Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 427 del 26/04/2022

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

427a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDÌ 26 APRILE 2022

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Presidenza del vice presidente LA RUSSA

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-ITALIA AL CENTRO (IDEA-CAMBIAMO!, EUROPEISTI, NOI DI CENTRO (Noi Campani)): Misto-IaC (I-C-EU-NdC (NC)); Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-PARTITO COMUNISTA: Misto-PC; Misto-Potere al Popolo: Misto-PaP.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente LA RUSSA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,32).

Si dia lettura del processo verbale.

PISANI Giuseppe, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 21 aprile.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha approvato modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 10 maggio.

Nella seduta di oggi sarà discussa la risoluzione della 9a Commissione permanente sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti.

L'ordine del giorno della seduta di domani prevede la discussione delle mozioni concernenti la Conferenza sul futuro dell'Europa, già previste per oggi; la seconda deliberazione del disegno di legge costituzionale sul riconoscimento dell'insularità, con maggioranza assoluta dei componenti del Senato; la discussione, dalla sede redigente, del disegno di legge sulla celebrazione dell'8° centenario della morte di San Francesco d'Assisi.

La seduta di domani, che non prevede orario di chiusura, sarà sospesa dalle ore 18 alle ore 19.

Su richiesta di un Gruppo parlamentare, giovedì 28 aprile l'Assemblea non terrà seduta.

La settimana dal 2 al 6 maggio sarà riservata ai lavori delle Commissioni, con particolare riguardo al decreto-legge riguardante gli effetti economici della crisi ucraina e alla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021.

Martedì 10 maggio, dalle ore 16,30, sarà discusso il decreto-legge sugli effetti economici della crisi ucraina.

La Conferenza dei Capigruppo tornerà a riunirsi nella stessa giornata di martedì 10, alle ore 15,30.

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 10 maggio:

Martedì

26

aprile

h. 16,30-20

- Doc. XXIV, n. 64 - Risoluzione approvata dalla 9ª Commissione permanente sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti

Mercoledì

27

aprile

h. 9,30

- Mozioni concernenti la Conferenza sul futuro dell'Europa

- Disegno di legge costituzionale n. 865-B - Riconoscimento insularità (seconda deliberazione del Senato) (voto a maggioranza assoluta dei componenti del Senato)

- Disegno di legge n. 2414 - Celebrazione 8° centenario della morte di San Francesco d'Assisi (dalla sede redigente)

La settimana dal 2 al 6 maggio sarà riservata ai lavori delle Commissioni.

Martedì

10

maggio

h. 16,30-20

- Disegno di legge n. 2564 - Decreto-legge n. 21, Effetti economici crisi ucraina (scade il 20 maggio)

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 2564
(Decreto-legge n. 21, Effetti economici crisi ucraina)

(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

40'

Governo

40'

Votazioni

40'

Gruppi 5 ore, di cui

M5S

53'

L-SP-PSd'Az

48'

FIBP-UDC

43'

Misto

42'+5'

PD

37'

FdI

29'+5'

IV-PSI

26'

Aut (SVP-PATT, UV)

23'

Dissenzienti

da stabilire

Discussione e approvazione del documento:

(Doc. XXIV, n. 64) Risoluzione della 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare), approvata il 6 aprile 2022, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti (Esame ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento) (ore 16,39)

Approvazione degli ordini del giorno G1 e G2 (testo 2)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della risoluzione approvata dalla 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare), nella seduta del 6 aprile 2022, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti (Doc. XXIV, n. 64).

La relazione è stata già stampata e distribuita.

Ha chiesto di parlare, per integrare la relazione scritta, il senatore Bergesio. Ne ha facoltà.

BERGESIO, relatore. Signor Presidente, alcuni dati che andrò a elencare sono importanti per inquadrare la questione di cui stiamo trattando oggi qui in Assemblea.

Solo il 3 per cento dell'acqua del pianeta è dolce e solo lo 0,9 per cento di questa è rappresentato da acqua superficiale liquida (laghi, torrenti, fiumi, stagni) prontamente utilizzabile dalla vegetazione e dalle forme di vita.

Nonostante copra il 70 per cento del nostro pianeta, l'acqua è una risorsa finita e insostituibile. Gli utilizzi idrici in Italia sono i seguenti: il 54 per cento a fine agricolo e irriguo; il 28 per cento civile e potabile; il 20 per cento industriale e il 5 per cento energetico. L'Italia è al secondo posto in Unione europea per prelievi di acqua a uso potabile con circa 152 metri cubi annui pro capite, cioè due volte di più rispetto alla media europea ed è al primo posto al mondo e in Europa per consumi di acqua minerale in bottiglia, con un consumo pro capite pari a 200 litri annui, nonostante una qualità dell'acqua italiana fornita dalla rete molto elevata e riconosciuta in gran parte del mondo.

Senza acqua non può esserci vita e non può esserci agricoltura. In Italia l'85 per cento delle colture agroalimentari è irriguo; la disponibilità della risorsa acqua è quindi essenziale per mantenere in vita il sistema agricolo di qualità, senza il quale è a rischio la competitività del made in Italy agroalimentare e la vitalità di gran parte dei nostri territori.

L'acqua genera un quinto del prodotto interno lordo nazionale, ma l'Italia è agli ultimi posti in Unione europea per investimenti nel settore idrico; gli investimenti sulla rete idrica sono pari a una media di 40 euro per abitante all'anno, contro gli oltre 100 euro per abitante della media europea. L'incremento stimato della capacità di invaso necessario al Paese per sopperire alle esigenze idriche nel periodo di scarsità è di 5 miliardi di metri cubi.

Nell'ottica di una gestione sostenibile della risorsa acqua, così come chiede anche l'Unione europea, occorre promuovere progetti e interventi che tengano conto delle specificità dei territori per lo più fragili delle nostre Regioni, nonché incentivare una gestione flessibile dei deflussi ecologici e incoraggiare l'evoluzione del comparto agricolo verso un modello che preveda l'impiego di più efficienti tecniche irrigue. Soprattutto è di fondamentale importanza la realizzazione di invasi che consentano, da un lato, di fronteggiare l'indisponibilità delle risorse idriche e, dall'altro, di tutelare il territorio in caso di eventi estremi, come le alluvioni che ormai sempre più frequentemente devastano la nostra penisola.

La transizione ecologica negli utilizzi della risorsa idrica - percorso dettato dalle strategie comunitarie e che abbiamo molto chiaro - richiede da parte della filiera dell'acqua un grande impegno e un grande sforzo di investimenti. Per il prossimo quinquennio il fabbisogno stimato è di circa 10 miliardi di euro.

In questo quadro come Parlamento dobbiamo sostenere l'aumento della capacità di immagazzinamento. Nel nostro Paese l'89 per cento dell'acqua piovana confluisce direttamente in mare senza essere riutilizzata. Dobbiamo realizzare questi piccoli e medi invasi per dare forza ed energia alla destinazione dell'acqua a un uso plurimo, a quello che è l'uso umano civile, all'irriguo, all'industriale, alla produzione di energia, alla laminazione delle piene. Insomma, c'è una serie di aspetti assolutamente cogenti e necessari per arrivare a una migliore fruibilità dell'acqua.

Con la risoluzione in esame si ravvisa l'esigenza di evitare che la produzione agricola nazionale, per la quale già sono state previste misure per l'incremento produttivo, sia penalizzata da una concomitanza di problematiche scaturite dalla drammatica situazione della siccità, che dall'autunno scorso ha colpito i più importanti bacini idrologici del Paese, cui si sommano i possibili effetti deleteri del passaggio verso la nuova metodologia di calcolo del deflusso minimo vitale per garantire il mantenimento, nei corsi d'acqua, del deflusso ecologico, a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici, ai sensi della direttiva quadro sulle acque.

Tale direttiva quadro sulle acque è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il cosiddetto TUA (testo unico ambientale) e prevede la definizione, con apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei criteri volti a garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici, disponendo che tutte le derivazioni di acqua comunque in atto sono regolate dall'autorità concedente mediante la previsione di rilasci volti a garantire il minimo deflusso vitale dei corpi idrici.

Con il decreto del direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente del febbraio 2017 sono state approvate le linee guida per l'aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale, al fine di garantire il mantenimento nei corsi d'acqua del deflusso ecologico. L'applicazione delle metodologie di calcolo comporta, purtroppo, alla luce degli studi effettuati fino a oggi, un rilevante impatto sulle derivazioni che, al di là dell'andamento climatico, potranno subire delle gravi restrizioni tali da comportare un possibile mancato soddisfacimento dei fabbisogni irrigui dell'intero territorio, con inevitabili ricadute sull'agricoltura, sull'ambiente e anche sul turismo, sul comparto industriale e sull'artigianato.

Noi proponiamo pertanto il conseguimento delle sperimentazioni, posticipando per tale scopo i termini temporali di adeguamento dei rilasci d'acqua delle derivazioni esistenti per un periodo di almeno due anni, consentendo nel medesimo arco temporale la realizzazione di attività di analisi dei dati idraulici e climatici, nonché di studi socio-economici per l'individuazione di interventi, anche strutturali, volti a preservare la sicurezza alimentare della popolazione e la tenuta del sistema economico del Paese, fermo restando il rispetto della precedente disciplina in materia di deflusso minimo vitale in vigore fino al 31 dicembre 2021.

Chiediamo inoltre un impegno immediato al Governo e al Parlamento per reperire le opportune risorse finanziarie a supporto delle attività di studio e analisi necessarie al compimento della transizione dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico. Chiediamo anche di adottare una strategia per una regolamentazione dei consumi idrici che miri nell'immediato alla realizzazione di opere di captazione per la riduzione dei prelievi in falda e all'aumento del rilascio idrico degli invasi dei bacini idrici, valutando anche di intervenire sugli usi domestici attraverso interventi volti al risparmio idrico e, conseguentemente, anche a quello energetico.

Successivamente, nel medio-lungo periodo, chiediamo anche l'adozione di sistemi compensativi di implemento dei consumi, tali da consentire la destinazione di idonee risorse finanziarie per la realizzazione di nuovi e più efficienti acquedotti (con lettura automatica e sistemi innovativi), l'implementazione della capacità di invaso dei bacini idrici e, infine, la realizzazione di nuovi invasi.

Vorrei ringraziare la Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, il presidente Vallardi e tutti i colleghi per l'impegno. È dall'ottobre 2021 che stiamo lavorando su questo provvedimento. Ringrazio anche l'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi), i suoi presidente e direttore, le autorità di bacino, le organizzazioni ambientaliste, le Regioni, i Ministeri e tutti coloro che hanno svolto un'attività propositiva su questo provvedimento.

Tutti lo hanno valutato positivamente a sostegno della nostra agricoltura, che significa - oggi più che mai - natura, ambiente e cibo. (Applausi).

PRESIDENTE. Ricordo che eventuali ordini del giorno al documento in esame potranno essere presentati entro la conclusione della discussione.

Dichiaro aperta la discussione.

È iscritta a parlare la senatrice Caligiuri. Ne ha facoltà.

CALIGIURI (FIBP-UDC). Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, la risoluzione di cui stiamo discutendo chiude il serrato e continuativo lavoro della Commissione agricoltura e produzione agroalimentare, per il quale ringrazio il relatore e i colleghi, insieme ai quali abbiamo lavorato per arrivare a delle proposte condivise che rappresentassero al Governo impegni a tutela del comparto agricolo.

Lo scopo della Commissione è proprio quello di tutelare, senza se e senza ma, gli interessi del comparto agricolo, che è traino della nostra economia, anche se purtroppo fortemente colpito dalle vicissitudini che si sono susseguite negli ultimi anni e, in particolare, negli ultimi mesi.

Colleghi, la tematica che abbiamo approfondito in Commissione e nella discussione generale odierna è di attualità: il deflusso minimo vitale, cioè la quantità di acqua che deve essere assicurata per la sopravvivenza degli ecosistemi acquatici a salvaguardia del corpo idrico e, in generale, per gli usi plurimi a cui il bacino è destinato. Stiamo, quindi, parlando di gestione della risorsa idrica, che non è altro che la gestione della vita.

L'acqua è vita; lo diciamo oggi, nel 2022, quando tanti sono gli obiettivi di medio e lungo periodo che ci prefiggiamo. Penso alla neutralità climatica entro il 2050, caposaldo del green deal europeo. Se guardiamo al medio e lungo periodo con gli obiettivi da raggiungere, occorre guardare anche alle problematiche che bisognerà gestire e affrontare. Il 2050 è anche l'anno in cui 5 miliardi di persone saranno a rischio di carenza di acqua pulita.

Permettetemi di riportare il problema dalla dimensione macro - che già di per sé turba e non poco - alla dimensione micro: crisi idriche generalizzate implicano necessariamente una crisi idrica anche per l'agricoltura, quel comparto che, detto in parole semplici, garantisce il cibo sulle nostre tavole. L'acqua per l'agricoltura, comparto che corre veloce, portando il nostro Paese al raggiungimento di tanti significativi obiettivi, è come il carburante della Formula 1: senza, le famosissime monoposto non possono correre. Senza acqua per irrigare i campi, i nostri prodotti di eccellenza semplicemente non possono esistere.

Ecco perché ci siamo concentrati sulla questione. In questi mesi sono stati diversi i soggetti che abbiamo audito per approfondire la tematica e arrivare a portare in Assemblea il documento che a breve sarà posto in votazione. Tra gli esperti in materia abbiamo ascoltato professori universitari, gruppi societari, rappresentanti del territorio; ricordo le audizioni dei rappresentanti dell'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi), le organizzazioni professionali agricole, gli organismi della cooperazione, l'ISPRA.

Si tratta di un argomento che ha come struttura un complesso quadro normativo di riferimento, che parte dal 1989, con la definizione del deflusso minimo vitale, fino ad arrivare alle nuove linee guida stilate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che hanno aggiornato i metodi di determinazione di tale deflusso, in modo da rendere operativo il passaggio al deflusso ecologico.

Diversi soggetti auditi hanno evidenziato come il passaggio verso la nuova metodologia di calcolo comporterà un possibile mancato soddisfacimento dei fabbisogni irrigui dell'intero territorio, con inevitabili ricadute non solo in ambito agricolo. Tutto ciò, quindi, aggrava una situazione già di per sé negativa, anche alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici, evidenti soprattutto con le ripercussioni sull'attività agricola. Penso soprattutto ai prolungati periodi di siccità.

Ecco perché abbiamo ritenuto necessario far precedere una fase di attento monitoraggio e sperimentazione della gestione delle risorse idriche, con un'attenta raccolta dati. Dobbiamo capire che i dati in agricoltura sono fondamentali, altrimenti sarebbe tutto imprevedibile. Pertanto, punto fondamentale è innanzitutto proseguire la sperimentazione per almeno altri due anni e individuare, quindi, interventi volti a preservare la sicurezza alimentare e il sistema economico del Paese, assicurando che la transizione dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico sia accompagnata dalla valutazione degli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere o restaurare.

Sono quindi obiettivi importanti per l'Esecutivo, che ritengo assolutamente necessari per tutelare il comparto e guidarlo verso un adeguamento della normativa per nulla immediato e semplice, certi di poter proseguire in tale direzione, la stessa che ci spinge sempre al fianco delle nostre eccellenze dell'agroalimentare. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Leone. Ne ha facoltà.

LEONE (M5S). Signor Presidente, la risoluzione sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti rappresenta un importantissimo salto concettuale nel considerare la questione relativa ai corsi d'acqua, al loro bacino idrico e al bioma che lì abita. Infatti il deflusso minimo vitale, introdotto nella nostra legislazione in materia già nel 1989, era un concetto monco in quanto lasciava quasi in ombra un'altra importante componente connessa ai fiumi. Tale concetto trascurava infatti la flora e la fauna nonché la presenza antropica che vi gravita. Ebbene, il passaggio dal deflusso minimo vitale al concetto di deflusso ecologico (DE), con il recepimento della direttiva quadro sulle acque avvenuto con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, rende finalmente la possibilità di considerare la questione in modo più completo e rispettoso.

L'articolo 2 del decreto del direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 30/STA del 13 febbraio 2017 specifica che le Autorità distrettuali di bacino, in quanto responsabili della funzione di coordinamento delle attività regionali finalizzate all'attuazione dei provvedimenti legislativi, sono incaricate di individuare gli approcci metodologici per la determinazione del deflusso minimo vitale.

La questione dei fiumi dunque viene affrontata finalmente in modo specifico, rispettoso e in maniera ecosistemica. I cambiamenti climatici in atto, specie nell'ultimo ventennio, stanno mettendo a dura prova la nostra capacità di adattamento, ma noi esseri umani siamo esseri intelligenti e quindi capaci di adattarsi alla tecnica e alla scienza, che ci permetteranno di dare risposte adeguate.

L'acqua è un bene prezioso ancor più che una risorsa scarsa e anche se il nostro pianeta nel sistema solare è il pianeta blu, proprio per la preminenza delle acque, vale la pena di ricordare che solo il 5 per cento dell'acqua presente ha un uso potabile o irriguo; il resto è mare. Siamo di fronte ad un'esigenza ed emergenza idrica, è inutile negarlo. C'è una scarsa piovosità e conseguentemente una scarsità d'acqua. Dobbiamo adeguarci ed è la politica che deve saper prendere i giusti provvedimenti legislativi e segnarne le linee-guida. È però anche vero che ciascuno di noi, tutti noi cittadini, dobbiamo adottare comportamenti responsabili nei confronti della risorsa idrica, facendone un uso più consapevole e rispettoso.

Le previsioni per la prossima estate purtroppo non lasciano ben sperare. C'è infatti una probabilità assai elevata di anomalie negative di precipitazioni e si prevede un 15 per cento in meno di disponibilità nella media.

Il settore dell'agricoltura è il primo a risentire di questa situazione perché è il più esposto. È però chiaro che a risentirne saranno tutti i comparti. Bisogna dunque adottare nuove strategie ora e per l'avvenire, anche nella progettazione dell'abitare, cercando modi e tecniche di progettazione, per non disperdere questa preziosa risorsa che è l'acqua e buttarla al mare o farla confluire nelle rete fognaria. Non possiamo più permetterlo. Dobbiamo altresì studiare sistemi di raccolta delle acque pluviali e abituarci all'uso responsabile e consapevole della stessa.

Ricordiamo che ogni fiume ha un suo nome proprio, una sua storia particolare, ha cioè una sua specificità e individualità unica che l'interazione con l'uomo ha reso spesso un fattore identitario e ne ha permesso attività economiche sostenibili e anche necessarie.

I fiumi non devono essere più considerati come entità da sfruttare o, peggio, come discariche; sono cose vive e vitali, sono sistemi integrati. Ripeto, hanno un nome. A maggiore tutela sarebbe auspicabile che venissero riconosciuti come personalità giuridica proprio come sta avvenendo in Canada. Ciò sarebbe un'ulteriore tutela ecologica.

Ringrazio in conclusione i colleghi della Commissione agricoltura per il proficuo lavoro svolto. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Biti. Ne ha facoltà.

BITI (PD). Signor Presidente, oggi affrontiamo una risoluzione alla quale abbiamo lavorato in Commissione agricoltura e colgo l'occasione per ringraziare il Presidente e i colleghi per il lavoro che viene fatto in 9a Commissione, dove cerchiamo di avere sempre l'obiettivo preciso di provare a dare risposte che abbiano un senso e indirizzi che siano sicuramente attenti al nostro pianeta - e questo ne è un esempio - ma anche al mondo dell'agricoltura, che ha bisogno di essere sostenuto, aiutato e tutelato. D'altra parte, come ben sappiamo e come abbiamo detto tante volte, negli ultimi due anni soprattutto, quella filiera è importantissima e ha permesso a questo Paese di non avere mai problemi neanche durante la pandemia, nonostante sia stata interessata molto duramente dalle problematiche che dalla pandemia sono derivati.

Venendo alla risoluzione, signor Presidente, si parla di una transizione che sta avvenendo dal deflusso minimo vitale indicato dalle normative che concernono praticamente tutto ciò che tenta di bilanciare l'utilizzo delle risorse idriche con il mantenimento di quel deflusso vitale fondamentale per mantenere gli ecosistemi e la biodiversità, che tanto sono importanti anche per la sostenibilità, quindi, conseguentemente, anche per l'agricoltura, negli alvei dei fiumi, dei torrenti e di tutti quei luoghi dove c'è acqua.

La normativa vigente prevede che siano le autorità di bacino a definire e aggiornare i bilanci idrici e le linee guida per la definizione di tale deflusso minimo vitale, adottate nel 2004.

Presidente, dal 2004 ad oggi sono passati diciotto anni e lei sa perfettamente che il mondo è cambiato e sicuramente anche il clima nel nostro mondo è cambiato; l'acqua è diventata uno di quei beni primari, com'è da sempre, ma ancora di più, chiamato - può piacere o meno - l'oro blu, per cercare di far capire l'importanza fondamentale che ha oggi, essendo diventata una risorsa sempre più difficile da trovare, soprattutto in alcuni Paesi, e che anche nel nostro Paese - ahinoi - diventa sempre più difficile da gestire con estrema oculatezza ed attenzione.

Le innovazioni normative europee hanno successivamente introdotto un altro tipo di concetto, il deflusso ecologico, che richiama in maniera più veloce e semplice quanto dicevo prima, ovvero trovare quell'equilibrio necessario perché, all'interno dei nostri fiumi, dei nostri torrenti e là dove c'è acqua, non venga mai a calare il limite dell'acqua in modo da pregiudicare l'ecosistema proprio di quei luoghi, che deve essere tutelato.

La transizione è iniziata nel 2017 ed è sicuramente frutto di un impegno molto positivo perché, appunto, pone attenzione alla sostenibilità, all'ecosistema e alla biodiversità, come dicevo poco fa, quindi alla tutela delle risorse idriche, e però deve guardare molto attentamente anche a tutto ciò che con l'acqua si fa.

Parlando della nostra agricoltura e della nostra filiera agroalimentare, che tanto dall'acqua dipendono, bisogna stare molto attenti e approntare tutti quegli aggiornamenti fondamentali che questa metodologia potrebbe in qualche modo compromettere, producendo taluni scompensi sull'utilizzo dell'acqua nella filiera agricola. Infatti, ci potrebbero essere conseguenze dal punto di vista economico, ma anche sociale, sui sistemi agricoli e produttive nelle zone interessate.

Per questo la risoluzione, alla quale abbiamo lavorato e che è stata approvata dalla 9a Commissione permanente, chiede che si tenga conto di questo potenziale problema e che si governi questa transizione. Se poi, ai problemi legati a questo passaggio, aggiungiamo la siccità, che sta aumentando e che colpisce molte zone del nostro Paese e la situazione degli impianti in tante zone del nostro Paese - speriamo che su questo tema il PNRR possa dare una svolta, soprattutto nelle Regioni del Sud - e se dunque sommiamo i cambiamenti climatici e il deficit di strutture di alcune zone del nostro Paese, capiamo che mantenere questo equilibrio e fare questo passaggio sarà molto difficile.

Occorre quindi un'estrema attenzione da parte di tutti noi, che non può prescindere, ovviamente, dall'educazione e da stili di vita che insegnino il rispetto della risorsa idrica, soprattutto alle giovani generazioni. Signor Presidente, mi faccia fare un appunto su questo aspetto: credo che le giovani generazioni, su questo tema, siano molto più avanti di noi. (Applausi). I venerdì in piazza dei ragazzi ci insegnano che hanno a cuore tutto ciò che riguarda il nostro pianeta, molto più di quanto lo abbiamo a cuore noi. Abbiamo dunque tanto da imparare e sicuramente noi, le generazioni un po' più grandi che hanno vissuto nel benessere e, se vogliamo, anche nello spreco, dobbiamo imparare quanto invece l'acqua sia fondamentale e assolutamente non possiamo più permetterci di sprecarla.

Quindi la gestione idrica, in questo momento, diventa una sfida che tutti siamo chiamati a cogliere, nell'ambito della transizione ecologica, della quale ci riempiamo la bocca in tanti discorsi, ma che deve forse essere sperimentata ed espressa meno a parole e più nei fatti. Ribadisco dunque che questo ci ha portato a riflettere - la nostra risoluzione guarda soprattutto a questo - avendo particolare attenzione al mondo della filiera agroalimentare. L'acqua non riguarda infatti soltanto la cura dei campi e delle coltivazioni, ma come ben sappiamo riguarda anche gli allevamenti zootecnici, che senza acqua non potrebbero sopravvivere. Quindi l'attenzione al risparmio e alla cultura del risparmio dell'acqua deve accompagnarsi anche alla tutela di questa filiera, che è fondamentale. È una filiera della vita, come ha detto qualcuno, con una definizione, a mio avviso, azzeccata. Dobbiamo guardare dunque a questo, alla sostenibilità e alla transizione ecologica, che credo sia davvero un'enorme sfida, di cui spero saremo all'altezza. Con la Commissione abbiamo prodotto l'atto al nostro esame, proprio per impegnare tutti i senatori su questo tema. Speriamo che con il voto favorevole, che mi auguro arriverà, possiamo tutti prendere davvero coscienza di questo tema così importante. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Comunico che al testo della risoluzione già approvata dalla 9a Commissione permanente sono stati presentati l'ordine del giorno G1, dalla senatrice Naturale e da altri senatori, e l'ordine del giorno G2, dal senatore Quarto e da altri senatori, i cui testi sono in distribuzione.

Il relatore, senatore Bergesio, non intende intervenire in sede di replica.

Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che invito anche a pronunziarsi sulla risoluzione già approvata dalla 9a Commissione permanente e sugli ordini del giorno presentati.

CENTINAIO, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sulla risoluzione già approvata dalla 9a Commissione permanente.

Esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G1, a prima firma della senatrice Naturale.

Esprimo parere favorevole anche sull'ordine del giorno G2, purché nella parte degli impegni al Governo siano soppresse le parole da «a far sì che le autorità distrettuali di bacino, di concerto con le Regioni» fino alle parole «bacini idrografici di competenza». Chiedo dunque che venga eliminata questa parte, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Chiederemo successivamente ai proponenti se accettano la riformulazione proposta.

Passiamo alla votazione del documento XXIV, n. 64.

SBROLLINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SBROLLINI (IV-PSI). Signor Presidente, Governo, relatore, colleghe e colleghi, come già evidenziato dal relatore e dai colleghi che mi hanno preceduta poco fa, come la collega Biti, la risoluzione che ci apprestiamo a votare oggi interviene per sanare un vulnus con riferimento proprio alle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti. Si tratta di un vulnus che affonda le proprie radici in un quadro normativo complesso, che ha dovuto rapportarsi anche con l'impatto delle fonti europee.

In questo è stato fondamentale l'intervento del Piano d'azione per la salvaguardia delle risorse idriche europee della Commissione europea, che ha migliorato la gestione quantitativa e qualitativa delle acque, rimettendo mano al quadro europeo e affiancando al concetto di deflusso minimo vitale quello di deflusso ecologico, da intendersi come il volume di acqua necessario affinché l'ecosistema continui a prosperare e a fornire i servizi necessari. A ciò è stato dato seguito con successivi decreti del Ministero dell'ambiente.

È da qui che, come opportunamente segnalato dai lavori delle Commissioni, grazie anche al lavoro di supporto delle molte audizioni, possono essere colti i rischi ed anche le problematicità. Infatti, il passaggio verso la nuova metodologia di calcolo potrebbe non essere esente da rischi e conseguenze, che potrebbero tradursi in possibili mancati soddisfacimenti dei fabbisogni irrigui dell'intero territorio. Le conseguenze di un quadro siffatto sono facilmente intuibili: non sarebbero solo i fabbisogni relativi al comparto agricolo ad andare in sofferenza, ma sarebbero direttamente coinvolti anche il settore industriale e artigianale. Tali rischi devono essere scongiurati anche per il delicato momento in cui ci troviamo a vivere, un momento certamente difficile dopo due anni di limitazioni dettate dall'emergenza pandemica che ha travolto il settore industriale e le imprese a tutti i livelli. È però un momento complesso e sfavorevole anche a causa dei bruschi cambiamenti climatici, che nel corso dell'ultimo ventennio hanno costituito un serio limite, oltre che un problema per il settore agricolo.

La risoluzione che portiamo oggi all'attenzione di quest'Assemblea, su cui Italia Viva-PSI esprimerà voto favorevole, si muove in un contesto problematico. Per questo chiediamo al Governo di intervenire con celerità in diversi ambiti. Chiediamo di avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni, allo stesso tempo posticipando i termini temporali di adeguamento dei rilasci d'acqua dalle derivazioni esistenti, per un periodo non inferiore a due anni. Chiediamo di sostenere e di intensificare, anche attraverso la previsione di adeguate risorse finanziarie, la sperimentazione del nuovo regime di gestione della risorsa idrica. Chiediamo però anche di concedere un congruo periodo di tempo per lo svolgimento, in parallelo, dei necessari studi socioeconomici, per dare così seguito all'applicazione del deflusso ecologico come componente del Piano di bacino.

Questi sono alcuni degli ambiti in cui chiediamo al Governo di attivarsi subito, affinché venga adottata una strategia per una mirata regolamentazione dei consumi idrici e vengano risolte le criticità che sono state rilevate dalla Commissione e che rischiano di avere un impatto deleterio sui numerosi comparti del nostro tessuto economico.

Quindi l'auspicio è che oggi, con il voto favorevole che anche noi esprimiamo come Gruppo a questa risoluzione, si possa mettere mano celermente a diverse criticità che in questo intervento ho voluto brevemente esprimere. (Applausi).

LA PIETRA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA PIETRA (FdI). Signor Presidente, onorevole Sottosegretario, colleghi senatori, è innegabile che stiamo vivendo un momento particolarmente complesso, che per molteplici cause impatta in maniera negativa sul sistema agricolo e non solo. Un conflitto è in atto sul territorio europeo fra Ucraina e Russia; una situazione economica, già di per sé drammatica a causa della pandemia, negli ultimi anni ci ha colpito in maniera drammatica sul piano sanitario, con conseguenze negative anche sul settore produttivo; il cambiamento climatico provoca eventi sempre più estremi.

In questo contesto si innestano regole, leggi e direttive fatte in momenti diversi, in momenti in cui la normalità - se così vogliamo chiamarla - poteva permettere di fare scelte che oggi purtroppo dobbiamo avere il coraggio - e, aggiungo, la saggezza - di cambiare per non peggiorare ancora di più la situazione. L'atto in discussione va in questa direzione. Fondamentalmente chiediamo al Governo di rimandare di due anni l'entrata in vigore delle regole di attuazione del deflusso ecologico dei corsi d'acqua, in sostituzione del deflusso minimo vitale, che - lo voglio sottolineare - comunque rimane in vigore.

Non ripercorro la storia amministrativa delle varie disposizioni, mi limito soltanto a segnalare come in questo contesto sia indispensabile tale atto per non precludere ulteriormente il prelievo di acqua. Occorre dare delle priorità e avere responsabilità. Sia ben chiaro che abbiamo a cuore l'ambiente e l'ecosistema dei corsi d'acqua, tant'è che le regole del deflusso minimo vitale ci sono e restano, ma oggi dobbiamo fare i conti con una situazione mutata. Occorre quindi capire i motivi di questa richiesta e di questo atto. Abbiamo detto come la concomitanza di alcune situazioni stia creando una tempesta perfetta per la gestione del sistema idrico nazionale. La pandemia ha creato non pochi problemi, bloccando per due anni la maggior parte degli interventi ordinari e straordinari. A causa delle norme sanitarie molti uffici sono stati chiusi o con personale ridotto; progettualità sospese; tutto rallentato per concentrarsi giustamente sull'emergenza sanitaria. Però adesso dobbiamo recuperare il tempo perduto.

L'aggressione russa all'Ucraina ha provocato un aumento esponenziale dei costi dell'energia e delle materie prime. Le sanzioni hanno provocato un impatto negativo anche sulle nostre aziende, a cui dobbiamo cercare di dare risposte concrete. Oggi l'Europa si accorge che non esiste una sovranità alimentare. L'Italia si accorge di quanto sia dipendente dalle importazioni, quindi si è deciso giustamente di aumentare gli ettari coltivati e per questo occorre conseguentemente più acqua.

I cambiamenti climatici ormai sono caratterizzati da eventi straordinari e improvvisi, a volte con eccesso di precipitazioni, a volte con periodi di siccità prolungata, come quello che stiamo vivendo adesso, con mesi di siccità e un periodo invernale che ha visto poco innevamento e che, stanti le previsioni, continuerà con un'estate con precipitazioni scarse, aggravando ancora di più la situazione.

In tutto questo si innesta l'entrata in vigore del deflusso ecologico: un'ulteriore criticità normativa che al momento va rimandata.

In Commissione abbiamo capito le conseguenze dell'entrata in vigore di questo principio e dopo aver audito, in poco più di due mesi, molti soggetti, abbiamo redatto questo documento da sottoporre al parere dell'Assemblea per impegnare il Governo in alcune azioni da attuare per approfondire l'impatto dell'entrata in vigore delle regole del deflusso ecologico, ma sostanzialmente a prorogare di due anni dall'entrata in vigore di queste regole e a fare ulteriori approfondimenti in merito, anche in prospettiva delle problematiche sopra descritte, in modo da rendere il tutto più sostenibile. Certo, la gestione delle risorse idriche, che investono comparti differenti fra loro - dall'irrigazione agricola all'uso civile, dall'uso artigianale-industriale alla produzione di energia elettrica (ricordo che negli ultimi mesi la produzione di energia idroelettrica è calata del 50 per cento a causa della siccità in atto) e, non ultima, la salvaguardia dell'ambiente - non può basarsi solo sulla problematica dell'oggetto di questo documento, ma dovrebbe avere un più ampio spettro di azione, con una cabina di regia che possa meglio coordinare tutti gli attori coinvolti nella gestione delle risorse idriche: dalle Regioni alle autorità di bacino, dagli ambiti territoriali ai Comuni, dalle società titolari delle reti ai consorzi.

Presidente, mi permetta di fare una riflessione che riguarda in particolare i lavori parlamentari e la gestione degli stessi da parte del Governo, poco attento - uso un eufemismo - non solo alle proposte dell'opposizione, ma ai lavori delle stesse Commissioni. Ad ottobre 2020, in Commissione agricoltura, abbiamo approvato all'unanimità, se non vado errato, la relazione sull'affare assegnato relativo alle problematiche concernenti i consorzi di bonifica ed irrigazione e colgo l'occasione per ringraziare il relatore di allora, senatore Trentacoste, del lavoro fatto. In quella relazione si impegnava il Governo su diversi punti e cito i più rilevanti: il rilancio del ruolo strategico dei consorzi di bonifica e irrigazione nella gestione e nella difesa del territorio e delle sue risorse nel contrasto al rischio idrogeologico e nel supporto all'agricoltura nazionale; una revisione e un rafforzamento del modello di governo dei consorzi che consolidi il ruolo dell'agricoltore e dei beneficiari diretti delle attività consortili; l'emanazione di provvedimenti volti al potenziamento del Piano nazionale invasi, al fine di completare i lavori di esecuzione delle opere già parzialmente realizzate; predisporre lo studio di un piano di dragaggio degli invasi e di cura dei corsi d'acqua che consenta di recuperare il volume di raccolta idrica. Tutte azioni che, se messe in campo, oggi ci avrebbero permesso di affrontare il problema idrico sicuramente con maggiore tranquillità. Tutto questo non è stato possibile farlo, quella relazione non è arrivata in Aula e quindi non abbiamo potuto dare questi indirizzi che sarebbero stati fondamentali oggi per risolvere il problema della questione idrica. Parimenti - per fare un ulteriore accenno - se si fosse portato in Aula l'affare assegnato sui danni all'agricoltura, approvato in Commissione, forse l'emergenza sulla PSA si sarebbe potuta affrontare in maniera differente.

Presidente, la politica - lo dico al rappresentante del Governo - deve anche prevenire e non può affrontare solo le emergenze quando le stesse possono essere invece previste. Dico ciò anche per stigmatizzare come questa maggioranza eterogenea rinuncia a discutere provvedimenti non solo di buonsenso, ma anche necessari, pur di garantire il precario equilibrio fra le varie forze politiche che la compongono. Noi di Fratelli d'Italia, come sempre, diamo il nostro contributo e garantiamo il nostro appoggio a tutti quei provvedimenti che riteniamo utili e necessari per la Nazione.

Per tutti questi motivi, annuncio, come già espresso in Commissione, il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia. (Applausi).

TARICCO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TARICCO (PD). Signor Sottosegretario, la risoluzione alla nostra attenzione in questo momento pone un tema centrale, ovvero il percorso di salvaguardia e valorizzazione di un bene tra quelli più preziosi, l'acqua, soprattutto nel contesto che stiamo vivendo, alla luce dei cambiamenti climatici in atto.

Ne parliamo guardando soprattutto agli utilizzi che abbiamo più vicini, in particolare quello agricolo. Verifichiamo il tema dell'acqua a partire dal percorso normativo in atto. È già stato detto dai colleghi che sono intervenuti prima: stiamo muovendoci all'interno dell'attuazione della direttiva quadro delle acque in un anno particolare. È l'anno nel quale prende avvio una transizione. Dal precedente quadro normativo di riferimento e dai metodi di calcolo per il deflusso che deve essere lasciato nei fiumi e nei torrenti dopo i prelievi di acque, secondo il metodo del deflusso minimo vitale, si avvia la transizione verso il deflusso ecologico. È un passaggio sicuramente importante, perché l'obiettivo di questa transizione è una valorizzazione, non soltanto della quantità, ma della qualità delle acque. D'altra parte, è una valorizzazione che tiene conto di tutto il contesto ambientale intorno all'acqua e quindi dell'ambiente circostante.

Una transizione che, come è stato detto dai colleghi che sono intervenuti, prende sostanzialmente avvio dalla decisione della Commissione europea del 2015, recepita in Italia dal decreto legislativo del Ministero dell'ambiente del 2017. Dopo quella data, le Autorità di bacino prima e le Regioni poi si sono mosse per dare concretamente attuazione alla nuova metodologia di calcolo, che deve tener conto di tutte le variabili cui facevo riferimento prima per quel che riguarda i bilanci idrici dei bacini idrografici e di tutte le aste e i corsi d'acqua.

È un passaggio sicuramente importante e fondamentale. Però, dalle risultanze che emergono dalle prime simulazioni di attuazione e dal rifacimento dei metodi di calcolo, come ci è stato rappresentato in modo significativo ed evidente nelle audizioni che abbiamo fatto in Commissione per preparare questa risoluzione, si evidenzia in modo abbastanza chiaro una significativa incidenza su quelli che sono i rilasci che si renderebbero necessari per ottenere questi risultati, in moltissimi casi in modo significativo, e che andrebbero a impattare sia per quanto concerne l'agricoltura sui prelievi destinati all'irrigazione sia per quel che riguarda la produzione energetica per i rilasci destinati alla produzione di energia idroelettrica.

Tutto questo avviene in un contesto climatico, l'anno in corso, nel quale tutti i dati che abbiamo a disposizione evidenziano la previsione di un'anomalia negativa delle precipitazioni che va dal 15 al 20 per cento, almeno per i dati disponibili in questo momento.

Il combinato disposto, quindi, di potenziali regole che andrebbero ad incidere negativamente sulla possibilità di derivazioni e di captazioni finalizzate sia all'uso irriguo sia all'uso idroelettrico e a minori disponibilità idriche naturali da precipitazioni rischia di creare fortissime criticità sul comparto idroelettrico e sull'agricoltura.

Ciò alla luce, tra l'altro, di un quadro di contesto nel quale le vicende che abbiamo vissuto in questo ultimo anno e mezzo, per quel che riguarda la situazione pandemica prima e la crisi legata all'Ucraina poi, hanno reso evidente lo straordinario fabbisogno che tutto il Paese ripone sia sull'approvvigionamento alimentare sia sull'approvvigionamento energetico.

Alla luce di questa consapevolezza, di queste considerazioni e anche del fatto che nelle normative di recepimento cui facevo riferimento prima (sia quelle del decreto legislativo nazionale, sia le norme attuative che le autorità di bacino hanno messo a punto) è prevista in situazioni particolari la possibilità di deroghe che vadano ad incidere sulle regole generali che ci si è dati; alla luce di tutto ciò abbiamo predisposto questa proposta di risoluzione che sostanzialmente va a indicare una strada. Da una parte, siamo consapevoli che il quadro normativo di cui stiamo parlando ragiona sulla divisione dell'acqua esistente alla luce degli utilizzi reali; siamo quindi consapevoli che la vera scommessa che abbiamo di fronte è quella di lavorare con investimenti per aumentare la capacità di invaso, per ridurre le perdite nel trasporto dell'acqua, sul risparmio idrico in generale e in agricoltura, tenuto conto delle nuove tecnologie messe a disposizione. Penso all'utilizzo di sensori, all'utilizzo di un'agricoltura di precisione, all'utilizzo di forme di irrigazione a goccia e a spruzzo e ad altre forme che permettono di razionalizzare al massimo gli utilizzi. Questa sarà la vera scommessa.

Tuttavia, nel contingente, con la risoluzione che abbiamo approvato in Commissione e che è posta all'attenzione dell'Assemblea, creiamo le condizioni affinché si possa determinare lo spazio per un attento monitoraggio da parte del Governo e una rivalutazione dei metodi di calcolo definiti. Infatti, nelle audizioni svolte ci sono state riferite anomalie che starebbero emergendo in molti bacini idrografici sui meccanismi di calcolo. Questi ultimi, quindi andranno rivisti e rivalutati, andranno considerate le ricadute economiche e sociali della piena attuazione della norma per capire se sono necessarie revisioni. Tutto questo nell'arco di un biennio, al fine di gestire con tranquillità questa transizione, affinché non abbia un impatto troppo pesante, come quello che c'è stato rappresentato, sull'agricoltura e sul comparto della produzione di energia idroelettrica.

Noi crediamo che questa sia una soluzione di grande buon senso, che tra l'altro va nella direzione della previsione normativa di deroghe e di meccanismi di attuazione flessibili, duttili e da rimodulare nel tempo - così è scritto nelle norme che sono state recepite e poste alla nostra attenzione - perché crediamo che sia necessario fare questa valutazione, contemperando le esigenze da mettere in gioco.

L'ordine del giorno che è stato presentato e che abbiamo sottoscritto va nella direzione di completare questo quadro, ribadendo con chiarezza che in questo senso chiediamo al Governo un impegno forte per intervenire sui corsi d'acqua, sulla rinaturalizzazione delle sponde, sulla valorizzazione del contesto ambientale. Siamo infatti convinti che questo sia un bene da tutelare e da salvaguardare, ma in un percorso che non impatti di colpo, peraltro in un'annata di per sé complicata per il livello di precipitazioni, e che non rischi di incidere in modo negativo su un comparto agricolo che, per le situazioni che abbiamo vissuto, sappiamo essere centrale e cruciale per il futuro del Paese.

Per tutti questi motivi, il Partito Democratico voterà a favore della proposta di risoluzione. (Applausi).

DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, molte questioni affrontate dalla risoluzione così come le preoccupazioni del quadro generale sono certamente condivisibili, però devo far notare che l'atto di indirizzo pone principalmente l'accento sulle difficoltà di approvvigionamento che si rischiano con l'applicazione del deflusso ecologico.

Comprendo che ci troviamo di fronte a una situazione abbastanza complicata e difficile, soprattutto in questa stagione, anche a causa della siccità. Però, a mio avviso, non è ben chiaro il fatto che è necessario mettere in campo una serie di strumentazioni per tutelare i nostri fiumi e le nostre acque, che per noi sono una risorsa fondamentale, un elemento assolutamente determinante. Non dobbiamo assolutamente ignorare un'esigenza che a mio avviso doveva essere al centro della nostra attenzione e che in qualche modo l'ordine del giorno del senatore Quarto fa presente, rappresentando da questo punto di vista un passo in avanti: non possiamo assolutamente ignorare l'esigenza fondamentale di un miglioramento dello stato ecologico delle nostre acque, in una situazione molto compromessa. E quindi non dobbiamo sbagliare i termini su cui concentriamo la nostra attenzione, perché la questione per noi cruciale è come garantire il massimo benessere dello stato ecologico dei nostri fiumi, in termini di tutela ambientale. La nostra preoccupazione fondamentale è impedire che l'intero sistema idrico del nostro Paese possa arrivare a punti di non ritorno, con conseguenze gravi sia per l'approvvigionamento, sia in termini generali.

È vero che alcune sperimentazioni sull'applicazione del deflusso ecologico segnalano che i parametri non necessariamente migliorano. Però a mio avviso dobbiamo essere molto prudenti nel sostenere un ulteriore slittamento dell'applicazione o un'eventuale deroga. Siamo assolutamente d'accordo sul proseguire le sperimentazioni, ma queste devono servire a individuare - in questo senso va anche l'ordine giorno del senatore Quarto - pratiche maggiormente efficaci per migliorare lo stato di salute delle nostre acque. Non dobbiamo pertanto rimanere ancorati a strumenti che sinora comunque hanno mostrato tutti i propri limiti, come il deflusso vitale minimo.

Come è emerso infatti anche nel corso delle audizioni, l'evoluzione normativa europea e nazionale ha fatto emergere da tempo la necessità di adottare misure più adeguate per la gestione dei flussi idrici, superando e/o integrando il concetto di deflusso minimo vitale. Il concetto di introduzione del deflusso ecologico è a mio avviso un punto di vista importante. Va bene proseguire le sperimentazioni, ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che l'obiettivo è un deflusso ecologico il cui regime sia assolutamente conforme al raggiungimento degli obiettivi ambientali definiti dall'articolo 4 della direttiva quadro acque. A mio avviso bisogna considerare l'importanza del deflusso nel garantire questi stessi obiettivi.

La condizione delle nostre acque - lo sapete perfettamente - è già ora molto compromessa. Solo il 40 per cento dei corpi idrici superficiali versano in uno stato ecologico buono. I nostri corsi d'acqua sono soggetti purtroppo a un attacco indiscriminato e legalizzato, spesso anche con interventi di manutenzione idraulica molto sbagliati. Vi è il taglio indiscriminato della vegetazione ripariale e il dragaggio degli alberi, realizzati con la scusa della sicurezza idraulica. Si tratta quindi di una gestione che, tra Regioni, consorzi di bonifica, uffici e servizi tecnici territoriali, è tutto meno che omogenea. Peraltro, sappiamo perfettamente che in molti casi si è costruito in aree pericolose e che è aumentata la percentuale di suolo consumato lungo i fiumi; quindi non solo è aumentata la pericolosità idraulica, ma tutto questo è un ulteriore grave problema. Ci troviamo in un periodo di cambiamenti climatici e di caos climatico, in cui si alternano periodi lunghi di siccità, come quello che abbiamo adesso soprattutto nel Nord Italia e nel bacino del Po, a precipitazioni improvvise ed estreme.

In una situazione come questa credo che dobbiamo certamente andare avanti con le sperimentazioni, oltre a mettere in campo una serie di norme e spingere fortemente su questo.

In generale, il piano di adattamento del nostro Paese, mi dispiace dirlo, è purtroppo ancora in forte ritardo per cui, se vogliamo salvare la salute dei nostri fiumi, del territorio e dell'agricoltura, credo sia assolutamente necessario proseguire nel dare una serie di indirizzi per quanto riguarda l'adattamento ai cambiamenti climatici su questo tema specifico.

Penso che occorra dunque intervenire su alcune questioni assolutamente urgenti, come avviare gli interventi integrati per ridurre il rischio idrogeologico e per il miglioramento dello stato ecologico, riattivare le funzioni ecologiche dei fiumi, fermando l'ulteriore artificializzazione del reticolo idrografico, rivedere le regole di concessione per garantire maggiore acqua al sistema e mettere in campo - per esempio nel settore agricolo - anche una serie di misure, prevedendo degli incentivi. Tra l'altro, sapete meglio di me quanto gli agricoltori e le associazioni di agricoltori abbiano fatto proposte e siano disponibili a mettere in campo meccanismi e di incentivi per ridurre il prelievo delle acque e l'esigenza stessa dell'acqua. Oggi abbiamo tecnologie e tecniche che possono permettere tutto questo, dall'agricoltura di precisione ad altri sistemi di irrigazione.

Per fare questo, siccome viviamo in momenti complicati e difficili, è necessario mettere in campo un sistema di incentivi. L'agricoltura, che a volte è vittima come sappiamo, può aiutare o meno a risolvere il problema. Dal momento che vi è un problema di sovranità alimentare molto forte ormai nel nostro Paese, penso che, come ho già detto, dobbiamo mettere in campo dei sistemi e prevedere degli incentivi.

Grazie a questi progressi tecnologici dobbiamo introdurre anche altri segnali che, per esempio, devono arrivare anche dal piano di sviluppo rurale nazionale: introdurre il fattore della temperatura dell'acqua e della vegetazione ripariale nella determinazione del deflusso ecologico; affidare al sistema delle Agenzie ambientali regionali il compito di monitorare il bilancio idrogeologico; effettuare una caratterizzazione quali-quantitativa delle acque nel corso delle piene significative e disciplinare l'accettabilità della realizzazione degli impianti. Anche sul mini idroelettrico servono regole, perché bisogna sempre vedere qual è il bilancio tra costi e benefici. Infine, e soprattutto, occorre incentivare le tecniche di depurazione naturale e promuovere una grande campagna di informazione per il recupero e l'impiego delle acque piovane.

Come vedete c'è dunque una serie di cose che possono essere messe in campo. Personalmente non sono contraria a proseguire le sperimentazioni e a verificare meglio i dati; l'importante è che abbiamo ben chiaro l'obiettivo.

Per tutti questi motivi, non condividendo appieno la risoluzione, ci asterremo e voteremo a favore invece dell'ordine del giorno G2, a prima firma del senatore Quarto. (Applausi).

DE BONIS (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE BONIS (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'acqua è un bene vitale e va amministrato nel modo più assennato possibile in tutto il suo ciclo. Il deflusso, di cui ci stiamo occupando in questa sede, ne è parte imprescindibile.

Il concetto di deflusso minimo vitale è stato introdotto nel quadro legislativo italiano dalla legge n. 183 del 1989 per poi essere modificato e aggiornato nel tempo fino al passaggio al deflusso ecologico. Attualmente il deflusso minimo vitale è la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d'acqua, che deve garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche e chimiche dello stesso e che deve essere tenuto in considerazione ai fini del rilascio delle concessioni di derivazione e, più in generale, nella fase di redazione di un bilancio idrico.

L'attuazione della direttiva europea 2000/60/CE, attraverso i piani di gestione delle acque, ha posto le basi per un'evoluzione dello strumento di tutela del deflusso minimo vitale verso il concetto di deflusso ecologico.

In Commissione, attraverso l'esame dell'affare assegnato, abbiamo approfondito le conseguenze derivanti dal passaggio dalla disciplina del deflusso minimo vitale a quella del deflusso ecologico, in un'ottica di transizione ecologica. Ci siamo però resi conto che il passaggio, se attuato in maniera troppo rigida, rischia di produrre effetti negativi, tra i quali la riduzione della disponibilità di acqua a fini irrigui, con evidenti danni a tutto il comparto agricolo, industriale e dell'artigianato.

Il deflusso ecologico costituisce quindi un elemento di fondamentale importanza nell'attuazione delle misure di tutela e salvaguardia dello stato ambientale dei corpi idrici, perché contribuisce a garantire il conseguimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici fissati proprio dai piani di gestione delle acque. Il tema pone evidentemente in risalto la necessità di regolamentazione degli utilizzi della risorsa, in particolare in agricoltura, che si approvvigiona in larga parte da corpi idrici superficiali. Ciò al fine di adottare misure che, nel mitigare l'impatto del comparto agricolo sullo stato qualitativo e quantitativo della risorsa idrica, siano improntate anche alla loro sostenibilità in termini socio-economici.

Tale indirizzo va chiaramente contestualizzato nei diversi ambiti distrettuali in ragione dei sistemi di prelievo e approvvigionamento che connotano il comparto irriguo. Nel caso del distretto dell'Appennino meridionale, facendo riferimento alle aree irrigue consortili, gran parte della risorsa destinata a scopo irriguo viene prelevata in corrispondenza di invasi. La presenza di sistemi di compenso basati su invasi, in taluni casi anche a carattere pluriennale, deriva dalla peculiarità dei corsi d'acqua nel territorio del Mezzogiorno, con un deflusso spesso fortemente variabile. Conseguentemente, i sistemi di prelievo e approvvigionamento destinati all'agricoltura sono stati progettati e realizzati assumendo come vincoli la mancanza di una disponibilità di fluenza adeguata ai fabbisogni da soddisfare nel periodo irriguo.

Il territorio del distretto idrografico dell'Appennino meridionale si connota in maniera del tutto peculiare rispetto al resto del territorio nazionale per la presenza di una rete imponente di infrastrutture deputata al trasferimento di risorsa idrica tra Regioni confinanti. La redazione del progetto di piano delle acque ha visto un aggiornamento e un approfondimento dell'analisi delle pressioni antropiche agenti sui corpi idrici superficiali e sotterranei e degli impatti conseguenti.

Il ciclo di audizione svolto in Commissione ha dunque permesso di raccogliere documenti molto importanti, dai quali è scaturita la complessità del quadro normativo. La Commissione agricoltura e produzione agroalimentare ha peraltro constatato come il passaggio dal deflusso minimo vitale a quello ecologico stia avvenendo in un contesto particolarmente sfavorevole dato dalle emergenze ambientali degli ultimi vent'anni, quali l'aumento della temperatura terrestre e il verificarsi di sempre più frequenti eventi metereologici estremi e poco prevedibili, con i conseguenti prolungati periodi di siccità alternati a intense precipitazioni, il più delle volte con effetti devastanti per i territori.

Durante l'esame dell'affare assegnato è dunque emersa l'urgenza di riesaminare e adattare gli strumenti attuativi finora vigenti, al fine di una razionale utilizzazione delle risorse idriche. È risultata inoltre evidente l'opportunità di procedere a un meticoloso monitoraggio della gestione delle risorse idriche e di raccolta dati, ritenendo utile svolgere le necessarie sperimentazioni.

Con la risoluzione oggi all'esame dell'Assemblea la Commissione ha ritenuto opportuno segnalare al Governo la necessità di agire urgentemente in diversi ambiti: avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni per un periodo non inferiore a due anni; sostenere la sperimentazione del nuovo regime di gestione della risorsa idrica, anche attraverso la previsione di adeguate risorse finanziarie a supporto dell'attività di studio e analisi necessarie al compimento della transizione; concedere un giusto periodo di tempo per lo svolgimento dei necessari studi socio-economici per dare seguito all'applicazione del deflusso ecologico; assicurare che la transizione dal deflusso minimo vitale a quello ecologico sia accompagnata da una valutazione esatta dei dati relativi alle portate in alveo e agli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere.

Pertanto, poiché lo scopo principale della risoluzione in esame è anzitutto tutelare un bene fondamentale come l'acqua e prevedere meccanismi di gradualità nel passaggio dall'attuale sistema a quello del deflusso ecologico, come vorrebbe la transizione ecologica, al fine di valutare appieno gli effetti sul comparto agricolo, esprimo il voto favorevole del Gruppo Forza Italia. (Applausi).

VALLARDI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALLARDI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, saluto il sottosegretario Centinaio, il Governo e tutti i colleghi presenti alla discussione della risoluzione sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti, importante per il mondo dell'agricoltura, ma soprattutto per l'ambiente.

Desidero ringraziare veramente i colleghi della Commissione agricoltura per il lavoro svolto; sì, abbiamo espresso un voto all'unanimità, ma l'argomento non è assolutamente semplice. Come abbiamo ascoltato dagli interventi in discussione generale, ma anche dalle dichiarazioni di voto, non è un argomento semplice; da una parte, vi è la sopravvivenza del mondo dell'agricoltura e, dall'altra parte, la volontà dei tanti ecologisti che vorrebbero, secondo me giustamente, un ambiente sempre migliore.

È chiaro che in gioco c'è l'acqua che scorre nei nostri fiumi; non è un argomento assolutamente semplice in un momento, davvero difficile e molto delicato, di cambiamenti climatici, di cui sentiamo parlare ormai da diversi anni. Ascoltiamo molte discussioni sull'argomento e tanta gente dire che dobbiamo combattere i cambiamenti climatici. Non credo si possano combattere i cambiamenti climatici, ma dobbiamo gestirli, una cosa ben diversa. Questo ragionamento va assolutamente fatto perché l'Italia, tra i Paesi europei, è forse quello che più sta subendo le conseguenze legate ai cambiamenti climatici. Li abbiamo visti, li stiamo subendo nel mondo dell'agricoltura, tantissimi sono i danni che i nostri contadini e i nostri agricoltori hanno subito in questi anni, ma il peggiore dei problemi è l'aumento della siccità nei nostri territori.

Circa il 20 per cento dei nostri territori - una cifra molto importante - è a rischio desertificazione. Vista la carenza del flusso d'acqua nei nostri fiumi, il cuneo salino sta salendo, rendendo difficilissima la coltivazione dei terreni vicini alla foce del fiume e, quindi, al mare.

Dobbiamo gestire meglio la risorsa idrica nel nostro Paese. Ricordo che in Italia, su tutta la superficie, cadono circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua ogni anno. Sono tanti, ma abbiamo un problema rilevante: non riusciamo a contenere neanche il 10 per cento di questi 300 miliardi di metri cubi d'acqua, neanche 30 miliardi di metri cubi, perché non abbiamo opere idriche e invasi a sufficienza per contenere questa acqua. Sarebbe molto semplice avere l'acqua a disposizione e poi poter irrigare i campi, ma non siamo in grado di gestire la risorsa idrica. (Applausi).

Che cosa fare allora? Credo sia anche abbastanza semplice, quasi elementare risolvere il problema. Bisogna intervenire economicamente, come affermato dall'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi), che mi permetto di ringraziare per il grande lavoro che ha svolto. Un lavoro che abbiamo fatto anche noi in Commissione agricoltura con l'indagine conoscitiva sulla situazione idrica di tutti i consorzi italiani. Abbiamo una situazione a macchia di leopardo, generalmente sufficiente. Da questa risoluzione abbiamo capito però che bisogna investire molti soldi. Non ne abbiamo investiti molti; mi rivolgo al Governo, qui rappresentato dal sottosegretario Centinaio, ma il ministro Patuanelli sa sicuramente che i soldi che abbiamo messo a disposizione per l'irrigazione del nostro territorio, per gli invasi, non sono affatto sufficienti. Non abbiamo stanziato neanche un miliardo di euro; fra il PNRR e l'ultima manovra di bilancio abbiamo messo 960 milioni per gestire gli invasi nel Paese, mentre ne servirebbero quattro volte tanto. Credo che una riflessione vada fatta serenamente da parte di tutti.

Ricordo la favola della cicala e della formica di Esopo: in questo Paese siamo forse un po' troppo cicale; spendiamo un po' troppi soldi in cose che possono anche essere utili, ma non possiamo darne a tutti, in maniera indiscriminata, e poi dove effettivamente servono - come per l'agricoltura - i soldi a disposizione non ci sono.

Esiste quella che personalmente ritengo un'equazione matematica abbastanza semplice: l'agricoltura più l'acqua ci dà il cibo, ma lo stesso non avviene senza acqua, e di cibo ne abbiamo assolutamente bisogno, oggi più che mai. (Applausi).

I brutti fatti che stanno accadendo nella guerra tra Russia e Ucraina ci hanno fatto capire quanto bisogno abbiamo di agricoltura in questo Paese; ci hanno reso consapevoli di quanto l'Italia non abbia l'autosufficienza per l'approvvigionamento alimentare. Dobbiamo recuperare la sovranità alimentare in questo Paese: ci chiedono di produrre più mais; ci chiedono più grano, perché abbiamo scoperto che importavamo soprattutto il grano tenero quasi completamente dalla Russia o dall'Ucraina. Tuttavia, come ci si può chiedere di fare più produzione agricola, nel momento in cui non abbiamo acqua a sufficienza per tutti? Quella poca acqua che abbiamo a disposizione se la contendono l'uso civile, i nostri acquedotti e le nostre genti, e ricordo quanto dobbiamo investire sul sistema acquedottistico della gestione dell'acqua, dato che nella media nazionale oltre il 30 per cento dell'acqua consumata dai nostri cittadini, prima di essere consumata viene dispersa, perché le condutture sono rotte e perdono. Il 30 o il 40 per cento degli acquedotti, a seconda della località dove si trovano, sono rotti. Bisogna investire; è facile recuperare l'acqua.

Bisogna investire sull'agricoltura 4.0: è necessario investire sui nuovi metodi irrigui; dobbiamo investire sugli invasi, perché l'acqua nel nostro Paese arriva, sì - mi ricorderò sempre dei 300 miliardi di metri cubi d'acqua - ma nel momento sbagliato: ne arriva troppa quando non ci serve e poi, quando ci serve, non ce l'abbiamo. È quindi molto semplice risolvere la questione: servono soldi a disposizione.

Prima di concludere il mio intervento, voglio fare una riflessione su una discussione che abbiamo avuto in Commissione agricoltura, quando si diceva che non avremmo presentato altri disegni di legge, poiché stava finendo il tempo a disposizione della legislatura. Ecco, credo che di tempo a disposizione per recuperare i soldi ne abbiamo.

Mi viene in mente il famoso allenatore Vujadin Boskov secondo cui «La partita finisce quando arbitro fischia». Ecco, facciamo una riflessione su questo. A mio avviso, prima che arrivi il fischio di fine legislatura, dobbiamo assolutamente trovare i soldi da investire nel mondo dell'agricoltura sull'irrigazione a favore di tutti i nostri agricoltori.

È per questa ragione che il Gruppo Lega voterà a favore del provvedimento. (Applausi).

NATURALE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NATURALE (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, la risoluzione che oggi si sottopone all'esame dell'Assemblea è il frutto dell'affare assegnato che ha impegnato la Commissione agricoltura in un serrato ciclo di audizioni per far luce sulle problematiche sollevate da istituzioni, consorzi di bonifica, mondo ambientale e attività produttive circa l'attuazione, in ambito nazionale, dal 1° gennaio, della direttiva europea n. 60 del 2000, che ha posto le basi per l'evoluzione dello strumento di tutela del deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua verso il concetto del deflusso ecologico.

Il deflusso ecologico può essere considerato un'evoluzione concettuale del deflusso minimo vitale: non lo sostituisce, ma i loro valori si integrano con l'aggiunta della componente ambientale. Oltre a garantire, cioè, una portata istantanea minima a valle delle opere di derivazione e captazione, in modo da salvaguardare le caratteristiche dei corpi idrici, per il raggiungimento degli obiettivi ambientali indicati dalla direttiva comunitaria quadro in materia di acque, così come definiti dalla direttiva deflussi ecologici, devono essere garantiti anche gli usi efficienti e sostenibili delle risorse idriche, tutelando l'ambiente e quindi assicurando la loro rinnovabilità nel tempo; tutto questo, monitorando lo stato dei corpi idrici e delle quantità, in risposta alle alterazioni naturali e antropiche legate ai diversi periodi dell'anno.

Inoltre, per deflusso ecologico si intende il volume di acqua necessario affinché l'ecosistema acquatico continui a prosperare. Si parla di quantità specifiche legate strettamente ai vari siti, cioè il deflusso ecologico dev'essere calibrato sui singoli corsi d'acqua, in quanto ciascun corso d'acqua ha le sue peculiarità e ha una sua chiara identità. Certamente la componente ambientale dev'essere garantita per la tutela e la conservazione degli habitat naturali e di fruizione, come sono definiti dal piano di tutela delle acque. È giustissimo quindi garantire anche i deflussi minimi, ma non si può soprassedere sul fatto che i calcoli sono stati effettuati con un algoritmo calibrato sulle condizioni idrogeologiche dell'Europa centro-settentrionale, difficilmente applicabile in tutti gli altri Paesi. In particolare, non possono essere applicati a molti fiumi italiani, soprattutto a carattere torrentizio, che in alcuni mesi dell'anno sono carichi di acqua - pensiamo alla primavera, con il disgelo, e all'autunno, nella stagione delle grandi piogge - mentre in altri periodi dell'anno sono quasi asciutti.

Dalle audizioni svolte, inoltre, è risultato evidente che ad ora non tutti i corsi d'acqua sono studiati e quindi mancano importanti dati Istat, soprattutto riguardo le misure sulla portata delle acque. Un dato inquietante è che dei circa 7.500 corpi idrici in Italia, solo il 10 per cento ha stazioni per il monitoraggio delle portate, non essendoci un ente unitario per lo studio orografico, ma il tutto è affidato a diversi enti, l'ARPA e gli uffici della Regione, che troppo spesso non forniscono rilevazioni complete dei dati. È necessario un osservatorio idrico più efficiente, in risposta ai cambiamenti climatici.

Inoltre, ad oggi, i risultati delle sperimentazioni, indispensabili in un quadro di bassa prevedibilità e in continua evoluzione, non sono pervenuti, i dati non sono verificati e spesso si dà spazio a notizie fuorvianti. È inevitabile, dunque, la necessità di riesaminare in modo approfondito il quadro e adattare gli strumenti vigenti a nuove tecnologie e pratiche virtuose, al fine di un razionale e parsimonioso utilizzo delle risorse idriche.

Da qui la risoluzione che abbiamo approvato in Commissione agricoltura e produzione agroalimentare nella seduta dello scorso 6 aprile, per chiedere al Governo di avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni sul nuovo regime idrico, sostenendole economicamente e intensificandole, quindi posticipando i termini temporali di adeguamento, per un periodo non inferiore ai due anni. Tutto questo per assicurare che la transizione dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico sia accompagnata da una valutazione esatta di una serie di dati, quali ad esempio le portate in alveo e gli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere o restaurare, per adottare una chiara strategia di regolamentazione dei consumi idrici.

Di fondamentale importanza è promuovere la rinaturazione dei corsi d'acqua e dei nastri vegetazionali delle rive, al fine di stabilizzare le sponde, favorire l'ombreggiamento e, di conseguenza, contrastare l'erosione e l'innalzamento della temperatura ambientale locale. Dunque dev'essere garantito, mediante un equilibrato contemperamento tra le pressioni economico-sociali e le esigenze di tipo ambientale, un corretto e sensibile uso delle acque, attraverso la promozione di campagne per il recupero e l'impiego delle acque piovane e di sistemi di distribuzione dell'acqua e tecniche di irrigazione, che, servendosi di nuove e più efficienti tecnologie, riescono a risparmiare acqua. L'impatto delle attività umane è sempre crescente. È quindi essenziale correre ai ripari per evitare il deterioramento delle acque sia superficiali sia sotterranee e nel contempo preservare le aree protette. La tutela di tutte le forme idriche e dei biosistemi non può prescindere dall'utilizzo ecocompatibile da parte degli individui e delle imprese stesse a cui sono collegate direttamente.

L'obiettivo da perseguire per una politica lungimirante che vuol scongiurare danni irreversibili per il sistema socioeconomico italiano è proprio quello di stimolare con determinazione, scienza e coscienza, cioè fare ulteriori sforzi per completare in fretta i necessari studi di ricerca per una corretta valutazione dei dati, al fine di mantenere, sì, gli equilibri ecosistemici indispensabili alla salute del nostro pianeta Terra, ma anche consentire la resilienza delle attività agricole e produttive ad essa legate.

Per tutti questi motivi, il Gruppo MoVimento 5 Stelle voterà a favore della risoluzione al nostro esame. (Applausi).

ABATE (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Mi scusi, senatrice Abate, come intende votare?

ABATE (Misto). Intendo votare contro la risoluzione, a differenza del Gruppo Misto che si astiene. Parlo a nome della componente L'Alternativa c'è.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

ABATE (Misto). Signor Presidente, colleghi e colleghe, se fino a poco tempo fa la Commissione agricoltura - è vero - lavorava all'unanimità, ma su provvedimenti buoni e a favore del settore dell'agricoltura, da quando è entrato in vigore il Governo dei migliori, che sta dando il meglio di sé, purtroppo devo dire che non è più così.

Al di là del fatto che si deve ottimizzare l'utilizzo del bene acqua e al di là dell'utilità della proroga dell'entrata in vigore del deflusso ecologico rispetto al deflusso minimo vitale che è attualmente in vigore, non è affatto condivisibile la metodologia che in questo momento si utilizza. In un provvedimento che contiene un punto condivisibile a favore del settore si infilano maglie larghe perché possa avvenire ogni tipo di speculazione. A tal proposito, non sono assolutamente condivisibili le deroghe che vengono ventilate e che si possono attuare, ma che saranno una certezza: parlo, ad esempio, di quelle deroghe che le Regioni possono fare per quanto riguarda determinati corsi d'acqua.

È vero che i fondi del PNRR non sono stati assolutamente distribuiti per le necessità, mentre gli invasi e la gestione dell'acqua erano una cosa necessaria. Abbiamo preferito dare i soldi ai contratti di filiera in un momento di crisi come questo o ai distretti del cibo e non si è pensato alle carenze e alle difficoltà strutturali. La carenza idrica in questo momento, con le variazioni climatiche, è strutturale.

Anch'io sto chiedendo al Ministro di andare a rivedere i fondi destinati dal PNRR. Se dobbiamo chiedere soldi, chiediamoli, ma non facciamo danni gravi e irreparabili all'agricoltura ed all'ambiente. È proprio per questo che dichiaro il voto contrario della componente L'Alternativa c'è. (Applausi).

PRESIDENTE. Prima di passare al voto, ricordo che gli ordini del giorno saranno posti in votazione dopo il documento della 9a Commissione.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del documento XXIV, n. 64.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1, presentato dalla senatrice Naturale e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'ordine del giorno G2 è stato rimodulato dal Governo e la riformulazione è stata accolta dai presentatori.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G2 (testo 2), presentato dal senatore Quarto e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo a proposito di un comparto, quello degli animali esotici, che conta migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori, e che dall'8 maggio, per un errore di questo Parlamento, potrebbe cessare di esistere. Per essere chiari, non parliamo di tigri, panda e di tutti quegli animali che sono garantiti e tutelati dalla Convenzione di Washington, che l'Italia ha sottoscritto nel 1975, ma dei pesci, degli acquari, dei pappagalli e dei canarini, che per la maggior parte non sono nemmeno importati, ma allevati da aziende italianissime, che rischiano di essere messe fuori legge da noi. Questo non per un regolamento europeo, ma per una norma che noi ci imponiamo e che nessun altro Paese europeo ha adottato, e che riguarda importazione, commercializzazione e conservazione.

Per dare alcune cifre, solo la Federazione ornicoltori italiani conta 20.000 allevatori, che nell'ultimo anno hanno inanellato 1.7 milioni di esemplari, dei quali un terzo esotici. C'è un'associazione nazionale che raccoglie le aziende italiane che allevano pappagalli (parliamo di 160 aziende e 20.000 esemplari), ma riguarda ad esempio veterinari specializzati e medici che adottano e utilizzano i pappagalli nella gestione del mutismo selettivo dei bambini.

Tutto questo, sciaguratamente, potrebbe essere messo fuori legge. Da un anno stiamo cercando, come Lega, di sostituire il divieto specifico che abbiamo delegato al Governo con una regolamentazione. Siamo assolutamente a favore di maggiori controlli sanitari e della qualità della vita degli animali: non è questo in discussione; non si capisce però perché milioni di italiani che hanno come animale d'affezione un esemplare esotico debbano essere messi su un piano diverso da chi magari ha un cane o un gatto, con un danno di miliardi. Questo solo per l'impostazione ideologica di una parte di ambientalisti che rischiano di non tutelare l'ambiente, di non favorire gli animali - che addirittura potrebbero essere dispersi in habitat non loro, peraltro neanche più abituati e con il rischio di infestarli - e di favorire invece le zoomafie e le importazioni illegali contro le quali si batte, ad esempio, anche Legambiente. Quello che chiediamo, dal momento che la delega scade l'8 maggio e questa tematica dovrebbe essere trattata nel prossimo Consiglio dei ministri, è che ogni forza politica di quelle che già l'anno scorso si erano espresse introduca, sì, una regolamentazione, ma non un divieto. L'appello al Governo, quindi, dato che mancano pochi giorni, è a correggere un nostro errore e c'è un emendamento in questo senso presentato della Lega anche all'attuale legge di delegazione, perché va bene tutelare, ma non distruggere l'economia, senza tutelare l'ambiente e gli animali. (Applausi).

CORRADO (Misto). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CORRADO (Misto). L'Ospedale Santa Maria di Misericordia nasce ad Albenga nel 1558 e nei secoli successivi importanti lasciti di benefattori locali ne permettono l'ampliamento e il potenziamento. Nel 1956 la vecchia struttura in centro città è ampliata con un moderno padiglione, ma nei primi anni Duemila sarà dismessa per realizzare, grazie alla vendita di questo e di altri beni, lasciti degli avi alla comunità, un nuovo ospedale in posizione più periferica, facilmente raggiungibile da strade, autostrada e mezzi aerei. Quando viene inaugurato, nel 2008, è l'ospedale più nuovo, funzionale e modernamente attrezzato della Liguria. Subito dopo, però, inizia la politica del suo smantellamento. Per primo tocca al reparto di ostetricia e ginecologia, che, neanche utilizzato, è saccheggiato di tutte le attrezzature, comprese le vasche per il parto in acqua, trasportate, in alcuni casi nottetempo, in altri nosocomi. Poi via via vengono chiusi gli altri reparti e, di conseguenza, il pronto soccorso. Questo, si dice - e i fatti sembrano confermarlo - per favorire l'ingresso di gruppi privati nell'interno dell'ospedale. Nel 2012 migliaia di persone scendono in piazza per protestare, vengono anche raccolte 20.000 firme a sostegno dell'ospedale e del pronto soccorso, ma la politica non vede e non sente. In un alternarsi di brevi aperture e lunghe chiusure, di bandi per la privatizzazione e di revoche degli stessi, siamo arrivati ad oggi con altre migliaia di persone in piazza a chiedere ancora il pronto soccorso e l'utilizzo dell'ospedale di Albenga, che al momento è uno splendido contenitore vuoto. Si parla di spendere milioni di euro per sistemare strutture ospedaliere fatiscenti e inadeguate, mentre non si utilizza un bene disponibile e forse la Corte dei conti avrebbe da dire qualcosa in merito.

È importante sottolineare, poi, che il decreto Balduzzi, cui sempre si riferiscono i detrattori dell'ospedale di Albenga, non tiene conto che il comprensorio, con circa 60.000 abitanti, per buona parte dell'anno vede il numero dei residenti superare il milione per le presenze turistiche. Inoltre, in Liguria le distanze non vanno misurate in chilometri, ma in tempi di percorrenza per lo stato disastroso delle vie di comunicazione. Le ambulanze impiegano decine e decine di minuti per percorrere pochi chilometri e raggiungere il pronto soccorso di Pietra Ligure, il più vicino ad Albenga, perennemente al collasso, come possono testimoniare gli operatori e i pazienti, costretti, anche anziani, ad attendere anche dieci ore prima di poter essere visitati.

L'ospedale di Albenga e il suo pronto soccorso sono dunque indispensabili a garantire il diritto alla salute degli abitanti della zona e di chiunque lì abbia necessità di cure. (Applausi).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 27 aprile 2022

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, mercoledì 27 aprile, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 18,20).

Allegato A

DOCUMENTO

Risoluzione della 9a Commissione permanente, approvata il 6 aprile 2022, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti (Doc. XXIV, n. 64)

TESTO DELLA RISOLUZIONE

Approvata

La Commissione,

            a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento, dell'affare sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti;

            richiamato l'ampio ciclo di audizioni svolto con i soggetti istituzionali competenti e gli esperti nonché il materiale acquisito,

        premesso che:

            la definizione di «deflusso minimo vitale (DMV)» dei corsi d'acqua è stata introdotta nella legislazione italiana con la legge 18 maggio1989, n. 183. In particolare, l'articolo 3, comma 1, lettera i), individua, tra gli obiettivi dell'attività di programmazione, pianificazione ed attuazione, anche la «razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde (…) garantendo, comunque, che l'insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei sottesi»;

            con la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000 (cosiddetta «direttiva quadro sulle acque»), viene istituito il quadro per l'azione europea in materia di acque e di risorse idriche, incentrato sugli obiettivi qualitativi e quantitativi delle risorse idriche dell'Unione europea;

            la direttiva quadro sulle acque è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, il cosiddetto «testo unico ambientale (TUA)», che specificatamente alla parte terza, titolo III, capo II, «Tutela quantitativa della risorsa e risparmio idrico», disciplina all'articolo 95 la pianificazione del bilancio idrico. Il comma 4 dell'articolo 95 del TUA prevede la definizione, con apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei criteri volti a garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici e dispone che «tutte le derivazioni di acqua comunque in atto (…) sono regolate dall'autorità concedente mediante la previsione di rilasci volti a garantire il minimo deflusso vitale dei corpi idrici (…)»;

            nel corso dell'evoluzione del quadro normativo sono stati compiuti interventi di adeguamento gestionale ed infrastrutturale per garantire l'osservanza alla legge n. 183 del 1989 e successivamente all'articolo 3, comma 3, della legge 5 gennaio 1994, n. 36, che delega alle Autorità di bacino e alle regioni il compito di definire e aggiornare i bilanci idrici, adottando le opportune misure di pianificazione dell'economia idrica, e al decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, come da ultimo modificato dal decreto legislativo n. 152 del 2006;

            con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 28 luglio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 2004, sono state dettate le linee guida per la definizione del deflusso minimo vitale (DMV), precisando che il DMV rappresenta «la portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d'acqua, che deve garantire la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, chimico-fisico delle acque nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali»;

            il Piano di azione per la salvaguardia delle risorse idriche europee della Commissione europea (Blueprint), per migliorare la gestione quantitativa e qualitativa delle acque ha successivamente rivisto il quadro normativo europeo, affiancando al concetto di deflusso minimo vitale quello di deflusso ecologico (DE) come «il volume di acqua necessario affinché l'ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari». Il Blueprint ha evidenziato, inoltre, la necessità di stabilire un approccio comune e condiviso a livello europeo al deflusso ecologico inteso a tenere in debita considerazione la tutela dell'ambiente e degli equilibri naturali e, a tal fine, la Commissione europea ha sviluppato e pubblicato nel 2015 le linee guida «CIS guidance document n° 31 -Ecological flows in theimplementation of the Water Framework Directive»;

            con il decreto del Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 30/STA del 13 febbraio 2017 si è dato seguito all'«Approvazione delle Linee Guida per l'aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale al fine di garantire il mantenimento nei corsi d'acqua del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici definiti ai sensi della Direttiva 2000/60/CE». In particolare l'articolo 2 specifica che le Autorità distrettuali di bacino, in quanto responsabili della funzione di coordinamento delle attività regionali finalizzate all'attuazione della citata direttiva, devono individuare degli approcci metodologici per la determinazione del deflusso minimo vitale;

            con il decreto direttoriale vengono forniti alle Autorità di bacino distrettuali nuovi criteri per determinare il deflusso ecologico da mantenere sui corsi d'acqua nell'ottica di superare alcuni potenziali limiti delle metodologie di calcolo oggi applicate per il DMV;

            il citato decreto del Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque n. 30/STA del 2017, infatti, insieme al decreto del Direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque n. 29/STA del 13 febbraio 2017 sulle «Linee guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche», emanati dall'allora Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in accordo con la Commissione europea, rappresentano uno strumento tecnico per determinare il deflusso ecologico da mantenere sui corsi d'acqua, superando alcuni limiti delle metodologie di calcolo per il deflusso minimo vitale che non consideravano adeguatamente alcuni aspetti, tra cui la dipendenza del DMV dal regime idrologico naturale e dalla dinamica morfologica del corso d'acqua, la necessità di evidenziare le correlazioni tra i valori del DMV e lo stato dei corpi idrici, nonché l'opportunità di ridurre l'eterogeneità delle formule di calcolo, che rischia di comportare valori territoriali di DMV sensibilmente disomogenei anche all'interno di uno stesso distretto idrografico,

        considerato che:

            alla luce delle emergenze ambientali dell'ultimo ventennio, dovute ampiamente agli effetti dei cambiamenti climatici in atto, da cui deriva il trend in aumento della temperatura terrestre, il verificarsi di sempre più frequenti eventi meteorologici estremi e poco prevedibili da cui derivano prolungati periodi di siccità alternati a intense precipitazioni, spesso con effetti devastanti per i territori, si mette in evidenza l'urgenza di riesaminare e adattare gli strumenti attuativi finora vigenti per garantire la gestione integrata qualitativa e quantitativa e la razionale utilizzazione delle risorse idriche;

            la drammatica situazione di siccità che dall'autunno scorso ha colpito i più importanti bacini idrologici del Paese, aggravata in alcune aree dalla scarsità idrica del 2021, si somma alla preoccupante assenza di riserve idriche di rilevo nei bacini lacustri, di accumulo ed idroelettrici. Le previsioni a medio e lungo termine dell'European Center Medium-rangeWeather Forecast (ECMWF), supportato dal programma Copernicus dell'Agenzia spaziale europea (ESA), indicano una primavera ed una estate 2022 con una probabilità elevata di anomalia negativa di precipitazioni (circa meno 15 per cento nella media). Dal quadro meteorologico non pare probabile si possa sperare in un ristoro delle risorse idriche, così come non si può sperare in un ripristino dei livelli lacustri ad opera dello scioglimento nivale, visto lo scarso manto nevoso misurato ad oggi;

            la deliberazione n. 4 del 14 dicembre 2017 (adozione della direttiva per la determinazione dei deflussi ecologici), adottata dalla Conferenza istituzionale permanente dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale in attuazione del citato decreto direttoriale n. 30/STA del 2017, riconosce i casi di particolare necessità che possono determinare o rischiare di determinare gravi carenze di approvvigionamento irriguo, essendo già state poste in atto tutte le possibili strategie di risparmio idrico, contenimento delle perdite ed eliminazione degli sprechi, e riconosce per tali situazioni la necessità di richiedere o prevedere discipline o deroghe da parte delle regioni, all'interno dei propri strumenti di pianificazione e negli atti in materia di tutela delle acque di loro competenza. Diversamente dalle deroghe temporanee al deflusso ecologico, i casi particolari rappresentano la possibilità di individuare modalità differenti per la definizione e la gestione del DE, nelle situazioni dove si ritenga necessaria la salvaguardia continuativa nel tempo di usi particolari e prioritari, indipendentemente dal livello di disponibilità e severità idrica in atto e dalle esigenze ambientali presenti;

            il passaggio verso la nuova metodologia di calcolo comporterà un rilevante impatto sulle derivazioni che, al di là dell'andamento climatico, potranno subire delle rilevanti restrizioni tali da comportare un possibile mancato soddisfacimento dei fabbisogni irrigui dell'intero territorio, con inevitabili ricadute anche sul comparto industriale e dell'artigianato;

            occorre dunque procedere ad un attento monitoraggio e ad un'attività di raccolta dati, ritenendo inoltre utile, in un quadro di bassa prevedibilità e in continua evoluzione, continuare con le sperimentazioni, per consentire di ottimizzare la gestione rispetto a necessità ambientali, esigenze d'uso, opportunità fruitive, valenze locali del territorio, investendo per il miglioramento della gestione di tutti gli utilizzi (agricoltura, idropotabile, idroelettrico, produzione beni e servizi, eccetera) e l'innovazione tecnologica, nonché la migliore integrazione delle necessità di protezione ambientale, di garanzia della tutela integrata qualitativa e quantitativa dei corpi idrici e di razionale e sostenibile utilizzo delle risorse idriche soprattutto per il comparto agricolo;

            la Commissione europea sta lavorando ad un pacchetto di misure straordinarie per affrontare l'incessante aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, il quale dovrebbe comportare l'impiego della riserva di crisi della politica agricola comune (PAC) per una somma di circa 500 milioni di euro, di cui 50 milioni circa saranno destinati all'agricoltura italiana. Le misure consentiranno all'Italia di aumentare rapidamente la produzione nazionale di mais e grano, facendo recuperare alla coltivazione circa 1 milione di ettari, per effetto della deroga all'obbligo di mettere una parte dei terreni a riposo. Lo sforzo di compensare il costo dell'energia, a fronte di un aumento delle superfici coltivate, potrebbe perdere di efficacia in conseguenza della riduzione delle quote di energia rinnovabile prodotte. In particolare, l'idroelettrico ha già sofferto di una produzione minore del 51 per cento rispetto al febbraio 2021 a causa della siccità. Condizioni di scarsità idrica, dove si applichi un deflusso ecologico non correttamente definito, possono facilmente replicare le condizioni di siccità naturale;

            in conseguenza del complesso quadro descritto nelle premesse, pur nella consapevolezza dell'importanza di tutelare gli equilibri naturali e di garantire i servizi ecosistemici offerti da un sistema fluviale sano e resiliente, fondamentale per i territori e le produzioni agroalimentari italiane,

        impegna il Governo:

            ad avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni, posticipando per tale scopo i termini temporali di adeguamento dei rilasci d'acqua dalle derivazioni esistenti, per un periodo non inferiore a due anni, garantendo nel medesimo arco temporale la realizzazione di attività di analisi e di studi socioeconomici per l'individuazione di interventi, anche strutturali, volti a preservare la sicurezza alimentare della popolazione e la tenuta del sistema economico del Paese, fermo restando il rispetto della precedente disciplina in materia di deflusso minimo vitale, in vigore fino allo scorso anno;

            a sostenere ed intensificare, anche attraverso la previsione di adeguate risorse finanziarie, la sperimentazione del nuovo regime di gestione della risorsa idrica, la quale, in atto da alcuni anni in diversi bacini idrologici italiani, ha fornito risultati incoraggianti se pur parziali;

            a concedere su scala nazionale un congruo periodo di tempo per lo svolgimento in parallelo dei necessari studi socioeconomici, supportati da adeguate risorse, per dare seguito all'applicazione del DE come componente del piano di bacino, per via delle forti interconnessioni con la quasi totalità delle attività socioeconomiche che insistono sui territori interessati, le quali generano inevitabilmente un numero molto elevato di possibili impatti negativi e disequilibri che necessitano di un compromesso tra le parti sociali difficili da valutare nel breve periodo;

            ad assicurare che la transizione dal DMV al DE sia accompagnata da una valutazione esatta delle portate in alveo e una analisi di dettaglio e da scala di sottobacino degli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere o restaurare, dell'effettiva probabilità di successo agendo solo sulle portate considerandole il fattore pressorio determinante e non prendendo in carico le modificazioni del sistema acqua/atmosfera e del bioma ad esso connesso, della possibilità di operare una gestione dinamica del DE in alveo utilizzando infrastrutture e sistemi di governance che operino una riduzione del disturbo antropico ed un aumento della resilienza dell'ecosistema fluviale;

            a reperire le opportune risorse finanziarie a supporto dell'attività di studio e di analisi necessaria al compimento della transizione dal deflusso minimo vitale al deflusso ecologico;

            ad adottare una strategia per una regolamentazione dei consumi idrici che miri:

                - nell'immediato alla realizzazione di opere di captazione per la riduzione dei prelievi in falda, all'aumento del rilascio idrico degli invasi dei bacini idrici, valutando anche di intervenire sugli usi domestici attraverso interventi volti al risparmio idrico e conseguentemente anche energetico;

                - nel medio e lungo periodo all'adozione di sistemi compensativi di implemento dei consumi tali da consentire la realizzazione di micro-oasi per la sopravvivenza delle specie acquatiche durante le crisi idriche ed alla destinazione di idonee risorse finanziarie per la realizzazione di nuovi e più efficienti acquedotti con lettura automatica dei consumi, l'implementazione della capacità di invaso dei bacini idrici e la realizzazione di nuovi.

ORDINI DEL GIORNO

G1

Naturale, Agostinelli, Leone, Puglia, Trentacoste, Taricco, Lonardo, Sbrana, Airola, Anastasi, Auddino, Bottici, Campagna, Castaldi, Castellone, Castiello, Catalfo, Cioffi, Coltorti, Corbetta, Crimi, Croatti, D'Angelo, De Lucia, Dell'Olio, Di Girolamo, Di Nicola, Di Piazza, Donno, Endrizzi, Fede, Fenu, Ferrara, Gallicchio, Garruti, Gaudiano, Girotto, Bergesio, Zuliani, Pizzol

Approvato

Il Senato,

            considerata la risoluzione approvata dalla 9ª Commissione, (Doc. XXIV, n. 64), a conclusione dell'esame dell'affare assegnato concernente le problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti;

            considerato, altresì, che in data 6 aprile 2022, in sede di trattazione del detto affare assegnato, il prescritto numero di senatori richiedeva che la menzionata risoluzione approvata venisse trasmessa alla Presidenza del Senato per essere sottoposta all'esame dell'Assemblea (Doc. XXIV, n. 64-A);

        premesso che:

            l'attuazione in ambito nazionale della Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000 ha posto le basi per l'evoluzione dello strumento di tutela del deflusso minimo vitale (DMV) verso il concetto del deflusso ecologico (DE);

            per deflusso ecologico si intende il volume di acqua necessario affinché l'ecosistema acquatico continui a prosperare e a fornire i servizi necessari. Esso, dunque, si collega ad una gestione qualitativa delle acque rispetto alla quale riveste un ruolo centrale un approccio sostenibile e resiliente;

        considerato che:

            il tema dei beni idrici riveste fondamentale importanza anche causa della crescente correlata domanda per una vasta gamma di usi nei diversi comparti economici, ivi compreso il comparto agricolo;

in tale direzione, stante il notevole impatto delle attività umane e l'aumento demografico, risulta nodale evitare il deterioramento delle acque superficiali, proteggere e migliorare le acque sotterranee e preservare le aree protette;

            in un siffatto quadro, invero, la tutela di tutte le forme idriche, il connesso utilizzo ecocompatibile da parte degli individui e delle imprese, il ripristino dei biosistemi all'interno e intorno ai corpi di acqua, la riduzione dell'inquinamento ambientale rappresentano gli obiettivi da perseguire per una fattiva politica di settore;

            la recente pandemia di Covid-19 ha mostrato i forti legami tra la salute umana e quella ambientale oltre che la necessità di prediligere catene di approvvigionamento e modalità di consumo tese a non forzare i limiti del pianeta;

            attraverso la Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 è stata evidenziata la necessità di adoperarsi maggiormente "per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi". Uno dei modi per raggiungere lo scopo, sempre secondo il citato documento, consiste nell'eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel potenziare il flusso libero dei sedimenti;

            sul punto, gli investimenti nel capitale naturale sono considerati tra le cinque politiche più importanti di risanamento del bilancio in quanto offrono elevati moltiplicatori economici ed indubbi impatti positivi. Nello specifico, gli investimenti su larga scala nel ripristino dei fiumi e delle pianure alluvionali possono, nel complesso, dare un energico impulso anche alle attività socioeconomiche locali, ottimizzando - al tempo stesso - la regolazione delle acque, la protezione dalle inondazioni, gli habitat ittici di crescita e l'abbattimento dell'inquinamento da nutrienti,

        impegna il Governo a:

            incoraggiare, con apposite previsioni attuative, la diffusione di buone pratiche di prevenzione nella gestione fluviale, in un'ottica di sicurezza dei territori, diversificazione e ampliamento delle comunità acquatiche e di recupero degli ecosistemi;

            sostenere specifiche azioni integrate di adattamento ai cambiamenti climatici dirette a ridurre il rischio idrogeologico e a migliorare il flusso libero dei sedimenti nonché lo stato ecologico dei corsi d'acqua e le associate funzioni naturali;

            promuovere la rinaturazione dei corsi d'acqua e dei nastri vegetazionali delle rive al fine di stabilizzare le sponde, favorire l'ombreggiamento e, di conseguenza, contrastare l'erosione e l'innalzamento della temperatura ambientale locale;

            riattivare, per il tramite di precipue misure, i processi geomorfologici naturali e le funzioni ecologiche del territorio, ivi compresi quelle dei fiumi e dei torrenti, con l'obiettivo di arrestare l'ulteriore artificializzazione del reticolo idrografico;

            garantire, mediante un equilibrato contemperamento tra le pressioni economico-sociali e le esigenze di tipo ambientale, un corretto e sostenibile uso delle acque attraverso la promozione di campagne per il recupero e l'impiego delle acque piovane;

            valutare la possibilità di introdurre meccanismi premiali per gli enti che gestiscono virtuosamente il patrimonio idrico e che si avvalgono di efficienti tecnologie di risparmio nonché di sistemi innovativi di distribuzione dell'acqua e di irrigazione aventi l'obiettivo di perfezionare il bilancio complessivo delle risorse.

G2

Quarto, Guidolin, L'Abbate, Lanzi, Licheri, Lomuti, Lorefice, Lupo, Maiorino, Mantovani, Marinello, Matrisciano, Mautone, Montevecchi, Nocerino, Pavanelli, Marco Pellegrini, Perilli, Pesco, Petrocelli, Piarulli, Pirro, Giuseppe Pisani, Presutto, Ricciardi, Romagnoli, Romano, Russo, Santangelo, Santillo, Taverna, Toninelli, Turco, Vaccaro, Vanin

V. testo 2

Il Senato,

            considerata la risoluzione approvata dalla 9ª Commissione, (Doc. XXIV, n. 64), a conclusione dell'esame dell'affare assegnato concernente le problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti;

            considerato, altresì, che in data 6 aprile 2022, in sede di trattazione del detto affare assegnato, il prescritto numero di senatori richiedeva che la menzionata risoluzione approvata venisse trasmessa alla Presidenza del Senato per essere sottoposta all'esame dell'Assemblea (Doc. XXIV, n. 64-A);

        premesso che la risoluzione in oggetto, tra l'altro, impegna il Governo:

            ad avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni nei corsi d'acqua, che riguardano il deflusso ecologico (DE), nell'ottica di superare alcuni potenziali limiti delle metodologie di calcolo oggi applicate per il deflusso minimo vitale (DMV), posticipando per tale scopo i termini temporali di adeguamento dei rilasci d'acqua dalle derivazioni esistenti, per un periodo non inferiore a due anni, fermo restando il rispetto della precedente disciplina in materia di deflusso minimo vitale, in vigore fino allo scorso anno;

            a sostenere ed intensificare la sperimentazione del nuovo regime di gestione della risorsa idrica;

            a concedere su scala nazionale un congruo periodo di tempo per lo svolgimento in parallelo dei necessari studi socioeconomici;

            ad assicurare che la transizione dal DMV al DE sia accompagnata da una valutazione esatta delle portate in alveo e una analisi di dettaglio ed a scala di sottobacino degli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere o restaurare, dell'effettiva probabilità di successo agendo solo sulle portate considerandole il fattore pressorio determinante e non prendendo in carico le modificazioni del sistema acqua/atmosfera e del bioma ad esso connesso, della possibilità di operare una gestione dinamica del DE in alveo utilizzando infrastrutture e sistemi di governance che operino una riduzione del disturbo antropico ed un aumento della resilienza dell'ecosistema fluviale;

            a reperire le opportune risorse finanziarie a supporto dell'attività di studio e di analisi necessaria al compimento della transizione dal DMV al DE;

            ad adottare una strategia per una regolamentazione dei consumi idrici;

        considerato che:

            è pur vero che complessivamente le tendenze climatiche in atto si manifestano con una minore piovosità efficace, ovvero con una minore propensione alla disponibilità di risorse idriche (superficiale e sotterranea), ma si osservano significative differenze, di anno in anno, tra le diverse parti del territorio italiano, ad esempio con prolungate e intense siccità nel Nord del Paese e condizioni normali se non particolarmente piovose al Sud o viceversa;

            dal quadro meteorologico non pare probabile si possa sperare in un ristoro delle risorse idriche per la primavera/estate 2022, ma ciò, specie per il riferimento all'apporto nivale, riguarda realmente una parte del territorio nazionale, posto in prevalenza nel settentrione del Paese, mentre per buona parte del Mezzogiorno d'Italia si è lontani da queste condizioni;

            vi sono notevoli differenze naturali tra i bacini idrologici nazionali in termini di risposta alla variabilità climatica sul deflusso superficiale, sia per fattori meteo-climatici che altimetrici e geomorfologici ma anche per il diverso ruolo degli acquiferi, che con la loro capacità di regolazione, laddove utile al rilascio nel reticolo idrografico, attenuano o ritardano gli effetti delle siccità meteorologiche;

            spesso i bacini idrogeologici, gli acquiferi e le riserve idriche sotterranee non sono adeguatamente noti e servirebbe una conoscenza digitalizzata disponibile in una opportuna cartografia idrogeologica, che è contemplata nel progetto "CARG" (Cartografia geologica in scala 1:50.000), ma che al momento è fortemente deficitaria; infatti il suddetto progetto è stato riattivato, dopo una stasi di circa venti anni, con 31 milioni di euro a partire dalla legge di bilancio 2020, ma solo fino al 2022 e servirebbero ancora circa 220 milioni per il suo completamento, che comprenderebbe anche la cartografia tematica e, quindi, quella idrogeologica dei 636 fogli in cui è suddiviso il territorio italiano;

            le metodologie del calcolo del deflusso ecologico (DE) sono di recente definizione e non risultano, nel vasto contesto dell'Unione europea, supportate da una specifica validazione;

            la deliberazione CIP n. 4 del 14 dicembre 2017 (Direttiva deflussi ecologici), come adottata dall'Autorità di bacino dell'Appennino centrale in attuazione del decreto direttoriale n. 30/STA/2017, introduce la possibilità di "deroghe temporanee", purché "siano state adottate tutte le strategie di risparmio idrico", ma è improbabile e comunque difficile da dimostrare che "siano state adottate tutte le strategie di risparmio idrico";

            le tecniche proprie dell'agricoltura di precisione (AdP), come noto, consentono notevoli risparmi di input agronomici, tra cui, di risorse idriche, aumentando la produttività dei terreni e mantenendo elevati standard di qualità;

            le acque reflue urbane depurate vengono spesso riversate nell'ambiente e con un processo di affinamento potrebbero essere utilizzate per l'irrigazione in agricoltura;

            spesso i prelievi delle acque dai corpi idrici superficiali e sotterranei non sono censiti e ben valutati;

            sarebbe molto utile adottare tecniche edilizie volte al risparmio idrico e al rallentamento dello scorrimento idrico, per ridurre i picchi di piena e favorire l'assorbimento delle acque nelle falde idriche sotterranee;

            i servizi ecosistemici forniti dal capitale naturale producono molteplici benefici al genere umano;

        impegna il Governo:

            a promuovere, entro il 2023, un rapporto nazionale sull'esito delle sperimentazioni finora realizzate sul calcolo del deflusso ecologico e dei conseguenti effetti, osservati o simulati e quindi reali o potenziali, sul deflusso e sulle derivazioni idriche, con il coinvolgimento dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e di altre primarie istituzioni scientifiche nazionali (quali, ad esempio, il Consiglio nazionale delle ricerche - CNR e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - CREA), garantendo il dovuto supporto economico allo studio di sintesi;

            a prevedere che, mediante il richiamato studio di sintesi nonché il coinvolgimento di ISPRA e di altre primarie istituzioni scientifiche nazionali (quali, ad esempio, CNR e CREA), si avanzino e si validino proposte di modificazioni metodologiche del calcolo del deflusso ecologico;

            a proseguire l'attività di sperimentazione in atto, sia nella fase propositiva delle modificazioni metodologiche del calcolo del deflusso ecologico, sia in caso di attuazione delle citate modificazioni;

            a far sì che le Autorità distrettuali di bacino, di concerto con le Regioni e le Province autonome, determinino in modo oggettivo il verificarsi di condizioni di siccità idrologica, utilizzando consolidate metodologie incardinate sul calcolo di indici pluviometrici standardizzati (IPS) e, di conseguenza, individuino le condizioni affinché siano attivate deroghe temporanee, procedendo al massimo su base annuale e per ciascuno dei principali bacini idrografici di competenza;

            a individuare, entro l'approvazione della prossima legge di bilancio, i fondi necessari per il completamento del progetto CARG, con relativa cartografia tematica idrogeologica, con l'impegno di spesa, a legislazione vigente, di 20 milioni l'anno, dal 2023 al 2033;

            a promuovere e incentivare le tecniche proprie dell'agricoltura di precisione (AdP);

            a promuovere e incentivare il recupero delle acque reflue urbane per l'irrigazione in agricoltura;

            a promuovere e incentivare il censimento periodico dei punti di emungimento e un'esatta relativa valutazione, tramite contatori dei volumi d'acqua prelevati e della loro destinazione;

            a promuovere e adottare tecniche edilizie volte al risparmio idrico e al rallentamento dello scorrimento idrico, per ridurre i picchi di piena e favorire l'assorbimento delle acque nelle falde idriche sotterranee;

            a promuovere e incentivare politiche agricole, alimentari e forestali che tengano in elevato conto i consumi idrici e che siano più rispettose dell'ambiente e della biodiversità, come ora dettato dagli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana.

G2 (testo 2)

Quarto, Guidolin, L'Abbate, Lanzi, Licheri, Lomuti, Lorefice, Lupo, Maiorino, Mantovani, Marinello, Matrisciano, Mautone, Montevecchi, Nocerino, Pavanelli, Marco Pellegrini, Perilli, Pesco, Petrocelli, Piarulli, Pirro, Giuseppe Pisani, Presutto, Ricciardi, Romagnoli, Romano, Russo, Santangelo, Santillo, Taverna, Toninelli, Turco, Vaccaro, Vanin

Approvato

Il Senato,

            considerata la risoluzione approvata dalla 9ª Commissione, (Doc. XXIV, n. 64), a conclusione dell'esame dell'affare assegnato concernente le problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti;

            considerato, altresì, che in data 6 aprile 2022, in sede di trattazione del detto affare assegnato, il prescritto numero di senatori richiedeva che la menzionata risoluzione approvata venisse trasmessa alla Presidenza del Senato per essere sottoposta all'esame dell'Assemblea (Doc. XXIV, n. 64-A);

        premesso che la risoluzione in oggetto, tra l'altro, impegna il Governo:

            ad avviare le procedure necessarie a garantire il proseguimento delle sperimentazioni nei corsi d'acqua, che riguardano il deflusso ecologico (DE), nell'ottica di superare alcuni potenziali limiti delle metodologie di calcolo oggi applicate per il deflusso minimo vitale (DMV), posticipando per tale scopo i termini temporali di adeguamento dei rilasci d'acqua dalle derivazioni esistenti, per un periodo non inferiore a due anni, fermo restando il rispetto della precedente disciplina in materia di deflusso minimo vitale, in vigore fino allo scorso anno;

            a sostenere ed intensificare la sperimentazione del nuovo regime di gestione della risorsa idrica;

            a concedere su scala nazionale un congruo periodo di tempo per lo svolgimento in parallelo dei necessari studi socioeconomici;

            ad assicurare che la transizione dal DMV al DE sia accompagnata da una valutazione esatta delle portate in alveo e una analisi di dettaglio ed a scala di sottobacino degli impatti sugli ecosistemi che si intendono proteggere o restaurare, dell'effettiva probabilità di successo agendo solo sulle portate considerandole il fattore pressorio determinante e non prendendo in carico le modificazioni del sistema acqua/atmosfera e del bioma ad esso connesso, della possibilità di operare una gestione dinamica del DE in alveo utilizzando infrastrutture e sistemi di governance che operino una riduzione del disturbo antropico ed un aumento della resilienza dell'ecosistema fluviale;

            a reperire le opportune risorse finanziarie a supporto dell'attività di studio e di analisi necessaria al compimento della transizione dal DMV al DE;

            ad adottare una strategia per una regolamentazione dei consumi idrici;

        considerato che:

            è pur vero che complessivamente le tendenze climatiche in atto si manifestano con una minore piovosità efficace, ovvero con una minore propensione alla disponibilità di risorse idriche (superficiale e sotterranea), ma si osservano significative differenze, di anno in anno, tra le diverse parti del territorio italiano, ad esempio con prolungate e intense siccità nel Nord del Paese e condizioni normali se non particolarmente piovose al Sud o viceversa;

            dal quadro meteorologico non pare probabile si possa sperare in un ristoro delle risorse idriche per la primavera/estate 2022, ma ciò, specie per il riferimento all'apporto nivale, riguarda realmente una parte del territorio nazionale, posto in prevalenza nel settentrione del Paese, mentre per buona parte del Mezzogiorno d'Italia si è lontani da queste condizioni;

            vi sono notevoli differenze naturali tra i bacini idrologici nazionali in termini di risposta alla variabilità climatica sul deflusso superficiale, sia per fattori meteo-climatici che altimetrici e geomorfologici ma anche per il diverso ruolo degli acquiferi, che con la loro capacità di regolazione, laddove utile al rilascio nel reticolo idrografico, attenuano o ritardano gli effetti delle siccità meteorologiche;

            spesso i bacini idrogeologici, gli acquiferi e le riserve idriche sotterranee non sono adeguatamente noti e servirebbe una conoscenza digitalizzata disponibile in una opportuna cartografia idrogeologica, che è contemplata nel progetto "CARG" (Cartografia geologica in scala 1:50.000), ma che al momento è fortemente deficitaria; infatti il suddetto progetto è stato riattivato, dopo una stasi di circa venti anni, con 31 milioni di euro a partire dalla legge di bilancio 2020, ma solo fino al 2022 e servirebbero ancora circa 220 milioni per il suo completamento, che comprenderebbe anche la cartografia tematica e, quindi, quella idrogeologica dei 636 fogli in cui è suddiviso il territorio italiano;

            le metodologie del calcolo del deflusso ecologico (DE) sono di recente definizione e non risultano, nel vasto contesto dell'Unione europea, supportate da una specifica validazione;

            la deliberazione CIP n. 4 del 14 dicembre 2017 (Direttiva deflussi ecologici), come adottata dall'Autorità di bacino dell'Appennino centrale in attuazione del decreto direttoriale n. 30/STA/2017, introduce la possibilità di "deroghe temporanee", purché "siano state adottate tutte le strategie di risparmio idrico", ma è improbabile e comunque difficile da dimostrare che "siano state adottate tutte le strategie di risparmio idrico";

            le tecniche proprie dell'agricoltura di precisione (AdP), come noto, consentono notevoli risparmi di input agronomici, tra cui, di risorse idriche, aumentando la produttività dei terreni e mantenendo elevati standard di qualità;

            le acque reflue urbane depurate vengono spesso riversate nell'ambiente e con un processo di affinamento potrebbero essere utilizzate per l'irrigazione in agricoltura;

            spesso i prelievi delle acque dai corpi idrici superficiali e sotterranei non sono censiti e ben valutati;

            sarebbe molto utile adottare tecniche edilizie volte al risparmio idrico e al rallentamento dello scorrimento idrico, per ridurre i picchi di piena e favorire l'assorbimento delle acque nelle falde idriche sotterranee;

            i servizi ecosistemici forniti dal capitale naturale producono molteplici benefici al genere umano;

        impegna il Governo:

            a promuovere, entro il 2023, un rapporto nazionale sull'esito delle sperimentazioni finora realizzate sul calcolo del deflusso ecologico e dei conseguenti effetti, osservati o simulati e quindi reali o potenziali, sul deflusso e sulle derivazioni idriche, con il coinvolgimento dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e di altre primarie istituzioni scientifiche nazionali (quali, ad esempio, il Consiglio nazionale delle ricerche - CNR e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - CREA), garantendo il dovuto supporto economico allo studio di sintesi;

            a prevedere che, mediante il richiamato studio di sintesi nonché il coinvolgimento di ISPRA e di altre primarie istituzioni scientifiche nazionali (quali, ad esempio, CNR e CREA), si avanzino e si validino proposte di modificazioni metodologiche del calcolo del deflusso ecologico;

            a proseguire l'attività di sperimentazione in atto, sia nella fase propositiva delle modificazioni metodologiche del calcolo del deflusso ecologico, sia in caso di attuazione delle citate modificazioni;

            a individuare, entro l'approvazione della prossima legge di bilancio, i fondi necessari per il completamento del progetto CARG, con relativa cartografia tematica idrogeologica, con l'impegno di spesa, a legislazione vigente, di 20 milioni l'anno, dal 2023 al 2033;

            a promuovere e incentivare le tecniche proprie dell'agricoltura di precisione (AdP);

            a promuovere e incentivare il recupero delle acque reflue urbane per l'irrigazione in agricoltura;

            a promuovere e incentivare il censimento periodico dei punti di emungimento e un'esatta relativa valutazione, tramite contatori dei volumi d'acqua prelevati e della loro destinazione;

            a promuovere e adottare tecniche edilizie volte al risparmio idrico e al rallentamento dello scorrimento idrico, per ridurre i picchi di piena e favorire l'assorbimento delle acque nelle falde idriche sotterranee;

            a promuovere e incentivare politiche agricole, alimentari e forestali che tengano in elevato conto i consumi idrici e che siano più rispettose dell'ambiente e della biodiversità, come ora dettato dagli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana.

 

Allegato B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Accoto, Alderisi, Auddino, Bagnai, Barachini, Barboni, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Candiani, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Conzatti, Corti, De Poli, Di Marzio, Donno, Fazzolari, Floridia, Floris, Galliani, Garnero Santanchè, Ghedini, Giacobbe, Grassi, Lupo, Malpezzi, Mautone, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Mollame, Monti, Morra, Napolitano, Nisini, Parrini, Pellegrini Marco, Piarulli, Pichetto Fratin, Pucciarelli, Romano, Ronzulli, Russo, Saccone, Saponara, Sciascia, Segre, Sileri, Vanin e Vitali.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Valente, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere; Marilotti, per attività della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivio storico; Pinotti, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Di Micco, Perilli, Rampi, Rizzotti e Vescovi, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Sono considerati in missione i senatori: Stefano, per attività della 14ª Commissione permanente; Buccarella, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Bruzzone, Ferrero, L'Abbate, Lonardo, Marinello e Romeo.

Commissioni permanenti, trasmissione di documenti

Sono state trasmesse alla Presidenza le risoluzioni della 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea), approvata nella seduta del 13 aprile 2022, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento:

sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel trasporto marittimo e che modifica la direttiva 2009/16/CE (COM(2021) 562 definitivo) (Doc. XVIII-bis, n. 11);

sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla trasparenza e al targeting della pubblicità politica (COM(2021) 731 definitivo) (Doc. XVIII-bis, n. 12).

I predetti documenti sono trasmessi, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati, nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 11a Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), approvata nella seduta del 20 aprile 2022, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali (COM(2021) 762 definitivo) (Doc. XVIII, n. 25).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, trasmissione di documenti

Il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, in data 15 aprile 2022, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera z), della legge 7 agosto 2018, n. 99 - la relazione sull'istituto di cui all'articolo 4-bis dell'Ordinamento penitenziario e le conseguenze derivanti dall'ordinanza della Corte costituzionale n. 97 del 2021, approvata dalla Commissione nella seduta del 12 aprile 2022 (Doc. XXIII, n. 21).

Ufficio parlamentare di Bilancio, trasmissione di documentazione

Il Presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, con lettera in data 21 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, unitamente alla relazione illustrativa, il rendiconto della gestione finanziaria del medesimo Ufficio per il 2021, che sarà pubblicato quale allegato al conto consuntivo per il medesimo anno del Senato della Repubblica (Doc. VIII-bis, n. 9).

Disegni di legge, annunzio di presentazione

DDL Costituzionale

Senatrice Evangelista Elvira Lucia

Modifica all'articolo 2 della Costituzione, concernente l'inserimento della dignità dell'uomo in Costituzione (2593)

(presentato in data 21/04/2022);

senatori Lunesu Michelina, Fregolent Sonia, Cantu' Maria Cristina, Marin Raffaella Fiormaria, Doria Carlo, Alessandrini Valeria, Arrigoni Paolo, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Briziarelli Luca, Bruzzone Francesco, Calderoli Roberto, Campari Maurizio, Candura Massimo, Casolati Marzia, Corti Stefano, De Angelis Fausto, Faggi Antonella, Ferrero Roberta, Fusco Umberto, Grassi Ugo, Iwobi Tony Chike, Lucidi Stefano, Marti Roberto, Mollame Francesco, Montani Enrico, Ostellari Andrea, Pazzaglini Giuliano, Pellegrini Emanuele, Pepe Pasquale, Pergreffi Simona, Pianasso Cesare, Pillon Simone, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Pizzol Nadia, Riccardi Alessandra, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Romeo Massimiliano, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Siri Armando, Sudano Valeria, Testor Elena, Tosato Paolo, Urraro Francesco, Vallardi Gianpaolo, Vescovi Manuel, Zuliani Cristiano

Disposizioni per la prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, della violenza domestica e la tutela del minore dagli episodi di violenza assistita (2594)

(presentato in data 21/04/2022).

Disegni di legge, nuova assegnazione

12ª Commissione permanente Igiene e sanità

in sede redigente

Sen. Drago Tiziana Carmela Rosaria ed altri

Modifiche alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, in materia di disturbi specifici dell'apprendimento in ambito scolastico e universitario (1286)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali

Già assegnato, in sede redigente, alla 7ª Commissione permanente (Pubbl. istruzione)

(assegnato in data 21/04/2022).

Inchieste parlamentari, annunzio di presentazione di proposte

In data 21 aprile 2022 è stata presentata la seguente proposta d'inchiesta parlamentare d'iniziativa dei senatori Zaffini, Ciriani, Rauti, Balboni, Barbaro, Calandrini, de Bertoldi, De Carlo, Drago, Fazzolari, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga, Ruspandini, Garnero Santanché, Totaro, Urso. - "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'epidemia da COVID-19" (Doc. XXII, n. 34).

Camera dei deputati, trasmissione di atti

Il Presidente della Camera dei deputati, con lettera in data 19 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 127, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, il documento approvato dalle Commissioni riunite IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei deputati, nella seduta del 13 aprile 2022, concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale (legge sull'intelligenza artificiale) e modifica alcuni atti legislativi dell'Unione (COM(2021) 206 final) (Atto n. 1159).

Governo, trasmissione di atti e documenti

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettere in data 20 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317:

la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, concernente la notifica 2022/0288/I relativa al progetto recante "Decreto ministeriale concernente la modifica dell'allegato 1 Concimi nazionali, dell'allegato 6 Prodotti ad azione specifica, dell'allegato 7 Tolleranze, dell'allegato 8 Etichettatura ed immissione sul mercato, dall'allegato 9 Disposizioni relative al nitrato ammonico, dell'allegato 13 Registro dei fertilizzanti, dell'allegato 14 Registro dei fabbricanti di fertilizzanti, al decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75 recante "Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88"". La predetta documentazione è deferita alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1160);

la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, concernente la notifica 2022/0189/I relativa al progetto recante "Normativa tecnica ed amministrativa relativa ai motoveicoli per uso speciale adibiti a servizi sanitari di emergenza". La predetta documentazione è deferita alla 8a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1161);

la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, concernente la notifica 2022/0196/I relativa al progetto recante "Decreto del Ministro della transizione ecologica n. 114 del 16 marzo 2022, recante adozione delle Linee Guida sull'etichettatura degli imballaggi, ai sensi dell'articolo 219, comma 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006". La predetta documentazione è deferita alla 10a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1162);

le osservazioni formulate dalla Commissione, ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535, in ordine alla notifica 2022/0036/I relativa al progetto recante "Legge regionale 15 aprile 1999, n. 25 "Prìncipi generali della regione Toscana per le produzioni agricole ottenute con il metodo della produzione integrata - Fase agronomica" Parte Generale". La predetta documentazione è deferita alla 9a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1080-bis).

Il Ministro della salute, con lettera in data 21 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge 16 marzo 1987, n. 115, la relazione sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche in tema di diabete mellito, riferita all'anno 2020.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 12a Commissione permanente (Doc. LXIII, n. 2).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 21 aprile 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale al dottor Giorgio Centurelli, estraneo alla Pubblica amministrazione.

Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento

Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:

Proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) 2022/109 che fissa, per il 2022, le possibilità di pesca per alcuni stock ittici e gruppi di stock ittici, applicabili nelle acque dell'Unione e, per i pescherecci dell'Unione, in determinate acque non dell'Unione (COM(2022) 165 definitivo), alla 9a Commissione permanente e, per il parere, alla 3a e alla 14a Commissione permanente.

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 21 e 22 aprile 2022, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per l'esercizio 2020. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XV, n. 547);

dell'Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (UNIONCAMERE). Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 548);

dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, per gli esercizi 2019 e 2020. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 549);

dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) per l'esercizio 2020. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 550).

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

Il senatore Morra ha aggiunto la propria firma alle interrogazioni 3-03280 e 3-03283 della senatrice Corrado ed altri.

I senatori Montevecchi, Corbetta, Pirro, Quarto, Croatti, Di Girolamo, Giuseppe Pisani, De Lucia, Bottici, Naturale, Romano, Castaldi, Girotto, Pavanelli, Trentacoste e Vanin hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-06927 dei senatori Ferrara e Marco Pellegrini.

L'ordine delle firme deve intendersi il seguente: Ferrara, Montevecchi, Marco Pellegrini, Corbetta, Pirro, Quarto, Croatti, Di Girolamo, Giuseppe Pisani, De Lucia, Bottici, Naturale, Romano, Castaldi, Girotto, Pavanelli, Trentacoste e Vanin.

Mozioni

CIRIANI, RAUTI, BALBONI, BARBARO, CALANDRINI, DE BERTOLDI, DE CARLO, DRAGO, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, LA RUSSA, MAFFONI, MALAN, NASTRI, PETRENGA, RUSPANDINI, TOTARO, URSO, ZAFFINI - Il Senato,

premesso che:

la Conferenza sul futuro dell'Europa è un'iniziativa congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione per ascoltare la voce dei cittadini europei, consentendo loro di esprimersi sul futuro dell'Europa, attraverso una serie di discussioni e dibattiti;

i Presidenti dei tre organismi si sono assunti l'impegno di ascoltare la voce degli europei e dare seguito, nell'ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni scaturite dalla conferenza;

l'intenzione era quella di offrire ai cittadini di tutta Europa la possibilità di condividere le loro idee tramite una piattaforma digitale ma anche attraverso eventi a livello europeo, nazionale, regionale e locale sulle sfide e le priorità dell'Europa;

entro i primi di maggio 2022 la conferenza concluderà i lavori, fornendo a orientamenti sul futuro dell'Europa;

la Conferenza sul futuro dell'Europa voleva rappresentare un esperimento di esercizio di democrazia partecipativa che purtroppo ha mostrato molte ombre e dubbi sulla percorribilità a livello istituzionale delle proposte pervenute;

considerato che:

le modalità di consultazione e di lavoro dei cittadini, suddivisi in panel, hanno suscitato lamentele e perplessità, condivise anche da molti eurodeputati, parlamentari e membri dei governi nazionali che hanno rilevato anche la scarsa attenzione alle procedure e l'impossibilità di verifica che i partecipanti collegati on line seguissero davvero i lavori;

i cittadini partecipanti sono stati selezionati in modo casuale da una società di sondaggi indipendente, la "Kantar Belgium SA": 200 cittadini per ogni panel di cui 22 italiani per un totale di 800 cittadini europei, di cui 80 (20 per ogni panel) sono i rappresentanti nella riunione plenaria;

i panel tengono conto dei contributi raccolti attraverso la piattaforma digitale multilingue e alimentano i lavori della sessione plenaria della conferenza mediante la formulazione di una serie di raccomandazioni a cui l'Unione dovrà dare seguito;

dubbi sono stati avanzati dai delegati della cittadinanza in merito alla mancanza di trasparenza nella procedura in base alla quale il corpus delle conclusioni dovrebbe basarsi sul consenso di tutte le componenti della plenaria, senza procedere ad alcuna votazione, non essendo, peraltro, chiaro in che modo, cui si è aggiunto il timore di molti di venire estromessi, di fatto, dal processo che trasformerà le idee dei panel in proposte concrete;

tutto ciò mina sensibilmente la credibilità della Conferenza stessa,

impegna il Governo:

1) a sostenere un nuovo sistema basato su un modello confederale, con Stati sovrani che, sulla base di un trattato di diritto internazionale, si uniscano dando vita a un soggetto di diritto internazionale fondato sull'accordo dei partecipanti: all'interno della Confederazione restano intatte la sovranità e l'indipendenza dei singoli Stati, i cui rapporti reciproci sono regolati sia dal diritto internazionale che dal diritto derivato emanato dagli organi comuni;

2) ad individuare gli ambiti di intervento che siano riservati alle istituzioni sovranazionali quali sicurezza, difesa, politica estera e geopolitica, politica commerciale, politica migratoria e demografica, crisi pandemiche e calamità naturali;

3) ad inserire, nel nuovo patto confederale, chiari riferimenti al processo di edificazione della civiltà europea, alle radici culturali classiche e giudaico-cristiane, al diritto romano, alla filosofia greca.

(1-00480)

TOSATO, BERNINI, CANDIANI, GIAMMANCO, BOSSI Simone, DE SIANO, CASOLATI, CESARO, VONO - Il Senato,

premesso che:

la "Conferenza sul futuro dell'Europa" si è svolta tramite una serie di dibattiti e discussioni, avviati su iniziativa dei cittadini e della società civile, che ha coinvolto le autorità europee, nazionali, regionali e locali, con lo scopo di condividere idee e proposte per migliorare il funzionamento dell'Unione europea;

il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea si sono impegnati ad ascoltare la voce dei cittadini europei e a dare seguito, nell'ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni formulate dagli stessi all'interno dei panel europei e nazionali;

le idee e i contributi raccolti sulla piattaforma digitale multilingue hanno riguardato 9 argomenti principali: "Cambiamento climatico e ambiente", "Salute", "Un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione", "L'Unione europea nel mondo", "Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza", "Trasformazione digitale", "Democrazia europea", "Migrazione" e "Istruzione, gioventù e sport";

la sessione finale della plenaria della conferenza è prevista per il 29-30 aprile a Strasburgo; in quell'occasione le proposte dovrebbero essere approvate dalla plenaria su base consensuale. Il comitato esecutivo includerà tali proposte nella relazione finale della conferenza; la relazione sarà trasmessa ai presidenti delle istituzioni europee il 9 maggio a Strasburgo, in occasione della cerimonia di chiusura della conferenza;

considerando che:

sul piano ambientale, con il green deal, l'Unione europea si è impegnata a raggiungere l'obiettivo di neutralità climatica al 2050 e la nuova legge UE sul clima entrata in vigore a luglio 2021 rappresenta lo strumento che trasforma tale l'impegno politico in obbligo vincolante: è necessario prevedere risorse adeguate evitare che il piano europeo si tramuti esclusivamente in un finanziamento a perdere della transizione energetica dei Paesi maggiormente inquinanti e un onere eccessivo per gli altri Paesi, in particolare per il comparto industriale dell'Italia, sottolineando altresì come il percorso di transizione ecologica debba essere necessariamente sostenibile sotto un punto di vista economico e sociale;

l'energia nucleare è stata inserita dalla Commissione europea nella tassonomia, riconoscendola quindi come una tecnologia sostenibile per il raggiungimento di obiettivi ambientali, e l'Agenzia internazionale per l'energia (IEA) ha evidenziato che per il raggiungimento dell'obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario incrementare la quota di energia nucleare a livello globale;

l'Italia è uno dei Paesi messo maggiormente in difficoltà dalla recente crisi in Ucraina che ha messo in evidenza la necessità di avere un sistema energetico nazionale sicuro, stabile e indipendente anche supportando il recupero del gap tecnologico e il know how avanzato sul nucleare di ultima generazione, attraverso collaborazioni, attività di cooperazione, scambi di personale scientifico, progetti internazionali e europei, rafforzando le istituzioni che operano per la sicurezza nucleare e la radioprotezione;

per quanto concerne la sanità si evidenzia la necessità di prevedere una cooperazione più efficiente fra gli Stati membri e le istituzioni a livello della UE, al fine di affrontare le nuove sfide sanitarie comuni e garantire a tutti una vita lunga e sana. L'invecchiamento e l'aumento di malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiache e malattie del cervello, che richiedono diversi tipi di trattamento, stanno aumentando i costi a livelli potenzialmente insostenibili, con il rischio di un accesso diseguale alle cure per le persone in tutta l'Unione europea;

l'obiettivo è sviluppare a livello comunitario una migliore diagnostica e terapie più efficaci, utilizzando approcci di medicina personalizzata al fine di migliorare l'assistenza sanitaria e il benessere e adottare tecnologie sanitarie innovative, come quelle digitali; è necessario, invero, adottare delle azioni comuni volte a proteggere e migliorare la salute dei cittadini della UE, sostenere la modernizzazione dell'infrastruttura sanitaria, migliorare l'efficienza dei sistemi sanitari europei, rafforzare le misure di preparazione e risposta alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero;

tra i principali temi vi è quello della lotta contro il cancro, considerato che il cancro, seconda causa di mortalità nei Paesi UE, è tra i principali fattori di morte prematura nell'Unione. Questa patologia incide non solo sulla salute e sul benessere dei singoli individui ma anche sui sistemi sanitari e sociali, sui bilanci pubblici nonché sulla produttività e sulla crescita dell'economia, che comprende una forza lavoro in salute;

inoltre, è indispensabile prevedere, nell'ambito delle misure volte a migliorare insieme i sistemi sanitari e assistenziali, lo stanziamento di fondi volti ad assicurare per tutti l'accesso all'assistenza nel campo della salute mentale, indipendentemente dal reddito e dall'età, soprattutto in considerazione dell'impatto sulla popolazione, ed in particolare sui giovani, che ha avuto l'epidemia da COVID-19; altro tema fondamentale è quello della ricerca: devono essere aumentati gli investimenti al fine di promuovere e sostenere l'innovazione e la ricerca in ambito sanitario specie rispetto allo studio di tecnologie biomediche innovative;

le discussioni hanno dato ampio risalto alla tutela dei diritti delle persone con disabilità; risulta essenziale prevedere il pieno e uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità, adottando misure concrete volte a promuovere, tra l'altro, l'accessibilità universale degli spazi e degli edifici, l'inclusione lavorativa e la partecipazione attiva alla vita politica e sociale, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con legge 3 marzo 2009, n. 18;

la ripresa economica è uno dei temi che ha registrato la più alta partecipazione sulla piattaforma, viste le recenti difficoltà causate dalla crisi pandemica e dalle tensioni geopolitiche;

risulta pertanto fondamentale avviare un dibattito al fine di delineare un ripensamento dei parametri di convergenza stabiliti dal Trattato di Maastricht, e al contempo prevedere l'esclusione degli investimenti produttivi e quelli per la messa in sicurezza del territorio, ovvero degli investimenti infrastrutturali, di quelli in favore della crescita demografica e riguardanti la tematica ambientale, dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio e del rapporto tra deficit e PIL, al fine di permettere, anche ai Paesi che devono perseguire la ristrutturazione del debito, di rilanciare l'economia investendo in settori strategici; si ritiene importante prevedere una messa a regime della capacità d'indebitamento del bilancio europeo per finanziare le spese pubbliche decise a livello comunitario, e al contempo sviluppare un percorso che porti ad un nuovo piano economico comune finalizzato a contenere i prezzi dell'energia e delle materie prime;

appare essenziale la necessità di ricercare una maggiore armonizzazione fiscale tra i Paesi europei. La frammentazione economica tra gli Stati membri sul piano fiscale rappresenta un elemento da correggere poiché crea distorsioni ed avvantaggia alcuni Stati rispetto ad altri, che possono diversificare le linee di politica economica in senso più vantaggioso rispetto ad altri; è necessario pertanto procedere ad armonizzare, fin dove possibile, le aliquote fiscali, rendendole comuni e permettendo così una parità di trattamento tra cittadini e imprese in Unione europea;

numerosi contributi nell'ambito del tema "L'UE nel mondo" chiedono all'Unione di rafforzare il suo ruolo di attore globale, in particolare alla luce delle sfide globali e sulla scena internazionale; il processo decisionale della UE viene infatti considerato lento e piuttosto inefficace quando si tratta di agire rapidamente in risposta a una sfida immediata;

i contributori sulla piattaforma hanno discusso del parere secondo cui l'Unione europea dovrebbe elaborare una strategia in materia di investimenti esteri per contrastare l'influenza della Cina a livello mondiale, in particolare nei Paesi in via di sviluppo; al contempo risulta fondamentale sviluppare politiche comunitarie coraggiose che proteggano le nostre imprese dagli attacchi predatori provenienti da determinati Paesi extraeuropei;

un tema estremamente dibattuto è stato quello relativo alla necessità di rafforzare il potere di coercizione dell'Unione, anche tramite un rafforzamento dello strumento militare. Nei dibattiti sul tema sono emerse opinioni divergenti riguardo alla creazione di un esercito europeo, che rischia di sovrapporsi alla struttura dell'Alleanza atlantica. Appare al contempo urgente selezione nuovi progetti per la difesa da attivare e dei consorzi cui partecipare, o dei quali promuovere l'aggregazione, in funzione dell'interesse, nazionale ed europeo, a conservare ed accrescere le capacità industriali e tecnologiche;

numerose opinioni emerse in sede di dibattito chiedono partenariati bilaterali più forti tra i singoli Stati membri e i Paesi dell'Africa al fine di affrontare questioni legate alla migrazione; vengono sollevate preoccupazioni in merito ai rischi, causati dai flussi migratori extraeuropei, di tenuta della civiltà europea e della stabilità politica; numerosi partecipanti hanno inoltre posto l'attenzione sul ricorso alla migrazione illegale come arma;

si ritiene pertanto importante contrastare in ogni modo possibile il traffico di esseri umani, e porre in cima alle varie riforme in materia di immigrazione e sicurezza il principio del disincentivo alla partenza come priorità per l'approccio a tale materia; è utile conseguentemente sostenere la creazione nei Paesi di transito e partenza di appositi centri in cui avviare gli immigrati al fine verificare subito l'eventuale sussistenza dei requisiti richiesti per essere ammessi alla concessione del diritto d'asilo e impegnarsi in ambito europeo all'effettivo rispetto della direttiva sui rimpatri e degli accordi di riammissione stipulati anche a livello comunitario sostenendo una loro implementazione;

nei vari panel si è inoltre discusso il concetto di valori europei in quanto principi guida; risulta pertanto essenziale riscoprire i principi cardine della civiltà europea, basata su radici classiche e giudaico-cristiane, e sviluppare un percorso articolato attorno al riconoscimento della diversità e della complementarità dell'altro come valore essenziale per la stabilità della vita comunitaria; va evitato altresì l'uso di qualsiasi forma di condizionalità economica e politica, basata sull'imposizione di un modello sociale transnazionale confliggente con i riferimenti valoriali e culturali dei singoli Stati membri, affinché l'Unione non si trasformi in uno strumento di ricatto politico e ingerenza sproporzionata nella sfera degli interessi nazionali dei singoli Stati membri;

anche il settore dell'agroalimentare e dell'enogastronomia può essere considerato un elemento fondante dei sistemi valoriali europei, riconoscendo la tutela e la diffusione di modelli alimentari che, basati sui principi della dieta mediterranea, assicurino attraverso l'utilizzo di un'etichetta di origine la qualità e la sicurezza degli alimenti, come unica e valida alternativa a modelli basati su sistemi di etichettatura a semaforo, come il "nutriscore", fuorvianti per i consumatori finali, e salvaguardando le eccellenze agroalimentari fondate sulla biodiversità; a tal fine risulta pertanto essenziale tutelare i produttori e le imprese nazionali dell'intero settore agroalimentare, della pesca a dell'enogastronomia, superando definitivamente criteri restrittivi basati su aspetti quantitativi, puntando invece sulla ricerca della sempre maggiore qualità ed eccellenza;

molti eventi organizzati nel quadro della conferenza hanno avuto come focus la "democrazia europea", per consentire una valutazione sul futuro del sistema democratico della UE; sul tema è importante promuovere il rafforzamento della legittimazione democratica delle istituzioni europee proponendo l'attribuzione al Parlamento europeo, unico organo eletto a suffragio universale diretto, anche del potere di iniziativa legislativa, garantire maggiore trasparenza per quanto riguarda l'azione della Commissione europea in tale ambito e al contempo prevedere meccanismi di elezione diretta del Presidente della Commissione; in un'ottica di avvicinamento dei cittadini, e per generare un rinnovato sentimento di appartenenza, alle istituzioni europee, è altresì necessario sostenere una politica di decentramento degli organismi comunitari, prevedendo un maggior ruolo e una capillare distribuzione anche delle Agenzie europee, in grado di esaltare le peculiarità di ogni singolo Stato membro, a partire dall'assegnazione a Roma dell'Agenzia esecutiva per l'istruzione e la cultura,

impegna il Governo a promuovere in tutte le sedi competenti processi di partecipazione democratica dei cittadini europei, volti a consentire una più attiva e costruttiva partecipazione alle scelte politiche del corpo elettorale, con particolare riguardo alle giovani generazioni, anche attraverso iniziative di riforma dei Trattati, che possano riscoprire gli obiettivi che erano stati fissati alla nascita del progetto politico europeo.

(1-00481)

Interrogazioni

BERGESIO, VALLARDI, ZULIANI, PIZZOL - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

dopo un inverno caratterizzato da temperature sopra la media, il rischio di possibili gelate tardive primaverili è elevato e sta mettendo in stato di forte agitazione il comparto agricolo;

l'agricoltura è uno dei settori più esposti ai continui e repentini cambiamenti climatici degli ultimi tempi;

la maggior parte delle imprese di assicurazione, alla luce degli ultimi eventi catastrofali per gelo e siccità che hanno colpito le regioni del nord e centro Italia, risulta meno propensa all'assunzione del rischio per i danni dovuti al gelo e alla siccità, se non a fronte dell'applicazione di premi più elevati e di condizioni particolarmente gravose per le aziende agricole, rendendo impossibile per molte la copertura degli oneri, nonostante il sostegno pubblico;

sulla base dei dati ISMEA il 52,9 per cento dei danni catastrofali che si sono registrati nel 2021 sono attribuibili al gelo e circa il 48,4 per cento di questi ha interessato le coltivazioni frutticole;

molte coltivazioni agricole rischiano poi di essere compromesse dalla siccità, come orzo e frumento che iniziano in questo periodo le fasi di accrescimento;

è necessario adottare interventi urgenti al fine di incoraggiare ulteriormente le imprese a ricorrere al sistema assicurativo, con l'auspicio che un ulteriore incentivo possa derivare dall'attivazione del nuovo fondo mutualistico dal 2023 per le avversità catastrofali, come previsto dai commi 515 e seguenti dell'art. 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, reperendo, per tale scopo, le risorse che si renderanno necessarie a garantirne l'efficacia,

si chiede di sapere quali immediate misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per incoraggiare le aziende agricole ad assicurarsi, anche valutando l'adozione di appositi incentivi, e se voglia adottare gli atti necessari per incrementare, fin da subito, le risorse dirette al finanziamento del fondo mutualistico nazionale, di cui all'art. 1, comma 515, della legge n. 234 del 2021, per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici a favore delle imprese agricole.

(3-03285)

FENU, DONNO, ROMANO, ROMAGNOLI, DI GIROLAMO, VANIN, TRENTACOSTE, CROATTI, DELL'OLIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

Assicurazioni Generali S.p.A. detiene 70 miliardi di debito pubblico italiano;

come noto il Consiglio di amministrazione uscente della compagnia ha deliberato di presentare una propria lista di candidati in vista del rinnovo degli organi sociali cui sarà chiamata l'Assemblea dei soci del prossimo 29 aprile 2022;

risulta, anche da commenti pubblicati dalla stampa, che la lista del Consiglio sia stata istruita anche sentendo il socio di maggioranza relativa, Mediobanca, mentre è stata proposta una seconda lista dal gruppo Caltagirone, apparentemente appoggiato dal gruppo Del Vecchio;

proprio riguardo a questi ultimi, l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, in seguito ad una segnalazione dalla compagnia in merito agli acquisti aventi ad oggetto azioni di Assicurazioni Generali S.p.A., con la quale è stato chiesto all'Istituto di accertare se sia stata posta in essere un'attività in concerto da parte di taluni soci, ha dichiarato di non aver rilevato elementi per l'avvio di un procedimento amministrativo;

contestualmente, da un'intervista rilasciata a "Bloomberg", l'amministratore delegato di "DeAgostini", Lorenzo Pellicioli, ha dichiarato che la vittoria della lista cosiddetta "Caltagirone" comporterebbe un orizzonte poco chiaro, evidenziando che il piano di riduzione dei costi manca di dettagli sostanziali, facendo presumere un taglio al personale;

risulta, altresì, che in vista dell'appuntamento assembleare, sin dall'autunno scorso, il socio Mediobanca abbia preso a prestito oltre il 4 per cento del capitale;

considerato che:

in materia d'intervento in assemblea e d'esercizio del diritto di voto nelle società quotate, l'ordinamento italiano ha adottato un modello giuridico, fondato sulla cosiddetta record date, in forza del quale la legittimazione a partecipare all'assemblea e a esercitare i diritti amministrativi (ivi incluso diritto di voto) e i diritti patrimoniali si fonda sulla sola dimostrazione della titolarità delle azioni, a prescindere dal tipo di contratto che ha dato origine a tale titolarità;

il contratto di prestito titoli trae la propria origine dalla prassi degli scambi che avvengono sui mercati borsistici, tradizionalmente caratterizzati da un procedimento di liquidazioni in contanti, con finalità che non comprendono il prestito al fine dell'esercizio di voto in assemblea, in quanto proprio per la natura temporanea del possesso del titolo viene meno l'interesse nella società;

pertanto, resterebbe da capire se, nel caso in cui il prestito di titoli sia avvenuto in funzione di utilizzare il maggiorato pacchetto di voti da parte di Mediobanca per attuare una distorsione della deliberazione assembleare, esso dovesse eventualmente qualificare una violazione delle norme che regolano il voto;

il prestito di titoli avvenuto in funzione di un aumento del peso assembleare a capo del prestatario, rischierebbe di legittimare un precedente di disincentivo all'investimento nelle società, le quali potrebbero essere controllate tramite contatti temporanei che, per evidente natura, non comportano lo stesso interesse nel lungo termine di un investimento azionario,

si chiede di sapere:

come intenda attivarsi Ministro in indirizzo e quali iniziative intenda assumere, presa considerazione dell'importanza di Assicurazione Generali S.p.A., non soltanto in relazione alla quota di debito pubblico detenuta, ma anche in ragione del peso che essa assume nel quadro degli istituti finanziari italiani, dinanzi a prospettive strategiche incerte per il futuro della società, visto quanto dichiarato da Pellicioli, nell'ipotesi di una vittoria della lista "Caltagirone";

come intenda attivarsi, ulteriormente, in ragione del prestito dei titoli attivato da Mediobanca, tenuto conto delle conseguenze che tale prassi potrebbe comportare negli assetti e nel mercato dei titoli azionari, e se abbia valutato l'impatto che potrebbe avere l'esercizio del diritto di voto in ragione della titolarità temporanea di una quota azionaria all'interno del mercato.

(3-03286)

D'ALFONSO, MIRABELLI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

il Tribunale di Teramo versa ormai da tempo in una situazione di eccezionale drammaticità, essendo in tale sede pendenti due terzi dell'arretrato dell'intero distretto, registrandosi il più alto numero di procedimenti iscritti da più di 10 anni, ed essendo il periodo di tempo medio per la definizione di una causa civile superiore a 1.000 giorni, contro i 296 di Chieti e i 368 di Pescara, come recentemente ricordato anche dal Presidente degli ordini degli avvocati di Teramo;

in tale sede è assegnato in pianta organica, mai integralmente coperta, il 21,15 per cento dei giudici ordinari, il 15,94 per cento dei giudici onorari e meno del 18 per cento del personale amministrativo spettanti al Tribunale del distretto, a fronte dei carichi di lavoro derivanti da flussi ordinari mediamente attestati intorno al 25 per cento, sia in materia penale, che civile;

oltretutto, la Provincia di Teramo è stata investita dal terremoto dell'ottobre 2016, da quello del gennaio 2017 e dai tragici eventi atmosferici del medesimo periodo, che hanno accentuato una situazione di grave crisi economica testimoniata dal fatto che nel Tribunale di Teramo pende il 38 per cento delle procedure esecutive e concorsuali e dei fallimenti dell'intero distretto;

rilevato che:

la necessità di aumentare il numero dei giudici e di personale amministrativo in pianta organica emerge anche alla luce dell'alto numero di affari trattati, essendo quello di Teramo il secondo Tribunale in Abruzzo dopo Pescara per numero di affari civili e per dibattimento penale, e il primo per numero di procedimenti di GIP/GUP, e si inserisce in un contesto emergenziale ormai consolidato, come riportato dai dati contenuti nelle relazioni del Presidente della Corte di Appello all'inaugurazione degli anni giudiziari dell'ultimo decennio;

i vari episodi di mobilitazione da parte degli avvocati, i ripetuti interventi di organizzazione assunti da giudici per fronteggiare le mancanze di organico e le reiterate dichiarazioni di allarme provenienti dalle istituzioni hanno generato solo effetti palliativi, limitati all'assegnazione di un nuovo giudice, a fronte di richieste ben maggiori avanzate dal Consiglio giudiziario e dallo stesso CSM, e di alcune figure professionali amministrative;

le capacità di smaltimento del lavoro dimostrate dai giudici del Tribunale di Teramo, ai vertici per produttività a livello distrettuale, non potranno sopperire per sempre alle inadeguatezze in tema di distribuzione delle risorse;

rilevato, inoltre, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell'ambito della riforma orizzontale della giustizia, prevede di ridurre del 25 per cento il numero di cause pendenti nel 2019 dinanzi ai tribunali amministrativi regionali entro il 31 dicembre 2024 e di ridurre del 25 per cento i tempi di trattazione di tutti i procedimenti penali rispetto al 2019 entro il 31 giugno 2026,

si chiede di sapere:

quali iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo per garantire il necessario adeguamento della pianta organica e la piena operatività del Tribunale di Teramo, nonché per assicurare ai cittadini della provincia tempi ragionevoli nella trattazione dei procedimenti, attualmente nettamente superiori rispetto a quelli delle province limitrofe;

quali iniziative intenda assumere per consentire il pieno raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR anche presso il Tribunale di Teramo e, in particolare, per impedire la creazione di un ulteriore arretrato, prevenendo gli effetti perversi del differimento delle cause.

(3-03287)

PITTELLA - Ai Ministri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. - Premesso che:

nel corso degli ultimi decenni, l'assetto industriale nazionale nell'ambito delle telecomunicazioni ha subito importanti mutamenti, verificatisi, in particolare, a partire dall'avvio della stagione delle privatizzazioni iniziata a metà degli anni '90 dello scorso secolo;

l'azienda maggiormente investita dai suddetti cambiamenti, l'ex monopolista SIP, poi divenuta gruppo TIM, dalla privatizzazione ad oggi ha subito numerose variazioni nel proprio azionariato e nella dirigenza aziendale. Attualmente il gruppo TIM, nonostante l'accresciuta concorrenza e l'ingresso di nuovi operatori di telecomunicazione, rimane l'azienda leader in Italia e in Brasile nel settore ICT, sviluppa infrastrutture fisse, mobili, cloud e datacenter e offre servizi e prodotti per le comunicazioni e l'intrattenimento, ponendosi all'avanguardia delle tecnologie digitali. I clienti del gruppo TIM sono 30,5 milioni per le linee mobili, 16,4 milioni per le linee fisse e oltre 10 milioni per le linee ultraboardband fisse;

sul fronte occupazionale, il gruppo TIM occupa complessivamente più di 50.000 dipendenti, di cui 42.437 in Italia. La diminuzione degli occupati nell'azienda è stata costante nel corso degli anni, soprattutto se confrontati con i circa 120.000 dipendenti registrati nel 1995, e a tale andamento hanno contribuito più fattori, tra cui la situazione finanziaria dell'azienda, la forte innovazione tecnologica e non ultimo l'ingresso di nuovi operatori altamente competitivi;

considerato che:

nel settore delle telecomunicazioni, caratterizzato da un quadro di estrema competitività ed innovazione, si inserisce la vicenda della realizzazione dell'infrastruttura di rete necessaria al conseguimento degli obiettivi europei e nazionali di connettività, che in Italia è caratterizzata dalla presenza di due gruppi concorrenti (attualmente Open Fiber S.p.A. e FiberCop S.p.A.), fatto che ha dato origine a maggiori inefficienze e ritardi nel perseguimento dei suddetti obiettivi rispetto agli altri Paesi europei secondo quanto si evince dalla mappatura della banda larga predisposta dalla Commissione europea che misura la qualità della connettività, con particolare riferimento alla velocità di download superiore a 100 Mbit/s;

tale assetto è risultato particolarmente inefficiente per il superamento del cosiddetto digital divide, vale a dire le diseguaglianze territoriali nella fruizione di servizi di connettività digitale tra le aree più densamente popolate e quelle a fallimento di mercato (le zone rurali e le aree interne), nonostante in queste risieda una percentuale significativa della popolazione italiana;

nel corso degli ultimi mesi si è formato tra i principali attori in gioco un consenso verso l'ipotesi della realizzazione della cosiddetta "rete unica", attraverso la fusione tra Fibercop e Oper Fiber, in particolare a seguito della presentazione del Piano Strategico del Gruppo TIM 2022-24 del 3 marzo 2022, delle dichiarazioni del presidente TIM del 22 marzo, che ha auspicato la costituzione di una società della rete a controllo pubblico che preveda una fusione con Open Fiber, e, infine, dall'accordo di riservatezza firmato, su richiesta della CONSOB, tra TIM e CDP Equity il 4 aprile, finalizzato "ad avviare negoziazioni con l'obiettivo di addivenire alla stipulazione indicativamente entro il 30 aprile di un protocollo d'intesa volto a definire gli obiettivi, il perimetro, la struttura e i principali criteri e parametri di valutazione relativi al progetto di integrazione";

l'opzione alternativa rimasta sul tavolo per diversi mesi, vale a dire l'offerta pubblica di acquisto da parte del fondo americano KKR, è stata definitivamente archiviata da parte del CdA di TIM, che il 7 aprile ha deliberato all'unanimità di non dare seguito alla richiesta di due diligence proveniente dal fondo;

al momento, pertanto, la strada che più probabilmente sarà percorsa è quella che consiste nella separazione tra infrastruttura (NetCo) e servizi (ServCo), da realizzarsi entro la prossima estate, come confermato anche dall'amministratore delegato di TIM lo scorso 9 aprile, al fine di garantire redditività a lungo termine, assecondando le richieste dei fondi internazionali specializzati in tale tipologia di investimenti;

rilevato che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei dipendenti di TIM sono fortemente preoccupate dall'operazione di separazione tra le componenti di TIM, in quanto tale percorso metterebbe a serio rischio migliaia di posti di lavoro, continuando la tendenza di inesorabile diminuzione del numero dei lavoratori dell'azienda a cui si assiste dagli anni '90,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario favorire le opzioni in campo che garantiscano il rilancio e la continuità occupazionale del gruppo TIM S.p.A., evitando lo smantellamento o una frammentazione dell'azienda, e, al contempo, consentano il pieno raggiungimento degli obiettivi di connettività stabiliti a livello europeo e nazionale, con particolare riferimento al superamento del digital divide tra le aree densamente popolate e quelle a fallimento di mercato, nel rispetto delle migliori pratiche regolatorie e di concorrenza;

se non ritengano opportuno, al fine del raggiungimento di tali obiettivi con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, adottare ogni iniziativa utile per dare seguito alle istanze dei lavoratori, convocando un tavolo con le organizzazioni sindacali sul futuro occupazionale nel settore delle telecomunicazioni del Paese.

(3-03288)

MALLEGNI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

i disagi che stanno affrontando gli utenti dell'ospedale "Sant'Antonio Abate" di Fivizzano (Massa Carrara) necessitano di una particolare attenzione da parte delle autorità competenti;

in particolare, da notizie di stampa, si è appreso della vicenda di una signora novantenne di Massa che, recatasi nei giorni scorsi, all'orario prefissato dal CUP (alle ore 8.00), presso il citato ospedale per effettuare una TAC, è stata informata, solo in quel momento, che l'orario di inizio dell'esame era alle ore 9.00;

l'anziana donna ha dovuto attendere un'ora al freddo, in una baracca aperta realizzata nel parcheggio circondato da strada sterrata e piena di ghiaia, all'interno della quale la signora è stata posta su un lettino poi caricato su un montacarichi e trasferita in un container adibito a sala radiografica, dove è stata eseguita la TAC;

l'area interessata versa in una grave situazione; la struttura è del tutto inappropriata e fatiscente, considerato che si trova in un parcheggio dove transitano le autovetture inquinanti, con un manto stradale non asfaltato, buche, rifiuti di ogni tipo e foglie, totalmente priva di pulizia, privacy e garanzie per effettuare prestazioni sanitarie;

i medesimi disagi li hanno dovuti affrontare altri pazienti per le stesse motivazioni,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e quali urgenti iniziative intenda adottare per ripristinare le condizioni minime per l'erogazione di prestazioni sanitarie nell'ospedale di Fivizzano, al fine di garantire il diritto alla tutela della salute e ridare dignità ai cittadini.

(3-03289)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

BINETTI - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

il futuro di un Paese si misura anche dagli investimenti che si ha il coraggio di fare in campo educativo e se da un lato occorre superare quel diffuso malessere che attraversa l'istruzione, soprattutto ai livelli più avanzati, dall'altro è necessario facilitare l'accesso agli studi universitari a tutti coloro che hanno capacità e competenze;

del tutto positivo appare il disegno di legge approvato definitivamente dal Senato il 6 aprile 2022 (AS 2415), recante "Disposizioni in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore";

tale provvedimento costituisce una delle sfide più importanti che l'università dovrà affrontare nei prossimi anni, e appare dettato dalla necessità di rispondere in modo nuovo ai profondi cambiamenti in campo socio-culturale e politico-economico, per far fronte alla crescente complessità del mondo del lavoro;

oggi sono necessarie competenze trasversali che consentano ai giovani di orientarsi nel cambiamento, interagendo con un mondo sempre più interconnesso e globale. Serve quindi un forte investimento nella promozione di nuovi saperi, abbattendo steccati disciplinari, per favorire una maggiore flessibilità tra scienze umanistiche, tecnico-scientifiche e giuridico-economiche;

il disegno di legge approvato va proprio nella direzione di chi intende modernizzare l'università, per offrire nuove soluzioni a problemi finora non risolti o risolti in modo inadeguato;

ma la difficoltà più grave con cui l'università deve confrontarsi, oggi come ieri, è quella della piaga dei concorsi truccati e la penalizzazione dei ricercatori più qualificati a vantaggio di quelli più raccomandati;

l'inchiesta che ha recentemente travolto l'Università di Reggio Calabria e che arriva fino alla provincia di Cosenza, coinvolge persone che hanno ruoli pubblici e comunque sono ben conosciute nei loro contesti cittadini;

senza voler anticipare giudizi, che riguardano inchieste condotte dalla magistratura, sorprende come le dinamiche siano da alcuni decenni sempre le stesse, qualunque sia il modello di concorso, e riguardano soprattutto la segnalazione di figlie e figli a chi potrebbe essere in grado di aiutarli nelle loro scelte professionali e accademiche;

nell'accusa si afferma che la commissione di merito avrebbe selezionato i vincitori in base a una scelta preventiva ed in essenza di una oggettiva e reale comparazione. È una triste prassi che si ripete fin troppo frequentemente e che vanifica ogni tentativo di cambiamento e di sviluppo efficace nelle nostre università;

se non si interviene su questo nodo cruciale, a nulla serviranno anche i fondi tanto attesi del PNRR, perché non ci saranno mai le persone giuste nei posti giusti per governare sia i processi della ricerca, sia quelli della formazione e si offrirà alle nuove generazioni la triste conferma che senza raccomandazione non ci sono prospettive concrete;

nel caso di specie, gli investigatori ritengono che C. (in qualità di Rettore), A. (in qualità di direttore generale), N. (in qualità di direttore del d'ArTe, Dipartimento di Architettura), D.C., T. e G. (nelle rispettive qualità di membri della commissione esaminatrice), abbiano fatto conseguire ai candidati "indebiti e ingiusti vantaggi patrimoniali, legati alla remunerazione ed alla progressione di carriera discendenti dall'ammissione al corso di Dottorato di Ricerca in "Architettura e Territorio",

si chiede di sapere:

se, a prescindere dalla inchiesta in atto in Calabria, per cui la magistratura farà il suo corso, il Ministro in indirizzo abbia dato seguito e risposta ad interrogazioni presentate in questi anni per denunciare fatti analoghi, aventi per oggetto varie forme di probabile corruzione nei concorsi universitari, a conferma che si tratta di una prassi consolidata e non ancora sufficientemente sottoposta ad una severa revisione, neppure attraverso la pubblicazione di un codice etico;

come intenda intervenire quando alle segnalazioni dei parlamentari e alle denunce dei candidati stessi, spesso suffragate da sentenze del TAR, gli atenei sembrano non voler dare nessun tipo di seguito, con evidente grave sofferenza da parte non solo del candidato ingiustamente umiliato, ma dall'intero corso di studenti che si trovano ad avere docenti meno competenti.

(3-03284)

BINETTI - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

l'Università di Chieti ha bandito due concorsi per ricercatore a tempo determinato nel Settore scientifico disciplinare MED/48 (Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative), entrambi presso il Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche;

nello specifico, si fa riferimento ai seguenti due bandi per ricercatore a tempo determinato: 1) D.R. repertorio n. 388/2022, prot. n. 19520, del 15 marzo 2022: Studio multimodale, in modelli preclinici, attraverso tecniche di imaging volti a identificare, testare e validare interventi di carattere farmacologico atti a prevenire o ridurre i processi neurotossici; 2) D.R. repertorio n. 387/2022, prot. n. 19519, del 15 marzo 2022: l'attività di ricerca condotta attraverso tecniche di imaging di risonanza magnetica, riguarderà lo studio di correlati anatomo-funzionali (MRI e fMRI) associati alle malattie neurodegenerative in modelli umani e preclinici, e delle loro modificazioni in seguito ad interventi riabilitativi di carattere farmacologico e non;

alla luce del parere emesso dal CUN l'8 marzo 2007, oltre 15 anni fa, appare però una palese incoerenza rispetto alle declaratorie del SSD MED/48; il Consiglio universitario nazionale con il suo parere, richiesto tramite il Ministero da una commissione concorsuale, ha dato una interpretazione autentica sull'articolata congruenza scientifico-curriculare dei diversi SSD ricompresi nel SC 06/N1;

come è noto, le lauree relative all'ambito delle professioni sanitarie sono divise in quattro classi: L/SNT/1 Professioni Sanitarie Infermieristiche e Professione sanitaria Ostetrica; L/SNT/2 Professioni sanitarie della prevenzione; L/SNT/3 Professioni sanitarie tecniche; L/SNT/4 Professioni sanitarie della riabilitazione; a ciascuno di questi corsi di laurea corrisponde anche uno specifico SSD, nel quale vengono fissati criteri e modalità per accedere all'abilitazione scientifica nazionale, con le rispettive mediane;

nel parere del CUN è chiaro che il SSD Med/48 sia specifico delle professioni sanitarie, nonostante biologi e medici in precedenza abbiano avuto spazio nel SC 06/N1 in altri SSD: Med/46 per la medicina di laboratorio e Med/50 per le applicazioni medico-chirurgiche; il CUN ha precisato in termini chiari che nei SSD MED/45, MED/46, MED/47, MED/48, e MED/49 la produzione scientifica e le progettualità (topic di ricerca) non sono ritenersi congruenti con discipline medico-chirurgiche, ma sono da ritenere corrispondenti alle professioni sanitarie;

i criteri formulati nei due bandi per RTD dell'Università di Chieti in realtà modificano gli obiettivi propri del SSD MED/48, andando oltre quanto è previsto e fissato in questo SSD, pensato specificamente per le professioni sanitarie;

la legge n. 240 del 2010, all'articolo 18, prevede che nei bandi sia scritto: a) il SSD con relativa declaratoria; b) l'impegno futuro del candidato: in quale corso di laurea dovrà insegnare, in quale struttura dovrà fare ricerca e dove dovrà fare assistenza;

l'impegno futuro del candidato vincitore è conseguenza del SSD, in cui ha conseguito la sua abilitazione e non viceversa, per cui è fondamentale che esista la massima coerenza possibile tra SSD da cui il candidato in un certo senso proviene, il suo profilo professionale, e il contesto specifico in cui successivamente svolgerà il suo ruolo di docente-ricercatore;

come è noto, da tempo si sta cercando di valorizzare tutti i corsi di laurea delle professioni sanitarie, permettendo ai professionisti di ogni settore di percorrere, oltre alla carriera professionale, anche tutta la carriera accademica possibile, grazia alla loro serietà scientifica, opportunamente documentata e valutata,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia al corrente della formulazione del bando per i ricercatori a tempo determinato dell'Università di Chieti e come intenda procedere per non permettere che esponenti delle professioni sanitarie, con tutti i titoli previsti per ottenere l'abilitazione scientifica nazionale e svolgere successivamente il loro ruolo di docenti-ricercatori, siano penalizzati in un confronto improprio con colleghi medici o provenienti da altre professioni.

(3-03290)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

CANDIANI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

il Comune di Gerenzano (Varese) ha approvato con deliberazione di Giunta n. 117 dell'11 ottobre 2014 un atto di indirizzo per affidare alla cooperativa "Fraternità e sistemi", tramite convenzione, ai sensi della legge n. 381 del 1991, il servizio di supporto agli uffici comunali, per tre anni, creando in questo modo, opportunità di lavoro per persone svantaggiate;

un mese dopo l'adozione, il Comune ha pubblicato all'albo la delibera e dopo pochi giorni ha pubblicato anche gli schemi di convenzione con l'elenco dei servizi oggetto di convenzionamento con il relativo importo stimato, senza però supportare le deliberazioni con documentazione probante: né una relazione illustrativa sui bisogni e le necessità delle persone, né una relazione economica-finanziaria, che dia contezza dell'iter seguito per quantificare gli importi e l'esattezza dei conteggi;

il Comune ha proceduto all'affidamento diretto alla cooperativa Fraternità e sistemi, senza ricorrere a procedura ad evidenza pubblica dell'affidamento di un servizio pubblico, come previsto dalla normativa nazionale ed europea;

la legge n. 381 del 1991 consente agli enti pubblici, anche in deroga alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione, di stipulare convenzioni con cooperative di tipo B) per la fornitura di beni e servizi diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, purché finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate. Ma, la medesima legge, prevede che tale convenzioni siano stipulate previo svolgimento di procedure di selezione idonee ad assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di efficienza;

le cooperative di tipo B) devono avere in organico almeno il 30 per cento di lavoratori-soci o non costituito da persone svantaggiate ma, nel caso specifico, non risulta agli atti alcuna relazione sul numero dei lavoratori (soci o non) da cui si possa evincere la rispondenza di tale requisito,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se non ritenga opportuno avviare un'interlocuzione con il Comune di Gerenzano per accertare la correttezza delle procedure poste in essere per l'affidamento con convenzione del servizio di supporto agli uffici comunali;

se non ritenga opportuno nominare la commissione di indagine prefettizia per consentire l'accesso ispettivo presso il Comune di Gerenzano, al fine di verificare la sussistenza di elementi comprovanti la condizionabilità dell'ente locale da parte di organizzazioni criminali mafiose.

(4-06948)

LONARDO - Ai Ministri dell'interno, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e per le disabilità. - Premesso che:

il 18 aprile 2022 Trenitalia aveva riservato sulla prima vettura del treno regionale 3075 Albenga-Milano i posti necessari a far viaggiare da Genova a Milano una comitiva di 27 ragazzi disabili e 3 accompagnatori dell'associazione "Haccade";

l'associazione, che supporta i ragazzi e permette loro di trascorrere le vacanze, accoglie i ragazzi a Sassa, frazione di Montecatini Val di Cecina, in un contesto naturalistico di grande pregio. Nello specifico, il gruppo di ragazzi disabili al quale Trenitalia aveva riservato i posti è denominato "Turisti per Kaos";

il gruppo sarebbe dovuto salire alla stazione di piazza Principe a Genova per tornare con gli accompagnatori a Milano, dopo una pausa pasquale trascorsa in Liguria, partecipando a numerose attività;

considerato che:

il treno è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi, sia nei vagoni, che nei passaggi tra una carrozza e l'altra, pertanto il personale ferroviario e l'assistenza hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione. Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile per la comitiva salire sul treno, poiché lo stesso viaggiava con almeno una carrozza in meno;

sul convoglio, arrivato presso la stazione genovese con un ritardo di 40 minuti, dovuto ad un precedente atto vandalico che aveva costretto a cambiare tipo di treno a Savona (con 150 posti in meno), in precedenza e nel contempo erano saliti numerosi viaggiatori occupando tutti i posti, compresi quelli tenuti e rimasti fino a quel momento liberi per la comitiva;

rilevato che:

il personale di assistenza alla clientela è salito a bordo del treno per invitare le persone a liberare i posti riservati: dopo circa venti minuti, come si legge dal comunicato dell'azienda Trenitalia "nell'impossibilità di persuadere i clienti e permettere alla comitiva di viaggiare seduta e in maniera confortevole, come previsto, Trenitalia ha individuato una soluzione alternativa, utilizzando un pullman sostitutivo";

Trenitalia ha poi spiegato di aver fornito la "massima assistenza, consegnando a ciascuno un kit con snack e bevande, accompagnandoli ai servizi igienici e, successivamente, al pullman per raggiungere Milano", dove però, secondo quanto riferito dall'associazione, i guai non sarebbero finiti, con il pullman che si è fermato una volta a destinazione, senza prestare la necessaria assistenza ai passeggeri. In questo contesto di disagio, a quanto si apprende, la Polfer, abituata a intervenire in casi di sovraffollamento come quello accaduto ieri, non sarebbe mai stata invitata a salire sul treno dall'azienda, nonostante fosse un intervento abbastanza di routine, con la discesa coatta prevista se le condizioni lo avessero consentito. E quello poteva certamente essere uno di quei casi;

non essendo perseguibile penalmente la bassezza morale dei passeggeri che si sono rifiutati di alzarsi, e le evidenti carenze organizzative di Trenitalia che dovrebbe tutelare i propri passeggeri, soprattutto quelli più deboli, sarebbe necessario a giudizio dell'interrogante verificare la possibilità di introdurre il "Daspo Ferroviario", ovvero un provvedimento che inibisce per più anni, e in caso di condotta reiterata, a vita, la possibilità di viaggiare in treno, per tutti coloro che si rendono autori di atti vandalici, comportamenti incivili, violenti o discriminatori, e altri illeciti di natura penale, a bordo dei convogli della rete a rotaia nazionale,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti di propria rispettiva competenza intendano assumere, anche considerato che il codice penale, all'art. 610, prevede che "Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni".

(4-06949)

TOTARO, CIRIANI, RAUTI, BALBONI, BARBARO, CALANDRINI, DE BERTOLDI, DE CARLO, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, LA RUSSA, MAFFONI, MALAN, NASTRI, PETRENGA, RUSPANDINI, URSO, ZAFFINI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

durante il periodo delle festività di Pasqua 2022, in provincia di Siena, precisamente a Murlo, si è svolto l'ennesimo rave party non autorizzato;

il raduno è stato allestito in un'area privata che un tempo ospitava un poligono di tiro ed è stato scoperto da una pattuglia di Carabinieri di Montalcino, che, insospettita dal viavai di mezzi sulla Siena-Grosseto, non ha tuttavia potuto bloccarlo per il grande numero di partecipanti già arrivati;

al raduno, infatti, hanno preso parte oltre 1.500 persone, successivamente identificate dalle forze dell'ordine durante le operazioni di deflusso; per le centinaia di partecipanti identificati è già scattata la denuncia per occupazione abusiva di terreni e, per alcuni, anche quella per detenzione di droga;

si tratta dell'ennesimo rave party abusivo che si verifica in Italia: il 17 aprile ne era stato programmato uno al confine tra le province di Roma e Viterbo e solo pochi giorni prima un altro raduno non autorizzato di circa 300 persone era iniziato a Cinigiano, in provincia di Grosseto, e successivamente chiuso dalle forze dell'ordine, che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, hanno anche arrestato un uomo che, durante il controllo, aveva tentato di disfarsi di un sacchetto contenente 83 grammi di anfetamine e dosi di hashish, lanciandolo dal finestrino;

l'impegno delle sole forze dell'ordine, però, non è sempre sufficiente, essendo ostacolato sia dall'attuale contesto normativo (il rave party non è reato) sia dalle modalità organizzative degli eventi, che sfruttano canali di instant messaging difficili da intercettare, con accordi sempre più spesso presi su chat criptate e non pubblicizzati, sia dal numero di persone coinvolte, che, come nel caso di Murlo, rende persino impossibili gli interventi di sgombero forzato, perché metterebbero a rischio l'incolumità di un gran numero di persone;

è necessario, pertanto, l'intervento delle istituzioni per neutralizzare questi eventi che imperversano in Italia con la presenza di migliaia di giovani provenienti da tutta Europa, durante i quali si consuma ogni tipo di reato e che si concludono con esiti anche tragici: nell'agosto 2021, nel corso del rave party di Valentano (Viterbo), perse la vita un ragazzo di 25 anni, che scomparve nel lago di Mezzano davanti all'area dell'evento;

inoltre, lo svolgimento di tali eventi comporta spesso la devastazione dei luoghi in cui avvengono, causando danni molto ingenti anche a proprietà private;

già in occasione del rave di Valentano Fratelli d'Italia aveva interrogato il Ministro in indirizzo in merito alle iniziative che intendeva assumere per contrastare l'organizzazione dei rave party abusivi, senza ricevere però alcuna risposta,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di assumere, finalmente, iniziative concrete per prevenire l'organizzazione dei rave party abusivi.

(4-06950)

FREGOLENT - Ai Ministri dell'istruzione e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il principio costituzionale della libertà di educazione trova realizzazione sul territorio nazionale attraverso le scuole statali e non statali;

l'articolo 33 della Costituzione consente, infatti, a enti e privati di istituire scuole e istituti di educazione definite non statali che a loro volta possono essere: paritarie (riconosciute ai sensi della legge n. 62 del 2000), non paritarie (decreto-legge n. 250 del 2005), straniere (decreto del Presidente della Repubblica n. 389 del 1994);

le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico ed il riconoscimento della parità quindi garantisce l'equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, le medesime modalità di svolgimento dei programmi e degli esami di Stato, l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale dalle scuole statali;

ciò inserisce le scuole paritarie nel sistema nazionale di istruzione e le impegna ad accogliere tutti gli alunni che ne accettino il progetto educativo e richiedano di iscriversi, compresi gli alunni e studenti con disabilità per contribuire a realizzare la finalità di istruzione ed educazione che la Costituzione assegna alla scuola;

le scuole paritarie oggi educano il 35 per cento dei bambini e dei ragazzi in obbligo scolare, molte di queste scuole, soprattutto con riguardo alla fascia di età 0-6 dei bambini sono istituzioni senza fini di lucro che non potrebbero continuare ad esistere senza adeguato sostegno dallo Stato;

inoltre in diverse regioni le scuole paritarie, soprattutto nella stessa fascia, si sostituiscono quasi completamente alla scuola pubblica, di fatto svolgendo una funzione essenziale a favore di famiglie e minori, laddove lo Stato, nel corso del tempo, ha investito poco o nulla nei servizi scolastici;

l'emergenza pandemica ha messo a dura prova il sistema scuola che ha dovuto reinventarsi al fine di continuare a garantire ai propri alunni i diritti primari alla salute e all'istruzione: in tutti gli istituti, e dunque anche nelle scuole paritarie, si sono resi indispensabili interventi per migliorare le infrastrutture digitali, di edilizia leggera e non, per ottenere spazi che garantissero il necessario distanziamento, nonché provvedere all'assunzione di nuovo personale per gestire le classi che si sono dovute smistare e per effettuare sanificazioni straordinarie e giornaliere assai più accurate del consueto;

a fronte di esborsi straordinari così importanti, le scuole paritarie hanno dovuto rinunciare all'introito garantito dalle rette scolastiche che sono state sospese o molto diminuite durante i mesi del lockdown e non hanno beneficiato di gran parte dei fondi messi a disposizione per le scuole statali;

non da ultimo le scuole paritarie devono fronteggiare una nuova emorragia economica causata dai rincari delle bollette energetiche degli istituti;

si deve notare che la crisi economica innescata dalla pandemia ha travolto moltissime famiglie che non sono più in grado di far fronte al pagamento di una retta scolastica e dunque, in mancanza di un adeguato sostegno, a queste famiglie si nega la possibilità di scegliere di quale tipo di insegnamento avvalersi, tanto più che la retta mensile è destinata ad aumentare per far fronte ai rincari;

non da ultimo, le scuole paritarie sono state escluse dall'utilizzo dei cospicui fondi messi a disposizione dal PNRR con riguardo all'edilizia scolastica, benché a gravare ulteriormente sulle difficoltà delle scuole paritarie ci sia anche la scadenza della proroga del termine entro cui ogni immobile adibito ad uso scolastico situato nelle zone sismiche 1 e 2 deve essere sottoposto a verifica di vulnerabilità sismica, con priorità per quelli situati nei comuni compresi nelle quattro regioni interessate dagli eventi sismici 2016-2017, il 31 dicembre 2021;

ancor più grave è il rischio che le scuole paritarie vengano escluse anche dai bandi PNRR con riguardo agli investimenti per i contenuti, creando di fatto scuole di serie A e serie B e di conseguenza alunni di serie A e alunni di serie B,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano di includere le scuole paritarie fra i destinatari dei fondi PNRR che saranno messi a bando per realizzare progetti per la valorizzazione delle competenze cognitive e non cognitive o, in alternativa, mettere a disposizione delle stesse fondi appositi.

(4-06951)

CORRADO, LANNUTTI, GRANATO, ANGRISANI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

dal 2004 la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici e storico-artistici di Napoli e provincia, preoccupata dal progressivo peggioramento dei dissesti statici, dalle vergognose condizioni di abbandono e dal rovinoso degrado della chiesa neoclassica sita nel cimitero monumentale di Marigliano (Napoli), ha sollecitato l'ufficio tecnico comunale affinché avviasse un intervento di messa in sicurezza del tetto a capriate lignee, del soffitto dipinto (8 per 10 metri) e degli apparati decorativi di quel pregevole bene culturale di proprietà comunale;

l'ufficio statale ha più volte ordinato all'amministrazione comunale la messa in sicurezza dei beni artistici mobili (marmi, tessuti, libri, mobili, suppellettile liturgica) custoditi nella chiesa, interdetta al culto dal 2004, abbandonati in condizioni di umidità, sporcizia, senza alcun dispositivo di sicurezza, senza alcun tipo di protezione, conservazione o tutela;

ha ordinato al Comune di Marigliano l'immediato trasferimento di una storica scultura, prelevata senza autorizzazione (ex art. 59 del decreto legislativo n. 42 del 2004) dalla chiesa di Lausdomini ed esposta arbitrariamente nella cappella del Redentore dell'adiacente cimitero contemporaneo;

considerato che:

il Comune di Marigliano continua ad essere inottemperante alle direttive ministeriali e i beni culturali permangono in un peggiorato stato di degrado e incuria, del tutto privi di qualsivoglia cautela da aggressioni umane e naturali;

secondo i fedeli, peraltro, negli ultimi anni si sarebbero verificati numerosi vandalismi, furti e dispersioni: in particolare sarebbero scomparsi la campana bronzea napoleonica collocata all'esterno, pregevoli lavori in ferro battuto e bronzo, legni intagliati, marmi e oggetti liturgici;

valutato che, per quanto risulta agli interroganti:

l'abbandono impietoso di un monumento, per giunta di pietà umana, costituisce un aperto dispregio dell'obbligo giuridico di natura generale di gestire i beni pubblici con la solerzia e l'avvedutezza del buon padre di famiglia. L'ente proprietario del bene culturale in stato di abbandono, esposto al degrado e alla vandalizzazione, risponde degli artt. 677 e 733 del codice penale per i danneggiamenti strutturali e il pericolo di crollo immediatamente e direttamente causati dalla mancanza di manutenzione ordinaria;

negli ultimi mesi, inoltre, come denunciato dalla stampa locale ("Marigliano, da quattordici anni è interdetta al pubblico la Chiesa Madre del Cimitero monumentale" su "Il Mediano" e "Marigliano, la chiesa del cimitero sprofonda nel degrado totale" online su "Marigliano"), si starebbero verificando compravendite illegali di antichi sepolcri e cappelle gentilizie vincolate, svuotate di resti umani, scassinate, rivendute all'insaputa degli eredi, restaurate senza avvisare la Soprintendenza che, per la loro conservazione, aveva indirizzato all'ingegnere Ciccarelli del Comune di Marigliano diverse note, rimaste a tutt'oggi inapplicate,

si chiede di sapere:

se al Ministero della cultura, per il tramite della Soprintendenza competente, risulti che il Comune di Marigliano abbia dato corso agli obblighi di conservazione e tutela imposti e abbia realizzato gli interventi necessari a scongiurare pericoli di crollo o di perdita dei beni culturali dalla chiesa del cimitero monumentale o persistano, invece, violazioni e responsabilità per comportamenti omissivi o inerzia;

se, inoltre, ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, abbia adempiuto alla richiesta di censimento, inventariazione e catalogazione integrale dei beni culturali custoditi nella chiesa e nelle altre cappelle storiche del cimitero monumentale;

se, in merito alle sottrazioni di beni culturali avvenute negli ultimi anni in quel contesto, con il concorso dei Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale (TPC) di Napoli, le denunce presentate, le pratiche istruite e le informazioni sui singoli manufatti d'arte, corredate dalla relativa documentazione fotografica, siano state registrate nelle banche dati del TPC e del segretariato generale dell'Interpol di Lione.

(4-06952)

LANNUTTI, ANGRISANI, CORRADO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

"Le Iene", seguitissimo programma televisivo di attualità ed approfondimento che va in onda su Mediaset, il 20 aprile 2022 si è occupato del caso riguardante Fabrizio Pignalberi, controverso fondatore del movimento "Più Italia" che, stando a diverse testimonianze raccolte da Giulio Golia, inviato storico della stessa trasmissione, avrebbe subdolamente carpito la fiducia di molte persone provocando danni importanti, tuttora irrisolti. Nel corso del servizio si è parlato del caso di una mamma, la trentanovenne S. D. P., morta suicida il 30 ottobre 2020 a causa probabilmente della disperazione per il figlio sottratto dal Tribunale per i minorenni, e affidato alla sorella D., e per le continue richieste di soldi da parte del sedicente "avvocato" Fabrizio Pignalberi, il quale, attraverso il suo studio e la complicità dei suoi fedelissimi, come si racconta nel servizio televisivo, è riuscito a entrare nel cuore di tutta la famiglia di S., facendosi conoscere come il "salvatore dei bambini di Bibbiano", e dunque facendo credere a questa mamma che le avrebbe fatto riaffidare il figlio, salvo poi ledere significativamente la sua serenità e quella dell'intera famiglia della donna;

la prima volta Pignalberi avrebbe contattato S. nel 2019 sulla sua pagina "Facebook", dove la donna era solita sfogarsi e raccontare il dramma che stava vivendo. Da lì a poco, il sedicente avvocato avrebbe cominciato a frequentare l'intera famiglia di S., facendo persino credere alla sorella D. che, se avesse comunicato agli assistenti sociali che era incinta, avrebbero potuto perdere l'affidamento del bambino, tanto che la donna si è sentita in dovere di nascondere per nove mesi la gravidanza. Per mostrarsi affidabile, Pignalberi ha persino coinvolto S. nel suo partito, affidandole un incarico: quello di coordinatrice di Roma;

Pignalberi avrebbe fatto a S. continue richieste di denaro, sempre in contanti, la prima volta ottomila euro, poi tredicimila e così via. Avrebbe chiamato persino di notte per spillare soldi, alla donna e alla sua famiglia, minacciando che se non avesse ricevuto i compensi richiesti entro 48 ore non avrebbero più rivisto il bambino. Pignalberi fa credere che è sempre in Tribunale per seguire il caso, chiede a S. e alla sua famiglia soldi anche per fantomatiche opposizioni e ricorsi mai effettuati. Una richiesta continua ogni 20 giorni. Alla fine, la famiglia di S. sborsa cinquantamila euro;

la notte prima del 30 ottobre 2020 Pignalberi avrebbe inviato messaggi "Whatsapp" a S. informandola di fantomatiche voci sul suo conto, voci che se fossero giunte al Tribunale per i minorenni avrebbero indotto i giudici a toglierle definitivamente il bambino. A quel punto S. decide di farla finita. Pignalberi di tutta risposta lancia immediatamente una raccolta fondi per sostenere la famiglia della donna, convogliando però i soldi sull'IBAN del partito. E la sera stessa della morte di S. si presenta a casa dei familiari per chiedere altri 1.800 euro;

considerato che:

Pignalberi, forte di una laurea non riconosciuta in Giurisprudenza e di uno studio ben avviato, ha tratto in inganno molte famiglie, tante madri alle quali avrebbe promesso di riportare a casa i loro bambini in cambio di soldi. Ad alcune di loro è riuscito a spillare anche centomila euro;

la famiglia di S. ha inviato tramite ricariche "PostePay" almeno 15.000 euro all'avvocata Simona Giuliani, sempre al fianco di Pignalberi. Nel 2021 entrambi sono finiti sotto processo accusati di falso e di truffa; Pignalberi anche di calunnia, falso in cambiale (per il saldo e stralcio), formazione di un falso verbale di ricezione di querela, e la sola Giuliani di falso per l'attestazione di una procura alle liti. Altri soldi, due ricariche da 997 euro ciascuna, sono stati invece inviati dalla famiglia di S. a un'altra esponente del partito di Pignalberi, Clarissa Venti;

S. e i suoi parenti non sono state le uniche famiglie a inviare tramite "PostePay" soldi a Pignalberi e ai suoi sodali. E quando sono partite le prime denunce sul modus operandi del gruppetto, sono cominciate pure le minacce, anche fisiche, da parte di persone che si sono definite dirigenti del partito di Pignalberi;

sono almeno 10 anni che Pignalberi e i suoi sodali ricevono denunce da parte di chi è incappato nella loro rete, ma senza successo;

considerato infine che il sedicente "avvocato" Pignalberi aveva già svolto attività politica in altro movimento ed aveva poi fondato "Più Italia" e le persone cadute nella rete di Pignalberi, si sono dichiarate "vittime tradite da una giustizia vergognosamente garantista, che ha permesso che si consumassero nel silenzio e nella paura, gli orrori commessi da questo essere con la complicità dei quattro amici al bar. Vittime tradite da una politica sorda che sapeva quanto accadeva e che non ha mosso un dito per fermarlo. Nessuna pietà per chi ha sfruttato la disperazione di una madre che non ce l'ha fatta; nessuna pietà per chi ha sfruttato la disperazione altrui",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto descritto in premessa;

se ritenga di dover intervenire con urgenza per accertare come sia stato possibile che questo gruppo facente capo a Pignalberi abbia potuto agire per anni indisturbato nonostante le numerose denunce, e se ritenga dunque di dover adoperarsi per risalire alla catena delle responsabilità.

(4-06953)

DE VECCHIS - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

martedì 5 aprile 2022, in occasione dell'arrivo del Presidente del Consiglio dei ministri a Torino, per la firma del "patto per Torino" con il sindaco della città Lo Russo, era stato interdetto l'accesso ad alcune vie del centro storico, interessato, fra l'altro, da alcune manifestazioni di protesta pacifiche contro l'operato del Governo;

il sen. Gianluigi Paragone, del partito "Italexit per l'Italia", e l'on. Jessica Costanzo, del movimento "Alternativa c'è", stavano partecipando al raduno in piazza Castello, quando sono stati informati di alcuni episodi di tensione fra altri manifestanti e forze dell'ordine difronte al municipio, a seguito dei quali alcuni manifestanti sarebbero rimasti feriti tanto da necessitare dell'intervento dei soccorsi;

i parlamentari, nell'esercizio delle proprie funzioni, hanno cercato di raggiungere il luogo dello scontro per verificare quanto stesse accadendo e a quel punto, come si evince dai video condivisi sui social network dal sen. Paragone, e benché i due si fossero ripetutamente qualificati, sono stati bloccati all'angolo tra piazza Castello e via Garibaldi dalle forze di polizia, accorse in tenuta antisommossa su ordine del questore, e dunque del Ministero dell'interno, che avrebbero impedito loro il passaggio,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti;

se intenda chiarire i dettagli e le dinamiche di quanto accaduto;

se ritenga legittimo l'operato di dirigenti e funzionari che hanno di fatto impedito il potere ispettivo, esercitabile anche tramite sopralluoghi diretti, di due parlamentari della Repubblica, democraticamente eletti.

(4-06954)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

2ª Commissione permanente (Giustizia):

3-03287 dei senatori D'Alfonso e Mirabelli, sulla garanzia della piena operatività del Tribunale di Teramo;

6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro):

3-03286 del senatore Fenu ed altri, sul rinnovo degli organi sociali di Assicurazioni Generali S.p.A.;

9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare):

3-03285 del senatore Bergesio ed altri, sull'incremento dell'utilizzo delle assicurazioni contro i danni da catastrofi naturali da parte delle imprese agricole;

12ª Commissione permanente (Igiene e sanità):

3-03289 del senatore Mallegni, sull'ospedale di Fivizzano (Massa Carrara).