Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 183 del 17/01/2020
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
183a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
VENERDÌ 17 GENNAIO 2020
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Presidenza del vice presidente CALDEROLI
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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 184 del 28 gennaio 2020
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente CALDEROLI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,32).
Si dia lettura del processo verbale.
GIRO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Colleghi, essendo ancora in corso la riunione della Giunta per il Regolamento, sospendo la seduta fino al termine dei lavori della stessa.
(La seduta, sospesa alle ore 10,34, è ripresa alle ore 12,38).
Comunicazioni del Presidente (ore 12,38)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Comunicazioni del Presidente».
Comunico all'Assemblea gli esiti della Giunta per il Regolamento.
La Giunta per il Regolamento ha respinto la proposta di dichiarare che il termine di cui all'articolo 135-bis, comma 3, del Regolamento del Senato abbia natura ordinatoria e non perentoria.
Ferma tale determinazione, la Giunta per il Regolamento ha altresì respinto la proposta di considerare che le determinazioni della Conferenza dei Capigruppo, ovvero dell'Assemblea, si applicano solo alle Commissioni permanenti e non agli organi del Senato aventi natura giuridica diversa dalle Commissioni, ad eccezione della previsione di cui all'articolo 135-bis, comma 3, già richiamato.
Infine, la Giunta ha ritenuto - al fine di contemperare la previsione di cui all'articolo 29, comma 4, primo periodo del Regolamento, con l'interpretazione della Giunta stessa circa la perentorietà del termine previsto dall'articolo 135-bis, comma 3 - in via transitoria e in deroga all'articolo 135-bis, comma 6, del Regolamento, di considerare comunque soddisfatto il termine perentorio giusta la già fissata convocazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari per il giorno 20 gennaio.
MARCUCCI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCUCCI (PD). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Al termine delle sue comunicazioni sulle decisioni prese in Giunta per il Regolamento voglio formalizzare a questa Assemblea la gravità di quello che pochi minuti fa è successo. Con grande responsabilità, i rappresentanti della maggioranza nella Giunta per il Regolamento hanno deciso di approvare le questioni poste in Giunta da parte delle opposizioni nella giornata di ieri, tant'è che sono state approvate all'unanimità. Le conseguenze di quel deliberato, che ha reso ineluttabili i termini rispetto alla convocazione, avrebbero obbligato la convocazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari nella giornata di oggi. Noi abbiamo comunicato alla Giunta per il Regolamento la nostra disponibilità rispetto a questa ipotesi; il nostro problema non è quella Giunta, ma il rispetto delle regole democratiche.
Dopodiché, quando alcune forze politiche hanno capito che evidentemente avevano sbagliato il quesito, sottostimandone le conseguenze, e che la seduta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari prevista per lunedì 20 sarebbe stata illegittima, allora le forze di opposizione hanno deciso di presentare uno strumento, l'ordine del giorno, per fare una deroga a una norma approvata pochi minuti prima all'unanimità nella Giunta per il Regolamento. Quest'ultima ha approvato un'interpretazione corretta, che farà giurisprudenza; le opposizioni, non soddisfatte dell'approvazione all'unanimità di quello che loro avevano richiesto, hanno presentato un ordine del giorno (di cui conosciamo il valore) e hanno deciso di metterlo in votazione con il plauso e la disponibilità del presidente Alberti Casellati.
Purtroppo non è tutto qua. È successo un fatto molto grave e che ci fa preoccupare, non come forze di maggioranza o di opposizione di questo Parlamento, ma come rappresentanti in questo Senato della Repubblica di tutta la comunità nazionale: da oggi il Presidente del Senato, come è certificato dai suoi atteggiamenti e soprattutto della sua volontà di esprimersi all'interno della Giunta per il Regolamento, non è più super partes. Lei ha deciso, per motivi suoi che non conosciamo ma che riteniamo comunque non sufficienti, di scendere pesantemente nell'agone politico, diventando un Presidente del Senato di parte.
Signor Presidente, noi ci teniamo a dire formalmente che il Partito Democratico è molto preoccupato per ciò che è accaduto, per gli atteggiamenti che il presidente Alberti Casellati ha assunto, nonché del fatto che da qui in avanti, e non nella Giunta per il Regolamento o in un organo specifico del Senato della Repubblica, il Presidente del Senato non può rappresentare tutti i senatori della Repubblica. (Applausi dai Gruppi PD e M5S).
MALAN (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FIBP-UDC). Signor Presidente, innanzitutto desidero stigmatizzare un attacco di carattere personale al Presidente del Senato, il quale nel corso della seduta della Giunta per il Regolamento ha spiegato la sua decisione, che non è di parte (posto che, ovviamente, ad ogni parte fa sempre piacere se il decisore ultimo si schiera dalla propria e dispiace se prende una decisione contraria). Nel corso degli anni e delle legislature, ci è successo tante volte di vedere il Presidente del Senato prendere una decisione che non abbiamo apprezzato e che non condividevamo (parlo in generale dei Presidenti del Senato), tuttavia il Presidente del Senato rappresenta il Senato e tutti i senatori.
Nel caso di specie questa mattina il Presidente del Senato, mostrando chiaramente (anche se non ce n'era bisogno) la sua imparzialità e terzietà, ha proceduto sul momento, nel giro di poche ore dalla richiesta che era stata presentata ieri, alla integrazione della Giunta per il Regolamento che vedeva una situazione in cui, per l'evolversi delle cose, la maggioranza era in capo a noi dell'opposizione, nominando altri due componenti. Peraltro il Regolamento non la obbligava a tale scelta, sulla quale la Giunta, nella composizione che c'era fino a poche ore fa, si era espressa in senso contrario. La Giunta si era espressa a maggioranza, ma contrariamente a quest'integrazione, che tuttavia il Presidente del Senato ha ritenuto di mettere in atto; ovviamente abbiamo rispettato e rispettiamo questa decisione (che credo dovrebbe essere rispettata sempre).
In questo caso, si trattava dell'applicazione di una norma che l'interpretazione unanime, come ha detto anche il presidente Marcucci, ha definito come perentoria: una norma perentoria, che si sa essere tale (e lo si sa in questo momento, signor Presidente, perché l'ha annunciato lei poco fa), interviene però in una situazione in cui la Giunta delle elezioni, convocata già addirittura per la data del 19 dicembre, viene invece convocata per il 20.
Ricordo che un'altra decisione della Giunta per il Regolamento, approvata stamattina, sottopone questo organo alla stessa disciplina delle Commissioni, pertanto l'articolo 29 del Regolamento del Senato si applica chiaramente anche alla Giunta stessa: ebbene, questo articolo, al comma 4, dice chiaramente che, quanto alla convocazione degli organi, le Commissioni devono essere convocate con un anticipo di almeno ventiquattr'ore; è pertanto impossibile rispettare le due cose: l'anticipo delle ventiquattr'ore e il termine, che, essendo perentorio, a questo punto scade questa sera a mezzanotte, in assenza di una norma specifica. È stata pertanto presentata dal senatore Grassi una norma transitoria che spiega perché si propone quest'applicazione, che è normale (in moltissimi casi vi sono norme transitorie, addirittura nella Costituzione, alcune delle quali vigenti e operanti a tutt'oggi); non ci sono colpi di mano, pertanto, ma decisioni che evidentemente non sono piaciute all'attuale maggioranza governativa - e questo è legittimo, naturalmente - ma che sono state assunte nella totale correttezza, in particolare del Presidente del Senato.
Ricordo infine che la data del 20 gennaio era stata fissata nonostante ci fosse l'intenzione da parte di tutta la Giunta, per la verità, di fissarla per il 17, rispettando così il termine dei trenta giorni, anche quando non era chiaro se fosse perentorio o ordinatorio: era stata fissata al 20 gennaio, però, la data della votazione sulla questione dell'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, perché due componenti della maggioranza della Giunta delle elezioni - e cioè i senatori Grasso e Giarrusso - erano impegnati in una missione parlamentare negli Stati Uniti. Per rispettare le esigenze di tutti, nonché di votare e di esprimersi da parte di tutti, si era pertanto concordata questa data, che, lo ribadisco, era stata stabilita già da un mese: anche grazie al voto del presidente Alberti Casellati è stato possibile non esautorare né impedire un organo pienamente preparato ad esprimersi; in virtù di ciò, si potrà procedere in modo normale.
Anche su quest'argomento prevarranno la maggioranza che si esprimerà in Giunta delle elezioni, il parere che da quest'organo sarà approvato e ciò che sarà deciso dall'Assemblea. Siamo pertanto nella normalità e nel pieno rispetto delle regole e di un normale fair play tra le parti.
MAIORINO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAIORINO (M5S). Signor Presidente, pur non essendo presente nella Giunta per il Regolamento, ho chiesto la parola in quanto Vice Capogruppo del MoVimento 5 Stelle. Se le cose nella Giunta per il Regolamento sono andate come descritto, mi sento di unire la nostra preoccupazione a quella poc'anzi espressa dal presidente Marcucci circa la terzietà effettiva del Presidente del Senato.
Rilevo peraltro il comportamento schizofrenico delle opposizioni, che vorrei far notare all'Assemblea ma anche ai cittadini fuori da quest'Aula: prima hanno chiesto che il termine fosse giudicato perentorio, e la Giunta si è espressa a maggioranza assoluta; per questo, pochi minuti dopo, hanno richiesto una deroga a quanto da loro stessi precedentemente chiesto. Quest'utilizzo delle più alte istituzioni dello Stato è preoccupante, in quanto evidentemente strumentale ad altri fini: intendiamo chiaramente sottolinearlo e sottoporlo all'attenzione dell'intera Assemblea. (Applausi dai Gruppi M5S e PD).
ZAFFINI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, quella di oggi è una giornata ricca di novità e interpretazioni.
Vorrei esprimere due sentimenti a nome del mio Gruppo, il primo dei quali di solidarietà nei confronti del presidente Alberti Casellati, che è stato fatto oggetto di considerazioni assolutamente gratuite e del tutto fuori luogo, che personalmente non mi sorprendono perché conosco la sinistra in tutte le sue molteplici sfaccettature; una di queste, però, c'è sempre, quella del manicheismo: quando qualcosa avviene secondo i desiderata funziona, mentre quando lo contravviene, ancorché sia perfettamente legittimo e coerente con il percorso, si grida al colpo di Stato. Mi sembra doveroso osservare tutto questo.
Pertanto, esprimo grande solidarietà al presidente Alberti Casellati, che, invece, a mio avviso, è stato eccessivamente generoso nel concedere l'allargamento della Giunta per il Regolamento, contravvenendo a una prassi consolidata (anche sotto Governi a maggioranza di sinistra), quale quella dell'impermeabilità delle Giunte ai movimenti di Assemblea, e - soprattutto - al suo stesso parere, il quale, ancorché definito consultivo dal Regolamento, è stato assolutamente netto perché sei componenti su dieci hanno manifestato contrarietà all'allargamento.
Ciononostante, il presidente Alberti Casellati, interpretando appieno il suo ruolo, secondo il suo intendimento, che noi rispettiamo a differenza della maggioranza, ha inteso agire, quando poteva tranquillamente e molto più facilmente poggiarsi sul parere negativo della Giunta e decidere di non decidere. Il presidente Alberti Casellati ha invece deciso e tutta questa è stata una manifestazione di grande generosità, che purtroppo - ripeto - io so essere malriposta perché poi, immediatamente dopo, la sinistra ha tentato di utilizzare le virgole del Regolamento a proprio piacimento.
In verità la seconda decisione della Giunta, che reputo importantissima, innova rispetto a una prassi che, per quanto riguarda me e Fratelli d'Italia, era da cessare. Mi riferisco alla prassi dell'allargamento a dismisura dei tempi di pronunciamento della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, a dispetto del termine di trenta giorni fissato dal Regolamento, peraltro con termini che lasciano intendere la perentorietà. Noi - l'opposizione - abbiamo inteso chiarire questo passaggio, ponendo un quesito assolutamente chiaro: questo termine è da intendersi ordinatorio, come da prassi sin qui consolidata? La Giunta per il Regolamento si è espressa all'unanimità e gli amici della maggioranza non hanno avuto l'intenzione di chiarire che il termine era ordinatorio e non hanno alzato il ditino e nemmeno la manina.
Ciò pone evidentemente una novità nel procedimento in corso. Tale novità emerge nel giorno in cui i termini spirano (non è colpa di nessuno se oggi spirano i trenta giorni previsti dal Regolamento). Era del tutto evidente che andava risolto un dualismo di esigenze contrapposte: da un lato, la perentorietà, da oggi vigente, e, dall'altro, la necessità di convocare entro ventiquattr'ore e garantire la presenza possibile di tutti i commissari, posto che due commissari sono in missione (e non al mare) e che, peraltro, il calendario della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, in tempi non sospetti, aveva voluto considerare l'esigenza di garantire correttamente il plenum. Qualora il presidente Gasparri avesse deciso di convocare la Giunta il 17 gennaio - data a caso - immagino che anche i senatori della maggioranza senza capelli se li sarebbero strappati, reputando gravissimo il non garantire il numero (il collega si sarebbe faticosamente strappato i capelli in termini simbolici).
È ovvio allora che, come tutte le innovazioni, hanno bisogno di entrare in vigore e questa possibilità è data per due giorni, sabato e domenica; lunedì, cari colleghi, state tranquilli che avverrà quello che deve avvenire, per cui preparatevi e trovate la soluzione che non riuscite a trovare. Sabato e domenica è un periodo lungo e, tra il giorno e la notte, riuscirete a trovare il modo di decidere che cosa votare lunedì, perché in tale giorno correttamente entrerà in vigore la perentorietà, intendendo con ciò che anche questa maggioranza sbrindellata - scusate il termine - dovrà decidere che fare nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. La minoranza sa cosa fare e lo sa da tempo.
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, desidero anzitutto chiarire una questione, rivolgendomi al senatore Malan, che la conosce perfettamente e al senatore Zaffini, che non so se ne sia a conoscenza. La prassi in questo Senato è sempre stata quella di far sì che la Giunta per il Regolamento fosse composta in modo tale da rispecchiare, per quanto possibile, la proporzione esistente in Assemblea. La presenza del comma 2 dell'articolo 18 del Regolamento non è un caso; tale comma, che dà facoltà al Presidente di integrare la composizione della Giunta stessa, è sempre stata esercitata. Tanto che, come il senatore Malan sa, non da stamattina e non da ieri ma da tempo, da quando si è insediata, subito dopo la nomina della Giunta per il Regolamento, la sottoscritta come Presidente del Gruppo Misto e la collega Unterberger, come Presidente del Gruppo Per le Autonomie, abbiamo fatto, come diciamo da prassi consolidata (consolidatissima), richiesta di poter essere integrati perché i due Gruppi non erano presenti.
Quindi tutte le argomentazioni che sono state portate sul fatto dei cambi di casacca, anche nei Governi precedenti, non c'entrano nulla: qui c'era un adempimento che per prassi si era sempre rispettato. Faccio presente che nella scorsa legislatura, in cui ero all'opposizione, il presidente Grasso ha ottemperato a quella che era appunto una prassi consolidata. Sento invece parlare di generosità e del fatto che questo atto ne sia la dimostrazione, ma sono passati circa due anni, perché la prima lettera l'abbiamo fatta a giugno del 2018: sono quindi io che chiedo, facendolo ripetutamente e anche ieri in Assemblea, spiegazioni del perché questo non avvenisse. Sorvoliamo su questo però perché non è la testimonianza della terzietà, anzi ci chiedevamo per quale motivo non avvenisse prima, ma è comunque un altro ragionamento.
Per quanto riguarda quello che è accaduto in Giunta, voi avete presentato un quesito per dare un'interpretazione letterale della norma che prevede appunto i trenta giorni come termine perentorio. Il Presidente non deve prendersela a male, ma vi è stata mancanza di prudenza perché quando si mette in votazione una norma e si sa che anche nel caso di parità, verrebbe comunque data per approvata si deve sapere quali sono le conseguenze, avendo noi un fatto concreto e chiaro, dal momento che gli elementi erano conosciuti: stasera a mezzanotte scadeva il termine dei trenta giorni e che c'era stata la convocazione del 20 gennaio. Gli elementi erano chiarissimi. Per questo noi abbiamo con forza fatto appello a tutti chiedendo ripetutamente cosa sarebbe accaduto se la Giunta si fosse pronunciata sulla perentorietà del termine. Lo dico perché non può essere una cosa secondaria.
Io non so come pensate di fare le leggi, ma nel caso in cui ci sia già l'intenzione di presentare la norma transitoria, di solito, se si mette un termine, si presenta subito anche la norma transitoria: non è che prima si dice che il termine è perentorio e dopo cinque minuti si procede diversamente. Capisco che è un modo di fare: spieghiamolo ai cittadini che quando prevediamo dei termini perentori, poi, se riguarda l'amico dell'amico, troviamo il modo per rendere la perentorietà attenuata.
La norma transitoria, che sarebbe stata rappresentata da questo ordine del giorno, doveva essere - abbiamo chiesto ripetutamente che cosa sarebbe accaduto e come ci si sarebbe dovuti comportare - immediatamente presentata e non doveva essere accompagnata da un ordine del giorno - il cui valore è quello che è - ma doveva essere già presentata nel quesito stesso e nell'oggetto della delibera.
Davanti a tutto questo come potete pensare che non ci sia sconcerto - a dir poco - di noi presenti in Giunta e credo dell'Assemblea (anche se siamo in pochi)? Certamente c'è sconcerto, lo ripeto. Quando si deve assicurare il buon andamento del Senato, si deve anche prevenire, sapendo e valutando con prudenza quello che si mette in votazione e le sue conseguenze, su richiesta precisa. E questo non è accaduto.
Come si fa poi a dire che noi mettiamo in discussione la terzietà? Noi avevamo apprezzato che la Presidente per l'ennesima volta aveva dichiarato che non avrebbe preso parte alle votazioni, proprio per sottolineare la sua terzietà. Il problema è che la terzietà non è solo forma, ma anche sostanza. Ma in questo caso non c'è neanche un problema di apparenza, c'è un fatto concreto. Tanto più che lo avevamo detto: o si convoca entro oggi - e non avremmo avuto nulla da obiettare visto questo tipo di interpretazione - oppure il nostro Regolamento ci dice esattamente come ci si deve comportare: passati inutilmente trenta giorni, si va in Aula entro sessanta giorni; è chiarissimo. Non c'era da innovare, da attenuare o da fare norme transitorie.
Se non ci fosse stato il comma 6 dell'articolo 135-bis, potrei capire; ma il comma 6 c'è ed è una garanzia. Il Regolamento, che tutti noi ben conosciamo, ci aveva dato la soluzione perfetta senza arrivare - questo è grave, signor Presidente - davvero a fare un'operazione come questa, che lede la fiducia di ogni singolo senatore. Io adesso sono in maggioranza, ma sono stata all'opposizione fino a poco tempo; la ruota gira sempre, ricordatevi che la ruota gira sempre. Per questo motivo, chi ha cariche apicali deve ricordarsi sempre che deve garantire - perché una volta si è opposizione e una volta si è maggioranza - la totale terzietà ed imparzialità. Questa è la buona conduzione dei lavori del Senato. (Applausi dai Gruppi M5S e PD).
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, devo dire che nella seduta non c'è stata solo una forzatura da parte del Presidente, ma ce n'erano state un paio. Se ci ricordiamo, in Conferenza dei Capigruppo eravamo arrivati al punto che la Giunta per il Regolamento doveva dare il parere sulla natura delle Giunte, se fossero equiparabili alle Commissioni e ne seguissero la disciplina e se per questo la delibera della Capigruppo di sospendere i lavori la prossima settimana valesse anche per le Giunte. In questo modo abbiamo terminato l'ultima riunione dei Capigruppo.
Oggi è stata convocata la Giunta e noi abbiamo insistito per questo parere che la Capigruppo aspettava, ma l'opposizione e il Presidente - che aveva detto che avrebbe fatto suo questo quesito - volevano fare una votazione per sapere se il termine per la Giunta per le elezioni fosse perentorio o ordinatorio. Abbiamo chiesto un paio di volte delucidazioni al riguardo: votando e risultando la perentorietà, poiché scade oggi il termine, cosa succede? Ho ricevuto la risposta che si vedrà successivamente.
Abbiamo fatto la votazione; l'opposizione si è resa conto di aver fatto un autogol perché non sarebbe riuscita a convocare la Giunta per oggi, e allora si è cercato di rimediare. Quando, poi, abbiamo insistito perché venisse votato anche il nostro quesito, il Presidente ha ottenuto di doverlo precisare, mentre non era avvenuto nella prima votazione, quando in fondo si doveva dire subito che il termine perentorio non valeva per la questione della quale stavamo parlando. Quindi, nella seconda votazione il Presidente ha chiesto che si precisasse, motivando con un «ne bis in idem» - non c'entra niente - e ha detto che, anche se la natura delle Giunte è equiparabile a quella delle Commissioni, questo discorso non valeva per la questione della quale stavamo parlando.
Praticamente, la Giunta per il Regolamento ha preso due decisioni e per tutte e due si è interpretata un'eccezione. Insomma, a me pare che siamo veramente di fronte a una forzatura che non è compatibile con la terzietà che dovrebbe avere la figura del Presidente del Senato. Mi dispiace. (Applausi dai Gruppi PD e M5S e della senatrice De Petris).
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
FERRARI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARI (PD). Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola. In realtà, intervengo perché il continuo modificarsi del calendario dei nostri lavori in questi giorni non ha consentito al Gruppo Partito Democratico di chiedere, ragionevolmente all'inizio della seduta, un momento in cui l'Assemblea potesse esprimere la solidarietà al popolo australiano, colpito - come sappiamo - da diverse settimane, da un fuoco tremendo che sta devastando migliaia di ettari, uccidendo persone e animali.
Il senatore Giacobbe sarebbe quindi intervenuto sul tema ma, non essendo stato possibile, a nome suo e del Partito Democratico, esprimo solidarietà, e chiedo alla Presidenza l'autorizzazione a consegnare, affinché venga allegato agli atti, il testo dell'intervento che - lo ripeto - il senatore Giacobbe avrebbe svolto davanti all'Assemblea, se fosse stato possibile. (Applausi).
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso e si associa alle sue parole, senatore Ferrari. Credo di poter parlare a nome di tutta l'Assemblea. Temo che avremo modo di dovercene occupare in tempi diversi e in sedi più adeguate rispetto a quella odierna.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 28 gennaio 2020
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 28 gennaio, alle ore 16, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 13,09).
Allegato B
Testo predisposto dal senatore Giacobbe su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
Signor Presidente, colleghe senatrici e colleghi senatori, intervengo per esprimere e - sono certo - condividere con l'Aula del Senato il mio senso di solidarietà per il Paese dove vivo, l'Australia.
Sono settimane durissime, la devastazione del fuoco ha riempito le cronache di tutto il mondo e fatto piangere milioni di persone.
L'Australia sta pagando un prezzo altissimo: milioni di ettari di terreni a fuoco, piccole cittadine distrutte, animali morti e vittime umane; una tragedia devastante.
Ho potuto visitare le zone degli incendi e i centri dei volontari in Australia e la situazione è davvero grave. Oltre alle fiamme da spegnere si cerca in contemporanea di salvare migliaia di animali e abitazioni in un contesto che è spettrale.
Le nostre comunità e i nostri concittadini come sempre sono in prima linea. Migliaia sono i Vigili del fuoco volontari di origine italiana che lavorano instancabilmente per difendere le foreste, gli animali e le abitazioni.
Le associazioni della comunità italiana e i Comites stanno promuovendo numerose iniziative anche per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione e al Rural Fire Service, l'organizzazione dei Vigili del fuoco professionisti e volontari che organizza e coordina le attività contro gli incendi.
Ringrazio la nostra ambasciatrice a Canberra, dove assieme a tante altre città australiane, a causa del fumo, l'aria è irrespirabile; le nostre autorità e la Farnesina per l'attenzione alla gravità del disastro che sta distruggendo irrimediabilmente flora, fauna, abitazioni e purtroppo tante vite umane.
Le notizie delle ultime ore sono incoraggianti e spero che a breve si possano spegnere tutti gli incendi e possa continuare l'attività di ricostruzione e prevenzione affinché fatti del genere non si ripetano nel futuro.
Certamente centrali a questo riguardo sono le scelte politiche per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici e creare barriere protettive contro futuri incendi.
Cari colleghi, permettetemi di esprimere la mia solidarietà e sono certo del Senato tutto all'Australia, Paese amico dell'Italia con cui condividiamo fondamentali valori di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani; Paese, l'Australia, a cui ci lega la presenza di oltre un milione di persone di origine italiana, quasi il 5 per cento della popolazione.
È stato e continua ad essere un momento difficile per le popolazioni che vivono in prossimità degli incendi e per l'Australia tutta. Il grande danno all'ambiente rappresenta un disastro per l'umanità. Occorre continuare a monitorare l'evolversi di questo grande disastro e contribuire ai programmi di prevenzione affinché non si ripetano nuovamente.
Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime degli incedi a cui esprimo il nostro profondo cordoglio e a quanti hanno perso abitazioni e attività a cui vanno la nostra solidarietà e il nostro fattivo contributo.
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bertacco, Bogo Deledda, Bonino, Castaldi, Cattaneo, Cerno, Ciriani, Crimi, De Poli, Di Piazza, L'Abbate, Malpezzi, Margiotta, Merlo, Misiani, Monti, Napolitano, Segre, Sileri, Stefano e Turco.
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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Giarrusso, Grasso, Mirabelli, Morra, Pepe, Saccone e Vitali, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; Valente, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
Senato, variazioni nella composizione e Ufficio di Presidenza della Commissione contenziosa
Il Presidente del Senato, in data 28 novembre 2019, ha chiamato a far parte della Commissione contenziosa del Senato la senatrice Alessandra Riccardi quale componente effettivo, in sostituzione della senatrice Elvira Lucia Evangelista, dimissionaria, e la senatrice Sabrina Ricciardi quale componente supplente, in sostituzione del senatore Francesco Castiello, dimissionario.
La Commissione contenziosa del Senato, in data 16 gennaio 2020, ha eletto Vice Presidente il senatore Simone Pillon.
Giunta per il Regolamento, variazioni nella composizione
Il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Giunta per il Regolamento le senatrici De Petris e Unterberger.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatore Rufa Gianfranco
Modifiche alla legge 24 dicembre 2003, n. 363, in materia di obbligo di utilizzo di paraschiena, pettorina e inserti protettivi nell'esercizio della pratica dello sci alpino e dello snowboard per i minori di 14 anni (1668)
(presentato in data 15/01/2020);
senatrice D'Angelo Grazia
Delega al Governo per la redazione di un Testo Unico per il riassetto normativo ed integrazione delle norme in materia di promozione delle società cooperative costituite da lavoratori licenziati, beneficiari di trattamenti di integrazione salariale o dipendenti di imprese in crisi o sottoposte a procedure concorsuali (1669)
(presentato in data 16/01/2020).
Affari assegnati
In data 16 gennaio 2020, sono stati deferiti alla 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo), ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento:
l'affare sulla transizione energetica, il ruolo del gas e delle altre fonti, la sicurezza e la competitività degli approvvigionamenti nell'attuale quadro di mercato, anche con riferimento allo stato degli investimenti nel Paese (Atto n. 400);
l'affare sui sistemi di sostegno e di promozione dei servizi turistici e le filiere produttive associate alla valorizzazione del territorio (Atto n. 401).
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 10 gennaio 2020, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 23-bis, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18 - lo schema di decreto ministeriale di individuazione, per l'anno 2020, delle priorità tematiche per l'attribuzione di contributi a progetti di ricerca proposti dagli enti internazionalistici (n. 144).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 3ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 6 febbraio 2020.
Il Ministro della giustizia, con lettera in data 14 gennaio 2020, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2012, n. 247 - lo schema di decreto ministeriale recante regolamento concernente modifiche al decreto ministeriale 12 agosto 2015, n. 144, recante disposizioni per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista, ai sensi dell'articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247 (n. 145).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 2ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 17 marzo 2020. La 5ª Commissione potrà formulare le proprie osservazioni alla 2ª Commissione entro il 26 febbraio 2020.
Governo, trasmissione di atti
Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettere in data 8 gennaio 2020, ha inviato - ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213 - le comunicazioni concernenti le nomine:
- del professor Giorgio Patrizio a Presidente dell'Istituto Nazionale di Alta Matematica "Francesco Severi" (n. 24);
- dei dottori Paolo Valente e Pierluigi Campana, altresì componente della Giunta esecutiva (ai sensi dell'articolo 14, comma 3, dello Statuto INFN), rappresentanti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel Consiglio Direttivo dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (n. 25);
- del professor Luciano Pietronero a Presidente e della professoressa Tiziana Di Matteo componente del Consiglio di amministrazione, del Museo storico della fisica e centro studi e ricerche "Enrico Fermi" (n. 26);
- del professor Nicolò D'Amico a Presidente e della professoressa Maria Cristina De Sanctis e del professor Stefano Borgani a componenti del Consiglio di amministrazione, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (n. 27);
- della professoressa Francesca Bozzano e del professor Roberto Scarpa a componenti del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (n. 28).
Tali comunicazioni sono trasmesse, per competenza, alla 7a Commissione permanente.
Garante del contribuente, trasmissione di atti. Deferimento
Con lettere in data 31 dicembre 2019 e 14 gennaio 2020, sono state inviate, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, le relazioni sull'attività svolta nell'anno 2019 dal Garante del Contribuente:
per la Puglia (Atto n. 402);
per l'Emilia Romagna (Atto n. 403).
I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente.
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
I senatori Pesco, Fenu e Accoto hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-02752 del senatore Lannutti ed altri.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 9 al 17 gennaio 2020)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 51
IANNONE: su un avviso pubblico del Comune di Napoli per l'assegnazione di beni confiscati (4-01845) (risp. CRIMI, sottosegretario di Stato per l'interno)
Mozioni
IWOBI, CENTINAIO, LUCIDI, VESCOVI, CANDURA, PELLEGRINI Emanuele, VALLARDI, MALAN - Il Senato,
premesso che:
è opportuno che Italia e Taiwan avviino un processo di cooperazione più stretta ed efficace, al fine di migliorare le relazioni politiche, culturali e commerciali tra le due nazioni;
è importante intrattenere rapporti improntati sui valori cardine della libertà e democrazia;
alla luce di questo, risulta fondamentale investire sul futuro, ponendo al centro del progetto della cooperazione i giovani;
un'iniziativa volta a garantire l'importanza dei giovani nella costruzione di una solida cooperazione con Taiwan è quella di istituire un programma di vacanze lavorative. Tale programma favorirebbe la cultura dello scambio, aiutando le nuove generazioni a sperimentare la convivenza con nuove culture, nuovi lavori e nuovi stili di vita,
impegna il Governo ad attuare le necessarie iniziative diplomatiche per realizzare, di concerto con il Governo taiwanese, il programma citato in premessa, che abbia come obiettivo quello di facilitare lo svolgimento di periodi di vacanza nella nazione ospitante durante i quali i giovani dell'altra nazione partner del progetto possano avere la possibilità di trovare un lavoro retribuito, e che tenga conto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) ciascun giovane potrà beneficiare di questo programma di scambio solo una volta;
b) ciascun giovane deve soddisfare i criteri di eligibilità previsti dalle rispettive legislazioni sull'immigrazione;
c) deve avere un'età compresa tra i 18 e 30 anni alla data di invio della domanda, non avere persone finanziariamente a proprio carico;
d) deve avere un biglietto di ritorno valido verso la propria nazione d'origine;
e) dimostrare di avere risorse finanziarie sufficienti per provvedere ai propri bisogni. La specifica di tale soglia di autosufficienza sarà determinata in fase di accordo.
(1-00204)
SALVINI Matteo, ROMEO, CALDEROLI, BONGIORNO, BORGONZONI, CANDIANI, CENTINAIO, SIRI, STEFANI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BARBARO, BERGESIO, BORGHESI, BOSSI Simone, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CAMPARI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CORTI, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MARTI, MONTANI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI Pietro, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, TOSATO, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato,
premesso che:
negli ultimi anni in Europa e nel mondo si è assistito all'acuirsi di fenomeni connessi all'antisemitismo;
tali fenomeni di odio antisemita appaiono come strettamente connessi anche con le recenti e le crescenti tensioni nella "Striscia di Gaza";
a settembre 2019, durante la Conferenza sull'antisemitismo svoltasi a Bruxelles, il Governo israeliano ha presentato il report sulla crescita mondiale dell'antisemitismo, nel quale è stato evidenziato il crescente numero di violenze ad esso collegate;
"European Jewish association" e "Europe Israel press association" hanno organizzato un convegno al Press club di Bruxelles dal titolo "La delegittimazione dello Stato d'Israele: il volto accettabile dell'antisemitismo", nel corso del quale è stato illustrato un report dal Ministro israeliano della sicurezza pubblica e degli affari strategici, Gilad Erdan, insieme all'inviato speciale USA per monitoraggio e lotta all'antisemitismo, Elan Carr, al direttore generale del Ministero degli affari strategici israeliano, Tzachi Gavrieli, al direttore EIPA, Tal Rabina e al Chairman EJA, Rabbi Menachem Margolin, dove si evidenzia una preoccupante crescita degli attacchi antisemiti;
nel corso dell'illustrazione del report è emerso lo stretto legame tra antisemitismo e le violenze ad esso collegate con il crescente sentimento di delegittimazione e boicottaggio dello Stato ebraico, con particolare riferimento al movimento "Boycott, divestment and sanctions" (BDS), che ha mostrato sin dalla sua nascita molteplici tendenze antisemite;
in Italia, sono numerosi i gruppi che hanno firmato l'appello BDS, tra cui organizzazioni politiche come Rifondazione Comunista e Comunisti italiani, sindacali come FIOM, e organizzazioni non governative come "Un Ponte Per..." e Servizio civile internazionale;
alcune di queste realtà, inoltre, sarebbero beneficiarie di finanziamenti pubblici, essendo organizzazioni accreditate presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
considerato che, a giudizio dei proponenti del presente atto di indirizzo:
è in atto da molto tempo un tentativo di delegittimazione dello Stato ebraico nell'opinione pubblica, anche a causa delle espressioni adoperate da alcuni esponenti politici italiani, che pronunciando il termine "sionista" intendono offendere coloro che rivendicano la legittimità di Israele;
il Ministro israeliano della sicurezza pubblica e degli affari strategici, Gilad Erdan, nel corso della presentazione del report sulla crescita mondiale dell'antisemitismo, ha richiesto ai leader europei e mondiali di condividere una definizione di antisemitismo che copra tutte le forme, come il boicottaggio e la delegittimazione di Israele, con particolare attenzione all'operato del movimento BDS, in modo da proteggere le comunità ebraiche e gli ebrei europei;
secondo un censimento dell'Agenzia europea per i diritti fondamentali, sentimenti di antisemitismo sarebbero cresciuti negli ultimi 5 anni in Europa, come si evince da un'intervista di oltre 16.300 persone nei 12 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito), che ospitano il 96 per cento degli ebrei in Europa;
nel 2016 sono stati segnalati dall'OSCE 1.661 attacchi rivolti ai cittadini di fede ebraica; stando a quanto afferma l'Anti defamation league, nella sola Europa occidentale, un individuo su 4 coverebbe sentimenti antisemiti,
impegna il Governo ad adoperarsi affinché le realtà firmatarie dell'appello di "Boycott, divestment and sanctions" siano escluse da finanziamenti o da qualsiasi altra forma di sovvenzione pubblica.
(1-00205)
Interrogazioni
BINETTI - Al Ministro della giustizia. - - Premesso che:
la signora E.P. sta lottando per veder rispettato il decreto in suo possesso e poter riattivare le visite madre-bambino, come da decreto del giudice;
con provvedimento dell'11 dicembre 2018, emesso nel procedimento n. 650/17 RVG, è stato disposto definitivamente che il piccolo M.P., nato a Barcellona in Spagna il 30 aprile 2009, sia collocato in casa famiglia e la madre E.P. possa incontrare il figlio in spazio neutro;
la Procura della Repubblica del tribunale per i minorenni del Piemonte e Valle d'Aosta con un ricorso, ex artt. 33 e 336 del codice civile, ha chiesto di aprire un procedimento per accertare se c'è una situazione di pregiudizio per il piccolo M.;
la Procura, pur sottolineando un forte attaccamento nel rapporto tra madre e figlio, ha messo in evidenza le difficoltà che la madre presentava inizialmente nel relazionarsi con gli altri, anche a causa di seri problemi economici, per cui stava attraversando un periodo di profondo disagio;
la Procura ha evidenziato come la madre fosse consapevole di queste problematiche, tanto da aver proposto lei stessa, in un primo momento, una soluzione che pareva adeguata: era andata a vivere in una comunità da lei conosciuta e aveva accettato il collocamento del figlio in una casa famiglia;
il minore però è stato di recente spostato in altra casa famiglia denominata "Il Campus" in località Sostegno (Biella), senza che di ciò sia stata data comunicazione alla madre;
la madre non vede il piccolo M. dal 13 giugno 2019 per un diverbio avuto con l'assistente sociale incaricata, a cui lei aveva contestato che le visite erano troppo poche e ciò non agevolava il rapporto madre-figlio, evidenziando la sua sofferenza a stare lontana dal figlio;
l'atteggiamento dell'assistente sociale è apparso come un ennesimo atto di lesione del rapporto tra madre e figlio, in violazione di ogni diritto costituzionale e normativo previsto dal nostro ordinamento. In tema di adozione, l'art. 1 della legge 4 maggio 1983, n. 184 (nel testo sostituito dalla legge 28 marzo 2001, n. 149) attribuisce carattere prioritario all'esigenza del minore di crescere nella famiglia di origine, esigenza della quale è consentito il sacrificio solo in presenza di una situazione di carenza di cure materiali e morali, da parte dei genitori e degli stretti congiunti, tale da pregiudicare in modo grave lo sviluppo e l'equilibrio psicofisico del minore stesso;
attualmente la madre chiede la modifica del provvedimento di assegnazione del figlio alla casa famiglia con reintegra dello stato familiare, denunciando il fatto che, dopo aver prelevato il bambino per inserirlo in una casa famiglia, non si è mai fatto nulla per far ritornare il piccolo M. con la propria madre naturale, d'altra parte l'allontanamento genitoriale non era mai stato richiesto dalla Procura della Repubblica;
oggi la signora P. risulta in condizione di riprendere il proprio ruolo di genitore affidatario del minore; lo psichiatra che ha visitato la donna ritiene che abbia bisogno di riprendere il rapporto genitoriale e di affido del piccolo; il procuratore di Vercelli l'ha ritenuta meritevole di ascolto, equilibrata nell'esposizione e non certamente persona poco affidabile; anche la Suprema Corte si è mossa in questa logica, allorché ha rilevato l'assenza di prove circa la coincidenza dell'interesse del minore con il richiesto provvedimento di non vedere e non vivere con la madre ed ha evidenziato come tale richiesta sia tesa ad attuare una definitiva cancellazione del ruolo genitoriale (Cassazione civile, sez. I, 7 giugno 2017, n. 14145);
il minore ha subito un grave disagio nel vivere in comunità e ha sempre richiesto di tornare a vivere con la madre; questa conclusione si evince anche nella relazione del servizio che ha affermato "che il minore sente il bisogno di vivere con la madre";
la signora ha una casa ed una dimora stabile, oltre ad aver costruito intorno a sé un gruppo di amicizie che la sostengono e la aiutano nel quotidiano; percepisce il reddito di cittadinanza e sussistono i presupposti di urgenza per restituire il minore alla madre e aiutarlo a vivere l'anno scolastico nel paese di residenza del nucleo familiare; la madre in questi anni non ha potuto seguire il bambino negli studi e di conseguenza c'è stata la perdita di un anno scolastico;
in definitiva l'insieme degli elementi fa ritenere che non sussistano i presupposti per una soluzione che preveda una collocazione al di fuori della famiglia, cosa peraltro mai richiesta dalla Procura fino al momento in cui alcune assistenti sociali hanno chiesto l'affido del minore a terzi. È certamente più costruttivo predisporre un progetto che preveda un reinserimento nella famiglia di origine con i relativi supporti necessari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, considerate le mutate condizioni attuali, rispetto a quelle iniziali in cui versava la signora P., non ritenga utile che le autorità competenti si attivino per far tornare M. a vivere con la madre o, in subordine, perché la madre possa vedere tutti i giorni il proprio figlio.
(3-01315)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
CASTIELLO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
l'art. 4 del decreto-legge n. 121 del 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 168 del 2002, dispone che il prefetto, sentiti gli organi di Polizia stradale e su conforme parere degli enti proprietari delle strade, tenendo conto del livello di incidentalità, possa autorizzare dispositivi di controllo autovelox;
a norma della direttiva 14 agosto 2009 del Ministro dell'interno, ai fini del contrasto degli eccessi di velocità, è indispensabile avvalersi, quale utile sede di confronto e di valutazione, della conferenza provinciale permanente prevista dall'art. 11 del decreto legislativo n. 300 del 1999, in cui sono presenti tutti i responsabili della sicurezza stradale. Con cadenza semestrale la conferenza approva un documento riepilogativo contenente le analisi effettuate sulla sinistrosità della strada;
con successiva direttiva del 21 luglio 2017 il Ministro dell'interno ha ridefinito i criteri precisando che la contestazione differita delle infrazioni al codice della strada è legittima quando, sulla base di una valutazione preventiva compiuta dal prefetto, i tratti di strada sui quali possono essere collocati dispositivi di controllo rispondono ai seguenti criteri: a) elevato livello di incidentalità; b) documentata impossibilità di contestazione immediata, rimarcando l'esigenza, per ciascun tratto da sottoporre a controllo, di un'accurata analisi del numero, della tipologia e soprattutto delle cause degli incidenti stradali ivi avvenuti nel quinquennio precedente;
il procedimento di individuazione dei tratti di strada in cui è possibile, in deroga al principio generale di contestazione immediata della contravvenzione, fare luogo all'accertamento a distanza delle violazioni, esige il previo parere dell'ente proprietario o concessionario della strada. Tale parere, prescritto dall'art. 4, comma 2, del decreto-legge n. 121 del 2002, ha natura obbligatoria e vincolante ed ha per oggetto la compatibilità tecnica dell'installazione e dell'utilizzazione del dispositivo autovelox con la sicurezza della circolazione;
considerato che, a quanto risulta all'interrogante:
sulla strada statale 18, strara provinciale 430 "Cilentana" all'altezza del chilometro 103+450, il Comune di Agropoli (Salerno) ha installato un dispositivo autovelox che, piuttosto che funzionale al contrasto degli eccessi di velocità, sembra strumentale all'implementazione delle entrate del Comune stesso. Ed invero il livello di incidentalità, come si è potuto appurare presso i competenti organi di Polizia stradale, è estremamente basso. Inoltre, non risulta che la conferenza provinciale permanente abbia compiuto, con la cadenza semestrale prescritta, le analisi occorrenti a valutare la sinistrosità stradale;
un altro profilo non meno importante di illegittimità è costituito dall'assenza del parere, obbligatorio e vincolante del parere dell'ente proprietario o concessionario della strada, che deve valutare la compatibilità tecnica dell'installazione dell'autovelox con la sicurezza della circolazione. L'ANAS ha comunicato di non avere rilasciato il parere di propria competenza, cosa che rende il dispositivo stesso abusivo e il decreto prefettizio che lo autorizza non conforme al paradigma legislativo, di cui al citato art. 4, comma 2, del decreto-legge n. 121 del 2002, e quindi illegittimo,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'abuso e quali iniziative intenda assumere per la sua tempestiva rimozione, considerato che il tratto viario è attraversato quotidianamente da numerosi pendolari per ragioni di lavoro, sicché le abnormi sanzioni pecuniarie alle quali vanno incontro, anche per eccessi minimi di velocità, assorbono, in definitiva, buona parte della retribuzione lavorativa, degenerando in una sorta di tassa impropria sul lavoro pendolare.
(4-02760)
QUAGLIARIELLO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
la filatelia, cioè il collezionismo di francobolli, è una passione che in Italia coinvolge decine di migliaia di persone: la stragrande maggioranza di questi colleziona le nuove emissioni italiane;
i francobolli e le altre carte valori postali sono emessi dall'Italia per decisione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dello sviluppo economico, competente sulla materia. Sin dal 1978 il Ministero ha istituito un organo consultivo, la consulta per l'emissione delle carte-valori postali e la filatelia, formata da esperti di vari settori dell'amministrazione pubblica, del mondo filatelico e indipendenti, per consigliare sulla scelta dei francobolli da emettere. Nei precedenti governi il Ministro aveva sempre affidato la delega per la filatelia ad un sottosegretario, che fungeva da polo di riferimento istituzionale per il mondo filatelico. Ciò non è accaduto con il Governo Conte I e, almeno finora, con il Conte II;
le carte valori sono poi stampate dall'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato SpA e commercializzate da Poste italiane SpA. Il rapporto fra il Ministero e Poste italiane sul tema è regolato da apposite linee guida, emanate nel 2017. Il numero di francobolli diversi emessi annualmente si è attestato negli ultimi anni sui 60-70, che il mondo filatelico ha sempre ritenuto abbastanza congruo, pur auspicando una leggera diminuzione. Le linee guida, in effetti, parlano di un numero massimo di 40 emissioni all'anno, per circa 60-70 francobolli;
poiché il francobollo è emanazione e immagine dello Stato, per la scelta dei temi oggetto di emissione il Ministro si è sempre attenuto ad alcune considerazioni di carattere generale: rilevanza nazionale del tema, anniversari "tondi" (50°, 75°, 100°, 150°, eccetera), attenzione all'attualità e al patrimonio storico e culturale nazionale. Recentemente, però, e specificatamente nel 2019, tutto ciò è stato stravolto;
preso atto che, a quanto risulta all'interrogante:
il Ministro in indirizzo non ha affidato la delega per la filatelia a un sottosegretario, né ha dimostrato interesse per la materia. La consulta non è più stata convocata, per quanto se ne sa, dal 2016. Il numero dei francobolli diversi emessi è salito a 100, suscitando lo sdegno dei collezionisti. I temi scelti sono discutibili o ripetuti, anche a breve distanza. Sono celebrati anniversari che non appartengono alla tradizione filatelica italiana, come il 20°, 60°, 70°, 80°, 120° o altri. Non vi è più nessun colloquio con il mondo dei collezionisti;
recentemente è successo un altro fatto increscioso: la concessionaria Poste italiane ha posto limitazioni alla libera vendita di carte valori, subordinandola all'acquisto di altri prodotti. Il foglietto non numerato a ricordo di Cesare Maccari, prodotto in soli 20.000 esemplari, è venduto soprattutto in abbinamento forzoso con altri prodotti, di costo elevato. Tutto ciò ha suscitato critiche da parte della federazione fra le società filateliche italiane, cioè l'organismo che rappresenta i collezionisti italiani, nonché dalle altre associazioni di settore, che rappresentano i professionisti e la stampa specializzata;
ancora, le linee guida impongono di rendere pubbliche, alla stampa e ai cittadini, le immagini dei nuovi francobolli solo nel giorno dell'emissione. Si tratta di un divieto incomprensibile, che pone evidenti danni alla diffusione del messaggio ed alla promozione dei francobolli. Costringendo lo stesso Ministero e Poste italiane a forzature: è accaduto l'8 gennaio 2020, quando per presentare il francobollo dedicato alla società sportiva Lazio previsto per il 9, si è dovuto aspettare la mezzanotte (in realtà, un tweet con le immagini è stato diffuso della stessa società sportiva prima, alle ore 23.41),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, referente politico dell'emissione dei francobolli italiani, sia a conoscenza di quanto esposto;
chi sia attualmente il funzionario tecnico che coadiuva il Ministro nella scelta dei francobolli di emettere;
se non ritenga opportuno soddisfare le richieste della Federazione fra le società filateliche italiane, dell'Associazione filatelisti italiani professionisti e dell'Unione stampa filatelica italiana circa il tetto non superabile di 40 emissioni e 70 francobolli all'anno e riguardo al rispetto degli anniversari più importanti;
se non ritenga necessario nominare una nuova consulta per la filatelia, rieleggendo i rappresentanti delle associazioni di settore, che recentemente ne erano stati esclusi, e convocare con regolarità quest'organo;
se possa considerare l'ipotesi di abrogare la norma delle linee guida che vieta la diffusione delle immagini dei francobolli prima del giorno di emissione;
se ritenga di mostrare interesse a condurre una politica filatelica coerente e continua, facendo cessare l'impressione di sbando del settore che oggi sembra prevalere;
se non ritenga opportuna una maggiore trasparenza nella vendita dei francobolli commemorativi, garantendone a tutti l'approvvigionamento ed evitando facili speculazioni.
(4-02761)
FUSCO, CANDURA, PEPE, PUCCIARELLI, ZULIANI - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
il nuovo regolamento per la disciplina delle uniformi (SMD-G-010) pubblicato il 4 dicembre 2019 dallo Stato maggiore della difesa ha regolamentato in modo restrittivo l'uso delle uniformi per i militari in congedo e per le associazioni d'arma;
il capitolo VII del regolamento reca disposizioni specifiche per i "militari delle categorie in congedo";
tale capitolo, al punto a) reca: "Ai militari delle categorie in congedo è sempre precluso l'uso dell'uniforme al fine di evitare ogni possibile confusione con i militari in servizio" e al punto d) "I militari in congedo iscritti alle Associazioni d'Arma formalmente riconosciute dal Ministero della Difesa, che partecipano a cerimonie o a eventi ovvero che prendono parte ad attività connesse con gli scopi/finalità dell'Associazione, sono autorizzati ad indossare solo gli elementi uniformologici e gli accessori eventualmente stabiliti da ciascuna Forza Armata";
considerato che:
l'uniforme porta con sé un alto valore simbolico relativo al senso di appartenenza e patriottismo, e una preclusione tout court dell'uso dell'uniforme appare un'interpretazione esageratamente restrittiva;
la preclusione, oltre tutto, riguarda anche le attività addestrative che militari in congedo svolgono al fine di mantenere un adeguato profilo professionale;
a titolo d'esempio, l'Unuci (Unione nazionale degli ufficiali in congedo d'Italia), che conta circa 23.000 iscritti, collabora regolarmente con le autorità militari nell'addestramento del personale in congedo, e conseguentemente svolge diverse attività con le confederazioni similari degli ufficiali della riserva dei Paesi alleati,
si chiede di sapere quale sia la posizione del Governo e quali azioni il Ministro in indirizzo stia valutando di intraprendere in merito alle problematiche esposte.
(4-02762)
GALLONE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
da tempo il tribunale di Bergamo registra una notevole carenza di organico, con il rischio di pesanti ricadute in termini di gestione del lavoro;
l'organico del personale risulta appena sufficiente a far fronte, non senza difficoltà, al normale svolgimento dell'attività giurisdizionale;
già in data 24 settembre 2019 l'interrogante ha presentato l'atto di sindacato ispettivo 3-01140, ad oggi senza risposta, nel quale veniva denunciato come lo stesso presidente del tribunale, dottor Cesare de Sapia, avesse evidenziato il preoccupante stato di sofferenza del tribunale, confermato dai dati aggiornati il 17 settembre 2019 e dai quali si rileva una carenza media di personale pari al 42,55 per cento riferito ai singoli profili professionali;
in particolare, i dati registrano una scopertura del 50 per cento sui direttori amministrativi, del 63,51 per cento sui funzionari giudiziari, del 43,48 per cento sui cancellieri, del 25,15 per cento sugli assistenti giudiziari e percentuali più elevate riferite ai ruoli diversi come gli operatori giudiziari;
l'altro dato preoccupante è quello relativo ai magistrati che dovrebbero essere 53, compresi i 5 aggiunti alla pianta organica a seguito dell'assorbimento delle sedi distaccate di Treviglio e Clusone, ma in realtà ne sono in servizio solo 43; anche l'ufficio del giudice per le indagini preliminari e giudice dell'udienza preliminare, nevralgico per il funzionamento del settore penale, registra una preoccupante carenza posto che i giudici per le indagini preliminari in servizio sono attualmente 7;
tali dati sono stati confermati anche dal presidente della Corte d'appello di Brescia, nella sua relazione d'apertura dell'anno giudiziario, evidenziando come presso il tribunale di Bergamo si registri una carenza d'organico del 41 per cento, ovvero sono in servizio 101 addetti sui 141 previsti dalla pianta organica;
nell'attuale situazione di progressivo ed avanzato depauperamento dell'organico, diverrà impossibile fronteggiare tempestivamente anche il nuovo afflusso di richieste di provvedimenti;
senza l'immissione in organico di nuovi giudici, sarà inevitabile la conseguenza che nell'immediato futuro i tempi di trattazione e definizione dei procedimenti diventino sempre più lunghi;
lo stop della prescrizione previsto dalla legge 9 gennaio 2019, n. 3, recante "Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici", metterà seriamente a rischio l'efficienza di molti uffici giudiziari, specie delle Corti d'appello, con l'alta possibilità che anche i tempi dei processi ne risultino allungati;
invece di intervenire con una riforma organica della giustizia che possa rendere efficienti i processi, anche attraverso un potenziamento ed una migliore gestione delle risorse umane e strumentali, il Governo sembra esclusivamente impegnato a dirimere i propri malumori interni, proponendo mediazioni senza alcuna logica giuridica,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda attuare al fine di recepire le istanze per sanare le gravi carenze del tribunale di Bergamo, indicando i tempi per la loro realizzazione, al fine di adeguare gli organici alla mole di lavoro del tribunale e garantirne la qualità.
(4-02763)
GASPARRI - Ai Ministri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e dell'università e della ricerca. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
l'ENEA è un ente di diritto pubblico per l'innovazione tecnologica e i servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione nei settori dell'energia, ambiente e sviluppo economico sostenibile e con centri di ricerca, 2.400 dipendenti ed un contributo annuo dello Stato di 140 milioni di euro;
nel 2014 l'ente è stato commissariato dal Governo Renzi con la nomina a commissario del professor Federico Testa e dei vicecommissari, dottor Tullio Fanelli e dottoressa Cristina Corazza;
nel 2016 il professor Federico Testa è stato nominato presidente dell'ENEA, con i consiglieri di amministrazione Mauro Libè e Alessandro Lanza;
vi sarebbe stato un doppio incarico del professor Federico Testa, commissario e presidente dell'ENEA e allo stesso tempo professore ordinario a tempo pieno presso l'università di Verona, facente funzioni di direttore di dipartimento;
nel periodo di commissariamento vi sarebbe stata la sostituzione irregolare dei revisori dei conti prima della loro scadenza e senza giustificata motivazione, reintegrati dalla sentenza del TAR del Lazio;
nel medesimo periodo ci sarebbe stata la nomina del vicecommissario Fanelli a vicedirettore generale dell'ENEA;
vi sarebbero state forzature e pressioni psicologiche da parte del presidente Testa sui responsabili delle unità tecniche ufficio studi (poi rimosso) e dipartimento energia per far produrre una relazione tecnica compiacente per l'associazione ASSOGAS tesa ad agevolare l'ottenimento di benefici economici legati alle certificazioni energetiche, motivandolo con rapporti di amicizia intercorrenti tra lui ed i manager ASSOGAS;
la gara di assegnazione della sede di Frascati per la realizzazione dell'impianto sperimentale per la fusione nucleare denominato DTT (divertor test Tokamak) sarebbe stata impugnata da diverse Regioni, con sedi ENEA, partecipanti al bando per le modalità di assegnazione al centro di Frascati con criteri e applicazione non trasparente;
ci sarebbe stata la gravissima imputazione all'ENEA di "traffico illecito di rifiuti" e inquinamento ambientale del territorio limitrofo al centro ricerche di Trisaia di Rotondella (Matera), dovuto allo sversamento a mare di metalli pericolosi originati dall'impianto ENEA "Ex Magnox", ora oggetto di indagine e procedimento penale su delega della DDA (Direzione distrettuale antimafia) della Procura della Repubblica di Potenza, che ha già iscritto diversi soggetti sul registro degli indagati per i gravissimi reati elencati ex lege n. 136 del 2010 e del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modificazioni e integrazioni, culminata con il sequestro penale preventivo del 13 aprile 2018 nei confronti della Sogin (società partecipata da ENEA) e dell'ENEA, delle vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico a mare dagli impianti nucleari "Itrec" e "Ex Magnox";
l'ENEA, attraverso il suo presidente, con il recente evento nel salone della sede legale dell'ente, alla presenza del vicepresidente della BEI, avrebbe confermato e ufficializzato il finanziamento da parte della Banca europea del progetto della macchina DTT a Frascati, per 250 milioni di euro, corrispondente a circa metà del "fabbisogno" del progetto (valutato dalla BEI in 626 milioni), mentre la parte complementare sarà finanziata dagli altri consorziati, oltre che dalla Regione Lazio, vincitrice del "bando", e da altre entrate previste. L'ingente somma che sarà erogata dalla BEI in 3 tranche (2022, 2023 e 2024) è in realtà un "mutuo" che impegnerà l'ente a pagare (oltre ai 50.000 euro di spese d'istruttoria) ben 10 milioni all'anno più 3 di interessi (al tasso del 2,1 per cento circa), in 50 rate semestrali, per i prossimi 25 anni su un progetto che sarà gestito dal consorzio;
l'ENEA avrebbe subito recenti perquisizioni della Guardia di finanza negli uffici dei diversi centri sparsi per il Paese, facendo ricadere le eventuali irregolarità registrate sui lavoratori attraverso la circolare n. 282/2019/PER e l'erogazione della busta paga di ottobre 2019 con dicitura "salvo conguaglio per gli esiti delle ispezioni", con applicazione retroattiva,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non intendano richiedere all'ENEA e agli enti istituzionali coinvolti e citati tutti gli elementi necessari ad approfondire i diversi argomenti richiamati, per valutare complessivamente l'operato del presidente e degli attuali dirigenti da lui nominati, nonché recentemente riconfermati fino al 2025, ovvero ben oltre il mandato del presidente che scade nel mese di marzo 2020;
se siano a conoscenza delle numerose anomalie ed irregolarità amministrative riscontrate dal 2014 ad oggi, come da atti ufficiali, anche della Corte dei conti;
nel caso in cui si riscontrino le gravi irregolarità descritte, che cosa intendano fare e se non vogliano procedere nell'immediato alla nomina di un commissario.
(4-02764)