Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 430 del 10/05/2022
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
430a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
MARTEDÌ 10 MAGGIO 2022
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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO,
indi del presidente ALBERTI CASELLATI
e del vice presidente LA RUSSA
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro)-Alternativa-P.C.-I.d.V.: CAL-A-PC-IdV; Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-ITALIA AL CENTRO (IDEA-CAMBIAMO!, EUROPEISTI, NOI DI CENTRO (Noi Campani)): Misto-IaC (I-C-EU-NdC (NC)); Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-Potere al Popolo: Misto-PaP.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,38).
Si dia lettura del processo verbale.
MARGIOTTA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 3 maggio.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
PRESIDENTE. Comunico che in data 5 maggio 2022 è stato trasmesso dalla Camera deputati il seguente disegno di legge:
«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza » (2604).
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha approvato a maggioranza il calendario dei lavori dell'Assemblea fino al 17 maggio.
Nella seduta di oggi si svolgerà, fino alla sua conclusione, la discussione generale del decreto-legge sugli effetti economici della crisi ucraina. Poiché il Governo ha preannunciato la posizione della questione di fiducia sul provvedimento, la Conferenza dei Capigruppo ha proceduto all'organizzazione del relativo dibattito.
Nel pomeriggio di domani, una volta pervenuto l'emendamento interamente sostitutivo del decreto-legge, la Presidenza procederà alla valutazione di ammissibilità e alla trasmissione del testo alla 5ª Commissione permanente.
Nella mattina di giovedì 12 maggio l'Assemblea passerà alle dichiarazioni di voto sulla fiducia, alle quali seguirà la chiama.
L'ordine del giorno della seduta di domani prevede altresì, a partire dalle ore 9,30, la discussione, dalla sede redigente, dei seguenti disegni di legge: dichiarazione di monumento nazionale del Teatro Regio di Parma; celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti; legge salvamare, già approvata dal Senato e modificata dalla Camera dei deputati.
Su richiesta di alcuni Gruppi, i lavori parlamentari di Assemblea e Commissioni di domani saranno sospesi dalle ore 12 alle ore 14.
Martedì 17 maggio, alle ore 16,30, saranno discussi il decreto-legge sulla cessazione dello stato di emergenza, approvato dalla Camera dei deputati, e la relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio sui percorsi di trattamento per uomini autori di violenza nelle relazioni affettive e di genere.
La Conferenza dei Capigruppo si riunirà nella stessa giornata di martedì 17, alle ore 15,30, per definire l'ulteriore programma dei lavori.
Giovedì 19 maggio, alle ore 15, è previsto il Premier question time.
Calendario dei lavori dell'Assemblea
Discussione e reiezione di proposta di modifica
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato a maggioranza - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - il calendario dei lavori fino al 17 maggio:
| Martedì | 10 | maggio | h. 16,30-20 | - Disegno di legge n. 2564 - Decreto-legge n. 21, Effetti economici crisi ucraina (scade il 20 maggio) - Disegno di legge n. 2416 - Dichiarazione monumento nazionale Teatro Regio di Parma (dalla sede redigente) - Disegno di legge n. 2317 - Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti (dalla sede redigente) - Disegno di legge n. 1571-B - legge SalvaMare (approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (dalla sede redigente) |
| Mercoledì | 11 | " | h. 9,30-20 | |
| Giovedì | 12 | " | h. 9,30 |
| Martedì | 17 | maggio | h. 16,30-20 | - Disegno di legge n. 2604 - Decreto-legge n. 24, Cessazione stato d'emergenza (approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 23 maggio) - Doc. XXII-bis, n. 8 - Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio sui percorsi di trattamento per uomini autori di violenza nelle relazioni affettive e di genere |
Gli emendamenti al disegno di legge n. 2604 (Decreto-legge n. 24, Cessazione stato d'emergenza) dovranno essere presentati entro le ore 12 di giovedì 12 maggio.
Giovedì 19 maggio, alle ore 15, sono previste le interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri.
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 2564
(Decreto-legge n. 21, Effetti economici crisi ucraina)
(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)
| Relatori | 40' | |
| Governo | 40' | |
| Votazioni | 40' | |
| Gruppi 5 ore, di cui | ||
| M5S | 51' | |
| L-SP-PSd'Az | 46' | |
| FIBP-UDC | 41' | |
| PD | 35' | |
| Misto | 34'+5' | |
| FdI | 27'+5' | |
| IV-PSI | 24' | |
| C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro)-Alternativa-P.C-I.d.V. | 22' | |
| Aut (SVP-PATT, UV) | 20' | |
| Dissenzienti | da stabilire |
Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 2604
(Decreto-legge n. 24, Cessazione stato d'emergenza)
(5 ore, escluse dichiarazioni di voto)
| Relatori | 20' | |
| Governo | 20' | |
| Votazioni | 20' | |
| Gruppi 4 ore, di cui | ||
| M5S | 41' | |
| L-SP-PSd'Az | 37' | |
| FIBP-UDC | 33' | |
| PD | 28' | |
| Misto | 27'+5' | |
| FdI | 21'+5' | |
| IV-PSI | 19' | |
| C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro)-Alternativa-P.C-I.d.V. | 18' | |
| Aut (SVP-PATT, UV) | 16' | |
| Dissenzienti | da stabilire |
CRUCIOLI (CAL-A-PC-IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (CAL-A-PC-IdV). Signor Presidente, prendo la parola per chiedere una modifica del calendario, perché credo che in un momento come quello che stiamo vivendo l'argomento più importante per tutti noi e per il Paese sia quello relativo alla crisi ucraina e militare e alle determinazioni che dobbiamo assumere in merito all'invio o meno di ulteriori armamenti.
Pertanto, signor Presidente, le chiederei di calendarizzare con urgenza questa settimana - possibilmente già domani - l'intervento in Aula del Ministro della difesa e del Ministro degli affari esteri attraverso lo strumento delle comunicazioni, così da consentire all'Assemblea di dare indicazioni al Governo attraverso la votazione delle proposte di risoluzione.
Come ulteriore modifica al calendario, chiedo che l'informativa del presidente Draghi prevista per la prossima settimana venga trasformata in comunicazioni, così da consentire all'Assemblea di esprimersi con il voto.
Ricapitolando, chiedo due modifiche al calendario: la calendarizzazione questa settimana dello svolgimento di comunicazioni del Ministro degli affari esteri e del Ministro della difesa e la trasformazione dell'informativa del presidente Draghi in comunicazioni.
Mi pare evidente che si debba anticipare già a domani (o comunque con urgenza) le comunicazioni dei Ministri competenti e - poi - consentire al Senato, in tutte e due le occasioni, di dare indicazioni precise al Governo in relazione all'invio o meno di ulteriori armi all'Ucraina.
Chiedo quindi che venga messa ai voti questa richiesta di modifica del calendario. (Applausi).
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signora Presidente, noi già la settimana scorsa, in realtà, abbiamo sollecitato il presidente Draghi a venire in Aula alla Camera per condividere la linea politica del nostro Governo in questo momento così delicato. Dobbiamo però tener conto del fatto che la proposta del senatore Crucioli è irrealizzabile, visto che il presidente Draghi in questo momento si trova negli Stati Uniti; quindi chiedere che venga domani in Aula è improponibile. (Commenti). Per noi è importante che venga il presidente Draghi e non i Ministri; quindi ci asterremo su questa proposta di modifica del calendario. Chiediamo però e sollecitiamo di nuovo la presenza in Aula del presidente Draghi al più presto per le comunicazioni. (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie, senatrice Castellone. Peraltro ciò è stato oggetto di discussione in Conferenza dei Capigruppo e - come tutti i colleghi hanno potuto apprendere - comunque è già previsto un Premier time la settimana prossima. Abbiamo già discusso sulle eventuali modalità ed è prevista un'altra Conferenza dei Capigruppo all'inizio della prossima settimana (giusto per dare contezza piena).
Procediamo con la votazione della proposta di modifica del calendario.
RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAUTI (FdI). Vorrei motivare brevemente il nostro voto di astensione rispetto al calendario che ci apprestiamo a votare. Ricordo che la settimana scorsa Fratelli d'Italia, nel corso dell'audizione congiunta presso le Commissioni difesa di Camera e Senato, alla presenza del ministro Guerini, aveva già chiesto un'informativa del presidente Draghi. Lo abbiamo fatto perché il mandato pieno che Parlamento ha dato - mi riferisco ai decreti-legge Ucraina uno e due - prevedeva anche un aggiornamento continuo e costante al Parlamento. Quindi, in virtù di questo, eravamo stati tra i primi a chiedere un'informativa. Successivamente il Presidente - come è stato ricordato dai colleghi - ha indicato la data del 19 per un question time e nel frattempo si stanno svolgendo incontri importanti che riguardano il viaggio del presidente Draghi e il suo incontro con il presidente Biden.
Vorrei pertanto motivare la nostra astensione sulla richiesta di modifica del calendario avanzata dal collega Crucioli, che sta per essere posta ai voti. Tale richiesta di audizione dei Ministri in qualche modo è compresa e superata dal question time già calendarizzato; quindi ne faccio una questione di metodo e non di merito, evidentemente. Però voglio anche dire che noi ci auguriamo che venga accolto quanto Fratelli d'Italia ha appena proposto nella Conferenza dei Capigruppo, cioè che si possa trasformare il question time già calendarizzato in un'informativa, perché questo ci consentirebbe di avere tempi più lunghi di confronto su un tema che sicuramente rappresenta l'emergenza tra le emergenze. Rispetto a questo noi ci asteniamo, in virtù anche di quanto richiesto in Conferenza dei Capigruppo, e attendiamo evidentemente un riscontro delle disponibilità del premier Draghi.
PRESIDENTE. Grazie, senatrice Rauti. Il suo intervento dà ulteriore conto di quanto avevo riportato all'Aula circa il merito della discussione in Conferenza dei Capigruppo.
FATTORI (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FATTORI (Misto). Signor Presidente, vorrei annunciare il voto a favore della proposta di far venire a riferire i Ministri, che mi sembra abbiamo una responsabilità notevole e possono benissimo farlo anche se il premier Draghi è negli Stati Uniti.
Mi associo inoltre alla richiesta di un'informativa, perché sappiamo tutti che il question time non prevede il voto di proposte di risoluzioni e soprattutto perché spesso purtroppo non viene data voce alle opposizioni (soprattutto al Gruppo Misto). Pertanto non solo chiedo che si tenga una informativa, ma se questo voto fosse negativo, chiedo che si dia la possibilità a tutti di fare delle domande, altrimenti nei question time succede sempre che le opposizioni, soprattutto nel Gruppo Misto, non hanno parola. Annuncio pertanto che intendo comunque fare una domanda al presidente Draghi, in virtù del fatto che i senatori all'opposizione siamo solo una ventina; nel caso in cui non ci fosse concessa l'informativa, vorrei quindi che fosse data una corsia privilegiata alle opposizioni per porre quesiti al presidente Draghi. Diversamente trasformeremo il question time in un teatrino dove le maggioranze chiedono al Presidente cosa sta facendo, egli risponde e loro si complimentano. Credo invece che le opposizioni in questo frangente debbano avere maggior spazio di quello che purtroppo in questo caso hanno.
PRESIDENTE. Senatrice Fattori, interpretiamo il suo intervento come dichiarazione di voto a favore della proposta del senatore Crucioli; invece le altre considerazioni saranno oggetto di valutazione la prossima Conferenza dei Capigruppo, come è già stato preannunciato.
Metto ai voti la proposta di modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea, avanzata dal senatore Crucioli.
Non è approvata.
Resta inteso che alcune delle questioni poste saranno oggetto della prossima Conferenza dei Capigruppo di martedì prossimo.
CRUCIOLI (CAL-A-PC-IdV). Chiediamo la controprova.
PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvata.
CRUCIOLI (CAL-A-PC-IdV). Signor Presidente, non sono apparsi i numeri nel tabellone.
PRESIDENTE. Ricordo che il voto di controprova è senza registrazione.
Discussione del disegno di legge:
(2564) Conversione in legge del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina (Relazione orale)(ore 16,54)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2564.
I relatori, senatori Fenu e Tiraboschi, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore Fenu.
FENU, relatore. Signor Presidente, il presente disegno di legge è volto alla conversione in legge del decreto-legge 21 marzo 2022 n. 21 recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina.
Ringrazio la collega relatrice, senatrice Tiraboschi, per il lavoro svolto - devo dire, con competenza - i Presidenti, il rappresentante del Governo, la sottosegretaria Guerra, e tutti i componenti delle Commissioni riunite per il lungo lavoro svolto per migliorare del testo, cercando di dare una risposta alle problematiche emerse nel corso del dibattito nelle Commissioni.
Permettetemi di precisare che molti temi e diverse proposte emendative non hanno trovato spazio in questo provvedimento perché saranno oggetto dei decreti-legge di prossima emanazione da parte del Governo, in particolare del cosiddetto decreto-legge aiuti. Un tema tra tutti, ad esempio, è la proroga della scadenza prevista per l'utilizzo del superbonus 110 per cento per le abitazioni unifamiliari. Un'altra misura che spero possa essere presente nel testo del decreto-legge aiuti è la maggiore agevolazione alla cedibilità dei crediti fiscali da parte delle banche anche ai clienti, anche prima del terzo passaggio.
Andando nel dettaglio del contenuto del provvedimento, l'articolo 1, commi 1 e 2, dispone la riduzione delle aliquote di accisa sui carburanti dal 22 marzo al 21 aprile 2022, mentre il comma 3 sospende alcune agevolazioni in materia di accise sui carburanti per il medesimo periodo disposte a legislazione vigente in ragione di specifici utilizzi. Il comma 7 - per prevenire il rischio di manovre speculative - prevede il coinvolgimento del Garante per la sorveglianza dei prezzi e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Nel corso dell'esame parlamentare le misure all'articolo 1 sono state prorogate all'8 luglio con un emendamento del Governo che ha recepito il contenuto del decreto-legge 2 maggio 2022 n. 38 recante misure urgenti in materia di accise e IVA sui carburanti.
L'articolo 2 stabilisce che i datori di lavoro privati possono assegnare a titolo gratuito ai propri lavoratori dipendenti dei buoni carburante che non concorrono alla formazione del reddito.
L'articolo 3 prevede il riconoscimento alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 chilowatt - diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica - di un contributo straordinario sotto forma di credito d'imposta pari al 12 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022, qualora il prezzo della stessa, calcolato sulla base della media riferita al primo trimestre 2022, abbia subito un incremento del costo per chilowattora superiore al 30 per cento rispetto al medesimo trimestre del 2019.
L'articolo 4 riconosce un credito d'imposta per l'acquisto del gas naturale alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas che sono state già agevolate con il decreto-legge n. 17 del 2022, il cosiddetto decreto-legge energia. Questo a parziale compensazione dei maggiori costi effettivamente sostenuti per l'acquisto del gas medesimo per usi energetici diversi da quelli termoelettrici. (Brusio).
Presidente, io riesco comunque a leggere anche con questo frastuono, però magari c'è qualcuno interessato ad ascoltare.
PRESIDENTE. Senatore Fenu, ha ragione. Sa che io sono sempre molto attenta a richiamare l'Assemblea all'ascolto, quindi faccio un ulteriore richiamo anche perché chi vuole ascoltare può stare in Aula, chi non lo ritiene, non è obbligato, mentre il tema è d'interesse. Chiedo quindi ai colleghi di abbassare molto sensibilmente il tono della voce o altrimenti di uscire.
Sarà mia cura richiamare l'attenzione. Prego, senatore Fenu.
FENU, relatore. La disposizione prevede altresì che tale credito d'imposta sia cedibile, solo per intero, dalle imprese beneficiarie ad altri soggetti senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all'albo. Qui si applica il medesimo meccanismo che già conosciamo per il superbonus e che sarà oggetto di imminente modifica; è già stato oggetto di modifica alla Camera perché adesso sappiamo che le banche potranno cedere ai propri clienti. In caso di cessione del credito d'imposta le imprese beneficiarie sono tenute a richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti.
Le proposte emendative relative agli articoli 3 e 4 sono tra quelle che non hanno trovato spazio in questo provvedimento, ma troveranno spazio nei decreti di prossima emanazione.
L'articolo 5 incrementa i contributi straordinari sotto forma di credito di imposta, riconosciuti dal decreto-legge n. 17 del 2022 alle imprese a forte consumo di energia elettrica, le cosiddette imprese energivore, e alle imprese a forte consumo di gas naturale, quindi gasivore.
Nel corso dell'esame parlamentare sono state approvate diverse disposizioni di rilievo, aggiunte all'articolo 5. In particolare, si segnala l'approvazione dell'emendamento volto a consentire agli impianti di biogas esistenti di massimizzare la produzione di energia elettrica, anche superando il limite di potenza ammessa ai sensi della normativa sul riconoscimento degli incentivi, valorizzando tale extraproduzione al prezzo di mercato e senza incidere sul totale delle risorse erogate a titolo di incentivo.
L'articolo 9 stabilisce che i crediti di imposta derivanti dai contributi alle imprese energivore per il primo e secondo trimestre 2022, stabiliti dagli articoli 15 del decreto-legge n. 4 del 2022, dall'articolo 4 del decreto-legge n. 17 del 2022 e dal contributo alle imprese gasivore per il primo trimestre 2022, stabilito dall'articolo 5 del decreto-legge n.17 del 2022, sono utilizzati entro il 31 dicembre 2022 e sono cedibili, anche in questo caso con il medesimo meccanismo che conosciamo, relativo al superbonus e agli altri bonus edilizi. L'articolo 18 introduce un credito di imposta a favore delle imprese esercenti attività agricole e della pesca, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante effettuato nel primo trimestre solare dell'anno 2022. L'articolo 22 concede un contributo, sotto forma di credito di imposta, alle imprese turistico-ricettive pari al 50 per cento dell'importo dell'IMU versata a titolo di seconda rata per l'anno 2021, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività esercitate e che i soggetti indicati abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel secondo trimestre 2021 di almeno il 50 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno 2019. Un passaggio particolare merita l'approvazione di un emendamento fortemente voluto da tutti i Gruppi parlamentari, che dà maggiore respiro alle imprese: si tratta dell'ulteriore proroga dell'inizio della restituzione della quota capitale dei prestiti contratti a seguito degli effetti negativi del Covid-19. Quindi parliamo in particolare delle moratorie sui mutui e dei prestiti acquisiti con garanzia dello Stato.
Gli articoli da 24 a 28 recano modifiche alla disciplina dei poteri speciali esercitabili dal Governo, quindi la cosiddetta golden power, per salvaguardare gli assetti proprietari e la gestione delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale. La disciplina è stata ulteriormente implementata dagli emendamenti dei relatori, nonché dall'approvazione dell'emendamento che estende la golden power anche alle concessioni di grande derivazione idroelettrica. L'articolo 37 istituisce per l'anno 2022 un contributo straordinario a carico dei soggetti operanti nel settore energetico, nella misura del 10 per cento dell'incremento del saldo tra operazioni attive e passive realizzato dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto al medesimo periodo tra il 2020 e il 2021 (quindi il cosiddetto extraprofitto). Anche su questo punto segnalo che le proposte emendative saranno oggetto dei prossimi decreti-legge e, immagino, in particolare del decreto-legge aiuti.
L'articolo 31 reca alcune disposizioni per potenziare le misure di assistenza ed accoglienza in conseguenza del conflitto bellico in Ucraina, a seguito dell'attivazione del meccanismo europeo di protezione temporanea. In relazione a questo, segnalo l'approvazione di un emendamento, anch'esso fortemente voluto da tutti i Gruppi parlamentari, che prevede misure di assistenza nei confronti dei minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina.
L'articolo 32 reca alcune disposizioni per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ulteriormente rafforzate dell'approvazione di due emendamenti.
L'articolo 33 protrae a tutto il 2022 l'impiego sia dei lavoratori interinali, impiegati presso le commissioni preposte al vaglio delle domande di protezione internazionale, sia dei contratti a termine, utilizzati dal Ministero dell'interno per l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari.
Infine, ma solo per ordine di articolo, segnalo l'approvazione di un importantissimo emendamento, volto a consentire agli enti locali di utilizzare gli avanzi di amministrazione per la copertura dei maggiori oneri derivanti dalle spese per l'energia. Signor Presidente, cedo volentieri la parola alla collega, senatrice Tiraboschi. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice, senatrice Tiraboschi.
TIRABOSCHI, relatrice. Signor Presidente, colleghi senatori, sottosegretario Guerra, non ripeterò la relazione che ha fatto diligentemente il collega Fenu, con il quale c'è stato sempre un grande rapporto di collaborazione. Voglio però certamente ringraziare il Governo, nelle persone dei sottosegretari Guerra e Freni, perché ci hanno ascoltato, soprattutto nelle ultime giornate che sono state particolarmente concitate e intense. Un ringraziamento va anche ai due presidenti di Commissione Girotto e D'Alfonso, tra i quali c'è sempre stata grande armonia che ha consentito di portare a casa questo provvedimento.
Non intendo ripetere dunque quello che ha già detto il collega, ma farò qualche breve considerazione. Non nascondo che nelle ultime tre o quattro settimane mi sono chiesta più volte: siamo in una fase di economia di mercato o di economia di guerra? Questo perché in 10a Commissione abbiamo contestualmente esaminato due provvedimenti, quello in esame oggi e il disegno di legge sulla concorrenza. Mi sono detta: no, qui siamo in una fase di economia di guerra. Questa è poi la ragione per la quale ci troviamo ad approvare sostanzialmente piccole manovre finanziarie, e il sottosegretario Guerra ce l'ha detto più volte: non troverete magari soddisfazione in questo provvedimento e in questo veicolo, però attenzione, poiché ce ne saranno molti altri prima della manovra finanziaria, perché siamo in una fase tanto imprevedibile e discontinua per cui certamente non ci fermeremo a questo provvedimento.
Fino a questo provvedimento, considerando le somme che abbiamo già speso l'anno scorso, più o meno credo che saremo arrivati a 12 miliardi. Se andiamo ad aggiungere i prossimi 12 miliardi del decreto che dovrebbe uscire a breve, arriveremo a 23-24 miliardi, che è una cifra consistente. Questo perché il Governo è estremamente attento alla situazione economico-sociale, che è veramente drammatica; lasciatemelo considerare da imprenditore: questo rappresenta un momento di estrema difficoltà e da imprenditori ci preoccupa in modo particolare.
Dico con assoluta onestà intellettuale che il Governo, in maniera generosa anche se con grandi difficoltà, ha prestato attenzione anche al tessuto produttivo con tutta una serie di misure sul piano fiscale. Non le ripeto, perché le ha già dette benissimo il collega: riduzione delle accise fino all'8 luglio; crediti di imposta differenziati tra la piccola e media impresa e la grande impresa; ulteriore differenziazione tra le cosiddette imprese energivore considerate strategiche e le grandi imprese che sono state estremamente colpite dal caro bollette. Tutto questo sicuramente è accolto in termini positivi perché la risposta del Governo c'è stata. Chiaramente non è una risposta sufficiente, quindi attenderemo le prossime misure nel decreto che passerà alla Camera.
La misura, che è stata sempre voluta con questo provvedimento, di potenziamento dell'attività di sorveglianza sui prezzi è di nuovo accolta favorevolmente, perché tranquillizza tutti gli operatori sapere che c'è un'autorità che può vigilare, così come tutte le garanzie SACE che riguardano soprattutto il mondo delle imprese sia per quanto attiene al tema della rateizzazione delle bollette per i consumi energetici, sia per quanto riguarda le imprese energivore di interesse strategico che fino al 31 dicembre potranno essere assistite da queste garanzie.
Altre misure fiscali che abbiamo apprezzato sono quelle rivolte al settore dell'agricoltura, che è stato fortemente colpito; in modo particolare la rateizzazione dei debiti derivanti dai mancati pagamenti delle quote latte, un emendamento che credo abbia voluto la Lega in particolare e che è stato favorevolmente accolto.
Per quanto riguarda il turismo, come ha già detto prima il collega, il credito di imposta IMU rappresenta una misura molto importante per un settore che non si è assolutamente ripreso; ha visto un minimo di ripresa dopo la pandemia, ma in questa situazione la ripresa non è ancora consistente e robusta. A tal riguardo, vorrei dire che abbiamo ragionato sulla piattaforma «Booking» e abbiamo insistito particolarmente perché si tenesse in considerazione un emendamento, che poi non è passato come tale per una serie di ragioni tecniche, che il Ministero dell'economia e delle finanze ha formulato; abbiamo apprezzato moltissimo che sia potuto confluire in un ordine del giorno che in qualche misura - lasciatemelo dire - possa consentire a questo Parlamento di portare avanti un ragionamento sul concetto di posizione economica rilevante che sta all'interno del disegno di legge sulla concorrenza. È un tema, esattamente come quello del golden power, che inizialmente stava all'interno di quel disegno di legge e che noi abbiamo introdotto in questo provvedimento, perché abbiamo ritenuto fondamentale salvare non solo i settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e così via, ma anche - come ha detto bene il collega prima - le concessioni di grande derivazione idroelettrica. Questo per dire che una serie di misure che hanno riguardato questo provvedimento, che appunto è un provvedimento di guerra, sono anche contenute nel disegno di legge cosiddetto concorrenza, che non è ancora arrivato qui in Senato e che sappiamo essere estremamente importante, per attirare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si intrecceranno quindi vari argomenti.
Ancora una considerazione sulle misure che sono state volute per gli enti locali, in modo particolare la possibilità di utilizzare l'avanzo di amministrazione per le spese correnti. Questo mette gli enti locali in una situazione di minore difficoltà, perché sappiamo perfettamente che tutte le bollette hanno significato per quei bilanci delle problematiche non da poco.
Vi è poi il rimborso ai Comuni - questa è un'altra misura che, se non sbaglio, hanno voluto tutte le forze politiche di questo Parlamento - che accolgono i minori non accompagnati dall'Ucraina: questa attenzione verso i profughi in generale, ma in modo particolare verso i minori (sappiamo peraltro che sono già in numero consistente e stanno frequentando le scuole) è stata sicuramente apprezzata.
Voglio anche citare il contributo straordinario, previsto da un emendamento che ha voluto il presidente d'Alfonso, per i Comuni con popolazione complessiva superiore ai 100.000 abitanti affinché si fondano: è un'innovazione importante che è stata favorevolmente accolta da tutta la Commissione, proprio perché è un modo di innovare la collaborazione territoriale tra i Comuni che sappiamo essere più importante. Se questa fosse poi l'anticamera - è una mia considerazione - della prossima definizione delle macro-Regioni, non nascondo che sarebbe un bel passo.
Alcune piccole misure hanno interessato molto il mondo del commercio, come la proroga fino al 30 settembre del 2022 per l'occupazione del suolo pubblico. Durante la pandemia abbiamo visto che l'estensione delle attività commerciali in all'esterno è stata molto apprezzata dal mercato; la gente ama mangiare fuori e quindi anche questo sicuramente è molto importante.
Farei ancora una breve considerazione - proprio perché c'è lei, Sottosegretario, e perché abbiamo ascoltato molte categorie prima di arrivare ad una sintesi non così facile di questo provvedimento - sull'extraprofitto. C'è stata una discussione abbastanza vivace e non nascondo che una mia personale posizione ce l'ho, ovvero che le accise non dovrebbero concorrere a formare la base imponibile e quindi non si dovrebbe calcolare chiaramente l'imposta sugli extraprofitti su questa base imponibile che comprende l'accisa che invece viene sostanzialmente versata, anche se poi fortunatamente, con questo provvedimento che ha ridotto le aliquote, è stato possibile per l'utente finale pagare un po' meno la benzina. L'obiezione di cui speriamo che il Governo tenga conto, perché sappiamo che all'interno del Ministero dell'economia e delle finanze c'è un dibattito su questo tema, credo che vada presa in considerazione nel prossimo provvedimento. Sappiamo che da questo extragettito dovrebbero arrivare 10-11 miliardi, c'è qualche dubbio che si possano conseguire questi importi per finanziare tutte queste spese. In questo preciso caso - chiaramente non ho la quantificazione - non credo che incida così tanto. Mi rivolgo proprio a lei, Sottosegretario, affinché sia tenuta in considerazione questa riflessione che è arrivata da una parte significativa di quel mondo distributivo e che credo vada presa in esame per evitare poi situazioni che inevitabilmente si potrebbero manifestare, come ricorsi e mancati pagamenti di questa imposta. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritta a parlare la senatrice Abate. Ne ha facoltà.
ABATE (CAL-A-PC-IdV). Signor Presidente, il Governo dei migliori mette anche su questo provvedimento - il decreto Ucraina due, che oggi è in Aula per essere convertito - l'ennesima fiducia, confermando così la volontà di infliggere l'ennesimo colpo mortale alla piccola e media impresa agricola e della pesca. (Applausi). Dall'analisi del testo definitivo constatiamo che ancora una volta rimane totalmente inascoltato il grido disperato dei piccoli e medi imprenditori che chiedono liquidità perché non hanno soldi a causa del rincaro delle materie prime e del gasolio per organizzare la prossima materia produttiva. Una piccola parentesi sul rincaro delle materie: sarebbe importante andare a vedere la causa e la speculazione dietro a questo aumento, perché come dice il professore Cottarelli, il conflitto nato nel cuore dell'Europa ha influito su questo rincaro solo del 20 per cento. Quindi il Governo si dovrebbe anche occupare di andare a vedere perché c'è stato questo aumento esagerato, frutto probabilmente di speculazioni in atto che si giustificano con il conflitto. Il progetto di questo Governo è chiaro oramai: uccidere e nascondere il cadavere delle piccole e medie imprese, per tutelare e dare i fondi stanziati ai grandi gruppi di settore e alle lobby. Lo si era capito domenica notte, allorquando si concludeva, nelle Commissioni competenti, l'esame degli emendamenti presentati al decreto-legge oggi in esame, sul quale, da me e dai colleghi parlamentari, era stato dato il mandato ai relatori a riferire oggi oralmente in Assemblea al Senato. Delle tante proposte di modifica presentate per tentare di correggere il tiro di questo decreto-legge, che non aiuta certamente le piccole e medie imprese, ne sono state approvate una manciata, ma proprio di facciata, che non hanno minimamente influito sulla nefasta efficacia originaria di questo provvedimento.
Tra gli emendamenti respinti ve n'erano cinque a mia prima firma, ma elaborati insieme al Copoi, il Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani, e ai pescatori, da Nord a Sud, che non si sentono rappresentati né dalle associazioni di categoria e tanto meno dal Governo Draghi. Certamente non saranno aiutati nemmeno con quest'ultimo decreto-legge farsa, che va ancora in aiuto - come dicevo - dei grandi gruppi produttivi e delle multinazionali.
In particolare, nella seconda fase di esame del provvedimento nelle Commissioni, avevamo deciso di segnalare solo due emendamenti dei quattro concernenti la piccola e media impresa: il contributo sotto forma di credito d'imposta per l'acquisto dei carburanti e per l'esercizio dell'attività agricola e della pesca e il finanziamento - che avevo richiesto di nuovo - della cambiale agraria. Naturalmente né l'uno, né l'altro sono passati.
Il secondo emendamento, in particolar modo, doveva servire ad assicurare sufficiente liquidità alle piccole e medie imprese del settore agricolo e della pesca, per far sì che non chiudano, per avere una produzione annuale e rimanere aperte, introducendo la possibilità, per le suddette imprese, di accedere ad un'alternativa al credito di imposta, utile solo alle grandi imprese che hanno fatto investimenti, che possono rinegoziare il credito e lo estendono da qui a venticinque anni (quindi è tutelata solo una parte delle grandi imprese). Per queste povere piccole e medie imprese si chiedeva un finanziamento, sempre garantito dall'Ismea, che consentisse di avere quel minimo di liquidità che stanno chiedendo a gran voce. Prevedendo un beneficio alternativo, equivalente rispetto al credito d'imposta già previsto, l'emendamento non sarebbe stato nemmeno oneroso. Il Governo Draghi, però, anche in questo caso, con la complicità del ministro Patuanelli, ha tirato dritto per la sua strada.
Per non parlare, poi, dell'articolo 21! Un articolo scandaloso, che libera e prevede l'uso del digestato tal quale sui terreni agricoli. Che cos'è il digestato? Il digestato è ciò che esce dagli impianti di biogas. Ma non sta tanto in questo la criminosità dell'articolo, quanto nel fatto che l'ultimo comma abroga l'articolo 527 voluto dal Partito Democratico nella legge finanziaria del 2019, che prevedeva che l'equiparazione ai fertilizzanti chimici non potesse essere automatica ma dovesse rispettare determinate condizioni. Fra queste, occorreva misurare il contenuto di azoto nel digestato e soprattutto effettuare due analisi da mandare all'Ispettorato antifrode presso il Ministero dell'agricoltura. Questa norma, che era l'unica garanzia che evitava potenzialmente di avvelenare i terreni e le falde acquifere, è stata stralciata, abrogata. Ora noi andiamo a spandere sui terreni un materiale che comunque deriva dai reflui della zootecnia e da tutti i residui dell'agricoltura e ai cittadini non è dato sapere nemmeno cosa contiene e in quali quantità.
La cosa che mi preoccupa di più è che c'è un passaggio - perché qui i provvedimenti andrebbero letti e studiati - in cui si dice che il digestato sostituisce i concimi chimici, aprendo eventualmente la porta anche a una futura obbligatorietà.
Oggi, neanche a farlo apposta, abbiamo avuto in Commissione un imprenditore zootecnico il quale ci ha detto - ascoltate, perché questa è una testimonianza che deve rimanere agli atti - che, quando lui mette nel suo biodigestore i residui della lavorazione del formaggio, la Regione Veneto gli chiede 190 euro a quintale per lo smaltimento, perché la Regione ritiene questi residui velenosi e quindi rifiuti speciali. Ho detto all'imprenditore di non preoccuparsi, perché da questo momento in poi gli hanno risolto il problema: immediatamente quei residui si sono trasformati in concimi fertili e potranno essere sparsi su terreni agricoli.
Questo è un articolo criminoso (Applausi). Se è vero, infatti, che dobbiamo effettuare la transizione ecologica ed è necessario, però dobbiamo farlo nel rispetto della salute dei cittadini, dei nostri figli, dei terreni e delle falde acquifere. Su questo presenterò un'istanza anche al Ministro della salute, perché non può girarsi dall'altra parte. La transizione ecologica non deve pesare, né suoi piccoli e medi imprenditori, né sulla salute dei cittadini, né sull'ambiente, altrimenti non si va ad attuare la transizione ecologica, ma si adottano provvedimenti criminosi. Mi deve scusare, signora Presidente, e uso questo termine, però sentire una cosa del genere proprio oggi in Commissione mi ha fatto male, perché la pericolosità di questi provvedimenti la vedremo fra cinque, sei, sette anni, quando ormai sarà troppo tardi.
La ringrazio, signora Presidente, e mi scuso per i toni e l'emozione. (Applausi).
PRESIDENTE. Comunque ovviamente la vis polemica è assolutamente ammessa.
È iscritto a parlare il senatore De Carlo. Ne ha facoltà.
DE CARLO (FdI). Signora Presidente, vorrei sincerarmi innanzitutto delle condizioni fisiche della collega che mi ha preceduto, perché l'ho vista particolarmente in difficoltà: mi auguro che non abbia strascichi la sua concitazione.
PRESIDENTE. Si attenga all'intervento.
DE CARLO (FdI). Era un gesto di cortesia.
PRESIDENTE. Cortesia o meno, i commenti sui colleghi ovviamente sono respinti dalla Presidenza.
DE CARLO (FdI). Ripeto, era assolutamente un gesto di cortesia.
PRESIDENTE. Lasci alla Presidenza interpretare.
Prego, senatore De Carlo, proceda pure.
DE CARLO (FdI). Torneremo comunque anche sul tema del digestato, perché anche la visione oscurantista e dei no è quella che ha portato alla situazione nazionale per cui la scarsa programmazione energetica, assieme all'assente programmazione agricola, oggi di fatto rende noi e soprattutto le nostre imprese in costante difficoltà rispetto a costi che sono schizzati alle stelle e ad interventi, come quelli previsti in questo decreto-legge, che certo non leniscono una situazione di fortissimo disagio, tant'è che questo decreto-legge Ucraina...(Brusio). Vedo che la collega sta bene.
PRESIDENTE. Colleghi, dalla parte dell'emiciclo alla mia sinistra proviene un vociferare che impedisce di ascoltare con la dovuta attenzione il collega.
Purtroppo quando l'Aula è vuota, se qualcuno parla ad alta voce, vi sembrerà incredibile, ma si sente ancora di più.
Prego, senatore De Carlo, siamo interessati al suo intervento.
DE CARLO (FdI). Il decreto-legge Ucraina, il cui nome è assolutamente improprio, trascina di fatto problemi che sono precedenti all'invasione russa dell'Ucraina, ed è probabilmente il tentativo di rimediare, se non altro verso l'opinione pubblica, a vent'anni di una programmazione scarsa, sbagliata o assente, in campo energetico, dove una serie di no, che continuiamo a vedere comunque reiterati e scollegati dall'assoluta realtà dei fatti, hanno pesantemente condizionato la passata politica energetica della Nazione. No alle trivelle prima, no al nucleare ancora prima; forse se aveva un senso negli anni Ottanta, adesso possiamo tranquillamente, scevri da ogni ideologia, sederci ad un tavolo e realizzare la politica energetica di una Nazione senza preconcetti e senza posizioni ideologiche che ne condizionino poi per vent'anni la nostra dipendenza da altre fonti.
La transizione ecologica è ottima. Chi è più ecologista di qualcuno che si occupa dell'ambiente e quindi dell'agricoltura? Credo nessuno. È per questo che il ciclo dei rifiuti in agricoltura va chiuso attraverso i prodotti dell'agricoltura, seguendo tutte le norme a salvaguardia della salute pubblica. Credo che questo nessuno possa metterlo in dubbio. Il fatto però che il ciclo del rifiuto e l'economia circolare passino anche attraverso la valorizzazione di quanto poi l'agricoltura lascia è un dato di fatto assolutamente oggettivo, è parte dell'ecologia ed è ciò che accade normalmente in natura.
Tutti questi no reiterati ci hanno messo in una condizione di forte dipendenza anche sotto il profilo squisitamente agricolo, tanto che gli aumenti importanti dei fertilizzanti (170 per cento), dei mangimi (90 per cento), del gasolio (129 per cento), condizionano fortemente le nostre imprese, che troveranno solo un beneficio limitato rispetto agli oneri che subiranno.
A dirlo non è Luca De Carlo, che potrebbe essere tacciato di partigianeria per il fatto di essere uno dei senatori che stanno all'opposizione, ma un rapporto del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), secondo il quale il 30 per cento delle aziende agricole avranno un reddito negativo. Prima della crisi di questi prezzi, che è precedente all'invasione dell'Ucraina, solo il 7 per cento delle aziende agricole avevano un reddito negativo. Tra l'altro ci sono grandi differenze tra le aziende granivore, che fanno cioè grandissimo uso di mangimi, come la suinicoltura e magari anche le aziende della cerealicoltura, rispetto ad altre aziende.
Ricordo a tutti che le aziende delle vacche da latte, ad esempio, sono straordinariamente in ginocchio. Tanti agricoltori hanno scelto oggi di non iniziare il ciclo produttivo perché lo ritengono antieconomico e non acquistano i suini per farne dei maiali. Tutto questo in un contesto già molto difficile che deriva dal problema del virus della peste suina. Tra l'altro si sapeva dal 2014 che sarebbe approdata anche in Italia, soprattutto dopo le prime evidenze nelle zone dell'Est europeo. A tale problema si è data una risposta limitata con scarsa programmazione, senza andare al nocciolo della questione, relativo al contenimento del numero dei cinghiali che erano il vero viatico di trasmissione del virus.
Ricordo a tutti, primo a me stesso, che proprio la Commissione agricoltura del Senato aveva presentato una risoluzione per contenerne il numero, votata già l'anno scorso, con ampio anticipo rispetto a quando si è manifestata poi la peste suina. Tralascio le considerazioni di chi quando vede un cinghiale che allatta i propri cuccioli in centro a Roma ne dà una visione bucolica e quasi affettiva, vedendola come una forma di ripristino da parte della natura degli spazi che l'uomo gli ha sottratto. Quello è il fallimento delle politiche ambientali, perché un cinghiale costretto a ravanare nei rifiuti del centro della città è un cinghiale che oggi non ha più uno spazio su cui vivere nel suo ambiente naturale. Quindi non possiamo far finta che la causa sia diventata il problema. È lì che dovremmo agire, ma - ripeto - si deve agire non con la pancia, ma con la programmazione. Non è il consenso immediato che darà risposte alle politiche energetiche e agricole. È la programmazione, ciò che oggi fa bene alla Nazione. Ciò che si decide oggi potrebbe essere impopolare, ma potrebbe anche essere quello che servirà tra vent'anni ai nostri figli. Smettiamola allora di correre dietro il consenso facile a chi fa più like su un post e concentriamoci su quelli che devono essere gli interventi strutturali.
Non possiamo certamente farlo da soli - è vero - ma dobbiamo farlo in Europa con quello che fino a oggi è stato un nano politico e un gigante burocratico che non ha facilitato gli Stati nazionali, ma - anzi - ha messo i bastoni fra le ruote con riferimento al loro sviluppo. Mi riferisco a coloro che hanno deciso scientemente che in Europa non si dovesse più produrre, soprattutto in campo agricolo, e che le materie prime si dovessero acquistare laddove costavano meno e alla stessa politica che ha liquidato questo atteggiamento come naïf. Questo è stato non un atteggiamento naïf, ma il fallimento di vent'anni di politiche agricole in Europa che hanno pesantemente condizionato anche i nostri produttori.
Si pensi alla questione delle quote latte, oggi oggetto di un emendamento al provvedimento in esame. Il nostro fabbisogno è coperto solo all'85 per cento dalla produzione interna; il 15 per cento è latte che prendiamo dall'estero. Come è possibile che la programmazione sia stata giusta? Come è possibile che - a oggi - il valore di quel latte sia remunerato in maniera anti-economica? Da uno studio del Crea emerge che il costo per produrre un litro di latte è di 46 centesimi di euro (questo prima della guerra in Ucraina), mentre quello che veniva liquidato in condizioni normali, salvo luoghi dove esistono produzioni DOP come il Grana Padano, è tra i 38 e 39 centesimi di euro. È questa una vendita sottocosto? Eccome se lo è. È questo un sistema che strutturalmente può rimanere in piedi? No, non lo è. Fare questi interventi è quasi come cercare di spalare il male con un bicchiere, senza agire strutturalmente laddove vi sono le nostre grandi carenze.
Credo che le grandi riforme strutturali si potranno fare non con un Governo al cui interno c'è tutto e il contrario di tutto, ma solo con un Governo (che sia da una parte, o dall'altra) che abbia chiaro un programma, una visione del mondo dei prossimi vent'anni. Non serve un Governo che rincorra il consenso o - peggio ancora - il mantenimento del proprio status quo. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Mallegni. Ne ha facoltà.
MALLEGNI (FIBP-UDC). Signor Presidente, desidero anzitutto ringraziare la Presidenza e il collega Perosino per la gentilezza nell'avermi consentito di parlare prima di lui.
Ruberò pochi minuti di tempo alla Presidenza, ai colleghi e ai rappresentanti del Governo. Desidero ringraziare la relatrice, senatrice Tiraboschi, per il lavoro che è stato fatto nelle ultime settimane in Commissione, un lavoro difficile e complicato che ha visto momenti di incontro, scontro e approfondimento su temi significativi e importanti. Talvolta si pensava che il buon senso dovesse regnare, mentre - al contrario - è regnato non si è ben capito che cosa, forse una sorta di macedonia tra questioni ideologiche e tecnico-burocratiche alle quali francamente siamo ormai abbastanza abituati.
Noi di Forza Italia voteremo convintamente a favore del provvedimento, ma non possiamo far finta che non sia successo nulla. Su un argomento che mi sta particolarmente a cuore per quanto riguarda il turismo (settore del quale mi occupo nella vita privata, ma anche come responsabile nazionale per Forza Italia) abbiamo cercato di affrontare uno dei temi più spinosi degli ultimi anni, ossia il rapporto tra le prenotazioni, che una volta riguardavano solo le camere d'albergo, mentre adesso si prenota tutto online (dalle barche, alle biciclette e a tutto ciò che gira intorno alle vacanze). Di tutto questo siamo giustamente entusiasti come utenti (io sto da tutte e due le parti, perché faccio l'utente e faccio l'imprenditore), perché basta premere un pulsantino e arriviamo subito alla prenotazione. Fantastico. Solo che dietro a tutto questo mondo ci sono le imprese italiane, ci sono le imprese del turismo, di ogni settore, dal ristorante al bar, all'ospitalità, ai servizi, al trasporto (i bus turistici, gli NCC), che, ogni volta che questo ditino va sulla prenotazione online, vedono decurtato dal proprio fatturato una cifra che oscilla tra il 15 e il 23 per cento, talvolta anche il 30 per cento del valore della prenotazione.
Tutto bene, qual è il problema? Il portale online diffonde i nostri prodotti turistici nel mondo, offre a ciascuno di noi la possibilità di farli acquistare in tutto il mondo. Quindi è un fatto positivo, bene. Scegliamo noi di stare su quei portali, le imprese scelgono di stare su quei portali. Allora dov'è il problema? Il problema è che Forza Italia ha detto al Governo: oltre alle imprese italiane, che ovviamente usufruiscono del servizio, lavorano e danno occupazione, solo nel turismo, a quasi quattro milioni di persone, vediamo se quei signori dei portali pagano anche le tasse in Italia. Noi lo sappiamo che non le pagano in Italia. Ma qual è la cosa grave? Dopo che quel ditino su quel bottoncino ha fatto la prenotazione, il calcolo della provvigione non solo avviene sull'imponibile, ma anche sull'IVA, perché il prezzo è IVA compresa, perché le imprese italiane versano l'IVA con l'F24, che non è un aeroplano. Fa male uguale, ma non è un aeroplano; è un documento che il 16 del mese si utilizza per pagare le tasse. E allora che succede? Succede che su questo ammontare generale viene pagato il 20 per cento di provvigione; paghiamo la provvigione anche sull'IVA che versiamo allo Stato. Abbiamo pertanto proposto di scorporarla.
Ma c'è di più. Le imprese dei portali online, che fanno la fattura alle nostre imprese, siccome risiedono in Olanda o in paradisi fiscali europei, non fanno la fattura con l'IVA esposta. Quindi l'imprenditore del turismo in generale non solo paga il 20 per cento sull'IVA che poi dovrà versare allo Stato, ma, quando riceve la fattura dal portale online, non ha neanche l'IVA esposta per poterla scaricare. Solo lo scorso anno ci sono stati cinque miliardi di prenotazioni. Fate il conto: al 10 per cento, sono 500 milioni, più la percentuale sull'IVA, che l'imprenditore si è trovato sulle spalle e ci ha dovuto pagare la provvigione. Sono circa 600-700 milioni di IVA, che nessuno ha più visto. Avevamo proposto di fargliela pagare oppure di ridurre e di mettere un tetto alle provvigioni. Nulla, parere contrario su tutto. Allora a me è venuto da dire che il Governo si inginocchia di fronte ai portali online e se ne frega del Parlamento e delle imprese italiane che pagano le tasse.
Alla fine abbiamo portato a casa un mesto ordine del giorno, che, come mi hanno insegnato i miei maestri, non si nega mai a nessuno (figuriamoci). Devo ringraziare la mia Presidente di Gruppo, la relatrice e tutti i colleghi che hanno lavorato in Commissione, nonché il collega Lannutti e il collega Dessì, che hanno voluto sottoscrivere questo ordine del giorno, per far capire che è un ordine del giorno corale ed è un interesse del Parlamento. Si arriva in Commissione con il compitino fatto dai burocrati del Ministero e i nostri illustri - cui va il mio ringraziamento, perché francamente, come disse nostro Signore dalla croce, "Signore perdonali, perché non sanno quello che fanno" - vengono e rendono parere negativo. E, alla domanda "perché?", rispondono "perché l'Agenzia delle entrate non è d'accordo" oppure "perché la Guardia di finanza ha espresso parere contrario". Ma allora che ci stiamo a fare qua, Presidente?
I cittadini che ci hanno eletto ci chiedono di intervenire su queste storture evidenti, perché il Governo e il Parlamento stanziano miliardi; facciamo opere importanti, facciamo manovre di sostegno all'economia quando basterebbe davvero nulla, e lo sottolineo. Basterebbe far rispettare le regole alle imprese che vengono a pescare. Una volta si diceva: non diamogli il pesce, diamogli la canna, e la canna gliel'abbiamo data anche troppo lunga perché da Amsterdam con la canna così lunga vengono a pescare nel laghetto italiano, si portano via il pesce e non ne vediamo più neanche l'ombra, perché non c'è neppure un ritorno da un punto di vista occupazionale se non qualche contractor a partita IVA che gira per le strutture e fa i contratti nelle aziende.
Io sono per il libero mercato, sono per la libertà, perché le imprese possano decidere se avvalersi o meno di questi modelli di commercio; ci mancherebbe altro. Ma serve equità.
Se un determinato noleggiatore di barche o bar o ristorante prende una prenotazione, paga giustamente la provvigione, è giusto che l'IVA venga scaricata (Applausi), come è giusto che l'impresa che fa l'intermediazione paghi le tasse qui. Provate ad andare a fare un'operazione del genere da un'altra parte!
Io ho un'attività all'estero e se ho operatività su un altro territorio devo pagare le tasse. Questo è il tema. Quindi, mi sento totalmente insoddisfatto; il Governo non sa neanche di cosa abbiamo parlato ma, per amor di Dio, ci mancherebbe altro! Ripeto la citazione: «Perdonali, perché non sanno quello che fanno». Credo che bisognerebbe prestare una certa attenzione e non inginocchiarsi di fronte alle grandi multinazionali, che vengono, pescano e se ne vanno senza lasciare traccia.
Un'ultima raccomandazione: il Parlamento è sovrano rispetto al Governo; a mio e a nostro avviso, il ruolo politico che si esercita per conto dei cittadini deve avere un valore maggiore di un semplice capo di gabinetto o di un funzionario di Ministero, seppure importante. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Briziarelli. Ne ha facoltà.
BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei fare tre sottolineature fondamentali tra i tanti risultati che insieme abbiamo portato a casa.
Il primo - ringrazio il collega Marti, che è qui accanto a me, perché l'abbiamo portato a casa insieme - è la proroga fino al 30 settembre degli spazi esterni per bar, ristoranti e pubblici esercizi, che potranno sfruttare così anche la stagione estiva, ovviamente previo pagamento, ma saranno posti di lavoro, saranno entrate per le aziende; penso sia un modo per sostenere un sistema produttivo verso la ripartenza. Ci veniva chiesto da tutta Italia, soprattutto dalle località turistiche e dalle città d'arte.
Un altro risultato importante che guarda al futuro è quello che permetterà finalmente alle aviosuperfici italiane (ce ne sono oltre 600) di realizzare dei distributori di carburante: questo potrà, da un lato, ridurre l'impatto dei costi del carburante; dall'altro, permettere di avere maggiore sicurezza, ma soprattutto di sviluppare un settore che all'estero, specie in Germania e in Spagna, produce importanti ricadute sul territorio.
Il terzo risultato che vorrei sottolineare - per rispetto, dico che è stato sottoscritto da colleghi di tutti i Gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, con un forte sostegno anche dal Governo - riguarda il sistema nazionale di protezione ambientale. È nato nel 2017, non è la sommatoria di singoli enti e delle agenzie regionali per l'ambiente, ma è qualcosa di più: un sistema a rete. Ebbene, c'erano due storture fondamentali, la prima delle quali sul personale.
Quando si è andati a bloccare il pubblico impiego e le assunzioni - ovviamente non c'eravamo noi - è stato fatto in maniera lineare, e ne sanno qualcosa i Comuni. Ebbene, è stata bloccata la possibilità assunzionale delle ARPA. Ora possono assumere il 25 per cento in più e andare a colmare, con figure fondamentali, come ingegneri e tecnici specializzati, quanto occorre per tutelare l'ambiente, la sicurezza, la salute e per portare a compimento il PNRR, viste tutte le competenze che abbiamo dato all'ARPA, facendolo in maniera concreta, perché per difendere l'ambiente non basta inserirlo Costituzione.
Chiedo ancora un minuto di tempo per evidenziare una cosa che invece non va, nonostante l'intero Parlamento e l'intero Governo fossero a favore, per una interpretazione surreale della Ragioneria dello Stato: chiedo alla Presidenza di ascoltare con attenzione. Con la legge n. 68 del 2015 si sono introdotti i reati ambientali, a difesa di tutti. Ebbene, è stato dato un compito importante alle ARPA, che lo hanno portato a termine: ci sono infatti tantissime sanzioni comminate, nonostante la scarsità di personale. Le ARPA hanno comminato le multe e le hanno incassate: parliamo di 3.177.000 euro nel 2017, 5.402.000 euro nel 2018, 4.489.000 euro nel 2019, 3.772.000 euro nel 2020. Manca il 2021, ma parliamo in tutto di quasi 20 milioni di euro, che però non possono spendere, perché c'è scritto che l'ARPA fa le multe e le incassa, ma non c'è scritto che l'ARPA può spendere. Ci sono dunque 20 milioni di euro che potremmo dedicare alla tutela dell'ambiente: così come le ASL incassano le multe per la sicurezza sui lavoratori da chi non rispetta la sicurezza e le possono spendere sulla base del decreto legislativo n. 758 del 1994, lo stesso non possono fare le ARPA. Ci sono soldi fermi ed è responsabilità di qualcuno se non si possono spendere per la salute e per la tutela dell'ambiente: risolviamo dunque anche la tematica relativa a questa seconda parte dell'emendamento, firmata da tutti e che la Ragioneria dello Stato non ha voluto farci approvare, per una questione meramente interpretativa. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pesco. Ne ha facoltà.
PESCO (M5S). Signor Presidente, nel decreto-legge in esame ci sono alcune cose che personalmente mi hanno lasciato molto perplesso. Devo fare una critica a tutti i colleghi, perché secondo me non è stata mostrata sufficiente sensibilità al tema del caro bollette e del gas. Mi spiego meglio: stiamo approvando moltissime misure, manovre e azioni finalizzate a ridurre l'onere per le famiglie legato alle bollette, soprattutto del gas. Avremmo però potuto concentrarci di più nel trovare una soluzione alla fonte, all'origine del problema. Dico questo perché, attualmente, in bolletta, stiamo pagando la quota energia riferita al gas circa 90 euro. In realtà, chi importa il gas in Europa lo fa a prezzi che vanno dai 17 ai 20 euro, con punte di 64 euro per una parte marginale di gas che arriva da altri posti: mi riferisco infatti al gas che arriva dalla Russia, dall'Algeria e anche dall'Azerbaigian. Abbiamo insomma prezzi molto contenuti, anche in confronto con i nostri partner europei, che il gas lo pagano anche di più. Ho la certezza di quel che dico, perché l'ho letto su un documento molto importante, ovvero il Bollettino della Commissione europea sul mercato del gas, che esce trimestralmente. L'ultimo, che ho potuto vedere, riguarda gli ultimi tre mesi del 2021, quando il caro energia era già in atto. Abbiamo anche la controprova, perché in Italia abbiamo un grande importatore, l'ENI, che ha decuplicato i propri utili. Quindi, se prima ci potevano raccontare che facevano questi utili da altre parti e non sul gas, adesso anche loro sono stati costretti ad ammettere che gli utili li fanno proprio grazie al rincaro della quota energia gas.
Quindi, onorevoli colleghi, avremmo potuto concentrarci sul trovare una soluzione a questo problema e fare in modo che gli importatori venissero in qualche modo favoriti, avvantaggiati e guidati nella possibilità di calmierare alla fonte il prezzo del gas. Lo si può fare, perché già succede sul mercato dell'energia elettrica, in cui abbiamo un acquirente unico, che compra energia e quello è il riferimento.
La stessa cosa potremmo farla sul gas. Potremmo tranquillamente dire che c'è un gestore unico: abbiamo già il GME che gestisce il mercato del gas in Italia; potrebbe essere l'accentratore e fare in modo che compri il gas dagli importatori ad un certo prezzo e lo rivenda agli operatori.
Vi erano due emendamenti in questo provvedimento che dicevano che il prezzo di riferimento del gas poteva essere minore rispetto a quello altissimo, che conosciamo bene, della quotazione TTF olandese, che - lo ricordo a tutti - è la quotazione utilizzata per stabilire il prezzo della quota energia del gas sulla nostra bolletta, oppure rispetto al prezzo all'importazione. Questi emendamenti sono stati ignorati perché probabilmente si pensava fosse difficile applicarli. Ma vi ripeto: abbiamo già un emendamento approvato alla Camera che dà la possibilità all'ARERA di stabilire il prezzo del gas anche con riferimento al prezzo reale della materia prima. Avevamo un emendamento, che poteva essere approvato, che chiedeva di fare riferimento al prezzo dell'importazione, quindi al costo originale della materia prima, e poi abbiamo un sistema che già funziona: quello elettrico sull'acquirente unico. Abbiamo il GME che opera nel mercato del gas e avrebbe potuto tranquillamente svolgere questa funzione.
Colleghi, a me sembra che manchi la volontà di farlo; preferiamo fare in modo che l'ENI continui a decuplicare i propri utili e preferiamo tassare gli extraprofitti come stiamo facendo ora, magari anche arrivando al 25 per cento, ma rimangono comunque troppi utili a vantaggio di pochi operatori. Questo è sbagliato, colleghi, quindi vi prego di fare il possibile affinché, riguardo alle prossime misure che ci troveremo a valutare, si trovi una soluzione alla fonte. I nostri cittadini non hanno bisogno dell'aiuto per pagare la bolletta, ma hanno bisogno che la bolletta costi meno, e secondo me le condizioni per farlo ci sono. Quindi vi prego veramente di fare il possibile per poter attuare una misura del genere. (Applausi).
Ci sono altre due punti che non mi piacciono in questo decreto-legge. Il primo è quello riferito al 5G, di cui si è occupato molto il nostro collega Sergio Romagnoli: un emendamento che permette agli operatori che costruiscono torri di non depositare la documentazione che fino a oggi hanno sempre dovuto depositare per l'installazione di torri e tralicci per il 5G. È una cosa che ci lascia perplessi: se hanno dovuto farlo fino ad oggi, perché da ora non devono più farlo, soprattutto considerando l'arrivo di una tecnologia molto importante per le nostre telecomunicazioni? Il MoVimento 5 Stelle è a favore delle tecnologie, delle telecomunicazioni e della digitalizzazione, però ci tiene alla salute dei cittadini (Applausi), quindi anche se per rifare i tralicci può essere immaginato che non serva fornire la documentazione che comprovi il rispetto della normativa sui campi elettromagnetici, secondo noi è utile che ci sia un riferimento a questi dati. Diversamente, si rischia di fare del male.
Vi è poi un'altra norma che purtroppo mi ha lasciato molto perplesso, quella sui dirigenti pubblici; me ne sono già occupato nella scorsa legislatura. Sappiamo di una famosa sentenza che ha dichiarato illegittimi alcuni dirigenti dell'Agenzia delle entrate. Poi si sono accavallate molte altre questioni, ma in questo provvedimento vi è una norma che permette di stabilizzare come dirigenti dei funzionari. Secondo me, questo non è corretto. Nella nostra pubblica amministrazione abbiamo persone validissime, estremamente competenti e bravissime che possono svolgere ruoli più importanti, ma stabilizzare in questo modo dei dipendenti pubblici nel ruolo di dirigenti, a mio parere, non è corretto. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Bergesio. Ne ha facoltà.
BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, dopo il decreto-legge n. 17 del 2022 sull'energia, con il quale abbiamo messo in campo risorse per 6,7 miliardi di euro, ecco ora un provvedimento importante: il decreto-legge n. 21 sull'Ucraina, con una dotazione iniziale di 3,6 miliardi, e a seguire l'emendamento del Governo che aggiunge ulteriori 2,3 miliardi, per un totale di quasi 6 miliardi di euro. Si tratta di un provvedimento che contiene misure importanti - oltre alla Presidenza del Consiglio, ci sono nove Ministeri coinvolti - per sostenere adeguatamente il sistema Italia: il contenimento dei prezzi di gasolio e benzina, il taglio delle accise, il bonus carburante ai lavoratori dipendenti, il credito d'imposta a favore delle imprese, il bonus sociale su elettricità e gas. Vi sono temi importanti quali la rateizzazione delle bollette, la cessione dei crediti d'imposta, l'integrazione salariale, le misure a sostegno di autotrasporto, agricoltura, pesca, turismo e di tutti gli enti pubblici.
Sul tema dell'agricoltura il provvedimento introduce, all'articolo 19, un'importante novità in tema di aiuto e sostegno al comparto, finanziando la rinegoziazione o la ristrutturazione dei mutui agrari: un aspetto che riguarda molte delle oltre 720.000 imprese agricole attive nel nostro Paese, che potranno contare su un intervento in garanzia fino a 5 milioni di euro. Il fondo è stato rifinanziato per 20 milioni di euro da Ismea e c'era anche un emendamento condiviso del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che aveva messo a disposizione ulteriori 80 milioni di euro, sul quale però non c'è stato un riscontro positivo della Ragioneria generale dello Stato. Abbiamo però la ragionevole certezza, leggendo le bozze, che il fondo verrà rifinanziato nel decreto-legge aiuti, già approvato in Consiglio dei ministri, per ulteriori 100 milioni di euro, in modo tale da portare una garanzia totale che supera quasi i 2 miliardi di euro solo per il comparto agricolo e questo diventa importante.
A questo articolo, volto a generare una maggiore liquidità per le imprese, è stata apportata una modifica importante, che arriva dopo anni di assurde battaglie e giudizi non sempre corretti sul tema rimborsi da multe derivanti da quote latte. In Italia nel 2021 abbiamo importato circa 621.000 tonnellate di latte; il confronto tra produzione e consumo è all'88 per cento. Siamo cresciuti: fino al 2018 era al 78 per cento, 10 per cento in più, ma manca ancora il 12 per cento. Allora perché, nonostante la crescita di questo settore, che sta aumentando in quantità e qualità, ci sono molti allevatori ancora in contenzioso per il pagamento delle multe derivanti dalle quote latte?
Con il nostro emendamento all'articolo 21, che attua la riapertura dei termini per la rateizzazione del pagamento di queste multe, forniamo una chiara indicazione alle migliaia di produttori coinvolti e chiudiamo una pagina buia della storia zootecnica del nostro Paese, che ha visto l'imposizione dei limiti alle produzioni di latte da parte dell'Unione europea, senza tener conto come la nostra produzione da sempre sia inferiore al fabbisogno del consumo in Italia. Il nostro emendamento consente di riaprire per sessanta giorni i termini, attivando così la fase di riscossione coattiva da parte dell'Agenzia delle entrate, dando la possibilità alle aziende di aderire alla rateizzazione di cui avrebbero potuto beneficiare nella fase di prima imputazione del debito. Ciò riguarderebbe oltre 3.000 aziende - non poche - per un importo totale che supera gli 800 milioni di euro: da un lato consentirebbe ai debitori di pagare i loro danni senza affrontare una procedura di riscossione coattiva, permettendo loro anche di accedere ai benefici della pubblica amministrazione e, dall'altro lato, all'amministrazione di incrementare il livello di recuperi senza sopportare gli oneri delle procedure esecutive. Perciò, questo emendamento, portando a venticinque anni quella che era la ristrutturazione del debito, genera la liquidità per affrontare questo tema, tenendo presente che chi ha delle multe che superano i 300.000 euro le può rateizzare in venti o trent'anni con un pagamento unico annuale. Noi abbiamo ritenuto come Lega che fosse doveroso coniugare le indicazioni che arrivano dall'Europa - senza tacciarne gli eccessi, quando dovuto - con le istanze dei produttori italiani.
Un altro tema per noi importante è quello dei cambiamenti climatici. La diminuzione del 35 per cento delle precipitazioni su gran parte della nostra penisola fa a pugni con l'entrata in vigore, dal 1° gennaio 2022, della normativa sul deflusso ecologico, che sostituisce quella in essere al 31 dicembre 2021 sul deflusso minimo vitale. Il tema dei rilasci in alveo, nel periodo estivo, diventa fondamentale al fine di poter implementare le colture agricole, come previsto dalla modifica, sui terreni a riposo della PAC per circa 200.000 ettari in più per il nostro Paese. Abbiamo approvato proprio in quest'Aula il 26 aprile scorso - e ringrazio i colleghi - una risoluzione della Commissione agricoltura per chiedere una proroga dell'entrata in vigore di questo provvedimento così restrittivo. Come Gruppo Lega, abbiamo presentato un emendamento all'articolo 21 per far sì che dalla risoluzione si passasse ad una norma cogente, che potesse entrare in vigore prima del periodo estivo, molto caro anche alla nostra agricoltura. L'emendamento ha avuto il parere favorevole della Commissione. Il delicato momento geopolitico che stiamo vivendo richiede misure destinate a far fronte agli effetti economici della crisi internazionale in atto, tenendo conto delle necessità agroalimentari, soprattutto delle produzioni. Sono quindi importanti le sperimentazioni, ma bisogna che entro il 2025 questo non entri in vigore, perché creerà sicuramente dei problemi alla nostra agricoltura.
Altre misure sono state introdotte su questo tema, fra cui alcune importanti anche per la filiera suinicola, per l'abbattimento dei costi, per implementare il progetto del decreto legislativo sulle pratiche sleali. Stiamo assistendo a forti tensioni sul mercato delle commodity, dettate soprattutto dal ruolo che l'incertezza genera rispetto agli scenari dell'approvvigionamento alimentare. Lo straordinario picco dei prezzi delle materie prime ha peggiorato anche le condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione mondiale, limitandone l'accesso a risorse indispensabili come cibo ed energia. L'impennata dei prezzi in questo ultimo arco temporale è stata la più alta degli ultimi decenni per intensità e durata. Pensate che il picco raggiunto nel primo trimestre 2022 è superiore ai picchi 2007-2008 e anche al livello toccato negli anni Settanta del secolo scorso in piena crisi petrolifera. Uno degli aspetti da evidenziare è che c'è un andamento quasi identico tra cereali, petrolio e zucchero, perciò l'incertezza regna su tutte le commodity. Questa incertezza impatta sulle aziende agricole e le porta a dover ragionare in modo più ampio e anche in modo diverso, in modo più efficiente ed efficace. Il settore primario deve familiarizzare da subito con strumenti finanziari nuovi e mutualistici, per accedere alla stabilità dei redditi, che diventa fondamentale. Occorre che non perdiamo ulteriore tempo per intervenire ancora sia sulle semplificazioni che sui sostegni, per dare risposte certe ad una filiera come quella agroalimentare che sicuramente, alla luce del ruolo strategico che riveste per l'economia del Paese, merita risposte immediate e concrete da questo Parlamento. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lanzi. Ne ha facoltà.
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI (ore 18,10)
LANZI (M5S). Signor Presidente, solo pochi giorni fa intervenivo in quest'Aula nell'ambito della discussione generale sul decreto energia, che ha preceduto in termini di misure introdotte il contenuto del decreto oggi in discussione, che risulta già in parte superato dal nuovo decreto aiuti di recente licenziato da Consiglio dei ministri. Così come per la pandemia, e anzi anche in misura maggiore, un conflitto armato nel cuore dell'Europa e il caro energia rappresentano delle emergenze da fronteggiare senza esitazioni. Siamo stati i primi a dover dare delle risposte di fronte a una pandemia globale di cui non si conosceva ancora nulla e credo che in quell'occasione il Governo guidato dal presidente Conte si sia mostrato risoluto e vicino ai problemi dei cittadini. Lo ha fatto non con le parole, ma con provvedimenti concreti, finanziati attraverso diversi scostamenti di bilancio che hanno salvato migliaia di imprese e permesso a milioni di cittadini di superare un momento di estrema difficoltà. (Applausi). Ma non ci siamo limitati soltanto a questo, perché contro lo scetticismo generale siamo riusciti a portare le difficoltà che stava attraversando il nostro Paese nei tavoli europei, dove sono grazie alla perseveranza del MoVimento 5 Stelle abbiamo portato a casa il recovery fund.
Anche quella che stiamo fronteggiando in questi mesi è una situazione senza precedenti. Per alcuni settori, anzi, la situazione è decisamente peggiore rispetto a quella generata dal Covid. Eppure - la mia constatazione non è priva di rammarico - non vedo la stessa solerzia da parte del Governo nel cercare in tutti i modi di risolvere i problemi che affliggono imprese e cittadini. Certo, in questo decreto, così come nel decreto che l'ha preceduto, ci sono molte misure degne di nota, ma di certo non sufficienti. La situazione che stiamo attraversando ci impone misure ed interventi straordinari. Fortunatamente, dopo una prima fase in cui forse si era sottostimato il rischio economico per il nostro Paese, il Governo ha deciso di ascoltarci e di adottare misure via via sempre più straordinarie, arrivando al recente stanziamento di 14 miliardi contenuto nel decreto aiuti, senz'altro un passo in avanti molto importante ma ancora insufficiente, soprattutto in considerazione dell'assenza di misure strutturali che possano renderci più autonomi dal punto di vista energetico. Alcuni obietteranno che è semplice dare giudizi a posteriori.
Vedete, colleghi, quello che noi sosteniamo oggi riguardo alla politica energetica nazionale, lo sostenevamo anche tanti anni fa: sono anni che parliamo dell'importanza di puntare sulle energie rinnovabili, avviando un progressivo abbandono delle energie fossili. Se solo avessimo iniziato questo percorso sin da quando il MoVimento 5 Stelle ha portato questo tema in Parlamento, posso assicurarvi che oggi non saremmo di certo in questa situazione. (Applausi).
Quanto al merito del provvedimento oggi in discussione, non nascondo la grande soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento a mia prima firma che istituisce un sistema di interscambio di pallet. Sebbene si tratti di una tematica poco conosciuta per i cittadini, vi assicuro che per il settore logistico-alimentare rappresenta una vera e propria rivoluzione, che proverò a spiegare brevemente. Le merci destinate alla grande distribuzione vengono trasportate su bancali di legno chiamati pallet, che rappresentano un costo aziendale non indifferente, soprattutto se moltiplicato per la mole di merce inviata. Nella consegna delle merci, tale asset finiva sempre più spesso distrutto, disperso o trafugato, con ingente danno economico sopportato dai proprietari precedenti che spesso, in qualità di parte contrattuale debole nel rapporto di fornitura, si ritrovavano a dover sostenere questa perdita. Notevole era anche l'impatto ambientale di un sistema in cui si aveva poco interesse a recuperare un pallet non di propria proprietà. Grazie alla nuova disciplina introdotta all'interno del presente decreto-legge, l'azienda cessionaria, salvo espressa dispensa del proprietario o del committente, è obbligata a restituire l'eguale ammontare di pallet ricevuti, oppure ad emettere un voucher attestante il debito che, trascorsi sei mesi dall'emissione, dovrà essere saldato. In questo modo il consegnatario avrà l'interesse a mantenere in buono stato il pallet da riconsegnare e lo Stato, senza alcun aggravio per la finanza pubblica, avrà dato il proprio contributo decisivo per sostenere la parte contrattuale più debole, ponendo fine ad assurde sopraffazioni. Quello che viene generato è di fatto un sistema di interscambio posto sotto la sorveglianza del Ministero dello sviluppo economico.
L'approvazione di questo testo deve essere motivo di orgoglio per tutti noi, perché con questa norma la politica ha dimostrato concretamente di avere a cuore l'istanza di migliaia di produttori e di imprese della filiera alimentare e logistica, che trova sintesi proprio in questa norma.
Desidero ringraziare tutti i colleghi, a partire da coloro che hanno deciso di sottoscrivere l'emendamento, fino a coloro che, condividendone lo spirito, lo hanno sostenuto, in particolare il sottosegretario Pichetto Fratin. Questa norma è una vittoria di cui ognuno di noi potrà fregiarsi.
Mi avvio alla conclusione del mio intervento ricordando altre misure introdotte grazie al combinato disposto del decreto-legge oggi in discussione e del decreto-legge aiuti, come l'incremento della tassa sugli extraprofitti per le società energetiche e le misure destinate al sostegno delle imprese energivore, ossia del tessile, della carta, del vetro e della ceramica, settori che più degli altri stanno sopportando le conseguenze economiche dei rincari e per le quali occorre intervenire con ulteriori forme di sostegno ad hoc. Non bastano gli interventi volti a scongiurare ulteriori blocchi della produzione che hanno segnato gli ultimi mesi di attività, ma occorre un nuovo piano di sviluppo industriale che tenga conto dell'andamento del prezzo di mercato fin quando l'emergenza non potrà dirsi del tutto superata.
Concludo davvero con una riflessione. Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, magari qualcuno anche in quest'Aula non mi ha ascoltato; le persone possono dimenticare ciò che si è fatto e non riconoscere i meriti, ma le persone non dimenticheranno mai come le abbiamo fatte sentire. Siamo qui per risolvere i problemi dei cittadini, siamo qui per il bene comune e l'interesse generale. Noi del MoVimento 5 Stelle le persone le vogliamo far sentire bene e continueremo a farci sentire qui e fuori di qui. Vogliamo essere ascoltati. Il nostro Presidente ci invita a non fare promesse irrealizzabili, ma di fronte al possibile gli ostacoli vanno rimossi senza se e senza ma. Viva noi, viva tutti noi! (Applausi).
Sulle dimissioni di venti componenti della 3a Commissione permanente
PRESIDENTE. La Giunta per il Regolamento, riunitasi in data odierna, 10 maggio 2022, ha espresso il seguente parere:
«Preso atto delle dimissioni di venti componenti della 3a Commissione permanente affari esteri, emigrazione, e della contestuale indisponibilità da parte dei Gruppi di designarne i sostituti, atteso che la situazione in essere impedisce la funzionalità della suddetta Commissione, considerato anche il parere espresso dalla Giunta per il Regolamento il 21 gennaio 2009, il Presidente del Senato è tenuto, al fine di garantire il regolare svolgimento dei lavori parlamentari, a provvedere agli adempimenti necessari al rinnovo dell'organismo, in analogia dell'articolo 21, comma 7, del Regolamento».
I Gruppi sono pertanto invitati a procedere alle designazioni di rispettiva competenza entro venerdì 13 maggio, alle ore 13.
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2564 (ore 18,16)
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Alessandrini. Ne ha facoltà.
ALESSANDRINI (L-SP-PSd'Az). Signora Presidente, colleghi senatori, membri del Governo, come Gruppo abbiamo provato in ogni modo a migliorare questo disegno di legge, presentando molti emendamenti, così come abbiamo fatto in occasione dell'esame di altri provvedimenti.
Si tratta di proposte che nascono dall'ascolto dei cittadini, delle categorie produttive, degli attori della società civile, richieste che vengono dal Paese reale e che, ahimè, in moltissimi casi sono state ignorate. L'impressione è che si sia persa, almeno in parte, l'occasione per portare avanti un provvedimento che sarebbe arrivato veramente al cuore del problema e che avrebbe restituito respiro a moltissime categorie.
Occorrono provvedimenti coraggiosi e quello che chiediamo è proprio questo.
Voteremo a favore di questo disegno di legge per senso di responsabilità: è un provvedimento che cerca di tamponare provvisoriamente la situazione e, in maniera minima, una parte delle criticità e delle urgenze del Paese. Si tratta di interventi non risolutivi.
Occorre in futuro un provvedimento in cui il Governo prenda in mano tutte le emergenze, cercando di abbassare i costi delle materie prime che aumentano, di occuparsi dei lavoratori, a partire dai soggetti fragili, dalle loro famiglie e mi riferisco alle tante famiglie italiane che, a causa degli aumenti del costo della vita, non riescono più ad arrivare alla fine del mese.
Passando al provvedimento in esame, c'è un aspetto che mi preme sottolineare, in relazione al quale come Gruppo abbiamo presentato più volte proposte specifiche di aiuto. Mi riferisco al tema dei Comuni in dissesto: penso alla mia città, a Terni, amministrata oggi dalla Lega e dal centrodestra, ma vittima di una precedente cattiva gestione amministrativa, che ha causato il dissesto dell'ente. Come Terni ci sono Potenza e altri Comuni, che si trovano a fronteggiare la difficile situazione di un dissesto ereditato.
Chi in quest'Assemblea è stato amministratore locale e ha avuto l'onore, come me, di rappresentare i cittadini come assessore, come consigliere comunale o come primo cittadino, conosce le difficoltà che si incontrano ogni giorno nel gestire una città. Gli amministratori locali fanno quotidianamente dei salti mortali, con imprese mirabolanti, per gestire la complessa macchina comunale con i pochi mezzi a disposizione. Le normali e molteplici criticità di un'amministrazione sono state acutizzate dalla pandemia e più recentemente dalla guerra in Ucraina e gli enti fanno davvero molta fatica a svolgere le attività quotidiane e a garantire ai cittadini anche i servizi minimi.
È già notevolmente difficile e complesso portare avanti l'amministrazione ordinaria: immaginate cosa possa significare gestire un Comune in dissesto economico in un momento come questo, caratterizzato da tantissimi fattori di rischio.
Ebbene, anche in questo disegno di legge, come in molte altre occasioni, abbiamo presentato più emendamenti per aiutare i Comuni in dissesto. In questo caso la nostra proposta emendativa è stata trasformata in ordine del giorno.
Sono consapevole che l'impegno economico per questo tipo di Comuni sia molto oneroso, ma ritengo che il compito del Governo deve essere anche questo. L'Esecutivo centrale deve fornire agli amministratori locali gli strumenti per poter governare e per poter gestire al meglio l'ente: è un dovere al quale il Governo non può sottrarsi. I Comuni in dissesto dovrebbero essere una priorità, perché i cittadini, i servizi loro offerti e la loro qualità di vita dovrebbero essere una priorità.
Avrei preferito che già da questo provvedimento il Governo si fosse preso in carico i Comuni capoluogo di Provincia che stanno vivendo questa particolare situazione economica. Apprezzo comunque l'impegno che con responsabilità, finalmente, ci è stato assicurato dalla Commissione finanze e tesoro. La Commissione inserirà nel primo provvedimento utile la proposta della Lega tesa ad evitare che Comuni, come Terni e Potenza, vadano in default. Un risultato apprezzabile che arriva a conferma del grande impegno del mio partito e che consolida la nostra vicinanza alle esigenze dei territori.
Un aspetto di questo provvedimento che vorrei sottolineare è relativo al lavoro somministrato. Non posso che esprimere soddisfazione per l'approvazione del nostro emendamento che consentirà ad oltre 100.000 persone di continuare a lavorare. È grazie a questo emendamento che diventa possibile superare il limite temporale di impiego oltre i ventiquattro mesi dei lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato dall'Agenzia per il lavoro e inviati in missione a termine presso la medesima azienda, con la proroga fino al 30 giugno 2024 per i lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato dall'Agenzia per il lavoro senza che ciò determini in capo all'utilizzatore la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il lavoratore somministrato. Ciò consente di eliminare quello che di fatto era un ostacolo alla continuità occupazionale dei lavoratori in somministrazione. La necessità di far slittare al 30 giugno l'entrata in vigore del limite di utilizzo per ventiquattro mesi era quella di salvare almeno 100.000 posti di lavoro messi a rischio dal turnover dipendente e dall'introduzione del citato limite temporale.
Presidenza del vice presidente LA RUSSA (ore 18,22)
(Segue ALESSANDRINI). Vorrei ringraziare per il prezioso lavoro svolto il sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, senatrice Tiziana Nisini, che ha convocato tra l'altro un Tavolo al Ministero per trovare una soluzione con tutte le associazioni di rappresentanza coinvolte. Ringrazio altresì tutto il Gruppo della Lega per l'impegno profuso anche in questa situazione per far accogliere anche l'emendamento citato. Un lavoro prezioso ancor di più per 100.000 famiglie. È grazie alla Lega al Governo che si sono raggiunti questi traguardi ed è anche questo il senso e la motivazione reale della nostra presenza nell'Esecutivo: migliorare la qualità della vita degli italiani.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Calandrini. Ne ha facoltà.
CALANDRINI (FdI). Signor Presidente, da un decreto-legge che ha un titolo così fantasioso, taglia prezzi, sinceramente ci saremmo aspettati molto di più, in particolare per le imprese e le famiglie italiane che sono ormai arrivate allo stremo. Forse il provvedimento al nostro esame prova a fare qualcosa in riferimento chiaramente anche al caro energia e al caro bollette, ma lo fa, come sempre, in un modo molto blando e temporaneo senza avere soluzione nel medio e lungo periodo, ricorrendo quindi sempre a soluzioni tampone. Avete prorogato il taglio delle accise sui carburanti e questo chiaramente ci fa molto piacere, ma ciò non risolve il problema alla base della speculazione sui prezzi che c'è ed è molto evidente.
Il tema della speculazione non è stato sollevato dal partito Fratelli d'Italia, ma il vostro Governo e in particolare i vostri ministri Cingolani e Patuanelli. Se avete individuato la fonte di questo problema ormai da più di qualche mese, perché continuate a restare a guardare? Sinceramente noi non riusciamo ancora a comprenderlo. Avete esteso da aprile fino a giugno la possibilità di rateizzare le bollette di luce e gas; anche questo non è che un intervento palliativo perché rateizzare non risolve certamente il problema. Posticipare e dilazionare un pagamento non significa assolutamente ridurre la misura in cui lo stesso pagamento grava sulle famiglie e sulle imprese italiane. Ci saremmo aspettati anche su tale tema sicuramente interventi più incisivi. Risulta perciò evidente che sapete mettere solo toppe a questi interventi senza arrivare a quello che noi da sempre chiediamo dall'inizio dell'emergenza pandemica e dall'inizio del conflitto: soluzioni strutturali, che non ci sono e non è nemmeno prevedibile che possano esserci. Con questo decreto-legge consentite di pagare le bollette a rate, con il prossimo intervento darete 200 euro per pagare le bollette e fare la spesa. Una misura che costa 6 miliardi di euro di contributi pubblici. Questa cifra si aggiunge ai 7 miliardi di euro stanziati in legge di bilancio per fare quell'operazione effimera. Noi siamo d'accordo quando si parla di riduzione delle tasse, ma stiamo parlando di 7 miliardi di euro per ridurre di 2 punti le aliquote Irpef e nessuno si è assolutamente accorto dei risparmi d'imposta di cui avete sempre parlato. Si tratta, quindi, di miliardi di euro che non creano un effetto moltiplicatore e non consentono, quindi, un rimbalzo del prodotto interno nazionale.
Che dire, poi, della riforma del catasto, che aumenta il prelievo fiscale sulla casa? Chissà se nel prossimo decreto introdurrete la patrimoniale, tanto cara alla sinistra italiana. Con il provvedimento oggi in esame consentite ai Comuni con le casse in rosso di alzare anche le addizionali Irpef che gravano sui nostri contribuenti. Pertanto, con una mano date e con l'altra riprendete. Che senso ha tutto questo? Qualcuno dovrebbe forse spiegarlo un po' meglio di come avete fatto fino a oggi.
Da questo decreto non ci aspettavamo miracoli, perché a noi non piace fare demagogia. Tuttavia, è chiaro che i problemi che si affrontano hanno origini lontane e sono figli di una politica energetica nel segno di un estremo ambientalismo, la cui conseguenza è stata rendere l'Italia totalmente non autosufficiente e dipendente dalle importazioni dall'estero. Di questo qualcuno dovrà pur assumersi le responsabilità.
Oggi sentiamo parlare di blocco totale del petrolio e del gas russo. Appoggiamo pienamente le sanzioni contro la Russia, ma ciò che non vogliamo è che, per colpire la Russia, restino colpite - e magari anche affondate - le nostre imprese. Chiediamo pertanto al Governo non solo di valutare le possibili alternative all'approvvigionamento delle energie, ma anche di invertire la tendenza che finora ci ha visti prendere fuori da casa nostra quello che potevamo avere da risorse di cui il nostro Paese di certo non è a corto.
L'Italia rischia di pagare un prezzo altissimo, anzi lo sta già pagando, considerando le famiglie che non arrivano alla fine della terza settimana del mese e non potranno certo fare affidamento sull'ennesimo bonus che con questo decreto e con i prossimi verrà dato. Le imprese sono in ginocchio e alcune - come tutti sapete - hanno fermato anche le produzioni. Noi pensiamo che questa volta l'Europa non possa voltarsi dall'altra parte.
C'è bisogno - lo abbiamo detto e ridetto e anche tanti di voi lo hanno affermato - di rivedere le politiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza che non potevano prevedere - e non hanno previsto - questa nuova crisi dovuta al rincaro delle materie prime e alla guerra in Ucraina.
Allo stesso modo, c'è bisogno di un nuovo recovery fund: un energy recovery fund per sostenere quei Paesi colpiti indirettamente dalle conseguenze del conflitto. Su questo ci aspettiamo che il presidente Mario Draghi metta in campo tutta la sua autorevolezza affinché ci sia un'escalation diplomatica nel conflitto oggi in atto tra Russia e Ucraina.
Il problema è che, per affrontare questa emergenza, ci vorrebbe un Governo solido e meno eterogeneo di quello che c'è, con una visione chiara del Paese e del futuro: tutto ciò che questo Governo evidentemente non ha. Le forze politiche che lo compongono non sono d'accordo su nulla. Proprio in un momento in cui ci vorrebbe senso di responsabilità, non fanno altro che picconare la tenuta dell'Esecutivo, come abbiamo visto anche oggi. Ho sentito parlare il Presidente della Commissione bilancio e qualche collega ha chiesto se il senatore Pesco è passato all'opposizione. Dico questo per indicare la tenuta di questa maggioranza.
Come Fratelli d'Italia siamo stati profeti nel dire, sin dal primo giorno, che questa maggioranza non aveva troppa strada da percorrere perché era ed è troppo diversa per stare insieme. Il tempo è galantuomo e - purtroppo - le cose ci stanno dando ragione.
In conclusione, noi continueremo a denunciare tutto ciò che sta accadendo, così come stiamo facendo negli ultimi anni, in particolare con questo monocameralismo di fatto. Ci troviamo oggi di fronte all'ennesimo voto di fiducia sull'ennesimo decreto che arriva in Aula. Noi faremo sempre denunce a voce alta e alzeremo la voce per dire all'Italia intera che, mentre il Paese è alle prese con la peggior crisi dal dopoguerra a oggi, la vostra priorità torna a essere una riforma elettorale in senso proporzionale. Se ne parla in questi giorni e sembra che il Partito Democratico sia addirittura disponibile a portare in Aula questa riforma. Lo fate per trovare un modo per garantirvi - perché solo a questo può servire - quella poltrona da cui non vi siete voluti separare e che comunque tra pochi mesi dovrete lasciare, visto che la legislatura oramai sta giungendo al termine.
Noi, come Fratelli d'Italia, non temiamo il ritorno alle urne, né strane leggi elettorali. Continueremo a chiedere il ritorno al voto il prima possibile, perché l'Italia merita un Governo forte e all'altezza della situazione, e non un'accozzaglia di partiti che sono tutto e il contrario di tutto e che neppure un autorevole Presidente del Consiglio è stato in grado di guidare. (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie per il rispetto dei tempi, senatore Calandrini.
Comunico che, siccome sono molti gli interventi, anche di cinque o di sette minuti, e siccome sono tantissime le persone iscritte a parlare - pertanto andremo oltre i tempi normali - sarò inflessibile sui tempi e ve li segnalerò prima.
È iscritta a parlare la senatrice Ferrero per cinque minuti. Ne ha facoltà.
FERRERO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ne impiegherò quattro, se riesco.
Cari colleghi, Governo, ringrazio i relatori e ovviamente il Governo, nelle persone della sottosegretaria Guerra e del sottosegretario Freni. Ringrazio inoltre gli uffici per l'impegno che, nella proliferazione dei provvedimenti ormai da due anni a questa parte, è particolarmente intenso.
Lasciatemi però dire, colleghi, che in quattro anni non abbiamo imparato niente nella gestione dei lavori. Vero è che, tra forze politiche molto variegate, gli accordi di maggioranza diventano complicati. Ma, in ogni caso, tutti noi dovremmo essere concordi nel non ridurci a concludere i lavori sempre di notte, questa volta addirittura nella notte tra domenica e lunedì. Non è un problema per noi, ma più che altro è un problema proprio di lavoro: il lavoro svolto di notte rischia di essere non serio e foriero di errori, che, seppur piccoli, vanno inevitabilmente sistemati poi in un secondo momento. Non mi stuferò mai di dire che di notte bisognerebbe dormire e non lavorare a provvedimenti importanti.
Detto ciò e fatto questo piccolo appunto, si può affermare che il provvedimento in esame va nella giusta direzione. Con esso il Governo ha cominciato ad accogliere le sollecitazioni arrivate in particolare dal nostro Gruppo e dal nostro segretario Matteo Salvini, che fin da tempi non sospetti aveva messo in guardia sui pericoli degli aumenti e dei rincari energetici. È sicuramente un buon inizio per avviare successivi provvedimenti di più ampio respiro. Per questo nel mio intervento non mi soffermerò tanto su quello che andremo ad approvare; molti sono, d'altronde, gli emendamenti a nostra firma che hanno ottenuto, anche attraverso accordi trasversali, il parere favorevole del Governo e il voto favorevole in Commissione.
Vorrei invece sensibilizzare tutti voi, colleghi, su quelli che sono il piano reale e il piano istituzionale, cioè due piani che fanno fatica a incontrarsi. Siamo tutti consapevoli degli aumenti del costo delle materie prime, dell'energia e inevitabilmente del carrello della spesa, ma gli imprenditori erano a conoscenza del fenomeno dell'aumento delle materie prime già dall'inizio del 2021. Allora, colleghi, questo epilogo è stato inevitabile, anche perché forse non abbiamo saputo ascoltare a sufficienza. Poi tutto è precipitato ed è stato accelerato dalla guerra, ovviamente; ma i presupposti erano già evidenti. Dobbiamo imparare a captare i segnali che ci dà il mondo reale. C'è una parte di questo Parlamento che, vedendo evasori ovunque e il furbo dietro ogni angolo, crede che con lacci e lacciuoli si ostacolino queste storture. Ma quella parte politica spesso non si rende conto che le complicazioni delle procedure non fanno altro che agevolare i professionisti della burocrazia e i furbetti, che sanno bene come aggirare le norme. Quindi, ascoltate gli imprenditori di quelle aziende sane, di quelle aziende che lavorano onestamente. Il mio vuole essere un appello per i prossimi provvedimenti.
In questo grave momento di crisi economica non è tanto importante dare, ma evitare di togliere, evitare di riscuotere, come è stato fatto per le accise sui carburanti, d'altronde. Semplifichiamo le procedure, abbassiamo l'imposizione fiscale per imprese e lavoratori, perché solo così potranno affrontare le problematiche economiche anche dovute al conflitto, ma che oggi non sentiamo ancora, perché devono ancora arrivare.
Quindi, ascoltiamo imprenditori e famiglie e caliamoci tutti quanti nella realtà. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pergreffi. Ne ha facoltà.
PERGREFFI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, siamo di fronte a un decreto-legge veramente necessario, perché in questo momento penso che tutti gli italiani lo aspettino per poter risolvere tantissime delle situazioni che ci siamo trovati di fronte con il caro materie prime.
Illustrerò alcuni interventi che sono stati messi a punto di competenza della nostra Commissione. Penso - ad esempio - a un importantissimo emendamento che mira a incentivare il traffico ferroviario delle merci in ambito portuale, prevedendo la possibilità di diminuire i canoni delle concessioni demaniali su cui insistono le attività terminalistiche, favorendo in tal modo un trasporto sostenibile grazie all'utilizzo dei treni con conseguente diminuzione delle emissioni di CO2 e della congestione delle strade nelle aree di riferimento. Questo è un emendamento importante che si stava tanto attendendo, soprattutto per quanto riguarda le aree portuali.
C'è poi un altro emendamento veramente molto importante. In questi mesi ci siamo trovati di fronte al caro dei materiali, legato alla difficoltà del reperimento delle materie prime. Nell'ambito edilizio interi cantieri, soprattutto adesso che ci troviamo di fronte ai cantieri del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche ai cantieri privati, non si riescono a trovare i materiali, soprattutto per quello che riguarda gli isolamenti: non arrivano e, di conseguenza, il cantiere si ferma e si trovano prezzi completamente folli, che ovviamente fanno saltare tutti i piani finanziari. Da qui la grande importanza di un emendamento di cui ero prima firmataria: la proroga dei titoli edilizi abilitativi, per consentire più respiro alle imprese e ai cittadini privati che si trovano in questo momento nella difficoltà di poter chiudere i cantieri con le scadenze dei titoli abilitativi. Reputo questa una misura veramente importante che si è riusciti a portare a casa.
C'è poi tutta la questione che non si è risolta del tutto - probabilmente troverà soluzione nel prossimo provvedimento - sui prezziari a cui far riferimento per le opere edili, che sono da adeguare: se già avessimo avuto un prezziario aggiornato a gennaio di quest'anno, a questa data, a maggio, sarebbe stato completamente fuori fase. Dispiace, però, che un emendamento non abbia avuto buon fine.
Ci troviamo di fronte a una previsione di 500 milioni per il fondo degli autotrasportatori relativo al comparto merci. Poiché in questo momento quel settore sta soffrendo soprattutto a causa del caro carburante, delle accise e quant'altro, va benissimo che ci sia questo fondo. Tuttavia, ci si è dimenticati una categoria importantissima: quella relativa al trasporto persone. Penso ai bus turistici - per esempio - ma anche al trasporto persone in generale, che si trovano anch'essi a dover combattere ogni giorno contro il caro carburante e, anche se hanno investito su mezzi innovativi, si ritrovano con metano e gas alle stelle.
Non dimentichiamoci che questa categoria ha subito le conseguenze del lockdown, il fermo di tutte le gite e mi riferisco non solo a quelle scolastiche, ma a tutte in generale; ha subito una riduzione della capienza al 50 per cento per quasi due anni e adesso si trova a fronteggiare il caro carburanti, per cui veramente non riesce ad andare avanti. Quindi, quello che chiedevamo al Governo era soltanto il gesto simbolico di ricordarsi di questa categoria davvero importante, che racchiude tantissimi posti di lavoro, ma ha delle serie difficoltà e quindi non possiamo dimenticarle.
Tra breve ci troveremo a esaminare un altro decreto-legge sempre relativo alla questione delle accise, che contiene già un articolo sull'autotrasporto, e un decreto trasporti. Spero dunque, dopo quello che è successo in questa fase, che tale problematica possa trovare una soluzione. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Cioffi. Ne ha facoltà.
CIOFFI (M5S). Signor Presidente - come è stato già detto - il decreto-legge in esame riguarda tutto ciò che è connesso alla crisi ucraina, nella vita dei cittadini e delle imprese, tant'è vero che è stato chiamato taglia prezzi. Tante sono le cose presenti nel decreto-legge in esame e tanto è stato il lavoro delle Commissioni parlamentari. Mi soffermerò su uno dei tanti possibili aspetti, che riguarda l'estensione della disciplina della golden power.
La disciplina della golden power nacque sostanzialmente nel 1994 - si chiamava allora golden share - all'epoca delle privatizzazioni, ed è stata poi modificata durante il Governo Monti, a seguito dei richiami della Corte di giustizia dell'Unione europea, perché ritenuta un po' troppo forte e non rispondente ai dettami dell'Unione europea, anche se in uno scritto dell'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Garofoli, che si intitolava «Golden power e controllo degli investimenti esteri», lo stesso autore sosteneva che la Corte di giustizia «non ha mai condannato in radice la golden share, rimarcando piuttosto che l'esercizio dei connessi poteri è compatibile con la disciplina dell'Unione».
La normativa si è poi evoluta e siamo arrivati alla golden power, che il Governo Conte, nel 2019, ha esteso al campo delle telecomunicazioni e del 5G. In questo momento si è ulteriormente estesa la disciplina della golden power a tutto il settore dell'energia, dei trasporti e, ovviamente, delle telecomunicazioni, con un'estensione del concetto. Ciò parte in realtà da un ragionamento fatto in occasione del decreto-legge concorrenza e serve a estendere il potere dello Stato nel difendere i suoi asset strategici principalmente dalla speculazione.
Sono tantissimi i fondi speculativi famosi, gli hedge fund, che investono con l'obiettivo puro di ottenere risorse. Sono tanti nel mondo e il più grande, anche se non è propriamente un hedge fund, è il fondo statunitense "BlackRock", che ha a disposizione 10 trillion dollar, cioè 10.000 miliardi di dollari, per investire. Per non parlare poi del fondo "Bidgewater" sempre statunitense, tutto hedge e pari a 160 miliardi di dollari. Ci sono poi anche i fondi sovrani che arrivano dall'Asia, come il fondo sovrano "China investment corporation", che ha 800 miliardi di dollari, e quelli di Abu Dhabi e del Qatar. Quindi, la disciplina dell'estensione della golden power serve a tutelare l'interesse economico degli asset strategici dell'Italia, relativamente alle speculazioni che arrivano da Paesi esteri, perché questo, purtroppo, è un mondo dominato dalla finanza.
Tutti noi sappiamo - ne abbiamo parlato in un'altra occasione - quanto la speculazione abbia inciso sul mercato dei title transfer facility (TTF), e cioè sul mercato che determina il costo del gas. Abbiamo già detto nella precedente occasione di dibattito che il volume degli scambi e di transazioni finanziarie su quel mercato è esattamente 10 volte il volume del gas realmente esistente sul mercato. Quindi, il tema del dominio della finanza è assolutamente centrale e per questo dobbiamo proteggere l'economia, perché abbiamo bisogno di lavoro. Dobbiamo mettere al centro l'economia che produce lavoro e tassazione, perché spesso - come sappiamo bene - questi fondi hanno sistemi elusivi e dobbiamo dunque combattere tutto questo.
Quando ragioniamo sul ruolo dell'Europa, partiamo dal ragionamento sulla golden power per estenderlo al ruolo che l'Europa deve avere nella competizione globale con i grandi giganti che sono al di là dell'Atlantico, se quindi sostanzialmente il Nord America, e con quelli che sono invece nella parte asiatica. Abbiamo bisogno di un'Europa che ragioni in modo diverso e dobbiamo capire come e quando l'Europa debba intervenire per non fare la fine del famoso vaso di coccio tra i vasi di ferro. Abbiamo bisogno di un'Europa più forte.
Noi abbiamo fatto questi ragionamenti anche nell'ambito di una mozione presentata all'attenzione di tutti i senatori, in cui chiediamo che il Governo intervenga per stimolare la BCE a diventare come la Fed, inserendo cioè nel mandato della BCE la piena occupazione. Abbiamo un Presidente del Consiglio che ha una certa esperienza in tema di BCE e, quindi, sicuramente può - se vuole - cercare di spingere per arrivare a questo. D'altra parte, ciò significa riallineare lo statuto della BCE all'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea. Oltretutto, in quella stessa mozione chiedevamo di cambiare una dizione. L'Unione europea viene definita come un'economia sociale di mercato fortemente competitiva. Noi dobbiamo dire invece che è fortemente competitiva nei confronti dei Paesi extra-UE, perché la competizione tra Paesi interni all'Unione produce non un rafforzamento delle politiche dell'Unione, bensì un deperimento. Tutti sappiamo del surplus commerciale della Germania.
In questo momento abbiamo bisogno di un'Europa più forte e più coesa. In un momento come quello attuale, che è purtroppo di guerra, potremmo ragionare proprio su questo punto: un'Europa più forte ha bisogno di un maggiore impiego militare oppure può ragionare in un altro modo? Lancio una provocazione: l'Unione europea potrebbe essere una zona che rinuncia all'arma nucleare. Forse potremmo ragionare in un altro modo: dovremmo imparare ad avere il coraggio di ragionare in un altro modo, perché è l'unica soluzione se vogliamo difendere gli interessi dei cittadini e delle imprese europee.
Come vedete, si può ragionare sulla golden power per avere un quadro più ampio: è questo quello che dobbiamo fare in Senato, altrimenti non ha senso il nostro lavoro. Il nostro lavoro ha un senso se lo inquadriamo in un contesto più grande e più generale, che è sempre l'interesse dei cittadini europei. E purtroppo questa guerra non è assolutamente nell'interesse dei cittadini europei. (Applausi). Questa guerra è interesse di altri, che non sono certo i cittadini europei.
Ci sono anche altre cose nel provvedimento che stiamo discutendo e che andremo ad approvare presumibilmente domani, come - per esempio - il fatto di aver dichiarato i rottami di ferro un elemento critico. È stato anche modificato un passaggio in cui si diceva che bisognava notificare solo se le esportazioni avvenivano da parte di imprese italiane, come se un'impresa turca potesse esportare, quando sappiamo che è la Turchia stessa che ci fa la concorrenza sui rottami di ferro: il costo marginale che noi paghiamo sui rottami ferro lo fa la Turchia. Bisogna capire come funziona il costo marginale, come abbiamo fatto sul gas. Aver fatto una modifica ci permette effettivamente di raggiungere un obiettivo. Si tratta quindi di piccoli passaggi ma importanti.
Lo stesso dicasi per i crediti fiscali, che sono un'innovazione importante. Certo, stiamo ancora parlando di vari passaggi. Bisogna avere il coraggio presumibilmente di tornare alla situazione di quando abbiamo aperto la circolazione libera dei crediti fiscali, perché è un modo alternativo di intervenire. Anche questa è una cosa importante.
Avevamo presentato poi un emendamento riguardante l'incremento della tassazione sugli extraprofitti dal 10 al 25 per cento, e questo è stato recepito nel cosiddetto decreto-legge aiuti, approvato in Consiglio dei ministri e di cui aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In sostanza, quello che dobbiamo fare è un ragionamento di sistema. Quando proviamo a ragionare sul sistema, capiamo come la nostra azione politica può essere fortemente incidente sul mondo nel quale lavoriamo. A volte basta un emendamento per provare a cambiare la situazione.
Mi auguro che tutti noi abbiamo il coraggio, la voglia, l'abnegazione di fare veramente gli interessi dei cittadini e delle imprese europee, e soprattutto di quelle piccole, per far capire che la competizione la dobbiamo fare con coloro che sono fuori dall'Unione europea. Dobbiamo avere il coraggio definitivo per capire che solo insieme riusciamo a fare qualcosa e i veri competitor sono quelli che hanno tanti soldi al di fuori dell'Unione europea. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Marti. Ne ha facoltà.
MARTI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ci stiamo occupando della conversione in legge del decreto-legge riguardante le misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi in Ucraina.
Per fronteggiare questa crisi internazionale vengono introdotte dal decreto-legge in esame una serie di disposizioni per far fronte alle eccezionali esigenze, in particolare in ordine allo svolgimento delle attività produttive, per contenere i prezzi dell'energia sul mercato italiano e fronteggiare la situazione di instabilità nel funzionamento del sistema nazionale di gas naturale derivante dal conflitto russo-ucraino.
Nonostante il lavoro in Commissione sia stato molto intenso, faticoso e corposo, sono stati prodotti più di 1.421 emendamenti da parte di tutti i Gruppi parlamentari e la Lega si ritiene soddisfatta, anche se non del tutto, perché si può fare sempre di più. Il lavoro del nostro Gruppo è stato forte e importante su tutta una serie di temi. Siamo un po' rammaricati da piccoli segnali che il Governo forse ci avrebbe potuto dare su situazioni che sembrano piccole a noi, ma sono grandi per i vari settori. Mi riferisco - ad esempio - all'emendamento che stanziava piccolissimi fondi per i centri riabilitativi per i diversamente abili dotati di piscine riscaldate, utilizzate per fisioterapia e riabilitazione in acqua; vi era poi un nostro emendamento contro il taglio dei militari, che è stato bocciato, previo parere negativo da parte del Governo. La riduzione prevista dal prossimo 1° luglio di altre 1.000 unità dall'operazione Strade sicure è un grave danno per il nostro Paese. Come Lega continueremo a batterci per le Forze dell'ordine e per l'incolumità degli italiani.
Inoltre, il Governo poteva accogliere il nostro emendamento sugli extraprofitti a banche. Avevamo chiesto con forza di ampliare la platea dei soggetti chiamati a versare il contributo straordinario contro il caro bollette. Occorreva un atto concreto di redistribuzione sociale, innalzando la tassazione degli extraprofitti dal 10 al 25 per cento ed estendendola anche alle banche e agli intermediari finanziari che operano nel settore dell'energia. Se il nostro emendamento fosse stato approvato e accolto dal Governo, avrebbe garantito delle entrate allo Stato e, di conseguenza, la distribuzione di profitti a milioni di italiani, ma anche di coprire gli oneri per rimuovere gli effetti distorsivi contenuti nella norma che penalizzano diverse imprese. Sarebbe stato un gesto di giustizia sociale, una misura equa e necessaria, per contenere i costi del caro energia e aiutare famiglia ed imprese.
È anche vero però che sono arrivati altri piccoli, grandi segnali: grazie al lavoro fatto dal Gruppo Lega con il resto della maggioranza e all'insistenza del nostro partito, sono stati accolti emendamenti che in questo momento di grave crisi post pandemica aiutano realmente i nostri cittadini. Mi riferisco in particolar modo - ringrazio Giorgio Bergesio e il Gruppo - alla rateizzazione del pagamento delle multe derivanti dalle quote latte, importantissimo provvedimento. Inoltre, ci possiamo ritenere soddisfatti per l'approvazione dell'emendamento in difesa delle nostre aziende per quanto riguarda le esportazioni dei rottami, con cui viene ampliato il numero dei soggetti obbligati a trasmettere l'informativa di esportazione al Ministero dello sviluppo economico, che potrà effettuare un monitoraggio chiaro per tutte le imprese che vogliono esportare, incluse quelle estere. Questa è un'iniziativa che serve per tutelare le nostre realtà produttive da pratiche di mercato scorrette che metterebbero in seria difficoltà interi settori, dall'edilizia alle acciaierie, con conseguenze pesanti per le nostre imprese e ricadute sociali e occupazionali.
Un'altra risposta concreta agli imprenditori che faticano ancora a riprendersi dall'emergenza sanitaria ed economica e che ci chiedono con forza di non essere lasciati soli nella ripartenza post pandemica è l'approvazione dell'emendamento che permette - per esempio - ai bar, ai ristoranti e ai pubblici esercizi in generale, già ritenuti idonei, a continuare, previo pagamento, a usufruire di tavoli e sedie all'aperto per tutta la stagione estiva, senza dover produrre alcuna nuova richiesta e senza che le amministrazioni comunali possano negarlo. Questo servirà anche per alleggerire le stesse amministrazioni comunali, oltre che per lo sviluppo delle nostre attività.
Siamo orgogliosi di questi e di tantissimi altri risultati, frutto di trattative con la maggioranza di Governo, sulla quale sono certo non avremmo potuto incidere restando all'opposizione.
Presidente, vorrei concludere questo mio intervento su una questione che da cittadino pugliese mi interessa direttamente e mi sta a cuore, che riguarda l'ex Ilva. Non è possibile - lo dico ai compagni di questo percorso di Governo di larghe intese - che il PD assecondi una iniziativa del MoVimento 5 Stelle, cercando di votare quell'emendamento sull'ex Ilva in Commissione, che per fortuna non è passato, con il parere contrario da parte del Ministero dello sviluppo economico, solo per pura demagogia, come appare chiaro dalle notizie di stampa delle ultime ore, di ieri e oggi.
È evidente che i ritardi sulle operazioni di bonifica - è bene chiarirlo - delle aree dell'ex Ilva sono addebitabili a chi ne ha la competenza, e cioè alla gestione commissariale, che non abbiamo messo noi. I fondi a questo destinati ci sono, i soldi per le bonifiche ci sono, ma i commissari non stanno portando avanti il progetto e tutto va molto a rilento. La norma approvata nel decreto è stata ampiamente discussa con la Presidenza del Consiglio e con tutti i partiti di questa maggioranza presenti nella cabina di regia. Obiettivo del Governo e del ministro Giorgetti è dare una accelerazione al processo di decarbonizzazione, che si rende necessaria nell'interesse della città di Taranto, finalizzata a una produttività efficiente di un settore chiave della nostra economia, soprattutto in questo periodo storico, con l'aumento dei prezzi e la mancanza di materie prime. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perosino. Ne ha facoltà.
PEROSINO (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Governo, il decreto-legge n. 21 al nostro esame viene chiamato anche decreto Ucraina e questo mi dà lo spunto per parlare brevemente di Ucraina, di cosa ne pensano gli italiani secondo i sondaggi, ma soprattutto le persone che noi che siamo qui frequentiamo. Mi pare di poter dire, sintetizzando al massimo, che gli italiani pensano che Biden in queste ore dia ordini a Draghi, che Stoltenberg dia ordini a Zelensky dicendogli di non mollare la Crimea, ma l'Ucraina non fa parte della NATO. Mi pare che l'Occidente voglia entrare in guerra a tutti i costi e nessuno parla di diplomazia - ricordo quella di Kissinger, segreta ma efficace - ad eccezione del Papa. L'Occidente mi pare impazzito, e lo dico in quest'Aula con profonda convinzione e timore.
Tanto si è cercato di fare in questo decreto per aiutare tutte le categorie colpite dagli aumenti che sono semplicemente pazzeschi: riduzione temporale e parziale delle accise; crediti d'imposta per le imprese con crediti negoziabili, che però diventano debito pubblico; possibilità di chiedere ai gestori la rateizzazione delle bollette in ventiquattro mesi, ma purtroppo, dopo qualche mese, invece di avere una sola bolletta se ne hanno due. Le accise sulle quali si paga l'IVA vengono sterilizzate in parte, ma sono il problema dei problemi. Penso che bisognerebbe tentare - lo dico modestamente e sommessamente al Governo - di sterilizzare le accise per un anno - secondo i miei calcoli, il costo è di 15 miliardi - e ciò andrebbe fatto subito con uno scostamento, perché lo scostamento prima o dopo andrà fatto, in maniera che i prezzi siano ridotti alla fonte e non si debbano erogare dei sussidi dopo. Si deve pensare a una riduzione dei costi e dei prezzi o a un minor aumento dei prezzi, perché forse non si tornerà mai più ai prezzi di prima. Occorre sterilizzare per un anno le accise, con tutto quello che ne deriva, perché in economia bisogna raffreddare, allungare i tempi, dare delle certezze. Il famoso bonus del 110 per cento per le villette unifamiliari e per raggiungere il 30 per cento viene prorogato dal 30 giugno al 30 settembre e forse è ancora poco: se tutti compriamo gli stessi articoli, poi a causa delle speculazioni, delle difficoltà di fabbricazione o del contesto internazionale, i prezzi aumentano in percentuali che non possiamo neanche dire o ripetere. Il mio consiglio è di avere il coraggio di fare una manovra.
Come possono risparmiare i Comuni sulle bollette dell'illuminazione pubblica? Ci sono dei tentativi per spegnere alcuni lampioni, ma questo marchingegno avrebbe un costo superiore al risparmio. Si propone di consentire di utilizzare l'avanzo di amministrazione per pagare le bollette, ma come farebbe chi non lo ha? I modesti ristori che sono stati attribuiti - modesti perché non si può fare di più - sono un tanto per abitante; ad esempio, il decreto-legge n. 17 stanzia circa 5 o 6 euro per abitante, ma i piccoli Comuni da 100 abitanti non possono ricevere 300 o 400 euro.
L'articolo 23 del decreto-legge in esame tratta della revisione prezzi, un tema che mi sta molto a cuore. Innanzitutto c'è un problema su cui bisogna mettersi d'accordo: la revisione dei prezzi riguarda i lavori che sono in corso, per i quali le imprese aggiudicatrici dell'appalto fanno presente che c'è stato un incremento superiore all'8 per cento. Tuttavia, per i lavori che sono in progettazione esecutiva, e quindi chiaramente in pre-appalto, non è prevista e le stazioni appaltanti non possono andare avanti. Bisogna quindi prevederla anche in questo caso. Io avevo presentato degli emendamenti che riguardavano i prezziari, con la richiesta di sospensione per un anno e di proroga del fine lavori per un anno, ma mi è stato opposto un diniego con delle giustificazioni che condivido soltanto in parte. Signor Presidente, la senatrice Gallone mi cede due minuti. Avevo fatto anche la proposta dirompente di ridurre l'IVA sui lavori pubblici dal 22 al 4 per cento, ottenendo, data la situazione di guerra, anche il benestare dell'Unione europea. Il 18 per cento avrebbe permesso di fare... (Il microfono si disattiva automaticamente).
PRESIDENTE. Senatore Perosino, ha esaurito il suo tempo. Non siamo in un mercato e, comunque, le diamo un minuto.
PEROSINO (FIBP-UDC). Mettiamoci tutti davvero attorno a un tavolo...
PRESIDENTE. Il problema è che non si possono chiedere cinque minuti e poi preparare un intervento che ne dura dieci.
PEROSINO (FIBP-UDC). Va bene e, allora, termino il mio intervento.
Bisogna trovare la quadra per il futuro dell'Italia altrimenti avremo guai peggiori. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Gallone. Ne ha facoltà.
GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, ci sono due modi per affrontare un'onda gigantesca che ti viene addosso: o si sta fermi e ci si fa travolgere, oppure si prende una tavola e si cavalca l'onda. Il provvedimento in discussione, insieme ai precedenti e a quelli futuri che arriveranno, potrebbe essere veramente quella tavola per cavalcare l'onda immensa che si è formata con l'avvento della pandemia e che oggi sta raggiungendo la sua massima altezza a causa di una guerra che speriamo finisca presto.
Noi di Forza Italia abbiamo fatto moltissime proposte che riguardano il bonus carburante dei dipendenti da parte dei datori di lavoro, la semplificazione nella costruzione o sostituzione di impianti fotovoltaici e il potenziamento del programma di miglioramento della prestazione energetica; l'estensione dei lavori del superbonus al 110 per cento ad altri bonus edilizi; la proroga delle semplificazioni in materia di autorizzazioni e di concessioni del suolo pubblico, perché questo vuol dire usare le strutture attrezzate, come i dehors, per far ripartire l'economia e il turismo; misure di sostegno per il comparto teatrale e moltissime altre.
Visto che il tempo è poco e contingentato, dico che noi avremmo voluto fare molto di più, ma purtroppo la Ragioneria dello Stato e gli uffici frenano molte proposte che noi ritenevamo opportune. Siamo tuttavia soddisfatti, per quanto mi riguarda, per aver consentito agli impianti a biogas esistenti di massimizzare la produzione elettrica anche superando il limite di potenza ammessa. E questo sarà molto utile soprattutto per le imprese agricole che, in regime di autoconsumo, potranno usare più energia rinnovabile. Siamo felici del rimborso ai Comuni che accolgono i minori non accompagnati - mi riferisco a quei 100 euro al giorno che consentiranno loro di provvedere al loro mantenimento - previsto in un emendamento trasversale, condiviso peraltro, come quello in cui si prevede, sempre per i Comuni, la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione per la copertura degli oneri derivanti dalle maggiori spese per l'energia.
Anch'io spendo una parola - come ha già fatto prima la collega Simona Pergreffi - su un comparto che continua a essere dimenticato, anche soltanto come riconoscimento alla categoria: mi riferisco al comparto dei bus turistici, che ha subito - com'è stato ricordato - un grande danno proprio a causa della pandemia e che oggi, anche durante la guerra, si è rivelato preziosissimo. Sono infatti questi bus che, in maniera volontaria e autonoma, si sono messi a disposizione per portare in Ucraina i beni di prima necessità per le persone in guerra, riportando indietro anche molti profughi e sfollati. Non possiamo avere quindi persone generose, che compiono gesti di questo genere, che poi invece vengono dimenticate.
Da qui ecco dunque l'appello anche da parte mia: non possiamo pensare oggi di subire quest'onda, andando verso una povertà energetica, senza dare sostegno, e non già da un punto di vista economico, perché sappiamo che cosa serve in questo momento al Paese. All'Italia servono certezze per il mondo imprenditoriale; serve semplificazione; serve che il Governo e lo Stato lascino fare a chi sa fare quello che può.
Noi non ci stancheremo in questo momento di ribadire quelli che sono per noi dei cavalli di battaglia sul tema della semplificazione, come per esempio la flat tax; il tema del costo del lavoro e quindi del cuneo fiscale; il tema della reintroduzione del sistema dei voucher, perché tutti i profughi che stanno arrivando oggi in Italia, e hanno la speranza legittima - e noi con loro ce lo auguriamo - di poter ritornare nel loro Paese, hanno bisogno di lavorare e lo devono poter fare in maniera flessibile e snella.
Ringrazio di cuore la senatrice Tiraboschi per il prezioso e importante lavoro che ha fatto come relatrice, perché ovviamente avere un relatore attento, che ascolta le istanze ed è capace di fare sintesi, è molto importante. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Arrigoni. Ne ha facoltà.
ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, questo decreto taglia prezzi è il sesto provvedimento dal secondo semestre dello scorso anno che prevede misure per fronteggiare il caro energia e il caro carburante. Complessivamente ad oggi ammontano a 22 i miliardi stanziati, di cui oltre 5 proprio in questo decreto.
Rispetto al caro energia queste sono in sintesi le misure introdotte nel provvedimento. Innanzitutto c'è la riduzione sino al prossimo 8 luglio delle accise di benzina, gasolio e GPL: una misura che ci rende particolarmente soddisfatti, visto che la Lega, con una mozione agli inizi di marzo, è stata la prima forza politica a sollecitare il Governo per introdurla.
Sono stati poi innalzati i contributi sotto forma di credito d'imposta per le imprese energivore e gasivore, per le maggiori spese sostenute per l'acquisto e utilizzo di elettricità e gas.
È stato introdotto per la prima volta il credito di imposta per le maggiori spese di energia elettrica e gas da parte delle imprese piccole e medie.
Importante è anche il credito di imposta del 20 per cento per l'acquisto di carburanti nel primo trimestre 2022 per l'esercizio dell'attività agricola e della pesca.
Per il periodo 1° aprile-31 dicembre è stato esteso poi il valore dell'ISEE a 12.000 per l'accesso al bonus sociale gas acqua e luce da parte delle famiglie che - lo ricordo - è stato potenziato da ottobre 2021. La platea dei nuclei beneficiari sale dunque da 4 a 5,2 milioni.
Sul bonus sociale e povertà energetica ricordo che la Lega ha denunciato come l'automatismo valesse solo per i percettori del reddito di cittadinanza, mentre per le restanti famiglie in difficoltà economica, moltissime delle quali ignare del diritto al beneficio e che in questi mesi hanno continuato a pagare bollette salatissime, correva l'obbligo di presentare al Comune la documentazione sostitutiva unica con l'indicazione dei propri redditi e patrimoni, con l'aggravante peraltro di beneficiare del bonus solo da quel momento in poi. È una discriminazione questa inaccettabile che, grazie al ministro Giorgetti, abbiamo rimosso con il cosiddetto decreto aiuti, con il quale, oltre all'automatismo, per tutti è stata introdotta la retroattività con compensazione del bonus sociale. (Applausi). Abbiamo vinto una battaglia di giustizia ed equità.
Durante la conversione, purtroppo, ancora una volta sono stati pressoché nulli gli spazi finanziari a disposizione del Parlamento. Degna di nota però è la confluenza del decreto-legge 2 maggio 2022, n. 38, che ha portato non so a prorogare la riduzione dell'accisa di benzina e gasolio GPL all'8 luglio, ma per la prima volta ha anche introdotto misure a favore della filiera del gas per autotrazione, da mesi letteralmente in ginocchio. Bene non solo l'azzeramento fino all'8 luglio dell'accisa del gas per autotrazione, ma soprattutto, dopo che la Lega da ottobre 2021 lo aveva ripetutamente richiesto con diversi emendamenti, anche l'applicazione dell'IVA agevolata al 5 per cento del gas per autotrazione, al pari di quanto da ottobre si sta facendo per il gas per usi civili e industriali.
Con la stessa determinazione continueremo a insistere affinché l'IVA agevolata al 5 per cento possa una volta per tutte applicarsi anche ai servizi di teleriscaldamento e per i contratti servizio energia, dove il gas viene impiegato in via indiretta per il riscaldamento delle case. Sempre in conversione bene l'emendamento della Lega che consente, in ambito agricolo, di sfruttare il pieno utilizzo della capacità tecnica degli impianti installati di produzione di energia elettrica da biogas.
Prima di concludere devo fare due riflessioni: la prima riguarda l'introduzione della tassa sugli extraprofitti realizzati dalle imprese che esercitano attività in ambito energetico. È ovvio che con il caro energia ci sono soggetti che da mesi stanno straguadagnando. Dunque una norma che prevedesse un prelievo solidaristico straordinario serviva ed, anzi, era doverosa, ma doveva essere equa e giusta, come non è invece l'articolo 37 del decreto-legge che invece presenta molti elementi distorsivi che rischiano di penalizzare fortemente alcune imprese. La norma infatti non tiene conto delle accise versate, delle operazioni straordinarie, dei derivati finanziari a copertura del rischio, dove protagoniste sono invece le banche, colpendo solo i contratti fisici.
La Lega, con emendamenti tutti bocciati, non solo chiedeva di rimuovere queste distorsioni, ma ha proposto anche di allargare la platea dei soggetti chiamati a pagare la tassa anche alle banche e agli intermediari finanziari che operano nel settore energetico con contratti finanziari e strumenti derivati. Incomprensibilmente però anche questa proposta è stata bocciata - udite udite - per onerosità: un grave errore perché l'approvazione del nostro emendamento avrebbe garantito non solo maggiori entrate allo Stato e, di conseguenza, la distribuzione di profitti a milioni di italiani, ma anche di coprire gli oneri per rimuovere effetti distorsivi contenuti nella norma penalizzanti per diverse imprese che probabilmente saranno portate a fare ricorso alla Consulta. La domanda nasce spontanea: il coinvolgimento delle banche era oneroso per lo Stato - noi diciamo assolutamente no - o per Draghi? Ci auguriamo che, con il cosiddetto decreto aiuti, dove è stato annunciato un innalzamento della tassa dal 10 al 25 per cento, si corra ai ripari.
Per quanto riguarda la seconda e ultima riflessione, tutte le misure varate fino ad oggi - azzeramento oneri sistema bollette luce e gas, IVA agevolata al 5 per cento per il gas, potenziamento bonus sociale, credito d'imposta per le imprese per i consumi di energia elettrica e gas e infine la riduzione delle accise dei carburanti - sono coperte fino al secondo trimestre e, dunque, fino al 30 giugno, l'8 luglio per quanto riguarda la riduzione dell'accisa. Dalle anticipazioni il cosiddetto decreto aiuti non interviene a prorogare queste misure ed è un grande problema. Siccome il caro energia, aggravato dalla guerra russo ucraina, ha caratteristiche strutturali e prosegue incessantemente con prezzi proibitivi, gioco forza il Governo entro un mese dovrà necessariamente varare un altro provvedimento corposo che estenda al terzo trimestre la misura a tutela di cittadini delle imprese e della ripresa economica, pena la crisi. Serviranno diversi miliardi. È probabile che occorra una nuova serie di interventi a debito, ovviamente anche comunitario, dove l'Europa è chiamata a fare la sua parte. Se Bruxelles, con il recovery fund, ha permesso di fare debito per la transizione ecologica e digitale, non c'è motivo alcuno che si sottragga per impedire questo dramma che da quasi un anno colpisce famiglie e interi settori produttivi in crisi. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Evangelista. Ne ha facoltà.
EVANGELISTA (IV-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, che siamo chiamati oggi a esaminare, ha visto un intenso lavoro da parte del Governo, ma anche del Parlamento. Desidero ringraziare tutti i miei colleghi, i relatori e i commissari che hanno lavorato intensamente, soprattutto domenica notte, per concludere l'esame del decreto nei tempi.
Il provvedimento possiede i requisiti straordinari di necessità e urgenza propri del decreto-legge, perché straordinaria è la situazione che si è venuta a creare da più di due mesi e che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. Si tratta di una tragedia anzitutto umanitaria e che inevitabilmente assume connotati anche economici. È evidente che la guerra rechi con sé conseguenze drammatiche, in primo luogo tragedie umanitarie che si consumano territorialmente in Ucraina, ma che ci toccano da vicino e da cui non possiamo e non dobbiamo distogliere lo sguardo. Ci sono però anche altre conseguenze di tipo economico che si abbattono sulle famiglie e sulle imprese italiane, che hanno già dovuto scontare un prezzo molto alto per l'emergenza pandemica.
Il decreto di oggi nasce in queste condizioni e prova a far fronte agli effetti economici e umanitari, anche con riferimento allo svolgimento delle attività produttive, per contenere i prezzi dell'energia sul mercato italiano e fronteggiare la situazione di eccezionale instabilità del funzionamento del sistema nazionale di gas naturale che deriva dal conflitto russo-ucraino.
Si tratta pertanto di un provvedimento di ampio respiro, che parte dalle misure taglia prezzi per energia e gas, ma che inevitabilmente è chiamato a prevedere anche misure di sostegno per le imprese e il lavoro, nonché per specifici comparti quali autotrasporti, agricoltura e pesca. Si tratta di misure eccezionali come fondi, riduzione delle accise e dell'IVA, bonus e contributi in denaro e sotto forma di crediti d'imposta, che vogliono affrontare la situazione eccezionale derivante dalla crisi internazionale in atto.
Il Gruppo Italia Viva-P.S.I ha cercato di dare il proprio contributo con proposte emendative che potessero correggere le storture e le criticità del provvedimento, ma anche prendere in considerazione situazioni e soggetti che non vi erano compresi. Voglio ricordare, in particolare, l'emendamento, anche a mia firma, volto a ridurre l'enorme impatto che l'aumento del prezzo del gas ha avuto sul settore dell'autotrazione alla luce dell'aumento dei prezzi delle materie prime sul mercato energetico e, in particolare, del gas e del metano, che sono quintuplicati rispetto ai valori di inizio 2021. Con questa proposta prevediamo che una quota del fondo per il sostegno al settore dell'autotrasporto venga destinata alla riduzione dell'IVA per le somministrazioni di gas naturale destinato all'autotrazione.
Abbiamo poi presentato un emendamento per meglio specificare la platea dei soggetti destinatari della norma sul bonus carburante, chiarendo che tutti i datori di lavoro privati - e non solo le aziende private - possano assegnare ai propri dipendenti un incentivo sotto forma di buoni benzina. Infatti, il riferimento alla nozione di azienda privata rischiava di limitarne la portata applicativa. Il nostro obiettivo, invece, era quello di assicurare che anche i titolari degli studi professionali, i loro dipendenti e i collaboratori, già economicamente colpiti dalla crisi pandemica e dalla crisi energetica, potessero avvalersi e beneficiare di questo utile strumento per far fronte al caro carburanti.
Ancora, voglio ricordare l'emendamento che prevede la sospensione dei versamenti dovuti nei mesi di aprile, maggio e giugno delle ritenute di lavoro dipendente e dell'IVA per i soggetti che gestiscono teatri, sale da concerto e strutture artistiche, i quali sono stati già duramente colpiti dall'emergenza pandemica.
Tralasciando altri importantissimi emendamenti, per i quali ringrazio in particolare il collega Marino, ricordo quello che prevede che, per l'installazione di pali, torri e tralicci per la comunicazione elettronica, non sia più necessaria l'autorizzazione dell'ARPA. Tale emendamento non è stato votato dal MoVimento 5 Stelle. Bisogna però sempre dare ai cittadini informazioni complete e veritiere: l'autorizzazione dell'ARPA resta sempre per la fase di installazione degli apparati radioelettrici attivi. È chiaro quindi che l'emendamento riguarda soltanto le infrastrutture passive e questo perché Italia Viva pensa sicuramente alla salute pubblica dei cittadini e la vuole tutelare, ma garantendo sempre anche la semplificazione delle procedure.
Certo, si poteva fare di più e di meglio, ma portiamo a casa questo emendamento e continuiamo con il lavoro, perché il decreto-legge in esame si inserisce in un quadro di provvedimenti emergenziali che sono stati già adottati e di altri che ancora devono essere adottati; esso è indispensabile per arginare le gravi conseguenze di questo conflitto.
Concludo, Presidente: dev'essere chiaro che occorrono notevoli sforzi diplomatici per costruire la pace. Per fermare questa guerra serve un'azione diplomatica dell'Europa, che stringa un accordo di pace solido, portando davvero al tavolo del dialogo i due Paesi, perché nel frattempo le conseguenze umanitarie ed economiche sono senza precedenti anche per il nostro Paese.
Ho concluso e ringrazio l'Assemblea tutta. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Iannone. Ne ha facoltà.
IANNONE (FdI). Signor Presidente, impegnerò soltanto pochi minuti, perché ci avviamo mestamente all'ennesimo voto di fiducia. Questa legislatura purtroppo si avvia a rimanere storica, nel senso che le parole del Capo dello Stato nel suo discorso di insediamento resteranno come un cammeo isolato nel rispetto di quello che dovrebbe essere il ruolo del Parlamento. E pensare che non c'è più neanche la scusante dello Stato d'emergenza.
È evidente che quello cui abbiamo assistito ormai è diventata una triste prassi, che si consuma su ogni provvedimento: continui rinvii delle sedute, Commissioni che non lavorano di giorno e poi sono costrette a sprint finali di notte, nella confusione, quando i colleghi hanno difficoltà a capire quello che stanno votando, con un metodo che straccia tutti i Regolamenti e tutte le prassi parlamentari.
Noi abbiamo cercato, come opposizione patriottica, anche in questo provvedimento e anche in questo clima, di dare il nostro contributo per affrontare le difficoltà della nostra Nazione. Raccogliamo veramente molto poco in termini di ascolto da parte del Governo e delle forze politiche di maggioranza. Insisteremo sulle proposte, come siamo abituati a fare, perché vogliamo fare l'opposizione a questo Governo, che dimostra che mesi fa avevamo emblematicamente ragione nel sostenere che non si può dare vita a Governi definiti di larghe intese, che poi diventano soltanto Governi delle lunghe attese, perché su ogni misura da intraprendere è evidente che c'è la necessità di addivenire a compromessi, che sono sempre purtroppo al ribasso.
Vorrei focalizzare il mio intervento sull'articolo 36 di questo provvedimento, con il quale sono stati prorogati - finalmente, dico io - gli incarichi per il personale Covid delle scuole. Si tratta di una necessità improrogabile, che noi avevamo sostenuto attraverso un emendamento anche in precedenti provvedimenti. Si arriva sempre in ritardo, perché era evidente che la nostra scuola non potesse andare avanti senza questo personale, e rilanciamo dicendo che non potrà affrontare il nuovo anno scolastico senza questo personale. Non si capisce per quale motivo questa decisione non potesse essere già adottata lo scorso mese, cioè prima che quegli incarichi giungessero al loro esaurimento. Migliaia di persone sono state condannate a una vita da girone dantesco, dopo aver prestato il loro servizio nell'interesse dello Stato, e fino all'ultimo giorno non sapevano se dovevano rimanere in servizio. Tra l'altro, parliamo di persone che vivono a centinaia di chilometri di distanza da casa e dalle proprie famiglie e che naturalmente dovevano confermare gli affitti e tutti i loro impegni di vita. Non si capisce perché non si poteva concedere loro un agio di tempo e di tranquillità, approvando il nostro emendamento. Comunque ci fa piacere che finalmente il Governo e la maggioranza si siano convinti e abbiano trovato le risorse per fare questo.
Chi ha un'esperienza da amministratore locale sa bene che gli anni scolastici si preparano con largo anticipo e dunque, se non vogliamo che il prossimo anno scolastico inizi con ulteriori e sempre più gravi incertezze, bisogna intraprendere già da adesso determinate decisioni, che abbiamo cercato di proporre con i nostri emendamenti all'articolo 36. Siamo felici per il fatto che sia passato l'impegno per gli idonei della scuola primaria e dell'infanzia, ma non si capisce, anche a questo proposito, quale metodo abbia seguito la Commissione, perché al cospetto di emendamenti uguali, sia nel contenuto sia nel testo, ci si trova approvati quelli che avevano una numerazione peggiore.
Per noi non è importante piazzare una bandierina, ma la forma è sostanza e in questa sede, al massimo livello delle istituzioni italiane, questo principio non dovrebbe essere mai derogato; viene invece puntualmente tradito e messo da parte, con grave lesione dei diritti di tutti i parlamentari e in particolare dell'opposizione, che legittimamente e con grande senso del dovere deve realizzare il suo ruolo di controllo dell'attività del Governo. Purtroppo questa è una prassi e il Governo, autodefinitosi dei migliori, è incapace di comprendere queste elementari dinamiche. È anche per questo, evidentemente, che si costringono le sigle sindacali e l'intero mondo della scuola ad annunciare uno sciopero generale per il 30 maggio prossimo venturo. Se aveste ascoltato le nostre proposte e anche quelle di tanti altri parlamentari della maggioranza, che sono evidentemente delusi dal vedersi inascoltati, probabilmente questo sciopero sarebbe stato scongiurabile e soprattutto ci saremmo potuti presentare al nuovo anno scolastico con molte certezze in più.
Questo è però, purtroppo, un modo di agire del Governo e testimonia anche l'incapacità della maggioranza di farsi ascoltare, che si conferma in tutte le cose. Penso ad esempio alla vicenda degli enti locali e alla scadenza del 30 aprile, che per un periodo si è parlato di prorogare per i rendiconti consuntivi, che i Comuni hanno grave difficoltà a presentare. Non se n'è fatto nulla e, adesso che la scadenza è stata superata, si annuncia una proroga al 31 maggio prossimo venturo, che è ormai alle porte. Come si pensa di governare i processi di una Nazione prorogando in maniera postuma scadenze che sono state già superate e avanzate?
È evidente che questo Governo, che è un gigante dai piedi d'argilla, vacilla sempre di più. Allora noi vi diciamo: se non siete capaci di governare e quest'esperienza e questa stagione politica si sono consumate, è meglio restituire da subito la parola agli italiani attraverso le elezioni, in modo che possano scegliere una maggioranza che dia un Governo legittimo alla nostra Nazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Berutti. Ne ha facoltà.
BERUTTI (Misto-IaC (I-C-EU-NdC (NC))). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, ci troviamo ad esaminare un nuovo decreto-legge che in parte, vista la drammatica evoluzione della crisi che porta a contesti ai quali è necessario rispondere per via emergenziale, può ritenersi già superato dal cosiddetto decreto-legge aiuti approvato qualche giorno fa in Consiglio dei ministri. Veniamo da due anni di Covid che ha provato sotto ogni aspetto sociale ed economico il nostro Paese. Si era infatti faticosamente avviata una ripresa che oggi si è fermata e che è aggravata a causa della crisi in Ucraina. Viste tutte le conseguenze economiche che ne derivano e che sono purtroppo in continua evoluzione, man mano che si mettono in campo delle sanzioni risentiamo di nuove perdite alle quali è necessario trovare soluzione.
Si tratta di una crisi che riguarda tutti: il caro bollette e il caro carburante infatti incidono sulla vita quotidiana di ognuno di noi. Quindi bene ha fatto il Governo ad intervenire con un decreto d'urgenza dando aiuti a cittadini e imprese, evitando così che queste ultime si trovino nella nefasta condizione di dover fermare la produzione, licenziare o chiudere. La riduzione delle accise su gasolio e benzina prevista in questo decreto-legge era necessaria, ma certamente è una soluzione temporanea.
Le ripercussioni per l'Italia dovute a questa crisi sono senza dubbio impattanti. In termini di economia generale, il mercato russo per noi era florido e ne stiamo risentendo in termini turistici e di export. Basti pensare allo stop di tutte le nostre eccellenze, come i mobili, il vino e il settore della moda, che in Russia valgono 1,5 miliardi l'anno. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, Ucraina e Russia sono i maggiori esportatori di mais e grano, e nel momento in cui non si muove più quel grano - così com'è capitato per la benzina - si mette in atto una speculazione devastante. È aumentato addirittura il prezzo dei fertilizzanti, per cui gli allevatori stanno risentendo non solo del caro carburante. Non dimentichiamo che solo poche settimane fa i pescatori non sono usciti in mare per svariati giorni.
Viene da chiedersi come farà l'Esecutivo a mettere in atto ottime proposte, avendo all'interno della propria maggioranza partiti che ancora oggi votano no alla nostra indipendenza energetica. Molti di noi, che fanno politica da anni sui territori, sanno benissimo che con l'esclusività dei no non si può fare il bene della cosa pubblica. Infatti, ad oggi ci ritroviamo davanti una crisi di questa portata senza avere molti strumenti per combatterla e dovremmo crearceli senza perdere tempo. Ci sono state le politiche scellerate di partiti, oggi in quest'Aula, che di fatto hanno aumentato la dipendenza energetica dell'Italia con i loro no TAV, no TAP, no trivelle, no gassificatori, no nucleare e ora no termovalorizzatore.
Serve capacità di visione, serve qualche sacrificio; certamente non serve la miopia populista di dire no a tutto e continuare a importare energia dalle vicine Francia e Slovenia, che la producono col nucleare. Anche il ministro Cingolani sostiene la bontà del nucleare. È positivo quello che sta decidendo il Governo cercando di importare gas e potenziare estrazioni sul nostro territorio.
Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare si è reso necessario per scandire e ampliare la platea di cittadini ed imprese su cui sta ricadendo la crisi economica. È necessario mettere in campo misure utili a sostenere queste eccezionali esigenze, quindi apprezziamo la riduzione dell'aliquota di accise sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante; la disposizione che prevede uno stanziamento per l'anno 2022 da destinare al settore dell'autotrasporto, finalizzata alla riduzione dei pedaggi autostradali, e il contributo sotto forma di credito d'imposta a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e a favore delle imprese per l'acquisto di gas naturale.
È altresì positivo il contributo a titolo di prelievo solidaristico straordinario, dovuto per l'anno 2022, a cui sono tenuti produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica e di gas, nonché di prodotti petroliferi, che hanno beneficiato di extraprofitti a causa dell'aumento dei prezzi delle tariffe del settore. Vi sono poi le ulteriori risorse per il 2022 per finanziare i cosiddetti marebonus e il ferrobonus; la cedibilità dei crediti di imposta riconosciuta alle imprese energivore e a quelle a forte consumo di gas naturale; soprattutto, vi è il bonus sociale elettricità e gas. Insomma, sono tutte misure buone, ma serve agire pesantemente con visione verso il futuro.
Bene anche le disposizioni in materia di cybersicurezza, su cui io stesso ho presentato un'interrogazione. L'evoluzione della situazione internazionale e del contesto geopolitico ha infatti fatto emergere la necessità di rivalutare lo scenario di rischio tecnologico di prodotti e servizi di sicurezza informatica. Pertanto, era necessario e urgente stanziare fondi per fare in modo che si potesse intervenire tempestivamente all'avvio di un processo di diversificazione di talune tipologie di prodotti, caratterizzate da un alto livello di pervasività sulle reti, e dei sistemi in cui operano, con conseguente potenziale impatto sul rischio complessivo, assicurando la continuità dei servizi di sicurezza.
Essenziale è la disposizione per l'accoglienza dei profughi ucraini in Italia. Solo ad oggi sono arrivate più di 112.000 persone, di cui 38.000 bambini. Serve una politica di integrazione, non solo di accoglienza, visto che questa gente lascia delle città fantasma in cui difficilmente potrà tornare.
Visto il decreto in esame e il decreto aiuti, approvato qualche giorno fa in Consiglio dei ministri, è lapalissiano che è necessaria una soluzione a lungo termine. Serve una strategia di lungo periodo; gli aiuti sul gas potrebbero non essere sufficienti. Il costo del carburante potrebbe diventare più serio, visto che il G7 ha confermato l'embargo di gas e petrolio russo. Che succede se davvero questo avviene? Non si risolve di certo solo con il taglio delle accise. Dobbiamo guardare al futuro e cercare le soluzioni più veloci ed efficienti per portare il nostro Paese all'indipendenza e a un conseguente minore impatto davanti alla crisi economica che ne deriva.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Comincini. Ne ha facoltà.
COMINCINI (PD). Signor Presidente, il decreto che ci apprestiamo a votare per la sua conversione in legge ha offerto a famiglie ed imprese alcune risposte rispetto alle criticità che la guerra avviata dalla Russia in Ucraina ha portato anche nel nostro Paese.
Dalla temporanea riduzione dell'aliquota di accisa sui carburanti alle agevolazioni fiscali per i buoni carburante per i dipendenti delle aziende; dai contributi straordinari sotto forma di credito d'imposta per le imprese con forte consumo di energia a quelli per le imprese agricole e turistico-ricettive; da un rafforzamento delle norme sulla golden power per salvaguardare gli assetti proprietari e la gestione delle società operanti in settori ritenuti strategici alla definizione di un contributo straordinario sugli extraprofitti a carico dei soggetti operanti nel settore energetico: sono state numerose le misure che questo decreto ha portato in essere e che sappiamo essere anticipatorie di una serie di altri interventi. Siamo in attesa dell'importante decreto-legge aiuti, che conterrà significative misure anche dal punto di vista economico, ma questo decreto ha dato tempestivamente delle prime risposte ad alcune questioni che diventavano critiche.
L'azione emendativa del Parlamento ha portato però ad alcune migliorie del testo che era stato approvato dal Consiglio dei ministri. In particolare, il Gruppo Partito Democratico ha ottenuto risultati significativi in alcuni ambiti. Sono state ampliate ai contraenti generali le disposizioni urgenti in materia di prezzi dei materiali dei contratti pubblici. Ci sono alcune disposizioni in tema di semplificazione in materia di 5G. È stato fatto un intervento importante sul lavoro sportivo, a tutela delle nuove primavere; in tema di trasporti, nel settore dei porti, ci sono una misura per la promozione del traffico ferroviario delle merci in ambito portuale e poi la soluzione di un problema che si protraeva da tempo, con l'ingresso dei lavoratori marittimi stranieri nelle nostre aree portuali a bordo di grandi navi da crociera. Ci sono misure in tema di minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina; nell'ambito del commercio, c'è stata l'estensione al 30 settembre delle autorizzazioni per l'occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti ed anche la semplificazione delle relative procedure.
Per quanto riguarda gli enti locali, viene ripristinata la disciplina relativa alla gestione da parte dei Comuni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, in particolare per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà; ci sono contributi per i Comuni di grandi dimensioni che procedono alle fusioni; l'autorizzazione ad utilizzare l'avanzo di amministrazione per coprire i maggiori oneri derivanti dalle spese per l'energia e anche la revisione degli indicatori di deficit strutturale di bilancio.
Siamo riusciti ad ottenere l'approvazione di emendamenti anche in ambito scolastico, con le misure sull'acquisto di impianti di ventilazione meccanica controllata nell'ambito del Fondo per l'emergenza epidemiologica da Covid-19, e disposizioni in materia di integrazione delle graduatorie di merito del concorso ordinario per l'infanzia e la primaria.
Sono misure che abbiamo potuto ottenere grazie al dialogo in seno alla maggioranza e al confronto con il Governo, che voglio ringraziare e che - lo ricordo al senatore Iannone, che forse si è perso nelle dinamiche parlamentari e della nostra Costituzione - è assolutamente legittimo e legittimato ad operare in rappresentanza degli italiani.
È stato fatto un lavoro complesso anche questa volta, certo con la presentazione di numerosi emendamenti, tutti quanti importanti, anche se è chiaro che poi il peso specifico delle diverse misure va anche soppesato e calibrato e a volte il tempo che impieghiamo a fare scelte politiche è anche dovuto alla mole del lavoro che noi stessi produciamo e che poi va chiaramente vagliato. Tutti i Gruppi parlamentari avrebbero forse la necessità di riuscire a soppesare meglio le proposte che presentano per poter rendere la loro azione più efficace ed anche più spedita, perché a volte la volontà di agire per migliorare i provvedimenti del Governo si traduce in una quantità di emendamenti significativa che poi si trasforma in un freno alla nostra azione.
A ciascuno di noi e a tutti quanti i Gruppi vorrei dire che dovremmo trovare una modalità per rendere davvero più spedito e più efficace l'intervento del Parlamento sui provvedimenti del Governo. Credo però che l'esperienza di questa legislatura, prima con l'emergenza derivante dal Covid e ora con l'emergenza legata alla guerra in Ucraina, ci abbia anche resi capaci di gestire gli aspetti più complicati dei procedimenti legislativi e della nostra produzione di emendamenti.
Desidero ringraziare i presidenti D'Alfonso e Girotto per la conduzione dei lavori, ovviamente i relatori Fenu e Tiraboschi per il lavoro di cucitura delle proposte, di cui si sono fatti carico insieme alla sottosegretaria Guerra e al sottosegretario Freni per come hanno accompagnato i nostri lavori.
Il Partito Democratico è soddisfatto del lavoro che il Governo ha precedentemente svolto con l'elaborazione del decreto; siamo però anche soddisfatti del lavoro di miglioramento del testo che il nostro Gruppo, con gli altri Gruppi di maggioranza, ha saputo ottenere, con il consueto dialogo, a volte intenso, ma che ha prodotto risultati. Crediamo che si debba andare avanti in questa direzione, siamo in attesa del testo dell'importante decreto aiuti per poter soppesare anche quelle misure e per poter dare un ulteriore contributo di miglioramento rispetto alle esigenze che le famiglie e le imprese esprimono e che le forze politiche interpretano attraverso la propria presenza in Parlamento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Boccardi. Ne ha facoltà.
BOCCARDI (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli senatori, l'ora è tarda però vorrei utilizzare il tempo a mia disposizione per soffermarmi, prima di entrare nel merito del provvedimento, su due aspetti per me fondamentali.
In primo luogo, desidero ribadire la piena solidarietà e il sostegno del Gruppo Forza Italia - e penso di poter parlare a nome di tutto il popolo italiano - al popolo ucraino e sottolineare come l'Italia, insieme a tutti i Paesi alleati, stia cercando una soluzione diplomatica, che rimane la via maestra per risolvere questa crisi. Al contempo, vorrei dire che è un diritto e un nostro dovere aiutare le vittime che non possono difendersi da sole dall'aggressione e anche in questo caso l'Italia a mio avviso sta facendo la sua parte.
Il secondo aspetto è rappresentato dalle ricadute economiche che questa guerra, che ormai dura da oltre due mesi, ha sulla nostra economia. In Italia i rincari di petrolio, gas e carbone stanno facendo crescere i costi delle imprese e questo impatto si traduce in un aumento della bolletta energetica italiana di 5,7 miliardi su base mensile, ovvero in un maggior onere di 68 miliardi su base annua. Finora le imprese hanno in gran parte assorbito questi aumenti dei costi nei propri margini, in certi casi fino ad annullarli, invece di scaricarli, come si dovrebbe, sulle fasi successive della produzione. I margini erosi spiegano perché l'inflazione in Italia è ancora bassa. L'unico aspetto positivo è che questo andamento di prezzi e margini ha salvaguardato la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri Paesi, ma a mio parere questo processo non è sostenibile per un lungo periodo. Per questo diverse imprese stanno purtroppo riducendo o fermando la produzione o prevedono di farlo nei prossimi mesi.
D'altra parte, i rincari dei prezzi energetici comprimono il potere d'acquisto delle famiglie e ciò influirà sull'ampiezza e sul ritmo di crescita dei consumi, il cui recupero è stato prima ostacolato dall'aumento dei contagi e ora anche dalla maggiore incertezza che influenza la fiducia, che a marzo, come abbiamo visto tutti, è crollata.
Un altro impatto della guerra deriva dalle sanzioni o controsanzioni: l'impatto diretto delle sanzioni alla Russia sull'export italiano è complessivamente modesto; il blocco riguarda 686 milioni di euro di vendite in Russia, pari all'8,9 per cento dell'export italiano nel Paese, che a sua volta rappresenta l'1,5 per cento del totale dell'export italiano. Quello che preoccupa, però, è che ci sono alcuni specifici prodotti italiani, ad esempio alcuni macchinari, per i quali il peso del mercato russo supera il 10 per cento; pertanto, se l'impatto totale del mancato export italiano verso la Russia è sostenibile, non lo è invece per quelle imprese italiane che hanno nel mercato russo il destinatario principale, se non esclusivo, dei loro prodotti o servizi.
L'andamento del PIL nel 2022 risulta molto meno favorevole di quanto precedentemente stimato: quest'anno si registrerebbe un incremento dell'1,9 per cento, con un'ampia revisione al ribasso, pari a circa il 2,2 per cento, rispetto allo scenario delineato lo scorso ottobre, quando tutti i previsori erano concordi sul 4 per cento. Contestualmente, preoccupa il rialzo dei tassi, in quanto farà crescere gradualmente la spesa per interessi, quindi ci sarà meno spazio di bilancio per mettere in campo manovre espansive. Si rischia quindi di tornare a politiche prudenti per evitare aumenti dello spread, che comunque è già è molto in salita.
Nel decreto-legge in esame il Governo ha provveduto a mettere in campo molte misure importanti, che ometto di ricordare, perché sono state già ampiamente descritte sia dai relatori sia dai nostri colleghi senatori. Permettetemi però una riflessione sui bonus, anche visto l'ultimo decreto-legge aiuti che dev'essere emanato. A mio modo di vedere, forse sarebbe necessario un riordino di tutti questi bonus. Solo per il 2022 ne abbiamo addirittura oltre 40, dal bonus bancomat al bonus autobus, solo per fare due esempi. Sono misure tampone, mentre in questo momento servirebbero una visione complessiva e, soprattutto, interventi strutturali per il rilancio del nostro Paese.
In Commissione - e qui ringrazio i presidenti D'Alfonso e Girotto, i relatori Tiraboschi e Fenu, nonché tutti i colleghi della Commissione - abbiamo cercato di fare un proficuo lavoro di approfondimento e di sintesi per trovare soluzioni ad almeno alcune questioni che riteniamo importanti, proprio per cercare di dare una visione che vada oltre l'emergenza immediata.
Lasciatemi ora approfondire alcuni degli emendamenti che sono stati approvati, tra cui, innanzitutto, quello riferito a una questione molto rilevante, come quella dei servizi di comunicazione basati sulla tecnologia 5G. Siamo intervenuti in questo caso con dei correttivi, a mio modo di vedere molto significativi.
Il decreto nella sua formulazione iniziale - voglio ricordarlo - prevedeva l'obbligo di trasmettere una notifica comprensiva della programmazione annuale di acquisti, ma questo appare incompatibile con la possibilità delle imprese di fornire sin da subito informazioni tecniche dettagliate. Abbiamo quindi ritenuto necessario espungere dall'articolato il riferimento al grado di dettaglio dell'informazione trasmessa e di esplicitare in un'ottica di semplificazione l'esclusione dall'obbligo di notifica le acquisizioni che comportano la mera estensione di beni o servizi relativi a contratti in essere già notificati secondo la vecchia procedura o comunque già approvati.
Per lo stesso motivo, la previsione di aggiornamento del piano annuale con cadenza quadrimestrale, contenuta nel testo originale del decreto, rappresentava un eccessivo irrigidimento. Abbiamo quindi voluto garantire agli operatori di proseguire senza incertezze nelle consuete attività legate allo sviluppo delle reti 5G e in quest'ottica, proprio per non ingessare l'attività di tali imprese, abbiamo eliminato il riferimento all'aggiornamento su base quadrimestrale, prevedendo che questo avvenga nel corso dell'anno senza finestre temporali.
Forza Italia è intervenuta inoltre per salvare i lavori ammessi a usufruire di agevolazioni fiscali nel campo dell'edilizia, come ad esempio ecobonus, sismabonus o bonus facciate. Con un emendamento, a mia prima firma, abbiamo introdotto l'obbligo per le imprese esecutrici dei lavori di importo superiore a 516.000 di possedere il requisito di qualificazione delle società organismi di attestazione (SOA), analogamente a quanto già oggi previsto per tutti i lavori di ricostruzione sismica.
Consentitemi di fare chiarezza su questo emendamento. Garantire regolarità e standard di qualità non significa implementare ulteriormente la burocrazia per queste aziende, ma dare qualità e, soprattutto, sicurezza sul lavoro. In questo modo sarà possibile distinguere le imprese serie da quelle improvvisate, che magari - voglio ricordarlo, perché è successo negli ultimi mesi - hanno cambiato codice Ateco all'ultimo momento per mero opportunismo, trasformando aziende decotte in false aziende edili, producendo profitti molto elevati.
Inoltre, per salvaguardare le imprese piccole e diligenti abbiamo inserito un lasso temporale, fino al 31 dicembre 2022, in cui non ci sarà nessun cambiamento della norma, mentre dal 1° gennaio al 30 giugno 2023 basterà la richiesta della domanda di certificazione. Solo dal 1° luglio scatterà la norma.
Un altro miglioramento va incontro a un'esigenza molto sentita dal mondo produttivo e voglio ringraziare in maniera particolare il sottosegretario Freni e la sottosegretaria Guerra, con cui abbiamo lavorato alacremente, per aver accolto la nostra richiesta. A giugno, voglio ricordarlo, migliaia di imprese si sarebbero trovate a dover pagare le rate in quota capitale dei finanziamenti accesi con garanzia dello Stato in base al cosiddetto decreto cura Italia. Siamo riusciti a prorogare di ulteriori sei mesi lo spazio temporale per iniziare a pagare. Quindi la misura porterà il pagamento delle rate da ventiquattro a trentasei mesi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Montani, se è presente in Assemblea. Quello è il senatore Pellegrini, se lo riconosco bene nonostante l'inutile ormai mascherina che i nostri senatori questori ci costringono, vi costringono a tenere.
È iscritto a parlare il senatore Pellegrini Marco. Ne ha facoltà.
PELLEGRINI Marco (M5S). Signor Presidente, egregi colleghi e colleghe e rappresentanti del Governo, il decreto-legge che ci accingiamo a convertire in legge contiene alcune norme proposte dal MoVimento 5 Stelle davvero molto importanti.
Mi riferisco innanzitutto alla cosiddetta golden power per le grandi derivazioni idroelettriche. È un emendamento a prima firma del nostro senatore Andrea Cioffi che estende i poteri speciali dello Stato nei settori ritenuti strategici per la sicurezza nazionale quali l'energia, le comunicazioni, i trasporti ed anche ora le concessioni di competenza regionale. In buona sostanza questa norma metterà al riparo le concessioni dei grandi bacini idroelettrici - parliamo di produzione di energia rinnovabile che, mai come in questo momento, si è capito quanto sia fondamentale per il nostro Paese - da acquisizioni che potrebbero mettere in difficoltà o in pericolo il nostro Paese dal punto di vista energetico. Siamo davvero soddisfatti che questa importante innovazione abbia ricevuto l'approvazione praticamente unanime del Parlamento.
Altra norma significativa riguarda i lavori del cosiddetto superbonus 110 per cento. Le imprese che eseguono tali lavori e che, in sostanza, operano con soldi pubblici devono fornire alla collettività garanzie di essere in grado di sapere e poter organizzare, realizzare, gestire e portare a termine i lavori, offrendo un prodotto di qualità, eseguendo le opere a regola d'arte ed applicando tutte le norme di sicurezza sul lavoro. Non possiamo infatti più accettare il doloroso susseguirsi di morti nei cantieri.
Applichiamo a questi lavori un sistema in qualche modo simile a quello adottato per i lavori pubblici, utilizzando il criterio della certificazione SOA. Abbiamo però previsto una soglia al di sotto della quale le imprese appaltatrici e subappaltatrici non dovranno obbligatoriamente dotarsi della SOA e l'abbiamo individuata in 516.000 euro, il doppio del limite che vige per le opere da realizzarsi nei Comuni danneggiati dal sisma. Un limite che riteniamo assolutamente congruo per discriminare i lavori grandi da quelli di più piccola entità, per i quali è necessario un tipo di organizzazione diversa e meno complessa.
Abbiamo altresì previsto che il regime transitorio parta dall'anno prossimo, quindi non dal 2022, ma esattamente dal primo gennaio 2023, data dalla quale le imprese dovranno dimostrare di avere almeno richiesto la certificazione SOA.
La norma poi andrà a regime il primo luglio del 2023, tra più di un anno; un lasso di tempo assolutamente ragionevole per consentire alle migliaia di imprese edili italiane serie e competenti, che voglio rimarcare, essendo tra l'altro operatore del settore, sono la stragrande maggioranza in Italia, di qualificarsi e di prepararsi ad operare anche in tutti quei cantieri che si apriranno anche dopo il 2023 grazie agli ingenti fondi del PNRR. Fondi per i quali il MoVimento 5 Stelle e il presidente Conte si sono tanto battuti in Europa e che rappresentano uno dei nostri maggiori successi politici. (Applausi).
Abbiamo presentato l'emendamento sulla qualificazione delle imprese, a mia prima firma, sin dalla legge di bilancio per il 2022, poi lo abbiamo riproposto nel decreto sostegni-ter e finalmente ha visto la luce in questo provvedimento esattamente nel senso che intendevo a dicembre scorso insieme ai miei colleghi del MoVimento 5 Stelle.
Altra norma importantissima di marca MoVimento 5 Stelle è quella della cedibilità dei crediti di imposta delle imprese energivore e gasivore. Norma che darà respiro e aiuto finanziario concreto a tutte quelle imprese che sono in difficoltà a causa dell'aumento vertiginoso dei prezzi energetici.
Quest'estensione del meccanismo della cessione dei crediti di imposta è il riconoscimento, anche da parte di questo Governo, della validità di un meccanismo ideato, proposto e approvato dal MoVimento 5 Stelle, che consente una più veloce immissione di liquidità nell'economia reale e dà la possibilità alle aziende di ricorrere meno al mercato finanziario. Ci auguriamo e continueremo a batterci per questo meccanismo, affinché sia esteso il più possibile ad altri crediti d'imposta. Mi riferisco, per esempio, alla formazione 4.0, alle comunità energetiche tra imprese (le cosiddette comunità energetiche industriali) e agli investimenti verdi nelle aziende. Questa è la strada da seguire se vogliamo aumentare gli investimenti, far correre il Paese e aumentare il PIL. Lo capirebbe, per la verità, anche un bambino: non c'è bisogno di essere banchieri o economisti di fama internazionale. (Applausi). Il meccanismo della cedibilità dei crediti di imposta sta segnando una vera e propria rivoluzione finanziaria ed economica di cui nessuno deve avere paura, ma che anzi deve essere valorizzata sempre di più, pur con tutti i controlli del caso per evitare ogni abuso e frode.
Voglio altresì rimarcare che tanti altri emendamenti del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento sono stati inclusi nel decreto-legge aiuti e in quello accise, a testimonianza della bontà e della lungimiranza delle nostre proposte. Mi riferisco, ad esempio, alla proroga del taglio delle accise sugli idrocarburi, all'aumento delle tasse sui cosiddetti extraprofitti delle aziende energetiche e alla proroga del cosiddetto superbonus 110 per le case unifamiliari dal 30 giugno al 30 settembre.
A tal proposito, voglio segnalare un comportamento del Governo che, dal mio punto di vista, è davvero singolare e incoerente. Infatti, da un lato l'Esecutivo proroga giustamente la misura per le unifamiliari accettando, anche se con ritardo, le pressanti sollecitazioni del MoVimento 5 Stelle, delle altre forze e del mondo dell'edilizia, mentre, dall'altro, attacca il superbonus in Europa, per mezzo della sua voce più autorevole, ossia il presidente Draghi.
Tra l'altro - mi spiace dirlo - in quell'occasione il Presidente del Consiglio ha fatto considerazioni prive di fondamento fattuale ed economico, visto che, ad esempio, ha parlato di prezzi raddoppiati o triplicati per colpa del superbonus. Io posso dire, senza paura di essere smentito, che è informato male perché l'aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati si registra in tutto il mondo e non solo in Italia dove c'è il super bonus.
Tra l'altro, non è la prima volta che il presidente Draghi o il ministro Franco raccontano cose inesistenti in merito al superbonus 110. Ricordo quando, qualche mese fa, dissero che quella del superbonus era una delle più grandi truffe del secolo e parlarono di frodi miliardarie, salvo poi doversi precipitosamente correggere quando furono resi noti i dati dell'Agenzia delle entrate che - è quasi inutile dirlo - avevamo richiesto noi del MoVimento 5 Stelle. Tali dati certificavano che meno dell'1 per cento degli importi impiegati nel superbonus erano stati accertati come originati da frodi e che solo il 3 per cento del totale delle frodi su tutti i bonus edilizi era ascrivibile a questo provvedimento. (Applausi).
Io davvero non capisco questo continuo tirare la corda e tale accanimento nei confronti di una misura che ha consentito al nostro Paese di fare un balzo in avanti sia nel settore dell'efficientamento energetico e sismico, sia in merito al PIL e che è stata testualmente elogiata dalla presidente von der Leyen in una lettera al nostro Governo e anche da altri importanti esponenti europei.
Mi viene da consigliare sommessamente e rispettosamente al Presidente del Consiglio di consultare gli studi fatti sul tema, tra cui quello del Cresme e della Camera dei deputati (che quantifica in 4 miliardi di euro per il 2021 il saldo economico positivo per lo Stato derivante dall'applicazione del superbonus e degli altri bonus edilizi), oppure l'ultima rilevazione dell'Enea (che evidenzia, al 30 aprile scorso, come i lavori di efficientamento energetico da superbonus abbiano fatto risparmiare al Paese più di 5 milioni di megawattora, che corrispondono al consumo annuo di energia elettrica di oltre un milione di famiglie).
Bisogna prendere atto che l'epoca dell'austerity, delle politiche lacrime e sangue, delle letterine dalla Banca centrale europea del 5 agosto 2011 e delle regole astruse sulla convergenza di bilancio è finita per sempre e che, grazie al MoVimento 5 Stelle, si è aperta una nuova era di sviluppo, di redistribuzione della ricchezza, di politiche espansive e di creazione di lavoro buono, stabile e correttamente retribuito. Indietro non si torna. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 11 maggio 2022
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, mercoledì 11 maggio, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 20,05).
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Alderisi, Auddino, Barachini, Barboni, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Bottici, Botto, Campagna, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Damiani, De Poli, Di Marzio, Donno, Doria, Faggi, Floridia, Galliani, Ghedini, Grassi, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Nocerino, Pazzaglini, Pichetto Fratin, Porta, Pucciarelli, Quarto, Ronzulli, Russo, Santangelo, Sciascia, Segre, Sileri, Tosato e Vanin.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Endrizzi e Morra, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Paroli e Pinotti, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Rampi, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Conzatti, Marilotti e Rivolta.
Gruppi parlamentari, variazioni nella composizione
Con lettera in data 3 maggio 2022, la senatrice Giannuzzi e il senatore Mininno hanno comunicato di cessare di far parte del Gruppo Misto e di aderire al Gruppo parlamentare C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Pc - Idv.
Il Presidente pro tempore del Gruppo C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Pc - Idv ha accettato tali adesioni.
La Presidente del Gruppo Misto, con lettera in data 4 maggio 2022, ha comunicato che il senatore Grimani ha aderito all'interno del Gruppo stesso alla componente "+Europa - Azione".
Gruppi parlamentari, Ufficio di Presidenza
Con lettera in data 9 maggio 2022, il senatore Crucioli ha comunicato la composizione dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo parlamentare C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Pc - Idv:
Presidente: senatore Mattia Crucioli
Vice Presidente: senatrice Bianca Laura Granato
Tesoriere: senatore Cataldo Mininno
Segretari: senatrice Luisa Angrisani, senatrice Rosellina Sbrana.
Gruppi parlamentari, nuova denominazione
Il Presidente del Gruppo parlamentare C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Pc - Idv, con lettera in data 9 maggio 2022, ha comunicato che il Gruppo assume la seguente nuova denominazione: "C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - Alternativa - P.C. - I.d.V.".
Commissioni permanenti, variazioni nella composizione
Con lettera del 4 maggio 2022, il senatore Mattia Crucioli, Presidente pro tempore del Gruppo parlamentare C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - P.C. - I.d.V., ha proceduto alle seguenti designazioni dei rappresentanti nelle Commissioni permanenti:
1a Commissione permanente: Granato
2a Commissione permanente: Crucioli
3a Commissione permanente: Dessì
4a Commissione permanente: Mininno
5a Commissione permanente: Lezzi
6a Commissione permanente: Lannutti
7a Commissione permanente: Corrado
8a Commissione permanente: Abate
9a Commissione permanente: Abate
10a Commissione permanente: La Mura
11a Commissione permanente: Angrisani
12a Commissione permanente: Sbrana
13a Commissione permanente: La Mura
14a Commissione permanente: Giannuzzi
Conseguentemente, la senatrice Angrisani cessa di appartenere alla 7a Commissione permanente, il senatore Dessì cessa di appartenere all'8a Commissione permanente e la senatrice Sbrana cessa di appartenere alla 9a Commissione permanente.
Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, trasmissione di documenti
La Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, nella seduta del 21 aprile 2022, ha approvato - ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento - una risoluzione a conclusione dell'esame dell'affare assegnato concernente la tutela dei diritti umani nelle residenze sanitarie assistenziali, alla luce dell'emergenza sanitaria, e gli effetti sulla condizione delle persone anziane (Doc. XXIV-ter, n. 5).
Il predetto documento è inviato al Ministro della salute.
Insindacabilità, presentazione di relazioni su richieste di deliberazione
A nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, il senatore Urraro ha presentato la relazione sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti dell'onorevole Andrea Augello pendente presso il Tribunale di Roma (Doc. IV-quater, n. 7).
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione europea di diritto pubblico riguardante lo stabilimento di un Ufficio in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 23 giugno 2021 (2342-B)
(presentato in data 06/05/2022)
S.2342 approvato dal Senato della Repubblica; C.3441 approvato con modificazioni dalla Camera dei deputati;
Presidente del Consiglio dei ministri
Ministro della salute
Ministro dell'istruzione
Ministro della difesa
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (2604)
(presentato in data 05/05/2022)
C.3533 approvato dalla Camera dei deputati;
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e il Canada in materia di mobilità giovanile, fatto a Roma e a Ottawa l'11 dicembre 2020, a Roma il 20 gennaio 2021 e a Toronto il 3 febbraio 2021 (2605)
(presentato in data 06/05/2022)
C.3418 approvato dalla Camera dei deputati.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatore Mininno Cataldo
Modifiche al Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 in materia di provvedimenti precauzionali connessi a procedimento penale e disciplinare (2600)
(presentato in data 03/05/2022);
senatrice Boldrini Paola
Istituzione del profilo di autista soccorritore (2601)
(presentato in data 03/05/2022);
senatori Maiorino Alessandra, Lanzi Gabriele, Croatti Marco, Leone Cinzia, Di Girolamo Gabriella, Romagnoli Sergio, Vanin Orietta, Pavanelli Emma, Trentacoste Fabrizio, Russo Loredana, Pisani Giuseppe, La Mura Virginia, Giannuzzi Silvana, Donno Daniela
Disposizioni in materia di accesso al matrimonio e all'unione civile per tutti, nonché in materia di filiazione (2602)
(presentato in data 04/05/2022);
senatrice Malpezzi Simona Flavia
Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità (2603)
(presentato in data 05/05/2022).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
2ª Commissione permanente Giustizia
Regione Lazio
Tutela delle relazioni affettive e della genitorialità delle persone ristrette (2543)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 06/05/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
Sen. Lunesu Michelina ed altri
Disposizioni per la prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, della violenza domestica e la tutela del minore dagli episodi di violenza assistita (2594)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 12ª (Igiene e sanità), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 06/05/2022);
11ª Commissione permanente Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
Sen. Campari Maurizio ed altri
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito lavorativo (2589)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 12ª (Igiene e sanità), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 06/05/2022);
12ª Commissione permanente Igiene e sanità
Sen. Pirro Elisa ed altri
Istituzione della Giornata nazionale della defibrillazione precoce (2592)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali)
(assegnato in data 06/05/2022);
Commissioni 1ª e 2ª riunite
Sen. Grasso Pietro
Modifiche alla legge 20 giugno 2003, n. 140, in materia di attuazione dell'articolo 68 della Costituzione (2578)
(assegnato in data 06/05/2022).
In sede referente
Commissioni 1ª e 12ª riunite
Gov. Draghi-I: Pres. Consiglio Draghi, Ministro salute Speranza ed altri
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (2604)
previ pareri delle Commissioni 2ª (Giustizia), 4ª (Difesa), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
C.3533 approvato dalla Camera dei deputati
(assegnato in data 06/05/2022).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 06/05/2022 la 7ª Commissione permanente Pubbl. istruzione ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Sen. Nencini Riccardo ed altri "Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti" (2317)
(presentato in data 08/07/2021).
In data 06/05/2022 la 7ª Commissione permanente Pubbl. istruzione ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Sen. Saponara Maria "Dichiarazione di monumento nazionale del Teatro Regio di Parma" (2416)
(presentato in data 13/10/2021).
In data 10/05/2022 le Commissioni 7ª e 11ª riunite hanno presentato il testo degli articoli proposti dalle Commissioni stesse, per il disegno di legge: "Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo" (2318)
(presentato in data 13/07/2021).
Governo, trasmissione di atti e documenti
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 29 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, il parere circostanziato e le osservazioni della Commissione europea in ordine alla notifica 2022/0079/I relativa al progetto recante "Legge regionale 15 Aprile 1999, n. 25 «Principi generali della Regione Toscana per le produzioni agricole ottenute con il metodo della produzione integrata - Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti» Parte generale.".
La predetta documentazione è deferita alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1168).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 29 aprile 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, la richiesta di informazioni supplementari formulata dalla Commissione europea in ordine alla notifica 2022/0157/I relativa al progetto recante "Specifiche tecniche relative al Registro dei pegni mobiliari non possessori di cui al decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119".
La predetta documentazione è deferita alla 6a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1169).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 5 maggio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, la relazione d'inchiesta relativa all'incidente occorso all'aeromobile Cessna T210N, marche di identificazione N6973N, nei pressi dell'aeroporto di Boscomantico (Verona), in data 17 maggio 2019.
La predetta documentazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Atto n. 1170).
Il Ministro della giustizia, con lettera in data 29 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121, la relazione concernente la disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni, riferita all'anno 2021.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a Commissione permanente (Doc. XXVII, n. 30).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 2 maggio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, la relazione - aggiornata al mese di dicembre 2021 - sulla consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e sullo stato dei procedimenti di sequestro o confisca.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a Commissione permanente (Doc. CLIV, n. 5).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 5 e 6 maggio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, le comunicazioni concernenti il conferimento o la revoca dei seguenti incarichi:
al dottor Lucio Bedetta, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero della giustizia;
alla dottoressa Marilena Barbaro, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero della transizione ecologica;
al dottor Antonio Viola, la revoca di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Il Ministro della transizione ecologica, con lettera in data 4 maggio 2022, ha inviato - ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la comunicazione concernente la nomina del dottor Tommaso Pellegrino a Commissario Straordinario dell'Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (n. 54).
Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 13a Commissione permanente.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 21 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, il rapporto informativo sull'attività svolta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e sulla sicurezza dell'Aviazione civile in Italia, relativo all'anno 2021.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. LXXV, n. 6).
Il Ministero della transizione ecologica, con lettera in data 5 maggio 2022, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, a decorrere dal 3 gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2026, all'ingegner Paolo D'Aprile di Capo del Dipartimento responsabile dell'Unità di missione per il PNRR, dello stesso Dicastero.
Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.
Governo, trasmissione di atti concernenti procedure d'infrazione
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 28 aprile 2022, ha trasmesso, in ottemperanza dell'articolo 15, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione sulla procedura d'infrazione n. 2022/0231, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2020/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 luglio 2020, che stabilisce norme specifiche per quanto riguarda la direttiva 96/71/CE e la direttiva 2014/67/UE sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada e che modifica la direttiva 2006/22/CE per quanto riguarda gli obblighi di applicazione e il regolamento (UE) n. 1024/2012.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 136/1).
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) e la direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti (COM(2022) 156 definitivo), alla 10a e alla 13a Commissione permanente e, per il parere, alla 14a Commissione permanente;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione (COM(2022) 184 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 14a Commissione permanente;
Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/2278 recante sospensione dei dazi della tariffa doganale comune di cui all'articolo 56, paragrafo 2, lettera c), del regolamento (UE) n. 952/2013 per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2022) 183 definitivo), alla 6a Commissione permanente e, per il parere, alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente;
Comunicazione della Commissione - Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile e sull'etichettatura energetica 2022-2024 (C(2022) 2026 definitivo), alla 10a e alla 13a Commissione permanente e, per il parere, alla 14a Commissione permanente.
Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel periodo dal 2 marzo al 1° maggio 2022, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 - atti e documenti dell'Unione europea.
Nel medesimo periodo, la Commissione europea ha inviato atti e documenti da essa adottati.
L'elenco dei predetti atti e documenti, disponibili presso l'Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea, è trasmesso alle Commissioni permanenti.
Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, trasmissione di documenti. Deferimento
L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera in data 27 aprile 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera p), della legge 12 luglio 2011, n. 112, la relazione sull'attività svolta dalla medesima Autorità nell'anno 2021.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. CCI, n. 5).
Corte dei conti, trasmissioni di relazioni sulla gestione finanziaria di enti
Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 28 e 29 aprile2022, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:
di SOGESID S.p.A. per l'esercizio 2020. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XV, n. 551);
dell'Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale, per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 552).
Regioni e province autonome, trasmissione di relazioni. Deferimento
Il Presidente della regione Piemonte, con lettera in data 4 maggio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, la relazione, riferita all'anno 2020, concernente l'attuazione degli adempimenti in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 12a Commissione permanente (Atto n. 1167).
Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento
Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata il 28 aprile 2022, ha inviato il testo di 10 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata dal 23 al 24 marzo 2022, deferiti, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sotto indicate Commissioni competenti per materia:
risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) n. 1303/2013 e del regolamento (UE) n. 223/2014 per quanto riguarda l'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE), alla 1a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1097);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 514/2014 recante disposizioni generali sul Fondo asilo, migrazione e integrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi, (UE) n. 516/2014 che istituisce il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e (UE) 2021/1147 che istituisce il Fondo asilo, migrazione e interazione, alla 1a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1098);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito e che modifica i regolamenti (UE) n. 600/2014 e (UE) n. 909/2014 e la direttiva 2014/65/UE, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1099);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all'interno dell'Unione (rifusione), alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1100);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla fornitura di assistenza macrofinanziaria alla Repubblica di Moldova, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1101);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad un sistema informatizzato per lo scambio elettronico transfrontaliero di dati nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile e penale (sistema e-CODEX) e che modifica il regolamento (UE) 2018/1726, alla 2a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1102);
risoluzione sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica di Moldova relativo alle attività operative svolte dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nella Repubblica di Moldova, alla 1a, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1103);
risoluzione sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione a nome dell'Unione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile che modifica l'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata per i titolari di passaporti ordinari, alla 1a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1104);
risoluzione sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile che modifica l'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata per i titolari di passaporti diplomatici o di servizio/ufficiali, alla 1a, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1105);
risoluzione sulla necessità di un piano d'azione urgente dell'UE per garantire la sicurezza alimentare all'interno e all'esterno dell'Unione europea alla luce dell'invasione dell'Ucraina da parte russa, alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1106).
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 4 maggio 2022, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (CE) n. 767/2008, (CE) n. 810/2009 e (UE) 2017/2226 del Parlamento europeo e del Consiglio, i regolamenti (CE) n. 1683/95, (CE) n. 333/2002, (CE) n. 693/2003 e (CE) n. 694/2003 del Consiglio e la Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, per quanto riguarda la digitalizzazione della procedura di visto (COM(2022) 658 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 4 maggio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 1a Commissione permanente, con il parere della Commissione 14a;
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla comunicazione dei dati ambientali delle installazioni industriali e alla creazione di un portale sulle emissioni industriali (COM(2022) 157 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 4 maggio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 10a e alla 13a Commissione permanente, con il parere della Commissione 14a.
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
Il senatore Romano ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-03278 del senatore Turco ed altri.
Mozioni
GASPARRI, ZANDA, DE PETRIS, QUAGLIARIELLO, DI NICOLA, CANGINI, MARCUCCI, RAMPI, IORI - Il Senato,
premesso che:
la crisi delle sale cinematografiche italiane è molto nota. Recentemente autorevoli esponenti del settore ne hanno ampiamente sottolineato la gravità e le serissime implicazioni nei confronti di un settore di grande rilevanza economica e culturale;
i numeri sugli incassi degli ultimi anni delle sale cinematografiche, infatti, appaiono molto preoccupanti anche nel confronto con quanto accade nel resto d'Europa, dal quale emerge che: 1) l'Italia è l'unico dei grandi Paesi europei ad evidenziare un segno negativo negli incassi 2021 rispetto al 2020 con un meno 7 per cento; 2) c'è stato un calo del 50-60 per cento degli incassi nel periodo di piena apertura rispetto al triennio 2017-2019; 3) si stima una perdita del fatturato complessivo di circa 700 milioni di euro con una previsione per il 2022 di un calo del 60 per cento, pari a 600 milioni;
appare evidente come questa situazione sia insostenibile per l'intero settore dell'industria cinematografica e metta a grave rischio un settore molto importante dell'economia italiana, nonché della cultura nazionale contemporanea;
è unanime l'attenzione che tutto il comparto rivolge all'importanza delle sale cinematografiche, non solo perché offrono lavoro a decine di migliaia di addetti, ma anche per il ruolo fondamentale per l'industria cinematografica, sia in termini economici sia in termini di visibilità e promozione dei prodotti;
in questi anni di pandemia durante i quali ci sono state numerose iniziative di sensibilizzazione e sostegno al comparto, il Governo e il Ministero per i beni e le attività culturali (ora Ministero della cultura) hanno adottato numerosi provvedimenti per sostenerlo, sia nella fase di chiusura durante la pandemia, sia per il rilancio nella fase di riapertura;
appare superfluo ribadire l'importanza culturale e sociale che le sale cinematografiche hanno avuto e hanno per il nostro Paese. In passato veri e propri "monumenti" cittadini, che nel corso degli ultimi decenni hanno subito numerose trasformazioni e che oggi si sono adeguate alle nuove necessità della società;
anche il Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia al Quirinale di presentazione dei candidati ai Premi "David di Donatello", ha ribadito che "Le sale del cinema richiedono attenzione e non possono essere trascurate. Il loro ruolo sociale è importante, nelle città più popolate come anche nei centri minori. Le sale sono centri di aggregazione. La crisi delle sale cinematografiche da noi si presenta superiore a quella di altri Paesi europei. Questo spinge a interventi e ad aver cura di questo patrimonio civile. Risorse destinate a cinema e teatri per migliorare l'ecoefficienza degli ambienti e consentire di abbellirli, di renderli più funzionali e sicuri riguardano una questione di grande rilievo",
impegna il Governo:
1) ad adottare misure volte a:
a) prevedere una "finestra" di 180 giorni per tutti i film, italiani e stranieri, a protezione dell'uscita in sala per i prossimi tre anni, salvo poi tornare ai 105 giorni ante pandemia. Si tratterebbe di una misura fondamentale per incentivare la visione in sala, già adottata anche in maniera più incisiva in altri Paesi come ad esempio la Francia, che ha addirittura esteso a 15 mesi;
b) prolungare il "tax credit" al 60 per cento alla distribuzione, al fine di agevolare investimenti in materia di promozione e conseguente visibilità dei prodotti;
c) rimodulare il "tax credit" alla produzione al 40 per cento per opere con prioritario sfruttamento cinematografico, al 30 per cento per quelle destinate ad altri circuiti e modalità di fruizione. È chiaro che il prodotto destinato alla sala sviluppa un ben diverso potenziale economico per tutta la filiera rispetto a quello destinato ad altri canali, ma dovendo affrontare costi più sostenuti e rischi più alti;
d) introdurre una chiara regolamentazione sulle "uscite evento" di tre giorni che, in mancanza di regole chiare, sono state utilizzate per aggirare il periodo di tempo fissato dalle finestre e finire in tempi brevi sulle altre forme di distribuzione, al fine di restituire giusta importanza al valore delle performance dei film in sala attraverso una regolamentazione chiara che eviti ogni tipo di aggiramento;
e) promuovere iniziative a tutela e sostegno del comparto cinematografico in tutta la sua evoluzione tecnologica.
(1-00485)
Interrogazioni
GRANATO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
l'Ucraina è uno dei maggiori Paesi dell'Europa in termini geografici e demografici ed è anche uno dei vicini immediatamente confinanti con l'Unione europea;
da oltre 20 anni l'UE sostiene l'Ucraina nel suo programma di riforma in un cammino verso l'integrazione economica e relazioni politiche più approfondite. Questo Paese è incluso nella politica europea di vicinato dal 2003. Nel 2007 l'Ucraina e l'UE hanno iniziato a negoziare l'accordo di associazione (AA), compresa la zona di libero scambio globale e approfondita (Deep and Comprehensive Free-Trade Area - DCFTA). Nel novembre 2013 l'Ucraina ha sospeso la firma dell'AA/DCFTA, suscitando così la rivoluzione di "Euromaidan" del 2014. L'AA/DCFTA è stato firmato, infine, nel giugno 2014 ed è entrato in vigore nel settembre 2017. L'AA è teso ad avvicinare l'Ucraina e l'UE, sviluppando rapporti politici più profondi, legami economici più forti e un maggiore rispetto per i valori comuni;
l'Ucraina ha un lungo passato di corruzione e si trova ad affrontare sia la piccola che la grande corruzione. La piccola corruzione è diffusa ed è accettata da gran parte della popolazione come se fosse quasi inevitabile. I cittadini, secondo l'interrogante, spesso giustificano la loro partecipazione a questa piccola corruzione osservando che gli alti funzionari e gli oligarchi sono coinvolti nella corruzione a un livello di gran lunga superiore e che gli esperti stimano che ogni anno vengano persi ingenti importi (nell'ordine di decine di miliardi di dollari) come conseguenza della corruzione in Ucraina;
"Transparency International" definisce la grande corruzione come "l'abuso di potere ad alto livello a beneficio di pochi e a scapito di molti, che reca danni gravi e diffusi ai singoli cittadini e alla società" e in Ucraina la grande corruzione si basa su connessioni informali tra funzionari pubblici, membri del Parlamento, pubblici ministeri, giudici, autorità di contrasto, dirigenti di imprese pubbliche (SOE - State Owned Enterprises) e persone/imprese con legami politici: vi sono circa 3.500 aziende pubbliche a livello centrale e 11.000 a livello comunale;
il sistema ucraino, per quanto risulta all'interrogante, facilita la grande corruzione offrendo la "cattura dello Stato" a clan di potenti élite politiche ed economiche, con struttura piramidale e radicati nell'insieme delle istituzioni pubbliche e dell'economia, considerata caratteristica specifica della corruzione in Ucraina, tanto che sia il Fondo monetario internazionale, sia il Governo dell'Ucraina hanno riconosciuto la resistenza alle riforme strutturali dimostrata dagli interessi costituiti;
i giornalisti d'inchiesta pubblicano regolarmente articoli sui flussi finanziari illeciti degli oligarchi (compreso il riciclaggio di denaro), addirittura nell'UE. Una relazione stima il costo dell'elusione fiscale attraverso le società offshore ad almeno un miliardo di euro l'anno;
dal 2016 al 2020, i tre principali ostacoli agli investimenti esteri in Ucraina sono rimasti gli stessi: corruzione diffusa, mancanza di fiducia nel potere giudiziario e monopolizzazione del mercato e cattura dello Stato da parte degli oligarchi;
la grande corruzione derivante dalla debolezza dello Stato di diritto e dalla vasta influenza degli oligarchi è contraria ai valori dell'UE ed è un importante ostacolo allo sviluppo dell'Ucraina;
l'attuale conflitto con l'afflusso di colossali masse di danaro (e armamenti) in donazione proprio all'Ucraina e ai suoi oligarchi (a tale proposito si ricorda che l'ex Presidente ucraino Petro Oleksijovy? Poro?enko è un produttore di armi ed ha un suo personale esercito) non può che produrre una ulteriore e ancor più grande corruzione in quel Paese;
la perdita di importanti parti del territorio ucraino adiacenti alla Russia rischia di alimentare ancor più il sistema predatorio degli oligarchi ucraini;
in Gran Bretagna i rifugiati ucraini stanno promuovendo contro il Governo una "Class Action" per i molteplici problemi riscontrati nel sistema di accoglienza britannico, a cominciare dagli alloggi abitativi per finire con i ritardi burocratici nell'ottenimento dei visti britannici; mentre in Italia è stato già Papa Francesco a lamentarsi dei privilegi accordati agli immigrati ucraini rispetto a quelli provenienti da altri Paesi, pur coinvolti in guerre;
l'Unione europea intende accelerare l'entrata dell'Ucraina col rischio concreto che la grande corruzione di quel Paese si estenda nei Paesi membri attuali,
si chiede di sapere quali iniziative urgenti intenda prendere il Governo nel Consiglio europeo per congelare l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea fintanto che, come per gli altri Paesi, tutto non sia in regola con le clausole di entrata nell'Unione, come emerge dalla Relazione speciale del settembre 2021 della Corte dei conti europea sulla grande corruzione in Ucraina.
(3-03310)
CALANDRINI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
la provincia di Latina negli anni ha visto aumentare plurimi fenomeni criminali, rendendo evidente l'esigenza di incrementare la pianta organica delle forze dell'ordine, in modo da rispondere alle mutate esigenze;
dai dati pubblicati nel 2021 dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno emerge che vi sono state 17.267 denunce e lo scenario di illegalità crescente richiede l'innalzamento della Questura di Latina al livello superiore, al fine di conseguire l'obiettivo dell'aumento degli organici per rinforzare il sistema di sicurezza;
le richieste delle forze politiche e dei sindacati per un aumento di organico si moltiplicano e da anni chiedono che ciò avvenga, alla luce del peggioramento delle condizioni di ordine pubblico e delle nuove e sempre più strutturali emergenze legate, in una provincia come quella di Latina, alle infiltrazioni della malavita organizzata, all'immigrazione, alle truffe e ai furti;
di tutta evidenza l'esigenza che vengano effettuate verifiche nei settori dell'economia permeabili ad ingerenze da parte di associazioni mafiose e nei quali potrebbero annidarsi interessi economici rilevanti. Inoltre, è da considerare che la crisi di liquidità derivata dai recenti accadimenti, sia di natura sanitaria, che derivante dalla situazione di instabilità internazionale, potrebbe aprire spazio all'ingresso di capitali provenienti da attività illegali nei settori dell'edilizia, dell'urbanistica e dei lavori pubblici, dell'intrattenimento e turistico;
negli ultimi dodici anni vi sono state indagini significative che hanno svelato sodalizi, la presenza di una criminalità organizzata e di mafia autoctona, oltre a realtà criminali limitrofe che derivano dalla particolare posizione geografica di Latina;
dall'analisi degli atti processuali, delle segnalazioni della Banca d'Italia di operazioni finanziarie sospette, dai rapporti della Regione Lazio, si evince un incremento prevalente di reati di tipo economico;
la delinquenza organizzata sfrutta le difficoltà economiche quali quelle derivanti dalla crisi pandemica e quindi pone in essere strategie tra cui usura, attività estorsiva, speculativa in ambito immobiliare, illecita concorrenza attraverso l'uso di minaccia o violenza, corruzione nell'ambito dei rapporti con le pubbliche amministrazioni, riciclaggio di denaro. Ne deriva l'esigenza di tenere massima attenzione e di assegnare alla Questura di Latina un numero adeguato di rinforzi, al fine di aumentarne l'organico per garantire una maggiore presenza sul territorio da parte della Polizia di Stato, portando così ad aumentare la sicurezza per i cittadini;
il Comune di Latina si è espresso con voto unanime di una mozione, in data 3 marzo 2022, in merito all'urgenza di procedere nell'elevazione di fascia della Questura di Latina, di cui è pervenuta comunicazione ufficiale all'interrogante e agli organi competenti, quali il Ministro, il capo della Polizia, il prefetto e il questore di Latina e al Presidente della Regione Lazio, manifestando, altresì, l'impegno del Sindaco di insistere nella richiesta di incrementare l'organico della Questura di Latina;
a parere dell'interrogante e alla luce degli elementi evidenziati, sarebbe necessaria l'istituzione a Latina di una sede distaccata della Direzione distrettuale antimafia, oltre che l'apertura di un centro della Direzione investigativa antimafia, ufficio specializzato in indagini antimafia interforze composto da componenti delle varie forze di polizia;
la seria situazione descritta è stata ulteriormente acclarata dalla recente intesa stipulata tra Prefettura e Comune per prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità? mediante la firma del protocollo di legalità e prevenzione antimafia, il cui obiettivo è rafforzare gli strumenti di prevenzione ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto evidenziato relativamente alle crescenti esigenze di assegnare alla Questura di Latina l'innalzamento al livello di fascia superiore, dotandola di un adeguato aumento dell'organico, al fine di garantire il necessario maggiore intervento delle forze dell'ordine su un territorio con una rilevante presenza della criminalità organizzata, oltre a realtà criminali limitrofe che derivano dalla particolare posizione geografica di Latina;
se ritenga di dare seguito alla citata richiesta e a quella di istituire a Latina una sede distaccata della Direzione distrettuale antimafia, oltre che l'apertura di un centro della Direzione investigativa antimafia, ufficio specializzato in indagini antimafia interforze composto da componenti delle varie forze di polizia e a quanto disposto nell'atto unanime del Consiglio comunale di Latina e con quale tempistica intenda procedere.
(3-03312)
DE LUCIA - Ai Ministri dell'università e della ricerca e per la pubblica amministrazione. - Premesso che:
il 30 marzo 2022 è stato adottato dalla Ministra dell'università e della ricerca un decreto relativo alla "Mobilità tra università, enti di ricerca e imprese", al fine di attuare la riforma 1.1 della componente M4C2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) "Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità";
nel decreto è prevista, tra le altre norme, la mobilità temporanea, senza limite di tempo predefinito, in forma di distacco o aspettativa, dei docenti e ricercatori universitari e degli enti pubblici di ricerca verso le imprese, anche pubbliche, e la mobilità temporanea, senza limite di tempo predefinito, dei dipendenti delle imprese private e pubbliche;
in tale decreto, mentre viene consentito il distacco verso le università dei dipendenti delle imprese, pubbliche e private, non è previsto, invece, il distacco dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, verso le università e gli enti pubblici di ricerca;
si valuta positivamente la scelta di creare uno scambio e un dialogo tra il mondo della docenza e della ricerca universitaria e le realtà professionali, che rappresenta un elemento positivo per le università e gli enti pubblici di ricerca, che così si possono alimentare con casistiche didattiche e problemi scientifici provenienti dall'osservazione della realtà viva e non mediata esclusivamente dalle pubblicazioni scientifiche, troppo spesso astratte, e anche per le imprese, che così possono coniugare la dimensione del "fare" con impostazioni di metodo scientifico, tipiche del mondo universitario;
altresì non si ritiene opportuno l'esclusione dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche da questa circolazione intellettuale e professionale, poiché ad essere ammessi al distacco sono, infatti, secondo l'art. 7, del decreto ministeriale 30 marzo 2022, esclusivamente "i dipendenti delle imprese", laddove per "impresa", l'articolo 1, comma 2, lett. f) del decreto, intende "le imprese pubbliche e private, gli altri enti privati titolari di agevolazioni su progetti di ricerca finanziati da amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dall'Unione europea o da altre organizzazioni internazionali, nonché gli organismi di ricerca di cui alla Comunicazione della Commissione 2014/C 198/01 del 27 giugno 2014 senza scopo di lucro";
ciò significa che per insegnare in università, secondo il suddetto decreto, potrà essere distaccato, ad esempio, un medico di una clinica privata, ma non un primario ospedaliero pubblico, un dipendente di una fondazione privata, ma non un diplomatico di carriera o un funzionario pubblico;
tale disposizione, quindi, discrimina in maniera evidente i dipendenti pubblici, privilegiando esclusivamente quelli privati, senza peraltro stabilire i requisiti di cui devono essere in possesso quest'ultimi per poter accedere all'insegnamento;
questa scelta non sembra trovare alcuna giustificazione logica, in quanto sotto il profilo della qualificazione professionale i dipendenti pubblici hanno superato prove concorsuali severe, a differenza di quelli privati, selezionati quasi sempre con metodi meno rigidi;
inoltre il decreto 30 marzo 2022 non specifica i requisiti di cui devono essere in possesso i non meglio definiti "dipendenti delle imprese", di cui non sono precisati, né la qualifica e né il titolo di studio, altresì non sono richiesti titoli di ricerca, quali ad esempio dottorato di ricerca, abilitazione scientifica nazionale;
va altresì segnalato che i dipendenti pubblici sono già pagati dall'Erario, sicché l'eventuale distacco verso le università o gli enti pubblici di ricerca non graverebbe ulteriormente sulla finanza pubblica;
e, ancora, nel caso di mobilità di professori e ricercatori verso le imprese, quest'ultime beneficerebbero a costo zero della professionalità scientifica già acquisita da dipendenti pubblici: l'art. 4, comma 1, del decreto ministeriale 30 marzo 2022 prevede che "l'impresa destinataria", ove previsto nelle convenzioni, può anche procedere al rimborso del trattamento economico e contributivo erogato dal soggetto erogante", e appare chiaro che si tratta di una scelta facoltativa e non di un obbligo;
il distacco di dipendenti privati verso le università, inoltre, quando concluso, comporterebbe un beneficio esclusivo delle imprese private che godranno dei benefici dell'attività universitaria e di ricerca svolta dai propri dipendenti;
considerato che, a parere dell'interrogante:
risulta insensato, dopo i fatti esposti, pensare che solo le imprese, private o pubbliche, possano beneficiare delle capacità dei ricercatori e dei professori universitari italiani, e che non possano avvantaggiarsene anche le amministrazioni pubbliche;
appare, inoltre, decisamente contraddittorio che da un lato si parli di formazione dei dipendenti pubblici e di rafforzamento delle capacità professionali della Pubblica Amministrazione, e dall'altro si escludano proprio i dipendenti e le aziende pubbliche da questa importante occasione di dialogo con il mondo universitario e della ricerca,
si chiede di sapere:
se nel concetto di "impresa pubblica" siano ricomprese anche le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
se così non fosse, se si intenda estendere la portata del decreto ministeriale 30 marzo 2022 anche in favore dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
quale forma di incentivo, anche economico, si preveda in favore dei dipendenti pubblici in possesso dei titoli di dottorato di ricerca e dell'abilitazione scientifica nazionale, al fine di consentire a questi di transitare, a tempo determinato o indeterminato, nei ruoli delle università e degli enti pubblici di ricerca.
(3-03314)
CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
a circa 4 chilometri da Alatri (Frosinone) in direzione sud-est, a mezza costa sul monte Pizzuto e non lontano dalla sorgente di Silvidè, sorge il protocenobio benedettino poi sviluppatosi nel complesso noto come "Badia di San Sebastiano e delle Sorelle povere di Santa Chiara", fondato dall'abate Servando ai primi del VI secolo, per conto del patrizio Liberio, sui resti di una sua villa rustica. Nell'anno 528 il protocenobio ospitò San Benedetto che, provenendo da Subiaco, avrebbe poi proseguito il viaggio per fondare Montecassino e che si vuole abbia tratto ispirazione per la regola benedettina proprio dalla Regula Magistri ivi osservata;
nel 1233, subentrate ai monaci le suore clarisse, e ristrutturato l'intero complesso in forme romaniche, la nuova chiesa, giustapposta a quella primitiva, fu decorata da pittori di scuola umbro-laziale della cerchia del Cavallini con cicli della vita di Cristo e della Vergine;
nel 1442 il Papa soppresse il monastero e da allora prelati insigniti del titolo onorifico di abate si videro concedere la proprietà dei terreni e le rendite della badia; poi, per due secoli (metà XVII-metà XIX sec.) furono i Pamphili a detenerne i diritti, che nel 1853 concessero in enfiteusi a Salvatore Vienna, i cui eredi divennero proprietari a tutti gli effetti nel 1908. Sembra che tra il 1922 e il 1968 una prima parte delle fabbriche e degli spazi a cielo aperto sia stata alienata, mentre la porzione restante avrebbe conosciuto la stessa sorte dal 2000 ad oggi (si veda "Badia San Sebastiano" su "dimorestoricheitaliane");
attualmente, la proprietà più cospicua e pregiata appartiene ad un trust irlandese, la "Sr John Leslie Foundation", spettando una porzione residuale alla fondazione "L'Abbadia", con sede ad Alatri e personalità giuridica riconosciuta a gennaio 2002; sul sito web di quest'ultima si legge, però, che i proprietari sarebbero tre e altrettante le parti in cui è suddiviso il compendio (si veda "dimorestoricheitaliane"). Il terzo soggetto, al quale spettano l'aula a piano terra con soffitto a volta, affrescata, e l'ex dormitorio dei monaci posto al primo piano, utilizzato come vano di servizio sia in funzione delle attività di culto che si svolgono nell'aula sottostante, accessibile mediante una scala interna, sia alle funzioni agricolo-pastorali dei terreni circostanti, resta non specificato;
considerato che:
l'oggetto statutario della citata fondazione "L'Abbadia", presieduta dal notaio Carlo Fragomeni, è: "la conservazione ed il recupero dinamico dell'immobile attraverso il restauro di determinati ambienti, l'arredo d'epoca, l'apertura al pubblico per visite, eventi culturali, con o senza soggiorni brevi?ai fini di una rigenerazione dello spirito e del fisico lungo il cammino della "Via Benedicti" che lambisce l'intera abbadia e la vitalizza" (si veda "Badia San Sebastiano" su "dimorestoricheitaliane");
in effetti, nell'edificio che disegna il limite nord-occidentale del complesso, dove si apre l'accesso di servizio, al primo piano, negli appartamenti quattrocenteschi dell'abate, sono allocati il "Badia San Sebastiano Rooms", dove il portale "Hotelmix" pubblicizza la possibilità di soggiornare, benché le prenotazioni on line si rivelino poi, di fatto, pressoché impossibili (si veda il sito web dedicato) e una piccola galleria d'arte antica che espone dipinti. Negli scorsi anni, i locali hanno ospitato iniziative culturali sovente legate alla riflessione filosofica evoliana (si veda "Eventi Badia San Sebastiano" su "dimorestoricheitaliane"), che Alatri celebra periodicamente. La ricca documentazione fotografica associata mostra ambienti e spazi ben restaurati, tenuti in ottimo stato;
diversamente, per quanto attiene al secondo chiostro, dov'è (nella parete nord) l'ingresso principale del complesso e su cui si affaccia la nuova chiesa badiale, alla chiesa primitiva, aperta sul primo chiostro, nonché a tutti gli altri immobili della "Sr John Leslie Foundation", la mera immagine satellitare è sufficiente a mostrare che i tetti presentano invariabilmente disconnessioni nel rivestimento di coppi, tali da far supporre una condizione di precarietà severa, dovuta a mancata manutenzione. Secondo testimoni oculari, dall'infiltrazione delle acque meteoriche deriverebbero danni ai vani sottostanti, specialmente a quelli che conservano pregevoli affreschi come la chiesa e la stanza che ospitò san Benedetto;
valutato che l'intero complesso della "Badia di San Sebastiano e delle Sorelle povere di Santa Chiara" è vincolato ai sensi, da ultimo, del "Codice dei Beni culturali e del Paesaggio",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia in grado di riferire a quando rimonti, e quali esiti abbia dato, il più recente sopralluogo svolto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina nella "Badia di San Sebastiano e delle Sorelle povere di Santa Chiara" presso Alatri (Frosinone);
se nel corso di detto sopralluogo e dei precedenti il personale ministeriale abbia sempre potuto accedere a tutti i vani e spazi spettanti ai proprietari delle tre parti del compendio;
se e quando l'Ufficio di tutela territoriale abbia imposto ai proprietari delle fabbriche in cattivo stato di conservazione di attivarsi per assicurare la conservazione degli stessi, e qualora non l'abbia fatto o quelli non abbiano ottemperato, quali iniziative s'intendano adottare per impedire che importanti testimonianze culturali possano essere ulteriormente danneggiate, con il rischio di andare perdute irrimediabilmente.
(3-03315)
CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che il Parco archeologico di Sepino, situato in territorio di Altilia (Campobasso) e gestito dalla Soprintendenza fino all'autunno 2021, mentre l'annesso "Museo della città e del territorio" dipendeva dalla Direzione regionale Musei, gode di autonomia speciale grazie al decreto ministeriale 22 ottobre 2021 n. 380. L'atto di nomina del suo primo direttore, l'archeologo Enrico Rinaldi, vincitore di una selezione (internazionale, ma a carattere non concorsuale) che all'interrogante risulta avere sollevato numerose perplessità, è il decreto del direttore generale n. 90 del 4 febbraio 2022, sospeso dallo stesso Massimo Osanna il 23 marzo a causa del protrarsi dell'iter per l'ammissione a visto da parte della Corte dei conti, che ha registrato l'atto solo il 7 aprile, dopo un'ardua interlocuzione con il Collegio Romano;
considerato che:
la visita ad Altilia-Sepino, il 5 maggio 2022, di una cinquantina di ospiti della sezione molisana dell'Istituto italiano dei Castelli, i quali si sono detti entusiasti di tutte le tappe del viaggio ma rammaricati per il mancato sfalcio dell'erba nel Parco in questione, ha portato alla ribalta dei media l'incapacità di quest'ultimo di garantire la manutenzione, benché siano già trascorsi sei mesi dalla sua istituzione ufficiale, preconizzata, però, fin dal semestre precedente (si veda "In 50 stregati dai castelli molisani: "Ma Altilia è sommersa dalle erbacce"" su "isnews");
se il presidente della citata sezione molisana dell'IIC commenta, tra l'incredulo e il beffardo, che soltanto il Ministero della cultura "non sa che in primavera cresce l'erba. Eppure ora c'è un direttore del Parco", nessuno ha dimenticato che, in sede di valutazione finale, del Rinaldi Osanna vantava proprio la "specifica expertise acquisita nel campo della manutenzione programmata", mentre la commissione giudicatrice l'aveva definito "accurato conoscitore del luogo" benché dal curriculum non risulti alcuna frequentazione (men che meno assidua) del sito;
i più avvertiti colgono una contraddizione, che potrebbe spiegare lo stato attuale del Parco di Sepino (dove lo stesso Osanna, sopraffatto dalla dimensione bucolica, qualche giorno fa ha associato ad uno scatto che lo ritrae "tra i glicini e il sambuco" il memento mori seicentesco "ET IN ARCADIA EGO"), nell'avere l'Amministrazione nominato un dirigente, pagato fin dal 1° marzo 2022, prima di chiedere il codice IPA e aprire il necessario conto corrente, se non addirittura prima di avere predisposto una bozza del bilancio di previsione con cui gestire gli interventi di manutenzione ordinaria (sfalcio dell'erba e pulizie dei servizi) e fare la voltura dei contatori. Tutti costi facilmente stimabili sulla base delle perizie pregresse della Soprintendenza del Molise e delle bollette a quella intestate;
in merito allo sfalcio, non disponendo il Parco di Sepino di alcuna somma impegnabile ad hoc, sarà difficile, per l'Amministrazione ministeriale, respingere la tentazione di far tagliare l'erba e far garantire la pulizia dei servizi dalla Soprintendenza o dalla Direzione regionale Musei, costringendo detti uffici, già sovraccarichi, a modificare perizie o redigerne di nuove. Il danno erariale derivante da un'eventuale impropria sostituzione tra enti sarebbe allora patente, se non fosse che un'altra e più acuta criticità rende la Soprintendenza del Molise tuttora responsabile della manutenzione dell'istituto museale con autonomia speciale denominato Parco archeologico di Sepino;
ci si riferisce al mancato passaggio di consegne, ad oggi, tra i due "rami" del Ministero: dal punto di vista amministrativo (e solo da quello), la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise continua ad essere competente su un'area che, invece, è stata sottratta alla sua gestione, ufficialmente e fattivamente, sei mesi fa. Essa non decide più nulla in merito al Parco di Sepino, e ignora la data del passaggio di consegne, ma non ha smesso di pagare le bollette e il suo personale di custodia, pur essendo passato al Parco, è allocato all'interno di edifici che formalmente fanno ancora capo all'Ufficio territoriale di tutela del Molise, perché il trasferimento degli immobili demaniali al nuovo gestore non è ancora avvenuto;
valutato che:
a generare il paradosso descritto si assume il fatto, in realtà di nessuna attinenza, che il direttore generale Musei, nel decidere (in completa autonomia) la perimetrazione del neonato Parco Archeologico di Sepino, atto delicatissimo, anche perché su di essa il Rinaldi potrà rilasciare autorizzazioni paesaggistiche, pare, per quanto risulta all'interrogante, tenda a farsi prendere la mano, allargandolo progressivamente senza mai venirne a capo, benché il decreto istitutivo non lasci alcun dubbio circa la pertinenza all'Istituto esclusivamente dell'area della città romana e del "Museo della città e del territorio";
detto contegno, oltre a creare tensioni e criticità di ordine pratico non trascurabili, alimenta, nei residenti più sensibili ai temi della tutela del sito, il timore di una certa quale accondiscendenza, da parte del Ministero della cultura, nei confronti di attori locali eventualmente ammaliati dalla prospettiva di realizzare, a ridosso del Parco, strutture ricettive, parcheggi, bancarelle e mercatini, con il rischio concreto di alterare in modo irreversibile la natura "di un contesto archeologico e naturalistico, fragile e complesso, qual è il Parco di Sepino" (valutazione finale M. Osanna, cit.),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riferito e se non ritenga di dover provvedere per lo spettacolo indecoroso del mancato sfalcio e della mancata pulizia dei servizi all'interno del Parco archeologico di Sepino a primavera del 2022;
se sappia spiegare per quale ragione, poiché la direzione del Parco non ha ancora la possibilità/capacità di gestire in maniera almeno decorosa quel sito (creato museo autonomo senza alcuna motivazione culturale, ma con indiscutibile aggravio di costi per lo Stato), la stessa non si faccia da parte almeno finché ogni adempimento tecnico prodromico alla presa in consegna dell'area non sia stato compiuto, dandosi però tempi certi, per evitare che altri debbano farsi carico dell'insipienza amministrativa della dirigenza;
come possa giustificare il fatto che la nomina del direttore del Parco abbia preceduto, sia la presa in consegna delle proprietà demaniali prima in capo alla Soprintendenza del Molise, sia la perimetrazione del nuovo istituto, incombenza che sembra ricadere interamente sul direttore generale Musei, e dunque se sappia riferire quali siano, oggi, i compiti cui attende il "super-direttore" entrato in servizio dal 1° marzo 2022.
(3-03316)
CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Ai Ministri della cultura e della difesa. - Premesso che:
la Reggia di Caserta, istituto del Ministero della cultura dotato di autonomia speciale e diretto dall'architetto Tiziana Maffei, sabato 7 maggio 2022 è di nuovo balzata agli onori delle cronache nazionali per un episodio deplorevole: la musica assordante e le luci psichedeliche di una festa privata, organizzata la sera precedente al secondo piano del lato sinistro del palazzo reale borbonico (dove tuttora si trovano otto alloggi di alti ufficiali dell'Aeronautica), diffondendosi all'esterno, su piazza Carlo di Borbone, ha attirato l'attenzione dei passanti e dato loro l'impressione che il monumento fosse stato trasformato in una discoteca (si veda "Reggia di Caserta, musica a tutto volume e luci da discoteca nelle antiche sale: c'è una festa nelle stanze dell'Aeronautica militare" su "Bing video");
la diffusione di immagini e commenti sui social ha scatenato non poche critiche, per il timore che solai e affreschi dei saloni coinvolti potessero riportare danni (si veda "CASERTA Luci psichedeliche e musica a palla... la Reggia vanvitelliana trasformata in discoteca" su "CasertaCE");
secondo i media, l'appartamento dove si è svolta la festa sarebbe quello assegnato a Roberto Impegno, comandante della Scuola specialisti dell'Aeronautica Militare, la quale si è poi scusata per l'accaduto con un breve comunicato, assicurando che l'evento è stato di breve durata e le strutture della Reggia non hanno patito alcun impatto né danno (si veda "La Reggia di Caserta trasformata in una discoteca: la denuncia di una guida turistica" su "informareonline" e "Festa nelle stanze della Reggia, l'Aeronautica: Evento privato" su "casertanews");
considerato che:
la Direzione della Reggia ha reagito alle contestazioni con quella che all'interrogante pare come una metaforica alzata di spalle, invocando a scusante la competenza e l'uso esclusivi, sulla parte del complesso edilizio coinvolta nell'episodio, da parte dell'Aeronautica militare (che altrove, nel complesso, ha anche uffici e spazi diversi), rimasta nella Reggia ben oltre la data limite del 2020 fissata dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 e dal cronoprogramma del relativo Piano commissariale, perché non sono state individuate sedi alternative;
l'attenzione, però, dovrebbe appuntarsi principalmente sul mancato rispetto degli obblighi basilari che ad entrambe le amministrazioni pubbliche, civile e militare, impone il carattere monumentale e la straordinaria valenza culturale dell'immobile vanvitelliano, che è anche un bene UNESCO, in ordine alla conservazione, ma anche alla sicurezza e alla salvaguardia del decoro. Stabilita la priorità, si tratta poi di capire a chi spetti rivendicare e far rispettare a tutti gli "inquilini" i suddetti obblighi;
valutato che delle due Pubbliche amministrazioni coinvolte, è destinata a rimanere affidataria esclusiva della Reggia quella che fa capo al Ministero della cultura e la normativa che definisce i compiti degli istituti ministeriali dotati di autonomia speciale ha demandato al dirigente di ciascuno di essi anche pressoché tutte le funzioni di tutela altrove svolte dalle Soprintendenze. Del danno d'immagine arrecato alla Reggia di Caserta dal mancato rispetto della dignità del monumento da parte di personale dell'Aeronautica militare, venerdì 6 maggio 2022, dovrebbe chiedere conto a quella forza armata, perciò, proprio la direttrice Maffei, invece di atteggiarsi a vittima di eventi imprevedibili e inevitabili, e il ministro Franceschini rivolgersi al collega Guerini per far valere quelle ragioni,
si chiede di sapere:
cosa il Ministro della difesa intenda fare per porre fine immediatamente alla permanenza dell'Aeronautica militare all'interno del Palazzo reale di Caserta (addirittura con appartamenti ad uso privato) anche alla luce dell'episodio del 7 maggio, che ha evidenziato quanto destinazioni non museali siano ormai percepite dai casertani come incompatibili con la dignità di un monumento identitario, al punto da generare sdegno nei confronti di quella forza armata, nel momento in cui ne fa un uso evidentemente inappropriato;
se il Ministro della cultura non rilevi, nel caso riferito, l'ennesima occasione in cui la Direzione pro tempore della Reggia di Caserta si è distinta per l'incapacità di assumersi per intero le proprie responsabilità, nonché di cogliere e condividere una sensibilità del territorio finalmente matura e coerente con il dettato costituzionale in materia di salvaguardia del patrimonio culturale pubblico.
(3-03317)
MONTEVECCHI, DE LUCIA, VANIN, GAUDIANO, PAVANELLI, PISANI Giuseppe, PRESUTTO, ROMANO, TRENTACOSTE - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
la legge 8 agosto 2019, n. 81, "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020", indicando la procedura per la definizione della dotazione organica delle Fondazioni lirico-sinfoniche (FLS), ha previsto che le Fondazioni predispongano una proposta di dotazione organica secondo uno schema tipo, da adottare con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora Ministro della cultura), di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;
con decreto n. 68 del 4 febbraio 2021 il Ministero della cultura, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, ha dettato le linee guida inerenti "l'adozione dello schema tipo di dotazione organica delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche" a cui ciascuna FLS deve uniformarsi per la formulazione di una proposta di dotazione organica;
la proposta di dotazione organica doveva essere trasmessa ai medesimi Ministeri entro i 60 giorni successivi all'adozione del decreto ministeriale, previa delibera del Consiglio di indirizzo, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e approvata, entro 60 giorni dalla trasmissione, con decreto del Ministro della cultura, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e previo parere, per le FLS che hanno presentato il piano di risanamento, del commissario straordinario;
la legge n. 81 del 2019 ha regolato inoltre la possibilità per le FLS di assumere personale a tempo indeterminato mediante apposite procedure selettive pubbliche, secondo criteri e modalità stabiliti da ciascuna fondazione, nel rispetto dei princìpi di trasparenza, pubblicità e imparzialità, nonché degli altri princìpi relativi alle procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni. La medesima legge ha, altresì, introdotto una disciplina transitoria per il reclutamento di personale a tempo indeterminato;
considerato che:
l'intento della legge n. 81 del 2019, che ha previsto l'emanazione dello schema di dotazione, era quello di "conseguire adeguati livelli di produzione e di produttività della Fondazione, ovvero un loro incremento, preservando le finalità istituzionali prioritarie delle Fondazioni lirico-sinfoniche, nella tutela e diffusione del patrimonio artistico-culturale italiano del genere lirico, sinfonico e del balletto", nonché quello di tutelare il personale dall'uso eccessivo e reiterato dei contratti a termine da parte delle FLS;
la legge di bilancio per il 2022 (legge n. 234 del 2021, art. 1, commi 799-801) ha posticipato di un anno (al 31 dicembre 2022) una serie di scadenze relative alla disciplina della dotazione organica;
ad oggi risulta agli interroganti che non tutte le FLS abbiano approvato la propria dotazione organica sulla base dello schema tipo, di cui al decreto interministeriale menzionato;
valutato che:
le difficoltà in cui versano le FLS hanno colpito in maniera incisiva le masse artistiche e tecniche e, in particolare, i corpi di ballo che sono stati smantellati o gravemente ridotti da parte di alcune gestioni che esternalizzano il balletto a compagnie esterne;
lo schema di dotazione organica, seppure con alcune criticità, persegue lo scopo di ridare una struttura adeguata al personale delle fondazioni, valorizzando il comparto artistico. Tuttavia, la sua emanazione posticipata rispetto a quanto previsto dalla norma primaria ha anche generato delle criticità;
valutato infine che il giusto e adeguato rilancio delle FLS non avverrà mai con provvedimenti di proroga o sanatorie ex post, ma attraverso una regolamentazione preventiva e con opportuni strumenti di valorizzazione,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda intraprendere per permettere a tutte le fondazioni lirico-sinfoniche una tempestiva approvazione delle piante organiche, di esperire le apposite procedure selettive e di stabilizzare il personale, anche al fine di prevenire eventuali ulteriori infrazioni con il diritto dell'Unione europea.
(3-03318)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
BINETTI - Al Ministro per le disabilità. - Premesso che:
sono molte le persone che presentano gravi forme di disabilità multipla, per cui non è facile individuare luoghi adeguati alla presa in carico di problematiche complesse, ma neppure contesti di carattere socio-sanitario che offrano un'accoglienza dignitosa e stimolante, per mantenere il più attivo possibile il loro bagaglio di competenze;
nel nostro Paese, nel 2019, le persone con disabilità, ovvero che soffrono a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali, sono 3 milioni e 150 mila (il 5,2 per cento della popolazione), dati emersi in occasione della recente audizione del Presidente dell'ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, che ha tracciato un quadro sulla condizione delle persone con disabilità, che include il recente sviluppo del Registro sulla disabilità;
ci sono persone affette da malattie rare, e tra queste si cita il caso di B.D.R., che ha oggi trenta anni, ed è affetta da sclerosi tuberosa, con un interessamento diffuso, multi-organo, che si accompagna ad una forma di epilessia farmaco-resistente e ad un aneurisma cerebrale non trattabile;
a questa condizione fisica si aggiunge anche un disturbo del neuro-sviluppo che inizialmente è stato diagnosticato come una manifestazione dello spettro autistico, per cui è stata trattata fino all'età di 18 anni, mentre ora sembra che stia evolvendo verso un quadro schizofrenico, con frequenti manifestazioni di violenza, che impongono alla famiglia una sorveglianza di 24 ore su 24;
B. è stata vista e seguita in diversi centri, ma senza mai ottenere un effettivo miglioramento della sua condizione, che in realtà è andata peggiorando nel tempo, imponendo alla famiglia costi umani ed economici attualmente impossibili da affrontare;
sembra che non esistano strutture pubbliche a cui potersi appoggiare per trattare casi come questi; la ragazza è stata accolta per un mese presso l'Istituto Serafico di Assisi, struttura molto qualificata sia dal punto di vista pedagogico-abilitativo che medico;
l'inserimento in questa struttura di eccellenza sarebbe possibile se per la ragazza venisse elaborato, da una struttura pubblica, un piano di trattamento altamente personalizzato; ma la madre riferisce di essere in lotta con il centro di salute mentale della Media Valle del Tevere per negligenza e imperizia;
il problema è che non esistono strutture adeguate per quei casi gravissimi, destinati ad aggravarsi nel tempo, per cui il carico di lavoro delle strutture aumenta progressivamente, senza avere una prospettiva di risoluzione; d'altra parte le famiglie sono sempre meno in condizioni di prendersi cura di queste persone, sia per ragioni di oggettivo impoverimento, sia per esaurimento psico-fisico progressivo;
sono molte più di quanto comunemente non si ritenga le persone nelle condizioni di B. e la mancanza di strutture di accoglienza pone le famiglie in condizione di stress crescente, anche perché invecchiando le loro stesse risorse economiche e psico-fisiche si vanno indebolendo; spesso mancano fratelli o altri familiari che possano farsene carico e la prospettiva del dopo di noi carica di una particolare drammaticità, un presente già fin troppo difficile,
si chiede di sapere se, anche in vista dei prossimi decreti attuativi della legge sulla disabilità, siano previsti spazi e tempi di cura per persone in condizioni gravissime e in ogni caso come sia possibile supportare famiglie in cui vivono persone in queste condizioni, fin troppo spesso ferite anche da una certa indifferenza istituzionale, che è possibile diagnosticare come abbandono, in flagrante contraddizione con l'articolo 32 della Costituzione.
(3-03311)
BINETTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
in data 9 novembre 2021, l'interrogante ha presentato un atto di sindacato ispettivo (3-02922) rivolto al Ministro dell'economia e delle finanze per sapere se lo stesso intendesse rivedere la normativa, per dettarne una più corretta, che escluda il gioco di puro intrattenimento dalle categorie a cui si richiede una nuova omologa e un nuovo nullaosta e si impongono correttamente nuovi e più adeguati vincoli fiscali;
ad oggi, la suddetta interrogazione non ha ricevuto alcuna risposta, cosa grave se si tiene conto di quanto afferma l'ultima circolare dell'Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) n. 14 del 26 aprile 2022, nella quale al punto 1 si impone a qualsiasi tipo di gioco, anche gratuito, come i calciobalilla, pingpong, carambole ed altri giochi ad uso gratuito negli oratori e circoli ACLI, ANSPI, di essere certificato e quindi a dover pagare la tassa sugli intrattenimenti (ISI);
il fatto di dover censire anche gli apparecchi gratuiti si scontra con la norma del pagamento dell'imposta sui trattenimenti (ISI), che comporta l'assolvimento dell'imposta: "il pagamento è effettuato dal soggetto passivo d'imposta in unica soluzione, secondo le modalità previste dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 18 luglio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 172 del 26 luglio 2003, entro il giorno 16 del mese, ovvero entro il giorno 16 del mese successivo a quello di prima installazione, in ragione della frazione di anno residua. I soggetti passivi d'imposta sono quelli già definiti nell'articolo 1, comma 2, del decreto direttoriale 22 marzo 2004";
non si comprende come a causa delle consuete lentezze burocratiche e dello scarso dialogo fra il Ministero e ADM non si sia ancora giunti ad adeguati chiarimenti sul discorso fiscale, dove per installare un calciobalilla, secondo quanto previsto dal comma 7 c-bis dell'art. 110 TULPS, lo si debba pagare come ex AM3 (categoria AM3 - Apparecchi attivabili a moneta o a gettone), ovvero affittati a tempo (calcio balilla, bigliardino e apparecchi similari) come da un decreto con riferimenti di diversa tipologia di giochi e apparecchi;
nell'interrogazione presentata nel novembre scorso si sottolineava come fosse davvero sorprendente ciò che stava accadendo con il decreto del 18 maggio 2021, che riguardava le nuove regole tecniche per cui venivano sottoposti a certificazione onerosa giochi come i calciobalilla, carambole, bigliardi, flipper, freccette e dondolanti per bambini: tutti apparecchi senza vincita, ma tutti equiparati alle video-lottery e agli AWP o slot dei bar;
in altri termini ciò che era, e continua ad essere puro divertimento, è diventato improvvisamente una pericolosa minaccia legata al mondo dell'azzardo, per cui invece di colpire il gioco d'azzardo o il gioco illegale si andava a colpire il gioco di puro intrattenimento, disincentivando ulteriormente questa tipica attività di aggregazione sia per i giovani che per i meno giovani;
esiste peraltro una dichiarazione della Commissione europea, per la quale "I giochi di abilità o da intrattenimento o gli apparecchi da gioco che non distribuiscono premi o che distribuiscono premi solo nella forma di giochi gratuiti non rientrano nell'esclusione delle attività di azzardo"; è evidente quindi il mancato recepimento della nota della Commissione europea;
il problema si pone anche nei confronti degli eSport, sport elettronico praticato da migliaia di appassionati, che entrerà prossimamente nel novero degli sport olimpici, per cui l'ADM, anziché tenere conto del fatto che si tratta di un settore del tutto nuovo, ancora non disciplinato, è recentemente intervenuta imponendo la chiusura di alcune sale, dove si praticavano sport elettronici, contestando la mancata omologazione degli apparecchi e irrogando rilevanti sanzioni pecuniarie agli esercenti;
mentre è evidente che si tratta di attività che, proprio per il loro carattere eminentemente sportivo, non possono e non devono essere in alcun modo confuse con i videogiochi tradizionali o con le scommesse sportive;
il tutto mentre è considerevolmente aumentato il volume del gioco d'azzardo elettronico; sono cresciute le scommesse sportive anche su canali illegali, e la cosiddetta azzardopatia in questi anni di lockdown si è indubbiamente diffusa a macchia d'olio, coinvolgendo sempre più persone giovani,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga necessario ed urgente rivedere la normativa che equipara giochi come i calciobalilla, carambole, bigliardi, flipper, freccette e dondolanti per bambini, tutti apparecchi senza vincita, alle video-lottery e agli AWP o slot dei bar e analogamente considera una futura disciplina olimpionica alla stessa stregua di un gioco d'azzardo.
(3-03313)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
CONZATTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
in Italia ci sono circa 3,6 milioni di persone che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore e circa un milione sono considerate clinicamente guarite da oltre 5 anni, ma per la burocrazia sono spesso considerate ancora malate e rischiano discriminazioni nell'accesso a servizi, come l'ottenimento di mutui, la stipula di assicurazioni sulla vita, l'assunzione in un posto di lavoro e l'adozione di un figlio. Oggi, infatti, per richiedere molti servizi è necessario dichiarare se si è avuto il cancro, anche se si è già guariti;
lasciarsi la malattia alle spalle non è semplice, tanto più ove i percorsi burocratici inchiodano a una diagnosi ricevuta diverso tempo prima, impedendo a queste persone di sentirsi come tutti gli altri;
nello specifico, la materia delle adozioni per chi ha avuto il cancro ed è guarito incontra oggettive maggiori difficoltà, benché non sia vietata. La legislazione vigente, infatti, ai fini dell'ottenimento dell'idoneità all'adozione, prevede, in capo ai tribunali per i minorenni, tramite l'ausilio dei servizi sociali, l'avvio di indagini sugli aspiranti genitori adottivi che riguardano, tra l'altro, anche lo stato di salute dei richiedenti;
i tribunali per i minorenni tendono a riferirsi a un periodo di 5 anni dalla guarigione come riferimento utile per considerare l'idoneità all'adozione degli ex malati oncologici, tuttavia l'ordinamento non prevede un termine stabilito per legge e non vi è alcuna certezza in tal senso;
considerato che:
per guarigione, in oncologia, si intende il periodo dopo il quale l'aspettativa di vita torna ad essere la stessa della popolazione generale, e oggi dal cancro si può guarire. Infatti, grazie all'innovazione dei percorsi terapeutici, moltissimi tumori vengono curati e altri possono essere cronicizzati, e questo comporta che tantissimi pazienti possano tranquillamente vivere anche a molti anni di distanza da una diagnosi;
tutti i trattamenti antitumorali, sia sistemici (chemioterapia, ormonoterapia) che locali (radioterapia e chirurgia), possono compromettere temporaneamente o permanentemente la fertilità;
sebbene il principio ispiratore della legge sulle adozioni sia, in primo luogo, la tutela del minore ad avere una famiglia, è pur vero che l'esperienza di avere un figlio costituisce speranza di vita e desiderio umano per qualsiasi persona, e, quando c'è una condizione di lunga sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore senza recidiva, non c'è motivo per cui non si debba riconoscere l'idoneità all'adozione;
questo percorso andrà valutato caso per caso, perché il requisito di buon senso deve essere che non vi sia un rischio concreto, e prossimo, per la sopravvivenza di chi aspira a diventare genitore, ma è necessario che vi siano delle indicazioni normative di principio, che permettano di superare le discriminazioni e le difficoltà che continuano ad incontrare quotidianamente gli ex malati oncologici, e che permetta di diffondere, anche socialmente, il principio per il quale lo stato di malattia passato non equivale ad una malattia del futuro,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire affinché, in relazione agli ex malati oncologici, siano individuati dei termini certi che, una volta decorsi, fatte salve situazioni specifiche, facciano sì che tale pregressa patologia non possa costituire motivo avverso al riconoscimento dell'idoneità all'adozione.
(4-06975)
VANIN, CROATTI, COLTORTI, ROMANO, TRENTACOSTE, RUSSO - Al Ministro dell'istruzione. - Premesso che:
recenti notizie di stampa riportano di numerose segnalazioni, provenienti da diversi contesti territoriali della regione Veneto, in merito al rischio di formazione delle classi e alle conseguenti ripercussioni sul futuro del servizio scolastico;
è il caso dell'Istituto comprensivo "Ugo Foscolo" di Murano-Burano nella Laguna Veneta, che è formato, tra gli altri, dai plessi di scuola secondaria di primo grado "Vivarini" di Murano e "Galuppi" di Burano, ove le iscrizioni per l'a.s. 2022/2023 contano 33 bambini nella scuola Vivarini e 7 bambini (di cui due con disabilità) nella scuola Galuppi;
l'Ufficio scolastico regionale (USR) per il Veneto ha comunicato l'intenzione di respingere la richiesta del dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo "Ugo Foscolo" Murano-Burano di formare 3 classi secondarie di primo grado, necessarie per il mantenimento degli alunni nelle scuole di Murano e Burano;
la formazione di una sola classe a Murano e di una a Burano significherebbe obbligare tanti alunni a un tragitto tra un'isola e l'altra di quasi un'ora; peraltro la costituzione di due classi a Murano e la soppressione dell'unica classe a Burano, si legge sempre dalla stampa, potrebbe essere preludio per la chiusura della scuola dell'isola, dando luogo a una perdita di percorso scolastico difficile da recuperare ("veneziatoday", 27 aprile 2022);
situazioni di difficoltà analoghe sono affrontate da altre scuole come la secondaria di primo grado "Loredan" di Pellestrina e la classe prima della sezione Montessori della Giudecca;
per questo, a parere degli interroganti, si conferma urgente il riconoscimento di uno stato di specialità a Venezia anche rispetto al suo contesto scolastico per venire incontro alle esigenze delle famiglie e contrastare la perdita di residenzialità a Venezia e nelle sue isole;
rilevato che:
anche nel comune di Cittadella non si formerà la prima elementare nella scuola primaria della frazione di Santa Maria di Cittadella. Nonostante sembrino esserci le condizioni, il consiglio di istituto ha deciso di non avviare per l'a.s. 2022/2023 una prima classe, causando notevoli disagi a famiglie, genitori e studenti, essendo l'unico istituto presente a sud di Cittadella;
vengono, in aggiunta, denunciate da genitori e associazioni cittadine preoccupanti situazioni di sovraffollamento delle classi del primo anno presso la scuola primaria "Lambruschini" (dell'Istituto comprensivo "G. Galilei") nel comune di Padova, scuola che si caratterizza per l'unicità del suo metodo d'insegnamento laboratoriale e che verrebbe fortemente penalizzata;
considerato che, a parere degli interroganti:
l'avvio dell'a.s. 2022/2023 è imminente e quanto rappresentato descrive solo alcuni dei tanti casi in un complesso e variegato territorio come quello veneto, pertanto appare necessario avviare un'indagine che coinvolga non solo la realtà veneta, ma anche l'intero territorio nazionale, onde evitare per il prossimo anno scolastico (dopo i difficili due ultimi anni che ha vissuto la scuola italiana a seguito dell'emergenza pandemica) ulteriori difficoltà alle famiglie e agli studenti;
occorrono azioni concrete che incidano in maniera evidente sull'attuale disciplina normativa, concedendo flessibilità nella determinazione delle classi con riguardo alla motivata e documentata particolarità del territorio di riferimento, e altresì a sostegno della residenzialità in molte zone del territorio spesso in difficoltà,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere per verificare le decisioni prese dall'USR per il Veneto;
se, alla luce di quanto descritto, ritenga di avviare un'indagine che coinvolga l'intero territorio nazionale, visto l'imminente avvio dell'a.s. 2022/2023.
(4-06976)
ORTIS, ABATE, BOTTO, GIANNUZZI, LANNUTTI, ANGRISANI, LEZZI, MORRA, NUGNES, MORONESE, VANIN, GRANATO - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
mercoledì 6 aprile 2022, presso la Prefettura di Campobasso, presenti il prefetto e l'assessore ai trasporti della Regione Molise, si è tenuto un tavolo di confronto tra i lavoratori dell'impresa di trasporto pubblico regionale (ATM - Azienda trasporti molisana), e l'amministratore delegato della società. Tale incontro faceva seguito a quello, precedente, del 10 giugno 2021, durante il quale la dirigenza aveva sottoscritto un'intesa con le organizzazioni sindacali per ovviare alle numerose criticità lamentate in questi anni dai lavoratori;
l'accordo citato era composto da undici impegni: a dieci mesi dalla sua sottoscrizione, però, non si è potuto purtroppo far altro che constatare che tutti questi erano stati disattesi dai vertici dell'azienda. L'intesa, quindi, è stata rescissa;
nonostante la basilarità delle istanze sindacali, infatti, la dirigenza non si è dimostrata comunque in grado di soddisfare tale richieste; e ciò, nonostante le risorse assegnate mensilmente dalla Regione. Si chiedeva infatti semplicemente di assicurare, tra le altre cose, la regolarità nel pagamento delle retribuzioni nei confronti di tutti i lavoratori dell'impresa; tempestivi versamenti all'istituto di previdenza complementare delle somme trattenute in busta paga (ammonterebbe a ben 500.000 euro la somma non versata dalla società); e la consegna di nuove divise ai dipendenti, che indossano gli stessi indumenti dell'ultima fornitura del 2010 ("Trasporto pubblico regionale- Sindacato: "170 dipendenti vessati e ricattati. Chi continua a proteggere ATM e imprenditore Larivera?", in "altomolise", 8 aprile 2022),
si chiede di sapere quali iniziative, anche di carattere normativo, i Ministri in indirizzo abbiano intenzione di intraprendere al fine di attivare efficienti sistemi di audit volti a monitorare le erogazioni effettuate dalle Regioni verso privati, potenziando i sistemi preesistenti o istituendone di nuovi; ciò, al fine di garantire l'efficienza produttiva delle gestioni dei servizi pubblici locali, soprattutto per quel che concerne il trasporto pubblico, vitale per le aree interne del nostro Paese.
(4-06977)
LICHERI, FENU, LOMUTI - Ai Ministri per il Sud e la coesione territoriale, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell'economia e delle finanze. - Premesso che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 dicembre 2021 è istituita, ai sensi dell'art. 4, comma 5, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, una Zona economica speciale (ZES) nella regione Sardegna, nei termini di cui al Piano di sviluppo strategico presentato dalla Regione Sardegna e allegato al citato decreto;
considerato che:
risultano già istituite sette zone economiche speciali dislocate in Calabria, Campania, Abruzzo, Puglia-Basilicata (Ionica), Molise-Puglia (Adriatica), Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale;
il 2 dicembre 2021, in sede di Conferenza unificata, lo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro per il sud e la coesione territoriale, ha ricevuto l'intesa per la ripartizione di 630 milioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per interventi volti a favorire la competitività e lo sviluppo economico delle ZES;
la ZES Sardegna, definita nei documenti come di imminente istituzione, ha visto l'assegnazione di soli 10 milioni di euro, a fronte dei 62,9 assegnati alla ZES Abruzzo, dei 136 della ZES Campania, degli 83 della ZES Molise-Puglia, dei 108 della ZES Basilicata-Puglia, dei 117 della ZES Calabria, dei 61,4 della ZES Sicilia Orientale e dei 56,8 di quella Occidentale;
atteso inoltre che oltre all'esigua posta finanziaria riservata alla ZES Sardegna, ad oggi non risulta essere stato adottato alcun procedimento attuativo,
si chiede di sapere se risultino ragioni ostative alla concreta realizzazione della Zona economica speciale nella Regione Sardegna e, nel caso, quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano assumere affinché siano garantite le procedure necessarie per l'organizzazione e la gestione della ZES Sardegna.
(4-06978)
FARAONE - Ai Ministri dell'istruzione e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, istituito in attuazione dell'art. 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144, e riorganizzato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2008 con la forma giuridica delle fondazioni di partecipazione (Fondazioni Istituti Tecnici Superiori - ITS), ha tra i suoi obiettivi quello di assicurare, con continuità, l'offerta di tecnici superiori a livello post-secondario con profili che rispondano alla domanda proveniente dal mondo del lavoro in aree strategiche per lo sviluppo economico del Paese;
dai dati del monitoraggio nazionale del 2021 di INDIRE (Istituto nazionale Documentazione Innovazione Ricerca educativa) sugli ITS, risulta che l'80 per cento dei diplomati presso tali istituti trova lavoro entro un anno dall'acquisizione del titolo conclusivo del percorso di studi e, nel 92 per cento dei casi, trova occupazione in un'area coerente col proprio percorso di studi;
rilevato che:
le fondazioni ITS possono rappresentare un modello formativo trainante per diffondere nuove ed elevate competenze tecniche, per promuovere i processi di innovazione tecnologica e per favorire politiche attive del lavoro finalizzate ad un'occupazione qualificata dei giovani, sia direttamente che tramite la costituzione di nuove imprese;
rafforzare il sistema ITS significa aumentare il numero dei giovani occupati e contrastare con efficacia il fenomeno dei "NEET";
il sistema Paese dovrebbe, infatti, sviluppare il settore dell'alta formazione tecnica non universitaria costituita dalle fondazioni ITS sia per i risultati occupazionali già raggiunti, sia per allinearsi agli altri Paesi europei (come Germania, Francia, Svizzera) e extraeuropei (Canada, USA);
considerato che:
il PNRR ha previsto all'interno della missione M4, componente C1, che riguarda il potenziamento dell'offerta e dei servizi di istruzione, l'obiettivo di incrementare il numero di iscritti e di diplomati negli ITS attraverso un investimento di 1,5 miliardi di euro;
il sistema ITS, per affermarsi, necessita di sedi ed infrastrutture stabili che favoriscano l'acquisizione di una specifica identità e visibilità come condizioni necessarie per l'incremento di attrattività, sia in termini di iscrizioni che della possibilità di essere destinatario di risorse aggiuntive private, in sintonia, ad esempio, a quanto previsto dalle Financing Decisions della Commissione europea per la programmazione 2021-2027, nello "European Fund for Strategic Investments" (EFSI Equity Instruments), correlativamente a progetti di Social Impact Investment;
l'acquisto di sedi, nonché lo loro riqualificazione e rifunzionalizzazione non viola la normativa degli aiuti di Stato ed è già consentito in un altro avviso emanato nell'ambito dell'attuazione di un'altra misura di attuazione del PNRR ("Avviso pubblico per la manifestazione di interesse per la candidatura di idee progettuali da ammettere ad una procedura negoziale finalizzata al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell'innovazione nel Mezzogiorno", di cui al decreto 4 ottobre 2021, n. 204, pubblicato dall'Agenzia per la coesione territoriale);
per favorire il processo di rafforzamento del sistema ITS, occorrerebbe destinare una quota di risorse del PNRR a titolarità Ministero dell'istruzione per la Missione M4C1, pari almeno al 30 per cento della capacità finanziaria indicata, all'acquisto di sedi e alla loro riqualificazione e adeguamento funzionale, anche al fine di consentire un efficace allestimento dei laboratori innovativi industria 4.0, già previsti nel PNRR,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire per esplicitare che nell'ambito della definizione degli imminenti bandi relativi alla missione M4C1, venga riservata una quota pari ad almeno il 30 per cento dei fondi previsti, da dedicare a progetti finalizzati all'acquisto di sedi, nonché alla loro riqualificazione e rifunzionalizzazione, quale investimento per lo sviluppo del sistema terziario non universitario.
(4-06979)
AIMI, GASPARRI, CANGINI, PAGANO, GALLIANI, FERRO, VITALI, RIZZOTTI, GALLONE, SICLARI, BARBONI, PEROSINO, BINETTI, PAPATHEU, CESARO, VONO, DE BONIS, DE SIANO, CALIGIURI, PAROLI, BERARDI, CALIENDO - Ai Ministri dell'interno e della cultura. - Premesso che:
da autorevoli fonti si apprende che domenica 1° maggio, giorno della Festa dei Lavoratori, sul palco del circolo ARCI "Tunnel" a Reggio Emilia, si è esibita una band di estrema sinistra con canzoni che definire "provocatorie" è solo un pallido eufemismo;
sul palco è stata esposta la bandiera delle Brigate rosse e sono state eseguite canzoni con messaggi molto violenti e pericolosi: una di queste inneggiava al delitto di Aldo Moro e rievocava gli anni di piombo, una delle pagine più nere e terribili della nostra storia;
il presidente dell'ARCI locale ha minimizzato la questione, bollando l'iniziativa come dissacrante e provocatoria. In realtà, a parere degli interroganti, la sola esposizione della bandiera delle Brigate rosse avrebbe dovuto mettere in allarme gli organizzatori, portandoli ad interrompere tempestivamente lo spettacolo;
peraltro il presidente provinciale dell'ARCI si è dissociato dall'iniziativa, affermando sulla stampa che si stanno valutando provvedimenti (come, per esempio, lo scioglimento del direttivo del circolo ARCI "Tunnel");
tali fatti hanno suscitato sgomento e indignazione a qualunque livello;
da normativa vigente un circolo ARCI è un'associazione senza fini di lucro fra persone che vogliono promuovere insieme un'attività culturale, ricreativa, di solidarietà;
tra gli intenti dell'ARCI, come recita lo statuto nazionale, vi è l'affermazione della cultura della legalità e la lotta alle mafie, a tutte le criminalità organizzate, alla corruzione e agli abusi di potere, anche attraverso l'uso sociale dei beni confiscati. Tra le attività che l'ARCI può perseguire, sempre da statuto nazionale, vi sono quelle legate all'organizzazione e alla gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale. Pertanto è da ritenersi che anche gli spettacoli promossi e organizzati dall'ARCI debbano essere valutati dal direttivo nei contenuti e nella forma, affinché possano rispondere pienamente ai principi dello statuto nazionale,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto accaduto e se intendano acquisire elementi conoscitivi in relazione a quanto esposto in premessa;
se intendano adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, affinché tali episodi non abbiano a ripetersi, intervenendo con norme maggiormente stringenti e chiare riguardanti il Terzo settore, e nello specifico per quanto attiene ai contenuti promossi e diffusi per il tramite di associazioni;
se si intenda altresì intervenire, dal punto di vista normativo, per inasprire le sanzioni nei confronti di coloro che inneggiano al terrorismo, in ogni sua forma e manifestazione, oltraggiando e offendendo la memoria di chi ha perso la vita per mano di organizzazioni terroristiche.
(4-06980)
SALVINI Matteo - Al Ministro della salute. - Premesso che:
nella mattina del 5 maggio 2022, 25 medici del Pronto soccorso dell'ospedale "Cardarelli" di Napoli hanno presentato, e protocollato, una lettera di preavviso di dimissioni, un gesto di protesta al fine di denunciare la grave situazione in cui versa il reparto di urgenza dell'ospedale più grande del sud Italia;
nella lettera i medici hanno messo in luce la grave situazione di sovraffollamento, con i pazienti che sono costretti ad aspettare diverse ore prima di poter essere visitati, sistemati su barelle senza il giusto distanziamento e senza il rispetto della privacy, nonché turni intensivi, per sopperire alla carenza del personale, anche di 18 ore continuative;
diverse testate giornalistiche hanno pubblicato le evidenze di quanto sostenuto nelle innumerevoli segnalazioni dei cittadini, dove sono oggettivizzate situazioni estremizzate per carenze assistenziali e gestionali;
tali condizioni sono inaccettabili e non garantiscono la sicurezza, né del personale, né delle persone che si rivolgono alla struttura e, soprattutto, manifestano l'impossibilità per i medici di poter assistere adeguatamente i pazienti;
negli ultimi mesi, i dirigenti della struttura ospedaliera sono stati costretti più volte, sotto la pressione incalzante delle richieste di accesso, a chiudere per qualche ora il reparto;
in una nota la direzione del Cardarelli, in merito alle criticità rilevate, comunica di aver «attivato ogni possibile provvedimento atto a decongestionare il DEA e ripristinare in tempi brevi la normale attività»;
il direttore generale, intervistato sul punto, parla di una situazione di sofferenza oggettiva, di cui l'ospedale soffre dall'inizio dell'emergenza epidemica, e prosegue tuttora, anche perché concausa la grave carenza di personale medico, soprattutto dell'emergenza-urgenza, la riconversione di molti reparti COVID, sommata alla mancata presa in carico sul territorio che alimenta inappropriatamente flussi diretti verso i pronto soccorso della rete ospedaliera;
da tempo i parlamentari del Gruppo Lega Salvini Premier hanno avuto modo di evidenziare come la gestione della pandemia abbia mostrato le carenze del sistema di emergenza-urgenza del Paese, proponendo soluzioni contemplate da ultimo nel disegno di legge AS 2153, oltre in numerosi atti ed interventi di iniziativa e impulso (tra cui, la risoluzione sull'Affare 456, sui profili sanitari della cosiddetta fase due: strategie ante e post COVID-19 e gli interventi in 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato sull'affare assegnato 569, sul potenziamento e riqualificazione della medicina territoriale nell'epoca post COVID), stante la necessità di un riordino complessivo, coniugando prevenzione e medicina predittiva nell'aggiornamento del sistema di emergenza-urgenza da integrare con la medicina di cure primarie, al fine di assicurare risposte omogenee sul territorio in termini di efficacia, efficienza, tempestività, equità e qualità del servizio offerto;
è urgente un cambio di passo in termini di integrazione e rafforzamento organizzativo funzionale, sia delle attività di emergenza-urgenza extra ospedaliera che ospedaliera per la presa in carico dei bisogni sia nell'ordinarietà che nelle emergenze come quella da COVID-19, nonché superare gli accessi inappropriati ai pronto soccorso, rafforzando la rete territoriale di presa in carico, mettendo in campo soluzioni appropriate che non possono prescindere da correttivi normativi e meccanismi stringenti di monitoraggio, valutazione e controllo, come ripetutamente indicato e suggerito;
ad aggravare tale situazione vi è anche il disagio lavorativo dei professionisti dell'emergenza urgenza, e i problemi connessi al loro trattamento economico,
si chiede di sapere alla luce delle osservazioni esposte in premessa, quali interventi il Ministro in indirizzo intenda adottare in tempi rapidi, anche attraverso l'utilizzo della normativa d'urgenza, per evitare il reiterarsi di gravi episodi come quello descritto in premessa, assolutamente non degni di un Paese civile, individuando idonee soluzioni sulla base delle indicazioni prospettate dal dibattito parlamentare sul tema dell'emergenza-urgenza.
(4-06981)
BAGNAI, PITTONI - Ai Ministri dell'istruzione e della salute. - Premesso che:
lo stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 e da ultimo prorogato con l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 221 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 11 del 2022, fino al 31 marzo 2022, non è stato ulteriormente rinnovato, con conseguente cessazione dello stesso alla data del 31 marzo 2022 e introduzione nell'ordinamento di nuove disposizioni ai fini del superamento delle misure di contrasto alla diffusione della pandemia;
in ottemperanza alle disposizioni previste dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, recante "Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza", per il personale docente ed educativo della scuola, "la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni" (ai sensi del comma 2 dell'articolo 4-ter.2 del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 2021, n. 76, come modificato dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24) fino al 15 giugno 2022; la predetta norma ha abrogato tacitamente la precedente disposizione che prevedeva la sospensione dall'attività lavorativa del docente inadempiente e della relativa retribuzione;
in particolare, dal 1°aprile 2022 e fino al termine delle lezioni dell'anno scolastico 2021/2022, il personale docente inadempiente sarà destinato ad attività di supporto all'istituzione scolastica, la cui discrezionalità operativa è in capo ai singoli dirigenti scolastici;
nel frattempo le linee operative del Ministero della salute hanno sostanzialmente equiparato gli effetti dell'evento "vaccinazione" agli effetti dell'evento "guarigione da COVID-19", come è dimostrato dal fatto che entrambi gli eventi sono condizione sufficiente per ottenere il cosiddetto green pass rafforzato, come risulta ad esempio dal sito del Governo;
ciononostante, risulta agli interroganti che alcuni dirigenti scolastici, col sostegno degli uffici scolastici regionali, stiano propugnando un'interpretazione restrittiva del citato disposto del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, in virtù della quale al personale docente in possesso di una certificazione verde da guarigione (e quindi di un green pass rafforzato), ma privo di vaccinazione, viene preclusa l'attività di docenza frontale;
a parere degli interroganti, vista anche l'assenza di un'espressa previsione normativa, l'esclusione dall'insegnamento che riguarda specificamente i lavoratori non vaccinati, ma guariti dal COVID-19, e quindi dotati di green pass rafforzato, è illegittima nella sua applicazione, poiché il soggetto non è giuridicamente inadempiente all'obbligo vaccinale;
inoltre, l'infezione da virus SARS-CoV-2 determina un differimento dell'applicazione del suddetto obbligo, secondo i termini temporali indicati dalla circolare del Ministero della salute del 3 marzo 2021, prot. n. 8284, e dalla circolare del Ministero della salute del 21 luglio 2021, prot. n. 32884, parzialmente modificativa della prima circolare; sulla base di queste circolari, ai fini della determinazione della decorrenza dell'obbligo in oggetto, si fa in genere riferimento, in via interpretativa, al termine di sei mesi dalla guarigione;
pertanto, il presente quadro normativo genera una disparità di trattamento fra soggetti vaccinati e soggetti guariti dall'infezione, equiparati solo per l'ottenimento di una certificazione amministrativa, ma impossibilitati a svolgere la medesima mansione lavorativa, sulla base di tempistiche dettate dal Ministero della salute nelle circolari richiamate;
è chiaro, pertanto, che l'attuale assetto normativo non solo non ha prodotto gli effetti sperati, ma ha dato luogo a diverse storture del sistema post-emergenziale: ne è un esempio la circolare n. 461 del Ministero dell'istruzione del 1° aprile 2022, nella parte in cui si rappresenta "In ogni caso, per tutti l'accesso alle strutture scolastiche è subordinato, fino al 30 aprile 2022, al possesso del green pass base ed è consentito, fino al 15 giugno 2022, lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni soltanto al personale docente ed educativo non inadempiente con l'obbligo vaccinale, che risulti quindi in possesso di green pass rafforzato, nonché ai soggetti esentati dalla vaccinazione",
si chiede di sapere, valutati gli effetti applicativi delle disposizioni in materia, se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno e urgente intraprendere delle iniziative, anche di carattere normativo, al fine di rimuovere ogni forma di disparità di trattamento tra docenti, al fine di garantire lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni sia per i docenti vaccinati sia per coloro che risultano guariti dall'infezione da COVID-19.
(4-06982)
DE VECCHIS - Al Ministro della salute. - Premesso che:
l'ordine dei medici di Roma (proc. 414/21-10/M pos.n.34127/M) ha avviato un'azione disciplinare nei confronti del dottor G. B. per presunta violazione del codice deontologico. L'accusa è di aver applicato il principio di precauzione nella prescrizione di esami pre-vaccinali per la corretta valutazione ed attestazione della classe "Goldman" di rischio di reazione avversa da vaccinazione anti SARS-COV-2 e del relativo rapporto rischio/beneficio. L'applicazione del principio di precauzione è stata ribadita anche dall'ordinanza del TAR Sicilia del 23 marzo 2022, che ha posto il quesito di legittimità costituzionale per l'attuale inadeguatezza del triage pre-vaccinale e della corretta valutazione di un vantaggio certo della vaccinazione per la salute individuale e collettiva superiore al danno per i singoli;
l'esercizio del diritto di prudenza professionale nei confronti dei vaccini anti SARS-COV-2, come di ogni trattamento sanitario, non deve essere considerato come illecito disciplinare, ma essere in linea con le plurime prese di posizione degli organismi legislativi europei. Esso infatti è applicazione del primo paragrafo del giuramento e dell'articolo 4 del codice di deontologia medica, che prevede l'indipendenza del medico nelle sue decisioni in funzione della tutela della salute e della vita del paziente e dell'articolo 48 dello stesso codice in termini di prevenzione (affermato anche dal primo comma dell'articolo 15), che prevede la corretta informazione al paziente dei rischi cui potrebbe andare incontro nel ricevere un farmaco ancora in fase sperimentale;
considerato che:
l'esercizio della professione medica non può prescindere dal principio di precauzione, che deve sempre ispirare la buona pratica clinica;
ad avviso degli interroganti si tratta di una interpretazione politica del codice deontologico, invece correttamente applicato dal dottor B., che ha portato ad accusare quest'ultimo per il solo fatto di non essere stato condizionato nelle sue scelte cliniche. Questo rappresenta un fatto di estrema gravità, che scredita la figura del medico e la sua etica professionale, e che deve essere debitamente stigmatizzato,
si chiede di sapere se al Ministro in indirizzo risulti per quale motivo l'ordine dei medici di Roma, invece di tutelare l'indipendenza e la non condizionabilità del medico, abbia aperto un procedimento disciplinare nei confronti del dottor G. B., solo per aver applicato correttamente il principio di precauzione, che deve rappresentare la base della buona pratica clinica.
(4-06983)
SALVINI Matteo - Al Ministro per le disabilità. - Premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, presso il cimitero di Santa Maria dei Rotoli, ubicato a Palermo nel quartiere Vergine Maria, l'accesso alle persone con disabilità è limitato nelle giornate domenicali;
domenica 8 maggio 2022, in occasione della tradizionale "festa della mamma", un uomo si sarebbe recato presso il cimitero dei Rotoli per visitare la tomba della madre recentemente scomparsa, utilizzando come di consueto un'automobile, in quanto portatore di handicap con regolare contrassegno autorizzativo rilasciato dal Comune, ma il personale sul posto ne avrebbe impedito l'ingresso, perché la domenica il contrassegno H non sarebbe valido;
secondo il regolamento del cimitero, richiamato dai medesimi organi di stampa, l'accesso con mezzi privati sarebbe consentito solo dal lunedì al sabato dalle ore 7:30 alle ore 14, nonché il mercoledì fino alle 15:30, ai cittadini affetti da grave deficienza fisica e che abbiano esposto sul parabrezza il contrassegno H in corso di validità, ai cittadini che abbiano compiuto gli 80 anni di età e ai visitatori affetti da temporanea incapacità motoria, previa esposizione sul parabrezza di certificazione attestante l'impedimento alla normale deambulazione;
le disposizioni richiamate impedirebbero, di fatto, ad una persona con disabilità di accedere al cimitero comunale e far visita ai propri cari durante le domeniche, visto che per le persone con difficoltà di deambulazione l'uso di un veicolo è l'unico strumento per muoversi,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia informato dei fatti richiamati in premessa;
quali iniziative di propria competenza intenda assumere al fine di fare piena luce sull'accaduto e rendere effettivo il diritto di tutte le persone con disabilità di accedere a spazi e servizi o semplicemente l'esercizio del diritto costituzionale all'accessibilità.
(4-06984)
SALVINI Matteo - Ai Ministri della giustizia e dell'interno. - Premesso che:
il 4 ottobre 2019 Alejandro Meran, un uomo della Repubblica dominicana, accompagnato per accertamenti in Questura a Trieste, uccise due poliziotti;
a seguito del processo, Alejandro Meran è stato assolto per "vizio totale di mente", poiché secondo il verdetto della Corte d'Assise di Trieste in quel momento, come adesso, non era in grado di intendere e volere, anche se dovrà trascorrere almeno 30 anni in una residenza sanitaria assistita;
la Corte d'Assise di Trieste ha accolto la richiesta dei difensori di Meran, ma anche dei PM che avevano chiesto, "non a cuor leggero", l'assoluzione per aver commesso il fatto in stato di non imputabilità;
la pubblica accusa aveva, infatti, accolto l'esito della seconda perizia psichiatrica che ha rovesciato le sorti del processo salvando Meran da un ergastolo sicuro per il duplice omicidio dei due poliziotti e per il ferimento di altri otto loro colleghi. Secondo la nuova perizia, già al momento del suo fermo Meran soffriva di una forma grave di schizofrenia e di un delirio persecutorio. Quanto basta a sancire la non punibilità del suo operato. Un verdetto accolto con sgomento dai familiari delle vittime, come dagli organi di appartenenza degli agenti, visto che i colpi sono stati esplosi per uccidere;
al danno è seguita la beffa: la famiglia dell'agente Demenego ha denunciato di essere stata costretta a pagare tutte le spese processuali per un valore di 35.000 euro, senza rimborsi da parte dello Stato,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno sollevare le famiglie degli agenti uccisi dal pagamento delle spese processuali, attivandosi affinché lo Stato se ne faccia carico.
(4-06985)
CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che risulta agli interroganti che, nel pomeriggio del 4 maggio 2022, il "San Francesco riceve le stimmate" (1610) del pittore bolognese Guido Reni, esposto alla "Galleria Borghese" in occasione della mostra "Guido Reni a Roma. Il sacro e la natura", ma di proprietà comunale (collezione Museo di Roma a Palazzo Braschi), sia stato danneggiato involontariamente da una visitatrice;
considerato che:
il museo ha dato rassicurazioni pressoché immediate circa la modesta portata dell'accaduto, parlando di una "lieve lacerazione superficiale", altrimenti definita "fessura", e descritta più puntualmente dalla direttrice come "4 centimetri di lesione", tali da farle qualificare il danno come "molto lieve". L'accidentalità del caso è indiscussa, ma le circostanze non appaiono del tutto chiare;
alcuni resoconti giornalistici sposano infatti la tesi che la turista abbia procurato il danno perché "probabilmente colpita da un malore", come recita la nota stampa diffusa dal Museo la sera del 4 maggio. Altri lasciano spazio al dubbio e alla ben diversa valutazione del caso che quello porta con sé: diverso è se la signora ha avuto un mancamento e, nel tentativo di non cadere, si è retta alle transenne che tengono il pubblico a distanza dalle opere d'arte, urtando però il "San Francesco", o se, invece, la suddetta è inciampata nell'allestimento a causa di elementi sporgenti lungo il percorso di visita, come altre fonti prospettano, sia pure cautamente, parlando di "distrazione?in un passaggio angusto" (si veda "Roma, alla Galleria Borghese turista cade e danneggia tela di Guido Reni in mostra" su "finestresullarte");
testimonianze di altri utenti della mostra romana fanno scrivere a Maria Pia Mazza di "divisori posti ad altezza polpaccio tra le opere e i visitatori", che avrebbero già mietuto altre "vittime", sia pure con conseguenze meno rovinose, e fin da subito, cominciando da un giornalista caduto il giorno stesso dell'inaugurazione (1° marzo 2022) (si veda "Roma, turista cade e danneggia una tela del 1610 di Guido Reni in mostra alla Galleria Borghese" su "open.online");
valutato che l'allestimento incriminato, che "consiste in una architettura effimera che obbliga i visitatori a camminare sui quattro lati della sala per evitare di calpestare i mosaici pavimentali. Alcune sedute di acciaio proteggono invece i mosaici sulle fasce ai lati della sala" risulterebbe essere stato curato direttamente dalla Direzione della "Galleria Borghese", in capo alla storica dell'arte contemporanea Francesca Cappelletti,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario farsi promotore di un'accurata verifica tecnica del rispetto, nell'allestimento della mostra "Guido Reni a Roma. Il sacro e la natura", in corso alla "Galleria Borghese" dal 1° marzo al 22 maggio 2022, dei criteri atti a ridurre al minimo i rischi per l'incolumità dei visitatori;
quali misure permanenti siano state prese dopo l'incidente della settimana scorsa (posto che la mostra sarà aperta fino al 22 maggio), per scongiurare rischi analoghi;
se possa riferire per quale ragione l'area dell'incidente del 4 maggio sia stata transennata e la sorveglianza in sala rafforzata solo dopo la caduta della turista, nonostante che un caso analogo fosse già occorso ad un giornalista il 1° marzo e altri, fortunatamente di minore entità, si fossero verificati in seguito, dimostrando ripetutamente la pericolosità di una scelta progettuale rivelatasi infelice;
se sia al corrente del fatto che l'allestimento della mostra sarebbe stato curato dalla Cappelletti e sia in grado di dire, essendo la dirigente una storica dell'arte, quali professionalità interne con competenze specialistiche in materia di allestimenti museali abbiano proposto o avallato l'incauta scelta compiuta.
(4-06986)
GUIDOLIN, DI GIROLAMO, PELLEGRINI Marco, D'ANGELO, PAVANELLI, TRENTACOSTE, ENDRIZZI, CROATTI, PRESUTTO, PUGLIA, PIARULLI, FERRARA, MAIORINO, BOTTICI, FEDE - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, dell'interno e per le disabilità. - Premesso che:
come riportato da recenti notizie di stampa, un gravissimo e inaccettabile episodio di inciviltà e degrado morale si è verificato nel tardo pomeriggio del 18 aprile 2022, a danno di ventisette ragazzi disabili, i quali, dopo essere saliti sul treno regionale 3075 alla stazione ferroviaria di Genova (piazza Principe) con direzione Milano, in forza di regolare prenotazione, trovavano i loro posti occupati, illegittimamente, da altri passeggeri, che si rifiutavano categoricamente di lasciarli liberi. Di conseguenza, il gruppo dei giovani disabili degli accompagnatori veniva, di fatto, costretto ad abbandonare il treno;
l'episodio è ancora più grave in quanto, si apprende ancora che il gruppo di ragazzi ha cercato di far valere i propri diritti, sottolineando che l'intera carrozza fosse a loro riservata ma, nonostante la presenza della Polizia ferroviaria e del personale Trenitalia, capotreno compreso, i turisti si rifiutavano di alzarsi per lasciare il posto ai legittimi prenotatari. Trenitalia, per cercare di ovviare in qualche modo all'incresciosa situazione, allestiva un pullman sostitutivo per i ragazzi disabili e i loro accompagnatori con destinazione Milano;
considerato che Giulia Boniardi, responsabile l'associazione "Haccade" con cui viaggiavano i ragazzi disabili, ha riferito alla stampa: "Sull'autobus le condizioni erano disagevoli: privilegiamo il treno normalmente perché ha una maggiore possibilità motoria, oltre ai servizi igienici. A Milano Centrale, quasi tre ore dopo l'orario previsto, l'autobus si è fermato in piazza Duca d'Aosta in una fermata dei bus Atm senza garantire alcuna sicurezza per i nostri passeggeri. Sono stati fatti scendere sul marciapiede, ma le valigie erano in mezzo alla strada. Abbiamo richiesto assistenza a Trenitalia, ma non ci è stata data: l'azienda non sapeva né dove fossimo né tantomeno che ci fossimo. Siamo stati abbandonati". L'associazione assicura che ci sarebbe stata "tutta la disponibilità a cambiare prenotazione e salire su un altro treno: bastava una telefonata per avvisare del disguido"" ("milano.corriere", 20 aprile 2022);
considerato inoltre che:
quanto accaduto, oltre a testimoniare il mancato rispetto delle normali regole di convivenza e la totale mancanza di sensibilità verso le persone disabili, lascia ancora più perplessi in quanto Trenitalia e la Polizia ferroviaria avrebbero dovuto garantire, a coloro che ne avevano diritto in quanto avevano prenotato e pagato, di prendere posto sul treno;
andrebbe accertata ogni eventuale violazione di legge da parte dei viaggiatori che hanno costretto i ragazzi disabili a scendere dal treno,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo ritengano opportuno assumere urgenti iniziative di competenza volte a verificare l'accaduto e ad accertare le responsabilità di coloro che non hanno garantito il servizio, anche al fine di evitare che episodi di tale gravità abbiano a ripetersi.
(4-06987)
LOREFICE, ANASTASI, CAMPAGNA, TRENTACOSTE, PISANI Giuseppe, ROMANO, PAVANELLI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la pandemia da COVID-19, il cui stato d'emergenza durato oltre due anni si è appena concluso, ha fatto emergere, in buona parte delle regioni italiane e anche in quelle considerate più "virtuose", tutte le carenze di un sistema sanitario fondamentalmente regionale, in cui lo Stato centrale mantiene più che altro un ruolo di controllo e di definizione di standard minimi di assistenza che devono essere garantiti a tutti i cittadini;
tuttavia, negli ultimi due anni si è assistito a un tentativo di rilancio della sanità pubblica, proprio a seguito della pandemia che, oggi, dovrebbe già mostrare molti dei risultati attesi;
considerato che:
in data 20 gennaio 2022, lo scoppio di un focolaio di COVID-19, che coinvolgeva tre dei cinque addetti del reparto di terapia intensiva dell'ospedale "Vittorio Emanuele" di Gela (Azienda sanitaria provinciale Caltanissetta), portava alla decisione di chiudere il reparto e di trasferire i sette pazienti ivi ricoverati, in gravi ma stabili condizioni, all'ospedale "S. Elia" di Caltanissetta, nonostante i rischi che evidentemente portava questa decisione;
secondo quanto risulta agli interroganti i parametri vitali dei pazienti trasferiti crollavano a seguito del trasporto e i medici del S. Elia di Caltanissetta, infatti, riferivano, seppur informalmente, che nelle ore immediatamente successive al trasferimento si sono potuti occupare, esclusivamente, di stabilizzare con urgenza i pazienti dopo le operazioni di trasferimento e dalle dirette conseguenze dello stesso;
a seguito del trasferimento a oltre 70 chilometri di distanza, tutti i sette pazienti perdevano la vita nel giro di pochi giorni;
considerato altresì che, a parere degli interroganti:
la decisione di trasferire pazienti in terapia intensiva espone a enormi rischi che solo in condizioni di assoluta eccezionalità possono essere assunti da parte della dirigenza di un ospedale e dall'Azienda sanitaria di riferimento;
dopo due anni di pandemia le aziende sanitarie dovrebbero essere in grado di gestire eventuali focolai tra il personale sanitario in condizioni di sicurezza e senza esporre i pazienti a rischi ingiustificati e ingiustificabili;
sarebbe stato più opportuno evitare la chiusura della terapia intensiva, trasferendovi, per il tempo necessario, personale medico occupato presso altri reparti di terapia intensiva COVID dell'Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta;
considerato infine che nessuno dei suddetti pazienti ricoverati era al momento del trasferimento intubato, erano in condizioni fragili, ma stazionarie e per alcuni si registrava un miglioramento generale della propria condizione, situazione che faceva sperare in un decorso positivo della malattia,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se non ritenga opportuno avviare un'indagine, previo invio di ispettori, rispetto alle decisioni assunte in occasione dello scoppio del focolaio di COVID-19 presso il reparto di terapia intensiva dell'ospedale "Vittorio Emanuele" di Gela, dando così le doverose risposte alle famiglie dei pazienti deceduti.
(4-06988)
IANNONE - Al Ministro della cultura. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
la Villa marittima romana di Minori (Salerno) è in condizioni di incuria e degrado. I resti del sito risalente al I secolo d.C. si presentano con un'assenza di manutenzione: erba alta, acqua paludosa nelle vasche e i mosaici danneggiati;
per il 1° maggio 2022 era stata annunciata una giornata di apertura straordinaria e gratuita del sito, anche se in realtà la Villa è aperta tutti giorni con ingresso gratuito seppure in condizioni non buone, nonostante il 28 maggio 2019 fosse stato annunciato lo stanziamento, da parte del Ministero della cultura, di un finanziamento pari a 4,9 milioni di euro per il restauro del monumento e dell'annesso "Antiquarium";
il 23 aprile 2020 il Comune di Minori aveva ricevuto nota dell'allora Ministero per i beni e le attività culturali, con cui si comunicava la predisposizione del disciplinare d'obbligo relativo al progetto per il restauro dell'antico complesso monumentale;
il Comune di Minori sostiene che, pur non essendo proprietario, da tredici anni provvede al diserbo e alla pulitura delle vasche;
nulla si conosce sullo stato del progetto finanziato per 4,9 milioni di euro che al tempo dello stanziamento scatenò l'immancabile corsa all'accaparramento del merito, mentre a distanza di anni si riscontra che è rimasto solo un annuncio,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa riguardanti lo stato di Villa romana di Minori;
quali atti siano stati compiuti per finalizzare lo stanziamento di 4,9 milioni di euro e a chi siano da imputare i palesi ritardi;
se il Ministro ritenga che sia un autentico crimine culturale disporre di un simile patrimonio tenuto in uno stato di abbandono con grave nocumento per Minori e la Costa d'Amalfi tutta;
come sia possibile che a pochissima distanza tra di loro, nel Comune di Ravello, Villa Rufolo segni straordinari record di presenze turistiche, mentre la Villa romana di Minori versi in tale stato, venendo di fatto sottratta all'offerta culturale del territorio per un flusso turistico di qualità internazionale.
(4-06989)
IANNONE - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
i cittadini, i professionisti, le Istituzioni, gli operatori economici, accedono ai servizi dell'Agenzia delle entrate per il tramite del portale "Sister", gestito con il supporto tecnico della SOGEI, che l'ha realizzato e ne cura il funzionamento;
è questo l'unico portale di accesso tramite il quale si possono effettuare visure ipotecarie e catastali, inviare atti di aggiornamento catastale, denunce, modelli ai fini fiscali, registrare contratti e tutte le altre operazioni connesse;
ricorrentemente si riscontrano difficoltà di accesso, interruzioni più o meno momentanee dei servizi, scarto di modelli o atti, irraggiungibilità del sito; e basta eseguire una veloce navigazione su qualsiasi browser, digitando "disservizi sister" per visionare un elenco lunghissimo;
di recente, a seguito di un blocco pressoché totale che perdura ancora oggi, la stessa Agenzia delle entrate con la comunicazione inviata ai professionisti, ha addossato per la prima volta ed ufficialmente la responsabilità a SOGEI, dichiarando l'incapacità di quest'ultima di risolvere i problemi;
questi continui disservizi, che non sono più sopportabili, né tollerabili, recano ingenti danni ai singoli cittadini, ai professionisti, agli operatori economici ed anche allo Stato, perché rendono impossibile, tra l'altro, il versamento di tasse, tributi ed imposte, in primis all'imposta di registro,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi fatti determinati dal disservizio;
se SOGEI e l'Agenzia delle Entrate, per la loro funzione ed i dati che trattano, rientrino tra quei soggetti accreditati per svolgere alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri attività rientranti tra quelle definite di interesse strategico per lo Stato, la cui mancata ovvero inidonea esecuzione comporta l'irrogazione di sanzioni rilevanti;
quali iniziative il Ministro intenda realizzare visto che questa situazione determina l'interruzione di un pubblico servizio.
(4-06990)
NASTRI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la Città della Salute e della Scienza di Novara è un progetto di ampio respiro, strategico per il Piemonte, che occuperà un'area totale di 172.000 metri quadrati per un totale di 711 posti letto;
negli ultimi tempi, in materia di sanità piemontese, si sente parlare di deficit importanti, di possibili piani di rientro, di riduzione delle spese; ciò vuol dire che la pandemia non ha insegnato nulla: mancano medici, mancano infermieri e altro personale; è in atto una dinamica pericolosissima, in base alla quale molti medici stanno lasciando gli ospedali: parlare di tagli è il modo migliore per spingere all'esodo ancora più sanitari; al contrario, è invece il momento di investire sulle strutture ospedaliere e sul personale;
considerato che:
lo scorso settembre 2021, a seguito di un incontro fra Ministero della salute e Regione Piemonte, era stato assicurato che l'iter amministrativo e finanziario della Città della Salute e della Scienza di Novara sarebbe proseguito senza ritardi, grazie al rapido intervento della Regione;
si era reso necessario un nuovo aggiornamento del piano finanziario, dopo che era andata deserta la gara d'appalto indetta dall'Azienda ospedaliera universitaria, e contestualmente la proroga di un anno del finanziamento di 95 milioni; l'aggiornamento del piano finanziario ha consentito anche di coprire la comparsa di maggiori oneri derivanti dal repentino incremento dei costi delle materie prime verificatosi nell'ultimo anno; l'assessore alla Sanità aveva anche comunicato l'affidamento da parte della stazione appaltante ad un professionista dell'incarico per la revisione dei prezzi e del quadro economico per la parte pubblica;
in sostanza, si attendeva unicamente il parere sulla revisione dei prezzi e sul nuovo quadro economico da parte del Nucleo di valutazione del Ministero, per poter procedere con la nuova gara d'appalto, e garantire finalmente la conclusione dei lavori di un'opera attesa da anni e che rappresenta, assieme al Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino, uno dei più importanti interventi di edilizia sanitaria del Piemonte, fondamentale per la città di Novara e per le zone limitrofe;
considerato, inoltre, che i soliti rallentamenti e intoppi burocratici a livello centrale hanno portato alla mancata nomina dei membri del Nucleo di valutazione del Ministero della salute; questi ritardi ingiustificati rischiano di far slittare a chissà quando il via al nuovo bando di gara per la realizzazione della Città della Salute, con un'aggravante imperdonabile: ogni slittamento produce un aumento dei costi, che porta a nuove richieste di finanziamento, che porta a nuovi ritardi,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda procedere tempestivamente alla nomina dei membri del Nucleo di valutazione del Ministero, al fine di garantire rapidamente la conclusione della gara d'appalto per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara, e permettere così la fruizione di una delle opere più importanti di edilizia sanitaria per il territorio piemontese.
(4-06991)
LA PIETRA - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. - Premesso che:
sta destando preoccupazione la notizia, riportata in questi giorni da organi di stampa, che la multinazionale agroalimentare francese Lactalis, proprietaria dal 2019 della BU Castelli Specialità DOP, avrebbe deciso di chiudere entro il primo trimestre del 2023 lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese (Pistoia), specializzato nella produzione di prodotti caseari, e quello di Reggio Calabria;
l'azienda ha motivato la scelta con la necessità "di concentrare gli investimenti sulle strutture economicamente più sostenibili" e "riportare in equilibrio la gestione operativa dell'azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall'impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale";
dure le parole dei sindacati di categoria, secondo i quali non è stato mai aperto "un percorso di gestione della crisi" e parlano di una drammatica "dimensione sociale degli impatti prodotti dalla ristrutturazione della società Alival per un totale di oltre 150 lavoratori direttamente coinvolti" e, ovviamente, di tutto l'indotto;
è necessario un'azione incisiva delle istituzioni competenti per addivenire ad una rivalutazione da parte di Lactalis del piano aziendale, che preveda un investimento negli stabilimenti coinvolti, rilanciando la sua produzione e immagine, e garantisca il consolidarsi degli effetti positivi raggiunti sull'intero settore lattiero-caseario, nonostante i difficili anni di emergenza pandemica, evitando la perdita del salario per numerose famiglie, spesso monoreddito, e l'innesco di un'ulteriore bomba sociale,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se e quali iniziative di competenza intendano assumere per aprire un tavolo di crisi, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e tutelare il comparto agroalimentare italiano, individuando soluzioni alternative alla chiusura dei siti produttivi Lactalis, che rappresentano, in particolare, per Ponte Buggianese e la Valdinievole (Pistoia) e per l'intera regione Toscana un presidio economico e sociale fondamentale.
(4-06992)
LANNUTTI, ANGRISANI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il 9 dicembre 2021 la Cassa di Risparmio di Bolzano - Südtiroler Sparkasse AG ("Sparkasse") ha lanciato un'Offerta pubblica di acquisto (OPA) totalitaria sulla Banca di Cividale S.p.A. - Società Benefit ("CiviBank" di Cividale del Friuli, in provincia di Udine), di cui detiene già il 17 per cento. L'operazione, approvata dal board della banca altoatesina, prevede un prezzo di offerta di 6,50 euro per azione e di 0,1575 euro per ciascun warrant. Il prezzo per azione offerto incorpora un premio del 22,64 per cento rispetto alle quotazioni del periodo decorrente dal 15 ottobre 2021 al 3 dicembre 2021 su Hi-Mtf e del 21,02 per cento rispetto alla media dei prezzi degli ultimi 12 mesi su Hi-Mtf;
l'operazione ha lo scopo di creare un nuovo gruppo bancario formato dalle due banche, che resteranno entità giuridiche distinte e con sede in una delle regioni del Nord-Est. In termini di quote di mercato nel territorio di riferimento, si posizionerà immediatamente dopo i quattro principali gruppi bancari nazionali. Secondo Sparkasse, il nuovo gruppo potrà contare su un totale di bilancio a livello consolidato superiore a 16 miliardi di euro e un totale di masse amministrate pari a 26 miliardi di euro;
al 30 giugno 2021 Sparkasse e Civibank avevano rispettivamente 1.271 e 583 dipendenti, mentre il numero di filiali rispettivamente di 107 e 64. La banca di Bolzano ha chiuso il bilancio 2021 con un utile netto di 72,6 milioni di euro, il più alto della storia della banca, con un incremento del 139,6 per cento rispetto all'anno precedente. Mentre la CiviBank ha chiuso il bilancio 2021 con un utile netto di 14,1 milioni di euro (più 108 per cento rispetto all'esercizio precedente);
considerato che:
secondo il CdA di CiviBank la richiesta di Sparkasse porterebbe a "un'Opa ostile", che tradisce le promesse di costruire una "banca del Nord-Est capace di rispettare le identità dei territori" e potrebbe danneggiare un "percorso di risanamento in corso da sei anni", che ha consentito all'istituto di Cividale di conseguire un sostanzioso utile di esercizio nell'ultimo bilancio, tanto da anticipare al 2021 obiettivi previsti per il 2023;
lo scorso 25 aprile 2022, i legali della CiviBank hanno depositato un ricorso al Tribunale dell'Unione europea in merito alle offerte pubbliche di acquisto, volontarie e totalitarie, promosse da Sparkasse, al fine di ottenere l'annullamento della decisione della Banca centrale europea volta ad autorizzare Sparkasse e la Fondazione Sparkasse all'acquisizione di una partecipazione qualificata superiore al 10 per cento e alla successiva acquisizione di una partecipazione di controllo di CiviBank;
nel merito, tale ricorso ha a oggetto l'accertamento del rispetto, da parte di Sparkasse e della Fondazione Sparkasse, della disciplina (decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153) che ha introdotto l'obbligo per le fondazioni bancarie di dismettere le partecipazioni detenute nelle società bancarie conferitarie e il divieto di assumere nuove partecipazioni di controllo in banche. Tale divieto trova una deroga per le fondazioni con sede operativa prevalentemente in regioni a statuto speciale: ragione per cui la fondazione Sparkasse detiene tutt'oggi una partecipazione di controllo in Sparkasse pari al 63,6 per cento;
tale deroga è stata concepita per preservare l'identità territoriale delle banche possedute da tali fondazioni bancarie, nei termini riconosciuti dalla Corte costituzionale, che ha identificato la ratio nel "mantenimento di uno stretto legame tra la fondazione e la banca conferitaria, nell'ambito dello stesso territorio". Pertanto il ricorso presentato da CiviBank trova motivazione nel fatto che tale deroga concede, sì, alle fondazioni con sede operativa prevalentemente in Regioni italiane a statuto speciale, quali la Fondazione Sparkasse, di conservare la partecipazione detenuta nella banca conferitaria alla data di entrata in vigore del decreto ma, al contempo, non anche di acquisire il controllo di nuove banche;
il CdA di CiviBank ha inoltre deliberato una seconda iniziativa di tutela dinanzi alla giurisdizione amministrativa, volta a ottenere l'annullamento e la concessione di misure cautelari in relazione al provvedimento di pertinenza dell'autorità di vigilanza sulle fondazioni bancarie, ugualmente inficiato dalla predetta violazione del divieto di acquisizioni extra-regionali;
oltre a quelle promosse da CiviBank, lo scorso 16 aprile 2022 anche il "Comitato soci e amici della banca Civibank", per il tramite dell'avvocato Gianluca Romagnoli, professore di diritto dell'economia presso l'Università di Padova, ha promosso iniziative nei confronti della Banca d'Italia, della CONSOB e del Ministero in indirizzo, tutte volte a richiedere a tali Autorità una valutazione in merito alla legittimità dell'agire di Sparkasse e della Fondazione Sparkasse nel contesto dell'offerta, alla luce della medesima disciplina di legge relativa al divieto di acquisizione di nuove partecipazioni bancarie di controllo e posta a fondamento delle iniziative della banca descritte;
considerato infine che il 2 maggio le azioni portate in adesione ammontavano complessivamente a 10.524.042, che rappresentano il 39,78 per cento del capitale sociale di CiviBank; tenuto conto delle adesioni ricevute e delle azioni già possedute, la partecipazione di Sparkasse sarebbe ora pari al 56,87 per cento del capitale sociale dell'istituto cividalese. Per Sparkasse, quindi, "la maggioranza del capitale (escludendo cioè la partecipazione già in mano a Sparkasse e le azioni proprie detenute da CiviBank) ha aderito all'OPA. Per quanto riguarda l'Offerta sui warrant, la quota è del 36,69 per cento, con adesioni in forte crescita anche su questo fronte", precisano dall'istituto altoatesino,
si chiede di sapere:
di quali elementi disponga il Ministro in indirizzo circa l'operazione di OPA richiamata in premessa, considerando che l'operazione ha già incassato i pareri favorevoli delle Autorità di controllo;
quali iniziative, per gli aspetti di propria competenza, intenda intraprendere a diretta tutela dei risparmiatori dell'emittente, considerando che per gli interroganti l'operazione penalizzerebbe di fatto i soliti piccoli risparmiatori, in quanto Sparkasse con l'acquisizione di CiviBank otterrebbe significative sinergie e tenuto conto che l'imponente differenza tra il patrimonio netto di Civibank e il prezzo riconosciuto ai soci comporterebbe un beneficio per Sparkasse, stimato dalla stessa banca altoatesina in oltre 180 milioni di euro, un beneficio che peraltro si trasferirebbe da una banca con sede in Friuli-Venezia Giulia in favore di una banca, e dei relativi azionisti, con sede in Alto Adige, quale è Sparkasse.
(4-06993)
LANNUTTI, BOTTO, ANGRISANI - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
la Superjet International S.p.A. è una joint venture nata nel 2007 tra l'azienda italiana Alenia Aermacchi, allora detenente il 51 per cento del capitale, e l'industria aeronautica russa Sukhoi Civil Aircraft Co. (SCAC), detenente il restante 49 per cento del capitale;
nel 2016 Alenia Aermacchi è confluita nella divisione aerostrutture di Leonardo S.p.A. (il cui maggior azionista, con una quota del 30 per cento, è il Ministero dello sviluppo economico), che il 6 dicembre dello stesso anno ha ceduto alla russa SCAC il 90 per cento della quotazione complessiva di Superjet International, restando titolare del restante 10 per cento;
l'azienda ha la sua sede principale nel perimetro aeroportuale di Tessera a Venezia, nell'entroterra lagunare, e occupa attualmente, oltre all'indotto, 144 dipendenti, impiegati in diverse attività: manutenzione dei velivoli, assistenza clienti, addestramento piloti e altre attività di supporto alla vendita;
la Superjet, che ha già subito conseguenze significative dalle sanzioni imposte alla Federazione Russa in seguito all'intervento militare in Crimea del 2014, rischia ora di essere messa definitivamente in ginocchio dall'attuale crisi ucraina;
infatti, l'esplosione del conflitto e le conseguenti sanzioni comminate alla Russia avrebbero causato una grave crisi di liquidità, tale da mettere in discussione l'effettiva capacità dell'azienda di provvedere alla liquidazione delle retribuzioni;
in particolare, risultano essere state sospese tutte le certificazioni EASA (Agenzia europea per la sicurezza aerea) relative a volo, manutenzione e progettazione del velivolo SSJ 100 trattato dall'azienda;
inoltre, diversi fornitori della Superjet avrebbero già comunicato all'azienda la volontà di interrompere gli approvvigionamenti, indispensabili per onorare gli impegni commerciali già concordati;
a complicare ulteriormente la situazione, la decisione a inizio aprile 2022, di procedere con l'accordo di solidarietà al 70 per cento, presa nel timore di ritrovarsi senza liquidità di qui a giugno. Il Ministero del lavoro ha autorizzato fino al 19 agosto il trattamento di integrazione salariale per tutti i lavoratori dell'azienda. Di fatto, però, il 15 aprile tutto è stato superato da un problema più immediato: le banche Intesa e Credito Cooperativo della Marche hanno bloccato i conti dell'azienda «a scopo cautelativo», senza alcun confronto preventivo con la società, impedendo a Superjet di saldare già i salari del 28 aprile 2022;
considerato infine che ad oggi, la società controllante della Superjet, attualmente la Irkut Corporation JSC, non ha ancora reso alcun chiarimento in relazione alla volontà di garantire la continuità delle attività nella sede di Tessera,
si chiede di sapere se il Governo, alla luce degli effetti delle sanzioni applicate alla Russia per l'aggressione militare in Ucraina, intenda intraprendere iniziative, anche mediante un maggior coinvolgimento di Leonardo S.p.A., che detiene il 10 per cento della società, al fine di assicurare la piena continuità aziendale e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali della Superjet International.
(4-06994)
FANTETTI - Ai Ministri dello sviluppo economico, degli affari esteri e della cooperazione internazionale e delle politiche agricole alimentari e forestali. - Si chiede di sapere:
anche a seguito di precedenti interrogazioni parlamentari (3-02722 del 20 luglio 2021 e 4-06597 dello scorso 15 febbraio 2022), quali iniziative siano state ad oggi assunte dai Ministri in indirizzo ai fini dell'attuazione dei commi da 1144 a 1149 dell'art. 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178;
quali ulteriori tempi i Ministri si siano dati per rendere operante il disposto dei commi della stessa legge, indicato nel testo "entro 6 mesi" dal 30 dicembre 2020;
se non ritengano di interesse primario l'esigenza di promuovere i beni di consumo tipici ed i prodotti della ristorazione tradizionale italiana, che all'estero rappresentano l'eccellenza del nostro Paese, offrono possibilità di investimento alle imprese italiane del settore e, favorendo la crescita delle esportazioni, contribuiscono ad accrescere e valorizzare la base produttiva italiana, l'occupazione nazionale, la ricerca e la nostra competitività in ambito internazionale;
in che modo vada interpretato il mancato rispetto, in particolare da parte del Ministero dello sviluppo economico, dell'impegno derivante dall'attuazione del disposto legislativo ricordato (ex commi da 1144 a 1149, dell'art.1 della legge n. 178 del 2020) nel momento in cui le maggiori agenzie di stampa pubblicizzano oggi la nascita del marchio "Ospitalità italiana per le pizzerie italiane nel mondo" che si aggiunge a quello dei ristoranti e delle gelaterie "italiane nel mondo" come iniziativa promossa da Unioncamere con il supporto tecnico-scientifico di ISNART (Istituto nazionale di ricerche turistiche);
se il Ministro dello sviluppo economico concordi con quanto riportato e cioè che il nuovo "marchio diventa uno dei più importanti provvedimenti istituzionali per la difesa dai numerosi tentativi di plagio di questo simbolo della tradizione italiana e per la tutela del suo processo produttivo e della primarietà degli ingredienti. Dopo i ristoranti e le gelaterie quindi anche le pizzerie potranno vantare un riconoscimento distintivo capace di farle emergere dal mercato, grazie agli elementi qualità e di italianità accertati con verifiche oggettive e imparziali" (fonte notizia dell'agenzia "ANSA" del 9 maggio 2022, alle ore 12,34) con ciò eventualmente contraddicendo e rendendo inapplicabile il contenuto del suddetto provvedimento legislativo e la correlata previsione finanziaria.
(4-06995)
GASPARRI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
il 1° maggio 2022, durante i cortei in occasione della Festa dei Lavoratori a Torino e a Trieste ci sono state tensioni tra manifestanti e Polizia. Da una nota diramata dal sindacato di Polizia "Italia Celere", è emerso che nel capoluogo piemontese un cordone di Polizia schierato su via Roma ha impedito l'avanzata dei manifestanti in un'area che era inibita al passaggio del corteo;
dopo poco i manifestanti hanno tentato di oltrepassare lo schieramento di cui una parte viene spostata sotto il porticato della medesima via con le spalle al muro a ridosso degli esercizi commerciali. Qui, il corteo ha cercato lo scontro con il Reparto mobile, investendolo con parolacce, sputi e bastonate;
durante il corteo dei lavoratori ci sono stati dei tentativi da parte dei militanti "No Vax" di infiltrarsi tra i manifestanti, ma, grazie all'intervento della Polizia, questi tentativi sono stati respinti. In piazza Italia invece si è assistito ad una vera e propria rissa tra organizzatori dell'evento e disturbatori "No Vax", perché di fatto, per ragioni ai più sconosciute, non è stato fatto intervenire chi era deputato alla sicurezza e alla legalità;
un funzionario di Polizia, donna in abiti civili, avrebbe ordinato agli agenti di indietreggiare, permettendo ai manifestanti di avanzare contro gli uomini in divisa che stavano ripiegando,
si chiede di sapere:
quali siano le direttive impartite per garantire l'ordine e la sicurezza pubblica in casi come quello descritto;
se il Ministro in indirizzo non ritenga che occorra rivedere alcune scelte che espongono ad un rischio troppo elevato i poliziotti in divisa che, intervenendo, hanno la quasi certezza di essere indagati e indietreggiando, di finire in ospedale, come appunto accaduto a Torino;
se a tal proposito ritenga opportuno prendere provvedimenti volti a chiarire i comportamenti da adottare al fine di tutelare il personale maggiormente esposto a violenze nei casi di cortei, come quello citato in premessa.
(4-06996)
DE BONIS - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
mentre gli incidenti e i morti sul lavoro segnano un aumento costante, confermato anche nei primi mesi del 2022, l'ultimo decennio ha visto crollare il numero di ispettori e controlli;
il contrasto all'illegalità, oltre ad essere un problema di organici è, soprattutto, questione di competenze e quelle degli ispettori che vigilano sul mondo del lavoro si stanno svilendo così in fretta che manca il tempo di farle acquisire ad altri. A dirlo sono gli ispettivi dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), istituito con decreto legislativo n. 149 del 2015 per unificare tutta la vigilanza, compresa la materia di INPS e INAIL, che da allora non hanno più assunto nuovi ispettori;
le comunicazioni di incidenti arrivate all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, tra gennaio e marzo 2022, sono state 194.106 contro le 128.671 del primo trimestre del 2021, anno in cui 1.221 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro, oltre il 12 per cento in più rispetto al periodo pre-pandemia;
questo aumento continuo fa interrogare sulle scelte fatte sul fronte della prevenzione e dei controlli. Dai dati del 2015, l'INAIL aveva 470 ispettori, che oggi si sono ridotti a meno di 200 con intere province scoperte e regioni sguarnite. L'Istituto nazionale della previdenza sociale aveva 1.600 ispettori e oggi ne conta 970, con altri 200 in attesa della pensione entro l'anno. Lo stesso Ispettorato nazionale del lavoro, istituito per ricondurre tutta l'attività ispettiva sotto il controllo del Ministero del lavoro, dai 6.500 ispettivi di sette anni fa è passato ai 4.000 di oggi;
negli uffici territoriali la carenza di organico è incredibile: non si riescono ad evadere le richieste del mondo produttivo e anche il personale amministrativo è ormai molto carente, così che gli ispettori non escono per i controlli, perché devono stare in ufficio ad occuparsi della parte amministrativa. È pur vero che nel mese di maggio 2022 è previsto l'immissione di 1.900 nuovi ispettori ordinari dell'Ispettorato nazionale del lavoro (ed entro la fine dell'anno di altri 1.174 ispettori tecnici), ma risulta grave che il bando per i profili tecnici accetti una qualunque laurea triennale;
per questa ragione, gli oltre 10.000 tecnici della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro che operano in numerosi settori della prevenzione, che vanno dalla sicurezza sul lavoro all'igiene degli alimenti, alla veterinaria, all'igiene pubblica e all'ambiente, lamentano il grave disagio relativo alla professionalità specifica che tale ruolo richiede. Infatti, i tecnici della prevenzione sono in possesso di una specifica laurea in "Tecniche della Prevenzione" conseguita presso la facoltà di Medicina e Chirurgia; sono esperti sanitari iscritti ad un Albo professionale e rivestono, per i loro delicati compiti, la qualifica di ufficiali di Polizia giudiziaria;
sembra si voglia sminuire la figura sanitaria che opera nei vari settori del controllo pubblico: prima in qualità di vigili sanitari e oggi come tecnici della prevenzione laureati. Il Ministero della salute e le regioni sono a conoscenza dell'attività svolta da servizi ispettivi dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, però, invece di incentivare questa figura sanitaria rafforzandola, dopo anni di tagli indiscriminati sui dipartimenti di prevenzione, si fa di tutto per escluderla e depotenziarla, affidando la sicurezza sui luoghi di lavoro ad altri soggetti che non sono in possesso di adeguata formazione e di competenze specifiche;
in particolare l'INL ha emanato un bando il quale prevede l'assunzione di 1.200 nuovi "ispettori tecnici" presso gli ispettorati del lavoro. Detto bando prevede, per l'ammissione al concorso, il possesso di una generica laurea triennale. Perciò, il messaggio è di tipo generalista: qualsiasi specializzazione consente di svolgere l'attività e le competenze del tecnico della prevenzione nel settore ispettivo nel campo della sicurezza del lavoro;
considerato che:
nonostante le numerose lamentele pervenute agli organi centrali, sia da parte dell'Associazione di categoria UNPISI, che dal mondo civile e universitario e dall'Ordine professionale, la risposta non si è fatta attendere: un nuovo bando dell'INAIL per la copertura di 32 posti presso la consulenza tecnica per l'accertamento dei rischi e della prevenzione. In quest'ultimo bando pubblico, al danno si aggiunge la beffa e cioè che il requisito per accedere a questo nuovo concorso è quello di essere in possesso di una laurea magistrale, ne vengono elencate ben 23, ma fra queste non è presente quella in Tecniche della Prevenzione;
si è quindi arrivati al paradosso e cioè che chi è storicamente titolato e formato dall'Università e dallo Stato viene automaticamente escluso dalle attività di controllo ed ispezione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel recente bando, dunque, viene negato il possesso di competenze specifiche, mortificando e svalutando le competenze dei tecnici della prevenzione;
si verifica quindi che da un lato gli organici sono falcidiati dai pensionamenti con le ovvie conseguenze sull'attività ispettiva, dall'altro una transizione verso l'Ispettorato unico e l'ispettore onnisciente che, però, non sembra funzionare perché agli ispettori INL vengono affidati anche gli accertamenti in materia di sicurezza e salute, precedentemente di esclusiva competenza del personale tecnico del SSN laureato in Tecniche della prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga che sia stato sottovalutato il ruolo dei tecnici della prevenzione, che ogni giorno svolgono con abnegazione e altissimo spirito di servizio l'attività di controllo negli uffici ispettivi delle aziende sanitarie locali;
quali iniziative intenda assumere al fine di potenziare piuttosto che svilire tale figura, che ha sempre contribuito all'elevazione di standard ottimali di salute pubblica.
(4-06997)
GASPARRI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
il Comune di Monteiasi, in provincia di Taranto, con delibera n. 46 del 9 giugno 2021, aveva disposto una serie di intitolazioni di strade, immobili e apposizioni targhe che ricordassero alcuni personaggi locali e nazionali;
tra le proposte deliberate dalla Giunta comunale c'era quella di intitolare una strada comunale a Giorgio Almirante;
lo scorso 8 febbraio, il Prefetto di Taranto, dottor Demetrio Martino, dopo aver vagliato le varie proposte contenute nella delibera, ha ritenuto non opportuno intitolare la strada ad Almirante, motivando questa decisione con il fatto che si tratterebbe di una scelta "non unanimemente condivisa ed apprezzata dalla popolazione" e che potrebbe "generare manifestazioni di dissenso", trattandosi di "persona divisiva" che porterebbe a "possibili negative ricadute sulla coesione civile e sociale e con potenziali rischi di turbative per l'Ordine pubblico";
in tutta Italia sono state intitolate strade a Giorgio Almirante, come ad esempio a Viterbo, Pomezia, Rieti, Agrigento, Bari, Lecce ed altri comuni,
si chiede di sapere:
per quali ragioni il Prefetto abbia deciso di non intitolare la strada ad un politico italiano, leader di partito nel corso della Prima Repubblica, che ha già avuto altre intitolazioni in importanti città;
su quali basi il Prefetto ritenga che la popolazione non apprezzerebbe questa scelta e perché ritenga Almirante più divisivo di qualsiasi altro politico che, chiaramente per sua natura, avrà estimatori e detrattori;
se non ritenga questa decisione, motivata dalla preoccupazione di "turbative per l'ordine pubblico", una resa dello Stato ai soliti facinorosi e violenti dell'estrema sinistra, che in circostanze del genere scendono in piazza per protestare contro decisioni prese, come in questo caso, democraticamente.
(4-06998)
FARAONE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -
(4-06999)
(Già 3-02971)
SANTANGELO, PIRRO, FERRARA, LEONE, PAVANELLI, PUGLIA, D'ANGELO, DE LUCIA, LOREFICE, DI GIROLAMO, MAIORINO, TRENTACOSTE, CROATTI, VANIN - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
da articoli di stampa pubblicati sulla rivista on line "Tp24" in data 27 maggio 2022 si apprende delle presunte molestie sessuali ad opera di un arbitro internazionale di scherma, E. B. di Mazara del Vallo (Trapani), ai danni di un'atleta minorenne. Secondo il racconto della vittima, nei giorni in cui a Riccione (Rimini) si svolgeva un'importante manifestazione giovanile di scherma, l'arbitro, mentre si trovavano in hotel, l'avrebbe baciata, palpeggiata, tentando di aprirle con forza le gambe. Detti episodi sono stati denunciati tramite querela presentata il 2 luglio 2021 a Palermo, sebbene, per competenza territoriale, l'indagine sia oggi in capo alla Procura di Rimini;
poco tempo dopo, il 2 aprile 2022, nel corso di una gara di Coppa Italia regionale assoluta a Santa Venerina (Catania) ad arbitrare la vittima minorenne è stato designato proprio il suo presunto aggressore, B.. Accortasi della marchiana coincidenza, il giorno precedente alla gara, la famiglia della minorenne ha palesato la propria rimostranza scrivendo al presidente della Federscherma, Paolo Azzi, chiedendo l'immediata sospensione dell'arbitro. La risposta, però, è giunta solo tardivamente due giorni più tardi, e riguardava l'asserita inaccoglibilità della richiesta, poiché basata su una generica informazione e il suggerimento di rivolgersi alla Procura del CONI e alla Procura federale. Consiglio immediatamente seguito dalla famiglia in data 5 aprile 2022;
solo in data 22 aprile l'arbitro è stato sospeso sine die dalla Federazione;
a riprova della grave negligenza nella designazione, non poteva non essere noto alla Federazione il precedente riguardante l'arbitro B., destinatario di un provvedimento di sospensione per 30 giorni dalla Federazione italiana di scherma a seguito delle accuse di molestie da parte di una giovane ventenne aspirante arbitro, che aveva raccontato di essere stata invitata dall'arbitro ad appartarsi insieme a lui nella camera dell'hotel in cui soggiornavano. In quell'occasione, sempre secondo il racconto dell'aspirante arbitro, B. avrebbe cercato di convincerla a concedersi a lui offrendo in cambio aiuto per superare gli esami per conseguire la qualifica di arbitro nazionale. Questo caso, però, non risulta essere stato notiziato alla giustizia ordinaria e pertanto è rimasto all'interno della dimensione domestica della Federazione. La giovane ha infatti raccontato l'accaduto al proprio delegato regionale giungendo fino al presidente di Federscherma e a cinque delegati federali concludendosi con una sorta di patteggiamento interno e con la comminazione della risibile sanzione della sospensione di 30 giorni;
da copiosi articoli di stampa emerge pacificamente come il fenomeno della violenza e delle molestie nei confronti di giovani atlete si ripeta con preoccupante frequenza in tutti gli ambiti sportivi e come lo stesso resti nella maggior parte dei casi celato dietro un forte velo di omertà o reticenza;
il preoccupante fenomeno delle molestie sulle atlete appare ancor più evidente dai commenti sui social media, dove le stesse, secondo la ricerca "Social Athletes" condotta da "DAZN" nel 2020, arrivano a manifestarsi nel 22 per cento dei casi, quindi circa un commento su cinque, se il contenuto pubblicato da un'atleta è un selfie o un momento leggero e non legato allo sport,
si chiede di sapere:
se non si ritenga di dovere effettuare verifiche in seno alla Federscherma, al fine di appurare i motivi secondo i quali all'arbitro B. non sia stato impedito di arbitrare nonostante le pesanti accuse di violenza sessuale e il precedente a suo carico;
se non si intenda intervenire in via preventiva al fine di tutelare i tesserati, anticipando la giurisdizione ordinaria, nella scherma e in generale nel mondo dello sport, affinché episodi come quelli descritti vengano scongiurati;
quali iniziative si intenda assumere al fine di sensibilizzare l'intero mondo dello sport, anche tramite l'introduzione di sanzioni esemplari, sulla estrema gravità dei comportamenti violenti o molesti e sull'importanza di denunciare gli stessi anche nel caso in cui si arrestino al mero tentativo.
(4-07000)
PETRENGA, DRAGO, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, DE CARLO, BALBONI, BARBARO, CALANDRINI, DE BERTOLDI, RUSPANDINI, TOTARO - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la bufala mediterranea italiana, in virtù della legge 27 dicembre 2002 n. 292, è considerata patrimonio zootecnico nazionale;
nella regione Campania, le infezioni da brucellosi bufalina e tubercolosi sono presenti da anni e per eradicare tale fenomeno la Regione Campania con D.G.R. n. 207 del 2019, varava un piano di risanamento e di eradicazione delle infezioni bufaline;
a distanza di due anni, è di tutta evidenza che il piano sia completamente fallito, in quanto secondo gli ultimi dati la percentuale di TBC e di brucellosi è aumentata sino a percentuali che sfiorano il 14 per cento del totale del patrimonio zootecnico, che vede nella sola provincia di Caserta il 60 per cento delle bufale mediterranee;
gli abbattimenti dei capi, in base alle risultanze delle analisi fatte dalle autorità sanitarie locali competenti, hanno comportato l'abbattimento di circa 40.000 bufale;
in virtù dell'applicazione dell'art. 35 del Regolamento (UE) n. 2017/625 è prevista la possibilità di invocare il contraddittorio tramite l'effettuazione di controanalisi, e in virtù delle stesse, è emerso un dato sconcertante tale da rendere di fatto dubbia la metodologia adottata dalle autorità sanitarie locali, come sancito dalle recenti ordinanze del Consiglio di Stato e come reso noto da indagini giornalistiche a cura del servizio pubblico nazionale andate in onda di recente;
il 22 luglio 2021, su iniziativa del Ministero della salute, per favorire il dialogo tra le parti, veniva insediato un tavolo tecnico al quale prendevano parte il Ministero delle politiche agricole, la Regione Campania, la ASL di Caserta e le associazioni di categoria;
con D.G.R. n. 104 dell'8 marzo 2022, la Regione Campania emanava il nuovo piano di eradicazione delle infezioni bufaline in sostituzione di quello precedente, il cui contenuto, come emerso con tutta evidenza, non soddisfa le esigenze e le aspettative delle organizzazioni allevatoriali, che hanno avviato sul territorio una serie di manifestazioni spontanee per evidenziare la inadeguatezza del piano attuale;
ad una prima analisi dello stesso, appaiono non sufficienti le misure previste nel piano per quanto concerne l'isolamento dei capi, le azioni a sostegno del ripopolamento, la tempistica della campagna vaccinale, la tempistica relativa all'elaborazione dei risultati;
ritenuto che:
in virtù del precedente fallimento, ogni ulteriore ritardo e mancata eradicazione delle suddette infezioni costituirebbe un ulteriore danno per il comparto allevatoriale, mettendo a serio rischio di sopravvivenza un patrimonio che andrebbe salvaguardato e valorizzato;
a pagare il danno non sarebbero solo gli allevatori, ma anche tutta la filiera, compresa la trasformazione di un prodotto, la mozzarella di bufala, che in Campania vanta una denominazione di origine (DOP) tra le più importanti d'Europa, e la stessa areale di tutela, potrebbe esserne compromessa;
la Commissione europea non ha mancato di ribadire che: "i risultati raggiunti negli ultimi anni in relazione alla salute delle bufale in Campania sono ben al di sotto degli obiettivi concordati e che in caso di mancato progresso nell'eradicazione della malattia, il sostegno finanziario dell'UE potrà essere interrotto" (Stella Kyriakides commissario alla salute e alla sicurezza alimentare 17 marzo 2020 in riscontro all'atto di sindacato ispettivo n. E004312/2019),
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di intervenire con ogni urgenza al fine di assicurare le più opportune misure di contrasto alle infezioni bufaline, alla luce di quello che agli interroganti appare come il manifesto fallimento delle politiche di eradicazione poste in essere dalla Regione Campania con la nomina di un commissario ad acta dotato dei più ampi poteri, a tutela di un patrimonio zootecnico unico per la sua importanza e di alto valore strategico per l'intera economia della regione.
(4-07001)
FATTORI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
la linea ferroviaria Roma Lido ha un bacino di utenza superiore ai centomila passeggeri ed è un'infrastruttura strategica per la Capitale ed in particolare per il Municipio X, in quanto collega Roma con il suo mare;
la linea ferroviaria Roma - Civita Castellana - Viterbo ha un bacino di utenza superiore ai settantacinque mila passeggeri ed è anch'essa un'infrastruttura strategica per la Capitale ed in particolare per tutti i comuni dell'area Roma Nord e per il Municipio XV, in quanto collega le zone di Prima Porta, Labaro, Centro RAI, Saxa Rubra, Tor di Quinto, Campi Sportivi, Acqua Acetosa, Euclide con il centro della Capitale, a piazzale Flaminio;
nonostante la loro importanza, la Roma Lido e la Roma Nord sono ormai da molti anni considerate tra le peggiori linee ferroviarie italiane, così come comprovato dalle classifiche annuali del poco ambito Premio Caronte promosso da Legambiente;
negli ultimi anni, in particolare negli ultimi mesi, sia la ferrovia Roma Lido che la ferrovia Roma Nord mostrano crescenti livelli di disservizio, determinando nei fatti situazioni insostenibili che pesano enormemente sulle spalle degli utenti e una vera e propria negazione del diritto alla mobilità;
la linea ferroviaria Roma Lido e la ferrovia Roma Nord, di proprietà della Regione Lazio, sono entrate nella classificazione di linea di interesse nazionale, ai sensi dell'articolo 47, comma 1, del decreto-legge n. 50 del 2017, di conseguenza gli interventi di ammodernamento possono essere direttamente coordinati con la società Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.;
considerato che:
per ciò che concerne l'assenza di parco rotabile sulla linea ferroviaria Roma Lido, la soluzione individuata nel tempo, al fine di mitigare i disservizi in attesa dei necessari lavori di adeguamento infrastrutturale, consiste nel recupero e nella messa in esercizio di alcuni convogli ad oggi regolarmente in uso sulle linee Metro A e Metro B di Roma Capitale;
a tale scopo nel 2018 il Consiglio del Municipio X votò all'unanimità una risoluzione (Prot. CO/ 158982), condivisa con il comitato pendolari, che prevedeva di adattare e trasferire in esercizio sulla linea Roma Lido un numero pari a 5 convogli MA300 utilizzati sulle linee ferroviarie metropolitane della Capitale;
nel gennaio 2019, durante una seduta della VI Commissione permanente del Consiglio regionale del Lazio, Presidente Refrigeri, in audizione congiunta pubblica con l'assessore regionale Alessandri, l'assessore comunale Meleo, il Comitato pendolari, i referenti di ATAC, in quanto gestori del servizio e la Presidente del Municipio X, Giuliana di Pillo, si formalizzò una risoluzione che prevedeva, oltre al relativo finanziamento, l'utilizzo di 5 treni in uso alla Metro B da destinare al parco rotabile della Roma Lido;
nel dicembre 2021, con una mozione votata a maggioranza (Prot.CO/149194 del 21 dicembre 2021), il Municipio X di Roma Capitale impegnò il Presidente del Municipio X e la Giunta, in attesa del completamento delle procedure di trasferimento della gestione della Roma Lido dall'azienda ATAC alle aziende COTRAL e ASTRAL, ad attivarsi tempestivamente presso la Regione Lazio ed il Comune di Roma, al fine di rendere possibile l'utilizzo sulla linea ferroviaria Roma Lido di alcuni convogli ad oggi regolarmente in uso sulla linea Metro A e Metro B;
con la stessa mozione si impegnava il Presidente del Municipio X e la Giunta ad istituire un Osservatorio permanente sulla Roma Lido, costituito da rappresentanze dei Comitati di pendolari del X Municipio, del Comune di Roma e della Regione Lazio, con rappresentanti sia delle maggioranze che delle opposizioni, che sia di raccordo con tutte le Istituzioni e gli Enti competenti al fine di monitorare costantemente l'andamento del servizio e l'avanzamento dei cantieri previsti sull'intera tratta e, nello specifico il completamento della stazione di Tor di Valle e Acilia Sud, con annessa opera integrativa della realizzazione del ponte ciclopedonale che collega la stazione Acilia Sud con l'area urbana, e la costruzione della nuova stazione o fermata di Giardino di Roma, oltre alla realizzazione delle opere accessorie connesse e gli interventi di adeguamento strutturale così come di messa in sicurezza dell'intera rete ferroviaria della Roma Lido;
il mancato funzionamento di diversi impianti di traslazione (ascensori e scale mobili), posti all'interno delle stazioni della Roma Lido o in prossimità delle stesse determina di fatto la negazione del diritto alla mobilità per le persone anziane, le persone con disabilità motoria o scarsa abilità motoria, oltre a comportare una condizione di profonda insicurezza per gli utenti tutti;
i frequenti guasti e gli incidenti che caratterizzano il servizio di trasporto pubblico sulla linea ferroviaria Roma Lido e Roma Nord, oltre a minare il diritto alla mobilità dei cittadini, spingono i pendolari del X Municipio ad abbandonare il mezzo pubblico scegliendo, per evidente necessità, l'auto privata. Questa scelta "obbligata", oltre al congestionamento delle arterie che collegano il litorale con il resto della città ed il congestionamento delle arterie della via Flaminia, via Tiberina e via Cassia, determina un incremento massivo di polveri sottili e CO2. La sovrapposizione di questi effetti determina tempi di percorrenza biblici ed enormi danni ambientali;
gli interventi necessari, da tempo richiesti al fine di poter garantire un servizio di trasporto ferroviario sicuro ed affidabile, non sono più rinviabili;
non è più tollerabile, sempre a parere dell'interrogante, che il servizio pubblico del trasporto venga garantito a singhiozzo, a causa delle insufficienti manutenzioni infrastrutturali, così come di una insufficiente dotazione di convogli ferroviari;
non è più ammissibile che i lavori di ampliamento della stazione di Piazzale Flaminio della Roma Nord, iniziati e finanziati dalla Regione Lazio nel lontano 2012, volti ad adeguare la stazione capolinea della ferrovia mediante raddoppio della stessa con un nuovo manufatto in sotterraneo da realizzare lato ingresso di Villa Borghese, mediante la realizzazione di una nuova stazione di attestamento del servizio urbano con adeguamento e miglioramento generale dell'accessibilità della stazione per aumentare le potenzialità della stazione stessa, incrementare la frequenza dei treni sia urbani che suburbani connettendo direttamente la stessa ferrovia con l'omonima stazione della linea "A" della metropolitana di Roma, siano bloccati ormai da anni;
non è più tollerabile, a parere dell'interrogante, per decine di migliaia di cittadini non avere alternative al mezzo di trasporto privato e viaggiare con una offerta di treni davvero inadeguata e vetusta, inconcepibile per una Capitale europea;
gli investimenti della Regione Lazio per l'acquisto di nuovi treni e per alcune manutenzioni infrastrutturali indispensabili sono stati molto tardivi, tanto che non se ne vedono ancora i frutti e per molto tempo ancora la situazione è destinata a rimanere quella odierna,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, visto quanto premesso e considerato, intenda assumere iniziative anche normative, con l'intenzione di tutelare i pendolari costretti a viaggiare nelle condizioni descritte, al fine di risolvere i pensanti disservizi che minano il regolare funzionamento della ferrovia Roma Lido e Roma Nord;
se, inoltre, sia a conoscenza di progetti della Regione Lazio che prevedono la cessione della linea ferroviaria a soggetti terzi, privati, come già fu tentato nel 2013 dalla Giunta Zingaretti nei confronti della società francese RATP, tentativo non andato a buon fine solo per il mancato accordo sulla parte economica.
(4-07002)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso la Commissione permanente:
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):
3-03314 della senatrice De Lucia, sulle disposizioni relative alla mobilità tra università, enti di ricerca e imprese;
3-03318 della senatrice Montevecchi ed altri, sulla definizione della dotazione organica delle Fondazioni lirico-sinfoniche (FLS).
Avviso di rettifica
Nel Resoconto stenografico della 425a seduta pubblica del 20 aprile 2022, al terzo capoverso di pagina 80, sostituire le parole: "LA PIETRA (FdI)" con le seguenti: "CIRIANI (FdI)".
Nel Resoconto stenografico della 429a seduta pubblica del 3 maggio 2022, a pagina 13, l'annuncio: "Commissario per la realizzazione del progetto sportivo delle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino - Cortina 2021, trasmissione di documenti" si ha per non apposto.