Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 405 del 17/02/2022
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
405a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO 2022
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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 429 del 3 maggio 2022
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI-NOI DI CENTRO (Noi Campani): Misto-I-C-EU-NdC (NC); Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-PARTITO COMUNISTA: Misto-PC; Misto-Potere al Popolo: Misto-PaP.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 15).
Si dia lettura del processo verbale.
PUGLIA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,03)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro della cultura e il Ministro dello sviluppo economico.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
Il senatore Rampi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03095 sui fondi per il finanziamento di attività socio-culturali nelle periferie urbane, per tre minuti.
RAMPI (PD). Signor Ministro, abbiamo valutato di interrogarla sui fondi corposi che il Ministero ha potuto stanziare a favore delle Città metropolitane, rivolti in particolare all'inclusione sociale nell'ambito delle periferie. Come Partito Democratico, da sempre siamo profondamente convinti della funzione di inclusione sociale della cultura, come strumento di rimotivazione territoriale, di superamento anche delle differenze sociali delle persone e come strumento per fornire quei mezzi che, appunto, se culturali, sono anche democratici e positivi per l'occupazione.
Sono 22,2 i milioni di euro che andranno alle 14 Città metropolitane e a progetti di inclusione e, da quanto abbiamo appreso, 700.000 euro saranno destinati al Comune capoluogo di ogni Città metropolitana, a cui si aggiunge una quota proporzionale sulla base della popolazione residente in quel Comune.
Riteniamo che siano risorse veramente importanti, che verranno utilizzate anche per sostenere le attività dello spettacolo dal vivo nelle aree periferiche e che riguarderanno sia i soggetti già finanziati nell'ambito del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) sia gli organismi professionali che operano da almeno tre anni.
Ci sembra una linea di finanziamento decisiva. Chiediamo quindi se il Ministero intenda rendere questa linea stabile. La partenza è infatti molto importante, ma è altresì molto importante che l'iniziativa possa durare nel tempo. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro della cultura, onorevole Franceschini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
FRANCESCHINI, ministro della cultura. Signor Presidente, come ha ricordato il senatore Rampi, che ringrazio, abbiamo deciso di destinare 22,2 milioni di euro di maggiori risorse disponibili sul FUS 2021 per sostegno di attività di spettacolo dal vivo, in tutte le varie forme, nelle aree periferiche. È stato adottato un criterio di distribuzione, individuando le aree metropolitane, che ovviamente hanno un numero maggiore di aree periferiche e maggiori problemi al loro interno, destinando una cifra fissa ad ogni area metropolitana e una seconda parte, pari a 12,2 milioni di euro, in base alla popolazione. Ciò comporta che si va all'incirca dal milione ad oltre 4 milioni per Roma, in base al rapporto quota fissa e popolazione residente. Questi fondi sono destinati ad attività di spettacolo dal vivo, i cui soggetti organizzatori dovranno essere selezionati tramite bando pubblico che faranno i Comuni capoluogo delle aree metropolitane.
L'idea attorno alla quale ragionare - e credo che da questo punto di vista possa essere un segnale molto importante - non è semplicemente portare un po' di cultura nelle periferie, ai loro abitanti - attività musicali, teatro, danza, spettacoli dal vivo - che già di per sé è un elemento fondamentale. Si tratta anche di aggiungere tali risorse a quelle che i Comuni già impiegano per le attività estive e gli spettacoli dal vivo, cercando di invertire i flussi. Si cerca cioè di organizzare eventi di qualità in spazi importanti in modo che, una volta ogni tanto, non siano soltanto gli abitanti delle periferie ad andare nei centri delle città per vedere uno spettacolo, un concerto, un'iniziativa di qualità, ma anche i cittadini del centro si spostino verso le periferie, offrendo i mezzi alle amministrazioni comunali per organizzare attività attrattive.
Credo si tratti di un elemento importante. Vedremo come funzionerà quest'anno, come funzioneranno i bandi e come li utilizzeranno i Comuni. Sono assolutamente d'accordo che sarebbe positivo rendere lo strumento permanente, e questa è la volontà mia e del Ministero. Ciò dipenderà ovviamente dalle risorse che il bilancio metterà a disposizione del FUS per il prossimo anno. Mi piacerebbe - anche se la decisione, su mia proposta, passerà poi al Consiglio superiore dello spettacolo e ad altri livelli per l'approvazione - che lo strumento diventasse definitivo per le periferie urbane, allargandolo semmai in un secondo momento anche ad altre aree densamente popolate che non sono parte delle Città metropolitane. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Rampi, per due minuti.
RAMPI (PD). Signor Presidente, non possiamo che dichiararci soddisfatti, anche perché come Partito Democratico, ormai quasi tre anni fa, avevamo presentato una proposta di legge che andava proprio in questa direzione. Tale proposta di legge oggi è all'attenzione dell'intera Commissione cultura ed è diventata un progetto trasversale, che non appartiene più quindi solo ad una parte. Pensiamo che forse con questa proposta di legge potremmo aiutare proprio il percorso di stabilizzazione. Siamo effettivamente convinti che, a partire dalle aree periferiche delle città, individuando anche altri tipi di periferie nel nostro così complesso territorio nazionale, potremmo con la cultura davvero invertire un processo e produrre una efficace inclusione.
Siamo quindi veramente molto soddisfatti e su questo lavoreremo. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Corrado ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03092 sulla concessione di una licenza "aperta" per l'uso delle immagini del Museo nazionale di Matera, per tre minuti.
CORRADO (Misto). Signor Ministro, la decisione di pubblicare in rete le immagini dei vasi italioti della collezione Rizzon, in consegna al Museo nazionale di Matera in modalità accesso aperto, e quindi - leggo dal comunicato stampa del I febbraio - gratuitamente per qualsiasi scopo, è stata presentata da certa stampa come un progresso, un atto di lungimiranza della direttrice, uno sviluppo senza precedenti in Italia per un museo nazionale, secondo il comunicato. Ed è così in effetti, perché la normativa di settore lo proibisce, come lei sa, Ministro. Quella scelta illegittima non solo viola il quadro regolatorio vigente, ma rischia anche di produrre un danno erariale pari all'entità dei canoni non riscossi.
La direttiva UE 2019/790 sul diritto d'autore e sui diritti connessi al mercato unico digitale è stata recepita in Italia con il decreto legislativo n. 177 del 2021, che inserisce l'articolo 32-quater nella legge del 1941 sul diritto d'autore, mantenendo per i beni culturali le disposizioni in materia di riproduzione di cui agli articoli 106 e 108 del codice dei beni culturali e del paesaggio.
Per l'articolo 108, comma 1, del codice, è l'autorità che ha in consegna i beni demaniali a determinare - caso per caso - i canoni di concessione e i corrispettivi, avendo riguardo soprattutto per l'uso e la destinazione delle riproduzioni. Previa autorizzazione, sono invece libere le attività di riproduzione svolte a fini di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa nonché promozione della conoscenza del patrimonio culturale.
Quanto alla direttiva UE 2019/1024, che regola il riutilizzo dei dati del settore pubblico, nel caso di istituzioni culturali pubbliche essa prevede espressamente la vendita di riproduzioni dietro compenso. Il legislatore italiano ha pertanto inserito nel decreto legislativo n. 36 del 2006 l'articolo 12, che include, tra i dati di elevato valore, quelli dei musei, delle biblioteche e degli archivi pubblici.
Orbene, l'autonomia speciale di cui gode il Museo nazionale di Matera non consente alla direttrice di inciuciare con i suoi amici francesi, Ministro, e di violare la normativa italiana, né lo consente al comitato scientifico che dovrebbe supportarla. Non basta.
Una fondata censura su correttezza e trasparenza della selezione non concorsuale che ha posto il funzionario architetto in questione, grazie a un comma 6, alla direzione del Museo nazionale di Matera, ha accompagnato l'ammissione alla registrazione della sua nomina da parte della Corte dei conti. Il Ministero l'ha bellamente ignorata pur di ribadire la scelta del direttore generale musei. Ora, quello tace e il segretario generale tace anche lui davanti alla liberalizzazione senza riguardo per le finalità delle immagini della collezione Rizzon. Ma l'indirizzo politico spetta lei, Ministro, e non all'avvocato Nastasi né al professor Casini o al professor Osanna, la nuova trimurti.
Le chiedo come intenda esercitarlo per garantire il ripristino e il rispetto della legalità anche nel cosiddetto Ministero della cultura.
PRESIDENTE. Il ministro della cultura, onorevole Franceschini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
FRANCESCHINI, ministro della cultura. Mi permetto innanzi tutto di ringraziarla, senatrice, per il «cosiddetto Ministero della cultura», che è una definizione innovativa.
Con riferimento all'interrogazione, riporto quanto la direzione generale competente del Museo nazionale mi ha comunicato.
Il Museo nazionale di Matera ha concluso un accordo di valorizzazione con il Centre Jean Bérard finalizzato, nell'ambito di una valorizzazione dei beni culturali in custodia presso il museo, e in particolare delle collezioni ceramiche in età classica-ellenistica, alla realizzazione di campagne fotografiche.
Tale accordo non prevedeva e non prevede oneri di alcun tipo per l'amministrazione, prefiggendosi l'unico obiettivo di diffondere la conoscenza dei menzionati beni attraverso attività di ricerca condivise, finanziate interamente dagli istituti.
Il Centre Jean Bérard è responsabile di diversi programmi di ricerca con fondi pubblici nell'ambito della missione archeologica in Sud Italia, e si interessa in particolare di ceramiche, appunto, in epoca classica-ellenistica.
La produzione di immagini digitali ha riguardato pertanto solo alcuni fra i pezzi delle collezioni museali di maggior rilievo e pertinenza nell'ambito del progetto di valorizzazione.
L'articolo 108 del codice dei beni culturali e del paesaggio, nel disciplinare i canoni di concessione dei corrispettivi di riproduzione di beni custoditi presso gli istituti museali, prevede che «Nessun canone è dovuto per le riproduzioni richieste o eseguite da privati per uso personale o per motivi di studio, ovvero da soggetti pubblici o privati per finalità di valorizzazione, purché attuate senza scopo di lucro».
L'attività di valorizzazione del patrimonio e di diffusione della conoscenza dell'arte magno-greca per mezzo di una campagna fotografica, portata avanti dalla direzione nazionale del Museo di Matera, rientra pienamente nell'ambito disciplinato dalla menzionata norma, in considerazione della finalità istituzionale degli enti coinvolti esclusivamente volta ad attività di studio e ricerca. Peraltro, sempre in ottemperanza dell'articolo 108, comma 4, gli istituti hanno stipulato una polizza assicurativa necessaria per scongiurare qualsiasi pregiudizio, anche meramente eventuale, ai beni cultuali di quel progetto, e la direzione ha sottolineato in ogni caso che la gratuità, prevista dall'articolo 108 per casi come quello in esame, non sia in alcun modo suscettibile di produrre un danno economico per l'amministrazione, ma che anzi possa avere ricadute positive in termini di valorizzazione dei beni che il museo detiene in consegna, anche sotto il profilo di promozione e divulgazione della loro conoscenza.
Tuttavia, considerato il quadro normativo vigente in materia, sono in corso approfondimenti presso i competenti uffici ministeriali sui termini e sulle modalità del progetto Museo di Matera, all'esito dei quali saranno eventualmente adottate iniziative.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Corrado, per due minuti.
CORRADO (Misto). Signor Ministro, non posso dichiararmi soddisfatta nonostante la rassicurazione finale del suo intervento. Anzi, devo dire che rimango indignata come cittadina e rappresentante dei cittadini per la sua risposta. I direttori dei musei con autonomia speciale non sono proprietari dei beni demaniali che hanno in consegna e non possono disporne contra legem. Non può farlo neanche lei, né può permettere che altri lo facciano.
Ciò che avete consentito all'architetto Mauro, già direttore tecnico a Pompei senza interpello, ossia di violare la normativa e farsene vanto, ma non mi sorprende più di tanto perché tutti loro, tutti i ragazzi venuti da Pompei, mentore il professor Osanna nei suoi diversi ruoli, fanno quotidianamente danno all'immagine del Ministero e alle casse dello Stato.
La Corte dei conti contestò la chiamata di Gabriel Zuchtriegel nella irregolarissima segreteria di Pompei, perché era un allievo di Osanna e aveva pubblicato insieme a lui. Se aveste impedito quella chiamata, ci saremmo risparmiati sia lo scandalo del teatro di Elea-Velia, sia il museo Casa delle streghe in un budello ferroviario di fine Ottocento, finanziato per quasi otto milioni di euro, e abbiamo rischiato che l'eredità passasse direttamente alla Toniolo, poi dirottata in Sardegna.
Oggi la stessa situazione l'abbiamo con Enrico Rinaldi, che da Pompei è passato alla Direzione generale musei e ora è stato nominato direttore del Parco archeologico di Sepino in Molise, appena istituito (anzi, istituito appositamente per farne il parco autonomo di Ales, dal direttore all'ultimo custode). Da quando avete reso nota la sua nomina, in rete non compare più alcun curriculum del Rinaldi e - soprattutto - non si trova più alcun atto che comprovi quanto asserito nel comunicato stampa del Ministero, cioè né la docenza universitaria, né gli incarichi di RUP e direzione lavori per conto del Ministero stesso.
Ministro, si tratta non più di opacità, ma di distorsione sistematica della realtà per occupare posti chiave e crearne di nuovi con i ragazzi venuti da Pompei, cloni del superdirettore, sempre intento a celebrare la propria gloria e non solo nell'alto dei cieli. Cialtronerie... (Il microfono si disattiva automaticamente).
PRESIDENTE. Senatrice Corrado, ha esaurito il tempo a sua disposizione. Considerando che lei si occupa di cultura, sicuramente disporrà di un ampio vocabolario che le consente di tenere un tono anche polemico, ma non offensivo.
Il senatore Cangini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03098 sulle misure di sostegno al settore dello spettacolo, per tre minuti.
CANGINI (FIBP-UDC). Signor Ministro, sappiamo tutti, visto che ce lo ripetiamo da un paio di anni ormai, che il settore dello spettacolo dal vivo è tra i più colpiti dalle restrizioni legate alla pandemia.
Solo lo scorso anno si è perso l'82 per cento della spesa da parte del pubblico e si stima che circa il 30 per cento degli addetti del settore abbiano perso il lavoro o siano stati costretti dagli eventi a reimpiegarsi in settori diversi dal loro. Sotto Natale le inevitabili restrizioni hanno impedito a quel settore di prendere qualche boccata d'ossigeno dovuto alle festività natalizie.
In tutto ciò, il cosiddetto decreto ristori-bis è stato licenziato lo scorso luglio e il suo Ministero non ha ancora pubblicato il bando che consente agli impresari dello spettacolo di accedere a quelle magre somme. Le chiedo, pertanto, qual è la ragione di questo ritardo e se non sia opportuno anche rivedere le regole e la documentazione necessaria per poter accedere a questo contributo pubblico.
Sono quanto di più lontano dall'idea di incentivare l'evasione fiscale, ma mi chiedo se abbia senso chiedere il rigido rispetto del DURC, e quindi della fedeltà fiscale delle micro aziende del settore dello spettacolo, che - giocoforza - in questi due anni in molti casi non hanno potuto rispettare tutte le scadenze e che si vedono così anche negato il diritto a un ristoro che, a questo punto, ha il valore di sopravvivenza pura.
PRESIDENTE. Il ministro della cultura, onorevole Franceschini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
FRANCESCHINI, ministro della cultura. Signor Presidente, come il senatore Cangini sa, i danni che il settore ha avuto sono enormi e ad essi sono corrisposte molto risorse, che sono state utilizzate per tutti i settori dello spettacolo dal vivo, anche quelli che tradizionalmente non avevano mai avuto risorse pubbliche e non avevano mai avuto accesso al Fondo unico per lo spettacolo. A tali risorse per la prima volta hanno invece avuto accesso sia i lavoratori che le imprese attraverso il Fondo emergenze e decine di decreti attuativi rispetto alle misure legislative.
Con l'ultimo decreto-legge, il cosiddetto sostegni-ter, che risale al mese di gennaio di quest'anno, si è rifinanziato il Fondo emergenze con 50 milioni di euro per la parte corrente e 25 milioni per la parte capitale, proprio in ragione del perdurare della crisi e dei fatti cui il senatore Cangini si è riferito. Mi riferisco, cioè, al fatto che, nonostante la riapertura, sono rimaste presenti molte misure restrittive, per ragioni di sicurezza, che hanno impedito a teatri e cinema di avere la normale funzionalità e, quindi, il normale accesso di pubblico, e ciò è avvenuto anche se si è registrato, in particolare nel settore del teatro e dei concerti, un ritorno molto più forte (più forte, purtroppo, del ritorno alle sale cinematografiche).
Sono in fase di preparazione i bandi che fanno riferimento al citato decreto-legge di gennaio scorso e successivamente ci sarà la pubblicazione dei bandi a favore degli operatori.
In relazione al tema - è fondato - del DURC, desidero sottolineare che la previsione concernente il requisito della regolarità contributiva prevista dal DURC ai fini dell'accesso, da parte delle imprese che esercitano attività nell'ambito dello spettacolo, a ogni tipo di sovvenzione, contributo o premio statale, rinviene il proprio fondamento in una disposizione di legge primaria, e non in un atto amministrativo. I decreti ministeriali nonché i bandi sono tutte fonti sottordinate rispetto alla legge nel prevedere tale requisito e, quindi, non fanno altro che conformarsi - come devono fare - alla norma primaria.
Peraltro, facendo applicazione delle disposizioni normative in materia di DURC, il Ministero ha cercato di temperarle erogando i contributi anche in favore di quei soggetti che hanno provveduto a regolarizzare la propria posizione contributiva in epoca successiva alla presentazione della domanda e che, pertanto, risultavano in regola con il pagamento dei contributi previdenziali al momento dell'erogazione del contributo e non al momento dell'erogazione della domanda; ciò anche a seguito dell'invito dei predetti organi a trattenere dalle somme dovute dalle imprese sopra menzionate l'importo corrispondente al debito contributivo accertato.
Alla luce di questo quadro, condivido il tema che in emergenza alcune misure dovrebbe essere allentate, ma ritengo, senatore Cangini, che serva un intervento legislativo e credo che sia il Parlamento l'unico organo che può evidentemente modificare quella norma, alla quale saremo felici di adeguarci, se modificata.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Cangini, per due minuti.
CANGINI (FIBP-UDC). Signor Presidente, diciamo che confido nel sostegno del Governo per un eventuale intervento legislativo al riguardo. Mi fa piacere sapere - ed è noto - che sta per essere erogato un terzo bando ristori, ma resta l'incongruenza del fatto che non sia stato ancora liquidato il secondo, che risale a sei mesi fa.
Signor Ministro, tutti in quest'Aula e in quella della Camera ci stiamo ponendo il problema di come ristorare e rendere il dovuto onore a quei medici e infermieri che hanno curato e curano i nostri corpi in questa fase pandemica. Credo che dovremmo avere la stessa attenzione anche per quei musicisti, quegli attori e quegli impresari dello spettacolo che curano la nostra anima e alleggeriscono il nostro spirito, perché a mio avviso non rendono un servizio pubblico minore.
PRESIDENTE. Il senatore Cucca ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03100 sul supporto al sistema produttivo in seguito ai rincari dell'energia, per tre minuti.
CUCCA (IV-PSI). Signor Ministro, premetto che la crisi energetica aperta nel corso del 2021 è stata la conseguenza di un periodo particolarmente difficile a causa di condizioni metereologiche, geopolitiche e di mercato eccezionali. Queste condizioni hanno evidentemente portato a un deciso aumento dei prezzi della luce e del gas, facendo emergere tutte le problematiche strutturali nel settore sia nazionale che europeo. Il preoccupante aumento dei prezzi si è riverberato anche nell'aumento dei prezzi dell'elettricità in Italia ed è la causa principale del rincaro delle bollette di gas e luce, soprattutto determinato dal fatto che i prezzi del gas naturale sono aumentati addirittura del 660 per cento.
Nonostante le misure già adottate dal Governo con i vari provvedimenti che sono succeduti, destinati a contenere l'aumento dei costi delle bollette, si è stimato che l'incremento per la famiglia tipo in regime di tutela sarà del 55 per cento per le bollette dell'elettricità e del 41,8 per cento per quella del gas nel primo trimestre del 2022. L'impatto sulla spesa delle famiglie è evidentemente pesantissimo.
La scelta degli Stati di perseguire obiettivi di lungo termine, come la decarbonizzazione dei sistemi produttivi e la mitigazione del surriscaldamento globale - da un alto - ha favorito gli investimenti nella generazione di energia da fonti rinnovabili, determinando quindi una netta espansione della domanda globale di gas naturale e gas naturale liquefatto, combustibili ponte nel processo di transizione energetica. Dall'altro lato, però, tale scelta ha disincentivato gli investimenti nella produzione di energia da altre fonti fossili, portando quindi alla necessità di interruzioni e riqualificazioni di infrastrutture chiave del gas.
La produzione di energia elettrica in Europa inferiore rispetto al 2020, seguita da una diminuzione di centrali nucleari e dall'aumento dei prezzi del carbone, ha contribuito a intensificare le crisi energetiche; la mancanza di fornitura di gas verso l'Unione europea ha posto notevoli problematiche strutturali legate alla dipendenza interna per oltre il 50 per cento dell'approvvigionamento delle fonti del gas da un solo fornitore (la Russia), nonché i problemi che tutti conosciamo per l'attuale situazione fra quel Paese e l'Ucraina.
Inoltre, il costo delle bollette per le aziende è pressoché raddoppiato e la situazione energetica in corso ha fatto emergere una serie di questioni e problemi strutturali, per cui occorrono interventi immediati, come lo stanziamento di risorse pubbliche per contenere il caro bollette.
Premesso tutto questo, vorremmo sapere quali misure il signor Ministro ha posto in essere per aiutare le imprese che si sono trovate a fronteggiare perdite enormi a seguito del rincaro delle bollette e quali intenda adottare per il rilancio del sistema produttivo italiano; tutto ciò considerato, oltretutto, che giornalmente leggiamo sui giornali notizie di aziende costrette alla chiusura o al ridimensionamento della propria attività proprio a causa di questi impressionanti aumenti, e tanto più anche per le singole famiglie che devono affrontare costi enormi.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, rispondo al senatore ringraziandolo per aver incentrato la sua interrogazione anche sul riflesso che l'aumento della bolletta energetica ha sul sistema delle imprese e, in particolare, nei settori cosiddetti ad alta intensità energivora. Sulle cause di questo aumento dei prezzi molto si è scritto, si sta discutendo e molti si interrogano anche in merito alla prospettiva di lungo e medio-lungo termine rispetto alla dinamica attuale dei prezzi.
Il Governo è intervenuto in via d'urgenza ripetutamente, da ultimo con il terzo decreto-legge sostegni del 27 gennaio 2022, che, oltre ad agire nuovamente per cercare di ridurre e attutire l'impatto sulle bollette per le famiglie, si è dedicato anche giustamente all'impatto sul sistema produttivo, azzerando gli oneri di sistema a carico delle imprese in generale. Per quanto riguarda le cosiddette imprese energivore, ha parzialmente (e solo parzialmente) compensato i sovraccosti derivanti dal caro energia.
Sono assolutamente consapevole che questa misura non è sufficiente. Credo che già domani, o comunque rapidamente, il Governo interverrà di nuovo cercando di prevedere o di replicare anche per il secondo trimestre le misure che abbiamo già adottato a gennaio. In qualche caso cercheremo anche di risolvere dei problemi applicativi e oggettivamente i casi di autoproduzione dell'energia - per fare un esempio - che sostanzialmente risentono due volte l'incremento del prezzo del gas.
È evidente che l'ammontare degli aumenti richiederebbe disponibilità finanziarie ben oltre quelle consentite dall'attuale strumento di bilancio. Molto faticosamente al Ministero dell'economia e delle finanze si sta cercando di costruire una dote finanziaria significativa; ma, a bilancio invariato, è evidentemente molto difficile dare una risposta compiuta e definitiva a questo tipo di fenomeno.
Più complessivamente, guardando all'orizzonte di medio-lungo termine, è chiaro che dobbiamo fare determinati tipi di politiche. Quello che sicuramente possiamo fare oggi, in particolare sul gas naturale, è aumentare la produzione, gestire molto meglio lo stoccaggio e in modo strategico gli approvvigionamenti, anche se - come è evidente - la dinamica a livello internazionale di tipo geopolitico ci crea qualche problema che non è esattamente nelle nostre disponibilità e delle nostre leve.
Quello che dobbiamo fare è cercare di aumentare la produzione nazionale e in qualche modo introdurre dei meccanismi, che sono già allo studio e che credo e spero riusciranno a diventare norma a breve, di calmierazione di prezzo con riferimento a determinati settori produttivi. È un tipo di sfida che ci costringe ad agire in ottica di emergenza, ma che inevitabilmente induce l'Italia e l'Europa anche a una riflessione di medio-lungo termine che riguarda la sovranità strategica e anche l'autonomia politica dell'Europa e dell'Italia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Cucca, per due minuti.
CUCCA (IV-PSI). La ringrazio, signor Ministro, soprattutto per la chiarezza e, se vogliamo, anche per la sincerità con cui ha affrontato queste tematiche, facendo correttamente riferimento alla condizioni attuali. Credo che questo sia il modo giusto per trovare soluzione ai problemi che lei, in maniera molto precisa, ha delineato.
Sappiamo che le risorse attuali non bastano e che abbiamo bisogno di misure differenti. Confidiamo quindi molto nella sua attività e nell'attività del Ministero che lei dirige perché vengano attuate nell'immediatezza e non vengono rinviate. Di questi temi si parla veramente da tanto tempo, ma sicuramente mai come oggi si rende necessario affrontare tali problematiche in maniera molto severa; d'altro canto, mai come oggi ci sono le condizioni anche per arrivare a una soluzione, sebbene sicuramente non immediata.
Siamo certi che lei terrà a cuore il problema degli italiani, perché davvero si tratta della sopravvivenza di un settore, di un sistema produttivo molto importante, ma soprattutto della sopravvivenza delle nostre famiglie.
PRESIDENTE. Il senatore Calandrini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03099 sugli effetti delle recenti restrizioni ai bonus edilizi sul sistema delle imprese, per tre minuti.
CALANDRINI (FdI). Signor Ministro, questa interrogazione nasce sulla scorta di alcune sue dichiarazioni rilasciate alla stampa nei giorni scorsi, in cui lei ha testualmente affermato che il superbonus ha funzionato, ma sta drogando l'edilizia, mentre ci sono altri settori che vanno attenzionati, come l'automotive, dove il passaggio all'elettrico rischia di creare una ecatombe in termini occupazionali.
Certamente lo scenario che lei delinea è serio ed è meritevole di attenzione, ma non capiamo francamente la finalità. Fino ad ora, da vent'anni a questa parte, il settore delle auto è stato sempre utilizzato come bancomat da parte dello Stato. Ora ci sembra di capire dalle sue parole che l'automotive ha bisogno di sostegni, ma non può riceverli perché è stato introdotto il superbonus. Noi non pensiamo che sia questo l'approccio da avere in detto caso. Il superbonus è stata una grande opportunità per il settore edilizio: prova ne è che ha favorito la nascita di migliaia di imprese, ha favorito la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro ed ha generato importanti introiti per le casse dello Stato in termini di IVA, di Irpef, di Ires e di IRAP, che sono arrivati proprio da quei versamenti fiscali inerenti le migliaia di cantieri aperti nell'ultimo anno trascorso.
Vede, signor Ministro, questo non lo diciamo noi di Fratelli d'Italia, ma lo dicono autorevoli studi di settore ed analisi fatte anche dai nostri uffici parlamentari del bilancio. Non vorremmo che dalle sue parole emergesse la volontà di favorire un settore che necessita giustamente di attenzione, ma a scapito di un altro che invece ha funzionato molto bene e che, al netto delle truffe che ci sono state, e che indubbiamente vanno contrastate con ogni mezzo, non merita lo stop che gli si sta imponendo in questi giorni, da quando è stato emanato il decreto-legge sostegni-ter, con l'ennesima modifica retroattiva che non fa che creare confusione, incertezza e frena gli investimenti da parte degli imprenditori onesti.
Quindi, Ministro, con questa nostra interrogazione le chiediamo se può dare in qualche modo garanzie circa le iniziative che il Governo intende assumere per dare certezze a questo settore.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dello sviluppo economico. Senatore Calandrini, sono sicuro che lei ha letto tutta la mia intervista, la quale si riferiva, al 90 per cento, all'esigenza di dedicarsi e di dedicare l'attenzione della politica al settore dell'automotive. Io purtroppo già attualmente ho diversi tavoli di crisi e ne avrò ulteriori, con migliaia di persone che perderanno il posto di lavoro. In quell'intervista io non ho contestato il superbonus come misura di politica industriale in favore del settore dell'edilizia, che ha funzionato (e ne davo atto). Però, se io ho un operaio che perde il posto di lavoro e non ho una misura per sussidiare, mentre quello stesso superbonus si rivolge a chi potenzialmente guadagna 300.000 o 400.000 euro e ristruttura la terza o la quinta casa, secondo me, per il mio Ministero, c'è un problema. Io ho l'esigenza di richiamare il Parlamento e i colleghi del Governo al fatto che analoga attenzione e analoghe risorse devono essere destinate anche ad altri settori industriali, che oggi fronteggiano una crisi epocale. (Applausi).
Colgo quindi l'occasione per chiarire che io non sono contro il superbonus. Però dobbiamo chiederci tutti se è equo e socialmente responsabile questo tipo di estensione. Il Parlamento è sovrano, ha deciso in questo senso e io lo rispetto. Dopodiché spero che a brevissimo il Parlamento e il Governo dedichino altrettanta attenzione alle sfide epocali del settore dell'automotive, altrimenti saremo di fronte a una crisi epocale, nella produzione diretta e nell'indotto.
Tornando al discorso del superbonus, il Governo è intervenuto, anche se in modo rozzo (se posso usare questo termine), con il blocco delle cessioni. Credo che a questo problema, che ha generato oggettivamente una situazione di blocco e di grave tensione nel settore, si rimedierà a brevissimo con un provvedimento di urgenza, che conterrà però anche altre misure per normalizzare l'attività economica legata all'edilizia e al superbonus, ivi compresi - credo di poter anticipare - nuovi strumenti sanzionatori per reprimere ed evitare il sistema delle frodi. Dobbiamo contemperare quindi due opposte esigenze. La prima è l'esigenza di spingere il più possibile l'economia alla ripresa; a questo fine - l'ho detto nell'intervista e lo ribadisco adesso - ha avuto un ruolo fondamentale non soltanto il superbonus, ma tutto il sistema degli incentivi all'edilizia, perché direttamente si trasmettono all'economia nella fase della grande crisi. Ma oggi non possiamo pensare che il futuro industriale del Paese sia soltanto l'edilizia; è importante, ma c'è anche la manifattura, che ricordo, per quanto riguarda l'Italia, è la seconda manifattura d'Europa, dietro soltanto alla Germania. Non possiamo pensare a un'Italia che nel futuro non sia a presidio dei settori tecnologicamente più avanzati.
Dobbiamo cercare tutti insieme di fare una discussione - io ho posto infatti un tema di discussione - rispetto alle nuove frontiere dell'economia e dell'industria italiana. Quindi bene il superbonus per l'edilizia e bene l'edilizia, anche se dobbiamo in qualche modo limitare le cose sbagliate che ci sono, ma dobbiamo anche dedicare tanta attenzione a tutti gli altri settori industriali, che fino a questo momento non hanno ricevuto la medesima attenzione. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Calandrini, per due minuti.
CALANDRINI (FdI). Signor Ministro, io non condivido assolutamente la sua risposta, perché lei fa riferimento a persone che hanno 300.000 o 400.000 euro di reddito e a chi ha la quarta o la quinta casa. Intanto non funziona così, perché noi ci fermiamo all'abitazione principale e al massimo alla seconda abitazione. Ma io le posso anche dire che noi spendiamo 10 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza; quindi, demagogia per demagogia, cerchiamo di dirci chiaramente le cose come stanno. (Applausi del senatore De Bertoldi). Potremmo utilizzare tante di queste somme per il tema che oggi stiamo affrontando.
Tuttavia, a prescindere da queste considerazioni, la sua risposta, signor Ministro, non ci convince. Abbiamo contezza del fatto che, per quanto riguarda la misura del superbonus, abbiamo dato risposte a migliaia di famiglie e a migliaia di imprese che rappresentano la spina dorsale del sistema economico del nostro Paese.
Noi auspichiamo che la misura del superbonus possa non essere più modificata visto che, da quando è stata introdotta, abbiamo avuto 13 o 14 modifiche e che si possa procedere con un percorso ordinato che consenta di arrivare alla scadenza naturale di questi bonus che, come lei sa, sono imminenti: il sismabonus acquisti scadrà il 30 giugno, mentre il superbonus del 110 per cento scadrà il 31 dicembre 2022 per le case unifamiliari e il 31 dicembre 2023 per i condomini. Se vogliamo, si tratta dunque di dare in qualche modo certezza del diritto ed evitare la retroattività della norma.
Spero, dunque, che ci possa essere un'ulteriore ripresa rispetto al tema del superbonus.
PRESIDENTE. Il senatore Tosato ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03096 sul rilancio produttivo ed occupazionale dello stabilimento ACC in provincia di Belluno, per tre minuti.
TOSATO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, l'atto di sindacato ispettivo riguarda la crisi aziendale della ACC Compressors, ex Zanussi Elettromeccanica, un'azienda storica situata nell'area di Belluno, fondata nel lontano 1960 e leader nella produzione di compressori per uso domestico. Mi faccio portavoce di una questione a nome del Gruppo parlamentare della Lega, in particolare dei colleghi veneti Romeo, Candura, Fregolent, Ostellari, Pizzol, Vallardi, Zuliani e idealmente - permettetemi - anche a nome del compianto collega Paolo Saviane che da quel territorio proveniva e che lo ha sempre rappresentato con grande spirito di servizio e passione. (Applausi).
Nel 2003 ACC Compressors è stata ceduta da Electrolux a un fondo di private equity e nel 2009 è entrata in crisi finanziaria. Nel 2013 è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria e nel 2014 il Ministero dello sviluppo economico ha aggiudicato la procedura di dismissione del complesso aziendale in favore del gruppo cinese Wanbao, dando vita alla società Wanbao-ACC.
Il piano industriale della nuova società prevedeva il rilancio dello stabilimento nell'area di Belluno. Tuttavia, le forti pressioni competitive e i limitati investimenti in ricerca e sviluppo hanno comportato un impatto significativo sui prezzi, tale da non poter ottenere un margine di contribuzione positivo. Gli azionisti inizialmente hanno rispettato gli impegni assunti presso il Ministero dello sviluppo economico, ripianando le perdite di esercizio fino al 2019. Tuttavia, a marzo del 2020, la società ha chiesto la dichiarazione dello stato di insolvenza e, dopo l'accoglimento del ricorso nello stesso mese di marzo 2020, a maggio 2020 la società è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria.
A maggio 2021 era stata avviata una procedura competitiva per la cessione del ramo aziendale che aveva sollevato l'interesse dei principali operatori mondiali del settore, ma, alla data di scadenza del 6 ottobre dello stesso anno, non è stata ricevuta alcuna offerta.
Il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il 19 ottobre 2021 il riavvio della procedura competitiva e, a quanto ci è stato riferito, presso il Ministero sono pervenute ufficialmente tre manifestazioni d'interesse.
Si chiede in definitiva di sapere quali iniziative di propria competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di individuare celermente il percorso più idoneo volto a garantire prospettive occupazionali e un rilancio produttivo dello stabilimento ACC di Belluno, in un'area caratterizzata da altre situazioni di crisi.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio il senatore Tosato per avere ripercorso storia e la vicenda di questa azienda: crisi, salvataggio con un'impresa cinese, che poi a sua volta è fuggita, portando via tecnologia e competenza, per cui l'azienda è ripiombata nella crisi, che è stata gestita secondo gli strumenti e secondo le procedure della nostra normativa.
Grazie per aver richiamato il fatto che un'azienda non è semplicemente un valore economico; per un territorio essa è un dato anche culturale, proprio della cultura del lavoro di queste zone, con la passione che tutti i soggetti, enti locali, Regioni, sindacati, hanno manifestato nei confronti del Ministero per cercare di arrivare a una soluzione affinché quell'azienda possa sopravvivere, tenuto conto del mondo che cambia.
Il tavolo di crisi istituito presso il Ministero dello sviluppo economico ha trovato finalmente una soluzione, dopo molte difficoltà e molte ricerche di potenziali investitori, nel senso che l'11 febbraio abbiamo autorizzato l'aggiudicazione del complesso aziendale alla società SEST SpA, con sede a Limana, Belluno, la quale appartiene al gruppo italiano LU-VE, uno dei primi operatori mondiali nel settore degli scambiatori di calore d'aria e quotato nel segmento Euronext della Borsa di Milano. Ricordo che nel 2020 ha registrato un fatturato consolidato di oltre 400 milioni di euro.
La proposta vincolante di acquisto da parte della SEST SpA prevede in particolare la completa riconversione industriale del complesso aziendale al fine di ampliare la produzione di scambiatori di calore statici per banchi frigoriferi, condizionamento d'aria, pompe di calore, già presenti nel vicino stabilimento di Limana. Le procedure esperite sul mercato non hanno fatto emergere iniziative imprenditoriali per l'attività tradizionale, tipica della produzione e commercializzazione dei compressori per uso domestico. D'altro canto, come anche riportato nell'interrogazione stessa, la concezione del compressore per uso domestico impone produzioni in larghissima scala che non sono compatibili né replicabili nel nostro Paese.
Questo primo ed importante passo è stato reso possibile grazie all'impegno di chi ha seguito la via della realtà e della concretezza, abbandonando percorsi che possiamo definire velleitari. Questo caso è paradigmatico anche perché interviene - e di questo credo che possa andare orgoglioso anche quel territorio - un'azienda del territorio a salvare una situazione di crisi generata dallo scorretto comportamento di società multinazionali con investimenti di carattere predatorio, attuando però al contempo anche una riconversione di produzione. La vecchia produzione infatti non è più praticabile a prezzi concorrenziali in Italia, ma in attività, settori e produzioni collaterali può essere replicata. Questo processo di riconversione e trasformazione industriale gravemente impattato, non soltanto in questo caso, ma in tanti altri casi, dalla rivoluzione ambientale digitale, ci impone veramente di ragionare di fronte ai cambiamenti che si prospettano al sistema industriale in modo innovativo e flessibile.
Tutti quanti, politica, parti sociali, associazioni imprenditoriali e sindacati, devono interpretare questa nuova fase, con le relative implicazioni strategiche, nel modo corretto per trovare soluzioni a beneficio dei territori e, in particolare, dei dipendenti e degli operai interessati. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Tosato, per due minuti.
TOSATO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta. Gli interroganti e il Gruppo della Lega si dichiarano soddisfatti della risposta del Governo. La ringrazio e, a differenza di chi mi ha preceduto, non ho colto propaganda nelle sue parole, ma risposte concrete, utili al bene comune. (Applausi).
Il settore manifatturiero e industriale è fondamentale per la crescita e il benessere di un Paese, come ha detto anche lei in un precedente intervento. Aziende collocate in territori montani e pedemontani vanno difese, rappresentando uno sbocco fondamentale per l'occupazione dei giovani di quei territori. L'alternativa è l'abbandono della propria terra in cerca di fortuna altrove, a partire dalle grandi città o verso l'estero per chi ne ha l'opportunità.
Gli effetti della pandemia, il caro energie e la mancanza di materie prime stanno mettendo seriamente a rischio la tenuta del sistema produttivo dell'Italia, già in crisi in molti settori per ragioni di competitività. Il Governo e il Parlamento hanno il dovere di affrontare questa difficile congiuntura con grande impegno e unità di intenti.
Siamo lieti che nel caso della storica azienda bellunese il Ministro stia riuscendo ad ottenere i risultati confortanti perché la salvezza di ogni singolo posto di lavoro significa salvare una famiglia da crisi profonde economiche, sociali e personali.
Il compito che le è stato assegnato è gravoso, ma siamo sicuri che il Ministero dello sviluppo economico è in ottime mani. Il Gruppo Lega sarà sempre al suo fianco e a quello del Governo, in prima linea per difendere aziende e posti di lavoro.
Crediamo ancora che all'Italia appartenga la cultura del lavoro (Applausi); siamo convinti che l'Italia non possa abbandonare la propria vocazione di Paese industrializzato. Ognuno di noi deve fare la propria parte in questa direzione.
In questa fase così difficile non potevamo stare a bordo campo a guardare e a criticare ciò che facevano o non facevano gli altri; sarebbe stata esclusivamente una posizione di comodo. Altri hanno fatto questa scelta; noi abbiamo scelto un percorso più difficile per noi, ma più utile al Paese. (Applausi).
La ringraziamo, Ministro, e siamo lieti che le famiglie dei lavoratori della ACC Compressor possano guardare al futuro con maggiore speranza.
PRESIDENTE. Il senatore Girotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03097 sul processo di riconversione industriale in un'ottica di sostenibilità economica e ambientale, per tre minuti.
GIROTTO (M5S). Signor Ministro, i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono ormai una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Per superare tali sfide, a luglio 2020 la Commissione europea ha presentato il green deal europeo, che trasformerà l'Unione in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo che nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra e che la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse.
Gli Stati membri pertanto sono impegnati ad affrontare i bisogni che il cambiamento epocale richiede rispetto ai nuovi stili di vita e ai modelli di consumo dei beni, che comportano necessariamente una trasformazione radicale dei processi con una forte spinta all'innovazione nei sistemi di produzione e di consumo.
L'Italia, in risposta a tali sfide, tramite il Comitato nazionale per la transizione ecologica, si è dotata di un Piano per la transizione ecologica (PTE) che coordina le politiche in materia di raccordo con il green new deal europeo e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il PTE individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento e il cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all'attuazione delle singole misure, articolate in otto ambiti di intervento previsti, per i quali verranno costituiti appositi gruppi di lavoro: decarbonizzazione, mobilità, qualità dell'aria, suolo, dissesto, risorse idriche, infrastrutture, biodiversità, il mare, la promozione dell'economica circolare, della bioeconomia e dell'agricoltura sostenibile.
Un ruolo strategico, in coerenza con la pianificazione del PTE, è rivestito dal settore produttivo industriale che, per mantenere la propria competitività, dovrà adeguare i vecchi sistemi produttivi a nuovi modelli, fortemente innovativi e ambientalmente sostenibili. A tal fine, è necessario che lo Stato, attraverso misure e azioni di dettaglio, accompagni in questo passaggio storico il tessuto produttivo, in particolare i cosiddetti settori hard to abate e automotive.
Attualmente sono disponibili alcuni strumenti per sostenere interventi strutturali rivolti alla decarbonizzazione e alla riconversione, con risorse disponibili dall'Emission trading scheme (ETS), dal PNRR, dal Piano di transizione 4.0 e dal Fondo per la decarbonizzazione previsto nell'ultima legge di bilancio. Tuttavia, occorre velocizzarne l'applicazione, introducendo e sostenendo con convinzione nuovi strumenti e innovazioni tecnologiche, in particolare dirette a sostenere l'autonomia energetica delle attività produttive, attraverso la creazione di configurazioni, come le comunità energetiche e l'autoconsumo diretto, che permettano di ridurre i costi dell'energia.
Le chiedo di sapere come ritenga di sostenere il processo di innovazione in ottica di transizione ecologica e, in particolare, quali misure intenda adottare per accompagnare in tale percorso i differenti comparti industriali, assicurando competitività e sostenibilità ambientale delle imprese.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dello sviluppo economico. Senatore Girotto, lei pone esattamente il tema strategico di come il nostro Paese possa affrontare la grande sfida della rivoluzione ambientale e della rivoluzione digitale e la sua traduzione nel nuovo sistema industriale ed economico del Paese. È l'attività cui si dedica evidentemente il Piano nazionale di ripresa e resilienza con interventi di natura trasversale in cui il Ministero della transizione ecologica è ovviamente in prima fila e il Ministero dello sviluppo economico funge da elemento di raccordo con il sistema industriale e, in particolare, io richiamo sempre il sistema manifatturiero perché senza manifattura il Paese si siede economicamente.
Gli strumenti a nostra disposizione sono quelli consueti, o meglio i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazione, gli IPCEI, ossia interventi di carattere strategico, riconosciuti come tali a livello europeo, su cui stiamo riuscendo a coinvolgere numerose realtà produttive del Paese e che permettono anche di superare quella che fino a oggi è stata una delle principali limitazioni a un intervento pubblico dello Stato per assecondare questa fase di transizione, cioè la disciplina degli aiuti di Stato.
Fortunatamente - dico io - in questa fase, anche relativamente alla pandemia, la Commissione europea ha cambiato atteggiamento su questo. Non si è mai vista una grande fase di rivoluzione e riconversione industriale senza un accompagnamento, nei limiti dovuti, da parte dello Stato. Questo riguarda tutte le filiere industriali, alcune più esposte e altre meno.
Faccio un esempio per quanto riguarda l'automotive, che lei ha richiamato nella sua interrogazione e su cui sto insistendo in questi giorni perché alcuni Paesi hanno già assunto decisioni e altri le stanno prendendo. Noi ovviamente abbiamo fatto qualcosa. Ricordo il Fondo transizione inserito nella legge di bilancio, che lei ha richiamato; l'iniziativa che stiamo finalizzando con la Cassa depositi e prestiti per 850 milioni di euro e che ha come obiettivo il supporto alle piccole e medie imprese nella transizione ecologica digitale e innovativa; i contratti di sviluppo per 1,2 miliardi di euro a sostegno di programmi di investimento produttivi strategici e innovativi di grandi dimensioni; gli IPCEI, che ho citato, con lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro che si aggiungono alla dotazione di 500 milioni di euro già disponibile. Questo oltre a tutto lo spiegamento di forze sul piano Transizione 4.0 e - mi piace ricordare - al nuovo bando macchinari innovativi, diretto ad agevolare le Regioni meno sviluppate e i programmi di investimento proposti dalle aziende di piccole e medie dimensioni.
Ciò basta? Probabilmente no, perché l'ammontare delle risorse necessarie è anche superiore. Tuttavia, è questione non solo di soldi, ma di cambiamento culturale. Occorrono la disponibilità e la capacità di "reskillare", con una formazione per tutti i lavoratori che perderanno inevitabilmente il posto di lavoro in alcuni settori superati dalla rivoluzione ambientale e digitale e che possono essere utilmente occupati nei nuovi settori che vengono avanti.
Pertanto, si tratta di una sfida, che come ho già detto rispondendo a suoi colleghi, coinvolge davvero tutte le forze politiche, il Parlamento, il Governo e le forze sociali e su cui bisogna discutere e focalizzare di più l'attenzione. Purtroppo, però, la politica tendenzialmente si concentra sui piccoli interventi di breve termine.
In tutto questo, naturalmente, si lavora per ricostruire la domanda, perché in questa forma di rivoluzione industriale e ambientale bisogna ristrutturare l'offerta, ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticarci della domanda. In questo momento in Italia sono inesistenti gli incentivi per l'acquisto di autovetture ambientalmente compatibili (elettriche e non solo). Il mercato è totalmente fermo e io ho pubblicamente fatto richiesta di provvedimenti analoghi a quelli che ci sono in tutti gli altri Paesi europei. In questo modo, infatti, si riuscirebbe a trainare la domanda e a indurre e convincere tutti i soggetti presenti, ad esempio nella filiera dell'automotive, a fare degli investimenti anche assistiti e sussidiati da parte dello Stato. Tutti gli strumenti che ho ricordato (dai contratti di sviluppo a scendere) sono forme di intervento dello Stato in cui la risorsa pubblica può intervenire per una percentuale che è non totalitaria e neanche maggioritaria, ma comunque significativa in queste forme di investimento. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Girotto, per due minuti.
GIROTTO (M5S). Signor Ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatto e molto preoccupato perché avrei voluto un altro tipo di risposta.
Adesso dobbiamo scegliere quali saranno le tecnologie del futuro e non possiamo sceglierne di sbagliate, perché se sbagliamo tecnologie andiamo fuori mercato e, quindi, sprechiamo il denaro pubblico. Possiamo drogare e mantenere in vita delle aziende, ma se lo facciamo su tecnologie obsolete comunque non venderanno i prodotti a lungo termine, quindi avremo sprecato il denaro pubblico.
Anche nella risposta a un collega, lei ha citato il maggiore ricorso al gas, ma non ho sentito una parola sul semplificare il permitting per le fonti rinnovabili, che sono la principale soluzione alla crisi energetica soprattutto delle aziende. Abbiamo presentato una mozione per dare più forza alle aziende e dare loro un credito di imposta sulle spese di autoproduzione energetica, perché dobbiamo puntare sul renderle il più indipendenti possibile.
Non ho sentito dire una sola volta di andare a prendere gli extraprofitti anche dalle fonti fossili. Abbiamo preso extraprofitti dalle fonti rinnovabili, abbiamo chiesto un sacrificio, ma non li abbiamo presi dalle fonti fossili. Le rinnovabili sono un settore ad alta intensità lavorativa mentre le fossili sono un settore ad alta intensità di capitale.
Non ho sentito una parola su uno dei principali strumenti per combattere la concorrenza sleale e incentivare gli altri Paesi a fare la transizione ecologica, ossia la carbon border tax, e il carbon border adjustment mechanism, che ne deve essere il meccanismo principale.
Vorrei che il Governo si concentrasse maggiormente anche sulle speculazioni finanziarie, perché l'enorme tempesta di aumento di prezzi che abbiamo è certamente dovuta a situazioni oggettive (su questo non si discute), ma c'è anche una forte componente finanziaria di cui si parla pochissimo.
Desidero ribadire che non vogliamo sprecare denaro pubblico, quindi ci dobbiamo concentrare sulle tecnologie realmente sostenibili per il futuro e spero che il vostro Ministero si indirizzerà effettivamente su di esse. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 22 febbraio 2022
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 22 febbraio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,02).
Allegato A
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sui fondi per il finanziamento di attività socio-culturali nelle periferie urbane
(3-03095) (16 febbraio 2022)
Rampi, Malpezzi, Verducci, Marilotti, Biti. - Al Ministro della cultura -
Premesso che:
nei giorni scorsi il Ministero della cultura ha destinato 22,2 milioni di euro al finanziamento, nelle aree periferiche delle 14 città metropolitane, di progetti di inclusione sociale, di riequilibrio territoriale e tutela occupazionale, nonché di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale attraverso le arti performative;
si tratta di una iniziativa di fondamentale importanza, che consentirà un riscatto culturale delle periferie italiane all'insegna dell'arte e dello spettacolo;
in seguito a progetti sperimentali realizzati in diverse periferie italiane, il Ministero della cultura ha deciso di avviare un finanziamento che consentirà di realizzare performance, spettacoli e laboratori nelle periferie, con la finalità e l'auspicio che questa iniziativa possa ricongiungere le periferie al tessuto urbano, anche e soprattutto attraverso la cultura;
da quanto si apprende, i fondi saranno ripartiti in modo che circa 700.000 euro siano destinati al Comune capoluogo di ciascuna Città metropolitana, a cui si aggiungerà una quota in proporzione alla popolazione residente nel comune capoluogo;
le risorse saranno utilizzate per sostenere attività di spettacolo dal vivo nelle aree periferiche delle città sulla base di progetti selezionati tramite bando pubblico predisposto dai Comuni e i beneficiari saranno individuati tra gli organismi finanziati nell'ambito del FUS, ovvero tra gli organismi professionali operanti da almeno tre anni,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda rendere stabile questo finanziamento, al fine di dare seguito alla suddetta iniziativa, fondamentale per riqualificare le periferie attraverso la cultura.
Interrogazione sulla concessione di una licenza "aperta" per l'uso delle immagini del Museo nazionale di Matera
(3-03092) (15 febbraio 2022)
Corrado, Angrisani, Granato, Lannutti. - Al Ministro della cultura -
Premesso che:
è stata presentata al pubblico come un progresso e un atto di lungimiranza da parte della direttrice, l'architetto nolano Annamaria Mauro, la decisione di pubblicare on line, in modalità "accesso aperto", le immagini dei vasi magno-greci della "Collezione Rizzon", in consegna al Museo Nazionale di Matera (si veda "Rivoluzione a Matera: il Museo Nazionale è il primo museo statale a offrire foto open access" su "finestresullarte");
"La licenza Creative Commons "CC BY", scelta dal museo, permette a chiunque di scaricare e utilizzare le fotografie gratuitamente per qualsiasi scopo, a condizione che le immagini siano adeguatamente accreditate", si legge nel comunicato stampa pubblicato il 1° febbraio sul portale istituzionale dell'istituto materano (si veda "La collezione Rizzon è on line " su "Museo Nazionale di Matera"). Il testo contiene anche una dichiarazione di Mirco Modolo, che a nome Creative Commons Italia definisce l'iniziativa "un grande importante esempio, forse l'unico in ambito statale in Italia", ignaro, sembrerebbe, delle ragioni di tale unicità;
considerato che:
la Direttiva UE 2019/790 sul diritto d'autore e sui diritti connessi al mercato unico digitale, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea il 17 maggio 2019, all'art. 14, senza fare distinzioni fra attività lucrative e non, statuisce che gli Stati membri "provvedono a che, alla scadenza della durata della protezione di un'opera delle arti visive, il materiale derivante da un atto di riproduzione di tale opera non sia soggetto al diritto d'autore o a diritti connessi", ma lascia poi al decisore politico nazionale rimuovere i limiti alle riproduzioni dei beni culturali, poiché trattasi di beni pubblici, che ciascun Paese tutela con leggi interne;
l'Italia ha recepito la citata direttiva 2019/790 con il decreto legislativo n. 177 del 2021, approvato dal Consiglio dei ministri il 4 novembre 2022 ("Dipartimento per le Politiche Europee - Direttiva (UE) 2019/790"), che inserisce l'articolo 32-quater nella legge n. 633 del 1941 sul diritto d'autore disponendo, per i beni culturali, il mantenimento delle disposizioni in materia di riproduzione di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio;
il decreto legislativo n. 42 del 2004 - Codice dei beni culturali e del paesaggio, agli artt. 106-108, in coerenza con gli artt. 822 e seguenti del Codice Civile sull'uso dei beni demaniali, identifica precisamente le ipotesi in cui le immagini di beni culturali statali possono essere utilizzate liberamente, sia gratis sia a valle della corresponsione di un canone;
ex art. 108, comma 1 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004, in specie, l'autorità che ha in consegna i beni demaniali determina caso per caso i canoni di concessione e i corrispettivi, avendo riguardo soprattutto per l'uso e la destinazione delle riproduzioni, nonché per i vantaggi economici che il richiedente ne ricaverà, senza trascurare di valutare il carattere delle attività per le quali è avanzata l'istanza, i mezzi e le modalità di riproduzione (che non devono mettere a rischio il bene), il tipo di spazi e il tempo di utilizzo degli stessi. Previa autorizzazione, sono invece libere da canoni le attività di riproduzione svolte senza scopo di lucro, a scopo di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, nonché promozione della conoscenza del patrimonio culturale;
considerato inoltre che la direttiva UE 2019/1024 regola il riutilizzo dei dati del settore pubblico prevedendo che possa essere sottoposto a condizioni e proprio nel caso di Istituzioni culturali pubbliche, rispetto alla regola generale della gratuità (art. 6, par. 1), contempla invece la vendita di riproduzioni dietro compenso, attentamente valutato (art. 6, par. 2 lettera b); il legislatore italiano ha pertanto inserito nel decreto legislativo n. 36 del 2006 sull'uso dei dati pubblici l'art. 12, che include quelli di musei, biblioteche e archivi pubblici tra i "dati di elevato valore";
valutato che:
l'autonomia speciale di cui gode il Museo Nazionale di Matera, con altri 43 musei e parchi di rilevante interesse nazionale del Ministero della cultura (si veda "Musei e Parchi archeologici con autonomia speciale (44) - Ministero della cultura" su "beniculturali"), non consente alla dirigente pro tempore di derogare alla normativa vigente, com'è invece accaduto con l'iniziativa assunta a partire dal 31 dicembre 2021, fatta oggetto di comunicazione, come già ricordato, solo il 1° febbraio 2022, ma senza essere accompagnata, e forse non a caso, da alcun comunicato stampa del Ministero;
poiché il portale istituzionale del museo materano, nella sezione Amministrazione Trasparente (estremamente povera di contenuti anche più sensibili di quelli che qui si esaminano), non contempla la voce "Comitato scientifico", non è possibile sapere chi abbia avallato il progetto scientifico prodromico all'iniziativa della Mauro, ma sorprende che esso sia stato approvato e realizzato benché in Consiglio d'Amministrazione sieda anche Giampaolo D'Andrea, politico potentino di rilievo nazionale, che al Ministero fu anche Sottosegretario con il ministro Franceschini (2014-2018), ed è tuttora consulente del Ministro;
addirittura, nel comunicato stampa si precisa l'eziologia dell'iniziativa concretizzata a fine 2021, asserendo che il progetto "è stato lanciato nel 2020 tramite una collaborazione tra il nuovo museo nazionale di Matera e il Centre Jean Bérard, dopo un incontro tra Annamaria Mauro, direttrice del museo, Claude Pouzadoux, allora direttrice del Centre Jean Bérard, e Fabien Biévre-Perrin…" e definendolo "uno sviluppo senza precedenti in Italia per un museo nazionale";
gli interroganti rilevano diversi casi di ignoranza della normativa vigente o di esercizio di una discrezionalità totale da parte di alcuni direttori di musei o parchi con autonomia speciale, pur senza esserne ufficialmente investiti; sembra plausibile che sia avvenuto qualcosa di analogo anche in questo caso; sovviene al riguardo anche la rilevante osservazione con cui, risulta agli interroganti, la Corte dei conti accompagnò l'ammissione alla registrazione della nomina (datata 6 novembre 2020) della stessa Annamaria Mauro, funzionario architetto del Ministero, alla funzione dirigenziale di livello non generale di direttore del Museo Nazionale di Matera, con censure circa la correttezza e trasparenza della selezione non concorsuale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia cosciente che la liberalizzazione, senza riguardo per le finalità, dell'accesso alle immagini di reperti archeologici del Museo Nazionale di Matera non solo viola, ad avviso degli interroganti, con ogni evidenza il quadro regolatorio di settore, ma rischia di produrre un danno economico pari all'entità dei canoni non riscossi;
se sia intervenuto presso il direttore generale Musei e il segretario generale per assicurarsi che si assumano le rispettive responsabilità e ristabiliscano il rispetto delle norme in seno al Museo Nazionale di Matera, disponendo anche un'apposita ispezione;
se il mancato intervento dei vertici del Ministero nei confronti dell'iniziativa della Mauro, che gli interroganti non ritengono conforme alla normativa, non abbia a che fare con quella volontà, tanto ferrea quanto difficile da giustificare, di sostenerla nella nomina a dirigente del Museo Nazionale di Matera.
Interrogazione sulle misure di sostegno al settore dello spettacolo
(3-03098) (16 febbraio 2022)
Bernini, Cangini, Alderisi, Giro. - Al Ministro della cultura -
Premesso che:
permangono le forti ricadute economiche negative sulle attività dello spettacolo derivanti dall'emergenza sanitaria e dai provvedimenti legislativi emanati dal Governo e dalle Camere a decorrere dall'anno 2020. Tutto il sistema privato costituito da un'articolata filiera di enti, associazioni, impresari, artisti, professionalità ed imprese di varie dimensioni rischia di essere irrimediabilmente compromesso;
i provvedimenti legislativi emanati in prossimità delle festività natalizie del 2021 hanno prodotto serissimi danni economici a famiglie e imprese nell'ambito di una situazione già in stato di crisi: se a febbraio 2021 la SIAE aveva certificato un calo degli eventi del 70 per cento, del 73 per cento degli ingressi, del 77 per cento della vendita di biglietti, e la spesa del pubblico aveva avuto una riduzione dell'82,24 per cento, a metà gennaio 2022 gli operatori dello spettacolo hanno evidenziato che i costi non sono più sostenibili per le produzioni e avvertono che vi è stata una forte diminuzione delle professionalità specializzate, con una stima approssimativa di almeno il 30 per cento, con persone che hanno perso il lavoro o lo hanno trovato in altri settori;
gli spettacoli hanno registrato a seguito dell'applicazione del green pass rafforzato disdette e biglietti invenduti, con conseguente elevatissimo danno economico per gli operatori e gli artisti;
in particolare, permangono forti criticità a livello legislativo per il settore dello spettacolo: in materia di ristori, per quanto riguarda il decreto-legge "sostegni bis" approvato dalle Camera a luglio 2021, il Ministero è intervenuto sino ad oggi solamente per i settori della musica leggera e delle attività circensi e spettacolo viaggiante, ma non per il settore dell'imprenditoria dello spettacolo. Risulta quindi non più procrastinabile l'emanazione di un bando per l'accesso ai contributi pubblici di ristoro specificatamente rivolto alle imprese dello spettacolo, un bando che si fondi anche su una maggiore semplificazione nella documentazione e nei controlli, in particolar modo per quelle di minore dimensione (micro imprese: fatturato entro i 200.000 euro nell'anno 2019);
ulteriore criticità per le imprese dello spettacolo riguarda il documento unico di regolarità contributiva (DURC): oltre due anni di sospensione delle attività dello spettacolo ha determinato l'impossibilità da parte di numerose imprese, specialmente quelle di piccole dimensioni, di sanare per mancanza di denaro le pendenze in materia di contributi;
viene inoltre evidenziata dagli impresari la difficoltà relativa alla trasmissione al Ministero dei cedolini contributivi: i cedolini attestanti il versamento contributivo per gli artisti viene fatto non dall'impresario ma dall'ente scritturante,
si chiede di sapere:
tenuto conto che le imprese dello spettacolo attraversano ancora una situazione di seria crisi economica del settore, quando il Ministro in indirizzo preveda di emanare un bando per garantire le risorse economiche di sostegno alle imprese dello spettacolo, e se ritenga opportuno semplificare, in via straordinaria, le procedure amministrative, tenendo conto che l'emergenza sanitaria ha determinato per molte imprese problemi in materia di regolarizzazione delle situazioni afferenti al documento unico di regolarità contributiva (DURC);
con riferimento al bando da emanare, se non ritenga, inoltre, opportuno esonerare, in via eccezionale, dalla verifica del DURC le micro imprese.
Interrogazione sul supporto al sistema produttivo in seguito ai rincari dell'energia
(3-03100) (16 febbraio 2022)
Faraone, Bonifazi, Carbone, Conzatti, Cucca, Evangelista, Garavini, Ginetti, Magorno, Nencini, Parente, Sbrollini. - Al Ministro dello sviluppo economico -
Premesso che:
la crisi energetica, aperta nel corso del 2021, è stata la conseguenza di un periodo particolarmente lungo di condizioni meteorologiche, geopolitiche e di mercato eccezionali, che hanno portato ad un deciso aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas facendo emergere tutte le problematiche strutturali del settore in sede sia nazionale che europea;
il preoccupante innalzamento dei prezzi del gas naturale in Europa, pari al 660 per cento in più, rispetto al periodo pre COVID, si è riflesso sull'aumento dei prezzi dell'elettricità in Italia ed è causa principale del rincaro delle bollette di gas e luce. Questo sta avendo effetti significativi sull'intero tessuto economico italiano, causando temporanee chiusure di imprese, specialmente quelle nei settori più energivori;
nonostante le misure già adottate dal Governo per il contenimento dei prezzi, tra cui il decreto-legge n. 73 del 2021, all'articolo 5-bis, il decreto-legge n. 130 del 2021, recante misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, e le misure inserite nel "decreto sostegni ter" (decreto-legge n. 4 del 2022) che integrano le misure già adottate in legge di bilancio, per contenere, sempre nel primo trimestre dell'anno in corso, i costi della bolletta elettrica delle utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione con potenza disponibile fino a 16,5 chilowatt, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha stimato che l'incremento per la "famiglia tipo" in regime di tutela sarà del 55 per cento per la bolletta dell'elettricità e del 41,8 per cento per quella del gas nel primo trimestre del 2022. L'impatto sulla spesa delle famiglie del rincaro dell'energia è quindi stimato in circa 5 miliardi di euro con conseguenze disastrose sui consumi di altri beni e servizi;
considerato che:
le scelte degli Stati di perseguire obiettivi di lungo termine, come la decarbonizzazione dei sistemi produttivi e la mitigazione del surriscaldamento globale, da un lato hanno favorito gli investimenti nella generazione di energia da fonti rinnovabili e hanno determinato una netta espansione della domanda globale di gas naturale e gas naturale liquefatto, "combustibili ponte" nel processo di transizione energetica, e dall'altro hanno disincentivato gli investimenti nella produzione di energia da altre fonti fossili, portando quindi alla necessità di interruzioni e riqualificazioni di infrastrutture chiave del gas;
la produzione di energia idroelettrica in Europa inferiore rispetto al 2020, seguita da una diminuzione di centrali nucleari e dall'aumento dei prezzi del carbonio, ha contribuito a intensificare la crisi energetica;
la mancanza di forniture di gas verso l'Unione europea, infine, ha posto in rilievo le problematiche strutturali legate alla dipendenza interna, per oltre il 50 per cento, di approvvigionamento di gas da un solo fornitore extra UE: la Russia. Peraltro, le attuali tensioni tra Russia e Ucraina hanno scosso i mercati ed hanno fatto schizzare il prezzo del petrolio, spingendo il Cremlino a ridurre le sue esportazioni verso l'Europa di un quarto rispetto al 2020;
rilevato che:
il costo delle bollette elettriche per aziende rispetto al 2019 è pressoché raddoppiato pesando sui bilanci delle imprese italiane quasi 36 miliardi di euro di extra nel 2022, molte attività si sono trovate a fronteggiare chiusure, almeno temporanee, di impianti produttivi;
la crisi energetica in corso ha fatto emergere una serie di questioni e problemi strutturali e occorrono interventi immediati come lo stanziamento di risorse pubbliche per contenere il caro bollette e riforme coerenti con gli obiettivi di politica energetica per consentire un maggiore supporto al sistema produttivo italiano,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo abbia posto in essere per aiutare le imprese che si sono trovate a fronteggiare perdite a seguito del rincaro delle bollette e quali intenda adottare per rilanciare l'intero sistema produttivo italiano.
Interrogazione sugli effetti delle recenti restrizioni ai bonus edilizi sul sistema delle imprese
(3-03099) (16 febbraio 2022)
Calandrini, Ciriani. - Al Ministro dello sviluppo economico -
Premesso che;
il dibattito sulle cessioni dei crediti d'imposta e sullo sconto in fattura per lavori di messa in sicurezza degli edifici e di riqualificazione energetica anima lo scenario politico diviso tra chi sostiene convintamente la bontà delle misure e chi, anche allarmato dall'ingente numero di frodi perpetrate approfittando delle stesse misure, vorrebbe limitarle fortemente;
il Governo con l'articolo 28 dell'ultimo "decreto sostegni" (decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4) le ha modificate pesantemente con la finalità di avversare frodi e operazioni di riciclaggio, inserendo il divieto di cessione multipla di tali crediti d'imposta e limitando una sola cessione da parte dell'impresa agli intermediari bancari e finanziari;
le modifiche introdotte hanno prodotto una paralisi dell'attività dei cantieri in tutt'Italia, soprattutto dopo che Poste italiane, una delle piattaforme fra le più utilizzate per la cessione del credito, e Cassa depositi e prestiti hanno disattivato la possibilità di acquisto crediti derivanti dal superbonus;
bloccare la cessione dei crediti comporta un rischio di liquidità del sistema obbligando le aziende e i fornitori a pagamenti a breve termine, mentre chi lavora e fa impresa deve contare su un sistema normativo che non subisca mutazioni improvvise che determinano incertezza e inevitabili ricadute, con effetti depressivi, sul sistema economico nazionale;
la stampa riporta posizioni contrastanti all'interno dello stesso Governo sulla bontà tanto delle misure in sé considerate quanto dei limiti e dei correttivi intervenuti, e lo stesso Ministro in indirizzo, si legge sulla stampa nazionale, ha raccontato di come il Governo avesse provato a porre un freno nei confronti del superbonus: "Stiamo mettendo un sacco di soldi sull'edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l'offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all'inflazione";
lo stesso Ministro ha affermato che, dunque, "Dobbiamo invece sostenere le nostre filiere industriali", criticando anche alcuni degli aspetti della misura, contestualizzando l'intervento rispetto alle evoluzioni tecnologiche ed energetiche in corso: "Chiediamoci cosa può fare lo Stato di fronte alla rivoluzione digitale e energetica o allo choc che investe l'automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo"; "Intanto rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell'industria spiazzata dall'imposizione del passaggio all'auto elettrica entro il 2035. Se ci sono decine di miliardi per ridisegnare le filiere industriali, bene. Ma in caso contrario, che stiamo facendo? Droghiamo certi settori e ne lasciamo a languire altri, quelli strategici per l'Italia";
considerato che le misure introdotte dal decreto sostegni fortemente limitative della cessione dei crediti porterà, se non modificate, ad un grave arresto degli investimenti nell'edilizia, con grave danno per le imprese direttamente interessate ma anche per tutto l'indotto,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga veramente che le misure incentivanti per i lavori di messa in sicurezza degli edifici e di riqualificazione energetica creino distorsioni nel mercato a scapito di settori strategicamente più rilevanti per l'Italia come sembra emergere dalle dichiarazioni riportate e quali iniziative urgenti intenda adottare, per quanto di competenza, per sostenere le imprese del settore edilizio e il relativo indotto attualmente bloccate in seguito alle recenti misure introdotte dal "decreto sostegni ter".
Interrogazione sul rilancio produttivo ed occupazionale dello stabilimento ACC in provincia di Belluno
(3-03096) (16 febbraio 2022)
Tosato, Romeo, Candura, Fregolent, Ostellari, Pizzol, Vallardi, Zuliani. - Al Ministro dello sviluppo economico -
Premesso che:
la ACC Compressors, ex Zanussi Elettromeccanica, è un'azienda storica situata nell'area di Belluno, fondata nel 1960 e leader nella produzione di compressori per uso domestico; nel 2003 è stata ceduta da Electrolux a un fondo di private equity e nel 2009 è entrata in crisi finanziaria; nel 2013 è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria; nel 2014, il Ministero dello sviluppo economico ha aggiudicato la procedura di dismissione del complesso aziendale in favore del gruppo cinese Wanbao, dando vita alla società Wanbao-ACC;
il piano industriale della nuova società prevedeva il rilancio dello stabilimento nell'area di Belluno;
tuttavia le forti pressioni competitive, la concezione del compressore per uso domestico come commodity ed i limitati investimenti in ricerca e sviluppo hanno comportato un impatto significativo sui prezzi, tale da non poter ottenere un margine di contribuzione positivo; gli azionisti inizialmente hanno rispettato gli impegni assunti presso il Ministero dello sviluppo economico, ripianando le perdite di esercizio fino al 2019. Tuttavia, a marzo del 2020 la società ha chiesto la dichiarazione dello stato di insolvenza e, dopo l'accoglimento del ricorso nello stesso mese di marzo 2020, a maggio 2020 la società è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria;
a maggio 2021 era stata avviata una procedura competitiva per la cessione del ramo aziendale, che aveva sollevato l'interesse dei principali operatori mondiali del settore, ma alla data di scadenza del 6 ottobre 2021 non è stata ricevuta alcuna offerta;
il Ministero in indirizzo ha autorizzato il 19 ottobre 2021 il riavvio della procedura competitiva;
il giorno 22 novembre 2021 si è svolto presso il Ministero il tavolo di crisi sulla ACC; in base a quanto è stato riferito dalla nota del Ministero stesso all'esito della riunione, sono pervenute ufficialmente tre manifestazioni d'interesse,
si chiede di sapere quali iniziative di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di individuare celermente il percorso più idoneo volto a garantire prospettive occupazionali e un rilancio produttivo dello stabilimento ACC di Mel (Belluno), in un'area caratterizzata da altre situazioni di crisi.
Interrogazione sul processo di riconversione industriale in un'ottica di sostenibilità economica e ambientale
(3-03097) (16 febbraio 2022)
Girotto. - Al Ministro dello sviluppo economico -
Premesso che:
i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono ormai una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Per superare tali sfide, a luglio 2020 la Commissione europea ha presentato il green deal europeo che trasformerà l'Unione in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo che nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra, che la crescita economica sia dissociata dall'uso delle risorse, che nessuna persona e nessun luogo siano trascurati;
un terzo dei 1.800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa di Next generation EU e il bilancio settennale della UE finanzieranno il green deal europeo;
gli Stati membri pertanto sono impegnati ad affrontare i bisogni che il cambiamento epocale richiede rispetto ai nuovi stili di vita e modelli di consumo dei beni, che comportano necessariamente una trasformazione radicale dei processi con una forte spinta all'innovazione nei sistemi di produzione e di consumo;
l'Italia, in risposta a tali sfide, tramite il Comitato nazionale per la transizione ecologica (CITE) si è dotata di un piano per la transizione ecologica (PTE) che coordina le politiche in materia di raccordo con il green new deal europeo e il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il PTE individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento e il cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all'attuazione delle singole misure, articolate in 8 ambiti di intervento previsti, per i quali verranno costituiti appositi gruppi di lavoro: 1) decarbonizzazione; 2) mobilità sostenibile; 3) miglioramento della qualità dell'aria; 4) contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; 5) miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture; 6) ripristino e rafforzamento della biodiversità; 7) tutela del mare; 8) promozione dell'economica circolare, della bioeconomia e dell'agricoltura sostenibile;
un ruolo strategico, in coerenza con la pianificazione del PTE, è rivestito dal settore produttivo industriale che, per mantenere la propria competitività, dovrà adeguare i vecchi sistemi produttivi a nuovi modelli, fortemente innovativi e sostenibili dal punto di vista ambientale. A tal fine, è necessario che lo Stato, attraverso misure e azioni di dettaglio, accompagni in questo passaggio storico il tessuto produttivo, in particolare i cosiddetti settori hard to abate e automotive, che rappresentano una parte estremamente rilevante dell'economia nazionale. Attualmente sono disponibili alcuni strumenti per sostenere interventi strutturali rivolti alla decarbonizzazione e alla riconversione dei settori industriali manifatturieri con risorse disponibili dall'emission trading scheme (ETS), dal ricordato PNRR, dal piano di transizione 4.0 e dal fondo per la decarbonizzazione previsto nell'ultima legge di bilancio. Tuttavia, occorre velocizzarne l'applicazione, anche per i ricordati aspetti congiunturali, introducendo e sostenendo con convinzione nuovi strumenti e innovazioni tecnologiche, in particolare dirette a sostenere l'autonomia energetica delle attività produttive, attraverso la creazione di configurazioni, come le comunità energetiche e l'autoconsumo diretto, che permettano di affrancarsi dagli elevati costi dell'energia, così riducendo le spese del processo produttivo,
si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo ritenga di sostenere il processo di innovazione in ottica di transizione ecologica e, in particolare, quali misure intenda adottare per accompagnare in tale percorso i differenti comparti industriali, assicurando competitività e sostenibilità ambientale delle imprese.
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Barachini, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Cattaneo, Centinaio, Cerno, De Poli, Di Marzio, Donno, Ferrero, Floridia, Ginetti, Lorefice, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Pazzaglini, Pichetto Fratin, Presutto, Pucciarelli, Quarto, Ronzulli, Segre e Sileri.
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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Vallardi e Zuliani, per attività della 9ª Commissione permanente; Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Auddino, De Siano, Fedeli e Stefano.
Disegni di legge, nuova assegnazione
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Garavini Laura ed altri
Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli (170)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Unterberger Julia
Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli (286)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Balboni Alberto ed altri
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'organizzazione e sull'attività delle correnti all'interno della magistratura, su eventuali influenze illecite nell'attribuzione di incarichi direttivi e nel funzionamento del Consiglio superiore della magistratura nonché sul ruolo esercitato dal magistrato Luca Palamara (2097)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Binetti Paola ed altri
Modifiche al codice civile in materia di cognome dei figli (2102)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Ostellari Andrea ed altri
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli eventuali condizionamenti incompatibili con l'autonomia e l'indipendenza della magistratura (2130)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. Malpezzi Simona Flavia ed altri
Modifiche al codice civile in materia di cognome (2276)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
Sen. De Petris Loredana
Nuove disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai coniugi e ai figli (2293)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 15/02/2022).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 17/02/2022 la 1ª Commissione permanente Aff. costituzionali ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Sen. Perilli Gianluca ed altri "Modifica dell'articolo 75 della Costituzione, concernente l'introduzione di un vincolo per il legislatore di rispettare la volontà popolare espressa con referendum abrogativo" (852)
(presentato in data 10/10/2018)
In data 17/02/2022 la 2ª Commissione permanente Giustizia ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Sen. Balboni Alberto ed altri "Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche" (1402)
(presentato in data 09/07/2019)
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro dell'istruzione, con lettera del 10 febbraio 2022, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 956, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 - i seguenti schemi:
- schema di ordinanza ministeriale recante disciplina dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022 (n. 354);
- schema di ordinanza ministeriale recante disciplina dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022 (n. 355);
- schema di ordinanza ministeriale concernente le modalità di costituzione e di nomina delle commissioni dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2021/2022 (n. 356).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, gli schemi sono deferiti alla 7ª Commissione permanente, che esprimerà i pareri entro 20 giorni dall'assegnazione. La 5ª Commissione permanente potrà formulare le proprie osservazioni alla 7ª Commissione permanente in tempo utile rispetto al predetto termine.
Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera dell'11 febbraio 2022, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 4 agosto 1955, n. 722, come sostituito dall'articolo 1 della legge 26 marzo 1990, n. 62 - lo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2022 (n. 357).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema è deferito alla 6ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 30 giorni dall'assegnazione.
Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento
Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con lettere del 10 febbraio 2022, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina dell'ingegner Francesco Di Sarcina a Presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale (n. 105) e la proposta di nomina dell'ingegner Vincenzo Garofalo a Presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale (n. 106).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono deferite alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà i rispettivi pareri entro 20 giorni dall'assegnazione.
Governo, trasmissione di atti e documenti
Il Sottosegretario di Stato allo sport, con lettera in data 11 febbraio 2022, ha comunicato di aver disposto, ai sensi dell'articolo 2 della legge 15 aprile 2003, n. 86, l'attribuzione, a decorrere dal primo gennaio 2022, dell'assegno vitalizio "Giulio Onesti" in favore del signor Bruno Arcari.
Tale documentazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli onorevoli senatori.
Il Presidente del Comitato per la sicurezza delle operazioni a mare, con lettera in data 12 febbraio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 10, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 145, la relazione sullo stato e la sicurezza delle attività minerarie in mare nel settore degli idrocarburi, riferita all'anno 2020.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 10a e alla 13a Commissione permanente (Doc. CCXLVIII, n. 4).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, le comunicazioni concernenti il conferimento o la revoca dei seguenti incarichi:
- al dottor Giuseppe Mongelli, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze;
- all'avvocato Mario Fiorentino, al dottor Carlo Sappino e al dottor Amedeo Teti, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico;
- alla dottoressa Anna Maria Carfora, il conferimento di incarico dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze;
- al dottor Antonio Bartoloni, il conferimento di incarico dirigenziale di livello generale, nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico.
Governo, comunicazione dell'avvio di procedure di infrazione
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 14 febbraio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti comunicazioni concernenti l'avvio di procedure d'infrazione ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea - notificate il 28 gennaio 2022 - che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni permanenti, nonché alla 14a Commissione permanente:
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0103, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2019/1832 della Commissione del 24 ottobre 2019 recante modifica degli allegati I, II e III della direttiva 89/656/CEE del Consiglio per quanto riguarda adeguamenti di carattere strettamente tecnico - alla 2a, alla 11a e alla 12a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 128);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0104, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2019/1833 della Commissione del 24 ottobre 2019 che modifica gli allegati I, III; V e VI della direttiva 2000/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda gli adattamenti di ordine strettamente tecnico - alla 2a, alla 11a e alla 12a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 129);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0105, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2019/1834 della Commissione del 24 ottobre 2019 che modifica gli allegati II e IV della direttiva 92/29/CEE del Consiglio per quanto riguarda gli adeguamenti meramente tecnici - alla 2a, alla 11a e alla 12a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 130);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0106, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione - alla 1a e alla 2a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 131);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0107, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2019/2161 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 che modifica la direttiva 93/13/CEE del Consiglio e le direttive 98/6/CE, 2005/29/CE e 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme dell'Unione relative alla protezione dei consumatori - alla 2a e alla 10a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 132);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0108, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2020/367 della Commissione del 4 marzo 2020 che modifica l'allegato III della direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la definizione di metodi di determinazione degli effetti nocivi del rumore ambientale - alla 2a e alla 13a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 133);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0109, sul mancato recepimento della direttiva (UE) 2021/338 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 febbraio 2021 che modifica la direttiva 2014/65/UE per quanto riguarda gli obblighi di informazione, la governance del prodotto e i limiti di posizione, e le direttive 2013/36/UE e (UE) 2019/878 per quanto riguarda la loro applicazione alle imprese di investimento, per sostenere la ripresa della crisi - alla 2a e alla 6a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 134);
comunicazione di avvio della procedura di infrazione n. 2022/0110, sul mancato recepimento della direttiva delegata (UE) 2021/1226 della Commissione del 21 dicembre 2020 che modifica, adeguandolo al progresso scientifico e tecnico, l'allegato II della direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda metodi comuni di determinazione del rumore - alla 2a e alla 13a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 135).
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento.
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Una strategia dell'UE in materia di normazione - Definire norme globali a sostegno di un mercato unico dell'UE resiliente, verde e digitale (COM(2022) 31 definitivo), alla 10a Commissione permanente e, per il parere, alla 14a Commissione permanente.
Garante del contribuente, trasmissione di atti. Deferimento
Con lettere in data 31 gennaio e 1° febbraio 2022, sono state inviate, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, le relazioni sull'attività svolta nell'anno 2021 dai seguenti Garanti del contribuente:
per la Basilicata (Atto n. 1091);
per la Provincia autonoma di Trento (Atto n. 1092).
I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente.
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 17 febbraio 2022, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio volto ad affrontare le situazioni di strumentalizzazione nel settore della migrazione e dell'asilo (COM(2021) 890 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto, già deferito per i profili di merito, è deferito alla 14ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022;
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) 2016/399 che istituisce un codice unionale relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone (COM(2021) 891 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto, già deferito per i profili di merito, è deferito alla 14ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022;
la Proposta di direttiva del Consiglio intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali nell'Unione (COM(2021) 823 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto, già deferito per i profili di merito, è deferito alla 14ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022;
la Proposta di direttiva del Consiglio che stabilisce norme per prevenire l'uso improprio di entità di comodo a fini fiscali e che modifica la direttiva 2011/16/UE (COM(2021) 565 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 2a e 14a;
la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile e del gas naturale e dell'idrogeno (COM(2021) 803 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 10a e alla 13a Commissione permanente, con il parere della Commissione 14a;
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) n. 1025/2012 per quanto riguarda le decisioni delle organizzazioni europee di normazione relative alle norme europee e ai prodotti della normazione europea (COM(2022) 32 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 10a Commissione permanente, con il parere della Commissione 14a;
la Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda la proroga del periodo di applicazione del meccanismo facoltativo di inversione contabile alla cessione di determinati beni e alla prestazione di determinati servizi a rischio di frodi e del meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di IVA (COM(2022) 39 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 2a e 14a;
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/953 su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19 (COM(2022) 50 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 17 febbraio 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 12a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 1a e 14a.
Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, trasmissione di documenti. Deferimento
Il Segretario Generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha trasmesso, in data 6 dicembre 2021, i testi di undici documenti, approvati dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa nel corso della riunione della Commissione Permanente, svoltasi a Roma dal 25 al 26 novembre 2021. Questi documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti nonché, per il parere, alla 3a Commissione permanente, se non già assegnati alla stessa in sede primaria:
raccomandazione n. 2216 - Interesse superiore del minore e politiche per assicurare l'equilibrio tra la vita privata e la vita professionale. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 3a, e alla 11a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 308);
raccomandazione n. 2217 - L'impatto della pandemia di Covid-19 su istruzione e cultura. Il predetto documento è deferito alla 3a, alla 7a e alla 12a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 309);
risoluzione n. 2405 - La revisione del Codice di condotta per i membri dell'Assemblea parlamentare: introduzione del divieto esplicito di sessismo, molestie sessuali, violenza sessuale e comportamento sessualmente inappropriato. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 2a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 310);
risoluzione n. 2406 - La lotta alla corruzione - Principi generale di responsabilità politica. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 2a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 311);
risoluzione n. 2407 - Il LXX anniversario delle Convenzioni di Ginevra: il contributo del Consiglio d'Europa all'aumento della sinergia tra il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 2a, alla 3a, alla 4a, alla 14a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 312);
risoluzione n. 2408 - Il LXX anniversario della Convenzione del 1951 sui rifugiati: il Consiglio d'Europa e la protezione internazionale dei rifugiati. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 3a, alla 14a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 313);
risoluzione n. 2409 - La ricollocazione volontaria dei migranti che necessitano di protezione umanitaria e il reinsediamento volontario dei rifugiati. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 3a, alla 14a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 314);
risoluzione n. 2410 - Interesse superiore del minore e politiche per assicurare l'equilibrio tra la vita privata e la vita professionale. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 3a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 315);
risoluzione n. 2411 - L'impatto della pandemia di Covid-19 su istruzione e cultura. Il predetto documento è deferito alla 3a, alla 7a e alla 12a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 316);
risoluzione n. 2412 - Dimensione di genere ed effetti della pornografia sui diritti umani. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 2a, alla 3a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 317);
risoluzione n. 2413 - La discriminazione nei confronti dei Rom e dei Camminanti in ambito lavorativo. Il predetto documento è deferito alla 1a, alla 2a, alla 3a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 318).
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
Il signor Simone Geti da Scandiano (Reggio Emilia) chiede l'adozione di un atto di indirizzo volto alla condanna del genocidio degli uiguri nello Xinjiang (Petizione n. 1022, assegnata alla 3a Commissione permanente);
la signora Giovannina Iervolino da Ottaviano (Napoli) chiede modifiche alla normativa relativa al canone RAI (Petizione n. 1023, assegnata alla 8a Commissione permanente);
i signori Bruno Maizzi, Vice Presidente nazionale del Movimento Consumatori e Antonio Sorrento, Presidente nazionale dell'Associazione P.I.N. (Partite IVA Nazionali) chiedono l'istituzione di un tavolo di confronto volto ad approfondire la tematica del c.d. "Redditometro" (Petizione n. 1024, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Salvatore Mazzarisi da Udine chiede l'eliminazione dell'obbligo di rinnovo periodico della patente di guida (Petizione n. 1025, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Antonio Sorrento, Presidente dell'Associazione P.I.N. (Associazione Partite IVA Nazionali) chiede:
- l'abrogazione dell'articolo 28 del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche (Petizione n. 1026, assegnata alla 5a Commissione permanente);
- che venga data attuazione all'articolo 13 del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159, recante razionalizzazione degli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi di ogni tributo (Petizione n. 1027, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Mirko Giuggiolini da Ronciglione (Viterbo) chiede disposizioni volte ad eliminare o ridurre le differenze di prezzo nell'offerta di beni e servizi al variare del genere del cliente (Petizione n. 1028, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Luciano Battaglini da Trani (Barletta-Andria-Trani) chiede l'estensione a tutti i dipendenti pubblici della disciplina di cui all'articolo 2120 del codice civile in materia di anticipazione del trattamento di fine rapporto (Petizione n. 1029, assegnata alla 11a Commissione permanente);
la signora Alessia De Vit da Padova chiede l'eliminazione della certificazione verde COVID-19 (Petizione n. 1030, assegnata alla 1a Commissione permanente);
i signori Antonio Jiritano, rappresentante dell'Unione Sindacale di Base (USB) Calabria, Francesco Cutruzzulà e Giancarlo Silipo, a nome del Coordinamento Regionale USB Vigili del Fuoco Calabria, chiedono provvedimenti urgenti volti all'espletamento e alla tempestiva assunzione della Procedura speciale di stabilizzazione dei precari dei Vigili del fuoco (Petizione n. 1031, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Raffaele Mancuso da Licata (Agrigento) chiede la modifica dell'Ufficio del pubblico ministero nell'ambito del processo penale (Petizione n. 1032, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Francesco Giovanni Turco da Calimera (Lecce), in relazione all'attuazione del piano straordinario per la rigenerazione olivicola in Puglia in conseguenza dei danni prodotti dal batterio Xylella fastidiosa, chiede che il permesso di reimpianto e diversificazione sia esteso anche alle zone non infette (Petizione n. 1033, assegnata alla 9a Commissione permanente);
la signora Maria Letizia Antonaci da Roma chiede l'istituzione di una piattaforma dei crediti fiscali nonché disposizioni in materia di cessione del credito (Petizione n. 1034, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Giuseppe Barone da Roma chiede l'eliminazione dell'obbligo vaccinale per i cittadini ultracinquantenni (Petizione n. 1035, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Francesco Di Pasquale da Cancello ed Arnone (Caserta) chiede:
- la riduzione della tassazione relativa al trattamento di fine rapporto (Petizione n. 1036, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- l'eliminazione dell'obbligo di esibizione della carta verde COVID-19 per l'accesso a banche e uffici postali (Petizione n. 1037, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- la previsione di una tariffa unica nazionale dell'assicurazione Rca (Petizione n. 1038, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- interventi urgenti per contrastare l'incremento dei prezzi di luce e gas (Petizione n. 1039, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- interventi urgenti in materia di ordine pubblico, anche alla luce dei recenti fatti di violenza avvenuti a Milano (Petizione n. 1040, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a garantire la libertà di stampa (Petizione n. 1041, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Tommaso Badano da Sassello (Savona) chiede che non venga convertito in legge il decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo (Petizione n. 1042, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Giuseppina Gatto da Roma chiede l'inserimento della ginnastica pelvica tra gli esercizi di educazione fisica a partire dalla scuola secondaria di primo grado (Petizione n. 1043, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Andrea Carola da Napoli chiede l'abrogazione della figura del giudice del Registro delle imprese di cui all'articolo 2188 del codice civile (Petizione n. 1044, assegnata alla 2a Commissione permanente);
la signora Roberta Ravello, a nome dell'Associazione Horse Angels, propone di introdurre il divieto di vendita di cani e gatti nei negozi di animali nonché interventi di contrasto agli allevamenti clandestini in Italia e al traffico illegale dall'estero, nell'ambito dell'esame del disegno di legge Atto Senato n. 1078/XVIII Legislatura, recante "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice civile, nonché altre disposizioni in materia di tutela degli animali" (Petizione n. 1045, assegnata alla 2a Commissione permanente);
la signora Maria Veronica Orofino, a nome dell'Associazione Odysseus, e altri cittadini chiedono l'adozione di un atto di indirizzo che impegni il Governo a perorare la pace tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Ucraina (Petizione n. 1046, assegnata alla 3a Commissione permanente).
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dall'11 al 17 febbraio 2022)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 134
AIMI: sull'utilizzo di simboli e fonemi estranei alla lingua italiana sul sito istituzionale del Comune di Castelfranco Emilia (Modena) (4-05290) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
AIMI ed altri: sul rispetto dei diritti umani in Afghanistan (4-05943) (risp. SERENI, vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale)
BARBARO: sul rispetto della presunzione di innocenza anche alla luce della normativa europea (4-05490) (risp. CARTABIA, ministro della giustizia)
BARBONI ed altri: sulla reintroduzione dell'insegnamento della lingua latina nelle scuole secondarie di primo grado (4-06027) (risp. BIANCHI, ministro dell'istruzione)
BRIZIARELLI, CANDIANI: sui componenti del consiglio di amministrazione dell'opera del duomo di Orvieto (4-06220) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
CORTI: sull'utilizzo di simboli e fonemi estranei alla lingua italiana sul sito istituzionale del Comune di Castelfranco Emilia (Modena) (4-05307) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
IANNONE: sull'incremento del disavanzo del Comune di Cava de' Tirreni (Salerno) (4-06370) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
MONTEVECCHI ed altri: sulle azioni dell'Italia in favore dello studente Patrick Zaki detenuto in Egitto (4-06349) (risp. DELLA VEDOVA, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
MORRA: sulle modalità di espletamento di una procedura concorsuale presso il Comune di Briatico (Vibo Valentia) (4-03709) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
NUGNES ed altri: sulle numerose occupazioni di istituti scolastici, in particolare a Roma (4-06403) (risp. BIANCHI, ministro dell'istruzione)
ROJC: sulla carenza di risorse comunali da assegnare all'accoglienza di minori stranieri non accompagnati, specie in Friuli-Venezia Giulia (4-03989) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
SANTANGELO ed altri: sull'assistenza igienica personale fornita agli alunni disabili, in particolare in Sicilia (4-06049) (risp. BIANCHI, ministro dell'istruzione)
TESTOR: sull'esclusione dal finanziamento di diversi progetti di rigenerazione urbana di Comuni trentini (4-06449) (risp. SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno)
VALENTE ed altri: sul riparto delle risorse destinate alla ristrutturazione e riqualificazione di asili nido e scuole d'infanzia (4-06079) (risp. BIANCHI, ministro dell'istruzione)
Mozioni
FEDELI, MALPEZZI, BINETTI, BONINO, CONZATTI, DE PETRIS, MAIORINO, RAUTI, RIVOLTA, TOFFANIN, UNTERBERGER, ALFIERI, ALESSANDRINI, BITI, BOLDRINI, CANTU', CASOLATI, CIRINNA', COLLINA, D'ALFONSO, D'ARIENZO, DE LUCIA, FAGGI, FERRAZZI, FREGOLENT, GALLONE, GIACOBBE, IORI, LAUS, LEONE, LUNESU, MARCUCCI, MARIN, MATRISCIANO, PAPATHEU, PERGREFFI, PERILLI, PIROVANO, PITTELLA, PORTA, PUCCIARELLI, RAMPI, RIZZOTTI, ROJC, RONZULLI, ROSSOMANDO, SAPONARA, STEFANO, TARICCO, TESTOR, VALENTE, VERDUCCI - Il Senato,
premesso che:
la mutilazione genitale femminile si riferisce a procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altre lesioni ai genitali femminili per motivi non medici. Sebbene sia internazionalmente riconosciuta come violazione dei diritti umani, si calcola che siano circa 68 milioni le bambine in tutto il mondo che rischiano di subire questa pratica prima del 2030;
secondo diverse stime fornite dall'Organizzazione delle Nazioni Unite sono oltre 250 milioni le donne che in tutto il mondo hanno subito una mutilazione genitale femminile, pratica ancora attiva in oltre 40 Paesi, di cui 27 in Africa, dove si concentra l'80 per cento dei casi e dove si stima che siano oltre 3 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni giorno;
è una pratica antichissima che precede la diffusione del cristianesimo e dell'islam e la cui origine si collega a una serie di ragioni culturali e sociali sostanzialmente volte al controllo della sessualità femminile: una violenza secolare dunque perpetrata ai danni di bambine e ragazze tra l'infanzia e i 15 anni;
le bambine sottoposte a questa tortura, infatti, rischiano la morte per cause che vanno dallo shock emorragico alla sepsi. Inoltre, con la crescita le donne mutilate subiscono una serie indicibile di drammatiche conseguenze quali continue infezioni e forti dolori, maggiore vulnerabilità alle infezioni da HIV/AIDS e da HPV con un maggiore rischio di sviluppare un tumore del collo dell'utero, oltre a epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza e da ultimo un elevato rischio di mortalità materna;
considerato che:
la legge 9 gennaio 2006, n. 7, recante "Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile", ha introdotto nel codice penale il delitto di pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili di cui all'articolo 583-bis, che punisce con la reclusione da 4 a 12 anni chiunque cagioni una mutilazione degli organi genitali femminili;
la legge, oltre ad istituire all'articolo 5 un numero verde finalizzato a ricevere segnalazioni da parte di chiunque venga a conoscenza della effettuazione, sul territorio italiano del delitto di cui all'articolo 583-bis del codice penale, all'articolo 3 prevede la predisposizione di apposite campagne informative rivolte alle comunità di migranti provenienti dai Paesi in cui sono effettuate le pratiche di mutilazioni genitali dirette a: diffondere la conoscenza dei diritti fondamentali della persona, in particolare delle donne e delle bambine, e del divieto vigente in Italia di tali pratiche; organizzare corsi di informazione per le donne infibulate in stato di gravidanza; promuovere appositi programmi di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole dell'obbligo, anche avvalendosi di figure di riconosciuta esperienza nel campo della mediazione culturale; promuovere presso le strutture sanitarie e i servizi sociali il monitoraggio dei casi pregressi già noti e rilevati localmente;
si tratta di un lavoro di sensibilizzazione capillare dunque capace di coinvolgere associazioni culturali, comunità di migranti, enti locali, scuole e operatori sanitari proprio al fine di impedire che nel nostro Paese possa verificarsi un crimine tanto odioso;
rilevato che:
come evidenziato recentemente dal fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e dall'UNICEF, il verificarsi di diverse crisi espone continuamente a un maggiore rischio di mutilazioni genitali milioni di ragazze. Da ultimo, il diffondersi della crisi epidemiologica da COVID-19 minaccia seriamente i progressi compiuti, creando una crisi nella crisi per le ragazze più vulnerabili e marginalizzate. Con il diffondersi della pandemia, infatti, e l'interruzione dei programmi che aiutano a proteggere le ragazze da questa orribile pratica, si stima che potrebbero verificarsi nel prossimo decennio ulteriori 2 milioni di casi;
nel 2020 e nel 2021, il confinamento a casa come misura di contrasto alla diffusione del COVID-19 ha portato, come denunciato da diverse organizzazioni internazionali, l'aumento di almeno un milione del numero delle bambine nel mondo vittime di tale pratica. Un fenomeno che ha registrato un significativo aumento anche nei Paesi europei da contrastare, quindi, con ulteriore impegno, con finanziamenti, sensibilizzazione, consapevolezza dell'esistenza della pratica e la necessità di parlarne, operando soprattutto con le comunità per trovare anche soluzioni pratiche;
per contrastare efficacemente l'acuirsi del ricorso alla pratica delle mutilazioni genitali femminili occorre, pertanto, che il nostro Paese si attivi efficacemente mediante l'utilizzo degli strumenti forniti dalla legge n. 7 del 2006 sul territorio nazionale, nonché nell'ambito dei programmi di cooperazione allo sviluppo e in particolare nei programmi finalizzati alla promozione dei diritti delle donne, in Paesi dove, anche in presenza di norme nazionali di divieto, continuano ad essere praticate mutilazioni genitali femminili ai sensi dell'articolo 7 della legge,
impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative volte ad incrementare ulteriormente le risorse di cui alla legge n. 7 del 2006, in particolare implementando il ricorso a tutte le diverse campagne d'informazione ivi disposte, nonché prevedendo attività di formazione per tutto il personale sociosanitario al fine di impedire qualunque forma di recrudescenza sul territorio nazionale di una delle peggiori violazione dei diritti umani delle donne;
2) ad incrementare le somme destinate, nell'ambito della cooperazione internazionale, ai programmi di cui all'articolo 7 della legge, anche alla luce dei ripetuti allarmi lanciati dalle organizzazioni internazionali presenti nei numerosi Paesi in cui tale pratica è ancora drammaticamente diffusa.
(1-00458)
Interrogazioni
FERRAZZI, NENCINI - Ai Ministri della difesa e della cultura. - Premesso che:
a seguito di lunghe trattative tra l'amministrazione comunale di Venezia e gli enti statali competenti, l'articolo 3, comma 19-bis, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, come modificato dall'articolo 34, comma 3, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, ha stabilito che "il compendio costituente l'Arsenale di Venezia, con esclusione delle porzioni utilizzate dal Ministero della difesa per i suoi specifici compiti istituzionali, in ragione delle caratteristiche storiche e ambientali, è trasferito a titolo gratuito in proprietà, nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, al Comune di Venezia, che ne assicura l'inalienabilità, la valorizzazione, il recupero e la riqualificazione", restituendo alla cittadinanza un complesso di altissimo valore storico, simbolico ed economico che aveva esaurito la propria funzione industriale e militare ed aveva sofferto di una lunga fase di abbandono;
il medesimo articolo stabilisce inoltre che, per le suddette finalità, il Comune garantisce "l'uso gratuito, per gli utilizzi posti in essere dalla fondazione 'La Biennale di Venezia' in virtù della natura e delle funzioni assolte dall'ente, dal CNR e comunque da tutti i soggetti pubblici ivi attualmente allocati che espletano funzioni istituzionali";
nel corso degli anni, numerosi cittadini si sono mobilitati per richiedere all'amministrazione di aprire un dibattito in città per l'utilizzo e la fruibilità della biennale e le istituzioni erano giunte all'elaborazione di proposte quali l'ufficio arsenale e il forum arsenale;
nel dicembre 2021, la Giunta comunale ha dato il via libera a una delibera di Consiglio comunale che prevede che, una volta sottoscritto il protocollo d'intesa tra Ministero della difesa, Ministero della cultura e Comune di Venezia relativo al progetto integrato di razionalizzazione e di valorizzazione funzionale dell'arsenale di Venezia, si procederà al riassetto della ripartizione effettuata nel 2013 prevedendo l'assegnazione allo Stato in uso al Ministero della difesa di un'area di particolare pregio dell'arsenale;
considerato che il contenuto del protocollo d'intesa si pone in contrasto con le disposizioni normative citate, che traggono origine da un percorso di mobilitazione della cittadinanza volto alla valorizzazione di tale area di grande importanza per i cittadini,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano doveroso valutare un'ulteriore analisi dei contenuti e degli effetti del citato protocollo, tenuto conto dei contenuti e della vigenza dell'articolo 3, comma 19-bis, del decreto-legge n. 95 del 2012, e se non ritengano opportuno valutare proposte alternative e maggiormente condivise dai cittadini in merito all'utilizzo e alla fruibilità dell'arsenale di Venezia.
(3-03101)
BOTTO, LEZZI, LANNUTTI, ANGRISANI, DI MICCO, GIANNUZZI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
nel corso del programma televisivo "Fuori TG" trasmesso recentemente da RAI3, è stato pubblicato un servizio dal titolo "Oltre i tamponi per il Covid", che ha illustrato uno studio scientifico, elaborato dalle università di Pavia e "Tor Vergata" di Roma, che rileva come, nel breve periodo, sarà possibile tracciare l'infezione da COVID-19 attraverso un test vocale, tramite l'emissione delle corde vocali e della tosse registrati in un ambiente non rumoroso sul microfono del proprio telefono cellulare, attraverso un'applicazione digitale, con un livello di precisione e affidabilità che, secondo i tecnici della start up "Voice wise" che hanno elaborato il progetto altamente tecnologico ed innovativo, supera la sicurezza dei classici tamponi faringei e dei test molecolari salivari utilizzati attualmente per la diagnosi precoce dell'infezione da SARS-CoV-2;
il servizio televisivo ha evidenziato in maniera più approfondita il funzionamento del progetto di screening sanitario, che dimostra, attraverso l'analisi del timbro vocalico (che consente di distinguere sul piano percettivo un fono vocalico da un altro, inclusi i diversi timbri di tosse e gli atti respiratori registrati) elaborato da un sistema elettronico, se il soggetto che ha effettuato il test vocale sia effettivamente affetto da sindrome respiratoria da SARS-CoV-2;
il professor Giovanni Saggio, ingegnere elettronico di Tor Vergata, nel corso del servizio televisivo, ha dimostrato come anche dal punto di vista grafico sia possibile evidenziare la differenza dei timbri vocali, attraverso una serie di parametri ed algoritmi in grado di identificare quale sia il soggetto affetto da infezione da COVID-19, rispetto ad una persona sana, nonché i pazienti negativizzati dal virus, ma precedentemente contagiati;
l'utilizzo della procedura, secondo gli analisti della "Voice wise", dei docenti universitari e dei medici intervistati, risulta molto più semplice rispetto ai tradizionali tamponi faringei o molecolari, in quanto consente in fase diagnostica di confermare se il soggetto risulti infetto o meno, ma soprattutto (e ciò può risultare utile nella gestione del paziente successivamente alla fase acuta del virus) perché individua, in tempi più rapidi rispetto a quelli attuali, quali terapie utilizzare, dimostrando pertanto che la personalizzazione della cura rappresenta un elemento fondamentale, in cui la tecnologia può fornire un enorme supporto;
secondo il direttore della start up, sarà possibile utilizzare il programma tecnologico di screening sanitario che effettua tali diagnosi basate sull'acquisizione di analisi di campioni vocali quotidianamente tra circa 6-8 mesi, successivamente all'avvenuta certificazione e autorizzazione da parte delle autorità competenti;
il servizio televisivo ha evidenziato come attualmente ogni genere di tampone faringeo, test molecolare sierologico antigenico, o test antigenici rapidi "fai da te" rientri all'interno del "paniere ISTAT" (ovvero lo strumento statistico utilizzato per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi nel mercato e calcolare i relativi numeri indici per la misura dell'inflazione), con costi che approssimativamente si aggirano sui 76 euro circa, mentre il test innovativo potrebbe costare invece uno o 2 euro, rappresentando un notevole risparmio che anche dal punto di vista economico;
a giudizio degli interroganti, tali osservazioni risultano estremamente interessanti e condivisibili e si inseriscono coerentemente sia all'interno dell'emergenza pandemica con evidenti difficoltà e confusione anche in relazione alla pluralità dei test attualmente disponibili, che hanno determinato incertezza e perplessità tra i pazienti in termini di efficacia, che nell'ambito del fenomeno delle migrazioni altamente qualificate, ovvero della "fuga di cervelli", con flussi di ricercatori italiani verso l'estero la cui dimensione appare purtroppo inarrestabile;
al riguardo, a parere degli interroganti, il servizio televisivo trasmesso dalla RAI dimostra al contrario come siano presenti nel nostro Paese realtà imprenditoriali sotto forma di PMI altamente innovative nel campo della ricerca, della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, nei confronti delle quali occorre prestare il massimo sostegno e supporto sia in termini di semplificazione normativa che di adeguati investimenti finanziari e di risorse umane in grado di favorire la crescita di start up come Voice wise dell'università di Tor Vergata di Roma;
si evidenzia infatti che le lentezze burocratiche e amministrative stanno rallentando attualmente l'operatività da parte della predetta start up, e gli effetti negativi e penalizzanti potrebbero ripercuotersi sull'effettiva disponibilità di tale applicazione tecnologica sanitaria per la collettività, oltre che sulla possibile concorrenza sleale nel settore della ricerca da parte di aziende estere,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della realizzazione del sistema tecnologico sanitario elaborato dall'università di Pavia e dalla start up Voice wise di Tor Vergata, caratterizzato da un insieme di procedure innovative non invasive, semplici ed economiche;
quali orientamenti intenda esprimere in merito, nell'ambito delle sue competenze;
se ritenga che l'introduzione di tale strumento innovativo di screening sanitario tecnologico possa rappresentare un valore aggiunto importante e necessario, nell'ambito degli strumenti di diagnosi attualmente disponibili nel commercio, da impiegare non soltanto nell'ambito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, ma a livello generale nel settore della medicina e della scienza;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di verificarne l'effettiva efficacia ed affidabilità, ed accelerare i processi autorizzativi (in raccordo con gli altri soggetti decisionali) per l'introduzione dello strumento innovativo sanitario in tempi rapidi.
(3-03102)
SAPONARA - Al Ministro della cultura. -
(3-03103)
(Già 4-06098)
LOREFICE, RICCIARDI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
nelle ultime settimane la situazione pandemica in Italia è in netto miglioramento, come dimostrato dalla progressiva e costante riduzione dei casi registrati, dalla diminuzione dei ricoveri e da quella del numero delle terapie intensive occupate da pazienti affetti da COVID-19, e come dichiarato dal professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico del Ministro in indirizzo, in un'intervista rilasciata all'agenzia "Dire" dello scorso 10 febbraio;
la campagna di vaccinazione contro il virus in Italia ha raggiunto risultati estremamente positivi, portando ad una percentuale di popolazione vaccinata tra le più alte in Unione europea e nel mondo;
al fine di favorire la ripresa economica e gli spostamenti all'interno del continente europeo, l'Unione, con il regolamento (UE) n. 2021/953 del 14 giugno 2021, ha istituito il cosiddetto green pass che prevede la possibilità di spostarsi tra Stati membri per i soggetti che siano guariti dal COVID-19, per coloro che si siano vaccinati e per coloro che abbiano effettuato un tampone con esito negativo;
l'Italia, conformemente alla normativa europea, applica il green pass da tampone negli spostamenti tra Stati dell'Unione ma, al suo interno, ha deciso di utilizzare il cosiddetto super green pass con regole molto più stringenti, introducendo prima un obbligo vaccinale surrettizio e successivamente, per alcune categorie di lavoratori della sanità, della scuola, delle forze dell'ordine, e poi per tutti gli over 50 un obbligo vero e proprio di vaccinazione;
considerato che, a parere degli interroganti, la politica del Governo italiano in tema di certificazioni verdi ha completamente stravolto il principio che era alla base della normativa europea, utilizzandolo non come uno strumento di libertà e ripresa economica, ma quale strumento coercitivo e ricattatorio e, a riprova di quanto affermato, lo scorso 25 gennaio, intervenendo in una nota trasmissione di approfondimento politico su una rete nazionale sul tema dei vaccini contro il COVID-19 e il green pass, il sottosegretario Pierpaolo Sileri, incalzato dai giornalisti presenti in studio, ha dichiarato: "Noi per tutelare gli italiani vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso";
considerato altresì che a parere degli interroganti tale affermazione assume ancora maggiore gravità se si considera che la parte di popolazione che ha deciso di non vaccinarsi, per i motivi più diversi e nel rispetto delle libertà individuali garantite in un sistema democratico e libero da ingerenze e compressioni dei diritti costituzionalmente garantiti da parte del Governo, è ormai esigua,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo condivida quanto dichiarato dal sottosegretario Sileri e se, in caso contrario, non ritenga opportuno intervenire in prima persona per rassicurare quella parte di popolazione che ancora non si è vaccinata circa la propria possibilità di vivere al riparo da ingerenze governative.
(3-03105)
DE BERTOLDI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
lo scorso 3 febbraio 2021 Cassa depositi e prestiti, società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze con l'82,77 per cento del capitale sociale, ha emesso sul mercato un prodotto finanziario denominato "bonus edilizi" per agevolare l'avvio degli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico ammissibili ai benefici fiscali, attraverso un'offerta di 3 nuove soluzioni in favore delle imprese italiane operanti nei settori strategici delle costruzioni e dell'energia, nonché degli enti pubblici, per la realizzazione di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio residenziale pubblico;
fra le tre soluzioni previste da CDP, l'offerta complessiva del prodotto finanziario ha previsto in particolare: la cessione del credito d'imposta, soluzione dedicata alle imprese e agli enti pubblici che consente (beneficiando della capienza fiscale di CDP) di cedere i crediti di imposta maturati sugli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico e recuperarli in tempi più rapidi rispetto ai termini previsti dalla normativa in materia;
per garantire una copertura capillare di tutte le imprese operanti nei settori di riferimento (in particolare per le piccole e medie imprese) la stessa CDP si è avvalsa della collaborazione di partner finanziari distribuiti sul territorio, tra i quali banche e confidi vigilati ex articolo 106 del testo unico bancario e di advisor per la verifica della documentazione tecnica;
l'interrogante evidenzia che al 1° ottobre 2021 risultavano accreditati 47 intermediari tra istituti di credito e confidi (oltre a diversi advisor presenti su tutto il territorio nazionale) le cui pratiche in corso erano circa 5.000;
a seguito dell'approvazione del decreto-legge n. 157 del 2021 (cosiddetto decreto anti frodi), CDP dal 13 novembre 2021 ha sospeso tutte le attività fino al 6 dicembre 2021, a causa delle misure previste dal medesimo provvedimento, che ha introdotto ulteriori specifici controlli sulle controparti e sulle singole operazioni, modificando l'importo minimo del valore nominale del credito d'imposta da cedere, passato da 10.000 a 25.000 euro;
la stessa CDP, a seguito della decisione normativa, ha comunicato che tutte le pratiche inserite prima del 6 dicembre 2021 sarebbero state comunque istruite, anche se di importo inferiore alla citata cifra;
l'interrogante evidenzia al riguardo come la ripresa delle lavorazioni delle pratiche sia stata comunque lentissima, e inoltre il 27 dicembre 2021 (con nota comunicata a tutti gli intermediari da parte di CDP) sono state nuovamente sospese le attività di inserimento di nuove pratiche fino a nuova data, attualmente non ancora resa nota;
a distanza di 3 mesi, le numerose imprese, con milioni di euro di cessione di crediti fiscali maturati, sono in attesa dell'iter di approvazione, nonostante i contratti i firmati con CDP e caricati nella piattaforma con la due diligence fiscale e legale effettuata dagli advisor accreditati;
nel comunicato del 3 febbraio 2021 Paolo Calcagnini, vice direttore generale e chief business officer CDP ha dichiarato che: "Con la nuova offerta Bonus Edilizi, CDP si conferma al fianco delle imprese italiane (...) L'obiettivo è favorire il rilancio dell'Italia. (...) Un aiuto concreto che CDP mette a disposizione per sostenere la ripartenza di comparti produttivi cruciali dal punto di vista economico e occupazionale, ma provati dall'emergenza Covid-19, e per accelerare lo sviluppo infrastrutturale dei territori";
tali dichiarazioni del dirigente di CDP appaiono all'interrogante in evidente controtendenza rispetto a quanto si assiste negli ultimi tre mesi, con l'introduzione di ulteriori norme che modificano in senso molto restrittivo il quadro regolatorio in materia di cessione dei crediti fiscali, non contribuendo a garantire certamente un sostegno all'economia italiana, considerato che molte imprese stanno fallendo anche a seguito dell'inadempienza di CDP,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se non convenga che la condotta da parte di CDP sia stata ambigua e penalizzante nei riguardi delle imprese che hanno maturato il credito fiscale già dal 10 novembre 2021 per i lavori effettuati e le fatture emesse dai mesi di settembre e ottobre 2021, nonché dal numero delle pratiche ancora inevase da parte della stessa CDP, che risulterebbero attualmente circa duemila;
quali iniziative urgenti e necessarie, nell'ambito delle proprie competenze, intenda pertanto intraprendere nei riguardi di CDP, affinché cessi la sospensione dell'attività della piattaforma CDP "bonus edilizi" e al contempo, giungano a conclusione le pratiche già inserite in piattaforma prima del decreto anti frodi.
(3-03106)
DE BERTOLDI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
nel 2017, l'Ente di previdenza per gli esercenti l'attività professionale di dottore agronomo e dottore forestale, di attuario, di chimico e di fisico, di geologo (EPAP) ha deliberato un aumento del contributo a carico del cliente dal 2 al 4 per cento, da calcolare nella fattura emessa, al fine di riversare sul montante pensionistico la differenza del 2 per cento e migliorare pertanto il rendimento delle pensioni della cassa di previdenza;
nel 2018, il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso al TAR da parte dei Ministeri vigilanti, che bocciavano l'incremento del contributo integrativo dal 2 al 4 per cento nel caso in cui il committente fosse considerato pubblica amministrazione, accogliendo pertanto il ricorso avanzato dall'EPAP, che avrebbe provocato un'ingiusta discriminazione tra i professionisti che lavorano prevalentemente con clienti privati e quelli che lavorano con le stesse amministrazioni pubbliche;
la delibera dell'organo giudicante, pertanto, ha ripristinato un principio di equità e giustizia, oltre che un valido strumento per incrementare il valore delle prestazioni previdenziali ed assistenziali, stabilendo che la limitazione violava la legge n. 133 del 2011 (che concede la possibilità di tale aumento contributivo) e creava un'ingiustificata disparità di trattamento tra professionisti;
le somme, derivanti dal citato aumento, saranno destinate nella misura del 75 per cento al montante individuale dell'iscritto e per la restante misura del 25 per cento ad attività di welfare per l'assistenza di tutti gli iscritti in condizioni precarie di reddito e di salute;
ciononostante, l'interrogante evidenzia che successivamente il Governo pro tempore Gentiloni, tramite i necessari provvedimenti normativi, non si preoccupò di ottemperare alla decisione del TAR, con la conseguenza che attualmente i professionisti iscritti all'EPAP sono costretti ancora, a distanza oltre 6 anni dalla sentenza, a svolgere la propria prestazione professionale applicando un contributo integrativo per le fatture emesse pari al 2 per cento, a differenza delle altre casse di previdenza che applicano il 4 o il 5 per cento, a causa dei ritardi da parte dei Ministeri vigilanti nell'emanare le disposizioni applicative, nonostante le sentenze favorevoli all'EPAP emesse dal TAR,
si chiede di sapere:
quali valutazioni i Ministri in indirizzo intendano esprimere, nell'ambito delle rispettive competenze, con riferimento a quanto esposto;
quali siano i motivi per i quali non abbiano ottemperato alla delibera del TAR del Lazio, nonostante siano passati oltre 6 anni dalla sentenza che ha stabilito il necessario adeguamento del contributo integrativo dal 2 al 4 per cento in favore del medesimo ente, nonostante la nota del Ministero vigilante, che ha deciso di non concedere il via libera alla riforma previdenziale messa a punto dall'EPAP, giudicata dal medesimo ente incostituzionale, in quanto prevede un diverso trattamento contributivo tra professionisti che svolgono prestazioni assimilabili, e per i quali il discrimen è rappresentato unicamente dal committente del servizio;
quali misure urgenti e necessarie intendano infine intraprendere, nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di stabilire l'esatta applicazione di quanto disposto del TAR e consentire pertanto all'EPAP l'incremento del contributo integrativo al 4 per cento, come stabilito dalla sentenza amministrativa.
(3-03107)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
DE FALCO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
ogni primo mercoledì del mese si tiene da tempo un "digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti", al quale partecipano varie persone in vari luoghi e città del nostro Paese;
sino allo scorso autunno una delle sedi del digiuno era piazza Montecitorio, dove, in maniera assolutamente pacifica, si riuniva una decina di persone che esprimeva solidarietà ai migranti e critica alle politiche dell'immigrazione, sia dell'Italia che della UE;
riunioni pacifiche da cui, in effetti, nessun incidente si era mai registrato di fronte alla sede della Camera dei deputati, essendo sempre stato il comportamento delle persone presenti ai presidi assolutamente composto e rispettoso delle disposizioni di legge sulle riunioni pubbliche, sempre state puntualmente annunciate alle autorità competenti;
dall'autunno scorso, però, la Questura di Roma ha interdetto in via continuativa lo svolgimento del digiuno a piazza Montecitorio;
al riguardo l'interrogante ha scritto in data 2 febbraio 2022 al questore di Roma, dottor Della Cioppa, evidenziando che il diritto di manifestare in pubblico ed in modo pacifico il proprio pensiero è riconosciuto e discende da norme di rango costituzionale, e può essere temporaneamente compresso solo per specifiche ragioni di ordine pubblico, salvo riespandersi cessate quelle specifiche esigenze;
ne consegue che l'autorità deve specificatamente motivare il proprio provvedimento in concreto e con riferimento ad ogni singola comunicazione, esplicitando gli specifici motivi per cui è derogato il diritto di libertà costituzionalmente garantito;
il questore ha risposto l'8 febbraio 2022, senza tuttavia offrire elementi specifici e quindi senza legittima ragione, limitandosi a richiamare una direttiva (prot. n. 404024/Area I OSP) del prefetto di Roma del 12 novembre 2021, relativa alla disciplina di cortei e pubbliche manifestazioni che, a sua volta, richiamava una direttiva del Ministro dell'interno del 10 novembre 2021;
tutti questi atti amministrativi vieterebbero automaticamente, afferma a giudizio dell'interrogante erroneamente il questore di Roma, l'utilizzo di alcune piazze prospicienti luoghi "sensibili", per manifestazioni pubbliche. Tra queste viene compresa anche piazza Montecitorio;
ma, in realtà, correttamente, nella stessa direttiva si afferma anche che viene "fatta salva la possibilità (...) di consentire il raggiungimento delle stesse (piazze) a delegazioni composte da un numero limitato di persone, previ accordi con le rispettive Istituzioni interessate";
evidentemente, la disposizione non intende, e non potrebbe certo, sopprimere la libertà costituzionalmente garantita e prevede una fattispecie comprendente il caso riguardante le iniziative analoghe al "digiuno";
visto che:
il diritto a manifestare pacificamente il proprio pensiero in pubblico, anche tramite manifestazioni organizzate, è previsto dall'articolo 17 della Costituzione e lo stesso articolo afferma che "Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica" e, pertanto, possono essere vietate solo qualora ricorrano in concreto quei motivi di ordine e sicurezza pubblica in relazione al caso specifico;
una direttiva non è fonte di diritto, ma mero atto amministrativo che non può comprimere un diritto addirittura di rango costituzionale, a meno di non affermare assurdamente il sovvertimento della gerarchia delle fonti giuridiche e, addirittura, la prevalenza delle norme amministrative limitative sui diritti garantiti in Costituzione;
quindi, al di là di una risposta formalistica e generica, il questore di Roma non ha fornito alcun elemento di risposta, relativamente allo specifico motivo di divieto del presidio pubblico organizzato dal "digiuno di giustizia in solidarietà dei migranti";
non sono leciti né una risposta generica, né un divieto generalizzato, poiché in entrambi i casi una disposizione amministrativa sarebbe ammessa a conculcare una libertà costituzionale, senza dover neanche esprimere una motivazione specifica,
si chiede di sapere:
per quali specifici motivi non sia stato consentito di svolgere il presidio "digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti" in piazza Montecitorio, tenendo conto che, come detto, né la direttiva del prefetto, né quella del Ministro possono superare una norma di rango costituzionale;
inoltre, per quali specifici motivi non sia stato consentito nemmeno il raggiungimento della piazza da parte di una delegazione di poche persone, come, invece, previsto dalla stessa direttiva del prefetto di Roma.
(3-03104)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
PERGREFFI, PEPE - Ai Ministri dell'istruzione e della giustizia. - Premesso che:
da notizie di stampa si apprende che un insegnante 51enne della provincia di Bari è stato arresto su mandato della Procura di Potenza con l'accusa di violenza sessuale aggravata ed estorsione aggravata nei confronti di un minorenne, che frequentava l'istituto nel quale l'uomo insegnava;
la vicenda risale al 2016, quando il giovane aveva denunciato le presunte molestie subite dall'uomo accompagnate anche da ricatti tramite messaggi "Whatsapp", estorsioni di denaro (3.600 euro) sotto la minaccia di divulgare foto e video a contenuto sessuale;
le indagini dei Carabinieri, però, hanno permesso di individuare anche una seconda presunta vittima, un minore che nello stesso periodo frequentava lo stesso istituto, cui il presunto molestatore avrebbe promesso l'incontro con un calciatore del Bari convincendolo a inviare foto in abbigliamento intimo;
il giovane studente però, dopo aver rivelato ai genitori la vicenda, presentò una denuncia che fu chiusa nel 2020, quando, dopo una transazione, la famiglia decise di ritirarla costringendo gli inquirenti ad archiviare le accuse;
a carico del docente risulterebbero altre due denunce, tra il 2006 e il 2009, quando insegnava in provincia di Bergamo, all'istituto "Pesenti", in città, e in una scuola superiore a Gazzaniga;
all'istituto "Pesenti" insegnava fisica e ben 8 ragazzi tra i 15 e i 16 anni avevano riferito di mani allungate in laboratorio, anche nelle parti intime e dopo la denuncia del preside, il docente era stato condannato con rito abbreviato, il 14 marzo 2013, a un anno e 4 mesi;
per i fatti di Gazzaniga del 2009, con al centro 3 studenti di 15, 16 e 18 anni e modalità identiche, il docente il 2 aprile 2013, quindi solo due settimane dopo la prima sentenza, era stato condannato a un anno e mezzo;
entrambe le sentenze erano state confermate in Corte d'appello, compresa l'interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minorenni, diventando poi definitive ad ottobre 2019;
nonostante i precedenti e soprattutto, come pena accessoria, l'interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minori, il docente arrestato ha continuato a insegnare tra Puglia e Basilicata fino a giugno 2021,
si chiede di sapere:
come sia potuto accadere che un uomo condannato definitivamente per molestie sui minori abbia continuato a insegnare;
se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno accertare perché, nel caso di un reato così delicato come quello degli abusi sessuali sui minori, non si sia proceduto a una sospensione dall'attività di insegnante dopo le prime due condanne, tra l'altro emesse dalla stessa procura (Bergamo) a sole due settimane di distanza l'una dall'altra.
(4-06606)
CALANDRINI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della transizione ecologica. - Premesso che:
l'articolo 28 dell'ultimo decreto "sostegni" (decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4) incide sulle cessioni dei crediti d'imposta e sullo sconto in fattura per lavori di messa in sicurezza degli edifici e di riqualificazione energetica con la finalità di avversare frodi e operazioni di riciclaggio, inserendo il divieto di cessione multipla di tali crediti d'imposta e limitando una sola cessione da parte dell'impresa agli intermediari finanziari;
le modifiche introdotte hanno prodotto una paralisi dell'attività dei cantieri in tutt'Italia, soprattutto dopo che Poste italiane, una delle piattaforme fra le più utilizzate per la cessione del credito, e Cassa depositi e prestiti hanno disattivato la possibilità di acquisto crediti derivanti dal superbonus;
le audizioni in corso sul decreto "sostegni ter", svoltesi in questi giorni in 5ª Commissione permanente (Programmazione economica, bilancio) del Senato, hanno registrato la grande preoccupazione delle organizzazioni professionali e datoriali rispetto a tali misure ritenute eccessive, soprattutto nei confronti della detrazione del 110 per cento, anche alla luce dei dati forniti dal direttore dell'Agenzia delle entrate;
infatti, secondo i dati in possesso dell'Agenzia delle entrate relativi ai bonus fiscali maggiormente utilizzati, in percentuale, per la realizzazione delle frodi nell'ambito delle cessioni di crediti d'imposta, risulta che soltanto il 3 per cento può essere ricondotto al superbonus 110 per cento quando, invece, si attestano al 46 per cento per i bonus facciate, 34 per cento per gli ecobonus, 9 per cento per i bonus locazioni e botteghe e 8 per cento per i sisma bonus;
pur comprendendo e condividendo la necessità di evitare le frodi, è di tutta evidenza che le truffe legate al superbonus sono molto limitate (probabilmente grazie ai controlli e ai numerosi e puntuali obblighi dettati dalla normativa per ottenerli), mentre le nuove norme dettate per combatterle appaiono fortemente restrittive ai fini della fruizione dell'agevolazione da parte di cittadini e imprese;
devono, dunque, essere ricercate altre soluzioni in grado di contemperare il contrasto alle frodi senza limitare l'efficacia del provvedimento, quali ad esempio consentire la circolazione dei crediti nel circuito di soggetti vigilati come banche e assicurazioni, ovvero consentire la cessione dei crediti ad un soggetto appartenente alla filiera, subappaltatore o fornitore di beni e servizi utilizzati nell'intervento, con possibilità, per quest'ultimo, di ricedere esclusivamente a soggetto vigilato;
bloccare la cessione dei crediti comporta un rischio di liquidità del sistema obbligando le aziende e i fornitori a pagamenti a breve termine, mentre chi lavora e fa impresa deve contare su un sistema normativo, che non deve subire mutazioni improvvise che determinano incertezza e inevitabili ricadute, con effetti depressivi, sul sistema economico nazionale;
la tesi indicata risulta peraltro suffragata dal dossier di lettura del Servizio del Bilancio del Senato della Repubblica, che nell'approfondimento ed analisi del decreto-legge n. 4 del 2022, rileva che venendo meno gli interventi, verrebbero meno anche le maggiori entrate già contabilizzate nei saldi di finanza e dovute a IVA, IRPEF, IRES ed IRAP, derivanti proprio dagli investimenti edilizi quale effetto correlato alla spesa indotta,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo condividano l'impostazione di cui sopra e se non ritengano, dunque, opportuno consentire la cessione dei crediti almeno nel circuito dei soggetti vigilati e all'interno delle filiere in ragione di un nesso funzionale con l'intervento;
se non ritengano, inoltre, con riferimento al solo superbonus 110 per cento, mantenere l'impianto normativo precedente al decreto "sostegni ter", consentendo la continuità delle cessioni multiple dei crediti, visto che gli adempimenti previsti per accedervi e i relativi controlli costituiscono di per sé disincentivo alle frodi (come dimostrato dal loro numero esiguo riscontrato rispetto agli altri bonus) e anche in considerazione del fatto che tali misure di detrazione sono temporanee.
(4-06607)
MORRA, GIANNUZZI, MININNO, LANNUTTI, CORRADO, MORONESE, CRUCIOLI, ABATE, ANGRISANI - Ai Ministri della salute, dell'interno e per la pubblica amministrazione. - Premesso che:
il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, e successive modificazioni e integrazioni, concernente il "Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni", impone a tutti gli enti pubblici l'obbligo di pubblicare in un'apposita sezione del sito internet istituzionale denominata "amministrazione trasparente", accessibile dalla home page, una serie di documenti, informazioni e dati, il cui contenuto e tempistica sono definiti dal decreto legislativo medesimo;
con decreto del Presidente della Repubblica 11 marzo 2019 è stato disposto lo scioglimento dell'organo di direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Reggio Calabria ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su forme di condizionamento ed ingerenza della criminalità organizzata di tipo mafioso nei confronti dell'azienda;
in particolare, la relazione della commissione di indagine prefettizia, sulla base della quale il Ministro dell'interno ha chiesto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell'ASP di Reggio Calabria, ha evidenziato diffuse inefficienze ed irregolarità dell'attività gestionale, notoriamente esposta al rischio di pregiudizievoli condizionamenti esterni, unitamente ad una generalizzata situazione di grave disordine organizzativo;
in conseguenza del decreto di scioglimento la gestione dell'ASP è stata affidata a una struttura commissariale per la durata di 18 mesi, successivamente prorogata a 24 mesi;
al termine della gestione commissariale ex art. 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 ed a seguito dell'entrata in vigore dal 1° gennaio 2021 dell'articolo 1 del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, che prevede disposizioni urgenti per il servizio sanitario della Regione Calabria, con decreto del commissario ad acta n. 44 dell'11 marzo 2021 è stato nominato un commissario straordinario per l'ASP di Reggio Calabria;
ad inizio 2022, nell'ambito dell'inchiesta "Inter nos" è stato rinviato a giudizio un ex consigliere regionale della Calabria insieme a una ventina di imputati tra cui un ex direttore generale, un ex commissario e una dirigente dell'ufficio programmazione e bilancio dell'ASP, accusati di turbativa d'asta;
considerato che:
nonostante negli ultimi 3 anni l'ASP di Reggio Calabria sia stata affidata a vario titolo a gestioni commissariali, la pagina "amministrazione trasparente" del sito internet istituzionale presenta gravi lacune in ordine alle informazioni che devono essere obbligatoriamente e tempestivamente pubblicate;
in particolare, alcune sottosezioni sono completamente prive di contenuti, tra cui, ex multis, la pagina che dovrebbe indicare il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e le pagine in cui dovrebbero essere indicate le modalità per presentare istanze di accesso civico semplice o generalizzato ex decreto legislativo n. 33 del 2013;
ritenuto, ad avviso degli interroganti, che:
la trasparenza dell'operato delle amministrazioni pubbliche rappresenti lo strumento principale per la prevenzione e il contrasto alla corruzione ed alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle pubbliche amministrazioni;
è ancor più intollerabile il mancato rispetto degli obblighi di trasparenza da parte di amministrazioni che, proprio per la loro maggiore vulnerabilità alle infiltrazioni criminali di stampo mafioso, siano state sottoposte ad un regime straordinario di gestione commissariale,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo ritengano gli obblighi delle pubbliche amministrazioni in materia di trasparenza della loro azione amministrativa uno strumento utile al contrasto della corruzione e dell'infiltrazione criminale;
se ritengano che la situazione denunciata rappresenti un ostacolo al risanamento e ripristino della legalità in un'azienda sanitaria provinciale interessata da un provvedimento di scioglimento dell'organo di direzione per la sussistenza di rilevanti elementi circa il condizionamento mafioso;
se ritengano che il mancato adempimento degli obblighi di trasparenza abbia provocato e continui a provocare danni alla gestione dell'ASP di Reggio Calabria;
con quali modalità intendano sopperire alle carenze denunciate, per individuare e rimuovere i fattori che ostacolano il pieno rispetto della normativa in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione.
(4-06608)
AIROLA - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
alcune organizzazioni sindacali del comparto sicurezza della Polizia penitenziaria hanno segnalato che la direzione della casa di reclusione di Asti impiega personale di Polizia penitenziaria in compiti non istituzionali;
in particolare, il personale di Polizia penitenziaria viene impiegato: per eseguire lavori agricoli con l'uso di un trattore che sarebbe privo di assicurazione obbligatoria (polizza RCA); per abbattere alberi e tagliare legna con l'utilizzo di motosega a scoppio; per tagliare erba e siepi con decespugliatore a scoppio e con motosega elettrica; per eseguire lavori di muratura su impalcature alte 5-6 metri; per tagliare pannelli con l'utilizzo di sega elettrica a disco dentato;
considerato che:
tale impiego di personale in compiti non istituzionali e in attività rischiose lede il decoro dell'immagine del Corpo e della stessa amministrazione penitenziaria che come datrice di lavoro si pone in evidente violazione della normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ne consegue che il personale viene anche distolto dai compiti propri di vigilanza per essere impiegato indebitamente nell'esecuzione di lavori agricoli o murali con grave rischio per l'incolumità fisica, soprattutto laddove eseguita senza i previsti dispositivi di protezione individuale;
la direzione avrebbe tra l'altro fornito alle rappresentanze dei lavoratori reclamanti risposte e notizie non corrispondenti a verità compromettendo ulteriormente e gravemente l'immagine e il decoro dell'amministrazione stessa, visto che un rappresentante dello Stato è tenuto ai doveri di lealtà e correttezza nei confronti dell'utenza e della compagine sindacale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione;
se intenda adottare le opportune iniziative in merito onde evitare in futuro il verificarsi di situazioni riconducibili a quanto riportato.
(4-06609)
BOTTO, LEZZI, LANNUTTI, ANGRISANI, DI MICCO, GIANNUZZI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
secondo quanto risulta da una serie di controlli e verifiche effettuate per 4 mesi dai Carabinieri e della Polizia locale di Genova (a seguito del vademecum stilato dal gruppo "Sanità e lavoro" della Procura, coordinata dal procuratore Pinto), nel capoluogo genovese e nella provincia il 10 per cento dei cantieri edili presenta gravi irregolarità dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori;
il documento d'indagine, all'interno del quale è contenuta una scheda semplificata per riconoscere un cantiere in condizioni "al di sotto del minimo etico di sicurezza", ha rilevato che i militari hanno ispezionato 239 cantieri e segnalato alla ASL di competenza 20 infrazioni gravi, mentre la Polizia locale ha controllato circa un centinaio di cantieri, riscontrandone circa una decina con gravi difformità regolamentari;
il medesimo documento (il primo in Italia, stilato dopo la morte di Davide D'Aprile, l'operaio precipitato da un'impalcatura di un palazzo in ristrutturazione, ed elaborato a seguito all'elevata diffusione dei cantieri, grazie agli incentivi fiscali relativi al superbonus), secondo quanto risulta dalle agenzie di stampa, ha consentito, attraverso una preventiva formazione dei militari e forze dell'ordine, d'intervenire in tempo, prevenendo infortuni gravi o addirittura mortali, considerato fra l'altro che l'attività della ASL non sarebbe riuscita a verificare l'effettiva regolarità delle decine di cantieri edili avviati successivamente all'introduzione delle richiamate misure fiscali connesse al superbonus;
tali osservazioni, a giudizio degli interroganti, evidenziano la necessità di perseguire rigorosamente l'attività di monitoraggio e di controllo sulla città di Genova, sulla provincia e sull'intera regione, nell'ambito delle misure di prevenzione e verifica della sicurezza dei cantieri edili, che rappresenta un tema di incessante attualità, considerato il triste fenomeno legato alle "morti bianche" che persiste nel nostro Paese;
tenuto conto della dimensione del fenomeno, con particolare riferimento alle cause d'infortunio sul lavoro, dell'incidenza complessiva del costo degli infortuni sulla finanza pubblica (e sul servizio sanitario nazionale) e della presenza di imprese edili controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, a parere degli interroganti occorre un piano d'intervento volto ad un rafforzamento dei controlli, anche attraverso processi di formazione e di coinvolgimento, potenziando gli organismi paritetici e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, aziendali e territoriali,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se, in relazione all'esito delle verifiche effettuate dalle autorità preposte ai controlli della sicurezza nei cantieri edili di Genova e provincia, non intenda prevedere adeguate misure volte a potenziare il sistema dei controlli all'interno dei luoghi di lavoro, in maniera più severa e approfondita, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, anche attraverso un'adeguata diffusione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), cui spetta un importante ruolo di garanzia nel sistema della prevenzione;
quali iniziative di competenza intenda conseguentemente introdurre al fine d'innalzare i livelli di protezione e di tutela nei riguardi dei lavoratori (inclusi i datori di lavoro) del settore edile, in particolare degli appalti e dei subappalti, che costituisce uno dei settori più critici in relazione al rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
(4-06610)
BOTTO, LEZZI, LANNUTTI, GIANNUZZI, ANGRISANI, DI MICCO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
secondo quanto risulta da un articolo di stampa pubblicato il 15 febbraio 2022 sul quotidiano "Il Secolo XIX", edizione di Genova, con l'approssimarsi della fine dello stato di emergenza nazionale connesso al protrarsi della diffusione del COVID-19 come stabilito dal decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, i lavoratori della sanità assunti tramite agenzie interinali o contratti di collaborazione coordinata e continuativa e come liberi professionisti (solo nella città di Genova ne risultano circa 330) rischiano di rimanere senza occupazione, a partire dalla data successiva al 31 marzo prossimo, proprio in relazione al previsto termine dello stato di emergenza;
si evidenzia come questi lavoratori (assunti in gran fretta nei reparti e nei centri vaccinali, nei mesi precedenti ed in particolare nel 2020, in cui si diffuse fortemente la pandemia sull'intero territorio nazionale), nei confronti dei quali il Governo non ha previsto alcuna possibilità di stabilizzazione riservata ad altre forme di contratti di lavoro a tempo determinato, hanno contribuito in maniera indispensabile e risolutiva nel sostenere le migliaia di persone infettate e ricoverate nei reparti di emergenza allestiti per fronteggiare il virus, aiutando molti di loro verso la guarigione;
nel territorio della ASL n. 3 di Genova, evidenzia l'articolo di stampa, il prossimo 31 marzo scadranno infatti i contratti di lavoro per 102 operatori sociosanitari, 10 infermieri e 27 medici, aggiungendo inoltre che sull'intero territorio ligure rischiano di perdere l'occupazione 95 operatori della sanità interinale (11 infermieri e 84 tra operatori sociosanitari e altre figure professionali) e 231 lavoratori con contratti di lavoro a collaborazione coordinata e continuativa (25 medici, 17 infermieri e 189 tra OSS e altre figure);
secondo i rappresentati sindacali locali, se si concretizzasse la riduzione del personale sanitario, si paventerebbe il serio rischio di determinare gravi inefficienze per il funzionamento della sanità ligure, considerato che si verrebbe a manifestare una pesante carenza di personale non soltanto degli hub sanitari, ma di medici assunti attraverso le normative d'urgenza, che attualmente gestiscono interi reparti ospedalieri, assistendo centinaia di malati;
tali osservazioni, a parere degli interroganti, evidenziano le condivisibili preoccupazioni da parte delle categorie dei lavoratori di perdere il posto di lavoro a partire dal 1° aprile, e una serie di criticità in relazione sia al numero elevato di lavoratori attualmente impiegati presso le strutture d'emergenza ospedaliere genovesi (e non solo), allestite a partire dal marzo 2020 fino ad oggi, per ospitare le migliaia di persone infette dal virus COVID-19, che al fondato timore di una carenza probabile nel sistema sanitario ligure, causato dalla conseguente riduzione di personale medico specializzato e non,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza i Ministri in indirizzo intendano esprimere con riferimento a quanto esposto;
se condividano le preoccupazioni e i timori dei lavoratori sanitari interinali e assunti con contratti di lavoro di collaborazione o con altre diverse tipologie di contratti a termine, nei confronti dei quali il Governo, attualmente, non sembra aver adottato iniziative idonee a tutelare l'occupazione, al fine di salvaguardare i contratti di lavoro;
quali iniziative di competenza intendano assumere, al fine di introdurre misure volte a stabilizzare i contratti dei lavoratori sanitari liguri, ad evitare il rischio della perdita del posto di lavoro e il ripercuotersi di possibili tensioni sociali sul territorio.
(4-06611)
FARAONE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'interno. - Premesso che:
la legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020), ha fissato al 1° gennaio 2021 (articolo 1, comma 837) l'istituzione del canone di concessione per l'occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile, destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate e, con il comma 838 dell'articolo 1, ha incluso, solo per i mercati, la TARI all'interno del canone unico;
i Comuni hanno approvato i regolamenti in ritardo ed il Ministero dell'economia e delle finanze ha concesso la possibilità di approvare i regolamenti e la retroattività delle tariffe nei termini previsti per l'approvazione dei bilanci da parte dei Comuni;
in molti casi, in seno ai regolamenti, sono state previste delle procedure di regolamentazione e di calcolo delle tariffe difformi ai contenuti della legge;
in particolare, i Comuni hanno applicato dei coefficienti moltiplicatori della tariffa che nella legge non sono previsti ai fini del calcolo delle tariffe e, inoltre, hanno distorto i contenuti del comma 843 che prevede il calcolo per ora della tariffa;
a nulla è valsa la pubblicazione della risoluzione ministeriale n. 6 del 28 luglio 2021 avente per oggetto "Canone patrimoniale di cui ai commi 837 e seguenti dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (LB 2020) - Criteri per l'applicazione della tariffa di base giornaliera - Frazionamento a ore - Quesito", che è intervenuta nel merito fornendo l'interpretazione autentica;
nonostante l'intervento del Ministero, molti Comuni non hanno modificato i loro regolamenti o adeguato le tariffe, continuando ad applicare delle tariffe molto più elevate rispetto a quanto previsto dalle norme;
diversi Comuni, nonostante l'esenzione al 31 marzo 2022 del canone unico patrimoniale delle occupazioni temporanee per gli ambulanti e gli operatori della somministrazione, stanno richiedendo il pagamento del canone;
tale situazione sta determinando un conflitto tra Comuni che pretendono il pagamento delle somme illegittimamente richieste e gli operatori commerciali dei mercati che chiedono il rispetto dell'applicazione delle norme;
come è noto, i regolamenti comunali che disciplinano il canone unico patrimoniale, non rientrando tra quelli che i Comuni devono trasmettere al Ministero, esulano dal controllo del Governo;
la situazione è assai grave e necessita di essere affrontata con massima urgenza,
si chiede di sapere quali iniziative si intenda avviare al fine di evitare inutili e gravosi contenziosi, e se non si ritenga opportuno mettere a disposizione uno sportello a cui i contribuenti e le associazioni di categoria possano segnalare le anomalie.
(4-06612)
PAPATHEU, GIAMMANCO, STABILE, MANGIALAVORI, DAL MAS, GALLONE, BARBONI, BERARDI, GALLIANI, FLORIS, VONO, DE BONIS, TOFFANIN, NATURALE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
nel recente "rapporto speciale" dell'ONU, le autorità algerine sono accusate di "uso arbitrario, ingiusto, illegale e abusivo del 'terrorismo' come strumento politico per reprimere le libertà pubbliche e individuali e i diritti umani", e al quale il Governo algerino non ha ancora fornito risposta;
esperti dell'ONU hanno evidenziato che alcune disposizioni della legge 6 Ramadan 1441 (29 aprile 2020), pubblicata sul Journal officiel de la Republique algérienne n. 25 (codice penale algerino: art. 144, art. 196-bis e art. 95-bis), potrebbero entrare in diretta contraddizione con il Patto internazionale in materia di diritti civili e politici, ratificato dall'Algeria nel 1989, e potrebbero portare l'Algeria ad essere accusata ufficialmente di violare gli impegni internazionali presi in termini di salvaguardia delle libertà fondamentali;
le ripercussioni negative sui diritti fondamentali di tali gravi disposizioni legislative sono già state trattate nel 2018 dal Consiglio ONU per i diritti umani;
la risoluzione 2020/2880(RSP) del 26 novembre 2020 approvata dal Parlamento europeo condanna fermamente il deterioramento della situazione dei diritti umani in Algeria e l'escalation di arresti arbitrari e illeciti, detenzioni e persecuzioni giudiziarie nei confronti di giornalisti, oppositori politici, difensori dei diritti umani, sindacalisti, avvocati, attivisti pacifici;
il Parlamento europeo esorta da anni le autorità algerine a rispettare la sovranità popolare, lo Stato di diritto, la giustizia sociale e a consentire l'accesso al Paese alle organizzazioni internazionali per i diritti umani e alle procedure speciali delle Nazioni Unite;
il 30 marzo e il 16 aprile 2020 sono state inviate tre comunicazioni al Governo algerino nell'ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite in relazione agli arresti arbitrari e violenti, ai processi ingiusti e alle rappresaglie contro i difensori dei diritti umani e gli attivisti pacifici;
l'11 maggio 2021, il portavoce dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Rupert Colville, ha denunciato le autorità algerine per l'attacco e la repressione dei diritti alla libertà di opinione e di espressione, di riunione pacifica e di partecipazione agli affari pubblici;
la vicedirettrice di "Amnesty international" per il Medio Oriente e l'Africa del Nord, Amna Guellali, in un articolo del 25 giugno 2021, ha dichiarato che "Le autorità algerine hanno utilizzato ogni mezzo a loro disposizione per reprimere il dissenso e mettere a tacere il movimento di protesta Hirak, facendo ricorso a un grande numero di arresti e perseguendo attivisti sulla base di accuse false solo per aver preso parte a manifestazioni di protesta o per aver espresso il proprio dissenso politico";
secondo il rapporto speciale del 24 giugno 2020 di Amnesty international, da marzo 2021 le autorità giudiziarie hanno accusato almeno 17 attivisti di reati legati al "terrorismo". Contro di loro il 28 aprile 2020 è iniziato il procedimento per appartenenza a gruppo "terroristico" e per "cospirazione contro lo Stato";
come denunciano le organizzazioni internazionali, il Ministro dell'interno algerino starebbe tentando di cancellare società civile e partiti politici;
oltre ai 37 casi di attivisti documentati dall'organizzazione non governativa internazionale "Human rights watch", al 23 giugno sono almeno 273 gli attivisti detenuti ingiustamente, secondo organizzazioni locali e attivisti dei diritti umani;
nell'aprile 2020 l'Algeria ha adottato ulteriori modifiche al codice penale limitando l'esercizio dei diritti fondamentali quali la libertà di stampa, di espressione e di associazione, configurandoli come reato sulla base di motivi artificiosi allo scopo di perseguire coloro che esercitano il loro diritto alla libertà;
gli esperti ONU hanno rilevato che le recenti modifiche in materia di legislazione antiterrorismo sono in palese contrasto con le convenzioni e gli standard internazionali, sottoscritte dal Paese nordafricano, e rappresentano a tutti gli effetti la preoccupante determinazione delle autorità algerine ad imporre il silenzio agli oppositori pacifici e a falciare ogni residua libertà di espressione e opposizione politica;
sotto questo repressivo ombrello giuridico, il Governo algerino ha etichettato come "organizzazioni terroristiche" un movimento pro autonomia nella regione della Cabilia e ha arrestato diverse persone;
in un comunicato congiunto nel dicembre 2021, una coalizione di organizzazioni non governative internazionali ha lanciato l'allarme sulla situazione di repressione prolungata delle libertà fondamentali in Algeria e il dilagare di falsi procedimenti giudiziari con accuse di terrorismo contro attivisti per i diritti umani, giornalisti e attivisti pacifici;
il Sindacato nazionale dei magistrati algerino ha denunciato che le autorità di Algeri ricorrono in maniera diffusa e abusiva alla custodia cautelare; che ai membri della magistratura sono state irrogate sanzioni professionali dopo che hanno assolto attivisti pacifici o chiesto alle autorità dell'Esecutivo di rispettare l'indipendenza del potere giudiziario;
31 organizzazioni locali, regionali e internazionali della società civile hanno firmato una lettera congiunta, del 29 settembre 2020, per denunciare la repressione nei confronti della società civile algerina;
è più che mai urgente e necessario che le autorità algerine cessino immediatamente questa repressione e intervengano per garantire il rispetto dei diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione di manifestanti pacifici, giornalisti, attivisti dei diritti umani e per liberare i cittadini detenuti ingiustamente;
si chiede di sapere:
se il Governo italiano intenda intraprendere iniziative urgenti per dare seguito alla risoluzione B9-0375/2020 del Parlamento europeo, finalizzate a far sì che i diritti umani siano garantiti in Algeria, e se non intenda avviare iniziative diplomatiche e politiche al fine di porre fine alla drammatica situazione descritta;
quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per sostenere in sede internazionale la cessazione di ogni forma di violazione dei diritti umani in Algeria.
(4-06613)
PIARULLI, D'ANGELO, GAUDIANO, LOMUTI, MAIORINO, ROMANO, QUARTO, VANIN - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
secondo quanto disposto dall'articolo 27 della Costituzione: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato";
l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha messo a nudo le problematiche ataviche del sistema carcerario legate anche al fenomeno del sovraffollamento;
il sovraffollamento comporta la limitazione dei diritti per mancanza di spazi di movimento, di intimità, di igiene, di salute, di dignità;
considerato che:
i recenti fatti di cronaca, le proteste (Taranto, Catanzaro), gli episodi di eterolesionismo ed autolesionismo che sono sfociati anche in suicidi dei detenuti (dai dati acquisiti dall'inizio del 2022 negli istituti penitenziari italiani sembrano esserci stati 10 suicidi e 4 decessi per cause ancora da accertare);
il numero di agenti risulta insufficiente, soprattutto nei turni pomeridiani e notturni, costretti a ricoprire contemporaneamente più posti di servizio, tanto da inficiare i livelli di sicurezza (vedasi ultima breve visita effettuata in data 14 febbraio 2022 presso la casa di reclusione di Rebibbia);
la situazione è ancor più grave negli istituti del Sud, dove il turnover dei pensionamenti non viene assicurato;
le figure trattamentali risultano essere insufficienti a provvedere al trattamento rieducativo e risocializzante disposto dalla Carta costituzionale;
considerato altresì che in data 10 febbraio 2022 da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è stato trasmesso l'interpello n. 50879 recante "Criteri per il trasferimento e l'assegnazione del personale del Corpo di polizia penitenziaria appartenente ai ruoli di agenti-assistenti, sovrintendenti, e ispettori presso le articolazioni centrali del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, la Scuola superiore dell'esecuzione penale, le scuole di formazione, gli istituti di istruzione, i provveditorati regionali e i centri per la giustizia minorile", che comporta il trasferimento di altre unità dalle sedi periferiche agli uffici centrali, non tenendo presente la situazione emergenziale degli istituti penitenziari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questo interpello che mira a depauperare le risorse già insufficienti degli istituti penitenziari e quali iniziative intenda intraprendere, in questa fase di estrema emergenza, al fine di provvedere in tempi celeri alle assunzioni anche mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi esistenti, nonché alla creazione di ulteriori posti letto destinati ai soggetti psichiatrici (nelle REMS).
(4-06614)
VANIN, GIROTTO, NATURALE, TRENTACOSTE, ROMANO, QUARTO, PRESUTTO, DI PIAZZA, PAVANELLI, DE LUCIA, ANASTASI - Ai Ministri della cultura e della difesa. - Premesso che:
l'arsenale di Venezia costituisce un complesso monumentale di eccezionale interesse per la storia marittima, militare, industriale, navale e cantieristica della Repubblica di San Marco, rappresentando una delle prime fabbriche europee per la produzione seriale di manufatti, da cui sono uscite tutte le flotte di imbarcazioni che hanno solcato il Mediterraneo durante la più che millenaria storia dello Stato veneto;
esso ha una superficie complessiva di 48 ettari, pari ad un settimo della città di Venezia, ed è stato dichiarato di interesse culturale ai sensi dell'art. 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004, con decreto direttoriale del 9 giugno 2010;
l'art. 3, comma 19-bis, del decreto-legge n. 95 del 2012, come modificato dal decreto-legge n. 179 del 2012 e, da ultimo, interamente sostituito dalla legge n. 221 del 2012 di conversione di quest'ultimo decreto-legge, trasferisce porzioni rilevantissime del complesso monumentale in proprietà al Comune di Venezia;
con verbale di perimetrazione del 6 febbraio 2013 vengono suddivise esattamente le aree di proprietà del Comune e quelle che rimangono in appartenenza statale, allo scopo di essere utilizzate dalla Marina militare per i suoi specifici compiti istituzionali;
il verbale, inoltre, istituisce un'area detta "sine die" formalmente trasferita in proprietà al Comune di Venezia, ma ancora in uso gratuito al Ministero della difesa fino alla riallocazione delle funzioni ivi attestate;
la proposta di deliberazione del Consiglio comunale di Venezia n. 1089/2021 prevede l'approvazione di un protocollo d'intesa fra Comune di Venezia, Ministero della cultura e Ministero della difesa, denominato "progetto integrato di razionalizzazione e di valorizzazione funzionale dell'Arsenale di Venezia", che dispone, fra l'altro, il ritorno in proprietà dello Stato di una parte dell'area "sine die", mentre un'altra porzione viene concessa in uso gratuito a tempo indeterminato alla fondazione "La Biennale" di Venezia;
la misura n. 1 del piano strategico grandi attrattori culturali, complementare al piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), di cui al decreto-legge n. 59 del 2021, prevede lo stanziamento di 169.556.000 euro per un "progetto di sviluppo e potenziamento delle attività de La Biennale di Venezia in funzione della costruzione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale a Venezia";
considerato che:
il decreto legislativo n. 214 del 2000 dispone la creazione a Venezia del "polo culturale della Marina militare" e la stessa Marina militare ha più volte affermato di voler istituire a Venezia il museo navale italiano, come progetto di naturale evoluzione e valorizzazione del museo storico navale;
l'art. 2, comma 4, del decreto legislativo n. 42 del 2004 stabilisce che: "I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela";
considerato altresì che:
il suddetto art. 3, comma 19-bis, del decreto-legge n. 95 del 2012 dispone che il Comune di Venezia "assicura l'inalienabilità, la valorizzazione, il recupero e la riqualificazione" delle parti del complesso monumentale dell'arsenale di Venezia trasferite al Comune;
il protocollo d'intesa in approvazione, nonostante la denominazione, nulla prevede in merito alla valorizzazione storica, cantieristica, artigianale e industriale dell'arsenale e alla promozione della conoscenza della sua identità marittima e navale, che potrebbe essere occasione di ripresa produttiva, di valorizzazione economica e di creazione di nuovi posti di lavoro nel centro storico di Venezia, in alternativa alla monocoltura turistica;
inoltre il protocollo d'intesa nulla dispone in merito alla creazione all'interno dell'arsenale di un "museo nazionale di archeologia, storia ed etnografia navale", come proposto dallo stesso Istituto di studi militari marittimi in innumerevoli convegni internazionali, fra cui quello tenutosi il 25 gennaio 2002 nella biblioteca storica dell'arsenale antico;
nonostante le molte dichiarazioni di principio, la fruizione pubblica dell'arsenale, ad oggi, risulta fortemente limitata, essendo totalmente inibita nelle aree in uso al Ministero della difesa e al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per la realizzazione del centro operativo e servizi accessori del sistema MOSE, e condizionata al pagamento di un biglietto di ingresso nelle aree in uso alla biennale di Venezia;
appare singolare che un unico soggetto non statale, la fondazione La Biennale di Venezia, risulti quale attuatore e stazione appaltante di quasi 170 milioni di euro del piano strategico grandi attrattori culturali,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e se il protocollo d'intesa in approvazione non presenti profili di difformità dalla normativa vigente, stante l'inalienabilità disposta ex lege delle aree di proprietà del Comune di Venezia;
se non ritengano opportuno rimodulare la misura n. 1 del piano strategico grandi attrattori culturali, complementare al PNRR, al fine di ricomprendervi anche interventi di promozione della attività economiche tradizionali, della cantieristica storica e delle nuove tecnologie, allo scopo di non compromettere in maniera definitiva l'identità storica dell'arsenale di Venezia;
se intendano istituire all'interno dell'arsenale il "museo nazionale di archeologia, storia ed etnografia navale", suddiviso nelle sezioni "archeologica", "storica", "etnografica" e di "living ethnography";
se e come intendano attuare l'effettiva fruizione pubblica dell'arsenale di Venezia, rendendo gli spazi esterni agli edifici, i percorsi, i piazzali e le fondamenta liberamente transitabili e aperti alla normale frequentazione dei cittadini;
se e come intendano garantire la partecipazione dei cittadini, sia come singoli che costituiti in associazioni o comitati portatori di interessi diffusi, alle procedure amministrative di valorizzazione e riqualificazione dell'arsenale.
(4-06615)
LANNUTTI, ANGRISANI - Ai Ministri dell'interno e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:
il 7 gennaio 2022, con deliberazione n. 2, avente ad oggetto "variante al piano regolatore regionale", il Consiglio comunale di Atessa (Chieti) ha richiesto la nomina urgente di un commissario ad acta per l'esercizio dell'intervento sostitutivo regionale in materia urbanistico-edilizia, finalizzata all'adozione del piano regolatore generale (PRG). La delibera urgente si è resa necessaria per mettere in atto programmi e modelli programmatori nell'interesse della comunità di Atessa, tenuto conto delle criticità esistenti nel vigente piano regolatore generale, che devono essere superate ed aggiornate, e tenuto conto anche del possibile conflitto di interessi di alcuni consiglieri comunali, in quanto risulterebbe che avrebbero interesse a votare contro il nuovo piano, dal momento che questo potrebbe introdurre una serie di nuove limitazioni per la gestione urbanistica anche delle loro proprietà personali;
gli uffici della Regione hanno ricevuto correttamente la richiesta (nota prot. n. 567 del 10 gennaio 2022), successivamente integrata con la nota prot. n. 1422 del 20 gennaio, con la quale è stata trasmessa la deliberazione;
quattro giorni dopo, in data 24 gennaio 2022, è pervenuta al Dipartimento territorio, ambiente, DPC, servizio pianificazione territoriale e paesaggio della Regione Abruzzo una nota a firma di 4 consiglieri comunali (acquisita il 25 gennaio in atti al prot. RA/25983), con la quale però è stato richiesto di non procedere alla nomina del commissario per assoluta mancanza dei presupposti di legge e in ragione di un ricorso al TAR, che sarebbe stato notificato in seguito al Dipartimento;
l'ufficio del Dipartimento, a quel punto, anziché nominare il commissario ad acta come imposto dalla legge, ha ritenuto opportuno sospendere ogni determinazione in merito alla procedura di nomina del commissario, in attesa di questo annunciato ricorso al TAR. In altre parole, una lettera di "preavviso" firmata da 4 consiglieri ha prevalso su una delibera del Consiglio comunale, che è ordinamento della Repubblica;
considerato che:
l'istituto del commissario ad acta è configurato nei procedimenti amministrativi proprio per supplire alle ipotesi di inoperosità della pubblica amministrazione;
la nomina del commissario è stata sospesa nell'attesa di un'eventuale notifica di un ricorso al TAR e, quindi, neanche a seguito di un giudizio del medesimo Tribunale,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali siano le loro valutazioni sulla vicenda;
se ritengano che la deliberazione del Consiglio comunale di Atessa del 7 gennaio 2022 recante la variante del piano regolatore regionale e la contestuale richiesta di nomina di un commissario ad acta per l'adozione del piano e la successiva trasmissione dei relativi atti alla Regione siano state adottate nel rispetto della normativa vigente e quali misure, di propria competenza, intendano utilizzare affinché sia rapidamente garantita l'adozione di un piano regolatore generale, in grado di tutelare l'interesse dell'intera comunità di Atessa;
se non ritengano, nell'ambito delle proprie attribuzioni, di esprimere una valutazione sul contegno dei soggetti intervenuti nella vicenda che, anziché rispettare la normativa vigente e adottare la deliberazione del Consiglio comunale, hanno preferito sospendere ogni decisione, dopo il solo annuncio di un eventuale ricorso al TAR.
(4-06616)
LANNUTTI, GIANNUZZI, ANGRISANI, ABATE, BOTTO, LEZZI, LA MURA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. - Premesso che:
con il decreto-legge n. 1 del 2022 (recante "Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore"), pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore l'8 gennaio 2022 ("decreto COVID"), sono state introdotte ulteriori misure volte a contenere la pandemia riguardanti: l'obbligatorietà dei vaccini per gli over 50, l'estensione del super green pass per il lavoro per i soggetti che abbiano compiuto il 50° anno di età, l'estensione dell'obbligo vaccinale, senza limiti di età, al personale universitario e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e degli istituti tecnici superiori, l'accesso a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali;
a decorrere dal 15 febbraio 2022 per tutti i lavoratori over 50, sia pubblici (come disposto dagli articoli 9-quinquies, commi 1 e 2, 9-sexies, commi 1 e 4, 9-septies, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 52 del 2021, e richiamato all'art. 4-quinquies del decreto-legge n. 44 del 2021 introdotto dal decreto COVID, in tale categoria sono compresi il personale delle autorità amministrative indipendenti; della Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione; della Banca d'Italia; nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale; i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le amministrazioni di cui al comma 1, anche sulla base di contratti esterni; i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari nonché i componenti delle commissioni tributarie; i magistrati onorari e i giudici popolari), sia privati (compresi tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione, anche in qualità di discenti, o di volontariato nei luoghi di cui al comma 1, anche sulla base di contratti esterni) nonché autonomi, che lavorino tanto in presenza quanto in smart working, è stato introdotto l'obbligo di possedere il super green pass per l'accesso ai luoghi di lavoro. In caso di violazione di tale prescrizione, dal 15 febbraio 2022 è prevista una sanzione amministrativa stabilita nel pagamento di una somma da 600 a 1.500 euro, oltre alle conseguenze disciplinari previste dalle normative di settore;
considerando che:
per quanto riguarda lo stato della pandemia, secondo gli esperti quella attuale è una fase ormai endemica e, alla luce della situazione economica, che vede il Paese coinvolto in una crisi energetica, con l'inflazione alle stelle, con beni di prima necessità come pane e pasta a prezzi più che raddoppiati, e con un tessuto imprenditoriale che rischia di implodere (è di queste ore la notizia della crisi del comparto alimentare in una delle regioni più ricche d'Italia, l'Emilia-Romagna), non è possibile lasciare a casa un milione di lavoratori senza stipendio. Peraltro, l'Italia è l'unico Paese che ha introdotto un tale limite per chi lavora, che appare una misura più politica che sanitaria;
inoltre, è bene ricordare che al considerando 36 del regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021, viene sancito un divieto di discriminazione diretta o indiretta circa le persone che non sono vaccinate ("È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate");
come pure, gli articoli 9 e 10 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea impongono di garantire un'adeguata protezione dal pericolo di esclusione sociale, combattendo la discriminazione, anche attraverso misure di protezione giuridica per le potenziali vittime;
tuttavia, dal 15 febbraio 2022 è entrato in vigore l'obbligo del green pass rafforzato per gli over 50 per accedere ai luoghi di lavoro,
si chiede di sapere:
se si ritenga che il super green pass rispetti i dettami della Costituzione e del considerando 36 citato, e quindi se ritenga discriminatorio permettere solo alle persone vaccinate over 50 di accedere ai luoghi di lavoro, impedendone l'accesso a coloro che hanno scelto di non vaccinarsi o che non possono vaccinarsi, ma che rispettano tutte le norme igienico-sanitarie prescritte;
se si ritenga che questa misura possa danneggiare ulteriormente l'economia, considerando la crisi economica e l'aumento costante dei poveri nel nostro Paese;
su quali basi scientifiche si sia deciso di impedire agli over 50 l'accesso al luogo di lavoro, considerando che è scientificamente dimostrato che anche i vaccinati possono essere portatori del virus COVID-19.
(4-06617)
PARAGONE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che è notizia di queste settimane che migliaia di cittadini italiani stanno depositando denunce formali nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri o del Governo tutto per il reato di violenza privata, a seguito della decisone di rendere obbligatorie le vaccinazioni anti COVID, vietando il lavoro ai non vaccinati e così privandoli della possibilità di sostentarsi;
considerato che, stando a quanto riferito all'interrogante, a decine di cittadini sprovvisti di certificazione verde sarebbe stato impedito l'accesso alle Procure di alcune città, fra cui Verbania e Siena, per il deposito della denuncia;
considerato altresì che:
l'art. 1, comma 1, lett. c) e d), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2022 stabilisce che non è richiesto il possesso di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all'art. 9, comma 2, del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, per "c) esigenze di sicurezza, per le quali è consentito l'accesso agli uffici aperti al pubblico delle Forze di polizia e delle polizie locali, allo scopo di assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili, nonché quelle di prevenzione e repressione degli illeciti; d) esigenze di giustizia, per le quali è consentito l'accesso agli uffici giudiziari e agli uffici dei servizi sociosanitari esclusivamente per la presentazione indifferibile e urgente di denunzie da parte di soggetti vittime di reati";
trattandosi, ad avviso di questi denuncianti, di reato in corso, sarebbero applicabili misure immediate volte a interrompere la condotta criminosa, e sussisterebbe pertanto la natura di urgenza richiamata nel citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se intenda intervenire con urgenza affinché sia garantito ai cittadini l'esercizio dei propri diritti.
(4-06618)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:
6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro):
3-03106 del senatore De Bertoldi, sull'emissione nel mercato finanziario del prodotto denominato "bonus edilizi" da parte di Cassa depositi e prestiti;
7ª Commissione permanente(Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):
3-03103 della senatrice Saponara, sulle statue del ponte di Maria Luigia sul Taro a Parma;
11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):
3-03107 del senatore De Bertoldi, sull'aumento dal 2 al 4 per cento del contributo integrativo da parte di EPAP;
12ª Commissione permanente(Igiene e sanità):
3-03102 della senatrice Botto ed altri, sul test vocale per tracciare il virus COVID-19;
3-03105 del senatore Lorefice e della senatrice Ricciardi, sulle recenti dichiarazioni riguardanti le politiche verso le persone non vaccinate.