Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 076 del 21/12/2018

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

76a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

VENERDÌ 21 DICEMBRE 2018

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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO,

indi del vice presidente CALDEROLI,

del vice presidente LA RUSSA

e del presidente ALBERTI CASELLATI

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Berlusconi Presidente: FI-BP; Fratelli d'Italia: FdI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-Leu; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,03).

Si dia lettura del processo verbale.

CASTALDI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge:

(981) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera dei deputati) (Votazione finale qualificata, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (ore 9,06)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 981, già approvato dalla Camera dei deputati.

Ricordo che nella seduta di ieri il Presidente della 5a Commissione permanente ha riferito sui lavori della Commissione e ha avuto inizio la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Perosino. Ne ha facoltà.

PEROSINO (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, torniamo al tema di cui ieri sera abbiamo discusso fino a notte tarda: a parti invertite, cosa sarebbe successo in quest'Aula? In serena amicizia e con spirito di collaborazione tra colleghi, dico che i gilet gialli ora in Parlamento avrebbero assaltato il banco del Governo e quello della Presidenza.

Viceversa, voglio essere ulteriormente collaborativo e raccontarvi come vedrei io il bilancio. Lo vedrei scritto su una lavagna, ma siccome adesso siamo arrivati alle slide e a ben altri mezzi, accetto la slide su cui ci siano scritte le entrate e uscite per macrocifre. Vedremmo così che le entrate dello Stato assommano a 800 miliardi e le uscite a 770, con un avanzo primario di circa 30 miliardi e 60-65 di interessi; e lì si che lo spread c'entra, anche se vorrei che non fosse così. So che gli economisti di una volta dicevano che uno starnuto a Hong Kong era una polmonite a New York, per cui una notizia in economia data male può causare variazioni - di miliardi, nel nostro caso - tali per cui siamo poi costretti a correre dietro a tagli da un milione (o anche meno e di qualsiasi altro importo). I 60-65 miliardi di interessi portano dunque a un deficit di 30-35, esattamente pari a una cifra che si attesta tra il 2,4, il 2 o l'1,99 del PIL (circa 1.750 miliardi).

Nei 760 miliardi di uscite ci sono spese fisse (quasi tutte): tra 250 miliardi per le pensioni, 110 per la sanità, gli stipendi, la manutenzione degli edifici e spese fisse varie, ci sono 5-10 miliardi discrezionali, se non si compiono operazioni come quelle che realizzano tutte le finanziarie (un condono o uno pseudocondono, che comportano qualche entrata in più, e uscite per le iniziative da realizzare, che consistono nelle promesse elettorali, nelle scelte discrezionali del Governo e nella politica).

In questi importi dovrebbero rientrare anche gli investimenti, che temo siano e saranno pochi, sia per le procedure, sia perché si confida in un miglior utilizzo dei fondi europei. Il discorso Europa mi sta a cuore, però, in tal senso: cosa possiamo rinegoziare con essa? A parte la vicenda delle ultime settimane e degli ultimi mesi, in cui, a mio avviso, abbiamo perso, forse - come si dice in gergo semplice - tra ragazzi ne abbiamo date alcune ma ne abbiamo prese anche tante. Contribuiamo al bilancio europeo per 14 miliardi, che sono spese correnti e soldi che dall'Italia vanno all'Europa. Ai tempi in cui essa fu istituita, questi fondi provenivano dall'IVA, oggi provengono in generale dal bilancio. Ne riprendiamo 12 circa, ma non sempre, perché non siamo capaci di usare i fondi europei, dato che ci mancano i co-finanziamenti, soprattutto al Sud. Questi sono i fatti. Dove vanno i soldi che non vengono ripresi in corso d'anno? A residuo? E comunque ci sono 2 miliardi che costituiscono la perequazione a Est dell'Europa e le spese faraoniche della stessa.

Poi l'Europa ci mette le norme sull'etichettatura dei prodotti, soprattutto quelli alimentari e dobbiamo fare la guerra. Ci dice, ancora, che sui citofoni non dobbiamo scrivere il nome. Queste sono le misure che dobbiamo contestare all'Europa.

Qui dentro, però, il problema è il debito pubblico. Io vorrei che si facesse un'apposita discussione sul debito pubblico per cercare di ridurlo, con la proposta di Savona, Panerai e altri della costituzione di una società con patrimonio immobiliare pubblico, vendita delle quote ed estinzione del debito per 300-400 miliardi. Questo patrimonio verrebbe rivalutato e venduto e, con esso, si rimborserebbero le quote.

Ci sarebbero un sacco di altre cose da dire, mal il tempo sfugge.

Credo che dire no alle grandi opere non abbia un effetto benefico per l'Italia in termini di crescita, né che produca conseguenze in termini di decrescita; piuttosto rappresenta un danno per l'occupazione.

Le dismissioni promesse sono di difficile realizzazione; le assunzioni sono troppe e con una decorrenza ridicola (15 novembre 2019).

Viceversa, trovo degli elementi positivi nelle misure sugli locali, e concludo.

Credo che la previsione di un contributo di 400 milioni ai Comuni per opere pubbliche - che equivale a circa 40.000-50.000 euro per Comune, a seconda della fascia demografica - sia opera del sottosegretario Giorgetti e di altri, e gliene do pubblicamente atto.

Altre norme riguardano gli avanzi di amministrazione, il bilancio consolidato per i piccoli Comuni, la contabilità economico-patrimoniale, di cui spero sia stata salvata l'abolizione, e la soglia degli appalti da 40.000 a 150.000 euro.

PRESIDENTE. Senatore, la invito a concludere.

PEROSINO (FI-BP). Avrei, come tutti, tante cosa da dire, ma ci sarà occasione di farlo.

Concludo il mio intervento rivolgendomi agli amici della maggioranza, in particolare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: guardate che governare è una cosa seria, bisogna sentire la responsabilità e, soprattutto, bisogna sapere che si governa per tutti, non soltanto per quelli che si presume abbiano votato. Si governa per tutti, perché questo è il passato, il presente e il futuro. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Monti. Ne ha facoltà.

MONTI (Misto). Signor Presidente, anch'io, come diversi parlamentari ieri sera, devo stigmatizzare la condotta del Governo nei confronti del Parlamento sulla legge di bilancio.

Si è trattato, lo dico con serena gravità, di un vero e proprio atto di disprezzo del Parlamento. Il senso di responsabilità del Parlamento permetterà forse di evitare l'esercizio provvisorio, ma quello che avrà inizio il 1° gennaio si potrà purtroppo chiamare un esercizio ricattatorio. (Commenti del senatore De Vecchis).

A che cosa è dovuto questo oggettivo disprezzo del Parlamento da parte del Governo? Ad una vera mancanza di tempo perché il Governo è entrato in carica solo da poche settimane? Ad un'improvvisa crisi che ha stravolto lo scenario economico-finanziario internazionale? No, non vi è alcuna circostanza attenuante di questo tipo.

Questa indegna esautorazione del Parlamento è, a mio parere, semplicemente una conseguenza del disprezzo della realtà, del rifiuto della realtà.(Brusio).

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, senatore, ma c'è un brusio di fondo sproporzionato alle presenze in Aula.

DE VECCHIS (L-SP-PSd'Az). Non è stato eletto da nessuno, non può fare polemica.

MIRABELLI (PD). Non si può neanche più parlare. Se volete, usciamo.

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore, la richiamo. Non mi costringa a farlo ancora e ad invitarla a lasciare l'Aula. (Commenti del senatore De Vecchis).

Senatore, pensavo che, senza averla nominata, avesse compreso a chi era indirizzato il richiamo. Non mi costringa a richiamarla nominalmente.

MONTI (Misto). Forse ho sbagliato qualcosa, Presidente?

PRESIDENTE. Assolutamente no, la stiamo ascoltando con attenzione.

MONTI (Misto). Questa indegna esautorazione del Parlamento è una conseguenza del disprezzo della realtà e del rifiuto della realtà, che forse è l'unico elemento che le due forze politiche della maggioranza hanno veramente in comune. Aggiungo il disprezzo dei numeri, spesso derubricati a numerini; è anche questo un aspetto della non presa d'atto della realtà, salvo che poi i numerini vengono resi ancora più numerini quando può essere utile usare, per la prima volta nella storia delle relazioni tra l'Unione europea e uno Stato membro, due cifre decimali.

Un Governo, che con orgoglio si considera sovranista e populista rifiutandosi per mesi di avere un dialogo serio con una realtà considerata ostile e da travolgere, l'Unione europea, ha finito per capitolare davanti agli eurocrati. Ha rinviato di giorni e giorni e poi ancora di un'ora due giorni fa (dalle ore 12 alle ore 13) la presentazione della manovra in Senato, perché non arrivava la lettera di nulla osta da Bruxelles. Il Governo sovranista ha ottenuto il risultato di cedere all'Europa in modo maldestro una quota rilevante della sovranità nazionale italiana sottraendola a chi? Il Governo populista ha tolto sovranità al Parlamento che, come ha ricordato l'altro ieri il presidente Mattarella, è interprete ed espressione della sovranità popolare. Quindi, c'è stata una perdita netta di sovranità popolare passante dal Parlamento al Governo e all'Europa.

Il Governo si è trovato a dover decidere di una manovra in condizioni particolarmente favorevoli. Guardando almeno gli ultimi dieci anni, nessun Governo italiano si è trovato a dover essere confrontato con un'economia ricevuta dal passato non certo florida, ma che, superata una grave crisi finanziaria e una severa recessione, dà o dava - dovremmo forse dire - segni di ripresa. I mercati finanziari e la politica monetaria non erano mai stati così favorevoli. Ricordiamo tutti il quantitative easing. Va anche detto che le condizioni politiche della maggioranza rispetto alla debolezza numerica e - mi si permetta di dire - di idee delle opposizioni avrebbero potuto favorire una rigorosissima azione di Governo.

Cari colleghi, persino dal punto di vista del contagio siamo stati favoriti e fortunati questa volta. In altre occasioni l'Italia ha subìto il contagio di Paesi vicini. Vi ricorderete cosa rischiava di voler dire il contagio della Grecia qualche anno fa. Questa volta siamo stati così fortunati da subire per dono di Dio il contagio, nel senso dell'allargamento, dovuto all'azione dei gilet gialli in Francia e alla duplice circostanza che il commissario Moscovici è molto politico e molto francese. Credo che senza queste circostanze, come si legge anche in qualche giornale di oggi, quella coalizione di Stati membri del Nord falchi e cattivi non avrebbe consentito alla Commissione di risparmiare l'apertura della procedura di infrazione verso l'Italia. L'abbiamo effettivamente scampata bella.

Io vorrei soffermarmi per un attimo su come mai all'ultimo minuto il Governo italiano sia riuscito effettivamente a riprendere la situazione in mano. Secondo me, bisogna capire come prima si sia verificato un tale degrado del quadro di negoziato con l'Europa e come poi si sia potuto rimediare in pochi giorni. Tutti abbiamo esperienza di funzionamento di istituzioni, di aziende e di politica. Di solito, quando un comportamento va storto, quando una performance è cattiva una parte della ragione risiede nella cattiva struttura delle istituzioni oppure nel fatto che le istituzioni non vengono fatte funzionare come sarebbe prescritto.

Bene. Io credo che abbiamo avuto grandissimi problemi, rimediati all'ultimo minuto ma con danni effettivi per il Paese perché per mesi e mesi la politica economica e la politica europea sono state condotte, nelle loro manifestazioni più visibili, da Ministri non competenti e non responsabili.

Per la politica economica ha avuto forse anche eccessiva attenzione - ma è stato citato da tutti - l'atto del balcone del vice presidente Di Maio. Dopo avere sconfitto il competente Ministro dell'economia, l'ha fatto sapere al mondo. Ma non vorrei che si sottovalutasse il contributo dato in questo senso, cioè alla creazione di un pessimo ambiente negoziale con l'Europa, dal vice presidente Salvini che non ha avuto a disposizione in modo puntuale e trionfale un balcone, ma infiniti microfoni collocati in stadi, birrerie, sagre e altrove, dalle quali ha formulato, con martellante puntualità, la politica estera e la politica europea dell'Italia. Nei giornali internazionali la politica estera ed europea dell'Italia era quella dichiarata, giorno per giorno, dal Ministro degli interni.

Ebbene, se voi ci fate caso, le cose si sono un po' raddrizzate quando è successo nel funzionamento del Governo quello che colpevolmente prima non era stato fatto succedere dal Presidente del Consiglio dei ministri: lui ha cominciato a guidare il Governo, sono riapparsi per la politica economica il ministro Tria e per la politica estera il ministro Moavero Milanesi e le cose sono andate meglio.

Io spero sempre nella stabilità dei governi, che in genere migliorano via via che imparano, purché non rifiutino il confronto con la realtà e dunque per la stabilità e l'efficacia del Governo mi auguro che il Presidente del Consiglio sappia fare tesoro di questa esperienza.

Aggiungo un paio di ultime considerazioni: ho rilevato, al momento del primo dibattito sulla fiducia, che questo Governo e questa maggioranza sono costituiti dagli unici due partiti che hanno avuto un travolgente successo elettorale che hanno costruito, in gran parte, sulla base di una narrazione falsa, di una storia alla quale hanno partecipato solo per distruggere, cioè sono stati i due unici partiti che, a differenza del PD, di Forza Italia e dei partiti di centro che c'erano allora, non si sono assunti alcuna responsabilità nel far uscire l'Italia dalla crisi del 2011-2012. Ebbene, hanno costruito una narrazione che adesso, se vogliono governare, devono smontare pezzo per pezzo. Ma io assicuro ai colleghi della Lega e dei 5 Stelle che mai dirò che con la ritirata poco elegante che ci hanno fatto vedere in questi giorni siano stati servi dei poteri forti, del capitalismo internazionale, inginocchiati di fronte alla Commissione europea e altre delizie con le quali hanno caratterizzato il loro contributo critico alla vita politica italiana degli ultimi sei o sette anni.

Infine, a proposito della manovra del popolo, sì, nelle intenzioni devo dire che a me piaceva moltissimo l'idea che fosse una manovra del popolo, ma sapete "del" in italiano può denotare soggetto o oggetto. È nata come manovra del popolo, fatta dal popolo nell'interesse del popolo, ma è diventata moltissimo alla fine - e mi dispiace - un atto di manovra sul popolo nel quale sono state fatte penetrare idee di vittoria, di benessere futuro incrementato, di grande rivendicazione di cose che il popolo aveva dovuto subire in passato. (Applausi dal Gruppo PD).

Concludo dicendo che adesso converrebbe, contenuto il pur giustificato, in parte, giubilo per aver evitato la procedura di infrazione, concentrarci sulle prossime tappe. Le leggiamo bene nei giornali oggi e, in parte, le abbiamo costruite noi: una sorta di mercato dei tappeti, anzi tappeti volanti, sotto i quali c'è moltissima polvere in forma di IVA per i prossimi anni. Quindi, grandissima attenzione, perché non siamo ancora ad una Italia liberata da un'Europa che esiste e che esercita la sua sorveglianza perché tutti i Paesi le hanno chiesto di esercitarla. (Applausi dal Gruppi Misto e PD).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Boldrini. Ne ha facoltà.

BOLDRINI (PD). Signor Presidente, onorevoli senatori, signor rappresentante del Governo, in quest'Aula, per la prima volta, si discute un disegno di legge di bilancio di cui non conosciamo ancora definitivamente i dettagli, anche perché quella effettiva - si dice - arriverà oggi pomeriggio; perché di testi ne abbiamo avuti molti, ma mai quello sul quale lavorare definitivamente.

L'iter di questa manovra è l'emblema della approssimazione dimostrata quasi quotidianamente questi primi sei mesi di Governo. Balletti penosi, cifre, misure, emendamenti, previsioni surreali di crescita, attacchi all'Europa, meste retromarce e autosmentite come quella, ad esempio, sulla tassa sulle auto più inquinanti.

Per giorni, un evidente tentativo di prendere tempo perché, ce ne siamo accorti, ci si è dovuti limitare a discutere di misure minori, sostanzialmente mance e mancette distribuite senza troppo criterio. Cosa ancor più grave, avete esautorato il ruolo del Parlamento, riducendo i parlamentari a meri passacarte: perché di carta ne abbiamo vista tantissima qui dentro, purtroppo per i nostri alberi! Speriamo almeno che venga riciclata. (Applausi dal Gruppo PD).

Alla Camera i nostri colleghi hanno discusso letteralmente al buio. Hanno approvato una manovra che non sanno neanche cosa contenga e i cui contenuti non sono stati finora chiariti in modo definitivo. Questo in particolare per quanto riguarda le vostre misure principali, che sono la quota 100 e anche il reddito di cittadinanza, che non sappiamo ancora come verrà erogato, che cosa ci si farà e cosa vi è scritto dentro, a parte qualche tessera che forse stanno stampando.

Ci è stato detto che in Senato sarebbero arrivate le vere modifiche. Ebbene, noi siamo ancora qui ad aspettare le modifiche. A parte la relazione del presidente Conte, che ci ha detto che vi saranno ulteriori tagli, quindi, noi stiamo aspettando per sapere dove saranno effettuati questi tagli. Alla fine, la legge di bilancio che verrà fuori da quest'Aula si limiterà solamente a sollevare molto fumo e un po' di assistenzialismo, senza promuovere la crescita, senza diminuire le tasse e senza mettere in cantiere investimenti di cui il Paese avrebbe bisogno. Si tagliano fondi anche all'università perché, con il blocco del turnover da novembre del prossimo anno, non abbiamo fatto altro che bloccare i fondi all'università.

Inoltre, i dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio, che non avete voluto audire in Commissione, già allora ci dicevano che ci sono sei miliardi di euro in più e che poi il prossimo congelamento con la manovra sull'IVA porterà, nel 2020 e nel 2021, ulteriori tasse sulla testa dei cittadini. Sarebbe stato opportuno proseguire sulla strada delle riforme avviate nella precedente legislatura e, di fatto, voi lo avete fatto.

Infatti, con il Rei, il reddito di inclusione, avete comunque recuperato e avete già inserito in questa manovra norme che possono mantenerlo in vita fintanto che non verrà approvata. Questo perché vi siete accorti che questo famoso reddito di cittadinanza non ha ancora né testa né coda.

Sarebbe stato opportuno non sfidarla l'Europa. Ma tant'è, voi l'avete sfidata dicendo sempre: "Me ne frego" e "Noi andiamo avanti", per poi ritornare a dire che è meglio che stiamo con l'Europa perché, altrimenti, si ricadrebbe in questa procedura di infrazione, ancora non del tutto scongiurata, però. Era tutta propaganda, ovviamente, il dire: "Noi non ritorneremo indietro", visto che ora siete giunti alla resa con l'Unione europea. Il vostro compito dovrebbe essere quello di proporre una legge di bilancio che eviti al Paese il rischio di entrare in recessione. Di fatto, però, stiamo già cominciando a vederla questa retrocessione.

Arrivo, però, al punto che mi interessa maggiormente, che è quello della sanità. Anche qui, grandi proclami, ma non è stata fatta nessuna programmazione di sistema, solo annunci a spot. Il Fondo sanitario nazionale è rimasto uguale a quello programmato dai Governi precedenti, non si è spostato di una virgola. Alla faccia dell'elenco del premier Di Maio, che dice: «Fatto!». Fatto, niente, perché quel miliardo in più è quello che avevamo messo noi. (Applausi dal Gruppo PD).

Ancora spot sull'edilizia sanitaria. Sono stati aggiunti dei fondi solo perché un emendamento del PD alla Camera ne ha aggiunti, ma si arriva al 2032 e chissà chi ci sarà.

Anche sulle liste d'attesa sono stati messi 50 milioni di euro e aggiunti altri 150, ma tutto per l'implementazione della cosiddetta «rete tecnologica». Non capisco: bisognava assumere i medici per fare le visite, non avere un'informatizzazione migliore. Per non parlare, poi, del superticket, altro proclama importantissimo: «lo taglieremo, le persone hanno bisogno». Bene, neanche una manovra in questo senso. Bisogna, invece, che le Regioni si arrangiano da sole, che emulino le più virtuose. Sappiate che ieri è stato approvato il bilancio della Regione Emilia Romagna, che prevede l'azzeramento del superticket, così come prevedeva il nostro Governo. Peccato che Lega e MoVimento 5 Stelle abbiano votato contro: anche in questo caso, incomprensione. (Applausi dal Gruppo PD).

A furia di spendere chiacchiere e annunci sul reddito di cittadinanza, vi siete completamente dimenticati della sanità, degli operatori del comparto, che invece sono già, quelli sì, sul piede di guerra, annunciando un altro sciopero; uno è già stato fatto e ne stanno preparando un altro. Ci sono 120.000 dirigenti che non sono mai stati incontrati dalla Ministra.

Inconcepibile, poi, quello che sta succedendo in sanità: azzerato il Consiglio superiore di sanità con una lettera. Si tratta di gente che ha lavorato per quattro anni gratuitamente a livello scientifico: cancellati con una lettera. Qui si procede a raccomandate per cancellare le eccellenze italiane. Per non parlare, anche, delle dimissioni del Presidente dell'Istituto superiore di sanità e del suo consiglio di amministrazione: ovviamente ci sono delle incongruenze con la condizione dell'Istituto superiore.

Non è dato sapere, poi, cosa si stia facendo con il tetto per l'assunzione del personale in sanità: anche su questo, proclami, ma di fatto non si sa niente. Chissà se sarà nel prossimo maxiemendamento, che arriva oggi pomeriggio, perché la Ministra, insieme a Garavaglia, aveva detto «faremo, faremo», però non abbiamo ancora visto niente di definitivo.

Desta, poi, una preoccupazione - che credo che le donne qui presenti debbano sentire propria - il fatto di aver riconosciuto alla lavoratrici la facoltà di estendere il lavoro dopo il parto per cinque mesi, in deroga alla legge vigente, che prevede che stiano a casa i due mesi prima e i tre mesi dopo. Nonostante si tratti di un'operazione volontaria, tale norma espone ovviamente le donne alla possibilità di pressioni e di condizionamenti da parte dei datori di lavoro, che rischiano di mettere in pericolo la salute della donna stessa e del nascituro. Ricordate che non tutte le donne lavorano in ufficio; ci sono tante donne che lavorano e fanno lavori faticosi. (Applausi dal Gruppo PD).

Signor Presidente, non possiamo negare di essere fortemente preoccupati. Vi abbiamo implorato, nell'interesse del Paese, di riscrivere la manovra, di accogliere le nostre proposte. Vi abbiamo offerto collaborazione, ma, devo dire, da parte vostra vi è stato un finto ascolto: non c'è stato nessun dialogo, né alcuna disponibilità vera. Questa non è la manovra del popolo, ma della recessione, portata avanti dal Governo non del cambiamento ma del fallimento di un Paese che non se lo merita. Perché l'Italia non si merita questa manovra. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Presutto. Ne ha facoltà.

PRESUTTO (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, se guardo a quanto è accaduto in quest'ultimo periodo, mi rendo conto che l'Italia sembra essere stata portata a una condizione borsistica. In pratica, il Paese ha come priorità principale la verifica delle quotazioni. Mi sono chiesto, quindi, se sia effettivamente così e ho trovato la risposta nel rendiconto di gestione dello Stato. Abbiamo un 30 per cento in più tra entrate e uscite di competenza, che è rappresentato da movimenti finanziari: praticamente, sarebbe bastato qualche punto percentuale in più tra entrate e uscite e saremmo stati davanti non più ad uno Stato, ma ad una banca, che però si trova in una condizione prefallimentare, se non già in liquidazione.

A me sembra che questo sia un aspetto che merita molta attenzione, come meritano ancora più attenzione le dinamiche che hanno portato il Paese in questa particolare condizione. Ovviamente ora tocca a noi governare il Paese, mentre in precedenza è toccato ad altri. Noi, però, ci assumiamo la responsabilità di governare il Paese e di farlo bene. Mi sembra che si sia persa l'attenzione sull'elemento principale per cui siamo qui, che è rappresentato dai cittadini e non certo dai mercati finanziari. (Applausi dal Gruppo M5S).

Vorrei evidenziare alcuni aspetti che più volte sono stati richiamati in questi giorni. Si tende sempre a parlare della parte di competenza del bilancio - uso un tecnicismo - e nello specifico delle entrate e delle uscite. Non ho mai sentito parlare, però, o almeno non con la frequenza che meriterebbe, del fatto che lo Stato non è più in grado di fare fronte alle spese correnti con le entrate tributarie e questo è un problema gravissimo (Applausi dal Gruppo M5S), perché significa che non c'è la sostenibilità finanziaria naturale, da tempo, di un organismo complesso quale è il nostro Paese. Perché è accaduto tutto ciò? Questo aspetto ha certamente incattivito anche il sistema tributario italiano, che è datato - ecco perché abbiamo parlato di riappacificazione fiscale con i cittadini - che negli anni è stato pensato per aggredire i contribuenti, soprattutto quelli più ricchi, e che non si è adattato tempi a ad un mondo che esiste ormai da decenni. La globalizzazione non si è certo realizzata ieri mattina: sono anni che il nostro Paese è inserito in un mercato globale, dove anche gli altri Paesi hanno vissuto - penso ad esempio alla crisi dei mutui subprime - ma hanno avuto una migliore capacità di uscirne rispetto a noi.

Perché, dunque, è accaduto tutto questo? Perché abbiamo - ad esempio - dei differenziali positivi? Torno ancora una volta a un tecnicismo: parliamo di legge di bilancio e, dunque, i tecnicismi sono necessari o almeno apparentemente positivi, se vogliamo vedere piccoli particolari del bilancio, che poi però si scontrano con parametri finanziari profondamente negativi, se vogliamo analizzare altre sezioni molto importanti del bilancio. Come ho detto più volte, anche in altre occasioni, continuo a chiedere ancora: se quei crediti benedetti presenti nello stato patrimoniale del bilancio statale, che sono i ruoli che non vengono riscossi - si tratta di 900 miliardi di euro - restano lì e non vengono riscossi, allora i differenziali finanziari del bilancio dello Stato si moltiplicheranno in negativo in maniera esponenziale? Che effetto avranno sul debito pubblico? Quindi, quandanche avessimo un minimo miglioramento del debito pubblico, la situazione finanziaria rimarrebbe comunque tendenzialmente negativa ed è tale da anni, come accade ancora e non certamente per colpa nostra.

Propongo dunque di dare a tutti gli italiani copia delle prime tre pagine del rendiconto di gestione dello Stato degli ultimi anni, per consultarle e comprenderle, a cui aggiungerei anche una quarta pagina, contenente i report della Banca l'Italia sul debito pubblico. A questo punto avremmo dato agli italiani la rappresentazione certa di una situazione finanziaria sistematicamente deficitaria e negativa, quella con la quale oggi ci stiamo confrontando. (Applausi dal Gruppo M5S). È quello il parametro del successo mancato delle politiche economiche adottate negli ultimi anni, quella che avete portato avanti voi, che oggi pensate di essere maestri della nostra politica economica. Non ho visto politiche economiche propositive e positive e, come me, tanti milioni di italiani.

Francamente, se prendo il conto economico di gestione dell'Italia - torno nel tecnicismo - trovo oltre 500 miliardi di euro di entrate e poi - guarda caso - per avere maggiori entrate per coprire le spese - è il problema di prima - lo Stato deve accendere prestiti, allora capisco che quei prestiti serviranno a restituire altri prestiti. Ecco perché lo spread spaventa: diciamolo ad alta voce. Lo spread spaventa perché, negli ultimi vent'anni, l'Italia è stata fortemente indebolita dal punto di vista patrimoniale e in modo particolare da quello finanziario, con una crescita del debito spaventosa, minimamente contenuta solo negli ultimi anni, in conseguenza di regole europee che vanno bene solo per un Paese che non ha però un debito pubblico come quello italiano. Bisognerebbe, quindi, in tanti chiedere scusa agli italiani. (Applausi dal Gruppo M5S).

Ma chi ha ridotto il Paese in queste condizioni? Chi ha aumentato il debito pubblico? Ora per quale motivo per ripianare debito pubblico, con miglioramenti millesimali, si mette in discussione lo Stato sociale a tutti i livelli, oltre che la sopravvivenza stessa dei cittadini e delle imprese? Stiamo dunque lavorando con un atto di coraggio ed è più che giustificata la confusione in cui ci troviamo, perché - da un lato - abbiamo ereditato una condizione di grande precarietà nazionale a tutti i livelli sociali, dalla sanità alle pensioni, dalle scuole ai disoccupati, alle casalinghe e alle imprese, mentre - dall'altro lato - siamo chiamati a fare fronte e a muoverci all'interno di regole europee che sono state previste per Paesi sicuramente meno gravati dal debito pubblico rispetto all'Italia. Ma chi lo ha creato questo debito pubblico? (Applausi dal Gruppo M5S).

Quando leggo che il debito pubblico è migliorato e dovrei esserne felice, mi chiedo: a quale prezzo?

Nell'ultimo rendiconto di gestione, per il quale sono stato relatore, ho trovato passività finanziarie solo in aumento. Abbiamo un debito pubblico che è dopato anche quando migliora da un sistema finanziario che finisce con istigare il sistema fiscale a essere iperaggressivo nei confronti dei cittadini e, siccome non riesce a intercettare i contribuenti più importanti e più ricchi, si accanisce sui restanti, la massa, la quale non è in grado a volte di pagare. (Applausi dal Gruppo M5S).

In tutto questo, perché abbiamo residui attivi, che sono soldi che abbiamo tutto il diritto di recuperare, che non vengono incassati? I ruoli aumentano sempre più di numero e vanno ad aggiungersi a un'evasione fiscale che si aggira intorno ai 210 miliardi di euro. Ecco allora che quelli che vengono intercettati vengono anche aggrediti dal fisco.

Mi rendo conto che il sistema è malato, ma, da semplice ignaro, direi che tutto ciò che c'è di sbagliato è stato fatto in precedenza e viene testimoniato in maniera inequivocabile non dalle mie parole, ma da due elementi più che negativi: il debito pubblico e le passività finanziarie, aggravate dall'incapacità dello Stato di riscuotere i tributi. È stato fatto bene? No, non è stato fatto bene finora. Allora è giusto andare a rivedere il sistema Paese nel suo complesso ed è giusto andare a recuperare il rapporto con l'Europa, che ha delle regole certamente molto stringenti, ma che bisogna rispettare nel momento in cui ne facciamo e continueremo a farne parte, anche se l'Europa non si fida dell'Italia o, meglio, non si fida di come essa è stata governata negli ultimi decenni. (Applausi dal Gruppo M5S).

A fronte di questo dobbiamo fare un'azione di forza con dei risultati che potranno pure non essere del tutto certi - come è normale che sia per le politiche economiche - ma una certezza ce l'abbiamo ed è rappresentata dal rendiconto di gestione dello Stato 2017 e del report della Banca d'Italia, che hanno evidenziato in maniera inequivocabile il fallimento delle vostre politiche economica finora attuate. (Applausi dal Gruppo M5S).

Ora tocca a noi provare altro e, a dispetto dei dubbi del caso, l'Italia ci chiede di cambiare rotta e noi la stiamo cambiando. (Applausi dal Gruppo M5S. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Urso. Ne ha facoltà.

URSO (FdI). Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Presutto che siamo a dicembre del 2018 e che al Governo - lo ricordo a lui, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega - c'è non più la maggioranza di sinistra, ma la maggioranza composta dal MoVimento 5 Stelle e dalla Lega. Con lei, senatore Presutto, si stanno congratulando tutti, ma il discorso che ha fatto poteva farlo - e sicuramente lo avete fatto lei o alcuni suoi colleghi - uno, due o tre anni fa e non a fronte della manovra economica che voi avete realizzato in questo Parlamento e che aggrava tutto quello che lei ha detto, peggiorando la situazione e il rapporto con l'Europa. E ciò avviene non solo perché siamo stati due mesi a contrattare su una manovra fittizia, a cui poi vi siete arresi, colleghi della Lega, non dopo 12 letterine, ma dopo una letterina di Natale. Avete dichiarato la resa dopo una letterina Natale in un contesto, che ancora non è stato esaminato a sufficienza e che riguarda il Consiglio europeo. La trattativa infatti è stata fatta durante il Consiglio europeo.

Mi rivolgo al collega del MoVimento 5 Stelle che è prima intervenuto dicendo che nel Consiglio europeo il Governo Conte-Di Maio ha accettato, anzi ha subìto tutti i Diktat della Germania e dell'Asse del Nord. Li ha subiti per quanto riguarda - per esempio - il fondo salva Stati, che nella nuova formulazione diventa solo una rete di sicurezza per le banche dei Paesi del Nord Europa. Collega Presutto, ha capito? Avete accettato una riforma del fondo salva Stati, che è una rete di protezione solo per le banche del Nord Europa. Ciò è avvenuto nel Consiglio europeo di pochi giorni fa e non tre, quattro o cinque anni fa; è accaduto nel vostro Governo.

Nello stesso Consiglio europeo avete accettato una riforma che rende meno appetibili i titoli pubblici italiani. Avete capito? Avete barattato questa manovrina del 2 per cento svendendo i titoli pubblici italiani.

Avete accettato nello stesso Consiglio europeo un nuovo bilancio della zona euro che di fatto finanzierà solo i Paesi che sono in regola con i vincoli europei e, quindi, non l'Italia.

Avete rinunciato, sempre allo stesso Consiglio Europeo, alla richiesta di garanzia europea sui depositi, che era già prevista dall'Unione bancaria: avete svenduto non solo la manovra economica, ma lo stesso futuro dell'Italia, pur di far passare qualcosa che sia una manovra di sapore elettorale per le elezioni di aprile e maggio.

Questo è il conto che dovete portare agli italiani, peraltro un conto di cui gli italiani si stanno accorgendo. Chiedetevi per quale motivo, un giorno dopo l'altro, abbiamo avuto intorno al Parlamento prima il blocco dei noleggiatori, il giorno dopo il blocco selvaggio dei tassisti e il giorno dopo ancora il blocco dei bus turistici. Non sono i ricchi che stanno facendo i blocchi, ma solo le categorie svantaggiate. Quando alimentate il rancore degli uni contro gli altri, poi le bandiere che vengono bruciate - e mi dispiace sempre quando viene bruciata una bandiera - sono le vostre e sono bruciate da poveri proletari, malgrado voi abbiate realizzato una manovra che è un esproprio proletario.

È un esproprio proletario nei confronti del Parlamento, di questa istituzione borghese che va espropriata nelle sue prerogative al punto tale che ancora non abbiamo la manovra di bilancio. Ma è un esproprio proletario nei confronti dei ceti produttivi, dei lavoratori e di chi in questo Paese fa economia e benessere e lo dimostra anche nelle misure nuove che avete portato. Pensate soltanto - è stato detto già in quest'Assemblea - all'aggravio fiscale che ne deriverà: 52 miliardi di euro.

Certo, collega della Lega, c'erano le clausole sull'IVA anche in precedenza, ma voi le avete non rimosse, bensì aggravate. C'era un cappio scorsoio sui beni e sui consumi degli italiani e quel cappio voi non l'avete levato agli italiani, ma lo avete aggravato. Lo stesso vale per le imprese: non c'è una misura a sostegno delle imprese, anzi vengono tolti soldi in più; oltre a quelli che avete tolto alla Camera, se vedete la tabella del vice ministro Di Maio, leggerete soltanto più tasse, più entrate fiscali e, quindi, più pressione fiscale per le imprese e per chi lavora.

Faremo un manifesto dopo questa legge finanziaria che elencherà tutte le misure che colpiscono i ceti produttivi, le imprese e i lavoratori. In questo manifesto si vedrà una gallina che una volta faceva le uova d'oro avendo accanto tre personaggi, che oggi potremmo identificare in Conte, Di Maio e Salvini. Quella gallina di uova d'oro ne fa sempre di meno; anzi, ormai state uccidendo quella gallina, ve la state mangiando. Quel manifesto - lo diffonderemo tramite i social - sarà l'esatta rappresentazione delle cifre di questa manovra economica, di tutte quelle cifre che colpiscono i ceti produttivi del Paese, e sopra ci sarà scritto: «Taci e paga, somaro del Nord».

Questa legge finanziaria, la prima fatta compiutamente dai 5 Stelle e dalla Lega, è un esproprio proletario, ma non in favore dei proletari. Basta guardare quello che è stato tolto - per esempio - sulla sicurezza sul lavoro o con la cancellazione dell'indicizzazione delle pensioni sopra i 1.500 euro, che sono le pensioni dei proletari. (Applausi dal Gruppo FdI).

Questa manovra economica è contro chiunque lavori e, d'altra parte, i numeri lo dimostrano, colleghi dei 5 Stelle: da quanto siete al Governo, ogni giorno 74 negozi abbassano la saracinesca. (Commenti dal Gruppo M5S).

PELLEGRINI Marco (M5S). Ma che dici?

URSO (FdI). Con 52 miliardi di IVA nel prossimo biennio, i negozianti che chiuderanno gli esercizi commerciali saranno non 74, ma 740 al giorno. (Applausi della senatrice Rizzotti).

Nel frattempo ogni giorno, da quando siete al Governo, ci sono quasi 700 disoccupati in più. Certo, ogni disoccupato in più, ogni negoziante che chiude il suo esercizio commerciale è massa di manovra elettorale per il reddito cittadinanza che forse darete - ma solo qualcosa - in campagna elettorale. Questa è una non manovra proletaria, ma elettorale. Non è una manovra espansiva, ma è una manovra recessiva. Non è una manovra per il popolo, ma è una manovra contro il popolo.

Questa è una manovra che avete subìto dall'Unione europea per quanto riguarda i parametri, che avete scritto, con una sorta di analfabetismo economico, sulla base di un rancore qual è quello che voi avete nei confronti di chi ha prodotto ricchezza in questo Paese, di coloro che hanno assunto lavoratori, di coloro che possono dare uno sbocco e un futuro al nostro Paese. Questa, da come è disegnata, sembra essere la vostra prima e ultima manovra economica, perché rinviate tutto ai prossimi due anni, come se a governare ci fosse qualcun altro.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Urso.

URSO (FdI). Questo dobbiamo evitare: dobbiamo evitare che la troika venga qui a governare. Qui ci vuole un Governo della Nazione! Altro che un Governo dei cittadini in cui la parcella salatissima la pagano tutti i cittadini. (Applausi dal Gruppo FdI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Bergesio. Ne ha facoltà.

BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi senatori, vorrei anzitutto tranquillizzare il nominato senatore a vita Mario Monti che noi non possiamo prendere lezioni da chi ha messo in ginocchio economicamente il nostro Paese (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S), con un Governo mai votato dagli italiani - come d'altronde lo è anche lui - e imposto proprio da quei poteri occulti che ogni giorno ostacolano l'azione di questo Governo del cambiamento, che - lo dico in modo chiaro - non si inchinerà mai più a chi non ha a cuore il bene di tutti gli italiani. Prima gli italiani, sempre! (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).

Intervengo, signor Presidente, su un settore specifico che è stato richiamato anche ieri, il settore dell'agricoltura e dell'agroalimentare, che vale 140 miliardi di euro per il nostro Paese - lo ricordo in quest'Aula - il 9 per cento del prodotto interno lordo.

Su tutte, sono state dette ieri delle cose particolarmente errate, perché è stato detto che nella manovra in esame non sono contenute misure all'altezza dello sviluppo di questo settore. Non è assolutamente vero. Ne cito una su tutte, che è stata messa in discussione e rappresenta il ricambio generazionale, una nuova opportunità di lavoro: l'assegnazione a titolo gratuito di una quota dei terreni agricoli a favore dei nuclei familiari con tre o più figli a partire dal 2019, 2020 e 2021. Quelle famiglie potranno anche richiedere un mutuo, fino a 200.000 euro a tasso zero, per costruire l'abitazione vicino ai terreni dove sono insediate. Proprio questo Governo, che sembra non far nulla per il settore, anche e soprattutto per le zone di montagna ha finanziato il Fondo nazionale per la montagna con 10 milioni di euro l'anno per gli anni 2019, 2020 e 2021.

C'è poi la promozione dei nostri prodotti, di cui parliamo sempre. Abbiamo approvato un ordine del giorno in quest'Aula, con un punto specifico che chiedeva al Governo di promuovere di più il made in Italy nel mondo; è stato finanziato con 90 milioni per il 2019 e 20 milioni per il 2020. Signor Presidente, le chiedo la cortesia di darmi qualche minuto in più.

PRESIDENTE. Qualche minuto in più è impossibile; al massimo le posso concedere 30-40 secondi.

BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Avrei bisogno di segnalare l'importanza di una misura che è stata sottoscritta da tutti i Gruppi presenti in quest'Aula e che, se approvata nella legge di bilancio, andrà a definire una carenza normativa fiscale relativa alla raccolta occasionale di prodotti selvatici (funghi, piccoli frutti, tartufi e erbe officinali). La stima è che la popolazione interessata dalla proposta possa arrivare addirittura a due milioni e mezzo di italiani; di queste persone, circa un milione utilizzerà la norma proposta, ovvero le persone che dalla raccolta ricavano più del 10 per cento del loro reddito familiare.

Segnalo che c'è una legge, la legge n. 122 del 7 luglio 2016, che è stata devastante per il settore dei tartufi, con una perdita dell'85 per cento dell'approvvigionamento di prodotto nazionale e del 60 per cento a livello europeo del prodotto italiano.

Noi vogliamo mettere fine a questo scempio pericoloso, soprattutto perché c'è un vuoto normativo; vogliamo difendere il nostro made in Italy. Il settore va messo nelle condizioni di poter operare con la massima trasparenza; deve emergere il sommerso soprattutto per un settore che vale dai 700 milioni al miliardo di euro l'anno.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Bergesio.

BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Ciò è compito di questo Parlamento. Abbiamo lavorato insieme, lo abbiamo fatto bene e speriamo che questa norma venga portata avanti e approvata. Prima gli italiani, sempre! (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Senatore Bergesio, a lei come ad altri è stato concesso del tempo aggiuntivo per concludere l'intervento.

È iscritta a parlare la senatrice Garavini. Ne ha facoltà.

GARAVINI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, almeno per ora la procedura d'infrazione europea sembra sventata, meno male, ma a che prezzo? Il Parlamento è stato totalmente esautorato: è la prima volta che il 21 dicembre qui in Parlamento non si conoscono ancora i dettagli della manovra e poi miliardi degli italiani, dello Stato, dei nostri contributi sono stati letteralmente bruciati negli ottantaquattro giorni di trattative con l'Europa. Con le varie dichiarazioni dei Ministri di questo Governo, nelle scorse settimane lo spread è lievitato, vale a dire gli interessi che il Paese deve pagare sul proprio debito pubblico. Mi riferisco a 1,5 miliardi di soldi dei cittadini italiani che avrebbero potuto essere spesi per costruire scuole, ospedali, autostrade.

Ci siamo fatti compatire a livello internazionale, signor Presidente, salvo poi andare a pietire un compromesso al ribasso col cappello in mano. Il risultato è che la manovra, per la prima volta nella storia del Paese, è stata scritta direttamente da Bruxelles. Altro che Governo sovranista! Al dunque, quando si tratta di difendere l'Italia, l'Esecutivo si fa dettare i conti in casa propria, tra l'altro sminuendo totalmente il ruolo del Parlamento e tradendo anche quelle promesse populistiche che ci hanno portato all'attuale drammatica situazione.

Questa manovra disattende e tradisce totalmente le promesse fatte dal Governo giallo-verde. Innanzitutto non smonta la legge Fornero sulle pensioni, anzi prevede una stangata di 2,5 miliardi sulle pensioni a partire da quelle da 1.500 euro, che non mi pare siano pensioni definite d'oro; poi dimezza le risorse per il reddito di cittadinanza, che è un bel titolone - è vero - ma i cui contenuti sono tutti da verificare. Inoltre la manovra aumenta le tasse sulle imprese anziché diminuirle e torna a congelare lo sblocco del turnover; quello sblocco del turnover che noi avevamo deliberato, ma adesso per le assunzioni nella pubblica amministrazione dovremo aspettare ancora un anno.

Soprattutto poi questa manovra non investe né in crescita né in sviluppo; in parte distribuisce in modo diverso le risorse che avevamo stanziato con i nostri Governi a guida PD, ma non prevede misure a favore del lavoro né dell'impresa; cancella tutta una serie di agevolazioni fiscali che avevamo introdotto. La questione è la seguente: se non si produce ricchezza, chi paga? Infatti, aumenta consistentemente il debito pubblico, andando a gravare pesantemente sulle giovani generazioni.

La manovra pone inoltre pericolose ipoteche sul futuro di questo Paese, non soltanto prevedendo un incremento fortissimo dell'IVA a partire dal 2022; per esempio, la proiezione internazionale del sistema Paese nel mondo vedrà un taglio netto di risorse del 60 per cento a partire dal prossimo anno, sia in materia di internazionalizzazione che di promozione di lingua e cultura italiana all'estero, determinando quindi un danno forte, non soltanto per le nostre comunità nel mondo, ma per l'intero sistema Paese.

Anche sulle questioni della Difesa la situazione non è migliore. Per come è scritto, il disegno di legge di bilancio non dà alcuna chiarezza su dove vadano a incidere i tagli previsti nel citato comparto. Al di là di qualche discordante dichiarazione dei singoli Ministri, le uniche informazioni che abbiamo sono quelle ricavate da un comunicato stampa dell'Esecutivo, reso pubblico il 15 ottobre scorso, sui contenuti del disegno di legge di bilancio. Nell'unico passaggio in cui si parla di Difesa si afferma che si prevede una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei centri per l'impiego. È inutile dire che non può esserci un approccio peggiore nei confronti del comparto della Difesa, un settore che più di ogni altro all'interno della pubblica amministrazione necessita di una programmazione a lungo termine e di una ragionevole certezza delle risorse e degli investimenti.

Un atteggiamento simile, dunque, non può che denotare scarsa considerazione e consapevolezza delle esigenze di un comparto che ricopre, invece, un ruolo delicatissimo e decisivo per il Paese non solo per la sicurezza interna, ma anche per la dimensione internazionale e lo sviluppo economico dell'Italia.

E se - da un lato - va dato atto che ci sono alcune misure positive (come il piano di assunzioni per l'Arma dei carabinieri e l'incremento di 100 milioni di euro della dotazione finanziaria per il riordino delle carriere) - dall'altro lato - i tagli generici di 60 milioni di euro previsti nell'ex articolo 59 e l'ulteriore taglio di 531 milioni del fondo strutturale per il periodo 2019‑2031 creano incertezza e denotano la mancanza di un chiaro indirizzo strategico e la totale assenza di visione politica in ambito di difesa. Per di più, questi tagli creano sul nostro sistema di sicurezza, sull'intero comparto tecnologico e industriale e sulla credibilità internazionale del nostro Paese una forte incertezza, con gravi effetti a livello operativo, industriale e internazionale.

Infine, signor Presidente, ci sono alcune ciliegine sulla torta. Anzitutto, rispunta la previsione dell'impiego dell'Esercito per la manutenzione delle strade di Roma: un'indecenza, per di più smentita nei giorni scorsi dallo stesso ministro della difesa Trenta. Con il maxiemendamento viene reintrodotta la previsione dell'intervento dell'Esercito per aggiustare le buche di Roma, che è avvilente e offensivo non soltanto per gli uomini delle nostra Forze armate, ma anche per la stessa città di Roma. Le donne e gli uomini del nostro Esercito hanno compiti ben diversi dall'essere impiegati come tappa buchi, per svolgere riparazioni che dovrebbero rientrare nell'ordinaria amministrazione della Giunta. Per di più, si tratta di una Giunta che solo pochi mesi fa ha detto no alle Olimpiadi e, quindi, alla possibilità che la città potesse usufruire di risorse internazionali anche per il miglioramento delle infrastrutture e delle sue stesse strade.

Insomma, signor Presidente, se questa è la manovra del cambiamento, povera Italia! Poveri noi! (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Arrigoni. Ne ha facoltà.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, la Lega è orgogliosa di questa manovra di sviluppo ed equità, che non lascia indietro nessuno.

Come promesso, supereremo la legge Fornero e introdurremo quota 100. Abbiamo investito tante risorse nella sanità e quasi 600 milioni di risorse aggiuntive nel sociale. La manovra contiene altresì tante misure per scuola, università e ricerca, nonché il fondo di 525 milioni, per tre anni, per ristorare i risparmiatori truffati. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).

Vi sono inoltre misure per le imprese, di cui la Lega ha profonda cultura; abbiamo raddoppiato la deducibilità dell'IMU dei capannoni ed esteso il regime forfettario. Stiamo parlando di 1,5 milioni di partite IVA, che, con ricavi inferiori a 65.000 euro, pagheranno una tassa del 15 per cento. È stata introdotta la cedolare secca al 21 per cento per l'affitto dei negozi e l'Ires è stata portata dal 24 al 15 per cento per gli utili reinvestiti o per chi assume personale. Sono altresì stati tagliati del 30 per cento i contributi INAIL. Inoltre, per le plastiche e bioplastiche monouso - ne parlerà dopo il collega Briziarelli - grazie a una norma introdotta dalla Lega, viene salvato un comparto di decine di imprese italiane, con 3.000 dipendenti e un fatturato di oltre un miliardo, che rischiava di chiudere. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az). Con riferimento alla cosiddetta direttiva Bolkestein, viene prevista la proroga per quindici anni delle concessioni balneari.

Viene altresì prorogato lo stato di emergenza per il terremoto nel Centro Italia, con la presenza per altri due anni dei 700 tecnici che operano presso i Comuni del cratere e degli uffici della ricostruzione che si occupano delle pratiche della ricostruzione privata. Non solo: per loro è stata prevista anche la deroga al cosiddetto decreto dignità, che evita che molti con esperienza vengano lasciati a casa. Sarebbero state una follia e una misura contraria al buon senso. Inoltre, sono stati introdotti spazi finanziari per i Comuni, che potranno così utilizzare gli avanzi di amministrazione per fare investimenti necessari alla ricostruzione. Su busta paga pesante viene prorogata la decorrenza della restituzione delle rate ed è previsto l'aumento di queste da 60 a 120.

Sui fabbricati inagibili o distrutti è prevista non solo la proroga dell'esclusione dal reddito imponibile ai fini IRPEF, ma anche quella ai fini del calcolo ISEE. Per gli esercizi commerciali del cratere è prevista la proroga dell'esenzione dall'imposta sulle insegne e da quella sull'occupazione del suolo pubblico.

Insomma, dopo le tante importanti misure nel decreto-legge n. 55 e in quello su Genova, ora anche nella legge di bilancio vi sono tante nuove misure, a conferma che questo Governo e la Lega hanno a cuore le comunità terremotate, alle quali non mancherà mai l'azione di sostegno. (Applausi dai Gruppi LN-SP-PSd'Az e M5S).

Ci siamo occupati anche di prorogare la vita utile degli impianti di risalita dei Comuni di Abruzzo e Marche, salvando per loro la stagione sciistica. È buonsenso o meno, questo? E sul terremoto e l'ambiente, sono stati previsti 2,6 miliardi in tre anni per i territori in stato di emergenza e la proroga per tre anni dell'ecobonus e del sismabonus, cosa mai successa prima.

Sull'end of waste e l'economia circolare, l'emendamento citato dal collega Ferrazzi del Partito Democratico è stato fatto saltare: meglio nulla ora, che una norma dannosa che avrebbe fatto saltare il ciclo di quei rifiuti che tornano prodotti e che aveva allarmato non solo le imprese, ma anche le associazioni ambientaliste. Per gli enti locali, tanti sono i milioni per gli investimenti ai Comuni e 250 milioni per la manutenzione di strade e scuole alle Province umiliate dal Governo Renzi nel 2014.

Mi avvio alle conclusioni, ricordando che in questa manovra ci sono, sì, i saldi concordati con Bruxelles, ma soprattutto le misure attese dagli italiani che stanno sostenendo questo Governo a larga maggioranza. C'è tanto che si aggiunge a quanto fatto negli ultimi sette mesi: come non citare le azioni fatte dal ministro dell'interno Salvini per garantire più sicurezza agli italiani e una gestione seria dell'immigrazione, che non solo ha bloccato gli sbarchi, ma ha fatto anche conseguire enormi risparmi nell'accoglienza, che ci consentono ora di assumere 6.150 agenti tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria e nei prossimi due anni 1.500 Vigili del fuoco, anche volontari, per i quali sono state inserite tutele e misure?

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Arrigoni.

ARRIGONI (LN-SP-PSd'Az). Non sono passati cinque minuti, signor Presidente: mi dia trenta secondi ancora.

PRESIDENTE. Sono passati, ma le concedo tempo aggiuntivo.

ARRIGONI (LN-SP-PSd'Az). Le minoranze ci incolpano di aver compiuto un atto ostile contro il Paese e qualche collega dell'opposizione ci ha accusato di non avere senso delle istituzioni. Siete ridicoli. (Applausi dai Gruppi LN-SP-PSd'Az e M5S).

Ebbene, da chi ha sostenuto un Governo, come quello Renzi, che nel 2014 per spuntare dalla Ue uno zero virgola di flessibilità ha svenduto il Paese, rischiando di trasformarlo in un campo profughi, firmando il piano operativo Triton, tenuto nascosto per tre anni al Parlamento, che - allora sì - è stato esautorato, non accettiamo lezioni. Non le accettiamo proprio. (Applausi dai Gruppi LN-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Siclari. Ne ha facoltà.

SICLARI (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, trovo un grande imbarazzo ad ammettere che proprio al primo mandato parlamentare provo tanta delusione e amarezza rispetto al metodo utilizzato per arrivare all'approvazione del più importante atto parlamentare e istituzionale che il Governo compie in quest'Aula.

Mi riferisco naturalmente alla legge di bilancio che, detta così, sembra poca cosa, ma in realtà in essa è segnato il futuro di ciascun cittadino, malato e pensionato, di ogni singola azienda e famiglia, di tutti i cittadini italiani, insomma del nostro Paese.

Avete urlato «onestà, onestà, onestà!» ma, una volta al Governo, avete voltato le spalle alla maggioranza degli italiani e alla democrazia del nostro Paese.

Avete defenestrato proprio da quest'Aula quella democrazia che vi ha permesso di essere eletti portando in campagna elettorale le vostre promesse, naturalmente irrealizzabili, perché anche nel maxiemendamento che voterete in quest'Aula non vi è traccia degli slogan che continuate ad annunziare ogni giorno.

Avete impedito il confronto in Commissione. Non avete voluto discutere alcun ordine del giorno e alcun emendamento presentato dagli altri Gruppi. Vi sfugge, però, un piccolo dettaglio molto importante; un dettaglio che fa emergere la vostra profonda contraddizione politica interna e che, soprattutto, vi delegittima a parlare a nome del popolo italiano. Voi non rappresentate la maggioranza dei cittadini italiani, né un Governo eletto dal popolo: rappresentate il 49 per cento di coloro che hanno votato il 4 marzo, cioè il 25 per cento degli aventi diritto al voto, vale a dire una persona su quattro. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Questo vi impone un confronto politico sulla legge di bilancio, sia nel metodo che nel merito, con tutti noi che rappresentiamo quanti non vi hanno votato e che sono la maggioranza degli italiani. È vomitevole e - permettetemi di dire - anche scorretto osservare come avete messo in discussione i princìpi della Costituzione che impongono un confronto nelle Aule preposte.

Il vostro non è un cambiamento, non è un cambio di rotta con il passato, ma è semplicemente il risultato della vostra profonda contraddizione politica interna che, fino all'ultimo momento, non vi ha permesso di raggiungere tra voi alcun accordo utile prima di portare in Aula la legge di bilancio.

State vivendo con grande sofferenza la vostra unione contro natura, la vostra fusione a freddo.

Avete annunciato la flat tax: chiaro, benissimo, ma raccontate la verità e dite a tutti che quella che chiamate flat tax riguarda fatturati fino a 65.000 euro.

Avete annunciato la quota 100: bene, ottimo, ma dite la verità ai lavoratori, spiegando loro che potranno andare in pensione, ma avranno la decurtazione a vita di una parte della stessa pensione.

Avete detto, affacciandovi al balcone di Palazzo Chigi, che avete abolito la povertà: ottimo, ma non ho capito ancora in quale Paese vivete. State infatti alimentando la povertà, colpendo le pensioni dei cittadini e promettendo il reddito di cittadinanza che darà ai disoccupati poco più degli 80 euro di Renzi, che avete tanto criticato, mentre darà molto di più agli stranieri e a chi lavora in nero.

Avete affermato di voler abolire la disoccupazione: bene, ma dite agli italiani che la legge di bilancio non prevede nulla per creare occupazione e che il decreto dignità che avete approvato ha portato, secondo l'Istat, 36.000 nuovi disoccupati, e siamo soltanto all'inizio. State mandando a casa 5.500 lavoratori ex Lsu-Lpu in Calabria, che è la Regione oggi con il più alto tasso di disoccupazione.

Avete annunciato il taglio delle pensioni d'oro: bene, ottimo l'annuncio, fantastico direi, ma dite agli italiani che le pensioni d'oro sono poche e che, invece, avete penalizzato tutte le pensioni al di sopra dei 1.500 lordi con il blocco delle indicizzazioni. Avete colpito i lavoratori in pensione, non la casta, perché adesso siete diventati voi la casta.

Avete festeggiato lo "spazzacorrotti": ottima la festa, ma raccontate ai cittadini che non avete atteso il parere del Consiglio superiore della magistratura arrivato in queste ore: un parere negativo, espresso a maggioranza schiacciante, con 17 voti a favore, compreso il voto di un vostro componente della maggioranza, tre contrari e astenuti; parere con il quale il CSM ha ribadito i rischi di incostituzionalità del vostro decreto. Per non parlare del manifesto dei 110 professori di diritto penale, il fior fiore dell'accademia italiana - cosa mai accaduta da quando esiste la nostra Repubblica - che si sono rivolti al presidente Mattarella come garante. Avete messo in allarme prima il mondo della sanità, mettendo in discussione la scienza con i vostri giudizi personali rispetto ai vaccini; adesso il mondo del diritto e delle libertà personali su cui si fonda il liberalismo democratico di tutto l'Occidente.

Per finire, è in discussione il ruolo del Parlamento con la scelta di non discutere le proposte presentate da chi rappresenta - ribadisco - la maggioranza degli italiani, che sono quelli che non vi hanno votato. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Avete annunciato che sarebbe stata la manovra del popolo e, invece, l'unica cosa che state cercando di manovrare è il popolo attraverso i vostri annunci irrealizzabili. Io ho piena fiducia, non in voi, ma nel popolo stesso perché sarà lo stesso popolo che vi ha votato che presto scenderà in piazza per mandarvi a casa. State facendo del male ai cittadini: oltre al gas e alla luce che sono aumentati dell'8 per cento, troveranno l'aumento dell'IVA sotto l'albero di natale, che arriverà al 26,5 per cento nel 2020. È una cosa improponibile; non è mai accaduto, nemmeno in Grecia. Per non parlare della TARI in bolletta che obbliga i cittadini a pagare la tassa sui rifiuti assieme alla elettricità. Se questo non accade, la pena è il distacco della corrente elettrica. In che Paese vogliamo vivere?

Vorrei spiegare ai cittadini che avremmo voluto parlare di flat tax, che nei nostri emendamenti si parlava di questo, dell'aumento delle pensioni, degli strumenti per creare lavoro al Sud, degli incentivi per le giovani madri, delle grandi opere, della TAV in Piemonte, della statale 106 delle tre Regioni, dei porti e degli aeroporti. Avete bocciato il Ponte sullo stretto, ma non vi siete preoccupati di mettere in sicurezza il porto che permette l'attraversamento dello Stretto di Messina, che è attraversato da 2 milioni di mezzi e che non è stato realizzato per questo traffico. Non avete accolto l'emendamento del porto e nemmeno quello dell'aeroporto di Reggio Calabria.

Voi del MoVimento 5 Stelle, rappresentate il 74,56 per cento degli eletti al Sud; avreste potuto fare tanto per il Sud, ma non c'è traccia di Sud nel vostro maxiemendamento. C'è soltanto l'elemosina: il reddito di cittadinanza. È una vergogna per il nostro Paese. I cittadini del Sud non si sentono di vivere con dignità in questo Paese. Potevate fare molto di più. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Fazzolari. Ne ha facoltà.

FAZZOLARI (FdI). Signor Presidente, in queste poche ore di dibattito abbiamo sentito critiche feroci alla manovra di Governo arrivare anche dalla sinistra e dalla ex maggioranza che abbiamo avuto negli ultimi cinque anni. Certo, così è facile prestare il fianco a chi dice: «Da che pulpito...» C'è poco da fare, le ricette che abbiamo avuto negli ultimi cinque anni - è inutile che ce lo nascondiamo - non hanno funzionato. Voglio evitare di ripetere cose già dette anche da me più volte, ma i numeri degli ultimi cinque anni del Governo di sinistra sono i numeri di una catastrofe: ultimi per crescita in Europa (la media europea nel 2017 è stata del 2,3 per cento e l'Italia si è assestata all'1,5 per cento); abbiamo assistito a un disastro per l'occupazione…

MIRABELLI (PD). Disastro per l'occupazione cosa?

FAZZOLARI (FdI). Il debito pubblico è esploso; il rapporto tra debito e PIL è cresciuto dell'8,5 per cento; il debito è salito di 270 miliardi e in cinque anni gli investimenti sono diminuiti di 8 miliardi eccetera.

COLLINA (PD). I gatti e il topolino li vedi su «Topolino».

FAZZOLARI (FdI). Questi sono i dati degli ultimi cinque anni. Serviva un cambiamento.

MIRABELLI (PD). Sull'occupazione? Non abbiamo capito i dati sull'occupazione.

FAZZOLARI (FdI). È arrivato il Governo del cambiamento perché serviva un cambiamento. Peccato che il cambiamento non c'è stato perché la discussione surreale che abbiamo oggi è che la sinistra sta contestando una manovra che è in continuità con le sue manovre. State giocando in casa tra di voi. Questa manovra, infatti, ripete esattamente gli orrori e gli errori delle manovre degli ultimi cinque anni, non solo nei numeri.

Il Governo del cambiamento era partito lancia in resta a dichiarare guerra all'Unione europea dicendo di finirla con l'austerità e che avrebbero previsto un deficit del 2,4 per cento. Hanno stappato lo champagne per questo. La ricetta era sbagliata perché - un briciolo di conoscenze di macroeconomia potrebbero servire quando uno deve fare una manovra economica - le politiche espansive dal lato della domanda solo su spesa corrente non hanno mai funzionato nella storia delle economie occidentali; quindi, questa sarebbe stata la prima che, in teoria, faceva una politica espansiva basata solo sulla spesa corrente e non sugli investimenti. Mettendo però da parte questo elemento, almeno si poteva dire di essere di fronte a una politica di cambiamento. Sfortunatamente neanche questo, perché partiti lancia in resta, al primo «buh!» dell'Unione europea ci siamo arresi: abbiamo alzato bandiera bianca e calato le braghe. E adesso abbiamo una manovra che prevede saldi ancora peggiori di quelli previsti negli anni precedenti, quindi un deficit del 2 per cento e per di più interamente in spesa corrente.

Ora, noi tifiamo sempre per l'Italia ma una brutta figura così mi chiedo perché l'abbiamo dovuta fare. Se si aveva l'intenzione di essere così poco combattivi sarebbe stato meglio non dichiarare guerra. Non si dichiarano le guerre per poi fare delle figuracce e arrendersi alla prima difficoltà. Faccio un inciso: a proposito della manovra abbiamo sentito dire «prima gli italiani». Mi spiegate, allora, perché la manovra che stiamo per approvare l'hanno conosciuta e la conoscono Juncker e Moscovici e non la conosciamo noi che siamo il Parlamento italiano? Prima gli italiani cosa? (Applausi dal Gruppo FdI).

La manovra dovremmo conoscerla prima noi e poi dovremmo trasferirla a Bruxelles, non viceversa. La verità è che le argomentazioni di questa manovra erano così deboli che era anche difficile combattere per difenderla. Serviva una manovra sovranista. Che cos'è una manovra sovranista noi lo diciamo da sempre perché, per capirci, noi eravamo sovranisti prima ancora che questo termine diventasse di moda e chi scopre in tarda età di diventare sovranista, magari si confonde e non capisce esattamente di che cosa sta parlando. Una manovra sovranista è, ad esempio, quella fatta da Trump negli Stati Uniti: investimenti pubblici e riduzione delle tasse, anche pagata in deficit ma deficit interamente destinato a investimenti pubblici e riduzione delle tasse. I risultati si vedono e l'economia americana sta volando. È quello che abbiamo fatto noi? No, e infatti non c'è alcuna riduzione delle tasse. Addirittura rispetto ai soldi presenti nell'ultima manovra che abbiamo potuto vedere (perché questa sarà addirittura peggiore) vi sono 6 miliardi in più di tasse sulle imprese, e non sulle grandi perché almeno la metà di queste graveranno sulle PMI. Nessuna flat tax ovviamente, e, sempre dai numeri che avevamo finora, a fronte dei 18 miliardi in più di deficit per finanziare la spesa corrente, abbiamo solamente 3 miliardi in più per finanziare investimenti. Questo fa capire qual è l'orientamento di questa manovra.

Oppure, una manovra sovranista è la manovra che stanno attuando i Paesi di Visegràd nella quale concentrano gran parte delle loro risorse al sostegno alle famiglie per un piano di natalità serio. Anche a questo proposito in questa manovra non c'è nulla. Una manovra sovranista avrebbe guardato all'unità territoriale della propria Nazione (mentre il divario Nord-Sud resta inaccettabile) e avrebbe concentrato le proprie risorse nel Sud, così come ad esempio ha fatto la Germania al momento della riunificazione, concentrando gran parte delle proprie risorse a riassorbire i territori dell'Est. Tutto ciò che noi non abbiamo fatto perché questa non è una manovra sovranista.

D'altronde che questa fosse, purtroppo, la naturale conclusione di una farsa era più che prevedibile. Beppe Grillo lo aveva annunciato anni fa, dicendo fieramente che grazie al MoVimento 5 Stelle in Italia non era cresciuta la destra. Bene, questo inganno per fortuna sta finendo. Con questa manovra abbiamo stabilito chi sono i sovranisti e chi può sfidare i tecnocrati di Bruxelles e non è certo questo Governo grillo-leghista ma solamente i sovranisti di Fratelli d'Italia. (Applausi dal Gruppo FdI).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Cirinnà. Ne ha facoltà.

CIRINNA' (PD). Presidente, colleghi, siamo in Aula dall'altra notte con un dibattito assolutamente surreale: il Senato è impegnato a discutere di un testo che non c'è. Oggi, 21 dicembre, non abbiamo ancora un testo. Qualcuno di noi ha potuto leggere delle indiscrezioni sui giornali. Qualcuno ha potuto approfondire il maxiemendamento del Governo pervenuto in Commissione giustizia, ma chissà se poi sarà confermato nel testo del maxiemendamento del Governo.

Abbiamo, quindi, solo anticipazioni dai giornali, quei giornali (e non stupitevi se io stamattina, come tutte le mattine, ho letto anche il blog di Francesco Storace), che voi volete tacitare, silenziare, chiudere e non finanziare più (ma su questo tornerò). Se il Senato fosse un teatro, se il Senato fosse un luogo di spettacolo, noi oggi saremmo spettatori di una grandissima opera del teatro italiano: «Questi fantasmi!», portati in Aula da Eduardo De Filippo. Sì, «Questi fantasmi!»", uno spettacolo reso famoso dal grande Eduardo, un testo nel quale, dietro l'apparizione di fantasmi, si nasconde la classica storia di un tradimento coniugale.

Anche noi in Senato abbiamo da oggi dei fantasmi. Dei fantasmi nascosti dietro il ghigno del Sottosegretario presente in Aula dall'altra notte, che si trastulla con il suo smartphone per nascondere il fatto che si annoia e che ritiene inutile questo Parlamento, che ritiene inutile la nostra democrazia parlamentare, in scherno alla Costituzione e a tutto quanto in essa è previsto; talmente distratto per un dibattito così inutile da non rendersi conto che sto parlando di lui e del suo smartphone. Ma lui continua così. (Applausi dal Gruppo PD).

I primi fantasmi invisibili, ma comunque molto presenti, sempre nella pièce cui stiamo assistendo, sono in realtà gli attori europei di questo testo, che chissà se arriverà nel pomeriggio. Sono Juncker, Moscovici e Dombrovskis, i veri estensori della finanziaria che voteremo questa notte, con un voto di fiducia e quindi piegati, voi, pur se non la condividete, a dare ancora un respiro di ossigeno a questo strano Governo.

Un testo scritto fuori dal Parlamento e negato alla conoscenza di ciascuno di noi. La Commissione bilancio non ha potuto votare nemmeno un emendamento. Ha esaminato un testo del tutto superato dal maxiemendamento del Governo, che chissà se arriverà. Siamo in Aula con lo spettacolo desolante di una legge di bilancio che arriva senza relatore, per la prima volta nella storia della Repubblica. E per la prima volta in assenza del presidente della Commissione bilancio. Guardate il banco vuoto della Commissione. (Vivaci commenti del senatore Marco Pellegrini).

LAUS (PD). Ma cosa vuoi? Ma stai zitto!

CIRINNA' (PD). Continua la pièce «Questi fantasmi!». Quando la Commissione è presente in Aula si siede al banco delle Commissioni, se non si vergogna del suo ruolo: se non si vergogna di essere la Commissione, si siede al banco delle Commissioni!

Questa è la prova provata che, anche sulle Commissioni, voi avete messo una pietra tombale, sul luogo della democrazia e del confronto! Fatevi dare una lezione di Costituzione: state lì e metteteci la faccia. Metteteci la faccia! (Applausi dal Gruppo PD. Vivaci commenti del Gruppo M5S. Commenti dei senatori Faraone e Laus.)

PRESIDENTE. Senatore Faraone e senatore Laus, non mi costringete a richiamarvi singolarmente. Non c'è il relatore. La collega Cirinnà ha, dunque, segnalato un fatto politico e come tale va compreso. Proseguiamo nel dibattito.

CIRINNA' (PD). Signor Presidente, vedo che, segnalando un fatto politico, qualcuno si siede al banco della Commissione.

MONTEVECCHI (M5S). Vergognati! Noi lezioni di Costituzione non le prendiamo da nessuno. (Vivaci commenti del Gruppo M5S).

LAUS (PD). Stai zitta!

CIRINNA' (PD). Delle volte questi fantasmi hanno anche la voce. Evidentemente, sono fantasmi molto ben guidati!

Andiamo avanti sui contenuti, colleghi, quelli che non ci sono e ci dovrebbero essere. Purtroppo il presidente Pesco è andato ieri su tutti i giornali e vi è stata anche una sua dichiarazione; ha chiesto alla Presidente come poteva fare per andare avanti. Questo è il punto vero: come farà ad andare avanti, dentro la pièce di «questi fantasmi!», un matrimonio di comodo nel quale uno dei due coniugi è incatenato e non può mollare? Siete incatenati, perché avete il divieto di secondo mandato, perché sapete che siete in calo verticale, perché il coniuge più forte vi tiene inchiodati ai suoi interessi e, pian piano, vi mangia.

Parliamo alla politica, di fatti, di quello che accadrà alle tasche degli italiani da domani notte. (Commenti del senatore Lucidi).

LAUS (PD). Stai zitto!

PRESIDENTE. Siamo in discussione generale, ci sono gli iscritti a parlare, di cui apprezzeremo la forza delle argomentazioni. (Commenti dei senatori Laus e Lucidi). Comincio a chiamarvi singolarmente, per poi invitarvi ad abbandonare l'Aula, se proseguite.

LUCIDI (M5S). Quattro per cento!

LAUS (PD). Vergogna! Vai fuori!

CIRINNA' (PD). Tra il primo e il secondo atto di «Questi fantasmi!», nell'intervallo, si ascolta la canzone con il ritornello «la verità ti fa male, lo so». Vi fa male, vi fa male, vi fa male, ma io ve la continuo a raccontare, la verità!(Applausi dal Gruppo PD).

La verità è che a questi fantasmi ne mancano altri due; fantasmi qui dentro dal primo giorno, fantasmi da quando Conte è venuto a raccontare quelle quattro paroline che gli è stato concesso di dire sull'accordo con l'Europa. Abbiamo i due Vice Premier totalmente fantasmi, soprattutto nel loro ruolo. Uno crede di fare il Ministro dell'interno e si traveste: un giorno si traveste da poliziotto, un giorno da pompiere, un giorno da elicotterista. (Applausi dal Gruppo PD). Ma si deve vergognare, perché mettendosi quelle divise insulta i lavoratori di quelle Armi. (Proteste dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti del senatore Lucidi).

LAUS (PD). Ma stai buono!

CIRINNA' (PD). La verità vi fa male e io ve la continuo a raccontare.

BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, questi insultano.

CIRINNA' (PD). Abbiamo un altro fantasma, quello del Ministro del lavoro, che da oggi sarà il Ministro della disoccupazione e del precariato. (Applausi dal Gruppo PD. Applausi ironici dal Gruppo M5S). Che fatica che mi fate fare! Sarà il Ministro che ha tagliato la possibilità ai precari della pubblica amministrazione di essere assunti fino a novembre dell'anno prossimo. Questo vale anche per i precari dell'università e per tutti quei precari che aspettavano da tempo la loro stabilizzazione. Bisogna, allora, capire se, forse, nell'essere fantasmi, avete scelto la sindrome del copiare. Infatti, proprio questa notte, il Ministro fantasma della disoccupazione ha scelto anche lui il travestimento (forse ha imparato da Salvini) e si è travestito da Berlusconi: ha preso una lavagnetta e ci ha scritto: «Questo è fatto, questo è fatto, questo è fatto». "Ma de che?", si dice a Roma. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice.

CIRINNA' (PD). Concludo, Presidente e la ringrazio. Recupero qualche minuto perché mi hanno interrotto.

PRESIDENTE. Ne stiamo tenendo conto, come per tutti quanti. La invito in ogni caso a concludere.

CIRINNA' (PD). Concludo nel dirvi, colleghi, che questa falsa legge di bilancio, che nessuno ha potuto vedere, in realtà preoccupa la maggior parte degli italiani. Preoccupa chi deve provare a occuparsi del proprio futuro e del futuro dei propri figli. Nessuno è bravo sui numeri e voi confidando su questo in qualche modo cercate di dissimulare i vostri errori.

La legge di bilancio del prossimo anno - se mai ci sarete voi - partirà da "-23 per cento", che è quella clausola di salvaguardia sull'IVA che avete cercato di fermare oggi: aprite la porta all'austerità, a un'Italia sempre più precaria, sempre più sola, sempre più isolata e continuate a farlo vergognandovi, perché di questo Governo oggi - poiché continuate con i fantasmi - non c'è nessuno. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Nastri. Ne ha facoltà.

NASTRI (FdI). Signor Presidente, il disegno di legge di bilancio per il 2019 rappresenta, con ogni probabilità, il primo provvedimento, da quando il nostro Paese è entrato a far parte dell'Unione europea, ad essere scritto - anzi riscritto - dai funzionari della Commissione europea. È una situazione che sicuramente non ha precedenti. Siamo partiti, lo scorso mese, da un Governo che diceva «Me ne frego. Tiro dritto. Le letterine le lasciamo a Babbo Natale», per arrivare poi alla stesura finale della manovra scritta e annunciata - con i contenuti, i saldi e le cifre - a Bruxelles. Insomma, il Governo dei sovranisti è rimasto senza sovranità.

Proviamo dunque a descrivere il testo, anzi, se mi permette signor Presidente, vorrei provare ad aggettivarlo: scialbo, inconcludente, annebbiato, strabico, inutile e, soprattutto, anche dannoso per il nostro Paese, e potrei usare anche altri aggettivi. La manovra è stata talmente variabile, in questi giorni e in queste settimane, che nella maggior parte dei casi è sembrata evanescente e soprattutto impercettibile. Dalla manovra di bilancio ci si aspetta anche una linea, una strada, una direzione, ma soprattutto una prospettiva, per invertire quello che è stato fino ad oggi un declino. Qual è la direzione indicata? Nessuno lo sa, tranne voi, e probabilmente non lo sanno neanche i vostri elettori. Non si è sicuramente mai vista una situazione del genere, non è mai esistita una manovra economica che in pratica scontenta tutti, dalle imprese alle famiglie, al mondo della scuola, a quello degli imprenditori, alle piccole medie e imprese, agli interventi per il Mezzogiorno. Non c'è un settore o un comparto della società civile o del mondo produttivo che esprima apprezzamenti per questa manovra economica, che ricordo è tutta finanziata con interventi di copertura a debito. Aggiungo che, anche per quanto riguarda l'ambiente, è stato fatto veramente poco. Tutto questo per non parlare delle ultime correzioni imposte, come dicevo prima, da Bruxelles, dopo il tira e molla e le tensioni durate giorni e settimane, annunciate all'ultimo secondo, poco prima dell'avvio della certa procedura di infrazione, dal premier Conte qui in Aula, ovvero della revisione della clausola di salvaguardia. Ma come? Avete così criticato - e aggiungo che lo avete fatto giustamente - per tutta la scorsa legislatura l'introduzione della clausola di salvaguardia che rappresenta una misura sicuramente da non perseguire.

Credo quindi che la legge di bilancio al nostro esame sia lo specchio vero e reale dell'inesperienza politica di questo Governo, impostata - non dimentichiamolo - su due capisaldi: da una parte il reddito di cittadinanza e dall'altra parte la quota 100, che non determineranno alcun impatto positivo sull'economia del Paese e anzi aggraveranno le tensioni sociali.

Noi pensavamo l'esatto contrario e avremmo anche appoggiato la manovra, soprattutto se avesse aiutato le imprese, se avesse creato più lavoro e diminuito le tasse; se insomma non fosse stata una manovra annacquata come quella in esame. Avremmo appoggiato una manovra in grado di dare alle piccole e medie imprese, che sono l'asse portante della nostra economia, di assumere, magari grazie a delle detassazioni. Tutto ciò non è assolutamente avvenuto e per questo motivo credo che questo braccio di ferro con l'Europa si sia risolto con un deprimente gioco dell'oca. A giudicare dalle reazioni soddisfatte e neanche troppo imbarazzate del Governo, è come se in questi ottantaquattro giorni non fosse successo nulla, come se durante il tempo trascorso tra la "notte del balcone" ed oggi, tra la festa dello sforamento in deficit, con tanto di pugni alzati e dita in segno di vittoria e l'attuale ingloriosa retromarcia della manovra, l'economia italiana avesse aspettato alla finestra, tranquilla, senza subire un contraccolpo per i mesi inutilmente persi.

Quel che resta alla fine è solo il pesante fardello di un gioco dell'oca finito male, dal quale sono rimaste fuori tante fragili promesse di crescita quante roboanti minacce di cartapesta; fuori come un balcone, se vogliamo usare una metafora. Altro che «abbiamo sconfitto la povertà»; il rischio vero è che con la vostra manovra purtroppo ci saranno ancora più poveri domani, ma soprattutto dopodomani, quando gli effetti della manovra si faranno sentire in tutta la loro negatività. Evidentemente però il futuro del nostro Paese non interessa al Governo, cui importano forse solamente i sondaggi; saranno altri purtroppo, ci auguriamo nei prossimi mesi e non nei prossimi anni, a dover mettere le pezze a questo disastro che purtroppo, se va avanti così, è già sicuramente annunciato. (Applausi dal Gruppo FdI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Martelli. Ne ha facoltà.

MARTELLI (Misto). Signor Presidente, vorrei ripartire da chi ha detto che abbiamo abolito la povertà; sì, peccato però che ci sono ancora i poveri. Detto questo, sono alla sesta edizione della stessa musica: Parlamento raso al suolo, manovra-debito, maxiemendamento e fiducia. Mi sembra che sia la stessa musica e sia semplicemente cambiata l'orchestra; speravo invece che cambiasse anche la musica.

Io non sono contrario a fare deficit: assolutamente. Da fermo sostenitore, ormai da anni, dell'uscita dell'Italia dall'Unione europea, per me si deve fare tutto il deficit che è necessario. Il punto è che quando fai dei debiti, devi decidere anche che cosa ci vuoi fare con i soldi. Ecco, fare debito per fare spesa corrente non è mai una buona idea e non perché lo dica io. I famosi moltiplicatori invocati per giustificare il fatto che si chiamerebbe manovra espansiva sono in questo caso drammaticamente inferiori ad uno. Ciò perché siamo in una situazione di sovracapacità produttiva. Se mettiamo nelle tasche della gente 6.100 milioni di euro per fare spesa corrente, ciò non è sufficiente a costringere le aziende ad incrementare la produzione, fare nuovi capannoni ed investire su macchinari, perché hanno i magazzini pieni e siamo in sovracapacità. Quindi il moltiplicatore, che teoricamente sarebbe pari a uno, scende perché di questi soldi una parte definitivamente diverrà accumulo da parte del venditore di servizi o di prodotti; potrebbe quindi essere pari a 0,9 o 0,95. Ciò vuol dire che il rientro per lo Stato sarà inferiore.

Vorrei quindi concentrarmi su uno dei due provvedimenti sui quali "c'è ciccia"; inutile andare a parlare dei dettagli, parliamo delle cose sostanziose. Ho assistito per cinque anni alla genesi di ciò che viene chiamato reddito di cittadinanza che, più coerentemente, andrebbe chiamato «reddito minimo garantito condizionato». Inizialmente la cifra messa sul piatto era di 16.961 milioni di euro; di questi, una parte sarebbe andata per i centri per l'impiego e gli altri per finanziamento diretto, per una platea, stimata, ai tempi, di 9,5 milioni di persone. La cifra è stata ora ridotta a 7.100 milioni, di cui 1.000 per i centri per l'impiego, che quindi diventano 6.100, incorporando però 2.150 milioni del reddito di inclusione (Rei); diventano così 3.950. Il paradosso è che si toglierà a qualche povero per dare a qualche altro povero perché le due platee di beneficiari non sono due insiemi perfettamente sovrapponibili; sono due insiemi con un'intersezione non vuota, ma con due bordini.

Parliamo allora di questi soldi divisi su una platea che parrebbe essere di 6 milioni o 5,5 milioni; facciamo 5,5 milioni. Statisticamente - per un attimo mi perdonerete il pollo di Trilussa - la divisione fa circa 90 euro a testa al mese. Questo vuol dire che qualcuno prenderà di più e qualcuno prenderà di meno, perché la somma è sempre quella. C'è chi prenderà 775 e c'è chi vedrà invece un assegno di 50. Attenzione vorrei sollecitare sulle possibili criticità di un provvedimento di questo tipo: a fronte di questi, che possono andare da 1 a 779, viene chiesto un impegno mensile di trentadue ore per lavori socialmente utili. Diciamo che se ad una persona che prende 50 si chiedesse di lavorare per trentadue ore, vorrebbe dire che la sua retribuzione media oraria sarebbe pari a circa 1,51 euro all'ora. Mi sembra un benchmark salariale effettivamente molto risicato.

Ma andiamo avanti: queste persone, 5,5 milioni, rappresentano circa il 10 per cento della popolazione italiana (qualcosa in più, il 10,5 per cento): questo significa che ogni Comune e ogni città dovrà gestire per lavori socialmente utili il 10 per cento della sua popolazione residente. Una città come Roma, che ha 2,8 milioni di abitanti, dovrà gestire 280.000 lavoratori socialmente utili. Come farà? Impossibile. Cosa gli farà fare? Gli farà fare quei lavori di bassa professionalità che vengono appaltati alle cooperative. A questo punto perché un Comune dovrebbe dare un appalto per il verde pubblico a una cooperativa, pagandola, quando c'è qualcuno che farebbe la stessa cosa pagato dallo Stato? Risultato: un impatto sull'occupazione che è presumibile e di cui bisognerebbe assolutamente tenere conto.

Un altra questione, sempre a proposito di tutti quei soldi che verrebbero dati, riguarda la modalità di erogazione: nel testo - che non so poi quale diventerà - erano originariamente scritte tre proposte di lavoro. Essendo buono e supponendo che siano mutuamente spendibili, sono 5,5 milioni di posti di lavoro, cioè si sta promettendo di crearne 5,5 milioni, ma siccome c'erano due vincoli (non più di 50 chilometri dal luogo di residenza al luogo di lavoro e non più di ottanta minuti di tempo di percorrenza con i mezzi pubblici), è chiaro che non possono essere 5,5 milioni: una persona che stesse a Santa Maria di Leuca non potrebbe accettare un lavoro a 51 chilometri di distanza. Entrando nel dettaglio (da matematico guardo il dettaglio, non mi interessa quando una funzione è olomorfa, ma mi interessa il punto di discontinuità), cosa intendiamo per mezzo di trasporto pubblico? Un mezzo di trasporto collettivo e non di proprietà: quindi un aereo o un treno ad alta velocità. Da Milano potrei allora essere costretto ad andare a Bologna: il treno ci mette meno di un'ora. Naturalmente, sono esclusi i tempi di percorrenza a piedi per il raggiungimento della postazione di presa del mezzo pubblico. Quindi, questi ottanta minuti non si sa quanti siano e non è comunque un criterio oggettivo. In ogni caso, non possiamo pensare di proporre a una persona un lavoro a 200 e oltre chilometri di distanza da casa propria, penso che saremo tutti d'accordo. Quindi, in realtà sono più di 5 milioni e mezzo di posti di lavoro.

In teoria ci potrebbe anche stare, però - attenzione - i posti di lavoro in Italia li crea il privato. Il 75 percento - dicono l'Istat e l'INPS - dei posti di lavoro italiani sono creati dal privato. Quindi, lo Stato sta impegnando il privato a creare, lui, per il 75 per cento, almeno 5 milioni e mezzo di posti di lavoro: sono circa 4 milioni. Perché il privato crei posti di lavoro, sempre con i famosi moltiplicatori di prima, ci vogliono investimenti. Il privato deve essere incentivato a investire in filiera e piattaforma tecnologica per produrre nuovi posti di lavoro. Se gli investimenti non ci sono, il privato, sulla base di un mercato che non c'è, di una richiesta che non c'è e di un indirizzo politico che non c'è, cosa dovrebbe fare? Questo andrebbe bene in un'economia pianificata come la Cina, dove il Governo stabilisce cosa, come, dove ed entro quanto tempo e poi il resto si adegua. Questa è una cosa che qua non succede, quindi non è possibile fare un provvedimento di questo tipo senza l'altra gamba, cioè gli incentivi al settore produttivo.

Sempre a proposito del reddito di cittadinanza, cosa dire ancora? L'Italia è una Nazione nella quale il lavoro nero prospera. Mi aspetto allora, come hanno fatto i prudenti finlandesi, una sperimentazione in piccolo per vedere quali sono le criticità e poi un'implementazione in grande, sempre che sia un provvedimento con le salvaguardie scalabili. Purtroppo, questo non è stato fatto quindi alla fine saremo noi le cavie e vedremo cosa andrà a succedere.

Ci sono altre due cosucce che comunque incorporano abbastanza denaro e sulle quali volevo spendere due parole, visto che ho ancora un po' di tempo. La prima riguarda gli affidamenti diretti dei Comuni: erano 40.000 euro, adesso la soglia viene alzata a 200.000 euro, ma forse saranno 150.000 euro, che è pur sempre quasi quattro volte la soglia precedente. Premesso che io e altre persone qui abbiamo fatto battaglie colossali, dicendo che era il "marchettificio d'Italia" e che la soglia di affidamento a 40.000 euro andava abbassata, rifletterei anche su questo: 150.000 euro hanno un impatto diverso a seconda che siano affidati a un Comune come Roma o a un Comune piccolo. In un Comune piccolo un affidamento con soglia a 150.000 euro vuol dire tutto in affidamento diretto. Questa era esattamente la cosa che per anni abbiamo combattuto, cioè impedire che il dirigente o l'assessore facessero un affidamento diretto a persone di loro fiducia: questo ora è dentro la manovra.

Altra cosa: i fondi per il dissesto idrogeologico. È vero, sono 10 miliardi di euro; però c'è scritto che devono spenderli le Regioni, con fondi propri. Beh, allora non hai messo 10 miliardi; hai ordinato a qualcun altro di spendere i soldi suoi su cose che decidi tu. Provvedimento giusto, ma almeno venditelo nel modo giusto; non vendertelo nel modo sbagliato.

Infine, una citazione sulla fortuna di aver ritirato l'emendamento 1.2329 sul riciclaggio e sull'end of waste. Attenzione, questo sarebbe stato un emendamento molto pericoloso, perché avrebbe bloccato completamente tutta la filiera del riciclo, visto lo spezzettamento della normativa che c'è stato in questo periodo. Ultimissima - e chiudo - qui si è detto che l'Italia non è come una borsa o come un mercato finanziario. Però, vedete, non bisogna demonizzare né la borsa, né il mercato finanziario, perché è stata finora male interpretata. Il concetto è che nella borsa, che è stata tanto demonizzata, ci sono i fondi pensione e i fondi comuni, ci sono i soldi dei nostri nonni, per chi ce li ha ancora.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Martelli.

MARTELLI (Misto). Quindi, dire che non me ne frega niente dello spread, che si è riverberato su tutta la curva dei tassi, anche dei BOT (guardate le aste dei BOT), e dire che non fa niente se la borsa scende, perché sono tutti speculatori, significa darsi una mazzata. In questo contesto di regole dell'Unione europea, se tu vuoi andare allo scontro, non puoi prescindere dal fatto che loro vinceranno sempre. La via d'uscita, se a Monopoly non ti stai divertendo, non è provare a cambiare le regole, ma è alzarsi, sedersi a un altro tavolo e giocare con altre regole. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU e della senatrice Masini).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, membro del Governo, intervengo per esprimere tutti i dubbi, le perplessità e soprattutto le preoccupazioni, non solo del Gruppo di mia appartenenza (Forza Italia) ma di tutta la maggioranza degli italiani, rispetto a questa manovra sciagurata proposta dal Governo giallo-verde.

In queste ultime settimane e in questi ultimi giorni abbiamo assistito (in realtà l'Italia ha assistito) a uno spettacolo politico indecente, recitato da una maggioranza che non si è assolutamente rivelata all'altezza del compito che gli è stato affidato. Siamo stati prigionieri in quest'Aula e nelle aule delle Commissioni, in attesa di poter discutere di una manovra che non è mai arrivata né in Commissione, né ancora oggi in quest'Aula. Insomma, a regnare in questi giorni è stata l'assoluta confusione, fino ad arrivare a oggi, con una manovra ancora sconosciuta e che per di più arriverà blindata forse questo pomeriggio. Blindata da una fiducia che costringerà tutti noi a votare qualcosa che non conosciamo.

Avete calpestato i diritti di questo Parlamento, quei diritti che fino a qualche mese fa, colleghi dei 5 Stelle, facevate finta di difendere e che oggi avete calpestato con una nonchalance imbarazzante. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Siamo in definitiva al sovvertimento delle regole della democrazia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una manovra su cui non sarà possibile intervenire, una manovra scritta e riscritta sotto dettatura dell'Europa. Una magra, magrissima figura per chi, dal primo giorno, si era tolto la maglietta e aveva fatto finta di mostrare dei muscoli inesistenti e che oggi, invece, è costretto a subire le bacchettate dell'Europa. Siamo qui riuniti ad apprendere questo ennesimo fallimento del Governo. Io, così come tutti i colleghi della minoranza, ma penso anche della maggioranza, in questi mesi ho lavorato per contribuire a scrivere degli emendamenti che potessero migliorare questa legge finanziaria. Avremmo voluto discutere ed entrare nel merito di tutti gli emendamenti; magari poi, come diceva ieri il collega Vitale, vederli respinti, ma almeno poterne discutere. Invece no, con l'imposizione della fiducia, voi membri del Governo avete impedito ad ogni parlamentare di compiere il proprio dovere.

In questo periodo ho aspettato che le tante promesse fatte dagli esponenti 5 Stelle si traducessero in provvedimenti concreti, in misure che potessero realmente migliorare la qualità di vita dei nostri concittadini, soprattutto del Sud. Penso per esempio a qualche collega calabrese e penso alla collega Vono, che qualche tempo fa, prendendo la parola in quest'Aula, aveva annunciato un emendamento a favore della Calabria disastrata dal maltempo. Ho aspettato che questo emendamento, come lei aveva detto, fosse presentato nel decreto-legge Genova e non ne ho visto l'ombra; ho aspettato che fosse presentato nel decreto fiscale e non ne ho visto l'ombra; ho aspettato che fosse presentato nella manovra finanziaria che stiamo votando oggi e anche in questo provvedimento non ce n'è l'ombra. Bene, lo avevo presentato io questo emendamento e mi avrebbe fatto piacere poterne discutere e non c'è da alzare il pollice, ma solo da vergognarsi, cara collega. Magari vederlo bocciato, ma con il suo voto a favore; invece la sua maggioranza ha impedito tutto questo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Del resto, per il Sud, per la Calabria in questa manovra non c'è assolutamente nulla. Penso ancor di più alla ministra Lezzi, che non più di quattro o cinque giorni fa è venuta a fare visita, la solita passerella, in Calabria, per dire che ci sarebbero stati dei finanziamenti, degli aiuti per le zone colpite. Ministro Lezzi, anche lei ha preso in giro per l'ennesima volta i cittadini calabresi. Se avesse voluto rispettare quello che ha detto non più di cinque giorni fa, aveva l'occasione di poterlo fare oggi; invece, anche in questo caso, si ha un fallimento.

I grillini quindi hanno fatto solo parole, solo fumo, e preso per il naso non solo i calabresi, ma tutti gli italiani. Avevo presentato, come ogni collega (ma ci tengo a parlare di ciò avevo presentato io), qualche emendamento che potesse aiutare il Sud. Avevo pensato, per esempio, ad una proposta che prevedeva una riduzione delle tasse per tutte le aziende che nasceranno nel 2019 nel Sud Italia, perché questo serve al Meridione, non il reddito di cittadinanza, non l'umiliazione di una mancetta per stare a casa. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Avevo preparato un altro emendamento che poteva concedere alle Province in dissesto di ripianare i debiti, non in cinque anni ma in dieci, però non sarà possibile discuterne. Avevo previsto, insieme alla collega Gallone, un emendamento che potesse dare agevolazioni fiscali a tutte le imprese che volevano investire nei centri dell'entroterra italiano, alle prese con il crescente fenomeno dello spopolamento. Grazie alla vostra azione, che non può essere definita se non come indegna, tutti questi emendamenti, i miei come quelli di tutti i parlamentari, diventano carta straccia. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Signor Presidente, non vogliamo bene essere profeti di sventura, ma tutti i dati ci dicono che procedendo in questo modo la macchina Italia andrà inesorabilmente a sbattere e a finire male saranno i suoi sfortunati passeggeri, che poi siamo noi, sono i nostri figli, le future generazioni che si ritroveranno a pagare i debiti accumulati da questo Esecutivo. Questa è la realtà delle cose. Questa è la situazione disastrosa in cui ci troviamo, ma a voi membri del Governo questo dramma non sembra interessare. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Applausi ironici della senatrice Vono).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Briziarelli. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei anzitutto ringraziare i componenti della Commissione bilancio e i rappresentanti del Governo che hanno lavorato giorno e notte e non inutilmente, perché il maxiemendamento che arriverà è scritto non sotto dettatura, ma sulla base di quanto è stato discusso e del confronto che ha coinvolto anche l'opposizione.

Da due giorni sentiamo interventi che sono più simili ai commenti di quei tifosi frustrati che, non potendo sperare nella vittoria della propria squadra, sperano nella sconfitta della squadra rivale, soprattutto quando gioca in Europa. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).

Ciascuna delle affermazioni fatte meriterebbe una risposta, ma il tempo non me lo consente. Noi risponderemo, con i fatti, ai cittadini che ci hanno votato. Lo dico soprattutto al collega, non eletto e non presente, Mario Monti. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Infatti, sentire parlare lui, in quest'Aula, di sovranità del Parlamento è un po' come sentire Dracula che parla della bontà delle donazioni del sangue. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). E di sangue i cittadini italiani ne hanno versato parecchio, sul piano economico.

Due cose vere però l'ha dette persino lui. Quanto alla prima, è vero che ai salotti e consigli di amministrazione noi preferiamo le sagre, lo stadio e stare in mezzo alla gente. L'altra cosa vera che ha detto è che in questo Governo ci sono gli unici partiti che non hanno responsabilità per i disastri degli ultimi sette anni, che si sono riversati sulla pelle dei cittadini e sono cominciati con il suo Governo. (Commenti del senatore Faraone). Disastri per i quali - e lo vorrei ricordare ai colleghi Ferro e Verducci - è vero che a noi sono stati 2 miliardi di garanzie perché, come Paese, siamo cattivi pagatori, ma il problema è che cattivi pagatori di promesse sono stati loro e le garanzie dobbiamo metterle noi. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti del senatore Mirabelli).

Ma vorrei guardare avanti, soffermandomi sugli emendamenti presentati, con la certezza che il Governo li valuterà durante la stesura del maxiemendamento. Intanto, per non fare altri errori - e mi rivolgo al collega Ferrazzi - perché sull'end of waste, per non sbagliare, non ci sarà nulla e quindi vorrei tranquillizzare il collega che le sue preoccupazioni, ne siamo certi, saranno fugate. (Commenti dal Gruppo PD). Lo leggerà più tardi.

Dopo di che, si affrontano e si risolvono i problemi, come è stato detto dal collega Zuliani per i Comuni, dal collega Arrigoni per il terremoto e dal collega Bergesio per l'agricoltura. Non mi ripeto per motivi di tempo.

Aggiungo quattro esempi, che si riferiscono a misure non minori, ma mirate. Con riferimento alla normativa e alla semplificazione, sul rumore, c'è un'azienda; la Molini Fagioli, che rischia di chiudere perché è in regola in base a una legge sulle emissioni rumorose e l'accettabilità, mentre non lo è con riguardo alla normativa sulla tollerabilità. Quanto costa far saltare aziende? In questo caso, 1.000 agricoltori conferiscono 60.000 tonnellate, ci sono un indotto e una produzione: quanto costa al PIL italiano far chiudere le aziende per errori e burocrazia pesante? Sono sicuro che correggeremo questo problema.

Quanto alle graduatorie e ai cittadini che da anni aspettano le assunzioni, ricordo che c'è il blocco del turnover. Ebbene, viene contestato a noi un ritardo di dieci mesi perché le graduatorie saranno sbloccate a novembre, ma le assunzioni sono ferme da dieci anni. Noi rispondiamo a migliaia di cittadini che sono in graduatoria e potranno finalmente essere assunti, grazie alla proroga delle graduatorie.

Come ha detto il collega Arrigoni, il comparto plastica vale oltre 1,2 miliardi di euro e conta decine di aziende e migliaia di occupati. Otterremo una proroga, da qui al 2023, per lavorare e risolvere i problemi e non per vietare e basta.

L'ultimo esempio che farò riguarda il geo bonus. Insieme ai colleghi della Lega ho presentato una proposta, che speriamo sarà accolta, ma l'idea non è mia. Un bambino di nove anni, che si chiama Achille Marigo, ha scritto al sindaco di Rocca Pietore qualche settimana fa, dopo i disastri. Il bambino ha scritto: sono Achille Marigo, nove anni, abito a Mira, mi piace molto andare in montagna e siccome mi dispiace per quello che è accaduto, vorrei rivedere montagne con i boschi, perché da grande mi piacerebbe entrare nel Corpo forestale; vi dono un aiuto con i miei risparmi. Questo bambino ha mandato 5 euro. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Ebbene, speriamo che con il geo bonus (il nome - permettetemelo - l'ha scelto mio figlio, che ha la stessa età di Achille, quando gli ho raccontato la storia) anche i privati possano investire, così come avviene per l'art bonus. Speriamo che nel Paese ci sia un moto che possa coinvolgere tutti e consentire di raccogliere risorse ulteriori a quelle che lo Stato investirà per prevenire le tragedie e non per contare, poi, i danni e i morti.

Concludo dicendo che le regole, anche quelle europee, hanno senso se vengono applicate in maniera intelligente, flessibile e rispettosa della volontà democratica: alla fine, l'ha dovuto riconoscere in conferenza stampa perfino Moscovici. Sono regole di buonsenso, che il 4 marzo, con il voto degli italiani, abbiamo portato nel Parlamento italiano e che a maggio contiamo di portare in quello europeo, con altrettanto buonsenso, per cambiare le regole, facendo sì che siano per i popoli e non per i burocrati. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Alfieri. Ne ha facoltà.

ALFIERI (PD). Signor Presidente, negli scorsi mesi abbiamo sentito più volte il Governo, e in particolare il ministro Salvini, intervenire sui temi della sicurezza, facendoli diventare una priorità, spesso legata al tema dell'immigrazione e della gestione dei flussi migratori, essenzialmente tramite tre slogan: blocchiamo gli arrivi via mare; rimandiamo a casa gli immigrati irregolari clandestini (più di 500.000); aiutiamoli a casa loro. Sono una persona che ama controllare le cifre e i numeri, per vedere come le promesse e gli slogan vengono tradotti nel bilancio, dato che ci vogliono strumenti e risorse per finanziare le politiche atte a mantenere tali promesse, che sono centrali in un momento in cui il mondo sta cambiando. Si tratta infatti di un momento in cui la nostra società, e in particolare quella italiana, vive una delle sfide più grandi dal punto di vista demografico, ossia la denatalità, mentre la sponda Sud del Mediterraneo, soprattutto l'Africa, conosce una crescita demografica impetuosa e affrontare questi temi, fuori dalle ideologie e dagli slogan, dovrebbe essere effettivamente la priorità per un Paese come il nostro. Sono voluto andare a leggere con attenzione quanto è scritto nel contratto del Governo cambiamento e, dato che la legge di bilancio è il primo banco di prova, i soldi che sono stati messi per mantenere le suddette promesse.

Partiamo dall'«aiutiamoli a casa loro», dall'aiuto pubblico allo sviluppo e dai soldi necessari a far sì che la promessa utilizzata e sventolata in campagna elettorale diventi realtà. Sono andato a vedere i freddi numeri, con i quali non si può giocare né barare, tanto meno sui social: ebbene, dal 2014, quando costituivano lo 0,19 per cento del PIL, tali voci, nelle diverse leggi di stabilità, sono aumentate dallo 0,19 fino allo 0,27 nel 2016, quindi con i Governi Renzi, e, da ultimo, allo 0,30 con il Governo Gentiloni Silveri. La Nota di aggiornamento al DEF parlava di uno 0,33 per cento e noi ci siamo complimentati, pensando che andasse bene e continuasse il trend di sviluppo per arrivare allo 0,50, che sarebbe stato perlomeno nella media europea, e mantenere quello 0,7 promesso nell'agenda 2030, su cui ci siamo impegnati come Governi europei all'interno delle Nazioni Unite. Ci siamo invece risvegliati con una doccia fredda, perché, nel documento della legge di bilancio, dei 5,8 miliardi promessi nella Nota di aggiornamento ne abbiamo solo 5, ben 800 milioni in meno: per la prima volta, dopo un trend positivo, ritorniamo sotto lo 0,3 e quell'«aiutiamoli a casa loro» diventa solo lo slogan da sventolare in campagna elettorale. (Applausi dal Gruppo PD).

Lo stesso vale per il fondo per l'Africa, che il presidente Conte aveva presentato come uno degli impegni fondamentali da affiancare allo sforzo in ambito europeo per compiere tutte le iniziative necessarie ad essere maggiormente presenti in Libia, nell'Africa subsahariana, nel Sahel e in Niger. Si tratta di zone in cui sono stati compiuti investimenti importanti dal precedente Governo, come l'apertura di una nuova ambasciata e una nuova missione militare, con compiti sanitari e di lotta alle infiltrazioni terroristiche che chi conosce la zona, come gli addetti ai lavori, sa quanto queste ultime vi si stiano reinsediando, rappresentando un pericolo.

Affinché non ci siano appunto solo gli slogan - quelli legati ai temi della sicurezza e della lotta contro la tratta degli esseri umani - ci vorrebbe maggiore serietà. Lo dico anche perché un terzo di questi 5 miliardi è gestito direttamente dal Ministero dell'interno: non sono soldi che vengono utilizzati per la cooperazione allo sviluppo, ma sono soldi che vengono utilizzati per i richiedenti asilo.

Dunque - ed era iniziato un dibattito in questo senso - se vogliamo veramente rimandare gli immigrati irregolari nei loro Paesi, quei soldi devono essere utilizzati meglio. La mia preoccupazione è che quei soldi, invece, vengano messi, non sui rimpatri volontari assistiti, come avevamo iniziato a fare con i nostri Governi, ma sui rimpatri forzati, che sappiamo non stanno funzionando e sono addirittura diminuiti rispetto a quanto accadeva con il Governo precedente. Ciò succede per il semplice motivo che abbiamo solo quattro accordi bilaterali di riammissione, che faticano a funzionare. Il più importante è l'accordo con la Tunisia e noi abbiamo trovato un modo molto bello per farlo funzionare: la prima dichiarazione del ministro Salvini è stata definire i tunisini che arrivano in Italia dei delinquenti e dei galeotti, e questo diciamo che non è il migliore viatico per il funzionamento di quegli accordi. Le cose invece funzionerebbero, se utilizzassimo quei soldi per rimpatri volontari assistiti legati a progetti di cooperazione. Certo, serve collaborare con le organizzazioni non governative e serve destinare una parte di quel miliardo alla creazione di occasioni di autoimprenditorialità sul posto.

Se tutto questo non bastasse, con questa manovra assistiamo per la prima volta al taglio dei finanziamenti al sistema delle Nazioni Unite. Ancora una volta, se si vogliono fare i rimpatri e la maggior parte dei rimpatri fatti in Libia direttamente verso altri Paesi avviene ad opera dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel momento in cui noi decidiamo di tagliare i fondi a questa Organizzazione, stiamo giocando contro noi stessi. È un controsenso. (Applausi dal Gruppo PD).

Il tema della cooperazione allo sviluppo, dunque, il tema delle risorse da dare, nel multilaterale, alle organizzazioni internazionali non ha a che fare solo con la solidarietà - il che già sarebbe una giustificazione fondamentale necessaria e sufficiente - ma ha a che fare anche con la sicurezza del Paese: 1,250 miliardi è la popolazione del 2015 in Africa, che diventerà nel 2050 di 2,5 miliardi. Davvero pensiamo di poter fermare con le cannoniere nel Mediterraneo una bomba demografica, mentre invece lo potremmo fare investendo davvero in cooperazione allo sviluppo e costruendo accordi bilaterali di cooperazione? (Applausi dal Gruppo PD).

Le persone che scappano da lì e i Paesi di origine non hanno alcun interesse a fare gli accordi bilaterali di riammissione, perché chi è qua manda le rimesse e, se accendessimo un attimo la testa e pensassimo al nostro passato, durante il secondo dopoguerra mondiale i miliardi di rimesse inviati nel nostro Paese dagli italiani che emigravano all'estero hanno rappresentato un pezzo della ripresa dell'economia. Quei Paesi, quindi, non firmeranno mai gli accordi bilaterali.

Da questo punto di vista, quindi, o cambiamo la modalità di pensare e iniziamo ad avere una visione strategica e a non pensare solo alle emergenze, o da questo punto di vista rischiamo di andare a sbattere.

Gli slogan di cui dicevo all'inizio servono magari per prendere qualche voto in più, per vincere qualche ballottaggio, ma non per vincere le sfide decisive, quelle della cooperazione allo sviluppo, del finanziamento alle organizzazioni internazionali, del finanziamento ai rimpatri volontari assistiti che potremmo cominciare a chiamare in maniera diversa e della collaborazione con le organizzazioni non governative, che non hanno a che fare solo con la solidarietà, ma con l'interesse e con la sicurezza nazionale.

Ficcatevelo bene in testa: se non cambiate atteggiamento, potremo governare nell'immediato, ma non risolveremo i problemi dell'Italia e, soprattutto, non daremo una speranza di futuro a chi sta in quel continente, che continuerà a guardare ai Paesi europei come il punto di riferimento e il luogo in cui arrivare.

Cambiamo atteggiamento e proviamo ad andare oltre l'immediato, per tentare di dare una visione strategica, non solo alla nostra politica estera, ma alla politica economica e della cooperazione allo sviluppo del nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Saccone. Ne ha facoltà.

SACCONE (FI-BP). Signor Presidente, colleghi, colleghe, signori membri del Governo, sottosegretario Garavaglia, che desidero ringraziare per la disponibilità in questi fantastici giorni trascorsi insieme in Commissione, io non mi soffermerò su quanto avvenuto in Commissione e sulla manovra, che è stata ben descritta da chi mi ha preceduto.

Siamo in clima natalizio e vorrei evocare qualche film. È il momento in cui con la famiglia si va a teatro o al cinema e partirei da una storica commedia italiana: «Un marziano a Roma», di Ennio Flaiano. Se potessimo ipotizzare qui questo fantastico marziano, la prima cosa che gli verrebbe in mente è una bella esclamazione: «L'ennesima manovra stangata. Questa non è una manovra del Governo del cambiamento. Questa è la manovra del Monti-bis». Secondo lui non sono trascorsi sette anni da quella maledetta manovra, ma siamo in continuità perfetta con la stessa. Il marziano poi farebbe delle domande e direbbe: dove sono finiti tutti i professori e gli opinionisti che hanno calcato tutti i talk show in questi anni raccontando di un'Europa matrigna, le loro tesi economiche, come avrebbero fatto loro una volta arrivati al Governo per far rispettare la sovranità italiana? Questa occasione l'avete avuta; ce l'avete e non mi pare, visto l'andamento del dibattito tra l'opinione pubblica, che la continuiate a portare avanti. Si sono tutti defilati, sono tutti desaparecidos. Parlando con alcuni di loro ho potuto constatare il rammarico del fallimento delle loro tesi nel momento in cui dovevano attuarle.

Poi sapere cosa si chiederebbe questo fantastico marziano? Ne è valsa la pena di sei mesi di insulti e di scontro frontale con l'Unione europea? Ben 50 miliardi di euro di aggravi di accise per i prossimi due anni, questo è il frutto degli insulti, dell'«ubriacone», dello spread che «ce lo mangiamo a colazione». Avete denigrato il famoso spread per tutti questi anni e oggi alcuni colleghi della maggioranza si congratulano tra di loro perché da 300 è arrivato a 250. Come cambiano le cose; cambiano sempre, purtroppo, in peggio.

Ora un commento lo faccio io e non più il marziano: avete fatto i gradassi in Patria e siete stati modesti in Europa. Tutto questo è avvenuto per uno 0,8 di flessibilità. Do una notizia riservata e segreta: i Governi precedenti sapete quanto hanno ottenuto dall'Unione europea in flessibilità? Lo 0,7. Pensate lo 0,1 per cento in più di flessibilità ha comportato il risultato strategico del Governo del cambiamento. Qualcuno della maggioranza ci ha spiegato che è un negoziato: quando si negozia parte e controparte si siedono assieme. E poi c'è una piccola notazione: quando si negozia, l'imprenditore pensa al suo patrimonio e ai suoi soldi, voi avete negoziato mettendo le mani nelle tasche e avete preso i soldi dei risparmiatori italiani. Tutta questa roba l'avete fatta con questa modalità, non con i soldi vostri, ma con i risparmi e le imprese italiane.

Questa manovra ci porta non più credito d'imposta, meno investimenti e non si indicizzano le pensioni più basse. Dico poi una cosa che veramente mi ha lasciato di sasso: avete ridotto del 50 per cento l'Ires a tutte le strutture del terzo settore, anche a quelle di culto che non hanno fine di lucro. Noi - lo voglio dire con estrema chiarezza, amici della maggioranza - siamo da quella parte, siamo a sostegno di quei volontari che con passione, sacrificio e umanità si dedicano al prossimo. Quei servizi integrano il Servizio sanitario nazionale e non vanno in competizione e voi avete ridotto l'Ires del 50 per cento.

Per non parlare del reddito di cittadinanza: non voglio utilizzare le parole del sottosegretario Giorgetti, ma permettetemi di dire che finalmente qualcuno comincia a dire la verità. Lui l'ha definito: non serve a nulla e crea lavoro nero. Non l'ha detto un esponente dell'opposizione, l'ha detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Se non siete d'accordo, allora ribellatevi; se non siete d'accordo con la trattativa che questo Governo ha condotto con l'Unione europea andate avanti, siate coraggiosi, portate avanti le vostre tesi, se ci credete, altrimenti tutto ciò sembra una pantomima. Nel momento in cui dovevate sbattere i pugni siete tornati indietro con la coda fra le gambe.

Signor Presidente, non è un regalo di Natale allora questo, anzi, chiedo scusa, è un grande pacco di Natale. Anche in questo caso vorrei citare un film che forse ricorderete, un grande film: «Regalo di Natale» di Pupi Avati, il cui protagonista era Diego Abatantuono che interpreta un personaggio tracotante, arrogante, un po' gradasso, che pensava di fare una bella partita di poker con gli amici e di spennare il pollo di turno, interpretato da Carlo Delle Piane. In quella grande e magnifica partita di poker, il pollo finisce per spennare il gradasso. Ecco, questa è la metafora di questo Governo: siete partiti con arroganza e tracotanza, siete andati a sedervi in Europa, i vostri alleati, quelli di Visegràd, sono stati i primi a scappare, chiedendovi dove pensavate di andare e dicendo che eravate dei folli e Juncker, magari con il grappino accanto (che magari si sarà anche bevuto) vi ha spiegato che se non aveste mantenuto bene i conti pubblici ne avrebbero pagato le penalità i risparmiatori e le imprese italiane, e avete firmato il 2 per cento di rapporto deficit-PIL. Questo è quello che avete fatto. Niente di più e niente di meno.

Cari colleghi della maggioranza, per rispetto di molti di voi, perché ne riconosco l'onestà intellettuale, non parlerò di inganno e nemmeno del fatto che siete legati alle poltrone per cui questo Patto vi unisce. Permettetemi però di rivolgervi un monito: abbiate la dignità di parlare chiaro al Paese. Avete ottenuto tanti consensi del popolo sovrano, soprattutto i 5 Stelle che sono oltre il 30 per cento, perché venivate creduti soprattutto dai giornalisti, dalla stampa che in questi anni ha fomentato l'alternativa (e forse qualcuno si è anche pentito), perché ritenevate gli altri non credibili, non adeguati e talvolta corrotti. Oggi voi vi siete immessi su quella scia, non avete cambiato nulla.

A differenza di chi vi ha preceduto, evitate di pensare a spuntare la lista delle cose da fare. L'Agcom lo sta dicendo come lo diceva ai vecchi Governi: troppo monopolio. Attenzione, cari amici, perché le bugie si misurano con la realtà è presto la realtà diventerà verità e i consensi si ridurranno, come si sono ridotti per chi vi ha preceduto.

Presidente, mi permetta di chiudere parafrasando una citazione di un grande statista, un grande liberale, Churchill, pronunciata in occasione della Conferenza di Monaco: potevate scegliere tra la guerra all'Unione europea e il disonore. Avete scelto il disonore e avete chiesto scusa all'Unione europea. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).

PRESIDENTE È iscritto a parlare il senatore De Bertoldi. Ne ha facoltà.

DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, cari colleghi, io forse vi stupirò per come voglio iniziare questo mio intervento, che segue i brillanti interventi, tecnici e specifici, dei miei colleghi che già nelle ore precedenti, nella serata di ieri e nella mattinata di oggi, hanno avuto modo di evidenziare l'incongruenza economico-finanziaria di questa manovra della quale voi vi assumete la totale paternità.

Intervengo in questo momento innanzitutto per elogiare la coerenza di una delle forze politiche che guida questo Governo. Intervengo per elogiare, amici a 5 Stelle, e lo faccio senza ipocrisia alcuna, la vostra coerenza. Ricordo infatti delle piacevolissime conversazioni con il vostro mentore, con il comico Grillo, con il quale ho condiviso anni in ristoranti e in un ameno albergo romano e con il quale spesso mi intrattenevo negli anni passati a dialogare e a discutere. Devo dire, però, che mai avrei pensato che quelle affermazioni, che il simpatico comico genovese portava al tavolo, fossero poi, in realtà, un pensiero politico che si sarebbe tradotto in atti parlamentari.

Egli ha tentato tante volte, con la sua simpatia, di convincermi che il reddito di cittadinanza sarebbe stato il futuro di questo Paese. Mi diceva sempre che la dinamica industriale avrebbe portato al fatto che la maggioranza del popolo non avesse lavoro, che tutti dovessimo prepararci a stare a casa e che, quindi, lo Stato doveva darci da vivere. Questo è quello che mi raccontava e io lo ascoltavo, sempre pensando e ricordando qual era il suo vero ruolo e qual era la sua vera attività, cioè quella del comico. E devo dire che mi divertivo anche. A distanza di qualche anno, però, il Movimento che da lui è nato e che a lui si ispira ha concretizzato queste parole: la decrescita felice. Guardo gli amici ed alleati della Lega, con i quali nelle piazze abbiamo parlato e continuiamo insieme a parlare, agli imprenditori, di crescita. Ebbene, la decrescita felice non è altro che la base filosofica e concettuale, cari colleghi, che ha improntato e impronta questa manovra economica. Ecco perché, senza ironia e con assoluta sincerità, io elogio fermamente la coerenza del MoVimento 5.

Questa manovra non va letta tanto in sé, in re ipsa, intanto in quanto neanche sappiamo quale sia la manovra reale. C'è, infatti, una manovra 1.0, sulla quale la Camera si è intrattenuta per lunghe settimane invano; c'è una manovra che è arrivata qui in Senato, sulla quale non abbiamo avuto modo di lavorare in Commissione, dove non abbiamo avuto modo di esprimere un solo voto, manovra che è stata poi completamente stravolta e che, magari, può essere ancora parzialmente modificata con il superemendamento della fiducia, che conosceremo, auspico, nel pomeriggio.

Quindi, non è tanto sulla manovra in sé, quanto su un percorso che io voglio fare la mia analisi. Un percorso che nasce, come ho detto, prima concettualmente, a livello personale, da Grillo, ma che nasce, a livello parlamentare, già questa primavera, quando si è cominciato a parlare del DEF, quando siamo arrivati al decreto dignità, quando dal decreto dignità siamo arrivati alla Nota di aggiornamento del DEF, quando dalla Nota di aggiornamento del DEF siamo arrivati al decreto fiscale e, quindi, alla legge di bilancio quale essa sarà.

Ebbene, in tutti questi documenti e normative cosa abbiamo letto? Cosa possiamo leggere da questa documentazione? Intanto, una assoluta mancanza di sensibilità alle istanze che ci sono pervenute e che ci pervengono quotidianamente dalle categorie. Siete riusciti, cari amici della maggioranza, a far arrabbiare tutte le categorie economiche, e dico tutte: dai tassisti agli NCC, dagli industriali, che ovviamente vi è facile attaccare, perché tanto gli industriali e la grande finanza sono amici del Partito Democratico (e magari su questo, in parte, possiamo anche andare d'accordo), agli artigiani e commercianti, per arrivare ai miei colleghi dottori commercialisti: in sostanza, quel mondo che produce e al quale, cari colleghi, non frega un bel niente - passatemi il termine - del reddito di cittadinanza, ma che vorrebbe meno imposte, vorrebbe un fisco migliore e più chiaro, vorrebbe una giustizia diversa. Quelle categorie che lavorano e che volevano che quei miliardi, che voi destinate al reddito di cittadinanza, fossero investiti per rendere i nostri tribunali più agevoli e più utilizzabili e non tribunali che aspettano dieci anni per emettere una sentenza, non commissioni tributarie che, di fatto, sono l'inaffidabilità assoluta per chi se ne intende di diritto tributario. O nel cuneo fiscale, che appesantisce i nostri lavoratori rispetto ai lavoratori del resto del Paese. Queste sono le risposte che la classe produttiva si attendeva da noi. Ecco perché, dalla grande finanza, dagli industriali, arrivando ai piccoli imprenditori, agli artigiani e ai tassisti sono tutti arrabbiati e noi siamo arrabbiati con loro.

Questa è l'analisi del vostro comportamento politico di questi mesi. Questa è un'analisi impietosa che, purtroppo, trascinerà il Paese nella recessione. Con questa manovra, cari amici, cari colleghi, signor Presidente, signori del Governo, e lo sapete voi prima di me, state facendo il conto del tempo che vi separa dalle elezioni europee.

Non credo che sarà sufficiente, però, perché gli effetti nefasti li vedremo, purtroppo, ben presto. Li vedremo su un'economia che è in recessione, un'economia e un rapporto con Bruxelles che voi credevate di aver affrontato a petto in fuori e che invece vi ha visti protagonisti, in modo miserevole, di una cedevolezza assoluta. Io avevo detto in quest'Aula al presidente Conte, di andare a Bruxelles a testa alta, magari di modificare qualcosa in quella manovra, ma di non farsela dettare da Bruxelles. Qual è stato il risultato, cari colleghi? Che mentre Bruxelles dettava elegantemente la manovra ai colleghi del Partito Democratico, a voi l'ha imposta arrogantemente, ridicolizzando questo Paese. Ecco quello che non ci sta bene; ecco ciò che Fratelli d'Italia e la destra non possono assolutamente accettare.

Rimando al pomeriggio, a quando, in seguito alla presentazione del maxiemendamento del Governo, avremo qualche elemento certo e definitivo e dei dati certi sulla manovra, le ulteriori analisi. Per ora ho voluto inquadrare la politica che ha improntato tutto questo.

Signor Presidente, mi conceda ancora un minuto. Voglio anche ricordare che c'erano tante possibilità di cambiare la manovra, perché noi non siamo coloro che criticano. L'opposizione patriottica della destra italiana (perché noi siamo la destra coerente, la destra che è da sempre italiana e per gli italiani) vi aveva fatto delle proposte nel merito. Ci era stato detto che le nostre proposte fiscali, avanzate durante il decreto-legge fiscale, sarebbero state valutate nel disegno di legge di bilancio; ma dinanzi al disegno di legge di bilancio ci è stato risposto che non c'era tempo: c'è stato tempo per fare assistenzialismo, per far arrabbiare gli imprenditori e i commercianti, ma non c'è stato tempo per rispondere alle proposte di crescita che Fratelli d'Italia, coerentemente con la propria vocazione, aveva fatto.

Concludo, Presidente, ricordando che avevate a disposizione gli 80 euro, quegli 80 euro che voi per primi, insieme a noi, avete irriso e condannato perché avevano creato una discriminazione sociale tra lavoratori autonomi e dipendenti; avevate a disposizione quel denaro per fare anche crescita e non lo avete utilizzato, neppure quello. Ebbene, la condanna che voglio rivolgere alla politica che ha ispirato la vostra manovra finanziaria è assoluta e totale. (Applausi dal Gruppo FdI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, la manovra in esame certifica un grande bluff, il primo grande fallimento del contratto di Governo, che si poneva ambizioni nel cambiare il Paese, l'Europa, la società, l'economia. Nella realtà, quando uscirete da quest'Aula, anche dopo il voto di fiducia, capirete che questa manovra compromette il futuro e colpisce al cuore le speranze e le aspettative degli italiani.

Tagliate le pensioni, bloccando l'indicizzazione delle stesse; aumentate le tasse per le imprese: sono tagli alla spesa, quelli che voi chiamate rimodulazioni, e sono nuovo gettito fiscale. Ma, inevitabilmente, queste due misure contrarranno i consumi e soprattutto gli investimenti.

Spingete le famiglie italiane verso forme di nuova povertà e il tutto avviene, colleghi, all'interno di comunità più individuali, dunque più fragili e più deboli. Promuovete ogni giorno, culturalmente, con i vostri messaggi, il «me ne frego», anziché il «me ne occupo» tra i cittadini. (Applausi dal Gruppo PD). Il «ci pensiamo noi», anziché il «facciamo insieme con l'azione di Governo».

Separate il pubblico dal privato, la società dal mercato, il capitale dal lavoro, individuando ovunque nemici e avversari.

Colleghi senatori, abbiamo idee e programmi profondamente alternativi e differenti sul piano valoriale e culturale. Abbiamo presentato, attraverso i nostri emendamenti, una manovra alternativa, dimostrando che si poteva, con il buon senso e la razionalità, coniugare una buona gestione dei conti pubblici con un più forte sostegno alla crescita e allo sviluppo. Infatti, senza spingere la crescita non ci sono le condizioni strutturali per ridurre le disuguaglianze, attraverso un nuovo investimento sui servizi, sul welfare, dunque sulle persone e sui diritti delle stesse. (Applausi dal Gruppo PD).

Avremmo orientato oltre 2 miliardi di euro verso il reddito di inclusione e avremmo modificato la legge Fornero in maniera selettiva, partendo dalle donne e dai lavori usuranti: avremmo fatto, cioè, quello che serviva all'Italia. Avremmo, principalmente e prima di tutto, costruito il primo vero e importantissimo investimento, necessario per produrre lavoro, crescita e sviluppo, ovvero avremmo ridotto il costo del lavoro, per aumentare i salari, garantendo alle imprese sgravi fiscali nell'assunzione dei lavoratori veri, delle persone. Questa sarebbe stata la misura fondamentale per attrarre crescita e sviluppo. La nostra contromanovra, però, non è stata affrontata e discussa. Colleghi, c'è un virus terribile che vi attraversa, che è quello di fare opposizione al passato.

Ci siamo trovati di fronte all'umiliazione del Parlamento e vi siete anche trovati umiliati dall'Europa, che vi ha imposto una retromarcia, che tuttavia, colleghi, per la prima volta compiete senza il popolo. È infatti una retromarcia senza il popolo e onerosa per il popolo, perché è costata oltre 1,5 miliardi di euro solo per la gestione del debito, per la mania sovranista di aprire un conflitto per ragioni di consenso, senza alcuno sbocco e senza alcuna visione per il futuro dell'Italia e dell'Europa. (Applausi dal Gruppo PD). Avete isolato l'Italia in Europa e avete tardivamente corretto questa impostazione. Avete portato voi, non noi, l'Italia a rischio di un'infrazione sul debito, grazie all'instabilità, all'arroganza e soprattutto al sovranismo, che vi impone un conflitto per mantenere il consenso.

Avete scelto i sussidi, con una promessa per tutti: ai disoccupati avete promesso un reddito, agli evasori un condono, ai lavoratori l'abolizione della legge Fornero, ai cittadini italiani avete promesso di rimandare a casa propria i clandestini. È però tutto il contrario di quello che state generando. State generando infatti nuova solitudine e nuova indifferenza, state riducendo la propensione agli investimenti, state spingendo gli investimenti fuori dall'Italia. L'Italia, anche se muscolarmente appare solida e certa nelle mani del Governo, è in realtà più debole e più insicura e ci troveremo più clandestini e meno sicurezza. (Applausi dal Gruppo PD). Agite sugli individui con la propaganda, dimenticando che esiste una comunità di persone che chiede, nella dignità, lavoro e crescita, ma soprattutto futuro e speranza per i nostri figli. Avete annunciato e festeggiato l'abolizione della povertà, senza una legge e senza un decreto. Un annuncio fine a se stesso, dimenticando che la prima misura universale per contrastare la povertà è il reddito di inclusione, che noi abbiamo realizzato e che voi trovate già nel bilancio dello Stato.

In questa manovra cancellate, inoltre, l'aliquota ridotta dell'Ires in favore degli enti non commerciali. Guardate, colleghi, che si tratta di quelle associazioni, quelle parrocchie, quegli oratori e quei contenitori sociali che da sempre sono al lavoro per aiutare le persone e che, nei fatti, sottraggono la povertà alla solitudine e all'indifferenza. Questo è il patrimonio più importante, al quale occorre chiedere un'alleanza e una mano e non imporre nuove tasse. (Applausi dal Gruppo PD). Questa impostazione è una vergogna, prima di tutto sul piano culturale: cancellatela, perché se vogliamo contrastare la povertà, non lo possiamo fare per decreto, ma con un'alleanza nel territorio, tra l'associazionismo e il volontariato. Deve tornare protagonista il «me ne occupo», oltre che le risorse necessarie per garantire un servizio e un reddito. Ci siamo chiesti più volte se tutto questo sia il frutto di una superficialità o di un'improvvisazione. Penso il contrario, ovvero che sia una strategia politica e il volto del sovranismo, che si è radicato anche nel sentimento degli italiani.

Avete bisogno del rancore, della rabbia, vi servono i conflitti e avete bisogno di sterilizzare e di congelare il rancore e la rabbia per gestire il consenso. Non volete trasformare questa rabbia e questo rancore in speranza, perché cadrebbero il populismo e il sovranismo. Così, cari colleghi, uccidete però il futuro dell'Italia e compromettete la crescita e la propensione agli investimenti, unica leva fondamentale per dare ai giovani un futuro migliore.

A pagare purtroppo il conto salato delle vostre iniziative sono gli italiani; sono già stati i risparmiatori e gli imprenditori, che oggi faticano più di prima ad attrarre nuovi investimenti ed avere un accesso al credito utile per generare nuovi investimenti. Siamo invece di fronte a curve, sopratutto sull'accesso al credito, negative e restrittive per le imprese.

Anche la scelta operata nella legge di bilancio di concentrare tutto in un rapporto esclusivo tra il Governo e la Commissione europea, addirittura negando al Parlamento gli atti fondamentali che stanno alla base di quella relazione, è un colpo gravissimo alla democrazia. È un colpo favorevole a dare l'idea che state lavorando sottotraccia, in solitudine, senza il coraggio di dire agli italiani cosa si trova anche all'interno dell'accordo che avete compiuto e delle misure di verifica, alle quali l'Italia verrà sottoposta ulteriormente dall'Europa. È soprattutto un rapporto diretto tra il Governo e il popolo, saltando il Parlamento. Questo è un colpo molto rilevante alla democrazia, ma è una strategia e non un'improvvisazione. (Applausi dal Gruppo PD).

Attenzione però che il quadro economico che abbiamo di fronte a noi è nuovamente insidioso e difficile, Presidente. Se le Istituzioni sono dunque più deboli di fronte ai conflitti, a perdere è l'intero Paese. Fate in modo di recuperare la credibilità delle Istituzioni e della democrazia perché essa serve a garantire un futuro al Paese.

Anziché qualificare la democrazia con la partecipazione, mettete il bavaglio all'editoria. Cancellate, per cortesia, questi tagli; sono vergognosi e limitano la libertà di informazione e la possibilità nei territori di conoscere, di leggere, di sapere (Applausi dal Gruppo PD), di interessarsi e di occuparsi della comunità nella quale vivono. Non sono costi, ma investimenti per la cultura, per la conoscenza e per il futuro di una comunità.

Fateci altresì la cortesia di destinare ai Comuni più risorse per contrastare la ludopatia. Aumentate le tasse ai proventi sul gioco d'azzardo; ma con quale faccia contrastate le devianze? (Applausi dal Gruppo PD). La ludopatia nelle comunità non si contrasta senza nuovi investimenti nei confronti dei Comuni.

Presidente, in conclusione è una manovra che taglia gli investimenti. Una simile manovra non può generare lavoro. Una manovra che scarica 23 miliardi nelle clausole di salvaguardia compromette il futuro. L'Italia non è nelle condizioni di reggere oggi la manovra del 2020-2021.

Colleghi, attenzione perché fare queste operazioni significa rendere impraticabili lo sviluppo e la crescita economica e portare l'Italia ad essere il Paese in Europa con l'IVA più alta. In questo modo si contraggono i consumi e, dunque, attraverso queste politiche assurde non si genera sviluppo, ma recessione.

Pertanto, Presidente, la manovra è pericolosa per gli italiani e non l'abbiamo criticata per il Partito Democratico, ma per l'Italia. Le nostre proposte erano finalizzate a dare un futuro migliore al Paese.

Governo e maggioranza cercate di ascoltare e monitorare attentamente l'attuazione della manovra che sarà difficile, complessa e impatterà in un ciclo economico che per il momento non ci mette nelle condizioni di avere un Governo pronto per affrontare una nuova sfida. Cambiate la manovra e correggetela negli aspetti fondamentali. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Bagnai. Ne ha facoltà.

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ieri un assistente parlamentare mi ha accolto dicendomi che avevo un meraviglioso sorriso e sembravo felice. Gli ho risposto che non ero felice, ma raggiante perché stavo assistendo ad una cosa che se avessi potuto crederla vera, avrebbe rappresentato una svolta nella vita politica del nostro Paese. Infatti il PD, che ci accusa di esserci fatti scrivere la manovra da Bruxelles, riscopre la sovranità, la dignità e il desiderio di autonomia del popolo italiano. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az). Se questo fosse vero, sarebbe un'ottima notizia, perché sarebbe forse la prima volta dal 1494 (quando Ludovico il Moro, come sappiamo, chiamò Carlo VIII per risolvere un piccolo problema di politica interna) che si depone in questo Paese la prassi di chiamare una potenza estera in proprio soccorso per risolvere problemi interni. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti del senatore Mirabelli).

Di questa prassi - va detto - il PD è stato negli ultimi anni, lo dico oggettivamente, autorevole interprete: «ce lo chiede l'Europa» o «ce lo chiedono i mercati» è stato il grido di battaglia che abbiamo sentito risuonare tante volte, mentre i nostri autorevoli e competenti interlocutori politici si scagliavano all'assalto dello Stato sociale, della scuola, della piccola e media impresa e delle istituzioni che costituivano e costituiscono la spina dorsale del Paese, sempre con il sostegno di un'Unione estera che per ovvi motivi non poteva più essere quella sovietica, ma - pur cambiando aggettivo - la subalternità non era cambiata. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).

MIRABELLI (PD). Argomenti zero!

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Tuttavia, anche l'attitudine critica verso l'Europa che vediamo oggi non è un'assoluta novità. «Se restiamo fermi, prigionieri di regolamenti e burocrazia, l'Europa è finita»: chi ha detto queste parole? Un sovranista? No, un leader dell'attuale opposizione, che ha trovato un rifugio nel ramo del Parlamento che un tempo voleva abolire e che oggi ci chiede di rispettare. Anche noi vogliamo rispettare questo ramo del Parlamento. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti dal Gruppo PD).

Il punto è che vorrei che fossimo oggettivi e sereni nel riconoscere che la compressione del tempo del dibattito non è dipesa da noi, ma dipende da un insieme di regole esogene che finora sono andate bene alle opposizioni, perché sono servite per scaricare se stesse dalla responsabilità politica, quando dicevano: «devo farlo, scusami cara, ma me lo chiede l'Europa».

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 11,47)

(Segue BAGNAI). Adesso non può più funzionare così. Ora le opposizioni sono in un vicolo cieco, perché ogni loro strepito mette sempre più in luce la deriva antidemocratica che il progetto ha preso. Naturalmente gli elettori assistono a questi strepiti e si chiedono: chi ci ha portato in queste condizioni? (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). La risposta è «loro» e quindi per noi va bene, anche se gli strepiti non sono sinceri, perché tanto vanno a nostro vantaggio.

MIRABELLI (PD). Parla della manovra e di cosa c'è scritto, visto che lo sai!

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Noi stiamo resistendo. Il presidente Conte, che avete variamente descritto come inconsistente, velleitario o sconfitto, in realtà ha fatto sul serio una cosa che prima di noi i Governi precedenti avevano fatto solo a chiacchiere, quando avevano la vera possibilità di agire. Ha negoziato con l'Europa, ha negoziato sul serio e senza compromettere l'interesse del Paese, come qui è stato più volte ripetuto. Ha anche fatto un'opera di misericordia, che è visitare gli ammalati, perché l'Unione europea è profondamente malata e bastano pochi esempi a metterlo in evidenza. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).

È chiaro che si sarebbe potuto ottenere di più. Certo, in ogni negoziato serio si può ottenere di più. Ci si può sempre comportare in modo migliore e noi siamo sempre disposti ad ascoltare i consigli di chi non può più dare cattivo esempio, come ho già ricordato in altra sede.

Intanto quello che è accaduto ha messo in evidenza l'assurdità delle regole europee, in particolare il loro carattere prociclico. Ci è stato detto che le nostre previsioni di crescita erano sbagliate e abbiamo dovuto fare previsioni più realistiche. La verità è diversa e quello è uno snodo tecnico. Purtroppo l'Europa si basa su meccanismi opachi.

FARAONE (PD). Vi siete calati le braghe!

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Quindi è stato necessario rivedere al ribasso la stima della crescita per provare una condizione di necessità, il cosiddetto output gap, senza il quale l'Europa non ci avrebbe magnanimamente concesso di disporre di più risorse per rianimare il Paese. Purtroppo il problema è che se ti chiedono di diminuire la crescita, le risorse sono in quota di quella crescita e quindi alla fine l'Europa ti costringe a fare uno sforzo con risorse inferiori rispetto alla necessità. Questi sono i miracoli dei saldi strutturali, di un meccanismo opaco e assurdo, nonché scientificamente infondato.

Sarebbe stato meglio, allora, tenersi la regola del 3 per cento sul saldo nominale, quella regola che Prodi definitiva stupida, ma che aveva due vantaggi: quella di essere trasparente e verificabile, due cose molto importanti in democrazia, perché qui stiamo parlando di previsioni, di ipotesi e di molteplici stime e su questo siamo ipotecando il futuro del nostro Paese. I fatti, invece, dimostrano che le regole dei trattati l'Europa può permettersele. La famosa regola del 3 per cento del rapporto fra saldo di bilancio nominale e PIL nominale l'Italia se la può permettere. Sapete chi l'ha violata di più fra i grandi Paesi europei? Naturalmente in testa abbiamo Grecia e Portogallo, le cui economie sono state martoriate dalla crisi. Ma poi, con 13 violazioni, segue la Francia; e 11 di queste violazioni sono consecutive. Caro Presidente, le do una notizia fresca: il commissario Oettinger ha chiesto che venga aperta una procedura di infrazione contro la Francia e, quando gli hanno detto che Moscovici non era d'accordo, lui ha detto che non gliene importava un granché. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Questo è un primo esempio della fratellanza europea; stanno emergendo i conflitti. Questo, forse, è l'unico argomento che avrei accettato dall'opposizione: dato che i conflitti stavano per emergere ed era così evidente che stavano emergendo, questo avrebbe consigliato un atteggiamento più prudente, aspettando che gli altri si combattessero fra loro, in questa meravigliosa famiglia europea, senza dare loro pretesti per attribuire a noi delle criticità che non dipendono da noi.

È stato molto interessante ieri sentire qualcuno citare BlackRock, che sconsiglia agli investitori di comprare i BTP. Ora, il salto da Marx a BlackRock è abbastanza ardito, ma è soprattutto molto significativo. Pochi giorni fa, infatti, «Il Sole 24 Ore» ci riferiva che questa importante società di consulenza è stata la capofila fra le società che hanno gestito, a botte di decine di milioni, gli stress test sulle banche europee. Cioè, l'Autorità di vigilanza unica attribuisce tale compito a delle società private, in evidente conflitto di interessi, perché è chiaro che, se tu vai a dire quanto vale una banca e poi tratti i titoli di quella banca, forse qualche cosa può andare storto. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti del senatore Mirabelli). Ecco, a queste società viene attribuito il compito di garantire il merito di credito dei nostri istituti.

Questo è il risultato di riforme fatte in fretta; riforme ambiziose, certo, ma che sono state fatte senza il necessario consenso politico e senza le risorse e gli strumenti necessari. Che una moneta unica implicasse una vigilanza unica doveva essere chiaro fin dall'inizio; non si doveva poi correre ai ripari con dei consulenti, che hanno fatto quello che hanno potuto, per carità. Vi rendete perfettamente conto di cosa significa affidare a chi specula sui titoli bancari il compito di valutarne il merito. Questa cosa è talmente assurda, che vi dico un secondo conflitto franco-tedesco: Schäuble, che non è esattamente un nostro amico, ha chiesto conto dell'accaduto alla signora Nouy, per sapere se ci fosse già evidenza di fughe di notizie e di conflitti di interessi. Questa è la BCE, l'istituzione che pochi giorni fa un autorevole economista, Donato Masciandaro, definiva "il faro nelle nebbie", un faro talmente efficiente che non riesce neanche a seguire la rotta che lui stesso indica, perché noi l'inflazione al 2 per cento, che ci avrebbe aiutato ad alleviare il carico del nostro peso, non l'abbiamo vista. Abbiamo la deflazione e ancora si dispera di poter raggiungere quell'obiettivo. Ma non è questo l'unico assurdo delle istituzioni che ora i nostri oppositori chiamano a loro conforto e rinforzo.

MIRABELLI (PD). La manovra!

STEFANO (PD). Parla della manovra!

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). E vengo per un momento ai contenuti della manovra, raccogliendo l'invito. (Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Siamo in discussione generale.

BAGNAI (L-SP-PSd'Az). Nella manovra c'è un interessante comma, che serve a rimediare a uno dei tanti disastri fatti a colpi di decreto e sfuggiti alla vigilanza unica. Ed è quello che si sarebbe verificato, se noi non fossimo intervenuti, con i gruppi bancari cooperativi, voluti dall'attuale minoranza (se lo è, ci sarà un perché e forse uno è anche la riforma della quale vi parlo). Se non fossimo intervenuti, al primo bilancio consolidato queste banche (le due capofila) avrebbero perso 2,6 miliardi di euro di attivi. Questo è il risultato delle riforme fatte in fretta e questo è il risultato della vigilanza che vigila solo quello che interessa a lei di vigilare. D'accordo? Queste sono le nostre asimmetrie. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). E voglio dire che non è facile ovviare a questo e ad altri disastri sparsi nelle pieghe del nostro ordinamento, a questi treni lanciati in corsa, sempre per dimostrare di arrivare prima degli altri, per ovviare a un complesso di inferiorità che i nostri cittadini non sentono più e del quale voi vi siete fatti in qualche modo interpreti, mettendo il Paese in condizioni di seria e oggettiva difficoltà.

A questo aggiungerei un'altra misura contenuta nella manovra: permettere alle piccole banche di adottare principi contabili più confacenti al loro modello di business, come succede in tutta Europa, come succede in particolare in Germania. Piace la Germania? E allora facciamo come in Germania. Come ha fatto la Germania? Ha violato la regola del 3 per cento sette volte (noi otto) e le sue banche hanno i principi contabili nazionali. Beh, da questa manovra in poi, anche le nostre piccole banche potranno avere la stessa facoltà. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Possono sembrare cose irrilevanti, ma non lo sono. Sono il segno che in questo Paese si sta affermando la volontà di governare i processi economici in modo autonomo ed è questo che dà fastidio agli interlocutori europei. La Commissione non ci sta attaccando sul saldo, perché un rapporto deficit-PIL al 2,4 per cento andava benissimo in termini di sostenibilità del debito; quello che dà fastidio è che adesso qui c'è meno subalternità. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). È il deficit di subalternità che dà fastidio alle istituzioni europee. Bisognerà che se ne facciano una ragione, signor Presidente, perché con le prossime elezioni europee cambierà la musica anche lassù e la prossima manovra verrà negoziata con interlocutori più attenti agli interessi dei singoli Paesi. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S, i cui senatori si levano in piedi. Molte congratulazioni. Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Gasparri. Ne ha facoltà.

*GASPARRI (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non tratterò del conflitto franco-tedesco, della pace di Aquisgrana o di non so che altro, perché non sono professore universitario come il collega Bagnai. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Sono un giornalista, anche preoccupato per i danni che questa manovra fa alla mia categoria, ma lasciamo perdere.

Il collega Bagnai dice che c'è stato un deficit di subalternità, ma voi siete la quintessenza della subalternità all'Europa con quello che è successo in questi giorni. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Io ne ho viste tante di manovre, di maxiemendamenti, di fiducie e credo anche il presidente Calderoli come me, quindi mi meraviglio poco, ma stavolta mi sono meravigliato anche io. Ci avete tenuto in ostaggio in Senato, non si è votato nemmeno un emendamento e diciamo al Presidente della Repubblica di vigilare sulla violazione dell'articolo 72 della Costituzione. (Applausi dal Gruppo FI-BP). È molto grave, infatti, che la Commissione bilancio e il Senato non possano discutere la manovra, ma Moscovici e Juncker ve la possono dettare fino nei dettagli. Altro che deficit di subalternità: questa è la festa della subalternità alla Commissione europea, una tragica festa. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Nel merito avete fatto dettare la manovra all'Europa, il Governo Conte scrive e il Parlamento è stato imbavagliato in maniera indecorosa, incostituzionale e gravissima. Non si è votato un emendamento in Commissione bilancio. L'incolpevole Presidente della Commissione bilancio, privo di esperienza, ha chiesto: che devo fare, Presidente? Una persona che ha una responsabilità applichi le regole e la Costituzione; non venga qui a chiedere cosa deve fare. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Avete detto bugie, avete mentito al Paese: il rapporto deficit PIL al 2,4 per cento è passato al 2 per cento; magari la crescita fosse all'uno per cento. Noi ci chiamiamo Forza Italia, tifiamo Italia e siamo contro chi ha regalato l'Italia all'Europa di Juncker. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Sia chiaro, perché il presidente del Parlamento europeo Tajani, quando Juncker ha straparlato nell'Aula di Strasburgo, lo ha messo a posto, non ha fatto lo scribacchino come Conte e come altri. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Pertanto, se volete lezioni di orgoglio italiano, ve le possiamo offrire gratis.

Avete truffato sulle cifre relative al deficit e sul reddito di cittadinanza. Delle due l'una: la cifra è tagliata a 6 miliardi, perché un miliardo va ai centri per l'impiego. Se i poveri che ne hanno diritto, ai quali noi guardiamo con grande rispetto, sono 6 milioni, la divisione dei 6 miliardi per queste persone dà 83 euro al mese: ritornano gli 80 euro che altri hanno usato con effetti non molto fausti. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Se invece vogliamo dare 780 euro al mese, la platea è di 600.000 persone, non di 6 milioni. Avete detto bugie sulle tessere stampate, sul numero dei poveri! Vergognatevi, voi dite che uno vale uno, ma 600.000 non vale 6 milioni! (Applausi dal Gruppo FI-BP). Avete mentito al Paese, che non avrà il reddito di cittadinanza. E vedo il trionfalismo, domani fate la festa. Dovreste andare a nascondervi invece di fare la festa per le strade! (Applausi dal Gruppo FI-BP). Forse Grillo si è complimentato con voi per l'arte comica, che soprattutto i 5 Stelle hanno avuto.

Avete fatto danni ai disabili e voglio dire che in Parlamento non c'è la caccia al parlamentare, c'è la vergogna per voi che avete costretto dei parlamentari ad abbandonarvi perché avete bocciato le proposte per i disabili. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Questa è la verità, caro Di Maio: la sanità è stata massacrata.

C'è stato l'intervento, sulle pensioni d'oro. Con grande propaganda si è detto di colpire le pensioni d'oro. Tuttavia, quella falsa propaganda, che riguarda poche persone che è giusto che paghino, vuole nascondere il blocco delle indicizzazioni delle pensioni dei poveracci. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Questo avete fatto: il blocco delle pensioni da 1.000 euro netti. Il Paese sappia che questo Governo blocca le pensioni dei poveri e fa poi la propaganda su altre.

La flat tax è scomparsa. Noi, con il programma del centrodestra, con coerenza sosteniamo flat tax per tutti e non la piccola truffa che avete fatto per pochissimi. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Sotto dettatura di Juncker, Moscovici e altri avete tagliato gli investimenti. Ci sono altri 2 miliardi che potranno essere tagliati se i conti non torneranno (e non torneranno). Avete sottratto 2 miliardi alla cosiddetta operazione quota 100 e 2 miliardi al reddito di cittadinanza. Avete tolto gli investimenti a favore delle ferrovie e dei lavori pubblici, il che vuol dire disoccupazione. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Questa è la verità. E il vostro precedente decreto dignità fa scomparire, ogni ora del giorno o della notte, 26 posti di lavoro. È il decreto povertà, altro che il balcone! (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Questa manovra ha colpito perfino gli oratori. La manovra sull'Ires colpisce associazioni, imprese e oratori. Ieri anche la Conferenza episcopale italiana vi ha dovuto bacchettare, perché avete mortificato anche chi non fa speculazione commerciale, ma gestisce delle attività per raccogliere persone che si radunano.

Avete ridotto le agevolazioni per le imprese, cancellato una serie di benefici fiscali e fuori manovra avete distrutto il risparmio. Già oggi avete impoverito le famiglie italiane, perché i risparmi degli italiani valgono meno. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Voi del Governo non siete riusciti a vendere i BTP. All'ultima asta, su 9 miliardi, ne sono stati venduti per un ammontare pari a 2. I mercati sono antipatici e odiosi, ma quando c'è un Governo barzelletta nessuno ne compra i titoli pubblici. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Avete massacrato la sicurezza e le Forze armate, perché volete ridurre i militari a tappa buche per la Raggi. Non consentiremo questa vergogna! (Applausi dal Gruppo FI-BP). Chiediamo scusa, a nome vostro, ai militari italiani che lavorano per la nostra sicurezza in patria e all'estero, i quali non devono andare a bitumare le strade che devono essere gestite dai Comuni. Se la Raggi non è capace, si dimetta e non invochi le Forze armate! (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Avete tassato i SUV. La senatrice Gallone e altri colleghi mi hanno fatto osservare che avete tassato anche il Doblò, che è usato dai panettieri e dagli artigiani per svolgere la loro attività ed è spesso usato anche dai disabili per le sue caratteristiche. Vedremo se infliggerete anche questa punizione. Il Doblò del panettiere o del disabile è una macchina di lusso? (Applausi dal Gruppo FI-BP). Avete massacrato anche quella. Avete fatto di tutto.

C'è poi l'editoria. Siamo solidali con quei giornalisti che, per colpa vostra, perderanno il posto di lavoro. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Censori della libertà! Censori della verità! Nemici del pluralismo, dell'informazione e della conoscenza!

L'elenco dei massacrati è enorme. Alcuni se ne sono accorti, altri se ne accorgeranno. Nella conferenza stampa che la presidente Bernini ha tenuto poco fa è stato detto che state tartassando tutti. Il collega Giro mi suggerisce un cadeau a Conte: il film «I tartassati», con Totò e Fabrizi. Caro collega Giro, accolgo il suggerimento de «I tartassati», ma quello è un film che fa ridere, mentre questo è un Governo che fa piangere l'Italia e l'ha messa in ginocchio davanti a Juncker. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Siamo stati qui ad attendere le missive. Per una settimana i colleghi della Commissione bilancio non sapevano di cosa discutere. Volevamo risposte sul trasporto pubblico e privato e sui balneari. Vi chiediamo di essere concreti. Forza Italia chiede che per alcune categorie - balneari e ambulanti - ci siano risposte immediate. Alzate la testa contro l'Europa, come noi vi chiediamo e come quest'Assemblea ha deliberato, su proposta di Forza Italia, il 27 giugno scorso, chiedendo la tutela di quelle categorie!

Cari colleghi, non ci siamo: l'avvocato del popolo si è rivelato uno stenografo di Juncker, ma noi siamo Forza Italia e vi voteremo contro in nome del popolo italiano. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bottici. Ne ha facoltà.

BOTTICI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, è surreale ascoltare le opposizioni parlare del mancato dibattito sulla legge di bilancio. Mi ricordo nella scorsa legislatura leggi di bilancio arrivate di corsa, all'ultimo minuto (Commenti dal Gruppo PD), senza relatore, e maxiemendamenti a cui mancava un pezzo. Per il Governo e per la maggioranza, però, andava tutto bene e bisognava votare così com'era. (Commenti della senatrice Lonardo). E ora c'è chi si...

GIRO (FI-BP). Perché, è la stessa cosa?

PRESIDENTE. Ha parlato il senatore Gasparri così come tutti gli altri, colleghi: consentiamo alla senatrice Bottici di svolgere il suo intervento.

BOTTICI (M5S). Grazie, signor Presidente.

E ora sento parlare di dignità del Parlamento: non siete credibili e, così facendo, lo sarete ancor meno.

Vorrei fare un po' di storia, perché in due giorni ho sentito parlare tanto di queste clausole di salvaguardia sull'IVA, come se le avessimo messe noi. (Commenti dal Gruppo PD).

MARCUCCI (PD). Le avete raddoppiate!

PRESIDENTE. Senatore Marcucci, vedo che mi aiuta a tenere ordine nel Gruppo.

BOTTICI (M5S). Non credevo che ci sarebbe stato un dibattito su questo.

Sembra quasi che le abbiamo introdotte noi, ma vorrei fare un po' di storia. La prima clausola nasce con il decreto-legge n. 98 del 2011, sotto il Governo Berlusconi, precisamente il 6 luglio 2011.

VOCE DAL GRUPPO PD. Era un Governo Berlusconi-Lega!

BOTTICI (M5S). Poi, nel 2013, il Governo Letta aumenta l'IVA dal 21 al 22 e sposta le altre clausole. Funziona così: anno per anno si vanno a sterilizzare le clausole di salvaguardia, che è quanto stiamo facendo noi; ma noi non lo possiamo fare, perché...

GIRO (FI-BP). È il Governo del cambiamento? Cambiate!

PRESIDENTE. Senatore Giro, non spetta a lei fare il correttore delle bozze: se la senatrice commette errori, sicuramente in buona fede, finisce lì.

GIRO (FI-BP). Parlino della loro manovra!

VOCE DAL GRUPPO M5S. Ma lo decidi tu chi deve parlare?

AIROLA (M5S). Abbiamo interrotto, noi? E allora? (Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatore Airola, è il momento di andare a fare un giretto alla buvette: vada fuori, per cortesia, anche perché sta disturbando una collega del suo Gruppo.

BOTTICI (M5S). La sterilizzazione dell'IVA avviene anno per anno e l'abbiamo fatta anche noi.

Vorrei anche rammentare la manovra lacrime e sangue del senatore a vita Monti, eletto - anzi, nominato - di corsa dal presidente emerito Napolitano (Applausi dal Gruppo M5S), perché doveva in qualche modo portare l'Italia e gli italiani a un altro bilancio, su un'altra strada. Peccato che questa strada, nonostante il passaggio dal Governo Monti ai Governi Letta, Renzi e Gentiloni Silveri, si avvicinasse a un burrone.

È questo il Paese che abbiamo trovato ed è per questo che i cittadini il 4 marzo hanno scelto altri rappresentanti: il Governo che c'era stato fino ad allora aveva portato i cittadini a piangere continuamente e a versare il sangue.

Noi siamo il Governo del cambiamento.

VOCE DAL GRUPPO PD. Eravate!

BOTTICI (M5S). È vero. Anziché manovre di austerità, che andavano contro i cittadini ma a favore delle lobby, abbiamo deciso di fare un'altra manovra e stiamo cercando di salvare il Paese, un Paese che ha più di 5 milioni di poveri, che ha una popolazione anziana che, com'è stato ricordato, non si può curare o non accende il riscaldamento. È questo il popolo che ci avete consegnato, per non parlare dei giovani costretti a scappare. Abbiamo inserito in questa manovra degli incentivi per le start-up, perché crediamo che quello sia il modo giusto per far crescere il Paese.

BELLANOVA (PD). Avete tagliato!

PRESIDENTE. Senatrice, la prego.

FARAONE (PD). Leggila, la manovra!

BOTTICI (M5S). Abbiamo inserito nella manovra il reddito di cittadinanza. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo PD).

In quest'Aula ho sentito dire che abbiamo copiato il reddito di inclusione (Rei): anche su questo vorrei fare una precisazione.

Considerato che, nella scorsa legislatura, tutti i cittadini ormai parlavano di reddito di cittadinanza e tutti i cittadini avevano bisogno e continuano ad aver bisogno del reddito di cittadinanza, il vecchio Governo targato PD introdusse il Rei, ossia la brutta copia del reddito di cittadinanza, diciamolo. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo PD).

Avete una narrazione tutta vostra, riuscendo a vedere le cose e a raccontarvele come volete. (Commenti dal Gruppo PD).

È un continuo, Presidente.

PRESIDENTE. Senatrice, c'è ora un momento di raro silenzio, lo sfrutti.

BOTTICI (M5S). Si avvicinano per capire, perché altrimenti non ci arrivano. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo PD).

Con l'avallo dei giornali, avete raccontato un Paese e una storia tutta vostra, partendo già dalla riforma della Costituzione. Ricordo i titoli dei giornali in cui si prevedevano catastrofi, se avesse vinto il no: ha vinto il no e non c'è stata alcuna catastrofe.

Avete continuato dicendo, prima delle elezioni, che, se avessero vinto le forze populiste, sarebbe stata una tragedia: non è successo nulla. Prima dell'insediamento del Governo idem: avete detto che avrebbero governato gli antieuro e lì titoli sui giornali, con la stampa che intanto fomentava il clima di terrore e di sfiducia verso il Paese. È per questo che siamo dovuti andare in Commissione europea a riconquistare la fiducia. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti della senatrice Bellanova).

Tutto quello che avete fatto voi fino ad oggi è stato distruggere il Paese, non solo moralmente, ma anche nella fiducia che gli altri Paesi avevano nell'Italia.

Noi nella legge di bilancio, come ho detto, abbiamo inserito il reddito di cittadinanza, la quota 100, l'opzione donna, l'aumento delle pensioni minime.

VOCI DAL GRUPPO PD. Fatto!

BOTTICI (M5S). Il taglio delle pensioni d'oro, il taglio ai fondi all'editoria, quella che avallava i racconti o che faceva le truffe sulle copie vendute.

VOCI DAL GRUPPO PD. Fatto!

BOTTICI (M5S). Più 10 miliardi sul dissesto idrogeologico e poi ci vengono a parlare... (Commenti dal Gruppo PD).

VOCI DAL GRUPPO PD. Fatto!

BOTTICI (M5S). Mi scusi, signor Presidente, ma è veramente fastidioso.

PRESIDENTE. Bisogna individuarli prima. Io già qualche sospetto però ce l'ho: nonostante si spostino, io seguo le voci.

BOTTICI (M5S). Perché sono delle macchiette, si spostano per quello. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. La prego di concludere, senatrice Bottici.

D'ARIENZO (PD). Sei tu la macchietta!

VERDUCCI (PD). Ma come si permette? Non si può permettere!

PRESIDENTE. Senatore Verducci, per cortesia.

Concluda, senatrice. (Commenti dal Gruppo PD).

C'è una tale tranquillità che non riesco neppure a sentire cosa viene detto.

BOTTICI (M5S). Abbiamo messo... (Commenti dal Gruppo PD).

VERDUCCI (PD). Non può insultare. Come si permette? Non siamo delle macchiette.

PRESIDENTE. Come l'altra volta, verificherò cosa è stato detto.

BOTTICI (M5S). Abbiamo stanziato più di 10 miliardi per il dissesto idrogeologico. (Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatore Verducci, se non sento non posso neanche intervenire.

BOTTICI (M5S). In questa Aula sentivo parlare di strategia, noi l'abbiamo fatta una strategia. Avete portato il Paese sempre in emergenza e i crolli dei ponti non sono colpa nostra, ma ci stiamo pensando noi.

Si parla di Roma e delle sue buche. Destra e sinistra hanno lasciato Roma con 13 miliardi di buco. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo PD). State tranquilli perché per imparare a fare l'opposizione avrete ancora almeno cinque anni e, quindi, imparerete con calma come funziona. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

MARCUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, l'ho segnalato... (Commenti del senatore Airola).

VALENTE (PD). Come ti permetti!

PRESIDENTE. Mi dica, si rivolga a me, senatore Marcucci.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, l'ho segnalato più volte alla Presidenza. È inaccettabile che la Presidenza non intervenga di fronte a offese ingiustificate. (Applausi dal Gruppo PD). Se c'è una macchia, sono i senatori come la senatrice che ha appena parlato che stanno rovinando il nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD). Lei non può permettere che loro ci offendano.

Cara senatrice Bottici, lei che è stata la principale attrice della confusione e della violenza in questa Aula, non ci venga a dare lezioni. Le macchiette non siamo noi, siete voi una macchia per il Paese intero. Si vergogni di offendere i colleghi. Lei non lo deve permettere, Presidente.

PRESIDENTE. Senatore Marcucci, non ho sentito e l'ho specificato e, come l'altra volta, esaminerò il Resoconto stenografico. Ho sentito chiaramente quello che lei ha riferito. Ci sono delle frasi che verranno sicuramente sanzionate; altrimenti ci troveremmo di fronte a un caso di calunnia. Verificheremo chi dei due ha realizzato questi comportamenti. (Commenti dei senatori Bellanova e Marcucci).

VERDUCCI (PD). Un senatore Questore che provoca in Aula!

BELLANOVA (PD). Viaggia in prima classe!

PRESIDENTE. Non l'ho sentito; vi garantisco. (Commenti dal Gruppo PD).

Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, senatrici e senatori, vorrei ringraziare sinceramente i senatori e le senatrici della Commissione bilancio che con pazienza hanno seguito i lavori in questa fase convulsa. (Applausi dai Gruppi M5S, L-SP-PSd'Az e FI-BP).

Avrete modo di notare che numerosissime istanze dei Gruppi verranno accolte proprio perché il dibattito è stato approfondito, complicato - lo sappiamo - però sicuramente non inutile, anzi è stato molto utile.

Ovviamente non tralasciamo alcune considerazioni di carattere politico, che svolgeremo in altre fasi. Dobbiamo infatti dare una serie di risposte alle domande emerse nella discussione generale e alle tante istanze poste. Non ci concentreremo sulle questioni più rilevanti come il reddito di cittadinanza e la quota 100, di cui si è dibattuto ampiamente, così come non entreremo nel merito degli ultimi emendamenti perché, come spesso accade quando si valuta una manovra, si guarda l'ultimo miglio e ci si dimentica di quello che sta dietro. Ci concentreremo, dunque, nel dare risposta ai tanti interventi di ieri sera e di oggi, su due argomenti in particolare, cioè il tema relativo agli investimenti e il tema sociale.

Ora, la considerazione di fondo che muove questa manovra è la seguente: come mai, nonostante una congiuntura astrale particolarmente favorevole - il petrolio ai minimi, i tassi di interesse ai minimi, il QE, l'espansione monetaria di Draghi - negli ultimi anni il Paese è rimasto ventisettesimo su 27 nella classifica relativa alla crescita? Si è posta quindi la necessità di invertire la rotta, altrimenti, se si continuava così, si rimaneva ventisettesimi su 27. Questa è la considerazione di fondo. (Commenti del senatore Mirabelli).

I due temi che abbiamo accennato, investimenti e sociale, vanno considerati insieme perché il Paese va avanti e crea PIL se c'è coesione sociale e se ci sono investimenti nella crescita. Per quanto riguarda gli investimenti, abbiamo un tema relativo all'ammontare degli investimenti ed uno relativo alla spendibilità degli stessi. Ora vengono aggiunti, da qui al 2034, circa 100 miliardi, ma ne erano già stati stanziati 150. La domanda che ci siamo posti è: come mai di questa quota l'anno scorso, quando erano disponibili circa 4,5 miliardi, non è stato speso neanche un euro? A tale proposito, abbiamo una serie di motivazioni sulle quali cerchiamo di intervenire in maniera puntuale: regole contabili, burocrazia, la scelta di fare sempre cose nuove e dimenticarsi della manutenzione straordinaria e il contenzioso con gli enti locali.

Per quanto riguarda le regole contabili, per gli enti territoriali e per i comuni era impossibile spendere liberamente l'avanzo di amministrazione. Con una circolare della ragioneria abbiamo tolto questo vincolo per cui dall'anno prossimo, anzi già da quest'anno, tutti i comuni d'Italia possono spendere liberamente l'avanzo di amministrazione. Solo questo comporta circa un miliardo di investimenti aggiuntivi in più. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Per quanto riguarda la burocrazia, il codice degli appalti, fatto con le migliori intenzioni del mondo, ha però bloccato la spesa di investimento in maniera importante, totalmente in tante realtà e soprattutto negli enti di più piccole dimensioni. Anche in questo caso, nelle more di una revisione totale del codice degli appalti, banalmente alzando le soglie contenute nel codice (cosa che si fa con questo disegno di legge di bilancio), liberiamo la capacità di spesa di tantissimi piccoli, medi e grandi Comuni d'Italia. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

In correlazione con questo viene appostato un fondo dedicato, sul modello spagnolo, proprio per favorire quei piccoli investimenti diffusi in tutto il Paese che consentono una ripartenza più veloce del PIL, investimenti che hanno un doppio beneficio: innanzitutto la veloce spendibilità perché sono di piccolo importo e poi, soprattutto, le asfaltature non si importano per cui, grazie a questi piccoli investimenti, avremo il Paese riempito di gilet arancioni, che sono un po' meglio di quelli gialli, e sono i gilet delle nostre aziende che ritorneranno a fare un po' di lavoro. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Soprattutto perché è il settore costruzioni quello che ha maggiormente subìto gli effetti della crisi. (Proteste dal Gruppo PD).

Noi siamo in difficoltà, scusate... posso?

MARGIOTTA (PD). La TAV!

FARAONE (PD). Olimpiadi, con tutto quello che avete bloccato!

PRESIDENTE. Volete ascoltare o no?

LAUS (PD). No!

MARCUCCI (PD). Ma parla di un emendamento che non esiste! (Proteste dal Gruppo M5S).

PRESIDENTE. Senatore Laus, se lei non vuole ascoltare può anche uscire se vuole.

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Io continuo, Presidente.

MARCUCCI (PD). Non è possibile. Parla di una cosa che non esiste!

PRESIDENTE. Senatore Marcucci, si sieda! (Il senatore Laus espone un cartello recante la scritta: «29 milioni scippati al Piemonte. #postolimpico).

Senatore Laus, innanzitutto tolga quel cartello!

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Lasci stare, Presidente, non ha importanza.

PRESIDENTE. In secondo luogo, la censuro.

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Dicevamo, quindi, della burocrazia. Banalmente, rivedendo le soglie del codice degli appalti, abbinato a questa misura di sostegno diffusa su tutto il territorio e per tutti i Comuni di media e piccola dimensione, siamo convinti si riesca a far ripartire un po' il PIL, soprattutto nel settore costruzioni.

Sulla manutenzione, anche in questo caso la scelta di chiamare attorno a un tavolo le maggiori aziende pubbliche consente di far ripartire molto più velocemente la spesa. Faccio un esempio. La sola ANAS ha a bilancio circa un miliardo di euro per la manutenzione straordinaria. Banalmente, raddoppiare da un miliardo a due miliardi, nello stesso budget esistente nell'ambito della società, la manutenzione straordinaria consente di far ripartire moltissimi cantieri, anche qui in tutto il Paese, in tempi molto rapidi.

Vi è poi il tema del contenzioso con gli enti territoriali. Di quei 150 miliardi già esistenti, cui si aggiungono i circa cento appostati con il disegno di legge di bilancio, di investimenti legati all'attività sul territorio, circa ottanta erano bloccati per un contenzioso con le Regioni. Semplicemente chiamando le Regioni attorno a un tavolo noi abbiamo chiuso un accordo in Conferenza Stato-Regioni e sbloccato oltre ottanta miliardi, che erano appunto bloccati per un contenzioso. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

È questione di mettersi attorno a un tavolo e discutere con gli enti territoriali, cosa che negli ultimi anni era diventata un po' difficoltosa. Si era preferito il muro contro muro e un certo rapporto di centralizzazione, e non di dialogo, con gli enti territoriali. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti dal Gruppo PD).

Passiamo al sociale. Non parliamo di reddito di cittadinanza e di altre questioni, che sappiamo rappresentare una buona parte del sociale. Ci si dimentica, nel guardare la manovra, che sono stati appostati oltre 500 milioni di euro in più sul sociale, oltre mezzo miliardo in più. 123 milioni aggiuntivi sul fondo della non autosufficienza. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti del senatore Collina).

Cento milioni in più sul fondo famiglie e disabili, che non esisteva. Sono cento milioni per il fondo disabilità e famiglia, che non esisteva, messi a decorrere, cioè non per un anno ma per sempre. 120 milioni aggiuntivi sul fondo delle politiche sociali: aggiuntivi. Cento milioni per il fondo trasporto e assistenza disabili. Trasporto e assistenza: considerando quindi anche le ore di assistenza scolastica. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Su tali punti nel bilancio pluriennale erano previste zero ore. Ci si era dimenticati di appostare le risorse per portare i disabili a scuola e per garantire le ore di assistenza dei disabili a scuola. Abbiamo portato tali risorse, dai 75 milioni che, a fatica, ogni tanto venivano messi, a cento milioni a decorrere. Si tratta di interventi molto importanti nel sociale, di cui si sente parlare poco.

Il mezzo miliardo aggiuntivo, però, va anche considerato in relazione al reddito di cittadinanza. Mi spiego. Siccome la platea si sovrappone parecchio, per ovvi motivi, ciò significa che, poiché questa spesa è poi tutta distribuita, sostanzialmente, ai Comuni, con i cosiddetti piani di zona, la maggior parte di essa va a finire lì. Questa spesa si troverà, quindi, libera per nuovi interventi, poiché la maggior parte della platea insiste ancora sul reddito di cittadinanza, favorendo così una diffusione maggiore di questo welfare di comunità, necessario soprattutto in ambito dell'integrazione socio-sanitaria, che sappiamo essere uno dei temi più importanti del futuro della nostra Nazione.

Parliamo, quindi, appunto di sanità. Nonostante tutte le difficoltà del caso, il fondo sanitario aumenta di 4,5 miliardi nel triennio ma soprattutto, e anche questa misura è stata poco sottolineata, sono stati stanziati quattro miliardi di euro aggiuntivi di investimenti in edilizia sanitaria, cosa di cui c'è una enorme necessità nel nostro Paese. Quindi, questi sono anche investimenti particolarmente mirati su un settore che ha bisogno di un'assistenza particolare. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Concludo sul tema degli enti territoriali.

PATRIARCA (PD). Ti sei dimenticato Ires e debiti commerciali!

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ha ragione. Mi sono dimenticato delle aziende.

MARCUCCI (PD). Anche della TAV!

GARAVAGLIA, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Parliamo un po' di aziende, prima di arrivare all'ultimo punto, che sono gli enti territoriali. (Vivaci commenti dal Gruppo PD).

Nel caos, mi ero dimenticato di parlare del tema aziende. Scusate, senatori e senatrici. Sviluppo e detassazione delle aziende: sappiamo che le due cose vanno di pari passo. Per avere sviluppo abbiamo bisogno di investimenti e anche di meno tasse; questo è ovvio e, soprattutto, è opportuno e normale in un momento in cui il mondo sta andando da quella parte. Se si va verso una detassazione in tanti Paesi, anche noi dobbiamo muoverci in quella direzione. Non è semplice in questo contesto, ciononostante sono stati fatti degli interventi importanti.

Il primo, il più noto, è quello che riguarda le partite IVA più piccole. È un tema assolutamente rilevante, perché aver esteso il regime dei minimi a 65.000 euro (c'è poi la parte da 65.000 a 100.000 euro al 20 per cento) ha una doppia, anzi una tripla valenza. Innanzitutto, si tratta di un'enorme detassazione: avete visto tutti, dalle tabelle, quanto meno si paga; in secondo luogo, è un'enorme semplificazione, perché i "poveri", fortunati imprenditori e artigiani che potranno aderire a questo regime molto semplificato potranno tornare a pagare le tasse con la legge Vanoni, come facevano i nostri vecchi, una volta al mese, da soli, senza avere la necessità di spendere migliaia di euro in consulenze. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az). È, quindi, una enorme semplificazione e una ulteriore riduzione dei costi.

Ma la terza valenza di questa misura, che spesso viene sottovalutata, è la potenzialità di emersione del sommerso che oggettivamente ha. Diciamoci le cose come stanno. Noi abbiamo aree del Paese in cui vi è un tasso di disoccupazione giovanile con percentuali abnormi; ove non ci fosse l'attività cosiddetta informale avremmo la rivoluzione: non c'è la rivoluzione perché c'è attività informale, sostanzialmente il lavoro nero. Il regime dei minimi è anche uno strumento molto efficace per far emergere finalmente, in tante realtà, lavoro che c'è e che semplicemente non viene denunciato. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

Questo è un punto fondamentale, che dobbiamo sottolineare, di questa misura.

Oltre a questo, sono stati fatti altri interventi, ma non mi voglio dilungare troppo. L'ultimo è la riduzione dei premi INAIL, che era attesa da anni; si riducono i premi INAIL del 30 per cento ed è gran cosa, che insiste soprattutto a favore di quelle aziende del settore delle costruzioni, che sono quelle che stanno patendo maggiormente la crisi degli ultimi anni. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Per non parlare del raddoppio della detassazione dell'IMU sui capannoni: anche questa è una misura molto sentita, soprattutto dagli imprenditori medio-piccoli.

Chiudo sugli enti territoriali. Si è aperta una fase di dialogo con gli enti territoriali (Comuni, Province, Regioni), che secondo noi è opportuna. Per i Comuni, oltre alle questioni classiche, abbiamo introdotto un fondo sul modello spagnolo, per dare una forte spinta agli investimenti e, a fianco di questo, la semplificazione del codice degli appalti: è tanta roba, aggiunta allo sblocco totale della spesa dell'avanzo di amministrazione. Per le Province vi è il riconoscimento della dignità di un ente che si voleva cancellato, che il popolo sovrano ha deciso rimanesse e che purtroppo era totalmente definanziato, tant'è che le strutture peggio messe nel nostro Paese sono le due strutture in capo alle Province: gli istituti scolastici superiori e le strade provinciali. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Restituire dignità all'ente Provincia significa risolvere, finalmente, il problema della manutenzione di questi due asset, che sono strategici per il Paese. Quei 250 milioni di euro a decorrere sono un segnale molto importante in questa direzione, a cui si aggiungono altri fondi di investimento, che vedremo poi nel dettaglio.

Infine, per le Regioni abbiamo raggiunto un'intesa importante su diversi temi. Abbiamo parlato prima del tema sanitario; allegato a questo c'è il tema dei contratti. Ci si dimentica - ma penso sia importante rilevarlo in questa sede - che l'accordo che abbiamo concluso con le Regioni ha evitato il taglio di 1,4 miliardi di euro sui fondi delle politiche sociali. Non autosufficienza, fondo delle politiche sociali, libri di testo, fondo per i disabili: questi fondi sarebbero stati cancellati se non si fosse trovata una soluzione. Ebbene, non solo abbiamo trovato una soluzione, eliminando 1,4 miliardi di euro di tagli, ma abbiamo aumentato di mezzo miliardo di euro i fondi per il sociale: in questo contesto ci pare un buon lavoro. (Prolungati applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az, i cui senatori si levano in piedi. Congratulazioni. Il senatore Faraone solleva un cartello. Proteste della senatrice Moronese).

PRESIDENTE. Senatore Faraone, ricordo la sua capacità pittoresca, ma oggi è posizionato male rispetto alle telecamere, che non la "beccano". Quindi, la invito a rinunciare.

Passiamo ora all'esame degli articoli del disegno di legge.

Ai sensi dell'articolo 129, commi 2 e 3 del Regolamento, l'esame degli articoli della seconda sezione ha la precedenza sull'esame della prima sezione. Dopo la votazione degli articoli della seconda sezione, si procederà alla discussione dell'articolo 1 del disegno di legge e dei relativi emendamenti. Sarà quindi posta in votazione la Nota di variazioni e si procederà infine al voto del disegno di legge di bilancio nel suo complesso.

Con l'approvazione dei singoli articoli si intendono approvate anche le tabelle, i quadri generali, gli allegati e gli elenchi richiamati dagli articoli stessi e riportati negli stampati del disegno di legge e nella Nota di variazioni.

Passiamo dunque all'esame della seconda sezione del disegno di legge (articoli da 2 a 19).

In relazione agli emendamenti riferiti alla sezione seconda del disegno di legge di bilancio, la Presidenza dichiara inammissibili, analogamente a quanto già stabilito durante l'esame in 5a Commissione, gli emendamenti 9.0.1, 10.1 e 12.1.

Procediamo all'esame dell'articolo 2, sul quale è stato presentato un emendamento che si intende illustrato e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.Tab.1.5000.5, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 3, sul quale sono stati presentati emendamenti

che si intendono illustrati e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

RIVOLTA (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIVOLTA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento 3.Tab.2.3.5.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.1.5, presentato dal senatore Pichetto Fratin.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.2.5, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 3.Tab.2.3.5 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.4.5, presentato dal senatore Renzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.5.5, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.6.5, presentato dalla senatrice Garavini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.Tab.2.7.5, presentato dal senatore Dal Mas.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 7, sul quale è stato presentato un emendamento che si intende illustrato e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento 7.1

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.1, presentato dalla senatrice Garavini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'articolo 9, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 9.

RIVOLTA (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIVOLTA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ritiriamo gli emendamenti 9.Tab.8.1.5 e 9.Tab.8.2.5.

MALAN (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI-BP). Signor Presidente, aggiungo la mia firma agli emendamenti 9.Tab.8.1.5 e 9.Tab.8.2.5 e li faccio miei.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.Tab.8.1.5, presentato dal senatore Romeo e da altri senatori, successivamente ritirato e fatto proprio dal senatore Malan.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.Tab.8.2.5, presentato dal senatore Romeo e da altri senatori, successivamente ritirato e fatto proprio dal senatore Malan.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 9.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 9.0.1 e 10.1 sono inammissibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 10.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 11.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 12.1 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 12.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 13, sul quale è stato presentato un emendamento che si intende illustrato e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 13.1.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.1, presentato dalla senatrice Garavini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 14.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 15.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 16.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 17.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 18, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 18.1, 18.2, 18.3 e 18.5000/1.

Esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti 18.4, 18.5000 e 18.5001.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.1, presentato dal senatore Pittella e da altri senatori, identico all'emendamento 18.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.3, presentato dal senatore Manca e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.4, presentato dal senatore Romeo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.5000/1, presentato dal senatore Laus.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.5000, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.5001, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 18, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 19.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Abbiamo così concluso l'esame della seconda sezione del disegno di legge.

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Come annunciato e ampiamente discusso in Conferenza dei Capigruppo, chiediamo una sospensione della seduta fino alle ore 16.

MALAN (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI-BP). Signor Presidente, il Governo vuole scrivere da solo questa legge di bilancio; e allora la scriva e ci presenti l'emendamento sui cui porre la fiducia. Visto che non è stato disturbato da voti della Commissione e visto che i voti che abbiamo espresso adesso davvero non dovrebbero disturbare la serenità di coloro che stanno scrivendo (parte sotto dettatura di Bruxelles e parte con altri criteri) la nuova legge di bilancio, sarebbe logico che il Governo si presentasse qui con il maxiemendamento oppure che si andasse avanti a votare gli emendamenti, come dovrebbe essere e come si è sempre fatto nel passato. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Senatore Malan, la sospensione è stata preannunciata nella Conferenza dei Capigruppo di ieri.

ERRANI (Misto-LeU). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, vorrei porre una sola domanda. L'organizzazione che è stata definita in Conferenza dei Capigruppo prevede un'interruzione fino alle ore 16. La mia domanda è: visto che sono stato scottato con l'acqua fredda sugli impegni e gli annunci da parte del Governo per quanto riguarda gli emendamenti in Commissione, alle 16 arriverà il maxiemendamento, sì o no? (Applausi dal Gruppo FI-BP). Non vorrei che ci trovassimo di nuovo in un percorso. Quindi chiederei di avere una conferma.

MARCUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, intervengo anch'io sull'ordine dei lavori. Devo dire che avevo una sensazione strana, perché nelle ultime ore stavo andando sempre d'accordo con il collega Errani. Questa volta non vado d'accordo con lui, perché in Conferenza dei Capigruppo è stato assunto un impegno molto preciso. Il Governo in quella sede ha assunto un impegno, in base al quale è stato predisposto un calendario, che comprende la diretta televisiva di questa sera. Quindi credo che non ci possano essere dubbi sul fatto che alle 16 sarà presentato il maxiemendamento, anche perché il rappresentante del Governo poc'anzi ha rappresentato all'Assemblea una situazione che era evidente non fosse ancora stata presentata e che presumo sia quella contenuta all'interno del maxiemendamento. Pertanto do per scontato l'arrivo del maxiemendamento. Anzi, offro anche la disponibilità alla Presidenza da parte del Gruppo Partito Democratico, essendo sicuramente già pronto il maxiemendamento, ad anticipare la ripresa dei lavori, convocando una Conferenza dei Capigruppo per cominciare a discutere e a votare finalmente in Aula. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Per ora restiamo d'accordo sulla ripresa dei lavori alle ore 16. Se dovesse esserci un congruo anticipo, prenderemo contatti diretti per una Conferenza dei Capigruppo che ci faccia cambiare l'orario delle ore 16.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 12,54, è ripresa alle ore 16,04).

Presidenza del vice presidente LA RUSSA

Onorevoli colleghi, è in corso la riunione della Conferenza dei Capigruppo. La seduta viene pertanto nuovamente sospesa e riprenderà al termine della Conferenza stessa. (Commenti delle senatrici Bellanova e Fedeli).

(La seduta, sospesa alle ore 16,05, è ripresa alle ore 18,28).

Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha rimodulato i tempi della discussione della questione di fiducia preannunciata dal Governo sull'emendamento interamente sostitutivo della prima sezione della legge di bilancio.

La presentazione al Senato del maxiemendamento è prevista nella seduta di domani, che avrà inizio alle ore 14. (Vive proteste dai Gruppi PD e FI-BP).

La discussione sulla fiducia, per la quale sono state ripartite circa quattro ore in base a specifiche richieste dei Gruppi, avrà luogo a partire dalle ore 16, dopo la pronuncia da parte del Presidente sull'ammissibilità dell'emendamento sulla base del parere della 5a Commissione permanente. Seguiranno le dichiarazioni di voto, con ripresa diretta televisiva, a partire dalle ore 20,30 e, quindi, la chiama.

VOCI DAL GRUPPO PD. Vergogna! Vergogna!

PRESIDENTE. Dopo il voto di fiducia, la seduta sarà sospesa per consentire al Governo di presentare la seconda Nota di variazioni, che sarà deferita alla 5a Commissione permanente. (La senatrice Bellanova espone un cartello).

Senatrice Bellanova, tolga quel cartello! Lei disturba continuamente l'Assemblea e l'ho già diffidata più volte! (Vive proteste dai Gruppi FI-BP e PD).

VOCE DAL GRUPPO PD. È un insulto!

PRESIDENTE. Non capisco perché si protesti senza aver prima ascoltato il calendario.

Si procederà quindi al voto della Nota di variazioni e al voto finale del disegno di legge di bilancio.

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato altresì, all'unanimità, il calendario dei lavori dal 9 al 17 gennaio. (Commenti dal Gruppo PD).

L'Assemblea riprenderà i propri lavori mercoledì 9 gennaio, alle ore 9,30 (Commenti dal Gruppo PD), con la discussione della Ratifica della Convenzione di Faro sul patrimonio culturale e di altre ratifiche di accordi internazionali concluse dalla Commissione affari esteri (Commenti dal Gruppo PD), i documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e il disegno di legge sulla videosorveglianza, ove concluso dalla Commissione. (Commenti dai Gruppi FI-BP e PD).

Le giornate di martedì 8 e di giovedì 10 gennaio saranno dedicate ai lavori delle Commissioni. (Commenti dai Gruppi FI-BP e PD).

Il calendario della settimana dal 15 al 17 gennaio prevede la discussione del decreto-legge semplificazioni, il sindacato ispettivo e, alle ore 15 di giovedì 17, il question time. (Commenti dai Gruppi FI-BP e PD).

Programma dei lavori dell'Assemblea, integrazioni

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 53 del Regolamento - la seguente integrazione al programma dei lavori del Senato per i mesi di novembre e dicembre 2018:

- Disegno di legge n. 897 e connessi - Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (approvato dalla Camera dei deputati)

Calendario dei lavori dell'Assemblea
Discussione e reiezione di proposte di modifica

PRESIDENTE. Nel corso della stessa riunione, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha altresì adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - il calendario dei lavori dell'Assemblea dal 22 dicembre 2018 al 17 gennaio 2019:

Sabato

22

dicembre

h. 14

- Seguito disegno di legge n. 981 - Legge di bilancio per il 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (approvato dalla Camera dei deputati) (votazione finale con la presenza del numero legale)

Mercoledì

9

gennaio

h. 9,30-20

- Disegni di legge nn. 257 e 702 - Ratifica convenzione di Faro sul patrimonio culturale e altre ratifiche di accordi internazionali definite dalla Commissione affari esteri

- Documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari

- Disegno di legge n. 897 e connessi - Videosorveglianza (approvato dalla Camera dei deputati) (ove conclusi dalla Commissione)

Il termine per la presentazione degli emendamenti ai disegni di legge n. 897 e connessi (Videosorveglianza) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.

Le giornate di martedì 8 e di giovedì 10 gennaio sono dedicate ai lavori delle Commissioni.

Martedì

15

gennaio

h. 16,30-20

- Disegno di legge n. 989 - Decreto-legge n. 135, Semplificazioni (voto finale entro il 16 gennaio 2019) (scade il 12 febbraio 2019)

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Sindacato ispettivo

- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 17, ore 15)

Mercoledì

16

"

h. 9,30-20

Giovedì

17

"

h. 9,30-20

Gli emendamenti al disegno di legge n. 989 (Decreto-legge n. 135, Semplificazioni) dovranno essere presentati entro le ore 13 di giovedì 10 gennaio 2019.

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 989
(Decreto-legge n. 135, Semplificazioni)

(10 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori di maggioranza

45'

Relatori di minoranza

45'

Governo

30'

Votazioni

1 h.

Gruppi 7 ore, di cui:

M5S

1 h.

42'

FI-BP

1 h.

10'

L-SP-PSd'Az

1 h.

8'

PD

1 h.

4'

FdI

42'

Misto

38'

Aut (SVP-PATT, UV)

35'

Dissenzienti

5'

BERNINI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERNINI (FI-BP). Signor Presidente, non è per mancanza di rispetto nei suoi confronti, della Presidenza o dell'Assemblea se non ho invitato i senatori del mio Gruppo ad essere più silenziosi. Quello che sta facendo il Governo è una cosa sconcia nei confronti del popolo italiano. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Non nei nostri confronti. Il fatto di prendere in giro il Parlamento per venti giorni non è uno sfregio della nostra faccia; è uno sfregio ai loro elettori, ai loro rappresentati. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

VOCI DAL GRUPPO PD. Vergogna!

BERNINI (FI-BP). È la loro Caporetto politica. Lei ha appena letto il fallimento politico di questo Governo, che non è in grado di produrre un maxiemendamento, non per motivi tecnici, ma per motivi politici, perché non ce la fa. Rappresentanti del Governo, diteci, per cortesia, cosa state cercando di tenere nascosto agli italiani. Cosa state nascondendo agli italiani? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD. Commenti dal Gruppo PD).

Qual è il problema? Cosa siete diventati? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Quali accordi politici al massimo ribasso avete fatto tra di voi, sulla pelle degli italiani? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

Cosa vi siete venduti, colleghi, che non siete capaci, non avete il coraggio di dire ai vostri elettori? Vi siete venduti i pensionati italiani? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Voi avete intenzione di pagare il reddito di cittadinanza attingendo alle pensioni di chi ha più di 1.300 euro netti al mese? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

VOCI DAL GRUPPO FI-BP. Ladri! Vergogna!

BERNINI (FI-BP). State cercando, in questo tempo, di convincere i pensionati che hanno più di 1.300 euro netti al mese che sono dei pensionati d'oro? (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). È per questo che ci state facendo aspettare?

State cercando di convincere gli italiani che un reddito di cittadinanza di 83 euro al mese è tale e quale a quello di 780 euro?(Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). È questo il motivo per cui ci state facendo aspettare?

Signor Presidente, lei mi deve scusare, ma di fronte a questo fallimento, di fronte a questa vergognosa manifestazione di incapacità e di dilettantismo da parte di un Governo che deve decidere le sorti di tutti noi, noi non possiamo tacere. Noi possiamo solo cercare di fare la nostra parte. Ci abbiamo provato fino adesso, ma non abbiamo mai avuto possibilità di parlare. Avete umiliato e imbavagliato il Parlamento, avete umiliato e imbavagliato il popolo italiano. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

Gli italiani che vi stanno guardando, i pensionati che saranno impoveriti dal vostro Governo, tutti gli italiani a cui aumenterete le tasse e abbasserete gli incentivi, vi ringrazieranno tutti. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

Amici, colleghi, signori del Governo, abbiamo un'unica proposta da fare: cercate di non rendervi ulteriormente ridicoli (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD), fingendo domani di presentare prima alle 8, poi alle 11, poi alle 12, poi alle 14 un maxiemendamento che, per la vostra incapacità, proprio non riuscite a partorire. Evidentemente avete da fare i conti con l'Europa; questo Governo del vero duro, che si è presentato in Europa per spezzarle le reni ed è ritornato a casa con la coda tra le gambe, dopo aver tentato di fare puro deficit italiano, garantito dai suoi amici sovranisti, adesso evidentemente ha qualche problema con l'Europa, oltre che con la Ragioneria generale dello Stato.

Colleghi, amici della maggioranza, non fate pagare tutto questo agli italiani. Non fatelo pagare più di quanto abbiate fatto finora. È un cinepanettone che agli italiani costerà ben più del prezzo del biglietto di quello che si sta proiettando adesso nelle sale italiane. (Prolungati applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Ben più di 8 euro costerà agli italiani questo cinepanettone vergognoso!

Chiediamo dunque che l'Assemblea si riconvochi domenica, per discutere seriamente, quando il maxiemendamento sarà presentato, prima in Commissione e poi in Assemblea. Davanti agli italiani, colleghi del Governo e della maggioranza, abbiate il coraggio di farvi vedere. Siete diventati quelli che in Commissione bilancio hanno negato lo streaming per non farvi vedere all'opera dagli italiani (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD).

VOCI DAL GRUPPO PD. Onestà! Onestà!

VOCI DAL GRUPPO FI-BP. Buffoni! Buffoni!

BERNINI (FI-BP). Basta, grazie.

PRESIDENTE. Colleghi, fate concludere la senatrice Bernini.

BERNINI (FI-BP). Cosa siete diventati? Vi prego, abbiate un ravvedimento operoso e attivo: domani, anziché andare alla vostra manifestazione, impegnatevi tutti perché questo maxiemendamento esca. Metteteci in condizione di lavorarci sopra nell'interesse del Paese e domenica, con serietà, votiamolo tutti insieme: voi voterete a favore e vi assumerete le vostre responsabilità; noi voteremo contro, ma facciamo una cosa seria agli occhi del Paese. Avete già fatto cose abbastanza ridicole. Adesso, colleghi, vi prego: basta! (Vivi e prolungati applausi dai Gruppi FI-BP e PD. Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. Colleghi, prima di dare la parola al prossimo senatore, vorrei dire una cosa. Pur comprendendo le difficoltà del Governo, che ci sono state anche in relazione all'interlocuzione con l'Europa, mi corre l'obbligo di invitare la maggioranza e il Governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Scusate colleghi, non voglio applausi. Un percorso rispettoso dell'Assemblea del Senato.

MARCUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, mi ha fatto piacere la sua presa di posizione chiara. Ero rimasto perplesso prima, quando ci diceva che non capiva su cosa si stesse protestando. Mi sembra evidente su cosa si stia protestando: innanzitutto sull'atteggiamento. In ore delicate e importanti come queste, cosa avevano da fare tutti i Ministri? (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). Avevano tutti da farsi la barba, in barberia alla Camera? O erano a comprare i regali? I tre Sottosegretari presenti sono sicuramente adeguati e autorevoli, ma credo che il momento sia grave per la democrazia e per la Repubblica. Però loro non avevano tempo da dedicare al Senato.

Sa perché, signor Presidente? Ce lo spiega il presidente Conte, con un'agenzia che è uscita in questi minuti, alla quale forse lei dovrebbe replicare. Il Presidente del Consiglio purtroppo non controlla il Parlamento: questo ha comunicato, giustificando il fatto che non abbiamo ancora votato. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

VERDUCCI (PD). Vergogna!

MARCUCCI (PD). Non ha avuto il coraggio di dire che la vergogna del Governo è quella di non essere stato ancora in grado di portarci qua una manovra. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). Non abbiamo nessuna informazione sulla manovra che saremo obbligati a votare. È una vergogna e il presidente Conte a questo aggiunge la beffa, signor Presidente, che lei non può più permettere, perché il diritto di ospitalità c'è tra galantuomini e non tra persone che offendono le istituzioni. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). Signor Presidente, non è ammissibile che domani il presidente Conte venga al Senato a prenderci in giro a fare la sua conferenza stampa. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP. Commenti della senatrice Malpezzi). Lei non lo può permettere!

VERDUCCI (PD). Umiliate il Parlamento! Vergognatevi! Umiliate il Parlamento e il popolo italiano!

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, se questo dovesse avvenire, se domani il presidente Conte dovesse essere in sala Koch a vantarsi della manovra che non sarà stata ancora presentata, ci troverà ad aspettarlo. (Applausi dal Gruppo PD). Se lo ricordi, signor Presidente, ci troverà ad aspettarlo. Che non si azzardi domani, dopo aver umiliato il Senato, a presentarsi, che non si permetta! (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

È ora di farla finita di umiliare le istituzioni. È ora di farla finita. Siamo entrati, signor Presidente, nella riunione dei Capigruppo con la proposta del ministro Fraccaro - nel frattempo anche lui è andato a fare shopping perché, come tutti sappiamo, siamo vicini al Natale e non poteva essere presente con noi in Assemblea - che ci ha garantito che la manovra non sarebbe stata presentata alle 16, come previsto oggi, ma alle 8 domattina. Abbiamo posto qualche dubbio e allora ci ha garantito che sarebbe stata presentata domani mattina alle 9,30. A fronte poi di una nostra perplessità, percepita dalle nostre parole e dalle nostre espressioni, ha detto che forse l'avrebbe presentata alle 12. Poi, quando abbiamo chiesto di proporre il calendario, sono apparse le 14. Però vogliono votare domani. In sostanza, si sono presi due mesi per umiliare il Parlamento e il Paese; si sono presi due mesi per andare a Bruxelles a farsi dettare la manovra. Alle elementari però, quando si fa l'esercizio del dettato, c'è chi detta e c'è chi scrive. Il problema è che chi detta e chi scrive si devono capire e chi scrive deve sapere quello che scrive. (Applausi dal Gruppo PD). Evidentemente il nostro Governo, che si è fatto dettare la manovra, non capisce oppure non sa scrivere, tanto che sono giorni che siamo qua ad aspettare.

Allora, signor Presidente, ci hanno preso in giro e ci continuano a prendere in giro, ma hanno la pretesa che si rispettino i loro tempi, hanno la pretesa di fare in modo che il Parlamento e il Senato votino una manovra senza poterla capire, approfondire e leggere. Non possiamo permetterlo. Questo calendario è l'ennesima beffa, l'ennesima violenza alla democrazia. È la violenza che voi fate costantemente e senza vergognarvi. (Applausi dal Gruppi PD e FI-BP).

Non entro nel merito della manovra; lo faremo quando ne discuteremo. Una manovra sbagliata, pericolosa e drammatica per il nostro Paese. Non entro dentro la manovra; entro, come spesso mi capita in questa Assemblea, a difesa di questa istituzione e del Parlamento, contro il MoVimento 5 Stelle e la Lega che costantemente vogliono umiliarlo e renderlo servile. (Applausi dal Gruppo PD). Voi volete un Senato servile che ubbidisca al presidente Conte. (Commenti del senatore Airola). Taci!

MARGIOTTA (PD). Presidente, lo faccia sedere al suo posto! (Commenti del senatore Airola).

MARCUCCI (PD). Taci. Volete un Senato servile. Dovete chiedere scusa. Vedo che non sempre... (Commenti del senatore Airola).

PRESIDENTE. Così non va. Senatore Marcucci, continui il suo intervento.

MARCUCCI (PD). L'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle e della Lega, l'atteggiamento del Governo, la violenza che ci hanno fatto anche poco fa, sono pesanti. Signor Presidente, chiediamo a lei e a tutta la Presidenza, chiediamo agli autorevoli colleghi di dire basta a questo modo di procedere. (Applausi dal Gruppo PD).

VERDUCCI (PD). Basta!

MALPEZZI (PD). Basta!

MARCUCCI (PD). Ve lo chiediamo per favore! Abbiamo bisogno del vostro aiuto per difendere le istituzioni. Non è possibile accettare questo calendario. Noi abbiamo proposto dall'inizio una cosa semplice. Qualsiasi fosse il momento nel quale veniva presentata la manovra, ci fosse dato il tempo di leggerla e approfondirla. Le sembra troppo, signor Presidente? Le sembra troppo che il Senato abbia il tempo di votare con cognizione di causa, con scienza e coscienza? Non è troppo, è il minimo. E oggi non ci viene garantito neanche il minimo.

È un attacco vergognoso alla democrazia di forze politiche che lavorano contro l'Italia e contro la democrazia. Noi voteremo no al calendario. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Giro. Congratulazioni).

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, abbiamo assistito, come lei sa, ad una riunione dei Capigruppo ancora una volta abbastanza speciale. Ne abbiamo viste molte in questi anni, ma devo dire che ormai stiamo superando l'inimmaginabile. Voglio ricordarvi come siamo costretti a leggere la manovra. (La senatrice De Petris mostra un quotidiano). «Nessun aumento dell'IVA; fatto»; «Aumento pensioni minime; fatto». Ma per chi ci avete preso? Per coloro che stanno soltanto a mettere dei like su Facebook e a leggere queste cose? Per questo avete preso il Senato della Repubblica?

Mentre eravamo alla riunione dei Capigruppo è arrivata la notizia dall'ANSA che ci sarà la conferenza stampa di Conte domani alle ore 11. Ci viene a spiegare che cosa ancora? L'umiliazione non ha più limite. Noi siamo costretti a vederne una dietro l'altra. Guardate, non venite a dire che ne abbiamo già viste. Di fiducie ne abbiamo viste tante; di ritardi di maxiemendamenti ne abbiamo visti tanti, ma siamo ostaggio da giorni e giorni. La Commissione bilancio è stata ostaggio per più di due settimane con un Presidente che non sapeva cosa accadeva e nessuno che era in grado di mantenere una cosa che aveva promesso. Avevano detto i tempi, ma niente: nessun tempo è stato rispettato. Avevamo chiesto, anche dopo le dichiarazioni e l'informativa di Conte, di poter avere - perché era assolutamente fondamentale secondo le nostre procedure - l'audizione dell'Ufficio parlamentare di bilancio.

Abbiamo fatto tutto con senso di responsabilità. Il ministro Fraccaro - lei, signor Presidente, lo sa - ci è venuto a proporre le 8 di mattina come tempo per presentare il maxiemendamento. Con la discussione, come si vede, siamo arrivati alle ore 14. Io penso, come ho sostenuto alla Conferenza dei Capigruppo, che ognuno di noi si assume le proprie responsabilità. La maggioranza e il Governo si devono assumere le loro responsabilità: hanno detto adesso le ore 14, ma ho paura che sarà un'altra volta una presa in giro. Per quanto ci riguarda, noi dobbiamo avere tutto il tempo; la Commissione deve vedere bene tutto, se mai sarà presentato questo maxiemendamento. Pertanto, per quanto ci riguarda, non esiste niente: si va a oltranza, perché dobbiamo avere la possibilità di poter vedere quello che c'è in questa manovra.

Aggiungo un'altra cosa. Abbiamo fatto un'altra domanda al Governo. Abbiamo chiesto di spiegarci quali sarebbero queste ragioni tecniche che stanno ritardando la presentazione del maxiemendamento. Sappiamo tutti che non sono motivazioni tecniche. Forse c'è un problema di copertura di qualche misura? Ancora state litigando su questo? (Applausi dai Gruppi Misto-LeU, PD e FI-PD). Quota 100: fatta? Reddito di cittadinanza: fatto? Questi problemi sono ancora sono tutti in piedi.

La nostra pazienza, come lei sa, signor Presidente, è infinita; soprattutto la pazienza di questo Gruppo che ho l'onore di presiedere. È stata una pazienza infinita e un senso di responsabilità infinito. Voi state rischiando di portare il Paese all'esercizio provvisorio (Applausi dai Gruppi Misto-LeU, PD e FI-PD): questo è il Governo del cambiamento! Quindi, per quanto ci riguarda, si devono concedere tutte le ore che ci vorranno per l'esame del maxiemendamento, se mai arriverà alle ore 14, in Commissione; e quindi, per quanto ci riguarda, si deve continuare ad oltranza. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU, PD e FI-PD).

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, lo devo dire e lo dico proprio con trasporto: siamo in una situazione kafkiana. Anzi, vorrei scomodare una citazione: «Aspettando Godot». Tutti la conoscono, è un'opera teatrale di Beckett che si associa al dramma dell'assurdo e al teatro dell'assurdo e che crea una situazione di attesa. Noi siamo in questa situazione, in una situazione di attesa, perché, come è noto a quest'Assemblea e anche fuori, siamo in attesa di un maxiemendamento che tarda ad arrivare; noi siamo qui di rinvio in rinvio. Il maxiemendamento oggi non c'è, non è arrivato per le ore 16 stabilite; il calendario è saltato. Nella lunghissima Conferenza dei Capigruppo, dove abbiamo fatto e disfatto il calendario, cercando di trovare tutti la soluzione migliore per il Paese (non per le nostre vacanze), alla fine dobbiamo dire che ci è stato replicato e spiegato, in modo laconico, che questioni tecniche rinviavano l'arrivo del maxiemendamento. Ci sono sempre questioni tecniche, lo sappiamo bene. Ci sono sempre questioni tecniche, ma ci sono anche - dobbiamo dirlo, dovete dirlo, dovete ammetterlo - questioni politiche.

Voglio anche dire che, di rinvio in rinvio, qua si sfiora una situazione di esercizio provvisorio, perché si rischia di non approvare la manovra, finché non arriva il maxiemendamento. Perché la questione è politica? Perché evidentemente bisogna armonizzare gli slogan e le cose urlate nelle piazze con le coperture che non ci sono; ma soprattutto perché c'è da armonizzare il ritocchino europeo. Questo è il punto e il nodo politico. I tecnici devono oggi trovare una quadra rispetto al ritocchino di Bruxelles, perché non ci nascondiamo che di questa manovra ne sa più Bruxelles che questo Parlamento italiano; noi non la conosciamo questa manovra. Questo è il punto. (Applausi dai Gruppi FdI e FI-BP e del senatore Errani).

E allora avranno da fare tutta la notte i tecnici, non c'è dubbio, perché questa maggioranza si muove come un corpaccione bifronte; è difficile per voi trovare una quadra. La manovra del popolo non decolla, ma in compenso il popolo vi guarda e rimane incredulo rispetto a quello che si sta verificando. Increduli siamo anche noi, che per senso di responsabilità ci battiamo in Aula come ci siamo battuti in Commissione, dove per due settimane - chi c'è stato lo sa - abbiamo proceduto di rinvio in rinvio; da lì nasce il ritardo. Noi per senso di responsabilità siamo stati in quella Commissione e siamo presenti in quest'Aula, perché per noi viene prima di tutto il Paese. Noi al Paese una manovra gliela vogliamo dare, una manovra giusta. Questi rinvii e questa pantomima alla quale ci state facendo abituare - ma non ci vogliamo abituare e non ci abitueremo - sono la metafora plastica, estetica e politica delle contraddizioni di un Governo, di quel corpaccione che dicevo prima, che si ostina a stare insieme barcollando tra un sovranismo che non riesce a esprimere e un globalismo dall'altra parte che rimane soffocato. Siete una somma di contraddizioni e queste contraddizioni nella manovra finanziaria esplodono tutte, perché i nodi vengono al pettine.

E allora, vedete, se non ce la fate e se non avete il tempo, non portatecela e non dateci appuntamento a domani. Prendetevi un giorno in più; noi siamo disposti a lavorare domenica e lunedì, per il bene di questo Paese. Se non ce la fate, ditelo e non rinviate, prendendo in giro il Parlamento, perché questo è un altro nodo: la mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e del Parlamento, calpestando veramente la sua dignità. Noi per senso di responsabilità - lo ripeto - siamo qui, ma vorremmo vedere linearità, coerenza e capacità di incidere e di produrre. Producetela questa manovra, cercate i tempi e i modi. Noi a questo calendario siamo contrari, perché è evidente che c'è una dilazione di tempi che non siete in grado di governare (sottolineo governare) e non siete in grado di controllare. E non è colpa dei tecnici, ma delle vostre contraddizioni politiche. (Applausi dal Gruppo FdI).

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, innanzitutto sottolineo che è stata descritta dal presidente Marcucci una situazione che io non ho ancora mai riscontrato nella Conferenza dei Capigruppo, perché non mi sembra che ci sia un atteggiamento da brutti e cattivi da parte dei Presidenti dei Gruppi di maggioranza.

MARCUCCI (PD). Però questo è il risultato.

PATUANELLI (M5S). Credo che la Presidente sia testimone del fatto che nella Conferenza dei Capigruppo il clima è sempre costruttivo e sereno da parte delle forze di maggioranza e ancor di più da parte delle forze di opposizione.

Poi in questi giorni ho sentito molte cose, molte accuse, ho sentito parlare di unicum nella storia della Repubblica; allora qualche ora fa mi sono preso un po' di tempo, perché ero desideroso di valutare se veramente stavamo facendo cose mai accadute; mi sono preso delle ore perché pensavo di dover tornare almeno agli anni Sessanta, invece mi sono fermato al 2016, quando la manovra in seconda lettura al Senato non è stata oggetto di alcun voto in Commissione. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti dal gruppo PD). Zero voti in Commissione e sto parlando di due anni, fa, non ventiquattro o quarantotto. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

CALIENDO (FI-BP). In seconda lettura. (Proteste dal Gruppo FI-BP).

GIRO (FI-BP). Buffone!

PATUANELLI (M5S). Dopo di che sono arretrato di qualche anno e ho visto quello che è successo nel 2014, quando, dopo ore di rinvii, in quest'Aula è stata posta la fiducia alle ore 19, è stata votata la manovra alle ore 5 del mattino ed è stata convocata la Conferenza dei Capigruppo alle ore 7 per calendarizzare l'Italicum e questo accadeva quattro anni fa, non quarantaquattro anni fa! (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

FARAONE (PD). Occupavi i banchi del Governo!

PATUANELLI (M5S). Mi rendo perfettamente conto che c'è l'esigenza di quest'Aula di analizzare la manovra, sono perfettamente consapevole che c'è una situazione complessa legata al fatto che appena mercoledì l'Europa ha sciolto le riserve su un'eventuale proceduta d'infrazione, che siamo riusciti ad evitare tenendo insieme i conti, quindi le esigenze di bilancio con le esigenze sociali di questo Paese, cosa che siamo riusciti a fare e che ci apprestiamo a votare in quest'Aula. (Proteste dal Gruppo PD. Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Io ho sentito parlare di sconcio, di Caporetto. La legge di bilancio del Governo del cambiamento non è una Caporetto, sarà una grande vittoria politica di questa maggioranza che non ha problemi politici e che ha portato e porta in quest'Aula il vero cambiamento del Paese. (Proteste dai Gruppi FI-BP e PD. Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, a nome del Gruppo della Lega ci prendiamo tutte le responsabilità, come ci è stato giustamente chiesto dalle minoranze, anzi chiediamo scusa per il ritardo (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD), di certo dovuto, e a nostro giudizio da esso giustificato, al negoziato europeo, che si è concluso proprio pochi giorni fa. Vi è quindi una ragione di questo tipo, ma soprattutto dettata da un altro motivo, che questa è sì la prima volta, forse non nella storia (almeno mi auguro non sia così) ma negli ultimi anni, che la manovra economica la scrive il Governo italiano e quindi ci vuole più tempo (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az, i cui senatori si levano in piedi) rispetto al copia e incolla del fax di Bruxelles a cui ci eravamo abituati negli ultimi anni. Questa è la verità: ci vuole tempo e la Ragioneria non era abituata. Questo è il motivo! (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.

BERNINI (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERNINI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo per annunciare il comportamento del nostro Gruppo rispetto al voto sulle proposte alternative che sono state avanzate rispetto al calendario votato a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo. Noi ribadiamo quello che abbiamo detto: quello che lei ha letto è il fallimento politico di questo Governo, la dimostrazione dell'incapacità di portare il maxiemendamento in Aula (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD. Proteste dal Gruppo M5S. Commenti del senatore Castaldi).

Riteniamo - lo ribadisco - vergognoso e offensivo... (Commenti dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Lo dedico a voi. Riteniamo vergognoso, offensivo e sconcio nei confronti degli italiani continuare a rimandare il momento in cui questo Senato, rappresentante di tutti gli italiani, potrà leggere una manovra che si annuncia di lacrime e sangue, contro i pensionati, i giovani e il Sud. (Commenti dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Per questo motivo, noi ci sottrarremo al voto. Molti dei miei colleghi senatori - io li capisco - mi hanno chiesto di poter uscire dall'Aula, ma noi abbiamo...

VOCE DAL GRUPPO L-SP-PSd'AZ. Buon Natale!

BERNINI (FI-BP). Buon Natale anche a voi, vedo che il cinepanettone vi ha contagiato. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Cari colleghi, se aspettiamo i vostri tempi, forse il Natale lo passeremo insieme. Lo faremo qui. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Commenti dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Questa è la manovra dei veri duri, quindi questo è il dibattito di Maciste, dei veri duri. (Applausi dal Gruppo FI-BP e della senatrice Fedeli).

Dicevo che noi non usciremo dall'Aula, ma ci sottrarremo al voto voltando le spalle, tutti insieme in piedi, a questo Governo e non alla Presidenza del Senato, non a lei, signor Presidente, cui tributiamo il massimo rispetto. Volteremo le spalle a questo Governo che ha imbavagliato il Senato della Repubblica. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di modifica del calendario... (I senatori del Gruppo FI-BP si voltano di spalle. Il senatore Marcucci fa cenno di volere intervenire).

Un attimo. Non si può mostrare le spalle alla Presidenza. Colleghi, il vostro comportamento non è rispettoso. Vi prego di girarvi. (I senatori del Gruppo FI-BP si adeguano al richiamo del Presidente).

MARCUCCI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, noi voteremo a favore della proposta di avere il tempo necessario di approfondire e conoscere la manovra, sempre che il maxiemendamento prima o poi arrivi.

La dichiarazione di voto è però un'occasione ghiotta per dire ad alcuni colleghi - in particolare ai capigruppo della Lega e del MoVimento 5 Stelle - che i precedenti sono molto diversi. Non è mai - sottolineo, mai - accaduto che il Senato della Repubblica non vedesse la manovra che doveva votare fino al giorno stesso della votazione. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

Potete raccontare le bugie agli italiani (anzi, su questo vi devo dare atto che siete molto bravi a farlo), però, purtroppo, le bugie hanno le gambe corte. Si sono registrati voti di fiducia svolti in un certo modo, ma non è mai successo che nessuno - neanche i senatori della maggioranza - conoscesse i contorni, il contesto e la materia da votare nel disegno di legge di bilancio. Questa situazione è incresciosa, gravissima e senza alcun precedente e non la possiamo affatto accettare.

Signor Presidente, vorrei che lei ci rispondesse in ordine alla questione della conferenza stampa del presidente Conte. Vogliamo sapere se, mentre il Senato della Repubblica in queste ore viene di fatto minacciato dal Presidente del Consiglio e umiliato dal Governo, il presidente Conte ha il coraggio di venire domani nella sala Koch del Senato per la prevista conferenza stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri. (Applausi dal Gruppo PD).

GASPARRI (FI-BP). È meglio che non viene!

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, è un tema importante. Noi le chiediamo attenzione su questa vicenda, in quanto ne va della dignità del Senato. Chi umilia e offende il Senato della Repubblica non può qui avere ospitalità e noi ce ne faremo carico. (Applausi dal Gruppo PD).

LA RUSSA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA RUSSA (FdI). Signor Presidente, certamente non manco di esperienza; in passato ho visto molte occasioni di contrasto. Per carità, ce ne sono state di drammatiche, certo non così dilettantistiche, ma ce ne sono state molte anche in passato. Quello che mi ha meravigliato - e dopo le dico come voteremo - è l'orgoglio con cui il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha rivendicato il fatto di trovarci nella medesima condizione delle ultime votazioni del bilancio. Non era forse il Governo del cambiamento? (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP).

Sentire rivendicare una situazione identica al passato - lo dico con rispetto - è la tomba di quel cambiamento che avevate promesso, sempre che la similitudine sia vera, e invece la situazione non sia diversa e peggiore.

VERDUCCI (PD). Nessuna similitudine.

LA RUSSA (FdI). Anche se fosse vero, Presidente, siamo stati più di due ore in Conferenza dei Capigruppo a cercare di trovare una soluzione concordata e alla fine tutte le opposizioni - sostanzialmente il Gruppo Misto, essendo tale, aveva una posizione mista - erano concordi su una linea.

Fermo restando che non ne facciamo una colpa al ministro Fraccaro né tantomeno ai Capigruppo, che potevano ripetere quello che disse De Gasperi - «(...) tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me», essendo stati certamente cortesi - abbiamo cercato di dire che, per rispetto del Senato e delle istituzioni, poiché non siete stati in grado di darci un orario vero, sincero, credibile, del momento in cui avreste presentato il maxiemendamento, vi avremmo concesso un giorno di più, in modo da poter anche studiare il provvedimento. Abbiamo pertanto proposto di cominciare domenica mattina e di dedicare la giornata di domani ai lavori di Commissione per studiare il maxiemendamento.

Ebbene, non si è capito perché, dopo essersi riuniti - probabilmente per accorciare i tempi della lite, immagino io - hanno deciso di farci fare domani un tour de force senza darci il tempo di esaminare il maxiemendamento, neanche marginalmente. Per carità, non mi stupisco, e non si stupiranno i Gruppi di maggioranza se voteremo contro questo programma. Lo facciamo senza iattanza, colleghi; non stiamo né urlando né insultando. Stiamo semplicemente dicendo che per un'opposizione patriottica, quale quella che abbiamo cercato di fare ora, è dura continuare a essere patriottici di fronte a un Governo che di patriottico non ha veramente nulla. (Applausi dai Gruppi FdI e FI-BP).

ERRANI (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, io spero... Signor Presidente, mi guardi, perché mi sto rivolgendo a lei.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa.

ERRANI (Misto-LeU). Spero che, per rispetto di questa Assemblea, voglia chiedere ai rappresentanti del Governo di prendere la parola e di spiegare per quale ragione non siamo in grado di procedere. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU, PD, FI-BP e FdI).

Faccio presente che rappresentanti del Governo, in sede di Commissione bilancio, avevano detto che l'emendamento era pronto e che si stava aspettando solo la lettera della Commissione europea. Così ci avevate detto. Lo aveva detto anche un Sottosegretario in Conferenza dei Capigruppo.

Per una questione di rispetto di questa Assemblea, di cui lei, Presidente, è garante, è giusto - amici del Governo - che voi spieghiate a questa Assemblea per quale motivo siamo ancora ora in queste condizioni. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU, PD e FI-BP). Perché dobbiamo leggere sulla stampa cosa c'è o meno all'interno della manovra? Questa istituzione non sa nulla di vero o di credibile.

Gli faccia prendere la parola; chieda al Governo di dare delle risposte; chieda al Presidente Conte di trovare un'altra sede, perché in questa sede non è aria per lui in questo momento, per rispetto delle istituzioni. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

Infine, colleghi, per quello che ci riguarda, è responsabilità del Governo: il Governo dice che è pronto a presentare un emendamento alle ore 8 di domani mattina? Noi ci siamo, nessun rinvio per noi, si assuma la responsabilità il Governo. La ragione per cui siamo qui non sono i mercati, non sono i banchieri, non è lo spread, ma è il fatto che avete dei problemi. Abbiate almeno il coraggio di dirlo per rispettare l'istituzione e il lavoro del bilancio.

Noi, quindi, non votiamo per riunirci domenica. Noi vogliamo andare avanti e chiediamo però, Presidente, di avere il tempo e il modo di approfondire il maxiemendamento. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

VOCI DAL GRUPPO FI-BP. A casa! A casa! A casa!

SCHIFANI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa interviene, senatore Schifani?

SCHIFANI (FI-BP). Signor Presidente, io mi permetto di fare un brevissimo excursus delle procedure parlamentari del passato sull'apposizione della fiducia sui maxiemendamenti alla finanziaria.

Sono qui da tanti anni, ho svolto le funzioni di Capogruppo e anche di Presidente del Senato e ricordo a me stesso come alla Camera addirittura il Presidente di quella Assemblea autorizzasse l'apposizione della questione di fiducia...

LUPO (M5S). Su cosa sta intervenendo?

TAVERNA (M5S). Sta intervenendo sull'ordine dei lavori?

PRESIDENTE. Senatore Schifani, il Gruppo Forza Italia è già intervenuto anche in dichiarazione di voto e, quindi, le chiedo su cosa deve intervenire adesso.

SCHIFANI (FI-BP). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La dichiarazione di voto è stata già fatta.

SCHIFANI (FI-BP). Questa non è una dichiarazione di voto, Presidente, ma è un intervento sull'ordine dei lavori, su quello che accadrà. (Proteste dal Gruppo M5S).

Alla Camera dei deputati, in passato, è stata autorizzata dalla Presidenza la apposizione della questione di fiducia sui maxiemendamenti esitati dalla Commissione. Le Presidenze della Camera del passato non hanno mai autorizzato che i Governi ponessero la fiducia su maxiemendamenti non identici a quelli esitati dalla Commissione bilancio. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).

Al Senato, in passato, vi è stata una maggiore elasticità, nel senso che veniva autorizzata la apposizione della questione di fiducia sul maxiemendamento nella misura in cui le norme contenute nel maxiemendamento fossero quantomeno transitate dalla Commissione bilancio, nel senso che fossero state depositate e avessero costituito quantomeno momento di dibattito. Noi ci troviamo dinanzi... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatore Schifani, il Gruppo ha già parlato. Non mi metta in difficoltà. Lei conosce le regole meglio di me e, quindi, non sono io a dovergliele spiegare.

SCHIFANI (FI-BP). Anche altri Gruppi hanno parlato più volte. Mi lasci concludere.

Lei si troverà, Presidente, dinanzi a un maxiemendamento che conterrà argomenti che non sono minimamente passati dalla Commissione bilancio e credo che questo sia preoccupante e pericoloso. Invito i colleghi della maggioranza a prendere atto del fatto che nemmeno loro, ad oggi, conoscono il testo, perché lo sta scrivendo l'Europa, non l'Italia. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD.Proteste dal Gruppo M5S).

PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta di modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea volta a spostare la votazione al 26 dicembre, avanzata dal senatore Marcucci. (I senatori del Gruppo FI-BP si voltano di spalle ed espongono cartelli recanti la scritta: «Occupazione Aula»).

Per favore, i senatori Questori tolgano tutti i cartelli. Il fatto di mostrare la schiena alla Presidenza, nonostante la specificazione della senatrice Bernini, credo sia un atteggiamento non confacente a quest'Aula. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Vi ringrazio se vi rivoltate. (I senatori del Gruppo FI-BP si adeguano al richiamo del Presidente).

Non è approvata.

Metto ai voti la proposta di modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea volta a spostare la votazione a domenica, avanzata dai senatori Bernini e La Russa.

Non è approvata.

Metto ai voti la proposta di modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea volta ad avere un tempo maggiore per discutere il maxiemendamento, avanzata dalla senatrice De Petris.

Non è approvata.

Resta pertanto definitivo il calendario dei lavori adottato a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo e da me comunicato all'Assemblea. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

MARCUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per comunicare che il nostro Gruppo, a conclusione della seduta, occuperà l'Aula per protesta contro l'atteggiamento scandaloso del Governo nei confronti del Senato. (Applausi dal Gruppo PD).

Per fatto personale

BELLANOVA (PD). Domando di parlare per fatto personale. (Commenti dai Gruppi M5S eL-SP-PSd'Az. Proteste dei senatori Marcucci e Laus).

PRESIDENTE. La senatrice Bellanova ha diritto di parlare per fatto personale.

Se qualcuno vuole uscire dall'Aula, lo faccia. Diamo la parola alla senatrice Bellanova. Se qualcuno non vuole ascoltare, può uscire.

Ha facoltà di intervenire, senatrice Bellanova.

BELLANOVA (PD). Signor Presidente, mercoledì, quando il Presidente del Consiglio, l'avvocato Conte, è venuto in quest'Aula a presentare una manovra farlocca, come dimostrato anche dalla discussione di oggi, ho chiesto che ci fosse serietà e lei, primo Presidente donna di questa importante istituzione, mi ha intimato di stare zitta.

Oggi il presidente Conte ha dichiarato che non controlla il Parlamento. Mentre chiedevo serietà lei, primo Presidente donna di questa importante istituzione, mi ha detto che io disturbo sempre. Ora, signor Presidente... (Brusio).

AIROLA (M5S). È vero!

MARCUCCI (PD). Gli dica di stare zitti!

PRESIDENTE. Per favore, potete anche uscire, non disturbate.

BELLANOVA (PD). Ora, il livello della democrazia è dato anche dal linguaggio. Quello che lei ha usato nei miei confronti è un linguaggio machista, appartenente a una cultura poco democratica.

Vorrei ricordare, signor Presidente, che io sono una eletta dal popolo, di minoranza ma sempre eletta dal popolo. (Applausi dal Gruppo PD). E lei, signor Presidente, non solo per il nostro Regolamento ma anche per la Costituzione che è stata conquistata anche da coloro che, come me, vengono da una cultura politica profondamente democratica e di rispetto delle minoranze, deve garantire in quest'Aula i diritti non solo del Governo ma anche di chi siede momentaneamente sui banchi dell'opposizione. (Applausi dal Gruppo PD).

E allora io vorrei rivolgerle il seguente invito: informi, signor Presidente, l'avvocaticchio Conte che il Parlamento è libero. (Commenti dal Gruppo M5S). E, se ha tempo, recuperi un po' di pazienza. E ricordi anche lei che in questa sede esercito funzioni che sono date dalla Costituzione, per cui deve mettermi nelle condizioni di rispettare il mandato. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatrice Bellanova, vorrei ricordarle che sono stata anche io eletta dal popolo italiano. (Applausi dal Gruppo M5S).

Lei sottolinea che sono la prima donna Presidente del Senato, il che è un dato di fatto; ma il richiamo all'ordine perché lei disturba mentre sta parlando il Presidente del Consiglio credo prescinda da questioni di genere. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

La invito, quindi, proprio per il rispetto democratico che lei sta richiamando e ha richiamato più volte, a rispettare anche gli altri. Il presidente Conte stava spiegando e si può condividere o meno quanto ha detto; successivamente ci sarebbe stato il dibattito nel corso del quale lei avrebbe potuto tranquillamente esprimere il suo pensiero. Il fatto di interrompere continuamente il Presidente del Consiglio mentre interveniva in merito all'interlocuzione con l'Unione europea non mi sembrava affatto rispettoso.

Così come ho ripreso lei, riprendo sempre tutti coloro che interrompono le manifestazioni di pensiero, anche se non condivise. Questo è rispetto della dialettica parlamentare, che lei richiama continuamente ma che disattende con i fatti. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

BERNINI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERNINI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo solo per fare un annuncio sull'ordine dei lavori che riguarda i senatori del Gruppo parlamentare Forza Italia- Berlusconi Presidente.

Abbiamo appreso in Aula della presenza domani del presidente Conte in Senato. Noi, quindi, ospiteremo il presidente Conte che racconterà, presumibilmente in conferenza stampa, una manovra di cui noi non conosciamo ancora il contenuto.

Noi saremo presenti per accogliere il presidente Conte, naturalmente garbatamente - come è nostra caratteristica e com'è nostro costume - e per chiedergli un rendiconto su un contenuto che ancora, purtroppo, il Parlamento non conosce.

Quindi, chiediamo che egli racconti a noi, a casa nostra, prima che agli italiani in conferenza stampa, quello che è stato svelato dall'Europa al Governo, ma che il Governo non ha ancora svelato al Parlamento.

Saremo lì, saremo presenti, lo aspetteremo e aspetteremo il suo rendiconto. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di sabato 22 dicembre 2018

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, sabato 22 dicembre, alle ore 14, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 19,27).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE DISCUSSO AI SENSI DELL'ARTICOLO 44, COMMA 3, DEL REGOLAMENTO

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (981)

Parte II

SEZIONE II: APPROVAZIONE DEGLI STATI DI PREVISIONE

ARTICOLO 2 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 2.

Approvato nel testo emendato

(Stato di previsione dell'entrata)

1. L'ammontare delle entrate previste per l'anno finanziario 2019, relative a imposte, tasse, contributi di ogni specie e ogni altro provento, accertate, riscosse e versate nelle casse dello Stato, in virtù di leggi, decreti, regolamenti e di ogni altro titolo, risulta dall'annesso stato di previsione dell'entrata (Tabella n. 1).

EMENDAMENTO

2.Tab.1.5000.5

Il Governo

Approvato

Alla tabella n. 1 - Stato di previsione dell'entrata, apportare le seguenti variazioni:

        2.1.7 Entrate extra-tributarie - Entrate ricorrenti - Restituzione, rimborsi, recuperi e concorsi vari:

        2019:

            CP: 9.506.220;

            CS: 9.506.220.

        2020:

            CP: 2.000.000;

            CS: 2.000.000.

        2021:

            CP: 2.000.000;

            CS: 2.000.000.

        Alla tabella n. 2 - Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:

        Missione 33-Fondi da ripartire, Programma 1 - Fondi da assegnare - Ud V 23.1:

        2019:

            CP: - 175.000;

            CS: - 175.000.

        2020:

            CP: - 5.000.000;

            CS: - 5.000.000.

        2021:

            CP: - ;

            CS: - .

        Missione 33 - Fondi da ripartire, Programma 2 - Fondi di riserva e speciali - U.d.V. 23.2:

        2019:

            CP: - 15.000.000;

            CS: - 15.000.000.

        2020:

            CP: - 25.000.000;

            CS: - 25.000.000.

        2021:

            CP: - 25.000.000;

            CS: - 25.000.000.

        Alla tabella n. 5 - Stato di previsione del Ministero della giustizia, apportare le seguenti variazioni:

    Missione 6 - Giustizia, Programma 1 - Amministrazione penitenziaria - U.d.V. 1.1:

        2019:

            CP: 15.000.000;

            CS: 15.000.000.

        2020:

            CP: 25.000.000;

            CS: 25.000.000.

        2021:

            CP: 25.000.000;

            CS: 25.000.000.

        Alla tabella n. 8 - Stato di previsione dell'interno - apportare le seguenti variazioni:

    Missione 2 - Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale di Governo e dello Stato sul territorio, Programma 2 - Attuazione da parte delle Prefetture - Uffici Territoriali del Governo delle missioni del Ministero dell'Interno sul territorio - U.d.V. 1.1:

        2019:

            CP: 2.015.380;

            CS: 2.015.380.

        2020:

            CP: 2.000.000;

            CS: 2.000.000.

        2021:

            CP: 2.000.000;

            CS: 2.000.000.

    Missione 7 - Ordine pubblico e sicurezza, Programma 8 - Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica - Ud V. 3.1:

        2019:

            CP: - 10.000.000;

            CS: - 10.000.000.

        2020:

            CP: - 17.000.000;

            CS: - 17.000.000.

        2021:

            CP: - 27.000.000;

            CS: - 27.000.000.

    Missione 7 -Ordine pubblico e sicurezza, Programma 10 - Pianificazione e coordinamento Forze di polizia - U.d.V. 3.3:

        2019:

            CP: 15.200.000;

            CS: 15.200.000.

        2020:

            CP: 22.000.000;

            CS: 22.000.000.

        2021:

            CP: 27.000.000;

            CS: 27.000.000.

        Missione 27 - Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, Programma 2 - Flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose - U.d.V. 5.1:

        2019:

            CP: 2.465.839;

            CS: 2.465.839.

        2020:

            CP: - ;

            CS: - .

        2021:

            CP: - ;

            CS: - .

ARTICOLO 3 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 3.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 2).

2. L'importo massimo di emissione di titoli pubblici, in Italia e all'estero, al netto di quelli da rimborsare e di quelli per regolazioni debitorie, è stabilito, per l'anno 2019, in 62.000 milioni di euro.

3. I limiti di cui all'articolo 6, comma 9, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, concernente gli impegni assumibili dalla SACE Spa - Servizi assicurativi del commercio estero, sono fissati per l'anno finanziario 2019, rispettivamente, in 3.000 milioni di euro per le garanzie di durata sino a ventiquattro mesi e in 22.000 milioni di euro per le garanzie di durata superiore a ventiquattro mesi.

4. La SACE Spa è altresì autorizzata, per l'anno finanziario 2019, a rilasciare garanzie e coperture assicurative relativamente alle attività di cui all'articolo 11-quinquies, comma 4, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, entro una quota massima del 30 per cento di ciascuno dei limiti indicati al comma 3 del presente articolo.

5. Gli importi dei fondi previsti dagli articoli 26, 27, 28 e 29 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, inseriti nel programma «Fondi di riserva e speciali», nell'ambito della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono stabiliti, per l'anno finanziario 2019, rispettivamente, in 900 milioni di euro, 1.500 milioni di euro, 2.000 milioni di euro, 398,5 milioni di euro e 6.500 milioni di euro.

6. Per gli effetti di cui all'articolo 26 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, sono considerate spese obbligatorie, per l'anno finanziario 2019, quelle descritte nell'elenco n. 1, allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.

7. Le spese per le quali può esercitarsi la facoltà prevista dall'articolo 28 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, sono indicate, per l'anno finanziario 2019, nell'elenco n. 2, allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.

8. Ai fini della compensazione sui fondi erogati per la mobilità sanitaria in attuazione dell'articolo 12, comma 3, lettera b), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione al programma «Concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria», nell'ambito della missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano.

9. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione al programma «Famiglia, pari opportunità e situazioni di disagio», azione «Promozione e garanzia delle pari opportunità», nell'ambito della missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019, delle somme affluite all'entrata del bilancio dello Stato, derivanti dai contributi destinati dall'Unione europea alle attività poste in essere dalla Commissione per le pari opportunità fra uomo e donna.

10. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, al trasferimento delle somme occorrenti per l'effettuazione delle elezioni politiche, amministrative e dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia e per l'attuazione dei referendum dal programma «Fondi da assegnare», nell'ambito della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019, ai competenti programmi degli stati di previsione del medesimo Ministero dell'economia e delle finanze e dei Ministeri della giustizia, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell'interno e della difesa per lo stesso anno finanziario, per l'effettuazione di spese relative a competenze spettanti ai componenti i seggi elettorali, a nomine e notifiche dei presidenti di seggio, a compensi per lavoro straordinario, a compensi agli estranei all'amministrazione, a missioni, a premi, a indennità e competenze varie spettanti alle Forze di polizia, a trasferte e trasporto delle Forze di polizia, a rimborsi per facilitazioni di viaggio agli elettori, a spese di ufficio, a spese telegrafiche e telefoniche, a fornitura di carta e stampa di schede, a manutenzione e acquisto di materiale elettorale, a servizio automobilistico e ad altre esigenze derivanti dall'effettuazione delle predette consultazioni elettorali.

11. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a trasferire, con propri decreti, per l'anno 2019, ai capitoli del titolo III (Rimborso di passività finanziarie) degli stati di previsione delle amministrazioni interessate le somme iscritte, per competenza e per cassa, nel programma «Rimborsi del debito statale», nell'ambito della missione «Debito pubblico» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, in relazione agli oneri connessi alle operazioni di rimborso anticipato o di rinegoziazione dei mutui con onere a totale o parziale carico dello Stato.

12. Nell'elenco n. 5, allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono indicate le spese per le quali si possono effettuare, per l'anno finanziario 2019, prelevamenti dal fondo a disposizione, di cui all'articolo 9, comma 4, della legge 1° dicembre 1986, n. 831, iscritto nel programma «Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali», nell'ambito della missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica», nonché nel programma «Concorso della Guardia di Finanza alla sicurezza pubblica», nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza» del medesimo stato di previsione.

13. Il numero massimo degli ufficiali ausiliari del Corpo della guardia di finanza di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 937 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, da mantenere in servizio nell'anno 2019, ai sensi dell'articolo 803 del medesimo codice, è stabilito in 70 unità.

14. Le somme iscritte nel bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, assegnate dal CIPE con propria delibera alle amministrazioni interessate ai sensi dell'articolo 1, comma 7, della legge 17 maggio 1999, n. 144, per l'anno finanziario 2019, destinate alla costituzione di unità tecniche di supporto alla programmazione, alla valutazione e al monitoraggio degli investimenti pubblici, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, negli stati di previsione delle amministrazioni medesime.

15. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, alla riassegnazione ad apposito capitolo di spesa dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, nella misura stabilita con proprio decreto, delle somme versate, nell'ambito della voce «Entrate derivanti dal controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» dello stato di previsione dell'entrata, dalla società Equitalia Giustizia Spa a titolo di utili relativi alla gestione finanziaria del fondo di cui all'articolo 61, comma 23, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

16. Il Ministro dell'economia e delle finanze, con propri decreti, provvede, nell'anno finanziario 2019, all'adeguamento degli stanziamenti dei capitoli destinati al pagamento dei premi e delle vincite dei giochi pronostici, delle scommesse e delle lotterie, in corrispondenza con l'effettivo andamento delle relative riscossioni.

17. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione al programma «Analisi, monitoraggio e controllo della finanza pubblica e politiche di bilancio», nell'ambito della missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato relative alla gestione liquidatoria del Fondo gestione istituti contrattuali lavoratori portuali ed alla gestione liquidatoria denominata «Particolari e straordinarie esigenze, anche di ordine pubblico, della città di Palermo».

18. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad effettuare, con propri decreti, variazioni compensative, in termini di competenza e di cassa, tra gli stanziamenti dei capitoli 2214 e 2223 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2019, iscritti nel programma «Oneri per il servizio del debito statale», e tra gli stanziamenti dei capitoli 9502 e 9503 del medesimo stato di previsione, iscritti nel programma «Rimborsi del debito statale», al fine di provvedere alla copertura del fabbisogno di tesoreria derivante dalla contrazione di mutui ovvero da analoghe operazioni finanziarie, qualora tale modalità di finanziamento risulti più conveniente per la finanza pubblica rispetto all'emissione di titoli del debito pubblico.

19. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione ai pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dal CONI, dal Comitato italiano paralimpico (CIP), dalle singole Federazioni sportive nazionali, dalle regioni, dalle province, dai comuni e da altri enti pubblici e privati, destinate alle attività dei gruppi sportivi del Corpo della guardia di finanza.

EMENDAMENTI

3.Tab.2.1.5

Pichetto Fratin

Respinto

Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, Missione 23, Fondi da ripartire, Programma 23.1, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 4.000.000;

        CS: - 4.000.000.

        2020:

        CP: - 4.000.000;

        CS: - 4.000.000.

        2021:

        CP: - 4.000.000;

        CS: - 4.000.000.

        Conseguentemente, alla missione 2: ''Relazioni finanziarie con le autonomie locali'', programma 2.5 ''Rapporti finanziari con gli enti territoriali'', azione: ''Interventi di settore a favore delle Regioni'' apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 4.000.000;

        CS: + 4.000.000.

        2020:

        CP: + 4.000.000;

        CS: + 4.000.000.

        2021:

        CP: + 4.000.000;

        CS: + 4.000.000.

3.Tab.2.2.5

Margiotta, Astorre, D'Arienzo, Manca

Respinto

Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 10 Comunicazioni, programma 10.2 Sostegno al pluralismo dell'informazione, apportare le seguenti variazioni:

        2020:

        CP: + 28.252.000;

        CS: + 28.252.000

        2021:

        CP: + 28.252.000;

        CS: + 28.252.000.

        Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali missione 3: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma 3.2: Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, apportare le seguenti variazioni:

        2020:

        CP: - 28.252.000;

        CS: - 28.252.000;

        2021:

        CP: - 28.252.000;

        CS: - 28.252.000.

3.Tab.2.3.5

Rivolta, Ferrero, Solinas, Zuliani

Ritirato

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione 5 Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 Flussi migratori, interventi per lo sviluppo delta coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 50.000;

        CS: + 50.000.

        2020:

        CP: + 50.000;

        CS: + 50.000.

        2021:

        CP: + 250.000;

        CS: + 250.000.

        Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 23 Fondi da ripartire, programma 23.1 Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 50.000;

        CS: - 50.000.

        2020:

        CP: - 50.000;

        CS: - 50.000.

        2021:

        CP: - 250.000;

        CS: - 250.000.

3.Tab.2.4.5

Renzi, Patriarca, Parente, Laus, Nannicini, Misiani, Manca, Marino, Stefano, Boldrini

Respinto

Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 23 Fondi da ripartire, programma 23.1 Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 5.000.000;

        CS: - 5.000.000.

        Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, missione 3 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma 3.2 Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 5.000.000;

        CS: + 5.000.000.

3.Tab.2.5.5

Vattuone, Garavini, Rojc

Respinto

Alla tabella 2, Stato di previsione: Ministero dell'economia e delle finanze, Missione Fondi da ripartire (033), programma 23.1 - Fondi da assegnare (033.001), apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 500.000;

        CS: - 500.000;

        2020:

        CP: - 1.500.000;

        CS: - 1.500.000;

        2021:

        CP: - 1.500.000;

        CS: - 1.500.000;

        Conseguentemente, alla Tabella 11, Stato di previsione Ministero della difesa, Missione 5 Difesa e sicurezza, programma 3.3 Interventi non direttamente connessi con l'operatività dello Strumento Militare (32.6),. 2 apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 500.000;

        CS: + 500.000;

        2020:

        CP: + 1.500.000;

        CS: + 1.500.000;

        2021:

        CP: + 1.500.000;

        CS: + 1.500.000;

3.Tab.2.6.5

Garavini, Rojc, Vattuone

Respinto

Alla tabella 2, Stato di previsione: Ministero dell'economia e delle finanze, Missione Fondi da ripartire (033), programma 23.1 - Fondi da assegnare (033.001), apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 400.000;

        CS: - 400.000;

        2020:

        CP: - 0;

        CS: - 0;

        2021:

        CP: - 0;

        CS: - 0;

        Conseguentemente, alla tabella 11, stato di previsione del Ministero della difesa, Missione 5, Difesa e sicurezza del territorio, programma 3.2 Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza (32.3), apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 400.000;

        CS: + 400.000;

        2020:

        CP: - 0;

        CS: - 0;

        2021:

        CP: - 0;

        CS; - 0;

3.Tab.2.7.5

Dal Mas

Respinto

Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 30 Giovani e Sport, Programma 30.2 Incentivazione e sostegno alla gioventù, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 30.000.000;

        CS: + 30.000.000.

        2020:

        CP: + 30.000.000;

        CS: + 30.000.000.

        2021:

        CP: + 30.000.000;

        CS: + 30.000.000.

        Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, missione 24 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, Programma 24.12 Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: - 30.000.000;

        CS: - 30.000.000.

        2020:

        CP: - 30.000000;

        CS: - 30.000.000.

        2021:

        CP: - 30.000.000;

        CS: - 30.000.000.

ARTICOLI DA 4 A 7 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 4.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dello sviluppo economico, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 3).

2. Le somme impegnate in relazione alle disposizioni di cui all'articolo 1 del decreto-legge 9 ottobre 1993, n. 410, convertito dalla legge 10 dicembre 1993, n. 513, recante interventi urgenti a sostegno dell'occupazione nelle aree di crisi siderurgica, resesi disponibili a seguito di provvedimenti di revoca, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, nell'anno finanziario 2019, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, ai fini di cui al medesimo articolo 1 del decreto-legge n. 410 del 1993, convertito dalla legge n. 513 del 1993.

Art. 5.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 4).

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, variazioni compensative in termini di residui, di competenza e di cassa tra i capitoli dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche tra missioni e programmi diversi, connesse con l'attuazione dei decreti legislativi 14 settembre 2015, n. 149 e n. 150.

Art. 6.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero della giustizia e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero della giustizia, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 5).

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione, in termini di competenza e di cassa, delle somme versate dal CONI, dalle regioni, dalle province, dai comuni e da altri enti pubblici e privati all'entrata del bilancio dello Stato, relativamente alle spese per il mantenimento, per l'assistenza e per la rieducazione dei detenuti e internati, per gli interventi e gli investimenti finalizzati al miglioramento delle condizioni detentive e delle attività trattamentali, nonché per le attività sportive del personale del Corpo di polizia penitenziaria e dei detenuti e internati, nel programma «Amministrazione penitenziaria» e nel programma «Giustizia minorile e di comunità», nell'ambito della missione «Giustizia» dello stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2019.

Art. 7.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 6).

2. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è autorizzato ad effettuare, previe intese con il Ministero dell'economia e delle finanze, operazioni in valuta estera non convertibile pari alle disponibilità esistenti nei conti correnti valuta Tesoro costituiti presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari, ai sensi dell'articolo 5 della legge 6 febbraio 1985, n. 15, e che risultino intrasferibili per effetto di norme o disposizioni locali. Il relativo controvalore in euro è acquisito all'entrata del bilancio dello Stato ed è contestualmente iscritto, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base delle indicazioni del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nei pertinenti programmi dello stato di previsione del medesimo Ministero per l'anno finanziario 2019, per l'effettuazione di spese connesse alle esigenze di funzionamento, mantenimento ed acquisto delle sedi diplomatiche e consolari, degli istituti di cultura e delle scuole italiane all'estero. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è altresì autorizzato ad effettuare, con le medesime modalità, operazioni in valuta estera pari alle disponibilità esistenti nei conti correnti valuta Tesoro in valute inconvertibili o intrasferibili individuate, ai fini delle operazioni di cui al presente comma, dal Dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze su richiesta della competente Direzione generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

EMENDAMENTO

7.1

Garavini, Giacobbe, Alfieri, Boldrini, Marino, Stefano, Manca

Respinto

Dopo il comma 2 inserire il seguente:

        «2-bis. All'articolo 1, comma 429, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, primo periodo, le parole ''sono riassegnati nella misura del 30 per cento'' sono sostituite dalle seguenti: ''sono riassegnati nella misura del 50 per cento''».

        Conseguentemente, alla Tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni in diminuzione:

        2019: - 2.000.000;

        2020: - 2.000.000;

        2021: - 2.000.000.

ARTICOLI 8 E 9 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 8.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 7).

Art. 9.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero dell'interno e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dell'interno, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 8).

2. Le somme versate dal CONI nell'ambito della voce «Entrate derivanti da servizi resi dalle Amministrazioni statali» dello stato di previsione dell'entrata sono riassegnate, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, al programma «Prevenzione dal rischio e soccorso pubblico», nell'ambito della missione «Soccorso civile» dello stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2019, per essere destinate alle spese relative all'educazione fisica, all'attività sportiva e alla costruzione, al completamento e all'adattamento di infrastrutture sportive concernenti il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

3. Nell'elenco n. 1, annesso allo stato di previsione del Ministero dell'interno, sono indicate le spese per le quali si possono effettuare, per l'anno finanziario 2019, prelevamenti dal fondo a disposizione per la Pubblica sicurezza, di cui all'articolo 1 della legge 12 dicembre 1969, n. 1001, iscritto nel programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica», nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza».

4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a trasferire, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'interno, agli stati di previsione dei Ministeri interessati, per l'anno finanziario 2019, le risorse iscritte nel capitolo 2313, istituito nel programma «Flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose», nell'ambito della missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti» dello stato di previsione del Ministero dell'interno, e nel capitolo 2872, istituito nel programma «Pianificazione e coordinamento Forze di polizia», nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza» del medesimo stato di previsione, in attuazione dell'articolo 1, comma 562, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, dell'articolo 34 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e delle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 106, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

5. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a riassegnare, con propri decreti, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, per l'anno finanziario 2019, i contributi relativi al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno, di cui all'articolo 5, comma 2-ter, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, versati all'entrata del bilancio dello Stato e destinati, ai sensi dell'articolo 14-bis del medesimo testo unico, al Fondo rimpatri, finalizzato a finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine ovvero di provenienza.

6. Al fine di reperire le risorse occorrenti per il finanziamento dei programmi di rimpatrio volontario ed assistito di cittadini di Paesi terzi verso il Paese di origine o di provenienza, ai sensi dell'articolo 14-ter del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'interno, per l'anno finanziario 2019, le occorrenti variazioni compensative di bilancio, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, anche tra missioni e programmi diversi.

7. Ferma restando l'adozione dello specifico sistema di erogazione unificata di competenze fisse e accessorie al personale da parte delle amministrazioni dello Stato, al fine di consentire l'erogazione nell'anno successivo delle somme rimaste da pagare alla fine di ciascun esercizio finanziario a titolo di competenze accessorie, per tutti gli appartenenti alle Forze di polizia si applicano le disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 2 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 1° dicembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 293 del 16 dicembre 2010.

8. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative di bilancio tra i programmi di spesa dello stato di previsione del Ministero dell'interno «Elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali» e «Gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali», in relazione alle minori o maggiori occorrenze connesse alla gestione dell'albo dei segretari provinciali e comunali necessarie ai sensi dell'articolo 7, comma 31-ter, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e dell'articolo 10 del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213.

9. Al fine di consentire la corresponsione nell'ambito del sistema di erogazione unificata delle competenze accessorie dovute al personale della Polizia di Stato, per i servizi resi nell'ambito delle convenzioni stipulate con le società di trasporto ferroviario, con la società Poste Italiane Spa, con l'ANAS Spa e con l'Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, il Ministro dell'interno è autorizzato ad apportare, con propri decreti, previo assenso del Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, le occorrenti variazioni compensative di bilancio delle risorse iscritte sul capitolo 2502, istituito nel programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica» della missione «Ordine pubblico e sicurezza» sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'interno.

EMENDAMENTI

9.Tab.8.1.5

Romeo, Rivolta, Ferrero, Solinas, Zuliani

Respinto (*)

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, alla missione 3 ''Ordine pubblico e sicurezza'', programma 3.3 ''Pianificazione e coordinamento Forze di polizia'', apportare le seguenti variazioni:

        2019:

        CP: + 3.000.000;

        CS: + 3.000.000;

        2020:

        CP: + 11.000.000;

        CS: + 11.000.000;

        2021:

        CP: + 8.000.000;

        CS: + 8.000.000;

        Conseguentemente, alla tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:

        2019: -   3.000.000;

        2020: - 11.000.000;

        2021: -   8.000.000.

________________

(*) Ritirato dal proponente e fatto proprio dal senatore Malan

9. Tab.8.2.5

Romeo, Rivolta, Ferrero, Solinas, Zuliani

Respinto (*)

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, alla missione 4 ''Soccorso civile'', programma 4.1 ''Gestione del sistema nazionale di difesa civile'', apportare le seguenti variazioni:

        CP: + 22.000.000;

        CS: + 22.000.000;

        2020:

        CP: + 22.000.000;

        CS: + 22.000.000;

        2021:

        CP: + 22.000.000;

        CS: + 22.000.000;

        Conseguentemente, alla tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:

        2019: - 22,000.000;

        2020: - 22.000.000;

        2021: - 22.000.000.

________________

(*) Ritirato dal proponente e fatto proprio dal senatore Malan

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 9

9.0.1

Mirabelli

Inammissibile

Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:

«Art-bis.

(Detrazione per i canoni di locazione)

        1. All'articolo 16 del decreto legislativo 22 dicembre 1996, n. 917, i commi 01, 1 e 1-bis sono sostituiti dai seguenti:

        ''01. Ai soggetti titolari di contratti di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale, stipulati o rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431, spetta una detrazione complessivamente pari a:

            a) euro 600, se il reddito complessivo non supera euro 15.493,71;

            b) euro 300, se il reddito complessivo supera euro 15.493,71 ma non euro 30.987,41.

        1. Ai soggetti titolari di contratti di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale degli stessi, stipulati o rinnovati a norma degli articoli 2, comma 3, e 4, commi 2 e 3, della legge 9 dicembre 1998, n. 431, spetta una detrazione complessivamente pari a:

            a) lire 1.260.000, se il reddito complessivo non supera lire 30.000.000;

            b) lire 780.000, se il reddito complessivo supera lire 30.000.000 ma non lire 60.000.000.

        1-bis. Ai lavoratori dipendenti che hanno trasferito o trasferiscono la propria residenza nel comune di lavoro o in uno di quelli limitrofi nei tre anni antecedenti quello di richiesta della detrazione, e siano titolari di contratti di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale degli stessi e situate nel nuovo comune di residenza, a non meno di 100 chilometri di distanza dal precedente e comunque al di fuori della propria regione, spetta una detrazione, per i primi tre anni complessivamente pari a:

            a) lire 2.220.000, se il reddito complessivo non supera lire 30 milioni;

            b) lire 1.260.000, se il reddito complessivo supera lire 30 milioni ma non lire 60 milioni.''

        2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 100 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.''».

ARTICOLO 10 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 10.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 9).

EMENDAMENTO

10.1

Lonardo

Inammissibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. Per il personale di categoria C (ex CCNEELL), assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in servizio al 1º gennaio 2018 nelle STO delle ex Autorità di Bacino Nazionali, istituite con exlege n. 183 del 1989 e confluite nelle Autorità di Bacino Distrettuali, istituite con decreto-legge n. 152 del 2006 modificato ed integrato con exlege n. 221 del 2015, in considerazione dell'alta professionalità acquisita e della specificità delle attività svolte al seguito dei numerosi eventi calamitosi di dissesto idrogeologico che hanno colpito l'Italia, è autorizzata la progressione verticale nella categoria D (ex CCNEELL) anche in deroga alla dotazione organica dell'Ente. La progressione avviene entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente norma previa presentazione domanda da parte del personale. Requisito necessario, ai fini della progressione, è la presenza in servizio in modo continuativo, presso le STO delle Autorità di Bacino Nazionali, in data antecedente il 31 dicembre 2012, Alla maggiore spesa per il personale (cap. 3011 - Tabella n. 9), si farà fronte attingendo dalle spese di funzionamento (cap. 3021 - Tabella n. 9) delle rispettive Autorità di Bacino Distrettuali per il solo anno 2019 per entrare poi a regime nell'anno 2020».

ARTICOLI 11 E 12 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 11.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 10).

2. Il numero massimo degli ufficiali ausiliari del Corpo delle capitanerie di porto da mantenere in servizio come forza media nell'anno 2019, ai sensi dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilito come segue: 251 ufficiali in ferma prefissata o in rafferma, di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010; 35 ufficiali piloti di complemento, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010.

3. Il numero massimo degli allievi del Corpo delle capitanerie di porto da mantenere alla frequenza dei corsi presso l'Accademia navale e le Scuole sottufficiali della Marina militare, per l'anno 2019, è fissato in 136 unità.

4. Nell'elenco n. 1 annesso allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, riguardante il Corpo delle capitanerie di porto, sono descritte le spese per le quali possono effettuarsi, per l'anno finanziario 2019, i prelevamenti dal fondo a disposizione iscritto nel programma «Sicurezza e controllo nei mari, nei porti e sulle coste», nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza» del medesimo stato di previsione.

5. Ai sensi dell'articolo 2 del regolamento per i servizi di cassa e contabilità delle Capitanerie di porto, di cui al regio decreto 6 febbraio 1933, n. 391, i fondi di qualsiasi provenienza possono essere versati in conto corrente postale dai funzionari delegati.

6. Le disposizioni legislative e regolamentari in vigore presso il Ministero della difesa si applicano, in quanto compatibili, alla gestione dei fondi di pertinenza delle Capitanerie di porto. Alle spese per la manutenzione e l'esercizio dei mezzi nautici, terrestri e aerei e per attrezzature tecniche, materiali e infrastrutture occorrenti per i servizi tecnici e di sicurezza dei porti e delle caserme delle Capitanerie di porto, di cui al programma «Sicurezza e controllo nei mari, nei porti e sulle coste», nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza» dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si applicano, per l'anno finanziario 2019, le disposizioni del nono periodo del comma 2-bis dell'articolo 34 della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

7. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a riassegnare allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti quota parte delle entrate versate al bilancio dello Stato derivanti dai corrispettivi di concessione offerti in sede di gara per il riaffidamento delle concessioni autostradali nella misura necessaria alla definizione delle eventuali pendenze con i concessionari uscenti.

Art. 12.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero della difesa e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 11).

2. Il numero massimo degli ufficiali ausiliari da mantenere in servizio come forza media nell'anno 2019, ai sensi dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilito come segue:

a) ufficiali ausiliari, di cui alle lettere a) e c) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:

1) Esercito n. 63;

2) Marina n. 47;

3) Aeronautica n. 64;

4) Carabinieri n. 0;

b) ufficiali ausiliari piloti di complemento, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:

1) Esercito n. 0;

2) Marina n. 27;

3) Aeronautica n. 9;

c) ufficiali ausiliari delle forze di completamento, di cui alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:

1) Esercito n. 103;

2) Marina n. 30;

3) Aeronautica n. 40;

4) Carabinieri n. 80.

3. La consistenza organica degli allievi ufficiali delle accademie delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è fissata, per l'anno 2019, come segue:

1) Esercito n. 289;

2) Marina n. 295;

3) Aeronautica n. 245;

4) Carabinieri n. 110.

4. La consistenza organica degli allievi delle scuole sottufficiali delle Forze armate, esclusa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b-bis) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2019, come segue:

1) Esercito n. 406;

2) Marina n. 374;

3) Aeronautica n. 281.

5. La consistenza organica degli allievi delle scuole militari, di cui alla lettera b-ter) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2019, come segue:

1) Esercito n. 500;

2) Marina n. 207;

3) Aeronautica n. 135.

6. Alle spese per le infrastrutture multinazionali della NATO, sostenute a carico dei programmi «Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza», nell'ambito della missione «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche», «Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza» e «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari», nell'ambito della missione «Difesa e sicurezza del territorio» dello stato di previsione del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2019, si applicano le direttive che definiscono le procedure di negoziazione ammesse dalla NATO in materia di affidamento dei lavori.

7. Negli elenchi n. 1 e n. 2 allegati allo stato di previsione del Ministero della difesa sono descritte le spese per le quali si possono effettuare, per l'anno finanziario 2019, i prelevamenti dai fondi a disposizione relativi alle tre Forze armate e all'Arma dei carabinieri, ai sensi dell'articolo 613 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66.

8. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione ai pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dal CONI, dal CIP, dalle singole Federazioni sportive nazionali, dalle regioni, dalle province, dai comuni e da altri enti pubblici e privati, destinate alle attività dei gruppi sportivi delle Forze armate.

9. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione ai pertinenti capitoli del programma «Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza», nell'ambito della missione «Difesa e sicurezza del territorio» dello stato di previsione del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dalla Banca d'Italia per i servizi di vigilanza e custodia resi presso le proprie sedi dal personale dell'Arma dei carabinieri.

EMENDAMENTO

12.1

Garavini, Vattuone, Rojc

Inammissibile

Dopo il comma 9, inserire i seguenti:

        «9-bis. Dopo l'articolo 614 2-bis del decreto legislativo del 15 marzo 2010, n. 66, è inserito il seguente: ''articolo 614 3-bis - Nella prospettiva degli interventi di valorizzazione del personale civile contrattualizzato appartenente alle aree funzionali del Ministero della difesa in relazione alla peculiarità del suo impiego e al contributo fornito in termini di integrazione delle funzioni di difesa e sicurezza assicurate dal personale delle Forze annate, è istituito un Fondo integrativo del trattamento economico accessorio del personale civile della Difesa destinato a remunerare tale peculiare situazione di impiego e la complessità e variabilità dei nuovi compiti da assolvere. La dotazione finanziaria di detto Fondo integrativo, volto a prevedere compensi per il supporto fornito alle attività delle Forze Armate in tema di difesa e sicurezza nazionale, è pari a 21 milioni annui per il triennio 2019-2021 ed è ripartito attraverso la contrattazione collettiva nazionale integrativa. Agli oneri di cui ai presente comma si provvede, per gli anni 2019 e 2020, nei termini di cui all'art 1, comma 590, della legge 27 dicembre 2017, n. 205; per il 2021, mediante quota parte dei risparmi di cui all'articolo 11, comma 5, lettera b) del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 94''.

        9-ter. Al fine di soddisfare le esigenze di efficientamento e ammodernamento dello strumento militare, anche mediante mirati processi di razionale rimodulazione delle dotazioni organiche del personale civile del Ministero della difesa nonché nella prospettiva della valorizzazione di tale personale, il Ministero della difesa è autorizzato, nei limiti del 50 per cento delle posizioni disponibili in dotazione organica, a indire una o più procedure interne per il passaggio del personale inquadrato nella prima area funzionale all'area seconda, con profilo professionale di addetto e attribuzione della prima fascia retributiva d'inquadramento F1. Per le stesse finalità e con gli stessi limiti, il Ministero della difesa è autorizzato, nell'ambito dei posti disponibili e in relazione al fabbisogno, ad indire una o più procedure interne per il passaggio del personale inquadrato nella seconda area alla terza area funzionale con attribuzione della prima fascia retributiva d'inquadramento F1, qualora in possesso dei prescritti titoli di studio previsti per l'accesso dall'esterno alla terza area. Gli effetti economici e giuridici decorrono dalla completa definizione delle procedure selettive. Il rapporto tra posti riservati ai dipendenti e posti riservati agli accessi dall'esterno è fissato, in deroga a quanto previsto dall'articolo 22, comma 15, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 e nell'ambito della medesima area funzionale, nella percentuale, rispettivamente, del 50 per cento e 50 per cento, computando in tale ultima percentuale anche gli accessi per procedure assunzionali finalizzate al 31 dicembre 2018. Per le finalità di cui al comma 9-bis, si provvede alla relativa copertura finanziaria a valere sulle facoltà assunzionali annuali del Ministero della difesa. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

ARTICOLO 13 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 13.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 12).

2. Per l'attuazione del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, e del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 100, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, nell'ambito della parte corrente e nell'ambito del conto capitale dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, occorrenti per la modifica della ripartizione delle risorse tra i vari settori d'intervento del Programma nazionale della pesca e dell'acquacoltura.

3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, al trasferimento delle somme iscritte nel capitolo 2827 del programma «Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale», nell'ambito della missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca» dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo per l'anno finanziario 2019, ai competenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo per il medesimo anno, secondo la ripartizione percentuale indicata all'articolo 24, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157.

4. Per l'anno finanziario 2019 il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, le variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, occorrenti per l'attuazione di quanto stabilito dagli articoli 12 e 23-quater del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, in ordine alla soppressione e riorganizzazione di enti vigilati dal medesimo Ministero.

5. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, tra i pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, le somme iscritte, in termini di residui, di competenza e di cassa, nel capitolo 7810 «Somme da ripartire per assicurare la continuità degli interventi pubblici nel settore agricolo e forestale» istituito nel programma «Politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca, dell'ippica e mezzi tecnici di produzione», nell'ambito della missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca» del medesimo stato di previsione, destinato alle finalità di cui alla legge 23 dicembre 1999, n. 499, recante razionalizzazione degli interventi nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale.

6. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione ai pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato da amministrazioni ed enti pubblici in virtù di accordi di programma, convenzioni e intese per il raggiungimento di finalità comuni in materia di telelavoro, ai sensi dell'articolo 4 della legge 16 giugno 1998, n. 191, dell'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 70, e dell'articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241.

EMENDAMENTO

13.1

Garavini, Giacobbe, Alfieri, Boldrini, Marino, Stefano, Manca

Respinto

Dopo il comma 6 aggiungere i seguenti:

        «6-bis. È istituito nello stato di previsione del Ministero dell'agricoltura e del turismo, un fondo da ripartire con una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro per il 2019, di 7 milioni di euro per il 2020, di 10 milioni di euro per l'anno 2021, per l'incentivazione e il potenziamento del ''turismo di ritorno'' degli italiani all'estero e degli italodiscendenti.

        6-ter. Il Fondo di cui al comma precedente è destinato al cofinanziamento di progetti presentati da Regioni, enti locali, soggetti associativi e imprese, incluse in un apposito albo predisposto dal Ministero dell'agricoltura e del turismo.

        6-quater. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto, emana il regolamento di gestione del Fondo di cui ai precedenti commi''.»

        Conseguentemente, alla Tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni in diminuzione:

        2019: -   5.000.000;

        2020: -   7.000.000;

        2021: - 10.000.000.

ARTICOLI DA 14 A 18 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 14.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero per i beni e le attività culturali, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 13).

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative di bilancio, in termini di residui, di competenza e di cassa, tra i capitoli iscritti nel programma «Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo dal vivo», nell'ambito della missione «Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici» dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali relativi al Fondo unico per lo spettacolo.

3. Ai fini di una razionale utilizzazione delle risorse di bilancio, per l'anno finanziario 2019, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, adottati su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, comunicati alle competenti Commissioni parlamentari e trasmessi alla Corte dei conti per la registrazione, le occorrenti variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, tra i capitoli iscritti nei pertinenti programmi dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, relativi agli acquisti ed alle espropriazioni per pubblica utilità, nonché per l'esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato su immobili di interesse archeologico e monumentale e su cose di arte antica, medievale, moderna e contemporanea e di interesse artistico e storico, nonché su materiale archivistico pregevole e materiale bibliografico, raccolte bibliografiche, libri, documenti, manoscritti e pubblicazioni periodiche, ivi comprese le spese derivanti dall'esercizio del diritto di prelazione, del diritto di acquisto delle cose denunciate per l'esportazione e dell'espropriazione, a norma di legge, di materiale bibliografico prezioso e raro.

4. Al pagamento delle retribuzioni delle operazioni e dei servizi svolti in attuazione del piano nazionale straordinario di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura dal relativo personale si provvede mediante ordini collettivi di pagamento con il sistema denominato «cedolino unico», ai sensi dell'articolo 2, comma 197, della legge 23 dicembre 2009, n. 191. A tal fine il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, le variazioni compensative di bilancio in termini di competenza e di cassa su appositi piani gestionali dei capitoli relativi alle competenze accessorie del personale.

Art. 15.

Approvato

(Stato di previsione del Ministero della salute e disposizioni relative)

1. Sono autorizzati l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero della salute, per l'anno finanziario 2019, in conformità all'annesso stato di previsione (Tabella n. 14).

2. Per l'anno finanziario 2019, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministero della salute, variazioni compensative, in termini di competenza e di cassa, tra gli stanziamenti alimentati dal riparto della quota di cui all'articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, iscritti in bilancio nell'ambito della missione «Ricerca e innovazione» dello stato di previsione del Ministero della salute, restando precluso l'utilizzo degli stanziamenti di conto capitale per finanziare spese correnti.

Art. 16.

Approvato

(Totale generale della spesa)

1. Sono approvati, rispettivamente, in euro 877.584.073.508, in euro 878.795.267.927 e in euro 891.929.335.111 in termini di competenza, nonché in euro 913.214.702.292, in euro 891.009.837.070 e in euro 901.005.972.695 in termini di cassa, i totali generali della spesa dello Stato per il triennio 2019-2021.

Art. 17.

Approvato

(Quadro generale riassuntivo)

1. È approvato, in termini di competenza e di cassa, per il triennio 2019-2021, il quadro generale riassuntivo del bilancio dello Stato, con le tabelle allegate.

Art. 18.

Approvato nel testo emendato

(Disposizioni diverse)

1. In relazione all'accertamento dei residui di entrata e di spesa per i quali non esistono nel bilancio di previsione i corrispondenti capitoli nell'ambito dei programmi interessati, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad istituire gli occorrenti capitoli nei pertinenti programmi con propri decreti da comunicare alla Corte dei conti.

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a trasferire, in termini di competenza e di cassa, con propri decreti, su proposta dei Ministri interessati, per l'anno finanziario 2019, le disponibilità esistenti su altri programmi degli stati di previsione delle amministrazioni competenti a favore di appositi programmi destinati all'attuazione di interventi cofinanziati dall'Unione europea.

3. In relazione ai provvedimenti di riordino delle amministrazioni pubbliche, il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta dei Ministri competenti, è autorizzato ad apportare, con propri decreti da comunicare alle Commissioni parlamentari competenti, per l'esercizio finanziario 2019, le variazioni compensative di bilancio in termini di residui, di competenza e di cassa, ivi comprese l'istituzione, la modifica e la soppressione di programmi, che si rendano necessarie in relazione all'accorpamento di funzioni o al trasferimento di competenze.

4. Su proposta del Ministro competente, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, da comunicare alle Commissioni parlamentari competenti, negli stati di previsione della spesa che nell'esercizio finanziario 2018 e in quello in corso siano stati interessati dai processi di ristrutturazione di cui al comma 3, nonché da quelli previsti da altre normative vigenti, possono essere effettuate variazioni compensative, in termini di residui, di competenza e di cassa, limitatamente alle autorizzazioni di spesa aventi natura di fabbisogno, nonché tra capitoli di programmi dello stesso stato di previsione limitatamente alle spese di funzionamento per oneri relativi a movimenti di personale e per quelli strettamente connessi con l'operatività delle amministrazioni.

5. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio connesse con l'attuazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale dipendente dalle amministrazioni dello Stato, stipulati ai sensi dell'articolo 40 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché degli accordi sindacali e dei provvedimenti di concertazione, adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, per quanto concerne il trattamento economico fondamentale e accessorio del personale interessato. Per l'attuazione di quanto previsto dal presente comma, le somme iscritte nel conto dei residui sul capitolo 3027 «Fondo da ripartire per l'attuazione dei contratti del personale delle amministrazioni statali, ivi compreso il personale militare e quello dei corpi di polizia» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze possono essere versate all'entrata del bilancio dello Stato.

6. Le risorse finanziarie relative ai fondi destinati all'incentivazione del personale civile dello Stato, delle Forze armate, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e dei Corpi di polizia, nonché quelle per la corresponsione del trattamento economico accessorio del personale dirigenziale, non utilizzate alla chiusura dell'esercizio, sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio occorrenti per l'utilizzazione dei predetti fondi conservati.

7. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione, negli stati di previsione delle amministrazioni statali interessate, per l'anno finanziario 2019, delle somme rimborsate dalla Commissione europea per spese sostenute dalle amministrazioni medesime a carico dei pertinenti programmi dei rispettivi stati di previsione, affluite al fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, e successivamente versate all'entrata del bilancio dello Stato.

8. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, occorrenti per l'attuazione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri emanati ai sensi dell'articolo 7 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dei decreti legislativi concernenti il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della medesima legge n. 59 del 1997.

9. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, nei pertinenti programmi degli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio occorrenti per l'applicazione del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56, concernente disposizioni in materia di federalismo fiscale.

10. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata a titolo di contribuzione alle spese di gestione degli asili nido istituiti presso le amministrazioni statali ai sensi dell'articolo 70, comma 5, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, nonché di quelle versate a titolo di contribuzione alle spese di gestione di servizi ed iniziative finalizzati al benessere del personale.

11. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, nell'ambito degli stati di previsione di ciascun Ministero, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative di bilancio tra i capitoli interessati al pagamento delle competenze fisse e accessorie mediante ordini collettivi di pagamento con il sistema denominato «cedolino unico», ai sensi dell'articolo 2, comma 197, della legge 23 dicembre 2009, n. 191.

12. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio compensative occorrenti per l'attuazione dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

13. In attuazione dell'articolo 30, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative, in termini di competenza e di cassa, tra gli stanziamenti dei capitoli degli stati di previsione dei Ministeri, delle spese per interessi passivi e per rimborso di passività finanziarie relative ad operazioni di mutui il cui onere di ammortamento è posto a carico dello Stato.

14. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio compensative occorrenti in relazione alle riduzioni dei trasferimenti agli enti territoriali, disposte ai sensi dell'articolo 16, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

15. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a riassegnare, per l'anno finanziario 2019, con propri decreti, negli stati di previsione delle amministrazioni competenti per materia, che subentrano, ai sensi della normativa vigente, nella gestione delle residue attività liquidatorie degli organismi ed enti vigilati dallo Stato, sottoposti a liquidazione coatta amministrativa in base all'articolo 12, comma 40, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, le somme, residuali al 31 dicembre 2018, versate all'entrata del bilancio dello Stato dai commissari liquidatori cessati dall'incarico.

16. Le somme stanziate sul capitolo 1896 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, destinate al CONI per il finanziamento dello sport, e sul capitolo 2295 dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, destinate agli interventi già di competenza della soppressa Agenzia per lo sviluppo del settore ippico, per il finanziamento del monte premi delle corse, in caso di mancata adozione del decreto previsto dall'articolo 1, comma 281, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, o, comunque, nelle more dell'emanazione dello stesso, costituiscono determinazione della quota parte delle entrate erariali ed extraerariali derivanti da giochi pubblici con vincita in denaro affidati in concessione allo Stato ai sensi del comma 282 del medesimo articolo 1 della citata legge n. 311 del 2004.

17. Le risorse, pari ad euro 5 milioni, relative a iniziative di promozione integrata all'estero volte alla valorizzazione dell'immagine dell'Italia anche ai fini dell'incentivazione dei flussi turistici, a valere sul bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato nell'anno finanziario 2019.

18. Le risorse finanziarie iscritte nei fondi connessi alla sistemazione di partite contabilizzate in conto sospeso nonché da destinare alle regioni, alle province autonome e agli altri enti territoriali, istituiti negli stati di previsione dei Ministeri interessati, in relazione all'eliminazione dei residui passivi di bilancio e alla cancellazione dei residui passivi perenti, a seguito dell'attività di ricognizione svolta in attuazione dell'articolo 49, comma 2, lettere c) e d), del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, sono ripartite con decreti del Ministro competente.

19. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alle variazioni compensative per il triennio 2019-2021 tra i programmi degli stati di previsione dei Ministeri interessati ed il capitolo 3465, articolo 2, dello stato di previsione dell'entrata, in relazione al contributo alla finanza pubblica previsto dal comma 6 dell'articolo 46 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, da attribuire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri a carico delle regioni a statuto ordinario.

20. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio occorrenti per la ripartizione, tra le diverse finalità di spesa, delle risorse finanziarie iscritte negli stati di previsione del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in attuazione dell'articolo 19, commi 2 e 3, del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30.

21. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, le variazioni di bilancio occorrenti per la riduzione degli stanziamenti dei capitoli relativi alle spese correnti per l'acquisto di beni e servizi in applicazione di quanto disposto dall'articolo 2, comma 222-quater, della legge 23 dicembre 2009, n. 191.

22. Per corrispondere alle eccezionali indilazionabili esigenze di servizio, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire tra le amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, le risorse iscritte sul fondo istituito ai sensi dell'articolo 3 della legge 22 luglio 1978, n. 385, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, nell'ambito della missione «Fondi da ripartire», programma «Fondi da assegnare», capitolo 3026, sulla base delle assegnazioni disposte con l'apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Tali assegnazioni tengono conto anche delle risorse finanziarie già iscritte sui pertinenti capitoli degli stati di previsione dei Ministeri interessati al fine di assicurare la tempestiva corresponsione delle somme dovute al personale e ammontanti al 50 per cento delle risorse complessivamente autorizzate per le medesime finalità nell'anno 2018. L'utilizzazione delle risorse è subordinata alla registrazione del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da parte dei competenti organi di controllo.

23. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta dei Ministri competenti, per l'anno finanziario 2019, le variazioni compensative, anche tra programmi diversi del medesimo stato di previsione, in termini di residui, di competenza e di cassa, che si rendano necessarie nel caso di sentenze definitive anche relative ad esecuzione forzata nei confronti delle amministrazioni dello Stato.

24. In relazione al pagamento delle competenze accessorie mediante ordini collettivi di pagamento con il sistema denominato «cedolino unico», ai sensi dell'articolo 2, comma 197, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'interno, fra gli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, i fondi iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'interno, nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza», programma «Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e la sicurezza pubblica» e programma «Pianificazione e coordinamento Forze di polizia», concernenti il trattamento accessorio del personale delle Forze di polizia e del personale alle dipendenze della Direzione investigativa antimafia. Nelle more del perfezionamento del decreto del Ministro dell'interno, di cui all'articolo 43, tredicesimo comma, della legge 1° aprile 1981, n. 121, al fine di consentire il tempestivo pagamento dei compensi per lavoro straordinario ai corpi di polizia, è autorizzata l'erogazione dei predetti compensi nei limiti stabiliti dal decreto adottato ai sensi del medesimo articolo 43, tredicesimo comma, per l'anno 2018.

25. In relazione al pagamento delle competenze fisse e accessorie mediante ordini collettivi di pagamento con il sistema denominato «cedolino unico», ai sensi dell'articolo 2, comma 197, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a riassegnare nello stato di previsione del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2019, le somme versate in entrata concernenti le competenze fisse ed accessorie del personale dell'Arma dei carabinieri in forza extraorganica presso le altre amministrazioni.

26. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'interno, per l'anno finanziario 2019, variazioni compensative negli stati di previsione delle amministrazioni interessate tra le spese per la manutenzione dei beni acquistati nell'ambito delle dotazioni tecniche e logistiche per le esigenze delle sezioni di polizia giudiziaria, iscritte nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza», programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica».

27. Ai fini dell'attuazione del programma di interventi previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, finanziato ai sensi del comma 12 del medesimo articolo, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, per l'anno finanziario 2019, variazioni compensative, in termini di residui, di competenza e di cassa, tra i capitoli dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico relativi all'attuazione del citato programma di interventi e i correlati capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

28. In relazione alla razionalizzazione delle funzioni di polizia e all'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, le opportune variazioni compensative di bilancio tra gli stati di previsione delle amministrazioni interessate.

29. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione negli stati di previsione delle amministrazioni interessate, per l'anno finanziario 2019, delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato dall'Unione europea, dalle pubbliche amministrazioni e da enti pubblici e privati, a titolo di contribuzione alle spese di promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 2015, n. 124.

30. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire, tra gli stati di previsione dei Ministeri interessati, le risorse del capitolo «Fondo da assegnare per la sistemazione contabile delle partite iscritte al conto sospeso», iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'anno finanziario 2019. Le risorse del suddetto Fondo non utilizzate nel corso dello stesso esercizio sono conservate in bilancio al termine dell'anno 2019 per essere utilizzate nell'esercizio successivo.

31. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni compensative di bilancio, anche in termini di residui, relativamente alle sole competenze fisse, tra i capitoli delle amministrazioni interessate al riordino delle Forze armate e delle Forze di polizia previsto dai decreti legislativi 29 maggio 2017, n. 94 e n. 95.

32. Le somme affluite all'entrata del bilancio dello Stato per effetto di donazioni effettuate da soggetti privati in favore di amministrazioni centrali e periferiche dello Stato puntualmente individuate possono essere riassegnate ad appositi capitoli di spesa degli stati di previsione dei Ministeri interessati.

33. In relazione al riordino delle attribuzioni, ai sensi del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 97, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio, in termini di residui, di competenza e di cassa, tra gli stati di previsione interessati, ivi comprese l'istituzione, la modifica e la soppressione di programmi che si rendano necessarie in relazione all'accorpamento di funzioni o al trasferimento di competenze.

EMENDAMENTI

18.1

Pittella, Fedeli, Ginetti

Respinto

Dopo il comma 7, inserire il seguente:

        «7-bis. A valere sulle disponibilità del Fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, sono destinate, fino al limite di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, risorse a favore delle azioni di cooperazione allo sviluppo realizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in coerenza e a complemento della politica di cooperazione dell'Unione europea. Le somme annualmente individuate sulla base delle azioni finanziabili ai sensi del presente comma sono versate dal Fondo di rotazione all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate al pertinente capitolo di spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che provvede al relativo utilizzo in favore delle azioni stesse».

18.2

De Petris, Errani, Grasso, Laforgia

Id. em. 18.1

Dopo il comma 7, inserire il seguente:

        «7-bis. A valere sulle disponibilità del Fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, sono destinate, fino al limite di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, risorse a favore delle azioni di cooperazione allo sviluppo realizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in coerenza e a complemento della politica di cooperazione dell'Unione europea. Le somme annualmente individuate sulla base delle azioni finanziabili ai sensi del presente comma sono versate dal Fondo di rotazione all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinate al pertinente capitolo di spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che provvede al relativo utilizzo in favore delle azioni stesse».

18.3

Manca, Collina, Richetti, Ferrari

Respinto

Dopo il comma 20 inserire il seguente:

        «20-bis. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali è autorizzato a disporre il rimborso, entro il limite di 60 milioni di euro per l'anno 2018, delle somme anticipate dalle regioni a favore delle imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi. Al relativo onere, pari a 60 milioni di euro per l'anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell'ambito del programma ''Fondi di riserva e speciali'' della missione ''Fondi da ripartire'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Il presente comma entra in vigore il giorno stesso della pubblicazione della presente legge nella Gazzetta Ufficiale.».

18.4

Romeo, Rivolta, Ferrero, Zuliani, Solinas

Approvato

Al comma 22, sostituire l'ultimo periodo con il seguente: «E' autorizzata l'erogazione dei predetti compensi nelle more del perfezionamento del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e nei limiti ivi stabiliti per l'anno 2018.».

18.5000/1

Laus

Respinto

-All'emendamento 18.5000, dopo il comma 27-bis aggiungere il seguente:

        «27-ter. Il fondo di cui alla legge n. 181 del 1989 è incrementato di 10 milioni di euro per l'anno 2019 e di 40 milioni di euro per l'anno 2020 destinati ad azioni infrastrutturali e di supporto alle imprese connessi all'Area di Crisi Industriale complessa del Sistema Locale del Lavoro dell'area metropolitana di Torino.»

        Conseguentemente, alla Tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni in diminuzione:

        2019: - 10.000.000;

        2020: - 40.000.000;

        2021: - .

18.5000

Il Governo

Approvato

Dopo il comma 27 inserire il seguente:

        «27-bis. Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro competente da trasmettere entro il 31 gennaio 2019, possono essere disposte variazioni compensative di bilancio, in termini di residui, di competenza e di cassa, delle risorse assegnate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione del Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, nell'ambito degli stanziamenti annuali complessivamente assegnati ai corpi di polizia. I decreti di cui al comma precedente sono comunicati al Parlamento e alla Corte dei Conti».

18.5001

Il Governo

Approvato

Dopo il comma 33, aggiungere il seguente:

        «33-bis. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, per l'anno finanziario 2019, variazioni compensative, in termini di competenza e cassa, tra le spese per la partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali iscritte nell'ambito della missione "L'Italia in Europa e nel Mondo", programma "Politica economica e finanziaria in ambito internazionale" e le spese connesse con l'intervento diretto di società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze all'interno del sistema economico, anche attraverso la loro capitalizzazione, iscritte nell'ambito della missione "Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica", Programma "Regolamentazione e vigilanza sul settore finanziario"».

ARTICOLO 19 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 19.

Approvato

(Entrata in vigore)

1. La presente legge, salvo quanto diversamente previsto, entra in vigore il 1° gennaio 2019.

________________

N.B. Per le Tabelle e i quadri generali riassuntivi si rinvia all'Atto Senato 981 .

Allegato B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:

DISEGNO DI LEGGE N. 981

sull'articolo 3, il senatore Romano avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull'emendamento 7.1, il senatore Verducci avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull'articolo 6, la senatrice Lupo avrebbero voluto esprimere un voto favorevole.

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bogo Deledda, Borgonzoni, Candiani, Cattaneo, Cioffi, Crimi, De Poli, Marino, Merlo, Monti, Napolitano, Ronzulli, Santangelo, Sbrollini, Siri e Sudano.

Nessun senatore è assente per incarico avuto dal Senato.

Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, variazioni nella composizione

Il Presidente della Camera dei deputati, in data 18 dicembre 2018, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, il deputato Luciano Nobili in sostituzione del deputato Ivan Scalfarotto, dimissionario.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatrice La Mura Virginia

Disposizioni per la riqualificazione morfologica e la gestione ecosistemica degli alvei e degli argini dei fiumi e dei torrenti, delle aree demaniali fluviali e corridoi ecologici, delle vasche di laminazione e delle aree naturali di espansione per la mitigazione del rischio di alluvione e il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d'acqua (993)

(presentato in data 19/12/2018)

Senatore Cangini Andrea

Regolamentazione per l'accesso di minori d'età a discoteche, concerti e sale da ballo (994)

(presentato in data 20/12/2018)

Senatore Nencini Riccardo

Disposizioni urgenti per garantire i punti di nascita dei presidi ospedalieri dei territori a bassa intensità demografica (995)

(presentato in data 20/12/2018)

Governo, trasmissione di documenti

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 19 dicembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 31, primo comma, della legge 27 aprile 1982, n. 186, la relazione sullo stato della giustizia amministrativa e sugli incarichi conferiti a norma dell'articolo 29, terzo comma, della citata legge n. 186 del 1982, per l'anno 2017.

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente (Doc. LXI, n. 1).

Il Ministro per la pubblica amministrazione, con lettera in data 13 dicembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, la prima relazione concernente gli esiti del monitoraggio sull'attuazione delle prescrizioni del medesimo decreto legislativo n. 218 del 2016, recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca, da parte dell'Istituto nazionale di statistica, riferita all'anno 2017.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente (Doc. CCXXXIX, n. 1)

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 13 dicembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1075, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, la prima relazione concernente lo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale finanziati con le risorse del fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a, alla 5ae alla 8a Commissione permanente (Doc. CCXL, n. 1).

Autorità garante della concorrenza e del mercato, trasmissione di atti

Il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 13 dicembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, un parere relativo agli articoli 41-bis e 51 dell'Atto Camera n. 1334 del 31 ottobre 2018, recante "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021".

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a, alla 10a e alla 12a Commissione permanente (Atto n. 131).

Autorità nazionale anticorruzione, trasmissione di atti

Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 17 dicembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettera c), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, una segnalazione recante proposta di modifica dell'ambito soggettivo dell'articolo 80 del Codice dei contratti pubblici, approvata da quel Consesso con delibera n. 1141 del 12 dicembre 2018.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a e alla 8a Commissione permanente (Atto n. 130).

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 13 dicembre 2018, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, per l'esercizio 2017. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 91);

dell'Ente di Previdenza dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati (EPPI), per gli esercizi dal 2015 al 2016. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 92).

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.

Il signor Francesco Di Pasquale da Cancello ed Arnone (Caserta) chiede:

provvedimenti a tutela della mozzarella di produzione italiana (Petizione n. 271, assegnata alla 9a Commissione permanente);

agevolazioni per le famiglie che versano in condizioni di difficoltà in relazione ai servizi di acqua, gas, rifiuti ed elettricità (Petizione n. 272, assegnata alla 11a Commissione permanente);

misure a tutela delle tradizioni religiose nazionali (Petizione n. 273, assegnata alla 1a Commissione permanente);

disposizioni contro le sofisticazioni a tutela della produzione vitivinicola italiana (Petizione n. 274, assegnata alla 9a Commissione permanente);

l'accorpamento di regioni confinanti in macroregioni al fine di conseguire risparmi di spesa (Petizione n. 275, assegnata alla 1a Commissione permanente);

il signor Franco Maria Vagge da Genova chiede l'istituzione dello Shareholder Advisory Committee (Comitato Consultivo degli Azionisti) per le società bancarie e finanziarie quotate in un mercato regolamentato al fine di migliorare le relazioni della società con gli azionisti retail e la partecipazione alla riflessione sugli orientamenti societari (Petizione n. 276, assegnata alla 6a Commissione permanente);

la signora Maria Letizia Antonaci da Roma chiede la proroga della scadenza del 7 dicembre 2018 prevista dal decreto-legge n. 119/2018 in materia di definizione agevolata dei carichi e la possibilità di fare confluire l'intero debito nella definizione agevolata ter (Petizione n. 277, assegnata alla 6a Commissione permanente);

il signor Edoardo Frassetto da Spresiano (Treviso) chiede l'estensione del bonus cultura ai dipendenti delle biblioteche (Petizione n. 278, assegnata alla 7a Commissione permanente);

il signor Antonio Rotolo da Montecatini Terme (Pistoia) chiede l'adozione di disposizioni volte a garantire l'attuazione di alcuni principi fondamentali della Costituzione in materia di occupazione (Petizione n. 279, assegnata alla 11a Commissione permanente);

il signor Stefano Casabianca da Catania chiede l'installazione obbligatoria sui mezzi di soccorso di pianali ammortizzati per il trasporto dei pazienti (Petizione n. 280, assegnata alla 8a Commissione permanente);

il signor Antonio Rossi da Viterbo chiede:

misure di semplificazione nel rilascio di certificati di stato civile ed anagrafici (Petizione n. 281, assegnata alla 1a Commissione permanente);

l'esenzione dall'imposta di bollo per talune tipologie di documenti (Petizione n. 282, assegnata alla 6a Commissione permanente);

Mozioni

BOLDRINI, PITTELLA, RAMPI, FEDELI, GIACOBBE, ALFIERI, PATRIARCA, IORI, CUCCA, GINETTI, FERRAZZI - Il Senato,

premesso che:

secondo l'ultimo rapporto sulla salute mentale (2016), sono 807.035 le persone con problemi di salute mentale assistite dai dipartimenti di salute mentale (esclusi i dati della regione Valle d'Aosta e della provincia autonoma di Bolzano);

sono passati 40 anni dall'approvazione della legge 13 maggio 1978, n. 180, nota anche come "legge Basaglia", che ha avviato in Italia un percorso di riforma della psichiatria sulla base di tre principi fondamentali: superamento della logica manicomiale fondata sull'esclusione della persona dalla comunità di appartenenza, precisa regolamentazione dei trattamenti sanitari obbligatori circoscritti solo a casi limitati e preferenza per servizi e presidi sociosanitari extraospedalieri di cura, prevenzione e riabilitazione diffusi nel territorio, per favorire l'inclusione sociale;

tale strategia ha dato finalmente dignità e diritti a chi soffre di disturbi mentali. Per la prima volta, infatti con la "riforma Basaglia" chi soffre di disturbi mentali, da soggetto pericoloso, incurabile, da allontanare dalla società, è diventato soggetto protagonista della propria vita con i diritti di cittadinanza, compreso il diritto alla cura e alla possibilità di guarigione;

prima della legge n. 180 in Italia erano presenti 98 ospedali psichiatrici, regolati dalla legge 14 febbraio 1904, n. 36, che ospitavano più di 89.000 persone e dove i ricoveri avvenivano in modo coatto, perfino su richiesta di chi segnalava la presunta pericolosità della persona, dove non esistevano limiti di età per il ricovero, e bastava un certificato medico che dichiarasse il soggetto pericoloso per sé o per gli altri. Per questo spesso venivano internati anche bambini piccolissimi, solo perché le famiglie non potevano o non volevano prendersene cura e dove, più che curare i pazienti si tendeva a sedarli e contenerli;

la prima modifica dei manicomi si ebbe con la legge 12 febbraio 1968, n. 132, che fissò un massimo di 500 posti letto per manicomio, abolì l'iscrizione al casellario giudiziario degli internati e introdusse il ricovero volontario, con la speranza che nel tempo potesse diventare la modalità principale di ricovero;

soltanto con la legge Basaglia, però, vi sono stati il superamento dell'istituto del manicomio e la restituzione del diritto di cittadinanza alle persone con problemi di salute mentale, l'eliminazione della pericolosità dai criteri per cui una persona doveva essere curata, e l'introduzione del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), sempre "nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione";

la portata storica della legge n. 180, quindi, non risiede soltanto nelle norme di immediata attuazione, quanto piuttosto nell'affermazione della dignità delle persone, del godimento dei diritti civili e politici dei malati, della volontarietà nell'accesso alle cure, che sono state poi perseguite con legislazione ordinaria, in primis dalla legge 23 dicembre 1978, n. 833, di riforma sanitaria, e dalla normativa di dettaglio, che tuttavia hanno faticato ad affermarsi nella concreta declinazione nelle regioni e nei territori;

infatti, la rivoluzione iniziata con la legge Basaglia ha richiesto e continua a richiedere molto tempo differenziandosi da regione a regione e, se molte di quelle disposizioni hanno trovato piena applicazione, diverse norme di principio, la cui attuazione era affidata a provvedimenti successivi e conseguenti, non hanno trovato risposta. Un esempio è il principio della "territorializzazione" dell'assistenza psichiatrica, per il quale una definizione a livello nazionale della responsabilità, dei compiti e degli standard qualitativi è affidata ad un progetto obiettivo per la salute mentale di 20 anni fa;

a tutt'oggi, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione relativi alle malattie mentali attuati di norma dai servizi e presidi extraospedalieri hanno assoluto bisogno di una rinnovata cornice di obiettivi e strumenti nazionali chiari, forti e condivisi per orientarne l'operatività;

l'unico atto formale di carattere generale dello Stato, dal 1978 ad oggi, che si è occupato di normare i principi della legge n. 180 è stato il progetto obiettivo "Tutela salute mentale 1998-2000", di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 22 novembre 1999. Un testo sicuramente condivisibile, ma privo per sua propria natura della "forza" giuridica necessaria e ormai ampiamente datato;

lo stesso superamento dell'istituto del manicomio, pilastro della rivoluzione della legge Basaglia, è stato lento, e ci sono voluti circa 20 anni perché gli ospedali psichiatrici fossero sostituti da centri di salute mentale, da centri diurni per favorire la permanenza a casa, da strutture residenziali per chi ha bisogno di assistenza per lunghi periodi e da servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) cioè i reparti psichiatrici degli ospedali generali;

solo con la legge 17 febbraio 2012, n. 9, e la legge 30 maggio 2014, n. 81, è stata stabilita la chiusura dei sei ospedali psichiatrici giudiziari, le cui condizioni erano simili se non peggiori rispetto a quelle dei vecchi manicomi. Il superamento effettivo di queste strutture è stato completato nel 2017 per far posto non solo alle residenze per le misure di sicurezza detentive (Rems), ma soprattutto a percorsi di cura e riabilitazione individuali con misure di sicurezza non detentive; le Rems dovrebbero ospitare ex lege non più di 20 posti letto, mentre invece nella struttura più grande d'Italia, a Castiglione delle Stiviere (Mantova), nata dalle ceneri del vecchio ospedale psichiatrico giudiziario, sono ricoverati 160 pazienti, di cui 140 uomini e 20 donne;

si tratta di 28 strutture presenti in tutta Italia, di cui 4 definitive, per 604 persone ricoverate. Sono forti le differenze tra le regioni visto che accanto a edifici all'avanguardia, provvisti di spazi verdi, laboratori e aree ricreative, resistono strutture che assomigliano a piccole carceri in cui si applica persino il regolamento penitenziario nonostante l'accordo della Conferenza unificata del 26 febbraio 2015; una particolare criticità è rappresentata dalla lista d'attesa per l'ingresso in una Rems: in teoria, sarebbero oltre 400 le persone con misura di sicurezza detentiva che non hanno trovato ancora posto, ma in realtà molte di queste persone hanno già trovato una soluzione con l'inserimento in altre strutture sanitarie, mentre suscita preoccupazione la situazione delle persone rimaste in carcere. La soluzione, come ha rappresentato anche il Consiglio superiore della magistratura, non è l'aumento dei posti in Rems (da considerarsi extrema ratio), quanto una più puntuale attuazione della legge n. 81 del 2014 per l'adozione di misure di sicurezza non detentive;

anche i servizi psichiatrici di diagnosi e cura e i centri di salute mentale sono spesso oggetto di critiche, poiché tra le regioni ci sono molte differenze nei servizi di cura alle persone con disturbi mentali: così come oggetto di critica sono le modalità con cui troppo spesso viene adottato il trattamento sanitario obbligatorio, regolamentato dalla legge n. 833 del 1978 (articoli 33-35): un atto composito, di tipo medico e giuridico, che consente l'effettuazione di determinati accertamenti e terapie ad un soggetto contro la sua volontà, che talvolta è stato praticato in modo violento con episodi estremi di morte del paziente;

al di là delle criticità evidenziate, c'è bisogno di diffondere una maggiore cognizione sulla curabilità dei gravi disturbi psichiatrici, dai quali si può guarire, avendo ben presente che, secondo le attuali conoscenze scientifiche, sono da considerarsi multifattoriali con componenti psicologiche, biologiche e sociali;

è necessario comunque dare risposte concrete a queste critiche, senza per altro giustificare pericolose scorciatoie verso un ritorno alla logica manicomiale;

appare oggi sempre più urgente assicurare un'uniformità di trattamento ai malati mentali su tutto il territorio nazionale, con interventi che si pongano in continuità con la legge n. 180 e con il progetto obiettivo "Tutela salute mentale 1998-2000";

affinché si possa affermare un dibattito privo di conflitti ideologici, utile alla stesura di norme che partano dalle buone pratiche che esistono nel nostro Paese, è necessario che le istituzioni ascoltino e dialoghino con chi quotidianamente affronta la malattia mentale: le oltre 800.000 persone malate, i circa 2 milioni di familiari che le seguono, gli operatori del servizio sanitario nazionale;

anche da quanto è emerso dall'inchiesta sui dipartimenti di salute mentale della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale avviata dal Senato nel corso della XVI Legislatura, le normative vigenti sulla tutela della salute mentale offrirebbero sufficienti possibilità di attuazione ed organizzazione dei servizi, attraverso la filosofia di cura territoriale, individualizzata e centrata sui luoghi di vita delle persone, come delineata già dalla legge n. 180: dove l'applicazione della normativa vigente è avvenuta senza indugio e i servizi di salute mentale sono stati realizzati in modo efficiente, gli stessi sono stati valutati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come un modello di eccellenza internazionale; ove ciò non è avvenuto, si sono prodotte lacune, anche gravi, nella rete globale dell'assistenza sanitaria, fino a situazioni di degrado. Peraltro, le diverse declinazioni regionali delle normative nazionali, anche quando legittimamente congrue agli indirizzi generali, hanno comunque prodotto una difformità di servizi sul territorio nazionale, con differenze, anche sostanziali, nelle possibilità di cura del cittadino nel luogo di vita;

ove le norme non vengono applicate, per disimpegno politico o incapacità amministrativa, sono conseguite carenze e difformità negli interventi sociosanitari per la psichiatria a livello regionale e locale, come ad esempio l'apertura solo diurna dei centri di salute mentale, spesso per fasce orarie ridotte, e l'esiguità di interventi territoriali individualizzati ed integrati con il sociale;

in una disciplina come la psichiatria e nel campo più vasto della salute mentale, più che l'uso di tecnologie sofisticate (pur esistendo un sempre migliore ed evoluto trattamento farmacologico), conta la relazione interpersonale e la presenza di personale sufficiente, motivato e competente come condizione necessaria per la realizzazione di interventi di qualità;

il quadro complessivo del personale dei dipartimenti di salute mentale in Italia risente di un contenimento finanziario ma anche di difficoltà di investimento per quanto riguarda le risorse umane del servizio sanitario (si vedano, ad esempio, i recenti rapporti della Siep, la Società italiana di epidemiologia psichiatrica);

la riduzione del personale ha riguardato in modo rilevante i dipartimenti italiani, nei quali operano in media 57,7 unità di personale per 100.000 abitanti di età superiore ai 18 anni, dato significativamente inferiore al 66,6 per 100.000 indicato nel progetto obiettivo citato;

da ultimo, se si riconosce che i bisogni e i diritti di chi soffre di disturbi mentali, anche gravi, sono da rispettare, diventa fondamentale che l'inclusione sociale, abitativa e lavorativa rientri a pieno titolo nel percorso terapeutico-riabilitativo;

infatti, una delle maggiori problematiche aperte nel campo della salute mentale è rappresentata dalla difficoltà che gli utenti, le famiglie e i servizi hanno nel portare avanti percorsi di inserimento lavorativo. Ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68, le aziende hanno l'obbligo di assumere persone rientranti nelle categorie protette in relazione al numero dei propri dipendenti; inoltre, le cooperative sociali rappresentano una reale opportunità di impiego per chi soffre di disturbi psichiatrici anche gravi. Si tratta, però, di due possibilità ancora troppo poco utilizzate ed estremamente difficoltose per le quali un importante ruolo può essere svolto dai dipartimenti di salute mentale, come dimostrano le esperienze più avanzate;

infine, sono trascorsi più di 17 anni dall'ultima conferenza nazionale sulla salute mentale, tenutasi nel gennaio 2001, e, per tutte le ragioni descritte, si rende necessaria una nuova convocazione,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei confronti delle persone con disagio e disturbo mentali, nonché promuovere l'esercizio attivo dei diritti costituzionali e delle libertà fondamentali da parte degli stessi;

2) a valorizzare le attività e le iniziative volte a promuovere la prevenzione del disagio e del disturbo mentali, con particolare riferimento ai fattori sociali determinanti, allo stile di vita, all'ambito familiare, al lavoro, alla scuola, agli ambienti di lavoro e alla comunità;

3) ad aggiornare, al fine di garantire l'effettiva tutela della salute mentale quale componente essenziale del diritto alla salute, i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, privilegiando percorsi di cura individuali in una prospettiva di presa in carico della persona nel complesso dei suoi bisogni, per una piena inclusione sociale secondo i principi della "recovery", e sulla base di un processo partecipato;

4) ad adottare, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, un piano nazionale per la salute mentale, prevedendo interventi, azioni e strategie finalizzati alla promozione della salute mentale, alla prevenzione del disagio e dei disturbi, al contrasto della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

5) a promuovere la seconda conferenza nazionale per la salute mentale per un confronto vero, dal quale uscire con un rinnovato impegno per attuare i principi della legge n. 180 del 1978, a partire dal diritto alla tutela della salute mentale e dai diritti di cittadinanza, così come indicato dall'articolo 32 della Costituzione;

6) ad adottare iniziative per ricostituire la commissione ministeriale salute mentale quale tavolo di confronto permanente tra il Ministero della salute, le Regioni e la società civile che rappresenti, a livello nazionale, gli interessi delle persone con problemi di salute mentale e delle loro famiglie;

7) ad adottare iniziative per verificare il rispetto della normativa in materia trattamento sanitario obbligatorio, in modo tale da offrire ogni tutela possibile contro l'illegittimo ricorso a forme di restrizione della libertà personale nei riguardi delle persone con disturbo mentale nonché eliminare ogni forma di trattamento degradante, a partire dalla contenzione meccanica e dalla segregazione;

8) ad adottare iniziative per assicurare, in collaborazione con le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nell'ambito della programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, la risposta ai bisogni di cura, di salute e di integrazione sociale attraverso un approccio multisettoriale e intersettoriale al fine di favorire l'inclusione nelle attività del territorio;

9) ad adottare iniziative per considerare le Rems, in continuità con il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, solo come extrema ratio evitando un loro utilizzo in modo improprio, considerando, invece, il progetto terapeutico-riabilitativo individuale quale strumento per adottare misure alternative alla detenzione come previsto dalla legge n. 81 del 2014 e richiamato dalla delibera del Consiglio superiore della magistratura 19 aprile 2017;

10) ad adottare iniziative per definire adeguate risorse, in sede di riparto delle disponibilità finanziarie per il servizio sanitario nazionale, visti anche i livelli essenziali di assistenza, da destinare alla tutela della salute mentale.

(1-00064)

Interrogazioni

L'ABBATE, ANGRISANI, COLTORTI, CORBETTA, DI GIROLAMO, DRAGO, FENU, GAUDIANO, LA MURA, LEONE, MININNO, MORONESE, NUGNES, ORTOLANI, PIARULLI, QUARTO, ROMANO, SANTILLO, TURCO, URRARO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

la discarica Martucci è sorta nel 1982, all'interno dell'agro di Conversano (Bari), in passato l'area era nota come "conca d'oro" per la fertilità delle terre. Tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni '80 il territorio tra Mola e Conversano è stato interessato dall'escavazione non autorizzata di terreno destinato all'agricoltura, smisurate voragini, spesso riempite abusivamente da ogni tipo di rifiuto;

l'Ufficio tecnico del Comune di Conversano il 10 luglio 1982 verificava che un ampio tratto della strada comunale "esterna Pozzovivo", in contrada Martucci, era stato completamente distrutto dall'attività di una cava abusiva, con un'ampia voragine profonda 10 metri. Da allora, quella strada è scomparsa;

considerato che, risulta agli interroganti:

la discarica Martucci è sorta ufficialmente il 5 agosto 1983. Inoltre, con decreto del presidente della Giunta regionale n. 292 del 15 maggio 1984 veniva autorizzato l'esercizio provvisorio di una discarica di rifiuti solidi urbani in una cava sita in agro di Conversano, in contrada Martucci. Il Comune approvava il 31 maggio 1985 il progetto di adeguamento della discarica del signor Lombardi, che prevedeva un notevole ampliamento della superficie e lo sbancamento di circa un milione di metri cubi di terra rossa, e concedeva l'autorizzazione edilizia. Nell'agosto 1986 Lombardi presentava alla Regione Puglia il progetto di adeguamento della discarica, per ottenere l'autorizzazione definitiva, e prevedeva ai lati del primo lotto in esercizio altri due lotti, per complessivi 20 ettari. La Giunta regionale pugliese approvava il 14 ottobre 1986 il progetto di adeguamento e ampliamento della discarica in contrada Martucci;

nel 1987 la discarica occupava così un'area molto vasta; in quell'anno risultava che smaltisse 100.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui circa 10.000 provenienti da Mola. Nell'aprile 1988 la discarica Lombardi ospitava anche rifiuti provenienti da Firenze e da alcune città dell'Italia settentrionale;

nei decenni successivi molteplici sono stati gli ulteriori interventi di ampliamento, le proteste da parte di cittadini e associazioni, le contestazioni circa le modalità di gestione della discarica, che conducevano l'autorità giudiziaria a effettuare i primi sequestri;

in data 24 aprile 2007 il Nucleo operativo ecologico (NOE) dei Carabinieri disponeva il sequestro preventivo della discarica della "Lombardi Ecologia" per una serie di irregolarità rilevate nella sua gestione. Il presidente pro tempore della Regione Puglia, Nichi Vendola, prometteva che la discarica (III lotto) avrebbe chiuso entro il 31 dicembre 2009 ("Vendola chiude Martucci. Finalmente", in "Conversano Web - La voce del paese", del 7 novembre 2009), seguivano invece una serie di proroghe. Proprio per questo, il 19 agosto 2010 si svolgeva una manifestazione contro le proroghe e il sopralzo della discarica e la costituzione del "comitato Riprendiamoci il futuro" ("Corriere del Mezzogiorno", "Discarica di Conversano, il sit-in al Tar Gli ambientalisti: «Bomba ecologica»", del 9 settembre 2010);

si sono registrati diversi tentativi per sperimentare nuove forme di gestione della discarica, che tuttavia non sono risultati risolutivi e non hanno evitato i successivi sequestri. Eloquente il gesto dimostrativo di un dipendente della "Lombardi Ecologia", che con un escavatore si è recato in contrada San Vincenzo, scavando e portando in superficie residui di rifiuti che, secondo i Carabinieri del NOE, sarebbero stati illecitamente interrati dalla stessa società;

l'11 maggio 2012 i Carabinieri del NOE di Bari, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari, in seguito alle rivelazioni del dipendente, hanno sottoposto a sequestro penale sei aree adibite a discariche non autorizzate di rifiuti di diversa tipologia, ubicate a Mola di Bari (3 siti), Acquaviva delle Fonti, Conversano e Triggiano. Sono stati dissotterrati numerosi rifiuti in diverse aree coltivate (e non) riconducibili alla Lombardi Ecologia, tra cui Pozzovivo, Mola e Martucci a Conversano ("Quotidiano Italiano", del 29 giugno 2015);

il 10 maggio 2018 il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonio Diella, ha assolto gli imputati, titolari e tecnici della società "Lombardi Ecologia Srl" proprietaria della discarica, componenti della commissione di collaudo regionale, che erano accusati di avere omesso i controlli e l'amministratore della società "Progetto gestione bacino Bari 5" che gestisce l'impianto. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Nel procedimento erano costituite parti civili il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Regione Puglia, la città metropolitana di Bari, nove Comuni, Legambiente e WWF, che avevano chiesto risarcimenti per danni milionari;

tuttavia restano ancora irrisolti e poco chiari molti aspetti relativi alla discarica Martucci, su cui, a parere degli interroganti, sarebbe necessario fare opportuni controlli,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di ovviare alle criticità evidenziate, in particolare per quanto riguarda la vigilanza, l'impatto ambientale sul territorio interessato e la tutela delle falde acquifere in un sito che risulta gravemente compromesso.

(3-00479)

PARAGONE - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

per effetto dell'articolo 1 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 12 dicembre 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 291 del 15 dicembre 2018, dal 1° gennaio 2019 la misura degli interessi legali aumenterà dallo 0.3 per cento allo 0.8 per cento;

tale intervento, oltre ad incidere negativamente sul costo del ravvedimento operoso, renderà più gravoso pagare oltre i termini le somme dovute al fisco e i pagamenti rateali dovuti per la definizione agevolata dei processi verbali di constatazione, per la definizione degli atti del procedimento di accertamento e per la chiusura delle liti pendenti;

da tempo si attende un allineamento tra gli interessi applicati dal fisco nei confronti dei contribuenti e quelli, invece, pagati dal fisco a titolo di rimborso, che consenta di eliminare un'ingiustificata disparità tra fisco e contribuente. Disparità che si evince anche nell'ambito delle sanzioni, previste per i contribuenti, ma non qualora il ritardo sia imputabile all'erario;

l'art. 13 del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159, interviene proprio su tale ambito, prevedendo una disciplina volta alla razionalizzazione degli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi di ogni tributo. Detta norma sancisce: "Il tasso di interesse per il versamento, la riscossione e i rimborsi di ogni tributo, anche in ipotesi diverse da quelle previste dall'articolo 13 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, è determinato possibilmente in una misura unica, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, compresa nell'intervallo tra lo 0,5 per cento e il 4,5 per cento, determinata con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al comma 2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, viene stabilita la misura e la decorrenza dell'applicazione del tasso di cui al comma 1";

tenuto conto che il decreto legislativo n. 159 del 2015 è entrato in vigore il 22 ottobre 2015, il decreto del Ministro dell'economia avrebbe dovuto essere emanato entro il 20 gennaio 2016, ma, alla data attuale, non ha ancora visto la luce,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare con urgenza iniziative volte a sanare la palese disparità di trattamento sussistente tra erario e contribuenti.

(3-00480)

RICCARDI, ANGRISANI, DI MICCO, D'ANGELO, CRUCIOLI, FENU, LEONE, DI GIROLAMO, CORRADO, DE LUCIA, RUSSO, AIROLA, RICCIARDI, VACCARO, GALLICCHIO, MININNO, CROATTI, VONO, MANTOVANI, EVANGELISTA, ACCOTO, LOMUTI, LUCIDI, FERRARA, FEDE, CORBETTA, MORONESE, VANIN, ROMANO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

gli operai degli stabilimenti Pirelli di viale Sarca alla "Bicocca" e viale Ripamonti di Milano, nello svolgimento delle loro mansioni di magazzinieri, addetti alle mescole e alla vulcanizzazione, sono stati esposti, tra gli anni '70 ed '80, al contatto con l'amianto senza alcun tipo di protezione individuale e senza l'adozione di adeguati sistemi di aspirazione delle polveri;

ventotto operai degli stabilimenti, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2013, si sono ammalati gravemente e successivamente sono deceduti per cause che i familiari delle vittime hanno attribuito alle condizioni di lavoro cui erano sottoposti i lavoratori;

il 19 dicembre 2016, il giudice Anna Maria Gatto, del Tribunale di Milano, con lettura del dispositivo, ha sancito l'assoluzione con formula piena dei 9 ex manager dell'azienda Pirelli accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime per la morte dei 28 operai colpiti dal mesotelioma pleurico;

durante la requisitoria la pubblica accusa aveva, invece, chiesto condanne a pene comprese tra i 4 anni e mezzo e i 9 anni per sei imputati e l'assoluzione per altri tre;

considerato che, ad oggi, nonostante siano trascorsi due anni dalla sentenza, le motivazioni non sono state ancora depositate, tanto è vero che il comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, Medicina democratica e l'Associazione italiana esposti amianto, poche settimane fa, hanno inviato una segnalazione al presidente del tribunale milanese, Roberto Bichi, e al presidente della quinta sezione penale, Ambrogio Moccia, per denunciare il grave nocumento subito dalle parti civili, tenuto altresì conto dell'imminente incombenza della prescrizione, che per questa fattispecie di reato consiste in 15 anni a decorrere dall'evento della morte, e che il mancato deposito delle motivazioni, di fatto, impedisce il ricorso in appello per coloro che ne avrebbero facoltà ed interesse,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se non intenda, anche a seguito delle segnalazioni al presidente del tribunale di Milano e al presidente della quinta sezione penale, valutare l'invio di ispettori ministeriali presso i Tribunali di Milano e di Pavia, al fine di appurare se non vi siano stati negligenze od omissioni nella vicenda descritta, ovvero se non intenda sollevare la questione dinanzi al procuratore generale presso la Corte di cassazione, affinché sia valutata l'eventuale promozione di un'azione disciplinare.

(3-00481)

ANASTASI, DRAGO, CATALFO, D'ANGELO, PUGLIA - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

l'istituto penitenziario di Giarre (Catania), aperto nel 1993 come ex casa mandamentale, senza autonomia amministrativa e contabile, inizialmente dipendente dalla casa circondariale di piazza Lanza e destinato in un primo momento ad ospitare solo detenuti tossicodipendenti provenienti da altri istituti, venne riconosciuto nel 2000 dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, istituto a custodia attenuata per tossicodipendenti (ICAT). Divenuto luogo per la detenzione anche di detenuti comuni dal 2008, oggi ne conta 68 (rispetto ad una capienza limite di 58) e soffre da tempo di una grave carenza di organico di Polizia penitenziaria;

nel 1993 l'organico era composto da 79 unità, oggi appena 25 effettive (31 formalmente assegnate). Nel tempo, a seguito di trasferimenti, congedi e pensionamenti il personale si sarebbe notevolmente ridotto senza alcun reintegro, finché, negli ultimi anni, l'ufficio del personale del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria di Palermo, per far fronte a tale carenza, avrebbe deciso di provvedere ad integrare il personale con decreti di assegnazione provvisoria;

con decreto ministeriale 10 marzo 2016, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia fissò la pianta organica del penitenziario di Giarre in 44 unità. Il decreto ministeriale 2 ottobre 2017, in attuazione della legge 124 del 2015 (cosiddetta legge Madia), stabilì una riduzione d'organico per tutta la Sicilia del 12 per cento, da 4.770 unità a 4.230. A causa dell'apertura di nuovi padiglioni detentivi in altri istituti dell'isola, con decreto ministeriale 5 dicembre 2017, il DAP rideterminò in maniera definitiva l'organico in servizio a Giarre, che passò da 44 unità, previste con il precedente decreto, a 34;

considerato che:

attualmente il personale effettivo risulterebbe di 9 unità inferiore rispetto alla previsione del decreto ministeriale 5 dicembre 2017 e, per tale ragione, le condizioni di lavoro all'interno della struttura a custodia attenuata, dove confluiscono anche detenuti comuni, non sarebbero più sostenibili, profilandosi addirittura un serio rischio di garanzia di ordine e sicurezza;

a quanto risulta all'interrogante, il personale lamenta l'impossibilità di fruire dei diritti soggettivi, oltre a denunciare condizioni di lavoro prive di programmazione continuativa, spesso prestando servizio per 11 ore al giorno. Nel tempo molti posti di servizio sarebbero stati soppressi o accorpati, a causa della mancanza di personale di Polizia penitenziaria,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

se non ritenga urgente intervenire per sanare la condizione di carenza strutturata di organico causata dai tagli lineari della cosiddetta riforma Madia, anche al fine di ristabilire normali condizioni di lavoro, con la riattivazione di posti di servizio essenziali, garantendo adeguata sicurezza all'istituto.

(3-00482)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

ANGRISANI, DE LUCIA, RICCIARDI, URRARO, NOCERINO, GAUDIANO, NUGNES, LA MURA, ORTOLANI, PRESUTTO, GIANNUZZI, DI MICCO, CAMPAGNA, DRAGO, TRENTACOSTE, ROMANO, PISANI Giuseppe - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:

da quanto denunciato nei giorni scorsi da organi d'informazione locale, sarebbe pervenuta al Ministero in indirizzo, al sindaco di Sarno (Salerno) e ad altri enti, in forma anonima, mediante missiva, la descrizione dettagliata di una zona ricompresa nel territorio comunale di Sarno, dove, in passato, sarebbero stati interrati rifiuti tossici di ogni genere ("ilfattovesuviano" del 15 dicembre 2018);

nella ricostruzione giornalistica si riferisce addirittura della presenza di scorie radioattive;

i luoghi dell'atto criminale sarebbero stati individuati in due appezzamenti di terreno e di una cava di tufo nella zona di Fossa Lupara, nel Comune di Sarno;

lo sversamento illegale avrebbe determinato, con alta probabilità, la contaminazione anche della falda acquifera, considerando che la segnalazione relativamente ai rifiuti interrati si riferisce a un'area a ridosso dell'argine del fiume Sarno;

considerato che:

a seguito della segnalazione anonima, il portavoce del Comune di Sarno ha dichiarato che: "In relazione a un esposto anonimo pervenuto al protocollo del Comune di Sarno su una presunta presenza in località Fossalupara di Lavorate di rifiuti tossici e radioattivi, il Sindaco Giuseppe Canfora e l'Assessore agli Affari Legali Eutilia Viscardi hanno provveduto a trasmettere una nota alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, ai Carabinieri del Noe di Salerno e al Comando della Polizia Municipale di Sarno, affinché pongano in essere tutte le attività di loro competenza a salvaguardia della salute pubblica" ("puntoagronews" del 13 dicembre 2018);

il pericoloso fenomeno dello sversamento abusivo di rifiuti riguarda anche il territorio dell'intera area vesuviana, come emerge dall'ultima operazione effettuata dai Carabinieri della stazione di Striano, che hanno denunciato tre persone, colte in flagranza di reato nell'atto di interrare alcuni materiali di risulta,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intraprendere con urgenza efficaci azioni di competenza, affinché sia appurata la veridicità delle suddette notizie, garantendo una costante e incisiva attività di monitoraggio sul territorio dell'Agro Sarnese Nocerino, in particolare nei pressi del fiume Sarno.

(4-01047)

LUCIDI, ANGRISANI, ROMAGNOLI, CORRADO, LEONE, CASTELLONE, LANNUTTI, VANIN, RICCARDI, DE LUCIA - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:

nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione edilizia per la costruzione di un fabbricato sull'area della rocca a San Gemini (Terni), sono avvenuti dei rinvenimenti databili fra l'XI e il XVI sec. d.C., che provengono da scavi eseguiti a circa un metro dal piano originale e, quindi, molto in superficie. Pertanto, si può ipotizzare che, proseguendo gli scavi, potrebbero essere rinvenuti ulteriori reperti archeologici. In effetti, nella relazione geologica presentata dalla fondazione museo dell'Opera di Guido Calori, proprietaria della zona interessata, viene indicato che, nella stratigrafia dell'area a 5,5-6 metri dal piano di campagna, "si evidenziano blocchi lapidei, anche di grandi dimensioni e laterizi; probabile presenza di manufatti e opere murarie";

nel 2015 la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio dell'Umbria ha autorizzato la concessione di scavo archeologico in un'area di circa 35 per 13 metri quadrati, di cui la parte interessata da nuova costruzione è di circa 20 per 9 metri quadrati;

l'area oggetto della cementificazione integra il complesso del palazzo Calori (di fatto, rappresenta il giardino dello stabile), sul quale il Ministero per i beni culturali e ambientali nel 1991 ha decretato la tutela. Nella relazione storico-artistica del palazzo Calori, che è parte integrante del decreto, si cita chiaramente: "La Chiesa di Sant'Egidio, della quale si ignora oggi l'esatta ubicazione anche se si indicano in un manufatto semicircolare incluso nelle mura castellane i resti dell'antica abside, era certamente una delle più antiche; presente nel 1.291 (data riportata nelle sue campane), ma già in rovina nel 1.549". Questi insediamenti sono attestati anche da una lapide ritrovata in prossimità del suddetto manufatto. Nelle cronache del XIII sec. il quartiere della rocca prendeva appunto nome dalla chiesa di Sant'Egidio e nelle mura castellane esisteva la porta Sant'Egidio;

dallo statuto della fondazione museo dell'Opera di Guido Calori si deduce che la stessa persegue il fine di tutelare e valorizzare l'opera dell'artista, approfondire la conoscenza dei valori storici e culturali della città di San Gemini e di promuovere la cultura più in generale;

preso atto che:

il Ministero per i beni e le attività culturali ha già ricevuto risposta dalla Soprintendenza dell'Umbria (MIBAC-SABAP-UMB-AOT 0017020 31 agosto 2018 CI 33.34.01/73) relativamente a una prima valutazione sui ritrovamenti archeologici;

risulterebbe che la stessa Soprintendenza umbra non confermi le citazioni degli storici, che indicano quel luogo come area dell'ex chiesa di Sant'Egidio e o di altri insediamenti dell'epoca, e affermi che solo un approfondimento in loco potrebbe chiarire il quadro archeologico;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti, la fondazione museo dell'opera di Guido Calori avrebbe intenzione di destinare i luoghi a residenza privata, degradando di fatto la memoria e occultando i resti archeologici,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della citata relazione geologica commissionata dalla proprietà;

se intenda approfondire la valenza archeologica dell'area, al fine di impedire l'occultamento delle rovine emerse dai lavori di scavo, nonché valutare l'opportunità che detti manufatti siano sottoposti a tutela;

quali siano le ragioni per le quali venga concessa l'autorizzazione per una nuova costruzione in un'area ricca di storia, con segreti ancora sepolti e da svelare.

(4-01048)

LANNUTTI - Ai Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

in data 6 dicembre 2018, la Prefettura di Agrigento, al fine di pagare una fattura ad una società cooperativa, nella fattispecie la Next Project Solco coop, ha effettuato la verifica presso Equitalia, ex art 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973. La cooperativa ha aderito alla rottamazione delle cartelle ed è in regola con i pagamenti, circostanza che però necessita che l'agente della riscossione (Riscossione Sicilia SpA) comunichi a Equitalia e alla stazione appaltante (Prefettura nel caso de quo) la regolarità e lo sblocco dei pagamenti. Tale comunicazione è stata effettuata dall'agente della riscossione in data 13 dicembre 2018, e prontamente trasmessa all'agenzia di riscossione, la quale lo ha comunicato prontamente a mezzo email del servizio alla Prefettura, ovvero alla stazione appaltante;

tale procedura secondo la Prefettura di Agrigento (ovvero l'Ufficio territoriale del governo) sarebbe insufficiente. Una risposta che rischia di lasciare 30 dipendenti della cooperativa senza lo stipendio a Natale, a causa del ritardo con cui l'agenzia di riscossione aggiorna i dati (a dire della Prefettura) sulla piattaforma ex Equitalia;

considerato che risulta all'interrogante, nonostante l'intervento diretto da parte del direttore nazionale dell'agenzia di riscossione, la Prefettura di Agrigento avrebbe reiterato la sua decisione di non sbloccare i pagamenti, giustificandosi con l'esistenza di una norma apposita che impediva alla Prefettura lo sblocco,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei comportamenti messi in atto dalla Prefettura di Agrigento e se abbiano intenzione di attivarsi al riguardo;

se non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento.

(4-01049)

ASTORRE, BOLDRINI, CUCCA, GIACOBBE, BELLANOVA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il sistema della riscossione in Italia è stato oggetto di una continua evoluzione. Fino al 30 settembre 2006 il servizio della riscossione era affidato in concessione dallo Stato a banche e società private. Nonostante questi soggetti avessero maggiori e più incisivi strumenti di azione e di deterrenza, i risultati conseguiti si sono rivelati molto al di sotto delle aspettative. Alla luce di ciò, con decreto-legge n. 203 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, è stata disposta la soppressione, a far data dal 1° ottobre 2006, del sistema di affidamento in concessione del servizio nazionale di riscossione, attribuendo le relative funzioni all'Agenzia delle entrate, che le ha esercitate ex lege mediante la società pubblica a tal fine costituita, Riscossione SpA, successivamente ridenominata Equitalia SpA;

dapprima, Equitalia SpA ha progressivamente acquisito le 38 concessionarie, facendole rientrare nel gruppo Equitalia, composto dalla holding Equitalia SpA e le suddette 38 concessionarie, per poi procedere, mediante un'operazione di aggregazione che ha portato ad avere al 31 dicembre 2016 solo 3 società: Equitalia SpA, Equitalia Servizi di Riscossione SpA (Agente della riscossione) ed Equitalia Giustizia SpA (nata nel 2008);

tale assetto societario è rimasto invariato fino quando, per effetto di quanto previsto all'art. 1 del decreto-legge n. 193 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 225 del 2016, è stato attuato un completo riassetto organizzativo della riscossione nazionale per ridurre la frammentazione territoriale. Sulla scorta dell'intervento legislativo, dal 1° luglio 2017 il nuovo ente, Agenzia delle entrate - Riscossione, è pertanto subentrato, a titolo universale, nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, delle società del gruppo Equitalia sciolte, assumendo la qualifica di agente della riscossione;

un ulteriore intervento, previsto dal decreto-legge n. 119 del 2018, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 136 del 2018, riguarda lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010;

tale misura dispone l'annullamento automatico dei debiti tributari fino a 1.000 euro (compresi capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010, calcolati alla data del 24 ottobre 2018;

come osservato dalla Corte dei conti, il limite di 1.000 euro, facendo riferimento al singolo carico, potrebbe applicarsi anche alle ipotesi di debitori gravati da una molteplicità di carichi di importo unitario inferiore a tale soglia o sui quali gravano carichi unitari di importo superiore, ai quali si associano carichi di importo inferiore ai 1.000 euro;

la perdita di gettito stimata, come previsto dalla relazione tecnica, di accompagnamento al decreto-legge n. 119 del 2018, ammonta ad un valore di 524 milioni di euro, pari al 3,5 per cento delle somme potenzialmente interessate dalla definizione agevolata;

considerato che:

il passaggio da un sistema di riscossione in forma pubblica ha fatto registrare progressi importanti nel contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscali. Sin dal 2007, primo anno di piena attività, con una media, al 2017, di oltre 8,2 miliardi di euro riscossi annualmente. Il dato risulta tanto più evidente se si confronta alla media di incassi annua, pari a 2,9 miliardi di euro, raggiunta negli ultimi anni di attività da parte dei concessionari privati;

particolarmente positivo è stato l'impatto di recupero degli incassi derivanti dalla definizione agevolata (cosiddetta rottamazione). In particolare, per l'anno 2017, il volume totale degli incassi è risultato pari a 12,7 miliardi di euro, con un incremento del 45,1 per cento rispetto al 2016 e del 54,1 per cento rispetto al 2015, in larga parte determinato dagli effetti della definizione agevolata dei carichi introdotta dall'art. 6 del decreto-legge n. 193 del 2016, che ha contribuito al risultato complessivo di riscossione per circa 6,5 miliardi di euro, a fronte di un dato previsionale, contenuto nella relazione tecnica, di accompagnamento al menzionato decreto-legge, di 5,073 miliardi di euro nell'anno 2017. Rispetto al dato previsionale le riscossioni della definizione agevolata hanno fatto registrare una variazione positiva di oltre 1,4 miliardi di euro;

relativamente alle rate scadenti nell'annualità 2018, la previsione di gettito atteso è stata stimata intorno al valore di 1,7 miliardi di euro e, considerando che, nei primi mesi dell'anno 2018, l'incasso ammonta a 734 milioni di euro, l'intera misura della definizione agevolata si potrebbe attestare intorno al valore complessivo di 8,2 miliardi di euro, ovvero circa un miliardo in più rispetto ai 7,2 miliardi previsti nella relazione tecnica richiamata;

rilevato che lo strumento della definizione agevolata ha coinvolto circa 1,5 milioni di contribuenti ed ha messo in evidenza che oltre la metà (quasi il 55 per cento) dei carichi debitori provengono da contribuenti, il cui debito complessivo è superiore a 100.000 euro,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda provvedere a render noto il saldo della definizione agevolata, di cui al decreto-legge n. 193 del 2016 (cosiddetta rottamazione uno) iniziata a novembre 2016 e terminata a settembre 2018, di cui Agenzia delle entrate - Riscossione non ha reso pubblici i dati conclusivi;

se intenda fornire i dati inerenti all'andamento della riscossione ordinaria di Agenzia delle entrate-Riscossione da gennaio a novembre 2018, ai fini di un raffronto con l'annualità precedente;

se sia in grado di fornire al Parlamento il numero dei contribuenti coinvolti dalla misura di stralcio dei debiti fino a 1.000 euro e dei debiti oggetto di annullamento automatico;

se e in che misura il provvedimento di revoca dei debiti sotto i 1.000 euro generi riflessi negativi sui bilanci dell'Istituto nazionale di previdenza sociale e dei Comuni;

se sia in grado di fornire al Parlamento dati inerenti alla suddivisione per Comuni, Regioni e Agenzia delle entrate delle risorse oggetto di revoca.

(4-01050)

ASTORRE - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

la legge n. 94 del 2009, all'articolo 3, comma 32, prevede che il Ministro dell'interno, con regolamento da emanare nel termine di 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, definisce le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 18 aprile 1975, n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di Oleoresin capsicum, e che non abbiano l'attitudine a recare offesa alla persona;

a seguito della norma è intervenuto il decreto ministeriale n. 103 del 12 maggio 2011 recante il "Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di Oleoresin Capsicum e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona, in attuazione dell'articolo 3, comma 32, della legge n. 94/2009";

considerato quanto accaduto presso la discoteca la "Lanterna Azzurra" di Corinaldo (Ancona), in cui si ritiene che l'utilizzo di uno spray urticante per una rapina sia stato la causa scatenante della tragedia che è costata la vita a ben 6 persone con feriti in condizioni ancora molto gravi;

rilevato che:

lo spray urticante è stato più volte all'origine di situazioni di pericolo per l'ordine pubblico, nonché, sembrerebbe, usato a sproposito in diverse circostanze e con motivazioni assolutamente offensive;

ad oggi l'impiego per offesa può comportare responsabilità sia penali che civili, con accusa per "getto pericoloso di cose" e, nei casi più gravi, si possono integrare gli estremi del reato di "lesioni personali", ai sensi degli articoli 582 e 674 del codice penale,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non reputi necessario ed urgente emanare un intervento regolatorio finalizzato a definire in misura più stringente ed efficace l'acquisto e l'utilizzo per ragioni legittime di autodifesa a contrasto di ogni suo uso distorto, ed a circoscrivere le modalità di vendita del richiamato spray, evitando abusi nonché prevedendo l'inasprimento delle sanzioni civili e penali in caso di abuso.

(4-01051)

DE POLI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

a seguito dell'intesa raggiunta in Conferenza unificata verranno riclassificate come strade di interesse nazionale, e dunque a gestione Anas, 2.713,466 chilometri di tratte regionali e provinciali, di cui 725,278 in Veneto;

la revisione denominata "Rientro strade" si è resa necessaria a distanza di quasi 20 anni dal trasferimento della rete stradale dallo Stato alle Regioni, in considerazione delle forti dissimmetrie territoriali conseguenti alla riclassificazione derivante dalla "riforma Bassanini";

con deliberazione della Giunta regionale veneta n. 1704 del 12 novembre 2018, pubblicata sul Bur n. 121 del 7 dicembre 2018, si modifica la programmazione degli investimenti, destinando a parziale modifica di quanto stabilito con deliberazione della Giunta regionale n. 943 del 26 giugno 2018, ai fini delle procedure di affidamento per la contrazione del mutuo, l'importo di 7.000.000 euro stanziato nel bilancio di previsione 2018-2020 esercizio 2018, e si delibera di destinare l'importo di 3.874.915,20 di euro disponibile a capitolo 101187, esercizio 2018, a titolo di risorse vincolate statali, a favore di Veneto Strade SpA per le attività di progettazione e redazione dello Studio di impatto ambientale dell'intervento denominato "Realizzazione della nuova S.R. 10 "Padana inferiore" tra S.S 16 Adriatica - e la S.S. 434 -Transpolesana";

Veneto Strade e Regione Veneto, a quanto risulta all'interrogante, avrebbero deciso di riprendere il progetto preliminare del 2011, che prevede una spesa di 292 milioni di euro, parzialmente coperti dal fondo speciale che Anas ha riservato ai cantieri di quelle strade, che torneranno sotto la responsabilità dell'azienda;

considerato che sul progetto dovrà pronunciarsi il Consiglio superiore dei lavori pubblici e anche il Parlamento, attraverso le commissioni competenti di Camera e Senato,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno ed urgente disporre congrue verifiche nell'ambito dei suoi poteri, valutando eventualmente la possibilità riprendere in considerazione il progetto preliminare già commissionato in passato da Veneto Strade, al fine completare in tempi certi e brevi un'opera strategicamente vitale per lo sviluppo della bassa padovana.

(4-01052)

LANNUTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

come si apprende da un articolo de "il Fatto Quotidiano" del 21 dicembre 2018, nella primavera 2014 il nuovo consiglio di amministrazione dell'Eni nominato da Matteo Renzi con l'amministratore delegato Claudio Descalzi si trovava subito alle prese con l'inchiesta sull'Opl 245, l'immenso blocco petrolifero nigeriano acquisito nel 2011 dall'Eni, una sorta di "Eldorado" offshore dell'oro nero, dal momento che le sue riserve stimate ammontavano a 9,23 miliardi di barili di greggio. Il giacimento era stato assegnato nel 1998 per 20 milioni di dollari, una frazione del suo valore attuale, alla Malabu Oil & Gas, una società segretamente di proprietà del Ministro del petrolio della Nigeria pro tempore Dan Etete. Nel 2011, il blocco era stato poi ceduto a Shell ed Eni in cambio di un pagamento di 1,1 miliardi di dollari, di fatto trasferiti alla Malabu invece che allo Stato nigeriano che avrebbe agito solo da tramite per la società di Etete e i suoi sodali. Quel giorno del 2014 nel consiglio di amministrazione Eni, Karina Litvack, espressione dei fondi, e l'economista Luigi Zingales, nominato dal Governo, avevano chiesto che il capo dell'ufficio legale Massimo Mantovani non partecipasse ai lavori sullo scandalo nigeriano perché il suo settore aveva lavorato all'operazione;

nel 2016 la Procura di Siracusa aveva indagato Karina Litvack e Luigi Zingales, insieme al dirigente Eni Umberto Vergine, per diffamazione ai danni dell'Eni, senza querela e dopo che il fascicolo è stato passato a Milano. Forzature oggi all'esame della procura milanese. Il racconto di Litvack è stato preciso: «Il 14 luglio 2016 fui raggiunta a Londra da una telefonata con la quale Lorenzi mi avvisava che all'ufficio legale dell'Eni era pervenuta una copia dell'informazione di garanzia notificata a Vergine e nella quale era contestato un reato che coinvolgeva anche me e Zingales. Aggiunse che sarebbe stato pubblicato un articolo di stampa nel quale mi avrebbero indicata come responsabile di un complotto contro l'azienda e l'amministratore delegato». In quell'articolo "il Fatto Quotidiano" il 22 luglio 2016 aveva dato notizia dell'avviso di garanzia, avanzando anche l'ipotesi di un depistaggio per colpire Litvack. La finalità era quella di far fuori la Litvack dal comitato controllo e rischi (Ccr) di Eni;

sempre nel 2016, Emma Marcegaglia, presidente Eni, chiamava Litvack solo nove giorni dopo, le dice «che la cosa era gravissima e che i membri del consiglio di amministrazione avrebbero capito se io avessi deciso di dimettermi». L'Eni si procurava un parere legale favorevole al siluramento di Litvack ma non poteva mostrarlo all'interessata. Fino a quel momento il consiglio di amministrazione non aveva esortato a dimettersi amministratori e dirigenti addirittura rinviati a giudizio;

il 28 luglio 2016, Marcegaglia invitava a pranzo Litvack e faceva pressioni perché si dimettesse, spalleggiata dai consiglieri Eni Alessandro Profumo e Fabrizio Pagani, braccio destro del Ministro dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan. Nel pomeriggio si riuniva il consiglio di amministrazione. Litvack teneva duro. Marcegaglia la faceva uscire dalla sala e il consiglio deliberava la sua esclusione. Quando la procura di Milano dimostrerà che le accuse a Litvack e Zingales erano costruite ad arte, Litvack riprenderà il suo posto;

considerato che, per quanto risulta all'interrogante:

come si apprende da un altro articolo dello stesso giornale nello stesso giorno, l'Eni è coinvolto in un nuovo scandalo di corruzione, questa volta con la Repubblica democratica del Congo. Scandalo che coinvolge la moglie dell'amministratore delegato Descalzi Marie Magdalena Ingoba, detta Madò. Da una rogatoria disposta in Lussemburgo, è stato appena scoperto che la signora Descalzi era fino al 2014 la proprietaria di una società lussemburghese, la Cardon Investments SA, che controlla una serie di società chiamate Petro Service, tra cui la Petro Service Congo, che dal 2012 al 2017 è stata fornitrice di Eni Congo, a cui ha affittato navi e prestato servizi per un valore di 104,8 milioni di dollari. Dunque la compagnia petrolifera di cui Descalzi è ai vertici avrebbe affidato lavori per molti milioni di dollari a società della moglie di Descalzi;

secondo i documenti arrivati in risposta alla rogatoria chiesta in Lussemburgo dai pubblici ministeri Fabio De Pasquale, Sergio Spadaro e Paolo Storari, però, la Cardon Investments è stata venduta l'8 aprile 2014 dalla signora Ingoba. Il compratore è Alexander Haly, uomo d'affari nato nel Regno Unito ma basato a Montecarlo. Sei giorni dopo la vendita, il 14 aprile 2014, il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Matteo Renzi indicava Descalzi come amministratore delegato di Eni, incarico che assumeva il 9 maggio 2014;

secondo quanto scritto dai magistrati: «Lo schema corruttivo ha visto come protagonisti Eni da una parte e agenti pubblici congolesi dall'altra. Eni a partire dal 2013 ottiene il rinnovo delle concessioni petrolifere, trasferendo quote di partecipazione nei permessi di esplorazione a società offshore dietro le quali si celano pubblici ufficiali congolesi, direttamente o indirettamente collegati al presidente Nguesso. E, per di più, nelle transazioni illecite è stata individuata anche una sorta di retrocessione di una parte della tangente al corruttore», (cioè a Eni). Prima di questa vicenda, i Panama Papers avevano raccontato che Petro Service Congo era domiciliata a Point Noire, capitale economica del Paese africano, presso la casella postale Bp 4801. La stessa dove era domiciliata la Elengui Ltd, società offshore basata nelle isole Vergini Britanniche di proprietà di Madò;

a proposito di questi fatti, Marcegaglia, presidente Eni, avrebbe mentito, rispondendo in assemblea a delle domande di Re: Common (l'associazione che da anni fa inchieste e campagne contro la corruzione e la distruzione dell'ambiente). Nell'assemblea del 2017 Marcegaglia avrebbe infatti detto che «non esistono in Congo, a oggi, legami contrattuali di Eni con la società Petro Service» (che invece ha prestato servizi per 104,8 milioni di dollari in 5 anni). In quella del 2018, interrogata sulla casella postale comune tra Petro Service ed Elengui, avrebbe risposto: «Per quanto risulta a Eni, essendo in Congo limitato il numero di caselle postali disponibili, la stessa casella postale viene assegnata a numerose persone e/o società»;

secondo le carte dell'inchiesta francese, Marie Magdalena Descalzi sarebbe titolare della African Beer Investment Ltd, registrata alle Mauritius, in società con Julienne Sassou Nguesso, una delle fi- glie del presidente del Congo, e con Hubert Pendino, considerato il gestore dei tesori del dittatore africano,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di tali eventi ad avviso dell'interrogante scandalosi, che minano la credibilità internazionale Eni;

se abbia conoscenza di altri eventi corruttivi praticati dall'Eni nel mondo e se abbia intenzione di tollerare ancora campagne diffamatorie contro membri del consiglio di amministrazione Eni che si battono per la correttezza e la trasparenza societaria, come accaduto alla Litvack ed a Zingales;

se abbia intenzione di intervenire per mettere fine ai conflitti d'interesse palesatisi all'interno del consiglio d'amministrazione dell'Eni;

se ritenga Claudio Descalzi ancora meritevole di ricoprire la carica al vertice Eni, oppure abbia il dovere di rimuoverlo;

se ritenga che Emma Marcegaglia debba ancora occupare la funzione di presidente dell'Eni, o non sia arrivato il tempo di destituirla;

se non ritenga opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, che potrebbero profilare violazioni di leggi vigenti.

(4-01053)

PACIFICO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'interno. - Premesso che:

le forze dell'ordine in questi ultimi anni hanno portato alla luce e denunciato migliaia di casi di cittadini extracomunitari ultrasessantacinquenni che, essendosi ricongiunti con familiari attraverso false residenze, avrebbero percepito fraudolentemente assegni sociali concessi dall'Inps dell'ammontare di circa 580 euro mensili;

dalle indagini condotte dalle forze di polizia, è emerso che molti di questi "anziani", una volta ottenuto il beneficio assistenziale, fanno rientro nel proprio Paese, dove trasferiscono le somme di denaro, accreditate dall'Inps, sul conto corrente cointestato con i familiari, utilizzando le agenzie di money transfer o altre soluzioni;

a parere dell'interrogante la truffa penalizza il nostro Paese, anche per una fuga di capitali. Si percepiscono somme di denaro non dovute che vengono spese all'estero;

risulta all'interrogante che in Italia, dei 4.700.000 stranieri con regolare permesso di soggiorno, il 7 per cento risulta avere più di 65 anni, quindi beneficiario dell'assegno Inps;

dalle indagini è emerso, altresì, che per ogni operazione effettuata risulterebbe che il 60 per cento della platea beneficiaria dell'assegno sociale non risulta risiedere stabilmente nel nostro Paese, come previsto dalla legge;

pertanto, anche con previsioni ottimistiche, almeno 25.000 extracomunitari ricevono assegni sociali dall'Inps, pur non avendone i requisiti, che tradotto in esborso per lo Stato sarebbero circa 163 milioni di euro all'anno;

considerato che:

è di questi giorni la notizia di un'operazione del comando provinciale della Guardia di finanza di Latina, che ha individuato una frode ai danni del bilancio dello Stato, per complessivi 340.000 euro, realizzata attraverso l'indebita percezione della prestazione assistenziale dell'assegno sociale ("news-24" del 19 dicembre 2018);

in particolare, le indagini hanno portato alla luce la posizione irregolare di 36 soggetti di diverse nazionalità, che hanno beneficiato indebitamente dell'assegno sociale, pur non essendo da tempo più residenti nel territorio nazionale, fruendo della vigente normativa che prevede l'erogazione di un contributo, pari a 453 euro per 13 mensilità, a soggetti extracomunitari, che abbiano compiuto i 66 anni e 7 mesi di età e siano, soprattutto, residenti o siano muniti di permesso di soggiorno, in via continuativa da almeno 10 anni, sul territorio nazionale,

si chiede di sapere:

quali misure i Ministri indirizzo intendano adottare per rafforzare i controlli sul territorio nazionale, al fine di accertare le false residenze dichiarate;

se i controlli effettuati dalle sedi di rappresentanza diplomatica italiane possano accertare l'effettiva migrazione o l'eventuale rientro dei cittadini stranieri beneficiari in Italia del contributo dell'Inps;

quali iniziative siano state adottate dall'Inps riguardo i cittadini stranieri denunciati per la descritta truffa e quante revoche o sospensioni di assegni sociali erogati ai cittadini stranieri siano state effettuate.

(4-01054)

AIMI - Ai Ministri dell'interno, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute. - Premesso che:

nella società odierna è particolarmente diffusa la musica "trap". Molti e diversi sono i personaggi che se ne fanno interpreti e che diventano veri e propri idoli, soprattutto per i giovanissimi e gli adolescenti;

i testi delle canzoni trap contengono infatti, sempre più spesso, autentici deliri di violenza, di sesso e di onnipotenza, inneggiano al lusso sfrenato e contengono chiari incitamenti all'utilizzo di droghe di qualsiasi tipo. La parola "trap" prende origine dalle "trap house", appartamenti abbandonati dove gli spacciatori americani preparano le sostanze per lo spaccio;

dal 2014 in poi, in Italia si è registrato un vero e proprio boom di questo tipo di musica che si caratterizza per un pubblico formato anche da bambini di 9 anni;

il mondo delle droghe e delle sostanze stupefacenti è uno dei temi più ricorrenti della musica trap, in un immaginario dominato da sostanze allucinogene che sono funzionali a far perdere la testa, stordire, per fuggire dal mondo reale;

tra le droghe più "celebrate" in questi testi, oltre alla marijuana, c'è la codeina, un oppiaceo che in abbinamento a bibite gasate crea un dannosissimo cocktail chiamato "Purple Drank". La sostanza non è difficile da reperire e si trova in alcuni sciroppi per la tosse. Una recente inchiesta della trasmissione "Patti chiari" della televisione "RSI" ha raccontato come l'uso di questa "droga farmaceutica" si stia diffondendo tra i giovanissimi;

il cocktail non viene nascosto dai cantanti trap e se ne parla nelle loro interviste e anche nelle storie diffuse sui social network;

tra l'altro, a seguito della tragedia di Corinaldo, dove hanno perso la vita cinque adolescenti e una mamma, da più parti e in modo trasversale, ci si interroga sui contenuti di questi brani, certamente non adatti a un pubblico formato prevalentemente da minorenni;

esistono video che continuano a ricevere milioni di visualizzazioni su "Youtube", con luci accecanti, perfino in grado di scatenare attacchi epilettici, luci che caratterizzano anche gli spettacoli dal vivo di tali trapper. Un genere musicale che diventa specchio della società odierna, dove il disagio sociale, l'emarginazione, il bullismo e il consumo di sostanze stupefacenti la fanno purtroppo da padrone,

si chiede di sapere:

quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intendano assumere per sensibilizzare i giovanissimi nei confronti delle conseguenze derivanti dall'utilizzo delle sostanze stupefacenti, anche attraverso progetti che prendano in considerazione l'ambiente in cui gli adolescenti vivono, il loro mondo relazionale, i loro interessi e i loro idoli;

se, per quanto di competenza, ritengano di valutare la realizzazione di uno studio approfondito, volto a indagare l'eventuale nesso tra l'aumento dell'utilizzo di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi e i messaggi costanti e continui propagandati dai fenomeni musicali del momento;

se intendano valutare la possibilità di segnalare tali testi, diffusi sui social network e nel corso di pubblici spettacoli, alle autorità competenti in quanto espliciti incitamenti all'utilizzo di droghe, circostanza che costituisce peraltro reato penale;

se intendano intervenire al fine di contrastare questi gravissimi episodi, in considerazione del fatto che il nostro ordinamento prevede una serie di fattispecie criminose del tutto eluse in merito a queste poco edificanti "performance ", tra cui si ricordano l'art. 414 del codice penale, istigazione a delinquere, e gli artt. 82 e 84 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, legge in materia di contrasto all'uso e alla cessione di sostanze stupefacenti.

(4-01055)

MONTANI - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

lo stabilimento chimico di Pieve Vergonte (Verbano-Cusio-Ossola) della Hydrochem Italia Srl occupa 108 dipendenti diretti e quasi altrettanti nell'indotto;

dal 2013 lo stabilimento è di proprietà del fondo speculativo internazionale International chemical investors group (ICIG);

al fine di sostituire l'impianto per la produzione di cloro che utilizza tecnologia con mercurio con un impianto più moderno, nel rispetto delle norme vigenti, è stato stimato un investimento attorno ai 25-30 milioni di euro;

in data 11 dicembre 2017, è stata disposta la chiusura dell'impianto e la messa in cassa integrazione straordinaria degli addetti;

nel corso del 2018 è iniziata una trattativa con un importante gruppo piemontese interessato ad entrare in società con Hydrochem facendosi totalmente carico dell'investimento;

a giugno, a seguito di un incontro presso la Provincia, la direzione aziendale locale aveva comunicato l'ormai prossima firma dell'accordo col nuovo socio ed il conseguente avvio dell'investimento;

in settembre si comunicava un leggero ritardo nella chiusura della trattativa a causa di uno stallo relativo a tre punti: il perfezionamento di un accordo in sede sindacale sulla gestione delle ricadute occupazionali, l'ottenimento del via libera da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la costruzione dell'impianto sull'area individuata e un non precisato problema di carattere economico tra le parti in trattativa ma, a detta della proprietà, facilmente risolvibile;

nello stesso periodo le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil siglavano l'accordo con Hydrochem per la procedura ex art. 47 della legge n. 428 del 1990, affitto di ramo di azienda, funzionale al nuovo assetto societario che avrebbe assunto il gruppo con l'ingresso del nuovo socio;

nelle settimane successive si era ottenuto il via libera dal Ministero dell'ambiente per l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto;

ad oggi, dopo l'ultimo incontro con l'ingegner De Giovanni, amministratore delegato del sito di Pieve Vergonte, lo scenario è completamente cambiato: la questione economica dirimente a chiudere la trattativa in essere non solo non è stata risolta, ma la trattativa stessa è in discussione;

considerato che:

il 31 dicembre 2019 scade la cassa integrazione straordinaria degli addetti;

la situazione finanziaria dell'azienda è sempre più grave;

nelle ultime settimane sembrerebbe comparso un nuovo soggetto legato al gruppo tedesco ed interessato all'investimento per il nuovo impianto, aggravando lo stato di incertezza sul futuro;

la chiusura dell'impianto e il mancato investimento si ripercuotono su un territorio che rischierebbe di vedere sparire molti posti di lavoro e pagare anche il conto della presenza di un impianto chimico dismesso e abbandonato;

l'Italia perderebbe una produzione strategica, quella del cloro, ormai quasi totalmente dipendente dall'estero,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se intenda convocare urgentemente un tavolo di confronto, che coinvolga il prefetto del Verbano-Cusio-Ossola, i rappresentanti dei lavoratori e la dirigenza della Hydrochem Italia e dell'ICIG per avanzare proposte per la soluzione della vicenda.

(4-01056)

GALLONE - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

Lizzola, frazione del comune di Valbondione arroccata sulle pendici delle Alpi Orobie, a 40 chilometri da Bergamo, è una località turistica nota per le piste da sci e per le famose cascate del Serio, "le più alte d'Italia", come recita il cartello d'ingresso alle porte della stessa;

da qualche anno però questa manciata di case in cima all'alta val Seriana è teatro di una grave situazione legata all'emergenza degli immigrati poiché la frazione di Lizzola, paesino di 100 abitanti, è arrivato ad ospitare 94 immigrati con un rapporto tra il numero di abitanti e quello di immigrati di quasi uno a uno;

secondo l'accordo siglato tra ANCI e Ministero dell'interno nel 2016, ai Comuni con meno di 2.000 abitanti spetterebbe un numero fisso di 6 migranti;

gli immigrati sono ospitati in due strutture private e, secondo i dati raccolti dal consorzio turistico di Lizzola, a causa sia dell'ingente presenza che del fallimento della società che gestiva gli impianti sciistici, attualmente gestiti da una cooperativa, la richiesta di affitto per le seconde case negli ultimi anni è scesa dell'80 per cento e il comparto del commercio ha avuto una flessione del 50 per cento;

i residenti lamentano l'occupazione costante del parco giochi e del campo sportivo, di fatto impraticabili per i bambini. Dopo una serie di proteste da parte degli abitanti, il Comune ha stabilito dei turni orari per sperimentare un'inedita alternanza tra immigrati e bambini;

gli immigrati, bloccati in attesa di una risposta da parte della commissione territoriale che valuta le richieste di asilo, hanno più volte espresso anche con veementi proteste la volontà di lasciare il comune del bergamasco per recarsi in altre città dove provare ad integrarsi;

nonostante il Comune abbia provato a coinvolgere gli immigrati in alcune attività di volontariato, affiancando i ragazzi agli operatori municipali incaricati della pulizia delle strade, il progetto non ha avuto esito positivo a causa del loro numero elevato;

nonostante, nel 2016, 50 dei 94 immigrati alloggiati a Lizzola siano stati trasferiti in altre località della provincia, il rapporto tra residenti e immigrati resta ancora troppo alto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione in cui versa la frazione di Lizzola;

se non intenda promuovere l'avvio di una procedura per la realizzazione del riconoscimento di zona ad economia speciale (ZES) per sostenere le attività commerciali e imprenditoriali della frazione, nelle more della soluzione della questione immigrati;

se non ritenga che quanto descritto violi l'accordo citato relativo al rapporto tra il numero di abitanti e il numero di immigrati.

(4-01057)

LANNUTTI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute. - Premesso che:

secondo le previsioni degli esperti, saranno circa 5 milioni gli italiani che potrebbero essere affetti dalla classica influenza autunnale ed invernale, la cui infezione virale potrebbe essere scatenata da AHN1 e virus B, a causa del brusco e repentino abbassamento delle temperature che avrebbe contributo a far aumentare il numero dei casi che già si sono verificati;

in tutta Italia, le scuole di ogni ordine e grado soffrono, tra l'altro, specie d'inverno, di una carenza di riscaldamento, al punto che migliaia di studenti hanno protestato e disertato le lezioni. A Roma gli studenti dei licei "Tasso" e "Righi" hanno manifestato davanti alla sede di Acea. Sempre nella capitale ci sono disagi e aule ghiacciate in diversi istituti superiori dei Castelli romani e del litorale. L'elenco è lungo: dal "Copernico" al "Cavazza" di Pomezia, al "Garrone" e "Foscolo" di Albano, al "Joyce" di Ariccia dove i ragazzi non sono entrati, al "Pertini" di Genzano, al "Touschek" di Grottaferrata, dal "Lombardo Radice" per finire ai tanti altri istituti della capitale;

tra le altre segnalazioni ricevute dall'interrogante, quelle dell'istituto "Lombardo Radice" di Roma, sede centrale di piazza Ettore Viola, con termosifoni "tiepidi" durante le lezioni, malgrado la normativa imponga nelle classi temperature intorno ai 20 gradi (con un'oscillazione accettabile di circa 2 gradi), del tutto spenti nel pomeriggio o nelle ore serali, lasciando i professori che devono seguire i programmi, o ricevere i genitori, compreso il personale non docente, al gelo e soggetti ad ammalarsi, per la volontà di risparmiare sul riscaldamento;

poiché diverse scuole sul territorio sarebbero nelle medesime condizioni, è facile immaginare che la questione del freddo nelle aule monterà in modo inversamente proporzionale alla diminuzione delle temperature prevista per questo inverno;

considerato che con le basse temperature, che incalzano in attesa della neve prevista con l'arrivo del Natale, potrebbe ripetersi la stessa situazione (se non peggiore) nei mesi di gennaio e febbraio. Sono molti i ragazzi che non sopportano più di dover battere i denti in classe muniti di sciarpe e cappelli e di tanta pazienza in attesa di interventi risolutivi, i professori ed il personale non docente, che rischiano di ammalarsi, provocando un effetto boomerang per le forzate assenze sul posto di lavoro,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano al corrente della situazione drammatica in cui versano molti istituti di tutti gli ordini e grado di questo Paese;

se abbiano intenzione di prendere provvedimenti urgenti per evitare che nei prossimi mesi invernali il disagio di studenti, insegnanti e di tutti gli altri operatori scolastici, possa continuare;

se non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, nonché per fugare qualsiasi ombra nei fatti descritti ed ogni dubbio sul rigoroso rispetto delle vigenti normative a tutela dei diritti degli studenti, insegnanti e personale non docente.

(4-01058)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:

2ª Commissione permanente (Giustizia):

3-00481, della senatrice Riccardi ed altri, sul mancato deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione dei manager Pirelli.

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 75a seduta pubblica del 20 dicembre 2018:

a pagina 24:

all'ultima riga del primo capoverso, sostituire le parole: "gas e vita reale," con le seguenti: "gas. È vita reale,";

a pagina 25:

alla penultima riga del primo capoverso, sostituire le parole: "a venire?" con le seguenti: "a venire!";

alla penultima riga del terzultimo capoverso, sostituire le parole: "in questi anni e che" con le seguenti: "in questi anni, ma che";

alla seconda riga del penultimo capoverso, sostituire le parole: "buia come Valditara" con le seguenti: "buia, come Valditara,";

a pagina 26:

alla terzultima riga del primo capoverso, sostituire le parole: "fianco a quella" con le seguenti: "fianco di quella".