Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 194 del 20/02/2020
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Discussione dalla sede redigente e approvazione del disegno di legge:
(1149-B) BOTTICI ed altri. - Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Chioggia (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)(ore 12,36)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente del disegno di legge n. 1149-B, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
Ilrelatore, senatore Saviane, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
SAVIANE, relatore. Signor Presidente, gentili colleghi senatori, il presente disegno di legge intende trasferire al patrimonio disponibile del Comune di Chioggia l'area del comprensorio denominato «Ex aree imbonite-Fascia lagunare sottomarina» per permetterne la successiva alienazione ai privati possessori.
Come ricordato nella relazione, negli anni Venti del secolo scorso, per esigenze d'igiene pubblica e di riassetto idrologico del territorio, si è reso necessario costruire il muro di sponda del Canal Lusenzo, nel Comune di Chioggia, ad opera del magistrato delle acque di Venezia, con l'intesa di ricevere, in cambio dei lavori eseguiti, l'appezzamento di terreno sottratto al mare. Le aree provenienti dalla bonifica della laguna sono entrate a far parte del demanio marittimo e, in quanto tali, sono divenute inalienabili, finché il 10 febbraio 1965, con decreto del Ministro per la marina mercantile, di concerto con il Ministro per le finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 9 marzo 1965, sono state trasferite dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato, ma non sono tornate nella proprietà dei cittadini possessori.
A seguito delle verifiche svolte in occasione del processo del federalismo demaniale previsto dal decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, l'Agenzia del demanio di Venezia, accertata l'esistenza di costruzioni su aree di proprietà dello Stato, ha inoltrato ai residenti richieste di pagamento per l'utilizzo delle stesse. Il Comune di Chioggia, in un recente comunicato (del 22 febbraio 2019), ha sollecitato una soluzione normativa per restituire ai cittadini la proprietà degli immobili in oggetto. Si rammenta che per una situazione analoga, sempre nel Comune di Chioggia, per le aree definite ex Forte di Brondolo, è intervenuto l'articolo 5, comma 2-quater, del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, che dispone l'applicazione della normativa prevista dalla legge 5 febbraio 1992, n. 177, che consente il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del Comune e, successivamente, l'alienazione ai privati possessori delle aree stesse.
In particolare, l'articolo 1 prevede il trasferimento al patrimonio disponibile del Comune di Chioggia dell'area del comprensorio denominato «Ex aree imbonite - Fascia lagunare sottomarina» e dispone l'applicazione per l'area in questione, già oggetto di richiesta di trasferimento da parte del Comune di Chioggia, delle norme della legge 5 febbraio 1992, n. 177 (ad eccezione dell'articolo 6), che consentono il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del Comune e ne permettono successivamente l'alienazione ai privati possessori su domanda di questi ultimi. L'articolo stabilisce inoltre che l'acquisto delle aree faccia venire meno le pretese dello Stato per canoni pregressi e, in genere, per compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dall'occupazione delle aree.
Dalla data di presentazione della domanda dei privati possessori sono inoltre sospesi i procedimenti d'ingiunzione o rilascio delle aree, comunque motivati.
Infine, l'ultimo comma dello stesso articolo stima gli oneri derivanti dalla disposizione e reca la copertura finanziaria. La Commissione bilancio ha infatti rilevato la necessità, in considerazione dell'avvenuta conclusione dell'esercizio finanziario 2019, di posticipare la decorrenza degli oneri derivanti dall'attuazione della proposta di legge a far data dall'anno 2020 e di adeguare conseguentemente la clausola di copertura finanziaria, facendo riferimento al nuovo triennio 2020-2022. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo non intende intervenire.
Poiché il disegno di legge, nel testo formulato dalla Commissione, identico a quello approvato dalla Camera dei deputati, si compone del solo articolo 1, passiamo alla votazione finale.
SBROLLINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SBROLLINI (IV-PSI). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, quella al nostro esame è una vicenda che finalmente trova una soluzione felice. Da tanti anni Chioggia e soprattutto i suoi cittadini aspettavano di vederla concludere positivamente, dato che ebbe origini addirittura negli anni Venti del secolo scorso, nell'immediato dopoguerra del primo conflitto mondiale, quando, come ha ricordato il relatore, il magistrato delle acque di Venezia propose ai cittadini di effettuare a proprie spese la bonifica e la costruzione dell'argine del Canal Lusenzo, con l'intesa di ricevere, in cambio dei lavori eseguiti, quell'appezzamento di terreno imbonito.
Questo passaggio purtroppo non è mai stato sancito negli anni da alcun atto formale (voglio ricordare che parliamo di 132 immobili e 200 famiglie), nonostante sulle aree siano stati poi costruiti immobili, sui quali i cittadini hanno regolarmente pagato le imposte.
Il percorso per sanare questa situazione è nato anni fa e da subito, fortunatamente, ha visto tutte le forze politiche schierate all'unanimità a favore di questo provvedimento, a tutti i livelli istituzionali, com'è avvenuto recentemente anche nell'altro ramo del Parlamento, alla Camera dei deputati. Ha visto unite tutte le forze politiche, che ancora oggi, consapevoli dell'urgenza della questione e della necessità di definire una volta per tutte la vicenda, si trovano finalmente a votare il disegno di legge in esame.
Chioggia è una città che ha tanti punti di forza, ma un'economia che necessita di essere supportata, sostenuta e aiutata. Con questo provvedimento diamo certamente stabilità e futuro alle 200 famiglie coinvolte, sulle quali pesava l'incognita di dover pagare cartelle da 150-200.000 euro.
Siamo orgogliosi, come Italia Viva-P.S.I. di far parte di questa squadra che dopo tanti anni, compatta, risolve finalmente la questione e dà un po' di giustizia ai cittadini di Chioggia.
Per tali motivi, annuncio voto favorevole al provvedimento in esame. (Applausi dal Gruppo IV-PSI).
DE BERTOLDI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, cari colleghi, credo che nulla di più facile sia esprimersi su un provvedimento come quello in esame, che rappresenta una risposta che deve essere unitaria da parte delle forze politiche.
È uno di quei momenti in cui, insieme, dobbiamo anzitutto chiedere scusa a quei cittadini che da tanti decenni aspettano delle risposte e che ora potranno finalmente veder riconosciuti i loro diritti e acquietati i propri timori.
Pertanto, a nome del Gruppo esprimo il voto favorevole su un provvedimento che finalmente trasferisce dal demanio al Comune di Chioggia la proprietà dei beni in oggetto affinché, poi, vengano alienati ai privati che li detengono e custodiscono da tempo.
Al provvedimento in esame va, senza ulteriori parole, il nostro appoggio, in linea con l'atteggiamento che abbiamo tenuto anche in Commissione, volto a velocizzarne l'iter di esame. Non possiamo però che auspicare che una simile normativa possa essere estesa a situazioni simili. Faccio riferimento, come bene hanno già fatto i miei colleghi della Camera dei deputati, alle tante aree pertinenziali marittime che, spesso fatiscenti e in stato di abbandono contribuiscono al degrado del territorio e rappresentano un covo di delinquenza. Ebbene, con questo percorso di affidamento ai privati, tali aree potrebbero invece ritrovare una nuova vitalità.
Partendo da questo provvedimento specifico che riguarda gli italiani di Chioggia, auspichiamo si possa aprire un ragionamento per tutto il Paese e per tante altre aree demaniali che potrebbero avere un utilizzo diverso qualora ci fosse davvero la volontà politica.
Credo non ci sia bisogno di tante altre parole per annunciare il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia al provvedimento in esame, se non (mi permetto di utilizzare qualche secondo del tempo che mi avanza, ma non tutto, così i colleghi ne saranno lieti vista l'ora) per trarre un insegnamento. Provvedimenti come questo, infatti, dovrebbero portare la politica tutta e tutti i partiti che credono in questo Paese (come ci crede Fratelli d'Italia) a trovare più spesso momenti di incontro sulle realtà e problematicità più importanti che attanagliano il nostro Paese (parlo dell'economia e del fisco), su cui invece ci si dà spesso torto per partito preso o su cui si fanno dichiarazioni solamente per definire una posizione partitica diversa dall'altra.
Credo che da provvedimenti come quello in esame possa arrivare un insegnamento che io per primo, a nome del mio Gruppo, vorrei far mio, ma che auspico che da oggi in poi possa essere fatto proprio da ciascuno di voi, ossia che su provvedimenti e norme che sono davvero nell'interesse del Paese ci sia quella condivisione che dovrebbe unire tutti noi per il bene della nostra collettività. (Applausi dal Gruppo FdI).
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, noi voteremo convintamente a favore del provvedimento in esame, che finalmente risolve - speriamo definitivamente - una situazione che si trascina da moltissimo tempo. Chi è in Senato sa da quanto tempo va avanti tale vicenda. È paradossale, perché sono trascorsi cento anni ormai da quando furono fatte le bonifiche e ceduti questi terreni (come è accaduto anche in altre situazioni). La cosa incredibile è che adesso questi cittadini, che avevano avuto la promessa dallo Stato di poter diventare proprietari dell'area delle case, si vedono anche perseguitati da cartelle esattoriali.
Credo che la soluzione individuata attraverso l'applicazione dell'articolo 5 del decreto-legge n. 96 del 1995 (che già si è applicato una volta), che trasferisce questo patrimonio al Comune di Chioggia rendendolo disponibile per poter poi fare l'operazione, sia assolutamente una soluzione tecnica di buon senso. Finalmente diamo una risposta, speriamo definitiva, a quelle centinaia di famiglie che subiscono ormai da anni un vero e proprio torto. Ciò a dimostrazione del fatto che, quando lavoriamo per rispondere a bisogni concreti dei cittadini, riusciamo a raggiungere anche l'unanimità. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).
FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRAZZI (PD). Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, c'è poco da dire su questo provvedimento se non votarlo molto velocemente. Le famiglie oggetto di tale questione aspettano da circa novant'anni una soluzione per un problema che è stato un pessimo esempio di burocrazia guidata da un principio di sudditanza e non di cittadinanza dei cittadini, come purtroppo avviene in alcuni casi nel nostro Paese.
Devo innanzitutto ringraziare per la perfetta collaborazione tra tutti i Gruppi parlamentari su questo provvedimento. È veramente raro vedere questo afflato, questo desiderio comune e - dobbiamo dirlo - anche questa velocità.
Il primo atto parlamentare di questa legislatura relativo a Canale Lusenzo (Chioggia) è stata un'interrogazione che presentammo, a mia prima firma, nel novembre 2018. Le forze di Governo e - devo ammetterlo con grande soddisfazione - tutte le forze politiche del Senato, anche di opposizione, hanno collaborato in maniera molto efficace per trovare finalmente una soluzione.
Si tratta di circa duecento famiglie che stavano vivendo una situazione drammatica in una città già fragile per molti versi. Siamo in presenza di edifici ed immobili regolarmente registrati in catasto e nel piano regolatore generale. Eravamo e siamo in presenza di immobili sui quali i cittadini avevano pagato le imposte e in moltissimi casi ceduto con regolare atto notarile; edifici costruiti con le autorizzazioni previste dalle normative urbanistiche di rilascio delle aree, motivate in maniera stretta.
Eravamo, dunque, dinanzi a una situazione paradossale: i cittadini avevano fatto perfettamente ciò che dovevano fare, l'amministrazione locale si era mossa nella correttezza, nel rispetto della normativa, eppure non si riusciva a trovare la soluzione.
Ebbene, signor Presidente, colleghi, questa soluzione oggi la troviamo in maniera definitiva e consentiamo a duecento famiglie di superare in maniera radicale tutte le ansie e le difficoltà che stavano vivendo da decenni.
Con questo provvedimento facciamo venir meno le pretese dello Stato per tutti i canoni pregressi e, in generale, per i compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dell'occupazione delle aree. Sono sospesi i procedimenti di ingiunzioni che erano già in corso, in particolare per alcune famiglie, anche per decine, se non centinaia, di migliaia di euro e il rilascio delle aree comunque motivato.
Si tratta di un esempio di buona politica. Ho potuto incontrare più volte questi cittadini di Chioggia e azioni come queste, azioni di buona attività, di buona politica e di collaborazione nel trovare soluzioni, sono quelle di cui il Paese ha bisogno. (Applausi dal Gruppo PD). Noi dobbiamo dare la dimostrazione che, al di là dell'appartenenza politica, c'è un comune sentire che per noi è l'azione centrale: risolvere i problemi della gente e spesso delle persone più in difficoltà, come in questi casi. Quella di oggi è una vittoria per tutti e per tutto il Parlamento. (Applausi dal Gruppo PD).
TOFFANIN (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOFFANIN (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, chiedo di poter depositare il testo completo del mio intervento e di limitarmi ad alcune considerazioni, visto che i passaggi storici e tecnici sono già stati ricordati.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.
TOFFANIN (FIBP-UDC). Ringrazio il Presidente del Senato e i Capigruppo per aver accettato di calendarizzare in data odierna il provvedimento in esame, ma credo che in questo momento siano soprattutto i tanti cittadini (oltre 200 famiglie) residenti nella riva Lusenzo a Chioggia a ringraziare. Finalmente possono mettere la parola fine ad una storia assurda che risale all'inizio del secolo scorso.
Se ora siamo qui a votare il provvedimento per quei cittadini di Chioggia, che poi provvederanno con l'ultimo sforzo a sostenere le spese per il passaggio di proprietà, lo si deve ad una convergenza di tutte le forze politiche, che hanno capito la gravità della situazione e la disperazione di chi, oltre a non vedersi riconosciuta la proprietà, si è trovato di fronte a cartelle esattoriali di centinaia di migliaia di euro. È una dimostrazione di buona politica che, in maniera trasversale, ha saputo dare risposte ai cittadini; quelle risposte che purtroppo la cattiva politica non è riuscita a dare direttamente a quegli uomini "volonterosi" che cento anni fa si prodigarono per Chioggia. Troppe persone se ne sono andate con il rammarico di non essere riuscite a lasciare ai propri cari una casa priva di vincoli; troppe speranze e troppi sogni si sono infranti.
La buona politica oggi vince con questo voto finale che ci auguriamo essere all'unanimità, come è già successo lo scorso 3 ottobre in Senato e il 4 febbraio alla Camera dei deputati.
Sottolineo che non si tratta di un condono, ma di un riconoscimento di diritti di cittadini che si è fatto attendere cento anni. Ora non si può più fare aspettare ulteriormente.
Un voto positivo di oggi è un bel segnale per quei cittadini che, oltretutto, sono stati colpiti dal problema dell'acqua alta dello scorso novembre e sarebbe una risposta adeguata all'impegno indefesso di Don Pierangelo Laurenti, che mi piace ricordare in questa sede, parroco della parrocchia di San Martino sulla riva del canale Lusenzo, che tanto si è prodigato per essere di conforto ai cittadini, in modo particolare nel periodo in cui sono stati colpiti dalle cartelle esattoriali e che purtroppo se n'è andato lo scorso 10 febbraio, prima di una risoluzione definitiva del problema. Ora spetta a noi.
Per i motivi esposti, unitamente ai senatori veneti Ferro, De Poli, Causin e Ghedini, dichiaro il voto favorevole del Gruppo Forza Italia al provvedimento in esame. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).
PIZZOL (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIZZOL (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il provvedimento in esame andiamo a sanare definitivamente una situazione paradossale creatasi agli inizi del Novecento. La fascia lagunare di Sottomarina, nel Comune di Chioggia, versava in una situazione igienico-sanitaria insostenibile per la popolazione residente. Purtroppo sia al Comune di Chioggia che al magistrato alle acque mancavano le risorse economiche per provvedere alla bonifica dell'area. Per risolvere la grave situazione, lo Stato chiedeva l'intervento di cittadini volenterosi, che si offrivano di effettuare i lavori in cambio di ricevere un appezzamento di terreno ove costruire la propria abitazione. Questi accordi fra le parti sono documentati da verbali sottoscritti dalle parti: quello preliminare, sottoscritto il 1° luglio del 1923, fra il Corpo reale del genio civile, Ufficio speciale per le opere marittime di Venezia e provincia, ditta esecutrice delle opere di costruzione del muro di sponda canal Lusenzo, e quello della consegna agli "acquirenti" del 15 febbraio 1924.
Tuttavia, le aree provenienti dall'imbonimento dello specchio acqueo lagunare, pari a metri quadri 8.911, sono successivamente entrate a far parte del demanio marittimo e rimaste inalienabili fino al 1965, quando con un decreto del Ministro per la marina mercantile le aree in questione sono state trasferite dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato.
In effetti, la consegna delle aree è avvenuta solo nel luglio 1975, senza che sino ad oggi sia mai stato adottato alcun atto formale a sancire il passaggio di proprietà dei terreni.
Nel corso dei decenni in quelle aree sono stati costruiti molti immobili, regolarmente registrati in catasto e nel piano regolatore generale, sui quali sono state pagate le imposte e, in alcuni casi, anche ceduti con atti notarili correttamente rogitati.
Nel 2010 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 85, inerente il federalismo demaniale e solo allora l'Agenzia del demanio di Venezia, prendendo coscienza dell'esistenza degli immobili su aree di proprietà dello Stato, ha inoltrato ai residenti le richieste di pagamento per l'utilizzo delle stesse, arrivando a chiedere fino a 250.000 euro per famiglia per i canoni arretrati.
Molti dei protagonisti degli accordi inziali con lo Stato sono deceduti, lasciando a figli ed eredi queste scomode eredità, che stanno sconvolgendo la serenità di circa duecento famiglie di Sottomarina, che non sanno proprio come far fronte alle ingiunzioni di pagamento dell'Agenzia del demanio, anche se, ultimamente, in considerazione delle problematiche emerse, sembra che l'Agenzia abbia interrotto i procedimenti. Capite bene che non si tratta di cittadini abusivi, ma di famiglie che sono "vittime" inconsapevoli e che hanno ereditato o acquistato le case costruite su area demaniale con la promessa di futura vendita. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Davanti a questo grave problema il 25 luglio 2019 anche il Consiglio comunale di Chioggia ha votato all'unanimità un ordine del giorno che dimostra l'impegno di tutte le forze politiche per cercare di risolvere la questione. L'ordine del giorno evidenzia l'insostenibilità della situazione, anche per il fatto che sono cominciati i pignoramenti dei conti correnti dei cittadini interessati che si dimostrano impossibilitati a pagare le cifre esorbitanti chieste dall'Agenzia delle entrate.
Il provvedimento di oggi vuole porre rimedio a questa incresciosa situazione in favore delle famiglie di quei cittadini, cosiddetti volenterosi, pescatori e ortolani, che all'inizio del secolo scorso, previ accordi fatti con lo Stato, hanno effettuato opere di imbonimento che sono diventate per default "demanio marittimo".
Questo provvedimento intende inoltre consentire il trasferimento delle aree demaniali al patrimonio disponibile del Comune di Chioggia per permetterne la successiva alienazione ai privati possessori.
Ringraziamo il presidente della 6a Commissione finanze, professor Bagnai, e tutti i commissari per aver velocizzato l'iter di questo provvedimento ed essere andati incontro alle esigenze di tutte queste famiglie, permettendo una pronta discussione di questo disegno di legge che prevede anche la sospensione dei procedimenti ingiuntivi, anche se avviati prima dell'entrata in vigore di questo provvedimento.
Annuncio pertanto il voto favorevole della Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az. Congratulazioni).
VANIN (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VANIN (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, senatori e senatrici, oggi è un giorno importante. Non è solo un numero: 20-02-2020. Oggi è un giorno particolare per le 200 famiglie di riva Lusenzo che attendono, da più di 100 anni, di avere giustizia.
Questo disegno di legge risolve, finalmente, una vicenda a dir poco kafkiana, che si è aggrovigliata negli anni, portando all'esasperazione i residenti di queste abitazioni. Non entro in merito agli aspetti tecnici già raccontati e descritti dai colleghi. Voglio narrare la storia di persone.
Riva Lusenzo era una striscia di terra e di fango, che è stata strappata alle acque della laguna a sud di Venezia grazie al lavoro di queste persone, che avevano accettato l'invito del magistrato delle acque, che ora non esiste più, e delle autorità cittadine, tra la fine dell'800 e i primi del 900, a bonificare una riva del canale dove il fango si mescolava all'acqua salmastra. In cambio, lo Stato concedeva a queste persone, a questi cittadini, di costruire le proprie abitazioni: case popolari, costruite con semplicità e con tanta fatica da pescatori, artigiani e ortolani.
Le opere da eseguire erano un muro di sponda del canale Lusenzo, un muro che contenesse le acque, per il quale, all'epoca, non poteva provvedere né il Comune né il magistrato alle acque stesso, in quanto mancavano i fondi. Non c'erano soldi per il popolo. Fu lo Stato, quindi, a chiedere cittadini di farsi carico dell'intervento, da eseguirsi con estrema urgenza. Queste opere erano necessarie alla bonifica perché dovevano risolvere la gravissima situazione igienico-sanitaria della città, in quanto quella era una delle zone più povere e popolari. Si dichiarava poi che le aree sarebbero state trasferite ai cittadini stessi.
Quindi, in assoluta buona fede, queste famiglie hanno costruito sopra quel terreno, da loro stessi bonificato, le proprie abitazioni, come attestano i già citati verbali sottoscritti tra le parti: il verbale di accordo preliminare del 1923 e il verbale di consegna agli acquirenti del 1924. Ma la vicenda, nel corso dei decenni, si complica e il passaggio che, con atto formale, doveva risolvere definitivamente la questione non arrivò mai. Lo Stato, patrigno, li aveva abbandonati.
È importante ribadire qui che questi cittadini non hanno mai, ripeto mai, approfittato della condizione abitativa. Qui non ci sono né abusi né speculazioni edilizie. Desidero ribadirlo con forza: non ci sono né abusi né speculazioni edilizie. Vi è solo il diritto di queste persone di vedersi riconoscere, finalmente, dopo cento anni, la legittima proprietà della loro casa.
Nel dicembre 2014 l'Agenzia del demanio ha inoltrato alle famiglie residenti a riva Lusenzo una richiesta di pagamento, che, in alcuni casi, superava i 100.000 euro, per aver utilizzato, si legge nel documento, senza titolo un'area che risultava, di fatto, ancora in proprietà allo Stato.
Circa un anno dopo, nel 2015, gli stessi soggetti interessati dalla prima comunicazione ne hanno ricevuto una seconda, con la quale veniva intimato loro di pagare quanto richiesto entro e non oltre trenta giorni, salva la possibilità di procedere con la rateazione o con ricorso giudiziario.
Questo disegno di legge si fa carico quindi, dopo tanti anni, di dare una soluzione definitiva per le case di riva Lusenzo, trasferendo l'area al patrimonio disponibile del Comune di Chioggia per la successiva cessione ai privati residenti.
È un atto dovuto alle persone che con grande preoccupazione aspettano questa soluzione definitiva. Non si tratta di numeri, ma di persone. C'è la signora Giuseppina, che ha poco tempo e vuole stare nella sua piccola casa, in tranquillità; c'è Eros Tiozzo, disperato, che si era visto chiedere centinaia di migliaia di euro di canoni demaniali precedenti; ci sono Pierpaolo e suo padre, che temevano di non avere più speranza e ci sono, ancora, la signora Attilia e Simonetta, che tra le 200 famiglie non hanno mai smesso di lottare.
Oggi siamo finalmente all'atto conclusivo e rivolgo perciò un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno lavorato per arrivare a questa soluzione, ai colleghi di tutte le forze politiche di questa legislatura, ma anche di quella precedente, che avevano accolto questa richiesta importante del MoVimento 5 Stelle, dimostrando di fatto che la buona politica, se vuole, può trovare sempre le giuste soluzioni ai problemi reali dei cittadini.
Mi si permetta, infine, di rivolgere un ringraziamento particolare a tutti i miei colleghi del Veneto e alla senatrice Bottici, che si è tanto adoperata per aiutarci.
Dichiaro dunque il voto favorevole di tutto il MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento. (Applausi dai Gruppi M5S e PD).
PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge, composto del solo articolo 1.
È approvato. (Applausi).
LANZI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANZI (M5S). Signor Presidente, intervengo per fare una precisazione sulla votazione della proposta di risoluzione n. 2 (testo2) che si è svolta nella seduta di ieri.
Come ho già provveduto a segnalare agli Uffici, ho partecipato alla votazione, ma il sistema elettronico non ha registrato il mio voto contrario, facendomi risultare assente.
PRESIDENTE. Senatore Lanzi, la ringrazio per la precisazione, che così resterà agli atti. Dopo i famosi senatori responsabili e irresponsabili, abbiamo dunque anche gli invisibili.
AIROLA (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AIROLA (M5S). Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere se è possibile rivalutare la reintroduzione degli interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Senatore Airola, è già stato deliberato nell'ultima Conferenza dei Capigruppo che dall'inizio del mese di marzo riprenderanno gli interventi di fine seduta, con un auto-contingentamento sui numeri da parte dei Gruppi.
AIROLA (M5S). La ringrazio, signor Presidente. Non ero al corrente dell'informazione.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.
(La seduta, sospesa alle ore 13,14, è ripresa alle ore 15,01).