Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 459 del 03/08/2022
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
459a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 3 AGOSTO 2022
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Presidenza del vice presidente CALDEROLI,
indi del vice presidente ROSSOMANDO,
del vice presidente TAVERNA
e del presidente ALBERTI CASELLATI
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Insieme per il futuro-Centro Democratico: Ipf-CD; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Uniti per la Costituzione-C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro)-Alternativa-P.C.-Ancora Italia-Progetto SMART-I.d.V.: UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV; Misto: Misto; Misto-ITALIA AL CENTRO (IDEA-CAMBIAMO!, EUROPEISTI, NOI DI CENTRO (Noi Campani)): Misto-IaC (I-C-EU-NdC (NC)); Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-MAIE-Coraggio Italia: Misto-MAIE-CI; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-ManifestA, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea: Misto-Man.A PaP PRc-Se.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente CALDEROLI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,02).
Si dia lettura del processo verbale.
DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Discussione congiunta e approvazione dei documenti:
(Doc. VIII, n. 9) Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021
(Doc. VIII, n. 10) Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2022
(Relazione orale)(ore 10,06)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti VIII, nn. 9 (Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021) e 10 (Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2022).
Il relatore, senatore Pesco, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
PESCO, relatore. Signor Presidente, come ogni anno, l'Assemblea del Senato si trova a esaminare gli atti relativi al bilancio interno o istituzionale. Questa volta si tratta del Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021 e del Progetto di bilancio relativo all'anno 2022, che il Consiglio di Presidenza ha deliberato nella riunione del 2 agosto.
Limitandomi a un esame essenziale di questi due documenti contabili e iniziando dal rendiconto relativo allo scorso esercizio finanziario, osservo innanzi tutto come la spesa complessiva effettiva - al netto dei risparmi da versare allo Stato e degli accantonamenti - sia risultata nel 2021 pari a euro 445.729.870,94, in diminuzione di circa 3,215 milioni rispetto al dato consuntivo dell'esercizio 2020. Va inoltre considerato che questo dato di riduzione della spesa, essendo espresso in termini nominali, non tiene conto della dinamica inflazionistica e dunque risulterebbe ancora più marcato, ove venisse espresso in termini reali. Peraltro, le entrate del Senato evidenziano che la dotazione finanziaria è rimasta invariata dal 2012 nella misura di circa 505 milioni di euro. Per conseguenza, rispetto alla dotazione richiesta nel 2011, pari a circa 526 milioni (quasi 527), si registra una riduzione annua di 21,6 milioni di euro.
La costante riduzione della spesa negli ultimi anni si è dunque accompagnata a una sostanziale stabilità della principale entrata dello Stato, con assestamento, però, di quest'ultima su un livello significativamente più basso rispetto agli anni antecedenti alla crisi del 2011.
Per quanto riguarda la composizione della spesa, quella di funzionamento è risultata pari nel 2021 al 55,23 per cento della spesa complessiva, contro il 44,77 di quella previdenziale, mantenendosi sostanzialmente costanti tali due elementi nel corso degli anni.
Per quello che riguarda il bilancio di previsione 2022, al dato già evidenziato della minor dotazione richiesta anche per l'anno in corso, si registra - per quanto riguarda le spese di natura previdenziale - una riduzione rilevante per l'anno in corso rispetto all'anno precedente, in diminuzione del 3,7 per cento. Tuttavia, va rilevato che tale importo comprende anche le somme accantonate a seguito delle riduzioni introdotte sia per i vitalizi dei senatori sia per i trattamenti pensionistici dei dipendenti. In particolare, si evidenzia che i risparmi dovuti all'applicazione della riforma del calcolo dei vitalizi, approvata nel corso del 2018, sono stati lasciati in un apposito fondo istituito prudenzialmente fino alla fine degli iter processuali in corso presso gli organi di giustizia interna.
Anche per quanto concerne l'applicazione del comma 261 della legge n. 145 del 2018, che prevede la riduzione dei trattamenti pensionistici superiori a determinati importi annui lordi, si è proceduto all'istituzione di un fondo (Fondo risparmio sui trattamenti pensionistici di importo elevato), così come stabilito dalla legge stessa al comma 265.
Occorre evidenziare inoltre la circostanza che nello scorso esercizio finanziario la spesa corrente obbligatoria ha rappresentato il 91,56 per cento del totale. Tale aggregato risulta in diminuzione da anni e comprende i risparmi e i costi per senatori ed ex senatori, personale di ruolo, in quiescenza o estraneo all'amministrazione, nonché tutti gli oneri collegati, quali quelli fiscali e previdenziali.
Si registra altresì una leggera diminuzione, nel triennio 2019-2021, anche per quanto riguarda la spesa corrente di funzionamento in senso stretto, un aggregato che si compone di tutte le spese sostenute per l'erogazione di servizi, forniture e supporto al funzionamento del Senato, quali le prestazioni professionali per l'amministrazione, le spese per l'attività delle Commissioni e i costi per i servizi informatici, di comunicazione, assicurativi, ristorazione, trasporto, locazione, pulizie e altri.
Risulta altresì in diminuzione la spesa in conto capitale: tra il 2019 e il 2021 è passata da circa 2,66 milioni a circa 1,722 milioni di euro. Va evidenziato che la riqualificazione di tale voce di spesa ha consentito l'effettuazione di investimenti significativi.
A fronte di una così marcata riduzione delle spese come quella registrata a partire dal 2012, la sfida naturalmente è stata ed è tuttora quella di rendere compatibili i risultati finanziari conseguiti, che testimoniano la partecipazione del Senato allo sforzo di stabilizzazione della finanza pubblica compiuto negli ultimi anni, con il mantenimento di un elevato standard qualitativo dei servizi erogati, tanto più in un contesto che, almeno fino alla fine del 2021, ha visto una costante riduzione del personale di ruolo dell'amministrazione. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il senatore Questore De Poli. Ne ha facoltà.
DE POLI, senatore Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche a nome del collegio dei senatori Questori, quindi del senatore Arrigoni e della senatrice Bottici qui presente, sottopongo all'esame dell'Assemblea il Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021 e il Progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2022. Si tratta dell'ultimo bilancio di questa legislatura, ma vorrei far presente le cifre, che attestano l'impegno quotidiano e costante degli organi di direzione politica e amministrativa di questo ramo del Parlamento nella gestione rigorosa e attenta delle risorse pubbliche.
Gestione attenta, rigore e qualità dei servizi: questi sono stati i principi ai quali ci siamo ispirati. Vorrei dire che queste sono anche le tre parole chiave di questo bilancio e del nostro operato, nonostante in questa legislatura abbiamo visto scoppiare, purtroppo, la pandemia da Covid-19, dal 2020 fino a quest'anno; il Senato ha però continuato a lavorare anche durante il lockdown, garantendo una continuità legislativa importante per i nostri cittadini, per le nostre aziende e per la nostra Italia. Credo che questo sia stato un contesto veramente straordinario.
Dall'altra parte, nel corso del 2022, abbiamo visto la crisi internazionale e il fenomeno inflattivo che ne è scaturito, ma neanche questo ha comportato alcun incremento dei saldi nel nostro bilancio. Anzi, tutto ciò è stato compensato da un'opera di razionalizzazione della spesa del bilancio interno del Senato stesso. Il risultato che il bilancio di previsione evidenzia è quindi la conseguenza della costante opera di riordino dell'attività amministrativa.
Passo all'illustrazione del Rendiconto delle entrate e delle spese per l'anno finanziario 2021.
La spesa complessiva del Senato, al netto degli accantonamenti del 2021, ammonta a 445.729.870,94 euro, in diminuzione di 3.215.425,74 euro rispetto al consuntivo del 2020. Il trend è decrescente ed è ancora più marcato se mettiamo a confronto i dati del 2021 rispetto a quelli del 2012.
In questo periodo, infatti, la spesa nominale del Senato si è ridotta del 6,35 per cento, senza chiaramente tener conto degli effetti inflazionistici. Il rapporto tra la spesa effettiva del Senato e la spesa statale è pari a 0,042 per cento: in quindici anni si è praticamente dimezzato. Credo che questo dimostri l'attenzione che abbiamo dato in questo ramo del Parlamento ai bisogni dei nostri cittadini in un momento di grande difficoltà. Ancora una volta, il Senato si dimostra attento alle realtà del nostro territorio, della nostra Italia.
Per quanto riguarda il bilancio dell'Assistenza sanitaria integrativa dei senatori (quello che tutti i mesi noi versiamo), un'attenta valutazione ha consentito un avanzo di gestione di 2,5 milioni di euro. Ricordo ai colleghi che, oggi più che mai, considerata la riduzione costituzionale dei parlamentari, forse sarebbe opportuno procedere a un raccordo con la stessa Assistenza sanitaria integrativa del personale.
L'aggregato della spesa corrente obbligatoria rappresenta oggi al Senato il 91,56 per cento di tutte le spese del Senato. La spesa obbligatoria - che, come sapete, nel nostro bilancio, oltre agli stipendi del personale e dei senatori e alle varie spese, comprende anche tutta la parte previdenziale - rappresenta quindi più del 90 per cento del nostro bilancio; e questo registra, dall'inizio della legislatura, una diminuzione pari all'8,1 per cento.
Passo al bilancio di previsione 2022. Anche in questo caso, la costante opera di attenzione e di razionalizzazione dell'attività amministrativa ha portato a una serie di risultati importanti, facendo sì che, oltre a una riduzione di spesa, si potesse procedere a investimenti in innovazione, per prospettare nel futuro un Senato più green, più 4.0, attento, anche rispetto alla programmazione del PNRR, alle nuove risorse che ci spettano, per dare una risposta concreta a tutto questo.
Il peso finanziario del Senato sulla finanza pubblica si è ridotto, dal 2013 al 2022, di 344,1 milioni di euro. È una cifra importantissima, che è data, da una parte, da una minor dotazione - di 21,6 milioni di euro - che nel contesto di tutti questi anni, dal 2013 al 2022, porta a un minore impatto sulla finanza pubblica di 216 milioni di euro, e, dall'altra parte, dagli ulteriori risparmi diretti che abbiamo fatto in Senato, che dal 2013 al 2022 arrivano a 128,1 milioni di euro. Questo è un aspetto fondamentale e importante, che mostra l'ulteriore attenzione che abbiamo dato rispetto alla spesa pubblica.
Chiaramente le riduzioni sono dovute anche alle integrazioni funzionali tra l'amministrazione del Senato e l'amministrazione della Camera, ad esempio attraverso il polo della documentazione parlamentare, il polo informatico, il polo bibliotecario e la stretta collaborazione con gli archivi storici. I due rami del Parlamento si sono uniti per dare una migliore risposta e chiaramente migliori servizi con una minore spesa. Lo stesso discorso riguarda le procedure di gara di rilevanza comunitaria, alcune promosse dalla Camera, altre fatte direttamente da noi, sempre nel rispetto delle previsioni dettate dal codice degli appalti pubblici e dal codice dell'amministrazione digitale. Credo che questo sia uno degli aspetti di trasparenza che abbiamo voluto dare a questo ramo del Parlamento.
Passo ora al fronte delle retribuzioni del personale dipendente, che registra una riduzione della massa stipendiale dal 2011 al 2022 pari al 24,45 per cento, al netto delle nuove assunzioni, che chiaramente, vista la riduzione del personale, si stanno facendo.
Sul fronte delle indennità parlamentari (competenze, accessori, eccetera), dall'inizio della scorsa legislatura ad oggi la stima delle economie di spesa si attesta su un importo pari a 86 milioni di euro. Rispettando la curva dei dati degli anni precedenti, la percentuale della spesa per l'indennità dei senatori rispetto al bilancio totale del Senato si è più che dimezzata dal 2011 al 2022, passando dal 19 al 9 per cento.
Un altro aspetto fondamentale circa il lavoro concreto della nostra istituzione riguarda le risorse dei Gruppi parlamentari. Abbiamo previsto di mantenere invariata tale spesa sia per 2022 sia per il triennio prossimo futuro, anche perché con la riduzione del numero dei parlamentari credo che l'apporto del lavoro che i Gruppi parlamentari fanno per l'istituzione del Senato, e di conseguenza per tutti i nostri cittadini, sia necessaria e fondamentale. Ribadisco quindi che abbiamo ritenuto di mantenere lo stesso stanziamento di bilancio. Credo che questo sia un aspetto straordinario, ma fondamentale per il lavoro che dobbiamo fare nel prossimo futuro.
Si evidenzia inoltre che, per il bilancio dell'anno 2022, la fine anticipata della legislatura e in relazione al bilancio triennale per gli anni 2023 e 2024, si è tenuto conto dei risparmi derivanti dalla riforma costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. Si è provveduto quindi ad accantonare prudenzialmente i risparmi conseguenti, in vista di eventuali future spese per esigenze istituzionali connesse anche alle questioni di cui all'ordine del giorno G3 (testo 2), accolto in sede di esame del bilancio di previsione 2021. Su questo punto vorrei soffermarmi brevemente: mi riferisco al famoso ordine del giorno G3 del collega Trentacoste che lo scorso anno abbiamo accolto. A tale riguardo, sono stati fatti diversi lavori con i colleghi della Camera, che tra l'altro hanno anche visto una serie di ordini del giorno nell'ultimo bilancio di qualche settimana fa. Di questo ordine del giorno che essi hanno accolto abbiamo preso visione anche noi, facendo la stessa considerazione e prendendo questo come una raccomandazione, ma con l'attenzione che da noi è stata introdotta nel Regolamento del Senato con l'emendamento 2.0.300, approvato nella seduta del 27 luglio 2022. Al suo interno c'è un perimetro normativo fissato per questo tipo di disposizioni, sia per i collaboratori dei parlamentari sia per quelli dei Gruppi. Ci si impegna anche a valutare l'opportunità di definire, entro la fine della legislatura, auspicabilmente d'intesa con la Camera dei deputati, una nuova disciplina del rapporto di lavoro tra i senatori e i collaboratori dei Gruppi parlamentari sulla base di un assetto normativo che preveda tutta una serie di contesti, così come sono stati considerati.
Sul fronte delle indennità parlamentari e competenze accessorie, dall'inizio della scorsa legislatura ad oggi la stima delle economie di spesa si attesta su un importo pari a 86 milioni di euro, rispettando così la curva dei dati degli anni precedenti, in quanto la percentuale della spesa delle indennità dei senatori, rispetto al bilancio totale, è passata al 9 per cento.
Sul fronte della retribuzione del personale dipendente, si registra una riduzione della massa stipendiale pari al 24,45 per cento. Credo che su questi aspetti ci sia tutta una serie di situazioni oggi veramente fondamentali e importanti.
Un altro aspetto positivo dell'amministrazione del Senato riguarda le fatture dei suoi fornitori, che vengono pagate entro trenta giorni: credo che questa sia una delle amministrazioni che, a livello europeo, danno una risposta importante a tutte le aziende e ai fornitori che lavorano al proprio interno.
Quanto al capitolo delle risorse umane, come vi dicevo prima, abbiamo iniziato tutta una serie di concorsi, per coadiutori e assistenti parlamentari e prossimamente per le altre figure professionali all'interno del Senato. Anche per quanto riguarda i dattilografi a tempo indeterminato, ricordo che dobbiamo riconsiderare il trattamento retributivo prevedendo una serie di scatti e di anzianità maturate, rispetto a quanto definito dalla Commissione per il contenzioso.
Abbiamo poi fatto una serie di interventi su Aula, Commissioni e palazzi del Senato, che riguardano i servizi audio-video delle aule di tutte le Commissioni, i sistemi di videoconferenze e l'informatizzazione della procedura di scrutinio del voto di fiducia. Abbiamo fatto inoltre una serie di interventi sull'abbattimento delle barriere architettoniche per le persone con disabilità, che credo sia uno degli aspetti altrettanto fondamentali e importanti, rendendo accessibile l'aula della 14a Commissione; prossimamente, si svolgeranno una serie di interventi anche nella 6a e nell'11a Commissione. Siamo intervenuti per migliorare i ricambi d'aria all'interno dell'aula dell'Assemblea e delle aule delle Commissioni, anche rispetto ai percorsi che abbiamo seguito nelle procedure Covid.
Sul piano dell'efficienza energetica, sono stati effettuati interventi per la riduzione dei consumi elettrici e termici, con l'installazione di appositi sensori volti a rilevare i consumi effettivi di ciascun palazzo. C'è stato il potenziamento di tutto l'aspetto relativo al green, con illuminazione a basso consumo, apparecchi di ultima generazione e auto elettriche.
Passiamo alle infrastrutture informatiche, con tutto quello che ne consegue, a partire dalla tecnologia cloud. È stato realizzato in questi anni un Parlamento 4.0, che, oltre ai vantaggi dovuti all'innovazione, ci ha fatto anche risparmiare 19 milioni di euro, dal 2016 a oggi. L'impiego delle videoconferenze in questi ultimi anni ha visto una serie di interventi di sistema finalizzati a permettere ai senatori e al contesto esterno di accedere ai lavori del Senato: una rete WiFi con 207 accessi e 4.000 dispositivi complessivi, una web-TV del Senato con sette canali in contemporanea e molti altri interventi che non sto qui a evidenziare. C'è stata un'attenzione agli investimenti per il Senato della Repubblica del prossimo futuro.
Abbiamo fatto ciò anche nel contesto della crisi sanitaria che abbiamo dovuto affrontare. A questo proposito, vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il dottor Marini, direttore del polo sanitario, con la consapevolezza che questa è la strada per offrire il più adeguato supporto all'espletamento delle funzioni che la nostra Costituzione attribuisce al Senato in quanto organo centrale della vita democratica del Paese.
Mi avvio alla conclusione, con i ringraziamenti dovuti e di cuore da parte mia, della senatrice Bottici e del senatore Arrigoni, quindi da parte del Collegio dei Questori, che non sono ringraziamenti di circostanza, ma sono veri e sinceri.
Ringrazio il presidente del Senato Casellati e ringrazio chiaramente chi sta svolgendo ora le funzioni di Presidente, cioè il vice presidente Calderoli.
Ringrazio tutti voi, colleghi, per aver condiviso questi anni importanti e intensi di legislatura. Occorre sottolineare, tra l'altro, che questi risultati sarebbero stati impossibili senza la professionalità, lo spirito di servizio e la dedizione di tutta l'amministrazione, che è realmente l'anima di questa macchina, a partire dal segretario generale, la dottoressa Elisabetta Serafin, che ringrazio di cuore (Vivissimi applausi da tutti i Gruppi), ai vice segretari generali, dottor Federico Toniato e dottor Alfonso Sandomenico, ai direttori dei Servizi tutti, a tutti i collaboratori, al personale tutto, alle donne e agli uomini della Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri, ai Vigili del fuoco e alla Polizia urbana, che sono qui con noi e garantiscono la sicurezza dei nostri palazzi. (Applausi).
Infine, ma non per ultimi, ringrazio tutto il personale e i nostri assistenti parlamentari, che qui in Aula ci aiutano a garantire lo svolgimento ordinario dei nostri lavori. (Applausi). Grazie a tutti voi. Vi ringrazio per l'attenzione, grazie di cuore. (Applausi).
PRESIDENTE. Non sono stati presentati ordini del giorno.
Passiamo alla votazione dei documenti.
TRENTACOSTE (Ipf-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRENTACOSTE (Ipf-CD). Signor Presidente, ciò che è emerso dalla relazione dei senatori Questori e ciò che ci accingiamo a votare oggi sono un Progetto di bilancio interno per l'anno 2022 e un Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno 2021 in linea con il processo di razionalizzazione della spesa di questa istituzione.
Onorevoli colleghi, i dati che emergono dal rendiconto finanziario certificano che nell'anno 2020 non è stata sbagliata la previsione. È stata infatti realizzata una perfetta coincidenza tra le entrate, le uscite e la relativa dotazione finanziaria, in linea con la missione di contenimento della spesa intrapresa da questa istituzione da molti anni.
A saldo di tali operazioni attive e passive è certo che sarebbe sempre meglio far quadrare il funzionamento della Camera alta con una voce sempre più elevata di saldi positivi nel rendiconto, ma occorrerebbe comunque realizzarlo senza scontrarsi con l'incomprimibilità dei costi della democrazia. Con riferimento al bilancio di previsione 2021, il dichiarato obiettivo di contenimento della spesa è stato confermato dalle risultanze dell'esercizio medesimo, che hanno fatto registrare una spesa finale effettiva netta in diminuzione di circa 3,5 milioni di euro rispetto allo stesso dato del 2020. Con riferimento quindi al bilancio 2022, gli aumenti dei costi e le spese variabili esterne sono stati compensati dalle riduzioni del bilancio come dalla tabella 1, di cui al doc. VIII. Non dobbiamo dimenticare poi che la razionalizzazione della spesa ha dovuto tenere conto, ancora una volta e per il terzo anno consecutivo, della situazione pandemica e delle conseguenze in termini di regole di svolgimento dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni, come detto dal Collegio dei questori.
Orbene, come abbiamo avuto modo di leggere dai risultati del bilancio corrente, la dotazione del Senato mantiene infatti una dotazione ridotta ormai storica, pari a circa 20 milioni di euro, ovvero non cresce come avrebbe potuto essere prevedibile e, al contrario, conferma la linea strutturale di contenimento e razionalizzazione della spesa intrapresa dal Senato.
Ad una ulteriore riduzione si è assistito anche per quanto riguarda i costi del trattamento del personale dipendente e di tutte le spese di natura previdenziale. Se in questi dieci anni il Senato è riuscito a comprimere i costi di gestione, nel ringraziare il Consiglio di presidenza e il Collegio dei senatori questori, che rendono possibile tale risultato tecnico, non posso non ringraziare, per il loro contributo, i colleghi che, venendo dalla società civile, hanno dato impulso alla realizzazione di questa buona politica, esercitando una sana pressione di responsabilità nei confronti degli organi di governo del Senato, che ha reso possibile questo risultato.
Onorevoli colleghi, concludo il mio intervento con un rilievo, al quale come sapete tengo particolarmente: si tratta di un tema importante, come quello dell'inquadramento dei dipendenti dei Gruppi e dei collaboratori parlamentari sul piano della loro professionalità, in particolar modo per i collaboratori che lavorano nei diversi Gruppi parlamentari. Ad oggi, gli organi competenti di Camera e Senato stanno cominciando a disciplinare il rapporto che intercorre tra i parlamentari e i suddetti professionisti, per cui la mancata regolamentazione della figura professionale del collaboratore parlamentare demanda il rapporto di lavoro alla sola e unica contrattazione tra le parti. Ritengo che questo aspetto vada sanato e quindi, ringraziando ancora una volta il Collegio dei senatori questori, mi auguro che il prossimo Consiglio di presidenza possa finalmente adottare tutte le iniziative necessarie al fine di giungere, d'intesa con la Camera dei deputati, al riconoscimento della figura del collaboratore parlamentare, prendendo come modello le soluzioni individuate dai principali Paesi europei e anche nell'ambito del Parlamento europeo.
Signor Presidente, concludo dichiarando il voto favorevole del Gruppo Insieme per il futuro - Impegno civico al bilancio del Senato. (Applausi).
CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, a noi il rendiconto e il bilancio non convincono. Ci sono voci molto poco chiare: vorremmo ad esempio sapere che cosa sono i servizi accessori ai servizi di supporto funzionale, che cubano 600.000 euro. Vorremmo sapere, ad esempio, dove sono i costi dei voli di Stato, a piene mani utilizzati dalla presidente del Senato Casellati. Vorremmo sapere ad esempio se rientrano in quei servizi di mobilità, servizi di trasporto, che valgono 6.800.000 euro, cioè se in quelle voci ci sono soltanto le auto blu o anche gli aerei blu della presidente Casellati.
Vorremmo sapere qualcosa di più dei circa 1,45 milioni di euro che sono stati reperiti, senza evidentemente grossi sforzi, per spese di cerimoniale e rappresentanza. Questi soldi sono stati trovati; invece, non sono stati trovati i fondi per mettere a posto, ad esempio, gli arazzi del Cinquecento che sono presenti nelle sale del Senato e che, come mi fa notare la collega Margherita Corrado, cadono a pezzi.
Noi non siamo convinti di questo progetto di bilancio e di questo rendiconto, pertanto voteremo contro. (Applausi).
CARBONE (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARBONE (IV-PSI). Signor Presidente, naturalmente noi di Italia Viva-PSI voteremo a favore di questo atto. Anche in questo caso, credo che la sottolineatura dei risparmi non sia semplicemente retorica, ma faccia parte di un lavoro importante che è stato fatto e che, a mio avviso, non è stato guidato dal furore ideologico. Intendo dire che la mia percezione è quella di un lavoro condotto in ragione di un obiettivo di fondo, che è la funzionalità del sistema e non semplicemente il cosiddetto taglio con l'accetta da spendere poi politicamente.
Vorrei però concentrare i pochi minuti di questo mio intervento non su ciò che di positivo è stato fatto - ed è tanto - ma su una sottolineatura che sta a cuore a me e credo a tutti i miei colleghi. Mi riferisco a un tema importante come quello dell'inquadramento dei dipendenti dei Gruppi e dei collaboratori parlamentari sul piano della loro professione e professionalità e, in modo particolare, della salvaguardia di tutte le professionalità che lavorano nei diversi Gruppi parlamentari.
Il Parlamento si è spesso trovato a varare misure in favore del precariato, tralasciando forse con colpa la situazione dei dipendenti dei Gruppi, che in alcuni casi hanno prestato servizio in componenti politiche diverse, a dimostrazione delle professionalità e non solo dell'attaccamento a un colore politico, per diversi anni (in alcuni casi, anche più di dieci). Bisogna assumersi la responsabilità di collegare alcuni ragionamenti che spesso echeggiano in quest'Aula e che sono anche oggetto di una traduzione in termini di iniziativa legislativa. Quest'ultima si esplica attraverso i comportamenti che poi mettiamo in campo e con la coerenza verso di essi. Spesso, infatti, parliamo della dignità del lavoro, di come (tanto più nella fase che stiamo vivendo) dobbiamo aggredire il tema della precarietà del lavoro e di chi questa precarietà la vive quotidianamente. Pertanto, coerenza vorrebbe che nel caso specifico questo ragionamento venisse legato, per chi collabora con noi tutti i giorni, sia nei Gruppi sia come collaboratore singolo, a un impegno diretto all'inquadramento professionale.
Ci sono modelli che non dobbiamo inventarci. Penso al modello europeo, inteso innanzitutto come quello cui fa riferimento il Parlamento europeo, che si può implementare con grande semplicità nel segno della trasparenza, del rispetto e della dignità di chi lavora con noi. Penso sia un modo per riscattarci da questa immagine, da questa divisa che spesso ci fanno indossare e da questo stigma che portiamo come casta, che ha interesse a opacizzare qualsiasi ragionamento. Penso anche alla possibilità di inquadrare il personale dei Gruppi tramite contratti standard stabiliti dal Consiglio di Presidenza sulla base delle mansioni prestate. Questo significa trasparenza e rispetto per il lavoro.
Dobbiamo dare un contributo ulteriore proprio adesso che si chiude una lunga pagina della storia repubblicana, verso un Parlamento che vedrà ridotto il numero dei suoi componenti. Bisogna uscire da questa ombra opaca proprio facendo un'operazione positiva per i dipendenti dei Gruppi, ma anche per noi, nel senso di rendere la nostra attività ancora più efficace, più funzionale e soprattutto più disponibile a costruire un legame tra quello che facciamo e la vita reale delle persone.
Detto questo, vorrei ringraziare, per il lavoro svolto fino ad oggi e tutto quello fatto in questi anni, la nostra Presidente, gli ottimi Vice Presidenti, il Collegio dei senatori Questori e il Consiglio di Presidenza, a cui mi onoro di aver partecipato nei primi anni della mia presenza qui in Senato.
Desidero ringraziare il Segretario generale, dottoressa Serafin, per la grande professionalità, la stima e l'affetto a me sempre rivolti fin dal primo giorno del nostro insediamento. (Segni di commozione. Applausi). Ringrazio tutti i collaboratori della segreteria, i funzionari e tutte le donne e gli uomini dell'apparato organizzativo e amministrativo del Senato, a cominciare da chi ci accoglie in portineria e chi ci aiuta nell'Aula e nel resto dei palazzi del Senato. (Applausi). Essi abitano, frequentano e vivono i palazzi tutti i giorni e devo riconoscere che con la loro preparazione, discrezione e disponibilità ci hanno fatto sentire a casa nostra fin dal primo giorno. Grazie a tutti quanti voi. (Applausi).
Rivolgo altresì un ringraziamento non retorico, ma sentito a chi, come il dottor Marini, ha avuto e ha tutt'ora la responsabilità di guidare il presidio sanitario di questa istituzione in un momento così difficile e complicato, tramite misure di prevenzione con l'obiettivo di mettere in sicurezza i parlamentari e i loro collaboratori. (Applausi).
Signor Presidente, mi consenta altri trenta secondi di tempo, visto che è l'ultima occasione in cui potremo intervenire. Voglio anche ringraziare tutti i colleghi senatori e specialmente coloro con cui ho intessuto rapporti di amicizia e stima. Desidero ringraziare tutti i senatori del Gruppo Italia Viva-PSI e il nostro presidente Matteo Renzi per l'affetto con cui mi hanno da subito accolto e la fiducia concessami fin dal primo giorno. (Applausi). In particolare, fatemi ringraziare anche il nostro capogruppo, senatore Faraone, per la stima e l'amicizia che mi ha saputo regalare, ma soprattutto per la sua grande umanità. (Applausi).
Ringrazio poi i ragazzi (li chiamo così, ma sono professionisti serissimi) dell'ufficio legislativo e organizzativo del mio Gruppo, che mi hanno risposto sempre - anche di notte - e dimostrato disponibilità in tutte le occasioni.
Oggi posso dire a gran voce di sedere non soltanto tra un gruppo di colleghi, ma anche tra un gruppo di amici. Grazie per quello che mi avete dato, amici. (Applausi).
Desidero anche ringraziare il Presidente, i colleghi e gli amministrativi della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati e il Presidente e i colleghi della Commissione lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, di cui faccio parte. In particolare, fatemi ringraziare la dottoressa Gloria Abagnale e tutti i suoi collaboratori per la grande professionalità e lavoro.
Per ultimo, ma non per importanza, vorrei ringraziare il mio collaboratore, Riccardo Monaco, che oltre a essere un ottimo professionista, mi ha anche regalato la sua amicizia. Questo per me è stato importante. (Segni di commozione. Applausi).
Voglio ringraziare tutti quanti voi, perché insieme a voi ho avuto l'onore di servire il mio Paese. (Applausi dal Gruppo IV-PSI. Congratulazioni).
MALAN (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FdI). Signor Presidente, ringrazio anzitutto il Collegio dei questori nelle persone dei senatori Laura Bottici, Antonio De Poli e Paolo Arrigoni, che ci hanno presentato il bilancio in esame e hanno attraversato un periodo particolarmente difficile, come tutto il personale del Senato.
Vorrei sottolineare alcuni aspetti di quanto ha detto il questore anziano Antonio De Poli sulla riduzione della spesa del Senato in questi anni. Citerò solo due dati, che voglio mettere in evidenza. Negli ultimi dieci anni la spesa del Senato è passata da 475 a 445 milioni di euro, nonostante un'inflazione pari al 13 per cento. Nello stesso periodo la spesa dello Stato è passata da 794 a 985 milioni di euro. È evidente che le esigenze sono diverse e lo Stato ha punti di partenza diversi rispetto al Senato. Tuttavia, è certo che, se per ipotesi inverosimile lo Stato avesse osservato lo stesso andamento, adesso avremmo problemi a collocare l'avanzo primario e secondario del bilancio dello Stato, anziché a cercare di ridurre e tamponare l'aumento del debito pubblico.
La riduzione è stata particolarmente accentuata nella parte che riguarda proprio il trattamento economico dei senatori, oltre che naturalmente in tutti gli altri settori. Ricordo che qualche anno fa si voleva far credere - e lo si scriveva anche sui giornali - che il Parlamento italiano fosse il più costoso del mondo. Anche a questo proposito, cito solo un dato fra i molti, ovvero che il Senato degli Stati Uniti, che pure è composto di soli 100 senatori, spende per i collaboratori diretti dei senatori 150 milioni di dollari all'anno e quella stessa voce su questo bilancio è di meno di 16 milioni. Quando si dice che il Parlamento italiano è il più costoso del mondo, quindi, evidentemente non si dice la verità, ma non insisto sul punto.
La riduzione del numero dei parlamentari comporterà un riassetto a partire dalla prossima legislatura, che deve andare nella direzione che si è cercato di perseguire in questi anni e che si è ottenuta, e cioè di mantenere pienamente la prima funzione del Senato, che non è quella di ridurre le spese, anche se è stata portata avanti con grande coerenza in questi anni dai senatori Questori, ma è quella di avere un'efficace attività legislativa, di poter ascoltare le esigenze dei cittadini e di poter esercitare le sue funzioni di sindacato ispettivo, ovvero di controllo nei confronti dell'attività del Governo. Questa è la sfida che ci attende ogni anno, ma in particolare con il passaggio che sta per avvenire.
Vorrei cogliere l'occasione per unirmi ai ringraziamenti, che però tengo a fare comunque, nonostante siano già stati menzionati, al Collegio dei questori, alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, al vice presidente Roberto Calderoli, che è una certezza di quest'Assemblea, e con lui a tutto il Consiglio di Presidenza, alla struttura del Senato, a cominciare dal segretario generale Elisabetta Serafin, ai vice segretari Alfonso Sandomenico e Federico Toniato e a tutto il personale del Senato, che ha sempre prestato la sua opera con grande professionalità e puntualità, ma in questi anni, a causa della pandemia, ha avuto particolari difficoltà; contrariamente a quanto è stato in qualche modo prospettato, il Senato non ha mai chiuso e ha continuato la sua attività sempre senza limitazioni, tranne quelle dettate dalla prudenza e dalle misure per il contenimento della pandemia.
In quest'opera i Questori sono stati particolarmente attivi, ma voglio citare in particolare il dottor Federico Marini, il medico anziano, capo della struttura medica del Senato, che ha avuto una grande attenzione e una grande efficacia. (Applausi dai Gruppi FdI, FIBP-UDC e L-SP-PSd'Az). Le misure che sono state implementate qui in Senato prima che in molte altre strutture si sono dimostrate molto efficaci, come anche l'assistenza che è stata data durante la permanenza in questa istituzione a tutti coloro che gravitano intorno al Senato, dal personale ai senatori.
Una parola vorrei anche dedicare ai dipendenti dei Gruppi, ai collaboratori dei Gruppi e ai collaboratori dei senatori, che sono persone di alta professionalità e precari costanti, perché alla fine di ogni legislatura i loro rapporti di lavoro vengono interrotti, a volte anche quando ci sono condizioni come gravidanze e quant'altro, e ogni volta c'è una nuova ripartenza, che non sempre riguarda tutti. Dobbiamo avere attenzione nei confronti di queste figure, che sono indispensabili per il buon funzionamento del Senato.
Concludo quindi il mio intervento annunciando il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia al Rendiconto e al Progetto di bilancio interno del Senato. (Applausi).
COLLINA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COLLINA (PD). Signor Presidente, le riflessioni che ci troviamo a fare una volta all'anno sul funzionamento della macchina del Senato sono importanti, perché rappresentano un momento di valutazione complessiva, che i Gruppi e tutte le forze politiche fanno su un'istituzione fondamentale come la Camera alta del nostro Paese.
In questi anni, il Senato è stato messo alla prova, esattamente come la Camera dei deputati, da una serie di situazioni straordinarie ed eccezionali, che ne hanno condizionato il lavoro quotidiano dal punto di vista dell'operatività, ma, d'altra parte, anche da condizioni politiche altrettanto straordinarie, che ne hanno messo alla prova la capacità di dare qualità al lavoro parlamentare.
La conclusione di questa legislatura, con la valutazione che ci apprestiamo a fare e con il voto favorevole a questi importanti documenti, che riguardano il funzionamento del Senato, rappresenta l'occasione per sviluppare un ragionamento. Intanto, rappresenta l'occasione per ringraziare il Collegio dei senatori Questori, perché, con la proposta di bilancio triennale che viene presentata, hanno raccolto le preoccupazioni sviluppatesi in questi anni sui temi che ho appena citato.
Le sensibilità sviluppatesi, le valutazioni e i ragionamenti che guardavano al futuro sono stati a mio avviso raccolti attraverso questa proposta di bilancio, che va letta in stretta relazione con quello che è avvenuto la scorsa settimana, cioè la modifica del Regolamento.
Abbiamo immaginato per il Senato una nuova modalità di funzionamento, legata alle riforme costituzionali approvate in questa legislatura. Le modifiche incidono significativamente sulle Camere. Abbiamo immaginato un nuovo modo di lavorare, perché sono state modificate le Commissioni, e ora immaginiamo di scrivere il bilancio per il futuro, in modo che si adatti positivamente alle modifiche del Regolamento introdotte.
La scelta fondamentale è legata al mantenimento della dotazione del contributo ai Gruppi, perché nella prossima legislatura dovremo ricominciare a lavorare con delle certezze. Mantenere condizioni che garantiscano la stessa qualità che abbiamo oggi all'interno dei Gruppi, per poter fare il lavoro che compete agli eletti, credo sia il dato di partenza sostanziale.
Certamente in futuro ci sarà la possibilità, per chi avrà l'onore e l'onere di stare nel Collegio dei senatori Questori della prossima legislatura, di fare tutte le valutazioni, gli aggiustamenti e i correttivi che diano maggiore efficienza al lavoro che dovrà essere svolto nelle nuove condizioni. Tale consapevolezza è condivisa da tutti.
Cito incidentalmente il lavoro svolto sulla razionalizzazione dei costi, perché lo abbiamo sottolineato tante volte. Il ringraziamento va ai senatori Questori per il lavoro che è stato fatto, perché anche questo non era banale. Mantenere l'efficienza di un'istituzione in un trend di calo dei costi e delle spese è un lavoro che non è fatto senza raziocinio, ma deve anzi essere maggiormente ragionato, valutato e soppesato. Credo che i risultati che abbiamo sotto gli occhi siano il giudizio più positivo che si possa esprimere sul lavoro svolto in questi anni.
Certamente, se non ci fossero state la condivisione e la massima collaborazione di tutti, dalla dirigenza a tutti i lavoratori del Senato a tutti i livelli, questo lavoro sarebbe stato più complicato. Il ringraziamento va quindi non solamente ai questori De Poli, Bottici e Arrigoni, ma anche al Consiglio di Presidenza nella persona della presidente Casellati; saluto anch'io il vice presidente Calderoli per l'esperienza che in questi anni ha messo al servizio del lavoro di tutti noi.
Ringrazio la Segretaria generale, dottoressa Serafin, che, assieme al dottor Toniato e al dottor Sandomenico, dirige tutto lo staff operativo del Senato: è stato un fondamentale contributo non solo di accompagnamento, ma anche di definizione, di riflessione e di ragionamento su questi sviluppi. Non si tratta solamente del pensiero sviluppato dai rappresentanti dei cittadini, ma è chi conosce in profondità la macchina a dare un contributo significativo, e questo c'è stato.
Non voglio dimenticare il dottor Marini, che in questi anni è stato un compagno di viaggio in mezzo alla tempesta per tutti noi, assolutamente decisivo per poter assicurare le condizioni di lavoro che ci hanno consentito di portare a termine la legislatura.
Credo di aver detto un po' tutto e soprattutto ho cercato di cogliere gli aspetti che in futuro dovranno essere tenuti in considerazione per valutare sempre di più il bilancio del Senato in relazione agli obiettivi di qualità del lavoro che dev'essere sviluppato, anche attraverso i Regolamenti. Penso addirittura che gli stessi Regolamenti in futuro possano essere corretti in funzione delle verifiche che verranno fatte sul campo.
Ancora, un ringraziamento va rivolto a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa legislatura: dai commessi a tutti i dipendenti, che hanno assicurato manutenzione al nostro lavoro e ai nostri spazi.
Da ultimo, toccherei anch'io la questione dei collaboratori parlamentari, che citiamo tutte le volte e che alla fine non siamo riusciti a sbloccare, perché credo che - giustamente - sia un tema da affrontare di concerto con la Camera. Non è immaginabile che in questa sede ci sia un regime di gestione e di collaborazione differente da quello in vigore alla Camera dei deputati. Credo quindi che il Consiglio di Presidenza debba portare a termine il lavoro per la prossima legislatura insieme al Collegio dei Questori e unitamente alla Camera dei deputati.
Ormai è consapevolezza comune, tutti lo sottolineano e, anche a seguito delle verifiche e delle valutazioni sul funzionamento del Senato con il nuovo Regolamento, credo che il tema possa essere finalmente affrontato con compiutezza. (Applausi dal Gruppo PD).
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, faccio una considerazione molto breve e, se mi consente, anche di carattere esistenziale.
Anzitutto, rispetto al bilancio di questa legislatura dal punto di vista dell'amministrazione del Senato, dobbiamo veramente dire che i nostri Questori, il Presidente del Collegio dei Questori e gli altri hanno svolto un lavoro egregio, perché sono stati terminale dell'amministrazione e terminale dei parlamentari, e questo non è poco.
Si sono fatti carico dei nostri problemi e dei problemi dell'amministrazione e hanno lavorato per saldare e superare le frizioni che a volte si sono determinate tra la politica e l'amministrazione. Questo è un punto fondamentale ed è il ruolo dei Questori: ne ho visti tanti in questi anni e devo dire che sono stati veramente tra i migliori che il Parlamento ci ha dato. (Applausi dal Gruppo Aut (SVP-PATT,UV) e dei senatori Binetti e Tosato).
Naturalmente la politica siamo noi, per cui saluto il vice presidente Calderoli e la presidente Casellati, che sono stati i nostri terminali, perché noi li abbiamo eletti.
Vorrei ora parlare dell'amministrazione e vorrei anch'io ringraziare la Segretaria generale e i Vice Segretari generali: anch'essi sono stati molto puntuali nello svolgere un lavoro di supporto al Parlamento e questo vale per tutto il personale dell'amministrazione. Voglio fare una considerazione, ma consentitemi un tono quasi affettuoso: ricordo quando entrarono in Senato qualche anno fa alcuni movimenti, ad esempio i colleghi dei 5 Stelle, con i quali negli anni abbiamo imparato ad apprezzarci reciprocamente; noi abbiamo visto le loro doti e loro le nostre, quando c'erano, evidentemente. Ebbene, all'inizio sono entrati in quest'Aula quasi con la sensazione che fossimo tutti nemici e che i funzionari fossero i terminali del nemico. Credo che loro siano stati i primi a capire che i funzionari sono il segno della terzietà che ci dev'essere in quest'Aula.
La politica non può chiedere fedeltà, noi non chiediamo e non possiamo chiederla, perché la fedeltà si chiede ai cani, non alle persone. La fedeltà si chiede agli animali, può avere aspetti positivi, ma in realtà non è da nobilitare. Noi chiediamo lealtà e terzietà e dai funzionari dell'amministrazione del Senato abbiamo avuto lealtà e terzietà, così come dagli assistenti parlamentari e da tutto il personale del Senato.
Voglio terminare dicendo una cosa: se questi presupposti sono veri, allora che cosa dimostrano? Dimostrano che bisogna amare il Parlamento: conoscendolo, se ne capisce il valore, anche pedagogico. (Applausi). In quest'Aula ci si può arrivare, infatti, anche con intendimenti "rivoluzionari" (questo fa parte della politica, non ci possiamo scandalizzare), ma, quando si è in questa sede, c'è una grande lezione pedagogica che il Parlamento riesce a impartire e questa lezione serve, perché quando si sta in Parlamento, quando anche le forze più antisistema stanno in Parlamento, esse non stanno in piazza e non favoriscono l'eversione fuori dal Parlamento. (Applausi).
Ecco perché il Senato e la Camera dei deputati devono essere a pieno titolo considerati la casa di tutti gli italiani, perché siamo il riflesso del Paese, nel bene e nel male. Ovviamente, faccio gli auguri a tutti i colleghi. Abbiamo sentito anche dall'onorevole Carbone quanta passione e quanto affetto ci siano nel legame che si è consolidato in questi anni. (Applausi).
DAMIANI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAMIANI (FIBP-UDC). Signor Presidente, colleghi senatori, ringrazio il Collegio dei senatori Questori, il presidente De Poli e i senatori Bottici e Arrigoni, per il lavoro egregio che è stato svolto in questa legislatura. Lo testimoniano i dati inconfutabili nel momento in cui oggi viene presentato, com'è stato fatto negli anni passati, il bilancio interno: sono numeri che testimoniano l'impegno concreto di questo ramo del Parlamento e dell'amministrazione in una gestione rigorosa e attenta delle risorse pubbliche; tutto questo, non soltanto per quest'anno, ma anche negli anni passati, in un momento difficile per il nostro Paese, così come per le istituzioni e il Senato.
I numeri che vengono sottoposti oggi alla nostra attenzione sono il frutto del lavoro efficace ed efficiente di razionalizzazione della spesa del bilancio interno del Senato.
Soprattutto, è anche il frutto di un lavoro di riordino di tutta l'attività amministrativa del Senato.
Se guardiamo a qualche dato, vediamo che il rendiconto delle spese per l'esercizio finanziario del 2021, al netto degli accantonamenti, riporta una diminuzione delle spese rispetto agli anni passati, che - possiamo dirlo chiaramente - va a beneficio di tutta la collettività, trattandosi di risorse che possono essere comunque impiegate per altre finalità di pubblico interesse. Parlando in termini molto diretti, il Senato ha chiesto meno soldi allo Stato, in quanto la dotazione di risorse che è stata chiesta in questi anni è stata minore; ciò significa che abbiamo lasciato nelle casse dello Stato più risorse per i cittadini. La dotazione si è ridotta di circa 21,6 milioni di euro all'anno dal 2011 e ciò significa che è stata fatta un'azione strutturale di contenimento delle spese, quindi non esclusivamente episodica e relativa a questa legislatura.
Accanto al risparmio generato dalla minore dotazione, ci sono poi altri risparmi: si tratta di economie di spesa per il periodo in questione, che va dal 2013 al 2022, per complessivi 128 milioni di euro circa. Inoltre, sono già previste ulteriori riduzioni per quanto riguarda il funzionamento della macchina amministrativa, che derivano anche dalle integrazioni funzionali già introdotte tra le amministrazioni del Senato e della Camera. Sappiamo tutti che attualmente si tratta di due amministrazioni differenti, che però hanno portato alla nascita del polo della documentazione parlamentare e del polo informatico parlamentare.
Il contenimento della spesa in atto in questi ultimi anni riguarda tutti gli ambiti e i settori, comprese le retribuzioni del personale, che registrano una riduzione di spesa del 24 per cento, al netto delle nuove assunzioni, e le spese di natura previdenziale. Anche sul fronte delle indennità parlamentari e delle competenze accessorie, dall'inizio della scorsa legislatura ad oggi, la stima delle economie di spesa si attesta su un importo in linea con la curva dei dati, che vede un risparmio e una razionalizzazione di tutta la spesa dell'amministrazione del Senato.
In conclusione, quindi, possiamo tranquillamente affermare, senza tema di smentita, che il Senato offre un esempio di buona amministrazione. Ecco perché personalmente e a nome di tutto il Gruppo parlamentare Forza Italia mi congratulo per il lavoro che il Collegio dei senatori Questori ha svolto in questi anni, anche rispetto al panorama internazionale e alle altre Istituzioni.
Spesso infatti ci esaminiamo e ci critichiamo da soli; invece, se facciamo un raffronto con le altre Istituzioni e con le pubbliche amministrazioni, com'è stato detto prima nella relazione del senatore questore De Poli, vediamo che noi paghiamo fatture entro i trenta giorni dalla data del ricevimento, quindi siamo assolutamente attenti a questo ulteriore aspetto. Il rispetto delle scadenze, infatti, rappresenta un fattore di cruciale importanza proprio per il funzionamento dell'economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione europea effettua un controllo rigoroso. Ebbene, il Senato ha pagato le fatture ai propri fornitori entro trenta giorni, registrando ottimi standard nel rispetto delle norme europee.
Non era affatto un lavoro semplice e, in uno scenario critico e denso di problematiche, bisognava centrare alcuni obiettivi. Oggi i dati, nero su bianco, certificano il lavoro che è stato svolto grazie alle iniziative virtuose che sono state assunte in tutti questi anni. Tutto ciò migliora l'apprezzamento e ritengo che queste notizie debbano essere diffuse, perché si sta facendo veramente un'opera di razionalizzazione e i cittadini lo devono sapere. Le Istituzioni sono comunque al loro servizio e lavorano al loro fianco, quindi questi dati devono essere percepiti da parte dei cittadini come buone notizie. In questo caso, la notizia che deve arrivare a tutti è che le risorse del Senato sono state gestite in maniera oculata.
Grazie e buon lavoro a tutti. (Applausi).
DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, noi voteremo a favore del Rendiconto e del Progetto di bilancio interno. Ho chiesto la parola semplicemente perché vorrei fare un ringraziamento sincero e di cuore ai senatori Questori per il lavoro che è stato fatto e per il lavoro di supporto svolto in tutti questi anni da parte dei funzionari e del Segretariato generale, che hanno permesso a tutti noi di lavorare e hanno fatto sì che questa istituzione conseguisse dei risultati importanti. I senatori Questori hanno dimostrato che si possono anche fare politiche di risparmio efficaci e importanti, continuando a garantire l'efficienza dei servizi.
Rivolgo un saluto a tutti voi e un ringraziamento sincero per questi cinque anni di lavoro. (Applausi).
TOSATO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOSATO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, a nome del Gruppo della Lega anch'io voglio unirmi agli interventi dei colleghi per ringraziare innanzitutto i senatori questori per il lavoro che hanno svolto in questi cinque anni. Abbiamo affidato questo compito sicuramente a persone attente, premurose e coscienziose nel gestire il bilancio del Senato, quindi ringraziamo i senatori De Poli, Bottici e Arrigoni (Applausi) per il compito che hanno svolto a nome di tutta l'Assemblea.
Desidero altresì ringraziare tutta l'amministrazione del Senato, a partire dal Segretario generale, i Vice Segretari, i direttori, i funzionari e tutto il personale che ci ha accompagnato in questi cinque anni con grande professionalità, con grandi competenze, con grande disponibilità ad affrontare ogni situazione, anche emergenziale, che si è verificata nella XVIII legislatura. Sicuramente non esisteva un manuale per gestire quello che ci è capitato, quindi a partire dai senatori Questori e da tutta la struttura c'è stata una dimostrazione di efficienza nell'adeguarsi alle necessità che stava vivendo il Paese e che, di conseguenza, ha vissuto anche il Senato, garantendo la sicurezza della salute di tutti coloro che lavorano in questa grande struttura, ma, allo stesso tempo, senza che i lavori avessero una flessione nei tempi e nella qualità del servizio che dobbiamo garantire rispetto all'attività legislativa. Credo che abbiamo affrontato nel migliore dei modi questa emergenza e dobbiamo ringraziare chi si è caricato sulle spalle questo compito.
Per quanto riguarda il rendiconto 2021 e il bilancio interno 2022, il Gruppo esprimerà un voto favorevole. Apprezziamo il fatto che, nonostante le difficoltà, ci sia stato un avanzo rispetto all'anno precedente di 3,5 milioni e ci auguriamo che i prossimi bilanci siano ancora nella linea virtuosa che questo Collegio dei Questori ha tracciato. La sfida della prossima legislatura sarà dimostrare che, a fronte della decisione del Parlamento di ridurre il numero dei parlamentari, non verrà meno l'efficacia dell'attività legislativa nelle Commissioni e in Assemblea; si dovrà fare in modo che tale processo virtuoso possa continuare grazie alla scelta del Parlamento e del corpo elettorale - che ha sancito con il proprio voto in un referendum la riduzione del numero dei parlamentari - realizzando quindi ulteriori risparmi.
È ovvio che la riduzione dei parlamentari potrà comportare potenziali difficoltà nella gestione dei lavori e nella rappresentatività del territorio. Ci auguriamo però che abbia l'aspetto virtuoso di ridurre i costi della macchina pubblica e politica, così come richiesto dalla collettività.
Ringrazio la presidente Casellati e i Vice Presidenti, tra cui il senatore Calderoli che presiede quest'oggi l'Assemblea, e rivolgo ancora un sentito ringraziamento a tutta la struttura del Senato. (Applausi).
PUGLIA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PUGLIA (M5S). Signor Presidente, siamo giunti alla conclusione dei lavori di questa legislatura. Ovviamente mancano altre settimane, ma si può dire che, con la chiusura del rendiconto e del bilancio del Senato, si chiude anche questa legislatura.
Come hanno già fatto altri colleghi, ringrazio i Questori per il grande lavoro che è stato fatto, soprattutto durante la pandemia. Non avevamo assolutamente idea di quello che ci potesse accadere e di come gestire la situazione, ma si è visto che in realtà il Senato è stato un esempio di gestione. Ringrazio tutto il personale sanitario e il suo alto dirigente, il dottor Marini. (Applausi dal Gruppo M5S). Ringrazio ovviamente l'amministrazione del Senato, che è riuscita, con la sua professionalità, a starci accanto. Ringrazio i questori Laura Bottici, Antonio De Poli e Paolo Arrigoni, che, con la loro presenza e la loro audacia, sono sempre riusciti a trovare una modalità per risolvere i problemi. Ringrazio ovviamente il segretario generale, la dottoressa Elisabetta Serafin (Applausi dal Gruppo M5S), che è sempre accanto al Presidente, ma in realtà è come se stesse accanto a ciascuno di noi.
La professionalità dei nostri Questori ci ha consentito di non fermarci durante la pandemia. L'amministrazione ha sempre lavorato a pieni ritmi. Ci siamo inventati i posti in tribuna e il voto in tribuna attraverso lo strumento tecnologico.
Adesso però parliamo di numeri, perché poi ci vuole anche la cosiddetta ciccia. Il 2013 è l'anno in cui sono entrato al Senato, appena quarantenne; nonostante questo, ogni volta che prendo la parola mi emoziono, come anche il collega Carbone (quindi lo capisco benissimo). (Applausi dal Gruppo M5S e del senatore Collina). Ricordo che a inizio legislatura stavo facendo qualche prova e ci fu un collega birichino che girò un video per prendermi in giro. Questa è una mia abitudine, perché sono sempre molto emozionato quando sono qui.
Bene, dal 2013 il Senato della Repubblica ha risparmiato 344 milioni, di cui 216 solo di minore dotazione richiesta dal bilancio del Senato. Questo è importante: 216 milioni di minore dotazione richiesta sono risparmi dovuti all'oculatezza con cui è stata gestita la macchina amministrativa. Infatti poi il rapporto tra la spesa effettiva del Senato e il bilancio dello Stato ha avuto un trend decrescente negli ultimi quindici anni, passando dallo 0,083 allo 0,042 (quasi la metà). Non solo: l'incidenza delle indennità parlamentari sul bilancio del Senato - come appunto il Questore anziano ci ha ricordato - è passata dal 19 per cento al 9. Ricordiamo a tutti che i portavoce del MoVimento 5 Stelle sin dal 2013 hanno rinunciato alle indennità aggiuntive dovute all'ulteriore ruolo ricoperto istituzionalmente. (Applausi dal Gruppo M5S).
Essendo un bilancio di previsione per il 2022 ed essendo a fine legislatura, possiamo apprezzare il fatto che, oltre ai risparmi e agli investimenti effettuati per rendere più moderno il nostro Senato, sono state realizzate diverse modifiche strutturali alle aule delle Commissioni, con impianti di videotrasmissione, collegamenti Internet e quindi - ne abbiamo parlato durante la pandemia - il voto attraverso strumenti tecnologici. Tutto ciò al fine di rendere tecnologico il Senato, che è fondamentale.
Un altro elemento da tener presente è l'accantonamento dei risparmi nei fondi di riserva, in vista di eventuali modifiche alla contrattazione dei collaboratori parlamentari. Ho notato che tutti i colleghi hanno parlato di questo punto. Il senatore Malan ci ha ricordato che quello di queste figure viene visto all'esterno come un importante lavoro a tempo indeterminato e stabile, mentre in realtà si tratta di precari, con professionalità altissime e qualità eccellenti. (Applausi). Purtroppo noi, come amministrazione, abbiamo gestito per anni i collaboratori parlamentari senza tener conto della fondamentale necessità di dare loro una dignità, attraverso la sicurezza del proprio lavoro futuro. (Applausi). Spero quindi che attraverso la proposta avanzata, che dovrà essere gestita dai futuri senatori Questori e dalla futura amministrazione, si possa trovare una modalità per dare certezza al lavoro di queste persone, che da anni e anni sono qui a lavorare per lo Stato. Infatti, mentre la nostra presenza è in realtà "momentanea", essi molto spesso sono all'interno di questi palazzi da molti più anni di noi.
Colgo dunque l'occasione per ringraziare del grande lavoro di supporto reso a noi tutti dai collaboratori. Sappiamo benissimo che ci sono anche squadre di collaboratori che lavorano per i Gruppi parlamentari e quindi spero che la riduzione del numero dei parlamentari, anch'essa voluta dal MoVimento 5 Stelle, non rappresenti una riduzione della qualità; si tratta infatti di una riforma da sempre immaginata, ma che il MoVimento 5 Stelle ha realizzato, passando dall'immaginazione alla realizzazione. La riduzione della qualità può essere evitata attraverso la professionalità, che è data soprattutto da chi supporta l'attività dei Gruppi e dei singoli senatori. Ci dovrà quindi essere un occhio di riguardo da parte dei futuri senatori Questori, affinché non venga ridotto anche il budget riferito ai singoli parlamentari e, anzi, venga aumentato in maniera inversamente proporzionale al numero dei parlamentari, perché è fondamentale non ridurre la qualità del lavoro e il numero delle persone che lavorano a supporto dei parlamentari, visto che ciascun parlamentare potrà essere chiamato a partecipare a più Commissioni. Spero che la riforma relativa alla gestione dei collaboratori parlamentari venga dunque fatta guardando anche a ciò che avviene in Europa, perché darebbe trasparenza, efficacia e sicurezza a queste professionalità.
Come dicevo, la legislatura è ormai terminata e i nuovi senatori Questori dovranno farsi carico della gestione dei fondi ed essere oculati nella spesa degli stessi, come lo sono stati gli attuali. (Richiami del Presidente). Signor Presidente, mi avvio alla conclusione.
Questa è una dichiarazione di voto ed è ovvio che, attraverso le mie parole, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle è scontato.
Ovviamente, non posso che fare un ringraziamento speciale alla nostra senatrice questore Laura Bottici (Applausi), che ha ricoperto questo ruolo con serietà e professionalità fin dal 2013, quando siamo entrati in Parlamento. Sappiamo benissimo - lo sapevamo sin dall'inizio - di avere la regola dei due mandati: c'è bisogno di un ricambio generazionale, questo è il MoVimento 5 Stelle. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021 (Doc. VIII, n. 9).
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del progetto di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 10).
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei Capigruppo, convocata per le ore 12.
(La seduta, sospesa alle ore 11,29, è ripresa alle ore 12,43).
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
Come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, la seduta è nuovamente sospesa e riprenderà alle ore 15.
(La seduta, sospesa alle ore 12,43, è ripresa alle ore 15,01).
Presidenza del vice presidente TAVERNA
Sui lavori del Senato
Discussione e reiezione di proposta di modifica al calendario dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito, a maggioranza, che la seduta dell'Assemblea di oggi proseguirà con l'esame dei seguenti provvedimenti: ratifica sull'adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO, approvato dalla Camera dei deputati; ratifica Italia-Canada sulla mobilità giovanile, approvato dalla Camera dei deputati; delega al Governo per la revisione dello strumento militare e nazionale, approvato dalla Camera dei deputati; rendiconto 2021 e assestamento 2022, approvati dalla Camera dei deputati.
L'ordine del giorno della seduta di domani, alle ore 9,30, prevede la discussione, dalla sede redigente, del disegno di legge recante disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari.
La Conferenza dei Capigruppo si riunirà domani mattina, alle ore 11, per stabilire il prosieguo del calendario dei lavori.
CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, intervengo per esprimere la mia contrarietà al calendario dei lavori. Come ho giù spiegato in Conferenza dei Capigruppo, voi oggi vorreste discutere e votare l'allargamento della NATO a Finlandia e Svezia. Questa decisione è delicatissima e, come sapete, oltre alla guerra in Ucraina, ci sono tensioni in altri focolai: parlo del Kosovo e di Taiwan. In questa situazione, in questa polveriera, prendere una decisione che riguarda l'allargamento della NATO ai confini con la Federazione Russa può voler dire gettare ulteriore benzina sul fuoco e creare ulteriori tensioni. Farlo fare a un Parlamento che è in regime di prorogatio, quindi che ha perduto il collegamento e la rappresentatività del corpo elettorale, a mio giudizio è non solo inopportuno, ma anche tecnicamente scorretto. Si potrebbe benissimo posticipare questa votazione a ottobre, quando ci saranno le nuove Camere elette.
Inoltre, oggi voi vorreste votare altre leggi delega: ieri lo avete fatto in relazione alla delega sulla concorrenza che sostanzialmente darà mandato al prossimo Governo Meloni-Berlusconi-Salvini di intervenire sui beni e sui servizi pubblici, e vorreste farlo anche oggi con altre deleghe. Nella Conferenza dei Capigruppo, tra l'altro, questo è apparso evidente, perché il capogruppo della Lega Romeo ha detto chiaramente che, ad esempio, la delega fiscale sarà da loro votata soltanto nel caso ci sia l'assicurazione che sia il nuovo Governo a fare i decreti attuativi. A mio giudizio, questo evidenzia un'incostituzionalità, perché le Camere sono a sovranità limitata in questo momento e nel periodo di prorogatio possono trattare, secondo la Costituzione, solo determinati temi, non le deleghe. A mio giudizio, quindi, il calendario dei lavori dovrebbe essere epurato, da un lato, dalla decisione sull'allargamento della NATO a Finlandia e Svezia e, dall'altro, da tutti i disegni di legge contenenti deleghe.
La mia proposta è di riformulare il calendario dei lavori, togliendo la ratifica dell'allargamento della NATO a Finlandia e Svezia e le leggi delega contenute nell'ordine del giorno di oggi. (Applausi).
PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta di modifica del calendario, avanzata dal senatore Crucioli, volta a espungere dal calendario dei lavori i disegni di legge di ratifica sull'adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO e di delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.
Non è approvata.
Dispongo la controprova, nonostante il risultato mi sembrasse abbastanza palese. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvata.
Resta pertanto definitivo il calendario dei lavori adottato a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo e da me comunicato all'Assemblea.
Discussione e approvazione del disegno di legge:
(2684) Ratifica ed esecuzione dei Protocolli al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia, fatti a Bruxelles il 5 luglio 2022 (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 15,06)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2684, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, senatrice Craxi, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice.
CRAXI, relatrice. Signora Presidente, vorrei fare solo una brevissima considerazione, con le richiesta di poter consegnare agli atti il testo della mia relazione.
PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.
CRAXI, relatrice. Voglio salutare la celerità con cui il Senato della Repubblica italiana si appresta a ratificare questo provvedimento, che non esito a definire di portata storica, che rafforza il fronte europeo in un momento segnato dal protagonismo aggressivo della Russia, rivitalizza il vincolo euroatlantico e offre, al contempo, solide rassicurazioni a due Paesi che si sentono minacciati.
Il rafforzamento dell'Alleanza atlantica è il miglior viatico per una pace che i fatti recenti hanno dimostrato non poter essere più garantita dalla cooperazione, bensì dalla deterrenza. L'Italia, nel giorno stesso in cui il Senato degli Stati Uniti è chiamato a pronunciarsi sull'allargamento del perimetro atlantico a Svezia e Finlandia, ha dato prova, ancora una volta, di lungimiranza e di solido ancoraggio ai valori occidentali. (Applausi).
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare nella discussione generale e il rappresentante del Governo non intende intervenire.
Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
DESSI' (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DESSI' (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, mi dispiace non aver potuto partecipare, per altri impegni - avevo capito che la votazione ci sarebbe stata oggi pomeriggio, in Commissione, alle ore 15 - ma il mio voto sarebbe stato nettamente contrario. Come ricordava infatti il nostro presidente, il senatore Mattia Crucioli, qui c'è un problema che va oltre il fatto di aver inserito due Paesi, che giustamente possono, per la loro sovranità, decidere da che parte del mondo stare.
Il nostro problema però è tutto politico e non riguarda chiaramente né la Svezia né la Finlandia, ma il chiaro atteggiamento del Governo italiano e di gran parte dei partiti italiani, che poi provano con grande fatica a differenziare la loro politica estera, economica, sociale e ambientale. Abbiamo visto, soltanto pochi minuti fa, il voto su una proposta di modifica del calendario, in cui si chiedeva, con buon senso, di ratificare a noi stessi che questo Parlamento è sciolto. Invece hanno votato tutti per far vedere che questo Parlamento esiste, quando sanno benissimo che i vostri leader e i nostri leader non hanno nessun impegno, in questo momento, per salvaguardare la pace del mondo, ma il loro unico impegno è quello di salvaguardare le vostre poltrone.
Abbiamo visto, nella votazione degli articoli di questo trattato, con quale facilità i nuovi oppositori del MoVimento 5 Stelle, che cercano uno spazio a sinistra, abbiano votato contro tutti i Paesi di sinistra e socialisti del mondo, perché fuori da questa NATO e fuori da questa Europa c'è un mondo. C'è un mondo costituito, territorialmente, da milioni e milioni di metri quadrati, occupati da miliardi di persone. I conti sono facili, signora Presidente: gli Stati Uniti, ad oggi, indipendentemente dal PIL, sono una grande Nazione, con 350 milioni di abitanti. L'Europa, nel suo complesso, più o meno equivale alla stessa cifra. Vogliamo aggiungere a queste due grandi superpotenze il Giappone, la Corea del Sud, un pezzo di Australia e un pezzo di Sudafrica? Vogliamo dire, in maniera generica, che c'è un miliardo di persone che ha nel suo primario interesse la tutela e la difesa degli interessi economici statunitensi? Vogliamo dire che c'è un miliardo di persone terrorizzate dal fatto che gli altri 7 miliardi di persone che abitano questa Terra non vogliono più sanzioni, non vogliono più attacchi indiscriminati, non vogliono più l'aumento delle armi, non vogliono più le aggressioni di una superpotenza? Dal 1949, anno in cui fu redatto questo ridicolo atto della NATO, che doveva essere un'azienda a guida statunitense, che fabbricava armi e che difendeva il resto del mondo, a oggi queste cose sono cambiate.
Molto presto i vostri figli, i nostri figli, si accorgeranno della follia della radicalizzazione di questo scontro. (Applausi). Non è russofobia, non è il fatto di volere bene o di amare Putin! Non ero io che dormivo nel letto di Putin, non ero io sulla Piazza rossa con la maglietta con la faccia di Putin, non ero io in fila, fuori dal suo ufficio, ad aspettare di essere ricevuto. Erano loro, quelli che siedono dall'altra parte di quest'emiciclo. (Applausi). Erano loro che li ospitavano con i megayacht nei nostri porti, erano loro che gli vendevano le bottiglie di Brunello a 10.000 euro, probabilmente già andate a male, erano loro che "solavano", con le magliette di Fendi "tarocche" fabbricate a Napoli, i poveri russi che venivano qua, iper-arricchiti, a fare acquisti, non noi!
Noi abbiamo solo e sempre detto di voler essere semplicemente multipolari: una parola semplice, signora Presidente. Essere multipolari significa che oggi esiste un mondo fatto anche dalla Cina, che è la prima potenza mondiale e che esporta da noi quantità enormi di merci, che acquistiamo, perché la parte povera del nostro Paese ha bisogno dei prodotti cinesi, e la parte ricca del popolo cinese acquista le nostre merci di qualità. Le nostre Ferrari girano per le strade di Pechino e i nostri marchi della moda vengono indossati dalle signore e dagli uomini che hanno fatto ricchezza in Cina.
Continuare a radicalizzare questo scontro significa soltanto impedire ai nostri figli di vivere in un mondo in cui tutti avrebbero piena dignità, in cui tutti potrebbero girare liberamente, in cui tutti potrebbero accedere alle ricchezze di questo Paese, alle loro culture, alla loro possibilità e disponibilità ad essere amici sulla stessa terra e con gli stessi identici diritti.
Noi voteremo no, non per essere contrari alla Svezia e alla Finlandia, di cui rispettiamo la dignità; noi siamo contrari perché andare avanti con queste continue provocazioni, come ha detto il Papa, abbaiando alle porte della Russia, significa andare incontro al rischio bellico nucleare che intendiamo in tutti i modi eliminare e cancellare per sempre. (Applausi).
NOCERINO (Ipf-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NOCERINO (Ipf-CD). Signor Presidente, oggi con la ratifica del protocollo per l'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia al Trattato del Nord Atlantico ci apprestiamo a compiere un gesto di grandissima portata storica, che segnerà i destini dell'Occidente per molti anni a venire.
I due Paesi scandinavi sono un baluardo della democrazia, dei diritti civili e dello Stato di diritto. Sin dai tempi della guerra fredda hanno gravitato nell'orbita geopolitica occidentale e sono diventati membri dell'Unione europea nel 1995. Parliamo quindi di due Paesi solidi, con una tradizione democratica dalle radici profonde, un'economia prospera e una spiccata caratura internazionale. La volontà dei due Paesi di aderire all'Alleanza atlantica, nonostante la cultura strategica neutralista che li distingueva, è una diretta conseguenza della brutale invasione all'Ucraina da parte della Russia di Putin. È evidente come le autorità dei due Stati abbiano ritenuto che il pericolo di un'estensione del conflitto sui propri territori, così prossimi al territorio russo, sia un'eventualità non più remota come un tempo. In tutti questi anni, alla netta e convinta cooperazione con il blocco euroatlantico da un punto di vista culturale, politico ed economico, i due Paesi hanno affiancato una politica estera di non allineamento, anche in virtù della prossimità geografica con la Federazione Russa. La neutralità ha garantito a Svezia e Finlandia la sicurezza per oltre settant'anni, salvaguardandone l'indipendenza e permettendo prosperità economica e sociale. In particolare, la Finlandia si è impegnata negli anni a mantenere uno stato di neutralità per mantenere buoni rapporti di vicinato con l'Unione Sovietica prima e con la Federazione Russa poi.
Evidentemente, questo posizionamento oggi non è più sufficiente. Dopo il 22 febbraio di quest'anno Svezia e Finlandia si sono trovate ad affrontare una potenziale minaccia russa che sta modificando velocemente la situazione geopolitica. La decisione di Putin di invadere deliberatamente il territorio dello Stato sovrano dell'Ucraina ha sconvolto il mondo, riportandoci indietro di decenni, ha cancellato con brutalità la pace faticosamente conquistata e mantenuta in Europa e obbliga tutti noi a compiere una chiara scelta di campo. Le comunità civili dei due Paesi scandinavi hanno convintamente riconsiderato la loro vocazione neutralista chiedendo l'adesione all'Alleanza atlantica, peraltro poi ratificata dai rispettivi Parlamenti. L'Italia è membro fondatore della NATO e trova nei valori di democrazia e libertà la propria ragion d'essere, sancita dai Padri costituenti della Carta costituzionale. Nessun dubbio ci è concesso. Siamo e resteremo parte dell'Alleanza atlantica, il cui destino è indissolubilmente legato a quello del nostro Paese.
L'ingresso di Svezia e Finlandia segna una svolta cruciale, ma necessaria nella politica di espansione della NATO. Si tratta innanzitutto di un'espansione verso Nord che assicurerà all'Alleanza la presenza di una regione che ha acquisito e acquisirà una crescente importanza nelle competizioni geopolitiche internazionali. L'Artico, infatti, a causa dei cambiamenti climatici e del conseguente scioglimento dei ghiacci, si sta trasformando in una regione dalla crescente navigabilità, aumentandone enormemente l'importanza strategica; un fatto, questo, ben noto a Putin, che già da tempo ne ha identificato le potenzialità sul piano commerciale e militare.
In secondo luogo, a differenza degli allargamenti avvenuti negli ultimi trent'anni, i due Stati affacciati sull'Artico non facevano parte del Patto di Varsavia. Dopo il collasso dell'Unione Sovietica, gli Stati dell'Europa dell'Est si sono rivolti all'Alleanza atlantica in conseguenza dello stravolgimento politico e sociale, bisognosi di sicurezza e di inclusione nel mondo occidentale, come avrebbe voluto anche l'Ucraina. Non è questo il caso di Svezia e Finlandia, Paesi che storicamente hanno orientato la propria traiettoria internazionale verso la neutralità, nonostante il chiaro collocamento nell'alveo occidentale.
Deve farci riflettere, onorevoli colleghi, il fatto che due Paesi che hanno mantenuto la neutralità anche nel periodo storico della cortina di ferro, si rivolgono ora all'Alleanza atlantica per garantire la propria sicurezza.
Le loro inclusioni nel Patto atlantico rappresentano dunque il consolidamento di un lungo rapporto di cooperazione e vicinanza politica e culturale, ma anche una decisione presa dalla tragica necessità che la guerra ci ha posto di fronte.
L'ingresso di due nuovi alleati dotati di un esercito potente e consolidato rafforzerà ulteriormente la capacità della NATO di garantire la sicurezza dei propri membri e delle partnership strategiche.
D'altra parte, la gravità del momento ci impone la consapevolezza di dover affrontare le sfide che verranno con unità e responsabilità. Non c'è spazio per posizioni ambigue, per non dire inquietanti connivenze, nei confronti di chi ha invaso un Paese libero e riportato l'orrore della guerra nel Continente europeo. Il Patto atlantico si rafforza e, con esso, deve rinnovarsi la vicinanza dei popoli liberi, uniti nei valori della democrazia e dell'uguaglianza.
Noi del Gruppo Insieme per il futuro - Centro Democratico abbiamo ben chiare le responsabilità che i cittadini ci hanno affidato e non ci sottrarremo ad adempiere ai nostri doveri per la sicurezza della Repubblica negli anni a venire.
Per tali motivi, annuncio il voto favorevole a nome del mio Gruppo. (Applausi).
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, il mio amico - se posso usare questo termine - senatore Dessì, impegnato a solidarizzare con la rivoluzione sandinista, si è un attimo distratto sulle cose europee. Io ho grande afflato umano con lui. Esiste l'umanità prima della politica e quindi, a volte, ci troviamo nel dissenso.
Collega Dessì, chi solidarizza come lei con i popoli oppressi non può non votare - se me lo consente - a favore di questo provvedimento. Infatti, il Trattato in oggetto nasce dalla rivoluzione che si è materializzata negli ultimi anni a seguito di ciò che, in termini geopolitici, ha significato l'invasione "all'Ucraina". Non c'è una guerra in Ucraina; c'è una guerra all'Ucraina, come troppe volte dimentichiamo. (Applausi).
La risposta della comunità occidentale con questo Trattato, che per me è fondamentale in termini di importanza, è dare sicurezza e accoglienza, in una comunità di valori, alla Finlandia e alla Svezia, una Repubblica e un Regno che sono in tutto e per tutto incardinati nel nostro sistema di valori e di vita (oltre al fatto che se ne devono considerare - apro e chiudo parentesi - le straordinarie relazioni bilaterali).
Ricordiamo anche lo straordinario lavoro che questi Paesi fanno sull'accoglienza. Qualche anno fa sono andato nella regione curda del Nord dell'Iraq e ho visto i cristiani costretti a fuggire dalla piana di Ninive. Molti di essi hanno trovato ospitalità in Svezia, Finlandia e negli altri Paesi del Nord Europa che, in termini di accoglienza e integrazione, possono rappresentare tanto anche per noi.
Sono intervenuto volentieri perché quello in esame non è un accordo burocratico che ratifichiamo come tanti altri; è una scelta fondamentale che questo Senato della Repubblica, in carica a tutti gli effetti, fa.
Vorrei rivolgermi sempre al mio collega e amico Dessì. Hai biasimato il fatto che c'è una larga convergenza. Ti dico la verità: per me è esattamente l'opposto. Sono contento che i colleghi del MoVimento 5 Stelle votino questo provvedimento. Per me ha un altissimo significato ed è un segno il fatto che un partito guidato da un ex Presidente del Consiglio, pur nel dissenso totale con gli altri, voti questo provvedimento. Allo stesso modo, è un segno che in questi mesi e anni Fratelli d'Italia, unico Gruppo di opposizione, abbia aiutato il presidente Draghi nelle scelte di politica internazionale.
Questo è il valore della centralità del Parlamento, perché i Governi passano, ma il Parlamento rimane in tutte le espressioni e in questo voto c'è l'espressione di una collettività nazionale e, se interpellassimo o facessimo un sondaggio non sui partiti, ma su questo, vedremmo che c'è un'ampia unità.
Pertanto, senatrice Craxi, condivido pienamente la sua relazione e voterò a favore di questo documento, in quanto ritengo sia un passaggio significativo che collega queste alle grandi scelte di politica internazionale del nostro Paese che ci hanno fatto onore. (Applausi).
NUGNES (Misto-Man.A Pap PRc-Se). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NUGNES (Misto-Man.A Pap PRc-Se). Signor Presidente, per quanto riguarda la questione che stiamo ratificando, va chiarito che, oltre a gettare benzina sul fuoco, come giustamente è stato detto in apertura, si tratta sicuramente di una richiesta che ha un costo. Al di là della legittima posizione di Svezia e Finlandia, fino a poco fa neutrali, di entrare nella NATO, benché sia un altro estremo allargamento di un sistema militare che avrebbe dovuto chiudere negli anni Novanta, non teniamo conto del fatto che i curdi sono stati moneta di scambio per quanto riguarda questo ingresso e ciò è gravissimo, perché sono essi a pagare in questo momento il prezzo più alto, in Siria, come in Iraq. È sicuramente alto il prezzo pagato dai cittadini ucraini, ma è alto anche il prezzo pagato dai cittadini curdi uccisi, torturati e ogni giorno dimenticati.
Il nostro Paese è corso alle armi con supporto bellico in Ucraina senza mai ascoltare i cittadini italiani che, come ci dicono i sondaggi, chiedevano di fermare la guerra e non di alimentarla. Ci siamo piegati miserevolmente a Erdogan. È notizia di questi giorni di un'ennesima strage in Siria con droni e missili mirati contro vari combattenti, tra cui un comandante di spicco. Dagli USA arriva un mero messaggio di cordoglio, senza però indicare i responsabili. La Turchia, come la Russia, sta violando l'articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, ma nessun Paese ha mosso un dito. Si usano due pesi e due misure e dall'Italia la sola reazione è il silenzio.
Per questo voteremo no e sapremo chi ha votato sì, benché si dica in altra area progressista. (Applausi).
PACIFICO (Misto-MAIE-CI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PACIFICO (Misto-MAIE-CI). Signor Presidente, colleghi senatori, Governo, l'adesione di Finlandia e Svezia alla NATO è da accogliere positivamente e da sostenere. Di fronte all'aggressione russa ingiustificata e senza precedenti contro l'Ucraina, il rafforzamento dell'Alleanza atlantica è un passaggio fondamentale. Lo considero un deterrente a nuove minacce del Cremlino. Il loro ingresso, Presidente, è fondamentale per quell'area geopolitica, in termini di importanza strategica per la sicurezza e per gli approvvigionamenti energetici, ed è per questi motivi che dichiaro il voto favorevole della componente Coraggio Italia.
Approfitto di questo mio intervento, Presidente, per dichiarare il voto favorevole anche sul disegno di legge n. 2605 di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile.
GARAVINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARAVINI (IV-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, uniti siamo più forti. L'adesione alla NATO di Svezia e Finlandia, che stiamo per ratificare, ci rafforza e ci compatta come Alleanza atlantica, il che è l'arma migliore che possiamo mettere in campo per condannare e contrastare la guerra scatenata dalla Russia all'Ucraina e anche per attrezzarci al meglio rispetto alle numerose crisi geopolitiche in atto, purtroppo anche vicino ai nostri confini.
Con il nostro voto, rendiamo possibile il passaggio formale dei due Paesi nordici come invitati all'interno dell'Alleanza atlantica. Si tratta indubbiamente di una svolta epocale per Svezia e Finlandia, che hanno rinunciato alla loro consolidata posizione di neutralità, spinte dall'interventismo russo e dalla consapevolezza di essere in pericolo con un vicino come Putin.
Noi, che crediamo nel multilateralismo, le ringraziamo, innanzi tutto perché sappiamo bene che non è scontato, per un Paese, cambiare idea su temi così identitari come la politica estera e le relazioni internazionali; poi, le ringraziamo perché stanno compiendo un passo che mette in sicurezza anche noi: la loro adesione, infatti, è sicuramente utile a rendere più sicura e forte l'Alleanza atlantica, già a partire dall'avvio di questo processo. Con questa decisione, Svezia e Finlandia dimostrano lungimiranza e intelligenza, perché scelgono di tutelare i propri popoli e, al tempo stesso, contribuiscono a difendere i valori di libertà e autodeterminazione che noi Paesi democratici stiamo tutelando con fermezza in opposizione a Mosca.
Ecco perché questo voto è così importante. Non è solo un adempimento formale, ma delinea un posizionamento chiaro del nostro Paese al fianco della NATO e dei principi di rispetto dell'integrità territoriale e di salvaguardia delle libertà. Al contempo, è una denuncia netta dell'aggressione russa all'Ucraina.
Per questo è importante che il nostro Parlamento esprima, con chiarezza e all'unanimità, da che parte vuole stare l'Italia: dalla parte della pace, contro ogni illegittima aggressione; dalla parte dei diritti dei popoli a non essere vittime di invasione e quindi, contro la Russia di Putin, colpevole della guerra in Ucraina. La scelta è facile, come diceva bene poco fa il presidente Casini: non ci sono dubbi. Siamo di fronte a una guerra all'Ucraina, quindi non ci possono essere ambiguità.
Per questo ci lascia davvero sgomenti e increduli il voto di ieri alla Camera, dove un collega, autorevole componente di una nascente alleanza che si proclama convintamente atlantista, l'onorevole Fratoianni, ha votato contro questa ratifica. Ha votato contro l'allargamento della NATO finalizzato a una maggiore sicurezza nazionale ed internazionale. (Applausi).
Noi di Italia Viva ci chiediamo seriamente come sia conciliabile un voto di questo tipo con un'alleanza che ambisce a dare al Paese una guida atlantista e democratica. L'aggressione di Putin all'Ucraina ci ha messo tutti di fronte a un mondo nuovo e, se il ritorno della guerra in Europa all'inizio ci ha colti di sorpresa, ugualmente siamo riusciti a reagire in modo coeso.
L'Europa e i Paesi occidentali hanno reagito unendosi sotto i comuni valori di libertà e democrazia, pertanto l'adesione di Svezia e Finlandia alla NATO è solo l'ultimo tassello di un percorso più ampio di difesa dei diritti dei popoli. Insieme siamo più forti e le nostre popolazioni sono più sicure. Con la nostra resistenza all'invasione russa abbiamo rinvigorito Europa e NATO.
Accogliendo Svezia e Finlandia proseguiamo su questo cammino. Noi di Italia Viva non abbiamo dubbi su come votare e ci auguriamo che il nostro Paese esprima senza ombra di dubbio da che parte stare, in questa legislatura e anche nella prossima. (Applausi).
URSO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
URSO (FdI). Signor Presidente, noi non abbiamo dubbi e non abbiamo mai avuto dubbi sulla parte dove stare; ovviamente, tanto più oggi, a fronte di una ratifica dell'adesione della Svezia e della Finlandia al Trattato dell'Alleanza atlantica, che, cari colleghi, non è un fatto formale, bensì un evento storico.
È un evento storico per tre motivi: anzi tutto, perché i Paesi che accogliamo - Svezia e Finlandia - avevano fatto della neutralità la loro ragion d'essere e ora hanno scelto, sono stati costretti a scegliere. È un evento storico per il momento in cui si verifica, con una guerra ai confini della nostra Europa, in cui l'Italia, come tutte le democrazie occidentali e atlantiche, è impegnata a sostenere la libertà dell'Ucraina, la sua indipendenza e la sua integrità.
È un evento storico perché - questo sì, una volta tanto - il nostro Paese, l'Italia, e il nostro Parlamento si sono mostrati uniti; si tratta di un'unità praticamente unanime, che credo sia dovuta - ce lo dovete riconoscere, cari colleghi, ce lo riconoscono gli italiani - alla precisa, determinata, coerente e responsabile scelta di Fratelli d'Italia, che sin dall'inizio ha spronato il Parlamento a schierarsi a difesa dell'aggredito e contro l'aggressore. (Applausi). Se non avessimo fatto questa scelta di responsabilità, l'Italia sarebbe apparsa ancora una volta inaffidabile per le vostre divisioni e titubanze.
È una svolta storica perché Svezia e Finlandia sono grandi democrazie e con la loro adesione si rafforza e si evidenzia come, alla base dell'Alleanza atlantica, vi siano comuni valori di libertà che oggi più che mai dobbiamo difendere a fronte della sfida lanciata dai sistemi totalitari, autocratici e imperiali che vogliono sottometterci, come stanno cercando di sottomettere l'Ucraina, e magari domani Taipei.
Questo evidenzia come l'Alleanza atlantica abbia valori comuni nello Stato di diritto e nei principi democratici che esprime e tutela, nell'emblematico valore della libertà, che, se permettete, è la base del benessere - lo dico ad alcuni colleghi - a fronte di sistemi autoritari che sostengono di poterlo garantire meglio di noi anche in assenza di libertà. Il benessere senza libertà non ci interessa. (Applausi).
Nel vertice di Madrid, oltre a sancire l'adesione all'Alleanza atlantica, è stato determinato come la Russia sia la minaccia più significativa e diretta e in queste ore dobbiamo rendercene conto anche a fronte di quanto sta accadendo nei Balcani, in Kosovo e nella Bosnia Erzegovina, un altro degli obiettivi dell'espansionismo di Putin, come dimostra anche il fallito viaggio di Lavrov. Al contempo, è importante che sia avvenuto mentre la NATO ridefinisce i suoi obiettivi e l'Europa comincia a ritrovare un'intesa sulla necessità di una difesa comune, che non significa esercito comune, ma condivisione di sicurezza e di difesa con una scala di priorità, tanto più importante per quanto potrebbe ancora accadere.
Svezia e Finlandia sono grandi democrazie, ma sono anche Paesi che hanno sviluppato una difesa militare efficiente. Ci aiuteranno a tutelare il fronte Nord là dove le minacce incombono su Kaliningrad, quindi sui Paesi baltici e sull'Artico, dove si svilupperà la competenza e la supremazia anche militare della Russia in rapporto all'Occidente.
Potremo quindi dedicarci di più al fronte Sud, dove durante il vertice di Madrid è stata individuata - per la prima volta in maniera cogente - la necessità di una centralità della difesa del Mediterraneo allargato, quindi dei Balcani, della sponda Sud e dell'Africa, che dev'essere la nostra scommessa, perché è lì che si sviluppa e si conclude - speriamo favorevolmente per noi, cioè per il mondo delle libertà e dello sviluppo - il confronto titanico tra Oriente e Occidente.
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO (ore 15,39)
(Segue URSO). Ne dobbiamo essere consapevoli noi italiani più di altri nella tutela del Mediterraneo allargato, in una politica europea atlantica nei confronti dell'Africa che non sia solo militare, ma che sia soprattutto una politica sociale, economica e produttiva per crescere e far crescere con noi il continente.
Cari colleghi, altri Paesi altrettanto democratici - mi riferisco alla Germania e al Giappone di oggi - hanno già deciso di cambiare la Costituzione per consentire ai propri popoli di difendersi e di preparare una difesa migliore. Noi dobbiamo raggiungere il prima possibile l'obiettivo del 2 per cento di investimento nel campo della difesa per dare il nostro contributo, oggi più che mai decisivo, perché è nel Mediterraneo allargato che vi è la più grande sfida tra Occidente e Oriente, non soltanto nei confronti della Russia e del fondamentalismo islamico, ma anche della Cina, che nel Mediterraneo allargato trova le sue ragioni d'essere e lo sbocco naturale della sua logica di predominio economico e produttivo attraverso la Via della seta.
Cari colleghi, vi stupite perché la destra è su questa posizione. La destra - e chi conosce la storia della Repubblica lo sa - è sempre stata dalla parte dell'Alleanza atlantica e ha votato e contribuito a scegliere nei momenti più decisivi, quando l'Italia doveva affrontare la sfida. È stato così anche nel 1983, quando il Partito Comunista e la sinistra italiana scendevano in piazza contro l'installazione dei missili cruise e pershing, che furono l'atto decisivo nella guerra fredda tra Occidente e Oriente. Allora, il Movimento Sociale Italiano votò quell'atto decisivo e permise all'Italia di essere il primo Paese a sbloccare la difesa, cioè a installare i missili cruise, a cui poi sarebbero seguiti gli altri, mentre la sinistra italiana era da un'altra parte, dall'altra parte della storia, che poi si è rivelata perdente.
Non dovete essere stupiti dalla nostra determinazione, dalla nostra coerenza e dalla nostra responsabilità, che ha portato all'unità - direi quasi all'unanimità - del nostro Parlamento anche quando c'è stato da votare sull'invio delle armi a Kiev. Attenzione, perché non è finita qui: sappiamo tutti che i mesi che verranno e le prossime settimane saranno decisivi, anche per quanto riguarda il conflitto bellico e dobbiamo essere consapevoli, coerenti e responsabili in ogni momento e sostenere con determinazione e continuità la resistenza ucraina di fronte all'invasore, che utilizza ogni mezzo di distruzione, sempre più cruenta. Noi dobbiamo dare un segnale di affidabilità.
Lo faremo anche dalla maggioranza, ovviamente. Se i cittadini lo vorranno, se gli elettori ci riserveranno la guida del Paese, saremo garanti del fatto che l'Italia manterrà fede agli impegni, perché è nostro interesse nazionale. Mi auguro che l'opposizione del futuro non cambi posizione. Mi auguro che le forze politiche qui rappresentate non mutino la loro posizione nel cambiare gli scranni dalla maggioranza all'opposizione. Mi auguro che anche voi manifestiate la stessa coerenza, la stessa determinazione e la stessa responsabilità di cui noi vi abbiamo dato esempio in questi mesi e in questi anni. (Applausi dal Gruppo FdI. Congratulazioni).
ALFIERI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERI (PD). Signor Presidente, questa non è una ratifica ordinaria, ma rappresenta un atto politico decisamente importante per più di un motivo.
In primo luogo, dopo la dissennata scelta di non votare la fiducia al Governo Draghi da parte di alcune forze politiche qui presenti, è stato evidente che a Mosca hanno brindato.
Lo hanno fatto perché la leadership di Draghi in Europa è credibile. In quella foto simbolica a Kiev ha preso per mano Olaf Scholtz ed Emmanuel Macron, aprendo la strada all'Ucraina verso l'Unione europea, con la decisione della candidatura, assecondando l'aspirazione di quel popolo, che ha diritto di scegliere da quale parte guardare (in quel caso, dalla parte delle democrazie liberali). Essi brindavano, perché pensavano di interrompere un processo positivo, con l'Italia pienamente nel campo atlantico, pienamente pro-Europa, pienamente a sostegno delle scelte prese dagli alleati atlantici ed europei.
Abbiamo quindi fatto bene, sia come Governo (che ha ancora i poteri per farlo), sia come Parlamento (che ha ancora i poteri per farlo), ad arrivare velocemente alla ratifica di questo provvedimento, per dare un segnale forte: l'Italia c'è ed è pienamente nel campo atlantico.
Mi rivolgo anche al senatore Urso, presidente del Copasir: non abbiamo bisogno di lezioni di atlantismo da parte della destra sovranista. Noi sappiamo benissimo da che parte stare, sia quando siamo al Governo, sia quando siamo all'opposizione (Applausi), e lo abbiamo sempre dimostrato, per primi, essendo al fianco dell'Ucraina, con parole coraggiose da parte del segretario del Partito Democratico Enrico Letta, il primo a dire che avremmo messo in campo ogni tipo di sostegno e aiuto a un popolo aggredito da una potenza nucleare.
Oggi siamo chiamati a decidere sulla ratifica affinché Svezia e Finlandia possano entrare a far parte dell'Alleanza atlantica, qualcosa di impensabile fino a qualche mese fa, come dimostra il dibattito all'interno delle società svedese e finlandese.
Registro a volte un dibattito molto semplificato, provinciale, da parte di alcune forze politiche, tutto italiano, tutto ideologico, senza il minimo rispetto per il dibattito in quei Paesi, per la paura e la preoccupazione che sono emerse rispetto a un cambio di fase, di atteggiamento e di postura della Russia nei confronti di quei Paesi. Quei Governi hanno cambiato radicalmente la loro posizione, perché è successo un fatto eclatante, una cesura notevole nella geopolitica, nei rapporti e nelle relazioni internazionali nel cuore dell'Europa: un'aggressione che ha toccato i due principi cardine della comunità internazionale, l'inviolabilità dei confini e l'integrità territoriale, qualcosa che non poteva rimanere senza risposta e che rappresentava un attacco, infine, alle democrazie liberali.
Ciò che ha più colpito Putin è che in una capitale a pochi chilometri dai confini della Russia ci fosse un Governo che decidesse non più di guardare a una relazione privilegiata con Mosca, ma a Bruxelles, a una comunità di valori, di principi, in cui persone, merci e servizi possono girare liberamente, quindi a un diverso modello, e questo era per lui inaccettabile.
Allora oggi assume una rilevanza particolare la scelta che noi facciamo, tra l'altro in una situazione particolare, di campagna elettorale. In questo condivido quello che ha detto il presidente Urso: ci sono temi che devono essere messi al riparo dalla campagna elettorale e che devono essere patrimonio di tutte le forze politiche con cultura di governo. Noi da questo punto di vista non abbiamo dubbi.
Questa ratifica è importante per un altro motivo: è la risposta più efficace a chi pensava che noi potessimo in qualche modo far finta di niente davanti all'aggressione russa, alla sottovalutazione di Putin rispetto alla reazione del mondo occidentale, dell'Alleanza atlantica, dei Paesi principali dell'Unione europea; egli pensava addirittura di poter frenare le ambizioni dell'Ucraina a entrare nella NATO, tema di discussione anche all'interno della stessa Alleanza atlantica. Lo stesso Governo italiano, dal 2008 in poi, ha avuto non dico perplessità, ma molta prudenza sulla politica delle porte aperte nei confronti dell'Ucraina, tutta da decidere e da approfondire. Putin è riuscito a ottenere l'effetto opposto: far maturare all'interno di Svezia e Finlandia, prima nelle opinioni pubbliche, poi nei Governi, una scelta radicale di discontinuità rispetto al passato, pienamente sostenuta dai partner atlantici e dai principali Paesi europei.
È quindi doppiamente importante questa ratifica, non ordinaria, ma simbolica, che facciamo bene ad approvare insieme oggi. Il voto del Partito Democratico, che è sempre stato coerente con gli assi della politica estera italiana e con l'appartenenza alle istituzioni euroatlantiche, non può che essere convintamente favorevole sul disegno di legge di ratifica al nostro esame. (Applausi).
AIMI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AIMI (FIBP-UDC). Signora Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, questo è un provvedimento di straordinaria importanza, che potremmo definire storico. È stato assegnato solamente questa mattina alla Commissione affari esteri e, come primo atto del mio intervento, credo di dover riconoscere alla presidente della Commissione affari esteri, senatrice Stefania Craxi, di essere riuscita a calendarizzarlo in tempi record con grande capacità e grazie al lavoro degli uffici (voglio ringraziare a questo proposito il dottor Baiocchi e tutti i funzionari).
Soprattutto devo dire che abbiamo segnato un record: come molti di voi sanno, l'argomento dell'adesione alla NATO sarà trattato alle ore 19,30, ora italiana, dal Senato americano, quindi presumibilmente arriveremo prima dei nostri alleati. Questo è un motivo di vanto e di merito anche per l'Italia, che ha dimostrato grande fedeltà ai valori dell'Alleanza atlantica e ai valori occidentali.
Come Forza Italia, siamo sempre rimasti, per tradizione politica, sulla strada indicata dal presidente Berlusconi, ossia la via della pace. Diceva la saggezza latina: si vis pacem, para bellum. Dobbiamo avere questo principio sempre ben presente, perché, se pensiamo che attraverso il pacifismo o attraverso i "pacifinti" si possa raggiungere la pace, ci mettiamo immediatamente fuori strada.
Oggi abbiamo un compito e lo dico all'amico Dessì, il quale mi è umanamente simpatico, ma non accetto che si possa pensare che tutti coloro che non sono dalla parte di Cuba, di Maduro o della Cina siano sulla strada sbagliata. Noi difendiamo la democrazia, l'Occidente e soprattutto un grande principio, quello della libertà, che il presidente Silvio Berlusconi ci ha indicato come faro nella nostra attività politica. Lo dico al collega Dessì: c'è un prima e un dopo; è inutile decontestualizzare determinati comportamenti, una stretta di mano, un accordo magari internazionale - penso a Pratica di Mare e all'importanza che ebbe quell'accordo - perché il prima e il dopo sono rappresentati dal 24 febbraio di quest'anno, data dell'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa.
Oggi dobbiamo quindi capire qual è la scelta di campo. È cambiato radicalmente - lo dobbiamo dire - il panorama geostrategico europeo e mondiale, in conseguenza di tale attacco. Peraltro, le forze russe, che si illudevano di replicare il successo dell'occupazione della Crimea, si trovano, a distanza di oltre cinque mesi dall'inizio delle operazioni, a vantare una modesta penetrazione in quello che definiscono il loro territorio nemico: un risultato contenuto, per una Nazione che rivendica lo status di superpotenza planetaria; quello che purtroppo non è l'Europa, e anche su questo dobbiamo interrogarci. Il conflitto ha dato infatti un'accelerazione a tante cose e l'Europa non può essere solo quella della moneta unica: dobbiamo diventare un'Europa politica con una sua politica estera comune, una sua politica di difesa comune e una sua politica energetica e di approvvigionamento delle materie prime comune. Se usciamo fuori da questo perimetro, il rischio di un conflitto, anche all'interno di un'Europa non superpotenza, è più che concreto.
La Federazione Russa è ora colpita da durissime sanzioni, che ne minano le produzioni civili e militari, e soprattutto si è posta in una condizione di completo isolamento internazionale.
Voglio ricordare che nemmeno la Bielorussia di Lukashenko, che all'inizio sembrava determinata a farlo, ha seguito la politica di Putin. La stessa Cina, che aveva "giurato" un'amicizia incrollabile con la Federazione Russa, per timore di compromettere gli scambi commerciali con l'Occidente, non le fornisce più alcun tipo di assistenza e si prepara a sostituire i Paesi europei come acquirente di gas russo a buon mercato.
Dall'altro lato vi è l'Alleanza atlantica, che sembrava aver perso ogni funzione di fronte a un'apparente abbandono, da parte della Russia, di politiche antagonistiche e ha riassunto la sua funzione di cardine politico-militare nel mondo euroamericano e di baluardo difensivo della libertà e della democrazia. Paesi che sembravano marginali, come quelli baltici e la Polonia, sono diventati alleati irrinunciabili, quali antemurali della resistenza al nuovo imperialismo di stampo sovietico.
In questo quadro, ovviamente, si colloca la decisione di Finlandia e Svezia di uscire dalla tradizionale neutralità e di aderire in chiave difensiva al Patto atlantico. La Federazione Russa, che pretendeva di ristabilire verso l'Occidente la propria sfera di influenza sul modello zarista-sovietico, ora si trova di fronte a un muro di contenimento NATO che prima del febbraio di quest'anno non era nemmeno immaginabile. Le nazioni costiere del Mar Baltico, sul quale si affacciano l'enclave russa ultramilitarizzata di Kaliningrad e la stessa San Pietroburgo, dopo l'ingresso dei due Paesi scandinavi saranno tutte appartenenti al Patto atlantico; una conseguenza geostrategica della guerra che la Federazione russa non è stata nemmeno capace di preconizzare.
La neutralità di fatto della Svezia risaliva al tempo delle guerre napoleoniche e lo status internazionale della Finlandia, che si dichiarò neutrale durante la Guerra fredda e che a partire dagli anni Novanta si considerava militarmente non allineata, costituiva una sorta di modello, al punto che, prima dell'inizio dell'aggressione russa, da più parti si immaginò una finlandizzazione dell'Ucraina. In realtà i due Paesi, a causa della pressione militare russa, già collaboravano da anni con le strutture dell'Alleanza atlantica. L'adesione di Finlandia e Svezia alla NATO rappresenta pertanto un fattore straordinario di stabilizzazione dell'area balcanico-scandinava e una garanzia di sicurezza ulteriore per il nostro Paese.
Per tutte queste ragioni, annuncio convintamente il voto favorevole al provvedimento al nostro esame del Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC. (Applausi).
IWOBI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IWOBI (L-SP-PSd'Az). Signora Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, siamo chiamati oggi a esprimerci su questo importante disegno di legge di ratifica che riguarda l'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia all'Alleanza atlantica. È un passaggio sicuramente significativo, considerata la lunga tradizione di non allineamento che questi due Paesi hanno avuto nel secondo dopoguerra; un approccio strategico, quello del non allineamento, che ha consentito a Svezia e Finlandia di rimanere vicini all'Occidente, ma di mantenere un buon rapporto con l'ingombrante vicino sovietico.
La storica decisione dei due Paesi di interrompere tale approccio strategico per entrare ufficialmente nella NATO è chiaramente una diretta conseguenza dell'aggressione russa in Ucraina dello scorso febbraio, che ha seguito diverse politiche assertive di Mosca nel corso degli anni. Questo non vuol dire che la scelta di Svezia e Finlandia sia dovuta solamente a fattori contingenti. Entrambi i Paesi hanno avviato un processo di modernizzazione e di trasformazione delle loro politiche di sicurezza e di difesa, che ha reso la cooperazione militare con l'Alleanza atlantica sempre più frequente e che rende il loro ingresso un valore aggiunto per il blocco atlantico.
Una piccola riflessione strategica sull'allargamento della NATO a questi due Paesi. Parliamo di una nuova direttrice di allargamento, verso il Nord, che chiaramente comporta nuove opportunità e nuove sfide. Allargare il perimetro di sicurezza comporta oneri e responsabilità inediti per la NATO. La competizione sull'Artico, al momento marginale negli interessi dell'Alleanza atlantica, può ritrovare un nuovo peso a seguito di tale processo di adesione. L'invasione russa in Ucraina ha ridato grande risalto al fronte est-europeo, tornato al centro degli interessi della NATO. Le politiche aggressive della Cina, che viene considerata il vero sfidante dell'ordine internazionale dai Paesi dell'Alleanza, porteranno per forza di cose a concentrare sforzi e oneri nel quadrante Asia-Pacifico.
Sono sfide che, come Paese fondatore della NATO, dobbiamo conoscere e supportare. È bene però ricordare che i nostri interessi strategici sono perlopiù locati nel cosiddetto fronte Sud, nel bacino del Mediterraneo allargato. Minacce asimmetriche come il terrorismo, instabilità politiche che portano a crisi e fenomeni migratori di massa, la partita dell'approvvigionamento energetico: questi elementi sono prioritari per la nostra politica estera e deve essere il nostro obiettivo riportare il focus dell'Alleanza atlantica anche verso il fronte Sud.
In conclusione, Svezia e Finlandia hanno capito che non esiste sicurezza al di fuori di un'organizzazione politico-militare coesa come la NATO e hanno bussato alla nostra porta. È nostro dovere aprirgliela. Come dichiarato dal nostro segretario, Matteo Salvini, l'appartenenza dell'Italia all'Alleanza atlantica non è in discussione e non è una crisi politica o un cambio di Governo a poter mettere in dubbio tale realtà. Apparteniamo fieramente alla storia e alla cultura dell'Occidente, non possiamo che essere dalla parte dei Paesi liberi e lavoriamo affinché il futuro sia un futuro di pace. Per tali ragioni, dichiaro il voto favorevole del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi).
FERRARA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARA (M5S). Signor Presidente, devo confessarle che alcuni interventi odierni, a mio avviso, sono stati caratterizzati da opposti estremismi. Da una parte ci sono i colleghi del Gruppo Uniti per la Costituzione-CAL, a cui vorrei ricordare che a Finlandia e Svezia nessuno ha imposto di entrare nella NATO, ma hanno scelto liberamente e, verosimilmente, lo hanno fatto perché la Russia di Putin ha aggredito l'Ucraina. Noi abbiamo appoggiato, come MoVimento 5 Stelle, sin dall'inizio, la resistenza del popolo ucraino (Applausi), ma questo non significa che da questo conflitto si possa uscire solo inviando le armi: bisogna accendere la luce della diplomazia. Abbiamo sentito poi altri interventi: quasi un sovranismo alle vongole, più realisti del re.
Si è parlato anche oggi di riarmo, ma vorrei ricordare che qualche settimana fa un importante esponente di Fratelli d'Italia voleva destinare i capitali usati per il reddito cittadinanza per acquistare più armi. Andate a raccontarlo a quel milione di italiani che sono usciti dalla soglia di povertà grazie al reddito di cittadinanza. (Applausi). Questi sono dati dell'INPS. Gli italiani hanno bisogno di sostegni in questo momento difficile, non di un aumento degli armamenti.
Poi ho sentito l'intervento del collega della Lega, ma quella formazione politica forse dovrebbe fare chiarezza sui suoi rapporti con Putin, con Mosca, su quei viaggi strani fatti all'hotel Metropol. Salvini sapeva di Savoini o non lo sapeva? Su questo bisogna fare chiarezza per l'interesse nazionale. Su Forza Italia francamente non saprei che dire: si è citato Berlusconi, il quale ha sostenuto che Putin è il miglior Presidente del mondo. Andava a braccetto con Putin, come del resto faceva con Gheddafi: gli baciava le mani e dopo poco ha mandato gli aerei da Sigonella per bombardare la Libia.
Dobbiamo essere seri e il MoVimento 5 stelle è una forza politica seria e coerente. Noi apparteniamo alla sfera occidentale, ad organizzazioni importanti come il Patto atlantico, ma vogliamo esserci a testa alta, non con la coda tra le gambe come fanno Italia Viva e altri partiti politici. Noi ci saremo sempre a testa alta per perseguire la diplomazia e la pace. (Applausi).
Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo MoVimento 5 Stelle sul disegno di legge in esame e lo anticipo anche sul successivo disegno di legge n. 2605. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Discussione e approvazione del disegno di legge:
(2605) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021 (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 16,08)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2605, già approvato dalla Camera dei deputati.
Il relatore, senatore Di Micco, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
DI MICCO, relatore. Signor Presidente, l'Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge, già approvato dalla Camera dei deputati, recante la ratifica dell'accordo sottoscritto dall'Italia e dal Canada fra il dicembre 2020 e il febbraio 2021 in materia di mobilità giovanile che, nel quadro del progressivo rafforzamento delle relazioni bilaterali tra l'Italia e il Canada, punta a migliorare le possibilità di scambio ed esperienza tra i cittadini dei due Paesi, creando opportunità di formazione professionale per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
In particolare, la nuova intesa prevede due nuove categorie di partecipanti al programma di scambi: quella degli young professional, ovvero i titolari di un titolo di studio postuniversitario, equivalente alla laurea triennale, che vogliano acquisire un'esperienza lavorativa nel Paese ospite, e quella denominata international co-op, rivolta a studenti che, al fine di completare il proprio corso di studi post secondario, intendano effettuare un tirocinio curriculare su materie correlate al proprio percorso di studio presso un'azienda operante nel Paese ospite.
L'accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, né con l'ordinamento dell'Unione europea e gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.
Si propone pertanto l'approvazione del disegno di legge da parte dell'Assemblea. (Applausi).
PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare nella discussione generale e il rappresentante del Governo non intende intervenire. Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
La Presidenza prende atto di quanto segnalato dalla senatrice Rizzotti.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
GARAVINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARAVINI (IV-PSI). Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole, chiedo di poter consegnare il testo scritto dell'intervento. (Applausi).
PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.
ALFIERI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERI (PD). Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del Gruppo PD. (Applausi).
AIMI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AIMI (FIBP-UDC). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo scritto dell'intervento. (Applausi).
PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.
LUCIDI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIDI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi).
FERRARA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARA (M5S). Signor Presidente, confermo la dichiarazione di voto favorevole precedentemente espressa.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Discussione e approvazione del disegno di legge:
(2597)Deputato FERRARI ed altri. - Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 16,14)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2597, già approvato dalla Camera dei deputati.
La relatrice, senatrice Pinotti, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice.
PINOTTI, relatrice. Signor Presidente, l'Assemblea del Senato è chiamata oggi ad esaminare un disegno di legge importante e quindi pregherei i colleghi interessati a prestare attenzione e forse parlare un po' meno.
Dico subito che il provvedimento è stato approvato dalla Camera all'unanimità e che anche la Commissione difesa ha concluso il suo esame con una votazione unanime del mandato al relatore.
Prima di illustrare brevemente il contenuto del provvedimento, permettetemi di fare una premessa. Quando in Commissione difesa abbiamo iniziato l'esame del provvedimento, ci siamo subito resi conto di avere di fronte due scelte: la prima era quella di intervenire sul testo ampliando la sua portata e migliorando alcuni aspetti; la seconda era quella di non approvare modifiche per evitare che la seconda lettura della Camera, per una questione di tempi, mettesse a rischio l'approvazione in questa legislatura. La Commissione difesa ha deciso di prendere questa seconda strada, devo dire molto a malincuore, perché avremmo voluto intervenire e avevamo visto molti punti sui quali poteva essere necessario farlo. Il motivo per cui lo abbiamo fatto è perché ce lo hanno chiesto in maniera unitaria i vertici delle nostre Forze armate che abbiamo audito in Commissione. Abbiamo, insomma, voluto evitare, come si usa dire, che il meglio fosse nemico del bene. Questa scelta - ci tengo a precisarlo - è stata condivisa da tutti i Gruppi, anche dalle colleghe di Fratelli d'Italia che hanno responsabilmente deciso di ritirare gli emendamenti presentati.
Le vicende politiche di queste settimane confortano me e tutti i colleghi di Commissione circa il fatto di aver fatto la scelta giusta: se avessimo introdotto delle modifiche, infatti, oggi non saremmo qui, il provvedimento non starebbe per diventare legge e nella prossima legislatura si sarebbe dovuto ricominciare tutto da capo. Avendo deciso di non intervenire sul disegno di legge, la Commissione ha voluto però lasciare traccia del suo lavoro, affidandolo a un ordine del giorno molto corposo a prima firma del presidente Gasparri, che immagino poi lo illustrerà, ma sottoscritto dai colleghi di tutti i Gruppi, che contiene - per così dire - un promemoria, un'agenda di lavoro sui temi della difesa che a questo punto passiamo al prossimo Parlamento e al Governo.
Perché era così urgente approvare questa legge? Intanto perché è una legge importante per le Forze armate e quindi è una legge importante per il Paese, ma c'è una ragione in più, che deriva dal suo specifico contenuto: il fattore temporale è dirimente, perché uno degli aspetti più importanti del provvedimento è quello di allungare l'orizzonte temporale entro cui procedere alla riduzione graduale degli organici delle Forze armate da 190.000 a 150.000 spostandola dal 1° gennaio 2025 al 1° gennaio 2034. Senza una rapida approvazione della legge, quindi, le Forze armate avrebbero dovuto proseguire su un percorso di riduzione dei propri organici secondo quanto previsto dalla normativa vigente, cioè la legge n. 244 del 2012, cosiddetta legge Di Paola. Mi soffermo per un momento su questo punto. La legge Di Paola era stata approvata in una fase di forte sofferenza delle finanze pubbliche, in un contesto di generale riduzione dei costi delle amministrazioni pubbliche, spesso purtroppo con lo strumento dei tagli lineari.
A questo proposito, permettetemi di aprire una parentesi: nessuna amministrazione pubblica ha previsto di procedere ad un taglio così forte (da 190.000 a 150.000, 40.000 per quanto riguarda i militari, più 10.000 per quanto riguarda i civili) per venire incontro a queste difficoltà. Vorrei che ce lo ricordassimo, perché a volte sulle spese della difesa poi subentrano una serie di discussioni, ma questo è un sacrificio che questa amministrazione ha fatto.
Il problema è che dal 2012 ad oggi il mondo è cambiato e purtroppo non è cambiato in meglio dal punto di vista della sicurezza e non solo. C'è stata l'esigenza di rafforzare la sicurezza delle nostre città, da cui l'operazione "Strade sicure": ricordate gli attentati terroristici in tutte le capitali d'Europa, per cui abbiamo dovuto rafforzare moltissimo quell'operazione. C'è stato il Covid e tutti ricordiamo il contributo delle Forze armate nel contrasto alla pandemia e nella campagna di vaccinazione.
E poi ci sono nuovi compiti per le funzioni proprie delle Forze armate. Dalla Siria alla Libia, al Sahel, al cosiddetto Mediterraneo allargato: è tutto un arco di crisi e di instabilità alle porte di casa. Poi ci sono anche le minacce ibride, a cominciare da quella cyber, che richiede professionalità nuove e il disegno di legge in esame si occupa anche di questo. Vi è anche un nuovo comando per lo spazio, che non c'era in passato.
Da ultimo, l'aggressione della Russia all'Ucraina, che sta provocando la perdita di vite umane e le distruzioni con cui da troppi mesi siamo tutti abituati a convivere e che ha costretto la NATO che, com'è noto, non dispone di forze armate proprie, ma deve chiederle agli Stati membri, a rafforzare la sua presenza sul fronte orientale e sud orientale. Per inciso, la Commissione difesa, insieme ai colleghi della Camera, a fine giugno ha effettuato una breve missione a Costanza per visitare il contingente italiano, impegnato con gli Eurofighter in una delicatissima operazione di controllo dello spazio aereo.
Colgo l'occasione per ricordare anche in Aula, considerato che quest'anno per la crisi di Governo il processo di approvazione si è concluso in Commissione, che non è un caso che le delibere delle missioni internazionali prevedono nuove missioni e un impegno accresciuto di personale militare, che arriva ad una consistenza massima di oltre 12.000 unità. Lo scenario globale sta cambiando in peggio e non si vede neanche il momento in cui riusciremo a invertire la rotta.
Il provvedimento in esame non riguarda, però, solo il rinvio della tempistica di riduzione degli organici. Ci sono altri punti di grande rilievo e ne segnalo brevemente solo due. Il primo è la riforma del reclutamento. Non entro nel dettaglio degli aspetti tecnici. Dico solo che il nuovo sistema prevede una ferma iniziale di tre anni e una seconda ferma prefissata di altri tre anni. Ciò significa che, al massimo dopo sei anni ma generalmente già prima, i giovani che scelgono di intraprendere la carriera militare hanno la certezza di continuare questo percorso.
Da un lato, quindi, la riforma contrasta quella situazione di prolungato precariato che purtroppo è presente anche nella carriera militare; dall'altro, assicura che l'investimento che lo Stato fa, nella formazione e nell'addestramento del personale, abbia un suo riscontro duraturo.
L'ultimo aspetto del disegno di legge che voglio sottolineare è la delega al Governo per la revisione dello strumento militare. Cito solo tre aspetti: la ridefinizione della ripartizione delle dotazioni organiche tra le diverse Forze armate, fermo restando l'obiettivo delle 150.000 unità; un incremento organico non superiore a 10.000 unità di personale militare ad alta specializzazione (i medici, tecnici di laboratorio, ingegneri e informatici di cui dicevo prima) per contrastare le minaccia cyber, per corrispondere alle accresciute esigenze in circostanze di pubblica calamità e di nuove minacce; l'istituzione di una riserva ausiliaria non superiore a 10.000 unità di personale volontario.
Concludo ringraziando tutti i colleghi della Commissione per il lavoro svolto e per il senso di responsabilità, sempre in un clima sereno e costruttivo, e ovviamente anche gli uffici della Commissione che ci sono sempre stati a fianco.
PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare nella discussione generale, ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
MULE', sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, desidero sottolineare quanto già detto dalla presidente Pinotti rispetto all'importanza del provvedimento e al senso di maturità che la Commissione difesa in prima istanza e il Senato in Aula oggi dimostrano, approvando un provvedimento di grande rilievo.
Tale esso è per le nostre Forze armate, per quello che rappresenta oggi il modello di Forze armate, con una sottolineatura importante, rispetto a un ordine del giorno che non è assolutamente secondario, ma diventa materia principale.
L'ordine del giorno a prima firma Gasparri, che ha trovato la sensibilità di altri colleghi, come dicevo, è un viatico; non è un promemoria, è di più: contiene undici impegni cogenti rispetto all'azione del Governo richiamandone l'attenzione e la sensibilità sui temi più diversi, dall'aumento da 10.000 a 20.000 unità della possibilità d'incremento degli organici fino ad arrivare alla necessaria di riforma delle casse previdenziali esistenti.
Il fattore temporale, com'è stato detto giustamente, era dirimente. Ringrazio quindi la Commissione difesa nella persona della presidente Pinotti e tutto il Senato per avere esaltato questa necessità e fatto in modo che il provvedimento arrivasse all'approvazione prima della fine dei lavori del Parlamento.
PRESIDENTE. Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Diamo atto che il senatore Ferrari vota in maniera conforme al Gruppo.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Procediamo all'esame dell'articolo 9, sul quale è stato presentato un ordine del giorno che invito i presentatori ad illustrare.
GASPARRI (FIBP-UDC). Signor Presidente, poiché interverrò in dichiarazione di voto e questa sarà incentrata anche sul contenuto dell'ordine del giorno (che mi pare il Governo abbia accolto), per favorire l'economia dei lavori trovo inutile svolgere un doppio intervento. (Applausi).
PRESIDENTE. Ci ha dato un'anticipazione, sulla quale, però, chiedo una conferma formale. Pertanto, invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno in esame.
PINOTTI, relatrice. Trattandosi di un ordine del giorno ampiamente condiviso e sottoscritto da molti, esprimo parere favorevole all'accoglimento.
MULE', sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo lo accoglie.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G9.1 non verrà posto ai voti.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 9.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 10.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
DONNO (Ipf-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONNO (Ipf-CD). Signor Presidente, il disegno di legge che ci accingiamo a votare oggi segna un importante passaggio per la gestione delle nostre Forze armate.
La revisione dello strumento militare è un tassello fondamentale nell'azione di Governo, ancor più in un momento come quello attuale, in cui emergono nuove minacce alla sicurezza nazionale e si riaccendono antiche competizioni nello scenario geopolitico globale. In un mondo estremamente complesso come quello contemporaneo le Forze armate hanno bisogno di adattarsi e innovare i propri strumenti per far fronte alle molteplici minacce che intaccano la sicurezza della Repubblica. La guerra in Ucraina ha posto i governi europei e occidentali di fronte a una nuova sfida per lo strumento militare, obbligando a ripensare le misure introdotte precedentemente per far fronte alla minaccia posta dalla Federazione Russa.
La revisione della legge n. 244 del 2012 è dunque una scelta dettata dalle circostanze odierne, ma anche il necessario adattamento del modello militare al ruolo che svolgono oggi le nostre Forze armate. Una credenza comune vuole che il settore della difesa sia il più recalcitrante all'ammodernamento e all'innovazione, ma le misure legislative degli ultimi anni testimoniano l'opposto, a partire dall'adozione del codice dell'ordinamento militare adottato con il decreto legislativo n. 66 del 2010, che disciplina l'organizzazione, le funzioni e l'attività della difesa e sicurezza militare delle Forze armate.
Oggi le Forze armate garantiscono la sicurezza nazionale svolgendo molteplici ruoli, dalla sicurezza interna alle missioni internazionali, fino al supporto in caso di calamità naturali. Non si possono dimenticare le immagini dei tanti, troppi territori sconvolti da terremoti, alluvioni e altre calamità naturali in molte parti d'Italia negli ultimi anni e con esse le eroiche azioni di supporto del nostro personale militare.
È inevitabile, inoltre, citare lo straordinario apporto delle donne e degli uomini della Difesa nei primi drammatici mesi dell'emergenza pandemica, durante i quali hanno svolto un ruolo fondamentale nell'assistere il personale sanitario, nonché nel riportare al sicuro in Italia i cittadini bloccati all'estero in quei primi giorni del febbraio 2020, missione alla quale ha partecipato per primo, al fianco dei nostri soldati, il nostro collega Pierpaolo Sileri.
Le Forze armate, dunque, non svolgono più soltanto l'antica funzione di protezione dei confini e degli interessi nazionali attraverso lo strumento militare, ma anche un ruolo civile di primo piano: un fattore, quest'ultimo, che rende il personale della Difesa sempre apprezzato dai cittadini, valenza che trova peraltro conferma anche fuori dai confini nazionali grazie alle indiscusse doti delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi nel portare avanti le azioni comunemente note di peacekeeping e peace enforcing.
Da questi elementi, dunque, nasce la proposta di revisione del modello delle Forze armate, frutto della sintesi di cinque proposte di legge diverse: una sintesi per la quale, Presidente, è opportuno ringraziare anche in questa sede il lavoro dei colleghi della Camera, in primis del relatore, onorevole Aresta.
Vale la pena citare alcuni punti fondamentali raggiunti in questo provvedimento. In primis, dopo un'accorta e ragionata valutazione sulla consistenza numerica del personale della Difesa, anche alla luce degli sconvolgimenti geopolitici recenti, si è convenuto sullo slittamento, dal 2024 al 2033, per quanto riguarda la riduzione del personale. Si sono inoltre sancite direttive e principi di una delega al Governo per la riorganizzazione interna dei gradi e per l'eventuale assunzione di personale tecnico specializzato, una componente di importanza sempre maggiore per il funzionamento delle nostre Forze armate.
Il nuovo provvedimento introduce anche nuove procedure di reclutamento e consentirà di ristabilire il periodo di ferma per l'accesso al servizio permanente dagli attuali undici anni a sei anni, nonché di ridurre i limiti di età per l'ingresso alle carriere iniziali.
Questo permetterà di ammodernare il modello di difesa rispetto alle nuove esigenze di sicurezza nazionale, nonché di avvicinare le necessità di arruolamento di Marina, Esercito, Aeronautica e Carabinieri a quelle dei giovani desiderosi di servire la Patria, permettendo loro inoltre di acquisire conoscenze professionali che saranno in seguito appetibili sul mercato del lavoro.
Un ulteriore aspetto da considerare è la valorizzazione dei reparti operativi e delle loro professionalità, su cui il Governo sarà chiamato a ridefinire la consistenza del personale. Ciascuna Forza armata, quindi, verrà dotata di un organico determinato sulla base degli obiettivi strategici che la Nazione deve perseguire.
Mi lasci sottolineare, signora Presidente, prima di concludere il mio intervento, che il provvedimento che andiamo a votare oggi si inserisce in un contesto che dal 24 febbraio è mutato completamente. L'invasione criminale dell'Ucraina da parte della Federazione Russa ha sconvolto l'Europa e impone a noi rappresentanti il dovere di responsabilità e unità. L'Europa dei popoli liberi è oggi compatta nella condanna alla Russia e all'operato del suo Presidente, come dimostra la scelta di Svezia e Finlandia di aderire alla NATO.
L'ammodernamento e la riorganizzazione delle Forze armate, dunque, non sono una mera azione amministrativa, bensì un fondamentale passaggio che richiede serietà e unità da parte delle istituzioni. La posta in gioco, signora Presidente, colleghi, è la sicurezza della Repubblica, salvaguardata ogni giorno dai valorosi componenti delle nostre Forze armate, cui va tutto il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine.
Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo Insieme per il futuro-Centro Democratico.
In ultimo, Presidente, mi permetta di ringraziare tutti i componenti della Commissione difesa, che in ogni momento hanno dimostrato unità e compattezza, nonostante le diversità di vedute politiche. Voglio ringraziare altresì la presidente Pinotti per aver tenuto botta, come si suol dire, anche nei momenti difficili che ci hanno accompagnato in questa legislatura. Desidero poi ringraziare, ma non per ultimi, i componenti della segreteria della Commissione difesa e il dottor Petrangeli, che con la loro competenza ci hanno accompagnato dal primo all'ultimo giorno dei lavori. (Applausi).
GARAVINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARAVINI (IV-PSI). Signora Presidente, onorevoli colleghi, prima la pandemia e adesso la guerra ci stanno costringendo a cambiare le politiche perseguite dal nostro Paese, non solo in campo sanitario e ambientale, ma anche dal punto di vista della difesa.
Il mutato scenario geopolitico porta alla necessità di rivedere scelte che erano già state prese, a partire dalla dotazione organica delle nostre Forze armate, che stavano subendo una riduzione in virtù della cosiddetta legge Di Paola, con la quale si prevedeva di portare a 150.000 unità il personale militare delle tre Forze armate e a 20.000 il personale civile della difesa, riduzioni sulle quali oggi invertiamo la rotta. La legge Di Paola risale infatti al 2012, un'era geopolitica fa. All'epoca poteva avere una sua ratio, perché cercava di razionalizzare i costi delle amministrazioni pubbliche, anche se al prezzo di tagli lineari spesso non condivisibili. Oggi ci troviamo, invece, di fronte all'esigenza di interrompere la progressiva riduzione degli organici delle Forze armate, anche alla luce dei nuovi impegni richiesti nelle missioni internazionali, ma anche - ahimè - per fare fronte ad emergenze quali quella della pandemia, ad esempio, una necessità sulla quale convergono tutte le forze politiche.
Il testo fa slittare al 2033 il termine per il raggiungimento del massimo organico del personale militare e le misure adottate rispondono all'esigenza di ridurre l'età media dei militari, di valorizzare le competenze e anche di evitare forme di precarietà. Si prevede, tra l'altro, un incremento organico di personale militare ad alta specializzazione (medici, sanitari, ingegneri, logisti dei trasporti, informatici, esperti in cybersicurezza), tutte professionalità che serviranno a reagire ad esigenze di pubblica calamità o a situazioni di straordinaria necessità. Il mondo e la società cambiano; è necessario che il nostro personale militare vada a sua volta di pari passo con le esigenze nuove, dotandosi di professionalità ed esperti nei campi più sensibili, come il sanitario e il digitale.
In conclusione, signor Presidente, si tratta di un provvedimento di grande importanza che mira a mettere in sintonia le nostre Forze armate con le attuali esigenze di sicurezza e con i nuovi compiti attribuiti al comparto della difesa. Per tutti questi motivi e anche perché anche questo è un modo per esprimere gratitudine nei confronti delle donne e degli uomini delle nostre Forze armate, e poiché crediamo nella necessità di potenziare il nostro comparto difesa così da rispondere alle nuove esigenze globali, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo. (Applausi).
RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, esprimiamo soddisfazione per l'avvenuta calendarizzazione oggi in Aula del provvedimento - menziono solo il titolo breve - di revisione del modello di Forze armate, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. Esprimiamo soddisfazione per il dibattito di oggi e - ci auguriamo - per l'approvazione del provvedimento. Soprattutto, prima di questo, voglio esprimere la soddisfazione per il lavoro svolto anche alla Camera, prima che al Senato, nella Commissione difesa dal Gruppo Fratelli d'Italia, che già dall'inizio di questa legislatura ha lavorato per una modifica della legge n. 244 del 2012. Il nostro Gruppo ha lavorato a livello trasversale con gli altri Gruppi politici per arrivare a un testo unico e alla proposta di legge di modifica che anche noi oggi discutiamo. C'è stato quindi - e lo sottolineo - un clima costruttivo nelle Commissioni sia alla Camera che al Senato intorno a questo importante, fondamentale provvedimento. Direi che non è stato né facile né difficile; direi che è stato necessario ed utile. Per chi e per che cosa? Evidentemente per un obiettivo comune: il benessere dei militari delle nostre Forze armate, una maggiore funzionalità delle stesse e direi una maggiore dignità e un riconoscimento del valore dell'impegno delle nostre Forze armate.
È evidente - non ho difficoltà a dirlo - che ognuno di noi ha rinunciato a qualcosa: noi stessi abbiamo ritirato numerosi emendamenti e lo abbiamo fatto perché non potevamo perdere l'occasione di far approvare la riforma entro la scadenza della legislatura. Nell'aspetto programmatico abbiamo anche sottoscritto l'ordine del giorno a prima firma del collega Gasparri, che è un po' un'agenda condivisa, che poi è stato sottoscritto da tutti i Gruppi parlamentari. Questo perché è una riforma fondamentale che va incidere, come già detto, sulla legge n. 244 del 2012, che prevedeva una riduzione degli organici per creare un modello professionale che in linea di principio naturalmente è condivisibile, ma poi esiste la realtà, esistono gli effetti dell'applicazione, esiste la vita nelle caserme. Chi c'è stato in visita o chi, come me, ci ha anche prestato servizio, sa che cos'è la vita nelle caserme, ossia la vita quotidiana di chi indossa una divisa.
È evidente a tutti coloro che se ne siano interessati che già si vedevano gli effetti negativi della legge n. 244; si vedevano intanto in un risparmio che non c'è stato, ma soprattutto nell'invecchiamento degli organici, e in una operatività limitata dalle ristrettezze che cozzava contro una crescente capacità, specializzazione e formazione delle nostre Forze armate operanti sia in Patria che all'estero. Su questo apro una piccola parentesi, perché anche a livello internazionale, colleghi, dove ci guadagniamo attenzione e l'apprezzamento di tutti per come lavoriamo nelle nostre missioni di pace e nelle missioni internazionali di cooperazione civili e militari, solo nell'anno in corso abbiamo 44 missioni internazionali e 7.598 unità impegnate.
E allora come si fa, come si pensa di attuare un taglio di organico, sia pure progressivo, di fronte alle necessità crescenti, di fronte agli impegni internazionali crescenti, di fronte alle emergenze? Non è possibile togliere risorse e ridurre l'organico. Io penso che nessun settore potrebbe mai sopportare una riduzione di 40.000 persone; si prevedeva infatti di passare da 190.000 a 150.000 effettivi, oltre al taglio dei civili. Ripeto: nessun settore potrebbe sopportare un taglio di organico di 40.000 unità, rispondendo al tempo stesso a ogni esigenza, a ogni servizio, a ogni emergenza crescente (lo sottolineo), fino alla pandemia da Covid.
L'invecchiamento del personale e la carenza di organico impongono la necessità di intervenire. Attenzione, colleghi, noi oggi togliamo un cappio dal collo delle nostre Forze armate, perché tale mi permetto di definire la legge n. 244. È evidente però che questo è solo un passo e un punto di partenza. Dobbiamo continuare a occuparci delle Forze armate, dobbiamo continuare a occuparci seriamente dei temi della difesa e della sicurezza, che sono cruciali e centrali per la geopolitica e per gli interessi nazionali. Anche il mio collega Urso, nella dichiarazione di voto precedente, ha sottolineato e articolato cosa significa oggi impegnarsi per la sicurezza internazionale e per la pace internazionale. Non è solo una questione di deterrenza, sia pure importante, ma è qualcosa di più: è politica strategica e militare, è stabilità da garantire a livello internazionale, mentre si dilata la minaccia alla sicurezza collettiva e mentre alle minacce tradizionali si aggiungono quelle della guerra ibrida. Ai domini classici di terra, aria e mare si aggiungono quelli nuovi, nuovissimi, del cyber, dello spazio, della sfida tecnologica. Si tratta veramente di un universo da fronteggiare, rispetto al quale dobbiamo essere attrezzati.
Come ricordava il mio collega Urso - lo dico a chi ha avuto alcuni ripensamenti, non voglio fare polemica oggi, però la memoria è memoria - dobbiamo rispettare gli impegni internazionali presi e destinare il 2 per cento del PIL alle spese militari per la difesa. Quando lo abbiamo ricordato, abbiamo creato un contraccolpo nella maggioranza uscente. Però bisogna essere coerenti: non si può pensare di tagliare le risorse o di non raggiungere gli obiettivi e poi pretendere il massimo dalle nostre Forze armate.
Torniamo al tema. Le nostre Forze armate sono patrimonio, istituzione, simbolo, valore e realtà operativa, in patria e a livello internazionale, garanzia di pace e di sicurezza. Perché è importante questa riforma? Voglio soltanto sottolineare un passaggio. Questa riforma dice basta al precariato militare. Si introduce il sistema della ferma dei volontari in ferma prefissata: durante il primo servizio di tre anni si potrà accedere con un concorso alla successiva ferma prefissata di tre anni, con un transito in servizio permanente. Ciò significa dichiarare finalmente guerra al precariato, significa migliorare le condizioni di trattamento economico e lo stato giuridico di chi veste la divisa. Basta al precariato nelle Forze armate. Quando il precariato diventa stabile e diventa a tempo indeterminato, vuol dire che qualcosa non è andato e non va.
Mi avvio a concludere. Oggi il Parlamento si riappropria di un suo ruolo e di una sua funzione (lo voglio dire, perché è importante).
Anche questo accordo lo abbiamo raggiunto per un obiettivo superiore e comune, in nome delle Forze militari, delle Forze Armate del Paese. Lo abbiamo fatto per un obiettivo superiore, per un interesse comune superiore e per un interesse nazionale che noi chiamiamo patria. (Applausi).
DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, voteremo a favore del disegno di legge in esame e lo dico anche a dispetto di coloro che, quando è stato chiesto di poterlo inserire all'ordine del giorno nella fase finale della legislatura, davanti alla richiesta di poterlo verificare e approfondire, hanno immediatamente gridato allo scandalo, pensando che non volessimo esaminare il provvedimento.
Il provvedimento sostanzialmente ha soltanto alcune finalità, la prima delle quali è quella di rimettere in discussione il taglio stabilito durante il Governo Monti, che si sarebbe dovuto verificare entro il 2024, per arrivare a una riduzione delle Forze armate fino a 150.000 unità. Viene dunque posticipato di dieci anni il taglio, che appunto oggi è fissato al 2024, per arrivare al 2034. Chiaramente la filosofia che portò allora alla decisione di quel taglio era molto legata ad una situazione che vedeva riduzioni e tagli in moltissimi settori. Sono nel frattempo cambiate molte cose ed è pertanto assolutamente ragionevole l'idea di posticipare in avanti il taglio che era stato previsto.
Il disegno di legge interviene inoltre con una serie di modifiche, sia per la rimodulazione delle dotazioni organiche dei sottufficiali, sia per quanto riguarda le questioni dello stato giuridico, del reclutamento e dell'impiego dei volontari. L'altro elemento interessante è che esso contiene una delega per produrre uno o più decreti legislativi, per la revisione generalizzata dello strumento militare nazionale, con degli obiettivi ben precisi e dei criteri previsti nel disegno di legge in esame. Ciò che mi preme sottolineare è la previsione dell'incremento dell'organico, sempre per 10.000 unità, per una serie di professionalità di altissima specializzazione, che potranno essere anche molto utili per compiti di pace e per il loro utilizzo nel caso in cui ci siano purtroppo delle calamità naturali, come è accaduto. Credo dunque sia assolutamente necessario accrescere questa alta specializzazione.
Colgo l'occasione per dire che circa due anni fa avevamo indicato, per la salvaguardia del territorio, la possibilità di utilizzare il genio militare ad esempio per le demolizioni delle opere abusive. Ahimè, nonostante quella norma sia stata approvata, non vi è stata mai la possibilità di vederlo utilizzato.
Cito questo esempio per dire che in compiti civili di grande aiuto per il Paese, sia di salvaguardia ambientale sia in caso di emergenze e di calamità naturali, come quelle che purtroppo sono avvenute in tutti questi anni, è evidente che occorre avere anche la capacità di inserire competenze di altissima specializzazione. Penso anche alle professioni sanitarie, un tema a cui il disegno di legge in esame dedica un intervento particolare, ma anche alla revisione della struttura organizzativa e ordinativa del servizio sanitario militare. Infatti, in questo momento in cui, tra l'altro, continuiamo a registrare una forte penuria di medici, soprattutto in alcune specializzazioni, forse può essere interessante prevedere l'integrazione e quindi una revisione del servizio sanitario militare e la possibilità che anche i medici militari possano compiere attività intramuraria sulla base di alcune convenzioni specialistiche.
Altre questioni riguardano sempre la formazione dei volontari in ferma prefissata triennale, inoltre si prevede che la riserva ausiliaria non sia superiore alle 10.000 unità. Si dispongono, pertanto, una serie di interventi.
Dico con franchezza che non sono tra quanti salutarono come una grande riforma il passaggio dall'esercito di leva all'esercito professionale, perché con tutta onestà ritenevo allora che non fosse esattamente quello lo spirito di adesione alla Costituzione. Sono passati molti anni, oggi in tutti i campi servono altissime specializzazioni, ma nell'annunciare il voto favorevole, rimango sempre convinta che l'investimento sulle Forze armate e sull'esercito debba essere sempre rivolto a compiti di pace e non di guerra. (Applausi).
VATTUONE (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VATTUONE (PD). Signor Presidente, il Senato si accinge ad approvare il provvedimento all'ordine del giorno dopo un esame fortemente compresso, di cui la presidente Pinotti ha spiegato bene le ragioni; cionondimeno è un provvedimento di indubbia rilevanza che riguarda certamente, ma non solo, la specifica materia militare, ma anche l'interesse nazionale del nostro Paese. Questo perché le politiche di sicurezza e difesa hanno assunto già oggi e avranno ancora di più nel prossimo futuro un'importanza centrale.
Quando l'iter del provvedimento in esame è iniziato alla Camera, eravamo in tutt'altro scenario internazionale, addirittura possiamo dire in un'altra era storica; tuttavia le ragioni alla base di questo testo erano già forti e costantemente indicate al Parlamento dal Ministro e dai vertici della nostra Difesa durante l'illustrazione delle linee programmatiche rese davanti alle Commissioni difesa della Camera e del Senato. Le sue ragioni nascono dall'esigenza di garantire maggiore efficienza e capacità operativa al nostro strumento militare, intervenendo sulla legge Di Paola, la famosa legge n. 244 del 2012, oggi non più adeguata, come si è detto da più parti, e sul modello di reclutamento. Oggi quelle ragioni sono ancora più forti e l'approvazione di questo disegno di legge si incrocia con le preoccupazioni e le profonde implicazioni e conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina, come hanno già detto altri colleghi e la presidente Pinotti nella relazione.
I contenuti del disegno di legge sono stati già esaustivamente delineati nella relazione e non li ripeto; sottolineo solo un elemento di novità introdotto dal provvedimento, cioè la delega in base alla quale il Governo è autorizzato a introdurre un incremento in organico di 10.000 unità, oltre la riserva ausiliaria. Si tratta, quindi, di personale destinato a intervenire sulle emergenze nazionali o nelle crisi internazionali.
È una misura molto importante, ancorché - ce lo siamo già detti - non risolutiva, che amplia le funzioni delle Forze armate al servizio del Paese.
Alle nostre Forze armate abbiamo sempre chiesto molto: dai tradizionali compiti istituzionali di difesa del Paese e della stabilità internazionale, al concorso alle attività di Protezione civile. A questi impegni ne abbiamo aggiunto via via altri: il supporto al controllo del territorio con l'operazione Strade sicure, fino ad arrivare al fondamentale aiuto nel contrasto alla pandemia.
Ora l'aggressione russa all'Ucraina ha cambiato gli equilibri globali, portandoci in un mondo più conflittuale e determinando un riposizionamento di alcuni nostri contingenti in linea con gli altri Paesi dell'Alleanza Atlantica. Sappiamo che le tensioni del nostro immediato vicinato (l'area del Mediterraneo allargato) si acuiranno. Nei prossimi anni verranno chiesti alle nostre Forze armate maggiori capacità e più flessibilità, nello sforzo comune dei Paesi democratici di gestire le crisi e le tensioni nei nostri tradizionali ambiti: l'Unione europea, la NATO, di cui si è parlato prima, e l'ONU, la cui voce è attenuata, ma non può essere trascurata. Sono proprio queste sfide e impegni che segnano il nostro orizzonte a chiedere un contributo per riprodurre i correttivi e le innovazioni funzionali alla piena operatività del nostro strumento militare. È un atto dovuto per tutto quello che le Forze armate fanno nel nostro Paese. Desideriamo quindi, anche in questa frase, ringraziarle con tutto il cuore.
Sono questi i motivi che portano oggi il PD a votare a favore del provvedimento, con la convinzione di portare merito, efficienza e modernità al nostro modello di difesa.
Concludo anche io con alcuni ringraziamenti e un apprezzamento, in primo luogo al ministro Guerini, che ha guidato con capacità, competenza ed equilibrio il Ministero della difesa in un momento difficile e complicato per la sicurezza del nostro Paese. I miei ringraziamenti vanno altresì alla presidente Pinotti per aver guidato con saggezza la Commissione difesa, nonché a tutti i membri della stessa, con i quali abbiamo avuto alcuni dibattiti accesi, ma anche una proficua collaborazione che ha portato a risultati come questo, nella consapevolezza di tutti che il tema della sicurezza e della difesa va coltivato con cura ed equilibrio. (Applausi).
GASPARRI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, Forza Italia voterà a favore del provvedimento in esame.
Come è stato spiegato da tutti i colleghi, si tratta di un provvedimento che in qualche modo corregge quella che era stata un po' un'illusione, dal momento che il modello di difesa prevedeva una contrazione degli organici delle nostre Forze armate. Ora con l'introduzione di volontari professionisti e di tecnologie sempre più evolute, non vi è dubbio che il concetto di difesa e l'idea del mondo militare siano profondamente cambiati.
Tuttavia nella vicenda Ucraina, che è ancora in svolgimento, oltre - ahimè - ai missili dell'aggressione russa che bombardano il Paese, abbiamo visto trincee e scene di guerra che sembravano tratte dalla memoria del passato. Questo vuol dire che oltre la tecnologia, i sistemi aeree e i droni (nei giorni scorsi abbiamo avuto un esempio di tecnologia avanzatissima da parte degli Stati Uniti con la vicenda di al-Zawahiri), donne e uomini in divisa sono necessari.
Questo provvedimento interviene su tutta una serie di tecnicalità - arruolamenti, ferme volontarie - ma nella sostanza, come molti hanno ricordato, rinvia ed allontana un obiettivo di ulteriore contrazione delle Forze armate nei numeri e anzi dà luogo ad un incremento di 10.000 unità. Avremmo potuto, in un esame approfondito che pure abbiamo fatto in Commissione, con numerose audizioni, arricchire questo provvedimento perché lo richiedono le responsabilità internazionali dell'Italia, come la vicenda dell'Ucraina dimostra dove non c'è una presenza di ordine militare diretta, con l'impiego di personale, ma tutti sappiamo che le missioni internazionali proseguono e si moltiplicano e ce ne sono anche ai confini dell'Europa. C'è in sostanza una necessità di presenza. Chi pensava che lo strumento militare fosse obsoleto o destinato all'archivio, purtroppo ha dovuto prendere atto che serve, è necessario e che - anche noi oggi vogliamo ribadirlo come Gruppo Forza Italia - se non ci fossero le Forze armate, molte esigenze di tutela della nostra Nazione nel campo della protezione civile e dell'emergenza sanitaria non potrebbero essere assolte. (Applausi).
Uno degli snodi politici di questi anni di passaggio da un Governo all'altro di crisi, è stato proprio quello del passaggio dal Governo Conte al Governo Draghi: il nostro Gruppo, Forza Italia, si presentò alle consultazioni non con la lista dei Ministri, ma con il piano delle vaccinazioni e quindi da parte di Forza Italia sono state migliori le proposte relative alle vaccinazioni che non le proposte di Ministri, ma su questo sorvoliamo. Chiedemmo allora di arrivare a 500.000 vaccinazioni al giorno. Sarebbe stato possibile tutto questo senza l'organizzazione logistica delle Forze armate italiane? Non sarebbe stato possibile. (Applausi).
Anni fa il ministro della difesa Corcione, che era stato anche Capo di Stato maggiore, ricordò, parlando delle missioni militari di pace internazionali, che i militari italiani nel mondo hanno lavorato più con il mestolo che con il mitra. Non era un'autodenigrazione, ma era una descrizione delle missioni umanitarie che spesso hanno soccorso e sfamato popolazioni, bambini e famiglie nella miseria. Anche questo serve per prevenire l'odio, la guerra e il terrorismo. Le nostre Forze armate, nelle missioni militari, si occupano anche dell'addestramento delle forze di Polizia, hanno fatto interventi in situazioni di rischio, penso all'Afghanistan e ad altri scenari, penso ai caduti che abbiamo avuto in Iraq e altrove. Le Forze armate sono indispensabili sotto il profilo interno, esterno, civile e militare. (Applausi). Dico anche civile, che può sembrare una contraddizione in termini, pensando alla Protezione civile, che ha tanti volontari e tante strutture, spesso anche di ex appartenenti alle Forze armate. Abbiamo discusso tempo fa degli alpini e c'era chi era favorevole e chi non lo era su alcune iniziative, ma il mondo dell'Associazione nazionale alpini, come tante altre Forze armate, quando ci sono le emergenze, accanto ai militari in servizio, si distingue.
Noi voteremo a favore per una coerenza di sostegno alle Forze armate, che non vuol dire volere le guerre o lo sfracello, perché anche nella vicenda ucraina ci auguriamo che prima o poi qualcuno prenda il bandolo della matassa e riesca a portare i due Paesi ad un tavolo di pace. Siamo preoccupati che nell'Occidente non ci siano leadership adeguate e vediamo semmai Erdogan o il capo dell'Iran o altri che si riuniscono per parlare del grano ucraino e di altre questioni.
I contenuti del provvedimento sono stati illustrati e li condividiamo. Li avremmo voluti incrementare sotto il profilo dei numeri, degli organici e dei riconoscimenti di varia natura. Convenimmo in Commissione che non si potesse fare perché c'era un'urgenza, non prevedevamo lo scioglimento anticipato della legislatura, ma ci mettemmo al riparo decidendo di approvarlo così com'era. Così è nato l'ordine del giorno, che mi sono premurato di redigere e ringrazio i colleghi praticamente di tutti i Gruppi per averlo sottoscritto. Prima la relatrice Pinotti - che ringrazio - lo ha citato; non lo illustro perché siamo in fase di dichiarazione di voto, ma voglio fare riferimento, oltre alle cose che la legge dice e che noi approviamo, all'agenda difesa, come l'ha definita la presidente Pinotti, che abbiamo discusso in Commissione. Ci sono state ovviamente occasioni di confronto e il consenso è stato sostanzialmente unanime perché è un'agenda che noi affidiamo, sottosegretario Mulè, al Governo, che è un organo permanente della Nazione.
C'è un Governo. Ci sarà un Governo. Il Governo c'è e le Forze armate ci sono e ci saranno. Parliamo di istituzioni fondamentali, sulle quali è bene che ci sia una convergenza di consensi anche in Parlamento, perché queste sono le cose che contano: missioni internazionali, organici e investimenti.
Sottosegretario Mulè, voglio ricordare, in sintesi, che l'agenda futura afferma che, ad esempio, gli organici vanno ulteriormente incrementati di altre 10.000 unità, perché le Forze armate danno un contributo anche alla sicurezza. In futuro noi vogliamo ripristinare il carabiniere ed il poliziotto di quartiere, ma l'operazione Strade sicure, operata da militari dell'Esercito e di altre Forze armate, è stata utile come forma di deterrenza e come presenze ed è ancora in corso in tante città.
Servono altre 10.000 unità, al fine di arrivare a 170.000. Questa è una necessità, come quella di dover salvaguardare competenze tecnologiche avanzate. Bisogna ampliare l'avvio degli arruolamenti con la ferma volontaria, perché abbiamo anche un problema di età media delle Forze armate. L'apporto di nuove generazioni contribuirà ad avere un organico con una età media più bassa, perché non sfugge a nessuno che l'esperienza serve in questi campi, ma poi serve anche l'energia. Quindi, mettere dei giovani accanto agli esperti è importante.
Con questo ordine del giorno, dunque, riteniamo di sottolineare le cose che si dovranno fare. Ad esempio, chi perde l'idoneità deve essere escluso dal computo degli organici e dall'idoneità al servizio. Altrimenti, quando si chiede quanti siano i marinai o i membri dell'Esercito in servizio, in realtà molti di loro, per ragioni fisiologiche, non svolgono servizio attivo e lavorano nei ranghi civili. Non devono perdere il loro lavoro, questo è chiaro. Svolgeranno altri compiti, ma non sono più idonei a quel tipo di servizio, che richiede integrità fisica assoluta. Leviamoli, però, dal computo degli organismi militari. Vadano agli affari civili e ripristiniamo gli organici, altrimenti, risulta che in organico vi sia un determinato numero di soggetti, quando in realtà alcuni non ci sono, perché non possono svolgere determinati servizi.
Dobbiamo, quindi, guardare ad alcuni aspetti concreti relativi alla situazione del personale. Nell'ordine del giorno abbiamo concordemente inserito il riferimento a una recente delibera del Cocer. Stanno arrivando le associazioni sindacali militari, ma intanto ci sono ancora i Cocer, che hanno fatto riferimento ad alcune vicende, quali le iniziative per il compenso degli straordinari, che vanno verificate e aggiornate. Citavo Strade sicure che, come altre operazioni, richiedono adeguati stanziamenti.
Serve un tavolo negoziale sulla previdenza. Nella legge di stabilità di questo anno sono stati appostati dei soldi per la previdenza integrativa, ma non li abbiamo ancora utilizzati perché serviva una legge. Con la presidente Pinotti e altri colleghi, con lo stesso spirito con cui abbiamo tutti firmato l'ordine giorno di cui sono primo firmatario, abbiamo firmato la proposta di legge, di cui la presidente Pinotti è prima firmataria, sui temi della previdenza.
È nell'agenda. Ci sono gli stanziamenti: sono parziali, non sufficienti. Tuttavia dobbiamo avviare il tema della previdenza integrativa per il comparto sicurezza e difesa, perché è un'esigenza sociale fondamentale, al fine di evitare che persone che iniziano a lavorare oggi vadano in pensione domani con quattro euro. E che cosa dovrebbero fare? Dopo trent'anni e più di servizio, dovrebbero cercarsi un lavoro? (Applausi).
È un tema concreto, inserito in agenda. C'è nella legge di stabilità attuale e ci sarà in quella futura. Ci sono poi i problemi dei trattamenti accessori del personale dirigente; c'è il tema della riforma delle casse previdenziali, anche per il ruolo dei graduati; ci sono altre questioni concrete.
Sottosegretario Mulè, lei, approvando sia in Commissione che in Aula questo ordine del giorno, che tanti hanno citato e li ringrazio, arricchisce l'approvazione di questo disegno di legge con questi impegni, che non sono un manifesto elettorale, ma un impegno del Parlamento e del Governo.
Cambiano i Governi, cambiano i Parlamenti, ma queste sono le istituzioni e, come le iscrizioni affisse sulle pareti ci ricordano, esse durano oltre le contingenze, oltre le persone. Quello di oggi, quindi, è un voto di approvazione a questa legge, è un voto di sostegno alle Forze armate, ma è un modo per prevedere anche ulteriori incrementi di risorse e rispettare quegli stanziamenti che l'Italia ha sottoscritto. Ci sono stanziamenti che vanno incrementati e impegni internazionali da rispettare.
Questo è un voto a favore delle Forze Armate del presente, delle Forze Armate del futuro e anche un'ulteriore occasione per ringraziare l'intero popolo in divisa del comparto sicurezza e difesa. (Applausi).
CANDURA (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CANDURA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, rivolgo un saluto a lei e a tutte le onorevoli colleghe e ai colleghi.
Innanzitutto, quando si parla di Forze armate, il primo pensiero è l'espressione di gratitudine a quanto stanno facendo le donne e gli uomini in divisa per il Paese, a quanto hanno fatto e a tutto quello che faranno. Questo è il mio primo pensiero. (Applausi).
Riguardo al provvedimento in esame, faccio un pensiero alla prima missione delle Forze armate: la protezione della vita e della libertà dei cittadini entro i confini della Nazione. Abbiamo avuto un esempio molto recente di questo: l'impegno delle Forze armate durante la pandemia, non solo per la funzione di ordine pubblico, ma soprattutto per l'appoggio della sanità militare alla sanità civile in quel periodo - in particolare nel 2020 - di grande paura e di grande incertezza per tutto il Paese e per tutti i nostri concittadini.
Non a caso, l'articolo 9 del provvedimento in esame menziona esplicitamente un rafforzamento del personale della sanità militare. La necessità di questo provvedimento, come già ricordato dalla Presidente, deriva da una legge, la n. 244 del 2012, che si inseriva in un contesto, l'austerity e i tagli lineari, che non fecero danni solo alle Forze armate, ma proprio anche alla sanità.
Se nel 2020 l'Italia ha affrontato l'emergenza sanitaria non dico con difficoltà ma certamente con grande fatica, con una sanità italiana affaticata, ciò è dovuto all'eredità di sconsiderati tagli lineari, richiesti da una mentalità di politica economica che personalmente non condividevo allora e non condivido tuttora.
Arriva quindi la legge di iniziativa parlamentare; ringrazio per questo il collega deputato Ferrari, uno dei primi firmatari alla Camera dei deputati e ringrazio il Parlamento, non solo la nostra Commissione e la Presidente, ma tutto il Parlamento nelle sue due Camere, perché voglio ricordare che è dal Parlamento che viene questo provvedimento. Viene dal Parlamento perché è una necessità del Paese rafforzare lo strumento di difesa.
Non ripeterò quanto già detto benissimo da tanti colleghi, però voglio ricordare a tutti la necessità di pensare alle Forze armate come a un investimento per evitare perdite future, esattamente come per la sanità: sono investimenti che si fanno a protezione dei nostri cittadini. D'altra parte, considerati la cronaca e il periodo storico che stiamo vivendo, penso che questo sia chiaro anche alle persone più chiuse di mentalità, diciamo così, su questo fronte.
Chiaramente anticipo il voto favorevole del Gruppo Lega- Salvini Premier- Partito Sardo d'Azione su questo provvedimento e colgo l'occasione per ringraziare tutti i membri della Commissione difesa, la presidente Donatella Tesei, Laura Garavini, Daniela Donno e la nostra attuale presidente Roberta Pinotti, perché se si è lavorato in armonia, come già ricordato in qualche intervento, ciò non è piovuto dal cielo, ma è dipeso dalla sensibilità di chi ha guidato la Commissione, a partire dalla nostra Donatella Tesei fino alla senatrice Pinotti, e altresì dalla sensibilità di coloro i quali ne sono stati membri. È stata un'esperienza molto interessante anche per me, Vice presidente alla prima legislatura.
Auspico un voto favorevole e convinto a questo provvedimento; è nell'interesse del Paese ed è solo il punto d'inizio.
L'ordine del giorno G9.1, a prima firma del senatore Gasparri, che reca anche la mia firma, è stato già illustrato ed è una prospettiva; non ci fermiamo a questo, invitiamo il Governo a farsi custode di questo provvedimento e il prossimo Parlamento a migliorare la situazione e a investire - ripeto - nelle Forze armate come strumento di protezione del nostro Paese. (Applausi).
PRESIDENTE. Senatore Candura, mi pare abbia fatto un intervento nello spirito di unità nazionale apprezzato.
FEDE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDE (M5S). Signor Presidente, signor Sottosegretario, ringrazio i relatori e tutti i colleghi.
Oggi siamo in quest'Aula per un provvedimento che l'intero comparto della difesa aspetta da anni. È importante che la politica e il Parlamento diano le giuste risposte e su questo - ci tengo a dirlo - il MoVimento 5 Stelle ha svolto un ruolo da protagonista, promuovendo questo testo a prima firma del nostro deputato, onorevole generale Antonio Del Monaco, in tutto il suo iter legislativo. Lo ribadisco perché per noi è importante il lavoro di supporto all'attività parlamentare, ivi compresa la difesa. Non nascondo che su questo tema spesso sulle cronache e anche in quest'Assemblea si è agito e discusso in maniera polemica, ma è giusto fare presente che il nostro contributo c'è stato, come in tutti i provvedimenti, anche su un tema come quello della difesa, di cui siamo stati protagonisti al pari degli altri colleghi. Li ringrazio, perché devo riconoscere che è stato un lavoro corale che ha visto tutte le forze unite.
Questo è un provvedimento importante, con cui si va finalmente a rivedere la legge n. 244 del 2012, la cosiddetta legge Di Paola, che - ricordo anche questo e poi lo ribadirò - è stata approvata dal Governo Monti: una legge che ha inciso profondamente sul finanziamento e sul funzionamento dell'organizzazione delle Forze armate e ha ridotto le dimensioni dello strumento militare che oggi andiamo a revisionare. Una legge che ci sembra superata dalla realtà dei fatti che impone, al contrario, di investire in uno strumento realmente spendibile in contesti estremamente sofisticati e ad alto contrasto militare, che la pandemia da Covid-19 ha reso molto più probabili. La progressiva diminuzione del personale in questa fase è un errore. Sta infatti rendendo sempre più difficile assolvere ai nuovi compiti a cui sono chiamate le nostre Forze armate. Quindi, il nostro impegno deve essere in questa direzione.
Per capire l'importanza del provvedimento dobbiamo ripartire da un presupposto: difesa non è solamente sinonimo di più armi. La nostra posizione è chiara e si iscrive all'interno della cornice costituzionale, dove l'articolo 11 ricorda a tutti noi che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa, ma chiaramente la difesa è uno strumento fondamentale. Queste cose non vanno in contraddizione; anzi, noi le supportiamo con consapevolezza reale.
Pensiamo che le nostre Forze armate svolgano un ruolo decisivo per la nostra sicurezza nazionale e internazionale. Ne approfitto per esprimere tutto il sostegno e il mio personale ringraziamento e del MoVimento 5 Stelle per il quotidiano lavoro svolto con dedizione, sempre nell'interesse del Paese e dei cittadini, dalle persone in divisa.
Allo stesso tempo, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo più volte ribadito la necessità di invertire il modus operandi in Ucraina, dove la soluzione non passa per il continuo e progressivo invio di armi. Più e più volte, anche in quest'Assemblea, abbiamo chiesto un de-escalation militare perché ora più che mai servono iniziative politiche e diplomatiche orientate a giungere ad un immediato cessate il fuoco e questo deve essere il lavoro combinato dell'azione diplomatica e dell'azione difensiva, entrambe imprescindibili. (Applausi).
La pace non si costruisce con le armi: questa è una premessa fondamentale. Più difesa non significa più armi. Il nostro strumento militare è composto da migliaia di uomini e donne che oggi non possiamo lasciare soli. Con l'esplosione dell'emergenza da Covid-19 le Forze armate hanno svolto un ruolo fondamentale di sostegno e vicinanza alla popolazione in uno dei momenti più duri della nostra Repubblica che noi abbiamo gestito. Ne approfitto anche per ringraziare il presidente Conte che ha sempre gestito questo momento con sapienza e ha saputo coinvolgere le nostre Forze armate, consapevole del loro ruolo e della loro funzione. Di questo tutti i cittadini e gli italiani debbono essergli grati (Applausi).
Dobbiamo infatti ricordare le immagini dei camion militari che portavano via le bare, quelle degli ospedali da campo montati a fianco alle strutture di una sanità distrutta da chi la sanità, come la difesa, ha logorato in tanti anni. I nostri uomini armati sono stati fondamentali, mettendosi a disposizione per fare tamponi ai cittadini, distribuire dispositivi di sicurezza, sanificare gli ambienti. Non solo: ricordiamo il ruolo delle Forze armate nelle calamità naturali. Io che vengo da un territorio colpito dal sisma, ricordo quanto hanno fatto per la rimozione delle macerie grazie al genio dell'Esercito, o quello che hanno fatto nelle alluvioni, per le missioni Strade sicure o per la cybersicurezza. Le Forze armate sono un elemento fondamentale e non saremo certamente noi a dire il contrario.
A tutto questo si affianca il personale militare di supporto alla Protezione civile nazionale, con mezzi e strutture, e quello di supporto al nostro Servizio sanitario nazionale. Per questo come MoVimento 5 Stelle abbiamo preteso maggiori fondi per la sanità militare. Pensiamo anche all'importanza di "Strade sicure".
Proprio a ribadire un approccio corretto a questo tema, ci tengo a raccontare una piccola parte della mia storia. Come soldato di leva ho avuto l'onore - lo dico con orgoglio - di far parte di una forza speciale, del Battaglione San Marco, e di partecipare a una missione internazionale, la prima italiana all'estero. Sono stato sei mesi in Libano e ricordo bene come noi uomini armati, in quel caso alla mia prima missione, abbiamo dato un supporto fondamentale per tutelare le persone e per curare i civili e i bambini. Il nostro ospedale da campo era un vanto rispetto alle opere che facevano le Forze armate in Libano. Abbiamo sminato un territorio.
Questa è quindi la funzione delle Forze armate italiane: sono operatori di pace in divisa e a loro noi diamo il nostro sostegno. (Applausi).
Uscendo fuori dalle vicende personali, torno sul tema. Per la capacità tecnologica e i saperi della Difesa, nonché per le sue industrie nazionali, il PNRR non è una sigla vuota: i fondi di Conte presi in Europa rappresentano una grande opportunità e devono essere orientati, non solo ai compiti che la Costituzione gli affida, ma anche a rendere non avvelenato e più pulito il mondo in cui viviamo. Mi viene in mente, ad esempio, il grande impegno per la difesa del mare, che può vedere protagonista, sia la Marina militare che la Guardia costiera, nella lotta a chi usa il mare come una discarica.
Con questa proposta di legge il Parlamento si è riappropriato del proprio ruolo, riformando la parte della legislazione vigente, non più adeguata alle esigenze contemporanee delle nostre Forze armate. Lo abbiamo fatto comprendendo che i nuovi compiti affidati alle Forze armate (contrasto alla pandemia, nuove minacce alla sicurezza, impegni crescenti in teatri internazionali, solo per citarne alcuni) imponevano al Parlamento di avviare quei cambiamenti in grado di rendere il nostro sistema di difesa più moderno, più efficace e maggiormente in grado di rispondere alle esigenze della collettività.
Oggi in quest'Aula andiamo a modificare una legge del 2012 emanata dal Governo Monti. Forse agli italiani questo dice qualcosa. Sono gli anni - parliamo di dieci anni fa - dell'austerity e di tagli draconiani al welfare; sono gli anni delle lacrime della Fornero.
Qui oggi ho sentito molte persone inneggiare per fortuna a questo cambiamento e a questa inversione, anche se devo dire con rammarico, ma senza polemica, che alcuni sono proprio coloro che hanno fatti questi tagli che oggi andiamo a correggere e noi ci siamo per sistemare e migliorare gli sbagli del passato (Applausi), perché questa è la nostra missione ed è quello che abbiamo sempre fatto, senza ipocrisie e senza polemiche, ma con realismo e consapevolezza.
Le misure che andiamo oggi ad approvare vanno a contrastare quella politica di lacrime e sangue dei Governi tecnici, che spesso non hanno un cuore per ragionare bene e correttamente rispetto a certi temi. Con specifico riguardo al comparto della difesa, ricordo come fu toccato dalla cura della flessibilità e dal ridimensionamento del personale: sono gli anni del precariato, chiamiamo le cose con il proprio nome. Ebbene, adesso riusciamo a intervenire in materia: basta quindi con il precariato anche nella Difesa, coerentemente con quanto abbiamo fatto anche in altri campi.
Il presente provvedimento si propone di modificare il reclutamento, abbassando, se non addirittura eliminando il precariato nelle Forze armate, oltre ad allungare il termine della riduzione imposto dalla legge Di Paola spostandolo dal 2024 al 2034. Si delinea così un nuovo sistema di ferma dei volontari delle Forze armate volto principalmente a ridurre il cosiddetto precariato dei volontari più meritevoli e a rendere più attiva la progressione militare nelle carriere iniziali, con interventi migliorativi del trattamento economico e dello statuto giuridico, maggiore possibilità di formazione e specializzazione.
Come MoVimento 5 Stelle ci siamo battuti per ottenere la calendarizzazione di questo provvedimento che pone fine a un'annosa questione. Siamo quelli del decreto dignità, del salario minimo, della tutela del reddito di cittadinanza: non potevamo permetterci di lasciare indietro il nostro personale militare. Siamo orgogliosi di avere portato a compimento questa legge, a dimostrazione del nostro sostegno al comparto della difesa, che ringrazio.
Con questo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sul provvedimento. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Discussione congiunta e approvazione dei disegni di legge:
(2682) Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 (Approvato dalla Camera dei deputati) (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale)
(2683) Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022 (Approvato dalla Camera dei deputati) (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale) (ore 17,28)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge nn. 2682 e 2683.
I relatori, senatrice Faggi e senatore Fantetti, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice sul disegno di legge n. 2682, senatrice Faggi.
FAGGI, relatrice sul disegno di legge n. 2682. Signora Presidente, colleghi, il rendiconto generale dello Stato è il documento contabile attraverso il quale il Governo rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio.
Ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica, il rendiconto, articolato per missioni e programmi, è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. Al Rendiconto è allegata per ciascuna amministrazione una nota integrativa. Per le entrate, la nota integrativa espone le risultanze della gestione.
L'analisi del contenuto del disegno di legge mostra che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2021 un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto all'esercizio 2020. In particolare, il saldo netto da finanziare, cioè quello dato dalla differenza tra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2021 un valore negativo di circa 187,7 miliardi, con un miglioramento di oltre 83,2 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2020. Se confrontato con le previsioni iniziali, che indicavano un valore negativo del saldo netto di meno 193,5 miliardi, il miglioramento è pari a circa 5,8 miliardi. Il risparmio pubblico, cioè il saldo delle operazioni correnti che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabili al finanziamento delle spese in conto capitale, si attesta nel 2021 a meno 64,9 miliardi, con un miglioramento di 40,5 miliardi rispetto al 2020. Tale risultato è determinato da un aumento sia delle spese correnti (più 22,5 miliardi), sia del complesso delle entrate tributarie ed extratributarie (più 63 miliardi). Il miglioramento è di oltre 20,6 miliardi, se confrontato con le previsioni iniziali. Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario, cioè la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese incluse quelle relative al rimborso di prestiti, si attesta nel 2021 a meno 424,4 miliardi, evidenziando un miglioramento di 82,5 miliardi rispetto al 2020 e di oltre 56,3 miliardi rispetto alle previsioni iniziali.
Nel complesso, nonostante il protrarsi dell'emergenza da Covid-19, i risultati conseguiti con la gestione 2021 denotano per tutti i saldi un miglioramento sia rispetto alle previsioni iniziali, sia rispetto alle previsioni definitive, comprensive degli scostamenti autorizzati dal Parlamento. I limiti massimi fissati per il saldo netto da finanziare e per il ricorso al mercato dalla legge di bilancio per l'anno finanziario 2021, che erano stati indicati rispettivamente in meno 196 miliardi di euro per il saldo netto da finanziare e in meno 483,235 miliardi per il ricorso al mercato, sono stati aggiornati nel corso dell'esercizio finanziario dai provvedimenti di urgenza adottati per far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI (ore 17,35)
(Segue FAGGI, relatrice sul disegno di legge n. 2682). Nel complesso, lo scostamento di bilancio proposto dal Governo alle Camere e da queste approvato in data 20 gennaio 2021 con apposite risoluzioni ha rideterminato i limiti massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, portandoli rispettivamente a meno 286 e a meno 573,235 miliardi di euro, in termini di competenza. (Brusio).
Signor Presidente, non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Vuole concludere?
FAGGI, relatrice sul disegno di legge n. 2682. No, Presidente, non voglio concludere. Vorrei riuscire a proseguire ma faccio fatica perché c'è un forte brusìo. Capisco che sono solo numeri, ma sono dell'ordine di 400 miliardi.
Tali valori massimi sono stati comunque rispettati dai risultati della gestione finanziaria 2021, i quali denotano infatti, per entrambi i saldi, un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni definitive, comprensivi degli scostamenti autorizzati dal Parlamento. Nella relazione illustrativa si sottolinea peraltro che per il 2021, a differenza di quanto accaduto per il 2020, i saldi a consuntivo di competenza e cassa hanno comunque rispettato anche i limiti programmatici originariamente fissati dalla legge.
Nella relazione sottoposta all'attenzione di noi relatori, nella parte finale, c'è un elemento molto importante, che porto all'attenzione del Senato e che riguarda la Corte dei conti, che ha proceduto a verificare l'importo dei residui finali. Per il 2021, come peraltro per gli anni precedenti, questo importo è risultato diverso da quello che deriva dal calcolo effettuato, sottraendo dai residui iniziali i versamenti in conto residui e aggiungendo le somme da versare e da riscuotere. All'esito dei controlli effettuati, la Corte dei conti ha escluso dalla dichiarazione di regolarità della decisione adottata nel giudizio di parificazione sul versante delle entrate alcuni capitoli, nei quali si sono riscontrate delle discordanze fra i dati esposti nel conto di bilancio del rendiconto e quelli riportati nei conti periodici delle amministrazioni.
Se i colleghi avranno poi la voglia di guardare (anche perché magari qualcuno in campagna elettorale potrebbe chiedere il perché di questi scostamenti), faccio presente questo documento, che è il dossier sul rendiconto e l'assestamento, contenente a pagina 48 i rilievi della Corte, sia sul versante delle entrate (che si è esteso anche alla verifica dei dati inerenti alla riscossione in conto residuo), sia per quanto riguarda la regolarità contabile delle spese. All'esito dei controlli, per quanto riguarda le spese, sono stati dichiarati quali sono i capitoli esclusi dalla dichiarazione di regolarità. Sempre la Corte dei conti ha evidenziato un elemento importante: nel 2021 lo Stato non si è ancora adeguato alle regole di redazione per il conto del patrimonio, dettate dal regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2013, per cui ad oggi continua ad applicare le disposizioni del 25 giugno 1996.
Sempre la Corte dei conti, sul piano del giudizio di regolarità in ordine al conto generale del patrimonio dello Stato, ha formalmente rilevato incertezza e incompletezza dei valori dei beni immobili, in ragione della discordanza tra i dati in possesso delle ragionerie territoriali dello Stato e quelli forniti dalle filiali dell'Agenzia del demanio; incertezza e incompletezza dei dati e della consistenza delle variazioni dei beni immobili classificati come fabbricati civili adibiti a fini istituzionali, uso governativo e caserme, nonché come opere in corso di costruzione, opere di manutenzioni straordinarie, strade ferrate e relativi materiali di esercizio e altre opere del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili; omessa iscrizione delle attività non finanziarie prodotte e delle opere permanenti destinate alla difesa nazionale; mancato aggiornamento del valore dei beni mobili di diversi Dicasteri (Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero dello sviluppo economico, Ministero della giustizia, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Ministero dell'istruzione, Ministero dell'interno, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Ministero della cultura), a causa di discordanze tra le risultanti competenze degli uffici centrali e delle ragionerie; consistenza dei residui attivi e passivi quali conseguenze delle irregolarità accertate nel presente giudizio; non corretta iscrizione, nella voce "Altre partecipazioni", delle azioni non quotate, escluse le quote dei fondi comuni di investimento, della consistenza finale della compagnia finanziaria industriale, per il mancato rispetto delle disposizioni di cui al decreto ministeriale del 18 aprile 2002.
Per queste criticità, l'organo di controllo è stato costretto a dichiarare la formale non regolarità delle statuizioni contabili iscritte nel conto del patrimonio, relative a poste riguardanti i beni immobili assegnati ai Ministeri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e altri, a poste relative alle opere permanenti e a poste relative ai residui attivi e passivi del Ministero dell'economia e delle finanze. Tuttavia la Corte ha rinvenuto un netto miglioramento rispetto alle criticità rilevate negli esercizi precedenti, però ha richiamato il Governo e gli organi preposti a cercare di attenersi a ciò che per più di venti anni ha continuato a sottolineare nelle decisioni di parificazione.
Ci tenevo a dire questo, perché il rendiconto non è composto solamente dalle tre pagine preparate dagli uffici, ma consta anche di una serie di allegati, che sono fondamentali, per far capire a chi legge le tabelle come mai ci sia una discordanza e quali sono le poste che la generano. Operiamo con una normativa del 1996, come abbiamo detto oggi con il sottosegretario Sartore, che ringrazio di cuore per tutto il lavoro e l'assistenza che ha profuso in questi lunghi mesi. Ovviamente non è compito suo, ma è compito di chi di dovere attuare questa normativa, in modo che il rendiconto dello Stato sia aggiornato alle regole italiane ed europee. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore sul disegno di legge n. 2683, senatore Fantetti.
FANTETTI, relatore sul disegno di legge n. 2683.Signor Presidente, quanto tempo ho a disposizione? Lo chiedo perché la relazione è piuttosto lunga e molto dettagliata.
PRESIDENTE. Ha a disposizione dieci minuti.
Se vuole la può sintetizzare e poi può depositare il testo integrale del suo intervento, affinché sia pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
FANTETTI, relatore sul disegno di legge n. 2683. La ringrazio, signor Presidente.
Il disegno di legge di assestamento, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica, ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente. Per quanto riguarda il contenuto, si compone di un solo articolo, che modifica la sezione II della legge di bilancio.
Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte definiscono le previsioni assestate per il 2022. In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio. Il saldo si attesta ad un valore di -162,5 miliardi di euro, rispetto ad una previsione iniziale di -201,7 miliardi di euro. Il miglioramento di oltre 39 miliardi di euro del saldo netto da finanziare è dovuto per 41 miliardi di euro alle variazioni proposte dal disegno di legge in esame, in parte compensate dalle variazioni negative determinate per atto amministrativo, per un valore di -1,8 miliardi di euro.
Come indicato nella relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, le proposte formulate sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, in quanto già scontate nei quadri tendenziali in sede di DEF 2022. Anche gli altri saldi evidenziano un andamento positivo. Il risparmio pubblico registra un miglioramento di 37,9 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale.
Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, queste determinano un peggioramento del saldo netto di 1,8 miliardi di euro in termini di competenza e il risultato è determinato principalmente dall'attuazione dei due decreti-legge sopra richiamati: il decreto-legge n. 4 e il decreto-legge n. 14 del 2022. Nella relazione illustrativa si precisa espressamente che il disegno di legge non sconta gli effetti dei due decreti-legge sopra citati, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento, in quanto tali provvedimenti legislativi sono stati emanati in una data non utile per l'inserimento di questi provvedimenti nella previsione di amministrazione e di attuazione del bilancio assestato.
Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 10,5 miliardi.
Con riferimento alla spesa, le variazioni determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di 12,4 miliardi, di cui 10,8 di incremento delle spese correnti e circa 1,6 di incremento di quelle in conto capitale.
Per quanto concerne, infine, le entrate finali, il disegno di leggere reca una proposta di aumento per 38,8 miliardi rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio. Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF, con un incremento di 25,7 miliardi di euro per la competenza.
Colleghi, nel corso dell'esame da parte della Camera dei deputati è stato approvato un emendamento del Governo che recepisce per l'anno 2022 l'incremento delle entrate tributarie pari a 19.863 milioni in termini di competenza e 20.620 milioni in termini di cassa. L'incremento riflette i versamenti riscontrati nei primi sei mesi del 2022 e i primi dati relativi ai versamenti F24 del mese di luglio.
In conclusione, il Governo evidenzia altresì che l'effetto netto sull'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni risulta pari a 11,1 miliardi, risultanti da maggiori entrate per 12,1 miliardi rispetto alle previsioni del conto economico incorporate nel DEF e maggiori spese per un miliardo per il finanziamento aggiuntivo del Fondo sanitario nazionale. Il Governo segnala quindi ulteriori miglioramenti rispetto al DEF per 3,2 miliardi. L'effetto migliorativo complessivo in termini di indebitamento netto della pubblica amministrazione ammonta a 14,3 miliardi, che corrisponde a quello oggetto di utilizzazione per effetto della deliberazione adottata dalle Camere a maggioranza assoluta, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 lo scorso 28 luglio, a seguito della presentazione dell'apposita relazione al Parlamento.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al dossier del Servizio del bilancio e del Servizio studi del Senato e della Camera dei deputati, che colgo l'occasione per ringraziare per l'ottimo supporto che ha sempre prestato a noi commissari. Ringrazio altresì tutti gli uffici del Senato della Repubblica, in particolare quelli della 5a Commissione. Non da ultimo ringrazio il Governo, nella persona in particolare della signora sottosegretario Sartore. (Applausi).
PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare nella discussione generale congiunta, ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
SARTORE, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei ringraziare la Commissione bilancio del Senato, tutti i suoi componenti e il suo Presidente, che anche oggi ha compiuto un mezzo miracolo. Abbiamo licenziato i disegni di legge di rendiconto e di assestamento alla fine della mattinata e oggi il Senato si appresta ad approvarli. Ricordo solo l'importanza di questo documento, soprattutto con riferimento a quanto detto anche dal relatore relativamente all'assestamento, che contiene i 14,3 miliardi che saranno oggetto del decreto-legge cosiddetto aiuti-bis che domani verrà adottato in Consiglio dei ministri. Questo provvedimento doveva quindi in ogni caso essere approvato prima dell'emanazione del citato decreto-legge.
Ringrazio ancora la Commissione e il Senato tutto. (Applausi).
PRESIDENTE. Comunico che, una volta concluso l'esame degli articoli del rendiconto, si passerà direttamente alla discussione degli articoli dell'assestamento. Seguiranno poi le dichiarazioni di voto congiunte e avranno quindi luogo le due votazioni con il sistema elettronico.
Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge n. 2682, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5, con gli annessi Allegati nn. 1 e 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Si è così concluso l'esame degli articoli del rendiconto.
Poiché al disegno di legge di assestamento non sono stati presentati emendamenti ed esso si compone del solo articolo 1, passiamo alle dichiarazioni di voto finale sul complesso dei due provvedimenti, che verranno svolte congiuntamente.
PRESUTTO (Ipf-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRESUTTO (Ipf-CD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è facile predisporre una dichiarazione di voto su provvedimenti tecnici che evidenziano, attraverso una serie di dati numerici, la condizione di uno Stato.
Nel caso specifico, i dati riportati mostrano l'andamento economico del nostro Paese, che si è trovato ad affrontare l'emergenza Covid prima, e la guerra in Ucraina dopo, con le pesanti conseguenze per l'economia interna che tutti noi conosciamo, prima tra tutte la pesantissima crisi energetica in corso.
Gli anni appena trascorsi sono stati caratterizzati dall'emanazione di una serie di provvedimenti emergenziali volti a mitigare, per quanto possibile, gli effetti di una condizione senza precedenti.
È stata ed è quindi una situazione straordinaria, affrontata con strumenti straordinari ed è per questo che nel corso dell'anno siamo dovuti intervenire più volte, modificando, ove necessario, le previsioni di spesa con appositi scostamenti di bilancio imponenti, necessari ed urgenti.
Oggi affrontiamo il tema dell'assestamento di bilancio, che modifica le previsioni che abbiamo precedentemente approvato. Come già sottolineato, non è facile fare un ragionamento politico sui numeri, però vorrei affrontare alcuni temi evidenziando una parte dei dati che hanno caratterizzato l'ultima gestione finanziaria.
Il quadro generale degli andamenti dei saldi in termini assoluti mostra un generale peggioramento tra le previsioni iniziali e le previsioni definitive per il 2021, sia per la cassa, che per la competenza. Nel confronto con l'esercizio precedente, tuttavia, la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2021 un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto ai risultati differenziali registrati nell'esercizio 2020. Anche in rapporto al PIL, si riscontra lo stesso quadro generale di evoluzione, con un aumento che passa da 1.651 milioni di euro del 2020 a 1.775 milioni di euro del 2021. Il saldo netto da finanziare, dato dalla differenza tra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2021 un valore negativo di circa 187,7 miliardi, con un miglioramento di oltre 83,2 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2020. Tale miglioramento è frutto di un aumento delle entrate finali di circa l'11,7 per cento e di una lieve riduzione delle spese finali di circa il 2 per cento.
Se confrontato con le previsioni iniziali, che indicavano un valore negativo del saldo netto di -193,5 miliardi, il miglioramento è pari a circa 5,8 miliardi. Il risparmio pubblico, saldo delle operazioni correnti, che se positivo misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale, si attesta nel 2021 a -64,9 miliardi, con un miglioramento di 40,5 miliardi rispetto al 2020. Il peso della spesa complessiva rispetto al PIL è passato dal 65,2 per cento del 2020 al 59,7 per cento del 2021. Rispetto al bilancio di previsione, a seguito dell'adozione di provvedimenti emergenziali, le previsioni definitive delle spese per operazioni finali hanno presentato un aumento di 98,3 miliardi, +12,7 per cento rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio. L'aumento ha riguardato le spese correnti con un incremento dell'11,2 per cento e quelle in conto capitale, aumentate del 21,5 per cento.
Il rendiconto generale e l'assestamento di bilancio sono fortemente penalizzati dagli effetti della pandemia e dalla crisi energetica in atto. Oggi dobbiamo guardare a questi provvedimenti per trovare una strada e una via d'uscita dalla situazione attuale del Paese e lo possiamo fare approfittando del fatto che abbiamo uno strumento importante sul quale stiamo già lavorando, il PNRR. Negli anni scorsi abbiamo dovuto compiere una scelta dolorosa ma obbligata: aumentare il debito pubblico per fronteggiare la crisi. Le riforme, quindi, non sono procrastinabili, perché è attraverso di esse che si potrà rendere sostenibile tale debito, considerandolo una sorta di debito strategico e necessario al Paese per ripartire. È opportuno in primis portare avanti il cruciale tema della riforma fiscale, che rischia di essere penalizzata dalla crisi politica in atto. Occorre evidenziare come non possa esserci una reale crescita del Paese senza una riforma che sia in grado di rilanciare l'economia, aumentare il potere di acquisto delle famiglie ed aiutare concretamente i lavoratori e le imprese. Su questo, occorre impegnarsi in modo tenace e risolutivo anche nella prossima legislatura, mettendo al primo posto le famiglie, l'uomo, la dignità del lavoro.
Rispetto al cruciale tema del lavoro, i dati Istat del nostro Paese evidenziano un elevato tasso di disoccupazione generale, 9,7 per cento, che comprende coloro i quali non sono occupati, ma cercano lavoro, e un elevato tasso di inattività, 35,5 per cento, che comprende chi non è occupato e non cerca un lavoro. A ciò si aggiunge un dato allarmante: un invecchiamento demografico senza precedenti e tra i peggiori in Europa, che porterà la nostra forza lavoro a perdere nei prossimi decenni circa 200.000 persone all'anno. Una riforma risolutiva sul tema non può prescindere da temi roventi come quello del salario minimo e del lavoro nero.
Altro tema dolente è la riforma della giustizia, che si sarebbe dovuta chiudere entro dicembre, per non parlare di una serie di temi che certamente saranno prestissimo al tavolo delle nuove Camere in quanto non rinviabili: la digitalizzazione della pubblica amministrazione, la riforma della scuola (ricordiamo che tale riforma prevede l'emanazione di ben quattordici decreti attuativi che un Ministero attualmente depotenziato non sarà in grado di emanare in così poco tempo), della riforma degli ammortizzatori sociali e tutta una serie di provvedimenti, ben 295 per la precisione, che il vecchio Esecutivo avrebbe dovuto mettere nero su bianco attraverso un numero elevato di decreti attuativi che non vedranno presumibilmente la luce in questi ultimi mesi del 2022.
I numeri che analizziamo oggi dunque vanno valutati e giudicati nell'ambito di un contesto politico inedito, caratterizzato da una profonda crisi in atto, da un clima di incertezza rispetto alle prossime elezioni politiche, ma anche considerando le innumerevoli opportunità fornite dal PNRR che saranno in grado di aprire scenari inediti per il nostro Paese.
Per tutte queste ragioni, signor Presidente, esprimo il voto favorevole del Gruppo Insieme per il futuro-Centro democratico-Impegno civico. (Applausi).
CONZATTI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CONZATTI (IV-PSI). Signor Presidente, sottosegretaria Sartore, colleghi, l'esame e l'approvazione del rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 e delle disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022 è uno dei momenti economicamente e finanziariamente più significativi della vita istituzionale o almeno così dovrebbe essere. Il rendiconto, infatti, serve per rendere conto al Parlamento dell'attività del Governo a chiusura dell'anno finanziario, mentre l'assestamento fissa l'andamento dei conti rispetto a due altri appuntamenti fondamentali, il Documento di economia e finanza (DEF) e la Nota di aggiornamento al DEF (NADEF), cercando di assestare i saldi della legge di bilancio.
L'andamento dei saldi del rendiconto 2021 fa registrare differenze positive, tutte positive, nel 2021 sul 2020, così per la gestione di competenza e anche per la gestione di cassa. Il risparmio pubblico migliora di 40,5 miliardi; il ricorso al mercato finanziario di 82,5 miliardi. Il saldo netto da finanziare ha un miglioramento significativo di 83,2 miliardi, grazie a un significativo aumento delle entrate, molto significativo, rispetto, invece, a un lieve aumento delle spese.
Nel complesso, nonostante il 2021 sia stato ancora un anno molto difficile, per la pandemia da Covid-19 e per le chiusure che ne sono conseguite, tutti i saldi registrano un miglioramento, sia rispetto alle previsioni iniziali dell'anno sia rispetto all'anno precedente. Questi saldi comprendono anche gli scostamenti che abbiamo approvato.
Oggettivamente, quindi, i dati che vengono riportati dimostrano come, attraverso gli investimenti, attraverso una gestione oculata, attraverso una attenta lotta all'evasione fiscale, anche con strumenti digitali, si possa davvero generare un vantaggio competitivo per questo Paese.
Anche il cambio di strategia vaccinale è stato decisivo, superando la pandemia che bloccava il Paese, dando impulso alla ripresa economica e, di conseguenza, al miglioramento dei saldi macroeconomici. Da questo punto di vista, smentendo politicamente entrambe le tesi avverse, sia quella di coloro che sostenevano che non fosse stata organizzata una efficiente campagna vaccinale, sia quella di coloro che non volevano una vera campagna vaccinale e nemmeno le restrizioni, questa strategia è stata invece la salvezza dell'Italia e i dati lo dimostrano.
Per quanto riguarda i dati dell'assestamento di bilancio, abbiamo un andamento positivo di tutti i saldi: un andamento positivo dei conti pubblici ed anche un andamento positivo dei dati macroeconomici fotografati dai recentissimi dati del PIL e dell'occupazione. La crescita del PIL al 3,4 per cento, addirittura superiore a quella prevista nel DEF, al 3,1 per cento, fa dell'Italia uno dei Paesi più virtuosi nella crescita in questo periodo.
Anche l'occupazione registra dati straordinariamente positivi: anche nel mese di giugno, più 0,4 per cento e tasso di occupazione oltre il 60 per cento. Ma il dato veramente storico è quello segnalato dall'Istat: 18 milioni di occupati nel lavoro dipendente. Sono decenni che non c'era un valore così alto.
Questo dipende anche da una trasformazione del lavoro a tempo determinato in lavoro a tempo indeterminato e ci dà ragione anche di aver tolto i vincoli del decreto dignità. Quei vincoli non ci avrebbero permesso di mantenere, nel momento di più grave crisi, l'occupazione, anche a tempo determinato: quella occupazione che oggi, come ci dicono i dati, si sta trasformando in occupazione a tempo indeterminato.
Quanto alle variazioni dell'assestamento 2022, il saldo netto da finanziare registra un miglioramento di 39 miliardi, dovuto, anche in questo caso, ad un significativo aumento delle entrate e a un lievissimo aumento delle spese. Quindi, il saldo è decisamente positivo. A trainare questo andamento positivo è l'aumento delle entrate tributarie, sia quelle dirette ma soprattutto indirette.
L'aumento dell'IVA, certamente dovuto alla lotta all'evasione, alla fatturazione elettronica, uno strumento messo in campo dal Governo Renzi già dal 2014, purtroppo, e va detto, è legato anche all'inflazione, che, trascinando verso l'alto i prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, trascina con sé, ovviamente, anche il valore del gettito dell'IVA.
Altri saldi sono molto positivi anche sul 2022: il risparmio pubblico presenta un saldo positivo di 37,9 miliardi, un ricorso al mercato molto ridotto rispetto alle necessità degli anni precedenti, e l'indebitamento netto, come è stato detto, che ammonta a 22,7 miliardi, dei quali 14,3 sono stati autorizzati proprio con la relazione ex articolo 6, approvata da quest'Assemblea la scorsa settimana per supportare finanziariamente il decreto-legge aiuti bis, un provvedimento fondamentale per rispondere ancora una volta alle esigenze di imprese, famiglie ed enti locali per la crisi energetica, nonché del mondo agricolo e produttivo per la crisi della siccità.
Gli altri 8,4 miliardi di questo indebitamento netto sono un dato da osservare con attenzione, perché rispondono a una misura che è stata introdotta sull'extra tassazione delle società energetiche. Si tratta di una norma controversa, oggetto di ricorso in Corte costituzionale, spinta molto dalle forze populiste, oggettivamente anche per come è stata scritta - poteva essere scritta in modo diverso, se solo non avessero insistito - quindi, abbiamo un dato: la tassazione degli extra profitti è molto al di sotto delle attese. Ciò ci dimostra ancora una volta che il combinato disposto delle norme populiste, da un lato, e dell'urlo della pace fiscale e delle sanatorie, dall'altro, non aiuta i conti dello Stato né supporta l'azione di questo Governo e del prossimo. Tuttavia, la tassazione resta un elemento fondamentale.
Certamente è fondamentale continuare la lotta all'evasione, ma altrettanto importante è lavorare sulla pressione fiscale, alta e iniqua. Per questo, il disegno di legge delega sulla riforma fiscale è particolarmente importante nei contenuti, per come è stato strutturato ed è importante che sia approvato. Spero che domani la Capigruppo deciderà in questo senso; in ogni caso, quei contenuti devono essere la base della riforma fiscale per fare il bene del Paese.
Questi documenti importantissimi ci raccontano moltissimo perché i dati parlano in un certo senso, e ci dicono che, nonostante questo Paese abbia attraversato crisi significative (quella pandemica, il conflitto bellico, la crisi energetica e anche quella alimentare), quando la gestione dei conti pubblici è oculata e gli strumenti messi in campo sono buoni, il Paese regge. L'impatto di queste misure è attenuato e c'è una risposta positiva: il PIL sta a confermare tutto questo.
Il Paese navigava bene, quindi aver interrotto questa azione è stato un atto che io giudico colpevole, sicuramente da politici un po' strabici che hanno visto con maggiore dimensione il proprio tornaconto personale rispetto all'interesse del Paese e alle sue reali necessità. Eppure, in questi due anni abbiamo comunque visto una cosa importante: quello che può essere l'Italia, credibile, capace e autorevole.
Ora siamo in una fase caotica, purtroppo, e siamo fermi; il percorso di riforma è stato rallentato, stoppato da proposte irrealizzabili alla "spendi e spandi" che sicuramente potrebbero solo "scassare" il buon lavoro sui conti pubblici fatto fino a qui; fermi anche per gli altrettanti no ideologici che ricominciano a levarsi, inutilmente forti, nel nostro Paese.
Siamo intenzionati a tenere la barra dritta su quella che è stata l'agenda del Governo Draghi, perché i dati ci confermano che quella è la strada giusta per l'Italia; quindi, il nostro impegno sarà sempre e fortemente in questa direzione.
In conclusione, Presidente, dichiaro naturalmente il voto favorevole del Gruppo Italia Viva al rendiconto e all'assestamento, ringraziando il presidente Draghi e il Ministero dell'economia e delle finanze, qui rappresentato dalla sottosegretaria Sartore, per l'ottimo servizio reso all'Italia. (Applausi).
CALANDRINI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CALANDRINI (FdI). Signor Presidente, anch'io mi associo ai ringraziamenti dei colleghi al sottosegretario Sartore: è stata una persona eccezionale, con cui abbiamo lavorato veramente molto bene, e la ringraziamo per l'onestà intellettuale che ha sempre rappresentato nei lavori della Commissione. Quindi, grazie, Sottosegretario, per questo percorso di fine legislatura.
Non apprezziamo molto le parole dette dai colleghi, perché l'unico aspetto veramente positivo in questo assestamento, a mio avviso, è effettivamente quello che illustrava il Sottosegretario, il fatto cioè che abbiamo all'interno di questo atto i 14,3 miliardi che serviranno per il decreto che domani - così sembrerebbe - verrà emanato dal Consiglio dei ministri, che speriamo vada questa volta effettivamente nella giusta direzione, cioè per dare un supporto vero alle famiglie e alle imprese italiane. Parliamo di un importo che può valere quanto una legge di bilancio.
Invece, il rendiconto e l'assestamento che ci troviamo ad esaminare e a votare oggi contengono solo dati in apparenza positivi. Quello che abbiamo notato è che siamo in presenza di documenti che riportano più entrate del previsto. Potremmo chiaramente limitarci a condividerli, ma è giusto anche capire da dove vengono queste risorse. I documenti quest'oggi ci dicono chiaramente una cosa: c'è un aumento della pressione fiscale che passa dal 37,9 al 38,4 per cento, uno 0,5 in più che non è poca cosa: la solita ricetta della sinistra, capacissima di mettere le mani in tasca ai contribuenti italiani. Dobbiamo dedurre che l'aumento della pressione fiscale sia direttamente collegato all'aumento dell'Irpef; ne deriva che a causare questo aumento degli introiti nelle casse dello Stato sono probabilmente i prelievi ai lavoratori autonomi e ai dipendenti. Sono sempre loro, alla fine, a pagare.
A prescindere dal fatto che aumentare le tasse è un tema che non ci trova mai d'accordo, questo aumento della pressione fiscale stride con l'aumento del debito pubblico, che passa addirittura a 152,6 per cento. Allora ci viene da pensare che qualcosa non funzioni: aumentano le tasse e aumenta il deficit dello Stato, che tra l'altro è tra i peggiori d'Europa e paragonandolo al resto del mondo le cose non vanno meglio.
Allora dovremmo chiederci come questi soldi vengano spesi, perché questo dovrebbe essere lo spirito dei documenti che stiamo esaminando. Su questo non siamo certamente soddisfatti, perché dobbiamo rilevare ancora una volta che da due anni a questa parte quest'Aula e questo Parlamento si sono resi complici dello sperpero che abbiamo denunciato in tutti questi anni di decine di miliardi di euro, risorse che dovevano servire a contrastare la pandemia e invece si sono disperse in mille rivoli, in bonus improduttivi nel migliore dei casi, o peggio in mancette agli amici e agli amici degli amici.
Noi come Fratelli Italia non siamo mai stati contrari all'aumento del debito a prescindere, ma vorremmo che si facesse debito buono, debito per investimenti, debito per avere crescita, debito per operazioni che vanno a beneficio dei contribuenti italiani. In questi due anni non abbiamo visto niente di tutto questo. È stato invece prodotto un debito cattivo: l'esempio lampante di questo debito cattivo lo ha dato il Governo che ha speso male i soldi dello Stato, sta tutto nei 9 miliardi l'anno che vengono allocati sul reddito di cittadinanza. Vedete, noi non siamo impazziti, non siamo contrari a prescindere a questa misura, ma ancora oggi essa figura come politica attiva del lavoro, quando invece è stata una politica assistenzialista che non ha funzionato nel modo in cui avrebbe dovuto. Noi non siamo contrari a lottare contro la povertà, noi pensiamo che uno Stato giusto non metta sullo stesso piano chi può lavorare e chi non lo può fare, come invece accade con il reddito di cittadinanza. Allora diamo un sussidio e un sostegno, come dice Giorgia Meloni, a chi non può lavorare e creiamo politiche attive del lavoro che permettano a chi è in condizione di avere un impiego di essere assunto. È una questione di dignità, cari colleghi.
Sul rendiconto e sull'assestamento c'è una domanda che è opportuno porre: dietro la freddezza di questi numeri, il Governo può dire di aver lasciato un'Italia migliore di come l'ha trovata? Noi pensiamo certamente di no, perché senza mettere in discussione l'autorevolezza del premier Draghi una maggioranza così variegata ed eterogenea come quella che lo sosteneva non poteva produrre nulla di buono.
Abbiamo assistito a timide riforme fatte solo in nome del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si andranno a tramutare purtroppo in tante occasioni perse.
Come dicevo prima, abbiamo visto miliardi di euro distribuiti qua e là senza che siano stati utilizzati per progetti di lungo periodo, perché è mancata una visione del Paese, una visione che può avere solo un Governo con una maggioranza solida, con idee e progetti chiari e coerenti con la propria storia politica, tutte cose che purtroppo non c'erano nella maggioranza che ci stiamo per lasciare alle spalle.
Un Governo che unisce tutto e il contrario di tutto non poteva andare lontano; lo abbiamo sempre detto in questi anni e i fatti delle scorse settimane, culminati con lo scioglimento anticipato delle Camere, sono la prova che purtroppo avevamo ragione.
Di tutto questo evidentemente dovrete rendere conto al popolo italiano tra poco più di quaranta giorni; ma, siccome fino ad oggi avete preferito rendere conto solo a voi stessi, alla vostra autoreferenzialità, il nostro voto su questi due provvedimenti non potrà che essere un voto contrario. (Applausi).
MANCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANCA (PD). Signor Presidente, sottosegretaria Sartore, colleghi, tutti noi sappiamo molto bene che il rendiconto dello Stato per l'anno 2021 rappresenta un passaggio molto importante per rendere conto al Parlamento - com'è stato ricordato da alcuni colleghi che mi hanno preceduto - ma io credo che sia anche un'occasione straordinaria per rendere conto prima di tutto al Paese. Parliamo di un lavoro importante e prezioso del Governo e del Parlamento, finalizzato a costruire le condizioni migliori per l'Italia per uscire da una fase pandemica molto difficile e dolorosa. Se poi mettiamo il rendiconto insieme all'assestamento del bilancio dello Stato per l'esercizio 2022, stiamo parlando di due provvedimenti fondamentali e importanti.
Nel ringraziare ovviamente la sottosegretaria Sartore per il lavoro svolto e anche per la paziente e preziosa collaborazione, non solo con la Commissione bilancio, ma con tutti i parlamentari che si sono rivolti all'attenzione del Governo per individuare in maniera costruttiva soluzioni utili al Paese - altro che mancette, collega Calandrini - credo che siamo di fronte a un passaggio importante che ci consegna una fotografia della finanza pubblica con un lascito positivo da parte dell'attuale Esecutivo particolarmente rilevante, che va analizzato con cura e, soprattutto, con cura va custodito, perché tutti i saldi di finanza pubblica sono in netto miglioramento.
Quando parliamo di saldi di finanza pubblica in miglioramento non significa che non ci siano di fronte a noi sfide importanti per ridurre le disuguaglianze, per affrontare l'inflazione, per costruire le condizioni affinché la qualità della vita delle nostre comunità trovi nella coesione sociale un punto importante; tuttavia, il quadro macroeconomico che ci viene consegnato è credibile, solido e importante per il futuro del Paese e, all'interno di tale quadro macroeconomico bastano pochi numeri, bastano due dati. Siamo di fronte ad un effetto migliorativo complessivo in termini di indebitamento netto di 14,3 miliardi. Basta un altro dato, cioè il fatto che siamo di fronte ad una riduzione della spesa per interessi per circa 2,7 miliardi di euro.
Credo che dobbiamo partire dunque da una considerazione fondamentale. Quanto è preziosa la credibilità e la responsabilità nella gestione del debito pubblico? Quanto è importante avere di fronte istituzioni credibili, un Governo credibile e una capacità da parte del Governo di costruire il profilo nuovo della dimensione europea e di svolgere sul piano internazionale una funzione ancora più importante di fronte a un enorme cambiamento in atto come quello che anche la guerra in Ucraina rappresenta?
Sono convinto che, senza la responsabilità e senza la qualità dell'Esecutivo, non sarebbe possibile gestire il nostro debito pubblico e noi ci troveremmo in grande difficoltà per costruire una crescita economica.
La migliore condizione per gestire il debito pubblico è infatti la crescita, ma la premessa per costruire una nuova crescita economica è l'affidabilità e la serietà da parte delle istituzioni, e questo Governo ci consegna sui saldi di finanza pubblica un quadro solido e affidabile che, a mio parere, da solo determina l'irresponsabilità delle forze politiche che hanno fatto un'altra scelta, quella cioè di mettere fine all'esperienza di questo Governo. È una responsabilità che contrasta con la credibilità che le istituzioni devono avere. Le istituzioni servivano in questo momento per aiutare le famiglie e le imprese italiane ad attraversare una fase complessa. Credo che il decreto-legge aiuti-bis, che andremo ad analizzare alla ripresa dei nostri lavori, avrebbe potuto inserire al suo interno misure strutturali, con un Governo nel pieno delle sue funzioni, ancora più determinanti per affrontare la crisi che l'inflazione produce, a cominciare dal cuneo fiscale, dall'abbattimento del costo del lavoro, fino a definire misure importanti per garantire coesione sociale e qualità della vita, elementi decisivi per promuovere una crescita economica senza conflitto.
Colleghi, le misure adottate nel 2021, che qui Fratelli d'Italia ha definito mancette, sono misure economiche importanti. Per noi, aver sostenuto gli ammortizzatori sociali necessari per prevenire conflitti sociali e aiutare il mondo del lavoro, dipendente e autonomo, ed aver costruito le condizioni per aiutare le famiglie in difficoltà e per promuovere coesione sociale è il primo e più importante investimento che una comunità deve fare per promuovere nuova crescita economica. (Applausi). La comunità prima di tutto, non le invenzioni. Ecco perché il quadro di responsabilità che ci viene consegnato da parte del Governo purtroppo contraddice di molto e impatta nelle irresponsabilità che anche in questa fase stiamo vedendo. Chiamare infatti debito pubblico ogni tre per due non è compatibile con la responsabilità e la credibilità della gestione del nostro debito; chiamare ogni giorno il tema "meno tasse per tutti" non è compatibile con le necessità che abbiamo di ridurre sì le tasse, ma a partire dai redditi bassi, perché la progressività fiscale è un valore costituzionale indispensabile. (Applausi).
Non si possono elaborare continuamente proposte propagandistiche senza mai metterci i numeri, che ogni tanto tornano e rassomigliano ad un film già visto («meno tasse per tutti», «1.000 euro per tutti» e oggi è stato aggiunto anche «milioni di alberi per tutti»), per poi lavorare tutti i giorni per mettere in discussione i pilastri fondamentali della transizione ambientale. (Applausi). Raccontare balle e promuovere il ritorno al carbone non è la transizione ambientale che serve per fare dell'Italia un Paese sostenibile, moderno ed europeo: è il ritorno al passato e l'apertura di un conflitto che non consentirà, a chiunque governerà, di gestire il debito pubblico. Sarà necessario essere credibili e affidabili sulle cose che diciamo, quando governerete o governeremo il Paese. L'elemento della credibilità è un elemento fondamentale e preliminare per promuovere futuro e sviluppo economico e per affrontare anche gli enormi problemi che derivano da una crisi pandemica prima e da un'inflazione così alta oggi.
La transizione richiede investimenti enormi sulla formazione. Vorrei che tutti noi ci concentrassimo un minuto in più sull'investimento sulle risorse umane piuttosto che rivendicare meno tasse per tutti e condoni per tutti, che è la negazione degli elementi fondamentali del futuro di questo Paese. Se c'è un investimento che tutti dovremmo ritenere essenziale in questo momento è quello nella scuola (Applausi), nella formazione permanente per tutti; altro che meno tasse, condoni e liberi tutti. Una società individuale non ha futuro se non ritorna a riconsiderare una sfida comunitaria come elemento decisivo per ridurre le disuguaglianze e promuovere equità sociale.
Allora, colleghi, il Gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto favorevole non solo sul rendiconto e sull'assestamento, ma anche sulle misure importanti adottate nella fase di Governo dimissionario e di Camere sciolte in cui stiamo operando. La sapiente azione del Presidente della Repubblica ci ha consentito di mantenere il Paese sicuro e certo dentro le dinamiche economiche dei mercati. L'affidabilità dell'Italia passa anche da queste scelte: non sprechiamole con le promesse al passato su un film già visto, sulla negazione dei numeri e sull'incapacità di mantenere la barra della responsabilità come elemento preliminare. Il Governo, sui saldi di finanza pubblica, consegna oggi a questo Parlamento un quadro che andrebbe utilizzato con grande responsabilità, per progettare il futuro delle nostre famiglie e delle imprese italiane. (Applausi).
PEROSINO (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PEROSINO (FIBP-UDC). Signor Presidente, Governo, colleghi, ovviamente Forza Italia è d'accordo su tutti e due i provvedimenti. Il rendiconto in realtà non è modificabile, perché è lo stato dell'arte del 2021, mentre l'assestamento è frutto di altri provvedimenti già approvati in questa Aula oppure è frutto di storni effettuati con atti amministrativi.
Io penso che chi fa politica e chi fa amministrazione debba capire quello di cui stiamo parlando oggi. Sono discussioni che meriterebbero di farci passare le nottate, se non ci fosse stato lo scioglimento delle Camere, perché occorre capire di bilancio, con esperienza e con umiltà, a tutti i livelli. Io avevo un vicesindaco storico, che per vent'anni è stato con me e che ora è andato avanti; era un alpino, aveva frequentato la quinta elementare ed era un operaio delle fonderie della FIAT. Aveva capito il bilancio pubblico; intuiva e capiva come si faceva a manovrare la competenza, i residui e la cassa e come si spostava da un capitolo all'altro. Inoltre faccio presente a quest'Assemblea, seppure sia tarda ora, che un mezzo è la nasometria (come ho detto stamattina al Sottosegretario), che applicava Giovanni Goria, che è stato Presidente del Consiglio nel 1987 e prima è stato Ministro del tesoro per tanti anni, con i Governi Craxi. Vi invito anche (se vi riuscite, avrete altre fonti) a leggere ogni tanto il sito Zafferano news di Riccardo Ruggeri, che è un ex manager della New Holland (FIAT), figlio dei custodi della palazzina degli uffici della FIAT. Lui dice che l'Italia è tecnicamente fallita da anni, però è un ente pubblico e va avanti.
Allora parliamo di bilancio. Il rendiconto è fatto dal conto del bilancio e dal conto del patrimonio. Il patrimonio è dato da 1.001 miliardi di attività, che comprendono i fabbricati e le altre infrastrutture, secondo valutazioni di inventario, e i crediti. Il passivo è 3.434 miliardi, che è tutto il debito pubblico, più i saldi passivi del bilancio annuale. Ne deriva un deficit di 2.433 miliardi, di cui 218 aggiuntivi nel 2021, rispetto al 2020. Queste sono le vere cifre. In questi attivi non c'è quella cifra che il Presidente del Consiglio si è lasciato scappare nell'ultimo intervento in questa Aula dei 1.100 miliardi del magazzino fiscale. Il magazzino fiscale non è 1.100 miliardi, che sono favole, sono importi che risalgono a cinquant'anni fa, ma è di 70-80 miliardi, di cui la cifra incassabile è circa la metà (35-37 miliardi). Questi sono i dati forniti dai suoi colleghi del MEF, cara Sottosegretario. Questi sono i fatti di cui dobbiamo parlare. I numeri non sono opinabili e non perdonano. Infatti la relazione al rendiconto parla di un miglioramento dei saldi rispetto all'esercizio 2020. Questo è certo, perché il 2020 era stato un annus horribilis, quello del Covid; il 2021 è andato un po' meglio. È vero che abbiamo dovuto accendere prestiti per 424 miliardi, di fronte a scadenze rimborsate per 236. Questo è l'importo di prima, che ha fatto diventare più negativo il saldo del patrimonio.
Nel rendiconto, nel conto del bilancio, c'è l'annosa questione dei residui, che sono pari a 211 miliardi di euro nell'attivo e a circa 196 miliardi di euro (quasi 197) nel passivo. I residui attivi e passivi sono più o meno uguali come importo, ma quelli passivi sono certi e quelli attivi lo sono un po' meno. Bisogna però perseguire un miglioramento di queste cose. La gestione della competenza, della cassa e dei residui insieme alla cassa fa il mix del bilancio, secondo il quale il saldo netto da finanziare, che è quello che approviamo oggi, è stato pari a 220 miliardi di euro. Dopodiché approviamo, all'articolo 3 del provvedimento odierno, il disavanzo della gestione di competenza, che è pari a 59 miliardi di euro, che tiene conto soltanto della competenza. Invito veramente a pensare a lungo su questi numeri.
Gli allegati del bilancio comprendono anche i dati riguardanti l'Europa e il nostro contributo all'Europa, che ammonta all'1,2 per cento del PIL, è pari a 20,87 miliardi di euro. Nel 2021 abbiamo avuto dall'Europa 40 miliardi di euro, di cui 25 con la prima rata del PNRR. La differenza di 15 miliardi di euro è quello che ci dà l'Europa con i contributi, a fronte dei 20,87 miliardi di euro che noi versiamo. Questi 20,87 miliardi di euro potranno aumentare, perché l'1,2 per cento del PIL potrà diventare il 2 per cento - questo l'abbiamo deliberato in questa sede - a restituzione dei sussidi dell'Europa, ovvero della parte del PNRR che è sussidio. Questa è la verità; questi sono gli atti ufficiali.
Come hanno già detto alcuni colleghi intervenuti in precedenza, l'assestamento registra, per nostra fortuna, un incremento delle imposte dirette e indirette. Come già detto e ribadito, le imposte indirette, tra cui l'IVA sulla benzina, contribuiscono a finanziare tante cose, tra cui i 14,3 miliardi di euro del decreto-legge aiuti 2, in via di approvazione domani, ma anche il trasferimento - come è scritto negli atti - agli enti pubblici di competenza, per l'assegno unico e universale, pari a 10,3 miliardi di euro. Questo assegno unico comprende, dal lato delle entrate, la mancata assegnazione degli 80 euro del Governo Renzi. Questi sono i dati.
Concludo con delle valutazioni, perché mi si chiede di essere breve. Cosa lasciamo dunque noi e cosa lascia questa legislatura, che va a finire, all'Italia e agli italiani, a noi stessi in termini di esperienza e alla prossima legislatura? Lasciamo la necessità di fare crescita attraverso l'aumento del PIL, che da 1.850 miliardi di euro circa deve aumentare in maniera secca e decisa. Come si fa a farlo aumentare? Lo si fa iniettando fiducia, certezze e serietà. Ad esempio, serietà è anche dire cosa si fa con il bonus del 110 per cento, che deve essere chiuso in qualche modo e riportato all'80 per cento, magari previo un periodo di sospensione, ma nella certezza di quello che è in ballo e di chi ha iniziato le pratiche per il 110 per cento.
Questo è fare politica, l'Italia è forte, lo è la sua industria manifatturiera, ma tutti i settori sono forti e hanno le più variegate produzioni e c'è una grossa forza legata all'esportazione. Salvo fattori esterni, ce la faremo a garantire il debito, anche grazie all'inflazione, che in qualche modo lo sminuisce. L'inflazione però va governata, perché determina la necessità dell'aumento delle pensioni e degli stipendi, nonostante il Governatore della Banca d'Italia, il 31 maggio, nelle sue valutazioni annuali, abbia detto che non si deve innescare il meccanismo dell'aumento delle pensioni e degli stipendi. Ma come fare con le bollette? Quindi c'è un sistema molto complicato e molto effervescente, che richiederà fiducia, certezze e serietà, che secondo me - non me ne vogliano i colleghi - c'è anche nel centrodestra (e dico centrodestra). C'è tanta buona volontà, ma c'è anche tanta serietà e nessuno ci può attribuire colpe, che sono frutto di fatti contingenti di quel terribile 20 luglio. (Applausi).
FERRERO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRERO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, in questo caldo di fine legislatura stiamo esaminando velocemente il Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 e disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022, due documenti molto importanti che di norma vengono un po' trascurati, perché trattano di cifre, di conti pubblici, insomma di questioni noiose. Tuttavia il rendiconto e l'assestamento di bilancio avrebbero bisogno di un grande approfondimento, come già sottolineato anche dagli altri colleghi, ma oggi non possiamo farlo più di tanto.
Il rendiconto è il documento contabile che fotografa l'andamento dei conti dell'anno appena trascorso, il 2021, mentre l'assestamento aggiorna a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, quindi si parla dell'andamento del primo semestre del 2022. Questi documenti servono alla verifica della bontà ed efficacia delle misure messe in campo dal Governo e poi approvate dal Parlamento.
In generale i conti sono in ordine, nel senso che, rispetto alle previsioni, in definitiva nel 2021 abbiamo registrato un calo delle spese pari a circa il 2 per cento, ma soprattutto maggiori entrate pari a circa l'11,7 per cento. Questo è sicuramente un dato positivo per i conti pubblici, però a mio avviso un po' meno per le tasche degli italiani.
Inevitabilmente, dopo le chiusure del 2020, con il blocco mondiale dell'economia, il 2021 è iniziato con aumenti spropositati dei costi delle materie prime: a febbraio 2021 il prezzo del ferro (per parlare di un materiale che tutti conosciamo) ha cominciato a salire vertiginosamente, così come quello della plastica e del legno; è quindi ovvio che un'azienda che non rientra più con i costi alla fine aumenti i prezzi, come è successo durante tutto il 2021. Gli incrementi di prezzi nella manifattura e nelle lavorazioni forse hanno impiegato qualche mese a intervenire, ma inevitabilmente sono arrivati e si sono riflessi sui prezzi al consumo. A peggiorare la situazione si è aggiunta la guerra, che ha determinato anche gli aumenti dei prezzi dei prodotti energetici, che sicuramente hanno fatto più clamore presso l'opinione pubblica, ma che si sono andati a sommare ulteriormente a quelli già in atto.
Tutta questa tensione sui prezzi ha fatto sì che il gettito IVA in particolare si ampliasse; infatti, le maggiori entrate di imposte dirette sono la prima causa del miglioramento inaspettato delle entrate. Certamente questo Governo è stato in grado di sostenere ed aiutare l'economia in difficoltà per le chiusure e le restrizioni che hanno caratterizzato anche il 2021. Non dimentichiamoci quanto la Lega si sia battuta per ottenere, ad esempio, gli sgravi sulle accise, il contenimento degli effetti del caro energia per il 2022, l'annullamento degli oneri di sistema; misure che solo stando al Governo (anche se in un variegato Governo di emergenza) ha potuto ottenere.
È apprezzabile il fatto che l'Esecutivo sia riuscito a metter in campo misure di aiuto senza ricorrere ulteriormente all'indebitamento; anche l'ultimo scostamento di bilancio da 14,3 miliardi (che tecnicamente non è uno scostamento, in quanto abbiamo accertato in anticipo in particolare le maggiori entrate tributarie per oltre 10 miliardi) sta permettendo all'Esecutivo di destinare tali somme al cosiddetto decreto-legge aiuti bis, che sarà prossimamente approvato.
Nel corso del 2020 erano stati approvati scostamenti per circa 200 miliardi, una cifra praticamente equivalente a tutto il PNRR, poi destinati a misure che in certi casi - come si dice in gergo - hanno tirato poco. Molti di questi miliardi hanno poi potuto essere utilizzati per altre misure di sostegno senza ricorrere a ulteriori scostamenti.
Questo mi porta a una riflessione su cui personalmente insisto sempre. Bisogna fare delle leggi buone, scritte bene e fruibili da famiglie, imprese e cittadini in genere. (Applausi). Quando troppi residui rimangono nelle casse dello Stato vuol dire che anche quella che poteva essere la più bella misura del mondo rischia di diventare una pura illusione.
Approfitto di questa dichiarazione di voto per fare un ultimo appello a tutti voi, colleghi. I cittadini e il tessuto produttivo chiedono interventi di sgravio fiscale seri e concreti, l'aumento degli stipendi senza l'aggravio di tasse e balzelli, maggiori dilazioni per poter pagare le cartelle esattoriali, l'annullamento di quel magazzino fiscale inesigibile. Si chiede anche di diminuire l'IVA sui beni di prima necessità. Occorre concretezza, calarsi nella realtà e superare le distanze che spesso ci sono tra il cittadino e il legislatore.
Tutto ciò premesso, cari colleghi, vorrei ringraziare la Commissione bilancio per questi anni passati insieme, durante i quali abbiamo lavorato in armonia, nonostante tutte le divergenze. Ringrazio anche la sottosegretaria Sartore, qui presente, che è sempre stata molto attenta a tutte le nostre richieste e istanze. Rivolgo un ultimo ringraziamento al presidente Pesco, con il quale abbiamo passato questi anni.
Preso atto anche delle osservazioni fatte dalla relatrice, senatrice Faggi, concludo pertanto dichiarando il voto favore del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi).
PELLEGRINI Marco (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PELLEGRINI Marco (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, voglio preliminarmente ringraziare per le belle parole usate dalla sottosegretaria Sartore nei confronti di tutta la Commissione bilancio. È vero, sono stati quattro anni (e meno nel suo caso, un anno e mezzo) durante i quali abbiamo fatto un lavoro proficuo, anche se nell'ultimo Governo abbiamo avuto spesso visioni contrastanti.
Oggi discutiamo un provvedimento che va visto in stretta connessione, anzi direi in maniera propedeutica all'imminente arrivo del decreto-legge aiuti-bis. Esso va letto e analizzato anche in relazione ad alcuni recenti provvedimenti economici emanati dal Governo Draghi, che parte della stampa definisce il Governo dei migliori. Questo provvedimento certifica, di fatto, che nella prima metà del 2022 ci sono poco più di 14 miliardi di maggiori entrate fiscali, che derivano in parte dall'inflazione e che consentono a questo Esecutivo di dare copertura finanziaria al decreto aiuti-bis, un provvedimento che avrà una potenza di fuoco di 14 miliardi e che porterà sostegni a famiglie e imprese. Purtroppo, però, si tratta di un sostegno parziale e assolutamente non risolutivo delle emergenze nelle quali famiglie e imprese si trovano. Come ha ammesso lo stesso Governo Draghi (il cosiddetto Governo dei migliori) nella relazione tecnica all'emendamento con il quale il Ministero dell'economia ha corretto il presente provvedimento, si è creato di fatto un buco clamoroso nelle entrate e nelle aspettative di gettito di 9 miliardi di euro. Mi riferisco alla tassazione dei cosiddetti extraprofitti ottenuti dai colossi energetici.
L'Esecutivo, in sostanza, ha dovuto constatare che questo gettito derivato dagli acconti che dovevano essere versati entro il 30 giugno e che sono scaduti è stato bassissimo: dei quasi 10,5 miliardi previsti ne sono stati incassati praticamente poco più di uno. Questo contenuto della relazione tecnica è stato riportato, per esempio, da «Il Sole 24 Ore», che è il quotidiano di Confindustria, non è un quotidiano vicino al MoVimento 5 Stelle. Ebbene, in questo articolo in prima pagina il quotidiano imputa la ragione di questo clamoroso buco creato dal governo Draghi e dal ministro dell'economia Franco, fedelissimo del Presidente del Consiglio e per giunta - lo ricordo - già Ragioniere dello Stato, alla errata scrittura della norma che non consente una corretta stima degli extraprofitti e che quindi ha spinto le aziende che avrebbero dovuto pagare queste tasse, come appunto ricorda «Il Sole 24 Ore», a non pagarle e anzi a preparare una serie di ricorsi e di contenziosi nei confronti dello Stato. Complimenti vivissimi, quindi, al Governo dei migliori, al presidente Draghi e al ministro Franco. Tra l'altro, ho ascoltato qualche minuto fa una inversione logica da parte della senatrice Conzatti di Italia Viva, dei renziani, che ha affermato che la colpa di questo buco non è da addossare a chi ha scritto male la norma (quindi sostanzialmente il Ministero dell'economia e delle finanze ed il ministro Franco), ma a chi ha chiesto invece la norma e mi pare di ricordare che questa norma sugli extraprofitti fosse stata chiesta da tutto il Parlamento, non dal MoVimento 5 Stelle. (Applausi). Lo voglio ricordare ai renziani, che evidentemente non seguono bene i lavori dell'Assemblea e si dimenticano di quanto accade qui dentro.
Purtroppo, questo provvedimento, che poteva avere una potenza finanziaria di 23 miliardi, a causa di questi errori deve fermarsi a 14 miliardi. Quindi, l'aiuto che potrà dare a famiglie e imprese, che già non sarebbe stato sufficiente né risolutivo, come dicevo poc'anzi, lo è ancora di meno. Tra l'altro, mi sorge spontanea una domanda: se un errore così grande l'avesse fatto un Ministro di un Governo politico a guida MoVimento 5 Stelle, che cosa sarebbe successo? Le televisioni, che tutti i giorni, dalla mattina alla sera, fucilano il MoVimento, che cosa avrebbero detto? Invece c'è stato un silenzio di tomba, lo dice «Il Sole 24 Ore» ma non si è aperto un dibattito né nessuno ha fatto domande su questo aspetto. È tutto normale perché il Governo dei migliori non sbaglia mai, è infallibile come il Papa. (Applausi).
Tra l'altro, sempre «Il Sole 24 Ore» oggi in prima pagina ci dà un'altra importante notizia, cioè certifica che, secondo uno studio di ANCE, circa il 30 per cento di questi 14 miliardi di extragettito provengono dal gettito del superbonus, cioè da quella norma che è stata attaccata da questo Esecutivo, dal presidente Draghi in persona, che era andato in Europa a dire che era una norma sbagliata che non condivideva e che ha attaccato qualche giorno fa qui in Senato, dicendo sprezzantemente che la norma sulla cessione dei crediti era fatta male, quindi era responsabilità politica di chi aveva scritto quella norma.
Mi limito a osservare che il Governo Draghi è durato diciotto mesi e ha fatto sulla questione della cessione dei crediti undici interventi. (Applausi). Ma se siete così bravi, se siete tanto migliori degli altri, sapete scrivere una volta tanto una norma oppure vi dobbiamo dire, dopo undici volte che sbagliate a scriverla, che per colpa vostra è stato sostanzialmente bloccato il mercato della cessione dei crediti, che per colpa vostra ci sono 50.000 aziende sull'orlo del fallimento perché hanno in pancia cinque miliardi di crediti e non riescono a venderli e quindi a trasformarli in liquidità?
Questa è una situazione che davvero ci portiamo dietro da tanti mesi. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo fatto di tutto nelle Commissioni e qui in Aula. Io stesso, come tanti colleghi, più volte lo avevo sottolineato dicendo al Governo di non tirare la corda e di cercare di mettere riparo a questi errori, ma non c'è stato niente da fare.
Per concludere, queste sono tutte riflessioni che, se si avesse un po' di onestà intellettuale, dovrebbero interessare l'intera opinione pubblica.
Comunque, signor Presidente, per i motivi che ho illustrato brevemente, pur tenendo conto di tutti gli errori e le mancanze evidenziati, anche in considerazione del fatto che una parte della copertura del decreto aiuti-bis deriva da provvedimenti pensati, voluti e fatti approvare dal MoVimento 5 Stelle, questo Gruppo politico esprimerà voto favorevole al provvedimento in esame. (Applausi).
PESCO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PESCO (M5S). Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare tutti del lavoro svolto, soprattutto il sottosegretario Sartore, che ci ha dato una mano su moltissimi aspetti. Ringrazio tutti i collaboratori e gli uffici, non solo del Senato, ma anche dei Ministeri, coi quali spesso abbiamo avuto a che fare. Secondo me abbiamo fatto un bel lavoro e dunque vi ringrazio. (Applausi).
PRESIDENTE. Procediamo dunque alle votazioni finali dei disegni di legge nn. 2682 e 2683.
Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge n. 2682, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge n. 2683, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. Colleghi, per permettere alle Commissioni di terminare il lavoro riguardante la riforma del procedimento tributario, la seduta di domani avrà inizio alle ore 10,30, anziché alle ore 9,30.
Pertanto, ho proceduto a convocare la Conferenza dei Capigruppo alle ore 9,30.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
CASOLATI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASOLATI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, il 25 luglio del 2018 sono intervenuta per la prima volta in quest'Aula parlando della ferocia di un attacco no TAV al cantiere di Chiomonte. Sono trascorsi quattro anni, ma non è cambiato nulla.
Infatti, oggi voglio portare alla vostra attenzione quanto è capitato sabato a San Didero. Un migliaio di manifestanti sono partiti dal campeggio del festival Alta Felicità in direzione cantiere TAV; tra questi, una trentina di antagonisti hanno dato vita ad una guerriglia con le Forze dell'ordine, che ha provocato il ferimento di 14 agenti. La premeditazione si evince dall'abbigliamento degli assalitori, dalle armi utilizzate e dalla strategia.
L'attacco ha avuto due fronti: un manipolo di manifestanti ha oltrepassato l'autostrada A32 e ha costretto la SITAF a chiudere la Torino-Bardonecchia all'altezza di Avigliana, onde evitare che il lancio di oggetti contundenti contro le Forze dell'ordine potesse provocare incidenti autostradali. Il tutto, ovviamente, creando un forte disagio alla viabilità e ai cittadini di una valle che sarebbe vocata al turismo, che ha ospitato le olimpiadi di Torino 2006 e che vive ora un momento di difficoltà economica, provocata anche da queste situazioni.
Il corteo al cantiere era nel programma del festival organizzato, come noto, da antagonisti, che poco hanno a che vedere con gli abitanti della Val Susa, e che attira facinorosi da tutta Europa. Una tragedia annunciata; nonostante tutto, qualche fenomeno ha ben pensato di pubblicizzare l'evento sul sito del Comune di Torino.
Askatasuna è da sempre protagonista indiscusso degli attacchi al cantiere che si sono perpetrati nel corso degli anni e i rapporti della DIGOS sottolineano come le tecniche di guerriglia utilizzate siano molto simili a quelle che si vedono in zone di guerra, mutuate da altri territori di conflitto - vedi il Kurdistan - e adattate al contesto della zona.
Presidente, mi scusi, le chiedo solo un minuto in più, visto il brusio.
PRESIDENTE. Va bene, le concedo un ulteriore minuto, ma cercate di sintetizzare perché vogliono intervenire in tanti.
CASOLATI (L-SP-PSd'Az). Io sintetizzo, Presidente, ma la situazione è grave e il rumore alto.
Ordigni esplosivi, razzi, pietre e strumenti artigianali come lo sparapatate, definito un'arma letale in quanto in grado di lanciare oggetti a lunga gittata alla velocità di un proiettile, sono costantemente usati contro gli agenti posti a guardia del cantiere.
Cosa si aspetta a prevenire determinate situazioni? Cosa si aspetta a vietare il Festival Alta felicità? Cosa si aspetta a chiudere il centro sociale di Torino Askatasuna, noto covo di criminali? Che scappi il morto?
La politica e le istituzioni devono prendere le distanze da questi delinquenti che, utilizzando la TAV come feticcio, vogliono attaccare lo Stato e le sue istituzioni attraverso una violenza inaudita contro le Forze dell'ordine.
Piena solidarietà e vicinanza mia e di tutta la Lega ai feriti e agli operatori delle Forze dell'ordine, che ringraziamo per la difesa della legalità e del lavoro delle maestranze.
Basta con criminali fuori dalla storia e contrari alla modernità che non fanno altro che danneggiare il nostro territorio e tutto il Paese. Polso duro, pene certe e dalla parte delle Forze dell'ordine, sempre. (Applausi).
LUPO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUPO (M5S). Signor Presidente, intervengo per annunciare che, nonostante le Camere siano sciolte, depositerò comunque a breve un'interrogazione parlamentare su un tema delicato.
Mi sono arrivate diverse segnalazioni, telefonate e anche messaggi, da parte dei lavoratori dell'ex compagnia di bandiera Alitalia.
Stiamo parlando di una società, ITA Airways, totalmente statale che - ricordo - ha iniziato la sua attività senza un contratto collettivo nazionale, nel totale silenzio di questo Parlamento, in virtù di un decreto-legge infrastrutture e trasporti 2021, che io, naturalmente, non ho potuto votare. Detto questo, come dicevo, mi sono arrivate diverse segnalazioni in merito alle assunzioni, ovvero, le liste di assunzione di ITA Airways parrebbero - il condizionale è d'obbligo perché non vorrei rivolgere un'accusa senza prove - non essere gestite in modo trasparente.
Lo dico perché si tratta di una compagnia statale, nata con tante difficoltà e passata per tre Governi e tre Ministri: noi siamo riusciti a portare la nazionalizzazione; dopodiché, il MEF con l'ex ministro Gualtieri ha gestito il piano industriale. Mi chiedo se effettivamente il proprietario della Compagnia sia a conoscenza di come stanno gestendo le assunzioni, perché quanto mi è stato riferito da più fonti è che addirittura ci siano - mi riservo di mettere questo termine tra virgolette e in maniera molto equilibrata - un po' di "intimidazioni" e molte volte vengono scartate persone che hanno tutti i requisiti, senza che ne sia chiaro il motivo.
Stavo per depositare l'interrogazione già prima che cadesse il Governo e le Camere venissero sciolte, però preannuncio che lo farò ugualmente perché fino all'ultimo giorno comunque sarò a fianco di questi lavoratori. (Applausi).
VONO (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VONO (FIBP-UDC). Signora Presidente, vorrei fare solo una riflessione in merito all'incendio, presumibilmente doloso considerate le modalità sofisticate, avvenuto ai danni della storica azienda del caffè Guglielmo nella mia Calabria, presso gli stabilimenti di Copanello di Stalettì a Catanzaro. Parliamo di un prestigioso esempio di lavoro serio e costante nel tempo, di tradizione e innovazione che ha permesso di far conoscere la virtuosità dell'imprenditoria calabrese nel mondo, attraverso il motto ideato da don Guglielmo Papaleo, fondatore dell'azienda, emerito riconosciuto cavaliere del lavoro: «Guglielmo, il caffè che fa centro».
Al di là della solidarietà come atto dovuto, ho trovato più sensato confrontarmi immediatamente e direttamente con Matteo Tubertini, il giovane amministratore delegato dell'azienda, per offrire la disponibilità istituzionale e personale per qualsiasi azione avesse voluto mettere in campo e per condividere modalità di intervento contro situazioni intollerabili che non devono più essere l'alibi per non fare. Mi sono complimentata con lui per non aver interrotto nemmeno per un minuto la produzione. Al di là della vicenda singola e del lavoro per competenza che svolgerà la magistratura, credo sia necessario spendere qualche parola in più nei confronti di quelle aziende che investono al Sud, in Calabria, in zone particolarmente difficili, e offrire una reale e seria collaborazione istituzionale, perché con le loro attività consentono opportunità di lavoro, unica arma disponibile per contrastare la criminalità organizzata e ogni tipo di mafia, insieme alla cultura.
Permettetemi anche, ricollegandomi alla cultura, di mandare un abbraccio al nuovo rettore dell'università di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, per il grave episodio verificatosi ieri nei suoi confronti e richiamare l'attenzione dei giovani, che - come diceva Paolo Borsellino - devono essere coinvolti, perché sono i più adatti a sentire subito «la bellezza del fresco profumo della libertà». (Applausi).
AIMI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AIMI (FIBP-UDC). Signora Presidente, nell'ultima votazione effettuata il mio dispositivo non ha funzionato, ma vorrei che restasse agli atti che il mio voto era favorevole.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASINI (Aut (SVP-PATT, UV)). Signora Presidente, intervengo solo per dire che la collega che mi ha appena preceduto ha sollevato un problema molto serio di cui peraltro anch'io sono stato informato, perché i proprietari di questa azienda sono di origine bolognese e operano con la loro azienda, la Guglielmo Caffè, a Catanzaro.
Questo episodio, come lei ha ricordato vivendo anche sul territorio, merita una riflessione molto seria. Noi ci sentiamo certamente rassicurati dalle attenzioni che la magistratura sta indirizzando verso questa realtà e soprattutto verso questi fenomeni che possono essere definiti di intimidazione, ma è chiaro che non possiamo sostituirci ai magistrati. Credo che solo loro potranno darci una risposta, ma è molto importante solidarizzare con quegli imprenditori che, sfidando a volte un clima non propriamente favorevole, si muovono, investono, danno posti di lavoro, hanno fiducia e scommettono sul futuro di questo territorio.
La Regione Calabria poi tanta parte ha nella storia e nella vita del nostro Paese e credo meriti un supplemento di attenzione. Questo naturalmente va indirizzato anche alle Forze dell'ordine e certamente non sarebbe un male se fossero potenziate in sede locale, nel senso che tutto quanto rappresenta un rafforzamento dell'apparato di prevenzione è sicuramente importante.
COMINCINI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COMINCINI (PD). Signor Presidente, nel febbraio scorso abbiamo avuto modo di convertire in legge il decreto-legge anti-Covid del 24 dicembre 2021, all'interno del quale è stata prevista finalmente la possibilità di tornare a fare visita ai malati negli ospedali da parte dei parenti. Dal 10 marzo si sarebbe dovuti tornare quindi alla normalità da questo punto di vista.
Consideriamo anche che dal 31 marzo è terminato lo stato di emergenza; eppure, signor Presidente, nonostante quelle norme abbiano definito una serie di possibilità dal punto di vista delle tempistiche e così via, le direzioni sanitarie di molti ospedali ancora definiscono in proprio paletti estremamente stringenti per la doverosa possibilità data ai parenti di fare visita ai propri congiunti.
Mirko Damasco, presidente di Salvagente Italia, una APS dedita alla cura della salute delle persone, in particolare allo sviluppo di sistemi per prevenire rischi al cuore, ha iniziato uno sciopero della fame per attirare l'attenzione sulle incongruenze che molti ospedali operano.
Ho qui i dati relativi a una serie di situazioni: all'ospedale di Erba una sola persona può far visita ai parenti ricoverati due volte alla settimana per massimo tre ore; all'ospedale di Iseo non può entrare nessuno; al Sant'Anna di Brescia per pazienti, anche con difficoltà serie, per direttive sanitarie ci sono limitazioni continue.
Non è possibile che le norme che il Parlamento adotta trovino poi nella burocrazia dei freni così importanti.
Le chiedo dunque, signor Presidente, un suo autorevole intervento presso il Ministro della salute affinché si dispongano direttive chiare, nette e definitive nei confronti delle direzioni sanitarie degli ospedali affinché tutti i parenti dei nostri malati possano tornare, con le dosi di vaccino necessarie e con il green pass, a far visita ai propri congiunti.
GRANATO (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRANATO (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, oggi ho presentato un'interrogazione parlamentare, la 4-07352, riguardante un fatto estremamente grave. Un'operatrice sanitaria dipendente dell'ASP6 di Palermo, la dottoressa Carmela Maimone, invalida, cieca, è stata sospesa dal lavoro dopo il decorso di novanta giorni dall'avvenuta infezione da Covid-19 per non essersi vaccinata e le è stato precluso fisicamente l'accesso alla struttura in cui lavora, non già dall'ordine professionale competente a comminare la sospensione, ma dalla stessa direzione dell'ASP6. Si tratta di un fatto gravissimo. La sospensione sarebbe nulla perché non comminata dall'organo a ciò preposto e, ciò nonostante, c'è stata una disposizione per bloccare l'accesso alla struttura di una dipendente, ripeto, cieca.
A queste condizioni è ridotto il Paese, mi dispiace. Purtroppo la maggioranza che ha operato queste scelte dissennate ha messo il Paese in una condizione talmente grave da esercitare discriminazioni sui luoghi di lavoro anche ai danni di persone invalide: penso che abbiamo veramente superato il livello di guardia e credo sia opportuno ricordare l'articolo 28 della Costituzione, che prevede che i funzionari pubblici e i dirigenti siano responsabili anche dell'adempimento di ordini ricevuti, ove questi violino dei diritti fondamentali.
Ricordiamo anche quanto avvenuto a Norimberga e speriamo in una Norimberga 2.
MAUTONE (Ipf-CD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAUTONE (Ipf-CD). Signor Presidente, vorrei portare all'attenzione dell'Assemblea il ricordo dell'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, ed esprimere la soddisfazione, mia personale e di tutti, per la svolta avuta finalmente - speriamo decisiva - nelle indagini. Angelo fu ucciso barbaramente con nove colpi di pistola nella notte del 5 settembre 2010; un delitto purtroppo ancora irrisolto e tuttora oggetto di indagine da parte degli investigatori e degli inquirenti per identificare esecutori materiali e mandanti.
Vassallo fu un amministratore capace e lungimirante, benvoluto dai suoi concittadini ed ha reso Pollica la capitale mondiale della dieta mediterranea e di uno stile di vita slow oramai riconosciuto a livello mondiale. Angelo, sindaco visionario, difensore della legalità, della tutela dell'ambiente e della lotta costante e decisa alla speculazione edilizia, capace di combattere con convinzione e senza paura il commercio e lo spaccio della droga nella sua comunità, è stato un uomo dai rapporti umani semplici e sentiti. Divenne simbolo di un Meridione sano e pulito che non si piega alle violenze, capace di investire nel turismo e nella valorizzazione delle sue bellezze naturali, di portare la comunità cilentana all'attenzione mondiale. Pur nella tragicità e nella violenza del suo barbaro omicidio, Angelo ha lasciato il testimone ideale ai suoi amici e ai suoi concittadini, per inseguire il suo sogno e per la rinascita della sua Pollica.
Finalmente ci sono nuovi indagati e i reati ipotizzati sono di omicidio e di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. L'ipotesi investigativa dei ROS e dei magistrati della procura di Salerno è che il sindaco pescatore non si era voluto piegare alla camorra e fu ucciso dodici anni fa perché voleva denunciare il traffico di droga intorno al porto turistico di Acciaroli.
Mio avvio a concludere, signor Presidente. I passaggi fatti dicono che siamo sulla strada giusta per arrivare alla verità. L'augurio di tutti noi è che si possa giungere finalmente, in tempi rapidi, alla completa verità per rendere finalmente giustizia alla memoria di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 4 agosto 2022
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, 4 agosto, alle ore 10,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 19,12).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Ratifica ed esecuzione dei Protocolli al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Finlandia e del Regno di Svezia, fatti a Bruxelles il 5 luglio 2022 (2684)
ARTICOLI DA 1 A 3 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 1.
Approvato
(Autorizzazione alla ratifica)
1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare i seguenti Protocolli:
a) Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Finlandia, fatto a Bruxelles il 5 luglio 2022;
b) Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione del Regno di Svezia, fatto a Bruxelles il 5 luglio 2022.
Art. 2.
Approvato
(Ordine di esecuzione)
1. Piena ed intera esecuzione è data ai Protocolli di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della loro entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo II dei Protocolli stessi.
Art. 3.
Approvato
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
DISEGNO DI LEGGE
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021 (2605)
ARTICOLI DA 1 A 4 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 1.
Approvato
(Autorizzazione alla ratifica)
1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021.
Art. 2.
Approvato
(Ordine di esecuzione)
1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 9 dell'Accordo stesso.
Art. 3.
Approvato
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione dei compiti derivanti dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Art. 4.
Approvato
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
DISEGNO DI LEGGE
Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (2597)
ARTICOLI DA 1 A 9 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 1.
Approvato
(Proroga del termine per la riduzione delle dotazioni organiche dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare)
1. Al codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) agli articoli 2196-bis, comma 1, alinea, 2197, commi 1, alinea, e 1-bis, 2197-bis, comma 1, 2207, comma 1, 2208, comma 1-bis, 2209-quater, comma 1, alinea, 2209-septies, comma 1, 2229, comma 6, 2238-ter, comma 1, e 2239, comma 3-quater, le parole: « 2024 ovvero al diverso termine stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2033 »;
b) all'articolo 2206-bis, comma 1, lettera c), le parole: « 2025 ovvero dal diverso termine stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2034 »;
c) all'articolo 2209-ter, comma 1, alinea, le parole: « 2024 ovvero entro il diverso termine stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2033 »;
d) agli articoli 2214-bis, comma 4, e 2221-bis, comma 1, alinea, le parole: « 2024, ovvero al diverso termine previsto all'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2033 »;
e) all'articolo 2224, comma 1:
1) alla lettera a), le parole: « 2024, ovvero al diverso termine stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2033 »;
2) alla lettera b), le parole: « 2025, ovvero dal giorno successivo al diverso termine stabilito ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 244 » sono sostituite dalla seguente: « 2034 »;
f) all'articolo 2236-bis, comma 1-quater, la parola: « 2024 » è sostituita dalla seguente: « 2033 ».
Art. 2.
Approvato
(Rimodulazione delle dotazioni organiche dei sottufficiali e dei volontari dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 798-bis, comma 1:
1) alla lettera b), i numeri 1), 2) e 3) sono sostituiti dai seguenti:
« 1) 17.400 dell'Esercito italiano, di cui 6.500 marescialli e 10.900 sergenti;
2) 10.250 della Marina militare, di cui 5.800 marescialli e 4.450 sergenti;
3) 16.350 dell'Aeronautica militare, di cui 7.500 marescialli e 8.850 sergenti »;
2) alla lettera c), i numeri 1), 2) e 3) sono sostituiti dai seguenti:
« 1) 63.000 dell'Esercito italiano, di cui 40.000 in servizio permanente e 23.000 in ferma prefissata;
2) 12.550 della Marina militare, di cui 9.350 in servizio permanente e 3.200 in ferma prefissata;
3) 12.150 dell'Aeronautica militare, di cui 8.550 in servizio permanente e 3.600 in ferma prefissata »;
b) l'articolo 2207-bis è abrogato.
Art. 3.
Approvato
(Reclutamento, stato giuridico, avanzamento e impiego dei volontari in ferma prefissata)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al libro quarto, titolo II, capo VII:
1) alla sezione I è premessa la seguente:
« Sezione 0I
VOLONTARI IN FERMA PREFISSATA
Art. 696-bis. - (Denominazione e durata delle ferme) - 1. I volontari in ferma prefissata si distinguono in:
a) volontari in ferma prefissata iniziale;
b) volontari in ferma prefissata triennale.
2. Ciascuna delle ferme di cui al comma 1 ha durata pari a tre anni.
3. La durata delle ferme di cui al comma 2 può essere prolungata, con il consenso degli interessati, per il tempo strettamente necessario al completamento, rispettivamente, dell'iter concorsuale di coloro che hanno presentato domanda per il reclutamento come volontari in ferma triennale ovvero delle procedure per il transito nei ruoli dei volontari in servizio permanente ai sensi dell'articolo 704 »;
2) la rubrica della sezione I è sostituita dalla seguente: « Volontari in ferma prefissata iniziale »;
3) l'articolo 697 è sostituito dal seguente:
« Art. 697. - (Requisiti) - 1. Possono partecipare alle procedure selettive per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata iniziale i cittadini in possesso dei requisiti di cui all'articolo 635 e dei seguenti ulteriori requisiti:
a) età non superiore a ventiquattro anni;
b) diploma di istruzione secondaria di primo grado;
c) idoneità fisio-psico-attitudinale per il reclutamento nelle Forze armate in qualità di volontario in servizio permanente.
2. I vincitori delle procedure selettive di cui al comma 1 sono ammessi alla ferma prefissata iniziale in qualità di soldato, per l'Esercito italiano, comune di 2a classe, per la Marina militare, o aviere, per l'Aeronautica militare »;
4) all'articolo 698, alla rubrica e al comma 1, le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
5) all'articolo 699, comma 1, le parole: « di un anno » sono sostituite dalle seguenti: « per almeno dodici mesi »;
6) la rubrica della sezione II è sostituita dalla seguente: « Volontari in ferma prefissata triennale »;
7) l'articolo 700 è sostituito dal seguente:
« Art. 700. - (Requisiti) - 1. Possono partecipare ai concorsi per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata triennale i volontari in ferma prefissata iniziale, ovvero in rafferma annuale, in servizio da almeno ventiquattro mesi o in congedo da non oltre dodici mesi, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 635 e dei seguenti ulteriori requisiti:
a) idoneità fisio-psico-attitudinale per l'impiego nelle Forze armate in qualità di volontario in servizio permanente;
b) età non superiore a ventotto anni compiuti, elevata a ventinove per i volontari in rafferma annuale, in servizio o in congedo;
c) superamento con esito positivo del corso basico di formazione iniziale.
2. Nei concorsi di cui al comma 1, i posti annualmente disponibili sono riservati:
a) ai volontari in ferma prefissata iniziale in servizio ovvero in rafferma annuale, in misura non inferiore al 70 per cento;
b) ai volontari in ferma prefissata iniziale in congedo da non oltre dodici mesi, che abbiano completato la ferma iniziale, in misura non superiore al 30 per cento.
3. Al fine di soddisfare specifiche esigenze operative delle Forze armate, possono essere banditi concorsi straordinari per il reclutamento di volontari in ferma prefissata triennale riservati:
a) ai volontari in ferma prefissata iniziale in servizio ovvero in congedo in possesso di specifici requisiti stabiliti con il decreto di cui all'articolo 701;
b) ai volontari in ferma prefissata iniziale in congedo, che abbiano completato la relativa ferma da più di dodici mesi, di età non superiore a trenta anni compiuti.
4. Ai volontari di cui al comma 3, lettera a), non si applicano le disposizioni sul periodo minimo di servizio di cui al comma 1, alinea.
5. I vincitori dei concorsi di cui al presente articolo sono ammessi alla ferma prefissata triennale con il grado di caporale, per l'Esercito italiano, comune di 1a classe, per la Marina militare, o aviere scelto, per l'Aeronautica militare »;
8) l'articolo 701 è sostituito dal seguente:
« Art. 701. - (Modalità di reclutamento dei volontari in ferma prefissata triennale) - 1. Le modalità di reclutamento dei volontari in ferma prefissata triennale sono disciplinate con decreto del Ministro della difesa »;
9) all'articolo 702, comma 1, alinea, le parole: « di un anno e quadriennale » sono sostituite dalle seguenti: « iniziale e triennale »;
10) all'articolo 703:
10.1) al comma 1, alinea, dopo le parole: « in ferma prefissata » sono inserite le seguenti: « , in servizio o in congedo, di età non superiore a venticinque anni compiuti, i quali abbiano completato almeno dodici mesi di servizio in qualità di volontario in ferma prefissata iniziale e siano in possesso degli ulteriori requisiti per l'accesso alle predette carriere previsti dai rispettivi ordinamenti, »;
10.2) il comma 2 è abrogato;
10.3) il comma 3 è sostituito dal seguente:
« 3. Nella formazione delle graduatorie le amministrazioni tengono conto, quali titoli di merito, del periodo di servizio svolto e delle relative caratterizzazioni riferite a contenuti, funzioni e attività affini a quelli propri della carriera per cui è stata fatta domanda di accesso nonché delle specializzazioni acquisite durante la ferma prefissata, considerati utili »;
11) l'articolo 704 è sostituito dal seguente:
« Art. 704. - (Modalità di reclutamento dei volontari in servizio permanente) - 1. Sono immessi nei ruoli dei volontari in servizio permanente, salva espressa rinuncia, i volontari in ferma prefissata triennale al termine della ferma, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 635 e dei seguenti ulteriori requisiti:
a) non essere sottoposti a procedimento disciplinare da cui possa derivare una sanzione di stato;
b) aver riportato una qualifica non inferiore a "nella media" o giudizio corrispondente, negli ultimi dodici mesi di servizio.
2. Con decreto del Ministro della difesa sono stabiliti gli eventuali ulteriori requisiti e le modalità di transito nei ruoli dei volontari in servizio permanente.
3. I volontari di cui al comma 1 sono immessi nei ruoli dei volontari in servizio permanente con decorrenza dal giorno successivo al termine della ferma triennale e sono iscritti in ruolo secondo l'ordine di iscrizione nel ruolo di provenienza. Dopo l'iscrizione in ruolo, l'anzianità relativa è rideterminata sulla base dei titoli acquisiti e del rendimento complessivo nel periodo di servizio prestato in qualità di volontario in ferma prefissata triennale, secondo modalità e criteri definiti con il decreto di cui al comma 2.
4. I volontari in ferma prefissata triennale, che non possono essere ammessi al transito in servizio permanente in quanto temporaneamente non idonei al servizio militare incondizionato o perché imputati in un procedimento penale per delitto non colposo o sottoposti a procedimento disciplinare da cui possa derivare una sanzione di stato, anche se sospesi dal servizio, possono chiedere di permanere nella ferma prefissata fino ai termini di seguito indicati:
a) data di scadenza del periodo massimo di licenza di convalescenza, per il militare temporaneamente non idoneo al servizio militare incondizionato, salvo quanto previsto dall'articolo 955;
b) data di definizione del procedimento, per il militare sottoposto a procedimento penale o disciplinare.
5. I volontari in ferma prefissata triennale di cui al comma 4 possono presentare domanda di ammissione al transito in servizio permanente con decorrenza dal giorno successivo al termine della ferma triennale nei seguenti casi ed entro i termini per ciascuno indicati:
a) se hanno riacquistato l'idoneità fisica al servizio militare incondizionato, entro sessanta giorni dalla data di comunicazione del relativo giudizio;
b) se è stata disposta l'archiviazione ovvero se il procedimento penale si è concluso con sentenza irrevocabile che dichiara che il fatto non sussiste o che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato, entro sessanta giorni dalla notificazione del relativo provvedimento;
c) se il procedimento disciplinare si è concluso senza l'applicazione di una sanzione di stato, entro sessanta giorni dalla notificazione del relativo provvedimento.
6. I volontari in ferma prefissata triennale, che allo scadere del termine di cui al comma 4, lettera a), non hanno riacquistato l'idoneità al servizio militare incondizionato o sono riconosciuti temporaneamente non idonei, sono collocati in congedo con decorrenza dal giorno successivo a quello della data di comunicazione del relativo giudizio.
7. I volontari in ferma prefissata triennale, che non sono ammessi al transito in servizio permanente, cessano dalla ferma e sono collocati in congedo. Il periodo di tempo eventualmente trascorso in servizio oltre il termine di scadenza della ferma è considerato come servizio prestato in ferma prefissata triennale »;
b) all'articolo 706, il comma 2 è abrogato;
c) all'articolo 707, comma 1, la lettera a) è sostituita dalla seguente:
« a) non aver superato il ventiquattresimo anno di età, salvo quanto previsto dall'articolo 703 per i volontari in ferma prefissata »;
d) all'articolo 781, dopo il comma 1 è inserito il seguente:
« 1-bis. I volontari in ferma prefissata della Marina militare conseguono le categorie, le specialità o le qualificazioni a loro assegnate dalla Direzione generale per il personale militare in fase di reclutamento dopo il superamento del corso di formazione di base »;
e) all'articolo 842:
1) al comma 3, le parole: « quadriennale e in rafferma biennale » sono sostituite dalla seguente: « triennale »;
2) al comma 3-ter, la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
f) all'articolo 930, comma 1-bis.1, dopo la lettera a) è inserita la seguente:
« a-bis) volontari in ferma prefissata triennale che, avendo completato la ferma, sono esclusi dall'immissione in servizio permanente a causa di un giudizio di permanente non idoneità al servizio militare incondizionato »;
g) l'articolo 954 è sostituito dal seguente:
« Art. 954. - (Rafferme dei volontari) - 1. I volontari in ferma prefissata iniziale possono essere ammessi, a domanda, a un successivo periodo di rafferma della durata di un anno.
2. La rafferma di cui al comma 1 può essere prolungata, con il consenso degli interessati, per il tempo strettamente necessario al completamento dell'iter concorsuale di coloro che hanno presentato domanda per il reclutamento come volontari in ferma prefissata triennale.
3. I criteri e le modalità di ammissione alla rafferma sono disciplinati con decreto del Ministro della difesa »;
h) all'articolo 957, comma 1, la lettera e-bis) è sostituita dalla seguente:
« e-bis) rinuncia ovvero mancato superamento dei corsi basici di formazione previsti per la ferma prefissata iniziale, salvi i casi di infermità dipendente da causa di servizio »;
i) all'articolo 958:
1) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
« 1-bis. Entro il dodicesimo mese di servizio i volontari in ferma prefissata iniziale possono presentare domanda di proscioglimento anche per i casi non previsti dal comma 1 »;
2) al comma 3, le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
3) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
« 3-bis. Coloro che hanno rassegnato le dimissioni ai sensi del comma 3 non possono presentare domanda di partecipazione a concorsi per il reclutamento di volontari in ferma prefissata iniziale banditi nello stesso anno dalla stessa Forza armata »;
l) all'articolo 960:
1) il comma 1 è sostituito dal seguente:
« 1. La proposta di proscioglimento per scarso rendimento può essere avanzata dal comandante di corpo nei casi in cui il volontario in ferma prefissata ha conseguito la qualifica di "insufficiente" ovvero giudizi negativi in sede di redazione della documentazione caratteristica per un periodo di almeno nove mesi »;
2) al comma 2, le parole: « di un anno » sono soppresse;
m) all'articolo 978, comma 1, le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
n) all'articolo 988:
1) al comma 2, le parole: « e il trattamento economico » sono soppresse;
2) al comma 3:
2.1) il primo e il secondo periodo sono sostituiti dai seguenti: « Ai militari richiamati delle categorie dei militari di truppa in servizio di leva, dei volontari in ferma annuale e dei volontari in ferma prefissata di un anno e iniziale è attribuito lo stato giuridico dei pari grado appartenenti ai volontari in ferma prefissata iniziale. Ai militari richiamati delle categorie dei volontari in ferma breve e in ferma prefissata triennale e quadriennale è attribuito lo stato giuridico dei pari grado appartenenti ai volontari in ferma prefissata triennale »;
2.2) al quarto periodo, la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
o) all'articolo 1302, comma 1, la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
p) l'articolo 1303 è sostituito dal seguente:
« Art. 1303. - (Avanzamento al grado di graduato e corrispondenti) - 1. I volontari in ferma prefissata triennale conseguono il grado di graduato o corrispondente, con decorrenza dalla data di immissione nei ruoli dei volontari in servizio permanente »;
q) all'articolo 1501:
1) il comma 1 è sostituito dal seguente:
« 1. Compatibilmente con le esigenze di servizio, può essere concesso ai volontari in ferma prefissata, che ne facciano richiesta in tempo utile, il permesso di assentarsi durante l'orario di servizio per una durata non superiore a 36 ore nel corso dell'anno di ferma. I permessi concessi devono essere recuperati entro il mese successivo a quello nel quale sono stati fruiti secondo le disposizioni di Forza armata. Per i volontari in ferma prefissata triennale i permessi possono anche essere detratti dalle ore di recupero compensativo »;
2) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
« 3-bis. I volontari in ferma prefissata che prestano servizio nei giorni festivi di cui al comma 3 hanno diritto al recupero della festività »;
r) all'articolo 1502:
1) al comma 1, lettera a):
1.1) al numero 1), le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
1.2) al numero 2), la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
1.3) il numero 3) è abrogato;
2) al comma 1, lettera b):
2.1) al numero 1), le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
2.2) al numero 2), la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
2.3) il numero 3) è abrogato;
3) al comma 2, le parole: « numeri 1), 2) e 3) » sono sostituite dalle seguenti: « numeri 1) e 2) »;
4) al comma 4:
4.1) alla lettera a), le parole: « ai sensi dell'articolo 2204 » sono sostituite dalle seguenti: « o rafferma »;
4.2) alla lettera b), le parole: « quadriennale e in rafferma biennale » sono sostituite dalla seguente: « triennale »;
5) al comma 7, le parole: « il mese di giugno dell'anno » sono sostituite dalle seguenti: « l'anno »;
6) il comma 8 è sostituito dal seguente:
« 8. La licenza ordinaria è un diritto irrinunciabile e non è monetizzabile. Si applica l'articolo 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 »;
s) all'articolo 1503:
1) al comma 2:
1.1) la lettera a) è sostituita dalla seguente:
« a) fino a quattro mesi per ogni anno di servizio per i volontari in ferma prefissata iniziale »;
1.2) la lettera c) è sostituita dalla seguente:
« c) fino a dodici mesi per i volontari in ferma prefissata triennale »;
1.3) la lettera d) è abrogata;
1.4) la lettera e) è sostituita dalla seguente:
« e) fino a quindici giorni per ciascun mese di prolungamento del servizio, non cumulabili con gli eventuali residui dei mesi precedenti, per i volontari ammessi al prolungamento della ferma o rafferma »;
2) al comma 6, lettera b):
2.1) al numero 1), le parole: « di un anno » sono sostituite dalla seguente: « iniziale »;
2.2) il numero 2) è sostituito dal seguente:
« 2) ai volontari in ferma prefissata triennale lo stipendio e gli altri assegni di carattere fisso e continuativo di cui all'articolo 1791, comma 3, sono dovuti in misura intera per i primi sei mesi, in misura ridotta alla metà per i successivi tre mesi e, a decorrere dal decimo mese, non sono più dovuti »;
t) all'articolo 1504:
1) al comma 1, la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale »;
2) il comma 3 è abrogato.
2. All'articolo 10, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, dopo le parole: « in ferma prefissata di un anno » sono inserite le seguenti: « e dei volontari in ferma prefissata iniziale ».
Art. 4.
Approvato
(Trattamento economico dei volontari in ferma prefissata)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) l'articolo 1791 è sostituito dal seguente:
« Art. 1791. - (Retribuzione base dei volontari in ferma prefissata) - 1. Ai volontari in ferma prefissata iniziale e raffermati, con la qualifica di soldato, comune di 2a classe e aviere, è corrisposta una paga lorda giornaliera determinata nella misura percentuale dell'81,50 per cento riferita al valore giornaliero dello stipendio iniziale lordo e dell'indennità integrativa speciale costituenti la retribuzione mensile del grado iniziale dei volontari in servizio permanente.
2. In aggiunta al trattamento economico di cui al comma 1, ai volontari in ferma prefissata iniziale e raffermati che prestano servizio nei reparti alpini è attribuito un assegno mensile di 50 euro.
3. Ai volontari in ferma prefissata triennale sono attribuiti:
a) uno stipendio calcolato in misura pari all'80 per cento del parametro stipendiale spettante al grado iniziale dei volontari in servizio permanente;
b) gli assegni a carattere fisso e continuativo calcolati in misura pari all'80 per cento di quelli spettanti al grado iniziale dei volontari in servizio permanente »;
b) l'articolo 1792 è sostituito dal seguente:
« Art. 1792. - (Retribuzione accessoria dei volontari in ferma prefissata) - 1. Per i volontari in ferma prefissata iniziale e in rafferma, l'impiego oltre le normali attività giornaliere, disciplinato dalla normativa vigente in materia per le singole Forze armate, fatta salva la previsione di adeguati turni di riposo per il recupero psico-fisico, non dà luogo a recupero ed è compensato mediante la corresponsione di un'indennità forfetaria pari a euro 100 mensili, a decorrere dal 1° gennaio 2023. L'indennità è ridotta nella misura di un trentesimo per ogni giorno di corresponsione del compenso forfetario di impiego ai sensi dell'articolo 6 della legge 21 luglio 2016, n. 145. Analoga riduzione si applica nel caso di corresponsione di emolumenti che compensano impieghi prolungati.
2. Per i volontari in ferma prefissata triennale, le eventuali ore eccedenti l'orario di lavoro settimanale sono retribuite, entro i termini e con le modalità previsti dai provvedimenti di concertazione emanati ai sensi del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, con il compenso per lavoro straordinario in misura pari al 70 per cento del compenso e nei limiti previsti per il grado iniziale dei volontari in servizio permanente. Le ore eccedenti l'orario di lavoro settimanale che non sono state retribuite sono recuperate secondo le modalità previste dai provvedimenti di cui al precedente periodo.
3. Ai volontari in ferma prefissata triennale possono essere attribuiti, nell'ambito delle risorse a tal fine destinate, che costituiscono limiti di spesa, i compensi forfetari di guardia e di impiego, nei limiti e con le modalità stabiliti in sede di concertazione, in misura pari al 70 per cento dell'importo previsto per il grado di graduato e gradi corrispondenti.
4. Le indennità di impiego operativo fondamentali e supplementari, di cui agli articoli 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11 e 16 della legge 23 marzo 1983, n. 78, ove spettanti, sono corrisposte ai volontari in ferma prefissata iniziale e in rafferma nelle misure fisse ivi previste.
5. Le indennità di impiego operativo fondamentali e supplementari, di cui agli articoli 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11 e 16 della legge 23 marzo 1983, n. 78, ove spettanti, sono corrisposte ai volontari in ferma prefissata triennale nelle misure ivi previste, calcolate sull'importo pari all'80 per cento dell'indennità di impiego operativo di base spettante al grado iniziale dei volontari in servizio permanente.
6. Ai volontari in ferma prefissata spetta l'indennità di rischio prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 maggio 1975, n. 146.
7. La fruizione della mensa e degli alloggi collettivi di servizio è a titolo gratuito per tutti i volontari in ferma prefissata.
8. Ai volontari in ferma prefissata non compete alcun premio di congedamento »;
c) l'articolo 1793 è abrogato;
d) all'articolo 1798, comma 1, le parole: « di cui al comma 2 dell'articolo 1791 » sono sostituite dalle seguenti: « del 74 per cento riferita al valore giornaliero dello stipendio iniziale lordo e dell'indennità integrativa speciale costituenti la retribuzione mensile del grado iniziale dei volontari in servizio permanente »;
e) all'articolo 1799:
1) al comma 1, il secondo periodo è soppresso;
2) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
« 1-bis. Ai militari richiamati provenienti dalle categorie dei militari di truppa in servizio di leva, dei volontari in ferma annuale e dei volontari in ferma prefissata di un anno e iniziale è attribuito il trattamento economico dei pari grado appartenenti ai volontari in ferma prefissata iniziale. Ai militari richiamati provenienti dalle categorie dei volontari in ferma breve e in ferma prefissata triennale e quadriennale è attribuito il trattamento economico dei pari grado appartenenti ai volontari in ferma prefissata triennale ».
2. All'articolo 6, comma 1, secondo periodo, della legge 21 luglio 2016, n. 145, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo le parole: « o in rafferma annuale » sono inserite le seguenti: « e ai volontari in ferma prefissata iniziale e raffermati »;
b) la parola: « quadriennale » è sostituita dalla seguente: « triennale ».
Art. 5.
Approvato
(Disposizioni transitorie in materia di reclutamento, stato giuridico, avanzamento e trattamento economico dei volontari in ferma prefissata)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo l'articolo 2198 sono inseriti i seguenti:
« Art. 2198-bis. - (Disposizioni transitorie in materia di reclutamento e stato giuridico dei volontari in ferma prefissata di un anno o in rafferma) - 1. I bandi per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata di un anno possono essere emanati fino al 31 dicembre 2022.
2. I partecipanti ai reclutamenti di cui al comma 1 debbono possedere i requisiti di cui all'articolo 697.
3. Le modalità di reclutamento dei volontari in ferma prefissata di un anno sono disciplinate dal decreto del Ministro della difesa 23 aprile 2015, recante disposizioni relative alle procedure per l'arruolamento dei volontari in ferma prefissata di 1 anno (VFP1) dell'Esercito Italiano, della Marina Militare, compreso il Corpo delle Capitanerie di Porto, e dell'Aeronautica Militare, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 12 del 30 aprile 2015. Si applica l'articolo 702 del presente codice.
4. I volontari sono ammessi alla ferma prefissata di un anno in qualità di soldato, per l'Esercito italiano, comune di 2a classe, per la Marina militare, o aviere, per l'Aeronautica militare.
5. I volontari in ferma prefissata di un anno reclutati ai sensi del comma 1 possono essere ammessi, a domanda, a un successivo periodo di rafferma della durata di un anno.
6. I criteri e le modalità di ammissione alla rafferma di cui al comma 5 sono disciplinati dal decreto del Ministro della difesa 28 aprile 2014, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 13 del 10 maggio 2014, come modificato dal decreto del Ministro della difesa 13 luglio 2017, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 22 del 10 agosto 2017.
7. La durata della ferma e della rafferma di cui al presente articolo può essere prolungata, con il consenso dell'interessato, per il tempo strettamente necessario al completamento dell'iter concorsuale di coloro che hanno presentato domanda per il reclutamento come volontari in ferma quadriennale.
8. Fino al 31 dicembre 2026 i volontari in ferma prefissata di un anno raffermati e in congedo possono partecipare ai concorsi per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata triennale, di cui all'articolo 700.
9. Ai volontari di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del presente codice riferite ai volontari in ferma prefissata senza ulteriori specificazioni, nonché:
a) se volontari in ferma prefissata di un anno, gli articoli 703, 957, comma 1, lettera e-bis), 958, commi 3 e 3-bis, 978, 1502, comma 1, lettere a), numero 1), e b), numero 1), e 1503, comma 2, lettera a);
b) se volontari in rafferma annuale, gli articoli 703, 1502, comma 1, lettere a), numero 1), e b), numero 1), e 1503, comma 2, lettera b).
10. I decreti di cui ai commi 3 e 6 possono essere modificati con decreto del Ministro della difesa.
Art. 2198-ter. - (Disposizioni transitorie in materia di reclutamento e stato giuridico dei volontari in ferma prefissata quadriennale o in rafferma) - 1. I concorsi per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata quadriennale possono essere banditi fino al 31 dicembre 2024.
2. Possono partecipare ai concorsi di cui al comma 1 i volontari in ferma prefissata di un anno, ovvero in rafferma annuale, in servizio o in congedo, in possesso dei seguenti requisiti:
a) idoneità fisio-psico-attitudinale per l'impiego nelle Forze armate in qualità di volontario in servizio permanente;
b) età non superiore a trent'anni compiuti.
3. Le modalità di svolgimento dei concorsi di cui al comma 1 nonché la possibilità di bandire concorsi straordinari destinati ai volontari in ferma prefissata di un anno in possesso di specifici requisiti sono disciplinate dal decreto del Ministro della difesa 23 aprile 2015, recante disposizioni relative alle modalità di svolgimento dei concorsi per il reclutamento dei volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4) dell'Esercito Italiano, della Marina Militare, compreso il Corpo delle Capitanerie di Porto, e dell'Aeronautica Militare, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 12 del 30 aprile 2015. Si applica l'articolo 702 del presente codice.
4. I volontari sono ammessi alla ferma prefissata quadriennale con il grado di caporale, per l'Esercito italiano, comune di 1a classe, per la Marina militare, o aviere scelto, per l'Aeronautica militare.
5. I volontari in ferma prefissata quadriennale possono essere ammessi, a domanda:
a) a due successivi periodi di rafferma, ciascuno della durata di due anni, se reclutati anteriormente all'anno 2017;
b) a un solo periodo di rafferma biennale, se reclutati negli anni 2017, 2018 e 2019;
c) a un solo periodo di rafferma annuale, se reclutati nell'anno 2020.
6. Possono presentare domanda per le rafferme di cui al comma 5 i volontari in ferma prefissata quadriennale risultati idonei ma non utilmente collocati nella graduatoria per l'immissione nei ruoli dei volontari in servizio permanente.
7. Le modalità e i criteri di ammissione alle rafferme di cui al comma 5 sono disciplinati dal decreto del Ministro della difesa 23 aprile 2015, recante disposizioni relative alle procedure per l'ammissione dei volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4) dell'Esercito Italiano, della Marina Militare, compreso il Corpo delle Capitanerie di Porto, e dell'Aeronautica Militare, alle rafferme biennali, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 12 del 30 aprile 2015. I volontari in possesso dei requisiti previsti dal decreto di cui al primo periodo sono ammessi alla rafferma con riserva fino alla definizione della graduatoria di merito.
8. I volontari in rafferma conseguono il grado di graduato o corrispondente, previo giudizio di idoneità, con decorrenza dalla data di ammissione alla rafferma.
9. Al termine della ferma prefissata quadriennale ovvero di ciascun anno delle rafferme di cui al comma 5, i volontari giudicati idonei e utilmente collocati nella graduatoria annuale di merito sono immessi nei ruoli dei volontari in servizio permanente secondo le modalità stabilite dal decreto del Ministro della difesa 23 aprile 2015, recante disposizioni relative alle modalità di immissione dei volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4), ovvero in rafferma biennale, dell'Esercito Italiano, della Marina Militare, compreso il Corpo delle Capitanerie di Porto, e dell'Aeronautica Militare nei ruoli dei volontari di truppa in servizio permanente, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 12 del 30 aprile 2015. La ripartizione in misura percentuale dei posti annualmente disponibili nei ruoli dei volontari in servizio permanente tra le categorie di volontari di cui al primo periodo è stabilita con decreto del Ministro della difesa, riservando non meno del 20 per cento dei medesimi posti al personale in ferma prefissata quadriennale.
10. I volontari in ferma prefissata quadriennale reclutati nell'anno 2021 sono ammessi alle procedure per il transito in servizio permanente al termine della ferma quadriennale secondo le modalità stabilite dal decreto di cui al comma 9 e, se idonei, conseguono il grado di graduato o corrispondente con decorrenza dal giorno successivo alla data di completamento della ferma quadriennale.
11. I volontari in ferma prefissata quadriennale reclutati negli anni 2022, 2023 e 2024 sono ammessi alle procedure per il transito in servizio permanente al termine della ferma quadriennale secondo le modalità stabilite all'articolo 704.
12. I volontari in ferma prefissata quadriennale ovvero in rafferma biennale o annuale, che sono stati esclusi dalle procedure di immissione nei ruoli dei volontari in servizio permanente di cui al comma 9 in quanto sottoposti a procedimento penale, nei casi in cui successivamente sia stata disposta l'archiviazione o il procedimento penale si sia concluso con sentenza irrevocabile che dichiari che il fatto non sussiste o che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato, possono presentare domanda di riammissione a tali procedure, secondo le modalità stabilite dal decreto del Ministro della difesa 26 ottobre 2017, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 31 del 10 novembre 2017, entro centottanta giorni dalla data in cui il provvedimento è divenuto irrevocabile. Resta fermo il possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per la permanenza in servizio.
13. Per i volontari in ferma prefissata quadriennale, il periodo di temporanea inidoneità al servizio, di cui all'articolo 1503, comma 2, è computato fino alla misura massima di diciotto mesi.
14. Per i volontari in ferma prefissata quadriennale in rafferma biennale ovvero annuale:
a) la durata della licenza ordinaria, di cui all'articolo 1502, comma 1, è la seguente:
1) trentadue giorni lavorativi, se l'orario settimanale di servizio è distribuito su un periodo di sei giorni;
2) ventotto giorni lavorativi, se l'orario settimanale di servizio è distribuito su un periodo di cinque giorni;
b) il periodo di temporanea inidoneità al servizio, di cui all'articolo 1503, comma 2, è computato fino alla misura massima di dodici mesi per la rafferma biennale ovvero di sei mesi per la rafferma annuale;
c) è possibile fruire del congedo per la formazione di cui all'articolo 5 della legge 8 marzo 2000, n. 53, nei limiti e con le modalità previste dai provvedimenti di concertazione, emanati ai sensi del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, in materia di licenze straordinarie e aspettative. Il personale che fruisce del congedo per la formazione è posto in licenza straordinaria senza assegni, non compresa nel limite massimo previsto per la licenza straordinaria, e il relativo periodo non è utile ai fini dell'avanzamento, della maturazione della licenza ordinaria e della determinazione della posizione previdenziale.
15. Ai volontari di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del presente codice riferite ai volontari in ferma prefissata senza ulteriori specificazioni, nonché:
a) se volontari in ferma prefissata quadriennale, gli articoli 703, 842, commi 3 e 3-ter, 1302, 1501, comma 1, terzo periodo, 1502, commi 1, lettera a), numero 2), e lettera b), numero 2), 2, 3 e 4, lettera b), e 1504;
b) se volontari in ferma prefissata quadriennale in rafferma biennale ovvero annuale, gli articoli 842, commi 3 e 3-ter, 1501, comma 1, terzo periodo, 1502, commi 2, 3 e 4, lettera b), e 1504.
16. I decreti di cui ai commi 3, 7, 9 e 12 possono essere modificati con decreto del Ministro della difesa.
Art. 2198-quater. - (Disposizioni transitorie per i concorsi nelle carriere iniziali delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco) - 1. Fino al 31 dicembre 2024, i volontari di cui agli articoli 2198-bis e 2198-ter continuano a beneficiare delle riserve di posti nei concorsi nelle carriere iniziali delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco stabilite dall'articolo 703, comma 1, entro i limiti di età previsti per l'accesso alle predette carriere dai rispettivi ordinamenti vigenti il giorno precedente alla data di entrata in vigore del presente articolo. Le riserve di cui al primo periodo continuano a non operare nei confronti dei volontari in rafferma biennale »;
b) gli articoli 2199, 2200, 2201 e 2202 sono abrogati;
c) l'articolo 2204 è sostituito dal seguente:
« Art. 2204. - (Regime transitorio del trattenimento in servizio dei concorrenti) - 1. Fino all'anno 2024, per i volontari in ferma prefissata di un anno o in rafferma che presentano la domanda di partecipazione ai concorsi per volontario in ferma prefissata quadriennale, e fino all'anno 2026, per i volontari in ferma prefissata quadriennale o in rafferma che partecipano alla procedura per il transito in servizio permanente, il periodo di ferma o rafferma può essere prolungato, con il consenso dell'interessato, per il tempo strettamente necessario al completamento dell'iter concorsuale, nei limiti delle consistenze organiche previste dal decreto di cui all'articolo 2207 »;
d) all'articolo 2204-ter:
1) al comma 1, le parole: « di cui agli articoli 954, comma 1, e 2204, comma 1, » sono soppresse;
2) il comma 2 è abrogato;
e) all'articolo 2224, comma 1, alinea, le parole: « di cui all'articolo 954 » sono soppresse;
f) al libro nono, titolo II, capo II, sezione VI, dopo l'articolo 2262-bis sono aggiunti i seguenti:
« Art. 2262-ter. - (Disposizioni transitorie in materia di trattamento economico dei volontari in ferma prefissata di un anno o in rafferma) - 1. Ai volontari in ferma prefissata di un anno e in rafferma annuale:
a) fino al 31 dicembre 2022, è corrisposta una paga netta giornaliera determinata nelle seguenti misure percentuali riferite al valore giornaliero dello stipendio iniziale lordo e dell'indennità integrativa speciale costituenti la retribuzione mensile del grado iniziale dei volontari in servizio permanente:
1) pari al 64 per cento, per i volontari in ferma prefissata di un anno;
2) pari al 74 per cento, per i volontari in rafferma annuale;
b) a decorrere dal 1° gennaio 2023, è attribuito il trattamento economico di cui agli articoli 1791, comma 1, e 1792, comma 1;
c) si applica l'articolo 1791, comma 2, se prestano servizio nei reparti alpini;
d) si applica l'articolo 1792, comma 4, per le indennità di impiego operativo;
e) durante la licenza straordinaria di convalescenza, se l'infermità non dipende da causa di servizio, esclusi i periodi di ricovero in luogo di cura, la paga è dovuta in misura intera per i primi due mesi, in misura ridotta alla metà per il mese successivo e, a decorrere dal quarto mese, non è più dovuta.
2. Ai volontari di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del presente codice in materia di trattamento economico riferite ai volontari in ferma prefissata senza ulteriori specificazioni.
Art. 2262-quater. - (Disposizioni transitorie in materia di trattamento economico dei volontari in ferma prefissata quadriennale o in rafferma) - 1. Ai volontari in ferma prefissata quadriennale:
a) fino al 31 dicembre 2025:
1) è corrisposta una paga netta giornaliera determinata nella misura percentuale pari al 74 per cento del valore giornaliero dello stipendio iniziale lordo e dell'indennità integrativa speciale costituenti la retribuzione mensile del grado iniziale dei volontari in servizio permanente;
2) per compensare l'attività effettuata oltre il normale orario di servizio, fatta salva la previsione di adeguati turni di riposo per il recupero psico-fisico disciplinati dalla normativa vigente in materia per le singole Forze armate, è corrisposta un'indennità pari a euro 103,29 mensili, a far data dal 1° gennaio 2005. Se il volontario in ferma prefissata quadriennale decede senza aver fruito dei turni di riposo di cui al primo periodo, ferma restando la corresponsione dell'indennità di cui al medesimo primo periodo, l'attività effettuata oltre il normale orario di servizio è integralmente remunerata a favore degli eredi nella misura pari al compenso per lavoro straordinario previsto per il grado di graduato e gradi corrispondenti;
3) si applica l'articolo 1792, comma 3, per i compensi forfetari di guardia e di impiego;
4) si applica l'articolo 1792, comma 4, per le indennità di impiego operativo;
b) a decorrere dal 1° gennaio 2026:
1) è attribuito il trattamento economico di cui all'articolo 1791, comma 3;
2) per compensare l'attività effettuata oltre il normale orario di servizio, si applica l'articolo 1792, comma 2;
3) cessa la corresponsione dell'indennità di cui alla lettera a), numero 2);
4) si applica l'articolo 1792, comma 3, per i compensi forfetari di guardia e di impiego;
5) si applica l'articolo 1792, comma 5, per le indennità di impiego operativo;
c) durante la licenza straordinaria di convalescenza, di cui all'articolo 1503, comma 6, se l'infermità non dipende da causa di servizio, esclusi i periodi di ricovero in luogo di cura, la paga di cui alla lettera a), numero 1), ovvero il trattamento economico di cui alla lettera b), numero 1), sono dovuti in misura intera per i primi sei mesi, in misura ridotta alla metà per i successivi tre mesi e, a decorrere dal decimo mese, non sono più dovuti.
2. Ai volontari in ferma prefissata quadriennale in rafferma biennale ovvero annuale sono attribuiti il parametro stipendiale e gli assegni a carattere fisso e continuativo spettanti al grado iniziale dei volontari in servizio permanente. Dalla data di attribuzione del trattamento economico di cui al primo periodo cessa la corresponsione dell'indennità di cui al comma 1, lettera a), numero 2).
3. Ai volontari di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del presente codice in materia di trattamento economico riferite ai volontari in ferma prefissata senza ulteriori specificazioni ».
Art. 6.
Approvato
(Disposizioni di coordinamento e finali in materia di revisione del modello di Forze armate interamente professionali)
1. Nelle more dell'adeguamento delle disposizioni del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90:
a) a decorrere dal 1° gennaio 2023, ai volontari in ferma prefissata iniziale si applicano le disposizioni del libro quarto, titolo III, capo I, sezione I, del citato regolamento riferite ai volontari in ferma prefissata di un anno;
b) a decorrere dal 1° gennaio 2025, ai volontari in ferma prefissata iniziale e ai volontari in ferma prefissata triennale si applicano le disposizioni del libro quarto, titolo XI, riferite, rispettivamente, ai volontari in ferma prefissata di un anno e ai volontari in ferma prefissata quadriennale.
2. A decorrere dal 1° gennaio 2023, l'importo del buono pasto corrisposto ai volontari in ferma prefissata ai sensi degli articoli 546 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e 1792 del medesimo codice, come sostituito dall'articolo 4, comma 1, lettera b), della presente legge, ove ne ricorrano i presupposti, è fissato nella misura prevista per il grado iniziale del ruolo dei volontari in servizio permanente.
3. Fermo restando quanto previsto per i volontari in ferma prefissata delle Forze armate dall'articolo 703 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, come modificato dall'articolo 3, comma 1, lettera a), numero 10), della presente legge, all'articolo 6, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 199, le parole: « anni 26 » sono sostituite dalle seguenti: « anni 24 ».
Art. 7.
Approvato
(Ridenominazione delle qualifiche dei sergenti nonché dei gradi e delle qualifiche dei volontari in servizio permanente)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 627, comma 7:
1) le parole: « primo caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
2) le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
b) all'articolo 629, comma 2, lettera a), le parole: « qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « sergente maggiore aiutante per l'Esercito italiano e l'Aeronautica militare; secondo capo aiutante per la Marina militare; brigadiere capo qualifica speciale per l'Arma dei carabinieri e il Corpo della Guardia di finanza »;
c) all'articolo 630:
1) al comma 1:
1.1) alla lettera a), le parole: « primo caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
1.2) alla lettera b), le parole: « caporal maggiore scelto » sono sostituite dalle seguenti: « graduato scelto »;
1.3) alla lettera c), le parole: « caporal maggiore capo » sono sostituite dalle seguenti: « graduato capo »;
1.4) alla lettera d), le parole da: « caporal maggiore capo scelto » a: « primo aviere capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato: sottocapo scelto per la Marina militare; primo graduato »;
2) al comma 1-bis:
2.1) le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
2.2) le parole: « : qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « : graduato aiutante per l'Esercito italiano e l'Aeronautica militare; sottocapo aiutante per la Marina militare; appuntato scelto qualifica speciale per l'Arma dei carabinieri e il Corpo della Guardia di finanza »;
2.3) le parole: « caporal maggiori capi scelti qualifica speciale », ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: « graduati aiutanti e corrispondenti »;
d) all'articolo 631, comma 1, lettera b), la parola: « sottocapo » è sostituita dalle seguenti: « comune scelto »;
e) all'articolo 632, comma 1:
1) alla lettera s), le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
2) alla lettera t), le parole: « caporal maggiore capo » sono sostituite dalle seguenti: « graduato capo »;
3) alla lettera u), le parole: « caporal maggiore scelto » sono sostituite dalle seguenti: « graduato scelto »;
4) alla lettera v), le parole: « primo caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
f) all'articolo 840, comma 2-bis:
1) all'alinea, le parole: « I sergenti maggiori capi, e gradi corrispondenti, con qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « I sergenti maggiori aiutanti, e corrispondenti »;
2) alla lettera d), le parole: « al grado » sono sostituite dalle seguenti: « alla qualifica »;
g) all'articolo 841:
1) al comma 1, la parola: « posseduto » è sostituita dalle seguenti: « e della qualifica posseduti »;
2) al comma 2-bis, alinea, le parole: « I caporal maggiori capi scelti, e gradi corrispondenti, con qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « I graduati aiutanti, e corrispondenti »;
h) all'articolo 1084-bis, commi 4 e 5, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « relativa al corrispettivo grado apicale »;
i) all'articolo 1283, comma 1-bis, le parole: « qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « sergente maggiore aiutante per l'Esercito italiano e l'Aeronautica militare; secondo capo aiutante per la Marina militare »;
l) all'articolo 1306:
1) al comma 1:
1.1) alla lettera a), le parole: « 1° caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
1.2) alla lettera b), le parole: « caporal maggiore scelto » sono sostituite dalle seguenti: « graduato scelto »;
1.3) alla lettera c), le parole: « caporal maggiore capo » sono sostituite dalle seguenti: « graduato capo »;
1.4) alla lettera d), le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
2) al comma 1-bis:
2.1) le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati »;
2.2) le parole: « qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « graduato aiutante per l'Esercito italiano e l'Aeronautica militare; sottocapo aiutante per la Marina militare »;
m) all'articolo 1307:
1) al comma 1, le parole: « 1° caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
2) ai commi 1 e 2, le parole: « caporal maggiore scelto » sono sostituite dalle seguenti: « graduato scelto »;
3) ai commi 2 e 3, le parole: « caporal maggiore capo » sono sostituite dalle seguenti: « graduato capo »;
4) al comma 3, le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
n) all'articolo 1307-bis:
1) alla rubrica e ai commi 1, alinea, e 4-bis, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di graduato aiutante e di sottocapo aiutante »;
2) alla rubrica, le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati »;
3) ai commi 1, alinea, e 4-bis, le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati e gradi corrispondenti »;
o) all'articolo 1308, comma 3, alinea, le parole: « sottocapo di 1a classe scelto » sono sostituite dalle seguenti: « sottocapo scelto »;
p) all'articolo 1323-bis:
1) alla rubrica e ai commi 1, alinea, e 4-bis, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di sergente maggiore aiutante o di secondo capo aiutante »;
2) alla rubrica, le parole: « sergenti maggiori capo » sono sostituite dalle seguenti: « sergenti maggiori capi e gradi corrispondenti »;
3) ai commi 1, alinea, e 4-bis, dopo le parole: « sergenti maggiori capi » sono inserite le seguenti: « e gradi corrispondenti »;
q) all'articolo 2197-quater, comma 2, le parole: « sergenti maggiori capi qualifica speciale e gradi » sono sostituite dalle seguenti: « sergenti maggiori aiutanti e qualifiche »;
r) all'articolo 2197-sexies, comma 2, le parole: « caporal maggiori capi scelti qualifica speciale e gradi » sono sostituite dalle seguenti: « graduati aiutanti e qualifiche »;
s) all'articolo 2209-septies, comma 3, lettera c), le parole: « o della qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « , di sergente maggiore aiutante o di graduato aiutante, e qualifiche corrispondenti, »;
t) all'articolo 2254-ter:
1) alla rubrica, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di sergente maggiore aiutante o di secondo capo aiutante »;
2) ai commi 1, 2, alinea, e 2-ter, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di sergente maggiore aiutante e corrispondenti »;
u) all'articolo 2255, alla rubrica e al comma 1, le parole: « 1° caporal maggiore » sono sostituite dalla seguente: « graduato »;
v) all'articolo 2255-bis:
1) alla rubrica e al comma 1, alinea, le parole: « caporal maggiore capo scelto » sono sostituite dalle seguenti: « primo graduato »;
2) al comma 1:
2.1) all'alinea, le parole: « nel grado di caporal maggiore capo » sono sostituite dalle seguenti: « nel grado di graduato capo »;
2.2) alle lettere a), b), c) e d), le parole: « caporal maggiori capi » sono sostituite dalle seguenti: « graduati capi »;
3) al comma 2, le parole: « caporal maggiori capi » sono sostituite dalle seguenti: « graduati capi e gradi corrispondenti »;
z) all'articolo 2255-ter:
1) alla rubrica e ai commi 1, secondo periodo, 2, alinea, 2-ter e 2-quinquies, alinea, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di graduato aiutante o di sottocapo aiutante »;
2) alla rubrica e ai commi 1, primo periodo, e 2-quater, alinea, le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati »;
3) ai commi 2, lettere a), b), c), d) ed e), 2-bis, 2-ter e 2-quinquies, lettere a), b), c) e d), le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati, e gradi corrispondenti, »;
4) al comma 2-quater, alinea, la parola: « speciali » è sostituita dalle seguenti: « di graduato aiutante e di sottocapo aiutante »;
aa) all'articolo 2262-bis:
1) al comma 8-bis:
1.1) all'alinea:
1.1.1) le parole: « caporal maggiori capi scelti qualifica speciale, ai sergenti maggiori capo qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « graduati aiutanti, ai sergenti maggiori aiutanti »;
1.1.2) la parola: « gradi » è sostituita dalla seguente: « qualifiche »;
1.2) alla lettera a), le parole: « caporal maggiori capi scelti con qualifica speciale e gradi » sono sostituite dalle seguenti: « graduati aiutanti e »;
1.3) alla lettera b), le parole: « sergenti maggiori capi con qualifica speciale » sono sostituite dalle seguenti: « sergenti maggiori aiutanti »;
2) al comma 8-ter:
2.1) all'alinea, la parola: « speciale » è sostituita dalle seguenti: « di graduato aiutante, di sergente maggiore aiutante e qualifiche corrispondenti »;
2.2) alla lettera a), le parole: « caporal maggiori capi scelti » sono sostituite dalle seguenti: « primi graduati ».
Art. 8.
Approvato
(Disposizioni in materia di avanzamento degli ufficiali)
1. Al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1042, comma 1:
1) alla lettera c), dopo le parole: « da cinque » sono inserite le seguenti: « generali di brigata o »;
2) alla lettera d), dopo le parole: « da un » sono inserite le seguenti: « brigadier generale o »;
b) dopo l'articolo 1094 è inserito il seguente:
« Art. 1094-bis. - (Attribuzione del grado di vertice per alcuni ruoli) - 1. All'ufficiale più anziano appartenente ai ruoli normali dell'Arma dei trasporti e dei materiali, del Corpo di commissariato e del Corpo sanitario dell'Esercito italiano, del Corpo sanitario militare marittimo e del Corpo di commissariato militare marittimo della Marina militare, delle Armi dell'Aeronautica militare, del Corpo di commissariato aeronautico e del Corpo sanitario aeronautico dell'Aeronautica militare, che ha maturato un periodo di permanenza minima pari a un anno nel grado di maggior generale o grado corrispondente, previo giudizio di idoneità all'avanzamento, espresso dalla commissione di vertice della Forza armata di appartenenza, ai sensi dell'articolo 1058, comma 2, e secondo le modalità di cui all'articolo 710 del regolamento, è conferito il grado di tenente generale o grado corrispondente.
2. Il conferimento è effettuato in sovrannumero rispetto alle dotazioni organiche previste dal presente codice per il grado di generale di corpo d'armata o grado corrispondente e, in deroga all'articolo 1078, non dà luogo a vacanza organica nel grado di maggior generale o grado corrispondente ».
Art. 9.
Approvato
(Delega legislativa per la revisione dello strumento militare nazionale)
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale, disciplinato dal codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) ridefinizione, secondo criteri di valorizzazione delle professionalità dei reparti operativi e sulla base della rivalutazione delle esigenze di impiego nelle operazioni nazionali e internazionali, della ripartizione delle dotazioni organiche del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, da conseguire gradualmente entro l'anno 2033, nell'ambito delle dotazioni organiche complessive fissate dall'articolo 798, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010;
b) revisione, secondo criteri di efficienza e organicità, degli strumenti finalizzati al progressivo raggiungimento, entro il 2033, delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, di cui all'articolo 798, comma 1, del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010;
c) previsione di un incremento organico, da realizzare compatibilmente con il conseguimento dei risparmi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d), della legge 31 dicembre 2012, n. 244, non superiore a 10.000 unità, di volontari in ferma prefissata iniziale nonché di personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare ad alta specializzazione, in particolare medici, personale delle professioni sanitarie, tecnici di laboratorio, ingegneri, genieri, logisti dei trasporti e dei materiali, informatici e commissari, in servizio permanente, per corrispondere alle accresciute esigenze in circostanze di pubblica calamità e in situazioni di straordinaria necessità e urgenza, adottando la necessaria disciplina di adeguamento;
d) istituzione di una riserva ausiliaria dello Stato, non superiore a 10.000 unità di personale volontario, ripartito in nuclei operativi di livello regionale posti alle dipendenze delle autorità militari individuate con decreto del Ministro della difesa, impiegabile nei casi previsti dall'articolo 887, comma 2, del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 e dall'articolo 24 del codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, ovvero in forma complementare e in attività in campo logistico nonché di cooperazione civile-militare, disciplinandone la struttura organizzativa, le modalità di funzionamento, nonché lo stato giuridico militare e le modalità di reclutamento, addestramento, collocamento in congedo e richiamo in servizio del relativo personale;
e) previsione della possibilità, per i volontari in ferma prefissata, di partecipare ai concorsi per il reclutamento nelle altre categorie di personale delle Forze armate ovvero introduzione o incremento delle riserve di posti a loro favore nei medesimi concorsi;
f) previsione di iniziative, nell'ambito delle risorse umane e strumentali assegnate a legislazione vigente, per ridefinire la formazione dei volontari in ferma prefissata triennale, associando all'addestramento militare di base e specialistico, compreso quello relativo a operazioni cibernetiche, attività di studio e di qualificazione professionale volte all'acquisizione di competenze polifunzionali utilizzabili anche nel mercato del lavoro, nonché mediante l'ottimizzazione dell'offerta formativa del catalogo dei corsi della Difesa;
g) revisione della struttura organizzativa e ordinativa del Servizio sanitario militare secondo criteri interforze e di specializzazione, prevedendo:
1) l'adeguamento delle strutture e delle risorse strumentali anche per l'utilizzazione a supporto del Servizio sanitario nazionale, definendone le modalità;
2) la possibilità, per i medici militari e il personale militare delle professioni sanitarie, di esercitare l'attività libero-professionale intramuraria sulla base di convenzioni stipulate tra il Ministero della difesa, il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e le regioni;
h) istituzione di fascicoli sanitari relativi agli accertamenti sanitari effettuati nell'ambito di una procedura concorsuale di qualsiasi Forza armata, prevedendo che ad essi sia riconosciuta validità in riferimento a ulteriori procedure concorsuali della stessa o di altra Forza armata, per un arco temporale prestabilito, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali e senza alcuna esplicita richiesta da parte dell'interessato.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze nonché, per i profili di rispettiva competenza, con il Ministro della salute, con il Ministro dell'istruzione e con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa acquisizione dell'intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di Stato e sentito il Consiglio centrale di rappresentanza militare per le materie di sua competenza. Gli schemi dei decreti legislativi, corredati di relazione tecnica che dia conto della neutralità finanziaria dei medesimi ovvero dei nuovi o maggiori oneri da essi derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura, sono trasmessi alle Camere per l'espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, le quali si pronunciano entro sessanta giorni dalla data della trasmissione; decorso tale termine, i decreti possono essere adottati anche in mancanza del parere. Se il termine per l'espressione del parere parlamentare scade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto dal comma 1 o successivamente, quest'ultimo termine è prorogato di novanta giorni.
3. Entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo può adottare disposizioni integrative e correttive, con le modalità e nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui al presente articolo.
4. In conformità all'articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, qualora uno o più decreti legislativi adottati ai sensi del presente articolo determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al loro interno, essi sono emanati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.
5. Gli interventi normativi previsti dalle disposizioni dei decreti legislativi adottati ai sensi del presente articolo sono effettuati apportando le necessarie modificazioni al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66.
6. Il Governo apporta al testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, le modificazioni occorrenti per l'adeguamento ai decreti legislativi adottati ai sensi del presente articolo.
ORDINE DEL GIORNO
G9.1
Gasparri, Candura, Donno, Ortis, Petrenga, Vattuone, Rauti
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge, n. 2597, recante "Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale",
premesso che:
la crisi ucraina ha profondamente mutato gli assetti geopolitici europei ed internazionali evidenziando l'importanza di investire nel settore della difesa per poter garantire l'adempimento dei compiti assegnati alle Forze armate;
lo scenario geostrategico che già da anni era in profonda evoluzione ha subito un nuovo mutamento fondamentale; infatti, l'instabilità derivante dalla crisi ucraina richiede un nuovo impegno da parte dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica e dei Paesi membri per rispondere a questa nuova sfida;
l'emergenza sanitaria dovuta al diffondersi dell'epidemia da COVID-19 ha visto le Forze Armate in prima linea mettendo a disposizione della collettività le migliori capacità umane e materiali attraverso un impiego su larga scala delle componenti operative e logistiche a fianco della Protezione Civile e del Commissario Straordinario per supportare l'implementazione del piano vaccinale su tutto il territorio nazionale;
la tecnologia è diventata un pilastro fondamentale, in particolare nel settore della difesa: gli strumenti militari sono diventati prodotti ad altissimo contenuto tecnologico il cui impiego deve essere affidato a personale altamente addestrato;
l'articolo 9 del provvedimento in esame delega il Governo a adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale, disciplinato dal codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 nel rispetto di alcuni principi e criteri direttivi;
l'articolo 9 comma 1 lettera c) indica tra i principi e i criteri direttivi della delega la previsione di un incremento organico, da realizzare compatibilmente con il conseguimento dei risparmi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d), della legge 31 dicembre 2012, n. 244, non superiore a 10.000 unità, di volontari in ferma prefissata iniziale nonché di personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare ad alta specializzazione, in particolare medici, personale delle professioni sanitarie, tecnici di laboratorio, ingegneri, genieri, logisti dei trasporti e dei materiali, informatici e commissari, in servizio permanente, per corrispondere alle accresciute esigenze in circostanze di pubblica calamità e in situazioni di straordinaria necessità e urgenza, adottando la necessaria disciplina di adeguamento;
il disegno di legge in esame prevede la proroga del termine, sino all'anno 2033, per il graduale conseguimento della riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale delle Forze armate, fissate attualmente a 150.000 unità;
è prevista altresì la rimodulazione degli organici dei sottufficiali e dei volontari, fermi restando i volumi organici complessivi e quelli di ciascuna Forza armata;
il disegno di legge introduce un nuovo sistema di ferme articolato in una ferma iniziale di 3 anni e una successiva ferma triennale, al termine della quale tutti i volontari (in possesso di determinati requisiti) transitano nel servizio permanente;
è inserita nel disegno di legge la delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, prevedendo, tra l'altro, la ridefinizione della ripartizione tra Esercito italiano, Marina militare e Aeronautica militare delle dotazioni organiche, secondo criteri di valorizzazione delle professionalità dei reparti operativi e sulla base della rivalutazione delle esigenze di impiego nelle operazioni nazionali e internazionali, nonché la possibilità di incrementare gli organici dei volontari in ferma prefissata iniziale e del personale militare ad alta specializzazione in misura non superiore a 10.000 unità, così portando le dotazioni organiche complessive a 160.000 unità
alla luce dell'evoluzione degli scenari geopolitici internazionali,
considerato che:
nel corso delle audizioni è emersa l'esigenza di aggiornare l'organico complessivo anche relativamente a ruoli ufficiali e marescialli al fine di non perdere competenze e mettere a rischio le capacità operative;
in sede di dibattito è stata segnalata la questione relativa all'aumento esponenziale del personale operativo delle Forze Armate che, a causa della perdita dell'idoneità, transita nelle aree funzionali del personale civile ma viene comunque computato nelle dotazioni organiche della singola Forza Armata andando a diminuire, di fatto, le unità di personale che svolgono i compiti operativi assegnati,
impegna il Governo:
ad individuare, in aderenza alle specifiche esigenze delle singole Forze Armate, i profili delle unità aggiuntive previste dall'articolo 9, in modo tale da rispondere pienamente alle esigenze operative e sopperire alle particolari criticità emerse sugli assetti organizzativi rispetto alle esigenze di impiego nazionali ed internazionali;
a considerare - anche nell'ambito dell'esercizio della delega legislativa contenuta nell'articolo 9 - la possibilità di escludere dalle dotazioni organiche delle singole Forze Armate il personale militare che ha perso l'idoneità e che per questo transita nelle dotazioni organiche dei ruoli civili della Difesa anche istituendo un ruolo complementare in soprannumero degli organici delle singole forze armate al fine garantire una reale corrispondenza delle dotazioni organiche che la legge assegna alle singole Forze armate;
a valutare la possibilità, nell'ambito dei discendenti decreti legislativi o di altri provvedimenti legislativi, di:
- aggiornare progressivamente le spese militari, comprese quelle di funzionamento, in ossequio agli impegni internazionali assunti dall'Italia e nel rispetto delle modalità indicate nel Documento di Programmazione Pluriennale della Difesa;
- incrementare, da 10.000 a 20.000 unità, la possibilità di ampliamento dell'organico complessivo delle Forze armate previsto dalla delega, in modo da attestare lo strumento militare attorno alle 170.000 unità complessive di personale;
- aumentare, in percentuale, i numeri del personale militare in ferma iniziale, allo scopo di impedire l'invecchiamento progressivo dello strumento;
- venire incontro alle esigenze, rappresentate dalle Forze armate a più alta specializzazione tecnica, di preservare il personale che ha acquisito la necessaria formazione ed esperienza, non disperdendone il patrimonio di capacità;
- favorire il processo di coordinamento delle strutture militari, anche esaminando l'opportunità di istituire una commissione di avanzamento di vertice in senso più spiccatamente interforze,
impegna altresì il Governo a
dare una definizione normativa e giuridica agli impegni sollecitati anche da una delibera del Cocer Interforze, quali:
- coda contrattuale circa l'armonizzazione delle previsioni in materia di compenso per lavoro straordinario, nell'ambito del comparto difesa e sicurezza;
- attivazione del tavolo negoziale relativo alla previdenza, attesi i contenuti della legge di bilancio per l'anno 2022;
- area negoziale del personale dirigente, per la disciplina dei trattamenti accessori e degli istituti normativi per i trienni 2018-2020 e 2021-2023;
- riforma delle casse previdenziali esistenti, anche con l'istituzione della cassa previdenziale ruolo graduati.
________________
(*) Accolto dal Governo
ARTICOLO 10 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 10.
Approvato
(Copertura finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli articoli 2, 3, 4, 5, 6 e 8 della presente legge, pari a euro 137.938 per l'anno 2022, euro 46.353.382 per l'anno 2023, euro 45.733.408 per l'anno 2024, euro 46.127.349 per l'anno 2025, euro 131.525.166 per l'anno 2026, euro 131.551.648 per l'anno 2027, euro 131.557.372 per l'anno 2028, euro 131.529.544 per l'anno 2029, euro 131.566.912 per l'anno 2030, euro 131.572.637 per l'anno 2031, euro 131.544.808 per l'anno 2032, euro 131.582.177 per l'anno 2033, euro 180.786.713 per l'anno 2034, euro 180.883.922 per l'anno 2035, euro 184.153.402 per l'anno 2036, euro 184.159.126 per l'anno 2037, euro 188.043.919 per l'anno 2038, euro 188.081.288 per l'anno 2039, euro 188.200.993 per ciascuno degli anni 2040 e 2041, euro 189.256.667 per l'anno 2042 ed euro 191.085.984 annui a decorrere dall'anno 2043, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di parte corrente di cui all'articolo 619 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, comprensivo delle risorse accertate ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera d), della legge 31 dicembre 2012, n. 244.
2. In relazione alla riduzione di cui al comma 1, a decorrere dall'anno 2022, le consistenze del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare sono definite in modo tale da assicurare un livello di spesa non superiore a quello derivante dalle consistenze di cui alla tabella 2 annessa al decreto del Ministro della difesa 4 novembre 2021, pubblicato nel Giornale ufficiale del Ministero della difesa, dispensa n. 35 del 20 dicembre 2021.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
DISEGNO DI LEGGE
Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2021 (2682)
ARTICOLI DA 1 A 7 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
________________
N.B. Per gli articoli da 1 a 7 del disegno di legge n. 2682, tutti approvati, si rinvia al seguente link:
Articoli da 1 a 7 (in formato PDF)
Per gli Allegati 1 e 2 di cui all'articolo 5, si rinvia all'Atto Senato 2682 (pagg. 6-8).
DISEGNO DI LEGGE
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2022 (2683)
ARTICOLO 1 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 1.
(Disposizioni generali)
1. Nello stato di previsione dell'entrata e negli stati di previsione dei Ministeri, approvati con la legge 30 dicembre 2021, n. 234, sono introdotte, per l'anno finanziario 2022, le variazioni di cui alle annesse tabelle.
________________
N.B. Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.
Per le Tabelle recanti le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e agli stati di previsione della spesa, con gli annessi allegati ed elenchi, si rinvia all'Atto Senato 2683 .
Allegato B
Pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 2684
La Commissione, affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, con riferimento al riparto delle competenze normative fra lo Stato e le Regioni, parere non ostativo.
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
Pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 2605
La Commissione, affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, con riferimento al riparto delle competenze normative fra lo Stato e le Regioni, parere non ostativo.
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
Pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 2597
La Commissione, affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, esaminato il disegno di legge in titolo, nonché i relativi emendamenti, esprime, con riferimento al riparto delle competenze normative fra lo Stato e le Regioni, parere non ostativo.
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo e preso atto della relazione tecnica aggiornata, di cui all'articolo 17, comma 8, della legge di contabilità e finanza pubblica, positivamente verificata, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, con la seguente osservazione:
- con riguardo all'articolo 10 sulla copertura finanziaria, si ribadisce come già rilevato per la legge delega di revisione dello strumento militare n. 244 del 2012 che la previsione secondo cui, con decreto del Ministro della difesa, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono annualmente accertati i risparmi conseguiti nel corso dell'esercizio finanziario e i medesimi affluiscono in appositi fondi, uno di parte corrente e uno di conto capitale, per la riallocazione all'interno delle voci di spesa delle Forze armate, rappresenta una deroga al principio dell'unità del bilancio sancito dall'articolo 24, comma 4, della legge di contabilità.
Parere espresso dalla 1a Commissione permanente sui disegni di legge 2682 e 2683
La Commissione, affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, esaminati i disegni di legge in titolo, esprime, con riferimento al riparto delle competenze normative fra lo Stato e le Regioni, parere non ostativo.
Testo integrale dell'intervento del senatore Questore De Poli nella discussione dei Docc. VIII, nn. 9 e 10
Gentile Presidente,
Cari Onorevoli colleghi,
a nome del Collegio dei Senatori Questori, sottopongo stamane all'esame dell'Aula, il Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2021 e il progetto di Bilancio interno del Senato per il 2022.
Si tratta dell'ultimo bilancio del Senato presentato all'Assemblea nella legislatura che, come sapete, volge al termine. Fra qualche istante, evidenzierò i numeri e le cifre che attestano l'impegno quotidiano e costante degli organi di direzione politica di questo ramo del Parlamento, insieme all'Amministrazione, nella gestione rigorosa e attenta delle risorse pubbliche.
Gestione attenta, rigore, qualità dei servizi: questi sono stati i principi ai quali ci siamo ispirati e vorrei dire sono queste le tre parole chiave che rappresentano il minimo comune denominatore della legislatura.
Ci tengo a sottolineare che i risultati sono stati conseguiti in un periodo che è stato contraddistinto da una situazione di emergenza sanitaria scoppiata, nel 2020, con la diffusione del virus Covid-19.
Nonostante ciò, come è noto, il Senato della Repubblica ha continuato ad operare sempre, in sicurezza, anche nei mesi difficili di lockdown e nelle fasi dell'emergenza, garantendo dunque la continuità legislativa dell'organo parlamentare con l'attività sia dell'Aula che delle Commissioni.
Nel corso del 2022 la crisi internazionale e il fenomeno inflattivo che ne è scaturito non hanno comportato alcun incremento dei saldi di bilancio rispetto all'anno finanziario precedente, atteso che gli scostamenti derivanti da tale variabile "esterna" sono stati compensati attraverso un'opera di razionalizzazione della spesa del bilancio interno del Senato.
Il risultato che il bilancio di previsione evidenzia è quindi la conseguenza della costante opera di riordino dell'attività amministrativa al fine di raggiungere gli obiettivi individuati in sede programmatica, risultato che appare ancora più significativo se valutato in rapporto alla "qualità" della spesa, ovvero se si ha riguardo alla distinzione tra oneri di funzionamento e quelli di natura strettamente previdenziale.
È in questo contesto che oggi sottopongo all'attenzione dell'Aula i due documenti contabili che, come sappiamo, danno conto dell'attività svolta dall'Amministrazione.
Partiamo dall'esame del Rendiconto delle entrate e delle spese per l'anno finanziario 2021. La spesa complessiva del Senato, al netto degli accantonamenti, nel 2021, ammonta a 445.729.870,94 euro in diminuzione di oltre 3.215.425,74 euro rispetto al consuntivo del 2020.
Il trend è decrescente ed è ancora più marcato se mettiamo a confronto i dati del 2021 con quelli del 2012: in questo periodo, infatti, la spesa nominale effettiva del Senato si è ridotta del 6,35 per cento senza tenere conto degli effetti inflazionistici.
A confermare l'andamento positivo è un altro dato: il rapporto tra la spesa effettiva del Senato e la spesa statale è pari a 0,042 per cento.
In 15 anni, dal 2006 al 2021, tale rapporto è sceso da 0,083 a 0,042.
Continuiamo a leggere i dati di Rendiconto.
Sul versante delle Entrate si è registrato un risultato complessivo, nel 2021, al netto delle partite di giro e dei movimenti di cassa, pari a 542.506.065,51 euro. Come si evince dai documenti all'esame, con la delibera di approvazione del Rendiconto si provvede ad accertare un avanzo di esercizio per l'anno finanziario 2021 pari a 54.982.032,83 euro.
Per ciò che riguarda il bilancio dell'Assistenza sanitaria integrativa dei Senatori ASIS (che, come sappiamo, è interamente a carico dei Senatori), si prospetta a fine 2021 un avanzo di gestione complessivo pari a circa 2.500.000 euro.
L'azione di contenimento della spesa coinvolge tutti gli ambiti della macchina amministrativa.
Possiamo notare, ad esempio, che il rapporto tra spese di funzionamento e spese previdenziali rimane costante ed è pari a circa il 55 per cento per le prime e al 45 per cento per le seconde.
Va anche sottolineato, prima di entrare nel dettaglio di alcune singole voci, che l'aggregato spesa corrente obbligatoria rappresenta oggi il 91,56 per cento di tutte le spese del Senato e, come si evince dai dati di Rendiconto, questo aggregato - che riguarda le spese per Senatori, ex Senatori, Segreterie istituzionali, Gruppi parlamentari, personale dipendente in servizio e in quiescenza, oneri previdenziali e fiscali a carico dell'Amministrazione - registra una riduzione dall'inizio della Legislatura pari all'8,1 per cento.
Entrando nel dettaglio del Rendiconto, come accennavo prima, registriamo una riduzione trasversale in diverse voci.
Il Bilancio di previsione 2022 che presentiamo oggi è stato redatto in ossequio agli indirizzi deliberati in Assemblea in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione per il 2021 e di quello pluriennale 2021-2023 per quanto concerne le dinamiche delle più importanti voci di entrata e di spesa, ricordando che dal 2020 si è verificata l'emergenza sanitaria Covid-19, con i conseguenti riflessi gestionali.
I numeri e risultati del Bilancio di previsione evidenziano, come vedremo tra poco, la costante opera di razionalizzazione dell'attività amministrativa al fine di raggiungere gli obiettivi definiti in sede programmatica. Questi risultati e queste cifre sono ancora più significative se consideriamo la qualità della spesa, ovvero la distinzione tra oneri di funzionamento e quelli di natura strettamente previdenziale.
Il peso finanziario del Senato sulla finanza pubblica si è ridotto dal 2013 al 2022 per un importo pari a circa 344,1 milioni di euro.
Sono tutte risorse che, visto che vengono risparmiate, potranno essere impiegate per altre finalità di pubblico interesse.
Come si compone questa cifra?
Deriva innanzitutto dalla minore dotazione: Palazzo Madama, in parole povere, ha chiesto minori risorse allo Stato. Ogni anno, a partire dal 2012 fino ad oggi, la dotazione si è ridotta di 21,6 milioni di euro all'anno, rispetto all'ammontare del 2011.
Non si tratta di una misura una tantum.
Al contrario, è un'azione di contenimento della spesa strutturale che, in 10 anni, dal 2013 al 2022, ci ha portato a un minore impatto sulla finanza pubblica pari a 216 milioni di euro.
Si consolida quindi nel bilancio interno di Palazzo Madama un effetto di contenimento della spesa che riveste natura fortemente strutturale, anche al netto di ogni riflesso inflazionistico.
Per effetto di tale riduzione, l'importo della dotazione, nel 2022, risulta pari a 505.360.500 euro.
L'altra voce significativa che compone i 344,1 milioni di euro, insieme alla minore dotazione, è rappresentata dai risparmi effettuati nel periodo in questione (dal 2013 al 2022). Parliamo di economie di spesa che, per il periodo in questione, hanno portato complessivamente a 128,1 milioni di euro di risparmi, risorse che - come sappiamo - potranno essere utilizzate per altre finalità di pubblico interesse.
Ulteriori riduzioni della spesa per il funzionamento della macchina amministrativa potranno derivare anche dall'attuazione delle misure previste nell'ambito delle integrazioni funzionali delle Amministrazioni di Senato della Repubblica e Camera dei deputati, che peraltro hanno comportato la nascita del Polo della Documentazione parlamentare e del Polo informatico parlamentare oltre al rafforzamento del già esistente Polo bibliotecario parlamentare e una più stretta collaborazione tra gli Archivi storici.
Nel corso della XVIII Legislatura sono state curate dall'Amministrazione del Senato un cospicuo numero di procedure ad evidenza pubblica: sono state indette e svolte circa 30 procedure di gara di rilevanza comunitaria.
In attuazione delle disposizioni rese nella deliberazione del Consiglio di Presidenza n. 99/2017 del 10 maggio 2017, in materia di integrazioni funzionali tra le Amministrazioni di Camera e Senato - a cui accennavo prima - è stato promosso lo svolgimento in forma congiunta di diverse procedure per l'affidamento di servizi di comune necessità, realizzando in molti casi importanti economie di scala.
Secondo le previsioni dettate dal Codice degli appalti pubblici e dal CAD (il C.d. Codice dell'Amministrazione digitale), tutte le procedure svolte in Senato sono state condotte in via telematica, utilizzando la piattaforma di negoziazione Consip, che l'Amministrazione del Senato ha contribuito a testare in un progetto pilota per l'evoluzione tecnologica di tale sistema. Un quadro composito di strumenti negoziali, funzionale a rispondere compiutamente alle diverse esigenze di approvvigionamento di beni e servizi per il Senato, con una dialettica nei confronti degli operatori economici sempre improntata ai principi di trasparenza, economicità ed efficacia dell'azione amministrativa. Obiettivi perseguiti con continuità e attenzione, come dimostra la totale assenza di contenziosi per tutti gli affidamenti di cui si è detto.
Se guardiamo ai dati dei risparmi, nel dettaglio, vediamo che il contenimento della spesa c'è a 360 gradi, ovvero in tutti gli ambiti della macchina amministrativa.
Penso al fronte delle retribuzioni del personale dipendente che registra una riduzione della massa stipendiale dal 2011 al 2022 pari al 24,45 per cento, al netto delle nuove assunzioni.
Sul fronte delle spese di natura previdenziale (capitolo S.OI.26) esse si sono sensibilmente ridotte se mettiamo a confronto la spesa prevista nel 2022 con quella dell'anno precedente: -3,70 per cento.
Come si evince dai documenti contabili in esame, si assiste ad una riduzione generalizzata delle altre poste in bilancio, che mostrano l'attenzione dell'Amministrazione nella razionalizzazione dell'uso delle risorse pubbliche verso gli obiettivi di contenimento delle spese.
Qui farò una veloce disamina della riduzione delle principali voci di bilancio. Sul fronte delle indennità parlamentari e competenze accessorie, dall'inizio della scorsa legislatura ad oggi, la stima delle economie di spesa si attesta su un importo pari a 86 milioni di euro.
Rispettando così la curva dei dati degli anni precedenti, la percentuale della spesa per le indennità dei Senatori rispetto al bilancio totale del Senato si è più che dimezzato, dal 2001 al 2022, passando dal 19 al 9 per cento.
Per quanto riguarda il contributo ai Gruppi parlamentari, si prevede di mantenere invariata, nel triennio, la somma stanziata nel bilancio 2021 elevando conseguentemente la quota variabile spettante ai Gruppi medesimi.
Si evidenzia, inoltre, che per il bilancio dell'anno 2022 (considerando la fine anticipata della legislatura), e in relazione al bilancio triennale, anche per gli anni 2023 e 2024 si è tenuto conto dei risparmi derivanti dalla riforma costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. Si è provveduto quindi ad accantonare prudenzialmente i risparmi conseguenti, in vista di eventuali future spese conseguenti alle esigenze istituzionali connesse, anche con riferimento alle questioni di cui all'ordine del giorno G3 (testo 2), accolto in sede di esame del Bilancio di previsione 2021.
Il Senato come esempio di buona amministrazione.
Sappiamo bene che le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento. Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell'economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo.
Vorrei sottolineare, in questo contesto, un risultato positivo della nostra Amministrazione: il Senato ha pagato, infatti, nell'anno 2021 le fatture ai propri fornitori entro circa 30 giorni registrando performance decisamente migliori secondo quanto viene riportato dall 'European Payment Report, rispetto alla media europea registrata (oltre 60 giorni).
Capitolo Risorse umane.
Come sappiamo, è stato espletato il concorso per coadiutori parlamentari, mentre sono in corso le procedure di selezione relativa agli assistenti parlamentari. Successivamente, secondo quanto stabilito dal cronoprogramma definito con deliberazione del Consiglio di Presidenza n. 27 del 30 luglio 2019, verranno bandite le altre procedure concorsuali per Segretari e Consiglieri parlamentari.
Riguardo alle questioni concernenti il rapporto di lavoro dei dattilografi a tempo indeterminato, anche sulla base dell'invito contenuto nella decisione della Commissione Contenziosa del 20 giugno 2022, si propone di aprire una trattativa volta a riconsiderare il trattamento retributivo nel senso di prevedere degli scatti in ragione del merito e delle anzianità maturate.
Gli interventi su Aula, Commissioni e palazzi del Senato.
Gli interventi per migliorare i nostri lavori non sono cessati neanche durante la pandemia. Sono stati ammodernati i sistemi audio-video delle aule di tutte le commissioni e implementati dappertutto i sistemi di video-conferenza ed è stata finalmente informatizzata la procedura di scrutinio del voto di fiducia.
Entro la fine del prossimo mese di settembre sarà ammodernato l'impianto audio-video dell'aula della 4a Commissione, l'ultima mancante.
A Palazzo Carpegna è in fase di completamento l'ammodernamento dei servizi a disposizione degli utenti anche di quelli diversamente abili. A tale ultimo proposito proseguono i lavori per il superamento delle barriere architettoniche: ricordiamo che è stata eliminata la barriera per l'accesso all'aula della 14a Commissione e, nel contempo, sono stati realizzati lavori di ammodernamento dei servizi rendendoli accessibili ai diversamente abili. Si sta anche provvedendo in tal senso anche per l'accesso alle aule della 6a e della 11a Commissione. Particolare cura è stata dedicata a migliorare i ricambi d'aria all'interno dell'Aula dell'Assemblea e delle aule delle Commissioni e delle altre dove si svolgono riunioni. Sotto tale profilo i servizi tecnici stanno mettendo a punto il progetto volto a potenziare il numero di ricambi d'aria/ora in ciascuna aula. I Questori hanno infatti sollecitato il potenziamento dei sistemi di ventilazione meccanica controllata anche come misura di riduzione del rischio infettivologico.
Sempre a palazzo Carpegna è stata migliorata la vivibilità degli spazi comuni al piano ammezzato ampliando il sistema di illuminazione.
Contenimento della spesa, come dicevo poc'anzi, che deve avvenire a 360 gradi, su tutti gli aspetti della macchina amministrativa.
Penso alle politiche green del Senato.
Sul piano dell'efficienza energetica sono stati effettuati interventi per la riduzione dei consumi elettrici e termici e si stanno avviando interlocuzioni con esperti esterni per valutare azioni più incisive. Come Collegio dei Questori abbiamo dato il via al progetto di installazione di appositi sensori che forniranno puntuali evidenze dei consumi effettivi di ciascun palazzo in termini elettrici e termici definendo una base di dati indispensabile per valutare misure e iniziative di efficientamento energetico.
Dal potenziamento delle auto elettriche e ibride, all'illuminazione a basso consumo con apparecchi di ultima generazione, ai pannelli fotovoltaici, alla graduale adesione del Senato alla sfida del "plastic-free". In questi anni, Palazzo Madama ha compiuto piccoli passi in avanti sul fronte dell'attenzione alle politiche per l'ambiente e per migliorare la sostenibilità del patrimonio immobiliare del Senato.
Proseguiamo in questa direzione.
Per ciò che riguarda le infrastrutture informatiche, il Senato come è noto ha investito molto in questi anni su questo settore proprio perché abbiamo sempre ritenuto che l'innovazione tecnologica sia un fattore essenziale per migliorare la performance di un'Amministrazione come la nostra e, allo stesso tempo, per rendere il processo legislativo più efficiente ed efficace e far sì che la nostra Istituzione - che a me piace definire la "fabbrica delle leggi" - sia sempre più vista come il luogo della nostra democrazia parlamentare, sempre più vicino ai cittadini e alle loro esigenze.
Come sapete, il Senato si è dotato da tempo delle tecnologie di virtualizzazione ed è diventato un modello per tutti i Parlamenti d'Europa grazie alla tecnologia Cloud.
Con l'introduzione dei cosiddetti desktop virtuali - che hanno svolto un ruolo centrale durante l'emergenza Covid, - abbiamo facilitato e accelerato la strada dello smart working per chi lavora in Senato. Già con il precedente rinnovo delle infrastrutture informatiche, Palazzo Madama ha accolto la sfida del digitale, per un Parlamento 4.0, realizzando in questi anni un risparmio pari a 19 milioni di euro dal 2016 ad oggi. É in corso un ammodernamento e potenziamento dei sistemi informatici che consentirà ulteriori risparmi di spesa, adottando soluzioni tecnologiche ancora più "green". Come sappiamo la trasformazione digitale e la transizione ecologica camminano necessariamente di pari passo. Anche questo intervento si svolge in sintonia con le linee strategiche a cui si ispira il PNRR.
Parlamento 4.0. Le nuove tecnologie hanno cambiato le nostre vite trasformando il modo che abbiamo di comunicare con gli altri e di vivere la quotidianità. Tutto ciò ha avuto ovviamente un impatto sul nostro lavoro di parlamentari. Oggi, infatti, le attività e le procedure del processo legislativo viaggiano in Rete e grazie alla Rete. Basti pensare alla App Tabulas (disponibile per iOS e Android): si tratta di uno strumento che consente ai senatori di accedere ai documenti parlamentari. Abbiamo previsto la App Senato Media per consultare agenzie di stampa e la rassegna di quotidiani cartacei e web. Abbiamo favorito e dato impulso attraverso la realizzazione di nuove procedure e sistemi la presentazione in modalità digitale degli atti parlamentari, in particolare degli emendamenti che costituiscono una parte significativa del lavoro degli uffici. Sono allo studio ulteriori servizi informatici per l'inserimento diretto degli atti informatizzati nel sistema destinato alla loro gestione, con l'obiettivo di snellire tutte le relative procedure di lavorazione.
Sono in via di attivazione ulteriori strumenti informatici che favoriranno e semplificheranno la collaborazione ed il lavoro in team.
È stato introdotto, fra l'altro, in modo consistente l'impiego delle video-conferenze, anche attraverso la modernizzazione degli impianti audio-video ed informatici delle aule di Commissione. Ciò ha consentito e tuttora consente lo svolgimento in sicurezza di un gran numero di audizioni, anche nei momenti più duri della crisi pandemica. Solo nell'ultimo anno registriamo oltre 2500 videomeeting per un totale di quasi 18.000 ore di video-conferenza. È stato previsto un nuovo sistema di ripresa-video dell'Aula, così come abbiamo promosso l'ammodernamento tecnologico e informatico dell'Aula e delle Commissioni. Per beneficiare delle potenzialità della Rete è indispensabile investire sulla connettività.
La Rete Wi-fi è stata ampliata e aggiornata in Senato in questi anni. Oggi la Rete è composta da 270 access points e consente una connessione adeguata e sicura a circa 4000 dispositivi complessivi. Infine, abbiamo lavorato all'implementazione della Web Tv del Senato (7 canali in contemporanea) che ha assolto un compito ancora più importante in termini di pubblicità e trasparenza, sopperendo alle forti limitazioni di presenze consentite all'interno dei palazzi istituzionali. Alcuni numeri: 4.300 eventi "live", cioè in diretta streaming: tutte le sedute dell'Assemblea, oltre 2.500 sedute di Commissioni; circa I .400 incontri pubblici (convegni, conferenze stampa, etc.). Solo a partire dal 1 0 gennaio 2022, si contano oltre 350 sedute di Commissioni e 450 incontri pubblici. Dal 23 marzo 2018, ovvero dall'inizio della Legislatura, il canale You Tube del Senato (che conta circa 44.600 iscritti) ha totalizzato oltre 7 milioni e 700 mila visualizzazioni, per 1 milione e 700 mila ore di visualizzazione. Tra i filmati in archivio, uno dei più visti in assoluto è l'intervista di Senato TV alla senatrice a vita Liliana Segre, con più di 100.000 visualizzazioni.
Come ho evidenziato, descrivendo brevemente le iniziative assunte in questi anni, lo spirito che - come dicevo all'inizio della relazione - ha contraddistinto l'operato del Collegio dei questori e degli altri organi di direzione politica, unitamente all'Amministrazione, è stato quello di assicurare un miglioramento nella qualità dei servizi offerti, seppure nel contesto di una gestione rigorosa e attenta delle risorse.
Lo abbiamo fatto seppure nel contesto delle crisi sanitaria affrontata - a tal proposito vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il Dott. Federico Marini, Direttore del Polo Sanitario - consapevoli che questa è la strada per offrire il più adeguato supporto all'espletamento delle funzioni che la nostra Costituzione attribuisce al Senato in quanto organo centrale nella vita democratica del Paese.
Un'istituzione che funziona, cari Colleghi, è un'istituzione che viene sempre di più apprezzata dai nostri Cittadini. Un'istituzione che è aperta all'esterno come ci siamo sforzati di fare in questi anni - è più vicina a tutti. Il Senato è e intende essere la "casa degli italiani".
Mi avvio alla conclusione, con i ringraziamenti dovuti e di cuore, da parte mia, della senatrice Bottici e del senatore Arrigoni, quindi da parte del Collegio dei senatori Questori: non sono ringraziamenti di circostanza ma sono veri e sinceri. Ringraziamo il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e tutti Voi Colleghi con i quali abbiamo condiviso questi anni importanti e intensi di legislatura.
Occorre sottolineare che nessuno di questi risultati sarebbe stato possibile senza la professionalità, lo spirito di servizio, la dedizione di tutta l'Amministrazione che realmente è l'anima di questa macchina a partire dal Segretario generale, la dottoressa Elisabetta Serafin, dai Vice Segretari generali, dottor Federico Toniato e Alfonso Sandomenico, dai Direttori dei servizi, da tutti i collaboratori, dal personale tutto, dalle donne e gli uomini della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, che sono qui e garantiscono la sicurezza dei nostri Palazzi, e infine - ultimi ma non di certo per importanza - tutto il personale e i nostri assistenti parlamentari che qui, in Aula, ci aiutano nel garantire lo svolgimento ordinato dei nostri lavori parlamentari.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Sen. Antonio DE POLI
Testo integrale della relazione orale della senatrice Craxi sul disegno di legge n. 2684
L'Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge, già approvato dalla Camera dei deputati, recante la ratifica dei Protocolli al Trattato del Nord Atlantico, fatti lo scorso 5 luglio e relativi all'adesione alla NATO della Finlandia e della Svezia, i due Paesi baltici indotti ad aderire all'Alleanza atlantica, dopo decenni di tradizionale neutralità, a seguito dell'aggressione da parte della Federazione russa dell'Ucraina. La formalizzazione dell'invito ufficiale per i due Paesi ad aderire all'Alleanza atlantica si è determinata - anche a seguito del superamento dell'opposizione turca, mediante la firma di un apposito Memorandum trilaterale - in occasione del vertice dei Capi di Stato e di Governo della NATO, tenutosi, il 29 e il 30 giugno scorsi, a Madrid. L'adesione dei due Stati nordici è stata considerata utile a rendere più sicura e forte l'Alleanza, già a partire dall'avvio del processo di adesione. Ad oggi, peraltro, i due Protocolli sono già stati ratificati da ben 15 Stati membri dell'Alleanza, su 30 componenti.
I due Protocolli hanno lo scopo di favorire l'ulteriore rafforzamento della cooperazione militare tra i Paesi firmatari e di contribuire allo sviluppo dell'identità europea di sicurezza e di difesa, all'incremento dei livelli di capacità e di prontezza di reazione nelle situazioni di crisi nonché al consolidamento delle relazioni militari tra le nazioni interessate.
Il disegno di legge di ratifica dei due Protocolli si compone di 3 articoli. La relazione tecnica che accompagna il provvedimento evidenzia come dall'attuazione del disegno di legge non derivino oneri a carico del bilancio dello Stato.
I Protocolli non presentano profili di incompatibilità con la normativa nazionale, né con l'ordinamento dell'Unione europea e gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.
In conclusione, si propone l'approvazione del disegno di legge da parte dell'Assemblea.
Voglio sottolineare la rapidità con cui il Senato della Repubblica italiana si appresta a ratificare questo provvedimento - che non esito a definire di portata storica - che rafforza il fronte europeo in un momento segnato dal protagonismo aggressivo della Russia, rivitalizza il vincolo euroatlantico e offre al contempo salde rassicurazioni a due Paesi che si sentono minacciati.
Il rafforzamento dell'Alleanza atlantica è il migliore viatico di una pace che i fatti recenti hanno dimostrato non poter essere più garantita dalla cooperazione, bensì dalle deterrenze. L'Italia nel giorno stesso in cui il Senato degli Stati Uniti è chiamato a pronunciarsi sull'allargamento del perimetro atlantico in Svezia e Finlandia, ha dato prova ancora una volta di lungimiranza e di solido ancoraggio ai valori dell'Occidente.
Testo integrale della dichiarazione di voto della senatrice Garavini sul disegno di legge n. 2605
Signora Presidente, colleghi senatori, la mobilità è occasione di crescita sia per chi parte, che per il Paese ospitante.
Come europei lo sappiamo bene, tanto che da anni promuoviamo con entusiasmo la mobilità di studenti e lavoratori attraverso i programmi Erasmus Plus e Leonardo Da Vinci.
Ecco che oggi, con la ratifica dell'accordo in materia di mobilità giovanile tra la Repubblica italiana e il Canada, applichiamo lo stesso principio anche ai nostri rapporti con un Paese extraeuropeo come il Canada appunto, con il quale vantiamo già solidi scambi sia nel campo accademico che professionale.
Non a caso, infatti, l'accordo nasce per sostituire un memorandum d'intesa in materia di scambi giovanili ormai superato, visto che risale al 2006.
La nuova intesa bilaterale è animata da uno spirito molto pratico e in particolare individua due categorie di partecipanti ai programmi di scambio.
Gli young professional, ossia i titolari di un titolo di studio post universitario equivalente alla nostra laurea triennale, che desiderino acquisire un'esperienza lavorativa nel Paese ospitante e gli international co-op, ossia tutti quegli studenti che, per completare il proprio corso di studi post-secondario, intendano effettuare un tirocinio curricolare presso un'azienda operante nel Paese ospite. Un tirocinio che, naturalmente, sarà incentrato sulle materie correlate al proprio percorso di studi.
Potranno beneficiare di questo accordo tutti quei cittadini di età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni che intendano viaggiare nel Paese ospitante per ottenere un lavoro temporaneo o, se titolari di un titolo di studio post secondario, per acquisire un'esperienza di lavoro sulla base di un contratto prestabilito o ancora gli studenti iscritti in istituti di livello post professionale che intendano appunto completare nel Paese ospitante un tirocinio.
L'intesa bilaterale ha inoltre il merito di prevedere parametri molto chiari per la partecipazione ai progetti di mobilità a partire dalla necessità che gli interessati dispongano di proprie risorse finanziarie per coprire le spese di viaggio e quelle iniziali di permanenza.
I percorsi di studio o lavoro non potranno durare più di dodici mesi e le condizioni lavorative relative ai salari e agli altri trattamenti contrattuali saranno stabilite in base alla legislazione del Paese ospitante.
In definitiva, Presidente, questo accordo si colloca in un quadro di progressivo rafforzamento delle relazioni bilaterali tra l'Italia e il Canada con l'obiettivo di migliorare le possibilità di scambio ed esperienze tra i cittadini dei nostri due Paesi e ha il merito di creare opportunità di formazione professionale per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
La mobilità ci fa crescere, perché chi parte accresce le proprie potenzialità, allo stesso tempo contribuisce al progresso dello Stato ospitante e, quando rientra, rappresenta un valore aggiunto anche per il suo di Paese.
Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del Gruppo Italia Viva-Psi.
Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore Aimi sul disegno di legge n. 2605
Lo strumento pattizio al nostro esame incrementerà e incentiverà il profondo senso di amicizia tra Italia e Canada attraverso la mutua conoscenza da parte delle generazioni più giovani.
Lo scambio di esperienze e di conoscenze allargherà lo spirito della generazione Erasmus all'immenso Paese d'oltreatlantico.
A nome del Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC, esprimo il voto favorevole.
Testo integrale della relazione orale del senatore Fantetti sul disegno di legge n. 2683
Il disegno di legge di assestamento, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto.
L'aggiornamento riguarda, per quanto riguarda le entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito, e, per quanto riguarda le spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute.
A partire dal 2017, in analogia con quanto stabilito per il disegno di legge di bilancio, anche il disegno di legge di assestamento è corredato da una relazione tecnica in cui si dà conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza (DEF). Tale relazione è aggiornata all'atto del passaggio del provvedimento tra i due rami del Parlamento.
Per quanto riguarda il contenuto, il disegno di legge di assestamento si compone di un solo articolo che modifica la sezione II (Approvazione degli stati di previsione) della legge di bilancio per il 2022 (legge n. 234 del 2021).
L'articolo determina, sotto il profilo giuridico, l'aggiornamento delle previsioni di bilancio a legislazione vigente, per l'anno finanziario 2022, introducendo le occorrenti variazioni degli stanziamenti dello stato di previsione dell'entrata e degli stati di previsione dei Ministeri approvati con la legge di bilancio 2022. Tali variazioni sono esposte nelle tabelle annesse al disegno di legge.
Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte con il presente provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 10 gennaio e 31 maggio con atti amministrativi, ed unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi i cui atti amministrativi si sono perfezionati successivamente, quali il decreto-legge n. 4 del 2022 (cosiddetto decreto-legge sostegni-ter) e il decreto-legge n. 14 del 2022 (crisi in Ucraina), definiscono le previsioni assestate per il 2022.
In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio.
Il saldo si attesta ad un valore di -162,5 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -201,7 miliardi risultante dalla legge di bilancio.
Il miglioramento di oltre 39 miliardi del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali, in termini di competenza, è dovuto per 41 miliardi di euro alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento in esame, in parte compensate dalle variazioni negative determinate per atto amministrativo, per un valore di -1,8 miliardi.
Nel complesso, al miglioramento del dato assestato del saldo netto concorrono:
l'aumento delle entrate per complessivi 49,3 miliardi di euro, dovuta per 10,5 miliardi alle variazioni per atto amministrativo e per 38,8 miliardi alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, che interessa principalmente le entrate tributarie, per circa 25,7 miliardi. L'incremento complessivo del gettito di competenza atteso delle entrate tributarie, deriva dall'aumento delle imposte dirette per 15,6 miliardi di euro, collegato ad una previsione più favorevole di tutti i principali tributi, e dall'aumento delle imposte indirette per 10,1 miliardi di euro, collegato all'incremento dell'IVA, in particolare sugli scambi interni e sulle importazioni, e delle entrate derivanti dal prelievo erariale sugli apparecchi e congegni di gioco; l'aumento delle spese finali rispetto alle previsioni di bilancio, di 10,1 miliardi di euro, interamente determinato dalle variazioni per atto amministrativo (+12,4 miliardi), cui si aggiunge la proposta di assestamento di riduzione delle spese finali per quasi -2,3 miliardi. Sulla proposta di assestamento incide la riduzione della spesa per interessi per circa -2,7 miliardi e della spesa in conto capitale per circa -880 milioni, dalla proposta di incremento della spesa corrente primaria (+1,3 miliardi).
Come indicato nella relazione tecnica che accompagna il disegno di legge in esame, le proposte formulate sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della Pubblica amministrazione in quanto già scontate nei quadri tendenziali in sede di DEF 2022.
Anche gli altri saldi evidenziano un andamento positivo. Il risparmio pubblico (dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un miglioramento di 37,9 miliardi rispetto alla previsione iniziale. I dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un andamento positivo, per oltre 47 miliardi, passando da una previsione iniziale di -479,1 miliardi a circa -431,9 miliardi.
Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, queste determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di 1,8 miliardi in termini di competenza, derivante da un incremento delle spese finali (+12,4 miliardi) e da maggiori entrate per 10,5 miliardi. Tale risultato è determinato principalmente dall'attuazione dei due decreti-legge sopra richiamati - decreto-legge n. 4 del 2022 e decreto-legge n. 14 del 2022 - emanati, rispettivamente, per contrastare gli effetti della pandemia da COVID-19 e del rincaro dell'energia e per fronteggiare la crisi ucraina.
Nella Relazione illustrativa si precisa espressamente che il disegno di legge di assestamento in esame non sconta gli effetti dei due decreti-legge 21 marzo 2022, n. 21 e 17 maggio 2022, n. 50, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento, in quanto tali provvedimenti legislativi sono stati emanati ad una data non utile per l'inserimento dei relativi provvedimenti amministrativi di attuazione nel bilancio assestato.
Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 10,5 miliardi in termini di competenza, dovute a maggiori entrate tributarie per 5,7 miliardi e a maggiori entrate extratributarie per 2,8 miliardi.
Relativamente alle entrate tributarie si determinano variazioni in aumento pari a 5.683,5 milioni di euro. Tra le principali variazioni si evidenziano gli effetti derivanti dal decreto legislativo n. 230 del 2021, concernente l'istituzione dell'assegno unico e universale per i figli a carico, che all'articolo 10 ha disposto l'abrogazione delle detrazioni per figli a carico di età non superiore ai ventuno anni; gli effetti previsti agli articoli 2, 29 e 42 del decreto-legge n. 17 del 2022, riguardanti rispettivamente la riduzione al 5 per cento dell'aliquota IVA sulle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, la riapertura dei termini per la rideterminazione dei valori di acquisto delle partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati e dei terreni edificabili e con destinazione agricola, il differimento della deduzione della quota del 12 per cento dell'ammontare dei componenti negativi prevista ai fini dell'imposta sul reddito delle società e dell'imposta regionale sulle attività produttive. Per le entrate extratributarie, si registrano variazioni in aumento per 2.763,9 milioni di euro tra cui si evidenziano, in particolare:
- la variazione in aumento per 405 milioni di euro, per effetto del versamento all'entrata da parte del Gestore dei servizi energetici di una quota parte dei proventi delle aste delle quote di emissione di C02;
- l'incremento per complessivi 1.779 milioni di euro, a seguito del riversamento delle risorse già nella disponibilità della contabilità speciale 1778 intestata all'Agenzia delle entrate per l'erogazione dei contributi a fondo perduto in favore degli operatori economici maggiormente colpiti dall'emergenza epidemiologica da Covid-19;
- la variazione in aumento pari a 150 milioni di euro, per il versamento delle risorse disponibili, in conto residui, sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della transizione ecologica, utilizzate a parziale copertura del Fondo per la decarbonizzazione e per la riconversione verde delle raffinerie esistenti nei siti di bonifica di interesse nazionale.
In merito alle entrate da alienazione ed ammortamento dei beni patrimoniali, gli atti amministrativi in corso di gestione hanno determinato variazioni in aumento pari a 2.086,4 milioni di euro, in termini di competenza e di cassa, per effetto della riassegnazione al Fondo ammortamento titoli di Stato degli introiti derivanti dalle estinzioni anticipate dei mutui concessi alle Regioni per il risanamento dei servizi sanitari.
Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di 12,4 miliardi di euro, di cui 10,8 miliardi di incremento delle spese correnti e circa 1,6 miliardi di incremento di quelle in conto capitale.
Analizzando la spesa per categorie economiche, si evidenzia che per la spesa corrente, l'incremento di 10,8 miliardi è determinato principalmente dall'aumento dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche (16,4 miliardi), in relazione alle misure disposte con il decreto legislativo n. 230 del 2021, che ha previsto maggiori trasferimenti agli enti di previdenza per l'erogazione dell'assegno unico e universale per i figli a carico (10,3 miliardi) e, in misura minore, con il decreto-legge n. 17 del 2022 (4,3 miliardi), che trasferisce risorse alla Cassa per i servizi energetici e ambientali al fine di contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale e per garantire la continuità dei servizi agli enti territoriali. In aumento anche gli stanziamenti relativi ai trasferimenti correnti alle imprese (1 miliardo di euro) per effetto, principalmente, del decreto-legge n. 4 del 2022, il quale prevede sostegni ai settori colpiti dall'emergenza epidemiologica nonché a quelli colpiti dall'aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, e del decreto-legge n. 17 del 2022, che prevede ristori e crediti d'imposta per il settore dell'autotrasporto al fine di ridurre gli effetti dell'aumento dei prezzi dei carburanti. In aumento, infine, anche le spese per la categoria dei redditi da lavoro dipendente (+3,6 miliardi). La spesa in conto capitale aumenta di 1,6 miliardi. Sull'incremento incide la categoria dei contributi agli investimenti ad imprese, principalmente in ragione delle misure di sostegno alle aziende disposte dal decreto-legge n. 17 del 2022 per contrastare l'aumento dei prezzi delle materie prime.
Le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di 41,1 miliardi rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio, dovuto a una proposta di maggiori entrate finali per 38,8 miliardi e a una proposta di diminuzione delle spese finali per 2,6 miliardi. Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, nella relazione si precisa che esse sono state elaborate per tenere conto del quadro macroeconomico definito nel DEF 2022, assunto a base per l'aggiornamento delle stime per il medesimo anno, nonché degli andamenti effettivi del gettito registrati a tutto il mese di maggio dell'esercizio in corso. Le variazioni previste per l'adeguamento al DEF 2022, in quanto già considerate nelle previsioni del documento di programmazione, non determinano, quindi, effetti aggiuntivi sull'indebitamento netto.
Per quanto concerne le entrate finali, il disegno di legge di assestamento reca una proposta di aumento per 38,8 miliardi rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio 2022. Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2022, con un incremento di 25,7 miliardi di euro, per la competenza. Nel complesso, rispetto alle previsioni iniziali, si registra un aumento delle imposte dirette, per 15,6miliardi di euro, collegato ad una previsione più favorevole di tutti i principali tributi, in particolare delle ritenute Irpef sui redditi da lavoro dipendente, dell'autoliquidazione Ires, dell'imposta sostitutiva per la rideterminazione dei valori di acquisto di partecipazioni non negoziate nei mercati regolamentati e delle imposte sostitutive sulle plusvalenze e sui fondi pensione, e delle imposte indirette, per 10,1 miliardi di euro, collegato all'incremento dell'IVA, in particolare sugli scambi interni e sulle importazioni, e delle entrate derivanti dal prelievo erariale sugli apparecchi e congegni di gioco. Le entrate extratributarie registrano, nel complesso, un incremento pari a 13,1 miliardi di euro in termini di competenza (12,8 miliardi di euro in termini di cassa), determinato, in misura prevalente, dai versamenti erogati dall'Unione europea a titolo di contributi a fondo perduto per l'attuazione del dispositivo di ripresa e resilienza (PNRR), pari a 11,5 miliardi (cap. 3515/Entrata), nonché dai maggiori proventi attesi per le risorse proprie tradizionali riscosse per conto dell'Unione europea, per 1,1 miliardi di euro, e dai maggiori dividendi da versare da parte delle società a partecipazione pubblica, per 200 milioni di euro), Come per le entrate tributarie, l'incremento delle previsioni di cassa per le entrate del Titolo II tiene conto della ulteriore riduzione delle riscossioni a mezzo ruolo, la cui flessione è stata già considerata nelle stime del DEF 2022. Le entrate da alienazione, ammortamento e riscossione di crediti registrano una contrazione di 36 milioni di euro, sia di competenza che di cassa, interamente imputabile ad un allineamento alle previsioni dello scorso aprile elaborate per il DEF.
Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano una riduzione di circa 2,3 miliardi di euro in termini di competenza. Tale riduzione è determinata da una minore spesa corrente dovuta, essenzialmente, alla proposta di riduzione di 2,7 miliardi della spesa per interessi e redditi da capitale, compensata da altre maggiori spese correnti per 1,3 miliardi. ln diminuzione anche la spesa in conto capitale (-881 milioni).
Quanto alla spesa corrente, la riduzione è essenzialmente legata alla riduzione degli interessi passivi sui titoli del debito pubblico, pari a circa 2,7 miliardi. Come illustrato nella relazione, si registrano, da un lato, minori esigenze per gli interessi sui conti correnti di tesoreria, che determinano una riduzione degli stanziamenti per circa 1,7 miliardi, e per interessi sui buoni del Tesoro poliennali, per circa 2,2 miliardi, ai quali si contrappone un incremento della spesa per gli interessi sui buoni postali fruttiferi, per 1,5 miliardi. La riduzione della spesa per interessi è compensata dalla proposta di aumento di altre spese correnti per 1,3 miliardi. Le proposte di aumento della spesa corrente primaria sono connesse principalmente alle seguenti categorie economiche di spesa:
- consumi intermedi (+102 milioni di euro), su cui incide l'incremento degli stanziamenti per oneri di funzionamento dei Ministeri relativi alle spese per carburanti e utenze connesse al rincaro dei prodotti energetici per circa 110 milioni; trasferimenti alle amministrazioni pubbliche (+285 milioni), sui quali incidono le assegnazioni per la sistemazione contabile di somme anticipate dalla Tesoreria a seguito di pignoramenti connessi a contenziosi (230 milioni), l'incremento dei trasferimenti alla società Sport e Salute SpA per circa 20 milioni quale integrazione del finanziamento previsto ex lege;
- trasferimenti alle famiglie e istituzioni sociali private, che registrano un incremento di 42 milioni, principalmente per l'integrazione degli stanziamenti relativi ai finanziamenti degli istituti di patronato e di assistenza sociale (circa 76 milioni), per l'adeguamento dello stanziamento all'effettivo importo dei contributi versati all'entrata del bilancio statale dagli enti previdenziali nel 2021 e per l'adeguamento degli stanziamenti di bilancio relativi alla quota dell'8 per mille dell'IRPEF destinata allo Stato (+17 milioni) e alla quota destinata alla Conferenza episcopale italiana (-67,7 milioni) in relazione alle scelte operate dai contribuenti in sede di dichiarazione.
Quanto alla proposta di riduzione della spesa in conto capitale essa è sostanzialmente legata alla categoria «Acquisizioni di attività finanziarie», che presenta un decremento di competenza pari a 950 milioni di euro determinato da una riduzione per 1.100 milioni di euro relativamente agli oneri derivanti dalle operazioni su garanzie da esposizione su derivati, a seguito dell'andamento delle esigenze di finanziamento nonché dei tassi di interesse, e da un aumento per 150 milioni di euro riguardante il Fondo rotativo per la crescita sostenibile, finalizzato al finanziamento degli accordi per l'innovazione.
Con riferimento alle missioni del bilancio dello Stato, le proposte di assestamento determinano una riduzione degli stanziamenti della missione «Debito pubblico» pari a -13,3 miliardi di euro in termini di competenza e cassa, principalmente in relazione all'adeguamento delle esigenze per il rimborso dei prestiti internazionali. Considerando gli importi della missione «Debito pubblico», la spesa complessiva del bilancio dello Stato si assesta a 1.096,1 miliardi di euro, con un aumento di 2,2 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio.
Con riferimento alle missioni, le principali variazioni in aumento proposte dal disegno di legge di assestamento riguardano:
- gli stanziamenti della missione «L'Italia in Europa e nel mondo» per 1,1 miliardi, destinati al bilancio dell'Unione europea quali risorse proprie tradizionali (cap. 2752/MEF), che trovano poi compensazione nel corrispondente versamento all'entrata;
- gli stanziamenti della missione «Istruzione scolastica» per 127 milioni, a seguito in particolare dell'incremento degli stanziamenti per le supplenze brevi del personale scolastico (150 milioni);
- nell'ambito della missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica», che vede ridursi i suoi stanziamenti per 1,5 miliardi (di cui -1,7 miliardi per riduzione degli interessi sui conti di tesoreria (cap. 3100/MEF), rileva l'iscrizione dell'importo di 63 milioni da trasferire alla Grecia, derivante dai profitti dei titoli di Stato greci presenti nel portafoglio «Securities Markets Programme» (cap. 7607/MEF).
In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2022 determina complessivamente un miglioramento del saldo netto da finanziare di 37,4 miliardi di euro rispetto alla previsione di bilancio, derivante da un aumento delle entrate finali per 48,7 miliardi e da un aumento delle spese finali per 11,3 miliardi. In particolare, il saldo netto da finanziare si attesta a -239,8 miliardi. Il miglioramento di 37,4 miliardi rispetto alla previsione di bilancio, è esclusivamente dovuto alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento (+39,1 miliardi).
Per le dotazioni di cassa, si rammenta, le proposte di assestamento considerano, oltre all'adeguamento degli stanziamenti alle variazioni di competenza e le esigenze legate all'operatività delle amministrazioni, anche la consistenza effettiva dei residui passivi accertata a rendiconto, rispetto a quella presunta in sede di disegno di legge di bilancio. Quest'ultima infatti può risultare differente da quella presunta al momento della formazione della previsione della legge di bilancio, in quanto formulata con riferimento a un esercizio non ancora concluso.
Per quanto concerne gli altri saldi, anch'essi risultano tutti in miglioramento. In particolare, il ricorso al mercato risulta migliorato di 45,3 miliardi rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a -509,2 miliardi; analogamente, il saldo primario, rispetto ai -200,8 miliardi della previsione iniziale raggiunge l'importo di -166,1 miliardi. Il risparmio pubblico migliora di quasi 36 miliardi, attestandosi nelle previsioni assestate a -87,5 miliardi di euro.
Il miglioramento del saldo netto da finanziare di cassa è determinato dall'aumento delle entrate finali di 48,7 miliardi, che riguarda essenzialmente le entrate tributarie (+31 miliardi), per la gran parte proposto dal disegno di legge di assestamento in esame, e dall'aumento delle spese finali, che evidenziano anch'esse un incremento di circa 11,3 miliardi, interamente dovuto alle variazioni per atti amministrativi (+12,2 miliardi).
Nella definizione del bilancio di previsione, l'entità dei residui passivi viene stimata in modo presuntivo sulla base di un calcolo che fa riferimento alla massa spendibile e alle autorizzazioni di cassa risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso a quel momento. Solo con l'assestamento viene iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 10 gennaio dell'esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del rendiconto per l'esercizio precedente. Pertanto, il disegno di legge di assestamento per il 2022 registra l'entità effettiva dei residui esistenti all'inizio dell'esercizio, come accertata nel disegno di legge di approvazione del rendiconto per l'esercizio 2021. Con il provvedimento di assestamento si è provveduto ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2021, a seguito della gestione conclusasi nell'esercizio di consuntivo. Concorrono altresì all'aggiornamento anche i residui di nuova formazione di competenza della gestione 2021. Nel complesso, le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui finali attivi al 31 dicembre 2021 pari a 212.962 milioni di euro, a fronte dei 254.755 milioni di residui inizialmente presunti. L' ammontare dei residui passivi delle spese complessive (comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 208 milioni) risultanti alla chiusura dell'esercizio 2021 è pari a 188.265 milioni.
L'articolo 33, comma 4-septies, della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009) dispone che la RT di accompagnamento al disegno di legge di assestamento dia conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare (o da impiegare) con gli obiettivi programmatici definiti in coerenza con l'ordinamento europeo. La prima parte della RT illustra le principali variazioni previste dalla proposta di assestamento e i relativi effetti sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, che è per l'appunto il saldo rilevante per l'ordinamento europeo. A tale proposito, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di 39.231 milioni per la competenza e di 37.354 milioni di euro per la cassa. Complessivamente, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento, tenuto conto di quanto già scontato nei quadri tendenziali di finanza pubblica in sede di DEF, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico delle pubbliche amministrazioni, sono sostanzialmente neutrali sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche.
Nella seconda parte la RT rappresenta, in apposita tavola di raccordo, la coerenza fa il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato assestato con il conto economico delle pubbliche amministrazioni, anch'esso aggiornato per effetto delle variazioni che producono un impatto su di esso.
Nel corso dell'esame da parte della Camera dei deputati, è stato approvato un emendamento del Governo che recepisce, per l'anno 2022, un incremento delle entrate tributarie pari a 19.863 milioni in termini di competenza e di 20.620 milioni in termini di cassa. L'incremento riflette i versamenti riscontrati nei primi sei mesi del 2022 e i primi dati relativi ai versamenti F24 del mese di luglio. Secondo il Governo, tale miglioramento netto riflette l'andamento favorevole dell'Irpef e dell'IRES, principalmente per i risultati dei versamenti in autoliquidazione proiettati a tutto l'anno, nonché dell'IVA (al netto dell'extra-gettito utilizzato per finanziare la riduzione delle accise), sia sugli scambi interni sia sulle importazioni, quest'ultima trainata, in particolare, dai prezzi elevati delle materie prime energetiche e, in parte, anche dall'incremento dei volumi delle merci importate. Il Governo afferma che anche l'andamento delle entrate derivanti da attività di accertamento e controllo, incluse le riscossioni da ruoli, mostra un risultato più favorevole rispetto alle previsioni del DEF 2022, spiegando, per la sola componente riferita alla riscossione coattiva, la differenza tra la variazione di cassa e quella di competenza. L'aggiornamento tiene, altresì, conto di una revisione delle entrate da giochi (in particolare dei proventi del lotto e del prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento), sulla scorta dei più recenti dati di monitoraggio che evidenziano una dinamica meno favorevole rispetto a quanto indicato nel documento programmatico. Sul lato della spesa, viene previsto un incremento netto pari a 1.082 milioni di euro in termini di competenza e cassa. Tale incremento, attinente allo stato di previsione del MEF, deriva da una riduzione di 468 milioni della Missione 3 - Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali, programma 6 - Concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria e da un incremento di 1.550 milioni della Missione 29 - Politiche economiche-finanziarie e tutela della finanza pubblica, programma 5 - Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi di imposte. Tale aumento, in particolare, tiene conto della destinazione di 1.000 milioni all'incremento per il 2022 del Fondo sanitario nazionale. L'effetto netto di miglioramento del saldo netto da finanziare risulta pari quindi a 18.781 milioni in termini di competenza e a 19.538 milioni in termini di cassa.
Il Governo evidenzia che l'effetto netto sull'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni risulta pari a 11,1 miliardi, risultanti da maggiori entrate nette per 12,1 miliardi rispetto alle previsioni del conto economico della pubblica amministrazione incorporate nel DEF 2022, e maggiori spese per 1 miliardo per il finanziamento aggiuntivo del Fondo sanitario nazionale, disposto con l'emendamento medesimo. Il Governo infine segnala ulteriori miglioramenti rispetto al DEF per 3,2 miliardi, di cui 0,9 dovuti a maggiori entrate per contributi sociali e 2,3 ad «ulteriori variazioni migliorative che non trovano scritturazione nel bilancio dello Stato» e che pertanto non hanno riflessi nell'emendamento in esame. L'effetto migliorativo complessivo in termini di indebitamento netto della pubblica amministrazione ammonta a 14,3 miliardi, il quale corrisponde a quello oggetto di utilizzazione per effetto della deliberazione adottata dalle Camere a maggioranza assoluta, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, il 28 luglio scorso, a seguito della presentazione dell'apposita relazione al Parlamento.
Per ulteriori approfondimenti, si rinvia al dossier dei Servizi del bilancio e dei Servizi studi del Senato e della Camera dei deputati.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta è pervenuta al banco della Presidenza la seguente comunicazione:
Doc. VIII, n.10
sulla votazione finale il senatore De Bonis avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
DISEGNO DI LEGGE N. 2605:
sugli articoli il senatore Iwobi avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Airola, Alderisi, Auddino, Augussori, Barachini, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Cattaneo, Centinaio, Cerno, De Angelis, De Poli, De Vecchis, Di Marzio, Fazzolari, Floridia, Fusco, Galliani, Ghedini, Giacobbe, Laus, Merlo, Messina Assunta Carmela, Mirabelli, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Pepe, Pichetto Fratin, Pizzol, Porta, Pucciarelli, Ricciardi, Ronzulli, Sciascia, Segre, Sileri, Stefano, Trentacoste e Turco.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
È considerata in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, la senatrice Modena.
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 2 agosto 2022, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 26 novembre 2021, n. 206 - lo schema di decreto legislativo recante attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata (n. 407).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 2ª Commissione permanente e, per i profili finanziari, alla 5ª Commissione permanente, che esprimeranno i pareri entro 60 giorni dall'assegnazione.
Il Ministro della cultura, con lettera del 2 agosto 2022, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 - lo schema di decreto ministeriale recante rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2021-2023, con riferimento alla regione Lazio (n. 408).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 7ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.
Governo, trasmissione di atti e documenti
Il Ministro della transizione ecologica, con lettere in data 28 luglio 2022, ha inviato - ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - le comunicazioni concernenti:
la proroga della nomina del dottor Agostino Casillo a Commissario Straordinario dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, per la durata di sei mesi a decorrere dal 1° luglio 2022 (n. 56);
la proroga della nomina della dottoressa Gabriela Scanu a Commissario Straordinario dell'Ente Parco Nazionale dell'Asinara, per la durata di sei mesi a decorrere dal 2 settembre 2022 (n. 57);
la proroga della nomina del dottor Tommaso Pellegrino a Commissario Straordinario dell'Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, per la durata di sei mesi a decorrere dal 1° luglio 2022 (n. 58);
Tali comunicazioni sono trasmesse, per competenza, alla 13a Commissione permanente.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con lettere in data 21 e 28 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 23 settembre 2002, n. 250:
un decreto concernente l'autorizzazione all'utilizzo delle economie di spesa sul contributo assegnato con la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, per l'anno 2016, per il progetto "Adeguamento sismico dell'edificio palestra scuola elementare" nel comune di Castelleone di Suasa (AN). Il predetto documento è trasmesso alla 5a, alla 7a, alla 8a e alla 13a Commissione permanente;
un decreto concernente l'autorizzazione all'utilizzo delle economie di spesa sul contributo assegnato con la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, per l'anno 2016, per il progetto "Pass para parar a seca: polo agroalimentare di sviluppo sostenibile nel distretto di Namaacha - Mozambico". Il predetto documento è trasmesso alla 3a, alla 5a e alla 9a Commissione permanente.
Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera pervenuta in data 26 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 57-bis, comma 4-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, la prima relazione sullo stato di attuazione del Piano per la transizione ecologica, aggiornata al 30 maggio 2022.
Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 13a Commissione permanente (Doc. CCLXVII, n. 1).
Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, trasmissione di atti. Deferimento
Il Presidente dell'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, con lettera in data 20 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, del decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 31 dicembre 2020, il Rapporto riguardante il "Monitoraggio sull'evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio dell'energia elettrica e del gas".
Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento alla 10a Commissione permanente (Atto n. 1238).
Garante del contribuente, trasmissione di atti. Deferimento
In data 28 luglio 2022 è pervenuta, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2021 dal Garante del contribuente delle Marche.
Il predetto documento è trasmesso alla 6a Commissione permanente (Atto n. 1239).
Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti
Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettera in data 3 agosto 2022, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso la determinazione e la relativa relazione sulla gestione finanziaria di Difesa Servizi S.p.A. per l'esercizio 2020. Il predetto documento è trasmesso alla 4a e alla 5a Commissione permanente (Doc. XV, n. 607).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettere in data 21, 22 e 27 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20:
la deliberazione n. 16/2022/G - Rapporto PNRR: "Finanziamento di start-up". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1240);
la deliberazione n. 17/2022/G - Rapporto PNRR: "Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l'assunzione dei ricercatori da parte delle imprese". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 7a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1241);
la deliberazione n. 18/2022/G - Rapporto PNRR: "Accordi per l'innovazione". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1242);
la deliberazione n. 19/2022/G - Rapporto PNRR: "Rete di servizi di facilitazione digitale". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1243);
la deliberazione n. 20/2022/G - Rapporto PNRR: "Servizio civile digitale". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1244);
la deliberazione n. 21/2022/G - Rapporto PNRR: "Servizio civile universale". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1245);
la deliberazione n. 22/2022/G - Rapporto PNRR: "Sport e inclusione sociale". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 7a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1246);
la deliberazione n. 23/2022/G - Rapporto PNRR: "Servizi digitali e cittadinanza digitale - Piattaforme e applicativi (PagoPa e AppIO)". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1247);
la deliberazione n. 24/2022/G - Rapporto PNRR: "Rafforzamento e potenziamento della ricerca biomedica del SSN". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1248);
la deliberazione n. 25/2022/G - Rapporto PNRR: "Interventi strutturati socio-educativi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del terzo settore". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a, alla 7a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1249);
la deliberazione n. 26/2022/G - Rapporto PNRR: "Piattaforma notifiche digitali". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 2a, alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1250);
la deliberazione n. 27/2022/G - Rapporto PNRR: "Azioni volte a sostenere le capacità genitoriali e prevenire la vulnerabilità delle famiglie e dei bambini". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 2a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1251);
la deliberazione n. 28/2022/G - Rapporto PNRR: "Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1252);
la deliberazione n. 29/2022/G - Rapporto PNRR: "Rifinanziamento e ridefinizione del fondo 394/81 gestito da Simest". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1253);
la deliberazione n. 30/2022/G - Rapporto PNRR: "Dati e interoperabilità". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1254);
la deliberazione n. 31/2022/G - Rapporto PNRR: "Agenzia delal Cybersecurity". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1255);
la deliberazione n. 32/2022/G - Rapporto PNRR: "Citizen Inclusion Miglioramento dell'accessibilità dei servizi pubblici". La predetta deliberazione è trasmessa alla 1a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1256);
la deliberazione n. 33/2022/G - Rapporto PNRR: "Infrastrutture digitali". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1257);
la deliberazione n. 34/2022/G - Rapporto PNRR: "Programma innovativo per la qualità dell'abitare". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1258);
la deliberazione n. 35/2022/G - Rapporto PNRR: "Sicuro, verde e sociale: riqualificazione edilizia residenziale pubblica". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1259);
la deliberazione n. 36/2022/G - Rapporto PNRR: "Sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1260);
la deliberazione n. 37/2022/G - Rapporto PNRR: "Ricerca e sviluppo sull'idrogeno". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1261);
la deliberazione n. 38/2022/G - Rapporto PNRR: "Investimenti nella resilienza dell'agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 9a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1262);
la deliberazione n. 39/2022/G - Rapporto PNRR: "Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1263);
la deliberazione n. 40/2022/G - Rapporto PNRR: "Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 7a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1264);
la deliberazione n. 41/2022/G - Rapporto PNRR: "Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 8a, alla 9a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1265);
la deliberazione n. 42/2022/G - Rapporto PNRR: "Isole verdi". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1266);
la deliberazione n. 43/2022/G - Rapporto PNRR: "Investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1267);
la deliberazione n. 44/2022/G - Rapporto PNRR: "La valorizzazione dei beni confiscati alle mafie nel PNRR". La predetta deliberazione è trasmessa alla 2a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1268);
la deliberazione n. 45/2022/G - Rapporto PNRR: "Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico". La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1269);
la deliberazione n. 46/2022/G - Rapporto PNRR: "Investimenti infrastrutturali per le misure Zone Economiche Speciali (ZES). La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a, alla 6a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1270).
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
I senatori Calandrini, La Pietra, Rauti, Garnero Santanchè, Petrenga e Totaro hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-07346 dei senatori Ciriani e De Carlo.
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
PIRRO Elisa, CROATTI, DE LUCIA Danila, ROMANO, PAVANELLI Emma, L'ABBATE Patty, PELLEGRINI Marco, VANIN Orietta - Al Ministro della salute. - Premesso che:
ai sensi della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio per il 2019) è stabilita l'abrogazione dell'articolo 1 della legge n. 403 del 1971 che istituiva la categoria dei massofisioterapisti;
la legge n. 145 del 2018, a cui ha fatto seguito il decreto del Ministero della salute 9 agosto 2019, ha istituito gli elenchi speciali ad esaurimento presso gli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione per coloro che, in virtù di un titolo idoneo, hanno svolto per almeno 36 mesi nei precedenti 10 anni la professione sanitaria;
sul sito web del Ministero, il massofisioterapista è considerato operatore sanitario, in contrasto con la legge di bilancio per il 2019 che considera tale categoria come professione sanitaria in fase di riordino, permettendo al massofisioterapista formato con corsi autorizzati entro il 31 dicembre 2018 di svolgere l'attività di fisioterapista se iscritto all'elenco speciale ad esaurimento;
i massofisioterapisti iscritti all'elenco speciale ad esaurimento devono pagare la quota di iscrizione all'ordine, senza l'istituzione di un organismo di rappresentanza che ne garantirebbe la tutela;
considerato che:
il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio con sentenza n. 9374/2022 ha considerato legittimo l'elenco speciale ad esaurimento e ribadito la correttezza del decreto ministeriale 9 agosto 2019 nella parte in cui conferma i requisiti per l'iscrizione all'elenco stabiliti dalla legge n. 145 del 2018, consentendo, quindi, l'iscrizione solo a chi vanti un titolo conseguito non più tardi del 2015;
nella sentenza si afferma che il massofisioterapista rientra "mediante il modello degli elenchi 'ad esaurimento', nel novero delle professioni sanitarie (sulla cui configurazione lo Stato esercita ancora una propria competenza legislativa) sebbene come detto nel rispetto di ben precisi e tassativi limiti di natura temporale. Un intervento che si caratterizza ad un tempo per discrezionalità ma anche per proporzionalità, ragionevolezza ed equilibrio, avendo operato il legislatore un opportuno bilanciamento, come già ampiamente anticipato, tra diritto al lavoro ed esigenze di tutela della salute. In tale quadro, il punto di caduta è proprio costituito dal requisito dei 36 mesi di anzianità lavorativa. Termine questo del resto concepito in maniera non casuale ma calibrata ove soltanto si consideri che dal 2013 (anno in cui si consolida piuttosto chiaramente, grazie al risolutivo intervento del Consiglio di Stato, il fatto che i massofisioterapisti siano ormai da considerare alla stregua di 'operatori di interesse sanitario') coloro che erano in quel momento iscritti presso scuole regionali di formazione hanno poi goduto di un congruo lasso di tempo sia per conseguire il relativo titolo, sia per maturare una sufficiente esperienza lavorativa. Con ciò si vuole dire che il legislatore statale del 2018, pur nella sua lata discrezionalità, è stato comunque in grado di individuare un 'sottoinsieme' di siffatta categoria (massofisioterapisti) razionalmente coniugabile con le sottese e imprescindibili esigenze di tutela della salute della collettività intera (pertanto: il diritto al lavoro da un lato ed un motivo imperativo di interesse generale dall'altro lato)",
si chiede di sapere:
se il Ministro di indirizzo intenda adoperarsi affinché, in conseguenza di quanto considerato, venga finalmente attribuita alle prestazioni rese dai massofisioterapisti iscritti agli elenchi speciali l'esenzione dall'applicazione dell'IVA alle proprie fatture, come avviene per tutte le altre prestazioni sanitarie;
se intenda intervenire affinché i massofisioterapisti iscritti agli elenchi speciali abbiano accesso ai corsi di aggiornamento ECM, come tutti gli altri professionisti sanitari;
se intenda attivarsi affinché venga modificata la definizione "operatore sanitario" riportata sul sito del Ministero, correggendola in "professione sanitaria ad esaurimento".
(4-07349)
CORRADO Margherita, ANGRISANI Luisa, GRANATO Bianca Laura, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
a novembre 2021 l'editore Castelvecchi ha pubblicato, nella collana "Antipatrimonio", curata da Maria Pia Guermandi e Tomaso Montanari, un saggio intitolato "Decolonizzare il patrimonio. L'Italia, l'Europa e il passato che non passa", scritto dalla stessa Guermandi sulla scia del dibattito internazionale (vivace soprattutto nei Paesi anglofoni e francofoni) teso al superamento del pregiudizio della superiorità culturale dell'Occidente, al quale si sono accompagnati e si accompagnano gesti concreti di alto valore simbolico ma anche iniziative di decolonizzazione assunte sulla spinta di pulsioni a volte non meno cieche e violente di quelle "colonialistiche" del XIX e XX secolo;
storicamente, l'antropologia e l'archeologia sono state le scienze più funzionali alla colonizzazione e ad esse si devono grandi musei "globali" che oggi sono ovunque (anche in Italia) sotto la lente degli studiosi e dell'opinione pubblica, messi in discussione nel loro stesso diritto ad esistere, oltre che nella loro funzione, se non a patto di convertirsi al più presto ai nuovi dogmi e alle mode conseguenti, risultato di forzature persino terminologiche come decolonialismo, intersezionalità, pluriversalità;
considerato che, per quanto risulta agli interroganti:
nel quartiere EUR di Roma, dal 2016 il "museo delle Civiltà" (MUCIV) riunisce in un unico istituto con autonomia speciale l'ex "museo coloniale", il "museo preistorico ed etnografico Luigi Pigorini", il "museo dell'alto Medioevo Alessandra Vaccaro", il "museo dell'arte orientale Giuseppe Tucci" e il "museo delle arti e tradizioni popolari Lamberto Loria", allocati nel complesso progettato per l'esposizione universale del 1942 (i primi 4 nel palazzo delle Scienze e l'ultimo nel palazzo delle Tradizioni) in piazza Guglielmo Marconi (si veda la voce "museo delle Civiltà" sul sito ministeriale). Il 4 febbraio 2022 la direzione del museo è stata attribuita ad Andrea Viliani, nomina che l'ufficio di controllo della Corte dei conti che vigila sugli atti del Ministero della cultura ha ammesso a registrazione solo il 6 aprile, e solo "per correttezza amministrativa", dopo aver formulato rilievi sulla procedura di selezione, invitando inoltre l'amministrazione, per il futuro, "a voler meglio esplicitare il percorso motivazionale che ha condotto alla scelta finale", e a fornire rassicurazioni sul punto;
dopo che nei mesi scorsi si erano diffusi timori circa la permanenza nel museo delle Civiltà del "museo dell'alto Medioevo", di cui si vociferava che le collezioni sarebbero state trasferite al "museo nazionale romano-Crypta Balbi", e l'aula rivestita in opus sectile della domus di porta Marina sarebbe stata riportata ad Ostia, mandando in fumo la cospicua spesa affrontata pochi anni fa per il suo allestimento (con conseguente danno erariale), decisioni entrambe insensate e anti-culturali;
quelle apprensioni sono state rafforzate, di recente, e se ne sono aggiunte di nuove, per il fatto che il direttore Viliani ha annunciato la presentazione, il 26 ottobre 2022, del riallestimento del museo a fini "eversivi" in rapporto ai compiti del museo: far sì che esso "non risulti un luogo di mostra ma di riflessione". Orbene, se farne un luogo di meditazione è certamente lecito e implicitamente già ci si attende che un museo lo sia, contrapporre riflessione ad esposizione, negando che il museo delle Civiltà debba e possa "mostrare", va contro la storia e la missione di qualsiasi museo, tranne che, e sembra proprio questo il caso, non ci si vergogni della natura museale dell'istituto e si faccia di tutto per nasconderlo e farlo dimenticare al pubblico (si veda l'articolo "artribune.com/professioni-e-professionisti/2022/07/andrea-viliani-museo-delle-civilta-roma");
supportato dalla rodata macchina propagandistica del Ministero, il ripensamento del museo delle Civilità come "museo antropologico contemporaneo (…) decoloniale e multispecie", appena preannunciato, è già stato non solo assolto da ogni eventuale difetto ma gratificato di un'istantanea quanto prematura apoteosi di tutte le riaperture e i riallestimenti in programma, nonché degli annunciati ripensamenti delle sezioni ex coloniale e dei materiali organici, lasciando intendere che esso garantirà quello svecchiamento da troppo tempo atteso e sempre rimandato nella speranza che "sorgesse il sole dell'avvenire", ovviamente sorto con l'arrivo alla direzione del dirigente;
autocertificata la validità intrinseca della propria rilettura, il direttore ha svelato qualcosa anche della seconda tappa del percorso che, spalmato su 4 anni, si prefigge di intraprendere nell'ambito del "grande progetto museo delle Civiltà": intende vuotare alcune vetrine "appartenenti a varie epoche della storia del museo" per metterle a disposizione di 6 artisti che saranno "invitati a creare un nuovo programma di lungo termine in cui sviluppare autonomi progetti di ricerca, il cui oggetto saranno le collezioni e gli archivi del museo delle civiltà". In cosa si tradurrà tale affermazione è difficile immaginare ma almeno una conseguenza è certa fin d'ora: il decreto legislativo n. 42 del 2004 non riconosce come beni culturali le opere dei contemporanei se non a precise condizioni, tra cui l'appartenenza a collezioni di musei pubblici. I lavori dei 6 artisti all'interno del museo acquisteranno "automaticamente" la patente di beni culturali, e ciò renderà più "pesante" il curriculum di ciascuno dei 6 soggetti, non si sa ancora come selezionati;
valutato che:
risulta agli interroganti che il progetto di attualizzare le collezioni degli istituti facenti parte del museo delle Civiltà approfondendo l'aspetto antropologico, in omaggio alle tendenze attuali, non sia affatto una novità introdotta da Viliani: l'impegno di organizzare mostre tematiche a soggetto antropologico in atto da diversi anni, con iniziative spesso premiate da un grande successo di pubblico;
per l'Africa, merita ricordare "Aperti per lavori, impressioni d'Africa" (2018), seguita alla mostra sulle donne imprenditrici africane e a "[S]oggetti migranti. Dietro le cose le persone" (settembre 2012-aprile 2013), che vide gli antropologi del museo Pigorini collaborare con quelli del musée royal de l'Afrique centrale di Tervuren, del Museum für Völkerkunde di Vienna e del musée du quai Branly di Parigi. Per il Giappone, si segnalano "Geisha, l'arte, la persona" (luglio 2018-gennaio 2019) e la mostra fotografica di Damiano Rosa "Ichigo ichie, Una volta un incontro" (2019). Per l'America latina, "Qhapaq Non, Il grande cammino delle Ande" (2021); per le tribù canadesi la mostra fotografica di Roberto Vignoli "Fighters, l'altra storia degli Ucwalmicw, dei Sioux e dei Tainos" (dicembre 2016-gennaio 2017). Nel museo dell'alto Medioevo, infine, da aprile a giugno 2019 fu organizzata un'interessante mostra sulla sifilide, intitolata "La malattia della vergogna". Quanto al museo Pigorini, chiuso da tempo, sarà il futuro teatro de "l'avventuroso racconto dell'era dell'Antropocene" (Viliani), destinato agli alunni delle scuole, che, in verità, già lo frequentavano e svolgevano laboratori con guide specializzate,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non voglia rivalutare, usando maggiore prudenza, l'opportunità di assecondare i progetti del direttore Viliani tesi a "scombinare" tutte le esposizioni storiche e spostare finanche i depositi del museo, a parere degli interroganti senza una ragione scientifica patente, ma come mera dimostrazione di un "attivismo contemporaneo" (notoriamente gradito di per sé al vertice amministrativo dei musei) teso a propagandare un'antropologia improvvisata e di spettacolo che per fini personalistici è disposta a sacrificare, senza rispettarne la valenza storica, le collezioni e la qualità della proposta culturale di questo grande museo.
(4-07350)
LANNUTTI, SBRANA Rosellina - Ai Ministri della salute e della giustizia. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
G.D., 52 anni, vive a Torino e dal 2004 ha subito numerosi trattamenti sanitari obbligatori (TSO), a seguito di una diagnosi discutibile, basata sulle dichiarazioni della sua famiglia. Tutti i TSO sono stati effettuati nel reparto psichiatrico dell'ospedale "san Giovanni Bosco" di Torino. Non solo. G.D. ha passato molto tempo in 4 comunità psichiatriche torinesi, che gli hanno sottratto quasi 8 anni di vita;
G.D. non ha mai avuto atteggiamenti violenti e non ha alcuna restrizione a suo carico. Da oltre un decennio è stato privato delle chiavi di casa, in cui è oramai costretto ad abitare con la sua famiglia, a causa delle condizioni precarie dovute ai troppi farmaci, che è costretto a prendere, anche con l'inganno;
a causa di tutta questa situazione e dell'abuso di farmaci, in questi anni sono sorti seri problemi psicologici che impediscono a G.D. di avere una vita normale, tanto da arrivare a prendere in considerazione anche l'idea dell'eutanasia, come più volte manifestato, anche attraverso i social network;
considerato che, sempre per quanto risulta:
nel 2009 G.D. ha perso il lavoro, peraltro trovato a fatica, e a causa dei continui TSO non riesce più a fare quelle attività che prima svolgeva senza difficoltà, come leggere un libro, o andare a suonare nei locali la sera. Non può neppure uscire o frequentare quelle pochissime persone che gli sono ancora vicine. Se lo facesse, G.D. sarebbe costretto a citofonare per rientrare nella propria abitazione, rischiando un nuovo TSO, come è già successo in passato;
durante la sua permanenza al reparto psichiatrico dell'ospedale, G.D. ha conosciuto diversi pazienti nella sua stessa condizione, persone che in molti casi avevano una vita normale e svolgevano un lavoro o seguivano un percorso di studi prima di essere confinati in quel reparto, dove hanno vissuto un incubo senza via di scampo, tra continui ricoveri e danni da farmaci, spesso permanenti (e mai riconosciuti, o risarciti), somministrati sotto coercizione o minacce;
G.D. ha raccontato, anche pubblicamente, attraverso ad esempio un'intervista a "Radio radicale", che durante uno degli ultimi TSO è stato spinto a terra e preso a calci dagli infermieri e da alcuni dei medici del reparto, nel tentativo di somministrare con una puntura un farmaco che rifiutava, il Risperdal, con conseguenze gravi dovute agli effetti di quel genere di medicinale, come le crisi depressive e i pensieri suicidi. Il 4 dicembre 2020, un paziente di quel reparto si è tolto la vita nel corso di un ricovero, ma nessuno dei principali quotidiani torinesi ha riportato la notizia, come se nulla fosse successo,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo ritengano che sia stata violata nel caso di specie la legge istitutiva del servizio sanitario nazionale (legge n. 833 del 1978, artt. 33 e 34) che prevede per l'attuazione di TSO psichiatrico la concomitante presenza di tre condizioni: 1) alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici; 2) il rifiuto di detti interventi urgenti da parte dell'interessato; 3) la mancanza di condizioni e circostanze che consentano di adottare tempestive e idonee misure extraospedaliere;
se il Ministro della salute ritenga necessario disporre accertamenti di competenza presso l'ospedale "san Giovanni Bosco" di Torino per verificare se vi siano comportamenti illegittimi e perseguibili da parte del personale sanitario a danno di pazienti del reparto di psichiatria, e se ritenga di intervenire, per quanto di sua competenza, per scongiurare che possano verificarsi altri episodi come quello del signor G.D.;
se ritengano che sia stata violata la normativa anche rispetto alla limitazione temporale di durata del TSO prevista nel limite di 7 giorni, prorogabili per specifiche ragioni cliniche e comunicate previamente all'autorità sanitaria;
quali provvedimenti di loro competenza intendano assumere.
(4-07351)
GRANATO Bianca Laura - Al Ministro della salute. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
l'Azienda sanitaria provinciale (ASP) 6 di Palermo, in data 25 luglio 2022, ha inviato una comunicazione, a firma del direttore del dipartimento, ad una sua dipendente, la dottoressa C.M., con cui veniva disposta la sospensione del servizio a seguito del decorso infruttuoso del termine di 3 mesi dall'avvenuta documentata infezione da COVID-19 per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale previsto dall'articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021 (da effettuare entro il 31 dicembre 2022); la dipendente, dunque, che svolge la professione di fisioterapista, è stata conseguentemente estromessa dallo svolgimento dell'attività lavorativa, con privazione delle retribuzione;
l'articolo 4, comma 4, del decreto-legge n. 44 del 2021 stabilisce che l'atto di accertamento dell'inadempimento dell'obbligo vaccinale sia adottato da parte dell'ordine professionale territorialmente competente, all'esito delle verifiche di cui al comma precedente, e che abbia natura dichiarativa e non disciplinare;
nonostante il legale della dottoressa M. e la medesima abbiano subito interpellato il consiglio dell'ordine di appartenenza lo stesso ordine, che non ha ancora dato una risposta formale alle note inviate, ha comunicato alla professionista di non aver provveduto alla sospensione, rifiutandosi altresì di interagire con l'ASP 6 di Palermo e lasciando la professionista, non vedente, in balia degli eventi (ragion per cui l'unica via percorribile è il ricorso giudiziale per l'annullamento dell'illegittimo provvedimento di sospensione adottato da un organo, ex lege, incompetente);
in considerazione dell'incompetenza dell'organo che ha adottato il provvedimento di sospensione, il giorno 29 luglio la dottoressa M. si è recata comunque presso la propria sede di lavoro ma le è stato espressamente comunicato per mezzo di lettera scritta, da parte del dirigente della struttura, di astenersi dallo svolgimento dell'attività lavorativa,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non intenda verificare, per quanto di sua competenza, quali siano le ragioni per le quali il provvedimento di sospensione è stato adottato non da parte dell'ordine professionale territorialmente competente, come stabilito dall'articolo 4 del decreto-legge n. 44 del 2021, ma dall'ASP 6 di Palermo;
se sia a conoscenza di altri casi di sospensione dal servizio di personale sanitario che non abbia adempiuto al rispetto dell'obbligo vaccinale, con conseguente privazione della retribuzione, sospensione disposta da organi incompetenti ex lege.
(4-07352)
TURCO, ANASTASI - Ai Ministri dello sviluppo economico, della transizione ecologica e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
da tempo le organizzazioni sindacali denunciano che all'interno dello stabilimento siderurgico di Taranto, principale polo produttivo di acciaio in Europa, le gravi carenze relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti potrebbero mettere a serio rischio l'incolumità dei lavoratori e dei cittadini del territorio;
il 30 luglio 2022 si è verificato un incendio, peraltro visibile anche da diverse e vaste zone della città distanti dallo stabilimento, ad uno dei nastri trasportatori che collegano i parchi minerali del siderurgico dell'ex Ilva al 4° sporgente del porto di Taranto;
secondo fonti interne alla fabbrica, qualche giorno prima dell'evento, un altro nastro si era spezzato e l'azienda è intervenuta per riparare il danno;
si sottolinea che questo è il terzo incidente all'interno dello stabilimento nel giro di appena 15 giorni. In particolare, nella tarda serata del 29 giugno, nell'area di colata continua, mentre un gruista sollevava un bramma caricandolo sul carroponte, improvvisamente si sono rotte le funi che, come fruste, hanno urtato violentemente la zona di evacuazione e, successivamente, è precipitato il bozzello, di considerevole peso, da un'altezza di circa 15 metri. Il 14 giugno in Afo 1, dell'acciaio liquido ad alte temperature insieme a loppa è fuoriuscito dalla tubiera, occupando il piano di colata che, in condizioni normali, vede impegnate decine di lavoratori,
si chiede di sapere:
se si preveda di rafforzare le attività di controllo e di prevenzione del piano di sicurezza e tutela ambientale;
se sussistano prescrizioni concordate nei piani di manutenzione ordinaria e straordinaria, con riferimento anche alle relative risorse destinate a tali attività;
se le attività di controllo e prevenzione di incidenti siano oggetto di revisione, tenuto conto della frequenza di questi ultimi.
(4-07353)
CORRADO Margherita, LANNUTTI, GRANATO Bianca Laura, ANGRISANI Luisa - Al Ministro della cultura. - Premesso che lo scioglimento anticipato delle Camere ha vanificato la possibilità di tradurre in un atto di indirizzo il lavoro istruttorio svolto dalla 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) nei mesi scorsi, su iniziativa della prima firmataria della presente interrogazione, finalizzato ad approfondire il valore culturale della moneta nei contesti archeologici, valore rivelatosi fondamentale per la ricostruzione della circolazione monetale, della società e dell'economia nell'antichità, nel Medioevo e nella prima età moderna, nonché a cogliere le criticità che riguardano la tutela del patrimonio numismatico di natura archeologica;
considerato che:
dopo profonde riflessioni teoriche sull'interpretazione dei rinvenimenti monetali in scavo, avviate in ambito anglosassone dal 1965, anche in Italia si sono avuti importanti sviluppi nello studio del significato della moneta in rapporto al luogo e al contesto archeologico di rinvenimento, concretizzatisi in particolare nei convegni di Roma nel 1986, 2011 e 2018, nonché di Trieste nel 2022 (Fundmünzen & Co., "30 years of ancient coin finds (VI cent.BC - VIII cent. AD)", università degli studi di Trieste);
l'Italia ha riconosciuto l'importanza culturale delle "cose di interesse numismatico" sin dalla prima normativa nazionale di tutela (legge n. 364 del 1909, art. 1), contenente previsioni integralmente recepite e ampliate nell'evoluzione normativa successiva (legge n. 1089 del 1939, artt. 44 e 49), con il riconoscimento dell'interesse pubblico prevalente della conservazione e della trasmissione del patrimonio archeologico rinvenuto nel sottosuolo alle generazioni future, attraverso l'attribuzione della proprietà allo Stato di tutto ciò che fosse oggetto di rinvenimento (casuale o in seguito a ricerche), e nel codice civile (del 1942, art. 826), sino all'attuale codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004), che in particolare, all'art. 91, prescrive l'appartenenza allo Stato delle cose indicate nell'articolo 10 (beni culturali), da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini;
l'Italia ha inoltre sottoscritto la convenzione europea sulla protezione del patrimonio archeologico a Londra il 6 maggio 1969 (ETS n. 66) e la sua revisione a La Valletta il 16 gennaio 1992 (ETS n. 143), ratificando quest'ultima con legge n. 57 del 2015, per la sua "piena ed intera esecuzione" (art. 2). E la convenzione europea de La Valletta (art. 1) recita: "1. L'obiettivo della presente Convenzione (riveduta) è di proteggere il patrimonio archeologico in quanto fonte della memoria collettiva europea e strumento di studio storico e scientifico. 2. A tale scopo sono considerati come costituenti il patrimonio archeologico tutti i reperti, beni e altre tracce dell'esistenza dell'uomo nel passato: i) la cui salvaguardia e studio permettono di descrivere l'evoluzione della storia dell'uomo e del suo rapporto con la natura; ii) i cui principali mezzi di informazione sono costituiti da scavi e scoperte, nonché da altri mezzi di ricerca concernenti l'uomo e l'ambiente che lo circonda; iii) che si trovano su territori soggetti alla giurisdizione delle Parti contraenti. 3. Il patrimonio archeologico comprende le strutture, costruzioni, complessi architettonici, siti esplorati, beni mobili, monumenti di altro tipo e il loro contesto, che si trovino nel suolo o sott'acqua";
valutato che:
con la novella apportata dal decreto legislativo n. 62 del 2008 all'articolo 10, comma 4, lettera b), del codice dei beni culturali si è richiesto il carattere di rarità o di pregio per sottoporre a dichiarazione di interesse culturale i beni numismatici, introducendo un'eccezione nel sistema normativo, perché nel caso degli altri beni (storici, artistici, archeologici, etnoantropologici, paleontologici) per essere considerati "beni culturali" è sufficiente un generico "interesse" nel caso di appartenenza pubblica (art. 10, comma 1), o un interesse riconosciuto "particolarmente importante" nel caso di appartenenza privata (comma 3), ma senza che tale modifica possa incidere rispetto ai beni potenzialmente oggetto di rinvenimento "nel sottosuolo o sui fondali marini" (art. 91 del codice), appartenenti allo Stato in forza di legge;
sulla base di tale eccezione, in un congresso di giuristi presso l'università "Tor Vergata" di Roma, riunitisi il 18 maggio 2018 per discutere della "tutela dei beni di interesse numismatico", diversi interventi hanno voluto rimarcare l'esclusione dalla categoria dei beni culturali dei beni numismatici privi di caratteristiche di "rarità o pregio" rinvenuti nel sottosuolo, allo scopo di svincolarli dal principio della proprietà statale ope legis, con particolare riguardo ai "beni seriali, decontestualizzati". Altrettanto è accaduto al convegno intitolato "Stati generali della numismatica", svoltosi il 17 febbraio 2022 presso la Biblioteca del Senato, benché la novella apportata dal decreto legislativo n. 62 del 2008 non possa incidere, nella sua interpretazione autentica, rispetto ai beni potenzialmente oggetto di rinvenimento "nel sottosuolo o sui fondali marini" (art. 91), da circa un secolo appartenenti allo Stato in forza di legge;
a giudizio degli interroganti, tali dissertazioni giuridiche ignorano volutamente lo sviluppo delle scienze archeologiche negli ultimi cento anni e l'importanza di ogni minuto reperto, seriale o non seriale, per la ricostruzione del quadro della cultura materiale, delle produzioni e dei commerci, dell'economia e della società di un certo luogo in una data epoca, a esclusivo beneficio del privato collezionismo. Tra l'altro, svilendo il valore culturale del reperto archeologico "povero", includendo tra questi le monete prive di caratteristiche di "rarità o pregio", ed escludendone l'interesse nel momento in cui sia stato "decontestualizzato", ovvero strappato al luogo di secolare giacitura in un deposito di natura archeologica, si incentiva l'attività di ricerca e scavo clandestino, in particolare quella, foriera di enormi danni al patrimonio archeologico, effettuata per mezzo di metal detector, estremamente diffusa nel nostro Paese e recentemente inclusa tra i reati contro il patrimonio culturale (legge n. 22 del 2022) compresi nel codice penale (art. 707-bis), almeno per quanto riguarda le aree di riconosciuto interesse archeologico;
con le recenti modifiche al codice penale introdotte dalla legge n. 22 del 2022, inoltre, se con l'art. 518-undecies si sono incrementate le misure a protezione del patrimonio culturale e, in particolare, si è agito per contrastare il fenomeno dell'uscita senza controllo di beni culturali dai confini nazionali, non si è però prevista alcuna sanzione penale nel caso questo avvenga per cose di valore inferiore ai 13.500 euro, per le quali è sufficiente la presentazione agli uffici competenti per la vidimazione di un'autodichiarazione di valore economico, fatta eccezione per le cose di cui all'allegato A, lettera b, numero 1 (reperti archeologici; smembramento di monumenti, incunaboli e manoscritti; archivi),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non convenga sull'opportunità che il Ministero della cultura s'impegni a divulgare, con ogni mezzo ritenuto idoneo e opportuno, che, secondo la normativa di settore "le cose da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini appartengono allo Stato" a prescindere da qualunque valutazione, nel caso di beni mobili, delle loro caratteristiche di rarità o pregio e senza che sia necessario, una volta riconosciuta la loro natura archeologica, avviare un procedimento di verifica ai sensi dell'art. 12 del codice;
se intenda valutare la possibilità di introdurre, per quanto riguarda i beni numismatici di epoca antica e medievale, a prescindere dalle loro caratteristiche di rarità o pregio, un obbligo da parte dei commercianti di settore di fornire agli acquirenti documentazione sulla loro autenticità e sulla legittima provenienza ai sensi dell'art. 64 del codice, e, da parte dei collezionisti, di conservare tale documentazione a riprova della fonte di acquisizione del bene, abbassando l'attuale soglia di valore prevista dal decreto ministeriale n. 95 del 2009 per gli oggetti di antiquariato non contemplati dalle categorie da 1 a 14 aventi più di 50 anni.
(4-07354)