la polizia rintraccia e che vengono rimandati indietro, per una politica di deportazioni spietata";
la testata "Vita" scrive, sempre il 23 febbraio: "Sono stati 20 volte in Bosnia (l'ultima poche settimane fa). Caricano la macchina di medicine, sacchi a pelo e scarpe. All'inizio agivano come singoli, poi si sono costituiti a come associazione di volontariato: Linea d'Ombra ODV";
la Questura di Trieste ha fatto sapere che nella città era in corso una vasta operazione della Polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, per contrastare "un'organizzazione criminale, finalizzata all'ingresso e al transito in territorio nazionale di immigrati irregolari, a scopo di lucro";
nel 2016 era accaduta una vicenda simile a Udine, quando nel mirino finì "Ospiti in arrivo", un'altra associazione che si occupa di accoglienza e integrazione: allora vennero indagati 7 volontari, ma la vicenda si chiuse con l'archiviazione un anno dopo;
la situazione di donne, uomini e bambini, molte volte minori non accompagnati, che attraverso la rotta balcanica fuggono da guerre e soprusi, è inumana, non esiste un'assistenza dignitosa e soprattutto ci sono ormai numerose testimonianze di respingimenti dalla Croazia verso la Bosnia con violenze inaudite;
l'Italia, in base a un accordo firmato il 3 settembre 1996, applica la riammissione, cosiddetta informale, in Slovenia, e nel 2020 gli episodi sono aumentati in maniera esponenziale, ma non si può far finta di niente di fronte al fatto che ormai queste riammissioni finiscono per riportare potenziali richiedenti asilo e anche minori non accompagnati direttamente in Bosnia;
le organizzazioni non governative e le associazioni che si occupano di migranti e della difesa dei diritti umani hanno sempre denunciato l'illegittimità dell'accordo bilaterale;
nelle scorse settimane il Tribunale di Roma ha condannato in primo grado il Ministero dell'interno per un episodio di respingimento al confine tra Italia e Slovenia di un cittadino pachistano che secondo il tribunale di Roma ha diritto a fare immediato ingresso in Italia; il richiedente asilo era stato respinto prima in Slovenia dall'Italia, poi in Croazia e quindi in Bosnia, secondo un abusato meccanismo consolidato di respingimenti a catena;
da informazioni apparse su "Avvenire", il 24 febbraio, in un articolo del giornalista Nello Scavo, il Ministero ha respinto le conclusioni del Tribunale annunciando ricorso,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza degli episodi avvenuti a Trieste nei confronti dell'associazione di volontari Linea d'Ombra ODV e quali iniziative intendano adottare affinché azioni di solidarietà non siano criminalizzate;
quali iniziative intendano altresì intraprendere affinché, come disposto dalla sentenza del Tribunale di Roma, si ponga fine ai respingimenti dall'Italia verso la Slovenia e se intendano intervenire nelle opportune sedi dell'Unione europea, al fine di porre fine alle violenze e di ripristinare condizioni di vita dignitose, nonché il rispetto dei diritti delle persone in transito sulla rotta balcanica individuando, in tempi ragionevolmente brevi, una soluzione che coinvolga tutti i Paesi europei in un sistema di solidarietà.
(4-05105)
FARAONE - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
il bando per la capitale italiana della cultura è stato istituito nel 2014 al fine di sostenere e promuovere l'autonomia delle capacità progettuali delle città, nonché di valorizzare il loro immenso patrimonio culturale e di diffondere il valore della cultura quale elemento di coesione sociale, integrazione, innovazione, creatività e sviluppo economico;
il 31 dicembre 2017 il Ministro pro tempore per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, presso il salone del Consiglio nazionale del Ministero per i beni e le attività culturali, annunciava la decisione adottata all'unanimità dalla commissione giudicatrice con la quale veniva sancita la vittoria della città di Palermo alla candidatura di capitale italiana della cultura per il 2018;
considerato che:
le precedenti edizioni hanno indotto effetti positivi e tangibili sullo sviluppo turistico e sulla fruizione del patrimonio materiale e immateriale delle città vincitrici, anche in virtù del fatto che la città vincitrice di ciascuna edizione si aggiudica, oltre al titolo di capitale italiana della cultura, anche un riconoscimento di natura economica di importo pari a un milione di euro, ai sensi dell'articolo 7, comma 3-quater, sesto periodo, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, al fine di fornire alla stessa città gli strumenti adeguati per implementare le attività culturali;
alla data odierna, il Comune di Palermo non risulta ancora effettivamente beneficiario della premialità che spetterebbe di diritto alla città vincitrice e che gli avrebbe altresì consentito di ergersi ed amplificare la sua funzione di volano culturale ed economico;
l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e le conseguenti limitazioni imposte alle attività culturali, ricettizie, commerciali e produttrici al fine di tutelare la salute pubblica hanno avuto ingenti ripercussioni sull'economia italiana, ed in particolare su quella delle aree del Mezzogiorno, da sempre caratterizzate da una maggiore fragilità strutturale;
le attività culturali rappresentano uno dei settori maggiormente penalizzati: si stima che, nel 2020, i consumi culturali abbiano riscontrato un calo del 47 per cento rispetto all'anno precedente e tale dato apparirebbe ancora peggiore se non fosse calmierato da un incremento dei fruitori di canali televisivi a pagamento, giornali e libri,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione in cui verte il Comune di Palermo, ed in particolare di quali siano le circostanze o le inefficienze che hanno determinato un'attesa così lunga;
quali interventi intenda adottare al fine di garantire il tempestivo e corretto trasferimento della somma di un milione di euro spettante al Comune di Palermo, anche in considerazione del fatto che ad oggi tale somma rappresenterebbe un importante ristoro per la città e per le stesse attività culturali.
(4-05106)
DE FALCO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
il 31 dicembre 2019, dopo molte censure ed omissioni, il Governo cinese informava l'OMS dell'emergenza di diversi casi di polmonite non meglio identificata e che ben presto sarà nota come SARS-Cov-2. L'11 gennaio 2020 veniva confermata la notizia della prima vittima del virus in Cina;
il 4 gennaio 2020 il sito "agcnews" pubblicava, a firma di Maddalena Ingrao, la notizia, proveniente da fonti cinesi di Hong Kong, di casi di polmonite virale simili alla SARS;
il 9 gennaio, in un documento, datato 5 gennaio e firmato dal dottor Francesco Paolo Maraglino, in qualità di direttore dell'ufficio 5 prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale del Ministero della salute, si legge tra l'altro che: «Il 31 dicembre 2019, l'Ufficio Paese dell'OMS in Cina è stato informato che erano stati individuati casi di polmonite di eziologia sconosciuta nella città di Wuhan, provincia di Hubei, Cina. Al 3 gennaio 2020, sono stati segnalati all'Organizzazione mondiale della sanità 44 pazienti (…) Secondo le informazioni diffuse dai media, il 1° gennaio 2020 è stato chiuso il mercato interessato di Wuhan per disinfezione e sanificazione ambientale»;
nei giorni 13, 17, 20 e 23 gennaio 2020, ancora a firma del dirigente, vengono resi altri aggiornamenti che segnalano il diffondersi del virus al di fuori dei confini cinesi (Giappone e Corea del Sud);
il 23 gennaio il Governo cinese bloccava ogni accesso a Wuhan;
il 27 gennaio l'Organizzazione mondiale della sanità diffondeva le linee guida per la gestione dei voli civili e il 30 gennaio un nuovo rapporto innalzava ulteriormente il livello di allarme a causa del timore di pandemia globale;
in Italia il Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 dichiarava lo stato di emergenza, con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio;
di tutto questo, non si ha alcuna notizia nella "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza 2019" a opera del comparto intelligence italiano, e nemmeno negli "highlight" della suddetta relazione, inviata ai membri del Parlamento accompagnata da una lettera a firma del direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), Gennaro Vecchione, il 29 febbraio 2020;
ufficialmente, dunque, nessuna comunicazione sarebbe stata fornita dai nostri Servizi di sicurezza al Parlamento ed al Governo su quanto stava accadendo. Imbarazzante, a parere dell'interrogante, la giustificazione, fornita dalla "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza 2020", inviata al Parlamento il 1° marzo 2021, nella cui premessa si legge tra l'altro che "nel 2020, l'emergenza sanitaria - ancora agli inizi quando, in febbraio, la scorsa Relazione annuale veniva data alle stampe", che sembra un evidente tentativo di giustificare il silenzio della relazione precedente;
ma anche volendo ammettere un'impreparazione dei nostri servizi, si deve osservare che già il 19 marzo 2020 molte fonti giornalistiche nazionali italiane rilanciavano un articolo di "Fox News" secondo cui un «esperto di sicurezza che fa base a Roma» avrebbe sostenuto che «rapporti di intelligence allertarono il governo [italiano] della potenziale pandemia pochi giorni dopo che questa si infiltrò in Cina alla fine dello scorso anno [2019]. Ma passarono settimane prima che qualsiasi azione seria venisse presa a Roma»;
fonti anonime dei servizi italiani hanno smentito questa affermazione, ma nessun chiarimento è arrivato da parte del Governo italiano,
si chiede di sapere:
se risulti vero quanto affermato da "Fox News", ossia che il precedente Governo era informato da tempo di quanto stava accadendo in Cina e, in tal caso, se si possano chiarire i motivi della grave inazione da parte dello stesso Governo;
se, inoltre, il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga grave il fatto che nella citata relazione sul 2019 non si sia fatto nemmeno un cenno a quanto stava accadendo, e se non ritenga di agire per quanto di sua competenza nei confronti del capo del DIS Vecchione, confermato nel suo ruolo il 25 novembre 2020 dal precedente Governo.
(4-05107)
LONARDO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. - Premesso che:
in data 16 marzo 2021, in relazione alla nuova fase dell'emergenza coronavirus, è stato definito un nuovo assetto del comitato tecnico scientifico;
per la nuova composizione di questo organismo tecnico di supporto alle attività di coordinamento per il superamento dell'emergenza epidemiologica, si è proceduto ad una riduzione degli esperti e ad una sostituzione dei componenti,
si chiede di sapere:
quali siano stati i criteri che hanno determinato la nuova composizione del CTS, se i profili scelti dei componenti assicurino una migliore funzionalità di tale organismo e se siano stati modificati i compiti specifici del CTS, anche rispetto ad una diversa presenza di autorevoli esponenti del Ministero della salute;
se risponda al vero che la sostituzione di alcuni componenti con altri non sia stata motivata da ragioni di comprovata competenza ed esperienza sul piano scientifico, ma da ragioni politiche, che risulterebbero senza alcun dubbio improprie;
quali criteri di merito oggettivi siano stati utilizzati per la nomina dei profili esterni che integrano il CTS in qualità di esperti, visto che da fonti di stampa sono emerse evidenti criticità rispetto ad una delle professionalità esterne nominate per la competenza nelle materie statistico-matematiche.
(4-05108)
SACCONE - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la fibrosi cistica è una delle malattie rare più diffuse e rappresenta in Italia un'emergenza sanitaria;
si stima che ogni anno ci siano, solo in Italia, 200 nuovi casi con una media crescente di una persona ogni 2.500;
si tratta di una malattia che colpisce molti organi alterandone le secrezioni; l'alterazione di un gene (chiamato CFTR) e quindi della sua proteina che regola il passaggio dei sali in alcuni tipi di cellule epiteliali di rivestimento genera secrezioni disidratate che ostruiscono e danneggiano gli organi;
ad oggi, la media di sopravvivenza di chi è affetto da fibrosi cistica è di 44 anni;
rappresenta una malattia senza dubbio particolarmente grave per la quale, tuttavia, potrebbe esserci una svolta davvero importante proveniente dagli Stati Uniti. È stato infatti scoperto un nuovo farmaco coinvolto in primo piano nella sua cura: il trikafta;
esso in pratica combina le due molecole già largamente utilizzate nel trattamento della fibrosi cistica, ivacaftor e il tezakaftor, con quella sviluppata da pochi mesi, l'exacaftor. Insieme "stirano" la proteina alterata, in quanto "accartocciata" su sé stessa, e le permettono di agire nel posto giusto sulle cellule;
questa terapia verrà indicata nel 90 per cento dei casi di fibrosi cistica; per il restante 10 per cento, ci sarà bisogno di altre cure;
grazie a questa terapia si verifica un miglioramento dei sintomi, i pazienti riescono a respirare meglio e presentano meno difficoltà digestive;
questo nuovo farmaco che è stato approvato negli Stati Uniti d'America dalla FDA (ente federale per i farmaci), può essere applicato solo su persone dai 12 anni di età in su, e si sta lavorando affinché possa essere disponibile anche per i più piccoli;
anche la Commissione europea ha concesso l'autorizzazione all'immissione in commercio di ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor in regime di combinazione con ivacaftor per il trattamento di persone con fibrosi cistica di età pari o superiore a 12 anni che hanno una mutazione F508del e una mutazione con funzione minima (F/MF) o due mutazioni F508del (F/F) nel gene regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR). Sviluppato dalla società farmaceutica Vertex, il farmaco sarà messo in commercio con il marchio "kaftrio";
l'autorizzazione all'immissione in commercio si è basata sui risultati di due studi di fase III, che hanno mostrato miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi della funzione polmonare (endpoint primario) e di tutti gli endpoint secondari chiave nelle persone con fibrosi cistica di età pari o superiore a 12 anni con una mutazione F508del e una mutazione con funzione minima o due mutazioni F508del nel gene CFTR. Il regime in tripla combinazione è stato generalmente ben tollerato in entrambi gli studi;
kaftrio preso insieme a ivacaftor è stato efficace nel migliorare la funzione polmonare in due studi principali in pazienti con fibrosi cistica di età superiore ai 12 anni. La principale misura di efficacia è stata il ppFEV1, che è la quantità massima di aria che una persona può respirare in un secondo rispetto ai valori di una persona media con caratteristiche simili (come l'età, l'altezza e il sesso). In questi studi, i pazienti sono partiti con valori compresi tra il 60 e il 62 per cento dei valori di una persona media sana;
il primo studio ha coinvolto 403 pazienti che avevano una mutazione F508del e una mutazione MF. Dopo 24 settimane di trattamento, i pazienti che hanno preso kaftrio e ivacaftor hanno avuto un aumento medio di ppFEV1 di 13,9 punti percentuali rispetto a una riduzione di 0,4 punti percentuali nei pazienti che hanno preso un placebo;
nel secondo studio che ha coinvolto 107 pazienti con una mutazione F508del da entrambi i genitori, i pazienti che hanno preso kaftrio con ivacaftor hanno avuto un aumento medio di ppFEV1 di 10,4 punti percentuali rispetto ad un aumento di 0,4 punti percentuali nei pazienti che hanno preso una combinazione di ivacaftor e tezacaftor;
la Vertex nei primi giorni di ottobre 2020 ha presentato tutto il protocollo all'attenzione dell'AIFA, per l'iter di approvazione;
l'ostacolo purtroppo per questa terapia è l'elevato costo: negli Stati Uniti d'America, si aggira attorno ai 300.000 euro per anno di terapia per paziente;
l'Italia, insieme all'Unione europea, ha codificato le malattie rare in un'area di priorità della sanità pubblica; ha esplicitato priorità e obiettivi da raggiungere ed è intervenuta con un provvedimento specifico, il regolamento d'istituzione della rete nazionale delle malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo delle relative prestazioni sanitarie, di cui al decreto del Ministro della sanità 18 maggio 2001, n. 279;
in Italia è previsto il ricorso all'uso compassionevole (decreto del Ministro della Salute 7 settembre 2017) in pazienti affetti da malattie gravi o rare o che si trovino in pericolo di vita, quando, a giudizio del medico, non vi siano valide alternative terapeutiche;
considerando l'efficacia del farmaco e della relativa autorizzazione alla commercializzazione della Commissione europea,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di tale terapia;
se non ritenga opportuno, visti i risultati ottenuti, rendere disponibile il nuovo farmaco, andando oltre la mera prescrizione ad uso compassionevole per tutti i pazienti che non hanno alternative;
vista l'eccezionalità del momento dovuta alla pandemia da COVID-19, dove ad essere più colpiti sono gli immunodepressi, se non ritenga opportuno intervenire affinché l'iter di approvazione dell'AIFA sia più celere;
se non ritenga opportuno renderlo eventualmente rimborsabile.
(4-05109)
D'ANGELO, CASTELLONE, PIRRO, TRENTACOSTE, ANGRISANI, PIARULLI, CORRADO, NATURALE, ROMANO, VANIN, LANZI, DONNO, COLTORTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
dal 16 novembre 2016 è entrato in vigore il decreto del Ministro della salute 13 ottobre 2016, recante "Disposizioni per l'avvio dello screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 267 del 15 novembre 2016, che consente di dare avvio allo screening neonatale esteso su tutto il territorio nazionale, con modalità uniformi;
lo screening neonatale rappresenta una delle più importanti misure di prevenzione secondaria, diffusosi in Italia soprattutto in virtù della legge 19 agosto 2016, n. 167 (cosiddetta "legge Taverna"), e successivi aggiornamenti e decreti attuativi, che è diventata così il Paese europeo con la politica di screening neonatale più avanzata, al punto di essere citata come esempio dall'OSCE;
fin dal decreto attuativo (decreto ministeriale 13 ottobre 2016) della citata legge n. 167 del 2016 il legislatore aveva previsto la necessità di aggiornare la lista delle malattie da ricercare (il cosiddetto panel) almeno ogni 3 anni, in relazione all'evoluzione delle evidenze scientifiche raggiunte nel tempo in campo diagnostico-terapeutico per le malattie metaboliche ereditarie, includendovi anche le patologie neuromuscolari genetiche;
in virtù del progresso e degli sviluppi della medicina, allo stato, alcune di queste malattie possono essere diagnosticate fin dai primi giorni di vita, al fine di intervenire tempestivamente con terapie idonee ad evitarne le conseguenze più gravi; tali percorsi terapeutici, se attuati precocemente, possono evitare disabilità, morte e gravi sofferenze ai neonati e alle loro famiglie;
considerato che:
il panel attualmente vigente potrebbe essere ulteriormente ampliato, offrendo la possibilità a molti bambini di ricevere trattamenti o interventi precoci anche per altre malattie. Giocare d'anticipo infatti può fare la differenza: il test eseguito su una goccia di sangue tra le 48 e le 72 ore di vita permette di diagnosticare alcune patologie rare, potenzialmente invalidanti o mortali, prima che provochino danni irreversibili;
è questo il caso dell'atrofia muscolare spinale (SMA), una condizione genetica neuromuscolare rara caratterizzata, dal punto di vista clinico, da paralisi muscolare progressiva dovuta alla perdita del controllo volontario del movimento;
l'ultima evoluzione legislativa risale alla legge di bilancio per il 2019 che ha stabilito che, oltre alle malattie metaboliche, la possibilità di beneficiare di questo importante strumento di prevenzione secondaria (screening neonatale) possa essere estesa alle malattie neuromuscolari genetiche, le immunodeficienze congenite severe e le malattie da accumulo lisosomiale, e per questo sono stati aumentati i fondi a copertura della legge stessa, per un totale di 4 milioni di euro all'anno a partire dal 2019;
il termine per l'aggiornamento della lista delle malattie da ricercare è scaduto senza che vi sia stato ancora un adeguamento,
si chiede di sapere come intenda procedere il Ministro in indirizzo nei confronti dell'aggiornamento del panel che include le malattie da sottoporre a screening neonatale, con particolare riguardo alla SMA, in considerazione delle recenti evidenze scientifiche che hanno dimostrato l'efficacia in fase pre sintomatica delle nuove terapie in grado di cambiare radicalmente l'evoluzione della malattia.
(4-05110)
GRANATO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
l'articolo 4, comma 1, lettere b)-bis e b)-ter, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, ha stabilito l'estensione alle elezioni regionali da svolgere nell'anno 2021 delle norme di maggior favore di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 1-bis del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 20;
nel particolare, dunque, per le elezioni regionali che si svolgeranno nel 2021, come nel caso della Calabria, in considerazione del perdurare della situazione pandemica da COVID-19, è stato previsto che il numero minimo di sottoscrizioni richiesto per la presentazione delle liste e delle candidature sia ridotto a un terzo;
considerato che:
in data 4 marzo 2018 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge con cui, tra le altre misure, sono state rinviate le elezioni degli organi elettivi delle Regioni a statuto ordinario, anche se già indette, in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021: in tale intervallo temporale, dunque, saranno svolte le elezioni regionali calabresi (inizialmente indette per il mese di aprile 2020, a seguito del decesso dell'ex presidente delle Regione, Jole Santelli);
l'articolo 1, comma 3, penultimo periodo, della legge 23 febbraio 1995, n. 43, prevede che in caso di scioglimento del Consiglio regionale che ne anticipi la scadenza di oltre 120 giorni, come nel recente caso calabrese, il numero minimo delle sottoscrizioni previsto per la presentazione delle liste regionali sia ridotto alla metà,
si chiede di sapere se nel caso delle elezioni regionali calabresi, da svolgere nell'anno 2021, applicando il combinato disposto delle citate norme per la presentazione delle liste e delle candidature, si debba considerare la riduzione del numero minimo di sottoscrizioni a un terzo muovendosi già dal dimezzamento delle medesime.
(4-05111)
FUSCO - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
il fenomeno pandemico COVID-19 continua a colpire il nostro Paese, e negli ultimi giorni il significativo impatto delle varianti ha contribuito ad aggravare la curva epidemiologica;
nelle ultime settimane la distribuzione delle varianti è stata rilevante anche in diverse accademie e scuole di formazione militari, tra le quali l'accademia militare di Modena, l'accademia aeronautica di Pozzuoli, l'accademia navale di Livorno, l'accademia della Guardia di finanza di Bergamo, le scuole sottufficiali della Marina e della Guardia di finanza e le scuole militari "Nunziatella" e "Morosini";
molte regioni all'interno delle quali si trovano localizzate le accademie, in base alle classificazioni a colori che producono una matrice del rischio più o meno grave, sono divenute regioni "rosse", ad indicare l'andamento peggiorativo della situazione epidemiologica;
nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio e che sarà valido sino al 6 aprile 2021, all'articolo 25, comma 8, in merito ai corsi di formazione delle forze di polizia, delle forze armate, del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, si legge che: "Le amministrazioni di appartenenza possono, con decreto direttoriale generale o analogo provvedimento in relazione ai rispettivi ordinamenti, rideterminare le modalità didattiche e organizzative dei corsi di formazione e di quelli a carattere universitario del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate, del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, prevedendo anche il ricorso ad attività didattiche ed esami a distanza e l'eventuale soppressione di prove non ancora svoltesi, ferma restando la validità delle prove di esame già sostenute ai fini della formazione della graduatoria finale del corso. I periodi di assenza dai corsi di formazione di cui al presente comma comunque connessi al fenomeno epidemiologico da COVID-19, non concorrono al raggiungimento del limite di assenze il cui superamento comporta il rinvio, l'ammissione al recupero dell'anno o la dimissione dai medesimi corsi. Si applica quanto previsto dall'articolo 260 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77";
considerato che:
si registrano problematiche logistiche nelle modalità di attivazione della DAD (didattica a distanza) tra i vari comandi, a causa delle difficoltà relative agli spazi comuni dedicati allo studio e alle altre attività di formazione, che non garantiscono un efficace distanziamento tra gli allievi stessi e il personale docente o ausiliario proveniente dall'esterno;
secondo quanto risulta all'interrogante, le modalità di adozione dello strumento della DAD prevedono, in alcune accademie, lo svolgimento di lezioni con il docente di turno, che lavora da remoto, mentre gli studenti assistono fisicamente in un'aula o in uno dei spazi comuni;
conseguentemente, sono diversi i casi di positività al coronavirus registrati tra gli allievi che frequentano in presenza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza degli eventi descritti;
se sia stata fatta, e ripetuta nel tempo, una massiccia campagna di screening volta a impedire il proliferare di contagi e di potenziali focolai;
quali iniziative intenda adottare al fine di garantire il diritto alla salute e allo studio agli allievi appartenenti agli istituti di formazione militare e alle accademie militari in sicurezza, scongiurando nuovi contagi e migliorando l'adozione della DAD.
(4-05112)
CAMPARI - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
nelle ultime settimane si sono moltiplicate inchieste o accertamenti su diversi dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, che potrebbero essere non a norma o in alcuni casi dannose per la salute;
le inchieste si sono concentrate sulle mascherine di categoria FFP2, in particolare su alcuni modelli (CE 2163, CE 1282, CE 2037), e al contempo sugli enti che rilasciano il marchio di conformità;
sul sito della Commissione europea c'è uno specifico portale, denominato "Nando", che fornisce uno strumento di accesso immediato alla banca dati degli organismi notificati dell'Unione europea;
considerato che:
in merito al modello CE 2163, l'ente certificatore che ha dato l'autorizzazione risulta essere il turco Universal Uygunluk Degerlendirme Hizmetleri, e al momento diversi test indipendenti hanno messo in discussione le effettive capacità filtranti di queste mascherine;
in merito al modello CE 1282, l'ente certificatore risulta essere l'Ente certificazione macchine S.r.l., un laboratorio emiliano non abilitato a valutare i dispositivi di protezione facciale;
in merito al modello CE 2037, l'ente certificatore che corrisponde a tale numero è CELAB, che secondo il portale "Nando" risulta specializzato nel valutare l'affidabilità di apparecchi elettrici o elettromagnetici;
valutato infine che, secondo quanto risulta all'interrogante, i tre modelli citati sono stati distribuiti in dotazione al personale dell'Arma dei Carabinieri,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda intraprendere al fine di tutelare la salute delle forze armate.
(4-05113)
GASPARRI, CANDIANI, RAUTI, CALIGIURI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
con ordinanza del 9 dicembre 2020, il Tribunale di Reggio Calabria, sezione giudice per le indagini preliminari, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Antonino Castorina e Carmelo Giustra, nell'ambito di un'indagine che ha rivelato (riprendendo testualmente il testo del provvedimento) "elementi inquietanti" relativi alle elezioni comunali svoltesi il 20 e 21 settembre;
nella richiesta del pubblico ministero, accolta dal giudice, si trovano contestati ben 19 capi d'incolpazione a carico dei due soggetti, per una serie di reati elettorali e numerose fattispecie di falso in atti pubblici;
in particolare, gli indagati avrebbero messo in opera un articolato, quanto pervasivo, sistema di alterazione del procedimento elettorale, sia mediante la nomina di presidenti di seggio che parrebbero compiacenti, in forza di deleghe in sostituzione da ritenersi illegittime e disposte in assenza di rinuncia dei presidenti designati, sia mediante la registrazione di voti falsi, espressi, fra l'altro, a nome di soggetti ultraottantenni ricoverati in case di cura o, addirittura, di elettori deceduti;
negli atti del procedimento penale, peraltro, vengono proiettate ombre assai significative sulla posizione del sindaco allora in carica, poi riconfermato, Giuseppe Falcomatà;
più in dettaglio, al primo cittadino verrebbe contestata la violazione dell'art. 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960 (il testo unico delle elezioni comunali), nella parte in cui stabilisce che in caso d'impedimento del presidente di seggio, il quale sopraggiunga in condizioni tali da non consentire la surrogazione normale, assume la presidenza il sindaco stesso, ovvero un suo delegato;
senonché, nella vicenda si sarebbero verificate, stando alle risultanze del procedimento penale, almeno tre anomalie: l'individuazione come delegato del consigliere comunale Castorina, soggetto candidato alla tornata del 20 e 21 settembre, e dunque in conflitto d'interessi rispetto al ruolo; la sub-delega operata da Castorina verso soggetti terzi, evidentemente non consentita dall'art. 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 570 del 1960; la ratifica finale da parte del sindaco, che, avvedutosi dell'irregolarità del procedimento seguito per la sostituzione dei presidenti di seggio, e sebbene avvertito dalle segreterie circa le anomalie sin da subito riscontrate, ha nondimeno fatto proprie e confermato le designazioni operate da Castorina;
il già allarmante quadro investigativo si è, purtroppo, ulteriormente arricchito e aggravato in queste settimane;
il 3 marzo 2021, infatti, sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari 5 arresti domiciliari e una sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio. Le misure sono state disposte a carico di soggetti dell'entourage di Castorina, indagati a vario titolo per alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico e abuso d'ufficio: secondo la ricostruzione degli inquirenti, questi avrebbero aiutato il consigliere a reperire le copie delle tessere elettorali utilizzate per far risultare voti in favore di Castorina da parte di anziani in realtà mai andati alle urne o addirittura di persone defunte;
ulteriori riscontri sono poi intervenuti dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni di Giustra, che ha ammesso come consapevolmente, in violazione delle norme vigenti, Castorina lo avesse nominato presidente di seggio;
nel complesso, dalla vicenda, al di là dell'accertamento delle responsabilità individuali che avverrà in sede penale, emergerebbero profili d'illegittimità di rilevanza tale da inficiare, ove confermati, l'intero procedimento elettorale e i suoi esiti;
il numero e la specie delle irregolarità e dei vizi dedotti, infatti, ben potrebbero aver alterato in misura decisiva l'espressione della volontà popolare e la stessa genuinità del voto; ciò anche considerando che Castorina è risultato il candidato più votato di tutto il centrosinistra con oltre 1.500 preferenze, decisive per consentire alla coalizione di superare la soglia necessaria a ottenere il premio di maggioranza;
deve aggiungersi, poi, che comunque la designazione di molti presidenti di seggio in forza di deleghe irregolari configurerebbe una forma d'illegittimità originaria, suscettibile di riverberarsi, in via derivata, sugli atti successivi;
in ogni caso, i fatti riportati sin da subito rifluiscono, danneggiandola, anche sulla legittimazione democratica e sul prestigio di tutte le principali istituzioni comunali, imponendo con urgenza chiarimenti per i cittadini reggini,
si chiede di sapere:
quali iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo, fermi gli accertamenti in corso in sede penale e per quanto di competenza, al fine di verificare i fatti descritti, attivando tutti i poteri conferiti dalla legge, anche di tipo ispettivo, alla luce delle gravi vicende segnalate e già risultanti dal procedimento giurisdizionale;
quali iniziative e provvedimenti intenda adottare, là dove le irregolarità riscontrate fossero confermate, al fine di assicurare la legittimità e la legittimazione delle istituzioni comunali, ristabilendo così, in ultima analisi, la libertà e genuinità del voto.
(4-05114)
LONARDO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
a poco più di un mese dalla scadenza dei contratti, prevista per il 30 aprile 2021, non vi è ancora certezza sul futuro dei circa 2.700 professionisti che esercitano la professione di navigator;
l'opinione pubblica e quella politica hanno di recente in gran parte modificato la propria percezione su tale ruolo;
si sono in tal senso registrate ampie aperture, che hanno portato al riconoscimento di quanto svolto dai navigator nell'ambito del progetto del "reddito di cittadinanza", nel supporto dei centri per l'impiego, nel contatto con i beneficiari, nella rilevazione delle opportunità occupazionali con le aziende;
il navigator ha un ruolo estremamente diverso dall'operatore regionale del centro per l'impiego: fornisce un approccio personalizzato all'utente beneficiario, basato su un colloquio con lo stesso, da cui possano emergere dettagli sulla sua personalità e sulle sue particolari competenze. In particolare è compito del navigator indagare in modo dettagliato sulle esperienze professionali e formative pregresse dell'utente, in modo da poter segnalare allo stesso, in modo mirato, le offerte di lavoro presenti sui portali regionali;
tramite questa conoscenza il navigator può creare un piano personalizzato di occupabilità del beneficiario finalizzato al suo reinserimento o inserimento nel mondo del lavoro;
i navigator hanno quindi assunto, in sinergia con gli operatori, un ruolo di supporto imprescindibile per il beneficiario che va ben oltre una semplice "pratica" burocratica;
il secondo compito dei navigator ha riguardato la rilevazione delle opportunità occupazionali manifestate dalle aziende;
l'attività ha purtroppo preso il via in uno scenario dei non più felici, ovvero a settembre 2020, nel pieno della pandemia da COVID-19, che ha colpito duramente l'Italia e tutto il pianeta;
nonostante la situazione pandemica, i navigator hanno avviato un'attività di contatto con le imprese tramite e-mail, telefono, incontri da remoto ed in presenza, finalizzate a fornire tutte le informazioni necessarie riguardanti le attività fornite dalla rete dei servizi pubblici dell'impiego, sugli incentivi all'occupazione disponibili e infine hanno rilevato i fabbisogni occupazionali nel medio e lungo termine;
questa attività non è legata a quella dei beneficiari del reddito di cittadinanza, ma è stata un vero proprio servizio allo sviluppo imprenditoriale del territorio e, benché ci si trovi in una situazione di forte crisi economica causata dalla pandemia, ha portato ottimi risultati: al 13 gennaio 2021 sono state contattate 310.716 imprese, per un totale di 40.901 posizioni programmate nel medio e lungo periodo e 13.925 vacancy nel breve periodo;
emerge, dunque, l'assenza nello scenario italiano di una figura professionale simile a questa dei navigator;
i centri per l'impiego si trovano in una situazione carica di difficoltà strutturali. Le uniche forze su cui si può controllare sono gli attuali dipendenti e i navigator, che potrebbero diventare una figura di unione tra la parte amministrativa degli operatori e la parte formativa erogata dalla Regione o dalle agenzie del lavoro private, come si è fatto con gli sportelli di orientamento universitari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di prorogare i contratti in scadenza per dare continuità a quanto iniziato, per riconoscere il lavoro svolto e per ripensare il ruolo dei navigator all'interno delle politiche attive del lavoro.
(4-05115)
DE CARLO, CIRIANI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che, con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante "Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia" ("decreto agosto"), entrato in vigore il 14 ottobre 2020, venivano stanziati 600 milioni per l'acquisto di prodotti di filiere agricole e alimentari italiane, al fine di rilanciare il settore primario nazionale. Il fondo per la filiera della ristorazione valeva 600 milioni di euro e consisteva nell'erogazione di contributi a fondo perduto per acquistare prodotti, inclusi i vini, di filiere agricole e alimentari italiane, comprendendo fra i potenziali beneficiari i ristoranti, ma anche gli agriturismi, i servizi di catering e gli alberghi con attività di somministrazione di cibo;
considerato che il provvedimento era volto al sostegno delle attività che più stanno risentendo delle restrizioni legate alla crisi pandemica e secondo quanto dichiarato il 16 ottobre 2020 nel comunicato ufficiale diffuso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali "la domanda andrà presentata attraverso il 'portale della ristorazione', una piattaforma informatica ad hoc di Poste Italiane, o agli sportelli. Un anticipo del 90% verrà erogato tramite bonifico, poi entro 15 giorni - e dopo la presentazione a Poste della quietanza di pagamento degli acquisti - sarà sbloccato il saldo. Il contributo per ciascun beneficiario potrà variare da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 10.000 euro, al netto dell'Iva";
tenuto conto che, secondo quanto riportato dalla stampa e in particolar modo dalla denuncia del presidente di Confcommercio Marche nord, datata 22 febbraio 2021, che trova conferma ad oggi nelle numerose segnalazioni pervenute dai beneficiari della misura, risulta esserci un forte ritardo nell'erogazione della "liquidità immediata" che il provvedimento avrebbe dovuto garantire ai soggetti destinatari;
rilevato che, nonostante siano passati quasi 3 mesi dall'ultima data utile per la presentazione delle domande di accesso al contributo a fondo perduto (le domande andavano presentate dal 15 novembre al 15 dicembre), non si hanno notizie della "liquidità immediata" annunciata dal Ministro pro tempore Bellanova, di cui oltre 46.600 imprenditori della ristorazione nazionale hanno fatto richiesta,
si chiede di sapere, preso atto della corrente situazione, quale strategia operativa il Ministro in indirizzo intenda perseguire per far fronte alla mancata "liquidità immediata" auspicata dal "decreto agosto" e, in particolar modo, con quali tempi si pensi di provvedere alla liquidazione dei contributi.
(4-05116)
CAMPAGNA, LANZI, GAUDIANO, LEONE, ANASTASI, BARBONI, LANNUTTI, VANIN, D'ANGELO, MATRISCIANO, NOCERINO, PRESUTTO, DE LUCIA, MAIORINO, ROMANO, TRENTACOSTE, PUGLIA, MAUTONE, DONNO - Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:
l'articolo 22 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (decreto "agosto"), ha istituito il fondo di formazione personale delle casalinghe, con una dotazione di 3 milioni di euro annui, a partire dal 2020, per finanziare il "bonus casalinghe", un credito destinato a rafforzare le competenze delle donne e degli uomini che, svolgendo attività domestiche gratuite e trovandosi dunque fuori dal circuito lavorativo, sono esclusi da qualsiasi possibilità di aggiornamento professionale;
lo scopo del fondo è, dunque, di evitare che la scelta di restare a casa diventi obbligata per la mancanza di alternative, garantendo ai beneficiari, grazie al finanziamento di percorsi formativi in ambito culturale e lavorativo, la libertà di scegliere e l'accesso al mondo del lavoro;
il comma 2 prevede che "con decreto del Ministro delle pari opportunità e la famiglia da emanarsi entro il 31 dicembre 2020, sono stabiliti i criteri e le modalità di riparto del fondo di cui al comma 1";
considerato che, a due mesi e mezzo dalla data individuata dal citato comma 2 dell'art. 22, si attende ancora l'emanazione del decreto attuativo da parte del Ministro per le pari opportunità e la famiglia. Per questa ragione, la stimata presidente dell'associazione Federcasalinghe - Obiettivo Famiglia, Federica Rossi Gasparrini, che moltissimo si è spesa per sensibilizzare il mondo politico circa la necessità dell'istituzione di un fondo per aiutare principalmente le donne ad entrare o a rientrare nel mondo del lavoro, ha recentemente comunicato la propria volontà di cominciare lo sciopero della fame;
ritenuto che:
a parere degli interroganti, tali importanti risorse messe a disposizione dal Governo rappresentano un primo, significativo passo verso l'autonomia di decine di migliaia donne in un momento in cui la grave crisi economica derivata dalla pandemia sta drammaticamente ampliando le disuguaglianze sociali e di genere, colpendo principalmente l'occupazione femminile, con oltre 320.000 posti di lavoro persi (la percentuale di donne occupate, già molto bassa in Italia rispetto alla media europea, è scesa sotto il 50 per cento e cioè a quota 48,8, contro il 50,2 per cento di fine 2019 e il 66 per cento nell'Unione europea);
mai come in questi mesi la funzionalità dei provvedimenti normativi adottati ha avuto ed ha un impatto rilevante sulla vita dei cittadini stremati da un anno di pandemia da COVID-19, e per questo motivo la mancanza di corrispondenza tra gli annunci e i fatti non può che generare crescenti sentimenti di distacco e sfiducia nelle istituzioni,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivarsi con urgenza per accelerare l'emanazione delle disposizioni attuative previste dall'articolo 22, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, relativo alla gestione del fondo di formazione delle casalinghe, in considerazione della rilevanza economica e sociale delle misure ivi contenute.
(4-05117)
CASOLATI, FERRERO, BERGESIO, PIANASSO, MONTANI - Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
nella città di Torino si protrae da diversi mesi una situazione di sovraffollamento sui mezzi pubblici, particolarmente preoccupante in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui il distanziamento è fortemente raccomandato per prevenire i rischi di contagio da COVID-19;
la situazione sembra essersi aggravata a causa dei controlli notevolmente rallentati, se non completamente annullati, sui mezzi pubblici da parte del personale della società GTT (Gruppo torinese trasporti) per riscontrare irregolarità dei titoli di viaggio, che ha generato il diffuso malcostume di viaggiare sui mezzi pubblici senza essere provvisti del necessario biglietto;
presumibilmente la società non aveva ipotizzato che la scelta di concentrare i controlli solo in alcune aree della città, e quasi esclusivamente al momento della discesa dal mezzo dei passeggeri, avrebbe avuto come conseguenza un notevole aumento dei fruitori dei mezzi pubblici e un conseguente aumento dei rischi di contagio da COVID-19,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intraprendere iniziative volte ad arginare il problema esposto, anche ipotizzando un supporto operativo nei compiti di vigilanza e controllo sui mezzi pubblici da parte delle forze di polizia, al fine di ridurre il numero dei passeggeri e quindi i rischi di contagio a bordo dei mezzi.
(4-05118)
GASPARRI - Ai Ministri della transizione ecologica e dell'interno. - Premesso che:
la città di Roma si sviluppa su un territorio molto vasto, che comprende tra l'altro la presenza di 2 importanti fiumi come l'Aniene ed il Tevere;
quest'ultimo, ovviamente più importante sia in termini di portata d'acqua che di collocazione logistica, ha continuamente bisogno di una frequente manutenzione degli argini, al fine di garantire il decoro urbano, ma anche per contenere l'impatto ambientale di rifiuti inquinanti come pneumatici, elettrodomestici ed oggetti di plastica;
secondo quanto riportato sul sito del Comune di Roma, per la programmazione dei servizi di pulizia "Ama fin dal 2009 ha suddiviso Roma in 356 aree elementari territoriali (AET); per ogni singola AET viene pianificata l'attività in base alle caratteristiche urbanistiche e del territorio, nonché in base alla tipologia di attività che le caratterizzano, determinando il fabbisogno di risorse umane e tecniche";
tra i vari servizi rientrano la "pulizia delle banchine del Tevere nei periodi di magra";
da quanto riportato da fonti di stampa, sulle sponde del Tevere, nei pressi del ponte Marconi ed in particolare sotto il lungotevere di Pietra Papa, sono state rinvenute tonnellate di rifiuti: elettrodomestici, mobili, contenitori di latta, bottiglie di plastica ed ogni altro materiale che, una volta trascinato dalla corrente, se non intercettato dalle dighe predisposte dalla Regione, si riversa nel mare;
tale incresciosa condizione ambientale è dovuta, sia alle violente alluvioni di queste ultime settimane che hanno "portato a valle" i rifiuti, sia all'ormai incontrollata proliferazione di baraccopoli, che come estensione territoriale hanno superato la "spiaggia di Tiberis", allestita senza nessuna fortuna dall'attuale amministrazione comunale;
l'imponente presenza di accampamenti comporta diversi problemi, sia di sicurezza che ambientali;
secondo quanto riportato dall'associazione Ecoitaliasolidale "è opportuno segnalare anche la presenza di fuochi, accesi anche bruciando la plastica, con un pericolo d'incendio costante per la presenza fra la vegetazione della golena ed i canneti di bombole del gas che potrebbero esplodere";
giova ricordare come più volte quel tratto parallelo alla pista ciclabile sia stato interessato da enormi incendi che hanno causato disagi e inquinamento;
senza degli interventi strutturali di recupero degli argini del fiume attraverso un più intenso controllo del territorio e contestualmente una riqualificazione ambientale permanente, il problema rischia di diventare incontrollabile ed anche economicamente insostenibile,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano al corrente del problema;
quali iniziative, ciascuno per la propria competenza, intendano assumere al fine di contrastare il proliferare di discariche ed accampamenti abusivi;
se non ritengano che si debba urgentemente rimuovere i rifiuti e le baracche ubicate nei paraggi del lungotevere di Pietra Papa, riqualificando l'area e destinandola alla creazione di aree ludico-ricreative e ad aree attrezzate per cani.
(4-05119)
PILLON - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
l'università degli studi di Perugia ha organizzato, per i giorni 19 e 20 marzo 2021, un convegno su piattaforma telematica dal titolo "Studi di genere e nuove sfide del XXI secolo - Forme familiari, relazioni intime, genitorialità";
tra i punti in programma nel corso, si legge: Essere padri: (vaghe) tracce di mighty girl effect nei dati trasversali ripetuti della Multiscopo Istat "Aspetti della vita quotidiana"; Attraverso le lenti della pandemia. Tra nonne/i e nipotine/i: autobiografie di genere e pregiudizi di discorsi esperti sulle biopolitiche e sul valore della vita umana; Narrazioni genitoriali e le forme familiari delle persone bisex e attratte da più di un genere; Servizi sociali e genitorialità LGBT: una scoping review della letteratura; Le persone in unione civile e asimmetrie di coppia; Surveying the LGBTQ population(s) through social media: The Over the Rainbow research project;
è inoltre in programma un incontro con un parlamentare sul disegno di legge sulla cosiddetta omotransfobia, del quale lo stesso è stato relatore alla Camera dei deputati;
considerato che:
gli argomenti oggetto del convegno sono temi eticamente sensibili, che sono molto dibattuti all'interno della società civile e che su di loro non vi è di certo un consenso unanime nell'opinione pubblica;
su questi temi non è previsto alcun contraddittorio nell'ambito del convegno, neppure su un disegno di legge così controverso come quello sull'omotransfobia, e non vi è, pertanto, alcuna garanzia di pluralismo;
sebbene ognuno abbia diritto a esprimere le proprie idee politiche e le proprie opinioni, a parere dell'interrogante l'università non può e non deve essere luogo di indottrinamento, né di campagna elettorale;
solo poche settimane fa un incontro con i ragazzi di alcune scuole di Parma, tenuto da un esponente politico sempre sul tema della cosiddetta omotransfobia, ha suscitato numerose polemiche anche per la mancata garanzia di pluralismo,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda assumere per garantire che le iniziative organizzate dalle università si svolgano sempre in presenza di un adeguato contraddittorio, e per ribadire che le istituzioni universitarie assicurano il rispetto del pluralismo delle idee e sono aliene ad ogni forma di indottrinamento ideologico.
(4-05120)
PILLON - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
nelle scorse settimane è comparso su internet un manifesto pubblicitario della Biotexcom, clinica con sede a Kiev, specializzata in tecniche di maternità surrogata, sul quale figurava la foto di un neonato recante in calce la scritta "utero in affitto" e il relativo prezzo in euro;
l'utilizzo della lingua italiana sul manifesto e l'indicazione della pagina web italiana della clinica indicano chiaramente che il messaggio pubblicitario è indirizzato a nostri concittadini;
considerato che:
oltre alla gravità e all'indecenza del messaggio lanciato dal manifesto, per il quale il bambino non è che una merce con un prezzo, lo spot in questione, come ogni altra forma di organizzazione o pubblicizzazione della maternità surrogata, comporta per il responsabile dell'azienda che lo propone la reclusione da tre mesi a due anni, ai sensi dell'art. 12, comma 6, della legge 19 febbraio 2004, n. 40;
il firmatario della presente interrogazione ha più volte denunciato la cosa alla Polizia postale, senza che tuttavia ci sia stato alcun seguito;
pertanto, gli autori di questo reato ad oggi continuano ad agire indisturbati;
inoltre, nonostante il divieto stabilito dalla legge, digitando parole quali "utero in affitto" sui motori di ricerca di internet, i primi risultati che si ottengono sono per lo più annunci pubblicitari di maternità surrogata;
la Corte costituzionale, con sentenza n. 272 del 2017, ha definito la maternità surrogata gravemente lesiva della dignità della donna e del minore, stabilendo che la stessa «offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane»,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di ribadire il sussistente divieto di pubblicizzazione della commercializzazione di maternità surrogata, ai sensi dell'art. 12, comma 6, della legge n. 40 del 2004 e al fine di garantire che gli autori di questo reato siano adeguatamente perseguiti a termini di legge.
(4-05121)
BONINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
con sentenza del 19 luglio 2012, Commissione/Italia (causa C-565/10), la Corte di giustizia dell'Unione europea ha statuito che la Repubblica italiana, avendo omesso di prendere le disposizioni necessarie per garantire che 109 agglomerati situati nel territorio italiano fossero provvisti, a seconda dei casi, di reti fognarie per la raccolta delle acque reflue urbane o di sistemi di trattamento delle acque reflue urbane conformi alle prescrizioni dell'articolo 3, dell'articolo 4, paragrafi 1 e 3, nonché dell'articolo 10 della direttiva 91/271/CEE, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza di tali disposizioni;
la Corte di giustizia dell'Unione europea per la causa C-251/17, in data 31 maggio 2018, ha dichiarato e statuito che: 1) la Repubblica italiana, non avendo adottato tutte le misure necessarie per l'esecuzione della sentenza del 19 luglio 2012, Commissione/Italia (C-565/10), è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza dell'articolo 260, paragrafo 1, TFUE; 2) la Repubblica italiana è condannata a pagare alla Commissione europea una penalità di 30.112.500 euro per ciascun semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per ottemperare alla sentenza del 19 luglio 2012, a partire dalla data della pronuncia della presente sentenza e fino all'esecuzione integrale della sentenza del 19 luglio 2012, Commissione/Italia (C-565/10), penalità il cui importo effettivo deve essere calcolato alla fine di ciascun periodo di sei mesi, riducendo l'importo complessivo relativo a ciascuno di questi periodi di una quota percentuale corrispondente alla percentuale che rappresenta il numero di abitanti equivalenti degli agglomerati, i cui sistemi di raccolta e di trattamento delle acque reflue urbane sono stati messi in conformità con quanto statuito dalla sentenza del 19 luglio 2012, Commissione/Italia (C-565/10), alla fine del periodo considerato, in rapporto al numero di abitanti equivalenti degli agglomerati che non dispongono di tali sistemi al giorno della pronuncia della presente sentenza; 3) la Repubblica italiana è condannata a pagare alla Commissione europea una somma forfettaria di 25 milioni di euro;
al mese di maggio 2020 gli agglomerati ancora non conformi erano 68 per un carico generato totale di 5,64 milioni di abitanti equivalenti;
al mese di maggio 2020, in termini di sanzione pecuniaria, in considerazione del carattere degressivo della stessa in funzione del numero degli abitanti equivalenti resi progressivamente conformi, un importo della penalità semestrale, inizialmente fissato dalla sentenza del 31 maggio 2018 a 30.112.500 euro, è di: 27.961.179 euro per la prima rata semestrale (giugno-novembre 2018); 24.254.356 euro per la seconda rata semestrale (dicembre 2018-maggio 2019); 23.884.159 euro per la terza rata semestrale (giugno-novembre 2019),
si chiede di sapere:
quale sia l'ammontare della quarta e quinta rata semestrale derivante dall'inottemperanza a quanto stabilito dalla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea C-251/17, in data 31 maggio 2018;
quali siano il numero e l'elenco degli agglomerati ancora non conformi.
(4-05122)
LONARDO - Al Ministro dell'istruzione. - Premesso che il Ministero dell'istruzione ha pubblicato il decreto ministeriale n. 50 del 3 marzo 2021 e la nota n. 9256 del 18 marzo 2021 per l'aggiornamento della terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto del personale ATA per il triennio scolastico 2021-2024;
considerato che la pubblicazione del bando per l'aggiornamento delle graduatorie ATA del triennio scolastico 2021-2024 ha generato, a parere dell'interrogante, non poche perplessità, in ragione del fatto che, allo stato attuale, l'aumento delle zone rosse e i divieti di spostamento stanno procurando agli aspiranti enormi difficoltà nel completamento delle attività formative, con conseguente impossibilità per molti di maturare punteggio per tempo di servizio, non potendo terminare l'anno scolastico;
considerato, altresì, che:
vi è un'oggettiva difficoltà per tutti coloro che, per incrementare il punteggio nelle graduatorie di terza fascia, hanno investito in percorsi di formazione, che sono ancora in piena fase di svolgimento, con il rischio di vedere disatteso il proprio obiettivo e con conseguente danno economico, in un periodo già fortemente segnato dall'emergenza anche sotto tale profilo;
permangono inevitabili implicazioni e ritardi, provocati in tutte le attività formative, che, a causa del permanere dello stato di emergenza da COVID-19, rischiano di travolgere economicamente le tante agenzie formative che stanno fornendo un servizio fondamentale per tanti allievi affinché completino i corsi necessari ad ottenere il punteggio da usare per l'aggiornamento delle graduatorie;
scuole paritarie, enti di formazione, associazioni e sigle rappresentative di oltre 600 agenzie formative chiedono una proroga dei termini,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover prendere atto della richiesta di proroga dei termini della procedura per l'aggiornamento delle graduatorie ATA del triennio scolastico 2021-2024, avviando l'aggiornamento non prima di fine giugno 2021, e prevedendo nel prossimo bando anche la clausola di inserimento con riserva dei titoli in fase di conseguimento.
(4-05123)
DE POLI - Ai Ministri dell'istruzione e per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:
in questi giorni numerose sono state le manifestazioni di genitori, studenti e insegnanti, scesi in piazza per chiedere al Governo di riaprire al più presto le aule;
in Veneto, oltre alla manifestazione nel capoluogo, si è registrata un'altra iniziativa a Padova, sotto palazzo "Moroni", dove centinaia di persone, tra cui molti insegnanti, hanno portato in piazza lo slogan "La mia casa non è una scuola";
gli evidenti disagi che stanno subendo i genitori che lavorano, che devono preoccuparsi sia della necessaria presenza di un adulto in casa, che di coadiuvare i propri figli nelle video-lezioni, non possono essere risolti dalle soluzioni proposte dal Governo (bonus baby sitter); disagi ancora più gravi se vengono coinvolti alunni con disabilità che necessitano di un contatto diretto e costante con i loro insegnanti e compagni;
considerato che la scuola, oltre ad essere il luogo dell'apprendimento formale, è anche il luogo dell'incontro con i propri simili, necessario per il rafforzamento evolutivo nel passaggio dall'infanzia all'età adulta;
considerato inoltre che negli ultimi mesi, a causa dell'isolamento, dell'impossibilità di frequentazione e di relazioni tra coetanei, nei ragazzi in età scolare sono aumentate le tendenze depressive e i comportamenti aggressivi legati a vissuti di rabbia e frustrazioni,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non reputino assolutamente indispensabile e prioritario adoperarsi affinché la scuola in presenza possa ripartire al più presto, per consentire ai genitori di tornare a lavorare con serenità e ai figli di tornare ad essere parte attiva di una comunità.
(4-05124)
AUDDINO, NOCERINO, CAMPAGNA, ROMANO, GIANNUZZI, MAUTONE, GRANATO, PAVANELLI, CROATTI, ANGRISANI, VACCARO, PUGLIA, LANZI, MATRISCIANO, NATURALE, PELLEGRINI Marco, BOTTO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
fonti di stampa ("Domani", 26 gennaio; "il Fatto Quotidiano", 28 gennaio 2021) hanno riportato la notizia secondo la quale il senatore Matteo Renzi si sarebbe recato a Riyad, in Arabia saudita, per partecipare ad una conferenza del FII- Future investments initiative, fondazione saudita creata all'inizio del 2020, per decreto, dal Re dell'Arabia saudita, dunque un fondo sovrano dell'Arabia saudita, controllato direttamente dalla famiglia reale; le medesime fonti di stampa riportano che il senatore Renzi farebbe parte dell'advisory board (comitato consultivo) del FII Institute e che in qualità di membro percepirebbe fino a 80.000 dollari all'anno ed altri benefit;
da fonti di stampa ("La Verità", 29 gennaio 2021) risulta che il senatore Matteo Renzi, nella notte tra il 25 ed il 26 gennaio 2021, sarebbe stato costretto a rientrare improvvisamente in Italia da Riyad per partecipare alle consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della crisi di Governo e al rientro non avrebbe rispettato l'obbligo di quarantena, nonostante la provenienza da un Paese estero; le medesime fonti di stampa riportano che il senatore Renzi sarebbe rientrato a Roma con un volo privato a bordo di un lussuoso jet Gulfstream G450 e "sembra che Renzi abbia usufruito del lussuoso transfert nella sua qualità di membro del board di Fii". Il costo di mercato del volo Riyad-Roma con tale velivolo sarebbe attorno ai 28.620 dollari (5.300 dollari all'ora per 5 ore e 40 minuti di volo);
durante la sua permanenza a Riyad, il senatore Matteo Renzi ha partecipato a un dibattito con il principe Mohammed bin Salman, registrato e trasmesso in differita; nel corso del dibattito, in lingua inglese, il senatore Renzi definisce l'Arabia saudita come la culla del "Neo-Rinascimento" e si dichiara "geloso" del costo del lavoro in Arabia saudita, nettamente inferiore a quello italiano;
fonti di stampa ("Domani", 25 febbraio) riferiscono che un rapporto della CIA (Central intelligence agency), agenzia di spionaggio civile del Governo federale degli Stati Uniti d'America, ha fornito le prove sul coinvolgimento del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman nell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, scomparso nell'ambasciata saudita a Istanbul nell'ottobre 2018. In particolare, "il giornalista si era recato all'ambasciata saudita a Istanbul per ritirare un documento (...) Da quel momento in poi non è stato più rivisto. Secondo le autorità turche, il giornalista sarebbe stato aggredito e barbaramente assassinato. A compiere l'omicidio sarebbero stati gli agenti segreti dell'intelligence saudita";
fonti di informazione più recenti ("La Stampa" e "TPI", 7 marzo 2021) riportano che il senatore Matteo Renzi, il 6 marzo, a circa un mese dal suo viaggio in Arabia saudita, si sarebbe recato a Dubai e che il motivo della trasferta non è noto;
considerato che la situazione dei diritti umani in Arabia saudita è considerata generalmente lontana dagli standard occidentali; le associazioni per i diritti umani e per la libertà di stampa di tutto il mondo hanno chiesto ai governi occidentali di interrompere i loro legami con il regime;
considerato, inoltre, che il senatore Renzi, attuale membro della 4a Commissione permanente (Difesa) del Senato, è leader del partito politico "Italia Viva" che esprime Ministri e sottosegretari, i quali contribuiscono a decidere l'indirizzo politico del Governo italiano;
considerato infine che, a parere degli interroganti:
appare inopportuno che un ex Presidente del Consiglio dei ministri, senatore della Repubblica in carica, membro della Commissione Difesa del Senato della Repubblica italiana e leader di un partito sia, secondo quanto riporta la stampa, membro del comitato consultivo di un fondo sovrano di un altro Stato che promuove gli interessi internazionali di quello stesso Stato con cospicuo compenso ed altri benefit;
la circostanza che chi riveste un ruolo politico e istituzionale di grande rilievo nel nostro Paese possa contemporaneamente ricevere compensi da un Paese straniero causa una situazione di conflitto di interesse con lo Stato estero,
si chiede di sapere se il Governo disponga di ulteriori elementi in merito ai fatti esposti e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda intraprendere, in considerazione del vulnus normativo nelle istituzioni italiane, al fine di prevenire possibili situazioni di conflitti d'interesse dei titolari di cariche politiche beneficiari di erogazioni di Stati esteri.
(4-05125)
DE BONIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
a fine gennaio 2021, in piena crisi di Governo, il senatore Matteo Renzi è dovuto tornare notte tempo in Italia, dall'Arabia saudita, con un jet privato per incontrare il Presidente della Repubblica Mattarella per le consultazioni;
il senatore si era recato lì, alla corte del re Salman, in qualità di speakerman, retribuito con il fondo sovrano dell'Arabia saudita, controllato direttamente dalla famiglia reale;
in un articolo del 27 gennaio 2021 il quotidiano "Domani" aveva riportato la notizia circa il ruolo del senatore Matteo Renzi nell'advisory board (comitato di consulenza) del "Future investment initiative" (FII), istituito da Mohammad bin Salman, principe ereditario del Regno dell'Arabia;
per il suo ruolo di consulenza presso il FII il senatore Renzi riceverebbe un compenso di circa 80.000 dollari all'anno, oltre a tutta una serie di benefit, tra cui la disponibilità di jet privati nei suoi viaggi da e per l'Arabia saudita;
in una conferenza il senatore Renzi definiva l'Arabia come "terra del nuovo Rinascimento", nonostante le Nazioni Unite e numerose organizzazioni internazionali non governative, quali "Amnesty international", denunciano sempre più gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Arabia saudita, con frequenti detenzioni arbitrarie di attivisti, ecclesiastici di alto profilo, dirigenti d'azienda, giornalisti e commentatori dei social media;
la pubblicazione del report della CIA, inoltre, dimostra il coinvolgimento del principe dell'Arabia saudita nella cattura e nell'omicidio del giornalista del "The Washington Post", Jamal Khashoggi, avvenuto nel 2018;
considerato che:
il leader di Italia Viva, all'esito della scoperta delle sue conferenze in Arabia saudita in qualità di membro del comitato consultivo del FII, aveva dichiarato che avrebbe dato le sue spiegazioni al termine della crisi di Governo, da lui stesso innescata;
oggi che il Governo si è stabilmente insediato, delle spiegazioni del senatore Renzi non c'è ancora traccia nelle sedi istituzionali,
si chiede di sapere:
se sia possibile avere ulteriori informazioni in riferimento alla vicenda esposta e appresa principalmente da fonti giornalistiche;
se il Governo non ritenga che la collaborazione del senatore con la fondazione Future investment iniziative debba essere immediatamente interrotta e restituiti i compensi percepiti, soprattutto all'indomani della pubblicazione dello "scottante" rapporto da parte degli Stati Uniti, perché l'Italia e le istituzioni che la rappresentano non si rendano complici delle gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali che in Arabia saudita sono all'ordine del giorno;
quali iniziative intenda intraprendere allo scopo di prevenire possibili situazioni di conflitti d'interesse con Paesi stranieri, considerato che anche l'Europa chiede norme più rigorose in materia.
(4-05126)
BOTTO, TRENTACOSTE, NATURALE, LANZI, CROATTI, PRESUTTO, LEONE, MATRISCIANO, ROMANO, PUGLIA, VANIN, MAUTONE - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
il 16 marzo 2021, a seguito del forte vento che ha provocato la caduta di alcune lamiere dai ponteggi del cantiere allestito lungo il viadotto Bisagno dell'autostrada A12 per lavori di manutenzione, i vigili urbani (coadiuvati dal pronto intervento dei vigili del fuoco), in via precauzionale, hanno chiuso al traffico la sottostante via delle Gavette nel quartiere di Molassana di Genova, nella cui area da anni protestano gli abitanti a causa delle condizioni di assoluta gravità in termini di sicurezza in cui si trova l'opera l'infrastrutturale;
al riguardo si evidenzia come i numerosi interventi a livello locale da parte delle associazioni di quartiere, volti ad adottare significative azioni di manutenzione e di riqualificazione del ponte, le diverse sollecitazioni rivolte al Governo nel corso dell'attuale XVIII Legislatura (anche attraverso la presentazione di atti di indirizzo e controllo) finalizzate ad attivare rapidi interventi per la messa in sicurezza del viadotto autostradale e l'avvio dei necessari lavori di ripristino non hanno conseguito alcun effettivo miglioramento, considerato quanto accaduto di recente, che conferma lo stato attuale di evidente pericolosità sia per la viabilità, che per la tutela dei residenti;
si rileva che (anche attraverso dei video pubblicati sui siti internet dei quotidiani locali) la caduta di lastre di metallo e di pietre di grandi dimensioni crollate dal viadotto Bisagno (che fortunatamente non hanno provocato danni alle persone, dal momento che le strade e i giardini del quartiere erano deserti) dimostra evidenti responsabilità da parte dei tecnici di Autostrade e della ditta Pavimental alla quale sono stati affidati i lavori di manutenzione per conto di AspI; così come, a giudizio degli interroganti, ulteriori implicazioni coinvolgono anche l'ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli, la quale nel corso dei mesi precedenti aveva pubblicamente sostenuto che, a causa della gravità delle condizioni del ponte dell'autostrada A12 che attraversa il quartiere genovese, sarebbe stato necessario avviare un tavolo per il trasferimento delle famiglie residenti in quell'area, oltre alla previsione di adeguati ristori;
a parere degli interroganti, appaiono inoltre inutili le giustificazioni da parte della stessa ditta appaltatrice rivolte agli abitanti del quartiere, se, come in precedenza riportato, la vicenda dello scorso 16 marzo (l'ultima di una sequela di avvenimenti già verificatisi nel passato) rafforza nuovamente la percezione dell'inadempienza da parte delle aziende preposte alla manutenzione del viadotto e alle attività di monitoraggio dell'infrastruttura di collegamento,
si chiede di sapere:
quali valutazioni il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se, in considerazione di quanto accaduto, che conferma la gravità delle condizioni infrastrutturali del viadotto Bisagno, non ritenga urgente e necessario adottare, nell'ambito delle proprie competenze, misure finalizzate alla revoca del contratto con la ditta dei ponteggi;
quali iniziative di competenza infine intenda adottare, al fine di prevedere rapidi interventi, anche attraverso procedure in deroga, finalizzati al ripristino delle condizioni di viabilità e sicurezza per il viadotto Bisagno e l'intera area interessata, ed evitare il ripetersi di vicende gravi e inaccettabili, come quella richiamata.
(4-05127)
ARRIGONI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, PAZZAGLINI, SAVIANE - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e della transizione ecologica. - Premesso che:
l'8 febbraio 2021 i Ministri dei trasporti di 8 importanti Stati membri dell'Unione europea (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta chiedendo alla Commissione europea un maggiore sforzo nella promozione dei carburanti sostenibili per l'aviazione (SAF);
i SAF rappresentano l'unica soluzione tecnologicamente matura e commercialmente già disponibile per la decarbonizzazione del settore;
il settore dell'aviazione produce oggi il 2 per cento del totale delle emissioni di gas serra e ricoprirà un ruolo importante nel percorso verso la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei al 2030 e al 2050;
nella dichiarazione si chiede alla Commissione di adottare misure concrete per favorire un aumento della produzione dei SAF e un incremento della loro diffusione;
a tal fine una soluzione è rappresentata dall'introduzione di un mandato obbligatorio per l'implementazione di quote crescenti di miscelazione dei SAF ai combustibili fossili, come avviene per i biocarburanti nel trasporto stradale;
la dichiarazione segue una prima simile iniziativa del giugno 2020, cui si sono aggiunti in questa occasione i Ministri di Germania e Svezia, testimoniando la crescente rilevanza del tema nel dibattito internazionale;
è purtroppo da segnalare l'assenza tra i firmatari dell'Italia, che non ha finora intrapreso azioni concrete nella decarbonizzazione del settore, pur avendo inserito all'interno del piano nazionale integrato per l'energia e il clima un riferimento alla necessità di promuovere incentivi per favorire l'utilizzo dei carburanti sostenibili e lo sviluppo della loro domanda;
nel corso degli ultimi mesi numerosi Paesi europei hanno annunciato la volontà di introdurre misure volte a garantire l'impiego di quote minime di miscelazione obbligatoria di carburanti sostenibili, anticipando iniziative in discussione a livello comunitario;
tra i Paesi che stanno adottando iniziative in questa direzione, oltre a quelli del nord Europa, tradizionalmente più sensibili al tema della decarbonizzazione, si segnalano le iniziative della Francia e della Spagna;
in questo contesto generale l'Italia rischia di rimanere arretrata sul tema della decarbonizzazione del settore e di perdere importanti occasioni per lo sviluppo di un mercato destinato nei prossimi anni a una forte crescita;
la promozione dei carburanti sostenibili per l'aviazione, infatti, oltre ad offrire l'opportunità di attrarre ingenti investimenti, rappresenta un'occasione importante per la riconversione dell'industria petrolifera verso la produzione di carburanti low carbon,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare per favorire lo sviluppo di un piano nazionale per la decarbonizzazione del settore aereo, promuovendo misure volte alla promozione dei carburanti sostenibili quali ad esempio l'introduzione di un obbligo di miscelazione, in linea con il dibattito in corso a livello europeo.
(4-05128)
AIMI, BARBONI, PAGANO, DE SIANO, GASPARRI, CESARO, MALAN, PAPATHEU, SICLARI, BERARDI, RIZZOTTI, TOFFANIN - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
negli anni '30 del Novecento, l'Albania mutò il suo concetto di pianificazione urbanistica concependo la trasformazione della parte vecchia della capitale con una nuova progettazione affidata a diversi architetti ed ingegneri italiani come Bertè, Di Fausto, Ballio, Morpurgo, Brasini, Bosio, che progettarono e realizzarono la nuova città di Tirana e il complesso del Boulevard, insieme alla casa del Fascio (oggi sede dell'università), all'opera dopolavoro albanese (oggi accademia delle arti), e al complesso dei ministeri costruiti attorno a piazza Skanderberg;
nel 1938, l'architetto italiano Giulio Bertè progettò la costruzione del teatro nazionale d'Albania in puro stile razionalista, basato sulla pittura metafisica di De Chirico, e fu uno dei primi interventi architettonici degli italiani in quel Paese, realizzato dagli occupanti con l'obiettivo di fornire alla città un centro culturale e sportivo, per lo svago, il diporto e l'arricchimento culturale delle classi dirigenti di allora, italiane e albanesi, con l'unico scopo di permeare le diverse culture ed etnie. Dal 1947 la struttura ha ospitato il principale polo teatrale albanese;
il teatro nazionale d'Albania, figlio del razionalismo architettonico italiano, il 17 maggio 2020, dopo oltre 2 anni di manifestazioni contrarie, è stato demolito nonostante le proteste di cittadini, artisti e attivisti che erano impegnati e battuti per proteggerne la conservazione. L'edificio è stato abbattuto per far spazio ad una nuova struttura dall'aspetto futuristico che ospiterà un nuovo teatro ed un centro commerciale;
a marzo 2020, il teatro era stato anche incluso nell'elenco dei 7 siti del patrimonio europeo più minacciati dell'anno, un programma gestito da "Europa nostra", organizzazione europea a tutela del patrimonio culturale e finanziato dalla UE;
fino a poco tempo fa l'ambasciata italiana in Albania organizzava mostre e pubblicazioni sull'architettura razionalista italiana, insieme a numerosi lavori di ricerca storica, il tutto attraverso finanziamenti anche italiani per il restauro;
negli ultimi anni si sta verificando una trasformazione, prima con interventi di arte moderna sulle facciate di palazzi monumentali, poi con demolizioni, come quella dello stadio olimpico, progettato dall'architetto Bosio, fino al teatro nazionale. Testimonianze tangibili, riconosciute per il loro valore artistico anche con un itinerario certificato dal Consiglio d'Europa, definito "Atrium", che raccoglie le testimonianze architettoniche dei regimi totalitari del XX secolo nella memoria urbana dell'Europa,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle azioni descritte e come intenda agire, nel pieno rispetto per la sovranità albanese, ma tenendo presente che sono stati spesi soldi pubblici e italiani per il restauro delle bellissime architetture italiane tra le due guerre, allora giustificati quale recupero storico-culturale e turistico;
se non ritenga opportuno intervenire affinché si possa evitare di assistere alla cancellazione dalla città di Tirana della memoria italiana e della bellezza architettonica del periodo, unanimemente riconosciuta, tenendo presente che l'Italia è peraltro il primo Paese donatore e partner commerciale dell'Albania.
(4-05129)
BARBONI, AIMI, BERNINI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della salute. - Premesso che:
in data 11 gennaio 2021 è stato siglato un protocollo d'intesa di mutua collaborazione tra il Ministero della salute della Repubblica italiana e la segreteria di Stato per la sanità e la sicurezza sociale della Repubblica di San Marino, al fine di destinare una fornitura complessiva di vaccini contro il COVID-19 per un numero massimo di 25.000 cittadini di San Marino. La fornitura per ciascun vaccino doveva avvenire nella proporzione massimo di uno ogni 1.700 vaccini acquistati dall'Italia fino alla concorrenza della copertura massima, con il divieto assoluto per la controparte della cessione a terze parti;
a causa di alcuni rallentamenti nella consegna dei vaccini, non imputabili all'Italia, intorno alla fine del mese di febbraio non era stata consegnata alcuna dose di vaccino, con una situazione epidemiologica aggravata dalla presenza delle varianti sul territorio. Motivazione che ha spinto il Governo sanmarinese ad intervenire sul mercato per reperire ulteriori dosi di vaccino, in attesa che si sbloccasse la fornitura stabilita dagli accordi europei;
a seguito del protocollo sottoscritto tra la Repubblica di San Marino e il Russian direct investment fund (fondo sovrano russo) è stata acquistata una fornitura completa di vaccino Sputnik V per vaccinare circa il 15 per cento della popolazione sanmarinese, mentre il resto sarà coperto dalla fornitura europea;
dalle notizie degli ultimi giorni, a San Marino è in corso la vaccinazione con lo Sputnik V e, a seguito delle diverse richieste pervenute dall'Italia, le autorità sanmarinesi hanno sottolineato che la vaccinazione sarà disponibile solo per i cittadini di San Marino e di conseguenza inaccessibile alle persone di cittadinanza italiana residenti nei comuni confinanti;
i sindaci di Coriano e San Leo, in qualità di autorità sanitarie dei loro territori, hanno inoltrato una richiesta di confronto con la Repubblica di San Marino in merito alle vaccinazioni tra realtà confinanti e interessate dallo spostamento di cittadini in entrambe le direzioni, al fine di valutare l'estensione della vaccinazione con Sputnik V ai frontalieri che operano quotidianamente;
il COMITES, comitato degli italiani a San Marino, a seguito delle molteplici richieste da parte dei frontalieri, ha sollecitato negli ultimi giorni che si apra un confronto nelle sedi diplomatiche opportune tra Italia e San Marino,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo vogliano intraprendere ogni azione diplomatica con la Repubblica di San Marino per garantire la possibilità ai frontalieri, cittadini italiani residenti in Italia e che per motivi di lavoro si recano quotidianamente in territorio sanmarinese, di effettuare in tempi brevi il vaccino, anche attraverso un nuovo accordo di approvvigionamento tra gli Stati interessati.
(4-05130)
BERUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
nel corso degli anni 2019 e 2020 il territorio del Piemonte è stato colpito da ripetuti fenomeni di forte maltempo, che hanno provocato eventi alluvionali dalle gravi conseguenze;
a fronte di un fabbisogno totale di 1.353 milioni di euro per i danni determinati dagli eventi alluvionali, la Regione Piemonte ha delineato in modo concertato con i territori il quadro dei fabbisogni e delle priorità delle categorie e li ha comunicati al Presidente del Consiglio dei ministri e al capo del Dipartimento della Protezione civile nell'ambito di un dialogo costante;
nell'interlocuzione con la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Dipartimento di protezione civile, la Regione Piemonte ha avanzato la richiesta di uno stanziamento prioritario pari a 259 milioni di euro per le opere pubbliche e 149 milioni di euro per i danni ai privati e alle attività produttive, danni rispetto ai quali la stessa Regione è intervenuta destinando, con il bilancio 2020, 7,5 milioni di euro;
la disponibilità in tempi celeri di risorse per gli interventi di messa in sicurezza e ricostruzione risulta essere sempre più indispensabile, sia in ragione del peggioramento in atto per alcuni dei danni sul territorio, sia in relazione alle sollecitazioni degli enti locali e dei cittadini, sempre più in sofferenza per aver anticipato le spese per gli interventi di somma urgenza o bloccati da danni che non riescono ad assestare e che peggiorano di giorno in giorno,
si chiede di sapere quale sia lo stato dell'arte circa il riconoscimento delle risorse prioritarie a favore di enti locali, privati e attività produttive per far fronte ai danni causati in Piemonte dai fenomeni di maltempo verificatisi negli anni 2019 e 2020, nonché se sia stato definito un piano di interventi per far fronte alle necessità del territorio in relazione a tali fenomeni.
(4-05131)
LAUS - Al Ministro del turismo. - Premesso che:
l'articolo 3, comma 4, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, recante misure urgenti disposizioni urgenti per l'economia, stabilisce che possono essere istituiti, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, distretti turistici, su richiesta delle imprese del settore che operano nei territori interessati, previa intesa con le Regioni interessate, con gli obiettivi di riqualificare e rilanciare l'offerta turistica a livello nazionale e internazionale, di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori dei distretti, di migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione dei servizi, di assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alle opportunità di investimento, di accesso al credito, di semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni;
l'articolo 3, comma 5, prevede che la delimitazione dei distretti sia effettuata dalle Regioni, d'intesa con il Ministero e con i Comuni interessati, previa conferenza dei servizi, che è obbligatoriamente indetta se richiesta da imprese del settore turistico che operano nei medesimi territori;
in data 9 giugno 2020, la Regione Piemonte ha annunciato la convocazione, d'intesa con la Città di Torino, della conferenza dei servizi per effettuare la delimitazione del distretto turistico della Città di Torino;
dopo alcune sollecitazioni da parte della Città di Torino, la Regione ha avviato l'iter di istituzione del distretto turistico e ha convocato una conferenza dei servizi decisoria ai fini della delimitazione del distretto stesso, in data 24 settembre 2020, durante la quale le istituzioni e i rappresentanti delle imprese turistiche hanno espresso la loro adesione unanime alla proposta di delimitare il distretto turistico ai confini amministrativi comunali;
considerato che il provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente, ai fini di consentire il rilancio del comparto turistico a Torino, duramente provato dalle misure di contrasto al COVID-19, procedere all'istituzione del distretto turistico ai sensi del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, dando seguito a quanto deciso dalla Regione.
(4-05132)
CALANDRINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
con l'ordinanza n. 1557/21, il TAR Lazio ha accolto l'istanza cautelare presentata dai medici del "comitato Cura domiciliare COVID-19" presieduto dall'avvocato Erick Grimaldi e affiancato dalla collega Valentina Piraino contro il Ministero della salute e l'AIFA per una nota relativa al trattamento domiciliare dell'infezione da coronavirus;
per i casi lievi, e per quelli solo probabili, durante i primi giorni di malattia l'AIFA ha raccomandato infatti la sola "vigile attesa" in associazione a trattamenti sintomatici, ad esempio attraverso il paracetamolo. È stato inoltre indicato il non utilizzo di tutti i farmaci impiegati ormai da mesi, a loro dire con successo, da molti medici di medicina generale. Una limitazione contro la quale il comitato ha presentato ricorso, vedendolo accolto;
il contenzioso risale all'inizio del mese di dicembre 2020, quando l'agenzia regolatoria nazionale rese disponibile sul proprio portale il documento "Principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare", contenente le raccomandazioni "sul trattamento farmacologico domiciliare dei casi lievi e una panoramica generale delle linee di indirizzo Aifa sulle principali categorie di farmaci utilizzabili in questo setting". Per casi lievi, ha specificato l'AIFA, si intendono tutti i pazienti che presentano sintomi alla stregua di febbre (temperatura superiore ai 37 gradi centigradi), tosse, cefalea, dolori muscolari (mialgia), diarrea e perdita dell'olfatto (anosmia) e gusto (ageusia) non altrimenti spiegabili. Si è poi specificato che i pazienti non devono presentare alcun segno di difficoltà respiratorie (dispnea), disidratazione, alterazione dello stato di coscienza o sepsi. In questi casi, infatti, si sarebbe trattato di pazienti non lievi;
fatta questa premessa, l'AIFA ha specificato che per tali pazienti "possono essere formulate le seguenti raccomandazioni generali": vigile attesa, trattamenti sintomatici, quali il paracetamolo, idratazione e nutrizione appropriate; non modificare terapie croniche in atto; non utilizzare supplementi vitaminici o integratori alimentari; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi, per il rischio di diffusione del virus;
può essere considerato un approccio "attendista", quello dell'agenzia regolatoria, una sorta di "non protocollo" criticato da molti medici, alla luce dei successi terapeutici conseguiti trattando subito i sintomi con farmaci adeguati e bloccando così la malattia prima dell'aggravarsi della situazione, evitando quasi sempre il ricovero;
i giudici amministrativi del Lazio, nella valutazione propria della fase cautelare, hanno ritenuto fondato il ricorso dei medici del comitato, in relazione alla circostanza che i ricorrenti "fanno valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere compresso nell'ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi". Da qui l'ordinanza di sospensione con effetto immediato dell'efficacia del protocollo AIFA, rinviando la trattazione del merito al prossimo 20 luglio;
risulta evidente che il COVID-19 sia una malattia che debba essere affrontata ai primi sintomi nella propria casa, evitando così in molti casi un peggioramento verso una forma più grave che costringa al ricovero in ospedale;
sarebbe da stabilire un protocollo nazionale di cura domiciliare e sarebbe necessario che fosse rafforzata la medicina territoriale, anche attraverso la creazione in ogni Regione delle unità mediche pubbliche di diagnosi e cura domiciliare del COVID-19 USCA (unità speciali di continuità assistenziale) previste dalla legge nazionale ma istituite solo in alcune Regioni. Chiaro è che l'epidemia si affronta a casa prima che in ospedale;
lasciare i pazienti senza cure precoci a domicilio è assolutamente inaccettabile e, alla luce di quanto esposto, sarebbe necessaria una revisione immediata delle linee guida ministeriali,
si chiede di sapere:
come intenda procedere il Ministro in merito alle linee guida ministeriali afferenti al trattamento domiciliare dell'infezione da coronavirus e se non ritenga necessario revisionarle, recependo la richiesta che proviene dalla popolazione che sta lottando contro il COVID-19 e da tanti medici che con grande professionalità, da mesi, stanno operando a fianco di pazienti, come volontari, per far sì che possano avere una pronta terapia domiciliare in grado di ridurre i ricoveri ospedalieri;
se non ritenga, oltre a stabilire un protocollo nazionale di cura domiciliare, di disporre un'azione di rinforzo della medicina territoriale, anche attraverso la creazione in ogni Regione delle USCA, previste dalla legge nazionale ma istituite solo in alcune Regioni.
(4-05133)
FERRARA, MAUTONE, PAVANELLI, TRENTACOSTE, ROMANO, CROATTI, VANIN, MONTEVECCHI - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e della transizione ecologica. - Premesso che:
il progetto della ciclovia tirrenica nasce allo scopo di realizzare un percorso ciclabile che colleghi Ventimiglia (Imperia) a Roma lungo la costa tirrenica, con oltre 1.000 chilometri di tracciato;
il 7 aprile 2016 è stato siglato un protocollo d'intesa tra Regione Liguria, Regione Toscana e Regione Lazio al fine di individuare le aree da destinare alla ciclovia, altresì prevedendo la possibilità di partecipare a progetti nazionali ed europei per favorire la continuità degli itinerari;
nell'ambito della determinazione del tratto di percorso in Toscana, in particolare nel comune di Viareggio (Lucca), è emersa una controversia relativa all'individuazione del sito. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il tratto passante per Viareggio si estenderebbe per 12 chilometri e resterebbe da individuare solo il segmento che collegherebbe Viareggio e Torre del Lago (Lucca);
il percorso attraverserebbe il parco regionale Migliarino-San Rossore. Per l'individuazione del tracciato l'ente parco ha già segnalato il percorso del viale dei Tigli, fuori dall'area protetta. Tuttavia il Comune di Viareggio ha indicato un tratto diverso, nella zona retrodunale del parco;
secondo quanto riportato in un articolo de "La Gazzetta di Viareggio" del 22 marzo 2021, il percorso di viale dei Tigli sarebbe stato scartato, a seguito di analisi tecnica, per motivi di sicurezza dovuti alle condizioni del terreno;
considerato che:
il percorso retrodunale nel parco è una stretta striscia di territorio, estremamente fragile dal punto di vista ambientale e già sottoposto a forte pressione derivante dalla presenza umana che potrebbe, potenzialmente, essere ulteriormente esacerbata da un'ancor più assidua frequentazione qualora venisse realizzata la ciclovia. Inoltre si rischierebbe di intaccare il già fragile sistema idrosalinico del luogo, il peculiare sistema di dune naturali e la vegetazione, tipica della parte costiera della macchia mediterranea;
nel sito indicato, altresì, sarebbe a rischio la conservazione della biodiversità. Nella zona nidificano uccelli a rischio di estinzione, tra i quali il Charadrius alexandrinus, detto "fratino", tutelato anche in virtù della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
a parere degli interroganti è innegabile l'importanza rivestita dalla promozione della mobilità sostenibile e dalle possibili ricadute economiche del progetto nel suo complesso, che non necessariamente risulterebbero invalidate da una diversa collocazione della ciclovia, ma risulta altrettanto fondamentale l'esigenza di tutelare l'ecosistema, soprattutto in aree protette,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se intendano attivarsi, nelle sedi di competenza, per verificare che il Comune di Viareggio e la Regione Toscana si conformino alle indicazioni dell'ente parco e provvedano a tutelare l'ambiente e la biodiversità.
(4-05134)
D'ANGELO, TRENTACOSTE, PRESUTTO, DI GIROLAMO, VACCARO, MAUTONE, LANNUTTI, LOREFICE, MATRISCIANO, DONNO, CAMPAGNA, ANASTASI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
una gravissima situazione, connotata secondo gli interroganti da omissioni e mala gestio, affligge le autostrade del messinese (A18 e A20) già da qualche anno, come riportato dalla cronaca giudiziaria nazionale, che ha più volte denunciato a carico dell'ente concessionario Consorzio autostrade siciliane (CAS) innumerevoli omissioni, che hanno messo a serio rischio l'incolumità dei cittadini, a causa di un'inadeguata manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture e di una grave carenza organizzativa nella gestione delle emergenze e nella messa in sicurezza dei tratti autostradali;
il CAS è da tempo sottoposto a indagini penali e contabili per la mancanza di adeguati sistemi di sicurezza e di manutenzione nei tratti autostradali gestiti e le indagini in corso denunciano, tra l'altro, presunti sprechi di denaro pubblico e corruzione;
considerato che:
è di pochi giorni fa l'ennesima notizia di una grave situazione emergenziale nel tratto autostradale Messina-Catania (A18), a seguito delle recenti piogge che hanno provocato smantellamenti a macchie di leopardo sull'asfalto appena realizzato, come si legge su "paeseitaliapress" il 21 marzo 2021;
altrettanto recente è la notizia del sequestro preventivo di 22 cavalcavia del tratto autostradale Messina-Palermo (A20), richiesto dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto per condizioni critiche talmente evidenti che i consulenti hanno rilevato il pericolo imminente di crollo e rovina in termini di alta probabilità, come si legge su "ilfattoquotidiano" il 6 marzo;
si apprende, peraltro, da "Il Sole-24 ore" che nelle ultime settimane l'incarico di "controllore" è stato affidato ad un unico dirigente ministeriale per tutto il territorio nazionale "su quasi 900 chilometri di gallerie e poco più di 1000 chilometri tra ponti e viadotti" (15 marzo);
destano forte preoccupazione le dichiarazioni del direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali: "al momento l'Agenzia può contare su 161 risorse, poco più del 28% rispetto alle 569 unità di Personale previste dalla Legge. Inoltre, la maggior parte delle persone è impegnata nel settore ferroviario (...). Nella Direzione per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali attualmente non arriviamo a 40 dipendenti", dichiarazioni riportate da "stradeeautostrade" il 16 marzo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
quali iniziative urgenti intenda porre in essere affinché sia garantito agli uffici ispettivi competenti un livello quantitativo e qualitativo di personale che possa assicurare un'adeguata vigilanza sull'attività di verifica e manutenzione delle infrastrutture stradali e, in particolare, dei tratti autostradali del messinese;
se ritenga opportuno verificare la sussistenza di eventuali inadempienze da parte del CAS in ordine ai propri obblighi di concessionario e quali eventuali iniziative intenda assumere, anche riguardo alla valutazione di un eventuale aggiornamento del rapporto concessorio, affinché sia garantito nel più breve tempo possibile il livello di sicurezza ai sensi di legge.
(4-05135)
CIOFFI, MONTEVECCHI, DE LUCIA, GAUDIANO, VANIN, TRENTACOSTE, L'ABBATE, PRESUTTO, MAUTONE, PIRRO, ROMANO, FERRARA, MATRISCIANO, DONNO, PISANI Giuseppe, CAMPAGNA - Al Ministro dell'istruzione. - Premesso che:
la qualificazione e la valorizzazione dei luoghi della conoscenza e del sapere, nonché l'implementazione della massa degli investimenti destinati alla realizzazione degli edifici scolastici costituisce prerogativa primaria del Governo;
il comma 261 dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, stabilisce che "Al fine di favorire il completamento delle scuole innovative di cui all'articolo 1, commi 153 e 154, della legge 13 luglio 2015, n. 107, le eventuali economie non assegnate, nei limiti delle risorse di cui all'articolo 18, comma 8, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, possono essere destinate, su segnalazione dell'INAIL, ai fini previsti dal medesimo articolo 1, commi 153 e 154, per la costruzione di scuole, nonché in favore di progetti finanziati solo parzialmente con le risorse attribuite alle singole regioni in attuazione della richiamata normativa";
sulla medesima tematica, il legislatore è intervenuto altresì con l'articolo 1, comma 203, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, che ha destinato ulteriori risorse pari a 40 milioni di euro per la realizzazione delle cosiddette scuole innovative da attribuire ai Comuni del Mezzogiorno d'Italia con la popolazione inferiore ai 5.000 abitanti nel triennio 2021-2023 anche allo scopo di combattere la desertificazione e l'abbandono scolastico. Si prevede che il Ministero dell'istruzione, di concerto con il Ministero per il Sud e la coesione territoriale proceda al finanziamento attraverso un avviso pubblico la cui esecuzione è affidata all'INAIL;
rilevato che:
il tasso di abbandono scolastico in Italia in era pre pandemica superava di molto gli standard europei del 10,2 per cento collocandosi oltre il 13 per cento. La pandemia ha acuito notevolmente le diseguaglianze già sussistenti aumentando il divario non solo tra Nord e Sud ma anche quello tra i grandi centri e le periferie. L'istituzione scolastica purtroppo rischia di perdere definitivamente alcune sue peculiarità come la riduzione del divario nelle opportunità tra gli studenti;
agli interroganti risulta che ad oggi non sia stata ancora avviata la relativa procedura volta all'adozione dell'avviso pubblico necessario per l'erogazione delle risorse stanziate,
si chiede di sapere:
quali iniziative voglia mettere in campo il Ministro in indirizzo affinché venga pubblicato il bando pubblico per l'assegnazione dei fondi già disponibili verso i territori definiti della norma approvata dal Parlamento per la realizzazione delle scuole innovative;
quali strumenti intenda utilizzare per procedere con celerità all'appalto delle opere.
(4-05136)
MALAN - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
come evidenziato nell'interrogazione 3-02325 pubblicata il 4 marzo 2021, il 6 aprile 2020, la Direzione generale per la vigilanza sulla concessioni autostradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in persona del direttore Felice Morisco, in virtù dei poteri conferitigli con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 aprile 2019, stipulava con la società A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova un atto aggiuntivo alla convenzione unica del 9 luglio 2007, in cui si fissava al 31 dicembre 2026 la scadenza della concessione, ritenendo assolta la condizione di cui all'articolo 4, comma 2, della convenzione del 2007 (che richiedeva l'approvazione del progetto definitivo dell'intera autostrada Valdastico nord entro il 30 giugno 2013) in funzione del solo parziale progetto preliminare del solo primo lotto funzionale approvato con delibera CIPE n. 21/2013, nonostante tale delibera fosse stata annullata in via definitiva dal Consiglio di Stato il 21 gennaio 2019, con sentenza n. 499/19, e fosse comunque del tutto insufficiente a soddisfare la condizione stabilita nella convenzione del 2007;
tale atto aggiuntivo comporta che, solo dalla data della firma alla scadenza della concessione, ricavi per oltre 2 miliardi e 900 milioni di euro, di cui circa la metà di margine operativo lordo, che avrebbero dovuto andare allo Stato, proprietario dell'infrastruttura, e non al concessionario, poiché questi è inadempiente alla condizione prevista dalla convenzione del 2007 fin dal 30 giugno 2013;
della stipulazione dell'atto aggiuntivo del 6 aprile 2020 non è stata in nessun modo data comunicazione al Parlamento, benché esso modifichi, e in parte violi, la convenzione del 9 luglio 2007, che era stata sottoposta al parere del Parlamento,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga quantomeno di pubblicare sul sito del Ministero atti di questa portata con importanti riflessi sull'entità dei pedaggi, sulla costruzione di nuove tratte autostradali e sulla sussistenza della concorrenza nel settore delle concessioni autostradali;
se e quali altri atti che intervengano su concessioni in essere abbia sottoscritto la Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali;
se il dottor Felice Morisco abbia tuttora i poteri sufficienti a firmare tale tipo di atti.
(4-05137)
DAL MAS, GASPARRI - Ai Ministri della difesa e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
nel Nordest d'Italia, in particolare in Friuli-Venezia Giulia, il tema delle servitù militari, un tempo di ben altra intensità e portata attesa l'esistenza del confine con Paesi appartenenti al blocco dell'ex URSS, continua ad essere avvertito ancora oggi. In particolare, sia per quanto riguarda il peso conseguente alle necessarie attività di esercitazione militare delle nostre forze armate, sia in ordine alla presenza di diversi beni (ex caserme, depositi, eccetera) in stato di abbandono: questioni che non incidono sugli ottimi rapporti tra autorità militari e autorità civili, la cui proficua collaborazione non è messa in discussione, essendo peraltro apprezzata dalle popolazioni la presenza dei militari;
un recente episodio, avvenuto nella tarda serata di mercoledì 17 marzo 2021 nel comune di Vivaro (Pordenone), ha riguardato il danneggiamento di un capannone sede di un'attività produttiva, in prossimità del centro abitato, oggetto di ingenti danni conseguenti ad un'esercitazione militare. Fortunatamente non ci sono stati danni a persone ma solo a cose, in circostanze a dir poco fortunate. Il sindaco di Vivaro, Mauro Candido, da tempo non manca occasione per portare all'attenzione il tema delle servitù militari per il peso che gli abitanti di quelle zone devono sopportare insistendovi uno dei più grandi poligoni d'Italia, quello di Cellina Meduna, per i disagi conseguenti alle vibrazioni e ai rumori che la popolazione residente deve sopportare;
l'articolo 330 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, dispone che "ai Comuni nel cui territorio sono presenti aree appartenenti allo Stato, in uso all'amministrazione militare e destinate a poligoni addestrativi di tiro, è corrisposto un contributo annuo" e ancora che "Alle regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari, comprese la dimostrazione e la sperimentazione di sistemi d'arma, individuate ogni quinquennio con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro della difesa, lo Stato corrisponde un contributo annuo da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei comuni nei quali le esigenze militari (compresi particolari tipi di insediamenti), incidono maggiormente sull'uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale";
gli enti locali coinvolti lamentano la scarsità delle risorse destinate ai citati contributi di cui all'articolo 330,
si chiede di conoscere quali iniziative i Ministri in indirizzo, di intesa con la Regione e gli enti locali, intendano favorire sia per dare attuazione e compimento alla dismissione dei beni militari oggi non più utilizzati ma che gravano sulle singole realtà locali sia in ordine al rifinanziamento degli opportuni indennizzi per il peso che i Comuni interessati, come nel caso di specie, il Comune di Vivaro, devono sopportare per la presenza di un'attività importante e necessaria quale quella attinente allo svolgimento di esercitazioni militari della difesa.
(4-05138)
DE POLI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il contributo a fondo perduto, necessario per gli operatori dello sport piegati dal più lungo lockdown del periodo pandemico, concretizzatosi con l'approvazione del decreto "sostegno" (decreto-legge n. 41 del 2021), si rivela insufficiente rispetto all'effettiva necessità di liquidità reclamata dalle ASD (associazioni sportive dilettantistiche) e dalle SSD (società sportive dilettantistiche);
in Italia sono 148.000 le società sportive, alle quali affluiscono circa 9,6 milioni di tesserati (solo in Veneto esistono 5.600 società con 490.000 tesserati e 90 operatori); società che vivono di volontariato e di rette e che, nonostante la chiusura dell'attività e la sospensione della riscossione delle rette, hanno dovuto comunque sostenere le spese vive quali affitto, bollette, eccetera;
l'articolo 1 del decreto "sostegno" prevede l'erogazione di un contributo a fondo perduto per imprese e professionisti, compresi gli enti non commerciali, purché in possesso di partita IVA, escludendo quindi le ASD e SSD prive di partita IVA che esercitano esclusivamente attività istituzionali;
la mancanza di congruo "sostegno" appare come un disconoscimento del servizio sociale svolto dalle ASD premiando, nella sostanza, solo quelle che, in aggiunta all'attività sportiva, esercitano attività "commerciali", quali sponsorizzazioni, gestione di bar o punti di ristoro, affitto campi a soggetti diversi da associati e tesserati, vendita di materiale sportivo, diritti televisivi a discapito di quelle che si finanziano solo con quote associative e di tesseramento ai sensi dell'art. 148, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi (decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, e successive modifiche);
considerato inoltre che:
le prestazioni di servizi agli associati o partecipanti delle associazioni sportive, così come per le altre categorie di enti indicati nel citato art. 148, comma 3 (associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, di promozione sociale e di formazione extra scolastica della persona), sono considerate "attività commerciali";
il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri competente per lo sport Valentina Vezzali il 22 marzo 2021, rispondendo alle domande dei parlamentari in occasione dell'audizione presso le Commissioni riunite VII Camera e 7ª Senato, sui contenuti della proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza, ha dichiarato che "700 milioni dal Recovery Plan non sono sufficienti per il mondo dello sport. L'individuazione di questa cifra risponde a soddisfare le esigenze minime. Tuttavia, è mia intenzione avviare un confronto con il governo per una più equa redistribuzione delle risorse". Quanto alle ASD e SSD che rischiano la chiusura, ha precisato: "è mia intenzione dare il giusto valore ad Asd e Ssd, e seguirò personalmente l'evolversi del decreto, mi sono già attivata con il Mef affinché arrivino le giuste risorse alle società sportive",
si chiede di sapere se, in sede di conversione del decreto-legge "sostegno", intenda includere tra i beneficiari di aiuti anche le ASD e le SSD, che hanno subito ingenti danni dalle misure restrittive di chiusura dell'attività e che, fra l'altro, svolgono una funzione sociale di promozione della pratica sportiva come strumento educativo e occasione di aggregazione sociale e crescita.
(4-05139)
FAZZOLARI, BALBONI, DE BERTOLDI, DRAGO, GARNERO SANTANCHE', LA PIETRA, MAFFONI, PETRENGA, RAUTI, TOTARO, URSO - Ai Ministri della salute, dell'interno e delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
l'Ente nazionale per la cinofilia italiana (ENCI), riconosciuto dallo Stato nel 1940, detiene il libro genealogico delle razze canine dal 1882, svolgendo un'attività di rilievo generale nella sua tenuta, secondo quanto previsto dal disciplinare del libro (decreto ministeriale n. 21095 del 1996) e dalle relative norme tecniche (decreto ministeriale n. 21203 del 2005), in armonia con le normative comunitarie e secondo gli indirizzi della Federazione cinologica internazionale (FCI);
il pedigree è il certificato di iscrizione a uno dei registri del libro genealogico, viene emesso e stampato esclusivamente nella sede centrale dell'ENCI e garantisce che l'iscrizione del cane sia avvenuta secondo la normativa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; un cane sprovvisto di pedigree emanato dall'ENCI non può essere considerato un "cane di razza";
per la legislazione italiana la vendita di cani proposti come "cani di razza", senza adeguata certificazione ENCI, è vietata dal decreto legislativo n. 529 del 1992 e inoltre, con nota n. 2763 del 3 febbraio 2017, il Ministero della salute indica che "la commercializzazione di soggetti di origine nazionale e comunitaria definiti o dichiarati di razza è possibile esclusivamente previa apposita certificazione genealogica (pedigree), rilasciata dall'associazione che detiene il relativo libro genealogico";
le stringenti regole e il codice deontologico che impegna gli allevatori associati all'ENCI, legati prevalentemente al benessere animale, indirizzano l'allevamento italiano del cane di razza verso la tutela dell'allevamento responsabile e della corretta selezione e in tal senso, ad esempio, è orientata la riproduzione selezionata dell'ENCI;
l'ENCI, che si caratterizza per un numero rilevante di allevamenti di modeste dimensioni, nei quali nasce un numero ridotto di cuccioli appartenenti quasi sempre a una sola razza, adotta una politica di contrasto alla possibile proliferazione in Italia dei grandi "cucciolifici" multirazza, presenti in alcuni stati dell'est Europa, dove la tutela animale è spesso scarsa o addirittura inesistente, con cani spesso allevati in spazi angusti, in pessime condizioni igienico-sanitarie e privati della dovuta socializzazione;
di contro, l'offerta di cuccioli di razza proveniente da allevatori che iscrivono i propri cani al libro genealogico italiano è piuttosto rigida, per le regole in vigore e per l'attenzione dedicata agli animali, che impongono giustamente importanti limitazioni al numero di cucciolate: i parti ravvicinati sono vietati, le fattrici non possono essere stressate con un numero eccessivo di cucciolate nell'arco della loro vita, le cagne troppo giovani non possono riprodurre e quelle oltre una certa età lo possono fare solo a seguito di certificazione veterinaria attestante l'idoneità al parto;
nonostante le rigide norme e l'attenzione al benessere animale e alla tutela delle razze, l'offerta di cuccioli di razza proveniente da allevamenti associati all'ENCI nel 2020 è aumentata del 4 per cento rispetto all'anno precedente, con un numero di iscrizioni di cani al libro genealogico pari a circa 165.000 unità;
a fronte di ciò, come rilevato anche in molti altri Stati in Europa (per esempio Germania e Regno Unito), la domanda di cuccioli di razza in Italia risulta in forte espansione, tanto che le richieste sono stimate, nello stesso periodo, in crescita di oltre il 20 per cento. In un momento di grande pressione psicologica a causa della pandemia, sono infatti molte le famiglie italiane che desiderano affidarsi ai cani per alleviare lo stato di ansia e timore per il futuro, anche in virtù di numerosi studi che dimostrano come il contatto quotidiano con il proprio cane, soprattutto nei bambini, faciliti il superamento degli stati emotivi di stress, in particolar modo nei momenti di calo forzato della socialità;
in questo quadro, si inserisce da tempo un commercio illegale di cani provenienti dall'est Europa, venduti per migliaia di euro come "cani di razza", con numeri annui che si stimano addirittura nell'ordine di circa 300.000 unità, come più volte raccontato da diversi media e da rapporti delle forze dell'ordine;
questa "tratta di cuccioli" si contraddistingue per le condizioni terribili in cui versano i cani, di tenerissima età (30-40 giorni), strappati anzitempo alle loro madri, imbottiti di medicinali, gettati nel fondo di scatole per interminabili giorni di viaggio. Molti muoiono lungo la strada e solo i più fortunati terminano questa odissea presso una famiglia, varcando illegalmente la frontiera italiana, spesso accompagnati da gravi patologie e con l'alta probabilità di insorgenza di problemi comportamentali;
recenti indagini hanno messo in evidenza come la criminalità organizzata stia cominciando a interessarsi a questo business illegale, dove il guadagno è molto elevato (un cucciolo comprato nell'est Europa a circa 50 euro può essere venduto in Italia anche a 1.000 euro) e il mercato in costante crescita;
questo mercato, caratterizzato da una domanda in fortissima crescita e da un'offerta italiana che le giuste regole del benessere animale impongono essere piuttosto rigida, crea le condizioni per l'aumento dell'importazione illegale di cani dall'est Europa, destinata a colmare la differenza tra l'offerta di cuccioli realmente di razza (iscritti al libro genealogico) e quelli illecitamente introdotti nel territorio italiano;
sul territorio nazionale esistono 1.340 canili, tra canili sanitari e canili rifugio, che impegnano migliaia di volontari e che accolgono circa 118.000 cani, la stragrande maggioranza dei quali pronta per l'adozione da parte di una famiglia. Lo Stato versa per ogni cane presente nei canili 3,5 euro al giorno,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della vicenda;
quali misure siano state adottate o intendano adottare per fare fronte a tale emergenza, sia tutela dei cuccioli oggetto di compravendita sia a tutela dell'allevamento cinofilo italiano, che risponde alle regole del benessere animale e il cui mercato di riferimento viene inondato di cani sopravvissuti alla crudele tratta descritta e venduti falsamente come "di razza";
quali iniziative intendano assumere in favore dei canili italiani, per far sì che una corretta regolamentazione del mercato favorisca un aumento delle adozioni e un assorbimento consistente della domanda oggi indirizzata verso il mercato illegale e, al contempo, generi un importante risparmio per lo Stato che oggi versa ai canili 3,5 euro al giorno per ogni cane residente;
se la nota n. 2763 del 3 febbraio 2017 del Ministero della salute risulti essere applicata regolarmente in tutte le Regioni dal servizio veterinario;
se alle forze dell'ordine, e in special modo alla Polizia di frontiera, siano state fornite le informazioni necessarie e siano stati concessi gli adeguati strumenti di indagine per affrontare e contrastare il commercio illegale di cuccioli.
(4-05140)
PIRRO, CASTELLONE, PELLEGRINI Marco, VANIN, CROATTI, MAUTONE, ROMANO, GAUDIANO, FERRARA, NATURALE, MATRISCIANO, DONNO, PISANI Giuseppe, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:
su proposta dell'assessore regionale per la sanità, Luigi Genesio Icardi, la Giunta del Piemonte ha approvato in data 19 febbraio 2021 le regole per assegnare i ristori regionali destinati a oltre un migliaio di residenze sanitarie assistenziali (RSA) convenzionate e strutture per disabili, minori, malati psichiatrici e del settore delle dipendenze accreditate che, nel periodo dal 21 febbraio 2020 al 30 giugno 2021 hanno subito perdite economiche ingenti dovute alla pandemia;
si tratta complessivamente di uno stanziamento di 30 milioni di euro con l'obiettivo di sostenere la continuità dell'erogazione delle prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, come previsto dalla legge regionale 26 gennaio 2021, n. 3, attraverso integrazioni tariffarie riconosciute alle strutture di tipo sanitario e socio-sanitario contrattualizzate o convenzionate, con riguardo proprio al periodo dell'emergenza COVID-19, come si legge online su "quotidianopiemontese" il 19 febbraio 2021;
il contributo non potrà superare le spese rendicontate, che riguardano sanificazione degli ambienti, acquisto di dispositivi di protezione individuale, maggiori spese per il personale assunto, smaltimento dei rifiuti speciali e specifici investimenti per la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori;
la Fondazione promozione sociale onlus ha presentato un circostanziato esposto sui rimborsi previsti dalla Regione chiedendo alla magistratura contabile di accertare se il corrispondente utilizzo di risorse pubbliche sia o meno conforme alle norme nazionali vigenti e, nel caso in cui sia accolta la segnalazione, di assumere urgenti iniziative volte a sospenderne gli effetti dannosi nei confronti delle oltre 30.000 persone anziane malate croniche non autosufficienti;
considerato che:
il recente provvedimento della Regione prevede sì soldi "a pioggia" alle RSA sottraendoli però dalle quote che obbligatoriamente la Regione dovrebbe invece destinare alle ASL per coprire i ricoveri. Si tratta infatti di specifiche risorse per i LEA (livelli essenziali di assistenza) funzionali a ridurre le illegittime liste di attesa dei malati anziani cronici non autosufficienti che da mesi attendono un posto letto in RSA nonché a coprire la retta dei malati che nell'attesa sono costretti a provvedervi direttamente a causa della mancata attivazione di nuove convenzioni da parte delle ASL gravando ulteriormente sui bilanci familiari e riducendo le stesse RSA sull'orlo del collasso;
i dati dell'osservatorio sulle RSA fanno emergere, al riguardo, che sono quasi 8.000 (7.904) i posti vacanti nelle strutture per anziani, su un totale di 29.964. Tali posti vuoti erano noti già da giugno 2020, a causa delle migliaia di decessi avvenuti, ma anche dei rientri a casa di anziani malati non autosufficienti per i quali i familiari non erano più in grado di sostenere i costi del ricovero che, com'è noto, va dai 3.000 ai 4.000 euro al mese;
si tratta di un dato crudo e drammatico poiché senza nuovi inserimenti le strutture saranno costrette a chiudere. I ristori approvati sono, infatti, un debole palliativo se le strutture non riprendono a lavorare a pieno regime: "I mancati inserimenti, in convenzione e non, sono un grave danno per le decine di migliaia di famiglie piemontesi in lista d'attesa (sono più di 30 mila) e la giunta Cirio non può utilizzare l'ingente risparmio del 2020 per finalità diverse dall'abbattimento delle liste d'attesa o dalla messa in sicurezza delle strutture che devono accogliere gli anziani, soprattutto in una Regione con un quarto della popolazione sopra i 65 anni", dichiarazioni riportate su "la Repubblica", edizione di Torino, l'8 febbraio;
considerato inoltre che, a parere degli interroganti:
se il "ristoro" previsto per le maggiori spese per i dispositivi di protezione e sicurezza dovute alla pandemia è legittimo e condivisibile, esso doveva essere fornito attingendo dalle risorse già stanziate dal Governo. La Regione, d'altronde, avrebbe dovuto necessariamente usare le risorse LEA per attivare nuove convenzioni agli utenti, permettendo allo stesso tempo di sostenere indirettamente e per un periodo più lungo, e non solo una tantum, le strutture ed il relativo personale. Invece, come ricordato dagli stessi gestori privati in audizione presso la IV commissione del Consiglio regionale, le ASL del Piemonte hanno chiuso il 2020 con un taglio di quasi 50 milioni di euro sulla spesa storica destinata alle quote sanitarie per la residenzialità dei malati non autosufficienti (219 milioni di euro sulla spesa storica a fronte dei 267 dell'ultimo bilancio consolidato nel 2018);
a ciò si aggiunga che la distribuzione di ristori per tutti, senza distinguo, potrebbe risultare offensiva per i familiari delle vittime, traditi ancora una volta dall'istituzione che avrebbe dovuto vigilare e proteggere i loro cari. Tanto più che sono ancora tantissime le RSA che non acconsentono alle visite di chi è sopravvissuto;
considerato infine che, oltre all'obbligo giuridico di fornire le cure adeguate ai malati sancito dalla Costituzione e dalla legge istitutiva del servizio sanitario, vi è un debito morale del Paese nei confronti di quanti sono in queste condizioni che va onorato subito, come ha spiegato nella documentazione consegnata alla Prefettura torinese M.G. Breda, presidente della Fondazione promozione sociale onlus, poiché la pandemia ancora in corso ha dimostrato che "il sistema di presa in carico dei più deboli fra i malati e le persone con disabilità non risponde alle loro esigenze di tutela della salute e ha subito - specie negli ultimi anni - tagli nel riconoscimento di diritti e delle risorse collegate, non accettabili. Nemmeno risponde alle loro esigenze di relazione - esigenze che sono come e anche più di quelle degli altri cittadini - l'attuale loro confinamento nelle strutture (per motivi di scarico di responsabilità, più che per precauzioni cliniche) oppure a casa (è il caso delle tantissime persone con disabilità lasciate illegittimamente senza le prestazioni dei servizi sanitari e socio-sanitari di cui sono titolari)", come si legge su "iltorinese" il28 febbraio 2021,
si chiede di sapere in che modo e con quali tempistiche il Ministro in indirizzo intenda acquisire i dati reali di attivazione dei posti letto nelle RSA piemontesi e di impiego delle risorse LEA per altri capitoli di spesa e quali azioni intenda intraprendere per attuare interventi innovativi e radicali che rispondano veramente alle esigenze dei pazienti nella gestione delle cure di lungo termine e delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie erogate nelle strutture residenziali previste dai livelli essenziali delle prestazioni.
(4-05141)
PIRRO, CASTELLONE, PELLEGRINI Marco, VANIN, CROATTI, MAUTONE, ROMANO, GAUDIANO, FERRARA, NATURALE, MATRISCIANO, DONNO, PISANI Giuseppe, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la ECM (educazione continua in medicina) è il processo attraverso il quale il professionista della salute si aggiorna per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale ed è anche un diritto-dovere a cui sono tenuti tutti gli operatori sanitari, senza nessuna esclusione o arbitraria limitazione;
il decreto ministeriale 9 agosto 2019 recita testualmente all'art. 5, comma 1: "Ai sensi del comma 4-bis, dell'art. 4, della legge 26 febbraio 1999, n. 42, introdotto dall'art. 1, comma 537, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, presso gli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione è istituito l'elenco speciale ad esaurimento dei massofisioterapisti il cui titolo è stato conseguito ai sensi della legge 19 maggio 1971, n. 403";
nel documento predisposto dal comitato centrale con delega alla formazione continua si legge che l'elenco speciale ad esaurimento dei massofisioterapisti (MFT) non è legato ad alcuna professione sanitaria di riferimento e nella premessa al testo viene citata la seguente sintesi: "sì formazione continua ECM anche per gli iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento di cui all'art.1 del DM 9 agosto 2019; per gli iscritti all'elenco speciale a esaurimento dei MFT di cui all'articolo 5 dello stesso DM , formazione continua non ECM, a cura di ordini e Federazioni";
la FIMFT composta dalle associazioni AIMFI, AIMTES e AMS, ha manifestato in più occasioni l'improrogabile necessità da parte della categoria dei MFT di accedere ai corsi ECM, in virtù dell'attuale normativa che annovera espressamente la figura dei MFT iscritti nell'elenco speciale all'interno della categoria "professioni sanitarie" ex art. 1, comma 537, della legge n. 145 del 2018, come si legge online su "sanitainformazione" il 24 luglio 2020;
considerato che:
quella del massaggiatore e massofisioterapista è una professione sanitaria che da 50 anni concorre alla tutela della salute pubblica in area riabilitativa. Purtroppo, l'indeterminatezza del quadro giuridico ha generato un clima di forti tensioni ai danni di questa categoria, come riportato in un articolo su "la Repubblica" il 22 gennaio 2021;
nonostante la disciplina vigente abbia voluto superare l'indeterminatezza del quadro giuridico, lo status giuridico del MFT appare ancora una vexata questio;
la chiarezza estrema della natura sanitaria delle prestazioni dei MFT è corroborata dai lavori preparatori della legge n. 145 del 2018 (art. 1, comma 537) che ha inserito il suddetto comma 4-bis dove si parla specificamente di "professioni sanitarie di riferimento". In altri termini dalle relazioni allegate alla legge n. 145 del 2018 emerge chiaramente che l'elenco speciale è stato creato dal legislatore proprio in quanto la legge n. 3 del 2018 ("legge Lorenzin") aveva reso obbligatoria l'iscrizione negli albi delle sole professioni sanitarie, per cui il legislatore ha ritenuto doveroso chiarire la natura sanitaria della figura del MFT e i requisiti per operare;
alla luce dell'attuale contesto normativo è innegabile che il legislatore ha ritenuto di intervenire anche in favore di quei lavoratori, che pur avendo esercitato una professione sanitaria per diversi anni, a seguito dell'istituzione dei nuovi albi professionali, non potevano iscriversi per mancanza di titolo idoneo, con il rischio di essere denunciati per esercizio abusivo nel caso di attività libero-professionale o, di essere licenziati. L'art.1, comma 537, della legge n. 145 del 2018 ha infatti modificato l'art. 4 della legge n. 42 del 1999 sancendo al comma 4-bis che, ferma restando la possibilità di avvalersi delle procedure per il riconoscimento dell'equivalenza dei titoli, coloro che svolgono o abbiano svolto alla data di entrata in vigore della legge n. 145, in qualità di lavoratori dipendenti o autonomi, attività professionale riferibili ad una figura sanitaria, almeno per un periodo di 36 mesi nell'ultimo decennio anche se non continuativi, possono continuare a svolgere le attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento purché si iscrivano negli elenchi speciali ad esaurimento istituiti presso gli ordini TSRM (tecnici sanitari di radiologia medica) o PSTRP (professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione);
il Ministero della salute, quando ha sancito che il massofisioterapista, in possesso di uno dei titoli di cui al decreto ministeriale 27 luglio 2000, è equipollente al fisioterapista ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post base, ha previsto che la stessa equipollenza valga per tutti i titoli di MFT conseguiti in base alla legge n. 403 del 1971 a prescindere dalla data di conseguimento come chiarito ex multis dal Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza n. 1105/2015, nonché dal TAR Umbria, sentenza n. 48/2021;
di conseguenza l'affermazione secondo cui tutti i MFT sarebbero riconducibili all'ambito degli operatori di interesse sanitario è pertanto smentita poiché risulta evidente che i MFT iscritti nell'elenco speciale rientrano attualmente a ogni effetto di legge nelle professioni sanitarie della riabilitazione e sono quindi sottoposti al pari di tutte le professioni sanitarie all'obbligo di formazione continua,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per provvedere ad una modifica nel senso auspicato.
(4-05142)
GRANATO - Ai Ministri della salute e dell'istruzione. - Premesso che:
in data 23 marzo 2021 il dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha inviato a tutti i sindaci del territorio una comunicazione con cui propone la chiusura di tutti gli istituti scolastici ricadenti nel territorio di competenza dal 23 marzo al 6 aprile;
la richiesta, di natura attizia, si fonda su una motivazione estremamente sintetica nonché generica e superficiale, dal momento in cui, in assenza di alcun dato di riferimento, suppone un presunto aumento dai casi COVID-19 tra gli studenti nelle scuole;
tra gli ulteriori elementi della motivazione, si considerano l'approssimarsi "delle vacanze pasquali nel cui periodo sarà attuato il lockdown nazionale" e il fatto che la "Calabria ricada nella zona arancione con le conseguenti restrizioni";
valutato che ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 le misure previste per le zone gialle e arancioni in materia scolastica prevedono che i presidenti delle Regioni possano disporre la sospensione dell'attività scolastica in determinati casi, ossia: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100.000 abitanti nell'arco di 7 giorni; nel caso di un'eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano doveroso, nonché legittimo, in primo luogo sul piano delle competenze amministrative, intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di chiarire il contrasto con le misure disposte a livello statale dall'atto propositivo di un'amministrazione pubblica preposta alla tutela della salute, come l'ASP di Catanzaro.
(4-05143)
DE BONIS - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
l'Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, in riferimento alla promozione dei prodotti DOP e IGP in Cina, è fortemente preoccupata a causa di una recente richiesta che sembra essere stata avanzata dalle autorità cinesi, in virtù di una legge del 2017 nei confronti delle organizzazioni no profit, tra le quali figurerebbero anche i consorzi di tutela, di dotarsi di un rappresentante legale nella Repubblica popolare cinese per svolgere le normali attività, ovvero, per i consorzi di tutela, l'attività di promozione;
tale richiesta sarebbe in contrasto con l'accordo tra l'Unione europea e il Governo della Repubblica popolare cinese sulla cooperazione in materia di indicazioni geografiche e sulla loro protezione, entrato in vigore il 1° marzo 2021, che tutela nel Paese asiatico 100 prodotti DOP e IGP dell'Unione europea, di cui 26 sono specialità made in Italy;
l'accordo tutela dalle imitazioni e dalle usurpazioni circa 200 denominazioni d'origine e indicazioni geografiche europee e cinesi, riferite in gran parte a prodotti agroalimentari. L'Italia, con i suoi 26 prodotti tutelati, è il Paese europeo più rappresentato nell'elenco delle specialità comprese nell'accordo;
gli ostacoli che frappone la Cina alla promozione dei prodotti DOP e IGP mettono a rischio l'attività di promozione da parte dei consorzi di tutela italiani, con conseguenti aumenti dei costi;
il presidente di "Origin Italia", che appunto promuove le indicazioni geografiche, ha affermato che se dovesse essere confermato questo cambiamento di disciplina i consorzi di tutela rischierebbero di subire un'interruzione repentina delle attività promozionali in territorio cinese, con gravi ripercussioni in termini di visibilità del made in Italy ed esacerbando una situazione già critica a causa dei gravi danni riconducibili alla pandemia da COVID-19, che hanno colpito principalmente le attività promozionali dei consorzi come fiere ed esposizioni, essenziali per la crescita e la tutela delle indicazioni geografiche;
tale decisione, oltre ad oberare i consorzi di ulteriori incombenze e costi da sostenere ancora non chiari, potrebbe anche ledere l'autonomia delle iniziative consortili operanti in territorio cinese, allungarne le tempistiche e creare un vuoto nella tutela e nella promozione delle indicazioni geografiche;
data la rilevanza della materia, Origin Italia si è attivata sin da subito al fine di ottenere informazioni più dettagliate per vie brevi presso il Ministero politiche agricole alimentari e forestali e presso l'Agenzia ICE, senza tuttavia riuscire ad avere risposte chiare in merito;
considerato che:
il 17 marzo, in audizione alla 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato, è stato sottolineato e richiesto dal presidente di Origin Italia anche di prevedere un plafond nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dedicato al sistema delle DOP e IGP; un sistema collaudato che sia in grado di sviluppare progetti subito cantierabili per almeno 500 milioni di euro, con ricadute dirette di almeno 20.000 posti di lavoro e conseguenze positive dal punto di vista ambientale nell'ottica di una transizione ecologica del Paese;
il sistema delle DOP e IGP, infatti, vale 16,9 miliardi di euro, con 180.000 operatori e 285 consorzi di tutela, per questo è necessario che il PNRR possa procedere in modo spedito, "coerente" negli obiettivi ed "efficace" nella possibilità di coinvolgere in poche settimane le filiere interessate nella progettazione degli interventi, degli investimenti, dei fabbisogni di finanza propria e di quelli di derivazione del piano stesso;
grazie alle caratteristiche proprie del sistema delle indicazioni geografiche è possibile programmare la realizzazione di progettualità che possano coinvolgere contemporaneamente più prodotti DOP e IGP, nonché raggruppare sotto la stessa macro-progettualità più obiettivi delle componenti di intervento del piano. In particolare, Origin Italia auspica la pubblicazione di un bando con i criteri di dimensione massima di spesa correlata alla dimensione economica della singola DOP o IGP,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo intendano dare chiarimenti su quanto avanzato dalle autorità cinesi, in evidente contrasto con l'accordo siglato il 21 marzo e quali siano le misure che intendano mettere in atto per modificare la disciplina dei consorzi di tutela delle indicazioni geografiche nella Repubblica popolare cinese;
se ritengano utile prevedere uno stanziamento dedicato al sistema delle DOP e IGP nel PNRR, sistema in grado di sviluppare progetti immediatamente cantierabili, con un ritorno notevole per le aziende e l'economia del Paese in termini di infrastrutture, formazione, occupazione, sviluppo rurale ed entrate di natura economica.
(4-05144)
DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello della spesa, soprattutto in questo periodo di pandemia, crescono con aumenti che arrivano all'1,9 per cento per la verdura, fino al 4 per cento per la frutta. Tuttavia nei campi vi è una speculazione al ribasso, con i carciofi sottopagati nei campi della Puglia, dove non sono stati colpiti solo dal maltempo ma anche dall'invasione di prodotti provenienti da Egitto e Tunisia;
le statistiche dell'ISTAT, pur assegnando all'Italia la posizione di leader mondiale nella produzione di carciofi (si coltiva un terzo del totale mondiale), sottolineano le criticità del settore. L'Italia, infatti, è solo quarta tra i Paesi esportatori dietro a Spagna, Egitto e Tunisia e proprio i due Paesi africani stanno aggredendo in modo massiccio il mercato italiano con il loro prodotto. Emerge, così, da dati ISTAT relativi all'andamento dell'inflazione a dicembre, un aumento dei prezzi alimentari dello 0.8 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre si assiste ad una grave speculazione nei campi, dove il prezzo del carciofo brindisino, per esempio, è crollato al di sotto dei 15 centesimi;
i carciofi egiziani e tunisini sono facilmente riconoscili perché tutti perfettamente standardizzati, con i gambi della medesima lunghezza, deprivati di foglie e calibro uguale per ogni capolino. Le importazioni di carciofi provenienti da Egitto, Marocco e Tunisia nei porti di Bari, Brindisi, Genova, Gioia Tauro e Manfredonia inquinano il mercato, immettendo prodotto di scarsa qualità a prezzi stracciati e non manca il rischio che gli imprenditori agricoli possano decidere di non provvedere più alla loro raccolta, ritenendo poco remunerativa tale attività;
il comparto avrebbe bisogno di una seria programmazione per uscire dal momento di difficoltà e, nel contempo, andrebbe assicurata la possibilità ai consumatori di acquistare prodotto locale che, non essendo soggetto a lunghi tempi di trasporto, è garanzia di freschezza e genuinità uniche. In Puglia si producono 1.245.400 quintali di carciofi, di cui 475.000 solo nella provincia di Brindisi, una delle aree vocate soprattutto per i carciofi di pregio, tanto che il carciofo brindisino ha ottenuto il riconoscimento comunitario della indicazione geografica protetta;
non è possibile che un tale prodotto possa essere venduto a meno di 15 centesimi ciascuno. Si tratta di un'ingiustizia profonda che va combattuta rendendo più equa la catena del valore degli alimenti che vede, oggi, sottopagati i prodotti agricoli, spesso al di sotto dei costi di produzione e senza alcun beneficio per i consumatori;
occorre potenziare l'attività di contrasto e stringere le maglie ancora larghe della legislazione attraverso la riforma dei reati in materia agroalimentare, in quanto l'innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell'agroalimentare. In questo delicato momento afflitto dalla pandemia è più che mai necessario inasprire i controlli perché la situazione è inaccettabile in uno scenario di crisi, dove non si dovrebbe speculare sugli anelli più deboli della filiera, quali gli agricoltori e i consumatori;
di fronte ad un'emergenza senza precedenti serve maggiore responsabilità ed un'adeguata remunerazione dei prodotti agricoli, oltre che privilegiare nella distribuzione il made in Italy a tutela dell'economia, dell'occupazione e del territorio,
si chiede di sapere:
quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo al fine di dirimere queste gravi distorsioni del mercato, per la difesa delle produzioni agroalimentari, la tutela della qualità e della salubrità degli alimenti e il contrasto alle pratiche sleali;
se non ritenga necessario intensificare i controlli antifrode e revisionare il quadro di regole sulle sanzioni in modo da renderle più efficaci, maggiormente proporzionate agli illeciti e più organiche a livello settoriale, considerato che il quadro penale dei reati agroalimentari è fermo alle norme del codice del 1930.
(4-05145)
SANTANGELO, PAVANELLI, DONNO, MAUTONE, CORBETTA, ANASTASI, CROATTI, TURCO, VANIN, FEDE, LANZI, CAMPAGNA, TRENTACOSTE, GALLICCHIO, PIRRO, ROMANO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
la legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio per il 2021), commi 69 e 70 dell'art. 1, ha istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, per l'anno 2021, un fondo con una dotazione di 10 milioni di euro al fine di consentire ai Comuni di fare fronte con tempestività ai maggiori oneri di gestione in ordine ai procedimenti connessi all'erogazione del beneficio di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, e successive modificazioni (cosiddetto superbonus);
lo stanziamento è finalizzato a consentire ai Comuni l'assunzione, a tempo determinato e a tempo parziale e per la durata massima di un anno, non rinnovabile, di personale da impiegare ai fini del potenziamento degli uffici preposti agli adempimenti connessi al superbonus, che i Comuni possono utilizzare anche in forma associata, in deroga ai limiti di spesa stabiliti dall'articolo 1, commi 557, 557-quater e 562, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
il comma 70 prevede che il riparto delle risorse a ciascun Comune avvenga mediante decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'interno, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali;
considerato che:
nel silenzio della norma, che non ha indicato un termine entro il quale il decreto dovesse essere adottato, è stato previsto che il riparto delle risorse fosse effettuato in misura proporzionale sulla base delle motivate richieste dei Comuni, da presentare al Ministero dello sviluppo economico entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di bilancio per il 2021, e quindi entro il mese di gennaio 2021. Sebbene entro il predetto termine gli enti locali abbiano effettuato le richieste, nessuna notizia è pervenuta dai Ministeri interessati sui tempi necessari per l'emanazione del decreto;
secondo i dati forniti dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile dall'inizio dell'anno è stato registrato un aumento del 325 per cento di nuovi cantieri, passando da 1.636 a 6.959, e un aumento del 288 per cento del valore dei lavori, passando da 189 milioni di euro a 733,2 milioni di euro;
sono dati che, oltre a confermare l'efficacia del superbonus sul settore dell'edilizia, evidenziano la necessità di mettere immediatamente a disposizione degli enti territoriali, in larga parte già sotto organico, ulteriore personale in grado di adempiere ai maggiori oneri di gestione connessi all'applicazione della misura,
si chiede di sapere quale sia la tempistica per l'emanazione del decreto di cui al comma 70 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, anche in relazione alla procedura di raccordo prevista per l'adozione del decreto stesso.
(4-05146)
SANTANGELO, CROATTI, DONNO, FERRARA, TRENTACOSTE, PAVANELLI, CAMPAGNA, ROMANO, PIRRO, MONTEVECCHI, VANIN - Al Ministro della salute. - Premesso che:
in data 23 marzo 2021 risultano essere state somministrate 5.477.226 (pari al 9,18 per cento della popolazione) prime dosi di vaccino, mentre 2.552.563 (pari al 4,28 per cento della popolazione) risultano essere le persone complessivamente vaccinate con entrambe le dosi;
risulta che l'obiettivo del nuovo piano vaccini prevede un progressivo incremento del numero delle somministrazioni, fino a raggiungere il numero di 500.000 al giorno su base nazionale entro l'estate;
tra le categorie di soggetti attualmente aventi priorità nella vaccinazione contro il COVID-19, tuttavia, non rientrano le coppie abbinate in adozione internazionale che hanno necessità di recarsi all'estero al fine di conoscere i propri figli abbinati e completare la pratica di adozione internazionale;
nel 2020, nonostante le misure restrittive resesi necessarie per il contenimento dell'epidemia, sono state oltre 600 le adozioni internazionali concluse in Italia. Le difficoltà continuano a persistere a causa dell'estensione delle misure di contenimento, che implicano una riduzione dei voli e una specifica regolamentazione di prevenzione sanitaria diversa da Paese a Paese per i soggiorni temporanei all'estero;
a titolo esemplificativo, per gli spostamenti dall'Italia all'Ucraina attualmente è necessario conseguire un PCR test con esito negativo eseguito non oltre le 48 ore dall'arrivo nel Paese oppure sottoporsi a test all'arrivo nel Paese, oppure ancora sottoporsi ad isolamento fiduciario per un periodo di 14 giorni. Per gli spostamenti dall'Italia alla Repubblica ceca, invece, si richiede l'avere effettuato un tampone antigenico o PCR test rispettivamente entro le 24 o 72 ore prima della partenza ed effettuare un test PCR entro 5 giorni dall'arrivo restando in autoisolamento fino alla notifica del risultato negativo del test. Non dissimile la situazione per gli spostamenti verso altri Paesi del Sud America, dei quali sono originari numerosi bambini adottati da coppie italiane;
alle citate misure si aggiungono anche le numerose restrizioni presenti sul territorio degli Stati esteri di soggiorno, nonché le misure previste per il rientro in Italia;
considerato che al momento si contano circa 300 coppie cui è già stato dato l'abbinamento e che sono in attesa di partire. A fronte delle migliaia di dosi in arrivo nelle prossime settimane, poche sarebbero, dunque, quelle necessarie al fine di immunizzare le coppie che avranno necessità di recarsi all'estero per completare il percorso adottivo, sottraendo i bambini ad altri lunghi giorni in attesa delle loro nuove famiglie,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle difficoltà in cui incorrono, a causa delle misure restrittive presenti, le coppie abbinate che hanno necessità di un breve soggiorno all'estero al fine di completare il percorso di adozione internazionale;
se ritenga di prevedere tra le categorie aventi diritto prioritario alla somministrazione vaccinale contro il COVID-19 le coppie abbinate che hanno necessità di recarsi all'estero per conoscere i propri figli e completare la pratica di adozione, considerando a seguito della somministrazione anche una riduzione degli obblighi di accertamento sanitario a loro carico al fine di facilitare i suddetti spostamenti.
(4-05147)
MATRISCIANO, LANZI, DONNO, PELLEGRINI Marco, PIRRO, NATURALE, L'ABBATE, CAMPAGNA, TRENTACOSTE, FERRARA, ROMANO, PRESUTTO - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
si apprende da fonti giornalistiche che, in data 20 marzo 2021, a Pozzolo Formigaro (Alessandria) la linea in trincea del terzo valico è stata inondata. Si è creato un vero e proprio lago dove sarà realizzata la galleria artificiale nella quale dovrà transitare il futuro treno merci veloce tra Genova e Tortona (Alessandria), come si legge on line su "giornale7" il 20 marzo 2021;
il rischio di intercettare le falde in questa tratta di pianura era stato sollevato in passato dai comitati e dalle associazioni contrarie all'opera, una previsione che purtroppo si sta verificando e che sta preoccupando numerosi cittadini,
la falda acquifera aveva già creato problemi tra fine 2019 e inizio 2020 tra Novi, Pozzolo e Rivalta Scrivia quando all'epoca si era alzata di ben 7 metri dopo le alluvioni di ottobre e novembre 2019, con decine di cantine allagate a distanza di mesi. Anche i cantieri del terzo valico erano stati allagati. A seguito di tali avvenimenti l'osservatorio ambientale del terzo valico aveva però escluso che la situazione fosse causata dallo scavo della linea ferroviaria dichiarando che: "La galleria artificiale è orientata secondo la direzione di scorrimento della falda e quindi non ha creato la temuta diga che potrebbe far innalzare la falda stessa";
gli abitanti della zona fanno però notare che le cantine non si erano mai allagate a memoria d'uomo, neppure durante la precedente alluvione del 2014 e che "stavolta non ci sono cantine allagate ma un vero e proprio lago" e che nel cantiere del terzo valico si usano spesso le idrovore per eliminare l'acqua vista la presenza in questa tratta di una falda che ha escursioni stagionali e può raggiungere quote tali da intercettare i lavori in corso,
si chiede di sapere:
se sia possibile che gli scavi abbiano intercettato la falda;
come il consorzio COCIV intenda risolvere il problema dell'allagamento della linea operativa.
(4-05148)
DE CARLO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
sono tante le categorie produttive messe in ginocchio da un'emergenza pandemica che perdura da oltre un anno; alcune facilmente individuabili, altre di cui si parla poco, ma non per questo meno importanti per il tessuto economico e il sostentamento di numerose famiglie;
una delle categorie che ha sofferto pesantemente le conseguenze della crisi economica è quella degli "spettacoli itineranti" e dei lavoratori dei lunapark, tra cui i circensi: la chiusura di aree attrezzate con giostre e singole attrazioni è un problema che dallo scorso anno non sembra trovare soluzione;
a Catanzaro, ma anche in Sicilia e in molte altre regioni italiane, gli operatori del settore hanno organizzato manifestazioni pacifiche per chiedere di tornare a lavorare, ovviamente nel pieno rispetto delle misure di contenimento dei contagi;
senza alcuna prospettiva di riapertura, né adeguate misure di sostegno al reddito, dopo un anno di chiusure, questi lavoratori, spesso stagionali, non riescono più a sostenere i costi di manutenzione che servono alle attrezzature con tecnologie avanzate, né i costi per gli automezzi, le assicurazioni e tutte le altre spese fisse, con il rischio di non sostenere più le famiglie;
come testimoniato da Gianluca Cavedo, rappresentante degli operatori dello spettacolo viaggiante, "La pandemia ha messo in ginocchio anche il settore dello spettacolo itinerante. Prima del lockdown operavano circa un centinaio di complessi circensi sul territorio nazionale, ad oggi molto probabilmente più della metà non sarà in grado di poter far ripartire la propria attività, con una importante perdita importante di posti di lavoro. Il circo, arte millenaria, ha la necessità per sopravvivere di avere uno stato che non lo abbandoni e lo tenga in considerazione per la cultura e professionalità che esprime con artisti osannati all'estero e purtroppo dimenticati in patria. Quando si parla di spettacolo, si menzionano il cinema, la danza è il teatro e si dimentica la più antica arte, quella circense, che ha fatto scuola a tutte le forme di spettacolo citate poc'anzi. Si chiede di poter lavorare seguendo tutte i protocolli del caso e di poter far tornare il sorriso con la nostra arte e professionalità un'Italia che ne ha un estremo bisogno";
l'articolo 1 della legge 18 marzo 1968, n. 337, dispone espressamente: "Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore";
la scelta sul proseguimento del lavoro delle imprese del settore, che appartengono al 90 per cento ad imprese a conduzione familiare, è stata finora demandata alla discrezionalità dei sindaci, che il più delle volte hanno optato per una chiusura generalizzata,
si chiede di sapere se e quali immediate iniziative di competenza si intenda assumere per pianificare la riapertura in sicurezza degli "spettacoli itineranti" e delle aree attrezzate con giostre e per le attività circensi attraverso l'adozione di protocolli e misure uniformi su tutto il territorio nazionale.
(4-05149)
PARAGONE - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
Innovazione apprendimento lavoro (IAL) è la più grande rete di società con responsabilità limitata con la qualifica di impresa sociale operanti in Italia nel campo della formazione professionale e continua. Fondato su iniziativa della CISL nel 1955, per promuovere la tutela del lavoro, a partire dalla qualificazione professionale dei lavoratori e dalla competitività delle imprese, ha acquisito nel tempo una posizione di leadership nell'offerta di servizi, attività e percorsi di formazione rivolti sia alle persone che alle organizzazioni, anche grazie ad un'estesa rete di partner, in Italia e all'estero, così come è possibile leggere nella sezione dedicata sul portale dell'ente. Lo IAL è iscritto al registro delle imprese della camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Roma, ha sede legale a Roma ed è presente con sedi locali anche in molte regioni d'Italia;
stando a quanto consta all'interrogante, lo IAL è stato accreditato presso la Regione Siciliana, Assessorato per l'istruzione e la formazione professionale, e Assessorato per il lavoro, fino al 2013, quando l'accreditamento sarebbe stato revocato per gravi e reiterate inadempienze nei confronti dei circa 900 dipendenti, Agenzia delle entrate e INPS. Fino ad allora, lo IAL avrebbe fra l'altro ricevuto, per requisiti e finalità, cospicui contributi provenienti dal fondo sociale europeo. Secondo un'indagine condotta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo, lo IAL-CISL Sicilia, fra il 2010 e il 2012 avrebbe ricevuto contributi pari a 118.243.634,71 euro, attivando però contestualmente dal luglio al dicembre 2011 la cassa integrazione guadagni in deroga per i propri dipendenti, attraverso un accordo sindacale sottoscritto con le sigle CGIL, UIL e CISL, rinnovata poi nel 2012 a rotazione a zero ore per circa 580 unità. Tali accordi sarebbero stati sottoscritti rispettivamente presso l'Assessorato regionale per il lavoro e presso l'ufficio provinciale del lavoro di Palermo;
per l'anno 2013 la cassa integrazione avrebbe riguardato tutti i lavoratori delle politiche attive del lavoro, impiegati nei cosiddetti sportelli multifunzionali, pari a circa 280 unità. Gli altri lavoratori, addetti all'area della formazione in aula, sarebbero stati retribuiti soltanto dal mese di gennaio al mese di aprile, nonostante, come detto sopra, l'ente avesse ricevuto per quell'anno contributi. Nel 2014, dopo la revoca dell'accreditamento del giugno 2013 e la conseguente chiusura di tutte le sedi formative in Sicilia, 584 dipendenti sarebbero stati posti in cassa integrazione in deroga per in 12 mesi dell'anno, con accordo sindacale firmato solo il 23 settembre 2014. Stando a quando risulta all'interrogante, nel 2015 l'intero organico sarebbe rimasto senza retribuzione, senza accordo di sospensione, con rapporti di lavoro in essere, e lo IAL non avrebbe ottemperato agli adempimenti fiscali e contributivi. Solo nel 2016 con decreto INPS 28 novembre 2016 sarebbe stata accordata la cassa integrazione guadagni a carico della Regione Siciliana per 566 lavoratori, per il periodo dal 1° gennaio-31 maggio 2015;
considerato che lo IAL Sicilia aveva sede a Palermo all'interno di un immobile edificato con finanziamenti pubblici, per un importo complessivo di 118 milioni di lire, erogati dal Ministero del tesoro e dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel 1971, stabilendo che, in caso di interruzione dell'attività formativa dello IAL, l'immobile sarebbe dovuto rientrare nelle disponibilità della Regione, cosa che ad oggi non risulterebbe avvenuta;
considerato altresì che, a quanto risulta all'interrogante:
nel dicembre 2015 è stato dichiarato il fallimento dell'ente e nominato un curatore fallimentare dal Tribunale di Palermo, a seguito della sentenza di fallimento IAL-CISL Sicilia n. 175 del 21 dicembre 2015;
nell'aprile 2016, con procedura ex legge n. 223 del 1991, sono stati risolti i rapporti di lavoro con i 500 dipendenti, mentre, contestualmente, alcune unità lavorative, che avevano ricoperto il ruolo di dirigenti sindacali CISL, sarebbero state trasferite presso l'Associazione nazionale famiglie degli emigrati di Messina, dove sarebbero state poste immediatamente in aspettativa ai sensi della legge n. 300 del 1970 con contributi a carico dell'INPS,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti;
se, per quanto di competenza, abbia verificato o intenda verificare la regolarità delle erogazioni in favore dello IAL Sicilia, considerato il contestuale ricorso alla cassa integrazione guadagni in deroga;
se, per quanto di competenza, intenda intervenire per salvaguardare i livelli occupazionali chiarendo la regolarità degli interventi avviati dalle autorità regionali al medesimo scopo, sia nella fase di gestione che di liquidazione dell'ente;
se, per quanto di competenza, ritenga di intervenire affinché l'immobile citato, sede dello IAL Sicilia, possa rientrare nelle disponibilità della Regione Siciliana.
(4-05150)
LANNUTTI, CORRADO, ABATE - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:
secondo la Direzione investigativa antimafia (DIA) il Lazio è diventato una sorta di "laboratorio criminale" dove le mafie tradizionali "interagiscono, in equilibrio e secondo una logica di spartizione degli interessi, con associazioni criminali autoctone, con la prospettiva di sviluppare affari condivisi per il controllo del territorio", grazie anche a "una progressiva integrazione, conseguente ad una coesistenza ultradecennale tra le varie forme di criminalità". In particolare, il sud pontino e? caratterizzato dalla presenza di esponenti delle 'ndrine calabresi ed elementi dei clan camorristici. Ma anche da famiglie di sinti stanziali, come i Di Silvio, protagonisti di un salto di qualità criminale che ha permesso agli inquirenti di contestare loro l'associazione mafiosa;
Terracina ha "scoperto" le infiltrazioni mafiose il 23 agosto 2012, in occasione dell'omicidio del camorrista Gaetano Marino, all'epoca marito di Tina Rispoli (salita recentemente agli onori delle cronache per il matrimonio con il cantante neomelodico Tony Colombo). Quell'efferato assassinio rappresenta infatti la cartina di tornasole di quanto avviene ormai da decenni nel basso Lazio, e in particolare a Terracina, dove 'ndrangheta e camorra controllano tutto, con l'ausilio di clan autoctoni. Il 19 febbraio 2021, i due killer di Marino, Arcangelo Abbinante e di Giuseppe Montanera, sono stati condannati all'ergastolo. Dal processo è emerso il ruolo preponderante dei basisti, che ha permesso di aprire uno squarcio sulla fitta rete di connivenze garantite da persone del luogo, e che conferma il ruolo di Terracina come comodo rifugio dei clan. In numerosi processi, poi, sarebbe comprovata la contiguità dei clan alla politica. Operazioni come "Alba Pontina" hanno infatti accertato il ruolo dei Di Silvio nella "gestione" della campagna elettorale alle amministrative del 2016 a Terracina, in favore dell'ex consigliera regionale del Pdl Gina Cetrone, provvedendo all'affissione dei manifesti elettorali e condizionando le preferenze degli elettori. Illeciti per cui sono finiti a processo, tra gli altri, sia Cetrone sia tre appartenenti al clan Di Silvio, Armando detto Lallà e i figli Samuele e Gianluca. Tutti accusati, a vario titolo, anche di estorsione e violenza privata, aggravate dal metodo mafioso, per un'altra vicenda: la Cetrone e l'ex marito Umberto Pagliaroli 5 anni fa avrebbero ingaggiato i Di Silvio per compiere estorsioni ai danni di un imprenditore. Episodi, questi, che sarebbe solo la punta dell'iceberg: per diversi pentiti i Di Silvio avrebbero dialogato in questi anni con parti della politica e del calcio locale. Così sotto la lente degli investigatori sarebbero finite, oltre alle amministrative 2016 a Terracina, anche le politiche del 2013, le amministrative a Latina del 2011 e del 2016, e vicende che riguardano minacce ad amministratori locali;
considerato, inoltre, che, per quanto risulta agli interroganti:
nei giorni scorsi a Terracina è stato sequestrato l'ennesimo stabilimento balneare. Si tratta del "Piccola Oasi", in viale Circe XXIV Traversa, ed è una delle unità locali della Gimava S.r.l. che, a quanto risulta, al mese di ottobre 2020, l'avrebbe ceduta in affitto nel mese di giugno 2020 al gestore "Oasi Sea Park srls". Come per analoghe indagini, risulterebbero carenti i titoli edilizi e demaniali e i presupposti di legge per la loro emissione, soprattutto in relazione all'aumento delle superfici coperte e delle volumetrie, in contrasto con il piano di utilizzazione degli arenili (PUA) e in violazione dei piani paesaggistici e di tutte le norme poste a tutela del paesaggio e dell'ambiente marino e costiero. L'inchiesta ha evidenziato come tali abusi non siano casi isolati. Anzi. Il 23 dicembre 2020, ad esempio, sono stati apposti i sigilli allo stabilimento balneare "La Vela", in viale Circe, e il 31 dicembre 2020 al cantiere dove era in corso la costruzione di un nuovo lido costituito da due fabbricati di 5 piani, area edificabile di 4.000 metri quadrati e volumetria pari a 13.000 metri cubi, mediante un'operazione di demolizione e ricostruzione, con un ampliamento volumetrico di oltre l'800 per cento, e cambio di destinazione d'uso di un immobile di proprietà della ex onlus "Fondazione Società Romana Pro-Infantia", acquistato dalla "Residenze Circe srl". Al vaglio degli inquirenti sarebbe finita, in particolare, la "variante di Natale", una variante urbanistica adottata dal Comune proprio durante le festività natalizie, per mezzo della quale sarebbero stati ceduti alla nuova proprietà della ex "Pro-Infantia" aree destinate al verde e parcheggi per consentire la realizzazione del nuovo faraonico progetto. A preoccupare gli inquirenti sarebbero state anche le ennesime proroghe fino al 2033 delle concessioni demaniali, e si sta cercando di stabilire se le stesse siano legittime a fronte delle numerose licenze suppletive e autorizzazioni di destagionalizzazione che il Comune di Terracina ha emesso alla luce della nuova procedura di infrazione avviata dall'Europa contro l'Italia e in assenza del PUA, datato 2003, non ancora uniformato e adeguato alla vigente legislazione regionale. In poche parole, il Comune di Terracina avrebbe potuto rilasciare solo autorizzazioni relative agli interventi di manutenzione, conformemente alle "norme di salvaguardia" stabilite dalla legge regionale n. 24 del 1998. Per questa vicenda hanno protestato anche le associazioni ambientaliste locali. Di tutta risposta, il 25 gennaio 2021, durante un intervento in Consiglio comunale, anziché mantenere equilibrio e terzietà rispetto al caso che coinvolge anche gli Uffici comunali, il vicesindaco ha attaccato, a distanza, un esponente di Legambiente;
il comando provinciale della Guardia di finanza di Latina, tra il 2014 e il 2016 ha effettuato 48 accertamenti nel territorio pontino, stimando un danno erariale alle casse dello Stato di 100 milioni di euro. Sotto osservazione è finito anche il settore dei pubblici appalti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Terracina, dove preliminari accertamenti istruttori ha consentito di acclarare reati di frode in pubblica fornitura, truffa ai danni dello Stato, nonché violazioni in materia ambientale, segnalati alla competente Procura della Repubblica. A quanto risulta, sarebbero stati conteggiati camion di rifiuti vuoti, gestiti dalla "Servizi Industriali", addebitando al Comune di Terracina lo smaltimento mai avvenuto. Benché la documentazione su questa vicenda del 2013 sia stata inviata alla Procura di Latina, a otto anni di distanza non si conosce ancora l'esito dell'indagine,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se intendano intraprendere, nell'ambito e nei limiti delle rispettive competenze, idonee iniziative, affinché siano condotte indagini approfondite sulle vicende, a soccorso di un territorio dove la criminalità organizzata ha raggiunto picchi inquietanti e, nel contempo, cresce il livello di sfiducia verso le istituzioni da parte della popolazione locale;
se ritengano di disporre l'invio di commissari ministeriali, al fine di verificare l'esistenza o meno sul territorio di Terracina, e più in generale del basso Lazio, di lobby affaristico-istituzionali o politico-malavitose, atte a condizionare anche l'attività istituzionale;
se si ritengano sufficienti gli organici di forze dell'ordine, polizia giudiziaria, Guardia di finanza e magistrati per fare fronte e tentare di sconfiggere nei territori in oggetto quel radicato sistema criminale, il quale, analogamente alla gramigna, sembra difficile da estirpare;
se il Ministro della giustizia ritenga opportuno attivare i propri poteri ispettivi presso la Procura della Repubblica di Latina, al fine di verificarne il modus operandi che appare tardivo, trattandosi di fatti che hanno procurato un danno erariale importante allo Stato, come già valutato dalla Guardia di finanza.
(4-05151)
PAPATHEU - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
in data 20 marzo 2021 il presidente Erdogan ha ritirato la Turchia dalla Convenzione di Istanbul del 2011 che obbligava tutti i Paesi firmatari ad adottare all'interno della rispettiva legislazione nazionale misure volte a contrastare la violenza sulle donne, in particolar modo la violenza domestica e altre forme di violenza quali la violenza coniugale e le mutilazioni genitali femminili. Successivamente all'incomprensibile e preoccupante scelta del Governo turco, in tutto il Paese si sono svolte manifestazioni di protesta che hanno visto la partecipazione nelle piazze delle principali città della Turchia di migliaia di donne. La loro voce, manifestata anche attraverso le associazioni nazionali per i diritti delle donne, fa eco ai terribili dati che mostrano come la violenza sulle donne in Turchia sia purtroppo ancora diffusa. Si stima che lo scorso anno in Turchia sarebbero state uccise almeno 300 donne all'interno della propria sfera familiare;
Josep Borrell, capo della politica estera della UE, ha invitato la Turchia a revocare la sua decisione di lasciare la Convenzione di Istanbul, affermando il proprio rammarico nei confronti della decisione che "rischia di compromettere la protezione dei diritti fondamentali delle donne e delle ragazze";
in data 18 marzo 2021 si sono tenute consultazioni tra il vice Ministro degli esteri Faruk Kaymakci e il segretario generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ambasciatrice Elisabetta Belloni, in merito al rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare nell'ambito delle relazioni bilaterali con la Turchia, e se ritenga di valutare possibili iniziative volte al contrasto sulla violenza delle donne tramite l'ambasciata italiana ad Ankara.
(4-05152)
AUDDINO, NOCERINO, GRANATO, GIANNUZZI, CAMPAGNA, TRENTACOSTE, D'ANGELO, LANNUTTI, MAUTONE, PUGLIA, ANGRISANI, CROATTI, ROMANO, PRESUTTO, MATRISCIANO, ROMAGNOLI, CASTALDI, PELLEGRINI Marco - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. - Premesso che in data 27 novembre 2020 il Consiglio dei ministri ha nominato il nuovo commissario ad acta per l'attuazione del vigente piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria, secondo i programmi operativi di cui all'articolo 2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e successive modificazioni, affidandogli l'incarico prioritario di attuare i programmi operativi 2019-2021 di prosecuzione del piano di rientro nonché di tutti gli interventi necessari a garantire, in maniera uniforme sul territorio regionale, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità;
considerato che:
la figura del commissario ad acta è stata rafforzata da alcune disposizioni contenute nel decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150 ("decreto Calabria bis");
l'articolo 1, comma 2, prevede che il commissario espleti il proprio incarico con le dotazioni di personale, di uffici e di mezzi che la Regione Calabria è tenuta a mettere a disposizione del commissario con un contingente minimo costituito da 25 unità di personale, dotato di adeguata esperienza professionale, appartenente ai ruoli regionali in posizione di distacco obbligatorio o da acquisire tramite interpello, in posizione di comando, da enti pubblici regionali e da enti del servizio sanitario regionale;
dispone anche che in caso di inadempienza da parte della Regione nel fornire il necessario supporto, il commissario ad acta ne dà comunicazione al Consiglio dei ministri e invita la Regione a garantire il necessario supporto entro 30 giorni. In caso di perdurante inadempienza il Ministro della salute, previa delibera del Consiglio dei ministri, adotta, ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione, le necessarie misure per il superamento degli ostacoli riscontrati, anche delegando il commissario ad assumere gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali necessari;
il comma 3, dell'articolo 1, dispone che il commissario sia affiancato da uno o più sub commissari, in numero comunque non superiore a 3, di qualificata e comprovata professionalità ed esperienza in materia di gestione sanitaria e in materia amministrativa;
considerato altresì che agli interroganti risulta che la struttura commissariale, ad oggi, è incompleta essendo sprovvista dell'adeguato supporto previsto nonostante persista una grave condizione emergenziale aggravata dalla pandemia,
si chiede di sapere quali iniziative si intenda intraprendere al fine di verificare l'effettivo funzionamento della struttura commissariale e se essa sia stata messa nelle reali condizioni di potere adeguatamente operare e perseguire gli obiettivi per i quali è stata preposta.
(4-05153)
DE BONIS - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
le ultime sezioni unite della Cassazione n. 19597/2020 sulla mora usuraria ribadiscono che "La disciplina antiusura si applica agli interessi moratori, intendendo essa sanzionare la pattuizione di interessi eccessivi convenuti al momento della stipula del contratto quale corrispettivo per la concessione del denaro, ma anche la promessa di qualsiasi somma usuraria sia dovuta in relazione al contratto concluso";
nonostante la validità dell'assunto, successivamente nelle motivazioni della sentenza si legge che ciò che importa sia la rilevanza usuraria del tasso concretamente applicato al momento della mora effettiva (''rileva unicamente il tasso che di fatto sia stato richiesto ed applicato al debitore inadempiente"): a fronte della pattuizione ab origine di un tasso di interesse moratorio usurario, ove il tasso moratorio in concreto applicato sia, invece, sotto soglia, esso sarà dovuto, senza che possa farsi valere la sentenza di accertamento, che non ha considerato il tasso effettivamente applicato dopo l'inadempimento;
tale assunto, per quanto autorevole, non può essere condiviso. Esso difatti finisce per spostare la delibazione dell'usurarietà del tasso dal momento della pattuizione al momento dell'effettivo pagamento, in aperto contrasto con la chiarissima ratio legis per la quale ciò che rileva, ai fini usura, è il momento della pattuizione degli interessi oltre soglia "indipendentemente dal momento del loro pagamento'' (decreto-legge n. 394 del 2000): invero, seguendo la tesi sulla mora usuraria, l'effettivo pagamento diviene, in realtà, l'elemento dirimente per applicare gli apparati rimediali, sicché vi sarebbe uno stravolgimento anche della natura del reato di usura che, codificato dal legislatore come reato di pericolo, verrebbe ad essere trasformato in un reato di danno;
se si va oltre tale definizione, non sarebbe peregrino affermare che le sezioni unite abbiano negato rilevanza ai reati di pericolo in generale, poiché, se al pericolo non segue il danno, la condotta criminosa che ha esposto il bene protetto al pericolo non sarebbe perseguibile o sanzionabile;
per fare un esempio banale, si pensi alla minaccia di percuotere (pattuizione usuraria) qualcheduno: secondo tale tesi, se la percossa (pagamento) poi non seguirà la minaccia, questa non sarebbe perseguibile; lo stesso se, in luogo della percossa, vi sarà poi una carezza (tasso effettivo applicato entro soglia): è chiaro che una tale impostazione concettuale, se condivisa come principio di diritto, depenalizzerebbe i reati di pericolo, il che, naturalmente, non è neanche immaginabile;
deve dunque darsi senz'altro preferenza alle precedenti sentenze della Cassazione, sezioni unite, 19 ottobre 2017, n. 24675: "Sarebbe pertanto impossibile la qualificazione di un tasso come usurario senza fare applicazione dell'art. 644 cod. pen", "ai fini dell'applicazione" del quale, però, non si può fare a meno, perché così impone la norma di interpretazione autentica, di considerare "il momento in cui gli interessi sono convenuti, indipendentemente dal momento del loro pagamento": con tale ratio è senz'altro coerente una disciplina che dà rilievo essenziale al momento della pattuizione degli interessi, valorizzando in tal modo il profilo della volontà e dunque della responsabilità dell'agente;
quanto all'apparato rimediale sancito dall'art. 1815 del codice civile per il quale "Se sono convenuti interessi usurari la clausola è nulla e non sono dovuti interessi", atteso che le sezioni unite, 19 ottobre 2017, n. 24675, estensore De Chiara, hanno sancito che: "Una sanzione (che implica il divieto) dell'usura è contenuta, per l'esattezza, anche nell'art. 1815, secondo comma, cod. civ. - pure oggetto dell'interpretazione autentica di cui si discute - il quale però presuppone una nozione di interessi usurari definita altrove, ossia, di nuovo, nella norma penale integrata dal meccanismo previsto dalla legge n. 108. Sarebbe pertanto impossibile operare la qualificazione di un tasso come usurario senza fare applicazione dell'art. 644 cod. pen", affermando molto chiaramente che definizione e perimetro della nozione di interesse dell'art. 1815 del codice civile sono da rinvenirsi nell'art. 644 del codice penale (il quale, come noto, integrato con il meccanismo della legge n. 108 del 1996, non descrive un interesse nominale, ma il costo complessivo del credito, al netto di imposte e tasse, ovvero il TEG). Da tali autorevoli approdi si trae una perfetta specularità semantica e sistematica nella nozione di interesse tra i due articoli per cui, qualora sia il TEG pattuito ad essere debordante (e non il singolo tasso nominale), la conseguenza sanzionatoria ex art. 1815 del codice civile non può che essere la non debenza (non del singolo interesse nominale) di tutto ciò che rientra nel perimetro del TEG secondo, cioè, la nozione lata di interesse normata dall'art. 644 del codice penale;
infine, da ultimo, la sentenza della Cassazione civile, sezione III, 20 maggio 2020, n. 9237, presidente Armano, relatore Cricenti, ripete che "Il momento determinante, per la valutazione del superamento della soglia consentita, è proprio la pattuizione, a prescindere dalla effettiva corresponsione degli interessi; questi ultimi devono ritenersi in misura illegittima se sono pattuiti in quella misura, a prescindere dalla circostanza che il creditore li abbia effettivamente riscossi (art. 644 c.p.). Del resto le Sezioni Unite di questa Corte hanno chiarito che l'usura si determina al momento della pattuizione e che, ove questa sia nei limiti, ed il tasso diventi superiore (e dunque usuraio) per effetto di circostanze sopravvenute (c.d. usura sopravvenuta), non può ritenersi la nullità (Cass. 24675/2017), segno che quest'ultima si valuta al momento della convenzione, senza riguardo alla effettiva riscossione",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non sia del parere che si possa affermare che la promessa usuraria sia l'impegno contrattualizzato di pagare all'intermediario promissario un costo complessivo (TEG) usurario, in ossequio al principio di onnicomprensività codificato dall'art. 644 del codice penale, per il quale "Per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito", promessa che si connota come illecita ex se, a prescindere dall'effettivo futuro pagamento;
se non ritenga che la verifica vada effettuata con riferimento alle condizioni contrattuali e all'entità del credito erogato originariamente pattuite e debba consistere in un giudizio ex ante da collocarsi temporalmente al momento della pattuizione del contratto bancario, indipendentemente dall'effettiva corresponsione del costo, come la suprema Corte ha ormai a più riprese confermato avendo sempre ripetuto l'autosufficienza giuridica della condotta criminosa ex art. 644 del codice penale del "farsi promettere" (cioè senza necessità della successiva datio), in ordine alla capacità perfezionativa del reato e generativa dei legiferati effetti sanzionatori in sede civile (art. 1815 del codice civile) ed in sede penale (art. 644 del codice di procedura civile): si veda la sentenza della Cassazione penale, II sezione, 8 ottobre 2015, n. 40380: "quando la promessa del corrispettivo, in tutto o in parte, non viene mantenuta, il reato si perfeziona con la sola accettazione dell'obbligazione rimasta inadempiuta (v. Cass. sez. II, sent. n. 37693/2014 rv. 260782; sez. II, sent. n. 33871/2010 rv. 248132; sez. F, sent. n. 32362/2010 rv. 248142; sez. II, sent. n. 26553/2007 rv. 237169; sez. II, sent. n. 11837/2003 rv. 228381)";
ovvero, in estrema sintesi, se non ritenga, in caso di usurarietà pattizia del TEG promesso dal finanziato per ciascuno degli scenari potenzialmente verificabili ex contractu (quello fisiologico ovvero quelli previamente estintivi, quali estinzione anticipata o risoluzione per inadempimento) che al mutuante spetterà solo il capitale erogato, il tutto in conformità alla ratio legis della legge n. 108 del 1996 protesa all'inasprimento della sanzione a carico dell'usuraio, con la privazione tout court della remunerazione;
quali iniziative intenda intraprendere perché venga confermato il principio secondo cui il reato di usura risieda nel contratto stesso e si perfezioni con esso, indipendentemente dal fatto che successivamente vi sia o meno un'effettiva datio del costo usurario ed indipendentemente dal tasso che sia concretamente applicato.
(4-05154)
DE BERTOLDI, DE CARLO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
secondo quanto risulta da un articolo pubblicato lo scorso 22 marzo sul quotidiano on line "Il Dolomiti", il consigliere regionale e provinciale del Gruppo Fratelli d'Italia della provincia autonoma di Bolzano Alessandro Urzì, è stato oggetto di una lettera minatoria recapitata in forma anonima, contenente la seguente minaccia: "Gli italiani devono morire? Basta attacchi agli Schützen altrimenti il sangue italiano scorrerà sulle strade dell'Alto Adige";
il messaggio, a giudizio degli interroganti delirante, proveniente per posta dall'Austria, rappresenta a giudizio dello stesso esponente di Fratelli d'Italia un'intimidazione grave inviata non soltanto alla sua persona, ma all'intera società civile della provincia di Bolzano (ed in particolare agli italiani che vivono in quel territorio); il fatto non è nuovo, considerato che lo stesso Urzì, nel recente passato, è stato oggetto di minacce di morte e insulti personali provenienti attraverso i social media, finalizzati ad intimidirlo per la sua attività politica in ambito locale;
la lettera, che nel frattempo è stata consegnata alla polizia che aprirà un'indagine, a giudizio degli interroganti, conferma nuovamente come vi sia da tempo una situazione di evidente gravità e intolleranza nel territorio, tesa a fomentare i sentimenti secessionisti e antitaliani, presenti in Alto Adige, da parte di coloro che, in un numero esiguo, sono intenzionati a prevaricare sulla stragrande maggioranza dei concittadini italiani e degli austriaci, composta da persone per bene che respingono le provocazioni e le cattiverie, ma soprattutto la violenza, verbale e certamente fisica,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
quali valutazioni intenda esprimere in relazione alla vicenda, in cui la lettera minatoria rappresenta un ulteriore e grave episodio di violenza nei riguardi del consigliere regionale di Fratelli d'Italia, la cui attività politica da lui liberamente esercitata appare gravemente minacciata da soggetti intenzionati a diffondere odio e insulti;
quali iniziative urgenti di competenza il Ministro in indirizzo intenda infine assumere, al fine di individuare l'autore della lettera inviata ad Urzì e prevedere di conseguenza adeguate e severe misure sanzionatorie nei riguardi dell'autore del grave gesto.
(4-05155)
AIMI, MALAN, RIZZOTTI, BARBONI, PAGANO, CALIENDO, DAL MAS, TOFFANIN, FERRO, GASPARRI, PEROSINO, TIRABOSCHI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
le ex Officine meccaniche reggiane, nella città di Reggio Emilia, sono una parte importantissima della storia cittadina e con essa hanno un profondo legame storico e culturale: fondate nel 1904, operarono per oltre 90 anni e in vari settori produttivi, come quello ferroviario, agricolo, aeronautico, alimentare. Nel 1941 arrivarono a contare oltre 11.000 dipendenti, occupando un'area di 600.000 metri quadrati a nord della città. Per anni sono state il cuore pulsante di Reggio Emilia: dal 2012, inoltre, risulta depositato, presso il polo archivistico di Reggio Emilia, l'archivio storico delle Officine reggiane. Si tratta di uno degli archivi industriali più importanti a livello nazionale, che testimonia il lavoro e l'opera di questi stabilimenti nel corso dei decenni;
purtroppo, da diversi lustri, le strutture che un tempo ospitavano le ex Officine sono ormai in stato di totale abbandono e preda del più totale degrado. Tutta la zona è da tempo tristemente nota per violenza e criminalità comune;
di recente, l'inviato della trasmissione televisiva "Striscia la Notizia", Vittorio Brumotti, si è recato alle ex Officine per documentare il terribile stato di abbandono dell'area. Arrivato qui è stato "accolto" con insulti, minacce, lanci di sassi e bottiglie da parte di persone recatesi ai piani alti degli stabilimenti in disuso. Solo l'intervento della polizia ha posto fine all'aggressione;
nell'area, da tempo, vivono numerosi extracomunitari di origine africana, non solo spacciatori, in condizioni di povertà estrema, in una situazione sconcertante e molto pericolosa anche dal punto di vista sanitario;
appare agli interroganti davvero assurdo e illogico che a distanza di anni non si sia ancora trovata una soluzione adeguata per le ex Officine reggiane e per le persone che ci vivono, nonostante la situazione sia ampiamente nota alle istituzioni. Ciò vale ancor più in questo periodo di pandemia, durante il quale dovrebbero essere ridotti al minimo i rischi sanitari;
le ex Officine reggiane ad oggi appaiono dunque come una "cittadella di nessuno", preda dello spaccio, del degrado e della povertà: le istituzioni hanno il dovere di intervenire con urgenza anche a fronte di quanto messo in luce dal citato servizio giornalistico;
l'area andrebbe indubbiamente restaurata e riqualificata: al suo interno potrebbe essere realizzato un museo, oltre a luoghi di studio e di progettazione, anche in virtù della gloriosa storia che caratterizzò questo complesso,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
quali misure intenda adottare, con urgenza, per risolvere i gravissimi problemi di spaccio e criminalità della zona delle ex Officine reggiane, per identificare le persone ivi residenti e trovare percorsi e soluzioni che possano permettere loro di uscire dalla condizione di estrema povertà;
se siano previsti investimenti di competenza per la riqualificazione degli stabilimenti delle ex Officine reggiane e se, a tal fine, sia stata avviata un'interlocuzione con la Regione Emilia-Romagna.
(4-05156)
BARBARO - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
l'Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale, attraverso una missiva a mezzo PEC del Servizio concessioni e licenze ufficio licenze demaniali-commerciali incardinato presso il "Ports of Genoa", ha comunicato a tutti i club, i circoli, le associazioni e le realtà balneari che occupano porzioni di suolo marittimo demaniale i nuovi adempimenti richiesti per la concessione delle aree, così come previsto dall'articolo 100, comma 4, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104; nello specifico l'amministrazione portuale ha inteso applicare la misura del canone minimo per l'anno 2021, commisurando l'importo annuo del canone concessorio in 2.500 euro da versare tempestivamente in un'unica soluzione anche per quanti avevano precedentemente usufruito di canoni inferiori;
nella medesima comunicazione, l'amministrazione portuale ha per giunta stabilito che entro il 30 aprile 2021 i destinatari siano tenuti al versamento di un nuovo deposito cauzionale o all'integrazione del deposito cauzionale già esistente, a garanzia degli obblighi nascenti dalla concessione, ai sensi dell'art. 17 del codice della navigazione, quantificato in misura non inferiore a 5.000 euro;
ne consegue che molte delle realtà in indirizzo, che in alcuni casi operano in forme di volontariato no profit nell'interesse della comunità, non siano in condizione di adempiere alle richieste, considerando inoltre che, a causa delle restrizioni anti COVID, esse non svolgono attività, non incassano le quote associative, né hanno introiti per i servizi resi ai propri soci da ormai più di un anno;
a parere dell'interrogante, questo accanimento nei confronti delle realtà associative e di promozione sportiva o sociale comporterà la desertificazione dell'area dalla rete sociale: si cita, per tutti, l'esempio dello storico Club Vela Pegli, esistente da quasi 100 anni, che rischia di non reggere alla vessazione fiscale e burocratica dopo un anno di inattività,
si chiede di conoscere se i Ministri in indirizzo, ognuno per le proprie competenze, abbiano intrapreso o intendano intraprendere iniziative al fine di tutelare e proteggere il patrimonio di attivismo e di promozione sociale e sportiva rappresentato dalle reti sociali ed aggregative operanti nell'area, altrimenti destinate a chiudere le proprie attività.
(4-05157)
PARAGONE - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del turismo e della cultura. - Premesso che:
nella classifica delle 50 città costiere più inquinate al mondo da emissioni di navi da crociera, Venezia è al primo posto fra le città italiane. Nella laguna, infatti, stazionano 68 grandi navi per quasi 8.000 ore con i motori accesi, emettendo 27.520 chili di ossidi di zolfo (20 volte la quantità prodotta dalle automobili nell'intera area comunale, Marghera e Mestre comprese), 600.337 chili di ossidi di azoto e 10.961 chili di particolato. Queste navi sono alimentate da olio combustibile pesante, un prodotto di scarto della raffinazione, vietato sulla terraferma e in moltissime parti del mondo, poiché emette fumi tossici durante la combustione. Non è un caso che le navi da crociera inquinino 20 volte più di tutte le auto circolanti in Europa: 203 vascelli causano più emissioni di 260 milioni di veicoli;
nel Mediterraneo l'Italia è in assoluto la prima meta per turismo crocieristico e Venezia si trova al quinto posto, grazie all'attracco record, nel periodo pre COVID, di 594 navi all'anno con circa un milione e mezzo di passeggeri e un giro d'affari che supera i 283 milioni di euro all'anno, con un indotto che coinvolge 4.300 addetti;
il tema dell'ingresso delle grandi navi a Venezia è questione annosa per la città e da lungo tempo si cerca una soluzione di equilibrio fra tutela dell'ambiente e giro d'affari milionario, che a tutt'oggi la politica non è stata in grado di offrire, anche per gli interessi delle grandi compagnie navali e crocieristiche, a scapito della salvaguardia del valore artistico, paesaggistico e naturalistico di un luogo unico al mondo;
considerato che:
nonostante il "decreto Clini-Passera" del 2012 avesse proibito l'ingresso nell'area alle navi oltre le 40.000 tonnellate, sospendendolo però in attesa di verificare altre possibilità di navigazione e precisando che intanto l'Autorità marittima, d'intesa con il magistrato alle acque di Venezia e l'Autorità portuale, avrebbe adottato "misure finalizzate a mitigare i rischi connessi al regime transitorio perseguendo il massimo livello di tutela dell'ambiente lagunare", da allora poco è cambiato: il passaggio delle grandi navi da crociera è continuato, spostando milioni di metri cubi d'acqua, causando erosioni alle rive e alle fondamenta delle case e muovendo i sedimenti della laguna con le eliche;
il 24 settembre 2017 una decina di attivisti del comitato "No grandi navi" manifestarono nel canale della Giudecca lanciando fumogeni da alcune piccole imbarcazioni, in segno di protesta contro l'ingresso nel canale. "Per aver intralciato la navigazione" e "tamponato un'imbarcazione della polizia", come si legge dai verbali, sono stati denunciati. A distanza di quasi 4 anni, e nonostante si fossero difesi contro le accuse ritenute infondate, per evitare che il processo finisse in prescrizione, è stata notificata loro un'ingiunzione di pagamento dalla Capitaneria di porto di circa 20.000 euro da saldare entro il prossimo 7 aprile 2021. Nel giro di poche ore, grazie alla campagna di raccolta fondi lanciata on line dal comitato, sono stati raccolti migliaia di euro, frutto di donazioni di cittadini comuni ma anche star internazionali, cantanti e appassionati d'arte che hanno sposato la causa;
visto che:
all'indomani dell'incidente del 2 giugno 2019 presso il molo di San Basilio dove la nave MSC "Opera", alla velocità di 5 nodi, ha urtato il battello turistico "River Countess" ormeggiato, l'allora Ministro delle infrastrutture e trasporti Toninelli dichiarò che entro la fine di giugno sarebbe stata trovata una soluzione per allontanare le grandi navi dalla Giudecca e da San Marco;
il ministro Franceschini a giugno 2020 si era impegnato per una "ragionevole ma inevitabile eliminazione del passaggio delle grandi navi davanti a Venezia" benché, appena un anno prima, avesse dichiarato "entro la fine del mio mandato nessuna Grande nave passerà più davanti a San Marco", ma ad oggi non risultano iniziative puntuali e definitive in nessuna delle due direzioni;
nell'agosto 2020 la decisione delle compagnie MSC e Costa crociere di non fare più scalo a Venezia è stata salutata come un importante risultato dal comitato No grandi navi ma ha portato con sé gravi problemi occupazionali per i lavoratori del porto e per quelli impiegati nell'indotto che hanno, invece, protestato, chiedendo il ritorno delle grandi navi. Il presidente della cooperativa dei portabagagli, Wladimiro Tommasini, aveva infatti dichiarato: "Il governo ha autorizzato la ripresa delle crociere in tutta Italia, ma a Venezia tutto è fermo: anche a Venezia le autorità devono trovare il modo di riavviare subito il transito crocieristico. Siamo 1.700 lavoratori veneziani abbiamo famiglia, con gli stagionali e l'indotto 4 mila famiglie: non lavoriamo da quasi un anno";
nei prossimi mesi estivi, presumibilmente, tornerà a crescere la domanda turistica per la città di Venezia e riprenderà il regolare ingresso di queste navi, ad oggi sospeso solo a causa della pandemia, e non sembra che sia stata adottata alcuna soluzione alternativa. Nonostante vari progetti sul tavolo, l'approdo fuori porto sembrerebbe solo un'ipotesi e lo spostamento su Marghera, a quanto si apprende, sarebbe impraticabile e dannoso,
si chiede di sapere:
se e quali iniziative i Ministri in indirizzo abbiano già intrapreso o intendano intraprendere per intervenire sul problema dell'ingresso delle grandi navi a Venezia;
se e quali progetti di viabilità alternativa il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con i Ministeri della cultura e del turismo, stia prendendo in considerazione per salvaguardare l'ambiente marittimo della laguna, tutelare i livelli occupazionali e assicurare il flusso turistico alla città;
se non ritengano sproporzionata l'ingiunzione di pagamento della Capitaneria di porto di Venezia notificata agli attivisti del comitato No grandi navi e se, vista e considerata la mobilitazione, anche di star internazionali, in favore della causa e della raccolta di donazioni, non ritengano di dover prendere una posizione sulla vicenda.
(4-05158)
PARAGONE - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
l'art. 58 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante "Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia", contiene interventi a sostegno del comparto HO.RE.CA. (hotellerie, restaurant, catering), per il rilancio della filiera dell'agroalimentare italiano, volti a rimborsare nella misura massima di 10.000 euro i costi sostenuti da ciascun operatore nel periodo 13 agosto-15 dicembre 2020 (data individuata per la scadenza della presentazione delle domande), per l'acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio;
per l'erogazione del contributo il decreto prevede il riconoscimento di un anticipo del 90 per cento al momento dell'accettazione della domanda, a fronte della presentazione dei documenti richiesti e un saldo corrisposto a seguito della presentazione della quietanza di pagamento;
per l'intervento, il Governo aveva stanziato 600 milioni di euro ma, alla scadenza, risultavano depositate domande di accesso al bonus da parte di appena 46.000 aziende per un importo totale di circa 350 milioni di euro, dunque ben al di sotto di quanto previsto;
il 18 gennaio 2021 Poste italiane, deputata all'erogazione del bonus, aveva comunicato che entro la fine del mese di gennaio sarebbero stati versati i primi rimborsi ma da allora, stando a quanto risulta all'interrogante, sarebbero decine di migliaia gli imprenditori ancora in attesa del contributo;
come recentemente dichiarato dal Ministro in indirizzo nella risposta ad interrogazioni con risposta immediata alla Camera dei deputati, il 10 marzo 2021, infatti, "nella settimana di febbraio di quest'anno, l'erogazione dell'anticipo del 90 per cento è stato fatto a 12.969 richiedenti per 78 milioni 236 mila euro circa di bonus erogati e entro il mese di marzo avverrà il 10 per cento", il che significa che a distanza di 7 mesi dal varo di una misura che aveva il carattere di urgenza, finalizzata a sostenere un settore in ginocchio come quello della ristorazione e accoglienza, appena un quarto dei richiedenti avrebbe ricevuto esclusivamente l'anticipo del pagamento;
l'interrogante ritiene poco efficaci le rassicurazioni date dal Ministro, sempre in occasione del question time alla Camera dei deputati, considerando inaccettabile l'affermazione secondo cui ci si sarebbe limitatati ad una mera interlocuzione fra il Dicastero e il soggetto gestore per capire a che punto fossero le diverse domande,
si chiede di sapere se e quali ulteriori iniziative maggiormente risolutorie il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di assicurare in tempi brevi il raggiungimento dell'obiettivo della misura, scongiurando ulteriori ritardi e impegnandosi a garantire tempi certi per l'erogazione dell'intero importo a tutte le aziende richiedenti.
(4-05159)
DE BONIS - Al Ministro per il Sud e la coesione territoriale. - Premesso che:
la rete dei sindaci, che ha raccolto intorno a sé ben 135 comuni ricadenti nelle regioni Puglia, Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata, Molise, Sardegna e Abruzzo, ha presentato alla I Commissione permanente (Affari costituzionali) della Camera dei deputati un documento dal titolo "Recovery Sud" per un utilizzo più equo dei fondi UE, per un'attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e per un serio ammodernamento infrastrutturale del Meridione. Costoro vogliono far sentire la loro voce in merito al piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ed avere un peso nella distribuzione dei fondi del recovery fund;
l'iniziativa, partita dal sindaco di Acquaviva delle Fonti (Bari), ha dunque lo scopo di rendere tali Regioni e Comuni protagonisti della gestione del PNRR, perché diventi una reale occasione di crescita per il Mezzogiorno, anche quello più isolato e a rischio di spopolamento. L'obiettivo è quello di trasformare il recovery fund in una reale occasione di riscatto di tutto il Mezzogiorno, affinché sia quanto più possibile aderente alle necessità di quei territori, riportando a casa quei giovani talenti che negli ultimi anni, con un'emorragia lenta ma costante, sono andati via;
l'interrogante, nell'esprimere pieno apprezzamento per l'iniziativa, ritiene che non sia più procrastinabile colmare lo storico divario tra Nord e Sud, in quanto costituisce non soltanto un dovere morale ma è anche l'unica vera opportunità per il rilancio del Paese intero, soprattutto in un momento difficile come questo, in cui la pandemia ha determinato, come dimostrano i dati ISTAT, un milione in più di nuovi poveri in Italia;
non è più accettabile che asili, scuole, università, ospedali, ferrovie, strade vedano tanta disparità di trattamento tra le diverse regioni e certamente non si può pensare di far crescere un territorio senza garantire adeguate infrastrutture materiali e immateriali. L'Europa, nello stabilire la quota destinata all'Italia del programma "Next generation EU", ha calcolato tra l'altro il tasso di disoccupazione, il reddito e la coesione sociale. Insomma, la cifra così cospicua di 209 miliardi euro, la più alta tra gli Stati membri, è il frutto di indicatori che vedono protagonista il Mezzogiorno e, pertanto, non è possibile dividerla in parti uguali, assegnando a ciascuna area del Paese il 33 per cento delle risorse;
la parte più consistente del fondo dovrebbe andare a quelle zone che necessitano di interventi maggiori per sanare gli squilibri, un po' come è stato fatto nei decenni scorsi in Germania che, dopo la riunificazione, ha investito ingenti risorse per rimettere in corsa i territori rimasti indietro, diventando, infatti, la locomotiva d'Europa;
agricoltura e turismo sostenibili, media imprenditoria, artigianato di eccellenza, poli universitari e di ricerca, recupero dei borghi, risanamento idrogeologico, superamento del modello basato sullo sfruttamento delle risorse e sulle inquinanti cattedrali nel deserto industriali: sono solo alcuni dei settori su cui puntare per far ripartire il Sud e l'Italia intera;
considerato che:
numerosi studi, infatti, dicono che continua ad aggravarsi il divario economico fra l'Italia meridionale e il Centro-nord (secondo la CGIA di Mestre il differenziale di reddito pro capite è passato dai 14.255 euro del 2007 ai 14.905 euro del 2015) e la crisi del coronavirus ha dato un ulteriore colpo: secondo Banca d'Italia, l'occupazione, nel secondo trimestre 2020 è calata del 4,4 per cento rispetto al 2019, contro dell'1,2 per cento nel Nord;
nonostante tutte le misure adottate per attutire il grave disagio attraverso ristori, ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza, vi è un totale sconforto ed incapacità di reagire da parte di commercianti, madri, imprenditori, lavoratori in cassa integrazione, disoccupati, studenti;
quello che tali sindaci chiedono è di essere messi in condizione di svolgere bene il loro ruolo e di avere in tempi rapidi un cronoprogramma e una sorta di "manuale delle istruzioni" del PNRR. Vogliono capire che cosa saranno chiamati a fare, quali procedure dovranno attivare, eccetera, per consentire un utilizzo quanto mai celere dei fondi. Per questo, si rendono disponibili per valutare insieme al Governo se nei documenti di pianificazione siano state considerate adeguatamente tutte le esigenze specifiche dei territori e, in particolare, delle aree interne e marginali;
il loro intento è quello di dare impulso ad associazioni, professionisti, imprese e altri stakeholder territoriali affinché facciano proprio lo spirito del recovery fund e lo riempiano di contenuti veri. Alcune realtà territoriali già si stanno mobilitando (si pensi alla fondazione Isola che in Puglia, Basilicata e Molise sta portando avanti la campagna "Vogliamo anche al Sud treni più veloci"). Sulle materie di loro competenza, come gli interventi sulla pubblica amministrazione, per la quale il PNRR pensa a nuovi modelli organizzativi e a un forte impulso verso la digitalizzazione, desiderano dare un contributo in base alla loro esperienza amministrativa;
le loro proposte mirano a dare concretezza al proposito del Presidente del Consiglio dei ministri di "irrobustire le pubbliche amministrazioni del Sud" attraverso un piano di assunzioni che consenta a ogni Comune di dotarsi di uno staff di almeno 4-5 giovani collaboratori pronti a lavorare sugli obiettivi del PNRR, da selezionare a livello nazionale attraverso una procedura rigorosa, che riconosca una premialità a coloro che hanno acquisito esperienze significative fuori delle loro regioni. Solo in questo modo, riportando al Sud i giovani che sono andati via, attivando le risorse di questi territori e scommettendo sulla coesione, si può sperare di rilanciare la nostra nazione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'iniziativa dei sindaci e quale sia il suo giudizio in merito al documento dal titolo "Recovery Sud" per un utilizzo più equo dei fondi UE;
se non ritenga che siano ancora presenti tante iniquità tra Nord e Sud d'Italia e che vada proposta una via d'uscita proprio attraverso l'agire dei sindaci del Meridione, che vivono ogni giorno sulla loro pelle gli effetti nefasti della riduzione delle risorse, dello spopolamento e della desertificazione dei servizi e delle infrastrutture;
in che modo intenda dare attuazione al loro programma.
(4-05160)
RICHETTI - Ai Ministri della transizione ecologica, della salute e per la pubblica amministrazione. - Premesso che:
le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (ARPA) sono state istituite con legge n. 61 del 1994 a seguito dei referendum abrogativi del 1993, affinché assumessero le competenze ambientali della vigilanza e controllo locali fino ad allora esercitate dal servizio sanitario nazionale (SSN) tramite i presidi multizonali di prevenzione (PMP) e gli ex laboratori d'igiene e profilassi (LIP);
a seguito della soppressione dei PMP e degli ex LIP, il personale è passato alle dipendenze delle agenzie regionali di nuova istituzione, mantenendo le medesime mansioni e il medesimo inquadramento contrattuale;
nel contratto collettivo nazionale integrativo del comparto sanità del 7 aprile 1999 fu introdotto l'articolo 50 con l'intendimento di dare la possibilità alle ARPA di reclutare figure tecniche o professionali, emerse a seguito dell'istituzione di nuovi corsi di laurea, utili allo svolgimento di ulteriori compiti istituzionali specifici ma non contemplate all'interno del contratto della sanità;
un'errata interpretazione del comma 2, riferito ai profili di collaboratore tecnico-professionale (CTP), ha fatto sì che molte agenzie ritenessero di poter reclutare nel profilo CTP anche il personale con lauree del vecchio ordinamento, magistrali e specialistiche in biologia, chimica e fisica, il cui inquadramento tuttavia era già previsto e disciplinato dal contratto collettivo della dirigenza sanitaria quale "dirigente" del ruolo sanitario;
ciò ha comportato l'avvio di una situazione di disparità tra i biologi, chimici e fisici assunti prima del 1999, inquadrati come "dirigenti" nel ruolo sanitario, e quelli assunti successivamente che sono stati inquadrati non solo nel ruolo tecnico, invece che sanitario, ma addirittura come collaboratori e non come dirigenti;
tale impostazione ha determinato una serie di gravi ripercussioni, a partire dalla perdita di autonomia e indipendenza nello svolgimento della propria attività a causa del venir meno della libertà di giudizio che contraddistingue l'azione del professionista inquadrato come dirigente;
per di più, oltre a non aver permesso a questi ultimi di usufruire degli stessi istituti contrattuali spettanti alla dirigenza, ha anche impedito loro di usufruire di forme di mobilità presso altri enti, quali ad esempio le ASL, gli IZS e tutti gli enti del comparto sanità dove invece i loro profili sono correttamente inquadrati in modo esclusivo nella dirigenza, costituendo quindi un ostacolo allo sviluppo delle loro carriere;
dal punto di vista giuridico, la legge n. 3 del 2018 ha con fermezza ribadito che le figure di biologi, chimici e fisici appartengono di diritto alla categoria delle professioni sanitarie. Inoltre, la problematica inerente al loro errato inquadramento è stata più volte oggetto di attenzione da parte del giudice amministrativo (si veda: parere del Consiglio di Stato, 17 giugno 2019, n. 1735; TAR Basilicata n. 782/2019; TAR Marche n. 573/2020. In ultimo, il TAR della Campania con sentenza n. 432/2021 ha ribadito che è "illegittima la istituzione con provvedimento amministrativo di profili di "collaboratore tecnico professionale" per laureati, in relazione a figure professionali (i.e. medico, farmacista, biologo, chimico, fisico) per le quali le fonti primarie e secondarie prevedono esclusivamente l'appartenenza a categorie dirigenziali";
a causa di questa illegittima disparità, circa 1.000 tra biologi, chimici e fisici assunti negli ultimi 20 anni occupano un ruolo inquadrato diversamente da quanto previsto dalla legge e dal contratto, anche se continuano ad essere loro richieste prestazione di elevato livello specialistico che gli stessi possono garantire proprio in virtù della loro formazione;
l'attuale pandemia ha insegnato quanto siano preziose le figure professionali di alto profilo specialistico in tema di salute e ambiente, e in una fase storica in cui si richiama continuamente il bisogno di incentivare la ricerca scientifica, monitorare i cambiamenti climatici e preservare il nostro ecosistema per le attuali e future generazioni e per la crescente rilevanza del rapporto tra ambiente e salute, appare paradossale questa tendenza all'appiattimento delle figure professionali all'interno delle ARPA;
occorre, invece, potenziare l'azione svolta dalle Agenzie anche attraverso la valorizzazione del personale inquadratovi, ciascuno con le proprie specificità e prerogative professionali,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
come intendano dare finalmente seguito alle legittime richieste di questi professionisti che reclamano di essere correttamente inquadrati, nel rispetto delle mansioni svolte fino ad oggi all'interno delle ARPA e in coerenza con la propria formazione accademica, diversa da quella dei loro colleghi in possesso di laurea triennale.
(4-05161)
ASTORRE - Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
la città di Colleferro (Roma) dispone di una sede della Polizia ferroviaria che svolge un'importante attività di prevenzione e controllo, all'interno di un'area giurisdizionale comprensiva di tratte, quali la Roma-Cassino, in grado di accogliere l'utenza ferroviaria tra Anagni e Tor Vergata;
la Polizia ferroviaria di Colleferro ha un ruolo strategico in quanto unisce i due grandi poli di Frosinone e Roma, garantendo quindi la mobilità a migliaia di utenti, tra lavoratori, studenti universitari e altra utenza;
la circolazione nel solo comune di Colleferro si attesta a circa 5.000 passeggeri locali giornalieri per una media complessiva annua di oltre 1,5 milioni di utenti. Tale volume di utenza tenderà certamente ad aumentare, essendo Colleferro assurta a polo logistico di rilievo nella provincia di Roma, con l'apertura delle sedi di due grandi multinazionali, quali Amazon e Leroy Merlin, per le quali si prevede un livello occupazionale di alcune migliaia di lavoratori (circa 3.000);
Colleferro è stata eletta capitale europea dello spazio nell'anno 2021 con evidenti implicazioni sul volume di traffico ferroviario;
la Polizia ferroviaria, inoltre, rappresenta un imprescindibile presidio di sicurezza. Il personale addetto svolge ormai da anni efficaci attività di identificazione di persone, arresti, sequestri di armi e droga, attività di sorveglianza e prevenzione, nell'ambito della propria giurisdizione che si estende per 60 chilometri di linea ferroviaria a cui si aggiungono 30 chilometri di alta velocità con 8 stazioni ferroviarie. Inoltre, la sede di Colleferro si è dotata del sistema SPAID, per il rilevamento delle impronte digitali;
l'esistenza di fenomeni criminosi e la realizzazione di reati, certamente non elevati, è ascrivibile proprio alla presenza di un presidio di prevenzione e controllo di fondamentale importanza per la sicurezza urbana e la tutela dei cittadini;
considerato che nel sistema di riorganizzazione della Polizia ferroviaria si ipotizza la chiusura della sede locale di Colleferro, che attualmente consta di 9 agenti,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;
se non reputino inopportuno chiudere un presidio di sicurezza in una fase storica in cui l'esigenza di sicurezza e controllo urbani è sempre più sentita dai cittadini;
se non intendano, preliminarmente, avviare un confronto con tutte le istituzioni interessate, con il coinvolgimento anche delle rappresentanze sindacali della Polizia ferroviaria, come pure delle Ferrovie dello Stato, al fine di addivenire a soluzioni tendenti a garantire i necessari equilibri per l'organizzazione del personale della Polizia ferroviaria di Colleferro, in considerazione del livello di specializzazione raggiunto nelle attività di prevenzione e controllo dei fenomeni criminosi.
(4-05162)
NANNICINI, D'ARIENZO, FEDELI, IORI, MANCA, TARICCO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
la campagna "Ero straniero", nei giorni scorsi, ha reso noto i dati sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri in Italia, sulla base delle domande presentate ad agosto 2020. Di queste solo l'1 per cento è stata finalizzata;
alle associazioni della campagna, in base ai dati del Ministero dell'interno, risulta che sono stati rilasciati 1.480 permessi di soggiorno a fronte di oltre 207.000 domande presentate dai datori di lavoro;
dopo oltre 7 mesi la situazione è alquanto paradossale, considerando che il 5 per cento delle domande ha completato l'iter e il 6 per cento è alla fase precedente alla convocazione per la firma del contratto tra datore e lavoratore. Non risultano, invece, avviate le convocazioni in circa 40 Prefetture;
in previsione del maggior carico di attività da parte delle Prefetture erano state stanziate risorse per l'assunzione di personale e l'adeguamento degli strumenti informatici;
la situazione di emergenza sanitaria incide anche su coloro che dopo oltre 7 mesi non hanno finalizzato la procedura di regolarizzazione, sia sul tema vaccinazione che su quello economico,
si chiede di sapere:
se le dichiarazioni rese dalle associazioni della campagna "Ero straniero" corrispondano al vero e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere affinché si arrivi ad una rapida soluzione del completamento dell'iter della totalità delle domande;
come intenda dare seguito, in tempi brevi, al compimento delle assunzioni per concludere le pratiche di regolarizzazione e se la piattaforma digitale sia pronta per velocizzare la conclusione delle domande in attesa di definizione;
quali siano le modalità di vaccinazione per coloro che sono in attesa della definizione dell'iter per la regolarizzazione e come intenda dare la possibilità di accedere alle forme di sostegno economico, previste per l'emergenza COVID, per i lavoratori in attesa di regolarizzazione.
(4-05163)
MAIORINO, MAUTONE, VANIN, PAVANELLI, CROATTI - Ai Ministri dell'interno e della salute. - Premesso che:
il 18 marzo 2021, giorno della commemorazione delle vittime del COVID-19, nella città di Viterbo si è tenuta l'inaugurazione del primo esercizio nel nuovo centro commerciale adiacente al cimitero di San Lazzaro;
al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Viterbo, Giovanni Maria Arena, il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Francesco Battistoni, alcuni membri della Giunta comunale e, a quanto si evince dal servizio video della testata locale "tusciaweb", anche il prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, che ha rilasciato un'intervista alla testata;
da numerose fotografie pubblicate su diverse testate on line si evince che erano presenti anche numerosi cittadini, addetti ai lavori e giornalisti, apparentemente senza rispettare la distanza anti contagio;
la notizia, pubblicata in un primo momento solo sulla stampa locale, ha poi avuto risonanza anche su quella nazionale, con conseguente reazione indignata dei cittadini di Viterbo;
considerato che:
il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato in data 2 marzo 2021 il nuovo decreto che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da COVID-19;
il decreto è in vigore dal 6 marzo al 6 aprile e conferma, fino al 27 marzo 2021, il divieto di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l'eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità;
restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti, per esempio fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi;
in base all'ordinanza firmata dal Ministro della salute, da lunedì 15 marzo 2021 il Lazio è in "zona rossa", con conseguente assoluto divieto di assembramenti e chiusura della quasi totalità degli esercizi commerciali, esclusi quelli espressamente elencati nel medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
considerato inoltre che a giudizio degli interroganti appare quanto mai inopportuno che, da un lato, si chiedano ulteriori sacrifici ai cittadini per arginare la diffusione dei contagi (essendo stata predisposta persino la chiusura delle scuole in tutta la regione) e, dall'altro, siano proprio le stesse istituzioni, ivi inclusi esponenti del Governo e l'autorità prefettizia locale, a prender parte ad eventi che, per mezzo della creazione di assembramenti di persone, pongono in essere condotte in apparente contrasto con le norme in vigore,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza degli avvenimenti esposti;
se intendano approfondire i fatti descritti e, nel caso, se ritengano opportuno prendere provvedimenti in merito.
(4-05164)
ASTORRE - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
le cronache locali e diverse testate on line del territorio di Ciampino (Roma), come pure diversi organi di stampa di rilievo nazionale, hanno riportato, nei giorni scorsi, un presunto atto di inaudita violenza perpetrato dal presidente del Consiglio del Comune di Ciampino, nei confronti della sua ex compagna, all'interno della casa dello stesso, dove la donna si era recata per assistere i figli minori nello svolgimento dell'attività didattica;
le autorità giudiziarie stanno procedendo con le indagini di rito, con l'esame del fascicolo ricevuto dai Carabinieri;
considerato che:
la donna avrebbe già in passato provato a denunciare il suo ex compagno, in particolare nel 2015 dopo un'aggressione per cui si era rivolta al pronto soccorso di Albano laziale, ma la denuncia era stata poi ritirata;
lo scorso settembre era stata quindi depositata una nuova denuncia, questa volta per stalking;
il tema della violenza sulle donne è sempre più attuale e urgente. Come emerge da numerosi e accreditati studi scientifici in materia di violenza di genere, di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti delle donne, in ambito domestico e fuori dallo stesso, la percentuale di aggressioni e di intimidazioni non accenna a calare, attestandosi su livelli inaccettabili per una democrazia avanzata come la nostra,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se e come intenda intervenire, ove fosse confermata la responsabilità dell'aggressione, per i profili di propria competenza, nei confronti del presidente del Consiglio del Comune di Ciampino.
(4-05165)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:
2ª Commissione permanente (Giustizia):
3-02356 della senatrice Modena e del senatore Ferro, sulle inefficienze del sistema automatizzato degli atti giudiziari;
3ª Commissione permanente(Affari esteri, emigrazione):
3-02359 del senatore La Pietra ed altri, sull'istituzione della fondazione "Ospedale italiano in Venezuela";
6ª Commissione permanente(Finanze e tesoro):
3-02374 del senatore Turco ed altri, sulla discriminazione operata dagli istituti di credito nei confronti di gestori di attività di gioco pubblico;
7ª Commissione permanente(Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):
3-01419 del senatore Cucca, sulla gestione del conservatorio di Santa Cecilia;
3-02353 del senatore Durnwalder, sulla discriminazione dei candidati di lingua francese e tedesca per l'ottenimento dell'abilitazione all'insegnamento universitario;
3-02368 della senatrice Montevecchi ed altri, sull'introduzione della qualifica di dirigente all'interno delle fondazioni lirico-sinfoniche;
10ª Commissione permanente(Industria, commercio, turismo):
3-02375 della senatrice Angrisani, sugli incentivi all'energia prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili non fotovoltaiche;
12ª Commissione permanente(Igiene e sanità):
3-02366 della senatrice Boldrini ed altri, sull'implementazione della figura dell'infermiere di famiglia e comunità.