Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 302 del 03/03/2021

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

302a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 3 MARZO 2021

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Presidenza del vice presidente TAVERNA,

indi del vice presidente CALDEROLI

e del vice presidente ROSSOMANDO

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Europeisti-MAIE-Centro Democratico: Europeisti-MAIE-CD; Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA e CAMBIAMO: Misto-IeC; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente TAVERNA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10).

Si dia lettura del processo verbale.

GINETTI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Governo, composizione

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato la seguente lettera:

«Roma, 2 marzo 2021

Onorevole Presidente,

informo la Signoria Vostra che a seguito della emanazione del decreto-legge 1 marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha nominato il professor Roberto CINGOLANI Ministro della transizione ecologica, il professor Enrico GIOVANNINI Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, l'onorevole Dario FRANCESCHINI Ministro della cultura e l'onorevole Massimo GARAVAGLIA Ministro del turismo.

F.to Mario Draghi».

Discussione del disegno di legge:

(2066) Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Relazione orale)(ore 10,02)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2066.

Il relatore, senatore Garruti, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, le chiedo pochi minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non si fanno obiezioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,10.

(La seduta, sospesa alle ore 10,05, è ripresa alle ore 10,11).

La seduta è ripresa.

Prego, senatore Garruti.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, il provvedimento in esame reca ulteriori misure urgenti per il contenimento della diffusione della Covid-19, nonché disposizioni in merito allo svolgimento di elezioni per l'anno 2021.

Il decreto-legge si compone di sei articoli. L'articolo 1, ai commi 1 e 2, differisce dal 31 gennaio al 30 aprile 2021 il termine per l'applicabilità delle misure restrittive contenute all'articolo 1 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, nonché delle ulteriori misure circa spostamenti, riunioni e svolgimenti delle attività economiche dettate dal decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33.

Nel corso dell'esame in Commissione è stato approvato, con alcuni subemendamenti, l'emendamento governativo 1.1000, che trasfonde il contenuto del decreto-legge 23 febbraio 2021, n. 15 nel provvedimento in esame e, conseguentemente, facendo salvi gli effetti prodottisi, dispone l'abrogazione sia del medesimo decreto-legge n. 15, che del decreto-legge 12 febbraio 2021, n. 12, in quanto assorbito.

L'articolo 1 del provvedimento in esame, in seguito all'approvazione di tale emendamento, prevede fino al 27 marzo 2021 il divieto, già in vigore, di ogni spostamento tra Regioni e Province autonome diverse, con l'eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Inoltre, fino a tale data, è consentito in ambito regionale nella zona gialla e in ambito comunale nella zona arancione lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni quattordici sui quali tali persone esercitano la responsabilità genitoriale e alle persone disabili e non autosufficienti conviventi. La misura di cui al presente comma non si applica nella zona rossa.

Qualora, poi, la mobilità sia limitata all'ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di Provincia.

Infine, si prevede l'inserimento nell'articolo 1 del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33 delle denominazioni «zona gialla», «zona arancione», «zona rossa» e «zona bianca», già utilizzate nei provvedimenti attuativi per definire le zone caratterizzate da diverse tipologie di scenario (1, 2 e 3), differente grado di rischio epidemiologico e con una determinata incidenza settimanale dei contagi ogni 100.000 abitanti, secondo i parametri già disciplinati ai commi 16-quater e 16-quinquies del medesimo articolo 1 del citato decreto-legge n. 33.

L'articolo 2 prevede che la violazione delle disposizioni dell'articolo 1 sia sanzionata ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 19 del 2020. Nel corso dell'esame in sede referente, la Commissione ha approvato un emendamento volto a specificare che, in linea con quanto previsto con il decreto-legge n. 33 del 2020, i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie relative alle violazioni delle disposizioni previste dal presente decreto accertate successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, sono devoluti allo Stato quando le violazioni siano accertate da funzionari ufficiali e agenti dello Stato. I medesimi proventi sono devoluti alle Regioni, alle Province e ai Comuni quando le violazioni siano accertate da funzionari ufficiali e da agenti rispettivamente delle Regioni, delle Province e dei Comuni.

Inoltre, con l'approvazione di due identici emendamenti, si stabilisce che fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica per la Covid-19, la sospensione delle attività dei circoli ricreativi culturali e sociali, adottati nell'ambito della misura di contrasto e contenimento della diffusione del virus SARS-Cov-2 sull'intero territorio nazionale, non determina la sospensione delle attività di somministrazione di alimenti e bevande delle associazioni ricomprese tra gli enti del terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017, che possono proseguire nel rispetto delle condizioni e dei protocolli di sicurezza stabiliti dalla normativa vigente per le attività economiche aventi il medesimo e analogo oggetto e secondo modalità tali da evitare qualsiasi forma di assembramento anche occasionale o qualsiasi forma di aggregazione per le finalità proprie di predetti enti.

L'articolo 3 concerne alcuni profili dell'attività di vaccinazione per la prevenzione delle infezioni da virus SARS-CoV-2. In particolare, in coerenza con le vigenti disposizioni europee e nazionali in materia di protezione dei dati personali, è istituita una piattaforma informativa nazionale per agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e relativo tracciamento.

La piattaforma è predisposta e gestita dal Commissario straordinario per l'attuazione del coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19, il quale, avvalendosi prevalentemente del supporto di società a partecipazione pubblica, opera in modo coordinato con i diversi soggetti istituzionali coinvolti e, d'intesa con il Ministero della salute e il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sullo stato di attuazione del piano strategico.

Le diverse fasi della vaccinazione sono affidate alle Regioni e alle Province autonome che si avvalgono dei propri sistemi informativi e vaccinali in qualità di titolari del trattamento. Tuttavia, qualora il sistema informativo vaccinale di una Regione o di una Provincia autonoma non risulti adeguato, su istanza del medesimo ente, la piattaforma nazionale esegue, in regime di sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse.

Le Regioni e Province autonome, attraverso i propri sistemi informativi o attraverso la piattaforma nazionale, trasmettono al Ministero della salute tutte le informazioni relative alla somministrazione dei vaccini sulla base individuale, in conformità del decreto del Ministro della salute del 17 settembre 2018, istitutivo dell'Anagrafe nazionale dei vaccini. Sono tenute inoltre a trasmettere i dati relativi alle prenotazioni delle vaccinazioni in forma aggregata al Ministero della salute il quale renderà disponibili alla piattaforma nazionale strumenti di monitoraggio sia delle prenotazioni, sia delle somministrazione dei vaccini.

Si prevede inoltre che al fine di consentire lo svolgimento di attività di sorveglianza immunologica e farmaco-epidemiologica, il Ministro della salute trasmette all'Istituto superiore di sanità i dati individuati relativi ai soggetti cui è stata somministrata la vaccinazione anti SARS-CoV-2 contenuti nell'Anagrafe nazionale dei vaccini.

È infine autorizzata la spesa di 966.000 euro per il 2021 per il potenziamento dell'infrastruttura tecnologica e l'applicazione dell'Anagrafe nazionale vaccini.

L'articolo 4 dispone in merito allo svolgimento di elezioni per l'anno 2021. Nello specifico si prevede che le elezioni suppletive per seggi della Camera e del Senato dichiarati vacanti entro il 28 febbraio del 2021 si svolgano entro il 20 maggio 2021.

A tale fine è novellato l'articolo 31-quater del decreto-legge n. 137 del 2020, il cosiddetto decreto ristori, il quale stabiliva, nel testo previgente, che le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato, dichiarati vacanti entro il 31 dicembre 2020, si svolgessero entro il 31 marzo 2021. Anche il termine entro il quale dovranno svolgersi le elezioni degli organi elettivi dei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, già oggetto di prima proroga, operata dall'articolo 1, comma 4-terdecies, del decreto-legge n. 125 del 2020, è ulteriormente differito dal 31 marzo al 20 maggio 2021.

Con riguardo a questo articolo, in Commissione è stato approvato un emendamento che estende anche all'anno 2021 l'applicazione della norma di cui all'articolo 1-bis, comma 5, del decreto-legge n. 26 del 2020, che aveva stabilito, per le elezioni nelle Regioni a statuto ordinario del 2020, che il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e delle candidature, a causa della pandemia da Covid-19, fosse ridotto a un terzo. Inoltre, tale proposta estende anche al 2021 la possibilità per ciascuna Regione di prevedere disposizioni normative diverse da quelle contenute nel comma 5 del medesimo articolo, per prevenire e ridurre il rischio di contagio da Covid-19.

L'articolo 5 novella l'articolo 3-bis, comma 3, del decreto-legge n. 125 del 2020, al fine di estendere fino al 30 aprile 2021 la validità dei permessi di soggiorno di cittadini di Paesi terzi, nonché dei titoli di soggiorno, che siano in scadenza nel periodo tra il 31 dicembre 2020 e quella medesima data. Infine, l'articolo 6 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritta a parlare la senatrice Vono. Ne ha facoltà.

VONO (IV-PSI). Signor Presidente, onorevoli senatori, rappresentanti del Governo, la delibera del Consiglio dei ministri del 13 gennaio ha differito lo stato di emergenza al 30 aprile prossimo e così il decreto-legge n. 2 del 2021, che oggi ci apprestiamo a convertire in legge, differisce allo stesso termine l'applicabilità di tutte le misure restrittive, che al momento appaiono ancora necessarie a contenere il rischio di diffusione del contagio da Covid-19.

L'intervento normativo del nuovo Governo e le discussioni nelle Commissioni competenti sul decreto-legge in esame, che ricordiamo è in vigore dal 14 gennaio, hanno reso possibili delle piccole modifiche, rendendolo più uniforme e armonioso, riguardo all'indicazione delle date di termine delle misure, e definendo meglio e più semplicemente il contenuto della denominazione delle zone ad alto rischio di contagio, fino a quelle con un livello di rischio moderato e di rischio basso, con l'indicazione chiara dei limiti di spostamento in ambito regionale e comunale. È ampliata la fattispecie del passaggio del territorio regionale dalla zona gialla a quella arancione, prospettando anche una zona bianca, libera da ogni limitazione valevole per le zone rosse, arancioni e gialle, ferma restando l'applicazione di determinate misure e protocolli. (Brusio).

Signor Presidente, chiedo se i colleghi possono far terminare il brusio.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di far cessare il brusio.

VONO (IV-PSI). Grazie, signor Presidente.

Il decreto-legge prevede, all'articolo 2, le sanzioni nel caso di violazione delle misure di contenimento del contagio, delineandone anche il procedimento di applicazione, con un rinvio esplicito all'apparato sanzionatorio vigente. Infatti, a seconda della violazione commessa, si dispongono sanzioni amministrative, pecuniarie e accessorie e, tra queste, mi pare utile ricordare il rinvio alla pena contravvenzionale dell'inosservanza di «un ordine legalmente dato, per impedire l'invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell'uomo», ex articolo 260 del Testo unico delle leggi sanitarie (nel caso in cui il fatto non integri un delitto colposo contro la salute pubblica o comunque un più grave reato), l'inosservanza della quarantena, e per cui la sanzione consiste nell'arresto da tre a diciotto mesi e nell'ammenda da 500 a 5.000 euro, con l'esclusione, per la combinatoria delle pene congiunte, della possibilità di oblazione.

Vengono definiti poi alcuni profili dell'attività vaccinale, con la previsione dell'istituzione di una piattaforma informativa nazionale per agevolare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e di tutti i materiali di supporto alla somministrazione e il tracciamento relativo; il raccordo con l'Anagrafe nazionale dei vaccini, istituita con il decreto ministeriale del 17 settembre 2018; l'informazione da parte del commissario straordinario (che oggi riconosciamo nel generale Figliuolo, a cui vanno i nostri auguri di buon lavoro), d'intesa con il Ministro della salute e con il Ministro degli affari regionali e delle autonomie, alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sullo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini in oggetto.

Il decreto-legge poi, all'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), posticipa le elezioni suppletive per i seggi dichiarati vacanti di Camera e Senato, che devono svolgersi entro il 20 maggio. Allo stesso modo, entro la stessa data, vengono differite le elezioni per i Comuni i cui organi sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, prorogando nelle more la durata della gestione della Commissione straordinaria in deroga alla normativa vigente. Inoltre, all'articolo 5, prevede l'estensione, fino al 30 aprile, della validità dei permessi di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi, nonché l'efficacia dei titoli di soggiorno in materia di immigrazione, ricomprendendo quindi nel regime di proroga quelli in scadenza tra il 31 dicembre 2020 e il 30 aprile 2021.

È un decreto-legge quindi che continua a prevedere proroghe a quelle misure restrittive, molto stringenti in alcuni casi, adottate fin da subito con un susseguirsi di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, per far fronte ad una situazione nuova ed improvvisa, che ha colto il mondo di sorpresa; misure che hanno condizionato in questi mesi le libertà personali di ognuno di noi. Sono misure che hanno limitato il diritto di circolare liberamente per strade urbane, parchi, spazi pubblici, il diritto di frequentare luoghi di svago e divertimento, il diritto di usufruire dei servizi educativi e della didattica in presenza da parte dei nostri ragazzi e finanche il diritto di lavorare. Infatti, se la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti hanno risolto temporaneamente la situazione lavorativa di molti dipendenti, è innegabile che in tempi brevi serve un intervento audace sulle politiche attive del lavoro. È innegabile anche la crisi profonda di molte attività di imprese professionali e artigianali, che non hanno superato le gravi difficoltà dovute alla limitazione e alla sospensione delle stesse attività, con gravissimo danno economico, ma in particolar modo danno sociale, dove la stessa dignità delle persone è stata purtroppo sacrificata, senza i dovuti provvedimenti, non di ristoro, ma di apertura e soluzione di tavoli di crisi a vari livelli.

Tuttavia, colleghi, non è il tempo delle recriminazioni e quindi è corretto e onesto intellettualmente dire che le misure introdotte con i vari provvedimenti di cosiddetta prevenzione dell'emergenza epidemiologica, malgrado le conseguenze che sono visibili a tutti e per cui, in virtù di una speculazione mediatica di propaganda, abbiamo in questi mesi sentito dire tutto e il contrario di tutto, sono servite a tutelare un diritto fondamentale e assoluto garantito dalla nostra Carta costituzionale: il diritto alla salute di tutti noi. Di fronte a un virus sconosciuto che si è diffuso velocemente in tutto il mondo e così anche nelle nostre Regioni italiane è stato necessario intervenire - e lo è ancora - con limitazioni ad alcuni diritti di libertà, con uno strumento normativo straordinario e che ora con questo decreto proseguono. Vi è però una differenza riguardo a prima e cioè che contemporaneamente stanno cambiando degli equilibri, che sicuramente ci permetteranno di gestire con una visione diversa ogni situazione sanitaria e di agire in modo coordinato per attenuare, di conseguenza, le ripercussioni socio-economiche nelle Regioni del Nord, come nelle Regioni del Sud.

Penso ad esempio alla mia Calabria, dove urge una nuova gestione con maggiore competenza del Piano vaccinale, la cui velocizzazione, ma soprattutto la migliore organizzazione anche a livello di interlocuzione e confronto in Europa e con le Regioni, è fondamentale per affrontare meglio nell'immediato, e superare definitivamente poi, questo periodo di pandemia che ha cambiato ormai, forse in modo irrecuperabile, le nostre abitudini di vita. Mi sento di dire però che non potrà mai cambiare la nostra voglia di andare avanti, creando le condizioni di fiducia nel futuro per tutti i nostri giovani, nei cui confronti abbiamo il dovere di garantire la possibilità di affrontare da protagonisti le sfide dei prossimi anni. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Croatti. Ne ha facoltà.

CROATTI (M5S). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, gentili colleghe e colleghi, l'incidenza dell'epidemia nella quasi totalità delle Regioni italiane è ancora molto preoccupante ed elevata. Ciò evidenzia l'esigenza, soddisfatta dal decreto in esame, di adottare ancora misure rigorose di contrasto e di contenimento alla diffusione dell'epidemia.

Il differimento al 31 aprile 2021 del termine dell'adozione di misure straordinarie ai fini del contenimento della diffusione della Covid-19 e della riduzione del rischio di contagio riguardanti limitazioni agli spostamenti ed assembramenti di persone, nonché lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali trova giustificazione nell'attuale evoluzione del quadro epidemiologico nel quale - si osserva - la curva dei contagi resta sempre troppo elevata. Anzi, per la seconda settimana consecutiva si registra un aumento dei contagi del 22 per cento in più rispetto a domenica scorsa.

Ciò denota che la continua circolazione del virus è in atto a causa soprattutto delle particolari caratteristiche delle nuove varianti. Pertanto, la gestione di una nuova fase dell'emergenza epidemiologica e, come ricordato, il carattere particolarmente diffuso del virus non possono che richiede ancora l'adozione di urgenti e stringenti misure di intervento.

Il sistema dei colori, particolarmente criticato, è stato introdotto dal precedente Esecutivo guidato dal presidente Giuseppe Conte, al quale esprimo ancora una volta in quest'Aula profonda gratitudine per il lavoro svolto e per le dure e difficili scelte che ha dovuto adottare nel periodo più buio della nostra storia repubblicana. (Applausi). Il sistema dei colori, tanto vituperato in quest'Aula, ha scongiurato un'ipotesi di lockdown duro che avrebbe avuto conseguenze ancora più pesanti. Va soprattutto ricordato che siamo uno dei pochi Paesi che è riuscito a evitare questo lockdown, a differenza dei tanti altri che vengono sempre citati, come Regno Unito e Germania, che hanno dovuto necessariamente fare ricorso ad un lockdown duro, lungo e generalizzato.

In virtù dell'elevata diffusione delle nuove varianti, tuttavia, è necessario intervenire per effettuare le dovute correzioni e i consequenziali adeguamenti al nuovo scenario epidemiologico. Prima di analizzare le disposizioni relative al piano vaccinale, vorrei soffermarmi sull'articolo 4 del decreto-legge, che interviene sui termini di svolgimento delle elezioni suppletive della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e su quelli relativi alle elezioni degli organi elettivi nei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, nonché sul rinnovo delle elezioni comunali a seguito di eventuale annullamento dei risultati elettorali di alcune sezioni.

L'articolo 4 stabilisce che tali elezioni devono svolgersi entro il 20 maggio 2021. Certamente la misura dispone una sospensione della volontà popolare di esercitare il diritto di voto costituzionalmente garantito. Si tratta di una misura pesante che incide sull'interesse primario sancito dalla Costituzione, ovviamente meritevole di tutela, ma che trova giustificazione nell'esigenza del contenimento dei contagi. Muovere migliaia di persone per le consultazioni elettorali, come ricordato anche dal Presidente della Repubblica anche nella formazione di questo Governo, potrebbe avere delle conseguenze non accettabili con riferimento alla situazione epidemiologica in atto. Pertanto, la posticipazione delle consultazioni elettorali resta necessaria per la gravità della situazione epidemiologica.

Infine, il decreto in esame, all'articolo 3, istituisce una piattaforma informativa nazionale che ha come scopo primario quello di assicurare l'ottimizzazione dell'attività di distribuzione delle dosi vaccinali, dei dispositivi e dei materiali a supporto della somministrazione sul territorio nazionale.

Questa piattaforma sarà indispensabile per garantire su tutto il territorio l'uniforme attuazione del piano strategico, ma soprattutto per evitare eventuali discriminazioni di trattamento tra i Comuni e i cittadini italiani.

Certo, questo non basta. Anzi, oggi i principali sforzi del nuovo Governo devono essere indirizzati al piano vaccinale, all'urgenza di mettere con immediatezza in atto la fase 2 del programma. Le originarie previsioni del piano strategico della vaccinazione anti SARS-CoV-2 dovranno essere messe in relazione alla effettiva disponibilità di vaccini, a causa della mancata consegna delle dosi. E su questo punto auspico che il presidente Draghi eserciti la dovuta pressione anche sulle istituzioni dell'Unione europea. Non possiamo essere ostaggi di scelte arbitrarie delle case farmaceutiche. La priorità del Paese è quella di garantire subito i vaccini. Inoltre, bisogna tener conto delle limitazioni previste per la somministrazione del vaccino prodotto da AstraZeneca, idoneo soltanto per i soggetti al di sotto dei sessantacinque anni di età, che risultano cioè esclusi dalle prime fasi del piano vaccinale originario.

In conclusione, signor Presidente, l'unica cosa da fare è agire in fretta, aumentare le somministrazioni giornaliere sfruttando qualsiasi luogo possibile e idoneo per accelerare la campagna vaccinale. L'unica arma che abbiamo a disposizione per sconfiggere questo terribile virus è il vaccino e immunizzare in fretta ampie fasce di popolazione significa incidere sulla sua circolazione (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Balboni. Ne ha facoltà.

BALBONI (FdI). Signor Presidente, colleghi, ieri abbiamo potuto leggere il primo DPCM dell'era Draghi. Non vi nascondo che ero un po' incuriosito di vedere cosa avrebbe potuto produrre il Governo dei migliori. Ebbene, leggendolo abbiamo potuto vedere che in sostanza non è cambiato nulla: il vecchio articolo 12 adesso è l'articolo 3; il vecchio articolo 5 è diviso a metà tra il nuovo articolo 5 e il nuovo articolo 6; il vecchio lunghissimo articolo 1 è diluito nei più snelli articoli 1, 2, 7, 9, 10 e 11. Tuttavia, colleghi, ci sono scritte esattamente le stesse cose. L'ultimo DPCM di Conte del 14 gennaio e il nuovo DPCM del Governo dei migliori si somigliano in tutto e per tutto: stessi colori, stesse parole, stessi contenuti e purtroppo stessa filosofia che si potrebbe riassumere in tre semplici affermazioni: chiudere tutto, chiudere tutto, chiudere tutto! Questa è la nuova filosofia, esattamente identica a quella precedente al Governo dei migliori. Eppure, nel frattempo non mi pare che la Costituzione italiana sia cambiata.

Vorrei ricordare ai colleghi un po' distratti della maggioranza vecchia e nuova che l'articolo 13 della Costituzione afferma sempre che la libertà personale è inviolabile; che l'articolo 16 della Costituzione stabilisce che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salve le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e sicurezza; che l'articolo 17 afferma sempre che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente; che l'articolo 34 stabilisce sempre che la scuola è aperta a tutti; che l'articolo 30 dice sempre che la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni e l'articolo 41 dice sempre che l'iniziativa economica privata è libera. La Costituzione non è cambiata.

Eppure, cari colleghi, molti di voi, soprattutto coloro che oggi fanno parte della minoranza della maggioranza, quando uscivano i DPCM di Conte gridavano, - cita autorevoli esponenti dei partiti che sono entrati nella nuova maggioranza - parlavano di golpe giuridico, di dittatura sanitaria, di strumento discutibile, di usurpazione dei poteri, di scandalo incostituzionale, di Costituzione calpestata e di limitazione delle libertà coi DPCM che esautorano il Parlamento.

Queste sono soltanto alcune delle citazioni di coloro che prima gridavano allo scandalo e oggi si sono completamente silenziati, accettando quindi questi strumenti che rappresentano - a nostro giudizio - non il nuovo che avanza, ma semplicemente una continuità assoluta con il vecchio Governo Conte II, che potremmo tranquillamente chiamare, anziché Governo Draghi, Governo Conte-ter.

Non devo ricordare a voi gli allarmi lanciati da autorevoli costituzionalisti come Sabino Cassese, che ha dichiarato recentemente che prima o poi anche la Consulta boccerà le misure anti-Covid e ha messo in rilievo che con questi DPCM si invade un campo riservato all'azione legislativa, tra l'altro in modo parossistico, creando confusione tra i cittadini. E non vi devo ricordare nemmeno la recente pronuncia del tribunale di Roma del 16 dicembre dell'anno scorso, la quale ha stabilito che il DPCM è un atto amministrativo che non può restringere le libertà fondamentali, nemmeno - si badi bene - se a legittimarlo è un atto che ha forma di legge. Di tutto questo, il nuovo DPCM del Governo, che abbiamo potuto leggere ieri, ha fatto semplicemente carta straccia.

Cari colleghi, noi non siamo contrari al fatto che si adottino misure per contenere la calamità che ha colpito l'Italia e il mondo intero - ci mancherebbe altro - ma riteniamo che queste misure che incidono sulle libertà fondamentali sancite dalla nostra Costituzione debbano essere discusse nella sede opportuna e appropriata, che è il Parlamento. E mi riferisco anche all'alto richiamo del Presidente del Senato di poche settimane fa: questa è la sede in cui si devono discutere misure che incidono sulla libertà personale, sulla libertà di movimento, sulla libertà di iniziativa economica, sulla libertà di poter vivere una vita degna di questo nome. Qui si deve decidere soprattutto in modo ragionevole come si può intervenire su quella che non è più un'emergenza come poteva esserlo un anno fa, perché emergenza vuol dire una circostanza imprevista e imprevedibile. La seconda ondata non solo non era imprevista né imprevedibile, ma era addirittura annunciata. Eppure, il Governo precedente, di cui facevano parte più della metà dei Ministri del nuovo Governo, non ha fatto assolutamente nulla per affrontare la seconda andata. Oggi non siamo più, purtroppo, in un'emergenza, ma siamo in una situazione che è a tutti nota ed era prevista.

Dobbiamo immaginare che non si può chiudere sempre e soltanto tutto, tra l'altro colpevolizzando soltanto alcune determinate categorie. Non ha senso continuare a sostenere che i ristoranti possono rimanere aperti a pranzo, ma devono chiudere la sera: che senso ha? Se il virus circola a pranzo, circola ugualmente anche la sera. Occorre stabilire delle regole, occorrono dei protocolli, come si era anche immaginato di poter fare. Tutte le attività economiche - bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e impianti sportivi - che si adeguano a tali protocolli (distanziamento, uso delle mascherine, sanificazioni, tutte le cautele di questo mondo) e alle prescrizioni per la tutela della salute devono poter continuare e riprendere la loro attività.

Questo è quello che diciamo noi di Fratelli d'Italia. Certo, vorremmo che le mascherine fossero vere e non farlocche, come quelle che ha comprato l'ex - per fortuna - commissario Arcuri. (Applausi). Certo, vorremmo che ci fossero dei controlli sugli acquisti che facciamo per le protezioni che destiniamo ai nostri sanitari e a tutti i cittadini.

Ma vorremmo anche che ci si interrogasse - ad esempio - sul trasporto pubblico, perché è chiaro che il contagio è lì; ma lì non si interviene. E vorremmo anche che ci si interrogasse sul perché otto - dico otto - esponenti di Fratelli d'Italia che in sicurezza fanno una conferenza stampa vengono multati e, nello stesso tempo, assistiamo a spettacoli incredibili di centinaia e centinaia di migranti ammassati, nei confronti dei quali nessuno interviene. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Binetti. Ne ha facoltà.

BINETTI (FIBP-UDC). Signor Presidente, membri del Governo, devo dire che la sensazione di spaesamento che molti colleghi hanno registrato nel passaggio dal Conte-bis al nuovo Governo Draghi anche io l'ho fortissima. Mi sembra - secondo una famosa frase di uno dei romanzi più noti d'Italia - che tutto cambi perché in realtà nulla cambi. Questa sensazione è cominciata la settimana scorsa con la fiducia; davanti a una maggioranza così allargata, non si capiva quale necessità ci fosse della fiducia. (Brusio).

PRESIDENTE. Posso chiedere ai colleghi che sono vicini alla senatrice Binetti di abbassare il tono della voce, cortesemente? Vi ringrazio.

Prego, senatrice Binetti.

BINETTI (FIBP-UDC). Grazie a lei, Presidente: è un gentile omaggio alle donne anche questo.

Vorrei sottolineare che questa sorpresa - potremmo quasi definirla una mancanza di sorpresa, perché tutto prosegue nello stesso modo - l'ho avuta anche quando, proprio a proposito del decreto-legge che ci apprestiamo a convertire, abbiamo assistito a un'operazione molto ambigua: un decreto-legge che è stato emanato successivamente è stato declassato a emendamento, con tempi così veloci che le Commissioni non hanno avuto il tempo né studiarlo, né di affrontarlo, né di subemendarlo. Ci siamo trovati davanti a un vero e proprio blitz. Se questa operazione fosse stata messa in atto dal Governo precedente, l'avremmo data per acquisita come una delle classiche manovre per cui il Parlamento viene decisamente sottovalutato dal Governo. Ma da questo Governo noi ci aspettiamo qualcosa di più: una delle cose che ci aspettiamo veramente tutti è una maggiore valorizzazione del Parlamento, e cioè del ruolo di ognuno di noi, positivo, concreto, incisivo. Questa cosa è mancata nel Conte-bis e speravamo tutti potesse farsi realtà nel Governo Draghi.

Detto questo, un'altra cosa che mi interessa sottolineare è che in realtà, poi, questo decreto-legge non è altro che una mappa a colori, in cui magari sussiste una maggiore precisione chirurgica nel definire i contorni delle varie zone. Abbiamo visto apparire, tra i tanti colori (il giallo, l'arancione e il rosso), anche l'arancione rafforzato, che pone vincoli, che in qualche modo limita le libertà e rende a noi più difficile capire esattamente cosa si possa o no fare.

Siamo, quindi, in una fase di stordimento, che non rende possibile al Parlamento distribuire chiarezza, serenità e sicurezza nei diversi territori. E poi il dialogo frammentato tra Esecutivo e Parlamento non consente al Parlamento stesso di avere un confronto con i territori più limpido, più sereno, più sicuro.

In questo momento, l'unico tema centrale nel dibattito pubblico è quello dei vaccini. Devo dire che tutti hanno rilevato come elemento di cambiamento il fatto che il dottor Arcuri sia passato ad altre funzioni e che al controllo e alla predisposizione del piano vaccinale sia stata chiamata una persona che, in linea di principio, dovrebbe avere grande esperienza nell'organizzazione di un sistema ampio.

Tuttavia, devo dire al Governo - così come alle persone che ci ascoltano da casa - che proprio queste ultime non hanno le idee chiare su quando e quali vaccini arriveranno e sulla scelta che potranno fare: non solo se vaccinarsi o meno, ma anche con quale vaccino. Non conoscono i tempi e non sanno se conviene che chi ha avuto il Covid-19 si vaccini. E non lo sanno non perché si tratta di tematiche complesse, che richiedono una competenza specifica o studi di una certa profondità alle spalle, ma perché la contraddizione continua a essere fortissima anche nella comunicazione che viene data attraverso gli organi di stampa.

Il presidente Draghi, intervenuto in un alcune occasioni, aveva raccomandato - chiamiamola così - una certa discrezione nella comunicazione, proprio per evitare lo stato di confusione. Ma se noi pensiamo che tutto resta uguale nelle modalità con cui si svolgono gli interventi, l'unica speranza è che il vaccino arrivi in tempo reale e a tutti, tenendo conto di alcune precedenze. Abbiamo sottolineato ieri, in occasione della giornata delle malattie rare, quanto fosse importante che i soggetti con malattie rare venissero considerati tra i soggetti fragili e avessero diritto al vaccino. Tuttavia, non riusciamo a capire come, di fatto, si organizzano queste sequenze.

Si vede che il piano vaccinale è continuamente in progress, ma non riusciamo mai ad afferrarlo. Non sappiamo nulla dell'anagrafe vaccinale. Eppure, sappiamo quanto sarà importante, a un certo punto, poter testimoniare e garantire che una persona si è vaccinata, perché ciò determinerà una sorta di patente per potersi muovere: se sei vaccinato, potrai fare determinate cose; in caso contrario, non potrai farle. Diventa quindi veramente importante l'anagrafe vaccinale, ma non ne sappiamo nulla.

Gli esperti ci danno informazioni difformi e le interrogazioni che abbiamo presentato non hanno avuto risposta; in proposito, prego l'attuale Governo di assumere come una sfida positiva la necessità di rispondere alle interrogazioni presentate dai parlamentari, perché ogni interrogazione è un problema che coinvolge una parte della popolazione. Noi siamo in attesa di risposte importanti proprio in tema di vaccinazioni, che riguardano anche AstraZeneca. Sembra che per Pfizer ci vogliono tre settimane per la seconda dose, mentre per AstraZeneca occorrono dieci settimane: da cosa dipende?

La gente ha paura che il dilatarsi dell'informazione in realtà sia una sorta di nebbia. Non sappiamo niente sui tempi di arrivo del vaccino Johnson & Johnson o degli altri vaccini, che sono tutti sospesi, come una promessa che non si realizza.

Signor Presidente, membri del Governo, anche ciò rappresenta un elemento di dubbio rispetto al modo con cui l'Europa sta gestendo quest'operazione.

Tutti noi siamo europeisti convinti e vogliamo muoverci nella solidarietà complessiva che garantisce la salute di tutti, perché mai come in questo caso è evidente che o ci si salva tutti oppure basta una variante qualunque sfuggita al controllo per rilanciare una nuova ondata di epidemia. Ma la strigliata che il presidente Draghi sembra abbia fatto in Europa nel suo primo atto pubblico come Presidente del Consiglio, proprio in merito ai vaccini, la dice lunga sul fatto che probabilmente la gestione precedente non era stata né così soddisfacente né così capace di garantire tutti i Paesi europei.

Questi sono i veri problemi su cui la gente attende risposta. Tutto il resto ormai dipende da questo. Paradossalmente, tutta la situazione anche economica, tutta la situazione scolastica, la vita dei nostri ragazzi, la possibilità per loro di accedere a una formazione intellettuale rigorosa, solida, auspicabile anche nella prospettiva di futuro dipende dal vaccino: vaccino sì o vaccino no. E allora, colleghi, sul tema del vaccino noi vogliamo idee che siano poche, chiare, ben distinte e soprattutto tradotte in una operatività concreta. Il DPCM nulla ci dice su questo: continua a muovere lo scacchiere della divisione degli spazi, ma non garantisce che davvero alle persone i vaccini arrivino nei momenti opportuni, nelle dosi opportune e con la scadenza opportuna. Anche per questo credo che noi un briciolo di perplessità continuiamo a mantenere anche rispetto a questo Governo. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pavanelli. Ne ha facoltà.

PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, abbiamo oggi in esame la conversione dell'ultimo decreto-legge del precedente Governo, presieduto da Giuseppe Conte.

Nei sei articoli che compongono il provvedimento sono contenuti importanti disposizioni necessarie ad affrontare l'emergenza sanitaria nazionale dovuta al diffondersi del coronavirus. Il decreto-legge in discussione si è reso necessario a causa dell'andamento dei dati sulla situazione sanitaria dovuta alla pandemia, ad inizio gennaio di quest'anno, e in particolare ai numeri riferiti ai soggetti risultati positivi al tampone, all'indice RT di contagio, alla pressione sulle strutture sanitarie (in special modo ai reparti di terapia intensiva e subintensiva).

È assolutamente necessario - come prevede il decreto-legge in esame - continuare con le misure e gli accorgimenti finora adottati, che si sono dimostrati efficaci, evitando così la necessità di un nuovo lockdown nazionale - come invece è accaduto in altri Paesi europei - a partire dalla proroga dello stato di emergenza nazionale fino al 30 aprile 2021; misura prodromica a qualsiasi altra per la gestione della pandemia. Sono infatti preoccupanti il numero crescente di varianti e la velocità di contagio, che rimane tutt'oggi allarmante.

I numeri rilevati nella prima metà di gennaio avevano allarmato gli esperti del CTS, soprattutto in proiezione delle settimane successive, che indicavano un'elevata probabilità di innalzamento dei contagi per quella che sarebbe potuta essere la cosiddetta terza ondata. Sempre in argomento, vorrei ricordare che il precedente Governo è stato più volte fatto oggetto di riconoscimento e portato ad esempio riguardo alla gestione dell'emergenza dovuta al Covid-19 da importanti organizzazioni internazionali, ad iniziare dall'OMS e da prestigiosi giornali esteri come il «New York Times» e il «Financial Times».

Dall'Unione europea, grazie alla grande opera di azione diplomatica di Giuseppe Conte, a cui va riconosciuto indubbiamente tale merito, sono stati introdotti nuovi strumenti di finanziamento, tra cui il più importante è di certo il recovery plan, che prevede 750 miliardi di euro per la ripartenza europea. L'Italia potrà avere 209 miliardi, ossia la quota più alta destinata a un singolo Paese dell'Unione europea.

Durante il 2020 il precedente Governo ha adottato numerosi provvedimenti per contrastare i pesantissimi effetti negativi sulla salute pubblica e sulle attività economiche del Paese, a seguito delle necessarie misure di contenimento per la diffusione del contagio, mettendo in campo complessivamente più di 108 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, reperiti attraverso quattro successivi scostamenti di bilancio. A ciò si aggiungono 40 miliardi previsti nella legge di bilancio 2021.

Sul tema vorrei inoltre ricordare che, a seguito dell'arrivo della seconda ondata di pandemia nell'ultimo trimestre del 2020, che ha reso necessarie nuove misure per il contenimento del contagio attraverso la restrizione delle attività economiche a livello regionale e comunale, il Governo Conte ha varato - in poco più di un mese - quattro decreti-legge ristori per complessivi 18 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, di cui otto finanziati con ulteriore scostamento di bilancio, con un insieme di misure rapide, il più possibile automatiche - tra cui contributi a fondo perduto, sospensione e riduzione di imposte, contributi, versamenti e nuove settimane di cassa integrazione - destinate alle categorie più colpite dalle nuove restrizioni. Era stato previsto anche un quinto decreto-legge ristori per fine gennaio 2021, finanziato attraverso un nuovo scostamento di bilancio, approvato dal Parlamento, di 32 miliardi di euro, ma non è stato possibile emanarlo a causa della crisi di Governo iniziata con le dimissioni dei Ministri di Italia Viva annunciate da Matteo Renzi.

Un quinto decreto-legge ristori si sarebbe già dovuto approvare e rendere operativo da tempo, perché nell'ultimo mese vi sono stati innumerevoli passaggi di Regioni e Comuni a scenari di gravità più alta, fino al colore rosso, senza che, a fronte di nuove restrizioni e chiusure delle attività economiche, fossero stati prontamente resi disponibili i conseguenti e necessari ristori.

Ho ritenuto di ricordare l'enorme lavoro fatto dal precedente Governo per meglio spiegare le motivazioni che hanno portato a varare il decreto-legge la cui conversione è oggi in discussione, ovverosia un ulteriore e importante tassello necessario a contrastare la diffusione del Covid-19, in attesa che le vaccinazioni, iniziate subito dopo l'approvazione del primo vaccino da parte dell'AIFA, a partire dal 22 dicembre 2020, possano arrivare nei mesi a venire ed essere somministrate a decine di milioni di cittadini.

Nel provvedimento in esame viene introdotta - all'articolo 3 - la piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare - sulla base dei fabbisogni relativi - le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e relativo tracciamento.

Alle Regioni e alle Province autonome sono affidate le diverse fasi di vaccinazione per la prevenzione dell'infezioni da Covid-19, ivi inclusa l'offerta attiva alle categorie di assistiti individuate in base a criteri indicati dal piano strategico dei vaccini per la prevenzione dell'infezione da Covid, adottato con decreto del Ministro della salute il 2 gennaio 2021. Pertanto, nelle more del decreto-legge in conversione, le Regioni e le Province autonome sono chiamate a svolgere un'importante azione a livello territoriale, nel rispetto delle funzioni loro assegnate dalla Costituzione, nell'abbreviare i tempi per superare questa pandemia e tornare al più presto a quelle che erano le condizioni di vita sociale ed economica prima dell'arrivo del Coronavirus. Ecco perché i ritardi di alcune Regioni, come la Calabria, la Liguria, la Sardegna e l'Umbria nelle somministrazioni dei vaccini, destano grande preoccupazione.

Purtroppo, analizzando i dati ufficiali del 28 febbraio scorso, non ho potuto fare a meno di notare con rammarico che la mia Regione, l'Umbria, figura al penultimo posto tra le Regioni nel numero di vaccinazioni eseguite ogni 100.000 abitanti e al terzultimo posto come rapporto percentuale tra dosi di vaccino consegnate e dosi somministrate, pari al 61 per cento. Mi è stato inoltre segnalato che l'Umbria è l'unica Regione che non somministra il vaccino la domenica, nonostante vi sia ancora un 44 per cento di dosi già consegnato e pronto per essere somministrato. Dunque, vorrei anche inviare un'esortazione affinché nella mia Regione - che fino a pochi giorni fa era rossa - le attività di vaccinazione siano potenziate e velocizzate al più presto nell'interesse di tutti i cittadini. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Riccardi. Ne ha facoltà.

RICCARDI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, prima di addentrarmi nei temi del decreto-legge in esame, proprio in considerazione della diretta rilevanza del provvedimento in discussione, ritengo doveroso porgere i miei migliori auguri al dottor Fabrizio Curcio e al generale Francesco Paolo Figliuolo per gli importanti incarichi che sono stati loro assegnati in questi giorni. (Applausi). Li attende un lavoro difficile, ma che siamo certi svolgeranno al meglio; lavoro per il quale avranno, da parte nostra, piena collaborazione.

L'emergenza che stiamo affrontando non accenna a diminuire il suo impeto, ma oggi, a fronteggiarla, trova un Esecutivo a mio avviso più pronto; un Esecutivo che non si lascia sopraffare dalla paura, ma lavora con spirito costruttivo, non si difende ma contrattacca; un Esecutivo che, con una mano, è impegnato a fermare la pandemia, ma, con l'altra, è al tempo stesso proteso a tracciare la strada della ripartenza.

Il provvedimento in esame oggi è eredità del vecchio Governo e, come altri provvedimenti del precedente Esecutivo, mostra lo stesso problema, più volte sollevato dal nostro Gruppo parlamentare: soluzioni adottate in ritardo nel tentativo di rincorrere gli eventi; una visione opposta alla nostra, che non può essere efficace se vogliamo proteggere i nostri concittadini e, allo stesso tempo, rilanciare il nostro Paese.

Proprio a testimonianza delle considerazioni appena espresse, le nostre proposte emendative al testo erano tese a portare, dal nostro punto di vista, delle migliorie capaci di conferire al provvedimento una portata sicuramente maggiore, con un impatto capace di garantire benefici, tanto immediati quanto futuri.

Questo aspetto lo ravvisiamo in maniera preponderante nell'articolo 3 del testo in esame: la disciplina dei sistemi informativi funzionali all'implementazione del piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2. È ormai chiaro a tutti che, se vogliamo superare e sconfiggere questa pandemia; se vogliamo operare importanti riaperture e gettare basi sempre più solide e tangibili per la ripartenza, questo passa - in primis - da una campagna di vaccinazioni seria, importante e molto differente da quella che è stata impostata e portata avanti fino ad oggi e che ci vede ancora impegnati a raccogliere dati in un momento nel quale, invece, ci saremmo dovuti ritrovare a vaccinare.

Il nostro suggerimento, volto a razionalizzare al massimo i tempi e i costi e a raggiungere risultati immediati, era quello di utilizzare una struttura già esistente come l'Anagrafe nazionale vaccini presso il Ministero della salute, andando a potenziarne e ad adeguarne la relativa dotazione tecnologica applicativa. A nostro avviso, questo avrebbe consentito di dare davvero piena, celere e trasparente attuazione al piano straordinario dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 e avrebbe consentito a una struttura, già pronta e implementata come da necessità, di far fronte meglio, prima e con minori costi, a tutte quelle esigenze di supporto, raccordo e comunicazione che l'articolo 3 del provvedimento in esame prevede in capo alla istituenda piattaforma informativa nazionale.

Mi auguro che tale piattaforma operi in modo snello ed efficace e non solo porti al raggiungimento della verifica delle dosi e dei materiali necessari per effettuare le operazioni di vaccinazione, ma possa essere anche efficacemente utilizzata per semplificare la parte burocratica, che rallenta le operazioni di vaccinazione.

In particolare, auspico che, al momento della prenotazione on line, diventi possibile compilare già il consenso informato e il modulo di anamnesi medica, che attualmente sono compilati su moduli cartacei quando ci si presenta per la vaccinazione, con conseguente rallentamento delle operazioni. È chiaro a tutti che la realtà che viviamo deve suggerirci di preparare e strutturare le nostre istituzioni in modo che nessuna eventuale criticità futura possa trovarci vulnerabili e impreparati come accaduto per la pandemia che stiamo affrontando.

È necessario un cambio di marcia. I primi passi sono stati mossi nella direzione tracciata dal presidente Draghi nel suo discorso alle Camere, con la sostituzione operata ai vertici della Protezione civile e della struttura commissariale di emergenza. Ma non possiamo fermarci qui: dobbiamo analizzare gli errori fatti in precedenza e capire che cosa poteva essere fatto meglio, al fine di riuscire a riemergere più velocemente possibile dallo stato emergenziale.

Proprio in questa direzione auspico che si muovano le prossime decisioni in materia, perché, se vogliamo far ripartire l'economia, riaprire le attività, permettere agli studenti di frequentare le lezioni non più a distanza, ma dal vivo, dobbiamo prevenire i possibili sviluppi pandemici e giocare in anticipo.

A questo riguardo, mi viene in mente il test di rilevamento salivare. È di questi giorni la notizia che ricercatori del laboratorio LABION dell'IRCSS-Fondazione Don Gnocchi, in collaborazione con il laboratorio MIND, guidato dalla professoressa Enza Messina, del Dipartimento di informatica sistemistica e comunicazione dell'università di Milano Bicocca, hanno condotto una ricerca che ha portato alla messa a punto di un esame diagnostico per rilevare la presenza del Covid-19 nella saliva dei pazienti: un esame rapido, sicuro, per nulla invasivo, che, grazie a una innovativa tecnica in ambito clinico, è in grado di dare un risultato altamente sensibile e specifico entro pochi minuti e di rivelare anche la gravità della patologia respiratoria intercorsa e il tempo trascorso dall'infezione.

La possibilità di effettuare test efficaci in poco tempo permetterebbe di eseguire facilmente un numero rilevante di esami e avere dati sull'evoluzione epidemiologica giornaliera, con la conseguente capacità di adottare strategie di contenimento in modo tempestivo e senza ritardo. Inoltre, si avrebbero delle implementazioni della capacità di tracciamento e individuazione iniziale di possibili focolai, ambito nel quale - purtroppo - fino a oggi abbiamo avuto problemi con le conseguenti recrudescenze a tutti noi note. Una maggiore efficienza nella tracciabilità ci permetterebbe anche di monitorare costantemente il diffondersi delle varianti e individuare più velocemente eventuali nuove forme, con la conseguente possibilità di adottare in anticipo le migliori strategie preventive di cura.

A questo riguardo, ho apprezzato che il nuovo Governo si sia prontamente attivato anche per individuare sul nostro territorio le imprese che siano immediatamente in grado di produrre i vaccini già in commercio o che, nel breve periodo, siano in grado di attrezzarsi per la produzione.

Personalmente auspico che, pur rispettando gli impegni già presi a livello europeo per la distribuzione dei vaccini, nell'ambito delle strategie preventive si possano vagliare anche strade similari a quelle intraprese da Austria e Danimarca per lo sviluppo di vaccini di seconda generazione capaci di resistere alle varianti del Covid-19.

Signor Presidente, mi accingo a concludere facendo mia una frase di Martin Luther King, con l'auspicio che possa aiutare noi tutti nel trovare l'audacia necessaria per riemergere dalla difficoltà che ci ha travolti: «Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno».

Per il bene dell'Italia e dei suoi cittadini servono coraggio per affrontare il presente e visione per scrivere il futuro. Il Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione c'è, coraggioso, audace e fiero di fare la propria parte. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Nugnes. Ne ha facoltà.

NUGNES (Misto-LeU). Signor Presidente, desidero premettere che trovo inutili tutte le critiche strumentali che vengono fatte agli strumenti dei DPCM e dei cosiddetti decreti Covid che si susseguono, perché il disgraziato anno passato non ci ha messo nelle condizioni di poter valutare in maniera serena le cose da fare, con la conseguenza che qualunque decisione ha sicuramente penalizzato alcuni settori o punti di vista.

C'è però un ambito su cui da più di un anno rivolgo la mia attenzione con una certa sofferenza ed è quello della scuola. La scuola non è entrata a sufficienza da subito, ma neanche successivamente, nel dibattito parlamentare per le sue particolarissime esigenze e per l'investimento che avremmo dovuto fare, che non si riduce al numero di mascherine o banchi, ma richiede un'attenzione anche di tipo socio-psicologico.

Prendo atto che nel DPCM che entrerà in vigore il prossimo 6 marzo la linea di una maggiore centralizzazione delle decisioni che era stata richiesta non è stata perseguita, nonostante la verifica di dati di disuguaglianza territoriali gravissimi che sono venuti in evidenza anche nel rapporto di Save the Children.

Certo, si dice che i criteri a cui i governatori dovranno attenersi per prendere decisioni sulle possibili chiusure e per la didattica a distanza nelle aree ad alto rischio dovranno essere rigidi. Tuttavia, in definitiva, si lascia in mano ai governatori - e sembra anche ai sindaci - la possibilità di assumere decisioni localistiche. Ho sentito che anche i dirigenti scolastici avranno una certa libertà di scelta, ma così non deve essere perché il diritto all'istruzione è sancito dalla Costituzione e deve essere garantito in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Ma questo non è stato.

Chiaramente siamo tutti coscienti - è superfluo anche ripeterlo - che la sicurezza sanitaria è al primo posto, però è indubbio che si vedano chiare contraddizioni. Ricordo ad esempio che la scuola è stata la prima a essere chiusa. Nel 2020 le scuole sono state chiuse tre mesi prima e i giorni di scuola persi sono stati miliardi. Abbiamo però anche una disparità nelle scelte che sono state fatte e, benché sia chiaro a tutti che al Nord la situazione della pandemia abbia colpito più duramente, in quei territori abbiamo una frequenza scolastica più sicura, certa e costante; infatti, se contiamo a Milano centododici giorni di scuola, a Bari invece solo quarantotto, a Reggio Calabria trentacinque e a Napoli quarantadue.

Il rischio di dispersione scolastica per circa 34.000 studenti è altissimo. Partivamo nel 2009 con una dispersione scolastica a livello nazionale del 20 per cento, che abbiamo recuperato nel 2018, raggiungendo il 14 per cento. Sappiamo benissimo però di non avere un'equa distribuzione di questi dati sul territorio nazionale e che il Sud è altamente danneggiato da ciò, anche perché la DAD non è possibile ovunque, in quanto penalizzata dalla mancanza di collegamento alla rete in moltissime parti del territorio nazionale e dal fatto che, moltissime famiglie non hanno possibilità di sostenere gli abbonamenti. Bisogna inoltre tener conto del fatto che molto lavoro viene svolto in casa.

Occorre prendersi cura ed investire su tutto questo. Leggo però che nel cosiddetto quinto decreto-legge ristori, che adesso si chiamerà sostegno, con un'eco alla scuola, si richiedono almeno 4,5 miliardi di euro per le piste da sci e si investiranno solo 800 milioni per il trasporto locale, anche se sappiamo che è a causa della carenza del trasporto pubblico locale che le scuole non possono assicurare la sicurezza sanitaria.

Decidere quindi su cosa investire è fondamentale per sapere che tipo di futuro vogliamo avere. Mi auguro pertanto che il Governo, cui pur non ho dato la fiducia, mi sappia sorprendere in tal senso.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Mautone. Ne ha facoltà.

MAUTONE (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, le misure contenute nel decreto-legge che oggi andiamo ad approvare recano ulteriori provvedimenti in materia di contenimento e di prevenzione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. La ratio che guida ancora una volta i provvedimenti e i contenuti deriva sempre dalla necessità di arginare il più possibile la diffusione del virus e la risalita dell'indice dei contagi. Il messaggio chiaro e deciso trasmesso, che deve arrivare ai cittadini, coinvolgendoli in modo attivo in un'adesione convinta e partecipata alle misure adottate, risulta essere sempre quello di rimarcare l'importanza fondamentale dei corretti comportamenti da tenere da parte di tutti, la necessità comunque di sacrifici e di limitazioni, la priorità di preservare in tutti i modi possibili la salute individuale e della collettività, considerandola bene inalienabile, a prescindere dalle complesse problematiche e dalle profonde ripercussioni che ciò comporterà sugli equilibri sociali e sulle attività economiche e commerciali.

Casomai occorre considerare che la maggiore difficoltà, come in tutte le cose, è riuscire a ottenere il giusto equilibrio tra la prevenzione sanitaria e la tutela della salute, da un lato, e, dall'altro, la necessità di mantenere e riprendere attività e strutture che sono in grossa sofferenza economica e la decisione di riaprire i musei, i teatri, i cinema e le stesse scuole, aperte o chiuse in maniera disomogenea su tutto il territorio nazionale, in virtù dei provvedimenti attuati dai governatori. Tutte queste ultime strutture rappresentano non solo punti di aggregazione sociale, ma spazi in cui avvengono momenti importanti della crescita culturale globale di una collettività.

Tutto ciò si dovrà realizzare, ovviamente, nel rispetto delle norme di sicurezza e del distanziamento sociale. Il rapido diffondersi delle varianti del virus su tutto il territorio nazionale non deve e non può essere assolutamente sottovalutato da nessuno. Le diverse varianti, come ormai dimostrato, hanno una maggiore e più alta contagiosità e capacità di diffusione, coinvolgendo rapidamente e progressivamente in particolare le persone più suscettibili della nostra comunità. Non è con la paura e le fobie o, al contrario, con l'incurante ostentazione di sicurezza, né con le parole inutili, che si fa il bene di tutti, ma con i fatti concreti e con i comportamenti responsabili, anche stigmatizzando atteggiamenti inaccettabili e denunciando con forza tutti gli eccessi e gli abusi che cittadini poco responsabili compiono, incuranti dei tanti sacrifici, non solo economici, e delle innumerevoli privazioni, anche affettive, che la stragrande maggioranza della comunità, in maniera responsabile, attua ogni giorno e costantemente.

La strada maestra per combattere la pandemia, capace di portarci finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel, è stata già tracciata dal Governo precedente, pur tra le tante difficoltà e alcune criticità legate alla lentezza della macchina burocratica, a una struttura organizzativa farraginosa e agli interventi decisi, spesso in controtendenza, e attuati dai diversi governatori regionali, a volte non in sintonia con le direttive governative, cosa questa, peraltro, che ovviamente è consentita dal Titolo V della nostra Costituzione. Fondamentale sarà un migliore coordinamento con le strutture regionali e territoriali: solo una maggiore armonizzazione e un miglior collegamento di tutti gli organismi coinvolti nei processi decisionali permetteranno di ottenere risultati via via più concreti, in tempi più rapidi e sempre più efficaci, nella lotta al coronavirus, che consentiranno di non vanificare gli sforzi e i sacrifici di tanti.

Finora abbiamo dovuto rincorrere il virus; ora, grazie alla potente arma del vaccino, che la scienza e la ricerca, con grande sforzo, impegno e competenze, sono riuscite a realizzare, mettendola a disposizione della comunità internazionale, si è riusciti a realizzare un punto fermo ed efficace, capace finalmente di capovolgere i ruoli e di contrastare l'impatto e la violenza del virus sullo stato di salute di tutti noi, soprattutto delle persone più fragili e deboli. Occorre ora fare presto e bene, proseguire e implementare in maniera decisiva la campagna vaccinale, accelerare in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale la distribuzione delle dosi vaccinali, razionalizzando la struttura organizzativa e l'utilizzo degli operatori sanitari, permettendo così di raggiungere fasce sempre più ampie della popolazione, nel rispetto delle priorità e delle necessità stabilite. Si tratta della più grande e impegnativa campagna di prevenzione sanitaria mai attuata, non solo nel nostro Paese, ma nel mondo. Più rapida, massiccia e inglobante sarà l'immunizzazione di massa, minore possibilità si darà al virus di mutare e di far sentire i suoi effetti.

Mentre sempre più persone si vaccineranno, riuscendo a raggiungere in tal modo percentuali di vaccinati tali da permettere di garantire l'immunità di gregge, è indispensabile per ora ridurre il più possibile la circolazione e la diffusione del virus. Per ottenere ciò, come sappiamo, occorrono l'adesione e la partecipazione di tutti alle misure previste, alle raccomandazioni di protezione individuale e, purtroppo, anche a chiusure temporanee o a un uso contingentato di spazi, strutture e attività che possono facilitare, in modo involontario, ma scientificamente dimostrato, assembramenti o comportamenti che favoriscono la circolazione del virus e la possibilità di contagio.

Il ricordo del dolore profondo che ha colpito tutti noi, segnando in maniera indelebile migliaia di famiglie nei sentimenti più intimi per la perdita dei loro cari, e la vita, il fisico e l'animo dei tanti cittadini italiani che hanno subito direttamente il virus dev'essere un monito continuo a non abbassare la guardia e ad andare avanti, pur nelle difficoltà, nelle rinunce e nei sacrifici, con tanta forza d'animo e spirito di coesione. In tutto questo, la politica deve fare le scelte giuste, con tempestività e lungimiranza, nonché provvedimenti mirati, sia in campo sanitario, sia in ambito sociale, economico e ambientale, per poter finalmente ripartire e guardare con più ottimismo al futuro. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Malan. Ne ha facoltà.

MALAN (FIBP-UDC). Signor Presidente, sarò molto rapido, perché voglio solo dire due cose: la prima è che ci sono molte zone rosse nel nostro Paese e si teme anche per intere Regioni. Nella mia, il Piemonte, ci sono 22 Comuni in zona rossa, tra cui uno a settanta metri da casa mia, ma la questione non è che sia vicino o lontano. Dato che mi è giunta questa segnalazione da sindaci estremamente preoccupati di dover gestire una situazione di forte disagio per la popolazione, per non parlare naturalmente di coloro che sono malati, chiedo informalmente al Governo, di tenere conto delle zone dichiarate rosse, con tutte le limitazioni che hanno, per privilegiarle e consentire loro una qualche forma di precedenza e priorità nella campagna vaccinale. Questa è una richiesta che viene veramente dal territorio e dai sindaci che gestiscono, con grande difficoltà, situazioni difficili.

La seconda cosa che voglio dire è questa: stiamo esaminando un decreto-legge emanato dal precedente Governo, con alcune differenze nel merito; il 22 febbraio scorso l'attuale Governo Draghi ha emanato un altro decreto-legge in materia di Covid-19 e mi chiedo perché non si sia continuato con lo strumento del decreto-legge, anziché tornare al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Il decreto-legge ha il grosso vantaggio di essere previsto dalla Costituzione e vi sono un vaglio preventivo del Presidente della Repubblica e un controllo immediato del Parlamento, con la possibilità di intervento: tutte queste cose non ci sono nel DPCM. Ecco perché intervengo in questa sede e non con riferimento a un DPCM, per il quale non è previsto alcun intervento del Parlamento.

Mi chiedo perché non si sia continuato sulla strada che già in parte il Governo Conte aveva usato e che il Governo Draghi ha usato proprio il 22 febbraio scorso. Ora siamo tornati all'altro strumento. Mi chiedo perché e auspico che si ritorni a utilizzare gli strumenti propri, previsti dalla Costituzione, come abbiamo chiesto tante volte in vari atti da noi presentati. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pirovano. Ne ha facoltà.

PIROVANO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, sono felice di intervenire oggi, in questa settimana che è un nuovo inizio, perché finalmente la nostra squadra di Governo è al completo. Faccio ovviamente il mio in bocca al lupo ai colleghi della Lega che sono entrati nella squadra dei Sottosegretari, ma anche a tutti gli altri, perché se vogliamo davvero essere un Governo di unità nazionale dobbiamo imparare, dopo un periodo difficile di scontri, anche molto accesi, a lavorare bene insieme e con rispetto reciproco.

Il lavoro della 1a Commissione è stato un banco di prova interessante, perché ci siamo ritrovati per la prima volta - cosa di cui ringrazio il sottosegretario Malpezzi, che ha seguito con pazienza, perché non è stato facile - a seguire un provvedimento fatto dal precedente Governo, insieme ai relativi emendamenti, sistemati di corsa e poi rivisti con i nuovi Sottosegretari e i nuovi Ministri. È stato un banco di prova e direi che è andata bene. Anche se la quantità degli emendamenti non era così copiosa, ce la siamo cavata e siamo arrivati in tempo.

Ovviamente non è un provvedimento fatto con noi e abbiamo cercato di fare il possibile per dare il nostro contributo. Qualcosa è stato recepito; qualcos'altro l'abbiamo trasformato in ordini del giorno, che sono stati approvati in Commissione. C'è stato quindi un nuovo inizio, con - spero - buoni auspici.

Abbiamo avuto notizia proprio in questi giorni anche di un cambio di squadra con il nuovo capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e il super commissario all'emergenza Covid, generale Figliuolo. Si respira quindi aria nuova, con persone di tutto rispetto, che hanno già dimostrato nel loro settore di saper lavorare bene, quindi ci auguriamo che anche per la parte più tecnica della gestione della pandemia ci sia un nuovo corso.

È passato un anno. Come sapete, sono di Bergamo e purtroppo non ho bisogno di aspettare il 18 marzo per commemorare le vittime della pandemia del Covid, perché non ci dimenticheremo mai di quanto successo. La cosa che in questo periodo con questa nuova ondata preoccupa sempre più me, i nostri territori, i colleghi sindaci e la nostra popolazione è che la gente è veramente molto stanca, a partire da chi ha gravi problemi economici, che si sente abbandonato per disfunzioni che - ne sono certa - non sono dovute solo a cattiva volontà, ma proprio al sistema di erogazione degli aiuti. È stanca, perché non si sente presa in considerazione, come è avvenuto per certe categorie che sono state totalmente dimenticate. Penso al mondo dello sport e dello spettacolo, perché ci sono settori che non rientrano in certe casistiche e non hanno preso neanche un euro, pertanto stanno sopravvivendo. La gente è stanca, perché, anche se all'inizio si prospettava uno scenario che non comprendevamo e non conoscevamo, c'era la speranza che finisse in fretta, ma dopo un anno ovviamente tutti sono più demoralizzati.

Credo che la gente abbia bisogno del buon esempio, che dovremmo dare noi, perché non siamo qui solo a fare leggi. La popolazione ha bisogno di fidarsi di noi, perché a volte la frase ricorrente e generalizzata per tutto l'arco costituzionale è: mettete misure restrittive, passa un Governo e ne arriva un altro, ma voi lo stipendio fisso - e anche abbastanza importante - lo avete, quindi cosa vi importa se noi siamo a casa e non abbiamo da mangiare? Purtroppo passa il messaggio che mettere la salute prima di tutto, senza dimenticare l'economia, sia una leggerezza, perché tanto noi comunque lo stipendio lo prendiamo, come altre categorie, tra cui i dipendenti pubblici. Bisogna far capire che tale messaggio non è vero, nel senso che nessuno prende le decisioni alla leggera e da sindaco lo so, avendo gestito la fase più critica dell'emergenza l'anno scorso. Dobbiamo spiegare alla gente la bontà delle decisioni e, a volte, anche del modo in cui si comunicano.

Mi pare che il premier Draghi abbia avviato anche a tal proposito un nuovo metodo, forse meno da protagonista, ma più concreto e veloce. Servono chiarezza e tempismo, per spiegare esattamente le regole, affinché non ci siano più le difficoltà emerse nell'applicazione delle norme. Servono anche in questo periodo più controlli sul territorio, perché, come diceva il collega Malan, i sindaci sono molto preoccupati e hanno bisogno di sostegno e di aiuti. Vi faccio solo un esempio: stiamo aspettando il decreto attuativo per dare i contributi per l'assunzione di personale a tempo determinato all'interno dei Comuni per gestire il superbonus.

Sembra che non c'entri niente con la pandemia, ma in realtà c'entra, eccome, perché gli uffici tecnici sono oberati e l'ufficio tecnico solitamente segue anche il centro operativo comunale (COC) di protezione civile. Pertanto, più peggiora l'emergenza, più l'ufficio tecnico si deve occupare di questioni sanitarie e meno tempo a preoccuparsi di tutto il resto del lavoro.

Abbiamo bisogno di aiuti rapidi e concreti per le nostre attività e anche per le nostre famiglie. Mi pare di intuire anche che il meccanismo che passa dai ristori al sostegno sarà diverso e non verrà più calcolato in base al codice Ateco e nemmeno in base alla perdita di fatturato, ma considerando in primo luogo le spese vive di un'attività. È vero, infatti, che le viene erogato un sostegno di 1.000 euro, ma se uno ne ha 2.000 da pagare fra affitto, utenze o altre spese, il contributo è già sparito. Gli aiuti vanno quindi dati nel modo giusto, il che non è dato solo dalla quantità, ma anche dalla modalità, e ovviamente è la rapidità che fa la differenza (Applausi).

Vi è poi la questione importante dei vaccini. In Lombardia stiamo già dando un occhio di riguardo alle zone più colpite: partendo dai Comuni del Bresciano, ci si è allargati alla fascia cuscinetto di quelli del Bergamasco e oggi partono le adesioni per la campagna vaccinale nelle scuole; pertanto, grazie anche alla Regione Lombardia, si sta dando priorità alle zone più colpite, proprio per arginare questo contagio che sta notevolmente aumentando, con una velocità preoccupante soprattutto a causa delle nuove varianti.

Con gli emendamenti al provvedimento che poi abbiamo trasformato in ordini del giorno, abbiamo chiesto di dare un'agevolazione per esempio ai Comuni montani, per consentire spostamenti con un raggio più esteso (50 chilometri invece di 30), per dare alla gente che abita in questi territori, che è molto più isolata, la possibilità di andare dove ha bisogno (per questioni di necessità, per la famiglia, per fare la spesa e quant'altro).

Sempre nell'ottica, da una parte, di organizzare il lavoro dei Comuni e, dall'altra, di non creare problemi ai cittadini, abbiamo chiesto di trovare un metodo - e so che se ne è parlato anche al Governo, ma non era questo il momento per sistemare la questione - per il problema delle proroghe, perché nel provvedimento in esame se ne parla (tra cui quella dei permessi di soggiorno). Non mi riferisco però solo a quello che è presente in questo provvedimento, ma anche alla proroga delle carte d'identità, delle patenti, dei passaporti e dei porti d'armi, perché continuiamo a prorogare, ma poi arriveremo a un punto in cui tutto scadrà esattamente lo stesso giorno e bisognerà capire come fare, perché la gente dovrà fare file chilometriche per avere i documenti. Occorre quindi cominciare a pensare a una dilazione, prendendo magari spunto dai documenti che sono scaduti prima, perché queste proroghe vanno avanti da più di un anno, e cominciare a evadere, in quanto i nostri Comuni comunque non sono fermi, non è che non hanno più fatto carte d'identità; peraltro ci dicevano dal Dipartimento della pubblica sicurezza che comunque sono stati rinnovati circa 700.000 permessi di soggiorno su 1,4 milioni, perché si ha il diritto di chiederlo; rischiamo però di trovarci a un punto in cui tutto salterà per aria, perché ci saranno veramente liste d'attesa infinite.

Abbiamo un pensiero per le famiglie che in questo periodo avrebbero la difficoltà di avere i bambini a casa, qualora si dovessero chiudere ancora le scuole: penso alle zone rosse, ma anche ai nuovi criteri adottati sulla percentuale di contagi anche in quelle arancioni e gialle. Dobbiamo quindi trovare velocemente una soluzione a questo problema, sia con aiuti economici sia con bonus baby sitter o quant'altro, ma facciamo in modo che la gente e le nostre famiglie non si sentano abbandonate.

Esprimo quindi il mio ringraziamento per la collaborazione che c'è stata in questi giorni; sono felice di poter dare finalmente un contributo fattivo anche all'interno di questo nuovo Governo. In questa fase così grave, da bergamasca e da sindaco, non posso che mandare un abbraccio alla mia gente e ai miei colleghi, in particolare di Bergamo, perché siamo molto preoccupati di questo nuovo periodo che ci attende. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Evangelista. Ne ha facoltà.

EVANGELISTA (M5S). Signor Presidente, con il decreto-legge n. 2 del 2021, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza sanitaria da coronavirus e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021, il Consiglio dei ministri ha dichiarato per ulteriori tre mesi, e quindi fino al 30 aprile 2021, lo stato di emergenza nazionale, estendendo l'applicabilità delle misure restrittive già previste dal decreto-legge n. 19 del 2020, nonché delle ulteriori misure circa spostamenti, riunioni e svolgimento delle attività economiche di cui al decreto-legge n. 33 del 2020.

Il secondo Governo Conte è finito ed è iniziato un Governo nuovo, quello del Presidente, perché il professor Draghi è stato scelto direttamente dal presidente Mattarella e non dalle forze politiche in Parlamento. Tuttavia, la pandemia resta e così le sue gravissime conseguenze sul piano socio-economico. Ecco quindi che l'agenda politica continua a essere dettata dal virus e le misure restrittive della libertà di spostamento dei cittadini continuano ad essere determinanti al fine del contenimento della diffusione del contagio.

Ebbene, il provvedimento che oggi ci accingiamo ad approvare disciplina il divieto di spostamento tra Regioni fino al 15 febbraio, misura in realtà già ulteriormente prorogata fino al 27 su tutto il territorio nazionale dal Consiglio dei ministri del 22 febbraio 2021, sempre salvi, naturalmente, gli spostamenti per comprovate esigenze di lavoro, salute e necessità, nonché il divieto di spostamento all'interno della stessa Regione e Provincia, con i limiti e le condizioni previsti per gli spostamenti presso abitazioni private tra le ore 5 e le ore 22 in zona gialla e all'interno dello stesso Comune in zona arancione, nel limite di due persone, oltre ai figli minori di anni quattordici e disabili.

Si tratta quindi di un decreto che adotta un criterio di mappatura dell'Italia in diverse zone colorate a seconda del coefficiente RT, dunque un criterio flessibile, in quanto prevede una gradualità di limitazioni a seconda che la Regione interessata sia appunto gialla, arancione, rossa o bianca (come è oggi la Sardegna), e che fa superare il più pesante e generalizzato lockdown totale, che abbiamo conosciuto nei primi mesi della pandemia e che, se protratto ulteriormente, avrebbe pregiudicato più gravemente la situazione socio-economica del Paese. Vediamo infatti che ancora oggi i dati attuali del contagio non sono rassicuranti, perché in 12 Regioni non scendono, ma aumentano i casi positivi, in tre l'occupazione dei posti letto in ospedale supera la soglia del 40 per cento in area medica e in cinque quella del 30 per cento delle terapie intensive. L'indice RT, infatti, è appena sotto l'1 e la cosa che più preoccupa i virologi è la diffusione della variante inglese al Covid-19, presente purtroppo in 14 Regioni delle 16 prese in considerazione.

In ordine alla vaccinazione, il decreto-legge che oggi intendiamo approvare definisce alcuni profili dell'attività di vaccinazione già oggetto di un apposito piano strategico nazionale, prevedendo l'istituzione di una piattaforma informativa nazionale predisposta e gestita dal commissario straordinario. Essa è destinata ad agevolare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali e a svolgere le operazioni di prenotazione e registrazione delle vaccinazioni, laddove il sistema informativo vaccinale delle Regioni non risulti adeguato. In molte Regioni, tuttavia, la campagna di vaccinazione procede a rilento, perché non vi è un adeguato piano strategico vaccinale regionale. Incombe la burocrazia, mancano i centri vaccinali organizzati.

Penso in particolare alla mia Regione, la Sardegna, che risulta al terzultimo posto in Italia per percentuale di popolazione che ha completato il ciclo: circa l'1,59 per cento, laddove la media nazionale è del 2,18. La Giunta regionale ha sponsorizzato una piattaforma CUP web per le prenotazioni mai attivata, il piano vaccinale per gli anziani over 80 è ancora fermo, salvo una piccola cerchia nel Sud della Sardegna. Anche la vaccinazione dei docenti è a rilento e terminerà, purtroppo, ad anno scolastico finito. Lo stesso accade per le categorie fragili: penso ai 500 non vedenti che avrebbero dovuto essere vaccinati a febbraio e che non sono stati mai chiamati; penso ai migranti; per non parlare poi delle Forze dell'ordine, una delle categorie più esposte al contagio, che lamentano anche dubbi sull'efficacia del farmaco.

È notizia solo di qualche giorno fa il coinvolgimento dei medici di base in questa campagna di vaccinazione, grazie a un accordo Governo-Regione, con la conseguenza di dare un po' più di respiro agli altri comparti sanitari. Anche loro attendono le dosi per partire, però, laddove ci sono i medici di medicina generale. Anche sotto questo profilo non posso non segnalare la grave assenza dei medici di famiglia in tutto il territorio del nuorese, denunciata dai nostri sindaci. Penso in particolare all'ordinanza di qualche settimana fa del sindaco di Oniferi, in provincia di Nuoro, che testualmente vietava ai cittadini di ammalarsi, soprattutto di Covid. Occorre pertanto che il Governo intervenga al più presto sulle Regioni, al fine di monitorare ed eventualmente intervenire, laddove le amministrazioni regionali arranchino.

Anche il comparto giustizia ha bisogno di ripartire a pieno regime e in sicurezza. All'arretrato consolidato in molti anni si è aggiunto quello dell'anno di Covid; non possiamo permetterci di ledere ulteriormente diritti e funzioni previsti dalla Costituzione. Per questo anche gli avvocati, e non solo i magistrati, debbono essere inseriti tra le categorie da vaccinare in via prioritaria in tutte le Regioni, cosa che ancora non è accaduta. Sono loro, insieme ai giudici togati e onorari, la categoria che nei tribunali ha pagato di più le conseguenze della pandemia in termini economici e di difficoltà a svolgere il lavoro. Anche nelle carceri bisogna accelerare, per tutelare sia i detenuti sia gli agenti di Polizia penitenziaria. In questi mesi abbiamo potuto riscontrare enormi difficoltà nel garantire il distanziamento sociale nelle carceri e nei tribunali e pertanto abbiamo visto quanto sia importante investire nell'edilizia carceraria e penitenziaria, per garantire a tutti i cittadini un efficiente sistema giustizia.

Tornando al provvedimento che oggi siamo chiamati a votare, il sistema sanzionatorio previsto è puntuale e articolato; esso mira a rafforzare l'osservanza delle misure in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza sanitaria, al fine di evitare quanto già accaduto in altri Paesi. Pensiamo agli Stati Uniti, dove il numero dei morti è superiore a quello totale delle vittime della Prima e della Seconda guerra mondiale e della guerra in Vietnam. Il nostro intervento legislativo prevede che, salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento a tutti ormai note venga punito secondo le disposizioni contenute nei decreti-legge nn. 19 e 33 del 2020, ossia la sanzione amministrativa del pagamento di una somma che va da 400 a 1.000 euro. Non si applica invece più la sanzione penale di cui all'articolo 650 del codice penale. Se il mancato rispetto avviene mediante l'utilizzo di un veicolo, la predetta sanzione è aumentata fino a un terzo, mentre nell'ipotesi in cui la violazione sia commessa nell'esercizio di un'attività di impresa produttiva o commerciale, viene altresì applicata la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell'esercizio dell'attività da cinque a trenta giorni. Nell'ipotesi specifica dell'inosservanza della quarantena, la sanzione invece è quella dell'arresto fino a diciotto mesi.

Concludo, signor Presidente. Tale sistema sanzionatorio non ci esime dal richiamo al senso di responsabilità personale, attraverso l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale, che mai come ora, nella drammatica emergenza determinata dalla pandemia, si traduce in un senso di responsabilità collettiva. La strada dell'unità e della responsabilità rimane l'unica possibile nella guerra a questo nemico invisibile, al fine di garantire a tutti, soprattutto ai nostri figli, una vita normale e un futuro libero da impedimenti e restrizioni. Ringrazio l'Assemblea tutta. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Bonis. Ne ha facoltà.

DE BONIS (Europeisti-MAIE-CD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi concentrerò su alcuni profili principali del decreto-legge di cui oggi si discute la conversione; mi riferisco soprattutto alla mancanza di dati, al sistema di classificazione del rischio e alla piattaforma informativa. Una recente sentenza del TAR del Lazio ha detto che il Governo non può più chiudere le scuole senza dati specifici. L'escamotage di collegare la chiusura delle scuole al tasso generale dei contagi pare non sia sufficiente. Dovremmo quindi sapere quanti sono i casi negli istituti e soprattutto i doppi casi nelle singole classi, per capire la trasmissibilità.

È indifferibile, dunque, che l'Italia disponga di una propria rilevazione, di respiro nazionale e con carattere multicentrico, sui determinanti sociali dell'infezione da SARS-CoV-2, attraverso la creazione di una rete di collaborazione tra Istituto superiore di sanità, Regioni e altre istituzioni del mondo la ricerca, come le università.

Come evidenziato di recente dai professori Alleva e Zuliani, i dati finora comunicati non sono utili per capire come stia evolvendo il Covid-19; per esempio, si rileva la discrepanza tra i risultati dati dai test rapidi e quelli dati dagli altri esami diagnostici. In questa incertezza, il dato sul tasso generale di positività risulta poco attendibile; stesso dicasi per i ricoveri e per i dati sulla mortalità, che, a giudizio dei due statistici, è sottostimata.

Quanto al mondo dell'istruzione, appaiono tanto più necessarie una maggiore trasparenza ed efficienza nella rilevazione e nella comunicazione dei dati, come rilevato da un'associazione di 300 professori universitari, che hanno chiesto l'accesso ai dati per capire come vengono stabiliti i colori delle Regioni. Finora questa richiesta non ha avuto risposta, con il risultato che anche questa controversia è finita nelle mani dal TAR.

Non è possibile, a distanza di quasi dodici mesi dall'inizio dell'epidemia, che le principali misure di sanità pubblica siano ancora prevalentemente basate sul principio di precauzione. L'Italia è rimasta una delle poche Nazioni sviluppate che, allontanandosi dalle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, utilizza ancora il criterio dell'accertamento diagnostico attraverso il tampone negativo per la dichiarazione di guarigione, previsto dalla circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020. L'Organizzazione mondiale della sanità e diverse Nazioni, come Stati Uniti, Francia e Belgio, si erano già espresse in merito, delineando in diversi documenti tecnici come tale criterio sia da ritenersi obsoleto e dannoso, determinando un fenomeno di sovraccarico di lavoro anche per il Servizio sanitario nazionale. Questo dato, già da solo, determina un'importante adulterazione delle nostre cifre epidemiologiche nazionali e, di conseguenza, regionali.

Inoltre, il sistema di classificazione del rischio è basato principalmente sul cosiddetto indice RT, che, sulla base delle evidenze più recenti, sembra essere un indice non eccessivamente precoce nel predire il rischio epidemico (presenta, ad esempio, un ritardo medio di una settimana rispetto alle variazioni percentuali). Pertanto, i parametri ad oggi utilizzati fanno correre alla Nazione il rischio di inseguire la curva epidemica nel delineare le azioni della sanità pubblica, piuttosto che prevenire l'epidemia.

Il disegno di legge in esame prevede anche la creazione di una infrastruttura tecnologica a supporto delle azioni del commissario per l'emergenza, per la distribuzione alle Regioni di vaccini e presidi funzionali al processo di vaccinazione, che sia interoperativa con l'Anagrafe nazionale dei vaccini. Tale piattaforma dovrebbe avere anche una funzione sussidiaria rispetto alle anagrafi vaccinali regionali, supportando azioni quali la prenotazione, la registrazione delle vaccinazioni effettuate e la certificazione dell'avvenuta vaccinazione. Su quest'ultimo punto è indifferibile intervenire delineando i requisiti minimi della certificazione di avvenuta vaccinazione, in relazione anche ai possibili utilizzi che questa certificazione potrà avere nel futuro prossimo.

Le informazioni aggregate presenti sulla piattaforma sono accessibili al Ministero della salute, all'Agenzia italiana del farmaco e all'Istituto superiore di sanità. Per le attività di valutazione di immunogenicità, invece, i dati disaggregati e nominativi sono resi disponibili solo per l'Istituto superiore di sanità. Questa previsione andrebbe aggiornata, come hanno riferito nelle audizioni alcuni illustri docenti, conferendo la visibilità dei dati disaggregati anche all'Agenzia italiana del farmaco, al fine di consentire alla stessa un migliore esercizio delle attività di farmacovigilanza.

In ordine alle previsioni del disegno di legge, devo innanzitutto evidenziare come le originali previsioni del Piano strategico per le vaccinazioni in materia di scadenziario delle popolazioni target dell'intervento vaccinale dovranno essere con urgenza riviste in relazione all'effettiva disponibilità di vaccinazioni, nonché alle limitazioni previste nell'autorizzazione all'immissione in commercio del vaccino prodotto dalla ditta AstraZeneca.

È inevitabile che la disponibilità di dosi di un vaccino idoneo all'immunizzazione di soggetti al di sotto dei cinquantacinque anni di età porti all'opportunità di anticipare le vaccinazioni di categorie di giovani adulti lavoratori. Nell'impossibilità di una protezione diretta dei soggetti più anziani e fragili, dovrà essere percorsa la strada dell'immunizzazione di larghe fasce di popolazione a maggior rischio di contrarre l'infezione, al fine di raggiungere, almeno parzialmente, l'obiettivo di incidere sulla circolazione del virus, andando a modificare, attraverso questo obiettivo, il dato di morbilità e mortalità.

In quest'ambito andranno privilegiate scuole e università, in quanto il danno principale che la pandemia sta creando al nostro Paese è proprio quello relativo alla formazione delle nuove generazioni. Gli effetti di questo danno condizioneranno più degli altri la possibilità di sviluppo dell'Italia nei prossimi trenta, quarant'anni.

Non è il caso di ribadire che la pandemia continua ad avere ripercussioni significative sulla vita reale delle persone, delle famiglie e degli operatori economici. Nella mia Regione, appena dichiarata zona rossa, la questione si è spostata dal piano tecnico-scientifico a quello politico, con una querelle tra il Presidente della Regione e le singole amministrazioni. Ciò non sembra essere utile al confronto tra i diversi attori in campo chiamati a gestire, ciascuno per la propria parte, l'emergenza sanitaria. La dichiarazione della Basilicata come zona rossa non è stata una scelta della Regione, ma esclusiva del Ministero alla salute, e la decisione è fondata su parametri che, per quanto oggettivi, non tengono conto della specificità dei territori.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Parente. Ne ha facoltà.

PARENTE (IV-PSI). Signor Presidente, colleghe e colleghi, intervengo perché per prima cosa desidero rinnovare una richiesta al Governo più volte avanzata: l'integrazione del Comitato tecnico-scientifico, che ci ha accompagnato in quest'anno di epidemia, con professionalità diverse: esperti di analisi dei dati fisici, matematici, microbiologi. Si sente il bisogno, in questo tempo, di anticipare il virus e non più di inseguirlo, e per raggiungere tale obiettivo occorre la contaminazione di competenze diverse. In Italia ne abbiamo tante e di eccellenza, dunque facciamole lavorare per noi.

Aggiungo che abbiamo presentato a questo provvedimento di conversione in legge del decreto-legge n. 2, a cui si è aggiunto il decreto-legge n. 15, un subemendamento per la costituzione di un osservatorio del dato epidemiologico, al fine di un'analisi quotidiana dell'evoluzione dei contagi da Covid-19, in modo da offrire pareri sulle misure da adottare relativamente a chiusure limitate, come ad esempio avvenuto a Perugia e per l'Alto Adige, e come sta succedendo in queste ore per la provincia di Bologna. Mi auguro che questa proposta, bocciata in questo provvedimento, trovi accoglienza in uno successivo, perché la riteniamo fondamentale.

È giusto aver codificato le Regioni con i colori che indicano il tasso di rischio di contagio, ma risulta fondamentale la messa a disposizione di dati semplici, a livello provinciale e comunale, per decidere velocemente lockdown locali. Molte Regioni stanno andando in tale direzione in queste ore, ma è fondamentale un sistema di raccolta, monitoraggio e impatto delle misure quanto più possibile omogeneo a livello nazionale, e che non si basi su informazioni datate di otto, dieci giorni. La velocità esponenziale di crescita dei contagiati da Covid, soprattutto in alcune zone, ci obbliga a un cambio di passo nel prendere decisioni repentine e precise. Immagino interventi mirati su singoli territori per risollevare e guarire l'intera nostra Nazione, facendo leva ancora una volta sul senso di responsabilità dei nostri concittadini, tante volte richiamato in questi mesi.

È un fatto positivo che nel nuovo DPCM firmato dal presidente Draghi ci sia la costituzione di un tavolo tecnico di confronto per la revisione o l'aggiornamento di ventuno parametri per la valutazione del rischio epidemiologico. Anche qui ci auguriamo semplificazione dei parametri.

Nel provvedimento in esame ci sono norme importanti sui sistemi informativi funzionali all'alimentazione del piano strategico dei vaccini e all'anagrafe vaccinale, e le Regioni devono collaborare per fornire questi dati. Credo che in Italia ci sia una sorta di maledizione delle banche dati. Mettere in comune i dati è un bene pubblico ed è il più alto indice di misurazione del grado di democrazia di un Paese.

Occorre dare una forte accelerata e raddrizzata al piano vaccinale e per questo esprimiamo viva soddisfazione per la nomina del dottor Fabrizio Curcio a capo della Protezione civile e del generale Paolo Figliuolo quale nuovo commissario per l'emergenza Covid, ai quali auguriamo buon lavoro.

Pensare di poter impiegare le risorse umane e strumentali della Protezione civile e l'organizzazione logistica dell'Esercito tranquillizza.

La Commissione igiene e sanità che mi onoro di presiedere ha deciso ieri di procedere a un affare assegnato sui vaccini per arrivare a un atto di indirizzo, affrontando soprattutto le implicazioni etiche, di ricerca, di scelta delle dosi e disponibilità della produzione in rapporto alle scelte europee. Intanto, una lettera di iniziativa dell'intergruppo parlamentare sulle malattie rare indirizzata al ministro Speranza, a prima firma della senatrice Binetti e dell'onorevole Noja, ha ricordato ancora una volta di prevedere la precedenza per tutte le malattie rare e le patologie gravi e per le persone con disabilità e i loro caregiver.

Non si possono più tollerare differenze così profonde tra Regioni; il diritto alla cura, soprattutto dei più fragili, è un diritto costituzionalmente garantito. Dobbiamo essere trasparenti tra di noi in questa fase e con i cittadini. Siamo in un momento delicato dell'epidemia, con le varianti che incombono, i vaccini a rilento, un virus nemmeno tramortito (ma solo per qualche settimana stordito tanto da essere in grado di acquisire difese e variazioni), senza vaccinazioni estese, tamponi diffusi, aggiornamenti epidemiologici statistici quotidiani, pochissima assistenza domiciliare, per la quale occorrerebbe (ma non si è fatto finora) un organismo che ne protocolli le cure. Rischiamo così di dover subire il virus prima di controllarne la convivenza; ma bisogna allontanarsi velocemente dal guado per evitare di combattere con un braccio legato dietro la schiena, come avvenuto in Vietnam dove, per mancanza di mezzi e di una strategia, il conflitto fu caratterizzato da una continua guerriglia e dalla visione alla TV dei marine feriti.

Tralasciando i valori etici di moralità delle guerre, il paragone calza a pennello, a mio avviso; per questo è necessaria una chiamata alle armi del sentimento di un popolo, ripartendo con le energie migliori della Protezione civile, delle Forze armate, del personale socio-sanitario, di professionalità diverse, dei luoghi di lavoro, in un contesto di ordine e semplificazione nel legiferare, di sostegno alle attività economiche e all'occupazione e di un rinnovato rapporto di collaborazione tra Stato e Regioni, ma con una fortissima guida centrale. Come ricorda la recente sentenza della Corte costituzionale, spetta allo Stato determinare le misure contro una pandemia diffusa a livello globale e perciò affidata interamente alla competenza legislativa esclusiva dello Stato a titolo di profilassi internazionale.

Con questo quadro, a mio avviso, ce la faremo, Presidente, onorevoli colleghi; l'Italia è stato il primo Paese in Europa a precipitare nell'epidemia, impieghiamo tutte le nostre forze per essere il Paese modello per l'uscita da essa. Ora abbiamo tutte le carte in regola.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Aimi. Ne ha facoltà.

AIMI (FIBP-UDC). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, è sicuramente un momento estremamente drammatico; dobbiamo renderci conto che siamo in guerra contro un nemico invisibile. Per poterlo battere dobbiamo mettere in campo ogni strumento che l'Italia e l'Europa hanno a disposizione in questa fase.

Plaudo al piglio del Governo, in particolare del presidente Draghi, per quanto ha fatto recentemente, vale a dire la nomina del generale di Corpo d'armata Figliuolo a nuovo commissario straordinario per l'emergenza Covid-19: finalmente possiamo intraprendere una strada che sarà fatta di organizzazione, tempestività negli interventi, disciplina nelle azioni.

Vedete, colleghi, quando si presenta un problema la prima cosa da realizzare è capire cosa avviene, decidere e agire. L'esempio che abbiamo avuto, un esempio di grande visione, è quello del presidente israeliano Netanyahu, che in pochissime ore ha dato avvio a un programma intensivo di vaccinazione. Come ha fatto?

Appena si è reso conto della situazione drammatica in cui versava, non solo Israele, ma l'intero orbe terracqueo, si è trovato di fronte alla necessità di interpellare l'amministratore delegato della Pfizer. Lo ha contattato alle due di notte, con una telefonata, e gli ha chiesto: quanti vaccini mi puoi consegnare? Abbiamo bisogno di 20 milioni di vaccini. Siamo disposti anche a pagarli di più. Quanto costano? Costano 15 o 20 euro? Noi li paghiamo 30 euro.

Nella stessa giornata, la sera, il presidente Netanyahu ha fatto un bonifico, attingendo ai fondi dell'esercito israeliano, e ha pagato immediatamente i vaccini, senza rateizzare. La mattina successiva, alcuni C-130 Hercules, aerei militari da trasporto, sono andati nei magazzini della Pfizer e hanno trasportato in Israele i vaccini stessi, iniziando quest'opera di vaccinazione, senza guardare dove la si faceva. La vaccinazione è stata fatta ovunque: negli ambulatori, nelle palestre, nelle scuole, presso quelli che dovremmo chiamare medici di base.

Pertanto, se vogliamo risolvere il problema, dobbiamo farlo guardando in faccia la realtà, perché la politica è questo. Guardando in faccia la realtà, dobbiamo dire che il momento è drammatico. Guardiamoci intorno. Voglio fare tre osservazioni, rapidamente. La prima: è possibile che dobbiamo indirizzarci solamente nei confronti di un solo vaccino? C'è il vaccino della Johnson & Johnson, c'è il Sinovac. In particolare, c'è lo Sputnik, che è un vaccino a vettore virale e non mRNA messaggero e questo è molto importante.

Hanno iniziato ad effettuare le vaccinazioni a San Marino, dove si registrano buoni risultati. Sembra sia un vaccino che dà risultati al 90 per cento di esiti positivi. Costa addirittura meno: 9,5 dollari; perlomeno, questo è il prezzo pagato da San Marino. Vogliamo andare in quella direzione? Il Governo cominci a trattare immediatamente con EMA e si guardi in faccia alla realtà delle cose. Il presidente Draghi ha parlato di autonomia strategica dell'Europa. È un elemento essenziale che ci consentirebbe, anche come Europa, di guardarci intorno e di poter fare questi approvvigionamenti.

Voglio ricordare che il 28 gennaio dell'anno scorso fui io a presentare per primo una interrogazione dove evidenziavo cosa sarebbe accaduto in conseguenza della pandemia. Ora dico questo: c'è un altro farmaco, sul quale ho presentato tre interrogazioni, che si chiama Parvulan, è un amplificatore delle difese immunitarie dell'organismo e può essere una buona terapia a bersaglio molecolare, perché porta all'immunità innata. È un risultato importante; non è certamente un vaccino, ma è un immunomodulante, che si somministra con una iniezione sottocutanea. Io chiedo al Governo di prenderne visione e, soprattutto, di comprendere la necessità di affiancare anche questo farmaco alle vaccinazioni.

Un'ultima osservazione, signor Presidente, riguarda la situazione dei confini al Sud dell'Europa, il confine italiano e il confine con il Mediterraneo. La situazione di Lampedusa è esplosiva. Non si tratta di essere pericolosi sovranisti. La situazione è completamente fuori controllo: sia sotto il profilo sanitario, sia sotto il profilo della sicurezza di quelle zone e anche dell'Italia intera.

È necessario, quindi, procedere con operazioni di controllo dei traffici migratori. Dobbiamo farla finita, una volta per tutte, con queste organizzazioni criminali, che sono un bandito appostato sulle strade della civiltà, anche - e soprattutto - per le conseguenze che ne derivano - Gli hotspot stanno, purtroppo, collassando. Ci sono troppi affari, c'è assenza di controlli e rischiamo anche di avere una penetrazione di jihadisti pericolosi in Italia. Quindi, guardando in faccia il primo problema, dobbiamo assolutamente prendere in mano la situazione e dare risposte concrete, anche con controlli navali e respingimenti. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Garnero Santanchè. Ne ha facoltà.

GARNERO SANTANCHE' (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci dispiace dover constatare oggi che non c'è stato un cambio di passo con questo nuovo Governo.

Essere oggi in quest'Aula e vedere che il nuovo Governo usa ancora lo strumento del DPCM ci fa capire che nulla è cambiato. Soprattutto ci dispiace vedere molti colleghi, che hanno sempre discusso in maniera anche molto accesa e vivace l'uso del DPCM, i quali invece oggi tacciono consentendo di andare avanti in questa direzione, come se fosse quella giusta da seguire in questo momento.

Ricordo che il DPCM è un atto amministrativo e a dire che serve una legge per incidere sui diritti fondamentali delle persone non siamo solo noi di Fratelli d'Italia, ma anche importanti costituzionalisti - da Cassese a Baldassarre - e lo stesso Tribunale di Roma si è pronunciato pochi giorni fa in tal senso. Il Governo Draghi ha però continuato a muoversi in questa direzione.

Noi riteniamo che questo strumento sia illegittimo, oltre che anticostituzionale e ci dispiace soprattutto per coloro che si sono riempiti la bocca su come il Parlamento sia importante e dovrebbe avere una centralità, mentre invece continua a essere calpestato.

Vorrei ora entrare nel merito del provvedimento, che è uguale a quelli di prima. Non vediamo niente per quanto riguarda i mezzi pubblici, nonostante tutti i dati scientifici e gli esperti ci dicano che il contagio avvenga soprattutto su di essi. Ricordo che il 90 per cento dei lavoratori e degli studenti si sposta sui treni regionali. Non credo che qualcuno di voi sia mai andato a vedere o abbia mai preso un treno regionale per capire qual è lo stato di assembramento. Io vivo nella città di Milano, dove basta prendere la metropolitana, un tram o un autobus negli orari di punta per vedere come le persone sono stipate. Eppure nel provvedimento si fa finta che i mezzi pubblici tengano i nostri cittadini al riparo dal contagio.

Vi ricordo che Fratelli d'Italia ha fatto moltissime proposte in tal senso. Abbiamo proposto di utilizzare gli autobus privati usati per le gite scolastiche, i quali sono oggi invece stipati nelle rimesse perché non hanno lavoro. Lo stesso dicasi per i tassisti, che versano in una situazione grave non avendo praticamente più lavoro. Ciononostante, si continua a fare orecchie da mercante e si va avanti come se nulla fosse.

C'è un altro dato che ci preoccupa moltissimo. Probabilmente anche voi avete visto le immagini passate da molti telegiornali in cui si vedono i nostri anziani in coda per potersi vaccinare, assembrati e attaccati uno all'altro. Eppure i medici, i virologi e il Comitato tecnico scientifico ci dicono che la cosa più importante è il distanziamento, vista la necessità di tenersi lontani l'uno dall'altro. Che effetto fa vedere la popolazione più fragile, ossia gli over 80, in coda per fare i vaccini? È questo il vostro modo di proteggere la salute di chi va invece più tutelato?

Anche in questo caso, non ci limitiamo a parlare e sottolineare gli errori, ma siamo sempre propositivi perché, come ha detto la nostra leader Giorgia Meloni, vogliamo dare una mano.

Anche in tal caso avevamo fatto una proposta di buon senso, chiedendo che gli over ottanta potessero essere vaccinati presso il loro domicilio. La proposta di Fratelli d'Italia è stata però fermamente respinta. Credo che se andiamo avanti di questo passo sarà molto difficile spiegare agli italiani quella famosa luce in fondo al tunnel. Se infatti non mettiamo al riparo le categorie più fragili, gli over ottanta e coloro che hanno delle patologie, come facciamo a uscire dalla pandemia?

Capisco che in tale situazione le risposte più facili siano quelle delle chiusure; certo, si potrebbe dire di chiudere tutto. È ovvio che se chiudiamo tutta la nostra Nazione probabilmente il virus smetterà di correre, ma non è questa la situazione. Oggi infatti non siamo più nell'emergenza che, come dice il vocabolario della lingua italiana, è un atto improvviso, per il quale nessuno di noi può essere preparato perché è appunto un'emergenza. No, signori, dopo un anno e un mese non lo siamo più e non possiamo parlare di emergenza. Non dico che siamo in una situazione di normalità perché, da italiana, non voglio pensare che questa sia lo stato di normalità nella quale noi umani dovremo imparare a convivere, ma penso che saremo tutti d'accordo nell'affermare che questa situazione non potrà mutare nei prossimi quindici giorni. Vi chiedo allora per quale ragione devono essere sempre le stesse categorie a pagare il prezzo più alto, perché sono sempre le stesse categorie che, oltre a pagare il prezzo più alto, sono anche quelle più dileggiate, prese in giro, considerate responsabili del contagio del virus.

Vorrei veramente fare un appello; capisco che in questa Aula molti, praticamente tutti, sono al Governo eccetto noi di Fratelli d'Italia, ma vi chiedo come fate a continuare a dire determinate cose in televisione e sui giornali e poi a non farle seguire dai fatti. Pensiamo, ad esempio, a quanto accaduto ieri in 1a Commissione: Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento che diceva che nelle zone gialle, sottolineo, in assoluta sicurezza, i ristoranti avrebbero potuto restare aperti fino alle 22 e nelle zone arancioni fino alle 18. Ho ascoltato importantissimi esponenti della maggioranza, che ne stanno facendo un cavallo di battaglia, dire che non è giusto chiudere i ristoranti e lasciare poi che i mezzi pubblici siano affollati. Come mai ieri, quando c'era la possibilità non di parole, ma di fatti concreti, il nostro emendamento in Commissione è stato bocciato?

In conclusione, Presidente, dico che gli italiani sono stufi delle parole, delle bugie, di questa opacità e poca trasparenza; gli italiani vogliono i fatti. Come mai quando c'è la possibilità di fare interventi concreti, la maggioranza boccia ciò che invece va a propagandare in televisione e sui giornali?

Se voi voleste usare lo strumento del DPCM, vi consiglierei di usarlo per un piano vaccinale, allora in quel caso, financo noi di Fratelli d'Italia, potremmo anche essere d'accordo. Continuiamo infatti a parlare di chiusure, a penalizzare coloro che chiedono solo di lavorare in sicurezza e invece non possono farlo perché i vaccini e il piano vaccinale non ci sono.

Pertanto, anziché dire tante parole, cari colleghi, bisognerebbe darsi da fare. Noi accogliamo finalmente il cambio, che avevamo chiesto da tanto tempo, e la cacciata di Arcuri, con l'arrivo di una persona sicuramente competente e capace, come il generale Figliuolo.

Tuttavia vi chiediamo, veramente, di andare avanti con i vaccini, perché se nella nostra Nazione non si fanno rapidamente, non soltanto non salveremo le vite, ma saremo il fanalino di coda della ripresa, perché perderemo ancora competitività.

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 12,20)

(Segue GARNERO SANTANCHE'). I Paesi che usciranno prima da questa pandemia potranno guardare con slancio concreto al futuro. Attualmente, citando i dati di ieri sera, siano i quartultimi in Europa per i vaccini! Vi rendete conto che, dietro di noi, ci sono nazioni, che non sono certi grandi come la nostra Patria. Vi chiedo allora di smetterla di dire parole, di preoccuparvi di comprare i vaccini e di fare un piano vaccinale, che nella nostra Nazione ancora manca. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Boldrini. Ne ha facoltà.

BOLDRINI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che oggi abbiamo in esame reca alcune misure in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica, che ancora oggi non molla la presa, e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021. È stata fatta un'ulteriore aggiunta all'articolo 1, rispetto alla versione del decreto-legge del 14 gennaio, che ha modificato e prorogato fino al 27 marzo le eventuali altre disposizioni, ha aggiornato le misure dirette ad imporre limitazioni e spostamenti ai fini del contenimento e della gestione dell'epidemia e ha inserito la denominazione delle zone bianca, gialla e arancione, che oggi vediamo essere molto prese in considerazione, perché l'epidemia, come detto, sta purtroppo avanzando in maniera preponderante.

Quindi, rispetto al provvedimento in esame, prendiamo atto - lo dico ai colleghi che prima hanno parlato molto più del DPCM, che del decreto che stiamo convertendo in legge - che sono due cose che vanno avanti con passaggi diversi. Oggi convertiamo in legge il decreto e il DPCM è già in vigore: credo che siano due cose sulle quali dover riflettere.

Il Governo, tra l'altro sia quello guidato dal presidente Conte, sia quello guidato dal presidente Draghi, attraverso il ministro Speranza ha illustrato al Parlamento in diverse occasioni, le ragioni per le quali si sono rese necessarie queste disposizioni. È sotto gli occhi di tutti il dilagare, ahimè in maniera preponderante, delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana, che stanno purtroppo attanagliando ancora di più la nostra popolazione. Anche in questo caso è in corso un cambiamento, che purtroppo vede il coinvolgimento non più delle generazioni più avanti con l'età, ma anche dei giovani, che si stanno ammalando. È un altro notevole problema, che stiamo affrontando in questo momento. Anche il tema della scuola sta emergendo in maniera forte. So quanto il ministro Bianchi, che ringrazio per la sua attività e a cui auguro buon lavoro, tiene all'apertura delle scuole, ma di fronte alle evenienze dobbiamo trovare dei provvedimenti adeguati. Mi auguro che le cose migliorino, anche grazie alla campagna vaccinale, che purtroppo vedo sta andando a rilento - poi entrerò molto meglio nel merito delle questioni - e che spero possa avere presto una maggiore accelerazione.

È vero che alcuni cambiamenti sono stati fatti: penso all'arrivo di un nuovo Commissario straordinario. A tal proposito vorrei rivolgere un ringraziamento a chi c'è stato prima, il dottori Arcuri, che non conoscendo quale fosse la strada da tracciare, si è trovato di fronte a molti problemi e a molti ostacoli, non sapendo come uscirne. Ovviamente adesso qualcosa c'è, il terreno è stato tracciato e quindi auguro buon lavoro al nuovo commissario Figliuolo.

L'emergenza, come detto in precedenza, continua comunque ad essere molto insistente e quindi credo che, come hanno detto ieri sera nella trasmissione televisiva del Festival di Sanremo, occorre ancora tenere alta la guardia. I livelli di precauzione sono quelli che conosciamo: la mascherina e i comportamenti volti ad evitare gli assembramenti sono ancora delle armi importanti che dobbiamo mantenere, per sconfiggere la pandemia. Al nuovo Governo, ovviamente, è stata indicata come priorità proprio quella di sconfiggere la pandemia e quindi i provvedimenti in corso riflettono questo tipo di atteggiamento. Dunque, dobbiamo assolutamente attenuare il rischio della pandemia, che altrimenti potrebbe diventare incontrollata, anche perché l'aggravarsi della situazione nelle strutture sanitarie rappresenta un altro grido d'allarme. Le strutture sanitarie, in questo momento, sono sempre di più sotto pressione e questo ce lo dicono i professionisti della salute, che non hanno mai abbandonato la presa da ormai un anno, come abbiamo ricordato anche nella giornata a loro dedicata.

Ma veniamo alla parte più preponderante del provvedimento, riguardante la sanità che è l'articolo 3. L'articolo 3, in coerenza con le vigenti disposizioni europee e nazionali in materia di protezione dei dati personali, istituisce una piattaforma informativa nazionale per agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e il relativo tracciamento. Questa piattaforma, come abbiamo detto, è gestita dal Commissario straordinario (che ora è il generale Figliuolo), che, in coordinamento con il Ministero della salute e il Ministero degli affari regionali e le autonomie, informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sullo stato di attuazione del Piano strategico vaccinale, che già c'è da tempo, ma è in corso di modifica.

Le diverse fasi delle vaccinazioni sono affidate quindi alle Regioni e alle Province autonome, che si avvalgono dei propri sistemi informativi vaccinali in qualità di titolari del trattamento. Tuttavia, qualora il sistema informativo vaccinale di una Regione o di una Provincia autonoma non risulti adeguato, su istanza del medesimo ente la piattaforma esegue, in regime di sussidiarietà, come previsto tra l'altro dall'articolo 120 della nostra Costituzione, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni e di registrazione delle somministrazioni dei vaccini. Questo viene fatto in maniera sussidiaria attraverso una piattaforma nazionale che qui viene istituita.

A parole tutto bene, ma purtroppo non è così nei fatti. Ricordo ai colleghi che la legge che istituiva l'Anagrafe nazionale dei vaccini è lontana nel tempo (il disegno di legge n. 119 del 2017) e che un decreto attuativo la istituiva nel 2018 (il decreto n. 73 del 2018). Ma qui sorgono i primi problemi e ce ne sono due molto importanti: il primo è quello che le Regioni avrebbero dovuto già ottemperare da tempo alla previsione di raccogliere dati certi sulle persone: i soggetti vaccinati, i soggetti da sottoporre a vaccinazione, i soggetti immunizzati e i soggetti per i quali le vaccinazioni possono essere omesse o differite; in caso di accertato pericolo per la salute anche la non vaccinazione, perché ci sono dei soggetti fragili, come gli immunodepressi, che non si possono vaccinare; le dosi e i tempi di somministrazione e gli eventuali effetti indesiderati. Tutto questo era già previsto e nel 2019 sono stati messi dei fondi a disposizione. Ma alcune Regioni, non hanno ottemperato a tali previsioni.

Pertanto, ancora una volta, bisogna fare una riflessione. So che il nuovo ministro Gelmini (anche a lei rivolgo gli auguri di buon lavoro, perché davvero ce n'è tanto bisogno) ha detto, durante un'audizione, che ormai bisogna ripensare anche alle Regioni e se sia giusto, nel caso del DPCM, condividere con le Regioni e con i territori passo passo quello che si deve fare, perché i territori sono i primi a pagarne le conseguenze. Quindi è giustissimo, per quanto riguarda le chiusure, condividere con le Regioni le decisioni, ma le Regioni devono ottemperare alle normative di legge nazionali. Credo che il famoso conflitto Stato-Regioni debba essere risolto più che mai adesso, proprio perché chi ci rimette sono i cittadini e la loro salute. Il famoso articolo 32 della Costituzione viene meno.

Dico questo perché sto facendo determinate indagini, ma vi basta andare sui siti del Ministero della Salute o di Agenas, per rendervi conto della diversificazione nell'applicazione delle norme nazionali. Soprattutto in tema di vaccini, abbiamo delle Regioni che hanno i vaccini pronti, ma non hanno i vaccinatori. Abbiamo delle Regioni che hanno i vaccinatori pronti, ma mancano le dosi. Questo è una tema che dobbiamo sicuramente porre all'attenzione del Governo. Pertanto, il presidente Draghi, insieme ai ministri Speranza e Gelmini cerchino di risolvere questo problema, perché i cittadini hanno bisogno di essere trattati in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.

Non è possibile che ci siano alcune categorie protette che non sono ancora state vaccinate, mentre in altre Regioni hanno già vaccinato anche i più fragili, i disabili e quelli nelle RSA.

L'altro tema non meno importante che devo assolutamente citare sono i vaccini. La priorità assoluta è avere i vaccini. Le dosi che ci spettano come Paese Italia devono arrivare. La ricerca è stata portata avanti grazie ai fondi pubblici e le aziende devono restituire alla collettività. Non c'è brevetto che tenga; il vaccino deve essere un bene comune e deve essere dato a tutti. Noi i fondi pubblici li abbiamo spesi; che le aziende facciano un passo avanti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Crucioli. Ne ha facoltà.

CRUCIOLI (Misto). Signor Presidente, colleghi, constato con una certa preoccupazione l'incapacità di questo Parlamento di farsi carico di prendere in mano le sorti del Paese. Da un lato, non vedo alcuna reazione nei confronti del fallimento che l'Europa sta dimostrando nei confronti delle esigenze sorte da questa pandemia. Non vedo reazioni in relazione all'assoluta mancanza di informazioni circa i contratti e le clausole contrattuali con le aziende farmaceutiche. Non sappiamo quant'è il prezzo dei vaccini; non sappiamo quali sono le clausole di distribuzione e le clausole di responsabilità per le mancate forniture. Eppure non vedo da parte vostra e nostra una reazione e richieste di chiarimenti su questi temi, che hanno delle ricadute evidenti e concrete sui nostri cittadini. Dall'altro, vedo una grande confusione e noto - come qualcuno di voi, invece, ha correttamente rilevato - che si sovrappongono delle fonti eterogenee (alcune non previste dalla Costituzione) che creano l'effetto delle grida manzoniane: decreti-legge convertiti mettendoci dentro anche parti di DPCM precedentemente in vigore; decreti che si susseguono alla velocità della luce non dando il tempo neppure agli addetti ai lavori di comprendere bene qual è il susseguirsi di queste fonti normative.

Tutto ciò comporta una grande confusione per i cittadini e il fatto che gli stessi operatori, anche coloro che dovrebbero vigilare sul rispetto di queste norme, non hanno le idee chiare. La conseguenza di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti: sostanzialmente si hanno idee e linee generali, ma ciascuno le applica a modo suo. Come spesso avviene in Italia, coloro che sono rigorosi si autolimitano, mentre coloro che fanno i furbi continuano a farla franca, con conseguenze per l'intera collettività.

Un caso abbastanza palese è dato proprio dal decreto-legge che dobbiamo convertire oggi, il primo decreto-legge che ha avuto un'importante modifica con un emendamento saliente da parte del Governo dei migliori e che, però, è completamente in continuità con il Governo dei peggiori in quanto a comprensibilità del testo. Faccio un solo esempio concreto. Si dice che fino al 27 marzo è consentita nella zona gialla in ambito regionale e nella zona arancione in abito comunale lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata. Ma se non è abitata? Lo stesso dossier del Senato dice a chiare lettere che c'è un vuoto e, cioè, non si norma in nessun caso la possibilità di spostamento nelle seconde case o dalle seconde case. Lo dice chiaro. È stato dimenticato e si fa riferimento alle FAQ, ovvero alle risposte alle domande frequenti pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio. Noi siamo arrivati al punto che sapere cosa possiamo e non possiamo fare non è rimesso al bilanciamento dei rappresentanti dei cittadini, cioè del Parlamento, ma a delle risposte pubblicate su dei siti Internet. Tali risposte, che non si sa da chi siano fatte, prendono il posto della riserva di legge che invece la Costituzione vorrebbe fosse a presidio delle libertà personali.

Il risultato è abnorme, paradossale; non c'è discussione su temi fondamentali. Infatti, se è evidente che il diritto alla salute è preminente e importantissimo, è anche chiaro che va bilanciato con tutti gli altri interessi, con le libertà personali, ad esempio col diritto allo studio, col diritto a poter esercitare le attività economiche. Pertanto, questo bilanciamento che dovremmo trovare noi in realtà sta scivolando in una sorta di ratifica, da un lato, su decisioni prese per quanto riguarda i livelli vaccinali, gli acquisti e quindi le ricadute concrete, sul livello europeo, che noi non mettiamo in discussione e sul quale non vigiliamo; dall'altro lato, sul livello governativo. In questo modo noi apprendiamo, senza nessuna particolare discussione, che nelle zone rosse le scuole dovranno essere completamente chiuse, invece nelle altre zone sarà rimessa alla discrezionalità delle Regioni la decisione se tenerle aperte o chiuse. Anche questo merita una discussione, perché non è affatto scontato che a livello regionale ci possano essere delle decisioni che penalizzano i nostri ragazzi; i giorni di scuola che verranno persi e che sono già stati persi si ripercuoteranno in maniera drammatica sull'educazione e sulla psiche di queste generazioni, che hanno già delle limitazioni negative sullo sport e sulla loro socialità; togliere loro anche il momento didattico della scuola in presenza, secondo me non dovrebbe essere accettato nel silenzio del Parlamento.

Come si diceva e come dicevo anche quando ho votato in dissenso pur essendo in maggioranza con il precedente Governo, bisognerebbe piuttosto far rispettare tutti quei protocolli, anche a costo di investire molto ad esempio sulla mobilità degli alunni e su tutti gli spazi e i presidi per evitare il contagio nelle aule.

Insomma, finora vi ho rappresentato tutto questo per dirvi che il Parlamento non può ratificare in maniera acritica ciò che questo Governo fa, così come non avrebbe dovuto farlo prima, ma adesso è ancora più pericoloso perché la maggioranza si è allargata e per l'opposizione gli spazi di critica e di denuncia si stanno limitando ancora di più. L'attenzione è quindi rimessa a ciascuno di voi, colleghi; non date per scontato il fatto che ciò che ci viene portato in questa sede sia la soluzione migliore, anzi spesso non lo è, come dimostra appunto il decreto-legge in esame, che a mio giudizio contiene limitazioni eccessive, sulla base del: chiudete tutto, chiudete tutto, arriva la terza ondata! È troppo facile risolvere così determinate questioni che invece andrebbero affrontate caso per caso in quest'Aula, per contemperare nel migliore dei modi il bilanciamento tra interessi differenti. È per questo che io e la componente del Gruppo misto denominata "L'alternativa c'è" voteremo contro il disegno di legge in esame. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Dal Mas. Ne ha facoltà.

DAL MAS (FIBP-UDC). Signor Presidente, colleghi, con una frase forte, suggestiva e quasi icastica il Presidente del Consiglio ha detto che l'emergenza sanitaria è l'emergenza economica. In effetti è vero: se il Paese non è sano e messo in sicurezza non può riprendere; purtuttavia, come è evidente nella gestione della fase vaccinale, in questi giorni assistiamo al fatto che forse questo Parlamento avrebbe potuto e dovuto intervenire non già quando a marzo dello scorso anno ci fu l'emergenza conseguente alla pandemia, ma sulla gestione e sull'organizzazione della fase vaccinale. Avevamo infatti tutto il tempo necessario e disponibile per poter agire anche in forma legislativa, intervenendo sull'articolo 32 della Costituzione.

Il Parlamento, il legislatore non l'ha fatto. Non l'abbiamo fatto e oggi siamo sostanzialmente all'interno di un atto amministrativo che ha una debole copertura normativa nella legge di stabilità. Stiamo discutendo, sostanzialmente, di un piano vaccinale sul quale ci stiamo confrontando e sul quale stanno operando le Regioni ciascuna a modo suo, a macchia di leopardo, chi con una categoria, chi con un'altra, chi vaccinando tizio anziché caio. In questa situazione, rispetto a questa vicenda, il Parlamento è stato il grande assente. Mi spiace che non ci sia il ministro Orlando, ma mi auguro che questa maggioranza importante di emergenza nazionale che c'è oggi nel Paese capisca il problema.

Vengo al punto. La questione è abbastanza evidente: sappiamo che esistono delle priorità, come la vaccinazione degli ultraottantenni e contestualmente alla vaccinazione di questi, i piani vaccinali stabiliscono che si possa procedere con la somministrazione del vaccino AstraZeneca anche a determinate categorie di lavoratori fino a sessantacinque anni, quindi al personale scolastico, universitario, docente e non docente, giustamente alle Forze di polizia e a chi opera nei servizi in luoghi confinati, quindi nelle carceri e negli altri servizi essenziali.

La prima domanda è quid iuris? Quali sono i servizi essenziali, come facciamo a stabilire quali sono, a quali leggi di riferimento ci rifacciamo? Sono servizi essenziali i servizi che sono delineati nell'ambito, ad esempio, della legge che regola lo sciopero nei servizi essenziali? Se così fosse, quali categorie sono comprese e quali ne sono escluse? Assistiamo ad un paradosso per cui oggi, sempre a macchia di leopardo, in questa nostra Italia, in alcune Regioni vengono vaccinati i magistrati di un distretto e non gli avvocati, che pure partecipano alle stesse udienze, in altre Regioni questo non accade, perché ancora evidentemente non è stato raggiunto un accordo diretto tra la Regione e le singole categorie.

Vogliamo parlare di quello che scrive oggi un importante quotidiano a tiratura nazionale, che parla di 1.200 dosi di vaccino AstraZeneca che sono chiuse in frigorifero e non utilizzate? Vogliamo parlare del fatto che nella fascia dei settantenni, tra i settanta e i settantanove anni, ci sono persone che non sono inserite tra i soggetti più a rischio e quindi, di conseguenza, devono attendere, mentre ci sono 400.000 giovani tra i venti e i ventinove anni che sono stati vaccinati perché frequentano il secondo anno di medicina? È stato vaccinato il personale in smart working, non sanitario, ma amministrativo, che lavora all'interno dei servizi sanitari. (Applausi).

Su queste cose chiediamo che il Governo ci metta la testa e anche un po' di ordine.

Finalmente il Paese è stato "dearcurizzato". (Applausi). Mi verrebbe da dire che sono appassite, avvizzite le primule (Applausi), ma adesso aspettiamo che arrivi la primavera e con essa ci auguriamo che arrivino finalmente anche i vaccini, con il grande impegno del Governo e di tutti noi. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Cantù. Ne ha facoltà.

CANTU' (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, il vantaggio di parlare in continuità con gli interessanti interventi già svolti è che posso permettermi di richiamare solo quelli a mio avviso più rilevanti.

Il provvedimento in esame (esauriti i titoli di coda del DPCM system, si torni al più presto ai decreti-legge) è l'occasione per riflettere sul cambio di rotta necessario che saprà dimostrare il nuovo Esecutivo, dando prova di avere a cuore la salute e il benessere degli italiani come bene primario e solidale. Ma altrettanto fondamentale è evitare di sperperare risorse; non c'è diritto alla salute senza il dovere della prevenzione e della sostenibilità. È da troppo tempo che, fin qui inascoltati, rimarchiamo che c'è poca attenzione alla prevenzione. Ma, siccome prevenzione non fa rima con fatturazione, si è continuato fin qui a prevedere capitoli di spesa in capo al commissario straordinario non supportati da benchmark che ne attestino la congruenza, disattendendo una strategia di efficace contrasto alla diffusione del virus, con un piano nazionale di contenimento in sicurezza delle sue varianti e di monitoraggio delle loro interazioni con il sistema immunitario e i farmaci, attraverso l'appropriata messa a contratto di tutti i fornitori, non solo di vaccini e farmaci, ma per tutti i tipi di beni e servizi.

Se è vero infatti che la cura dimagrante imposta al Servizio sanitario nazionale dal 2010 in poi è criticabile, altrettanto vero è che adesso il rischio è il suo contrario, senza ereditare un sistema tecnologicamente "upgradato", che consenta di dare di più spendendo di meno, nello specifico della pandemia senza nemmeno un sistema nazionale strutturato di sorveglianza attiva e genomica e di governo della mutabilità del virus, a garanzia dell'immunizzazione di massa. Siccome siamo nel pieno di una campagna vaccinale azzoppata, questa volta non per mancanza di piano o di vaccinatori, anche se in fase di rafforzamento con i medici di famiglia, ma per mancanza di vaccini, è di tutta evidenza che, se fossero stati fatti contratti molto più stringenti, con clausole ineludibili di consegna non appena ottenuta l'approvazione dell'EMA, che prevedessero una qualche forma di produzione locale in caso di problemi veri o presunti che fossero nei siti produttivi, con penali fortemente disincentivanti l'inadempimento, non staremmo qui a discuterne. Se l'Italia avesse mandato qualcuno stracompetente in contrattualistica internazionale al tavolo delle trattative, non staremmo qui a lamentare la mancanza di vaccini. (Applausi). Non ci resta che confidare nelle maggiori disponibilità delle dosi necessarie per l'ambizioso piano vaccinale. Siamo certi che le competenze che stanno emergendo nel nuovo Governo sapranno farsi valere in ogni sede, compresa la drastica riduzione della decretazione attuativa.

La mancanza di una visione complessiva sin qui palesata si è potuta evincere anche sul versante delle altre patologie, che rimarco meritano lo stesso tipo di attenzione del Covid. Continuare a rimandare sine die visite specialistiche, screening ed esami radiologici e diagnostici non può non comportare un aumento della mortalità e della morbilità (non solo in oncologia), i cui costi sociali ed economici estremamente rilevanti si vedranno nei prossimi anni, insieme al peso degli sprechi che ricadranno sulle spalle delle future generazioni, senza aver preso seriamente in considerazione l'utilizzo di nuove tecnologie già implementabili, con costi di gran lunga inferiori all'ospedalizzazione, che consentono di monitorare da remoto pazienti che allo stadio iniziale, anziché essere ricoverati, possono essere seguiti con cure domiciliari, liberando risorse umane e strumentali da finalizzare al recupero dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi rinviati.

Controprova ne è quanto fatto all'ospedale Cotugno di Napoli per monitorare reparti Covid con braccialetti wireless, tecnologia assolutamente sistematizzabile a domicilio.

Prevenzione, domiciliarizzazione tecnologicamente assistita delle cure, contrasto e contenimento in sicurezza delle varianti che alimentano la pandemia, come noto di esclusiva competenza al livello centrale, il cui puntuale esercizio, in attuazione delle innovative direttrici programmatiche, financo confermate dalla Commissione europea con il piano HERA, consentirà di intervenire a breve anche sul meccanismo di regolazione cromatica, su cui si continua a insistere, tutto incentrato sull'automatismo del cosiddetto RT, mentre è noto da tempo che occorre prendere del pari in considerazione l'incidenza media e l'RDT.

Dopo non essere stati ascoltati sin qui nel nostro plurimo grido di dolore per riconoscere ai medici e ai restanti operatori sanitari e socio-sanitari vittime del Covid un ristoro economico, siamo ora certi che l'Esecutivo rifletterà anche su questo argomento, ponendovi rimedio, andando a recuperare il nostro disegno di legge n. 1861, supportabile con le risorse derivanti dalla marginalizzazione degli sprechi recentemente emersi.

La solidarietà non deve venir meno, soprattutto in momenti come questi, e bisogna saperla dimostrare, non solo a parole. (Applausi).

È ora di agire, agire senza indugio nella riqualificazione della spesa. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Toninelli. Ne ha facoltà.

TONINELLI (M5S). Signor Presidente, gentili colleghe e colleghi, siamo in Assemblea per discutere e approvare la conversione in legge dell'ultimo decreto-legge del Governo di Giuseppe Conte, cui sono stati aggiunti i contenuti del primo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del nuovo Governo Draghi.

Si tratta di un provvedimento importante perché mantiene la linea dura nella prevenzione e nella lotta al virus e perché introduce un nuovo strumento nella gestione delle vaccinazioni. Si tratta di una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare le attività di utilizzo e distribuzione sul territorio nazionale dei vaccini. Un altro importante lascito del predecessore di Draghi.

Non so voi, ma avverto uno strano, ipocrita, vigliacco silenzio nel dibattito politico di questi giorni, da parte sia di alcuni partiti che di alcuni organi di informazione. Fino a poche settimane fa questo provvedimento del Governo Conte sarebbe stato duramente osteggiato da soggetti politici che avrebbero urlato e si sarebbero stracciati le vesti, accusandolo di voler instaurare una dittatura sanitaria o, peggio ancora, di voler affossare il Paese. (Applausi).

In questi mesi abbiamo ascoltato gli stessi affermare tutto e il contrario di tutto, pur di ostacolare il lavoro del Governo precedente. È sufficiente ricordare le loro più recenti dichiarazioni per rendersi conto di quanta falsità e ipocrisia si celasse dietro queste contestazioni.

Per questi partiti e per i loro leader la suddivisione delle Regioni in zone colorate, a seconda del rischio sanitario, rappresentava una follia, generatrice di caos e danni economici immani. Addirittura c'era chi invitava i cittadini a violare queste restrizioni: politici scellerati che hanno fatto propaganda sulla pelle delle persone, pur di cavalcare il loro sentimento di frustrazione e di rabbia. (Applausi).

Tutto questo non accadeva mica un anno fa, ma pochissime settimane fa e adesso - puff! - tutto scomparso. O meglio sono scomparse solo le polemiche e il caos, non le fasce di rischio colorate, che erano invece, a detta loro, la causa scatenante.

Oggi quindi sappiamo con certezza che si trattava solo di propaganda e di attacchi strumentali al Governo. (Applausi). Adesso che le zone colorate non solo sono rimaste, ma addirittura aumentate con l'aggiunta - udite bene - delle cinquanta sfumature di arancione, va tutto bene, benissimo anzi. Mi domando: come starà giustificando questa tripla giravolta la macchina della propaganda di Salvini? Speriamo non con un post sulle tagliatelle all'uovo fatte in casa o magari sulla crostata della nonna. Che volete che sia, se tanto a pagare il prezzo più alto sono stati quei cittadini che davano credito alle loro falsità; del resto, sono gli stessi che hanno portato la Lombardia ad essere la Regione con il maggior numero di morti in assoluto. (Applausi).

Anche molti governatori delle Regioni del centrodestra pare abbiano archiviato le polemiche. Pochi giorni fa Attilio Fontana, quello del conto milionario in Svizzera nascosto dietro un trust alle Bahamas, scriveva che il nuovo Governo avrà al suo fianco le Regioni. Ci rendiamo conto? Questi soggetti ora dicono che collaboreranno costruttivamente con il Governo di cui ora fanno parte. Ne siamo felici, ma ci domandiamo: prima che cosa facevano? Forse lo ostacolavano anche quando lottava per salvare il maggior numero di vite umane?

Un ragionamento che non dovrebbe esistere in tempo di pace, figuratevi in tempo di guerra alla pandemia, come il nostro. Ma forse per qualcuno la politica e il consenso vengono prima delle vite umane delle persone. (Applausi).

Proprio in questi giorni, Fontana ha istituito decine di zone rosse in singoli Comuni della Lombardia: giustissimo. Peccato che lo abbia fatto dopo aver detto e ripetuto per un anno intero che non poteva farlo; che la responsabilità per la mancata chiusura di Alzano Lombardo e Nembro fosse dell'allora presidente Conte; che lui non poteva di fatto istituire zone rosse locali perché non disponeva né dell'Esercito né delle Forze dell'ordine. E ora che il suo partito è entrato al Governo, come d'incanto si è riscoperto in grado di farlo. Mi domando: quante vite avrebbe potuto salvare se, invece di fare becera politica oppositiva a Conte per oltre un anno, avesse semplicemente fatto il proprio dovere di governatore della Lombardia? (Applausi).

Per non parlare delle richieste di centralizzazione dei poteri, in tema Covid, giunte in questi giorni proprio da quel centrodestra che nei mesi scorsi ha sempre duramente criticato il Governo chiedendo più poteri per le Regioni. Vi devo ricordare io i dati sbagliati sui positivi Covid inviati per troppe settimane dalla Regione Lombardia al CTS? Neppure su questo mai un'ammissione di colpa o una presa d'atto del disastro fatto.

Anche il sistema mediatico, con qualche eccezione ovviamente, ha fatto una giravolta niente male: la stampa di centrodestra si è curiosamente zittita con l'arrivo del nuovo Governo, mentre l'appoggio incondizionato a Draghi ha portato tanti altri giornali a rivalutare molte misure uguali o quasi a quelle introdotte dall'ex presidente del Consiglio Conte.

Veniamo all'attualità. È recente la notizia della sostituzione di Arcuri con il generale dell'Esercito Figliuolo come nuovo commissario straordinario per l'emergenza Covid, accolta con un giubilo collettivo che ha unito sia i partiti che fino a ieri erano all'opposizione che tutti i loro organi di informazione. Esattamente come accadde con la caduta di Conte, perché ai contestatori seriali di Conte non importa dei fatti concreti, ma chi occupa le poltrone: attaccano chi toglie voti, potere e denaro (ed io ne so qualcosa). Poco importa se Draghi seguirà la strada di Conte; poco importa se Bianchi porterà avanti il lavoro della Azzolina; poco importa se la medesima proposta di prolungare l'anno scolastico veniva prima derisa ed attaccata se a farla era la Azzolina, ed oggi invece viene elevata a idea geniale (Applausi) se a farla è il nuovo Presidente del Consiglio.

C'è un altro silenzio tremendo in questo Senato: quello di chi ha provocato una crisi di Governo scellerata nel momento più difficile per il nostro Paese dal dopoguerra ad oggi. E mentre c'era chi lavorava per ricucire questa crisi, lui volava in Arabia Saudita ad elogiare il principe ereditario bin Salman, indicato dall'intelligence americana come responsabile della barbara uccisione del giornalista Khashoggi (Applausi), arrivando addirittura ad elevare questo regime totalitario a culla del nuovo Rinascimento.

In nome di quali interessi lo ha fatto? Di certo non degli interessi degli italiani. Un clamoroso scandalo di cui si parla troppo poco e che riguarda un senatore della Repubblica, stipendiato con i soldi dei cittadini. (Applausi). Un senatore che dovrebbe dimettersi e lasciare la politica per la vergogna che ha fatto calare su tutto il nostro Paese.

Mi accingo a concludere, dicendo che le misure contenute nel decreto-legge oggi in discussione non sono l'orgoglio di nessuno; le vorremmo evitare e stiamo lavorando perché ciò avvenga il prima possibile; ma oggi sono misure necessarie, le uniche veramente efficaci per contenere i contagi, almeno fino a quando la campagna vaccinale non avrà fatto calare drasticamente il numero dei malati e alleggerito la pressione sui nostri ospedali. Allo stesso modo, necessari sono i ristori che devono arrivare prima possibile alle famiglie e alle imprese; ristori che ora si chiamano sostegni. Dai, su, è necessario usare la semantica per far credere al proprio elettorato che le cose stiano cambiando. (Applausi). Ristori che sarebbero già sui conti correnti degli italiani se qualcuno non avesse deciso di gettare il nostro Paese nel caos.

Concludo, Presidente. Nonostante tutto quello che è accaduto, nonostante il peggio del peggio della politica, andare avanti a lottare è un dovere, proteggere la salute dei cittadini e l'economia rimane l'unica priorità da perseguire; alla propaganda vanno sempre contrapposti l'impegno reale e il senso di responsabilità, gli unici che ci possono fare andare avanti a testa alta.

Il virus era, è e rimane... (Il microfono si disattiva automaticamente)... e questo provvedimento ci può aiutare a farlo. (Applausi).

RONZULLI (FIBP-UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RONZULLI (FIBP-UDC). Signor Presidente, non abbiamo capito se quello del senatore Toninelli sia un intervento di opposizione o di maggioranza. Soprattutto non ci è chiaro se sia intervenuto in dissenso dal suo Gruppo; francamente non lo abbiamo capito.

PRESIDENTE. Senatrice Ronzulli, siamo in fase di discussione generale e non in fase di dichiarazione di voto né tantomeno sulla fiducia, che non c'è.

Dichiaro chiusa la discussione generale.

Sospendo la seduta fino alle ore 15 non solo per l'intervento di sanificazione, ma anche per la contemporanea riunione della Commissione di vigilanza RAI.

(La seduta, sospesa alle ore 13,02, è ripresa alle ore 15,03).

Riprendiamo i nostri lavori.

Il relatore e il rappresentante del Governo non intendono intervenire in sede di replica.

Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.

La Presidenza, conformemente a quanto stabilito nel corso dell'esame in sede referente, dichiara improponibili, ai sensi dell'articolo 97, comma 1 del Regolamento, per estraneità di materia rispetto ai contenuti del decreto-legge, gli emendamenti 1.13, 1.14, 1.15, 2.2, 2.3, 3.0.10, 3.0.11, 3.0.14, 3.0.15, 4.3, 4.4, 4.5, 4.6, 4.0.1 (identico all'emendamento 4.0.3), 4.0.2, 5.0.2, 5.0.3, 5.0.4, 5.0.5, 5.0.6, 5.0.7, 5.0.8, 5.0.9, 5.0.10, 5.0.11 e 5.0.12.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Procediamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.10000 e 1.100.

Esprimo parere favorevole sul primo impegno dell'ordine del giorno G1.1 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a continuare a garantire adeguati e immediati sostegni economici lungo tutta la filiera», e parere contrario sul secondo impegno.

Esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G1.100 inserendo nell'impegno la formula: «a valutare l'opportunità di». Esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G1.101, inserendo la formula: «a valutare l'opportunità di». Esprimo altresì parere favorevole sugli ordini del giorno G1.102 e G1.103.

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatore Ciriani, accoglie le proposte di riformulazione del relatore?

CIRIANI (FdI). No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Rilevo invece che gli altri presentatori le accolgono.

Gli emendamenti 1.1 e 1.2 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.10000, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.3 a 1.6 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.100, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 a 1.12 (testo 2) sono stati ritirati.

Gli emendamenti da 1.13 a 1.15 sono improponibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1.1, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G1.100 (testo 2), G1.101 (testo 2), G1.102 e G1.103 non verranno posti ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.1 e 2.0.1 (testo 2).

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.1, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 2.2 e 2.3 sono improponibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.1 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 3.100, 3.101, 3.14 (testo 2), 3.102, 3.103 (testo corretto) e 3.0.12 (testo 2).

Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

Invito il Governo ad accogliere gli ordini del giorno G3.100 e G3.101. Mi risulta che l'ordine del giorno G3.1 sia stato ritirato, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Senatore Augussori, conferma che l'ordine del giorno G3.1 è stato ritirato?

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Sì, lo confermo.

Signor Presidente, ritiro anche l'emendamento 3.8 (testo 2).

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno G3.101, chiedo se sia possibile inserire all'interno dei comparti che vengono elencati nel testo, l'intero comparto delle Forze armate.

GALLONE (FIBP-UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, chiedo di aggiungere la firma all'ordine del giorno G3.101.

Chiedo al primo firmatario, senatore Siclari, se nell'ambito dei lavoratori dei servizi essenziali possano essere contemplati gli operatori ecologici.

PRESIDENTE. Se proseguiamo nella lista, non finiamo più.

Il senatore Siclari è d'accordo?

SICLARI (FIBP-UDC). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Il relatore e il rappresentante del Governo concordano?

GARRUTI, relatore. Sì, signor Presidente.

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente.

SANTANGELO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTANGELO (M5S). Signor Presidente, chiedo di intervenire sui lavori del Senato, perché mi arriva notizia che oggi era convocata la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e quindi alcuni nostri colleghi non hanno potuto partecipare alla votazione in Assemblea, perché impegnati in Commissione. Signor Presidente, la prego soltanto di verificare al meglio il coordinamento dei lavori, onde evitare che alcuni senatori non possano partecipare ai lavori dell'Assemblea. Siccome vedo che un collega è già arrivato, ma altri ne stanno ancora arrivando, le chiedo se sia magari possibile prevedere una pausa, anche breve, per consentir loro di arrivare in Aula e votare.

PRESIDENTE. Senatore Santangelo, abbiamo spostato la ripresa della seduta alle ore 15 per consentire la convocazione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Il problema è che la Commissione deve sconvocarsi quando c'è la seduta di Assemblea e non il contrario. (Applausi).

AIROLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AIROLA (M5S). Signor Presidente, lei ha ragione, ma la Commissione di vigilanza ha concluso i propri lavori poco prima delle 15. Era necessario giusto il tempo di arrivare qui; non è dietro l'angolo. Per di più l'audizione era del ministro Franceschini su una cosa importante. Mi domando se non era possibile aspettare dieci minuti, in maniera che un senatore della Repubblica potesse esprimere il suo voto. Non eravamo a giocare, non eravamo a fare interviste, ma semplicemente a lavorare. Chiedo che i miei voti vengano registrati.

PRESIDENTE. È assolutamente impossibile, senatore Airola.

AIROLA (M5S). Almeno che io non venga ritenuto assente.

PRESIDENTE. Resterà agli atti che la sua assenza era legata alla presenza in Commissione di vigilanza.

AIROLA (M5S). Questo è importante, perché si nega a un senatore la possibilità di votare ed è grave.

RONZULLI (FIBP-UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RONZULLI (FIBP-UDC). Signor Presidente, anch'io intervengo sui lavori del Senato solo per comunicare all'Assemblea che la seduta della Commissione di vigilanza RAI è finita dieci minuti fa, alle 15,05, in orario perfetto per presenziare i lavori dell'Aula e i commissari stanno arrivando.

PRESIDENTE. Chiuso il discorso della Commissione. Ciascuno prenda il suo posto e recuperiamo i voti persi.

Gli emendamenti da 3.1 a 3.5 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.100, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 3.6 a 3.11 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.101, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 3.12 e 3.13 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.14 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 3.16 a 3.19 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.102, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 3.20 a 3.24 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.103 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.25, presentato dai senatori Zaffini e Totaro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli ordini del giorno G3.1 e G3.2 sono stati ritirati.

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G3.100 e G3.101 (testo 2) non verranno posti ai voti.

Gli emendamenti da 3.0.1 a 3.0.9 sono stati ritirati.

Gli emendamenti 3.0.10 e 3.0.11 sono improponibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.12 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 3.0.13 è stato ritirato.

Gli emendamenti 3.0.14 e 3.0.15 sono improponibili.

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 4 del decreto-legge che invito i presentatori ad illustrare.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, vorrei illustrare brevissimamente l'ordine G4.100, che chiede al Governo di valutare la possibilità di prevedere disposizioni affinché i Comuni che vanno al voto possano procedere preventivamente al censimento dei propri abitanti alla luce del fatto che sono sopravvenute modificazioni nella popolazione rispetto all'ultimo censimento di dieci anni fa. Il prossimo censimento avverrà fra pochi mesi, ma probabilmente sarà di poco posteriore alle elezioni amministrative. In questo modo possiamo garantire ai Comuni di procedere alle votazioni e alle elezioni con il numero di abitanti aggiornato per attribuire il corrispondente numero di consiglieri e di assessori affinché le amministrazioni possano lavorare con un numero di eletti congruo rispetto agli abitanti.

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo per illustrare brevemente lo spirito dell'ordine del giorno G4.101, che nasce dal nostro emendamento 4.2, accolto nello spirito con favore dall'intera Commissione.

L'ordine giorno va a sanare e a risolvere la questione aperta da anni per i piccoli Comuni che si trovano in difficoltà in fase di elezioni quando c'è una sola lista depositata e quindi il grande impatto degli elettori residenti all'estero fa venir meno il quorum per rendere valida l'elezione. Abbiamo trovato una soluzione tecnica che verrà trasposta in un atto normativo nel prossimo futuro e questo ordine del giorno ne certifica la soluzione condivisa ampiamente dal Parlamento.

È una grossa soddisfazione perché è una battaglia che portiamo avanti da anni.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.

GARRUTI, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.1.

Esprimo altresì parere favorevole sugli ordini del giorno G4.100 e G4.101.

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore, ma per l'emendamento 4.1 il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.1, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.2 è stato ritirato.

Gli emendamenti da 4.3 a 4.6 sono improponibili.

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G4.100 e G4.101 non verranno posti ai voti.

Gli emendamenti da 4.0.1 a 4.0.2 sono improponibili.

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G5.100, parere contrario sull'emendamento 5.0.13 e parere favorevole sull'emendamento 5.0.16.

MALPEZZI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Gli emendamenti da 5.1 a 5.3 sono stati ritirati.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G5.100 non verrà posto ai voti.

Gli emendamenti da 5.0.2 a 5.0.12 sono improponibili.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.13.

LA RUSSA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA RUSSA (FdI). Signor Presidente, sull'emendamento 5.0.13, presentato dai senatori La Russa e Totaro, Fratelli d'Italia aveva insistito prima che nascesse questo Governo assieme a tanti altri parlamentari del Senato.

Il nostro emendamento propone semplicemente di cercare di non addossare un peso enorme e a nostro avviso immotivato sugli esercizi della filiera della ristorazione, cioè sui pub, i bar, i ristoranti, le gelaterie, le pasticcerie e quant'altro, che, come lei sa, sono penalizzati perché in regime rosso sono chiusi, come praticamente in regime arancione, mentre nelle zone gialle attualmente devono chiudere subito dopo l'ora di pranzo, alle ore 18.

Il nostro emendamento 5.0.13 prevede che nelle zone gialle alla filiera della ristorazione possa essere consentito di rimanere aperta fino alle ore 22, in questo modo non solo aiutando queste attività, ma permettendo ai cittadini di avere maggiore sicurezza. A chiunque di voi, infatti, sarà capitato di vedere i ristoranti strapieni a mezzogiorno e drammaticamente chiusi la sera, perché la gente, non potendoci andare di sera, se ha voglia di andare al ristorante, si affolla nelle ore in cui è consentito e lo stesso vale per le altre attività similari.

Col nostro emendamento 5.0.13 chiediamo quindi che, nel rispetto di tutti gli orari e delle modalità concernenti igiene, sicurezza e distanziamento, si intervenga nel senso che nelle zone arancioni sia consentita l'apertura dalle ore 5 del mattino alle ore 18, fermo restando invece l'attuale modo di intervenire per le zone rosse.

Signor Presidente, mi sono stupito della velocità con la quale in Commissione è stato bocciato un emendamento del genere, con il solo voto favorevole di Fratelli d'Italia; ringrazio la Lega (e non altri partiti) che si è almeno astenuta (Applausi). Qui in Aula mi aspetto un passo in più, ma comunque la ringrazio. Tutte le altre forze politiche non hanno neanche affrontato questa incomprensibile anomalia: rispetto a tutte le altre attività, l'unica differenza è che la filiera della ristorazione chiude. Nella zona gialla funziona tutto, sono tutti aperti tranne la filiera della ristorazione e degli spettacoli e delle palestre, perché è così.

Allora, signor Presidente, a noi sembra che la continuità di questo Governo con il precedente possa interrompersi su questo emendamento. Se c'è una novità che viene dal governo Draghi, cominciamo da questo emendamento. Facciamo vedere che come Senato non siamo pedissequamente nella stessa posizione del precedente governo Conte-bis; facciamo capire che stiamo guardando punto per punto, con la dovuta attenzione, alle realtà che ci sono nella società italiana. Io credo che partire da questo punto - ripeto - non sia solo un aiuto per quelle categorie, ma garantisca maggiore sicurezza per i cittadini. Infatti, il modo con cui è stato affrontato questo tema, cioè con l'accetta, non aiuta la sicurezza, non aiuta il distanziamento, non facilita la possibilità che siano rispettate le norme d'igiene, ma invece moltiplica le negatività.

Pertanto, signor Presidente, mi auguro che, prima di votare, ciascun parlamentare, che pure ha voluto sommarsi in questa inedita maggioranza, riacquisti la propria libertà di giudizio (Applausi).

NUGNES (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUGNES (Misto-LeU). Signor Presidente, temevo che arrivassimo a questo tipo di richieste. Viviamo tutti un periodo estremamente disgraziato, da tutti i punti di vista, ma arrivare a prevedere la possibilità di permettere a chi può distanziare e dare un servizio ad un prezzo che sicuramente potrà triplicare di andare avanti rispetto agli altri, trovo che sia una discriminazione grave.

Purtroppo siamo tutti nella stessa condizione e dobbiamo solo puntare ad uscire da questa crisi il più presto possibile. Queste azioni e queste richieste possono solo portare ad una maggiore discriminazione territoriale, sociale ed economica.

Sono molto contenta, quindi, del parere contrario del Governo e spero di non sentire più queste proposte, neanche da parte dell'opposizione.

VITALI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITALI (FIBP-UDC). Signor Presidente, il tema posto con l'emendamento presentato dal senatore La Russa dai colleghi di Fratelli d'Italia è un tema sensibile per il Gruppo Forza Italia. Voglio ricordare che in tempi non sospetti siamo stati i primi a segnalare l'anomalia per la quale era possibile consentire la ristorazione all'interno delle aziende e non era invece possibile autorizzare la ristorazione all'interno dei ristoranti, pur nel rispetto di tutti i protocolli. Riteniamo, però, che non siano soltanto i ristoratori, i pasticceri e i baristi a soffrire questa crisi e ad avere diritto di lavorare, per non dover scegliere se morire di fame o morire di Covid. (Applausi).

Riteniamo che ci sia bisogno di un provvedimento che affronti in maniera strutturale e complessiva la tematica. Possiamo quindi rassicurare il senatore La Russa che il nostro voto di astensione è un impegno a presentare, in un prossimo futuro, un provvedimento organico che tenga conto delle esigenze e delle difficoltà non soltanto dei ristoratori, ma anche di tutte quelle altre categorie che, a nostro avviso ingiustamente, si vedono precluso l'esercizio della loro attività.

Per questi motivi, il nostro Gruppo si asterrà dalla votazione su questo emendamento. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.13, presentato dai senatori La Russa e Totaro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.0.14 e 5.0.15 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.16, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). Signor Presidente, colleghi del Senato, l'approvazione dell'ennesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da parte del Parlamento, ma anche da parte del Paese, viene accolto come un fatto apparentemente normale, ma esattamente un anno fa, per la prima volta nella storia della Repubblica e delle democrazie occidentali, l'Italia - primo Paese rispetto ad altri Paesi europei - adottò un provvedimento di limitazione delle libertà personali, della mobilità, della libera iniziativa economica e anche della socialità delle persone. (Brusio).

Mi fermo un attimo perché faccio fatica a sentire la mia voce.

PRESIDENTE. Io credo che sia interesse di tutti finire la seduta in tempi certi. Più rallentiamo gli interventi e più tardi finiamo. Fermarsi a chiacchierare lungo le scale non conviene all'Aula, né è segno di rispetto nei confronti dell'oratore.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). Altrimenti, visto che la democrazia parlamentare è commissariata, possiamo consegnare gli interventi e abbiamo lo stesso effetto.

PRESIDENTE. Altrimenti sospendiamo i lavori, così siamo più contenti di rimanere.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). Se da parte dell'Aula non c'è interesse, possiamo anche consegnare l'intervento.

PRESIDENTE. La sua altezza non la aiuta.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). La mia altezza non mi aiuta, perché il microfono è troppo basso.

PRESIDENTE. Dovremmo mettere una prolunga.

CAUSIN (Europeisti-MAIE-CD). Capisco che non possiamo fare un provvedimento ad hoc, altrimenti sarebbe sgradevole.

Sembrò allora, cioè quando vennero adottati questi provvedimenti di limitazione delle libertà personali, che questo fosse un atto straordinario ed enorme, un atto fortemente controverso, che fu fortemente criticato da molte forze politiche. Tuttavia non deve sfuggire che nelle settimane successive tutti i Paesi europei, nessuno escluso, seguirono l'esempio dell'Italia, a riprova che la scelta di andare verso le chiusure e verso queste limitazioni era una scelta corretta. Si sceglieva di non sottovalutare la pericolosità del virus e la velocità con cui poteva diffondersi.

A distanza di un anno, il fronte del contrasto alla pandemia è ancora drammaticamente aperto. Proprio per questa ragione si rende ancora una volta necessario prorogare le misure di limitazione delle libertà personali ed economiche. In questi giorni le evidenze scientifiche legate alla diffusione del virus e alle nuove varianti delineano un quadro ancora una volta preoccupante, soprattutto in considerazione - come abbiamo posto in evidenza nello scorso dibattito d'Assemblea - delle scarse quantità di vaccini che vengono prodotte e messe a disposizione del nostro Paese e degli altri Paesi europei. Tuttavia, nella normalità con cui oggi convertiamo l'ennesimo decreto-legge non c'è nulla di normale e non c'è nulla di scontato. Nell'anno primo dell'epoca del coronavirus le attività turistiche, le attività ricettive e di ristorazione, le palestre, i centri estetici, i negozi di abbigliamento, il mondo dello spettacolo, dell'intrattenimento e della cultura, le attività portuali e le attività aeroportuali con tutte le filiere annesse (per citarne solo alcune) hanno fatturato nel corso di dodici mesi, quando è andata bene, il 30 per cento dei ricavi dell'anno precedente. Come capirete, si tratta di un valore economico assolutamente insufficiente non solo a garantire un reddito personale o familiare, ma anche a pagare la fiscalità e i costi fissi. Oltre 350.000 piccole e medie imprese (artigiane e commerciali) e professionisti hanno già chiuso i battenti e solo l'ingente utilizzo della cassa integrazione consente oggi di contenere il problema del lavoro e il problema delle professioni.

Gli effetti della crisi sono devastanti sul piano della fiscalità generale. Non sfugga a questo Parlamento - ripeto: non sfugga a questo Parlamento - che l'INPS, nel corso del 2020, ha prodotto un disavanzo di cassa di 20 miliardi di euro, 15,7 dei quali sono dovuti al fatto che abbiamo chiesto all'INPS di intervenire sulle casse integrazioni e sui 600 euro per i professionisti.

Inoltre le scuole sono ancora chiuse e i nostri ragazzi procedono con la didattica a distanza; è un danno per l'apprendimento, ma è un danno anche per la socialità delle persone più giovani. Io non credo e noi non crediamo che il Paese reale possa reggere a lungo in queste condizioni. Bisogna fare presto. Il fatto che, a sessanta giorni di distanza dall'approvazione dello scostamento di 32 miliardi di euro di bilancio (approvato all'unanimità da questo Parlamento e da questa Assemblea), non si sia ancora trovato il tempo e il modo, da parte del Governo, di mettere a punto il provvedimento sui ristori (o sui sostegni, comunque li si voglia chiamare), è sicuramente un cambio di passo; però è un cambio di passo all'indietro. Ci sono 32 miliardi a disposizione da sessanta giorni e il Governo, insediato già da due settimane, non ha dato priorità a questo provvedimento. Non possiamo permetterci di temporeggiare, perché temporeggiare su queste misure vuol dire temporeggiare sulla pelle della gente.

Credo, allora, che il tempo e l'esperienza acquisita in questi dodici mesi debbano mettere in condizione il Governo e il Parlamento di agire subito, di aprire, di chiudere, di determinare gli orari e di farlo non più sulla base di ipotesi o di valutazioni di carattere casuale; di agire sui codici Ateco, ma anche sugli orari, sulla base di certezze scientifiche. Cambiare passo vuol dire anche avere il coraggio, come è stato indicato dalla forza politica Fratelli d'Italia, di ripensare, per esempio, le chiusure e le aperture di alcune categorie Ateco e di farlo su base scientifica.

Un Paese grande come l'Italia si salva solo se torna a produrre. Non possiamo affidarci né ai ristori, né ai sostegni, né al recovery fund. Infatti, anche se sono tanti soldi, se un Paese non funziona sulla base dell'economia reale, si bruciano subito. Il cambio di passo ci potrà essere solo nella prospettiva che le persone possano tornare presto alla vita normale, a vivere liberamente, a produrre, a fare il proprio lavoro, ad avere la propria socialità e anche ad essere consumatori.

Auspichiamo perciò che l'impegno del Governo in sede europea per la campagna vaccinale possa avere il risultato che tutti quanti speriamo e auspichiamo, che possa essere efficace e ottimale, considerata la capacità organizzativa della sanità italiana, e che questo sia un modo per accelerare il ritorno alla normalità.

Per questa ragione, il Gruppo Europeisti-MAIE-CD annuncia un voto favorevole al disegno di legge di conversione del decreto-legge presentato dal Governo. (Applausi).

GRIMANI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRIMANI (IV-PSI). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, volevo utilizzare un minuto del tempo a mia disposizione per parlare di un fatto increscioso che è avvenuto poco fa e che ha riguardato il senatore Matteo Renzi. Mi riferisco all'arrivo di una busta con due bossoli. Io credo che debba essere espressa solidarietà e vicinanza al senatore Matteo Renzi (Applausi), come ha già avuto modo di fare la Presidenza del Senato, come è stato comunicato, con un gesto che è assolutamente da apprezzare.

Crediamo che questi fatti siano la spia di qualcosa che non va molto bene. Non è la prima volta che avvengono ma continuano ad accadere. C'è bisogno di riportare -e questo deve essere un invito alla responsabilità rivolto a tutti noi - il confronto politico nel luogo in cui lo stesso deve avvenire. Un confronto politico anche aspro, su questioni su cui non c'è condivisione, lacerante, ma che mai deve arrivare alla denigrazione, alla campagna d'odio, alla campagna violenta sulla persona. È qualcosa da cui dobbiamo assolutamente proteggere le istituzioni. Questo è un dovere che abbiamo al di là della nostra provenienza, della nostra appartenenza partitica, delle nostre storie personali. La mia vuole essere soprattutto una riflessione che dobbiamo consegnare a noi stessi, provando a invertire la rotta nel confronto politico. Credo che questa legislatura, per le caratteristiche che ha assunto, potrà fornire qualche soluzione in questa direzione.

Il provvedimento che oggi ci accingiamo a convertire in legge è un decreto-legge che si inserisce nel solco delle norme che sono state approvate in questo ultimo anno relativamente alle strategie di contenimento dell'emergenza da coronavirus. Ho sentito alcuni interventi in cui si è parlato di una nuova strategia di carattere economico, che assolutamente deve essere messa in campo e che il Governo Draghi, come è evidente da ciò che leggiamo e dai provvedimenti che cominciano ad essere strutturati, metterà in campo rapidamente.

Oggi ci apprestiamo a convertire un decreto-legge che continua nel solco dell'attenzione alla messa in campo di strategie e politiche di contenimento del rischio. Infatti, andiamo ad approvare l'Atto Senato 2066, integrandolo con i provvedimenti assunti dal Governo nelle ultime settimane. Si trattava di un decreto-legge che, di fatto, prorogava gli effetti dei due principali atti normativi che hanno caratterizzato la strategia di contenimento dell'emergenza, il decreto-legge n. 19 e il decreto-legge n. 33 del 2020, fino al 30 aprile, di fatto equiparando quei termini alla data della proroga dello stato di emergenza già decisa dal Consiglio dei ministri.

Sappiamo bene che quei provvedimenti hanno definito tutta la strategia di chiusura della prima emergenza e, quindi, le limitazioni agli spostamenti e alla circolazione delle persone, le limitazioni delle assemblee e dell'attività scolastica, la chiusura di musei, teatri e quant'altro. Poi, con il decreto-legge n. 33 del 2020 c'è stata una fase di apertura, o meglio di definizione delle modalità delle possibili aperture per quanto riguarda le attività didattiche, le riunioni in presenza, i protocolli per le attività di ristorazione e per le attività economiche e, più in generale, sociali.

Con il decreto-legge in esame si prorogano al 30 aprile i termini di scadenza di tutta quella parte normativa che ha caratterizzato l'inizio dell'emergenza nel marzo 2020. Inoltre, il Governo ha prodotto un emendamento con il quale proroga fino al 27 marzo i divieti di circolazione, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti tra Regioni - il tema che più ha fatto parlare in queste settimane - integrando il precedente decreto-legge nelle ultime decisioni assunte. Questo è il punto di partenza della nuova disciplina normativa, che vuole offrire ancora una protezione ai cittadini: è soprattutto un provvedimento con questo carattere e non uno dal carattere economico.

In più, viene data nuova linfa al tema che riguarda la classificazione del rischio sulla base dei famosi colori: una strategia che, anche se discussa in alcuni casi, è diventata in qualche modo patrimonio anche dei cittadini che, attraverso le decisioni assunte riguardo la collocazione della propria Regione in una delle possibili colorazioni, acquisiscono consapevolezza del rischio che, più o meno diffuso, c'è nella propria Regione. Con il provvedimento in esame viene intensificato questo aspetto introducendo dei termini nuovi per la classificazione delle Regioni relativamente alla quantità di contagi ogni 100.000 abitanti, che determinano quei parametri di scenario (scenario uno, due e tre) nel quale le Regioni vengono collocate in base al minore o maggiore rischio di circolazione del virus. Questo è un aspetto che oggettivamente non poteva essere messo in discussione, perché è una base minima di costruzione di tutte le decisioni che il Ministero della salute e, di conseguenza, le Regioni assumono sul proprio territorio relativamente ai divieti di circolazione e alle limitazioni.

Secondo me, dovremmo porci qualche dubbio in più su come oggi trattiamo i dati. In questo senso, nel provvedimento che convertiamo in legge, Italia Viva aveva promosso un emendamento per la costruzione di un osservatorio che consentisse l'analisi giornaliera dei dati epidemiologici, perché da alcuni studi e analisi - lo dico in maniera molto laica - emerge come tutti parametri di valutazione che poi confluiscono nella definizione del famoso indice RT spesso siano vecchi di dieci giorni rispetto al concreto dato di diffusione del virus. Un osservatorio giornaliero consentirebbe di poter avere dei dati che quotidianamente permetterebbero di assumere le azioni conseguenti. Lo ha detto un fisico importante, Battiston, ponendo il tema in maniera concreta. In pratica, questo sistema consentirebbe di poter assumere i provvedimenti necessari in maniera più rapida.

In questo senso, veniva evidenziato dal citato Battiston il modello umbro, che ha consentito di prendere iniziative molto rapide, in alcuni casi con la chiusura dei Comuni (ad esempio, tutta la provincia di Perugia e alcuni Comuni del ternano) che ha permesso all'indice RT in pochi giorni di scendere sotto il livello 1. Questo per dire che possiamo cominciare a ragionare anche su delle strategie nuove ascoltando pareri di docenti e figure di riferimento che già operano nel campo dell'analisi dei dati epidemiologici, come appunto nel caso del docente dell'università di Trento Battiston.

È un elemento che dobbiamo vedere come un contributo da dare alla discussione; nessuno ha certezze assolute, ma possiamo pensare di lavorare anche in ambiti nuovi e per certi versi inesplorati. Quell'emendamento voleva essere uno stimolo verso questa direzione, e speriamo che il Governo lo possa recuperare nella lettura delle politiche da adottare nelle prossime settimane e nelle strategie di contenimento del virus che, con le varianti che abbiamo rilevato nelle ultime settimane, sta destando più di una preoccupazione.

Questo è lo spirito con cui oggi esprimiamo un voto favorevole alla conversione in legge dell'Atto Senato 2066, integrato dall'intervento emendativo del Governo che recepiva la necessità di spingere in avanti i termini di scadenza per quanto riguarda le politiche delle chiusure, il divieto di spostamento tra Regioni.

Infine, vorrei fare un'ultima considerazione importante: si è dibattuto molto in quest'Aula lanciando anche accuse contro lo scenario politico delle ultime settimane, come se qualche forza politica - la nostra nello specifico - portasse la colpa del mutamento del quadro politico. Tuttavia, se andiamo a vedere lo scenario che abbiamo di fronte, le decisioni assunte dal Governo Draghi nei primi giorni di vita e il cambiamento avvenuto (nella struttura dei Servizi segreti con Gabrielli, con la nomina di Figliolo a nuovo commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 e di Curcio come capo della Protezione civile e altre nomine importanti), ci accorgiamo che si è presa consapevolezza di invertire la rotta, in un'ottica tesa a ricostruire un insieme di competenze in grado di affrontare la seconda fase che, dal punto di vista dell'emergenza, è ancora molto grave e preoccupante, ma che deve vederci protagonisti soprattutto nell'ambito della campagna vaccinale, che è la vera via d'uscita che nei prossimi mesi dovrà impegnare il Governo al massimo livello.

Crediamo che le nomine che ci sono state nelle ultime settimane consentano di avere una qualche dose di ottimismo in più e di pensare a una vera inversione di rotta, che noi reclamavamo, ma che in realtà tutto il Paese chiedeva in maniera decisa e determinata.

Sulla base di queste riflessioni che riguardano il provvedimento, ma anche una proiezione futura dell'attività politica di questo Parlamento e del Governo, annuncio il voto favorevole di Italia Viva alla conversione del decreto-legge in esame. (Applausi).

ZAFFINI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, con il suo permesso, spenderei qualche istante per rispondere alla collega Nugnes sulla vicenda dei ristoranti.

Collega, la sorta di proletariato della ristorazione che lei ci racconta mi fa venire in mente quella frase di Montanelli secondo cui la sinistra ama talmente tanto i poveri che li crea (Applausi), e continua a crearli senza soluzione di continuità.

Faccio notare, al di là della battuta troppo facile, che stiamo andando incontro all'estate e così anche il settore della ristorazione di questo Paese, di tutto il Paese o meglio di tutto il Continente. Pertanto, collega Nugnes, la previsione della riapertura dei ristoranti anche la sera - con le dovute misure di distanziamento e protezione - in primavera ed estate sarebbe consentito a tutti, e quindi, il proletariato della ristorazione sarebbe comunque garantito a chiunque abbia a disposizione un terrazzino, un marciapiede, una piccolissima struttura, un giardino. Non si preoccupi, collega: anche su questo staremo veramente attenti a non penalizzare nessuno. Stia serena.

Riguardo al decreto-legge, Presidente, vorrei annunciare fin da subito il nostro voto contrario.

Il provvedimento in esame che si compone di due parti - l'ultima parte è lascito del Governo Conte, migliorato, negli intendimenti, integrato, secondo noi semplicemente in linea con la logica di tutti i provvedimenti sin qui adottati, dal primo provvedimento del Governo Draghi che ci troviamo a votare insieme - con tutta evidenza agisce ancora una volta sul versante delle costrizioni, sul fronte della limitazione delle libertà di spostamento individuali, di impresa. Agisce solo e unicamente su quel fronte.

Signor Presidente, oggi continuiamo a dire di dosare le misure di restrizione e di contenimento, anche perché - purtroppo è costatazione fin troppo facile - a tredici mesi dal primo lockdown, esse perdono di efficacia, dal momento che nessuno si rassegna al venir meno delle libertà fondamentali. Al di là dei controlli e del terrorismo psicologico, tali misure sono destinate fisiologicamente a perdere di efficacia, per cui rimane abbastanza inutile continuare ad accanirsi con ulteriori misure di contenimento sulla nostra gente, che già è prostrata, pronata e afflitta.

Viceversa, quello che dovrebbe accadere è che lo Stato faccia finalmente la sua parte. Tralascio il problema dei tamponi, che continuiamo ancora a fare in misura ridicola, così come tralascio il problema dei protocolli di cura, che ancora non abbiamo. Nonostante il Ministro qui presente abbia detto che abbiamo i protocolli di cura ospedalieri e domiciliari, non è così, come è stato confermato anche dal Presidente dell'AIFA nel corso dell'audizione svolta nella giornata di lunedì scorso dalla Commissione sanità del Senato.

Tralasciando tutto ciò, dobbiamo concentrarci sui vaccini. È del tutto evidente che il vaccino resta l'ultimo baluardo per poter uscire dall'incubo. La famosa luce in fondo al tunnel, il famoso sforzo per coprire l'ultimo miglio, in sostanza tutte le baggianate che ci siamo sentiti dire per mesi dal Governo - caro Presidente e cari colleghi - stanno proprio nella capacità del nostro Paese di vaccinare nel minor tempo possibile il maggior numero di cittadini.

Rispetto a questo argomento vengono alcune obiezioni. Oggi il ministro Giorgetti - e ne siamo assolutamente felici - dichiara: «C'è la volontà del Governo per un polo pubblico-privato per la ricerca dei vaccini». Vorrei dire meglio tardi che mai. Siamo perfettamente in linea con questa esigenza, tant'è che oggi, signor Presidente, ci chiediamo per quale motivo il nostro Paese si sia contraddistinto per non avere neanche un vaccino in terza fase. La Spagna ha tre vaccini in terza fase, la Germania e la Francia ne hanno due; noi, che abbiamo una comunità scientifica tutt'altro che incapace - ripeto, tutt'altro - abbiamo un vaccino in seconda fase, ma molto lontano dal vedere la luce.

Ci dobbiamo chiedere che cosa sia accaduto. Com'è che noi, oltre a registrare il record dei decessi e dell'abbattimento di PIL, registriamo anche il record maledetto di non essere stati capaci a sviluppare un vaccino in terza fase a tredici mesi dall'inizio della pandemia?

Inoltre, signor Presidente, a latere di questa singolarità, abbiamo la prima industria farmaceutica d'Europa: ormai da tre anni l'Italia ha superato per fatturato la Germania nella produzione di farmaci. Ebbene, rispetto a questa capacità enorme che abbiamo e che avremmo dovuto poter sfruttare, perché oggi non produciamo vaccini in autonomia?

Da giugno circolavano notizie di stampa secondo cui i primi vaccini arrivati a validazione sarebbero stati quelli a RNA messaggero, che vengono prodotti attraverso un percorso tecnologicamente avanzato che prevede la disponibilità dei bioreattori. Considerato ciò ed essendo l'attuale strumentazione occupata per la produzione vigente, era fin troppo facile dire che dovevamo predisporci per una produzione autonoma nazionale su licenza o concessione del brevetto. Ripeto: era fin troppo facile. Se così fosse stato, oggi ci troveremmo in condizioni diverse.

Mi chiedo e vi chiedo, colleghi, perché, sul piano interno, non diamo un'autorizzazione alle Regioni laddove dimostrino la capacità di somministrare un certo numero di vaccini al giorno, ma ne ricevono in misura inferiore dalla struttura commissariale? Oggi quasi tutte le Regioni versano in queste condizioni. Fintantoché dura l'emergenza (quindi fino alla fine di marzo, quando - a vostro dire - potrebbero arrivare i famosi 15 milioni di dosi) e non abbiamo il numero di dosi necessarie per coprire le richieste delle Regioni, perché non le autorizziamo in via transitoria ad acquistare sul mercato, da qualunque tipo di fonte di approvvigionamento, i vaccini validati? Perché non lo facciamo?

Signor Presidente, mi siano consentite in conclusione due considerazioni. Quanto alla prima, il Ministro della salute è venuto più volte a vantarsi dell'accordo europeo, che per noi è stato invece un accordo capestro che ha penalizzato l'Italia, tanto che alcuni Paesi - è notizia di oggi - ne stanno attualmente uscendo denunciandone i limiti e l'incapacità, nella consapevolezza che, ai ritmi attuali, la nostra campagna vaccinale terminerà nel dicembre 2022. Se volessimo chiudere la nostra campagna vaccinale a settembre 2021 - quindi vaccinando almeno il 70 per cento della popolazione - dovremmo vaccinare 380.000 persone al giorno. Il ritmo attuale dovrebbe aumentare del 59,7 per cento per raggiungere il prossimo obiettivo, ossia la vaccinazione di 6.370.000 persone tra operatori e personale sanitario, ospiti delle RSA e anziani con più di ottanta anni, obiettivo, questo, già programmato lo scorso febbraio.

Rispetto a tutto questo, è del tutto evidente che serve il famoso cambio di passo che, al momento, non riusciamo a intravedere in questo provvedimento, né nel prossimo che è stato annunciato. (Applausi).

PARRINI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PARRINI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il giudizio del Partito Democratico sul provvedimento in esame è positivo e annuncio fin d'ora il nostro voto favorevole.

A nostro parere, il giudizio positivo va dato per varie motivazioni, la prima delle quali risiede nel fatto che vediamo confermato nel provvedimento l'impianto di restrizioni e sanzioni che, nel corso dell'ultimo anno, ha caratterizzato tutta l'azione del Governo per il contrasto alla pandemia.

Visto che la questione è stata citata da diversi colleghi, vorrei ricordare che abbiamo avuto vari DPCM espressione di ben nove decreti-legge, a partire dal primo emanato nel febbraio 2020, fino all'ultimo del febbraio 2021, che ha trovato posto, attraverso degli emendamenti del Governo, nella legge di conversione del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2.

Qual è stata la filosofia dell'azione che il Governo nell'ultimo anno ha portato avanti? Una filosofia ispirata alla massima prudenza, alla massima attenzione e alla voglia di non strumentalizzare in senso demagogico la prostrazione, la stanchezza e la paura delle persone. Non c'è qualcuno di noi che non sarebbe felice di poter dire ai cittadini che si può abbassare la guardia, che il momento di abbandonare la linea dell'attenzione è arrivato, che si può inaugurare per tutti una stagione di libertà.

Tutti vorremmo poterlo dire, ma c'è chi lo dice facendo demagogia e c'è chi evita di dirlo perché pensa che la demagogia sia spaventosamente pericolosa al momento attuale. Questo continua a essere il momento dell'attenzione e della verità e, se dobbiamo dire la verità, dobbiamo dire che la situazione nel nostro Paese, pur non essendo vicina ai livelli di massimo allarme che abbiamo visto alcuni mesi or sono, è ancora molto preoccupante. Non siamo per niente fuori dal tunnel, dobbiamo essere estremamente vigili e mandare messaggi coerenti ai nostri cittadini, accettando i sacrifici che sono necessari per mantenere sotto controllo la pandemia; una pandemia resa più insidiosa dal proliferare di varianti che hanno costretto gli organi pubblici ad assumere un atteggiamento di maggior rigore e che hanno spinto il nostro Governo, nell'ultimo provvedimento annunciato ieri, a effettuare cambiamenti nelle modalità di contrasto per meglio tener conto di questa novità.

Penso sia evidente la validità di questo approccio. Credo che sia stato importante ieri dare il segnale che c'è convinzione sul fatto che il DPCM sia lo strumento più adeguato ad affrontare l'emergenza, a patto ovviamente che esso si inserisca all'interno di una cornice che è quella disegnata dai decreti-legge; così è sempre avvenuto da febbraio in poi dell'anno scorso e così dovrà avvenire in futuro.

Come Presidente della Commissione affari costituzionali non mi sono mai iscritto al partito di coloro che chiedevano l'assunzione delle restrizioni tramite decreto, per la semplice ragione che soltanto il decreto non è efficace per rispondere tempestivamente alle esigenze di un'emergenza che alle volte richiede reazioni che devono essere messe in campo nel giro di ore.

Non nascondiamo le difficoltà che ci sono state per l'approvvigionamento dei vaccini. Tutti sappiamo che per uscire dal tunnel è necessario che ci sia un salto di qualità, quantitativo e qualitativo, negli inoculi. Sappiamo che, per raggiungere l'immunità di gregge, dobbiamo accelerare fortemente il ritmo delle vaccinazioni. Non ci nascondiamo, perché siamo europeisti - e non perché siamo antieuropeisti - che qualcosa non ha funzionato nella strategia che a livello di Commissione europea è stata adottata per l'approvvigionamento dei vaccini. E denunciamo questo fatto perché ci interroghiamo su quali modifiche, anche all'architettura istituzionale dell'Unione, devono essere apportate affinché limiti del genere in futuro non ostacolino l'azione di contenimento della pandemia.

Io credo che ci siano tutte le condizioni per poter fare un lavoro efficace nelle prossime settimane, per poter garantire sicurezza ai nostri cittadini e per farlo in condizioni di rispetto reciproco tra le forze politiche e in un clima di unità che, nelle emergenze, non guasta mai.

Vorrei segnalare che durante l'esame del provvedimento da parte della 1a Commissione, che ha effettuato il lavoro di analisi e di approfondimento degli emendamenti, sono stati oltre che inseriti i due decreti-legge assunti successivamente, adottati degli emendamenti che ritengo molto validi e che hanno migliorato il provvedimento. Voglio precisare che sono stati tutti adottati con consenso unanime della Commissione. Non potendoli citare tutti, ne cito soltanto tre.

Il primo è quello che ci consentirà di potenziare gli organici delle aziende sanitarie locali, anche richiamando in servizio, per un periodo predeterminato, cioè per massimo ventuno mesi da oggi, fino al 31 dicembre 2022, i sanitari che sono attualmente in pensione. Credo sia un'azione realistica quella che ispira un emendamento del genere. Siamo in emergenza e l'emergenza richiede appunto misure emergenziali: scusate il bisticcio di parole. Questa misura appartiene a quella categoria e ci consentirà anche di rafforzare la capacità di intervento anti-pandemico. Mi sembra importante anche l'emendamento che ha ristabilito una parità di trattamento, perché è giusto non fare mai due pesi e due misure, tra la somministrazione di alimenti e bevande all'interno di esercizi privati e la somministrazione di alimenti e bevande all'interno di circoli ricreativi, culturali e sociali. C'era una discriminazione, che ora non c'è più, e penso che tutti dobbiamo esserne contenti.

Molto importante è l'emendamento, a firma della senatrice Boldrini, riguardante il commissario per l'emergenza. Il generale Figliuolo, ha assunto recentemente questo incarico, e quindi, gli rivolgiamo moltissimi auguri di buon lavoro. Insieme agli auguri di buon lavoro al generale Figliuolo, credo sia necessario esprimere un senso di gratitudine al commissario Arcuri, che ha terminato il suo lavoro, che ha operato in condizioni difficilissime negli ultimi dodici mesi. Il citato emendamento prevede che, a intervalli regolari, il commissario per l'emergenza invii una relazione alle Camere e si sottoponga a un confronto con i parlamentari. Questa misura, fra l'altro, mi dà l'occasione per richiamare un'iniziativa che la 1a Commissione affari costituzionali, su sollecitazione particolarmente forte del collega senatore Nazario Pagano, ha assunto nei mesi scorsi, per rafforzare l'idea che il Parlamento debba essere centrale nei periodi di emergenza, anche attraverso un organismo apposito, che possa rappresentare un interlocutore valido e incalzante del Governo. Purtroppo, per l'aprirsi della crisi di Governo e per il suo lungo svolgimento, siamo stati costretti a interrompere la trasformazione del prodotto dell'affare assegnato in un disegno di legge, ma credo ci sia l'accordo di tutti per riprendere presto quel lavoro, anche perché era stato portato a termine con un larghissimo consenso e con quasi tutti i Gruppi d'accordo nell'andare in quella direzione. Credo che creare le condizioni per un maggiore coinvolgimento del Parlamento sia sempre estremamente giusto.

Queste sono le ragioni che fanno ritenere al Partito Democratico importante un voto positivo sul provvedimento in esame, che riguarda anche - come sappiamo - la posticipazione a maggio 2021 del termine entro il quale dovranno tenersi le elezioni, sia quelle suppletive per i seggi da collegio uninominale vacanti per la Camera dei deputati e per il Senato, sia per l'elezione amministrativa nei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa. In Commissione abbiamo anche preso atto che alcuni alleggerimenti degli adempimenti, disposti durante l'emergenza per le precedenti elezioni regionali, molto probabilmente saranno necessari anche in vista dei prossimi turni elettorali, perché si svolgeranno quando l'emergenza potrà dirsi tutt'altro che conclusa.

Per questi motivi ribadisco l'orientamento del Partito Democratico a votare a favore della conversione in legge del decreto-legge n. 2 del 2021. (Applausi).

RUOTOLO (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUOTOLO (Misto). Signor Presidente, anche io, a nome anche dei colleghi e delle colleghe del Gruppo Misto, voglio esprimere la nostra solidarietà al senatore Matteo Renzi. Mai sottovalutare le minacce: bisogna sempre rispondere e reagire a ogni atto di intimidazione. (Applausi).

Ancora una volta, colleghe e colleghi, come è successo più volte in questo anno di pandemia, siamo qui in Assemblea a votare la conversione dell'ennesimo decreto-legge, che approviamo per fronteggiare il Covid-19. Votiamo convintamente a favore, anche perché il decreto-legge n. 2, nella sua articolazione, su cui poi si è innestato il successivo decreto-legge n. 15, è stato approvato dal Governo precedente, che ha operato bene. Il nostro grazie al presidente del Consiglio uscente, Giuseppe Conte e ai Ministri tutti, è autentico e non di circostanza.

È vero che già dagli interventi che mi hanno preceduto si respira un clima diverso. Nessuno più chiede il MES, mentre il ponte sullo Stretto di Messina si allontana e su quel recovery fund, che tanto faceva discutere, abbiamo visto che il presidente Draghi ha confermato, giustamente, che sarà approfondito e completato per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme. Anche quegli attacchi ai ministri dell'interno e della salute, Lamorgese e Speranza, sembrano perdere potenza dal momento che la linea sui migranti e sul rigore per fronteggiare l'emergenza sanitaria è condivisa dal presidente Draghi. Anzi, possiamo dire senza essere smentiti che, nell'ultimo Consiglio dei ministri sulle misure anti-Covid, il Governo Draghi ha agito in piena continuità con quello di Giuseppe Conte: l'ennesimo DPCM, questa volta firmato dal professor Draghi, che andrà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, compresa Pasqua, prevede anche zone rosse e stretta sulle scuole.

Purtroppo ci attendono settimane difficili; la curva dei contagi sale, i ricoveri ospedalieri anche. Ci avviciniamo rapidamente alle 100.000 vittime; siamo a 98.288 morti dall'inizio della pandemia, a 2.955.434 contagiati. E ci troviamo, nell'arco di poche ore, di fronte a Presidenti di Regione che auspicavano l'apertura serale dei ristoranti e che oggi sono invece costretti ad accettare le zone rosse. Il dato che preoccupa ancora di più l'Istituto superiore di sanità è che è diventata prevalente la variante inglese in Italia: la percentuale è al 54 per cento, con più contagi e più ospedalizzazioni.

Oggi, colleghe e colleghi, è cambiato il commissario straordinario all'emergenza Covid: Domenico Arcuri è stato sostituito dal generale di Corpo d'armata dell'esercito Figliuolo. Buon lavoro al generale Francesco Paolo Figliuolo e grazie a Domenico Arcuri.

Si apre così una fase nuova e spero che nessuno voglia più continuare in polemiche strumentali inutili e dannose per il Paese. Certo, non tutto è filato liscio, ma voglio ricordare che ci siamo trovati di fronte e siamo di fronte ancora oggi alla più grande emergenza che la storia recente ricordi.

Ci sono difficoltà nel piano vaccinale, ma il problema era ed è a monte, e cioè il rifornimento dei vaccini - come hanno giustamente detto i colleghi che mi hanno preceduto - con le case farmaceutiche che non hanno mantenuto gli impegni; ritardi dovuti anche ai contratti firmati dall'Europa che evidentemente hanno lasciato ai produttori dei vaccini la possibilità di non pagare pegno. Dunque, buon lavoro generale Figliuolo. (Applausi).

Il decreto-legge all'attenzione oggi dell'Aula del Senato ha un obiettivo principale, che coincide ancora una volta con il rafforzamento della politica di prevenzione dalle infezioni da virus attraverso il principio di cautela. Per questo nel testo sono presenti disposizioni che rinnovano il termine per l'applicabilità di misure restrittive; introducono ulteriori misure circa spostamenti, riunioni, svolgimento delle attività economiche. E non posso non esprimere la nostra più grande soddisfazione per l'approvazione in Commissione dell'emendamento proposto dai senatori del Gruppo LeU e dal sottoscritto, che equipara le attività di somministrazione di alimenti e bevande dei circoli ricreativi, culturali e sociali del terzo settore a quelle di bar e ristoranti.

Nel decreto-legge si prevede anche l'istituzione di una piattaforma informativa nazionale - questo sì che è un elemento di novità importante - per agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali e dei dispositivi e il relativo tracciamento.

Solo pochi giorni fa, il 20 febbraio, abbiamo celebrato la prima Giornata nazionale per onorare il lavoro, l'impegno, la professionalità e il sacrificio del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da coronavirus. Oggi la situazione internazionale continua a essere preoccupante: i numeri che ci arrivano dalla Francia e dalla Germania non tranquillizzano; colpisce la notizia che negli Stati Uniti d'America, dove il presidente Biden ha annunciato che la campagna di vaccinazione terminerà entro il prossimo maggio, ci sono mezzo milione di morti dall'inizio della pandemia, il più alto dato al mondo, più delle vittime di due guerre mondiali e del Vietnam.

Come accade nel resto d'Europa, siamo di fronte a numeri da terza ondata. Si continui, quindi, con equilibrio e moderazione - come ha fatto il Governo Conte - a gestire le restrizioni imposte dalla pandemia, avendo sempre come obiettivo fondamentale la tutela della salute degli italiani, perché senza quella non può partire nemmeno l'economia.

Nelle comunicazioni rese alle Camere il presidente Draghi ha molto insistito sulla priorità assoluta del piano di vaccinazione perché possa essere il più rapido ed efficiente possibile anche per l'approvvigionamento. Ho condiviso, perciò, pienamente le indicazioni che ha dato per accelerare e produrne anche nel territorio nazionale impostando una nuova strategia per reperire un numero di dosi adeguato. A marzo è già previsto l'arrivo di massicce dosi dopo i 4 milioni di febbraio e i 2 di gennaio. Nel secondo semestre sono attese ulteriori forniture. In questo senso è anche importante l'accordo appena sottoscritto tra il Ministero della salute e tutti i medici di medicina generale per somministrare il vaccino Covid, consentendo al nostro Paese, quando aumenteranno le dosi a disposizione, di rendere più forte la nostra campagna di vaccinazione.

Sui vaccini occorre fare tutto il possibile per garantire la tutela del diritto alla salute. Bisogna battersi per la questione dei brevetti, perché bisogna vaccinare Paesi ricchi e Paesi poveri, e solo così potremo sconfiggere la pandemia. Siamo contro, quindi, i brevetti. L'epidemia ha cambiato il mondo; ha già avuto ripercussioni drammatiche nel nostro Paese, al di là dell'aspetto sanitario. In questi mesi, con il Governo Conte, si è lavorato per evitare che l'emergenza sanitaria si trasformasse in emergenza sociale, ma questa c'è. Proprio l'Istat l'altro giorno ha confermato che, nel 2020, il prodotto interno lordo è calato del 8,9 per cento.

Oggi il Mezzogiorno appare sempre di più l'area più debole sul piano socio-economico e le previsioni e il rischio di un aumento della cassa integrazione alla fine del blocco di licenziamenti sono più che mai evidenti. Vorrei sottolineare che il motto «Prima il Nord» ha bloccato la crescita del nostro Paese prima della pandemia. Oggi più che mai bisogna ridurre il divario tra Nord e Sud, altrimenti non se ne uscirà. Se non riparte il Sud, l'Italia non riparte.

Signor Presidente, Governo, colleghe e colleghi, siamo in un momento difficile e a noi tocca continuare ad assumere scelte di responsabilità e rigore a tutela della collettività.

Concludo annunciando il voto favorevole al decreto-legge in esame dei senatori di LeU e della maggioranza del Gruppo Misto. Prima le persone! (Applausi).

PAGANO (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGANO (FIBP-UDC). Signor Presidente, anche io, a nome del Gruppo Forza Italia, non posso che dare il massimo della solidarietà al senatore Matteo Renzi per il gravissimo episodio avvenuto. (Applausi).

Ricevere addirittura in Senato bossoli come segno di evidente intimidazione, ma anche di spregio a questa altissima istituzione credo sia un fatto gravissimo che vada assolutamente stigmatizzato.

Aggiungo che quando accadono queste cose bisogna anche domandarsi il perché, quindi è ovvio che dei mandanti morali evidentemente ci sono e noi, che siamo il presidio della democrazia di questo Paese, dobbiamo ricordarcelo sempre e questa è la ragione per la quale oggi lo rammento. (Applausi).

Detto ciò, vorrei adesso concentrarmi, com'è giusto che sia, sulla dichiarazione di voto di Forza Italia su questo ennesimo decreto-legge che allunga i tempi delle restrizioni cui purtroppo sono costretti il popolo italiano e tutti gli operatori che tanto stanno soffrendo a causa di questa terribile pandemia per motivi sanitari, visti i tanti morti. Vorrei fare un inciso su quanto detto dal collega Ruotolo: è vero che in America ci sono stati tanti morti (500.000), ma anche in Italia, presidente Calderoli, abbiamo avuto oltre 98.000 deceduti; su circa 60 milioni di abitanti, in pratica abbiamo una percentuale equivalente a quella degli Stati Uniti d'America, se non addirittura superiore. Se pensiamo che abbiamo avuto 200.000 morti o poco più durante la Seconda guerra mondiale, questo dato fa capire l'impatto terribile e tragico che ha avuto la pandemia anche nel nostro Paese.

Non possiamo sottovalutare tutto ciò. Il provvedimento in esame prevede l'allungamento al 27 marzo delle restrizioni più volte rinnovate; tra l'altro, è questa la ragione per la quale Forza Italia si asterrà, perché il decreto-legge è stato varato quando eravamo all'opposizione, poi ha avuto un contributo da parte della maggioranza, come giustamente ricordava il collega Parrini, è stato anche migliorato con alcuni emendamenti e ordini del giorno poi votati da quest'Assemblea; tuttavia, è giusto che, finché un provvedimento non nasce e si conclude all'interno dell'attuale maggioranza, Forza Italia, almeno in questo, ne prenda le distanze in termini di voto di astensione.

Ciò detto, il decreto-legge tratta della zonizzazione del nostro Paese nei vari colori. Non siamo contrari, come abbiamo sempre dichiarato; non ha più senso limitare gli spostamenti, evidenziare certe restrizioni dei nostri concittadini in modo equivalente o comunque identico in tutto il Paese: è giusto intervenire dove esistono e nascono focolai, a maggior ragione a causa di queste terribili varianti, come quella inglese. Per esempio, nel mio territorio di residenza, a Pescara e a Chieti, già da dieci giorni si sono creati focolai terribili e devastanti che purtroppo stanno uccidendo tante persone e abbassando l'età media dei contagiati, pertanto metà della regione Abruzzo è in zona rossa già da giorni. Ricordo al collega La Russa, il quale, secondo me, ha più volte ingiustamente sottovalutato questo aspetto, che anche il Presidente della Regione Marche, che appartiene a Fratelli d'Italia, ieri è stato costretto a collocare in zona rossa l'intera provincia di Ancona e non lo ha fatto perché si diverte a realizzare restrizioni, ma perché purtroppo il contagio è cresciuto enormemente anche in quel territorio e non lo possiamo dimenticare, perché ce le dobbiamo dire queste cose. (Applausi). Un amministratore locale, un Presidente di Regione o un sindaco hanno a cuore la salute dei propri concittadini, allora se ne fanno carico e si assumono la responsabilità anche di provvedimenti apparentemente impopolari.

Allo stesso modo, vorrei spiegare, anche alla luce della proposta del collega La Russa, che ieri si è meravigliato del mio voto contrario all'emendamento che estendeva anche alla sera l'apertura dei ristoranti nelle zone gialle, che purtroppo bisogna fare così. Finché un territorio ha una pressione dei contagi molto alta, bisogna evitare che vi siano assembramenti. Non possiamo dimenticare le immagini soltanto di pochi giorni fa, in cui a Milano nella zona dei Navigli la gente è impazzita e ha organizzato feste e fatto musica e le persone addirittura si sono abbracciate le une con le altre. Se abbiamo concittadini che vanno seguiti passo passo, noi, che abbiamo la responsabilità di questi provvedimenti, dobbiamo farlo.

Finché non si abbassano la tensione dei contagi e soprattutto la forza virale di queste nuove varianti, in particolare quelle inglese, brasiliana e sudafricana, dobbiamo necessariamente essere consapevoli - perché non siamo matti né irresponsabili - che la responsabilità della salute dei nostri concittadini deve essere sempre e comunque al primo posto. (Applausi).

Siamo altrettanto convinti che il nuovo Governo abbia fatto bene a dare un segno di discontinuità: come ha giustamente ricordato ironicamente il mio caro collega senatore Franco Dal Mas, è stato dearcurizzato il sistema dell'emergenza sanitaria ed è stato sostituito anche il Capo della Protezione civile. Non intendiamo buttare la croce addosso a nessuno, ma che un nuovo Governo desse un segno di discontinuità nel settore più delicato e più pressante per la società italiana, che è quello dell'emergenza sanitaria, era assolutamente necessario.

Il senatore Aimi ha detto in modo abile e corretto, ma soprattutto ricco di elementi fondamentali per avere ben chiara la situazione, che la soluzione dei nostri problemi può passare solo attraverso un piano nazionale vaccinale che sia non solo utile, ma assolutamente efficace per uscire da questa situazione. Non esiste altra soluzione che quella di vaccinare tutti i nostri concittadini. (Applausi). Come fare? Abbiamo troppo pochi vaccini. Leggevo le agenzie di poco fa che mi confortano in tal senso, perché credo che sia assolutamente necessario e fondamentale capire che cosa sta facendo il nostro nuovo Governo in queste ore. Leggo, ad esempio, che il neo ministro allo sviluppo economico Giorgetti annuncia un decreto-legge denominato sostegno che, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze, proporrà già al Consiglio dei ministri la prossima settimana. L'aspetto legato alla questione dei ristori e dei risarcimenti ovviamente è vitale e assolutamente necessaria per chi, come ad esempio i ristoratori, è costretto a tenere chiusi i propri esercizi la sera.

A chi vive dell'economia legata agli sport invernali, alle società che si occupano di impianti di risalita o agli albergatori - mi rivolgo al senatore Mallegni - che vivono anche di turismo invernale, è necessario dare non ristori, caro senatore Moles, ma veri e propri risarcimenti rispetto al danno che hanno subito e anche ai fatturati dell'anno precedente. (Applausi).

Voglio ricordare anche le dichiarazioni del collega neo sottosegretario Gilberto Pichetto Fratin (Applausi), il quale ha appena annunciato che è assolutamente necessario un piano nazionale di vaccinazioni pluriennale, perché condivide la necessità di affrontare il tema anche negli anni a venire. Questo significa che in Italia dobbiamo produrre i vaccini (Applausi). Va bene, quindi, ciò che è stato annunciato dal ministro Giorgetti, cioè la possibilità di produrre vaccini anche sul territorio nazionale.

Cari colleghi, concludo dicendo che la situazione è quella che è, lo stiamo dicendo da tempo. Forza Italia - a maggior ragione adesso che fa parte della maggioranza - è consapevole delle responsabilità che appartengono a questa formazione politica. Noi ci siamo e daremo il nostro contributo. Come sempre, siamo dalla parte degli italiani. (Applausi).

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli membri del Governo, colleghi senatori, anche il Gruppo Lega esprime solidarietà al collega senatore Renzi per il vile atto intimidatorio che ha subito. È già stata emessa una nota congiunta dei nostri capigruppo Romeo e Molinari in rappresentanza di tutto il Gruppo al Senato e alla Camera. (Applausi).

Mettiamo subito in chiaro di cosa stiamo trattando e cosa andremo a votare. Al nostro esame c'è la conversione di uno degli ultimi decreti-legge del Governo Conte, l'ultimo tassello di una gestione farraginosa e caotica dell'emergenza Covid. Chiudiamo questa partita e poi voltiamo pagina. La Lega ora c'è e mette a disposizione del Governo Draghi il suo pragmatismo, le sue idee e le sue proposte. Con responsabilità ci mettiamo al servizio del Paese, per riuscire dove Conte e la sua corte dei miracoli hanno fallito. Serve un cambio di passo: innanzitutto è necessario rivedere la tempistica per l'adozione dei provvedimenti, come chiedono anche le Regioni. Serve che imprese e cittadini vengano a conoscere con congruo anticipo se e quando dovranno riorganizzare le loro attività. (Applausi). Basta con la "annuncite" alla Casalino, quella del venerdì sera per la domenica mattina.

Per stabilire con maggiore limpidità i criteri per definire le zone rosse, arancioni e gialle serve ridurre il numero dei parametri e semplificare il sistema di classificazione delle zone. Una norma, anche se sgradita, è più facilmente sopportata dalle persone se è chiara e trasparente la ratio che l'ha generata. (Applausi). Vogliamo uno Stato amico al fianco dei cittadini, un padre che si prende cura dei figli e non uno Stato padrone che detta ordini incomprensibili. Tra ritorno alla normalità, ripresa delle attività economiche e fondamentale tutela sanitaria, il punto d'equilibrio dovrà essere il buon senso; solo questo dovrà essere il nostro faro. A un anno di distanza dall'istituzione dello Stato d'emergenza, deve ormai esserci la consapevolezza di quali regole e norme funzionino e quali meno, quali siano effettivamente efficaci e quali siano inutili per il contenimento della pandemia, quali abbia senso mantenere e quali vadano cambiate o abolite, perché sono unicamente vessatorie e non producono risultati concreti.

A titolo d'esempio, porto alla vostra attenzione il divieto di spostamento tra Regioni gialle o bianche, cioè tra territori aventi lo stesso tasso di rischio. È difficile spiegare ai cittadini che abbiano una qualche minima nozione di geografia perché da Rimini si possa raggiungere Piacenza e non Pesaro, perché da Foggia si possa andare fino a Otranto e non in Molise (Applausi), perché da Bolzano non si possa andare a Trento (distante 60 chilometri), quando da Belluno si può andare a Chioggia (dalle Dolomiti al mare) o da Sondrio si può viaggiare per ore per raggiungere Pavia. Non ci si può spostare dall'Abruzzo al Molise, anche se assieme sono pressoché la metà della dimensione di molte altre Regioni in cui la circolazione è internamente possibile. Tutto ciò è incomprensibile ai più e non fa altro che minare l'autorevolezza e la credibilità dell'insieme delle regole. È forse chiara (altra regola difficilmente accettata, perché non spiegata) la logica che obbliga i genitori a non portare con sé per una visita ai parenti, assieme a quelli più piccoli, anche i figli di quindici anni? I teenager sono forse la categoria più portatrice di contagi e quindi devono essere lasciati a casa da soli? Se ciò fosse vero, come si concilia questa scelta con quelle relative alla scuola e con le altre situazioni che vedono i giovani protagonisti? (Applausi). Se non c'è una logica, si cambi la norma; se la logica invece c'è, allora la si spieghi bene, se si vuole che venga compresa, accettata e attuata. (Applausi). Vedete, colleghi, al momento la realtà al di fuori di questi palazzi è ben diversa da quella teorizzata dai DPCM. Le famiglie si spostano lo stesso, magari con due automobili, ben sapendo che poi, una volta giunti all'interno delle abitazioni, i controlli saranno pressoché impossibili. Chiediamo più contatto con il Paese reale e meno astrattismi dettati da grigi burocrati.

Veniamo a un altro tema trattato dal decreto Conte del 14 gennaio: la piattaforma per la gestione vaccinale prevista dall'articolo 3. Si istituisce uno strumento per monitorare il tracciamento delle dosi di vaccino e degli altri dispositivi e materiali utili. Ci si è preoccupati di come distribuire le dosi, ma il problema era che le dosi non c'erano o, quantomeno, non ce ne sono state in numero sufficiente rispetto ai numeri promessi. Le Regioni si sono attrezzate ed erano pronte a vaccinare in tempi rapidi un elevato numero di cittadini, ma non hanno ricevuto le fiale dal commissario straordinario Arcuri. Bene hanno fatto, quindi, il presidente Draghi a sollecitare la comunità europea e il ministro Giorgetti ad aprire un tavolo con le aziende farmaceutiche nazionali per attivare la produzione nel nostro Paese, per arrivare a un vero sovranismo vaccinale. (Applausi).

Bisogna agire e intervenire al più presto, perché è evidente che qualcosa non ha funzionato nella sequenza Big pharma-comunità europea-commissario, magari perché qualcuno era troppo distratto a progettare le "primule".

Signor Presidente, dovrei leggere ancora un'intera pagina dedicata ad Arcuri, all'app Immuni, ai banchi a rotelle, agli appalti per le mascherine, ma credo che a questo punto, anche prendendo spunto dall'azione del presidente Draghi, si possa soprassedere e stralciare definitivamente tutto quanto riguarda il commissario Arcuri. (Applausi).

Ci poniamo, però, un altro interrogativo. Vale la pena creare una nuova piattaforma, quando esistono già i servizi informativi regionali ed è istituita un'Anagrafe nazionale dei vaccini? Non avrebbe più senso potenziare e investire in quelle già esistenti? Dobbiamo infatti considerare che, stante il fatto che è plausibile che i vaccini garantiscano una copertura annuale, con questi anti Covid-19 dovremo convivere per anni. Non sarebbe meglio sin da ora inserire la gestione dei dati nel canale ordinario del sistema sanitario nazionale? Sono interrogativi su cui andrebbe fatta una riflessione.

Attenzione e preoccupazione è infine stata espressa dal nostro Gruppo su quanto previsto dall'articolo 5. Il continuo rinvio del termine per il rinnovo agli stranieri dei permessi di soggiorno scaduti comporterà, una volta terminato lo stato d'emergenza, la permanenza sul suolo nazionale di almeno un milione di persone potenzialmente non aventi titolo (al momento abbiamo già superato la soglia delle 700.000), le cui domande di rinnovo verranno esaminate e smaltite in un lungo lasso di tempo. Chiediamo sin d'ora che vi sia quantomeno la previsione di trattare in via prioritaria i permessi scaduti entro i primi sei mesi del 2020, per evitare asincronia nel sistema e sperequazioni che favoriscano coloro a cui da più tempo sarebbe scaduto il permesso di soggiorno.

Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, sottolineando quanto sia fondamentale che d'ora in poi si abbandoni la logica del doppio binario. Infatti, finora, a un decreto-legge sulle regole ne corrispondeva uno successivo sui ristori, emanato giorni dopo, spesso con effetti ritardati di ulteriori sessanta giorni, connessi alla conversione parlamentare. Ciò lasciava nello sconforto per giorni o settimane chi si trovava dall'oggi al domani a veder venir meno l'unica forma per garantire la sussistenza a sé e alla propria famiglia. Se dovessero in futuro essere previste nuove chiusure, queste dovranno essere abbinate in modo contestuale alle conseguenti misure economiche (Applausi) e, aggiungo, non più sotto forma di ristori, ma di indennizzi e copertura del danno arrecato. (Applausi).

Si valuti di procedere alla riapertura progressiva delle attività ora chiuse (ristoranti, teatri, palestre); lo si faccia istituendo, se necessario, nuovi protocolli, anche più rigidi, ma si dia la possibilità a chi vive solo del proprio lavoro di riacquisire la propria dignità. Si può fare con poche regole certe, serie e fatte applicare veramente e severamente: chi le rispetta, resta aperto; chi sgarra, paga e viene chiuso. (Applausi).

Signor Presidente, considerate le premesse non condivisibili su cui è nato il provvedimento in esame, risalente al precedente Governo giallo-rosso, che ci hanno portato qualche settimana fa a votare a favore della questione pregiudiziale, ma confidando che d'ora in poi verranno recepite le nostre richieste, cosa di cui abbiamo già avuto dimostrazione con l'approvazione in Commissione di alcuni nostri emendamenti e ordini del giorno, annuncio che il Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione esprimerà un voto di astensione. (Applausi).

MANTOVANI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANTOVANI (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, sono particolarmente lieta che mi possa ascoltare la neo Sottosegretaria alla digitalizzazione, perché spero che possano interessare le cose che sto per dire. Il provvedimento oggi in discussione contiene alcune disposizioni urgenti che si applicano al periodo attuale di emergenza epidemiologica e allo svolgimento delle elezioni per l'anno 2021. Il MoVimento 5 Stelle ritiene fondamentali tali misure e per questo dichiaro subito il voto favorevole del nostro Gruppo.

A causa del perdurare della pandemia con le sue varianti, vengono prorogate le misure restrittive che già conosciamo, il cui termine viene spostato dal 31 gennaio al 30 aprile. Dal 20 febbraio, infatti, ha ricominciato a salire l'incidenza dei casi positivi, che in queste due settimane sono aumentati di circa 50.000, equivalenti a circa il 12 per cento in più. Come vediamo e leggiamo tutti i giorni, la situazione è ancora molto seria e non ci possiamo permettere di deragliare dal percorso che abbiamo tracciato in questi ultimi mesi. Si continua quindi a chiudere temporaneamente attività economiche; si chiede di evitare gli assembramenti; si limitano libertà individuali e spostamenti. Purtroppo, si chiudono anche le scuole, con grave danno ai ragazzi e ai giovani per la loro formazione e il loro futuro, ma sono sacrifici ancora necessari. C'è però una rilevante novità che dà qualche speranza, ossia l'introduzione della cosiddetta zona bianca.

La situazione odierna non consente neppure lo svolgimento in sicurezza delle elezioni suppletive e amministrative, che per questo sono prorogate da specifiche norme.

Ora vorrei attirare l'attenzione dell'Assemblea in particolare sull'articolo 3 del provvedimento che ci apprestiamo a votare, che istituisce una piattaforma informativa nazionale per monitorare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e relativo tracciamento. La finalità enunciata in testa all'articolo è quella di dare piena e celere trasparenza di attuazione al piano strategico dei vaccini. La piattaforma è del Ministro della salute ed è predisposta e gestita dal commissario straordinario, mentre la gestione delle diverse fasi della vaccinazione è affidata alle Regioni e alle Province autonome, che si avvalgono dei propri sistemi informativi vaccinali in qualità di titolari del trattamento.

Il punto importante di tale norma prevede, qualora il sistema informativo vaccinale di tali enti non risulti adeguato, che la piattaforma esegua in regime di sussidiarietà le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse. È importante - ed è un deciso passo avanti - che si sia scelto tale regime di sussidiarietà da parte dello Stato. Il livello di prestazione nei confronti dei cittadini viene quindi uniformato, indipendentemente dalla Regione di appartenenza, eliminando i divari territoriali purtroppo ancora esistenti.

Da parte del nostro Gruppo sono stati presentati e accolti come impegni dal Governo alcuni suggerimenti veramente necessari perché migliorativi per perseguire il fine della trasparenza (Applausi), espresso nella norma nei confronti dei cittadini, della società civile, della società della ricerca e della scienza. Tramite la condivisione di dati accessibili e in trasparenza, i cittadini potrebbero verificare che le decisioni restrittive vengano prese su basi veramente scientifiche, verificabili, riproducibili e quindi razionalmente accettabili dalla popolazione, anche se costano sacrifici. Solo quando ci sarà una comprensione razionale delle decisioni, sarà possibile avere un'adesione consapevole e sorretta da motivazione condivisa da parte di tutta la popolazione.

Pertanto, i nostri interventi prevedono innanzitutto di garantire il pieno coinvolgimento - perché oggi è escluso, ed è un danno - del Ministero per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione nella fase di attuazione ed implementazione dell'attuale piattaforma nazionale vaccini Covid, oltre che nella creazione di tutte le future piattaforme nazionali, in particolar modo in ambito sanitario. Questo sarebbe molto importante anche nel settore dell'istruzione, tramite la realizzazione di una piattaforma nazionale di Stato per la didattica digitale integrata.

Inoltre, bisognerebbe assicurare che tutti i dati riguardanti l'emergenza epidemiologica - con riferimento ai casi, alla situazione delle degenze e all'andamento delle vaccinazioni - venissero resi totalmente pubblici, previa anonimizzazione, in formato aperto, disaggregati e continuamente aggiornati, ben documentati, machine-readable e facilmente accessibili non solo ai soggetti istituzionali, ma anche alle associazioni della società civile, ai ricercatori, ai media e ai cittadini, in modo che essi non abbiano dubbi o perplessità sui metodi di raccolta, elaborazione e presentazione dei dati in frangenti così impattanti per l'intera popolazione. Questo è quanto richiedono oltre 160 associazioni, radunate nella petizione #DatiBeneComune, che ha raccolto circa 50.000 firme.

I dati rappresentano un patrimonio per la nostra comunità ed è bene tutelare il loro valore. Questa è l'unica strada per riaffermare l'assoluta competenza degli enti preposti, aprirsi alla totale trasparenza, che è uno dei valori imprescindibili del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

Un altro impegno da noi proposto - e fatto proprio dal Governo - consiste nell'inserire nel Piano strategico nazionale, tra le categorie da vaccinare in via prioritaria, anche i medici e i sanitari liberi professionisti, in quanto fortemente esposti al rischio di contrarre l'infezione da SARS-CoV-2, oltre agli informatori scientifici del farmaco, specialisti di prodotto e tecnici che entrano nelle sale operatorie in quanto rientranti nelle categorie prioritarie, poiché assimilabili al personale non sanitario operante a qualsiasi titolo nelle strutture del Servizio sanitario.

Signor Presidente, membri del Governo, colleghe senatrici e senatori, oltre alle misure di questo provvedimento, di fronte a noi abbiamo ancora oggi diverse sfide: la prima riguarda la nuova fase dei ristori (con il nuovo nome di sostegno), che dovranno essere ancora più mirati ed equi, ma soprattutto veloci, perché molti stanno soffrendo a causa di questo ritardo. In particolare, li sollecitiamo a favore di chi davvero ha perso tutto a causa della pandemia e delle nostre imprese che hanno pagato e ancora stanno pagando i gravi danni economici in conseguenza di questa crisi.

C'è poi la strategia vaccinale: i vaccini stanno finalmente arrivando; dobbiamo proseguire la campagna vaccinale, che è l'arma più potente per sconfiggere il virus, aumentando sempre più l'efficienza di somministrazione verso i cittadini.

La transizione digitale richiede invece di mettere all'opera competenze specifiche di professionisti ben formati e aggiornati rispetto allo stato dell'arte, mentre, purtroppo, troppe volte, nei servizi informatici della pubblica amministrazione assistiamo a superficialità, imperizia e obsolescenza proprio nei passaggi fondamentali necessari a compiere la transizione digitale. Lo denunceremo sempre, finché non vedremo un cambiamento di passo.

Infine, c'è il recovery plan. Nelle varie Commissioni siamo impegnati in audizioni con tutti i soggetti interessati, in modo da mettere in campo un progetto serio, che ci permetta nei prossimi anni di raggiungere un livello di crescita, di investimenti e di aumento nella produttività che ci possa far superare questa drammatica crisi.

In conclusione, colleghe e colleghi, tutto ciò che oggi qui approviamo e abbiamo approvato negli scorsi mesi ce lo chiedono i cittadini, la società civile e i nostri bambini e giovani, a cui dobbiamo garantire il futuro: un Paese più innovatore, più scientificamente e meglio organizzato, in cui le giovani generazioni non siano più invischiate nelle pastoie dell'inefficienza, ma possano gioire e fruire di servizi efficienti che li mettano nelle condizioni di uguaglianza a livello europeo e internazionale. (Applausi).

GRANATO (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

GRANATO (Misto). Signor Presidente, come ampiamente previsto, l'auspicato cambio di passo che avrebbe giustificato la fine del Governo Conte-bis non si è verificato, smascherando una trama ordita da più attori in funzione di logiche meramente spartitorie. Chi si aspettava i miracoli di un Governo illuminato oggi ha davanti agli occhi solo la brutta copia della gestione precedente.

Fa specie, soprattutto, la mancanza totale di riguardo verso la scuola: si sceglie infatti di ripristinare la libertà di asporto anche per le zone rosse dopo le ore 18, il che favorirà assembramenti e quindi diffusioni di contagio tra quegli stessi giovani che si lasceranno poi in didattica a distanza.

Sul fronte della scuola, tra l'impegno e il disimpegno, il Governo ha scelto di fare Ponzio Pilato. La scuola, per l'ennesima volta, viene posposta alle attività economiche. In zona rossa, infatti, tutte le scuole di ogni ordine e grado saranno chiuse e ancora non sono pronte le misure dispensative per i genitori che lavorano e compensative per i gap di apprendimento degli studenti, salvo poi annunciare il mantenimento delle attività didattiche fino al 30 giugno. Mi viene da chiedere: a distanza o in presenza? È un'operazione sepolcro imbiancato.

Tanti docenti fuori sede, inoltre, sono stati tagliati fuori dalle vaccinazioni, perché non rientrano nel piano vaccinale delle Regioni in cui risiedono e nemmeno di quelle in cui lavorano. In altre Regioni, ancora, non è possibile nemmeno prenotarsi per i docenti che operano già in sede sulla piattaforma appositamente predisposta: nessuno ancora ha posto rimedio.

Troppo ampia libertà di gestione delle scuole si lascia, inoltre, ai Presidenti di Regione, già totalmente fuori controllo con la copertura dello Stato, mentre si continua a non chiedere loro conto di quanto abbiano fatto o faranno per garantire l'apertura in sicurezza. È davvero inaccettabile che lo Stato ammetta che l'unica soluzione possibile per le scuole sia quella di chiudere senza che gli enti locali debbano dimostrare alcun tipo di impegno a tenerle aperte.

È passato un anno ormai e tanti decreti si susseguono, ma ancora si naviga a vista: cambiano i Governi ed è cambiato chi ieri gridava contro Conte e oggi vota a favore di misure analoghe decisamente peggiorative rispetto a quanto si è fatto in precedenza, mentre quello che doveva essere il quinto decreto ristori è ancora nell'incubatore di Draghi.

Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto contrario della componente del Gruppo Misto denominata L'alternativa c'è al provvedimento in esame. (Applausi).

PARAGONE (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

PARAGONE (Misto). Signor Presidente, quale Paese ha chiuso le scuole tra gli ultimi? La Gran Bretagna. Quale Paese è pronto ad aprirle tra i primissimi? La Gran Bretagna. Quale Paese sta già impostando la ripartenza? La Gran Bretagna.

Le balle di chi, a seguito della Brexit, annunciava sciagure per i britannici stanno venendo alla luce. Il testardo Boris Johnson, invece, sta avendo ragione. Perché? Per esempio, perché la Gran Bretagna mai si sarebbe sognata di spendere soldi per una miriade di banchi a rotelle, le cui forniture nemmeno sono servite per dare un po' di ossigeno alle aziende del settore del mobile. Mai si sarebbe sognata di far arrivare nelle scuole pacchi e pacchi di mascherine griffate dalla Presidenza del Consiglio e realizzate da un gruppo che fabbrica automobili. Ma, soprattutto, Boris Johnson ha vinto la scommessa sui vaccini, garantendo protezione senza obbligatorietà a tutti coloro che ne avessero fatto richiesta, senza "primule" osannate dalla stampa solo perché disegnate dall'architetto Boeri. Sono stati seri, i britannici. Serietà: parola oscura a chi ha difeso a oltranza Arcuri, concedendo poteri che non ha nemmeno la regina Elisabetta.

Sentiamo dire che Draghi è il decisionista che aspettavamo, perché ha sostituito Arcuri con il generale Figliuolo. Che Arcuri andasse rimosso lo aveva capito anche mio figlio e non c'è bisogno di Draghi per fare cose ovvie. Draghi avrebbe dovuto dimostrare la discontinuità, cambiando il ministro Speranza, il quale è ancora lì con tutto il suo circoletto di consulenti ed espertoni, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

L'imminente nuova chiusura delle scuole è semplicemente vergognosa. State distruggendo le vite dei bambini e degli adolescenti. Il Governo sta reiterando gli stessi errori.

È mai possibile che ancora non abbiamo una seria normativa sulle mascherine? Sento dire che ne dovremmo indossare due. Ma chi garantisce sulla loro efficacia? Nessuno. Infatti, un gran numero di mascherine al test di controllo non protegge come dice di fare. Per andare in moto occorre indossare un casco omologato, mentre per andare in giro e proteggersi dal Covid le mascherine sono omologate a spanne. Queste mascherine non servono a nulla; non venite a dirci che vi interessa la salute dei cittadini, perché nei buchi dei controllori stiamo assistendo a vere e proprie truffe che umiliano i cittadini, gli operatori sanitari e soprattutto la verità. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021».

(Segue la votazione).

È approvato.

Onorevoli colleghi, visti gli interventi di esponenti di vari Gruppi che hanno segnalato l'episodio di minacce nei confronti del collega Renzi, come Presidenza desidero associarmi alla vicinanza manifestata da parte di tutti i Gruppi, unitamente al Presidente, che ha già contattato ed espresso la propria solidarietà nei confronti del senatore Renzi. (Applausi).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

MAUTONE (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAUTONE (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non si può non rimanere profondamente colpiti dalle parole di sconforto e dalle frasi forti e intense pronunciate da un infermiere napoletano, Flavio, che lavora presso l'Azienda Ospedaliera dei Colli.

Quel suo ripetere quasi come una triste litania e un grido sofferto di dolore la parola «avvilente» offre la possibilità di una riflessione maturata sia sulla gravità della situazione pandemica, sia sugli sforzi immani e i sacrifici enormi di tutti gli operatori sanitari, di coloro cioè che vivono in prima linea, ogni giorno, nelle corsie degli ospedali o nelle terapie intensive il dramma del Covid-19, l'impatto violento del virus e i danni irreversibili sui pazienti che è capace di produrre.

Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO (ore 17,03)

(Segue MAUTONE). Al tempo stesso, queste parole danno anche un segnale netto e un messaggio chiaro sullo stato di sofferenza interiore e sulle privazioni fisiche che i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari subiscono sulla loro pelle, toccati nel proprio animo per le tante vite umane perse, per chi si poteva salvare e non ce l'ha fatta e per i numeri dei contagi sempre alti e in continuo e costante aumento in questo momento.

Purtroppo quello che fa ancora più rattristare ed avvilire, come denuncia Flavio, è il triste contrasto tra il dolore e la sofferenza delle persone colpite dal virus, il loro sconforto, il loro sguardo impaurito e perso nel vuoto, spesso il loro lasciarsi andare e, dall'altro lato, la noncuranza, gli egoismi e il menefreghismo di alcuni che, incuranti delle direttive e dei corretti comportamenti da attuare e da rispettare, necessari per ridurre la diffusione del virus, continuano imperterriti ad avere atteggiamenti completamente sbagliati, a dir poco irresponsabili, dimenticandosi completamente dello spirito di solidarietà e del senso di responsabilità. Avvilente! È un grido di sofferenza che esce dal profondo dell'animo gridato con forza, ad alta voce, quasi per vincere la stanchezza fisica e lo sconforto interiore, denunciando una certa sensazione di avvilimento e di impotenza di fronte al virus e alle sue varianti, più contagiose e aggressive, ma è soprattutto per denunciare il continuo menefreghismo di tanti, spesso sotto gli occhi di tutti noi e per ricordarci che questa battaglia si potrà, sì, vincere con l'aiuto dei vaccini, combattendola però tutti insieme, ognuno per la propria parte, con fatti concreti e non a parole. (Applausi).

CUCCA (IV-PSI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CUCCA (IV-PSI). Signor Presidente, questa mattina, come è stato ripetutamente detto in quest'Aula, è stata recapitata una busta con dei bossoli al senatore Renzi. Secondo consuetudine si apre ora la giostra delle solidarietà per il grave gesto che vorrebbe essere intimidatorio nei confronti di colui che, a testa alta e con la schiena dritta, ha sempre sostenuto le sue idee senza timore degli insulti, rivolti a lui, troppo spesso alla sua famiglia, e - devo dire - anche a molti di noi, come capitato anche ieri.

Credo però sia arrivato il momento, dentro e fuori questa Aula, di ragionare almeno una volta sul peso che le parole hanno, soprattutto quelle dette in libertà verso le persone che non hanno contezza della corretta dialettica politica e sono pronte a recepire i messaggi, spesso distanti, rivolti a questo o quell'esponente politico.

L'episodio di oggi è solo un gesto che ha recepito la campagna di odio che da troppo tempo viene attuata verso il senatore Renzi da parte di coloro che hanno manifestato l'incapacità di raccogliere la sfida politica che lui aveva lanciato; sfida esclusivamente e squisitamente politica. In questo senso in tanti, anche in questa Aula, e anche oggi, hanno risposto solo con un insulto rivolto a Renzi, purtroppo, come dicevo, alla sua famiglia e anche a molti di noi che, consapevolmente, ma anche convintamente, abbiamo aderito alla sua proposta. Insulti sessisti, quelli di ieri, di fronte ai quali purtroppo ho assistito a un silenzio assordante sul tema; si è detto che un tempo le donne in difficoltà si dedicavano alla prostituzione, oggi le donne in difficoltà diventano renziane. Questo è un post di ieri e in troppi sono rimasti zitti di fronte a queste parole.

Sarebbe quindi il momento di una riflessione politica attenta e comune che ci obblighi a riportare il confronto negli ambiti corretti della dialettica politica, rammentando che oggi in tanti, quasi tutti, abbiamo raccolto l'invito del presidente Mattarella ad essere uniti per portare fuori il nostro Paese dalla crisi nella quale annaspa. È inutile continuare a recriminare, ad accusare e strumentalizzare qualsiasi episodio che sfocia poi con parole pesantissime recepite in maniera maldestra da troppa gente. Anche poco fa mi è arrivato un tweet di una persona che, all'esito di quanto accaduto oggi, afferma che certamente i terroristi di oggi non sono più quelli di una volta. Un altro dice «tagliamogli la testa». Questo è l'effetto che provocano le parole pesantissime che vengono dette; parole in libertà, pronunciate senza sapere cosa si sta facendo.

La storia però va avanti inesorabilmente e noi finalmente, tutti noi, chi lo vuole, possiamo essere i protagonisti di un momento che è sicuramente storico. Matteo Renzi ha superato ben altri momenti e, pur esprimendogli tutta la solidarietà, sappiamo che saprà affrontare anche questo disdicevole episodio. Basta però con l'insulto a tutti i costi, basta con l'istigazione alle malefatte e all'odio. Siamo nella stessa maggioranza; confrontiamoci civilmente e onestamente perché la storia saprà giudicare tutto e tutti.

Agiamo nell'interesse del Paese, smettiamola con questo clima d'odio, che davvero è totalmente inutile e può sfociare in episodi ben più gravi. Speriamo sia l'ultima volta! (Applausi).

PRESIDENTE. Senatore Cucca, la Presidenza ha già espresso la posizione di tutta l'Assemblea, che peraltro è impegnata, non da oggi, anche su disegni di legge contro l'hate speech, che è totalmente al di fuori da qualsiasi elemento che riguardi la politica.

QUARTO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

QUARTO (M5S). Signor Presidente, come ben noto, lunedì 22 febbraio è franata una parte della falesia sulla quale è ubicato il cimitero di Camogli. Il crollo ha interessato circa 200 sepolture e 320 salme. Alcune decine di bare sono finite in mare. Alla sciagura si è aggiunto l'orrore dello scempio, da parte dei gabbiani, dei cadaveri caduti in acqua. Purtroppo, a distanza di oltre una settimana, non tutti i corpi o loro parti sono stati recuperati. Vorrei qui sottolineare come l'uomo ha da sempre avuto il culto della sepoltura, ma in un'epoca che, sotto molti aspetti, è proiettata alla cruda materialità, non salvaguardiamo i luoghi dove pulsa la vita o, come nel caso in oggetto, quelli sacri della morte.

Do lettura, condividendo pienamente, di alcuni stralci della lettera che la Società geologica italiana ha inviato al Presidente del Consiglio: «Chiarissimo professore, ci permetta di segnalarle l'evento di Camogli come un campanello di allarme di una situazione non più trascurabile. La nostra incapacità di mettere in sicurezza anche i nostri morti ha messo in luce nel modo più drammatico le problematiche di gestione e manutenzione del nostro territorio (...). In questi anni si è lasciato che il nostro territorio invecchiasse, privo delle cure essenziali e necessarie per la sua conservazione. Il territorio è diventato fragile e purtroppo necessita di interventi profondi, incisivi e sicuramente costosi. La vecchiaia del nostro Paese è il cimitero di Camogli che precipita in mare, con il suo bagaglio di memoria e dolore, ma è anche l'inerzia della politica, di fronte alla necessità di una programmazione efficace e continua della manutenzione del territorio (...). Il segnale di allarme di Camogli ci dice che è tempo di andare oltre le emergenze (...). I costi per la riqualificazione del nostro territorio sono un investimento che dobbiamo alle future generazioni, così che il recovery plan possa essere l'occasione per invertire finalmente la dinamica dell'intervento straordinario successivo all'evento calamitoso, evitando che l'incuria sia nuovamente la causa dell'innesco di pericoli, che potrebbero trasformarsi in rischi». (Applausi).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 4 marzo 2021

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 4 marzo, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 17,13).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (2066) (V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (2066) (Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

N.B. Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1.

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 1.

(Ulteriori disposizioni urgenti per il contenimento della diffusione del COVID-19)

1. All'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, le parole «31 gennaio 2021» sono sostituite dalle seguenti: «30 aprile 2021».

2. All'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, le parole «31 gennaio 2021» sono sostituite dalle seguenti: «30 aprile 2021».

3. Dal 16 gennaio 2021 al 15 febbraio 2021, sull'intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

4. Dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021, sull'intero territorio nazionale, ferme, per quanto non previsto nel presente decreto, le misure adottate con i provvedimenti di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 19 del 2020, si applicano le seguenti misure:

a) in ambito regionale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05:00 e le ore 22:00, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi; nelle regioni individuate ai sensi dell'articolo 1, commi 16-quater e 16-quinques del decreto-legge n. 33 del 2020, l'ambito degli spostamenti di cui al primo periodo è quello comunale, fatto salvo quanto previsto dalla lettera b);

b) qualora la mobilità sia limitata all'ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

5. All'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del 2020, dopo il comma 16-quater, sono aggiunti i seguenti:

«16-quinques. Le misure di cui al comma 16-quater previste per le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 2 e con livello di rischio moderato si applicano, secondo la medesima procedura ed in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, anche alle regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto.

16-sexies. Con ordinanza del Ministro della salute, adottata ai sensi del comma 16-bis sono individuate le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, all'interno delle quali cessano di applicarsi le misure determinate ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, e le attività sono disciplinate dai protocolli individuati con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Con i medesimi decreti possono essere adottate, in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico, specifiche misure restrittive fra quelle di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 19 del 2020.».

EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO

1.1

Pagano, Malan, Vitali, Fazzone, Schifani

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. All'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, le parole: "; ove ciò non sia possibile, per ragioni di urgenza connesse alla natura delle misure da adottare, riferisce alle Camere ai sensi del comma 5, secondo periodo" sono soppresse.»

1.2

Augussori, Pirovano, Grassi, Calderoli, Riccardi

Ritirato

Sopprimere il comma 3.

        Conseguentemente, al comma 4, lettera a) sopprimere le seguenti parole: «in ambito regionale».

1.10000 (già 1.1000, 1.1000/100, 1.1000/101, 1.1000/9 e Coord. 1)

La Commissione

Approvato

Apportare le seguenti modificazioni:

           a) sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Fino al 27 marzo 2021, sull'intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.»;

            b) sopprimere il comma 4;

            c) dopo il comma 4, inserire i seguenti:

        «4-bis. Fino al 27 marzo 2021, è consentito, nella Zona gialla in ambito regionale e nella Zona arancione in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05:00 e le ore 22:00, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. La misura di cui al presente comma non si applica nella Zona rossa.

        4-ter. Qualora la mobilità sia limitata all'ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.»;

            d) al comma 5, dopo il capoverso 16-sexies, aggiungere il seguente:

        «16-septies. Sono denominate:

           a) "Zona bianca", le Regioni, di cui al comma 16-sexies, nei cui territori l'incidenza settimanale di contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive e che si collocano in uno scenario di tipo 1, con un livello di rischio basso;

            b) "Zona arancione", le Regioni, di cui al comma 16-quater, nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario di tipo 2, con livello di rischio almeno moderato, nonché le Regioni, di cui al comma 16-quinquies, che, in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, si collocano in uno scenario di tipo 1 con livello di rischio alto;

            c) "Zona rossa", le Regioni di cui al comma16-quater, nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario almeno di tipo 3, con livello di rischio almeno moderato;

            d) "Zona gialla" le Regioni nei cui territori sono presenti parametri differenti da quelli indicati alle lettere a), b), c).».

        Conseguentemente, all'articolo 1 del disegno di legge di conversione, dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:

        «1-bis. Il decreto-legge 12 febbraio 2021, n. 12, è abrogato. Restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto-legge n. 12 del 2021.

        1-ter. Il decreto-legge 23 febbraio 2021, n. 15, è abrogato. Restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto-legge n. 15 del 2021.».

1.3

Pirovano, Augussori, Riccardi, Grassi, Calderoli

Ritirato

Al comma 3, aggiungere in fine il seguente periodo: «Le disposizioni del presente comma non si applicano se gli spostamenti sono in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome che si collocano in uno scenario di tipo 1 con livello di rischio basso, come individuate dal comma 16-sexies dell'articolo 1 del decreto legge 16 maggio 2020 n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2020, n. 74.».

1.4

Augussori, Pirovano, Riccardi, Grassi, Calderoli

Ritirato

Al comma 4, lettera a), sopprimere le parole: «in ambito regionale».

1.5

Augussori, Riccardi, Calderoli, Pirovano, Grassi

Ritirato

Al comma 4, lettera a), sopprimere le parole da: «e nei limiti di due» fino alle parole: «autosufficienti conviventi».

1.6

Pirovano, Calderoli, Augussori, Riccardi, Grassi

Ritirato

Al comma 4, lettera b), dopo le parole: «relativi confini» inserire le seguenti: «ovvero 50 chilometri per i comuni classificati come montani».

1.100

La Commissione

Approvato

Al comma 5, sostituire la numerazione del capoverso «16-quinques», con la seguente: «16-quinquies».

1.7

Augussori, Riccardi, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 5, capoverso «16-sexies» dopo le parole: «individuate le regioni» inserire le seguenti: «e le provincie».

1.8

Riccardi, Augussori, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 5, capoverso «16-sexies», ultimo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «illustrate preventivamente alle Camere, come previsto dall'articolo 2, comma 1, del medesimo decreto».

1.9 (testo 4)

Briziarelli, Fregolent, Augussori

Ritirato e trasformato nell'odg G1.100

Dopo il comma 5 inserire il seguente:

        5-bis. I medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, il personale USCA, gli infermieri e gli assistenti sanitari, che effettuano vaccinazioni anti-Covid a domicilio, sono autorizzati al trasporto, anche su mezzi propri, dei rifiuti speciali ospedalieri prodotti dall'operazione di vaccinazione, dall'abitazione del paziente fino all'arrivo ad una struttura idonea alla loro raccolta o smaltimento, attraverso l'utilizzo di appositi contenitori forniti dall'Amministrazione per conto della quale sono stati incaricati ad effettuare la vaccinazione».

1.10

Campari, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Ritirato e trasformato nell'odg G1.101

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Al fine di garantire una più ampia copertura vaccinale delle categorie maggiormente esposte al rischio di contagio del COVID-19, sono inseriti tra le categorie da vaccinare in via prioritaria a partire dalle fasi iniziali, come indicate nel Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoC-2/COVID-19 del Ministero della Salute, il personale medico e paramedico volontario nonché il personale operante all'interno di Associazioni e Federazioni di donatori di sangue.».

1.11 (testo 2)

Cantù, Romeo, Augussori, Pirovano, Grassi, Calderoli, Riccardi

Ritirato e trasformato nell'odg G1.102

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Entro e non oltre il 15 marzo 2021, il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della salute presentano al Parlamento il Piano Nazionale Integrato di contenimento in sicurezza dell'epidemia da COVID-19 e di governo del rischio di diffusione delle varianti di SARS-COV-2 con sistema nazionale di sorveglianza attiva e genomica.».

1.12 (testo 2)

Campari, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Ritirato e trasformato nell'odg G1.103

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Al fine di incrementare il personale a disposizione presso le unità di raccolta del sangue e di emocomponenti delle Associazione e Federazioni di donatori volontari del sangue, come l'Associazione volontari italiani sangue (AVIS), i laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, di cui al comma 11 dell'articolo 19 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 possono essere reclutati quali medici delle visite delle suddette Associazioni e Federazioni di donatori volontari del sangue, compatibilmente con quanto disposto dalla legge del 30 dicembre 2020, n. 178, articolo 1, comma 459, e in conformità con le necessità individuate dall'autorità preposta alla gestione delle attività di profilassi vaccinale contro il SARS-CoV-2, ricomprendendo tali attività nel percorso di formazione e riconoscendo i relativi crediti formativi. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal presente comma con l'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.».

1.13

Pagano

Improponibile

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. All'articolo 82 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, comma 1, dopo le parole: "è stabilito quanto segue." è aggiunto il seguente periodo: "Il predetto termine non si applica alle disposizioni di cui al successivo comma 2-bis".».

1.14

Pagano

Improponibile

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Al fine di contenere la diffusione del COVID-19, evitando i possibili assembramenti, anche attraverso la semplificazione delle procedure di comunicazione tra imprese ed utenti, all'articolo 1, comma 291, della legge del 27 dicembre 2019, n. 160, dopo le parole: "tramite raccomandata con avviso di ricevimento", sono aggiunte le seguenti: "o tramite qualsiasi altra modalità digitale"».

1.15

Fazzolari, Totaro

Improponibile

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

        «5-bis. Al fine di contrastare la diffusione del COVID-19, anche attraverso la semplificazione delle procedure di comunicazione, tra imprese ed utenti, all'articolo 1, comma 291, della legge 27 dicembre 2019,  n. 160, dopo le parole: "tramite raccomandata con avviso di ricevimento"  sono aggiunte le seguenti: "o tramite qualsiasi altra forma utilizzabile per il recesso dal contratto."».

G1.1

Ciriani, La Russa, Totaro, Iannone, Nastri

Respinto

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge n. 2066 di conversione in legge del decreto legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        il 2020, l'annus horribilis della ristorazione italiana, si è chiuso nel peggiore dei modi: 37,7 miliardi di euro di perdite, circa il 40% dell'intero fatturato annuo del settore è andato perso;

            il comparto della ristorazione collettiva, commerciale e delle mense e dei pubblici esercizi è fra i più colpiti dalla crisi economica connessa all'applicazione delle necessarie misure per contenere la diffusione del COVID-19;

            alla luce delle importanti misure di sicurezza adottate, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso nelle regioni gialle, a minore criticità le attività di ristorazione al tavolo sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto;

            nelle regioni arancioni i bar e i ristoranti sono chiusi. E' possibile solo il servizio di asporto fino alle 22 per i ristoranti e alle 18 per i bar. La consegna a domicilio è consentita;

            fino al 5 marzo 2021 resta in vigore il cosiddetto "coprifuoco". Dunque dalle 22 alle 5 del mattino successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute,

        considerato che:

        una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti secondo Confcommercio e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco;

            i consumi fuori casa degli italiani per colazioni, pranzi e cene sono crollati del 48% nel corso del 2020 con una drastica riduzione dell'attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari;

            nel quarto trimestre 2020 le perdite registrate hanno superato i 14 miliardi di euro. Con un meno 57,1% dei ricavi, peggio ancora di quello che era successo nel II trimestre (primo lockdown);

            lo stesso CTS (Comitato Tecnico Scientifico) ha ultimamente condiviso di valutare in modo differente i diversi profili di rischio nel settore della ristorazione, privilegiando coloro che hanno a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande rimanendo sempre confermate le massime misure di sicurezza sanitaria attualmente in vigore;

            con le adeguate misure di prevenzione sarà possibile rilanciare il settore della ristorazione italiano fortemente penalizzato da oltre un anno,

        impegna il Governo:

            ad adottare ogni necessario intervento volto a garantire un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera al fine di salvare l'economia e l'occupazione;

            a prevedere ulteriori e migliorative misure volte a garantire la possibilità di apertura serale nelle regioni a zona gialla di tutto il comparto della ristorazione, estendendo la chiusura dell'attività alle 22, mentre per le regioni a zona arancione assicurare l'apertura durante le ore diurne e comunque fino alle ore 18.

G1.100 ([già em. 1.9 (testo 4)])

Briziarelli, Fregolent

V. testo 2

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        in specifici casi il personale medico e paramedico è chiamato ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid presso il domicilio del paziente;

            il materiale di scarto utilizzato per effettuare le suddette vaccinazioni, rientra nella categoria di rifiuti speciali ospedalieri e come tale deve essere appositamente gestito e smaltito;

            è necessario garantire che il personale medico e paramedico che effettua le vaccinazioni a domicilio, non incorra in sanzioni per il trasporto di suddetto materiale dall'abitazione del paziente fino all'arrivo ad una struttura idonea alla sua raccolta o smaltimento, stante l'utilizzo di appositi contenitori forniti dalla pertinente amministrazione,

        impegna il Governo:

        ad autorizzare i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, il personale USCA, gli infermieri e gli assistenti sanitari autorizzati che effettuano vaccinazioni anti-Covid a domicilio, al trasporto, anche su mezzi propri, dei rifiuti speciali ospedalieri prodotti dall'operazione di vaccinazione dall'abitazione del paziente fino all'arrivo ad una struttura idonea alla loro raccolta o smaltimento, attraverso l'utilizzo di appositi contenitori forniti dall'Amministrazione per conto della quale effettuano tale vaccinazione.

G1.100 (testo 2)

Briziarelli, Fregolent

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        in specifici casi il personale medico e paramedico è chiamato ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid presso il domicilio del paziente;

            il materiale di scarto utilizzato per effettuare le suddette vaccinazioni, rientra nella categoria di rifiuti speciali ospedalieri e come tale deve essere appositamente gestito e smaltito;

            è necessario garantire che il personale medico e paramedico che effettua le vaccinazioni a domicilio, non incorra in sanzioni per il trasporto di suddetto materiale dall'abitazione del paziente fino all'arrivo ad una struttura idonea alla sua raccolta o smaltimento, stante l'utilizzo di appositi contenitori forniti dalla pertinente amministrazione,

        impegna il Governo a valutare l'opportunità di autorizzare i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, il personale USCA, gli infermieri e gli assistenti sanitari autorizzati che effettuano vaccinazioni anti-Covid a domicilio, al trasporto, anche su mezzi propri, dei rifiuti speciali ospedalieri prodotti dall'operazione di vaccinazione dall'abitazione del paziente fino all'arrivo ad una struttura idonea alla loro raccolta o smaltimento, attraverso l'utilizzo di appositi contenitori forniti dall'Amministrazione per conto della quale effettuano tale vaccinazione.

________________

(*) Accolto dal Governo

G1.101 (già em. 1.10)

Campari, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

V. testo 2

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        al fine di impedire il più possibile la diffusione del COVID-19 è necessario garantire la più ampia e rapida copertura vaccinale delle categorie maggiormente esposte al rischio di contagio del COVID-19;

            i volontari di Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, come AVIS, quali i medici, i paramedici e il personale in esso operante, sono a tutti gli effetti una categoria altamente esposti al contagio e come tali rientrano tra le categorie prioritarie da vaccinare,

        impegna il Governo:

        ad inserire tra le categorie da vaccinare in via prioritaria a partire dalle fasi iniziali, come indicate nel Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoC-2/COVID-19 del Ministero della Salute, il personale medico e paramedico volontario nonché il personale operante all'interno di Associazioni e Federazioni di donatori di sangue.

G1.101 (testo 2)

Campari, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        al fine di impedire il più possibile la diffusione del COVID-19 è necessario garantire la più ampia e rapida copertura vaccinale delle categorie maggiormente esposte al rischio di contagio del COVID-19;

            i volontari di Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, come AVIS, quali i medici, i paramedici e il personale in esso operante, sono a tutti gli effetti una categoria altamente esposti al contagio e come tali rientrano tra le categorie prioritarie da vaccinare,

        impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire tra le categorie da vaccinare in via prioritaria a partire dalle fasi iniziali, come indicate nel Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoC-2/COVID-19 del Ministero della Salute, il personale medico e paramedico volontario nonché il personale operante all'interno di Associazioni e Federazioni di donatori di sangue.

________________

(*) Accolto dal Governo

G1.102 (già em. 1.11)

Cantù, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        l'emergenza epidemiologica da COVID-19 è ancora in corso e, nonostante le misure adottate, la curva dei contagi non accenna a ridursi;

            nelle ultime settimane, una buona percentuale dei soggetti risultati positivi al COVID-19 è stata colpita da una delle principali mutazioni del virus (cd. variante inglese), che appare decisamente più contagiosa;

            una strategia di contrasto all'emergenza richiede un attento e costante monitoraggio delle varianti del virus Sars-Cov-2 e dei rischi di diffusione delle medesime,

        impegna il Governo:

        a valutare l'opportunità di adottare e trasmettere alle Camere, in concomitanza con la scadenza dei termini per l'adozione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un Piano Nazionale Integrato di contenimento in sicurezza dell'epidemia da COVID-19 e di governo del rischio di diffusione delle varianti di SARS-COV-2 con sistema nazionale di sorveglianza attiva e genomica e di monitoraggio delle interazioni delle varianti col sistema immunitario  e con i farmaci.

________________

(*) Accolto dal Governo

G1.103 (già em. 1.12)

Campari, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        quale sostegno prioritario al comparto medico, è necessario di incrementare il personale a disposizione presso le unità di raccolta del sangue e di emocomponenti delle Associazione e Federazioni di donatori volontari del sangue, consentendo il contributo, senza maggiori oneri per la finanza pubblica, dei laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, e compatibilmente con quanto disposto dalla Legge di bilancio 2021 e con le necessità individuate dall'autorità preposta alla gestione delle attività di profilassi vaccinale contro il SARS-CoV-2,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di incrementare il personale a disposizione presso le unità di raccolta del sangue e di emocomponenti delle Associazione e Federazioni di donatori volontari del sangue, come l'Associazione volontari italiani sangue (AVIS), attraverso il coinvolgimento dei laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, di cui al comma 11 dell'articolo 19 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 da reclutare quali medici delle visite delle suddette Associazioni e Federazioni di donatori volontari del sangue, compatibilmente con quanto disposto dalla Legge del 30 dicembre 2020, n. 178, articolo 1, comma 459, e in conformità con le necessità individuate dall'autorità preposta alla gestione delle attività di profilassi vaccinale contro il SARS-CoV-2.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 2.

(Sanzioni)

1. La violazione delle disposizioni dell'articolo 1 è sanzionata ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 19 del 2020.

EMENDAMENTI

2.1

La Commissione

Approvato

Al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 2,  comma 2-bis, del decreto legge 16 maggio 2020, n.33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n.74».

2.2

Augussori, Calderoli, Pirovano, Riccardi, Grassi

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Le sanzioni comminate in violazione delle disposizioni del presente decreto, del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, e di quelle degli articoli 1 e 2 del decreto-legge 5 gennaio 2021, n. 1, non trovano applicazione in occasione dei manifestazioni pacifiche di dissenso in cui vengono rispettate le norme relative al contenimento del contagio. Le eventuali sanzioni già comminate sono nulle.».

2.3

Augussori, Calderoli, Pirovano, Grassi, Riccardi

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Le sanzioni già comminate in violazione delle disposizioni del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, e di quelle degli articoli 1 e 2 del decreto-legge 5 gennaio 2021, n. 1, in occasione della manifestazione "Io apro 1501", svoltasi il 15 gennaio 2021, sono nulle.».

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 2

2.0.1 (testo 2) ([id. a 2.0.2 (testo 2)])

La Commissione

Approvato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

(Somministrazione di alimenti e bevande nei circoli ricreativi, culturali e sociali del Terzo settore)

        1. Fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, la sospensione delle attività dei circoli ricreativi, culturali e sociali, adottata nell'ambito delle misure di contrasto e contenimento alla diffusione del virus COVID-19 sull'intero territorio nazionale, non determina la sospensione delle attività di somministrazione di alimenti e bevande delle associazioni ricomprese tra gli enti di Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, che possono proseguire nel rispetto delle condizioni e dei protocolli di sicurezza stabiliti dalla normativa vigente per le attività economiche aventi il medesimo o analogo oggetto e secondo modalità tali da evitare qualsiasi forma di assembramento, anche occasionale, o qualsiasi forma di aggregazione per le finalità proprie dei predetti enti.».

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 3.

(Disciplina dei sistemi informativi funzionali all'implementazione del piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2)

1. Al fine di dare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 adottato con decreto del Ministro della salute 2 gennaio 2021, ai sensi dell'articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, è istituita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento. A tali fini, la piattaforma di cui al periodo precedente tratta i dati relativi alle vaccinazioni esclusivamente in forma aggregata. Nell'eventualità in cui il sistema informativo vaccinale di una regione o di una provincia autonoma non risulti adeguato a gestire i volumi di dati relativi alle vaccinazioni per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, su istanza della medesima regione o provincia autonoma, la piattaforma di cui al presente comma esegue altresì, in sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della salute, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 4, 5 e 6.

2. In coerenza con l'articolo 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, le operazioni di predisposizione e gestione della piattaforma di cui al comma 1 sono affidate al Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19, di seguito «Commissario straordinario», il quale, in via d'urgenza, al fine di assicurare l'immediata operatività della piattaforma, in conformità all'articolo 28 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si avvale prevalentemente del supporto di società a partecipazione pubblica che siano in grado di assicurare una presenza capillare sul territorio e che prestino tale servizio a titolo gratuito.

3. Nel rispetto dei principi stabiliti dal piano di cui al comma 1 e dal presente articolo, il Commissario straordinario si raccorda altresì con il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, i soggetti operanti nel Servizio sanitario nazionale e i soggetti attuatori di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 32 dell'8 febbraio 2020, nonché con l'Agenzia Italiana del farmaco e con l'Istituto superiore di sanità, i quali, fermo restando quanto previsto dal comma 7, possono accedere alle informazioni aggregate presenti nella piattaforma di cui al primo periodo del comma 1, per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. Il Commissario straordinario, d'intesa con il Ministro della salute e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sullo stato di attuazione del piano strategico di cui al comma 1.

4. Alle regioni e alle province autonome sono affidate le diverse fasi della vaccinazione per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2, ivi inclusa l'offerta attiva alle categorie di assistiti individuate in base ai criteri indicati dal piano strategico di cui al comma 1. Le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse sono gestite dalle regioni e dalle province autonome, che le eseguono, in qualità di titolari del trattamento, attraverso i propri sistemi informativi vaccinali. Nell'eventualità di cui al terzo periodo del comma 1, ferma restando la titolarità del trattamento in capo alla regione o alla provincia autonoma richiedente, la piattaforma nazionale di cui al comma 1, gestita dal Commissario straordinario per conto della stessa ai sensi dell'articolo 28 del regolamento (UE) 2016/679, assicura tutte le funzionalità necessarie all'effettuazione delle operazioni di prenotazione, registrazione e certificazione, in regime di sussidiarietà. Il sistema Tessera Sanitaria rende disponibili alla piattaforma nazionale i dati individuali necessari alla corretta gestione delle operazioni di cui al precedente periodo, in regime di sussidiarietà.

5. Fermo restando l'obbligo informativo posto in capo alle regioni e alle province autonome ai sensi del decreto del Ministro della salute 17 settembre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 257 del 5 novembre 2018, istitutivo dell'Anagrafe Nazionale Vaccini, al fine di consentire il monitoraggio dell'attuazione del piano di cui al comma 1, le regioni e le province autonome, attraverso i propri sistemi informativi o, nell'eventualità di cui al terzo periodo del comma 1, attraverso la piattaforma nazionale, trasmettono al Ministero della salute tutte le informazioni, relative alle somministrazioni dei vaccini per la prevenzione dell'infezione da Sars-CoV-2 su base individuale, in conformità al predetto decreto 17 settembre 2018, con frequenza almeno quotidiana e comunque nel rispetto delle tempistiche e delle specifiche tecniche pubblicate sul sito istituzionale dello stesso Ministero. Tale trasmissione è effettuata in modalità incrementale e include anche l'informazione sull'eventuale stato di gravidanza della persona vaccinata. Le regioni e le province autonome, mediante i propri sistemi informativi o mediante la piattaforma nazionale di cui al comma 1, nei casi in cui quest'ultima operi in sussidiarietà, trasmettono altresì i dati relativi alle prenotazioni delle vaccinazioni, in forma aggregata, al Ministero della salute, il quale, tramite interoperabilità, per le finalità di cui al primo periodo del comma 1, rende disponibili alla piattaforma nazionale di cui al medesimo comma strumenti di monitoraggio sia delle prenotazioni sia delle somministrazioni dei vaccini.

6. I dati personali trattati attraverso la piattaforma di cui al comma 1 in regime di sussidiarietà, alla data di cessazione delle esigenze di protezione e prevenzione sanitaria anche a carattere transfrontaliero legate alla diffusione del COVID-19, individuata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della salute, e comunque entro il 31 dicembre 2021, devono essere cancellati o resi definitivamente anonimi ovvero restituiti alla regione o provincia autonoma titolare del trattamento, ai sensi dell'articolo 28, paragrafo 3, lettera g), del regolamento (UE) 2016/679.

7. Per consentire lo svolgimento di attività di sorveglianza immunologica e farmaco-epidemiologia, il Ministero della salute trasmette, in interoperabilità con la piattaforma di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile 27 febbraio 2020, n. 640, all'Istituto superiore di sanità i dati individuali relativi ai soggetti cui è somministrata la vaccinazione anti SARS-CoV-2 contenuti nell'Anagrafe Nazionale Vaccini.

8. Per il potenziamento dell'infrastruttura tecnologica e applicativa dell'Anagrafe Nazionale Vaccini è autorizzata la spesa di 966.000 euro per l'anno 2021. All'onere di cui al presente comma si provvede mediante corrispondente utilizzo del fondo di conto capitale di cui all'articolo 34-ter, comma 5, della legge 31 dicembre 2009, n. 196. iscritto nello stato di previsione del Ministero della salute per il medesimo anno.

EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO

3.1

Fregolent, Siclari, Zaffini, Binetti, Cantù, Doria, Lunesu, Marin, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Ritirato

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3.

(Disciplina dell'Anagrafe Nazionale Vaccini funzionale all'implementazione del piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2)

        1. Con l'obiettivo di garantire, nell'ambito del monitoraggio dei programmi vaccinali sul territorio nazionale, la verifica delle coperture vaccinali in relazione al Calendario vaccinale nazionale vigente e l'elaborazione di indicatori a livello nazionale, regionale e aziendale, anche a fini comparativi, è resa operativa, l'Anagrafe Nazionale Vaccini presso il Ministero della Salute di cui al decreto del Ministro della salute 17 settembre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 257 del 5 novembre 2018.

        2. Al fine di dare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 adottato con decreto del Ministro della salute 2 gennaio 2021, ai sensi dell'articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n.178, l'Anagrafe di cui al precedente comma è adeguata, nell'ambito delle risorse ad essa già assegnate, nell'ottica di consentire l'acquisizione con frequenza almeno giornaliera e in modalità incrementale dei dati relativi alle somministrazioni dei vaccini per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 su base individuale e l'acquisizione, con frequenza giornaliera e in forma aggregata, di un nuovo tracciato relativo alle prenotazioni delle vaccinazioni anti SARSCoV-2, consentendo di agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali anti COVID, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento.

        3. Nell'ambito dell'Anagrafe Nazionale Vaccini di cui al comma 1 sono identificati i pertinenti sistemi di monitoraggio delle trasmissioni e della qualità dei dati relativi al flusso relativo alle prenotazioni giornaliere di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, ivi inclusi produzione di report, e i meccanismi di supporto alle diverse tipologie di utenti dell'Anagrafe stessa.

        4. Per consentire lo svolgimento di attività di sorveglianza immunologica e farmaco-epidemiologia, il Ministero della salute trasmette, in interoperabilità con la piattaforma di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile 27 febbraio 2020, n. 640, all'Istituto superiore di sanità i dati individuali relativi ai soggetti cui è somministratala vaccinazione anti SARS-CoV-2 contenuti nell'Anagrafe Nazionale Vaccini.

        5. Il potenziamento e l'adeguamento dell'Anagrafe Nazionale vaccini e la relativa struttura tecnologica e applicativa di cui al presente articolo, avviene nell'ambito delle risorse già stanziate dalla normativa per l'istituzione dell'Anagrafe Nazionale e vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto legge.».

3.2

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Sostituire il comma 1 con il seguente:

        «1. Al fine di dare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 adottato con decreto del Ministro della salute 2 gennaio 2021, ai sensi dell'articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e di rendere possibile la verifica del rispetto delle priorità del Piano Vaccinale, è istituita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare, sulla base dei fabbisogni rilevati, le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione, e il relativo tracciamento. A tali fini, la piattaforma di cui al periodo precedente tratta i dati relativi alle vaccinazioni esclusivamente in forma anonimizzata. Nell'eventualità in cui il sistema informativo vaccinale di una regione o di una provincia autonoma non risulti adeguato a gestire i volumi di dati relativi alle vaccinazioni per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, su istanza della medesima regione o provincia autonoma, la piattaforma di cui al presente comma esegue altresì, in sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della salute, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 4, 5 e 6.».

3.3 (testo 2)

Fregolent, Cantù, Doria, Lunesu, Marin, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Ritirato

All'articolo, apportare le seguenti modificazioni:

           a) al comma 1, dopo le parole: «una piattaforma informativa nazionale» inserire le seguenti: «collegata all'Anagrafe Nazionale Vaccini, di cui al decreto del Ministro della salute 17 settembre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 257 del 5 novembre 2018,»;

            b)  al comma 2, dopo le parole: «finanza pubblica» inserire le seguenti: «, si raccorda con i servizi dell'Anagrafe Nazionale Vaccini e»;

            c) al comma 8, dopo le parole: «Anagrafe nazionale Vaccini» inserire le seguenti: «anche ai fini del collegamento con la piattaforma nazionale di cui al comma 1»

3.4

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Sostituire, ovunque ricorrano, la parola: «aggregata» e la parola: «aggregate», rispettivamente con la parola: «anonimizzata» e la parola: «anonimizzate».

3.5

Augussori, Riccardi, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato e trasformato nell'odg G3.100

Al comma 1, sopprimere il terzo periodo.

         Conseguentemente:

            a) al comma 4, sopprimere il terzo e quarto periodo;

            b) al comma 5, primo periodo, sopprimere le parole: «nell'eventualità di cui al terzo periodo del comma 1»;

            c) al comma 5, ultimo periodo, sopprimere le parole da: «o mediante la piattaforma» fino alla parola: «sussidiarietà»;

            d) sopprimere il comma 6.

3.100

La Commissione

Approvato

Al comma 1, terzo periodo, sostituire le parole: «su istanza» con le seguenti: «su richiesta».

3.6

Pirro

Ritirato

Al comma 1, terzo periodo, dopo le parole: «su istanza della medesima regione o provincia autonoma» aggiungere le seguenti: «oppure su segnalazione del Ministero della salute a seguito di monitoraggio sulle stesse regioni e province autonome».

3.7

Castellone, Pirro

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. Relativamente al Piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 di cui al comma 1, in riferimento  alle categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali identificate al paragrafo 2 del Piano, tra gli operatori sanitari è disposto l'inserimento, attraverso successivo decreto da emanarsi a cura del Ministero della Salute, anche dei medici e sanitari liberi professionisti,  in quanto fortemente esposti al rischio di contrarre l'infezione da SARS-CoV-2 al pari delle altre categorie già comprese.».

3.8 (testo 2)

Riccardi, Augussori, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 2, sostituire le parole da: «In coerenza» fino a: « di seguito "Commissario straordinario"» con le seguenti: «Le operazioni di predisposizione e gestione della piattaforma di cui al comma 1 sono affidate, in deroga a quanto previsto dall'articolo 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27,  al Ministero della salute».

        Conseguentemente, ai commi 3 e 4 del medesimo articolo, sostituire, ovunque ricorrano, le parole: «Commissario straordinario» con le seguenti: «Ministero della salute».

3.9 (testo 2)

Augussori, Riccardi, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 2, sostituire le parole da: «In coerenza» fino a: « di seguito "Commissario straordinario"» con le seguenti: «Le operazioni di predisposizione e gestione della piattaforma di cui al comma 1 sono affidate, in deroga a quanto previsto dall'articolo 122 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27,  al Capo del Dipartimento della Protezione civile».

        Conseguentemente, ai commi 3 e 4 del medesimo articolo, sostituire, ovunque ricorrano, le parole: «Commissario straordinario» con le seguenti: «Capo del Dipartimento della Protezione civile».

3.10

Riccardi, Augussori, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 2, sopprimere la seguente parola: «prevalentemente».

3.11

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Nel rispetto dei principi stabiliti dal piano di cui al comma 1 e dal presente articolo, il Commissario straordinario si raccorda altresì con il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, i soggetti operanti nel Servizio sanitario nazionale e i soggetti attuatori di cui all'articolo 1 dell'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 32 dell'8 febbraio 2020, nonché con l'Agenzia Italiana del farmaco e con l'Istituto superiore di sanità, i quali, fermo restando quanto previsto dal comma 7, possono accedere alle informazioni, sia in forma aggregata che disaggregata, presenti nella piattaforma di cui al primo periodo del comma 1, per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. È consentito l'accesso alle predette informazioni altresì ai cittadini, organizzazioni della società civile e ai ricercatori. Il Commissario straordinario, d'intesa con il Ministro della salute e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sullo stato di attuazione del piano strategico di cui al comma 1.».

3.101

La Commissione

Approvato

Al comma 3, dopo le parole: «principi stabiliti dal piano» inserire la seguente: «strategico».

3.12

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Al comma 3, dopo le parole: «il Ministro per gli affari regionali e le autonomie,» inserire le seguenti: «il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione,».

3.13

Riccardi, Augussori, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 3, ultimo periodo, sostituire la parola: «periodicamente» con le seguenti: «con cadenza quindicinale».

3.14 (testo 2) ([id. a 3.15 (testo 2)])

La Commissione

Approvato

Al comma 3, secondo periodo, sostituire le parole da  «informa periodicamente» fino alla fine del periodo con le seguenti: «trasmette ogni 60 giorni una relazione alle Camere sullo stato di attuazione del piano strategico di cui al comma 1 e ne informa periodicamente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.».

3.16

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Al comma 3 aggiungere, in fine, i seguenti periodi:

        «Con decreto del Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, da adottarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentito il Garante per la protezione dei dati personali e acquisito il parere della Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono adottati i criteri di definizione degli standard tecnologici della piattaforma, nonché i criteri di sicurezza e di accessibilità dei dati, anche in forma disaggregata, da parte dei soggetti non istituzionali. Sono altresì definiti i criteri di anonimizzazione che permettono la pubblicazione dei dati in modalità open data e machine readable».

3.17

Mantovani, Romano, Lanzi, Donno, L'Abbate, Ortis, Angrisani, La Mura, Pavanelli, De Lucia, D'Angelo, Presutto, Ricciardi, Guidolin, Gallicchio, Floridia, Dell'Olio, Lupo, Evangelista, Trentacoste, Vaccaro, Anastasi, Moronese, Gaudiano, Castellone, Corrado

Ritirato

Dopo il comma 3 inserire il seguente:

        «3-bis. La Struttura del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, d'intesa con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentito il Garante per la protezione dei dati personali e acquisito il parere della Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, definisce lo schema dati, la metadatazione, gli standard di modellizzazione e l'interoperabilità della piattaforma informativa nazionale sui vaccini di cui al comma 1. I dati gestiti dalla piattaforma sono pubblicati anche come dati grezzi non aggregati, in modalità open data e machine readable, nel rispetto della normativa vigente in tema di protezione dei dati personali e delle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, nonché degli standard open data nazionali ed internazionali. I medesimi requisiti si applicano ai dati sul piano vaccinale, a quelli relativi alle stime delle potenziali quantità di dosi di vaccino per azienda produttrice, agli intervalli temporali di somministrazione e alle categorie di persone fruitrici, nonché ai dati relativi alle risorse professionali impiegate per la somministrazione dei vaccini.».

3.18

Boldrini

Ritirato

Al comma 4, terzo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 2 del decreto del Ministero della Salute del 17 settembre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 257 del 5 novembre 2018.»

3.19

Giuseppe Pisani

Ritirato

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

        «4-bis. I medici, a partire dal primo anno di iscrizione ai corsi di formazione specialistica, al fine di contribuire ad una più efficace attuazione del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, elaborato da Ministero della Salute, Commissario straordinario per l'emergenza, Istituto Superiore di Sanità (ISS), Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e Agenzia italiana del farmaco (AIFA), possono partecipare alle attività di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2, al di fuori dell'orario dedicato alla formazione specialistica e in deroga alle incompatibilità previste dai contratti di formazione specialistica di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368.  L'inquadramento contrattuale avverrà attraverso conferimento di incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa presso le aziende sanitarie del SSN, di durata non superiore a 6 mesi, prorogabili in ragione delle necessità del piano vaccinale. Durante questo periodo i medici continueranno a percepire il trattamento economico previsto dal contratto di formazione specialistica medica, integrato dagli emolumenti corrisposti per l'attività lavorativa svolta.».

3.102

La Commissione

Approvato

Al comma 5 primo periodo, dopo le parole: «monitoraggio dell'attuazione del piano» inserire la seguente: «strategico» e sostituire le parole: «sul sito istituzionale» con le seguenti: «nel sito internet istituzionale».

3.20

Riccardi, Augussori, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 5, primo periodo, sostituire la parola: «trasmettono» con le seguenti: «rendono accessibile, su richiesta,».

        Conseguentemente, sopprimere il secondo e terzo periodo.

3.21

Pirro

Ritirato

Al comma 5, ultimo periodo, dopo la parola: «altresì», inserire le seguenti: «con frequenza quotidiana».

3.23

Castellone, Pirro

Ritirato

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

        «5-bis. In caso di mancato assolvimento delle operazioni di cui ai commi 4 e 5 da parte delle regioni e delle province autonome nelle forme e nelle tempistiche prescritte, il Ministro della Salute può, previa contestazione, nominare un commissario ad acta, al fine di assicurare l'uniformità delle operazioni su tutto il territorio nazionale.».

3.24

Augussori, Riccardi, Pirovano, Calderoli, Grassi

Ritirato

Al comma 6, sostituire le parole: «il 31 dicembre 2021» con le seguenti: «il termine previsto per la fine dell'emergenza epidemiologica».

3.103 (testo corretto)

La Commissione

Approvato

Al comma 7, sostituire le parole: «e farmaco - epidemiologia» con le seguenti «e farmaco-epidemiologica» e le parole da: «di cui all'ordinanza» fino a «n. 640» con le seguenti: «di cui all'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 640 del 27 febbraio 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 28 febbraio 2020».

3.25

Zaffini, Totaro

Respinto

Dopo il comma 8, aggiungere il seguente:

        «8-bis. Nelle more dell'avanzamento dei processi di informazione scientifica e validazione in atto presso l'Agenzia europea per i medicinali («EMA») e l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e del perfezionamento dei necessari iter autorizzativi per l'immissione nel sistema europeo di approvvigionamento, distribuzione e somministrazione relativi ai vaccini Sinovac e Sputnik V, nell'ambito della strategia europea sui vaccini, il Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, al fine di creare le condizioni per procedere immediatamente all'approvvigionamento di dosi al momento dell'approvazione, avvia le opportune attività di pianificazione strategica per l'approvvigionamento di un quantitativo sufficiente ad integrare la fornitura rispetto al fabbisogno nazionale programmato.».

G3.1

Fregolent, Siclari, Zaffini, Binetti, Cantù, Doria, Lunesu, Marin, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Ritirato

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge di Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        al fine di assicurare la più ampia vaccinazione della popolazione, nei tempi più brevi possibili, è necessario assicurare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 adottato con decreto del Ministro della salute 2 gennaio 2021, ai sensi dell'articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n.178,

            il 20 gennaio 2021 il Commissario Straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19, Domenico Arcuri, ha pubblicato un "bando di gara con procedura aperta, di massima urgenza, per l'affidamento della progettazione di dettaglio, ingegnerizzazione, fornitura in opera, manutenzione, smontaggio e messa a dimora di padiglioni temporanei destinati alla somministrazione dei vaccini anticovid-19", i cosiddetti "Centri Primula" che prevedono costi elevatissimi e tempi di realizzazione incerti;

            il Paese versa in condizioni socio-economiche molto serie, rese ancor più preoccupati dall'attuale crisi di Governo che potrebbe provocare stalli o rallentamenti degli atti e delle procedure amministrative avviate, in attuazione o in fase di avvio, incluse come quelle relative alla realizzazione dei "Centri Primula";

            in molte realtà italiane, i centri vaccinali possono essere allestiti in locali pubblici o in idonee strutture private, senza necessariamente ricorrere in via esclusiva alle tensostrutture, con evidente risparmio dei costi e ottimizzazione dei tempi,

        impegna il Governo:

        a rivalutare e riconsiderare tutti gli aspetti tecnici, economici e programmatici relativi all'allestimento dei padiglioni per le somministrazioni dei vaccini per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2, al fine di dare piena, celere e trasparente attuazione al piano strategico dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, anche prendendo in considerazione un ridimensionamento del numero dei Centri Primula nonché alternative concrete, quali l'utilizzo di locali pubblici e la locazione di strutture private idonee.

G3.2

Siclari

Ritirato

Il Senato,

            in sede di discussione del disegno di legge recante "Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021",

        premesso che:

        l'articolo 3 del decreto legge in oggetto concerne alcuni profili dell'attività di vaccinazione per la prevenzione delle infezioni da virus SARS-CoV-2 - attività già oggetto di un apposito piano strategico nazionale,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di istituire un Ministero ovvero un Sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che abbia una delega alla prevenzione e cura della COVD-19, con l'ausilio di AIFA e ISS.

G3.100 (già em. 3.5)

Augussori

Non posto in votazione (*)

Il Senato, esaminato l'A.S. 2066 recante Conversione in legge del decreto legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021, premesso che:

        l'articolo 3 del provvedimento in esame, al comma 1 istituisce una piattaforma informativa nazionale idonea ad agevolare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali, dei dispositivi e degli altri materiali di supporto alla somministrazione e il relativo tracciamento, trattando i dati in forma aggregata;

            il medesimo comma prevede al contempo che la piattaforma nazionale possa eseguire, in regime di sussidiarietà, le operazioni di prenotazione delle vaccinazioni, di registrazione delle somministrazioni dei vaccini e di certificazione delle stesse, nonché le operazioni di trasmissione dei dati al Ministero della Salute trattando quindi dati personali e non in forma aggregata;

            questo intervento nazionale sembra scavalcare i sistemi sanitari regionali, che rappresentano un riferimento per la situazione sociosanitaria di ogni cittadino,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di intervenire, nella fase operativa della piattaforma informativa nazionale, affinché la medesima piattaforma tratti i dati solo in forma aggregata e non agisca in regime di sussidiarietà.

________________

(*) Accolto dal Governo

G3.101 (già em. 3.0.7)

Siclari

V. testo 2

Il Senato,

            in sede di discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2,

        premesso che:

        per il superamento dell'attuale situazione emergenziale, è opportuno e necessario procedere in tempi rapidi alla somministrazione vaccinale sull'intero territorio nazionale,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di adottare misure volte a prevedere priorità nella vaccinazione per: gli operatori sanitari, ospiti e personale delle Rsa, ultra ottantenni, diversamente abili, familiari, caregiver ed insegnanti di sostegno, le Forze di polizia (Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia locale, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria) e protezione civile, nazionale e regionale, gli insegnanti, personale scolastico, persone con morbilità, fragilità e malattie rare, ultra sessantenni, volontari della solidarietà e della assistenza, i soggetti con mono morbilità, i lavoratori di servizi essenziali, gli ospiti ed i lavoratori delle comunità, dei centri di accoglienza e delle carceri.

G3.101 (testo 2)

Siclari, Gallone

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2,

        premesso che:

        per il superamento dell'attuale situazione emergenziale, è opportuno e necessario procedere in tempi rapidi alla somministrazione vaccinale sull'intero territorio nazionale,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di adottare misure volte a prevedere priorità nella vaccinazione per: gli operatori sanitari, operatori ecologici, ospiti e personale delle Rsa, ultra ottantenni, diversamente abili, familiari, caregiver ed insegnanti di sostegno, le Forze armate, le Forze di polizia (Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia locale, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria) e protezione civile, nazionale e regionale, gli insegnanti, personale scolastico, persone con morbilità, fragilità e malattie rare, ultra sessantenni, volontari della solidarietà e della assistenza, i soggetti con mono morbilità, i lavoratori di servizi essenziali, gli ospiti ed i lavoratori delle comunità, dei centri di accoglienza e delle carceri.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 3

3.0.1

Siclari

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis

            1. Obiettivo e principio fondamentale nella campagna vaccinale è il massimo sequenziamento del virus per sorvegliare ed individuare immediatamente eventuali mutazioni, in modo da intervenire tempestivamente con adeguate risposte vaccinali. Il sistema di sequenziamento deve necessariamente essere messo in stretta interconnessione con gli altri paesi europei.».

3.0.2

Siclari, Rizzotti, Binetti

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis

            1. Nella campagna vaccinale deve essere utilizzato il dato anamnesico "pregressa infezione da COVID si/no" per valutare quando converrà procedere alla vaccinazione, seguito dal test seriologico. Dovrà essere adottata una campagna informativa idonea a fare comprendere l'utilità di effettuare un test sierologico.».

3.0.3

Siclari, Rizzotti, Binetti

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis. 

            1. Ai fini del contenimento della diffusione del virus da COVID-19 e in considerazione del permanere della emergenza sanitaria, le Regioni e le aziende sanitarie locali provvedono ad avviare massicce campagne di imponente sforzo di comunicazione con campagne mirate alle diverse categorie di popolazioni: sanitari, insegnanti, adolescenti, anziani che accompagni costantemente le azioni vaccinali.».

3.0.4

Siclari

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis

            1. È istituita un'unica anagrafe vaccinale nazionale che confluisce nel fascicolo sanitario elettronico.».

3.0.5

Siclari

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis

            1. È istituita una piattaforma digitale delle vaccinazioni il cui accesso è consentito a tutti i punti vaccino e che monitora l'andamento del processo di consegna e gestione dei vaccini, delle somministrazioni, degli eventi avversi e degli appuntamenti in prima e seconda inoculazione, nel pieno ed integrale rispetto della normativa sulla riservatezza dei dati personali.».

3.0.6

Siclari, Rizzotti, Binetti

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

            1. È istituito un numero verde SOS vaccini pronto intervento nazionale per assistenza alla popolazione operativo 24 ore al giorno per 7 giorni a settimana.».

3.0.7

Siclari, Rizzotti, Binetti

Ritirato e trasformato nell'odg G3.101

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

            1. Hanno priorità nella vaccinazione: gli operatori sanitari, ospiti e personale delle Rsa, ultra ottantenni, diversamente abili, familiari, caregiver ed insegnanti di sostegno, le Forze di polizia (Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia locale, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria) e protezione civile, nazionale e regionale, gli insegnanti, personale scolastico, persone con morbilità, fragilità e malattie rare, ultra sessantenni, volontari della solidarietà e della assistenza, i soggetti con mono morbilità, i lavoratori di servizi essenziali, gli ospiti ed i lavoratori delle comunità, dei centri di accoglienza e delle carceri.».

3.0.8

Siclari, Rizzotti, Binetti

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

            1. Al fine di ottenere la massima riuscita, la campagna vaccinale è attuata dalla rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei punti vaccinali pubblici, a cui si aggiungeranno: la sanità militare, gli ospedali pubblici, gli ospedali privati accreditati, i laboratori accreditati, le strutture sanitarie private, i distretti sanitari e poliambulatori pubblici, le farmacie, i centri trasfusionali, i medici del lavoro, le strutture fisse per vaccinazioni quali spazi coperti, accoglienti e dedicati, fiere, palazzetti dello sport ed altre aree simili facilmente raggiungibili con mezzi pubblici o privati, le unità mobili di somministrazione per raggiungere i luoghi più remoti. Per sostenere i punti vaccinali fissi e le unità mobili si procederà alla contrattualizzazione di 15.000 operatori sanitari.».

3.0.9

Castellone, Pirro

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Disposizioni urgenti in materia di somministrazione del vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2).

        1. In ragione di un rischio di contagio più elevato a carico degli informatori scientifici del farmaco, a causa dello svolgimento della loro attività all'interno di ospedali e ambulatori, con apposito decreto da emanarsi entro il termine di 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro della salute provvede ad inserire tale categoria nella Fase I del "Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2" in quanto rientranti nelle categorie prioritarie poiché assimilabili al personale non sanitario operante a qualsiasi titolo nelle strutture del servizio sanitario."».

3.0.10

Binetti

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. Per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 5 milioni di euro, da destinare agli accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie, delle malattie neuromuscolari genetiche, delle immunodeficienze congenite severe e delle malattie da accumulo lisosomiale, di cui alla legge 19 agosto 2016, n. 167.

        2. All'onere derivante dal presente articolo, pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.».

3.0.11

Pirro

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Modifica alla legge 3 agosto 2007, n. 120)

        1. Alla legge 3 agosto 2007, n. 120, dopo l'articolo 1, è inserito il seguente:

"Art. 1-bis.

(Attività libero-professionale intramuraria delle professioni sanitarie di cui alla legge 1° febbraio 2006, n. 43)

        1. Gli operatori delle professioni sanitarie di cui all'articolo 1 della legge 1° febbraio 2006, n. 43, che prestano la propria attività in regime di lavoro dipendente a tempo pieno o parziale presso strutture sanitarie pubbliche possono esercitare attività libero-professionale, anche intramuraria, in forma singola o associata secondo le disposizioni previste dal presente articolo.

        2. Il professionista interessato comunica alla struttura sanitaria di cui è dipendente l'intenzione di avvalersi della possibilità di cui al comma 1 al di fuori dell'orario di servizio.

        3. Il volume delle prestazioni dell'attività libero-professionale di cui al comma 1 non deve in ogni caso recare oggettivo pregiudizio all'attività istituzionale.

        4. I redditi derivanti dall'attività libero-professionale intramuraria delle professioni sanitarie di cui alla legge 1° febbraio 2006, n. 43, sono ricompresi tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui all'articolo 50, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

        5. Per i redditi di cui al comma 2 del presente articolo non si applicano le detrazioni previste dall'articolo 13 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986".».

3.0.12 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. In relazione allo stato di emergenza epidemiologica da COVID - 19 le aziende sanitarie e socio-sanitarie, in deroga all'articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n. 135, possono conferire incarichi retribuiti, con scadenza non oltre il 31 dicembre 2022, al personale sanitario collocato in quiescenza avendo maturato i requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento di vecchiaia, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 11 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60. Conseguentemente non è erogato il trattamento previdenziale per le mensilità per cui l'incarico è retribuito.»

3.0.13

Pirro

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Obblighi di notifica polmoniti a genesi infettiva)

        1. Il Ministro della salute, con proprio decreto, è autorizzato ad apportare modifiche al decreto ministeriale 15 dicembre 1990 sul sistema informativo delle malattie infettive e diffusive provvedendo a inserire tra le malattie di cui alla classe terza dell'allegato, la polmonite a genesi infettiva.».

3.0.14

Pirro

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Pubblicità dei dati sull' uso dei medicinali veterinari)

        1. Il Ministro della salute con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali pubblicano annualmente una relazione sull' uso dei medicinali veterinari. Tale relazione contiene le informazioni già comprese nelle conclusioni del progetto ESVAC, nonché un elenco delle aziende che utilizzano farmaci zootecnici, con il dettaglio delle categorie di farmaci usati e della quantità per ciascuna azienda e per ciascuna categoria, indicata sia in valori assoluti complessivi annui che per kg di massa corporea degli animali allevati.».

3.0.15

Tiraboschi, Mallegni, Gallone, Gasparri, Schifani, Pagano, Vitali, Fazzone

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Sospensione canone speciale Rai per le strutture ricettive)

            1. In conseguenza della notevole riduzione di attività connessa all'emergenza epidemiologica da COVID-19, per le imprese turistico ricettive è sospeso sino al 31 dicembre 2021 il pagamento del 100 per cento del canone di cui all'articolo 16 della legge 23 dicembre 1999, n. 488.

            2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, valutati in 22 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrisponde riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.».

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 4.

(Disposizioni urgenti per lo svolgimento di elezioni per l'anno 2021)

1. In considerazione del permanere dell'emergenza da COVID-19 e del quadro epidemiologico complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale:

a) al comma 1 dell'articolo 31-quater del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, le parole «entro il 31 dicembre 2020» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 28 febbraio 2021» e le parole «entro il 31 marzo 2021» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 20 maggio 2021»;

b) al comma 4-terdecies dell'articolo 1 del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 2020, n. 159, le parole «entro il 31 marzo 2021» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 20 maggio 2021».

EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO

4.1

La Commissione

Approvato

Al comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti lettere:

        «b-bis) al comma 5 dell'articolo 1-bis del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 giugno 2020, n. 59, dopo le parole: "dell'anno 2020" sono aggiunte le seguenti: "e dell'anno 2021";

            b-ter) al comma 6 dell'articolo 1-bis del decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 giugno 2020, n. 59, dopo le parole: "del 2020" sono aggiunte le seguenti: "e del 2021"».

4.2

Gallone

Ritirato e trasformato nell'odg G4.100

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. I comuni che, successivamente all'ultimo censimento della popolazione effettuato dall'Istat, hanno avuto una significativa variazione della popolazione, secondo i parametri stabiliti dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, recante "Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla organizzazione dell'Istituto nazionale di statistica, ai sensi dell'articolo 24 della legge 23 agosto 1988, n. 400", provvedono a comunicare i nuovi dati censuari prima dello svolgimento delle elezioni amministrative del 2021.».

4.3

Pagano, Vitali, Fazzone

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Il comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è abrogato.».

4.4

Iannone, Totaro

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Il comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è abrogato.».

4.5

Augussori, Pirovano, Grassi, Riccardi, Calderoli

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, all'articolo 71, comma 10, primo periodo, dopo le parole: "liste elettorali del comune" inserire le seguenti: "e non iscritti all'Aire".».

4.6

Iannone, Totaro

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:

        «1-bis. Il presidente della provincia e i consiglieri provinciali sono eletti a suffragio universale e diretto con il sistema elettorale previsto dagli articoli 74 e 75 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.  All'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56, i commi da 58 a 78 sono abrogati.

        1-ter. Il sindaco metropolitano e il consiglio metropolitano sono eletti a suffragio universale e diretto con il medesimo sistema elettorale previsto per le province, di cui all'articolo 1 della presente legge. All'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56, i commi 19, 22 e da 25 a 39 sono abrogati.

        1-quater. L'indennità spettante al Presidente della provincia e al sindaco metropolitano non può superare quella del sindaco del comune capoluogo della stessa provincia.  I consiglieri provinciali e metropolitani percepiscono un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito mensilmente da un consigliere può superare l'importo pari a un sesto dell'indennità massima prevista per il rispettivo presidente della provincia o sindaco metropolitano.».

G4.100 (già em. 4.2)

Gallone

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di discussione del disegno di legge recante conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        negli ultimi anni alcuni Comuni italiani hanno subito una significativa variazione della popolazione residente e sarebbe opportuno che, con l'approssimarsi delle elezioni amministrative del 2021, gli stessi provvedano a comunicare i nuovi dati censurari prima dello svolgimento delle stesse,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di prevedere disposizioni affinché i Comuni, che successivamente all'ultimo censimento della popolazione effettuato dall'Istat abbiano avuto una significativa variazione della popolazione, secondo i parametri stabiliti dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, recante "Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla organizzazione dell'Istituto nazionale di statistica, ai sensi dell'articolo 24 della legge 23 agosto 1988, n. 400", provvedano a comunicare i nuovi dati censuari prima dello svolgimento delle elezioni amministrative del 2021.

________________

(*) Accolto dal Governo

G4.101

Augussori, Pirovano, Grassi, Riccardi, Calderoli

Non posto in votazione (*)

Il Senato, in sede di esame dell'A.S. 2066, premesso che:

        l'articolo 4 del provvedimento in esame reca disposizioni in merito allo svolgimento di elezioni per l'anno 2021: tale intervento è motivato, nella relazione illustrativa del provvedimento, dall'urgenza in considerazione del permanere del processo epidemiologico da Covid-19 e della perdurante gravità del contesto sanitario ancora presente sul territorio nazionale;

            il decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267 recante "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali", al comma 10 dispone che, per l'lezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista, ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune;

            il riferimento agli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune comprende nel computo anche gli elettori iscritti all'Aire, che devono necessariamente tornare in Italia per esercitare il loro diritto di voto nelle elezioni comunali;

            la previsione di cui al succitato comma 10, prevedendo che qualora non si siano raggiunte tali percentuali la elezione è nulla, rischia di annullare la legittima espressione di voto effettuata dai cittadini dei piccoli comuni che risiedono e vivono quotidianamente nel proprio territorio;

            al fine di avere un risultato elettorale rispondente alla volontà dei cittadini residenti iscritti nelle liste elettorali, è importante che non vengano considerati nelle percentuali di validità, il numero degli elettori iscritti all'Aire: la problematica è più che mai evidente nell'attuale situazione emergenziale che stiamo vivendo, considerata la difficoltà negli spostamenti all'interno dei territori nazionali e fra i diversi Stati esteri,

        impegna il Governo:

        a valutare l'opportunità di intervenire con modifiche normative al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, al fine di escludere dal computo della percentuale di validità del numero dei votanti degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune, gli elettori iscritti all'Aire.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 4

4.0.1

Manca

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 4-bis.

(Differimento di termini per l'esclusione dei soci delle cooperative di consumo).

        1. In considerazione dei limiti e delle restrizioni introdotte a causa della emergenza epidemiologica da COVID-19, le società cooperative di consumo di cui all'articolo 17-bis, comma 7, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, non procedono all'esclusione dei soci che non abbiano soddisfatto, nell'anno 2020, i requisiti previsti dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico 18 settembre 2014.».

4.0.3 (già 5.0.1)

Accoto, Girotto, Vaccaro, Croatti

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 4-bis

(Differimento di termini per l'esclusione dei soci delle cooperative di consumo).

        1. In considerazione dei limiti e delle restrizioni introdotte a causa della emergenza epidemiologica da COVID-19, le società cooperative di consumo di cui all'articolo 17-bis, comma 7, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, non procedono all'esclusione dei soci che non abbiano soddisfatto, nell'anno 2020, i requisiti previsti dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 18 settembre 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 254 del 31 ottobre 2014.».

4.0.2

Taricco

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 4-bis

        1. In conseguenza dell'emergenza sanitaria da COVID-19, le revisioni cooperative di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, relative al biennio 2019/2020, si intendono regolarmente effettuate, e conteggiate in relazione al medesimo biennio, qualora siano state avviate entro il 31 dicembre 2020 e si concludano entro il 31 marzo 2021.».

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Proroga di termini in materia di permessi e titoli di soggiorno)

1. All'articolo 3-bis, comma 3. del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, convertito con modificazioni dalla legge 27 novembre 2020, n. 159, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole «31 dicembre 2020» sono sostituite dalle seguenti: «30 aprile 2021»;

b) le parole da: «alla cessazione» fino al termine del comma, sono sostituite dalle seguenti: «alla medesima data».

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

5.1

Pirovano, Riccardi, Augussori, Calderoli, Grassi

Ritirato

Sopprimere l'articolo.

5.2

Pirovano, Augussori, Grassi, Calderoli, Riccardi

Ritirato e trasformato nell'odg G5.100

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

        «1-bis. Nelle more della cessazione dell'emergenza epidemiologica, al fine di rendere più agevole la ripresa delle attività legate al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno, gli uffici preposti lavorano gradualmente le pratiche dando priorità ai permessi scaduti tra il 31 gennaio e il 31 luglio 2020, e poi, in ordine cronologico, in base alle date di scadenza.».

5.3

Augussori, Pirovano, Riccardi, Grassi, Calderoli

Ritirato

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

        «1-bis. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dalla presente disposizione con l'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.».

G5.100 (già em. 5.2)

Pirovano, Augussori, Riccardi, Grassi, Calderoli

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n.2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021,

        premesso che:

        a causa dell'emergenza epidemiologica è stata ripetutamente prorogata la validità dei permessi di soggiorno scaduti;

            è presumibile quindi che, a breve, gli uffici preposti al rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, saranno sovraccarichi di lavoro e si troveranno a gestire pratiche di persone che sono sul nostro territorio con permesso di soggiorno scaduto da più di un anno;

            al fine di rendere più agevole la ripresa delle attività legate al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno e secondo un principio di equità, sarebbe opportuno che fossero gestite le pratiche in ordine cronologico, in base alla data di scadenza,

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità, nelle more della cessazione dell'emergenza epidemiologica, di fornire indicazioni agli uffici preposti al rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, affinché gradualmente possano essere evase le pratiche in sospeso, dando priorità ai permessi scaduti tra il 31 gennaio e il 31 luglio 2020 e poi, in ordine cronologico, in base alle date di scadenza. 

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.2

Gallone

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

        1. I termini di entrata in esercizio o di conversione degli impianti di produzione di biometano di cui all'articolo 1, comma 10, primo periodo, e di cui all'articolo 6, comma 7, primo periodo, del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 2 marzo 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65, del 19 marzo 2018, sono prorogati di ventiquattro mesi.».

5.0.3

Stefano

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

        1. Al fine di far fronte all'emergenza sanitaria da COVID-19 e di assicurare l'espletamento dei compiti dei servizi sanitari anche mediante il rafforzamento degli organici, su istanza dell'interessato, da presentare entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è aumentata a settantadue due anni l'età di collocamento d'ufficio a riposo per raggiunti limiti di età, dei medici e dei chirurghi universitari e ospedalieri in servizio alla data del 15 dicembre 2020, che, alla stessa data, esercitavano attività clinica presso strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio sanitario nazionale.

        2. Al comma 1 dell'articolo 15-nonies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, la parola: "settantesimo" è sostituita dalla seguente: "settantaduesimo".».

5.0.4

Valente

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

        1. In ragione della natura unitaria della procedura di valutazione d'impatto ambientale regolata dagli articoli 19 e seguenti del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, intesa come il processo che comprende lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, la definizione dei contenuti dello studio d'impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del progetto, dello studio e degli esiti delle consultazioni, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio, con riferimento alle procedure di valutazione di impatto ambientale relative a progetti già avviati alla data del 1 gennaio 2020, il termine quinquennale di cui all'articolo 25, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, non trova applicazione:

            a) ai pareri e provvedimenti emessi a conclusione di procedure di valutazione di impatto ambientale per i quali, prima della entrata in vigore dell'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, era già stata avviata la fase procedimentale volta a verificare se le caratteristiche del progetto richiedevano lo svolgimento della procedura di valutazione d'impatto ambientale;

            b) alle procedure per le quali, conclusasi la prima fase di verifica di assoggettabilità prima dell'entrata in vigore dell'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, la successiva fase di valutazione di impatto ambientale sia stata avviata in vigenza di quest'ultima disposizione.».

5.0.5

Boldrini

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Proroga dell'autorizzazione di spesa per la Rete nazionale della talassemia e delle emoglobinopatie)

        1. All'articolo 1, comma 438, della legge 27 dicembre 2017, n.  205, le parole: "e 2020" sono sostituite dalle seguenti: ", 2020 e 2021".

        2. Agli oneri derivanti dal presente comma, pari a 100.000 euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo speciale di conto corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del programma «fondi di riserva e speciali» della missione «fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.».

5.0.6

D'Arienzo

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

        1. Per le strutture ricettive all'aria aperta il termine di cui all'articolo 38, comma 2, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, e successive modificazioni, è differito al 7 ottobre 2021.».

5.0.7

Nannicini

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Differimento del termine per il rilascio di autorizzazioni amministrative)

        1. Il termine relativo al rilascio di autorizzazioni amministrative, scaduto nel periodo compreso tra il 10 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020, è differito al 30 aprile 2021. Il mancato rilascio delle suddette autorizzazioni nel citato periodo non costituisce motivo per l'esercizio del diritto di recesso dai contratti qualora sia stato causato da ragioni dipendenti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19.».

5.0.8

Pittella

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

        1. In condizioni di prolungata sospensione della raccolta di gioco con apparecchi da intrattenimento di cui all'articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, tutti i termini del versamento del prelievo erariale unico, anche mediante acconti o versamenti rateali, e del canone di concessione intercorrenti nei periodi di sospensione della raccolta sono prorogati fino ai medesimi termini intercorrenti del primo periodo contabile successivo alle disposizioni che consentano la ripresa della raccolta. I versamenti come dovuti in applicazione della presente disposizione sono consentiti anche mediante rateazioni mensili di pari importo, con debenza degli interessi legali calcolati giorno per giorno, le quali devono in ogni caso ripartire le somme dovute al fine di consentirne il versamento entro il 16 dicembre dell'esercizio al quale si riferiscono. L'Agenzia delle dogane e dei monopoli definisce il numero delle rate in ciascun caso di applicazione della presente disposizione.».

5.0.9

Arrigoni, Augussori, Riccardi, Pirovano, Grassi, Calderoli

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni urgenti a supporto delle convenzioni urbanistiche)

        1. All'articolo 103 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono apportate le seguenti modificazioni:

             a) al comma 2-bis, le parole: "il 31 luglio 2020" sono sostituite dalle seguenti: "la data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19" e dopo le parole "sono prorogati di novanta giorni" sono inserite le seguenti "dalla data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19";

             b) dopo il comma 2-sexies è inserito il seguente: "2-septies. I termini di validità nonché i termini di inizio e fine lavori previsti dalle convenzioni di lottizzazione di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, ovvero dagli accordi similari comunque denominati dalla legislazione regionale, nonché i termini dei relativi piani attuativi e di qualunque altro atto ad essi propedeutico di cui al comma 2-bis, scaduti tra il 1° agosto 2020 e la data di entrata in vigore della legge di conversione  del decreto-legge  14 gennaio 2021, n. 2, si intendono  validi  e sono soggetti alla disciplina di cui al medesimo comma 2-bis"».

5.0.10

Gallone, Vitali

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni urgenti a supporto delle convenzioni urbanistiche)

        1. All'articolo 103 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al comma 2-bis, le parole: "il 31 luglio 2020" sono sostituite dalle seguenti: "la data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19" e dopo le parole: "sono prorogati di novanta giorni" sono inserite le seguenti: "dalla data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19";

            b) dopo il comma 2-sexies è inserito il seguente: "2-septies. I termini di validità nonché i termini di inizio e fine lavori previsti dalle convenzioni di lottizzazione di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, ovvero dagli accordi similari comunque denominati dalla legislazione regionale, nonché i termini dei relativi piani attuativi e di qualunque altro atto ad essi propedeutico di cui al comma 2-bis, scaduti tra il 1° agosto 2020 e la data di entrata in vigore della legge di conversione  del decreto-legge  14 gennaio 2021, n. 2, si intendono  validi  e sono soggetti alla disciplina di cui al medesimo comma 2-bis"

5.0.11

Valente

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni urgenti a supporto delle convenzioni urbanistiche)

        1. All'articolo 103 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al comma 2-bis, le parole: "il 31 luglio 2020" sono sostituite dalle seguenti: "la data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19" e dopo le parole: "sono prorogati di novanta giorni" sono inserite le seguenti: "dalla data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19";

            b) dopo il comma 2-sexies è inserito il seguente: "2-septies. I termini di validità nonché i termini di inizio e fine lavori previsti dalle convenzioni di lottizzazione di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, ovvero dagli accordi similari comunque denominati dalla legislazione regionale, nonché i termini dei relativi piani attuativi e di qualunque altro atto ad essi propedeutico di cui al comma 2-bis, scaduti tra il 1° agosto 2020 e la data di entrata in vigore della legge di conversione  del decreto-legge  14 gennaio 2021, n. 2, si intendono  validi  e sono soggetti alla disciplina di cui al medesimo comma 2-bis"

5.0.12

Totaro, Nastri

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni urgenti a supporto delle convenzioni urbanistiche)

        1. All'articolo 103 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al comma 2-bis, le parole: "il 31 luglio 2020" sono sostituite dalle seguenti: "la data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19" e dopo le parole: "sono prorogati di novanta giorni" sono inserite le seguenti: "dalla data della dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19";

            b) dopo il comma 2-sexies è inserito il seguente: "2-septies. I termini di validità nonché i termini di inizio e fine lavori previsti dalle convenzioni di lottizzazione di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, ovvero dagli accordi similari comunque denominati dalla legislazione regionale, nonché i termini dei relativi piani attuativi e di qualunque altro atto ad essi propedeutico di cui al comma 2-bis, scaduti tra il 1° agosto 2020 e la data di entrata in vigore della legge di conversione  del decreto-legge  14 gennaio 2021, n. 2, si intendono  validi  e sono soggetti alla disciplina di cui al medesimo comma 2-bis"

5.0.13

La Russa, Totaro

Respinto

Dopo l'articolo, inserire il seguente;

«Art. 5-bis.

(Nuove disposizioni per l'esercizio delle attività dei servizi di ristorazione)

        1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge su tutto il territorio nazionale, si applicano le seguenti disposizioni:

            a)  le attività dei servizi di ristorazione, tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie ricadenti nelle regioni contrassegnate come «zone gialle» che assicurano il pieno rispetto delle misure di distanziamento e igiene, sono consentite dalle ore 5:00 sino alle ore 22:00;

            b) le attività dei servizi di ristorazione, tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie ricadenti nelle regioni contrassegnate come «zone arancioni», che assicurino il pieno rispetto delle misure di distanziamento e igiene, sono consentite dalle ore 5:00 sino alle ore 18:00.

        2. Con proprio decreto da adottare entro 10 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della salute indica, con gli opportuni adeguamenti rispetto al livello di rischio delle singole regioni, le relative misure di carattere regolamentare e adotta le linee guida per l'esercizio in sicurezza delle attività di cui al comma 1, prevedendo le opportune misure di controllo sul rispetto delle misure di distanziamento e igiene.».

5.0.14

Girotto, Anastasi

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Proroga di termini in materia di consultazione dei territori interessati dalla Cnapi)

        1. In considerazione del permanere dell'emergenza da COVID-19 e del quadro epidemiologico complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale, all'articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, sono apportate le seguenti modificazioni:

        a) al comma 3:

            1) le parole: "sessanta giorni" sono sostituite dalle seguenti: "centoventi giorni";

            2) dopo il secondo periodo è inserito il seguente: "Gli atti nella loro interezza sono comunque depositati presso i competenti uffici dei comuni sul cui territorio ricadono le aree interessate dalla proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee.";

        b) al comma 4, le parole: "centoventi giorni" sono sostituite dalle seguenti: "duecentoquaranta giorni";

        c) al comma 5, le parole: "entro il termine di 30 giorni" sono sostituite dalle seguenti: "entro il termine di 60 giorni".»

5.0.15

Girotto, Anastasi

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Proroga di termini in materia di consultazione dei territori interessati dalla Cnapi).

        1. In considerazione della situazione straordinaria di emergenza sanitaria derivante dalla diffusione dell'epidemia da COVID-19, i termini di cui ai commi 3 e 4 dell'articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, decorrono dai sessanta giorni successivi alla data di cessazione dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, e successivamente prorogato.».

5.0.16

La Commissione

Approvato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis

(Clausola di salvaguardia)

        1. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.».

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 6.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, contestualmente a tale pubblicazione, e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge .

Allegato B

Pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul testo e sui relativi emendamenti al disegno di legge n. 2066

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti trasmessi dall'Assemblea e riferiti al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.9, 1.12, 3.1, 3.2, 3.3, 3.8, 3.9, 3.19, 3.25, 3.0.1, 3.0.2, 3.0.3, 3.0.4, 3.0.5, 3.0.6, 3.0.8, 3.0.10, 3.0.11, 3.0.12, 3.0.15, 4.6, 5.0.3 e 5.0.8.

Sulla proposta 1.11 il parere non ostativo è condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, alla soppressione delle seguenti parole: "in tempo utile all'adozione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)," .

Sull'emendamento 3.23 il parere non ostativo è condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'aggiunta, in fine, dei seguenti periodi: "Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Al commissario ad acta non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese o emolumento comunque denominato.".

II parere è di semplice contrarietà sulle proposte 2.2, 2.3 e 3.0.13.

Il parere è non ostativo su tutti i restanti emendamenti.

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo e acquisita la nota consegnata dal Governo, da cui risulta che:

- in relazione all'articolo 1, si conferma che in sede di valutazione degli effetti finanziari del provvedimento si è tenuto conto degli effetti finanziari diretti, che non sono stati rinvenuti in considerazione della natura ordinamentale delle misure, mentre gli effetti indiretti non automatici non sono stimati in sede di provvedimenti infrannuali;

- con riferimento all'articolo 3, nella parte in cui prevede l'istituzione della piattaforma informativa nazionale per la distribuzione dei vaccini, si segnala che tale piattaforma è sviluppata su sistemi appartenenti a Poste italiane S.p.A. già esistenti ma estesi, in quanto dotati di funzionalità specifiche dedicate alle attività di prenotazione e somministrazione dei vaccini anti SARS-CoV-2: lo svolgimento di tale attività è regolato nell'ambito di un'apposita convenzione tra Poste italiane e il Commissario straordinario e avviene a titolo gratuito;

- con riguardo al comma 4 dell'articolo 3, si fa presente che le attività di offerta attiva di vaccinazione per le varie categorie di assistiti saranno definite dalle regioni e province autonome nell'ambito della relativa autonomia organizzativa, anche avvalendosi del personale oggetto del reclutamento straordinario di cui all'articolo 1, comma 457 e seguenti, della legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio per il 2021);

- rispetto al comma 8 dell'articolo 3, che prevede un'autorizzazione di spesa per l'adeguamento dell'Anagrafe nazionale vaccini, si conferma che le voci quantificate nella relazione tecnica sono spese di conto capitale,

esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:

Disegno di legge n. 2066:

sugli emendamenti 1.10000, 1.100 e 2.1, il senatore Iwobi avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull'ordine del giorno G1.1, il senatore Iwobi avrebbe voluto esprimere un voto astensione ed i senatori Dell'Olio e Stefano avrebbero voluto esprimere un voto contrario; sugli emendamenti 1.10000, 1.100, 2.1, 2.0.1 (testo 2), 3.100, 3.101, 3.14 (testo 2) e 3.102, il senatore Stefano avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Accoto, Alderisi, Auddino, Barachini, Battistoni, Bellanova, Borgonzoni, Botto, Campagna, Cario, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Cirinna', De Poli, Di Marzio, Floridia, Galliani, Iori, Magorno, Malpezzi, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Nocerino, Pichetto Fratin, Pucciarelli, Ronzulli, Rossi, Sbrollini, Schifani, Sciascia, Segre, Sileri e Sudano.

È considerata in missione la senatrice Pinotti, per attività della 4ª Commissione permanente.

Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Casini, Castiello, Comincini, Giannuzzi, Quagliariello e Romani.

Alla ripresa pomeridiana della seduta sono considerati in missione i senatori: Urso, per attività della 3ª Commissione permanente; Pinotti, per attività della 4ª Commissione permanente.

Alla ripresa pomeridiana della seduta sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Casini, Castiello, Comincini, Giannuzzi, Quagliariello e Romani.

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione ha comunicato le seguenti variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti:

2a Commissione permanente: la senatrice Stefani è sostituita in quanto membro del Governo dal senatore Pepe;

4a Commissione permanente: la senatrice Pucciarelli è sostituita in quanto membro del Governo dalla senatrice Casolati;

5a Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore Zuliani, entra a farne parte la senatrice Testor;

7a Commissione permanente: la senatrice Borgonzoni è sostituita in quanto membro del Governo dal senatore Emanuele Pellegrini;

9a Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore De Vecchis, entra a farne parte il senatore Zuliani; il senatore Centinaio è sostituito in quanto membro del Governo dal senatore Rufa;

11a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore De Vecchis; la senatrice Nisini è sostituita in quanto membro del Governo dalla senatrice Alessandrini.

13a Commissione permanente: cessa di farne parte la senatrice Testor.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatrice Vanin Orietta

Estensione della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo alle controversie relative alle procedure di privatizzazione e dismissione di imprese e beni pubblici (2111)

(presentato in data 03/03/2021);

senatore Mallegni Massimo

Delega al Governo in materia di turismo (2112)

(presentato in data 03/03/2021);

senatori Mollame Francesco, Mantero Matteo, De Petris Loredana, Croatti Marco, La Mura Virginia, Nugnes Paola, Crucioli Mattia, Naturale Gisella, Trentacoste Fabrizio, Ferrara Gianluca

Modifiche alla legge 2 dicembre 2016, n. 242, in materia di promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa (2113)

(presentato in data 03/03/2021);

DDL Costituzionale

senatore Quagliariello Gaetano

Modifiche alla Costituzione per l'introduzione del Cancellierato mediante fiducia a Camere riunite, sfiducia costruttiva e revisione della disciplina di nomina e revoca dei Ministri (2114)

(presentato in data 03/03/2021);

senatrice Lupo Giulia

Disposizioni in materia di poteri speciali attribuiti alla città di Roma Capitale (2115)

(presentato in data 03/03/2021).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 03/03/2021 la 3ª Commissione permanente Aff. esteri ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016" (1223)

(presentato in data 10/04/2019).

In data 03/03/2021 la 3ª Commissione permanente Aff. esteri ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato plurinazionale di Bolivia, fatto a La Paz il 3 marzo 2010" (1278)

(presentato in data 14/05/2019).

In data 03/03/2021 la 3ª Commissione permanente Aff. esteri ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017" (1277)

(presentato in data 14/05/2019).

In data 03/03/2021 la 3ª Commissione permanente Aff. esteri ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica di Afghanistan, fatto a Kabul il 19 aprile 2016" (1271)

(presentato in data 09/05/2019).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 26 febbraio 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 4 ottobre 2019, n. 117 - lo schema di decreto legislativo recante recepimento degli articoli 2 e 3 della direttiva (UE) 2017/2455 che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni e della direttiva (UE) 2019/112/CE che modifica la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le disposizioni relative alle vendite a distanza di beni e a talune cessioni nazionali di beni (n. 248).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 26 febbraio 2021 - alla 6ª Commissione permanente e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla 5ª Commissione permanente, che esprimeranno i rispettivi pareri entro il termine del 7 aprile 2021. Le Commissioni 10ª e 14ª potranno formulare le proprie osservazioni alla 6ª Commissione entro il 28 marzo 2021.

Governo, trasmissione di atti e documenti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 3 marzo 2021, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni - la comunicazione concernente il conferimento di incarico, all'ingegner Fabrizio Curcio, di Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 2 marzo 2021, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni - la comunicazione concernente il conferimento di incarico, al dottor Carlo Deodato, di Capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 26 febbraio 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 38 della legge 3 agosto 2007, n. 124, la relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza, relativa all'anno 2020.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XXXIII, n. 3).

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 24 febbraio 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 26, comma 5, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, la relazione concernente i risultati ottenuti in materia di razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni, riferita all'anno 2019.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 5a e alla 6a Commissione permanente (Doc. CLXV, n. 2).

Con lettere in data 18 febbraio 2021 il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 8 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi dei decreti del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento dei consigli comunali di Lambrugo (Como) e Premosello Chiovenda (Verbano-Cusio-Ossola).

Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento

Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione nell'ambito di una politica migratoria dell'UE equa, efficace e globale (COM(2021) 56 definitivo), alla 1a Commissione permanente e, per il parere, alle Commissioni 3a e 14a.

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 26 febbraio, 1° e 2 marzo 2021, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

dell'Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro (ENPACL) per l'esercizio 2018. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 391);

dell'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel mezzogiorno (SVIMEZ) per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 392);

dell'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (INAPP) per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 393);

del Fondo di Assistenza per il Personale della Polizia di Stato (FAPPS) per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Doc. XV, n. 394).

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.

La signora Maria Letizia Antonaci da Roma chiede il differimento delle scadenze fiscali, la previsione di una nuova definizione agevolata dei carichi fiscali (c.d. rottamazione-quater) nonché l'istituzione del c.d. conto corrente bancario tributario (Petizione n. 773, assegnata alla 6a Commissione permanente);

il signor Lucio Scalisi da Roma chiede l'abrogazione del Regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, in materia di ordinamento delle professioni di avvocato e di procuratore (Petizione n. 774, assegnata alla 2a Commissione permanente);

il signor Antonio Sorrento, Presidente dell'Associazione PIN - Partite IVA Nazionali, chiede:

modifiche alla convenzione tra Ministero dell'Economia e delle finanze e l'Agenzia delle Entrate volte a escludere il riconoscimento di incentivi ai dipendenti dell'Agenzia in relazione agli incrementi di gettito (Petizione n. 775, assegnata alla 6a Commissione permanente);

la proroga sino alla conclusione dell'emergenza sanitaria dei termini delle scadenze tributarie con particolare riguardo a quelle relative al perfezionamento della definizione agevolata dei debiti iscritti al ruolo e previste dalla c.d. "rottamazione-ter di cui agli articoli 3 e 5 della legge 17 dicembre 2018, n. 136 e dal c.d. "saldo e stralcio" di cui all'articolo 1, commi 190 e 193, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Petizione n. 776, assegnata alla 6aCommissione permanente);

il signor Luigi Cangiano da Carinaro (Caserta) chiede la rimodulazione dell'ordinamento dell'Area III funzionale del Ministero della Giustizia, prevedendo l'eliminazione della figura del Direttore amministrativo e il suo inserimento nella carriera dei funzionari giudiziari di Area III (Petizione n. 777, assegnata alla 2a Commissione permanente);

il signor Gabriele Pagani e altri studenti dell'I.T.C.S. Abba-Ballini di Brescia propongono una serie di interventi volti al miglioramento del sistema scolastico (Petizione n. 778, assegnata alla 7a Commissione permanente);

il signor Donato Campanella a nome dell'Associazione Mottola Attiva chiede modifiche all'articolo 263, commi 1 e 2-bis del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) relativo ai proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie (Petizione n. 779, assegnata alla 13a Commissione permanente);

la signora Giulia Borioli, Presidente dell'Associazione T.A.O. - Talenti Artistici Organizzati, e numerosissimi altri cittadini chiedono la riapertura, in condizioni di sicurezza, delle scuole di Yoga (Petizione n. 780, assegnata alla 7a Commissione permanente);

il signor Luigi Gianciotta da Statte (Taranto), la signora Anna Maria Piacquadio da Foggia, la signora Michela Marruccelli da Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e la signora Magdalena Wawrzynska da Bari chiedono l'abrogazione della proroga al 30 giugno 2021 della sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili di cui alla legge 26 febbraio 2021, n. 21 (Petizione n. 781, assegnata alla 1a Commissione permanente).

Mozioni, apposizione di nuove firme

Il senatore Totaro ha aggiunto la propria firma alla mozione 1-00324 del senatore Urso ed altri.

Mozioni

CIOFFI, TAVERNA, CASTALDI, PIARULLI, D'ANGELO, GAUDIANO, MAIORINO, CASTELLONE, PAVANELLI, PIRRO, SANTILLO, DI GIROLAMO, SANTANGELO, TONINELLI, PERILLI, TRENTACOSTE, LEONE, DONNO, VACCARO, MAUTONE, ROMANO, PRESUTTO, ROMAGNOLI, MANTOVANI, DE LUCIA, RUSSO, ABATE, FEDE, PISANI Giuseppe, LANZI, LICHERI, LOREFICE, FENU - Il Senato,

premesso che:

ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del Trattato sull'Unione europea (TUE), come modificato dal Trattato di Lisbona, l'Unione europea "si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo";

come evidenziato da parte della dottrina, tale previsione costituisce una formula prevalentemente programmatica che certamente qualifica l'ordinamento europeo ma che deve essere riempita da contenuti effettivi attraverso specifiche politiche;

rafforzare la dimensione sociale europea comporta quindi porre al centro del dibattito politico e dell'attenzione del legislatore sovranazionale l'obiettivo concreto della piena occupazione, in correlazione con la crescita economica, il futuro dell'istruzione e della cultura, il progresso sociale, la qualità dell'ambiente, la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini;

la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro è uno dei principali obiettivi della strategia "Europa 2020". La strategia europea per l'occupazione (SEO), con il processo di monitoraggio e gli strumenti di finanziamento connessi, contribuisce al "coordinamento flessibile". Infatti, sebbene la responsabilità relativa all'occupazione e alla politica sociale competa principalmente ai governi nazionali, il contributo del diritto della UE è sicuramente rilevante in alcuni settori;

anche fra gli importanti principi, obiettivi e attività menzionati nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) figura la promozione di un elevato livello di occupazione attraverso lo sviluppo di una strategia coordinata, con particolare riferimento alla realizzazione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e a mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici. Secondo la clausola orizzontale di cui all'articolo 9 del TFUE, in sede di definizione e attuazione delle politiche e delle attività della UE è necessario tenere conto dell'obiettivo di un elevato livello di occupazione;

considerato che:

come noto, l'attività economica in tutta l'area euro ha registrato un brusco calo per effetto della pandemia di coronavirus e delle necessarie misure introdotte per il suo contenimento. Le notevoli perdite in termini di posti di lavoro e reddito e il livello di incertezza eccezionalmente elevato che circonda le prospettive economiche hanno determinato una flessione significativa della spesa per consumi e degli investimenti;

la Banca centrale europea (BCE) ha adottato una serie di misure di politica monetaria e vigilanza bancaria per attenuare l'impatto della pandemia sull'economia dell'area euro e sostenere tutti i cittadini europei;

nell'area euro la decisione di politica monetaria più importante della BCE è solitamente quella sui tassi di interesse di riferimento. Qualsiasi modifica dei tassi di riferimento incide, a sua volta, sui tassi di interesse che le banche commerciali applicano ai prestiti concessi alla clientela. Tale decisione influisce dunque sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese. L'obiettivo primario dell'eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dell'insieme delle banche centrali nazionali dei Paesi che hanno adottato l'euro) è il mantenimento della stabilità dei prezzi, come stabilito dal TFUE all'articolo 127 (ex articolo 105 del trattato CE);

nel corso di una serie di riunioni tenutesi tra il 12 marzo e il 4 giugno 2020, il consiglio direttivo della BCE ha adottato alcune misure straordinarie per fornire al sistema imprenditoriale e pubblico europeo, tramite il sistema finanziario, il flusso di liquidità necessaria. Obiettivo della BCE è quello di contrastare i rischi di interruzione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria che potrebbero impedire il conseguimento della stabilità dei prezzi a medio termine;

gli interventi riguardano: le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (ORLT); l'incremento di 120 miliardi di euro del programma di acquisto di attività (PAA); la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine che commisura l'ammontare delle risorse concesse alle banche ai prestiti da queste forniti a imprese e famiglie (OMLRT-III); l'avvio di un nuovo programma temporaneo di acquisto di titoli del settore privato e pubblico chiamato "programma di acquisto per l'emergenza pandemica" (pandemic emergency purchase programme, PEPP), con una dotazione finanziaria complessiva di 1.350 miliardi di euro, avente lo scopo di ridurre i costi di finanziamento e di incrementare il credito nell'area dell'euro;

valutato che:

come evidenziato in una relazione fornita dal Dipartimento per le politiche economiche, scientifiche e della qualità della vita, su richiesta della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo, intitolata "Options for the ECB's monetary policy strategy review", la BCE è l'istituzione più importante per il successo dell'unione economica e monetaria (UEM). La crisi tuttora in corso ha tuttavia evidenziato alcune sue debolezze;

in particolare, come riportato anche nel dossier di documentazione per le Commissioni parlamentari, realizzato dal Servizio Studi del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati (dossier n. 94), per la "Conferenza interparlamentare sulla stabilità, il coordinamento economico e la governance nell'UE" del 12 ottobre 2020, si pone la domanda se la BCE avrebbe potuto fare di più a sostegno delle politiche economiche nell'Unione al fine di promuovere gli obiettivi di cui all'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea, fermo restando l'obiettivo della stabilità dei prezzi. Dall'inizio della crisi dell'euro, la risposta è affermativa. In primo luogo, se la politica monetaria avesse puntato costantemente verso un obiettivo di inflazione al 2 per cento, si sarebbe avuta una politica significativamente più espansiva dell'area euro nell'ultimo decennio. Questo avrebbe sostenuto la crescita economica e, come richiesto dai Trattati, l'obiettivo dell'Unione di mirare alla "piena occupazione". Probabilmente il sostegno alla crescita economica e all'occupazione avrebbe avuto effetti benefici anche su obiettivi correlati, come il progresso sociale. In secondo luogo, alla luce della divergenza dei risultati all'interno dell'area euro, una politica monetaria espansiva della BCE, senza compromettere la stabilità dei prezzi, avrebbe notevolmente contribuito alla promozione della coesione economica e della solidarietà tra Stati membri. Infine, sostenendo una maggiore crescita, senza compromettere la stabilità dei prezzi, la BCE avrebbe contribuito a ridurre le tensioni degli ultimi 10 anni in merito alla politica fiscale nell'UEM. Con una crescita del PIL più elevata, il rapporto tra debito e PIL sarebbe stato inferiore e l'area euro sarebbe stata in una posizione più forte per affrontare ulteriori sfide, come quelle che si stanno concretizzando dall'inizio della pandemia;

coerentemente con la necessità di porre al centro del dibattito l'obiettivo della piena occupazione, in correlazione con la crescita economica, in un'intervista su "la Repubblica" del 26 luglio 2020, Fabio Panetta, componente del comitato esecutivo della Banca centrale europea, a proposito dell'utilizzo delle risorse che il recovery fund ha riservato all'Italia, ha sollecitato il Governo italiano a cogliere l'opportunità di utilizzare i fondi europei per modernizzare l'economia, rendendola più rispettosa dell'ambiente, più digitale, più inclusiva, attenuando le diseguaglianze con la crescita e il lavoro;

considerato inoltre che:

le favorevoli condizioni attuali, legate alla sospensione del patto di stabilità e crescita e al massiccio programma di acquisto di titoli pubblici attivato dalla BCE a seguito della crisi pandemica, richiedono uno sforzo maggiore al fine di garantire un impiego efficiente delle risorse, che possa contribuire a rilanciare le prospettive di crescita dell'economia e, in questo modo, a ridurre il peso del debito sul prodotto e il rischio di tensione sui titoli di Stato;

la BCE, come noto, costituisce il nucleo del SEBC e dell'eurosistema e assicura che i compiti attribuiti a questi ultimi siano svolti sia attraverso le proprie attività sia per il tramite delle banche centrali nazionali, conformemente allo statuto del SEBC;

il ruolo della banca centrale europea è dunque in costante crescita in connessione con le mutate esigenze socio-economiche;

il crescente ruolo dell'Europa e delle istituzioni comunitarie dovrebbe tradursi in un nuovo ruolo dell'Unione europea nei rapporti con tutti i soggetti terzi, portando ad una concezione unitaria al fine di rendere l'economia comunitaria più competitiva;

anche il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, nel corso delle comunicazioni rese in Senato in data 17 febbraio 2021, ha sottolineato come "Sostenere questo Governo significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro e la prospettiva di un'Unione europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione", proprio a voler mettere in evidenza la necessità dell'utilizzo condiviso delle risorse fiscali alla luce di un accresciuto ruolo della UE;

rilevato che:

l'Unione Europea, il cui bilancio è finanziato attraverso dazi doganali, contributi degli Stati membri basati sull'imposta sul valore aggiunto (IVA), contributi basati sul reddito nazionale lordo (RNL) e, a partire dal 1° gennaio 2021, contributi nazionali basati sui rifiuti di imballaggi di plastica non riciclati, ha dimostrato di voler affrontare una grande sfida comune come quella del finanziamento della ripresa nella fase post pandemica attraverso l'assunzione di prestiti sui mercati finanziari, a tassi decisamente più favorevoli di quanto avrebbero potuto fare molti Stati membri, allo scopo di redistribuirne poi gli importi con il programma "Next generation EU";

a coronamento di tale decisione, la Commissione europea è ora chiamata a presentare proposte sulle risorse proprie relativamente al meccanismo di adeguamento delle emissioni di anidride carbonica alle frontiere, al prelievo sul digitale e al sistema di scambio delle quote di emissione della UE, mentre entro giugno 2024 la Commissione dovrà proporre nuove fonti di entrate con particolare attenzione all'imposta sulle transazioni finanziarie e al contributo finanziario collegato al settore societario;

è evidente come, sul piano fiscale relativo ad aspetti ambientali, finanziari e digitali, questa svolta possa e debba essere inquadrata in una generale ridefinizione dei rapporti fra l'Unione europea e i soggetti terzi extra UE, anche tenuto conto che l'attuale competizione tra Stati Uniti e Cina si sta sviluppando lungo direttrici relativamente nuove che vanno dalla dimensione economica a quella della sicurezza, come il dominio cyber, il 5G e il controllo dei big data, rendendosi pertanto fondamentale, proprio a partire da questi temi, la salvaguardia degli interessi comuni europei ed il rafforzamento del ruolo dell'Europa sulla scena globale;

valutato altresì che:

in un intervento tenuto il 10 febbraio 2021, all'Economic club of New York, il Governatore della Federal Reserve (FED), Jerome Powell, ha chiarito in modo deciso alcuni punti fondamentali della politica monetaria che la FED intende perseguire in questa fase di mercato, tra cui assume primaria rilevanza il pieno impiego. Nell'ambito di tale obiettivo, particolare attenzione viene riservata alle fasce più deboli della popolazione. In termini quantitativi, l'obiettivo della FED è quello di arrivare ad un tasso di disoccupazione del 3,5 per cento, ossia il tasso di disoccupazione raggiunto prima della pandemia;

nell'intervento viene altresì precisato che: "l'economia americana può raggiungere la piena occupazione e mantenere un tasso di disoccupazione del 3,5 per cento senza alcun rischio di inflazione; al raggiungimento della piena occupazione la FED non aumenterà immediatamente i tassi di interesse ma aspetterà il consolidamento della ripresa economica";

l'obiettivo della piena occupazione, infatti, è una priorità di policy della FED. La Banca centrale europea, al contempo, nonostante il crescente ruolo che ha assunto nell'ultimo periodo non incide ancora attivamente sulle politiche occupazionali;

la mancata piena attuazione del principio della piena occupazione porta a notevoli ripercussioni, sia internamente al mercato comunitario, sia, e in maggior misura, in raffronto con i mercati extra UE,

impegna il Governo ad attivarsi nelle sedi opportune al fine di sensibilizzare le istituzioni dell'Unione europea ed i Governi di tutti i Paesi partner coinvolti nel processo d'integrazione europea circa la necessità di:

1) rafforzare il ruolo della Banca centrale europea, attribuendole, nell'ambito della politica monetaria, anche la funzione di garantire la "piena occupazione", coerentemente con quanto previsto dall'articolo 3, comma 3, del Trattato sull'Unione europea;

2) modificare l'articolo 3, comma 3, del Trattato sull'Unione europea, e, conseguentemente, l'articolo 127 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (già articolo 105 del Trattato che istituisce la Comunità europea), nonché il protocollo n. 4 del TFUE, al fine di statuire che lo sviluppo sostenibile della UE si fonda su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva nei rapporti con tutti i soggetti terzi extra UE.

(1-00326)

Interrogazioni

MISIANI - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

Novem car interior design S.p.A. è un produttore attivo a livello globale di componenti decorativi di alta qualità soprattutto in legni pregiati ed elementi funzionali per gli interni di auto di lusso, fornitore delle le più rinomate case automobilistiche e con stabilimenti in Germania, Repubblica ceca, Slovenia, Cina, Messico, Honduras e Italia, detenendo la più grossa fetta di tale mercato, con un fatturato che si aggira intorno ai 600-700 milioni di euro annui;

lo stabilimento italiano di Bagnatica (Bergamo), che in passato è arrivato ad occupare fino a circa 400 dipendenti, a seguito di una forte ristrutturazione nel 2012 e nel corso degli ultimi 10 anni è sempre stato messo ai margini del gruppo, a vantaggio dello stabilimento di Zalec in Slovenia, e sembrerebbe ritenuto non più strategico per competere a livello mondiale, essendo relegato alla produzione dedicata al solo mercato italiano, nello ai marchi Maserati e Alfa Romeo;

nei primi mesi del 2019, conseguentemente alla crisi globale del mercato automobilistico, è arrivata la decisione da parte della proprietà di spostare una parte di produzione nello stabilimento sloveno;

per lo stabilimento di Bergamo si è fatto ricorso ad ammortizzatori sociali e al licenziamento dei dipendenti somministrati, per il periodo intercorso fino al lancio di nuovi modelli FCA (nella seconda parte del 2021), che dovrebbero normalizzare i livelli occupazionali e permettere anche nuove assunzioni;

a metà del 2020 è stata presa la decisione che, per quanto riguarda le nuove piattaforme da avviare nel 2021, due fasi del processo produttivo sarebbero state fatte anch'esse in Slovenia;

nel mese di gennaio 2021 è stato predisposto un ulteriore spostamento di altre fasi del processo produttivo, lasciando per Bergamo solo la fase di assemblaggio e controllo, con l'obiettivo di portare la forza lavoro a 60 unità rispetto alle attuali 115, decisione che fa temere per il futuro produttivo dell'impianto;

forti preoccupazioni sono state espresse dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali circa la sostenibilità del sito produttivo con tali bassissimi carichi di produzione e occupazionali, sollecitando la proprietà, anche attraverso uno sciopero a cui hanno preso parte tutti i lavoratori dell'impianto bergamasco, ad attuare investimenti atti a rilanciare l'occupazione e il ruolo strategico dello stabilimento di Bagnatica,

si chiede di sapere dal Ministro quali iniziative di competenza intenda assumere, compresa l'apertura di un tavolo di crisi dopo il confronto tra le parti in sede del Comune di Bagnatica rispetto alla decisione del gruppo aziendale Novem car interior design di depotenziare progressivamente lo stabilimento bergamasco.

(3-02309)

DE CARLO, CIRIANI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

il regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, ha disciplinato i requisiti generali del sistema dell'etichettatura alimentare, fissando le caratteristiche generali relative all'informazione sugli alimenti e alle responsabilità degli operatori del settore alimentare e stabilendo altresì l'elenco delle indicazioni obbligatorie;

tra le varie tipologie di etichettatura alimentare sperimentate e sviluppate all'interno dell'Unione europea, il "Nutri-score", sviluppato da un centro di ricerca francese e riconosciuto dal Governo francese, è quello intorno al quale si è incentrato in misura importante il recente dibattito politico-economico ed internazionale negli ultimi mesi;

al riguardo, in data 12 febbraio 2020 è stata approvata alla Camera dei deputati, all'unanimità, una mozione (1-00319) d'iniziativa del Gruppo parlamentare Fratelli d'Italia;

la mozione, evidenziando i rilevanti dubbi sia di carattere scientifico che di ordine economico inerenti a tale sistema, impegnava il Governo: 1) ad adoperarsi vigorosamente in sede europea mediante l'attivazione di tutti gli strumenti utili a contrastare l'ipotesi di adozione del Nutri-score o del sistema "a semaforo", quale sistema di etichettatura uniforme suscettibile di veicolare messaggi nutrizionali distorsivi e potenzialmente penalizzanti e dannosi per l'economia nazionale; 2) ad adottare iniziative per preservare e tutelare il settore alimentare italiano e le eccellenze del made in Italy da possibili effetti distorsivi sulla concorrenza e sulla leale competizione economica internazionale di politiche europee e interne al mercato comune sviluppate sulla base di iniziative di singoli Governi di altri Stati membri e connotate da non trascurabili elementi di ostilità e aggressività, come nel caso del Nutri-score o di quello a semaforo;

il medesimo atto indentificava altresì ulteriori indicazioni volte a conciliare l'esigenza di un sistema di etichettatura comune con la tutela delle specificità agroalimentari tipiche del made in Italy;

per quanto riguarda l'etichettatura d'origine, Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha recentemente affermato in una conferenza stampa: "Provvederemo ad inserire delle informazioni obbligatorie sull'etichetta entro due anni (...) per la nostra strategia è fondamentale ciò che riguarda l'informazione ai cittadini e ai consumatori e l'etichettatura fa parte di questa transizione verso la sostenibilità ed un sistema di alimenti più sani: dobbiamo responsabilizzare i cittadini affinché possano effettuare delle scelte»;

nella sua strategia "Farm to fork" ("Dal campo alla tavola") pubblicata a maggio, l'Esecutivo comunitario ha chiarito l'intenzione di proporre entro fine 2022 un'etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria a livello europeo da posizionare sulla parte anteriore della confezione dei prodotti;

entro marzo 2022, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) fornirà alla Commissione europea un parere scientifico sull'etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione, fornendo così ulteriori spunti ed elementi nell'ambito del dibattito sul Nutri-score;

come rende noto l'Agenzia, però, il mandato non prevede di sviluppare un modello per la definizione di profili nutrizionali né consulenza sui modelli già in uso. Il parere verterà, invece, su sostanze nutritive importanti per la salute pubblica delle popolazioni europee, compresi componenti non nutrienti degli alimenti (ad esempio calorie e fibre), gruppi di alimenti che rivestono un ruolo importante nelle diete delle popolazioni europee e relativi sottogruppi, criteri per orientare la scelta di sostanze nutritive e altri componenti non nutrienti degli alimenti onde stabilire profili nutrizionali;

il 12 febbraio 2021 le autorità competenti di 7 Paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera) hanno annunciato l'avvio di un meccanismo di coordinamento internazionale, per facilitare il ricorso all'etichettatura nutrizionale Nutri-score, avvalendosi di una cabina di regia e di un comitato scientifico, che, tra l'altro, si è già riunito il 25 gennaio,

si chiede di sapere quali iniziative e quali strategie il Ministro in indirizzo ritenga di poter adottare in sede europea, soprattutto alla luce dell'orientamento nazionale espressamente delineato con voto unanime di una Camera del Parlamento italiano, al fine di ostacolare iniziative multilaterali idonee a penalizzare l'economia nazionale italiana.

(3-02310)

STEFANO, MARCUCCI, TARICCO, BITI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

il comparto vinicolo italiano vale oltre 11 miliardi di euro di fatturato e offre opportunità di lavoro, nel complesso, a 1,3 milioni di persone;

nella produzione di vino, l'Italia è leader mondiale, con 46 milioni di ettolitri vendemmiati nel 2020, destinati per il 70 per cento a vini DOCG, DOC e IGT, e ai vini da tavola per il restante 30 per cento;

con il "piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei", approvato dalla Commissione europea a inizio febbraio 2021, si prevede la cancellazione dei fondi per la promozione di carne, salumi e vino, l'introduzione, a partire dal 2022, dell'obbligo di etichettare i prodotti con una lista degli ingredienti ed una dichiarazione nutrizionale, per poi aggiungere entro il 2023 una serie di avvertenze per la salute direttamente sul packaging;

nel documento della Commissione UE si parte da un assunto erroneo, ovvero che qualsiasi consumo di alcol sia dannoso, senza tenere conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza il consumo;

il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, dopo le numerose polemiche sollevate in occasione della presentazione del piano, ha tenuto a precisare che "l'Unione Europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica" riconoscendo come improprio il paragone tra l'eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come il vino, che in Italia è l'emblema di uno stile di vita "lento", attento all'equilibrio psicofisico che aiuta a stare bene;

considerato che:

nonostante le parole di Schinas, il piano d'azione attualmente prevede che le etichette che contengono i "warning" sui rischi per la salute, come per le sigarette, siano introdotte per tutte le bevande alcoliche;

i produttori italiani non possono rimanere nell'incertezza data da un piano di azione della UE che vorrebbe comunque revisionare la tassazione sulle bevande alcoliche e tagliare le risorse per la promozione del vino;

tenuto conto che:

la chiusura dei ristoranti e del canale Ho.Re.Ca. in generale, sia in Italia sia all'estero, ha già messo pesantemente in difficoltà il settore, che potrebbe registrare una perdita di 3 miliardi di euro nel solo 2020;

etichettare il vino come un prodotto che nuoce alla salute è offensivo e degradante in termini di storia, cultura, di rappresentanza dei territori e di tradizione, elementi che proprio l'Unione europea dovrebbe invece difendere e sostenere, ed è fondamentale scongiurare il rischio che vengano assunte decisioni destituite di ogni fondamento e ancoraggio al buonsenso, ma in grado di mettere in esiziale pericolo il futuro di una filiera strategica per il nostro Paese,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati e se non ritenga opportuno, sentite le diverse realtà italiane rappresentative del settore, intraprendere tutte le iniziative atte a scongiurare in maniera definitiva quello che sarebbe un danno incalcolabile ad uno dei settori più espressivi dell'autentico made in Italy.

(3-02311)

BERGESIO, SBRANA, RUFA, DE VECCHIS, ZULIANI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

la crisi del canale Ho.Re.Ca. per effetto del protrarsi dell'emergenza da COVID-19 ha avuto ripercussioni importanti sull'agroalimentare italiano, mettendo a rischio la tenuta del "made in Italy";

interi settori del comprato agricolo sono stati completamente travolti dalla crisi, che ha comportato un crollo di valore per il comparto di circa 11,5 miliardi di euro nel 2020, colpendo in primo luogo le eccellenze alimentari italiane;

scenari incoraggianti arrivano dal mercato delle esportazioni, la cui crescita potrebbe risultare determinante nel trainare il comparto agroalimentare verso una nuova fase di ripresa; è notizia il record storico di crescita nel 2020 dell'alimentare italiano in Cina, che ha superato il mezzo miliardo di euro, con un balzo del 20,5 per cento in più;

con l'entrata in vigore dell'accordo tra UE e Cina per la mutua protezione di 200 prodotti a denominazione di origine, 26 dei quali italiani, risulta tuttavia tutelato soltanto il 3 per cento dei prodotti italiani ad indicazione di origine, una minima percentuale per un Paese che è leader in Europa delle denominazioni di origine;

è importante lavorare per rafforzare la presenza dei prodotti italiani all'estero evitando tuttavia che gli accordi commerciali raggiunti dalla UE con Paesi terzi possano lasciare a questi ultimi possibilità di utilizzo di prodotti con nomi e indicazioni geografiche che, pur richiamando il nostro Paese, non hanno nulla a che vedere con le tradizioni alimentari dei nostri territori;

le esportazioni agroalimentari made in Italy nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi di euro con un tasso di crescita dell'1,8 per cento e nel 2019 hanno registrato un aumento del 4 per cento; oggi più di due prodotti di tipo italiano su tre sono falsi;

il fenomeno dell'Italian sounding rappresenta una grave minaccia al made in Italy agroalimentare e va prontamente contrastato; il mercato del falso vale oggi più del doppio del fatturato regolare, determinando una grave perdita di ricchezza per i nostri territori, anche in termini occupazionali;

è necessario ripensare ad un nuovo protagonismo dell'Italia in Europa per la difesa del made in Italy, tutelando le eccellenze alimentari italiane dai continui tentativi di sopraffazione; si accoglie con favore l'impegno del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a contrastare la diffusione di sistemi di etichettatura fuorvianti per i consumatori, come il "Nutri-score" o l'etichettatura "a semaforo". È ora necessario ribadire tale impegno in tutte le sedi opportune;

l'equilibrio nutrizionale non si raggiunge con l'impiego di algoritmi, ma con il consumo appropriato dei diversi cibi durante la giornata alimentare, secondo quanto indicato nel modello della dieta mediterranea, che al momento è l'unico ad avere dimostrato una reale capacità di prevenire le malattie cronico-degenerative, attraverso il consumo giornaliero in proporzione equilibrata degli alimenti,

si chiede di sapere quali immediate misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per evitare l'utilizzo di sistemi di etichettatura a semaforo, come il Nutri-score e il "traffic light" fuorvianti per i consumatori, e al fine di tutelare il patrimonio alimentare italiano che rende l'Italia un'eccellenza nel mondo.

(3-02312)

MONTEVECCHI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

si apprezzano gli sforzi di sostegno economico messi in campo per far fronte all'emergenza imposta dall'epidemia da COVID-19 e dalla conseguente battuta di arresto delle attività culturali. In particolare, le misure messe in campo per il settore della danza e quelle più recenti per la musica dal vivo;

nel comparto della cultura, in particolare in quello dello spettacolo dal vivo, la pandemia da COVID-19 ha fatto emergere con drammaticità le lacune esistenti a livello normativo, tra le altre in materia di welfare;

l'ampia varietà di professionalità nel mondo dello spettacolo dal vivo, la precarietà, l'intermittenza intrinseca di alcune figure professionali, la forte presenza di contratti atipici e sostanzialmente l'assenza di un impianto normativo previdenziale e assistenziale ad hoc rendono questi lavoratori particolarmente fragili, anche al cospetto di shock esterni;

la 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato ha approvato il 15 gennaio 2020, nell'ambito di un affare assegnato promosso dall'interrogante, una risoluzione riguardante i criteri di riparto del FUS. Il Ministero non ha ancora provveduto a rivedere complessivamente i meccanismi di riparto del fondo in coerenza con tale atto di indirizzo. In questo contesto, ai finanziamenti FUS si sono aggiunti quelli extra FUS e quelli di altro tipo, il che nell'insieme non dà luogo ad un sistema coordinato, trasparente e completamente efficace;

un altro importante lavoro parlamentare in fase conclusiva è quello dell'indagine conoscitiva su lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo presso la Camera dei deputati a cura dell'on. Alessandra Carbonaro;

in questo quadro si evidenzia la mancata emanazione di taluni decreti attuativi di cui alla legge n. 175 del 2017, "codice dello spettacolo", e il mancato avvio dell'emanazione del disegno di legge collegato alla manovra di bilancio per il 2020 recante disposizioni in materia di spettacolo, industrie culturali e creative e turismo;

considerato che:

è quindi essenziale colmare le lacune normative che nei decenni si sono stratificate, non solo attraverso il sostegno economico emergenziale teso ad accompagnare il settore fuori dalla crisi, ma anche attraverso un'azione che abbia un respiro oltre l'emergenza e ponga le basi per una virtuosa e solida ripartenza;

tale nuovo impianto normativo deve essere basato sul riconoscimento di un sistema che ponga al centro il benessere dei lavoratori, garantisca adeguate forme contrattuali, una retribuzione equa e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché adeguate forme di previdenza e assistenza sociale;

alla Camera dei deputati è stato presentato il disegno di legge "Disposizioni per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo" a firma delle onorevoli Gribaudo e Carbonaro, di cui sarebbe opportuno un inizio tempestivo dell'esame, magari abbinandovi testi successivi al fine di evitare un procedere caotico dei lavori ed una frammentazione normativa a detrimento della redazione di un impianto normativo coerente, organico e dunque efficace;

i finanziamenti erogati tramite FUS, extra FUS e altri bandi non hanno in alcuni casi ristorato tutte le categorie che ne avevano bisogno, si veda per esempio il caso del settore della discografia emergente e indipendente, mentre in altri casi hanno alimentato diseguaglianze, come nel caso dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche che, secondo l'opinione dell'interrogante, sono stati assoggettati a misure di fondo integrativo salariale, per esempio, a fronte di una dubbia necessità di essere raggiunti da queste iniziative,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del quadro esposto e quali iniziative intenda intraprendere, tra quelle di sua competenza, per raggiungere gli obiettivi enunciati nella presente interrogazione, tra cui quello di dotare il settore dello spettacolo dal vivo di un sistema di welfare e di un'organizzazione adeguati.

(3-02313)

BERNINI, MALAN, CANGINI, ALDERISI, GIRO - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

il settore della cultura, in senso lato, ha sofferto moltissimo in questo anno a causa delle chiusure da pandemia;

in particolare, i settori che esprimono il meglio del talento italiano culturale e artistico, il cinema, il teatro, il balletto, l'opera, i concerti, lo spettacolo dal vivo e quello viaggiante (959.000 lavoratori, che hanno prodotto un valore aggiunto di 60 miliardi di euro nel 2019, l'anno precedente alla pandemia), ma anche i luoghi della cultura, i musei e le mostre d'arte hanno vissuto restrizioni che, oltre a minarne i ricavi, ne hanno impedito persino la mera copertura dei costi vivi;

a seguito dell'emergenza sanitaria, il settore dei beni e delle attività culturali e quello dello spettacolo hanno visto interventi legislativi ad hoc, per porre solo un rimedio parziale al clamoroso calo di risorse proprie, con costi non compensati nemmeno dalle poche aperture al pubblico in periodi o orari limitati;

tra questi interventi si possono ricordare l'incremento delle risorse sul FUS, l'art bonus, il credito d'imposta alla promozione della musica, il sostegno a festival, cori, bande, il contrasto al secondary ticketing ed altri, ma certamente si tratta di poche centinaia di milioni di euro iniettati per sostenere settori che, in tempi normali, generano miliardi di euro e danno lavoro a centinaia di migliaia di persone,

è parso a molti che talune restrizioni, ad esempio nei cinema e nei teatri, ma anche nei musei e nelle mostre d'arte, siano eccessive ed ingiustificate a fronte dei flussi di fruitori che, nella normalità, sono certamente inferiori a quelli che registrano i pendolari nei loro tragitti quotidiani o coloro che frequentano i luoghi della cosiddetta movida,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, nel rispetto dei rigidi protocolli sanitari e di distanziamento a salvaguardia della salute pubblica, non intenda fare in modo che i luoghi della cultura meno esposti ai possibili assembramenti possano essere raggiunti da un maggior numero di visitatori, così come i luoghi dello spettacolo possano riaprire con un pubblico adeguato a garantire la sicurezza;

se non voglia prendere atto del fatto che, anche prevedendo un maggiore flusso di sostegni o di indennizzi, che certamente si ritengono necessari, ai lavoratori e alle strutture dove si crea e si fruisce la cultura, non si riuscirebbero a coprire tutti i danni economici provocati dalle chiusure, e che quindi la soluzione non può che essere una riapertura graduale e ragionata;

se non ritenga inoltre fondamentale consentire ai cittadini colpiti, anche psicologicamente, da un anno di chiusure più o meno severe, di tornare a fruire delle forme di cultura e dello spettacolo che più desiderano.

(3-02314)

FARAONE, MAGORNO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

da anni l'emergenza Xylella opprime il settore agricolo ed in particolare olivicolo del nostro Paese, con riguardo in special modo ai territori maggiormente vessati da questa "piaga", ossia il Salento e la Puglia meridionale;

il batterio patogeno Xylella fastidiosa, infatti, viene trasmesso da particolari insetti che si nutrono di linfa xylematica, la cui funzione è quella di trasportare l'acqua dalle radici alle foglie: esso colpisce molte varietà di piante, causando gravi malattie che provocano l'intasamento dei vasi xylematici, determinando in poco tempo dapprima il progressivo essiccamento delle foglie e successivamente la morte dell'intera pianta;

secondo i dati elaborati dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (European food safety authority, EFSA), l'agenzia europea istituita nel 2002, con sede a Parma, che fornisce consulenza scientifica e di comunicazione per quanto attiene ai rischi associati alla filiera degli alimenti e mangimi, attualmente ben 563 specie vegetali, appartenenti complessivamente a 82 famiglie botaniche, sono vulnerabili all'attacco del batterio;

data la pericolosità delle malattie derivanti dal batterio, nonché la sua progressiva diffusione in varie parti del mondo, le autorità pubbliche nazionali e sovranazionali hanno da tempo intrapreso percorsi di contrasto, prevenzione e controllo dell'agente patogeno, nonché di supporto alle aziende colpite, al fine di regimentare la problematica e attivarsi allo scopo del suo superamento;

tra i più recenti interventi a livello europeo, si può citare la pubblicazione da parte dell'EFSA nel giugno 2020 delle "linee giuda per la rilevazione della Xylella fastidiosa": il documento fornisce una guida, a uso degli incaricati di indagini fitosanitarie, alla rilevazione e al controllo dei fitopatogeni per definire piani di sorveglianza basati su principi statistici e sui possibili fattori di rischio;

nel contesto italiano, da anni il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha portato avanti e continua a proseguire, anche in collaborazione soprattutto con gli enti territoriali interessati, programmi di contrasto alla diffusione del batterio e di supporto alle aziende colpite (si può far riferimento, a mero titolo di esempio, ai "contratti di distretto Xylella" e al programma "Rigenerazione sostenibile", contenenti ingenti risorse a favore di territori e imprese);

considerato che, sebbene anche negli ultimi mesi siano state varate misure importanti e preziose atte conseguire la rigenerazione agricola dei territori colpiti dalla Xylella (tra le quali si può citare, a titolo di esempio, il recente finanziamento del programma "Radici virtuose": esso prevede investimenti pari a oltre 48 milioni di euro, e dovrebbe coinvolgere quasi un centinaio di aziende impegnate a realizzare iniziative di sviluppo territoriale proprio nei luoghi vessati dal batterio), tuttavia, la sfida contro la deturpazione del tessuto agricolo, e quindi anche economico e sociale, delle zone interessate richiede ulteriori e ingenti sforzi, sia per proseguire nelle politiche di sostegno alle aziende danneggiate sia per rilanciare le terre,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione drammatica in cui versano gli agricoltori vessati dalla diffusione della Xylella fastidiosa;

quali siano gli sviluppi e quali ulteriori iniziative verranno adottate al fine di implementare quanto prima il piano di contrasto alla Xylella fastidiosa nei territori colpiti dal batterio, allo scopo di sostenerne e rilanciarne l'agricoltura e l'economia nel suo complesso.

(3-02315)

CORRADO - Al Ministro della cultura. - Si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda fornire spiegazioni circa i "lavori recupero e integrazione delle sedute del teatro di Velia": un intervento di restauro attualmente in corso nel teatro ellenistico-romano sito nel parco archeologico di Velia, associato a quello di Paestum, sviluppatosi sui precedenti lavori effettuati negli anni '90, che ha sempre suscitato molte perplessità sia per il carattere fortemente invasivo (anche perché in assenza, pare, della preventiva autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio territoriale), che per le anomalie dell'iter amministrativo sotteso alla scelta del progettista, del responsabile unico del procedimento e del direttore dei lavori, nonché per l'attivazione di una discutibile somma urgenza con il conseguente affidamento diretto ad una ditta nata a maggio 2019 e priva dunque dell'esperienza e affidabilità indispensabili nel delicato settore del restauro di beni culturali.

(3-02316)

CIRINNA', ROSSOMANDO, MIRABELLI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che, in data 24 febbraio 2021, con proprio comunicato, la Camera penale di Roma ha sollevato l'attenzione su alcuni episodi di cronaca, relativi a casi di intercettazioni delle comunicazioni tra avvocato e cliente;

considerato che:

la disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni è stata oggetto, negli ultimi anni, di significative innovazioni normative, ispirate, per un verso, all'estensione dei casi in cui a tale strumento di indagine possa farsi ricorso e, per altro verso, alla concorrente esigenza di irrobustire le garanzie della riservatezza e, soprattutto, della difesa delle persone sottoposte a indagini;

in questo quadro, peculiare rilevanza assume la garanzia della riservatezza delle comunicazioni con il difensore, in relazione alle quali l'istanza generale di riservatezza si intreccia con la specifica esigenza di tutelare il diritto alla difesa, che la Costituzione esplicitamente qualifica come inviolabile;

l'equilibrio tra queste due istanze e la concorrente esigenza di assicurare adeguati strumenti di indagine agli inquirenti è cristallizzato nell'articolo 103, comma 5, del codice di procedura penale, a mente del quale "non è consentita l'intercettazione relativa a conversazioni o comunicazioni dei difensori, degli investigatori privati autorizzati e incaricati in relazione al procedimento, dei consulenti tecnici e loro ausiliari, né a quelle tra i medesimi e le persone da loro assistite";

la Corte di cassazione, con distinte pronunce, ha chiarito, da un lato, che "il divieto di intercettazioni relative a conversazioni o comunicazioni dei difensori, non riguarda indiscriminatamente tutte le conversazioni di chi riveste tale qualifica, e per il solo fatto di possederla, ma solo le conversazioni che attengono alla funzione esercitata, in quanto la 'ratio' della regola posta dall'art. 103 c.p.p., va rinvenuta nella tutela del diritto di difesa" (Cassazione penale, sezione II, sentenza n. 24451/2018); d'altra parte, la stessa Corte ha precisato che "le guarentigie previste dall'art. 103 c.p.p. (...) non possono trovare applicazione qualora gli atti di cui all'art. 103 c.p.p. - ispezioni, perquisizioni, sequestri - debbano essere compiuti nei confronti di esercente la professione legale sottoposto ad indagine" (sentenza n. 48395/2019);

al di fuori del caso in cui l'avvocato sia soggetto a intercettazioni nella qualità di indagato per reati in relazione ai quali l'uso di tale strumento di indagine sia consentito, è dunque necessario assicurare l'inviolabilità delle comunicazioni tra avvocato e cliente,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intraprendere iniziative per accertare che sia sempre garantita la riservatezza delle conversazioni tra difensore e indagato e dunque la piena tutela del diritto inviolabile di difesa, costituzionalmente garantito in ogni fase del procedimento penale.

(3-02317)

BOTTICI, CROATTI, VANIN, GALLICCHIO, PIRRO, TRENTACOSTE, VACCARO, GUIDOLIN, DONNO, ROMANO, MATRISCIANO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

l'Agenzia delle entrate rappresenta la più importante e strategica istituzione del nostro Paese per la lotta all'evasione fiscale;

da fonti giornalistiche di inchiesta, succedutesi nel tempo, si apprende dell'elevata situazione di illegalità presente all'interno della stessa Agenzia delle entrate;

specificatamente un'inchiesta del 22 di maggio 2020 di Andrea Cinquerani, pubblicata dal giornale "Voce delle Voci", evidenzia il grave conflitto d'interessi esistente tra Ernesto Maria Ruffini, attuale presidente dell'Agenzia delle entrate, e la stessa Agenzia che dirige;

Ernesto Maria Ruffini è stato nominato, nel 2017, commissario straordinario per l'istituzione dell'ente pubblico della riscossione, "Agenzia delle entrate - Riscossione"; incarico che è terminato il 4 settembre 2018, passati i 90 giorni previsti dalle regole sullo spoils system, tornando ad esercitare la professione di avvocato, i cui principali impegni professionali avevano ad oggetto l'Agenzia delle entrate, ovvero l'agenzia che fino a qualche settimana prima aveva diretto, e che successivamente è tornato a dirigere;

a titolo di esempio si cita il contenzioso arrivato a sentenza il 27 dicembre 2018 in cui Ruffini patrocinava gli interessi di una società pescarese, Amifin di A.A. & C., che agiva contro l'Agenzia delle entrate. Ha perso il ricorso davanti alla sezione tributaria della Corte suprema di cassazione. Successivamente, nel gennaio 2019, la stessa Sezione della cassazione ha dato ragione al suo cliente, nel caso di specie la Banca di Viterbo credito cooperativo, in un'altra querelle contro l'Agenzia delle entrate;

considerato che, per quanto consta agli interroganti:

il "Corriere della Sera", con un articolo di Gian Antonio Stella e Mario Geverini del 24 ottobre 2020, rende pubblica la notizia che un dirigente dell'Agenzia, Antonio Dorrello (che nel citato articolo per un manifesto errore di stampa comprare come Antonio Borrello), è stato autorizzato ad entrare come terzo membro del consiglio di amministrazione della SOSE S.p.A. in qualità di presidente, e, come tale, nomina uno dei tre membri del consiglio stesso, in qualità di amministratore delegato, Vincenzo Atella;

Antonio Dorrello, a quanto si apprende dal quotidiano economico "Italia Oggi" del 17 aprile 2019, che riporta una nota stampa di "Dirpubblica", versa in condizioni di conflitto di interessi a causa di casi di incompatibilità nelle commissioni per le nomine dei POER (posizioni organizzative di elevato grado di responsabilità), ovvero quadri intermedi dell'Agenzia delle entrate. Al proposito la nota sindacale, citata dal quotidiano, ripercorre la vicenda della richiesta dell'accesso all'atto presentato il 25 febbraio 2019 relativo alle dichiarazioni di insussistenza di situazioni di incompatibilità. In particolare si apprende dalla nota stessa che negli atti risultava la dichiarazione di insussistenza a causa di incompatibilità di Antonio Dorrello, incaricato di preparare i quesiti per la prova scritta tecnico-professionale. "Dirpubblica" rileva che la dichiarazione è arrivata lo stesso giorno della richiesta di accesso agli atti, evidenziando che tra i candidati che hanno superato la prova c'è il fratello dirigente Domenico Dorrello;

considerato inoltre che, sempre per quanto risulta:

Domenico Dorrello, fratello di Antonio Dorrello, e Giovanni Battista Cantisani, cognato del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, risultano essere ex funzionari dell'Agenzia delle entrate, per un periodo incaricati dirigenti della stessa agenzia. Incarichi che in virtù della sentenza della Corte costituzionale n. 37 del 2015, sono stati dichiarati illegittimi;

sia Domenico Dorrello che Giovanni Battista Cantisani hanno ricoperto il ruolo di dirigenti della ASL Salerno, ed entrambi, seppur in momenti differenti, sono stati assunti, in tempi brevi, nuovamente in qualità di dirigenti presso l'Agenzia delle entrate;

considerato infine che l'Agenzia delle entrate, seppure, in virtù dei propri fini statutari, è chiamata ad operare nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e nella sua attività ad ispirarsi a criteri di efficienza, economicità ed efficacia, consta essere da anni al centro di scandali giornalistici,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda assumere interventi rivolti a restituire e garantire la legalità all'interno dell'Agenzia delle entrate, e in tal caso quali.

(3-02318)

SBROLLINI - Al Ministro della cultura. -

(3-02319)

(Già 4-04959)

D'ARIENZO, BITI, D'ALFONSO, STEFANO, FEDELI, IORI, ALFIERI, BOLDRINI, MISIANI, PITTELLA, LAUS, GIACOBBE, FERRAZZI, TARICCO, CIRINNA', ROJC, VALENTE, VERDUCCI - Al Ministro per la pubblica amministrazione. - Premesso che:

l'articolo 1, comma 363, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021), proroga per il 2021 il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente (previsto dall'articolo 4, comma 24, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92, recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita), già prorogato da successivi provvedimenti, elevandone la durata da 7 a 10 giorni;

il congedo attualmente si applica solo ai dipendenti privati, mancando per i dipendenti pubblici il relativo provvedimento attuativo di cui all'articolo 1, comma 8, della citata legge n. 92 del 2012, che stabilisce che "il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, individua e definisce, anche mediante iniziative normative, gli ambiti, le modalità e i tempi di armonizzazione della disciplina relativa ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche";

nonostante il legislatore sia intervenuto sulla norma, aumentando, di volta in volta, il numero di giorni destinati al congedo obbligatorio di paternità, previsto inizialmente, in via sperimentale, per gli anni 2013, 2014 e 2015, tale misura non è stata mai estesa ai dipendenti pubblici;

si tratta di un'ingiustificata disparità di trattamento poiché le tutele connesse alla genitorialità non possono essere subordinate alla natura, pubblica o privata, del datore di lavoro;

premesso inoltre che:

la direttiva europea (UE) 2019/1158, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, si pone l'obiettivo di conseguire la parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro e il trattamento sul lavoro, per la conciliazione tra lavoro e vita familiare per i lavoratori che sono genitori o prestatori di assistenza. Al riguardo, l'articolo 4 prevede che gli Stati membri adottino misure necessarie per garantire al padre il diritto a un congedo di paternità di 10 giorni lavorativi, senza distinzioni tra i lavoratori;

ciò nonostante, a tutt'oggi, continua a mancare il provvedimento attuativo del Ministro per la pubblica amministrazione,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso intervenire, seppur tardivamente, al fine di estendere il congedo di paternità ai dipendenti pubblici, eliminando così una palese disparità di trattamento tra padri dipendenti privati e padri dipendenti pubblici e dando finalmente attuazione a quanto previsto dalla legge e dalla direttiva europea.

(3-02320)

EVANGELISTA, VACCARO, VANIN, NATURALE, CAMPAGNA, PELLEGRINI Marco, LEONE, RUSSO, DONNO, LOMUTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il Ministro in indirizzo ha firmato l'ordinanza che proroga la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino al 31 dicembre 2021;

la decisione di prolungare la sospensione arriva adesso dopo un primo fermo a novembre 2020 e dopo un nuovo report dell'EFSA in cui si ribadiva il rischio di diffusione di varianti pericolose tra furetti e visoni;

in questo modo, non solo è stata riconosciuta l'efficacia e la necessità di questo intervento come ulteriore misura per combattere la diffusione del coronavirus e così tutelare la salute pubblica, ma è stata anche risparmiata la vita a migliaia di cuccioli di animali, circa 35.000 in questo solo anno, sottraendoli alle indicibili sofferenze causate dagli allevamenti intensivi;

infatti, con l'ordinanza è stata bloccata, per la prima volta in Italia, la fase degli accoppiamenti e della riproduzione prevista nel mese di marzo che, tra aprile e maggio, avrebbe comportato la nascita di circa 35.000 cuccioli di visone poi destinati ad essere uccisi per diventare pellicce, dopo 8-9 mesi di prigionia costretti in minuscole gabbie di rete metallica negli allevamenti intensivi;

attualmente sono sei gli allevamenti ancora presenti in Italia all'interno dei quali resteranno dunque i soli animali destinati alla riproduzione (indicativamente 7.000 visoni), che non potranno essere utilizzati per l'avvio del nuovo ciclo produttivo;

nei mesi scorsi migliaia di visoni sono stati abbattuti anche in Italia (in particolare in Lombardia), per bloccare preventivamente un'eventuale diffusione del coronavirus;

il "protocollo visoni", come fissato da ultimo dalla circolare ministeriale n. 27663 del 21 dicembre 2020, prevede delle misure di sorveglianza da adottare negli allevamenti di visoni ed uno screening diagnostico obbligatorio consistente in 60 test virologici (tamponi orofaringei) ogni 15 giorni da effettuare in ogni allevamento, indipendentemente dalle sue dimensioni;

dato il costo di 26,59 euro a tampone, il monitoraggio non costerà meno di 20.000 euro al mese. Ammontare a cui aggiungere i costi di eventuali ulteriori accertamenti, anche con test sierologici, in caso di esiti positivi;

quindi, per il 2021, la sorveglianza dei 6 allevamenti di visoni costerà alla sanità pubblica circa 250.000 euro;

in considerazione della scarsa efficacia di uno screening così concepito che non tiene conto dell'effettivo numero di animali presenti in ciascun allevamento in cui, comunque, è obbligatorio testarne 60, ma, soprattutto, per l'elevato rischio di ulteriore diffusione del virus anche in forma mutata, come provano le evidenze scientifiche, è necessario che l'allevamento intensivo di visoni sia vietato;

le ragioni che impongono questa soluzione non risiedono unicamente nell'esigenza di tutelare la salute pubblica, e di farlo tagliando dei costi economici elevati, poiché vi sono ragioni etiche, morali, di giustizia che chiedono che si ponga fine all'enorme sofferenza di questi animali;

non a caso, sono sempre più numerosi i Paesi europei che hanno detto addio all'allevamento di "animali da pelliccia": Regno Unito (dal 2000), Svizzera (2000), Austria (2004), Slovenia (2013), Repubblica di Macedonia (2014), Croazia (2017), Lussemburgo (2018), Repubblica Ceca (2019), Serbia (2019), Germania (2022), Belgio (2023), Norvegia (2025); Bosnia ed Erzegovina (2029);

durante l'epidemia di coronavirus l'Olanda ha anticipato a gennaio 2021 il divieto precedentemente fissato al 2024. La Svezia e la Danimarca hanno sospeso l'allevamento di visoni per tutto il 2021, dopo averne abbattuta un'enorme quantità, mentre l'Ungheria, che non ha mai avuto allevamenti di visoni, ha disposto il divieto di importazione di visoni come misura preventiva contro la possibile delocalizzazione di allevamenti da altri Paesi;

la Francia ha disposto il divieto dal 2026;

secondo i dati diffusi, ad oggi, tra gli allevamenti italiani, risultano esserci stati almeno 2 focolai di coronavirus: il primo nel 2020 nell'allevamento di Capralba (Cremona) e che ha comportato l'abbattimento di tutti gli oltre 26.000 visoni (riproduttori compresi), il secondo è stato rilevato a gennaio 2021 nell'allevamento di Villa del Conte (Padova), attualmente sotto sequestro per ulteriori accertamenti,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare, vista l'inderogabile urgenza di garantire la tutela della salute quale fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività (art. 32 della Costituzione) per eliminare, nel più breve tempo possibile, il pericolo della diffusione del COVID-19 rappresentato dall'allevamento intensivo di visoni e degli altri animali portatori del virus pandemico anche in forma mutata;

se non giudichi necessario, a questo scopo e al fine di tutelare gli animali, impedendo ogni violenza nei loro confronti, vietare gli allevamenti intensivi di visoni e degli altri animali da pelliccia in Italia.

(3-02321)

ROMANO, MATRISCIANO, CATALFO, DI PIAZZA, GUIDOLIN, ROMAGNOLI - Ai Ministri della salute e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:

il personale ispettivo dell'Ispettorato nazionale del lavoro è stato chiamato, sin dall'inizio della pandemia, a cooperare nelle verifiche sull'attuazione dei protocolli COVID-19 nei luoghi di lavoro, rivestendo, peraltro, la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria;

con riguardo al piano vaccinale, per quanto sia a conoscenza degli interroganti, le Regioni, ad eccezione del Piemonte, della Toscana e di qualche Provincia veneta, indugiano ad inserire tale personale tra quello appartenente alle forze di polizia, nonostante sia continuamente esposto al rischio di contagio per la varietà dei luoghi visitati e per le molteplici e diverse persone con cui quotidianamente deve interfacciarsi;

le Prefetture, sulla base di varie circolari del Ministero dell'interno, hanno coinvolto sin dalle prime fasi della pandemia il personale ispettivo dell'INL negli accertamenti sul rispetto dei protocolli anti contagio (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2020), unitamente al personale delle aziende sanitarie locali, dei locali comandi dei Vigili del fuoco e delle forze dell'ordine, a cui il vaccino è già stato somministrato o è in fase di somministrazione in questi giorni;

considerato che appare incomprensibile come le interpretazioni estensive del concetto di "forze dell'ordine", in base alle quali, in alcune realtà territoriali, sembrerebbe essere stata data la possibilità di usufruire del vaccino anche al personale della giustizia, agli avvocati e ai tirocinanti che frequentano i tribunali della Repubblica, non ricomprendano gli ispettori del lavoro, peraltro ufficiali di polizia giudiziaria,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intendano eventualmente adottare al fine di uniformare gli orientamenti regionali, affinché sia chiarito che gli ispettori del lavoro, per la funzione cui sono istituzionalmente chiamati con particolare riguardo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, ricomprendente gli accertamenti COVID-19, sono equiparati, ai fini del piano vaccinale, alle forze dell'ordine, così da poter svolgere il proprio compito con le necessarie tutele, analoghe a quelle dei colleghi (ASL, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, eccetera) con cui sovente si trovano a operare fianco a fianco.

(3-02322)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

NATURALE, CASTELLONE, MONTEVECCHI, LANZI, CAMPAGNA, PAVANELLI, FEDE, RUSSO, TRENTACOSTE, MOLLAME, ROMANO, VANIN, GAUDIANO, DONNO, VACCARO, PIRRO, AGOSTINELLI, RICCIARDI, CROATTI - Ai Ministri della salute e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

nel mar Mediterraneo vagano da almeno due mesi due navi, la "Elbeik", che trasporta 1.776 bovini, e la "Karim Allah", che ne trasporta 895;

da quanto si apprende dalle associazioni Animal welfare foundation, Animal equality ed ENPA queste navi sono partite dalla Spagna: la Elbeik ha lasciato Tarragona nel dicembre 2020, mentre la Karim Allah il 18 dicembre 2020 è partita da Cartagena;

entrambe le navi hanno raggiunto Tripoli a gennaio 2021 e qui sono state respinte perché gli animali sono stati trovati affetti da una malattia zoonotica, la cosiddetta malattia della lingua blu;

ancora secondo la ricostruzione delle associazioni animaliste, la Elbeik ha lasciato il porto libico a pieno carico il 25 gennaio 2021, è stata poi avvistata ancorata a Lampedusa dal 26 al 27 gennaio; arrivata ad Alessandria (Egitto) la mattina del 1° febbraio è ripartita nel pomeriggio del 4 febbraio ed è rimasta ancorata al largo di Alessandria fino al 10 febbraio, in seguito si è diretta a nord verso una destinazione non rivelata; al momento si trova ancora davanti a Cipro;

dalla stessa fonte si apprende che la Karim Allah, dopo essere stata respinta da Tripoli, è partita ed ha chiesto il permesso di attraccare a Bizerte (Tunisia), presumibilmente per prendere il foraggio per gli animali, ma le è stato negato l'ingresso a Bizerte o in qualsiasi altro porto tunisino ed è stata costretta a lasciare le acque territoriali tunisine. Successivamente è stata avvistata in Sicilia nel porto di Augusta (Siracusa) da cui è salpata il 28 gennaio, riferendo di essere "parzialmente carica", poi si è fermata ed è stata ancorata al largo di Cagliari, dove avrebbe dovuto essere controllata dalle autorità italiane, ma ciò non è stato possibile poiché ha improvvisamente lasciato le nostre acque, ed è attualmente in rada presso il porto di Cartagena;

considerato che:

durante tutto questo lasso di tempo gli animali potrebbero soffrire, oltre che per l'eventuale patologia citata, anche per le condizioni terribili in cui si può immaginare che siano in questo momento, ammassati in angusti spazi e con probabile scarsità di mangimi;

queste condizioni potrebbero aver causato dei decessi con possibile e illegale scarico delle carcasse in mare, insieme alle gravi carenze in termini igienico-sanitari e di approvvigionamento di viveri per gli stessi membri dell'equipaggio;

infine, le associazioni animaliste spiegano che entrambe le navi hanno l'approvazione dell'Unione europea con certificato per il trasporto di animali vivi nella UE, in particolare dalla Croazia e dalla Romania, ed evidenziano che "La vicenda dimostra ancora una volta l'inadeguatezza dei viaggi di animali vivi anche sul territorio europeo e il dramma a cui sono costantemente e inutilmente sottoposti gli animali", come riportato on line da "greenreport" il 18 febbraio 2021,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano avviare un'indagine per un'effettiva ricostruzione della vicenda e riferire su quanto accaduto in occasione della permanenza delle navi in acque territoriali italiane;

se ritengano di intervenire nelle opportune sedi di competenza affinché siano valutate le reali condizioni degli animali e dell'equipaggio, e si ponga fine a una situazione allarmante, sia per la completa violazione dei diritti degli animali sia per il pericolo costituito da trasporti effettuati nello sprezzo delle regole igienico-sanitarie e di benessere animale.

(3-02308)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

NENCINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:

centinaia di giovani laureati in giurisprudenza hanno svolto, negli anni 2015-2017, la pratica forense presso le avvocature distrettuali dello Stato assicurando un contributo decisivo per il funzionamento della difesa erariale e sostenendo notevoli spese e sacrifici per gli spostamenti da e verso gli uffici dell'Avvocatura dello Stato nonché da e verso gli uffici giudiziari per lo svolgimento delle attività richieste dai procuratori e dagli avvocati;

la previsione normativa di cui all'art. 9, comma 4, secondo periodo, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, nella formulazione vigente tra il 19 agosto 2014 ed il 31 dicembre 2017, prevedeva: "nelle ipotesi di sentenza favorevole con recupero delle spese legali a carico delle controparti, il 50 per cento delle somme recuperate è ripartito tra gli avvocati e procuratori dello Stato secondo le previsioni regolamentari dell'Avvocatura dello Stato, adottate ai sensi del comma 5. Un ulteriore 25 per cento delle suddette somme è destinato a borse di studio per lo svolgimento della pratica forense presso l'Avvocatura dello Stato, da attribuire previa procedura di valutazione comparativa. Il rimanente 25 per cento è destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, di cui all'articolo 1, comma 431, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e successive modificazioni";

a causa dei notevoli ritardi delle erogazioni, nel 2016 i praticanti di diverse articolazioni distrettuali dell'Avvocatura dello Stato avevano già sollecitato, invano, l'attuazione delle previsioni normative richiamate relativamente all'avvio del procedimento;

a tale esortazione veniva replicato dal segretario generale pro tempore che l'applicazione della suddetta disciplina avrebbe richiesto il preventivo esame della documentazione prevista dal regolamento, oltre alla verifica contabile delle somme riscosse dalle avvocature distrettuali e dall'Avvocatura generale, al fine di chiedere l'istituzione del nuovo capitolo di spesa nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze dedicato al finanziamento delle borse di studio;

dopo circa 2 anni di inerzia e silenzio, tale capitolo di spesa è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia per l'Avvocatura dello Stato, come riscontrabile dalla tabella 2 delle note integrative alla legge di bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (legge 27 dicembre 2017, n. 205), ove è specificato che "La Categoria economica Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private si riferisce alle borse di studio assegnate per lo svolgimento della pratica forense presso 'Avvocatura dello Stato'";

ad oggi non risultano essere state assegnate le borse di studio previste dalla normativa;

considerato che:

nonostante ulteriori solleciti ed istanze, a distanza di quasi 5 anni, non si ha notizia dello stato di attuazione del procedimento propedeutico all'erogazione delle borse di studio;

è assolutamente inconcepibile che proprio da parte dell'Avvocatura statale e distrettuale vi sia una tale mancanza,

si chiede di sapere se non si ritenga doveroso intervenire al fine di sollecitare l'assegnazione delle borse di studio, così da colmare la grave mancanza di cui l'Avvocatura statale è responsabile.

(4-04986)

RIZZOTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 ha definito i nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) e ha sostituito integralmente il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, con cui sono stati definiti per la prima volta le attività, i servizi e le prestazioni che il servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse raccolte attraverso la fiscalità generale;

in particolare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 ha aggiornato gli elenchi delle malattie rare, croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dal ticket;

è previsto, inoltre, che i LEA verranno aggiornati annualmente;

affinché i livelli essenziali di assistenza possano essere aggiornati in modo continuo, sistematico, basandosi su regole chiare e criteri scientificamente validi, la legge n. 208 del 2015, all'articolo 1, comma 556, ha previsto l'istituzione della commissione nazionale per l'aggiornamento dei LEA e la promozione dell'appropriatezza nel SSN, presieduta dal Ministero della salute, con la partecipazione delle Regioni e il coinvolgimento dei soggetti con competenze tecnico-scientifiche disponibili a livello centrale e regionale e le associazioni dei pazienti;

la sindrome di Sjogren è una malattia sistemica autoimmune, degenerativa e ad oggi inguaribile. Il quadro clinico è caratterizzato da sintomi quali secchezza delle fauci (xerostomia) e dell'area oculare (xeroftalmia). La forma primaria può essere sistemica nel 60 per cento dei casi e vengono aggrediti organi vitali come il cuore, fegato, pancreas, stomaco, i polmoni, i reni, eccetera; è tra le malattie autoimmuni quella col più alto rischio di linfoproliferazioni (44 volte superiore alla popolazione generale) e con un'incidenza del linfoma non Hodgkin con una mortalità del 5-8 per cento;

la sindrome di Sjogren primaria sistemica va distinta dalla sindrome di Sjogren secondaria (associata all'artrite reumatoide, al lupus e alla sclerodermia) e tutelata dalla patologia primaria e ci sono molti casi di sindrome secca dell'anziano con diagnosi errate di sindrome di Sjogren;

la sindrome di Sjogren primaria si può manifestare a tutte le età ma ci sono due momenti di incidenza: tra i 20-30 anni e 40-50 anni. Non è esclusa la fascia pediatrica, anche se è molto rara;

l'associazione dei pazienti ANIMASS organizzazione di volontariato ha inoltrato regolare domanda alla commissione LEA per l'inserimento della sindrome di Sjogren primaria sistemica come rara, inviando anche dossier e ricerche sull'epidemiologia della forma primaria. La richiesta è stata inoltrata alla commissione LEA anche da società scientifiche e da professionisti del SSN;

la sindrome è inserita come malattia rara a livello europeo nel gruppo ERN delle connettiviti, ma non è stata inclusa nei livelli essenziali di assistenza, neanche nella ridefinizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 tra le malattie rare, provocando un trattamento decisamente iniquo rispetto ad altre malattie, e negando quindi ai pazienti la gratuità delle cure farmacologiche;

poiché le nuove disposizioni permettono anche a cittadini e associazioni di pazienti di avanzare richieste di inclusione o aggiornamento delle prestazioni e dei servizi inclusi nei LEA tramite posta elettronica certificata, risulta all'interrogante che è stata più volte avanzata la richiesta di inserimento della sindrome di Sjogren come malattia rara, senza alcun riscontro da parte della commissione di aggiornamento,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e in base a quali criteri la sindrome non sia stata inserita nelle malattie rare in sede di revisione dei LEA avvenuta con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

se non ritenga opportuno verificare le richieste da parte delle associazioni dei pazienti per l'aggiornamento annuale dei LEA operato dalla commissione nazionale, così come previsto dal decreto stesso, inserendo nell'elenco delle malattie rare anche la sindrome di Sjogren primaria sistemica.

(4-04987)

PIRRO, CASTELLONE, PELLEGRINI Marco, MATRISCIANO, VANIN, TRENTACOSTE, ROMANO, L'ABBATE, CROATTI, ANASTASI, GAUDIANO, DONNO, PIARULLI, GUIDOLIN, TAVERNA, PAVANELLI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il piano strategico per la vaccinazione anti SARS-COV-2, elaborato dal Ministero della salute, dal commissario straordinario per l'emergenza, dall'Istituto superiore di sanità, dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dall'Agenzia italiana del farmaco, identifica le categorie da vaccinare secondo modalità e priorità che tengono conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccini autorizzati e della loro effettiva disponibilità, nel quadro della strategia generale messa a punto dalla Commissione europea;

dal 19 febbraio 2021 la Regione Piemonte ha proseguito la campagna di vaccinazione della popolazione, dando il via alla preadesione di tutto il personale scolastico e universitario, docente e non docente. Attualmente sul sito "ilpiemontetivaccina" si legge che potrà aderire a questo servizio "soltanto il personale scolastico e universitario con medico di famiglia in Piemonte". Nonostante tale categoria sia notoriamente numerosa, il personale scolastico non in carico al servizio sanitario regionale non potrà iscriversi alla piattaforma perché non presente negli elenchi e sarà informato successivamente sulle modalità di vaccinazione, come si legge su "la Repubblica" il 23 febbraio;

il sistema ha rivelato un'ulteriore falla: sono infatti rimasti ostaggio della burocrazia anche gli over 80 che alla vigilia delle restrizioni sono stati portati dai propri figli in una zona diversa da quella di residenza. Per costoro infatti risulta impossibile prenotarsi on line sul sito della Regione dove si trovano perché il codice fiscale non viene riconosciuto e l'unico modo per poter fare il vaccino è inoltrare alla ASL locale la richiesta di un medico provvisorio, come si apprende da un articolo de "la Repubblica" del 10 febbraio;

considerato che:

la distribuzione dei vaccini viene fatta sulla base dei residenti e la campagna vaccinale viene attuata su base regionale secondo le modalità organizzative scelte dai singoli sistemi regionali;

il Ministero dell'istruzione, tramite una nota del capo dipartimento Giovanna Boda, ha precisato in merito al piano strategico per la vaccinazione, messo in atto dal Governo, che i dati necessari per predisporre gli elenchi degli appartenenti alle categorie degli assistiti eleggibili per le vaccinazioni verranno acquisiti dall'anagrafe nazionale degli assistiti del sistema tessera sanitaria per il tramite delle amministrazioni e degli enti interessati e che non potranno essere comunicati dagli uffici scolastici regionali per le finalità anzidette agli enti interessati;

la richiesta di un medico provvisorio presuppone la revoca del proprio medico di base ed è ammissibile solo per motivi di salute, studio o lavoro,

si chiede di sapere in che modo e con quali tempistiche il Ministro in indirizzo intenda adoperarsi affinché la campagna vaccinale sia estesa agli anziani e ai lavoratori che hanno spostato la loro residenza in altre regioni.

(4-04988)

DE BONIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari europei. - Premesso che:

l'Unione europea con una recente decisione ha affidato la consulenza sulla svolta green a "BlackRock", un fondo americano che ha un patrimonio di circa 8.000 miliardi di dollari (un terzo dei quali in Europa), quattro volte superiore al PIL italiano, tre volte superiore al PIL tedesco. Una quantità immensa di danaro guadagnato attraverso operazioni di acquisizione e di vendita di attività economiche in sofferenza in tutto il mondo;

si tratta del più grande gestore di fondi d'investimento a livello mondiale anche per conto di fondi pensionistici privati, a cominciare da quello giapponese, è primo azionista in 13 delle prime 15 banche europee ed è anche socio strategico nei tre colossi "big tech", ossia Apple, Microsoft e Google. BlackRock ha anche in portafoglio alcune partecipazioni che fanno capo al settore petrolifero (quello più inquinante) come Chevron (4,8 per cento delle azioni), Exon Mobil (4,5 per cento) e la brasiliana Petrobas (5 per cento);

BlackRock nel tempo, inoltre, è entrata a far parte dei consigli di amministrazione di alcune tra le principali banche del mondo, oltre ad offrire servizi di consulenza pressoché ovunque. Oggi questo grande fondo di investimenti, con la scusa di appoggiare in toto l'agenda green dell'Unione europea, si è assicurato la conquista di un'altra fetta di mercato. Le dichiarazioni del presidente e amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, di volere immediatamente predisporre un piano per azzerare le emissioni di anidride carbonica, avvertendo le aziende di tutto il mondo circa l'imminente sconvolgimento del sistema economico mondiale, fanno ragionevolmente ritenere che egli abbia fiutato, invece, una grande occasione di affari; la svolta green, infatti, vale il 37 per cento del recovery fund;

come si sa, dove c'è crisi, dove ci sono aziende che falliscono, c'è un fondo di investimenti che può guadagnare cifre colossali facendo facili operazioni di speculazione. In pratica il fondo arriva, compra ad un prezzo stracciato l'azienda in sofferenza e la rivende al primo operatore che intenderà riconvertire in chiave green la struttura;

considerato che:

nello scorso autunno un gruppo di 80 europarlamentari aveva denunciato il legame tra il fondo americano e la Commissione europea. In pratica la Commissione, dietro l'iniziativa della sua presidente Ursula von der Leyen, ha deciso di aggiudicare un appalto a BlackRock investment management per condurre uno studio sull'integrazione degli obiettivi ambientali, sociali e di governance: una consulenza che potrebbe permettere a BlackRock di suggerire all'Unione europea scelte che alla fine potrebbero favorire gli interessi economici del fondo stesso;

in quell'occasione Emily O' Really, Garante europeo sulle questioni relative ai conflitti di interesse, aveva dichiarato che la Commissione avrebbe dovuto essere più rigorosa, verificando, secondo le regole, che la società non fosse soggetta a conflitti di interessi, il che potrebbe influire negativamente sulle sue capacità di eseguire il contratto;

nonostante la denuncia, la consulenza non è stata, però, revocata e l'incarico a BlackRock è rimasto. Così si scopre, alla fine, che quella svolta green che viene sbandierata come priorità dell'agenda europea è una mera opportunità di guadagno per un fondo americano;

parimenti, in Italia, il professor Valerio Malvezzi, economista e accademico oltre che politico, ha denunciato la sussistenza di un enorme conflitto di interessi, asserendo che è difficile comprendere come un fondo americano speculativo possa definire le partite europee che sono le stesse che decideranno le riforme da fare su tecnologia e ambiente,

si chiede di sapere:

se non si ritenga che la Commissione europea avrebbe dovuto essere più rigorosa verificando, secondo le regole, che la società BlackRock non fosse soggetta a conflitti di interessi, il che potrebbe influire negativamente sulle sue capacità di eseguire un contratto volto ad affidarle quella strategica consulenza che concerne le scelte finanziarie rispetto alla sostenibilità ecologica degli investimenti;

quali iniziative di competenza si intenda adottare al fine di revocare a BlackRock investment management l'incarico di consulenza sulla svolta green.

(4-04989)

FATTORI, NUGNES, LANNUTTI, DI MARZIO, GIARRUSSO - Al Ministro della salute. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

l'8 agosto 2019 è stato nominato direttore amministrativo della ASL Roma 6 il dottor Tommaso Antonucci, con la determinazione n. 1931 del direttore generale della stessa ASL, Narciso Mostarda;

secondo l'art. 3, comma 7, del decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modificazioni, il direttore amministrativo è un laureato in discipline giuridiche o economiche, che non abbia compiuto il sessantacinquesimo anno di età e che abbia svolto per almeno 5 anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione;

dalla lettura del curriculum del dottor Antonucci manca lo svolgimento della mansione in "strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione";

la determinazione della Giunta regionale del Lazio del 25 ottobre 2019, n. G14590, che istituisce l'elenco di idonei per svolgere l'attività di direttore amministrativo, nell'elenco dei requisiti fa diventare lo svolgimento in "strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione" previste dal decreto legislativo n. 502 del 1992 un più generico "svolgimento di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa";

il 31 ottobre 2019 il consigliere regionale del Lazio Aurigemma di Forza Italia ha presentato in consiglio regionale un'interrogazione a risposta immediata diretta all'assessore per la sanità D'Amato sulla violazione, a suo dire, della norma nazionale per la scelta del direttore amministrativo, peraltro avvenuta precedentemente all'indizione del bando, sottolineando dunque un'ulteriore violazione della legge nazionale;

in risposta, l'assessore D'Amato ha rivendicato la legittimità dell'atto, adducendo come motivazione "l'interpretazione estensiva della norma nazionale" per la formazione della lista da cui attingere;

a seguito di questa interrogazione e di un esposto presentato sempre da Aurigemma, la Procura ha iniziato un'indagine che ha portato a iscrivere nel registro degli indagati il presidente della Regione Lazio Zingaretti, l'assessore D'Amato e il direttore generale Mostarda;

il 22 gennaio 2021 la Procura ha decretato la proroga delle indagini,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e quali strumenti di propria competenza intenda porre in essere per colmare le differenze e le discrasie tra atti di rango diverso o situazioni come quella esposta, in un momento delicato per la sanità italiana che ha la necessità di perseguire ancora di più obiettivi di coerenza e trasparenza di procedure e processi.

(4-04990)

DE POLI - Al Ministro del turismo. - Premesso che:

l'articolo 59 del decreto "agosto" ha previsto l'erogazione di un contributo a fondo perduto "ai soggetti esercenti attività di vendita di beni o servizi al pubblico, svolte nei centri storici (zone A o equivalenti) dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana ad alta presenza di turisti stranieri";

si tratta di 29 "città d'arte" che hanno registrato prima dell'emergenza sanitaria presenze turistiche di cittadini stranieri almeno 3 volte superiori al numero dei residenti (per i capoluoghi di provincia) o in numero pari o superiore a quello dei residenti (per i capoluoghi di città metropolitana),

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non reputi necessario intervenire per estendere in maniera mirata, più equa e con tempi certi tali ristori alle località termali, dove la chiusura parziale o totale delle strutture ricettive e delle attività collegate (come negozi, bar e ristoranti) per l'assenza di turisti ha causato un crollo del fatturato con perdite quantizzate, nelle sole località delle Terme euganee, in circa 10 miliardi di euro.

(4-04991)

GRANATO - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) è nominato dal Ministro dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 213 del 2009 e dell'articolo 1, comma 7, dello statuto dell'ente;

in particolare, come prevede la normativa, la nomina è disposta dal Ministro sulla base della proposizione al medesimo di una cinquina di candidati da parte di un comitato di selezione (di nomina anch'essa ministeriale);

l'incarico del presidente Massimo Inguscio, scelto dal Ministro pro tempore Stefania Giannini, è scaduto il 20 febbraio 2020;

tuttavia, a partire da tale data, non si è provveduto, da parte del titolare del dicastero, alla nomina del nuovo presidente, nell'ambito dei nominativi proposti dal comitato di selezione insediatosi nel dicembre 2019;

a partire da tale data, dunque, il presidente Massimo Inguscio ha operato in regime di proroga ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge n. 293 del 1994 (gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine della scadenza sono prorogati per non più di 45 giorni e possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione e gli atti urgenti e indifferibili);

tuttavia, in seguito, l'entrata in vigore del decreto-legge n. 18 del 2020, il 17 marzo 2020 (nell'iniziale contesto pandemico da COVID-19), ha stabilito una proroga del mandato degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca (incluso, dunque, il CNR);

l'articolo 100, difatti, posticipava il rinnovo dei mandati dei componenti degli organi statutari di tutti gli enti pubblici di ricerca, prorogando quelli in corso, anche se scaduti alla data di entrata in vigore del decreto (17 marzo), come nel caso di specie, oppure in scadenza durante il periodo dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, fino al perdurare dello stato di emergenza medesimo (stabilito, inizialmente, al 31 luglio 2020);

in seguito, durante l'iter di conversione del decreto-legge n. 125 del 2020 un emendamento, a prima firma dell'interrogante approvato in Senato, modificava il testo dell'articolo 100, comma 2, del decreto-legge n. 18, stabilendo che la proroga del rinnovo dei mandati, potenzialmente sine die in ragione della scontata deliberazione di rinnovazione dello stato di emergenza nazionale da parte del Governo, trovasse comunque un limite definito ex lege entro il termine, perentorio, del 31 gennaio 2021. L'ultimo periodo dell'articolo 100, comma 2, difatti, dispone testualmente che: "Si procede, in ogni caso, al rinnovo dei mandati dei componenti degli organi statutari degli enti di cui al presente comma, laddove scaduti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, entro il 31 gennaio 2021";

in seguito un'interpretazione particolarmente "elastica" degli uffici ministeriali, nonostante la chiara ratio della norma che pone un termine perentorio per addivenire alla nuova nomina, ha dato indicazioni all'ente vigilato circa la scadenza del mandato del presidente Inguscio che, secondo tale avviso, era da intendersi ulteriormente differita al 14 febbraio 2021 (utilizzando, quindi, nuovamente, e per l'intero, i 45 di proroga previsti dagli articoli 2 e 3 del decreto-legge n. 293 del 1994), ignorando il termine perentorio di cui sopra: tuttavia, anche oltre quella data, superata da oltre 2 settimane, non si è ancora giunti alla nomina del successore;

il CNR, dunque, si trova in una situazione di totale paralisi e l'ente si trova sprovvisto, attualmente, non solo del presidente ma anche del vicepresidente e di 2 consiglieri di amministrazione su 5;

in tale situazione dovrebbe essere applicata la disposizione di cui all'articolo 15, comma 6, del decreto legislativo n. 127 del 2003 (sul riordino del CNR), la quale stabilisce che: "in caso di gravi irregolarità, di difficoltà finanziarie perduranti, di esigenze di adeguamento della missione dell'ente alle politiche della ricerca scientifica e tecnologica definite dal Governo, ovvero in caso di contemporanea cessazione del presidente e di un numero di componenti del consiglio di amministrazione non inferiore ad un terzo prima della scadenza del mandato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è disposta la decadenza degli organi in carica, ad eccezione del collegio dei revisori ed è nominato un commissario straordinario per la durata massima di 12 mesi e, comunque, per il periodo necessario ad assicurare la funzionalità dell'ente fino all'insediamento del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione. Il commissario può nominare uno o più sub-commissari cui delegare le funzioni per specifici settori di attività";

considerato che il presidente del CNR ha la rappresentanza legale dell'ente, è responsabile delle relazioni istituzionali, vigila e sovrintende al corretto svolgimento delle attività dell'ente. In particolare, egli: convoca e presiede il consiglio di amministrazione stabilendone l'ordine del giorno; convoca e presiede il consiglio dei direttori di dipartimento stabilendone l'ordine del giorno; convoca il consiglio scientifico stabilendone l'ordine del giorno e lo presiede senza diritto di voto; conferisce l'incarico al direttore generale sulla base della delibera di nomina del consiglio di amministrazione;

valutato che ad opinione dell'interrogante la situazione in cui versa il più importante ente pubblico di ricerca italiano è, a dir poco, allarmante ed insostenibile;

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire al più presto procedendo alla nomina del nuovo presidente del CNR;

quale sia la sua valutazione in merito alle procedure di rinnovo dei mandati degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca, con particolare riferimento al CNR;

se, nelle more della definizione della procedura di nomina del nuovo presidente del CNR, non ritenga di dover ottemperare al disposto di cui all'articolo 15, comma 6, del decreto legislativo n. 127 del 2003, provvedendo alla nomina di un commissario straordinario.

(4-04992)

PIRRO, CASTELLONE, PELLEGRINI Marco, MATRISCIANO, VANIN, TRENTACOSTE, ROMANO, L'ABBATE, CROATTI, ANASTASI, GAUDIANO, DONNO, PIARULLI, GUIDOLIN, TAVERNA, PAVANELLI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 ha individuato come categorie prioritarie gli operatori sanitari e sociosanitari, il personale e gli ospiti dei presidi residenziali per anziani, gli anziani over 80, le persone dai 60 ai 79 anni, la popolazione con almeno una comorbidità cronica;

così come previsto dal piano approvato nel dicembre 2020 sono state apportate modifiche e aggiornamenti per quanto concerne le raccomandazioni su gruppi target a cui offrire la vaccinazione, in particolare relativamente ai fattori di rischio e sulla protezione da forme gravi da malattia;

l'aggiornamento prevede che nella "fase 2" dovrà essere considerata, oltre all'età, la presenza di condizioni patologiche che rappresentano le variabili principali di correlazione con la mortalità per COVID-19, tra cui malattie respiratorie, fibrosi cistica, malattie autoimmuni e immunodeficienze primitive;

considerato che:

è necessario identificare e mappare i soggetti maggiormente a rischio affetti da patologie polmonari, tra cui figurano i pazienti con patologia polmonare acclarata, i soggetti in età pediatrica o adulta con fibrosi cistica, i pazienti affetti da micobatteriosi non tubercolare (NTM-PD), le persone immunodepresse, qualunque sia la causa della loro immunodepressione, e le persone immunodeficienti;

in particolare, sono tra le categorie a rischio le persone con malattia polmonare da micobatteri non tubercolari, una rara e grave infezione che colpisce prevalentemente gli individui al di sopra dei 50 anni, sottoposti a terapie immunosoppressive, e le persone affette da patologie polmonari quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), le bronchiectasie, la fibrosi cistica;

il tasso di incidenza e di mortalità delle malattie NTM-PD è in aumento e le difficoltà in fase diagnostica, sommate alla peculiare resistenza al trattamento antibatterico da parte dei micobatteri non tubercolari, rendono particolarmente arduo stabilire un percorso di gestione della malattia, che deve essere personalizzato paziente per paziente;

l'incidenza di queste malattie nel mondo è decisamente aumentata negli anni e con essa anche i costi di ospedalizzazione dei pazienti e, purtroppo, il tasso di mortalità. La corretta identificazione precoce dell'agente infettivo è il punto di partenza di una buona diagnosi;

i pazienti affetti da NTM-PD sperimentano una sintomatologia che comprende febbre, tosse, astenia (stanchezza psicofisica generalizzata), disturbi gastrointestinali, un quadro sovrapponibile alla sintomatologia da COVID-19;

la malattia polmonare da micobatteri non tubercolari, così come tutte le altre patologie polmonari, rientra nei fattori ad altissimo rischio in caso di contagio da COVID-19,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di integrare la lista delle patologie respiratorie che prevedono l'ordine di priorità delle categorie di cittadini da vaccinare nella fase 2, inserendo anche i pazienti affetti da NTM-PD, prevedendo la sottomissione prioritaria al vaccino di tutte le categorie fragili come le persone immunodepresse, affette da malattie rare nonché tutti i caregiver.

(4-04993)

PELLEGRINI Marco, PIRRO, L'ABBATE, TRENTACOSTE, PISANI Giuseppe, GALLICCHIO, PAVANELLI, ROMAGNOLI, ABATE, ANASTASI, VACCARO, VANIN, TURCO, DONNO, LOMUTI, FEDE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:

i consulenti tecnici d'ufficio (CTU) sono nominati dal giudice in sede di giudizio e svolgono la funzione di ausiliari del giudice stesso. È attribuito loro un compito di fondamentale importanza nella ricerca della verità giudiziaria in quanto forniscono, attraverso le perizie, un apporto indispensabile per la risoluzione di controversie che richiedono precipue competenze tecniche di cui il giudice è sfornito;

il compenso del consulente tecnico è liquidato dal giudice sulla base della normativa stabilita dal decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, recante "testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia";

l'art. 50 demanda la misura degli onorari spettanti ai consulenti tecnici d'ufficio a specifiche tabelle approvate con decreto del Ministro della giustizia;

a tal fine è intervenuto il decreto ministeriale 30 maggio 2002, recante "Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori per le operazioni eseguite su disposizioni delle autorità giudiziarie in materia civile e penale", il quale prevede tabelle che distinguono 4 tipologie di onorari: fissi, variabili da un minimo ad un massimo, variabili a percentuale, variabili a tempo;

la normativa prescrive che tali tabelle debbano essere aggiornate all'aumento del costo della vita con cadenza triennale. Più precisamente, l'art. 54 del testo unico prevede che: "La misura degli onorari fissi, variabili e a tempo, è adeguata ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatisi nel triennio precedente con decreto del Ministro della Giustizia di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze";

a ben vedere tale adeguamento non è mai intervenuto e l'attesa perdura ormai da ben 15 anni;

concentrando l'attenzione sulle tariffe legate alle variabili tempo, che trovano applicazione in via residuale, si rileva che l'importo previsto per le cosiddette vacazioni orarie (pari a due ore lavorative) è fissato in 14,68 euro per la prima vacazione e ridotto a 8,15 euro per le vacazioni successive. L'importo, già di per sé modesto, non ha mai subito alcuna modifica. Ciò nonostante l'adeguamento delle tariffe al costo della vita non richiedesse valutazioni discrezionali né la verifica di condizioni di bilancio, ma al contrario fosse un obbligo imposto dal testo unico;

dal mancato adeguamento deriva la conseguenza che i giudici, nel liquidare i compensi dei CTU, si trovino ad operare scelte del tutto irragionevoli, senza che sia loro consentita alcuna interpretazione costituzionalmente orientata per adeguare i compensi. Ciò anche in considerazione degli eventuali profili di responsabilità contabile, connessi alla quantificazione dei compensi liquidati agli ausiliari, che coinvolgerebbero i giudici qualora liquidassero un compenso superiore rispetto a quanto previsto dal decreto ministeriale 30 maggio 2002, atteso che il meccanismo risulta vincolato dal testo unico ai sensi dell'art. 50. Anche al fine di palesare i suddetti profili di irragionevolezza, si vuole in questa sede precisare che se l'adeguamento prescritto fosse intervenuto, tenendo conto delle variazioni ISTAT accertate ogni triennio, i compensi liquidati avrebbero subito un aumento del 28 per cento;

considerato che, a parere degli interroganti, è lapalissiano quanto il compenso attribuito agli esperti tecnici che intervengono in giudizio quali ausiliari del giudice, anche in caso di adeguamento ai valori ISTAT (in tal caso pari a circa 5 euro l'ora per le vacazioni successive alla prima), sia ben lontano dalla soglia minima di retribuzione oraria che possa garantire la dignità del lavoratore. Peraltro, gli obiettivi programmatici del Movimento 5 Stelle sulla retribuzione oraria minima che sia pari a 9 euro lordi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda adottare in tempi brevi l'adeguamento agli indici ISTAT delle tabelle di cui al decreto ministeriale 30 maggio 2002;

se intenda assumere iniziative volte ad operare una modifica della disciplina al fine di allineare i compensi degli ausiliari tecnici del giudice ad una somma che sia sufficiente a garantire la dignità del lavoratore, pari a 9 euro lordi all'ora.

(4-04994)

ANGRISANI, ABATE, CORRADO, GRANATO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e per il Sud e la coesione territoriale. - Premesso che:

da quanto si è appreso alla presentazione ufficiale del percorso del giro d'Italia 2021, non sono comprese tappe o gare nel Meridione d'Italia;

nessuna delle 21 tappe della 104ª edizione della manifestazione ciclistica più famosa e antica del nostro Paese, che quest'anno ha un valore speciale visto che si festeggeranno i 90 anni della prestigiosa maglia rosa, conosciuta in tutto il mondo, interesserà le regioni Basilicata, Calabria e Sicilia;

per un solo giorno, quindi solo parzialmente e marginalmente, è prevista una tappa in Campania e in Puglia;

il giro d'Italia contribuisce a rappresentare il nostro Paese nel mondo costituendo un evento di dimensioni sportive planetarie seguito con passione, entusiasmo ed interesse in tutto il mondo;

il ciclismo è uno sport di storica rilevanza nazionale che va incoraggiato e sponsorizzato in tutti i territori del Paese insieme all'intero patrimonio paesaggistico nazionale;

considerato che:

in un'ottica di sviluppo della cultura ciclistica e dell'uso della bicicletta, per uso sia amatoriale che sportivo, è fondamentale incentivare e coinvolgere attraverso la passione sportiva tutti i cittadini d'Italia, soprattutto al Sud dove il cicloturismo, le piste e i percorsi ciclabili stentano a diventare di "ordinarietà urbanistica";

la storia, la natura e le tradizioni del Sud non possono mancare in una vetrina internazionale qual è il giro d'Italia,

si chiede di sapere:

se non si abbia intenzione di proporre lo stanziamento dei fondi necessari per favorire in futuro la realizzazione di tappe del giro in luoghi e territori disagiati, destinati dunque a valorizzare le risorse paesaggistiche e storico-naturalistiche spesso sottovalutate e sconosciute del Sud, e che possono rappresentare importanti occasioni di sviluppo e significativo volano dell'economia, del turismo e dell'occupazione nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia;

quali azioni si intenda mettere in atto per assicurare che il Sud sia adeguatamente presente nella prossima edizione del giro d'Italia.

(4-04995)

DE BERTOLDI - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

con una lettera a firma del presidente nazionale Claudio Demozzi, il sindacato nazionale agenti di assicurazione (SNA) ha ribadito la necessità di prevedere il differimento dell'entrata in vigore (fissata per il prossimo marzo) delle nuove disposizioni riguardanti il contratto base di assicurazione per la responsabilità civile degli autoveicoli, nonché il rinvio dell'obbligo per gli agenti di interrogare il "preventivatore IVASS" ad ogni rinnovo e stipula di contratti;

tali nuovi obblighi, a parere del sindacato, ostacolano la diffusione del plurimandato, ed introducono ulteriori adempimenti burocratici il cui riflesso positivo per gli interessi degli assicurati appare assai remoto e complesso;

le modalità con le quali l'IVASS ed il Ministero dello sviluppo economico hanno disposto le norme applicative previste dall'articolo 22 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, per favorire la concorrenza e la tutela del consumatore nel mercato assicurativo, appaiono a giudizio dello SNA fortemente penalizzanti (ad oltre 8 anni dall'entrata in vigore delle disposizioni), considerato che la volontà del legislatore sembra stravolgere le modalità attuative introdotte nel passato, con l'intento di ottenere risultati molto lontani da quelli auspicati in materia di crescita e di sviluppo del mercato assicurativo;

il comma 13 dell'articolo 22 dispone al riguardo che: "anche al fine di incentivare lo sviluppo delle forme di collaborazione di cui ai commi precedenti e di fornire impulso alla concorrenza attraverso l'eliminazione di ostacoli di carattere tecnologico, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'IVASS, sentite l'ANIA e le principali associazioni rappresentative degli intermediari assicurativi, dovrà definire standard tecnici uniformi ai fini di una piattaforma di interfaccia comune per la gestione e conclusione dei contratti assicurativi, anche con riferimento alle attività di preventivazione, monitoraggio e valutazione";

la disposizione non sembra aver ottenuto effetti positivi e durevoli sul tessuto socioeconomico del settore, mentre le conseguenze hanno ulteriormente appesantito gli oneri burocratici e gli adempimenti nei riguardi degli agenti assicurativi, peraltro considerati inutili,

si chiede di sapere:

quali valutazioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda esprimere in relazione alle criticità esposte;

se condivida le osservazioni richiamate, con riferimento agli effetti negativi e penalizzanti previsti dalle norme applicative dell'articolo 22 del decreto-legge n. 179 del 2012;

quali iniziative urgenti e necessarie intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di modificare l'attuale quadro normativo, riguardante il contratto base di responsabilità civile auto e l'obbligo per gli agenti di interrogare il "preventivatore IVASS" ad ogni rinnovo e stipula di contratti, anche attraverso l'istituzione di un tavolo di lavoro con i rappresentanti dello SNA e dell'IVASS, al fine di addivenire a soluzioni condivise in grado di migliorare le disposizioni vigenti in materia di concorrenza e di tutela del consumatore nel mercato assicurativo, che appaiono fortemente critiche e svantaggiose per il settore assicurativo.

(4-04996)

ANGRISANI, ABATE, CORRADO, GRANATO - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per il Sud e la coesione territoriale e dello sviluppo economico. - Premesso che:

il network e l'intero comparto infrastrutturale dell'alta velocità e alta capacità è da tempo protagonista di una profonda trasformazione negli stili di vita e di lavoro delle persone e nella mobilità nel Paese;

l'alta velocità ha ridotto le distanze, e avvicinato i cittadini, determinando benefici effetti nell'economia e nei livelli occupazionali nazionali negli ultimi anni;

il settore della lunga percorrenza del trasporto ferroviario italiano rappresenta, nel complessivo sistema dei trasporti, nel turismo, nel commercio, una prospettiva di crescita dell'intera nazione;

da notizie di stampa nazionali e locali, si è appreso dell'ipotesi progettuale da parte dei vertici della direzione investimenti e produzione di Rete ferroviaria italiana SpA (gestore dell'infrastruttura ferroviaria nonché società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane SpA, società in house) che non è in previsione una stazione che interessi il territorio dell'agro nocerino-sarnese, una delle aree più densamente popolate della provincia di Salerno, e che dunque buona parte della provincia di Salerno sarebbe priva di fermate e conseguentemente esclusa dalla nuova direttrice ferroviaria;

considerato che:

il decreto "rilancio" ha previsto uno stanziamento di circa 40 milioni di euro per lo studio di fattibilità tecnico-economica per il potenziamento della linea veloce tra cui è compresa anche la linea ad alta velocità e alta capacità Salerno-Reggio Calabria;

la realizzazione di tali infrastrutture potrebbe rappresentare una grande opportunità di sviluppo e occupazione e sarebbero di enorme rilevanza socio-economica per un territorio come l'agro nocerino-sarnese ad alta intensità abitativa, con poche infrastrutture di rilievo strategico, anche in una prospettiva di piena funzionalizzazione delle zone economiche speciali previste in loco, ovvero maggiore accessibilità e connettività dei comuni di riferimento con mobilità sostenibile;

nel tratto dell'alta velocità ubicato in località Torricchio esiste un nodo di interscambio nella zona Starza, ai confini dei comuni Nocera Superiore e Nocera Inferiore, vicino anche alla nuova arteria provinciale di collegamento che rende facilmente raggiungibili i comuni di Roccapiemonte e Castel San Giorgio;

il posto di movimento Torricchio, lungo il primo tratto, direzione nord, della linea ferroviaria ad alta capacità Napoli-Salerno (a monte del Vesuvio) è dotato di 2 binari di precedenza, rispettivamente di 625 e 631 metri, con deviatoi d'ingresso e d'uscita percorribili a 60 chilometri orari;

tale impianto ferroviario è situato tra bivio Santa Lucia (diramazione, da Salerno, per Nocera Inferiore-Torrichio) e bivio Sarno (diramazione, da Salerno, per Sarno-Napoli), attualmente serve per effettuare anche le precedenze, è attraversato da tutti i servizi ferroviari cargo che transitano per Salerno, dai servizi ferroviari passeggeri regionali da Napoli per Eboli, Potenza, Taranto, Sapri e Paola e viceversa, oltre che dai servizi ad alta velocità, effettuati da Trenitalia e Nuovo trasporto viaggiatori, con origine o destinazione a Salerno, Sibari o Reggio Calabria centrale;

la creazione di una stazione passeggeri costituirebbe un incentivo all'utilizzo del treno lungo una linea che non presenta criticità ricorrenti, senza passaggi a livello, darebbe la possibilità di raggiungere, attraverso i treni regionali, Napoli centrale in meno di 30 minuti e Salerno in meno di 10 minuti;

il bacino di utenza di una nuova stazione nell'agro nocerino-sarnese sarebbe di circa 400.000 cittadini e offrirebbe una buona connettività, oltre che con le rispettive stazioni ferroviarie, anche con le principali arterie autostradali, in una forbice di territorio tra l'autostrada A3 Napoli-Salerno e la A30 Caserta-Salerno,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano valutare le prospettive ed i vantaggi di una stazione di fermata sul territorio dell'agro nocerino-sarnese;

in particolare, se intendano convocare un tavolo istituzionale per ipotizzare la conversione del posto di movimento Torricchio, ubicato nel comune di Nocera Superiore, in stazione passeggeri.

(4-04997)

LANNUTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per gli affari europei. - Premesso che:

il 2 marzo 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto l'impugnazione dell'autorità antitrust europea che considerava "aiuto di Stato" i fondi concessi dal fondo interbancario (FITD) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014. La Corte ha dunque confermato la sentenza del Tribunale, risalente al 2019, secondo cui i fondi non costituivano aiuti di Stato in quanto non controllati dalle autorità pubbliche italiane e, di conseguenza, ha bocciato definitivamente quanto deciso dall'antitrust europeo che aveva ordinato all'Italia di recuperare da Tercas aiuti di Stato per un importo pari a 295,14 milioni di euro;

il caso, che risale al 2013, è stato determinante nella successiva gestione delle crisi bancarie. Allora, la Popolare di Bari manifestò l'interesse alla sottoscrizione di un aumento di capitale di Tercas, un'altra banca italiana a capitale privato, che era stata posta in regime di amministrazione straordinaria in seguito ad irregolarità accertate dalla Vigilanza della Banca d'Italia. L'interesse della Popolare di Bari era subordinato al fatto che il FITD coprisse il deficit patrimoniale di Tercas: il FITD è il consorzio di diritto privato tra banche, di tipo mutualistico, che ha l'obbligo di intervenire a titolo di garanzia legale dei depositi in caso di liquidazione coatta amministrativa di uno dei suoi membri. Nel 2014, dopo essersi sincerato che un intervento preventivo a favore di Tercas sarebbe stato economicamente più vantaggioso del rimborso dei depositanti di tale banca in caso di liquidazione coatta amministrativa, il fondo decise di coprire il deficit patrimoniale di Tercas e di concederle garanzie, misure approvate dalla Banca d'Italia. Il 23 dicembre 2015, però, la Commissione europea intervenne sostenendo che si trattava di aiuto di Stato illegittimo concesso dall'Italia a Tercas e ne ordinò il recupero;

l'Italia fece ricorso sostenendo che tale intervento non era né imputabile allo Stato italiano, né finanziato mediante risorse statali. Il 2 marzo 2021, rigettando l'impugnazione presentata dalla Commissione, la Corte di giustizia, riunita in grande sezione, ha dunque specificato la propria giurisprudenza in materia di imputabilità allo Stato di misure di aiuto concesse da un ente di diritto privato che non è né un organismo statale né un'impresa pubblica. Secondo la Corte, infatti, "il tribunale non ha commesso errori dichiarando che gli indizi presentati dalla commissione per dimostrare l'influenza delle autorità pubbliche italiane sul FITD non permettono di imputare il suo intervento a favore di Tercas alle autorità italiane". Bocciando, quindi, la linea della Commissione UE;

considerando, inoltre, che:

l'Associazione bancaria italiana ha accolto la sentenza del 2 marzo con una nota in cui esprime "grande soddisfazione" e ricorda "la sentenza del 19 marzo 2019 del Tribunale europeo che già aveva giudicato erronea ed annullato la decisione della Commissione Europea di ritenere 'aiuto di Stato' l'intervento predisposto nel 2014 dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per il salvataggio di Banca Tercas: la Corte di Giustizia ha ora definitivamente accertato un 'errore di diritto della precedente Commissione europea sul caso Tercas";

la decisione della commissaria europea Margrethe Vestager, a giudizio dell'interrogante servile agli interessi tedeschi, procurò danni enormi al sistema bancario, costringendo la Banca d'Italia ad anticipare il bail-in il 21 novembre 2015 per 4 banche in risoluzione, gettando sul lastrico ben 130.000 famiglie, determinando suicidi e disperazione in quei risparmiatori che si erano visti azzerare tutti i sudati risparmi di una vita. Il fermo al fondo interbancario ha avuto enormi effetti anche nelle crisi successive a quelle di Tercas, a cominciare dalle 4 banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara) che con il FITD non sarebbero finite in risoluzione. È giusto ricordare che per quelle 4 banche il Governo italiano di allora, guidato da Matteo Renzi, varò il decreto banche sugli arbitrati, che prevedeva un recupero solo dell'80 per cento dei risparmi dei correntisti, con una perdita secca del 20 per cento, dunque, che qualcuno ora dovrebbe loro restituire;

alla fine, quel fermo al FITD ha costretto il settore bancario a spendere 2,5 miliardi di euro e ha provocato una svalutazione dei crediti deteriorati imposti dalla procedura UE al 17 per cento. La decisione della commissaria Vestager, dunque, oltre a provocare costi visibili e conteggiabili per banche e risparmiatori, ha largamente inciso sulla fiducia verso il mercato finanziario e bancario italiano, tanto che lo stesso presidente dell'ABI Antonio Patuelli ne ha chiesto le dimissioni, oltre al rimborso di risparmiatori e banche danneggiate, e ha provocato danni incalcolabili al futuro economico-finanziario del Paese,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato;

quali iniziative abbiano assunto presso le competenti sedi per assicurare agli aventi diritto il totale risarcimento dei danni derivati dall'erronea decisione della precedente Commissione europea sul caso Tercas, che ha creato danni incalcolabili nell'economia del Paese e sfiducia dei cittadini italiani verso le istituzioni;

quali siano le iniziative di competenza poste in essere, anche nelle sedi europee, a tutela delle banche potenzialmente danneggiate e dei risparmiatori saccheggiati a causa di quell'illecita decisione, dei loro complessi aziendali, dei territori in cui operano e, soprattutto, dei loro azionisti e di tutti gli stakeholder colpiti dalle interpretazioni della Commissione europea in tema di aiuti di Stato con riferimento alle nuove agevolazioni in tema di imposte attive differite (cosiddette DTA).

(4-04998)

BARBARO - Al Ministro dell'interno. - Premesso:

in data 11 novembre 2020, l'interrogante ha presentato l'atto di sindacato ispettivo 4-04407 al Ministro in indirizzo, domandando i provvedimenti intrapresi e quelli da intraprendere al fine di fronteggiare l'emergenza sbarchi presso l'isola di Pantelleria, sottoposta ad una situazione insostenibile ed insopportabile dovuta all'impattante presenza di migranti, con forte nocumento sia per gli abitanti che per gli operatori delle forze dell'ordine stanziati sul territorio;

l'interrogazione non ha ancora ricevuto risposta;

l'approssimarsi della primavera e delle migliori condizioni climatiche renderà il problema ancora più significativo, con il rischio concreto del collasso dell'unico centro di prima accoglienza situato nell'isola;

nel mese di febbraio 2021, i Carabinieri delle stazioni operanti sul territorio della provincia di Trapani, impegnati nei servizi di ordine pubblico presso il centro di permanenza per i rimpatri, hanno tratto in arresto 10 cittadini extracomunitari di nazionalità tunisina, ritenuti responsabili del reato di reingresso illegale sul territorio nazionale, sbarcati clandestinamente sull'isola di Pantelleria lo scorso 18 febbraio,

si chiede di conoscere:

quanti siano i migranti sbarcati a Pantelleria nel 2020 e nel 2021, quanti di loro abbiano fatto perdere le loro tracce in seguito all'identificazione e quanti, pur rimpatriati, siano ritornati nuovamente in Italia attraverso l'isola di Pantelleria;

come il Ministro in indirizzo intenda fronteggiare questa emergenza, che crea disagi ai cittadini di varia natura, compresi quelli relativi all'impossibilità di rispettare le prescrizioni di profilassi anti COVID nel centro di prima accoglienza istituito presso l'ex caserma "V. Barone" dell'isola di Pantelleria.

(4-04999)

IANNONE - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

il Comune di Cercola, nell'area metropolitana di Napoli, è proprietario del complesso sportivo di via Matilde Serao, composto da uno stadio (5.000 posti a sedere), un palazzetto dello sport (1.000 posti a sedere), una tensostruttura, una palazzina con uffici e sale riunioni, una vasta area parcheggio, un'arena per eventi, due campi da tennis scoperti, un campo di basket. Il valore immobiliare si stima intorno ai 30 milioni di euro;

nell'aprile 2013 la gestione ventennale di questo complesso sportivo affidata alla FIPAV Campania, attraverso regolare gara nel 2009, fu interrotta unilateralmente dal Comune di Cercola, attraverso la determina dirigenziale n. 319 del 29 aprile 2013. Il Comune contestò alla FIPAV Campania diverse violazioni alla convenzione stipulata il 14 dicembre 2009 tra il Comune di Cercola e la stessa FIPAV, inadempienze riconducibili al mancato versamento del canone mensile di appena 1.000 euro, alla mancata assunzione di 5 lavoratori socialmente utili in forza al Comune proposti dalla stessa FIPAV Campania in sede di gara e a criticità sul fronte della manutenzione ordinaria degli impianti. La FIPAV Campania impugnò al TAR Campania il provvedimento, nel 2018 si è avuta sentenza favorevole al Comune di Cercola;

dopo una gara deserta del 2018, è stata effettuata un'altra procedura nel 2019. Gara aggiudicata alla costituenda associazione temporanea di imprese Consorzio terzo settore e Molinari Volley Ponticelli;

al capo 4 del disciplinare di gara, allegato alla determina di indizione della gara n. 371 del 13 maggio 2019, relativamente alle capacità tecnico-professionali, dispone che: "Il concorrente dovrà dimostrare: a) pregressa esperienza in gestione di impianti similari (pubblici o privati), almeno per tre anni consecutivi nell'ultimo decennio, con indicazione degli impianti gestiti, degli estremi dei contratti stipulati, della relativa durata e dei relativi importi, esito delle gestioni e/o sussistenza di contenziosi. Con riferimento al concetto di impianti multidisciplinari si precisa che devono trattarsi di impianti in cui siano svolti e/o stati svolti più discipline sportive, attinenti all'oggetto dell'affidamento". Invece, da quanto si apprende dalla stampa locale ("Il Secolo Nuovo") sarebbero irregolari i requisiti tecnico-professionali presentati alla stazione appaltante dalla Molinari Volley Ponticelli. Addirittura, tra le esperienze gestionali che la Molinari Volley Ponticelli ha presentato in sede di gara arriva clamorosamente la triennale (2012-2015) gestione del complesso sportivo di via Matilde Serao, quando, comunque, nello stesso periodo ci fu l'interruzione del rapporto contrattuale tra la FIPAV e il Comune di Cercola (determina dirigenziale n. 319 del 29 aprile 2013). Potrebbe essere irregolare la convenzione tra Molinari e FIPAV Campania, durata da maggio 2012 a maggio 2015, riconducibile a parte del periodo relativo alla rescissione del contratto adottato dal Comune di Cercola, in quanto la Molinari Volley ha presentato un accordo, attraverso scrittura privata non registrata all'Agenzia delle entrate con il quale si dispose per la Molinari la cessione della quasi totalità delle attività previste dalla convenzione, previsione vietata espressamente dall'art. 12 della convenzione stessa che fissa quanto segue: "È vietata la cessione delle attività oggetto della presente convenzione, pena della sua nullità, mentre il sub affidamento sono nel rispetto dell'art. 118 del decreto legislativo 163/2006";

le altre esperienze gestionali presentate dalla Molinari Volley sia in termini di durata che in riferimento ad alcune criticità relative agli atti concessori mancanti risultano non rispondenti ai requisiti della lex specialis della procedura di affidamento in concessione ad evidenza pubblica del complesso sportivo di via Serao;

come appreso dalla stampa locale anche il progetto definitivo unitario presentato al Comune di Cercola ed approvato dalla Giunta municipale con deliberazione n. 20 del 31 gennaio 2020 è denso di violazioni al vigente piano regolatore generale. Nell'ARU 3, area di riferimento urbanistico del vigente PRG dove ricade il complesso sportivo di via Serao, infatti, sono ammesse solo attrezzature, anche private, però ad esclusivo interesse pubblico (aree C2 e C3). Il progetto presentato in sede di gara ed approvato dalla Giunta municipale farà nascere, invece, in quella zona un megaristorante, annesso bar, con 200 posti a sedere; un ostello con 10 camere doppie; ed addirittura un solarium con piscina balneare con spazio annesso per contenere fino a 150 utenti. Destinazioni che rientrano nel terziario commerciale che urtano sensibilmente con la vocazione sportiva assegnata dallo strumento urbanistico comunale vigente in un'ottica di riqualificazione delle periferie, quale quella depressa di Caravita;

dagli atti della procedura di affidamento in concessione del complessivo sportivo di via Matilde Serao non si evince nessun criterio o metodo trasparente di reclutamento dei tre componenti della commissione di gara. Tra i nominati dal responsabile unico del procedimento, capo dell'ufficio tecnico comunale, balza agli onori delle cronache giornalistiche locali la figura del tecnico del consorzio intercomunale dei servizi cimiteriali dei Comuni di Cercola, Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio, ovvero colui che approvò, in violazione del piano regolatore cimiteriale, il project financing per la costruzione del più grande impianto crematorio d'Italia, proprio nel parco nazionale del Vesuvio. Poi, a seguito di esposti delle opposizioni consiliari dei Comuni consorziati e della rivolta popolare, l'assemblea dei sindaci dispose il ritiro del progetto;

nonostante non fosse previsto dagli atti di gara, neanche nelle migliorie, l'associazione vincitrice ha presentato nel progetto definitivo, poi realizzato a settembre 2020, il rifacimento del manto in erba sintetico per lo stadio comunale. A luglio 2019 il complesso sportivo fu teatro delle universiadi, ospitando gare di calcio e basket; per tale occasione fu rifatto il manto in erba naturale dello stadio comunale, furono impiegate diverse centinaia di migliaia di euro di fondi regionali. A distanza di pochi mesi nel novembre 2020 il manto in erba naturale risultò completamente distrutto, L'associazione di imprese entrò in possesso degli impianti già dall'agosto 2020. Non fu tenuta nemmeno in considerazione la precedente deliberazione di Giunta municipale n. 5 del 19 gennaio 2018 dell'amministrazione Fiengo, che nel prevedere gli indirizzi di gara al responsabile del servizio provvide ad inserire nella delibera testuale disposizione "vengano salvaguardate le attività sportive dei cosiddetti sport minori o poveri, quali l'atletica leggera". Il manto in erba sintetico fa allontanare dagli impianti di Cercola gli eventi nazionali relativi ai meeting di atletica leggera che precedono il lancio del peso disco e martello, lanci che non si possono effettuare su un manto in erba sintetica,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga che le procedure di gara svolte dal Comune di Cercola siano tenute nel rispetto della legge in materia;

se intenda attivare ogni suo potere per accertare che il Comune abbia garantito i principi di trasparenza, obiettività e terzietà di giudizio a tutela della legalità.

(4-05000)

RAUTI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

sulla Gazzetta Ufficiale n. 322 del 30 dicembre 2020 è stata pubblicata la legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio per il 2021);

l'articolo 1, comma 873, prevede che "al fine di assicurare i necessari standard di funzionalità dell'amministrazione e delle relative strutture interne, anche in relazione ai peculiari compiti in materia di politiche di tutela, coordinamento e programmazione dei settori agroalimentare, dell'ippica, della pesca e forestale, nonché per adeguare tempestivamente i livelli dei servizi alle nuove esigenze anche a seguito degli effetti derivanti dall'emergenza da COVID-19, e far fronte, conseguentemente, alla necessità di coprire le vacanze di organico, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per il biennio 2021-2022, è autorizzato a bandire procedure concorsuali pubbliche, secondo i principi e i criteri direttivi di cui agli articoli 247, 248 e 249 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, e conseguentemente ad assumere, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali e nei limiti della vigente dotazione organica, un contingente di 140 unità di personale, di cui 58 unità da inquadrare nell'Area III, posizione economica F1, e 28 unità nell'Area II, posizione economica F2, da assumere nell'anno 2021 e 30 unità da inquadrare nell'Area III, posizione economica F1, 21 unità nell'Area II, posizione economica F2, e 3 unità di personale dirigenziale di seconda fascia da assumere nell'anno 2022";

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 agosto 2019, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 234 del 5 ottobre 2019, sul quale l'interrogante ha presentato l'atto di sindacato ispettivo 4-02892, in data 12 febbraio 2020, ad oggi senza alcuna risposta, ha disposto, altresì, l'assunzione, per i ruoli agricoltura ed ICQRF del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali delle seguenti unità: ruolo agricoltura, 8 assistenti amministrativi, 10 assistenti agrari, 12 funzionari amministrativi, 10 funzionari agrari, 4 funzionari informatici; ruolo ICQRF, 5 addetti, 13 assistenti amministrativi, 7 assistenti di laboratorio, 6 assistenti agrari, un addetto amministrativo;

considerato che:

lo stesso decreto ha autorizzato il medesimo Dicastero a bandire anche procedure selettive per la progressione tra le aree riservate al personale interno di ruolo, ai sensi dell'articolo 22, comma 15, del decreto legislativo n. 75 del 2017;

le autorizzazioni e le assunzioni potrebbero rafforzare concretamente le strutture del Ministero,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto, quale sia lo stato di avanzamento delle procedure e con quali tempistiche ritenga di attivare i procedimenti relativi alla pubblicazione dei bandi di concorso citati.

(4-05001)

IANNONE - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell'istruzione e per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:

abbattere le barriere architettoniche e mentali è sicuramente uno dei principali obiettivi cui una società civile deve tendere affinché venga garantita la massima inclusione sociale in un'ottica di pari opportunità;

ogni amministrazione ha, dunque, il dovere di porre in essere tutte le azioni utili per garantire i diritti delle persone con disabilità, assicurando loro la piena ed autonoma accessibilità a tutti gli spazi, la massima integrazione ed il raggiungimento di un soddisfacente livello di vita e di inserimento sociale;

di recente, è pervenuta all'interrogante una segnalazione relativa ad alcune presunte deficienze dell'amministrazione comunale di Cicciano (Napoli) in ordine alle azioni poste in essere per le persone che vivono in condizioni di disagio fisico;

in particolare, sembrerebbe che con delibera della Giunta municipale n. 74 del 9 luglio 2019 sia stato dato mandato al responsabile del settore Polizia municipale di avviare la gestione delle aree di sosta a pagamento, imponendo anche il pagamento del ticket nelle aree delimitate dalle strisce di colore blu ai possessori del contrassegno per disabili, laddove i posti loro destinati risultassero occupati;

a tal proposito la Corte di cassazione ha rilevato che: "L'agevolazione economica della gratuità della sosta rappresenta quindi un incentivo per indurre le persone disabili a condurre una vita di relazione assimilabile a quella delle persone normodotate" (Cassazione civile, sezione I, sentenza 7 ottobre 2019, n. 24936);

inoltre, sembrerebbe che i fondi destinati alla messa in sicurezza dei marciapiedi e abbattimento delle barriere architettoniche, pari a 90.000 euro, sarebbero stati impiegati per la verniciatura dei marciapiedi che tuttavia continuerebbero a non rispettare le prescrizioni di accessibilità;

da ultimo è stato segnalato un problema legato alle condizioni di sicurezza e all'idoneità dell'automezzo destinato al trasporto a scuola dei bambini normodotati e di quelli con disabilità;

in particolare, con delibera n. 91 del 9 settembre 2019 il Comune di Cicciano avrebbe acquistato uno scuolabus usato immatricolato civile nel 2006 e dismesso da almeno 4 precedenti proprietari sprovvisto, tra l'altro, della pedana elettrica utile a consentire il trasporto dei bambini affetti da disabilità;

sembrerebbe essere stata negata l'accessibilità allo scuolabus comunale ad un bambino con disabilità fisica i cui genitori avevano inoltrato la relativa istanza solo in un momento successivo all'inizio dell'anno scolastico al fine di consentire al figlio di godere degli stessi diritti dei compagni di classe;

in ordine al respingimento del responsabile del settore, il garante regionale dei diritti delle persone con disabilità avrebbe chiesto chiarimenti al sindaco, mai ricevuti;

il nostro ordinamento tende ad assicurare ai disabili la rimozione di ogni impedimento al raggiungimento di un soddisfacente livello di vita e di inserimento sociale e sancisce l'effettività del diritto di avvalersi di trasporti posti a beneficio di tutti i bambini senza trattamenti discriminatori;

a tal proposito vale la pena ricordare che la legge 5 febbraio 1992, n. 104, all'art. 26 prevede che "i comuni assicurano, nell'ambito delle proprie ordinarie risorse di bilancio, modalità di trasporto individuali per le persone handicappate non in grado di servirsi dei mezzi pubblici";

appare, pertanto, doveroso un immediato intervento delle autorità competenti volto a garantire una città accessibile e fruibile a tutti, oltre a mezzi di trasporto idonei e sicuri;

ciascun bambino ha, infatti, il diritto di recarsi a scuola insieme ai propri compagni, a prescindere dalle sue condizioni di salute e ciò, tra l'altro, costituisce un obbligo inderogabile anche perché strumentale all'adempimento del diritto allo studio del disabile,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la loro gravità, quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di sollecitare un intervento delle autorità competenti per addivenire all'individuazione di una doverosa soluzione circa le vicende descritte e se non intendano adottare provvedimenti utili ad impedire il ripetersi di episodi analoghi.

(4-05002)

ZAFFINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

in data 25 febbraio 2021, una nota testata nazionale ha pubblicato un'inchiesta sui numeri della vaccinazione indirizzata agli over 80, mettendo a confronto i piani vaccinali francese e italiano;

dall'inchiesta emergerebbero delle differenze inspiegabili nel numero di vaccinati nei due Paesi, al punto che il redattore parla di un "esercito di anziani in più" vaccinato in Francia rispetto a quanto fatto in Italia;

in particolare la Francia avrebbe coperto almeno 485.000 persone in più nella fascia di età dei settantenni (70-79) e almeno 406.000 in più fra chi ha 80 anni e oltre, pur con dimensioni della popolazione quasi uguali in queste due fasce d'età;

il giornalista si chiede come si sia concretizzata una simile disparità, dal momento che quasi 9 vittime su 10 appartengono alla fascia di età più penalizzata in Italia; in particolare il giornalista riferisce quanto di seguito riportato;

a differenza di quanto fatto in Francia, in Italia il piano del Ministro della salute ha riconosciuto una priorità vaccinale al "personale sociosanitario" definito "in prima linea", a prescindere dall'età degli addetti. In Francia invece un comitato di esperti dell'Haute autorité de santé ha raccomandato di dare priorità alle persone di oltre 75 anni, poi a quelle di oltre 65 anni e in terzo luogo ai professionisti del settore sanitario o socio-sanitario "di almeno 50 anni" o a rischio per altri motivi (elencando 60 studi scientifici a supporto del proprio parere);

tuttavia la differente strategia adottata dai due Paesi non giustificherebbe comunque il divario numerico nella quantità di vaccini somministrata ai nostri anziani. I settantenni (70-79 anni) in Italia avrebbero ricevuto appena il 3,7 per cento delle dosi nonostante rappresentino il 10 per cento della popolazione e uno su 10, se contagiato, muoia. Anche i ventenni (20-29) rappresentano il 10 per cento della popolazione, eppure avrebbero ricevuto il 10 per cento delle dosi nonostante il tasso di mortalità in questa fascia sarebbe di un contagiato su 1.000. Gli ottantenni, il cui tasso di mortalità per COVID-19 sarebbe di 2 ogni 10 contagiati, avrebbero invece avuto molte meno dosi dei trentenni, il cui tasso di mortalità sarebbe di 6 su 1.000 casi;

il "personale socio-sanitario" invece avrebbe ricevuto 2,25 milioni di dosi, quando in base ai dati ufficiali ISTAT l'intero personale sanitario italiano pubblico e privato (medici generici e specializzati, infermieri, odontoiatri, ostetriche, farmacisti) risulterebbe di 725.000 persone. Per vaccinarle tutte con doppia dose sarebbero bastate quindi 1,4 milioni di dosi. Invece il personale socio-sanitario ne avrebbe assorbite 800.000 in più, numero quasi uguale a quello degli anziani in meno vaccinati rispetto ai loro coetanei francesi;

sembrerebbe quindi che le 800.000 dosi mancanti per gli anziani non siano finite al personale socio-sanitario "in prima linea" come da piano strategico del Ministero, ma che in parte siano andate agli iscritti di un certo numero di ordini professionali collegati più o meno direttamente al mondo sanitario (anche solo ai laboratori di ricerca), o iscritti agli ordini ma in pensione, oppure ad almeno parte dei circa 350.000 addetti amministrativi della sanità pubblica o privata,

si chiede di sapere se i vaccini siano andati prioritariamente solo al personale sociosanitario di prima linea o anche a quello indirettamente legato alla categoria, e come il Ministro in indirizzo spieghi la carenza di dosi vaccinali per la popolazione più anziana sia nella fascia di età 70-79 che in quella degli over 80.

(4-05003)

PARAGONE - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

nel 2017 lo Stato italiano ha salvato banca Monte dei Paschi di Siena, al costo di 5,4 miliardi di euro: 4 miliardi circa per iniettare liquidità tramite ricapitalizzazione precauzionale e 1,5 miliardi per acquistare le azioni assegnate ai titolari di obbligazioni subordinate della banca senese;

oggi il Ministero dell'economia e delle finanze è il primo azionista di MPS di cui detiene il 68,24 per cento del capitale. Il salvataggio del 2017 è stato fatto al prezzo di 7 euro in media per azione, 6,49 euro per l'aumento di capitale e 8,65 euro per i possessori dei bond. Attualmente il valore delle azioni pari a 1,25 euro sta però causando notevoli perdite per lo Stato calcolate in 4,4 miliardi di euro, l'82 per cento di quanto investito;

secondo una stima dell'associazione dei consumatori "Consumerismo no profit", riportata anche in un articolo del 20 febbraio 2021 sul quotidiano "Finanza On Line", alla luce di quanto perso rilevando la partecipazione in MPS, pari a circa 60 milioni di euro, l'operazione sarebbe costata a ciascun cittadino 73 euro, circa 167 euro per famiglia;

considerato che:

come evidenziato nell'articolo, sulla banca pesano, inoltre, cause legali per un valore pari a 10 miliardi di euro. Fra i contenziosi più rilevanti quello aperto fra il Monte dei Paschi di Siena e la fondazione MPS, che ha chiesto alla banca nel complesso 3,8 miliardi di euro. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Milano Finanza", lo Stato starebbe valutando l'ipotesi di farsi carico anche di questo costo poiché sarebbe pressoché impossibile riuscire a trovare un'altra banca disposta a comprare o fondersi con MPS. Per questa operazione è stato stimato che il contribuente italiano spenderebbe ulteriori 166 euro (383 euro a famiglia);

stando a quanto si apprende, lo Stato sarebbe pronto a versare altri 2,4 miliardi di euro di crediti fiscali a banca MPS per stimolare l'acquisto da parte di un altro gruppo bancario, il tutto al costo di ulteriori 40 euro per il singolo cittadino, 91,80 a famiglia;

considerato altresì che:

una parte dei crediti deteriorati di MPS, pari a circa 8 miliardi di euro, sono passati a una partecipata pubblica, la AMCO Asset management company, società italiana controllata del Ministero dell'economia attiva nel settore finanziario, in particolare per gestione e recupero di crediti deteriorati, che, secondo alcuni operatori del settore, li avrebbe pagati fino al 20 per cento in più. La differenza fra il valore di mercato e il prezzo dell'operazione AMCO rappresenterebbe un ulteriore appesantimento per il contribuente stimato in 33 euro, 76,5 euro a famiglia, come rilevato da Consumerismo no profit;

tutto il salvataggio della più antica banca in attività, nonché la più longeva al mondo, potrebbe costare fino a 717 euro ad ogni famiglia italiana,

si chiede di sapere:

quali ulteriori iniziative il Ministro in indirizzo intenda avviare nell'operazione Monte dei Paschi di Siena e se corrisponda al vero la notizia, rilanciata dal quotidiano "Milano Finanza" secondo cui sarebbe intenzionato a intervenire finanziariamente per coprire il contenzioso legale di quasi 10 miliardi di euro o, per favorirne l'aggregazione, concedere una dote generosa di sgravi fiscali;

quali misure intenda adottare per evitare che i nuovi costi del salvataggio di banca MPS, che ha chiuso 8 degli ultimi 10 bilanci in perdita e opera in un settore con redditività in crollo verticale, siano a carico del contribuente italiano, già sottoposto alla dura prova della pandemia;

se non ritenga inopportuna la nomina dell'ex Ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, presidente designato di Unicredit, fra i "cavalieri bianchi" del salvataggio di MPS intenzionato a portare avanti l'operazione con "neutralità di capitale" per la propria banca ovvero contando sulla dote pubblica e se, in merito a questo, intenda affrontare e predisporre una seria normativa che impedisca il meccanismo delle "porte girevoli" tra vigilanti e vigilati in modo da prevenire situazioni future di conflitto di interessi;

se intenda fare chiarezza sul rispetto della scadenza pattuita fra il Ministero, azionista fra l'altro di Rocca Salimbeni al 68 per cento, e la Commissione europea per l'uscita dal capitale entro il 2021.

(4-05004)

IANNONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per il Sud e la coesione territoriale. - Premesso che:

in data 24 febbraio 2021 la "Gazzetta dello Sport" ha pubblicato il percorso del giro d'Italia 2021;

esso esclude praticamente tutta l'Italia al di sotto di Cassino e le isole;

tale scelta non è un episodio isolato, infatti da uno studio sui tracciati del giro degli ultimi 12 anni emerge che: a) il 55,30 per cento dei chilometri totali percorsi degli ultimi 12 anni è stato nelle regioni settentrionali, il 6,30 per cento all'estero e solo il restante 38,40 per cento nell'Italia peninsulare ed isole; b) il giro in 12 anni ha percorso più chilometri nei Paesi Bassi (840) che in Sardegna (575); c) il giro ha praticamente percorso in 12 anni lo stesso numero di chilometri in Basilicata ed in Israele; d) per 7 volte ha terminato il suo percorso a Milano, una a Brescia, una a Torino, una a Trieste, due a Verona ed una a Roma;

tale scelta esula da ragioni puramente tecniche, infatti da un confronto dei tracciati del tour de France degli stessi anni emerge che: a) la necessità di avere percorsi di montagna per una competizione a tappe impone una prevalenza dei territori alpini e pirenaici; b) per il resto del Paese, ad eccezione di Parigi che è sempre stata sede della tappa finale della competizione, vige un sostanziale criterio di alternanza, ci sono anni in cui il tour si disputa esclusivamente nel sud del Paese, altri in cui si dedica alle zone settentrionali (fatte salve sempre le tappe alpine e pirenaiche), altri in cui esclude la zona atlantica, altri in cui si svolge in prevalenza nella zona centrale ed orientale nessuna parte del resto del Paese appare quindi discriminata; c) nel giro d'Italia invece il Triveneto non scende mai sotto il 17 per cento dei chilometri totali arrivando al 31 per cento dell'edizione attuale, la Sicilia è stata esclusa per 8 edizioni su 12, mentre l'Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia non lo sono state mai; d) pur tenendo conto dell'innegabile necessità di avere un cospicuo numero di tappe di montagna alpine è inspiegabile come l'alternanza, che in Francia coinvolge tutto il resto del Paese, nel giro coinvolga solo l'Italia dalla "linea gotica" in su;

visto il ruolo storico e simbolico del giro d'Italia come fenomeno aggregante e costituente dell'identità nazionale;

visto il ruolo di promozione turistica in Italia ed all'estero della competizione,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti e quali iniziative intenda adottare per promuovere un cambio di rotta da parte di RCS nella scelta dei percorsi;

se ritenga opportuno mettere in atto strategie per incentivare la scelta di percorsi che coinvolgano maggiormente i territori meridionali.

(4-05005)

PARAGONE - Ai Ministri dell'interno, del lavoro e delle politiche sociali, della difesa e per la pubblica amministrazione. - Premesso che:

con decreto-legge n. 59 del 2008, art. 4, comma 1, lett. g), punto 3), "le guardie particolari giurate nell'esercizio delle funzioni di custodia e vigilanza dei beni mobili ed immobili cui sono destinate rivestono la qualità di incaricati di un pubblico servizio" in funzione dell'articolo 358 del codice penale ai sensi del quale "Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale";

gli istituti di vigilanza privata in Italia sono 2.386 ed impiegano complessivamente 86.659 addetti;

il quadro normativo di riferimento, relativo agli istituti di vigilanza privata e alle guardie particolari giurate, risale al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto n. 773 del 1931, e relativo regolamento di esecuzione di cui al regio decreto n. 635 del 1940, che, per evidenti ragioni cronologiche, non tengono conto degli sviluppi sociali, culturali e tecnologici intervenuti negli anni. Per tale ragione sarebbe opportuno intervenire sul piano legislativo per assicurare, ad esempio, il riconoscimento della figura di agente ausiliare di pubblica sicurezza, che garantirebbe alle guardie giurate maggiori tutele anche contro casi di violenze e aggressioni verbali, considerati gli ultimi casi di cronaca;

in riferimento all'ambito aeroportuale, il decreto ministeriale n. 85 del 1999, recante "Regolamento recante norme di attuazione dell'articolo 5 del decreto-legge 18 gennaio 1992, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1992, n. 217, in materia di affidamento in concessione dei servizi di sicurezza", ha attribuito alle guardie particolari giurate le mansioni precedentemente assegnate alle forze dell'ordine. Tuttavia, nonostante l'art. 5, comma 3, assegni loro l'incarico di controllo documentale, carte d'imbarco e verifica dell'identità del passeggero con richiesta delle generalità, è possibile che il soggetto interessato dalla richiesta si rifiuti di fornirle, ai sensi dell'art. 651 del codice penale, non rivestendo le guardie giurate il ruolo di pubblico ufficiale;

l'art. 2 del decreto legislativo n. 66 del 2003 non include il settore della vigilanza privata dal quadro di applicazione dello stesso decreto e pertanto l'organizzazione degli orari di lavoro delle guardie giurate, per riposi e pause, trova la propria disciplina esclusivamente nelle fonti contrattuali e non in una norma di rango primario. Per tale ragione all'interrogante risulta che non sarebbero sempre garantite, fra l'altro, le 11 ore di riposo necessarie fra un turno e l'altro, mancando il riferimento sanzionatorio per chi non rispetti tale limite, come denunciato da alcune sigle sindacali. Per le medesime ragioni, sembrerebbero non rispettate neppure le pause giornaliere che, se non fruite, sarebbero difficilmente recuperabili e il limite delle ore lavorabili, fissato dal medesimo decreto in 48 ore, oltre al riposo settimanale di 24 ore che, per lavoratori di questa categoria, sottoposti a stress e concentrazione costante, se mancasse, rischierebbe di inficiarne la necessaria lucidità;

stando a quanto si apprende, le condizioni economiche non sarebbero adeguate: la contrattazione collettiva nazionale si riferirebbe alla più bassa paga salariale prevista nell'insieme delle figure presenti nel contratto di pubblico servizio: da 1.072,35 euro (pari a 6,19 euro lordi per ora) di un sesto livello, a 1.694,04 euro (pari a 9,79 euro lordi per ora) di un primo livello. A ciò si aggiunga che le guardie giurate operano con poche tutele legali: infatti, nonostante ai sensi dell'art. 121 del contratto collettivo di lavoro "gli Istituti di Vigilanza garantiscano l'assistenza legale gratuita alle proprie G.P.G. per qualsiasi pendenza inerente ragioni di sevizio [essa] decade in caso di comprovata negligenza di servizio da parte della G.P.G.";

la normativa vigente, inoltre, contrariamente a quanto previsto per le forze dell'ordine, non prevede il lavoro in coppia, anche nel caso in cui la guardia particolare giurata debba pattugliare aree ad alto tasso di criminalità, mettendo così in forte pericolo gli operatori;

considerato che:

pur risultando sempre più alta la richiesta della figura della guardia giurata, addetta alla sola vigilanza di beni privati e pubblici, il settore, caratterizzato da continue gare d'appalto, subappalti, trasferimenti e fallimenti, non garantisce continuità lavorativa e costituisce un pregiudizio per il riconoscimento degli scatti di anzianità;

altresì, secondo il parere del Consiglio di Stato n. 1247/2008 le guardie giurate sono dedite ad "attività che per l'incidenza e la qualità delle prestazioni nonché per l'alto grado di pericolo e di specializzazione operativa erano originariamente riservati alla forza pubblica e sono stati progressivamente affidati o consentiti agli istituti di vigilanza e alle guardie particolari, in virtù di specifiche previsioni normative",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano avviare procedure per il riconoscimento dello status giuridico di ausiliari di polizia o di pubblico ufficiale alle guardie particolari giurate, così da garantire loro l'esecuzione dei propri incarichi con tutte le tutele legali del caso, permettendo lo svolgimento delle mansioni con il riconoscimento di carica istituzionale, ampliando il margine di sicurezza degli operatori e l'efficienza del servizio;

se intendano convocare urgentemente un tavolo interministeriale di confronto con le sigle sindacali per la revisione della contrattazione collettiva, avente ad oggetto le condizioni salariali, il valore e le tempistiche legate agli scatti di anzianità e la disciplina inerente gli orari di lavoro;

se intendano avviare le necessarie iniziative per l'organizzazione di un iter formativo degli addetti di vigilanza privata più serrato e puntuale;

se il Ministro dell'interno non ritenga necessario istituire presso il proprio Dicastero un registro degli addetti alla vigilanza privata, al fine di tutelare la stabilità dei posti di lavoro.

(4-05006)

IANNONE - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

il Parlamento europeo con la risoluzione approvata in data 19 settembre 2019 ha fermamente condannato i regimi totalitari tra cui anche la dittatura comunista invitando gli Stati membri a prendere le distanze da quelle atrocità commesse calpestando la libertà, la democrazia e i diritti umani;

il comunismo, negli anni delle guerre mondiali, si è diffuso come una piaga in molti Paesi dell'Europa orientale imponendo dittature, terrore e rendendosi protagonista di gravi crimini;

la nostra nazione non è rimasta indenne dall'influenza del comunismo e dal dilagante potere politico, militare ed economico dell'Unione sovietica a cui erano asserviti molti esponenti dell'estrema sinistra e dell'allora Partito comunista italiano sovente anche collegati alle organizzazioni paramilitari terroristiche, di cui la più nota è senz'altro quella delle "Brigate rosse", fautrici di gravi attentati e omicidi sul territorio italiano;

è ampiamente risaputo come in tali organizzazioni fossero infiltrate spie dei servizi segreti dell'Europa orientale su mandato dell'Unione sovietica e come esse siano state inizialmente tollerate o giustificate da esponenti politici comunisti e da pseudo intellettuali di sinistra;

sebbene consapevoli della verità storica, ancora oggi abbondano in Italia occasioni di esaltazione del comunismo, dei suoi principi e dei suoi adepti, sovente finanziate da fondi pubblici;

di recente l'interrogante ha appreso che il consiglio di amministrazione dell'università degli studi di Milano ha autorizzato l'attivazione per l'anno accademico 2020/2021 del corso per il master di secondo livello in public history e al rinnovo della convenzione con la fondazione Giangiacomo Feltrinelli per l'organizzazione del corso, come proposto dal consiglio del Dipartimento di studi storici; è quanto si legge nella comunicazione del consiglio di amministrazione della seduta ordinaria del 27 ottobre 2020 visibile sul motore di ricerca "Google";

sarebbe legittimo domandarsi su come possa un'università statale, che gode di un elevato contributo finanziario annuale pubblico, collaborare, ormai da anni, con una fondazione dedicata a Giangiacomo Feltrinelli, comunista noto per essere morto in un tentativo di attentato terroristico;

Feltrinelli, infatti, morì nel 1972 durante un'operazione di sabotaggio a Segrate, mentre cercava di far saltare un traliccio dell'alta tensione per provocare un black-out elettrico nelle zone di Milano e agevolare attacchi sovversivi verso diversi obiettivi;

è notorio, infatti, che egli fu fondatore dei "Gruppi d'azione partigiana" (GAP), organizzazione paramilitare e di guerriglia di estrema sinistra legata economicamente e militarmente all'URSS, di cui la gran parte dei membri confluì nelle Brigate rosse a seguito della scomparsa di Feltrinelli;

nel 1968 tentò la secessione della Sardegna con l'intento di trasformarla nella Cuba del Mediterraneo e affidare l'azione rivoluzionaria al criminale latitante e sequestratore Graziano Mesina;

la storia della vita di Feltrinelli dovrebbe condurre le istituzioni a prendere le distanze se non dall'ideologia comunista, sebbene condannata da più parti, quantomeno da chi sulla scia di quella stessa ideologia si è reso protagonista e complice di atti criminali, al fine di rispettare, non solo con sterile formalità, le vittime del terrorismo comunista italiano,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché le università italiane statali non veicolino con le loro azioni e progetti, utilizzando fondi pubblici, esaltazioni di esponenti legati al terrorismo e non intrattengano rapporti economico-finanziari con fondazioni agli stessi dedicate, anche al fine di garantire un diritto allo studio e alla formazione scevro da condizionamenti ideologici.

(4-05007)

MAFFONI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

l'evoluzione della situazione epidemiologica legata alla diffusione dei contagi da COVID-19 ed alle relative varianti appare, a distanza di un anno dall'inizio della pandemia, caratterizzata da forte complessità;

in queste ore l'indice di contagio tra la popolazione risulta in continua crescita, specie tra le fasce di età più giovani;

negli ultimi giorni la provincia di Brescia risulta essere il territorio con il più alto numero di nuovi contagi, sia in termini assoluti che in termini percentuali dell'intera Lombardia;

è chiaro a tutti che, oltre al rispetto delle indicazioni per il contrasto del diffondersi del COVID-19 e delle sue nuove varianti, l'unica strada è quella di vaccinare più persone possibile nel minor tempo possibile;

oggi, pur sottolineando ancora la scarsità dei vaccini, è necessario che le istituzioni si coordino e si adoperino per rispondere alle emergenze locali,

si chiede di sapere se, nell'ambito del piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, il Ministro in indirizzo non consideri necessario e urgente stabilire, nell'ambito della distribuzione e somministrazione dei vaccini su base territoriale, criteri di priorità per i territori maggiormente colpiti in considerazione della maggiore diffusione del contagio in determinate aree del Paese.

(4-05008)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro):

3-02318 della senatrice Bottici ed altri, sulla situazione di legalità all'interno dell'Agenzia delle entrate;

7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):

3-02319 della senatrice Sbrollini, sull'adozione di misure per tutelare palazzo Thiene a Vicenza;

10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo):

3-02309 del senatore Misiani, sul progressivo depotenziamento dello stabilimento di Bagnatica (Bergamo) della Novem;

11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):

3-02320 del senatore D'Arienzo ed altri, sul congedo di paternità per i dipendenti pubblici;

12ª Commissione permanente (Igiene e sanità):

3-02322 del senatore Romano ed altri, sull'equiparazione degli ispettori del lavoro impiegato nell'attuazione di protocolli anti COVID-19 al personale delle forze dell'ordine da parte delle Regioni.

Interrogazioni, ritiro

È stata ritirata l'interrogazione 4-04962 della senatrice Granato.