Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 312 del 07/04/2021
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
312a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 7 APRILE 2021
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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI,
indi del vice presidente ROSSOMANDO,
del vice presidente LA RUSSA,
del vice presidente CALDEROLI
e del vice presidente TAVERNA
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA e CAMBIAMO: Misto-IeC; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-Movimento associativo italiani all'estero: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,07).
Si dia lettura del processo verbale.
GIRO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo M5S ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Sulla scomparsa di Stefano Zuccherini
PRESIDENTE. (Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Onorevoli senatori, desidero rivolgere un commosso pensiero di vicinanza e cordoglio ai familiari, ai parenti e agli amici del senatore Stefano Zuccherini, uomo di vivace intelligenza, forte carattere e grande generosità d'animo. Storico dirigente della FIOM-CGIL umbra e nazionale, Stefano Zuccherini è stato per molti anni la voce più rappresentativa del Movimento operaio, per il quale non ha mai smesso di battersi con instancabile determinazione.
La sua esperienza nella politica e nelle Istituzioni era iniziata nel 1993 con l'ingresso nel partito di Rifondazione Comunista e la successiva elezione al Consiglio regionale dell'Umbria, un'esperienza che Stefano Zuccherini ha vissuto con passione, dedizione e coerenza di pensiero. La stessa passione lo avrebbe portato in pochi anni ai vertici della segreteria nazionale del partito e lo ha reso una delle sue figure più autorevoli. Tale autorevolezza derivava dall'orgoglio con cui Stefano Zuccherini ha sempre difeso le proprie idee, ma anche la sua libertà di pensiero, e con cui ha vissuto l'impegno politico, ed era quella di un uomo che credeva nel dialogo come valore cardine della democrazia e che guardava al confronto come strumento critico per costruire e risolvere.
Si tratta di una genuinità di valori e una ricchezza morale che Stefano Zuccherini portò con sé in quest'Aula come senatore nella XV legislatura, nel corso della quale fu anche vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale, oltre che componente della Giunta delle elezioni e del Comitato per i procedimenti di accusa, incarichi che seppe interpretare con rigore e profondo rispetto per l'Istituzione parlamentare.
Con Stefano Zuccherini ci lascia un politico di cuore e di coraggio, un attento lettore delle dinamiche sociali e un sensibile interprete dei diritti dei più deboli, un uomo che ha dedicato tutta la vita alla difesa del lavoro, collegamento fondamentale tra destini individuali e collettivi, come lo ebbe a definire proprio in quest'Aula, nella convinzione che nessuna forma di protezione sociale può compensare la menomazione di diritti di cittadinanza dovuta all'assenza di lavoro o prodotta dalla precarietà. Tale visione oggi, nel pieno della crisi economica e sociale prodotta dalla pandemia, è un'esortazione a non dimenticare che la vera via della rinascita di un'Italia così drammaticamente ferita è quella che inizia dalla tutela concreta di ogni lavoro.
In ricordo del senatore Stefano Zuccherini invito pertanto l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio. Applausi).
Discussione del disegno di legge:
(2120) Conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (Relazione orale)(ore 10,14)
Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2120.
Onorevoli colleghi, sospendo la seduta per qualche minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 10,15, è ripresa alle ore 10,30).
La seduta è ripresa.
PAGANO, relatore. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, per meglio definire la relazione e per collazionare gli emendamenti, chiedo una sospensione dei lavori fino alle ore 11,15.
PRESIDENTE. La sospensione è accordata.
Sospendo pertanto la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10,31, è ripresa alle ore 11,25).
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
Riprendiamo i nostri lavori.
Informo che sono terminati i lavori in Commissione affari costituzionali e che, essendo stati presentati emendamenti dalla Commissione, decorrono da questo momento trenta minuti per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Il relatore, senatore Pagano, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, onorevoli senatori, il decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, all'esame dell'Assemblea per la conversione in legge, reca misure urgenti in merito allo svolgimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.
Il provvedimento si compone di cinque articoli. L'articolo 1, in considerazione della perdurante situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19 in tutto il territorio nazionale, dispone che le elezioni previste nell'anno in corso si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021. Sono oggetto di rinvio le seguenti consultazioni elettorali: le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021; le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021; le elezioni amministrative nei Comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette, mediante l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature; le elezioni amministrative, a seguito dell'annullamento delle elezioni degli organi delle amministrazioni comunali in alcune sezioni, anche se già indette; le elezioni amministrative nei Comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato, nel caso in cui le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verifichino entro il 27 luglio 2021; infine, le elezioni degli organi elettivi delle Regioni a Statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi per i quali, entro il 31 luglio 2021, si verifichino le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo.
Con una modifica introdotta in Commissione affari costituzionali è stato disposto il rinvio, però, anche delle elezioni degli organi delle Città metropolitane, dei presidenti delle Province e dei consigli provinciali in scadenza entro i primi nove mesi dell'anno 2021, in luogo dei primi sei mesi dell'anno 2021, come già previsto: sono identici gli emendamenti 1.2 (testo 2), 1.3 (testo 2) e 1.4 (testo 2).
Nel corso dell'esame in Commissione è stato altresì aggiunto l'articolo 1-bis, volto a introdurre una procedura semplificata per la designazione dei rappresentanti di lista nell'ambito delle operazioni elettorali dell'anno 2021: emendamento 1.0.1 (testo 3).
L'articolo 2, invece, prevede che per l'anno 2021, limitatamente alle elezioni comunali e circoscrizionali, il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e delle candidature sia ridotto a un terzo.
Durante l'esame in sede referente sono state introdotte disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei Comuni fino a 15.000 abitanti. In particolare si prevede che, limitatamente all'anno 2021, per le prossime competizioni elettorali, in deroga a quanto previsto al comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 267 del 2000, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, siano eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune.
Qualora non sia raggiunta tale percentuale, l'elezione è nulla.
Si dispone altresì che per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune non si tenga conto degli elettori iscritti all'AIRE che non esercitano il diritto di voto (emendamento 2.5).
L'articolo 3 disciplina le modalità di svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio. Nello specifico, si stabilisce che le votazioni si svolgano in due giornate: domenica (dalle ore 7 alle ore 23) e lunedì (dalle ore 7 alle ore 15).
Con riferimento allo spoglio delle schede e all'ordine di scrutinio, si dispone che, nel caso di coincidenza di elezioni suppletive per Camera e Senato con elezioni regionali o amministrative, si proceda, nell'ordine, allo scrutinio relativo alle elezioni suppletive e successivamente, senza interruzione, a quello relativo alle elezioni regionali o amministrative. Relativamente agli adempimenti comuni, si prevede che si applichino le disposizioni previste per le elezioni politiche, comprese quelle concernenti il funzionamento degli uffici elettorali di sezione.
Si dispone inoltre che le operazioni di scrutinio per ciascuna consultazione debbano essere ultimate entro dodici ore dal loro inizio e che, nel caso di coincidenza delle elezioni regionali con quelle amministrative, lo scrutinio delle elezioni amministrative sia rinviato alle ore 9 del martedì, dando la precedenza alle elezioni comunali e, poi, a quelle circoscrizionali.
Quanto agli oneri, si dispone che le spese derivanti dall'attuazione di adempimenti comuni siano proporzionalmente ripartite tra lo Stato e gli altri enti interessati in base al numero delle rispettive consultazioni.
Con tre identiche proposte emendative approvate in Commissione si è poi disposto che per l'anno 2021 non trovi applicazione il decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, articolo 4, comma 6, in tema di relazione di fine mandato comunale. Un ulteriore intervento emendativo della Commissione ha introdotto la previsione, per le consultazioni elettorali dell'anno 2021 (e solo per esse), dell'apertura degli uffici del casellario giudiziale nei giorni prefestivo e festivo immediatamente precedenti al termine per la pubblicazione del certificato dei candidati (emendamento 3.0.100 (testo 4)).
La Commissione ha anche approvato due identici emendamenti volti a fissare al 31 ottobre 2021 il termine entro cui devono concludersi le procedure elettorali per il rinnovo degli organi collegiali e monocratici delle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (emendamenti 3.0.20 (testo 4) e 3.0.21 (testo 4)).
Inoltre, sono stati accolti alcuni ordini del giorno derivanti dalla trasformazione di emendamenti. Segnalo, in particolare, un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l'opportunità di sensibilizzare le Regioni affinché si preveda il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica su tutto il territorio nazionale (argomento, questo, sensibilizzato da molte parti d'Italia). Segnalo altresì un altro ordine del giorno che impegna il Governo a valutare la proroga fino alla cessazione dello stato di emergenza, con effetto retroattivo, dei permessi riconosciuti dai sindaci in occasione dell'emergenza epidemiologica.
Segnalo infine - e si tratta di un aspetto importante, su cui la decisione è stata assunta questa mattina - l'ordine del giorno che impegna il Governo a valutare con le forze politiche le problematiche applicative della legge 9 gennaio 2019, n. 3, relativamente alla produzione della documentazione richiesta per le candidature. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il senatore Astorre. Ne ha facoltà.
ASTORRE (PD). Signor Presidente, prendo spunto dal provvedimento in esame, che naturalmente credo non possa che vederci concordi, per sollevare nell'Aula del Senato, ai rappresentanti del Governo e spero anche alla ministra Lamorgese, alcune problematiche relative agli enti locali che vorrei fossero dibattute in questa sede o comunque portate a conoscenza di questa Assemblea per ulteriori iniziative politiche e legislative.
La prima questione è relativa alla dignità politica ed economica degli amministratori locali. Non era questo il provvedimento in cui potevamo inserire tale tema, ma in tutti questi anni abbiamo avuto uno sguardo troppo disattento alla dignità politica ed economica degli amministratori locali. Penso ai consiglieri provinciali delle Città metropolitane, che svolgono il loro lavoro a titolo gratuito, penso alle indennità troppo basse per i sindaci. Questi amministratori locali, che nell'anno di pandemia trascorso hanno dimostrato di essere la trincea dello Stato democratico sul territorio, hanno delle indennità e degli stipendi irrisori. Nel 2019 abbiamo fatto, anche in collaborazione con ALI, l'ex Lega delle autonomie locali, un primo intervento per i Comuni sotto i 3.000 abitanti, meritorio ma parziale.
Credo quindi che la Commissione affari istituzionali, presieduta dall'ottimo senatore Dario Parrini, debba cominciare a prendere in considerazione queste vicende, anche perché sulla vicenda delle elezioni dirette per le Province e le Città metropolitane prima o poi dovremo tornare e dovremo riprendere in considerazione che la normativa introdotta con la cosiddetta legge Delrio (la n. 56 del 2014) era una normativa ponte, in attesa del referendum. Il referendum del 4 dicembre 2016 non ha cancellato le Province e le Città metropolitane dalla Costituzione. Sono passati quasi cinque anni e dovremmo riprendere in considerazione la questione dell'elezione diretta per gli organi delle Province e delle Città metropolitane, enti che governano settori importanti del territorio e ai quali, tra l'altro, sono state attribuite altre competenze, dalla scuola, alla viabilità, all'ambiente. Dobbiamo dare a chi svolge quel lavoro un riconoscimento economico degno di quella situazione. Penso che cedere troppo all'antipolitica e al populismo che non da oggi, ma dal 2011-2012 hanno travolto le istituzioni parlamentari sia deleterio e quindi chiedo che il Parlamento e le Commissioni competenti prendano in mano le tante proposte di legge che ci sono e le portino a compimento.
L'ultimo tema è quello dell'estensione della possibilità del terzo mandato per i Comuni sotto i 15.000 abitanti come abbiamo fatto per i Comuni sotto i 3.000 abitanti. Anche per le vicende pregresse, di cui ho detto, e per la scarsità della dignità politica ed economica degli amministratori, troviamo sempre meno persone disposte a impegnarsi nelle amministrazioni locali. Penso quindi che ciò che abbiamo fatto per i Comuni sotto i 3.000 abitanti lo dobbiamo estendere, per la loro funzione e per la modalità diversa di elezione rispetto ai Comuni più grandi, anche ai Comuni sotto i 15.000 abitanti. Restituiamo dignità agli amministratori locali, ricominciamo a discutere di enti di area vasta quali Province e Città metropolitane elette direttamente dai cittadini e poniamoci anche il problema del terzo mandato. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pirovano. Ne ha facoltà.
PIROVANO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, abbiamo cercato di dare il nostro contributo fattivo a questo provvedimento proprio puntando sulle problematiche degli enti locali di cui il senatore Astorre ha parlato poc'anzi. Abbiamo cercato di far presente quali sono i problemi più urgenti che stanno affrontando i nostri enti locali, in particolare i più piccoli, anche se ovviamente non è questo il provvedimento per risolvere le tantissime problematiche che spero ci troveremo a dover affrontare nel breve periodo.
Il Gruppo cui appartengo ha presentato due emendamenti, che sono stati approvati, sul quorum, che viene abbassato dal 50 al 40 per cento in caso di lista unica; inoltre non vengono conteggiati gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), che non esercitano il voto. Abbiamo inserito questi provvedimenti in un disegno di legge più generale, a prima firma del senatore Augussori, di cui sono relatrice, che non si riferisce solo a questa tornata elettorale e che affronteremo una volta concluso l'esame del provvedimento al nostro esame.
Tuttavia ritengo altresì che presentare e approvare questi emendamenti sia un fallimento della classe politica di questo Paese, non dei Comuni. Infatti, abbassare il quorum in caso di lista unica significa che ci sono sempre più amministrazioni in cui non c'è gente che vuole candidarsi come sindaco, come consigliere, come assessore. Chiedere di fare il terzo mandato anche nei Comuni con più di 3.000 abitanti o addirittura togliere il limite di mandato nei Comuni con meno di 3.000 abitanti, come noi chiediamo perché ci sono dei problemi contingenti (io da sindaco di un piccolo Comune sotto i 3.000 abitanti sono al terzo mandato e lo so), è comunque un fallimento, perché significa che non c'è ricambio della classe dirigente, di chi governa un territorio.
Dobbiamo quindi farci delle domande. Sembra che l'arco costituzionale trasversalmente sia concorde - ne abbiamo parlato anche in Commissione - sul fatto che bisogna finalmente affrontare tutti i problemi dei piccoli Comuni. Ne abbiamo parlato con l'Associazione nazionale piccoli Comuni d'Italia (ANPCI), con la presidente Franca Biglio, con Massimo Castelli, coordinatore piccoli Comuni dell'Associazione nazionale Comuni d'Italia (ANCI). I problemi sono veramente tanti e non saranno risolti attraverso questi emendamenti, che sono solo dei piccoli rimedi estemporanei. Noi dobbiamo far tornare ai cittadini la voglia di candidarsi, di lavorare per il proprio paese, per la propria cittadinanza. Se non lo fanno, non è per disinteresse, ma perché fare il sindaco comporta troppe responsabilità e al contempo troppa poca riconoscenza da parte di questi palazzi. In questi anni non è stato rivisto il testo unico degli enti locali: se ne continua a parlare ma non lo si fa mai.
Il sindaco è responsabile di tutto: se in inverno c'è la neve e non viene pulita entro due ore si chiama il sindaco; se in estate ci sono allagamenti per le strade, è colpa del sindaco che non ha pulito le caditoie; se in autunno c'è il vento o in primavera succede qualche danno dovuto a calamità naturali, è il sindaco a doverne rispondere. Il sindaco, però, non ha solo una responsabilità di facciata, morale nei confronti dei cittadini, ma è responsabile anche di fronte alla legge. Ci sono infatti casi assurdi nei quali i sindaci, oltre a dover fare i responsabili dei vari uffici del Comune per mancanza di dipendenti, perché non ci sono soldi per assumerli (quindi non è solo un problema di turnover, ma di mancanza di soldi per le spese correnti), hanno anche la responsabilità in quanto hanno il potere di controllo. Un mio caro amico, il sindaco Imeri di Treviglio, un Comune della bergamasca, solo pochi giorni fa è stato mandato a processo perché, purtroppo, in occasione di un lutto causato da un incidente stradale, è stato rilevato che un guard rail non era a norma; pertanto il sindaco, che non è nemmeno responsabile dell'ufficio tecnico, si ritrova a esser ritenuto responsabile in quanto ha il potere di controllo dell'ente. La stessa cosa capita ai sindaci dei piccoli Comuni, che magari vedono cadere un masso da una montagna (magari nei Comuni montani), e hanno la responsabilità anche in caso di incidente o ancora peggio della morte di qualcuno.
Capite bene che fare il sindaco in queste condizioni, oltretutto adesso in piena pandemia, è come vivere con una spada di Damocle sulla testa. Il sindaco non può essere responsabile di cose che non gli competono e non dovrebbe neanche essere responsabile di settori del Comune visto che spesso non ha né gli studi, né le competenze professionali per poterlo fare; eppure deve farlo. Dobbiamo trovare un modo per risolvere questi problemi, per ridare dignità ai sindaci.
In questo anno non avete visto proteste nelle piazze e nelle strade da parte dei sindaci, anche se magari ogni tanto ne avrebbero voglia, perché non hanno tempo. Non hanno tempo di lamentarsi, non hanno tempo di protestare.
Non hanno tempo per chiedere cose per sé perché le chiedono per i cittadini, perché quando lo Stato - quindi noi, il Governo e il Parlamento - non danno abbastanza sostegni economici alle attività o ai privati, questi ultimi vanno dal sindaco a chiedere un aiuto economico. Capite bene allora che è diventata una missione; fra un po' probabilmente solo i pazzi vorranno fare il sindaco o magari qualcuno non troppo perbene che pensa di lucrare in qualche modo, magari nei Comuni un po' più grandi perché in quelli piccoli c'è veramente poco da lucrare. Non è possibile però che fare il sindaco sia diventato una specie di volontariato senza tutela alcuna.
Mi auguro, visto che abbiamo una maggioranza trasversale e siamo tutti d'accordo sul fatto che i sindaci - in particolare quelli dei piccoli Comuni che, vi ricordo, rappresentano il 70 per cento dei Comuni italiani - hanno bisogno di essere aiutati, che si smetta di parlarne e si cominci a lavorare seriamente per riformare gli enti locali, smettendo di parlare di norme imposte, di fusioni e di tagli. Ricordo infatti che sono i sindaci i primi che sanno risparmiare dove c'è da risparmiare e sanno collaborare con i propri colleghi e con i Comuni vicini quando è utile per la propria cittadinanza. Bisogna smettere di imporre norme che, nel tempo, non sono servite assolutamente a niente.
Parlando dei nostri piccoli Comuni, ricordo anche che in questo anno drammatico sono stati un'oasi di pace, se così vogliamo dire, per tanta gente che non si è ritrovata in un monolocale, nella periferia di una città, con il problema di fare la spesa e in isolamento totale. Abbiamo ancora uno stile di vita che è da preservare e da valorizzare grazie ai nostri spazi e ai nostri servizi che forniamo ai cittadini. Scusate se dico «nostri», mi sento però sempre un po' più sindaco che parlamentare e credo che ciò non mi passerà mai, anche se in questa sede ho un altro ruolo. I servizi che si danno nei piccoli Comuni sono stati fondamentali e tanta gente, come notate, appena può scappa, legalmente o meno, nelle seconde case di montagna, di campagna o di mare perché vivere in lockdown in un Comune di campagna e vivere in città non è esattamente la stessa cosa. Bisogna però aiutare i nostri agricoltori, le nostre piccole attività, i nostri negozi di vicinato, che hanno sfamato la popolazione.
Nei piccoli Comuni non abbiamo problemi di sovraffollamento dei mezzi perché a scuola si va in bicicletta o a piedi. Abbiamo però il problema di raggiungere le scuole superiori perché non ci sono i mezzi adeguati per raggiungere i Comuni che hanno le scuole. Se ne potrebbe parlare veramente all'infinito. È bello avere dei buoni propositi, mi auguro però che presto si smetta solamente di parlare e si lavori concretamente per dimostrare ai sindaci che tutti i sacrifici che hanno fatto in questi anni e in particolare in quest'ultimo anno, sono apprezzati. I sindaci non vogliono un ringraziamento, ma strumenti adeguati per garantire una vita dignitosa ai propri cittadini. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il relatore.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, è stata una discussione generale molto breve, nella quale sono intervenuti solamente due colleghi. Mi piace però sottolineare l'aspetto che è stato messo in luce dalla collega Pirovano e cioè che il tema del rinvio di elezioni comunali, alle quali poi sono state aggiunte anche le elezioni regionali, le suppletive di Camera e Senato e anche le provinciali e quelle per le Città metropolitane, in realtà mette in luce una serie di emergenze del nostro Paese che hanno a che fare soprattutto con i Comuni minori, con i piccoli Comuni. Ricordo, tra l'altro, come abbiamo potuto constatare, che quasi mai in alcuni piccolissimi Comuni si riesce a raggiungere la metà degli aventi diritto al voto.
Chi è sul campo conosce molto bene queste problematiche. Spesso, a causa degli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) non si riesce a raggiungere nemmeno la metà più uno degli aventi diritto al voto. Quindi accade che, talvolta, sia persino complicato poter eleggere un sindaco e un consiglio comunale. Ci sono addirittura casi nei quali vengono depositate liste di comodo, anche da parte di persone non residenti in un certo Comune solo ed esclusivamente affinché si abbia la possibilità di eleggere un sindaco e un consiglio comunale, evitando di lasciare quel Comune senza guida, con un commissario prefettizio.
Le problematiche proseguono: è chiaro che tutto il tema delle elezioni comunali ha a che fare con una risistemazione del quadro normativo nel nostro Paese, che necessita di un "tagliando" e di una rivisitazione complessiva. Ad esempio, che nei Comuni minori si possa dare la possibilità ai sindaci di essere eletti anche per più di due mandati, mi pare abbastanza ovvio. Chi conosce le realtà minori e più piccole è consapevole che a volte diventa difficile trovare persone disponibili a candidarsi a sindaco, per prestare il proprio tempo, le proprie energie e persino le proprie capacità di guadagno al servizio esclusivo dei propri concittadini e dei propri compaesani. Ciò è evidente e nessuno ne è miglior testimonial di chi ha svolto e svolge il ruolo di sindaco ed è costretto ad arrabattarsi, per fare in modo che queste problematiche possano essere affrontate in modo efficace e coerente con i tempi che cambiano. I tempi stanno cambiando e il legislatore deve prenderne atto.
Aggiungo un tema a cui ho fatto cenno nella mia relazione introduttiva e che è stato molto dibattuto in questi giorni in Commissione affari costituzionali. A tal proposito, voglio fare i miei complimenti al presidente Parrini, che ha saputo svolgere bene il ruolo di Presidente della Commissione, creando le condizioni per giungere ad una decisione comune, da parte di una maggioranza così ampia, quale quella che oggi governa il nostro Paese, al fine di rivedere la legge n. 3 del 2019, alla luce dell'applicazione pratica, di quanto accaduto a settembre dell'anno scorso e degli elementi di distorsione o di difficile applicazione sul campo. D'accordo con il Governo, abbiamo deciso di affrontarlo in un'altra sede e in un altro momento. Auspico dunque, in qualità di relatore, che ciò sia fatto il prima possibile e ritengo lo auspichino anche il Governo e tutti coloro i quali hanno a cuore la questione della regolare presentazione delle liste, facendo in modo che diventi semplice e non difficile presentare le liste per le elezioni comunali.
Dobbiamo coinvolgere e convincere i cittadini a prendere parte alla vita pubblica del nostro Paese, anche al livello del proprio Comune e, perché ciò accada, non dobbiamo complicare, ma semplificare il quadro normativo per la presentazione delle liste. Credo che lo sappia bene chi ha svolto questo tipo di attività, nel corso della propria vita politica. Personalmente ho vissuto questa esperienza, essendo stato eletto per ben sei volte nel Comune di mia residenza, e quindi so bene cosa significa affrontare il tema delle elezioni locali e cosa significa non solo andare a chiedere il voto di preferenza, ma soprattutto coinvolgere i cittadini nella vita della propria città, per migliorarne le condizioni e la qualità della vita.
Non sto andando fuori tema, cari colleghi, perché il tema dello spostamento delle elezioni comunali, collegato a un'emergenza pandemica quale quella che sta vivendo in modo patologico il nostro Paese, ci mette nelle condizioni di fare una riflessione - e questo è un fatto positivo - su una questione che merita un approfondimento. Si tratta del coinvolgimento delle persone alla vita pubblica, alla politica, in una fase nella quale dobbiamo riconquistare l'amore per la politica: dobbiamo convincere, far capire a tutti i cittadini che fare politica è una funzione "alta", che comporta un impegno e un servizio: per chi magari già svolge un lavoro ed è impegnato con la famiglia, si tratta di destinare parte del proprio tempo anche a migliorare la qualità della vita dei propri concittadini.
Signora Presidente, onorevoli colleghi, capite bene che anche questo provvedimento, apparentemente semplice, introduce di fatto un tema che merita di essere approfondito, e cioè quello dell'amore per la politica in una fase nella quale tutti i cittadini devono riconquistare fiducia nei suoi confronti. (Applausi). Quella fiducia che, purtroppo, invece, è andata via via scemando. Questo è compito nostro, cari colleghi: far tornare la fiducia nei cittadini, soprattutto in un periodo nel quale gli stessi vivono enormi difficoltà, sociali ed economiche, soprattutto in alcuni settori della società italiana, e noi abbiamo il dovere di non dimenticarcene.
Per questa ragione, ho colto questa opportunità per ricordare a ciascuno di noi il compito, la missione che dobbiamo svolgere: dare una buona amministrazione al nostro Paese, al nostro Stato, pensando già alle riaperture, alla capacità di produrre fiducia verso un futuro migliore, in un momento nel quale le forze politiche in campo hanno fatto tutte un passettino indietro per guardare avanti con fiducia e unire il Paese per una prospettiva diversa. (Applausi).
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo non intende intervenire in sede di replica.
Colleghi, sospendo la seduta per quindici minuti in attesa che arrivi materialmente il fascicolo degli emendamenti, in modo che tutti possano avere gli strumenti per seguire i lavori e votare.
La Commissione ha esaurito i suoi lavori, abbiamo ritenuto di proseguire con la discussione generale in modo da portarci avanti, ma ora sospendo la seduta in attesa del fascicolo degli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 11,58, è ripresa alle ore 12,19).
La seduta è ripresa.
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.
La Presidenza, conformemente a quanto stabilito nel corso dell'esame in sede referente, dichiara improponibili, ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento per estraneità di materia rispetto ai contenuti del decreto-legge gli emendamenti 1.5, 1.6, 2.1, 2.2, 2.3, 3.5, 3.0.12, 3.0.13, 3.0.14, 3.0.15, 3.0.16, 3.0.17, 3.0.18 e 3.0.19. Gli emendamenti 3.2, 3.3 e 3.4 sono proponibili limitatamente al comma 2-bis e gli emendamenti 3.0.5, 3.0.6 e 3.0.7 sono proponibili limitatamente al comma 2. I colleghi vedranno dal fascicolo che alcuni sono stati anche ritirati e, quindi, il problema è superato per molti.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.
Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.
Procediamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.5, 1.2 (testo 2), identico agli emendamenti 1.3 (testo 2) e 1.4 (testo 2), e 1.0.1 (testo 3). Esprimo altresì parere favorevole anche sull'ordine del giorno G1.100.
SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, sugli emendamenti della Commissione il parere è favorevole e l'ordine del giorno G1.100 è stato accolto in quanto era stato approvato in Commissione.
Signor Presidente, comunque il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.1 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.100, presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.2 (testo 2), presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Gli emendamenti 1.5 e 1.6 sono improponibili.
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1.100 non verrà posto ai voti.
Chiedo al Presidente della 5a Commissione di esprimere il parere sull'emendamento 1.0.1 (testo 3).
PESCO (M5S). Signor Presidente, esprimo parere di nulla osta.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.1 (testo 3), presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.4 e 2.5.
SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Chiedo al Presidente della 5a Commissione di esprimere il parere sugli emendamenti in esame.
PESCO (M5S). Signor Presidente, il parere è di nulla osta su entrambi.
PRESIDENTE. Gli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3 sono improponibili.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole su tutti gli emendamenti presentati dalla Commissione. Sui restanti emendamenti formulo un invito al ritiro, ricordando che è stato approvato un ordine del giorno in Commissione, come giustamente mi è stato ricordato. Esprimo altresì parere favorevole sugli ordini del giorno.
SCALFAROTTO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, accolgo l'ordine del giorno G3.1 ed esprimo parere contrario sull'ordine del giorno G3.100.
Accolgo il primo impegno dell'ordine del giorno G3.101, a condizione che venga apportata al testo la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, nonché con le tempistiche necessarie all'organizzazione e al relativo approvvigionamento, l'opportunità di adottare iniziative volte alla sostituzione delle attuali urne elettorali con altre di materiale semitrasparente, in modo da rendere possibile la verifica della sola presenza di schede elettorali al loro interno, non anche l'identificazione delle stesse».
Esprimo parere contrario sul secondo e sul terzo impegno del medesimo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Gli emendamenti da 3.1 a 3.4 sono stati ritirati.
L'emendamento 3.5 è improponibile.
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.1 non verrà posto ai voti.
Senatrice Mantovani, insiste per la votazione del giorno G3.100?
Presidenza del vice presidente LA RUSSA (ore 12,35)
MANTOVANI (M5S). Signor Presidente, come già concordato in Commissione, ritiro l'ordine del giorno G3.100, mentre per quanto riguarda il successivo ordine del giorno G3.101, accettiamo la proposta di riformulazione avanzata dal rappresentante del Governo.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G3.101 (testo 2) non verrà posto ai voti.
PAGANO, relatore. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAGANO, relatore. Mi scusi, signor Presidente, intervengo solo per ricordare all'Assemblea che gli ordini del giorno approvati in Commissione, non presenti nel fascicolo che è stato consegnato, sono da intendersi approvati anche in questa sede.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.0.1.
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo per annunciare il ritiro dell'emendamento 3.0.1 e del successivo 3.0.8, perché entrambi già ritirati in Commissione e trasformati in ordini del giorno che, come richiamato anche dal relatore Pagano, se pur non formalmente presenti nel fascicolo, sono stati condivisi.
PRESIDENTE. Gli emendamenti da 3.0.2 a 3.0.4 sono stati ritirati.
Chiedo al Presidente della 5a Commissione di esprimere il parere sull'emendamento 3.0.100 (testo 4).
PESCO (M5S). Signor Presidente, esprimo parere di nulla osta sull'emendamento in esame.
IANNONE (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IANNONE (FdI). Signor Presidente, sull'emendamento 3.0.11 c'è stato un invito al ritiro da parte del relatore e del rappresentante del Governo. Insisto per la votazione.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende nota.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.100 (testo 4), presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Chiedo al Presidente della 5a Commissione di esprimere il parere sull'emendamento 3.0.5 (testo 2).
PESCO (M5S). Signor Presidente, esprimo parere di nulla osta sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.5 (testo 2), presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Gli emendamenti 3.0.8 e 3.0.9 sono stati ritirati.
Passiamo all'emendamento 3.0.10, identico all'emendamento 3.0.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, stante l'accoglimento dell'ordine del giorno in Commissione, ritiro l'emendamento 3.0.10.
PRESIDENTE. Essendone stata avanzata richiesta, passiamo alla votazione dell'emendamento 3.0.11.
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, l'emendamento 3.0.11 è identico a quelli presentati dal nostro Gruppo, da Forza Italia e dalla senatrice De Petris.
L'emendamento in esame ha ad oggetto l'estensione dei permessi retribuiti per i sindaci dei piccoli Comuni, che rappresenta una misura sicuramente meritoria. Tuttavia, non avendo la misura copertura ed essendo il provvedimento a invarianza finanziaria, in Commissione - potrà confermarlo il presidente Pesco, che si è occupato del coordinamento - tutti i Gruppi hanno convenuto di ritirare gli emendamenti, convergendo su un ordine del giorno comune e su un futuro emendamento della Commissione al prossimo decreto sostegni.
È pertanto abbastanza incomprensibile l'atteggiamento di chi, prima, ha sostenuto l'ordine del giorno e si è impegnato a sottoscrivere l'emendamento al decreto sostegni e ora, invece, si dissocia e chiede la votazione dell'emendamento che - ripeto - è privo di copertura finanziaria.
Per questi motivi, annuncio il voto contrario all'emendamento.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.11, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Gli emendamenti da 3.0.12 a 3.0.19 sono improponibili.
Chiedo al Presidente della 5a Commissione di esprimere il parere all'emendamento 3.0.20 (testo 4).
PESCO (M5S). Signor Presidente, il parere è di nulla osta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.0.20 (testo 4).
GALLONE (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento in esame, che è frutto della riformulazione di un precedente emendamento con cui si prevedeva la possibilità, per gli atenei che ne avessero necessità, di poter prorogare i termini per la rielezione del rettore e di tutto il collegio.
Il termine del 31 ottobre, indicato come proroga ideale, sicuramente non risolve il problema per quei pochi atenei che, purtroppo, sono ancora in difficoltà avendo subito un contraccolpo abbastanza forte a causa della pandemia. Mi riferisco agli atenei di Bergamo, in particolare, e di Venezia, che avrebbero avuto bisogno almeno di una proroga al 31 dicembre, cosa che magari chiederemo al Governo con un ordine del giorno che presenteremo alla Camera dei deputati.
Senza voler assolutamente entrare nell'ambito dell'autonomia di ogni singolo ateneo, chiediamo però che venga riconosciuta agli atenei in difficoltà la possibilità di mettere in atto tutte le procedure necessarie per arrivare a un rinnovo delle cariche e degli incarichi al fine di garantire un corretto avvio dell'anno accademico.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.20 (testo 4), presentato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
GRIMANI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRIMANI (IV-PSI). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto che andiamo a convertire oggi fa parte di tutta quella serie di provvedimenti utili a prendere atto del permanere di una situazione pesante dal punto di vista dell'emergenza epidemiologica, che impone comunque delle variazioni per quanto riguarda la tempistica - in questo caso delle elezioni - in altri momenti diversi della vita quotidiana. Quando approviamo provvedimenti di questa natura, il pensiero va sicuramente alla riconquista di una normalità che ancora appare lontana, ma che deve essere il tratto dominante della nostra azione di parlamentari, ma soprattutto dell'azione quotidiana del Governo. Pensiamo, infatti, a tutto il percorso della vaccinazione che oggi stiamo concretamente avviando e si sta anzi accelerando, che è ciò che veramente più interessa ai cittadini, perché è lo strumento che insieme a tutte le misure di contenimento può veramente determinare la svolta per il Paese e far sì che i provvedimenti che andiamo ad approvare oggi siano qualcosa da dimenticare in fretta. Speriamo che in questo caso il rinvio delle elezioni, che non è sicuramente il tema che hanno in mente gli italiani, sia uno degli ultimi provvedimenti che mettiamo in campo per rinviare qualcosa e per far fronte al permanere di un'emergenza comunque alta in termini di contagio e purtroppo di decessi, che sono ancora molto alti e lasciano il Paese in un clima mesto e di dolore.
Il provvedimento in esame sostanzialmente - come abbiamo sentito già negli interventi precedenti e dalla relazione del relatore - rinvia la data del turno elettorale ordinario che ci sarebbe stato tra aprile e giugno per quanto riguarda le elezioni amministrative, le eventuali suppletive per i collegi di Camera e Senato; il rinnovo di alcune sezioni di precedenti elezioni comunali invalidate; i Consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa; i Consigli comunali sciolti per altri motivi, per dimissioni dei sindaci, per impedimento permanente, per il venir meno della maggioranza nei Consigli comunali; insomma per tutte quelle vicende che hanno determinato l'interruzione della vita di alcuni Consigli comunali e quindi la decadenza dei sindaci. In pratica, si sposta il turno elettorale nel periodo che va dal 15 settembre al 15 ottobre, per consentire lo svolgimento delle elezioni in condizioni di sicurezza, chiaramente con un occhio di riguardo nei confronti dei cittadini che si recano alle urne, nonché per consentire a chi deve lavorare in quel contesto - prefetture e personale degli enti locali - di poterlo fare in una condizione di maggiore sicurezza. A settembre-ottobre avremo sicuramente un quadro migliore dal punto di vista della tenuta del Paese, perché avremo sicuramente un livello molto alto di vaccinazione e, quindi, di immunizzazione.
Il provvedimento al nostro esame - nella dichiarazione di voto è giusto fare delle considerazioni di carattere politico - è stato migliorato con un occhio di riguardo alla vita delle amministrazioni comunali.
Credo sia stato questo - come già evidenziato in molti interventi - un punto importante, con tutti gli emendamenti approvati, tesi a ridurre gli adempimenti e a dare dignità - come prima è stato detto - a situazioni in cui vengono presentate, ad esempio, singole liste per le elezioni comunali, abbassando al 40 per cento il quorum dei partecipanti al voto come elemento fondamentale per poter rendere valida l'elezione. Sono stati introdotti elementi migliorativi per la vita dei sindaci, di fatto eliminando le sanzioni per una presentazione tardiva della relazione di fine mandato, che hanno l'obiettivo di prendere atto di una situazione di emergenza che ricade anche sulla vita delle amministrazioni locali, che sono veramente il polmone più vicino alla vita dei cittadini. Oggi il nostro dovere è rendere le amministrazioni comunali - e comunque le istituzioni - più vicine ai cittadini, rendere la loro vita più semplice per consentir loro di avere un rapporto con i cittadini più improntato alla soluzione dei problemi, alla vicinanza quotidiana per risolvere i problemi, piuttosto che obbligarle a star dietro a questioni burocratiche che invece allontanano la percezione del Comune, dell'ente locale, dalla vita delle persone. È inutile rimanere abbarbicati in una rigidità eccessiva su questioni meramente tecniche, come la relazione di fine mandato o altri adempimenti, e sottrarre tempo alle amministrazioni locali, che invece devono essere il primo sportello per i bisogni dei cittadini. Tanti amministratori che ora sono senatori o che lo sono stati sanno bene tutto questo, come tra l'altro ha detto benissimo prima la collega Pirovano.
Credo quindi che sia stata prestata un'attenzione per cercare di migliorare il provvedimento in esame, anche se non tutti gli emendamenti sono stati approvati. Ritengo che in questo senso ci sia da prendere altro di un aspetto. Oggi con il decreto-legge in discussione andiamo a creare le condizioni per consentire ai cittadini di avere un voto tranquillo, in maggiore sicurezza. Tuttavia, da questo provvedimento dovranno prendere spunto tutte quelle iniziative che devono consentire al Paese di tornare alla normalità. Questo è l'obiettivo che, come classe politica, dobbiamo avere di fronte a noi: licenziare nella maniera più rapida possibile questi che sono dei provvedimenti tampone, che cercano di rendere normale ciò che non lo è più; nello stesso tempo, però, come Parlamento dobbiamo dare la spinta e un incentivo forte all'attività del Governo per mettere in campo altri provvedimenti importanti che devono sostenere la vita economica del nostro Paese.
In questi giorni in Senato è in corso l'esame del decreto-legge sostegni, un testo importante che non risolve da solo il problema di tutta quella parte di popolazione che fa libera impresa e che con le chiusure è costretta, purtroppo, a vedere le proprie condizioni economiche in una fase di grande decadimento. Noi dobbiamo essere pronti a dare risposte, che devono essere caratterizzate da un sostegno economico ancora più rilevante di quello che già c'è, e soprattutto dare una prospettiva ordinaria di riapertura a questo Paese. Non si deve creare il partito di chi vuole aprire contro quello di chi vuole chiudere, ma occorre tracciare una strada caratterizzata da programmazione, per vedere quale può essere la via d'uscita, senza creare in questo senso contrapposizioni che non servono a nessuno, che possono alimentare i talk show, e non danno risposta a chi fa impresa, a chi deve pagare le bollette e i canoni degli affitti.
Occorre individuare una strada ben chiara, perché oggi i cittadini vogliono sapere (chi fa impresa, chi ha un negozio, chi ha un ristorante) quando si potranno riaprire le attività, sapendo bene che le condizioni sono dettate dal quadro sanitario ed epidemiologico. Contano i numeri - come ha ben detto il presidente Draghi - ma all'interno di questo schema quei numeri devono essere adattati, o meglio ragionati in un quadro di necessità economiche e sociali del Paese, l'osservanza delle quali ormai non è più rinviabile.
Da un lato, come Parlamento, dobbiamo quindi lavorare per licenziare in tempi rapidi - come facciamo oggi - provvedimenti che hanno una natura meramente tecnica e - in questo caso - per consentire di svolgere le elezioni tra settembre e ottobre in una condizione di maggiore tranquillità e sicurezza sanitaria; nello stesso tempo, licenziati questi provvedimenti, occorre dare la spinta per il rilancio del nostro Paese, programmare riaperture progressive, rapide, connesse chiaramente ai dati scientifici. Nello stesso tempo, però, bisogna garantire a chi in questi mesi ha avuto chiusa la propria attività un sostegno economico per la sua sopravvivenza ma anche per la vita quotidiana dei nostri cittadini.
Concludo il mio intervento confermando il voto favorevole di Italia Viva sul provvedimento in discussione, di conversione del decreto-legge n. 25 del 2021. (Applausi).
IANNONE (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IANNONE (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, per Fratelli d'Italia il voto è il sale della democrazia e in questo momento, particolarmente difficile e sofferto è - a nostro giudizio - anche un elemento ricostituente. Per questo motivo non riteniamo votabile il provvedimento al nostro esame e continuiamo a non capire per quale motivo in tutte le realtà europee si vada al voto mentre In Italia c'è bisogno di spostare la data delle elezioni amministrative. Ci sorge il legittimo sospetto che la vicenda delle elezioni amministrative debba rappresentare la foglia di fico e la normale prosecuzione del racconto in base al quale in Italia non si possono tenere le elezioni politiche per effetto della pandemia e, quindi, oggi si sarebbe in enorme difficoltà a far votare i Comuni, perché è ovvio che il virus non fa distinzione. In tal modo, però, noi diamo un ulteriore segnale di allontanamento e di delegittimazione delle istituzioni rispetto alle difficoltà dei cittadini.
Peraltro, noi ci auguriamo - come ha detto chi mi ha preceduto - che nella finestra individuata tra il 15 settembre e il 15 ottobre le condizioni siano diverse. Esprimiamo però enorme preoccupazione per come anche il nuovo Governo sta affrontando l'emergenza pandemica in Italia: vaccinazioni a rilento; mancanza di risposte concrete a quelle categorie che stanno pagando più degli altri la difficoltà della crisi, diventata anche economica e sociale. Noi riteniamo gli enti locali, i Comuni e le Province, istituzioni fondamentali nella costruzione del nostro ordinamento statale e voglio esprimere agli amministratori locali tutta la vicinanza e il rispetto del nostro partito nei loro confronti. Sappiamo infatti - e ne siamo consapevoli per essere stati anche noi nella precedente stagione politica amministratori locali - cosa significa stare sui territori ed essere la prima interfaccia dei cittadini, essere investiti di tutte le questioni che in maniera immediata vengono poste a coloro che sono amministratori di prossimità.
Non solo non condividiamo il principio che sottostà al provvedimento al nostro esame ma riteniamo anche che esso sia stato scritto male e abbia ignorato delle questioni che in maniera immediata investono gli enti locali. Abbiamo cercato con una serie di emendamenti di portare il nostro contributo per migliorare il provvedimento, come sempre facciamo da opposizione patriottica quale siamo. Ci dispiace raccogliere delle bocciature e delle improponibilità che - a nostro giudizio - sono molto discutibili. Ci fa piacere naturalmente che l'attività della Commissione, che voglio ringraziare - e mi riferisco in particolare al mio collega di Gruppo, senatore Totaro - sia riuscita in parte minima ad apportare dei correttivi che certamente migliorano il provvedimento, tanto è vero che abbiamo votato tutti gli emendamenti proposti dalla Commissione.
Sull'emendamento 3.0.11 abbiamo chiesto il voto, perché riteniamo che i sindaci rappresentino l'emblema di quegli amministratori che sono stati caricati di una responsabilità ulteriore rispetto a quella che hanno già, in tempi ordinari, come autorità sanitaria sul territorio. È incredibile che, rimettendosi a questioni di mero carattere ragionieristico, che rappresentano la morte della politica, non si stia vicino a quegli amministratori che ogni giorno si sbracciano per fare in modo di preservare la propria comunità ed essere vicini ai cittadini più in difficoltà.
Tutti gli emendamenti che sono stati proposti, anche dall'ampia maggioranza, confermano che quello in esame era un provvedimento molto carente. Voglio ricordare che i Comuni avevano come problema immediato l'approvazione dei bilanci di previsione e quel problema - noi l'avevamo intravisto, tanto è vero che avevamo proposto un emendamento in proposito - è stato risolto in parte soltanto con un emendamento al decreto-legge sostegni, spostando il termine dal 31 di marzo alla fine di aprile. Questo termine sicuramente dà un agio in più, ma tuttavia reputo non sufficiente alla luce di quello che stanno attraversando i Comuni.
In ogni occasione come questa torna nel dibattito la retorica - che tale resta - su tutto quello che si dovrebbe fare e non si fa per gli enti locali. È evidente che il problema degli enti locali, che occorre affrontare, non è lo spostamento delle elezioni. Aggiungo anzi che avremmo bisogno di istituzioni in forma, pienamente legittimate, soprattutto in questo momento in cui gli amministratori devono prendere decisioni difficili e di grande responsabilità. I veri problemi, però, non vengono affrontati. Ci sono Comuni che hanno difficoltà finanziarie enormi e cosa si fa? Avevamo proposto un emendamento per sospendere i mutui, per quello che riguarda la quota capitale, con la Cassa depositi e prestiti, che è ciò che incombe maggiormente sui Comuni. Spero dunque che il Governo voglia mettere mano anche a questo aspetto, perché ci deve essere consapevolezza che, soprattutto per dare servizi alle persone, gli enti locali devono avere risorse, che non ci sono neanche nei momenti ordinari, figuriamoci in una fase straordinaria come quella attuale.
Il senatore Astorre ha parlato della questione delle Province, su cui voglio tornare. Per quanto riguarda l'aspetto elettorale, bisogna rendersi conto del fatto che ci sono Province il cui mandato è scaduto nell'autunno scorso. Con le nuove norme si arriverà a sessanta giorni dopo le votazioni per le amministrazioni comunali. Aggiungo che non si tratta di una tornata di amministrative come le altre, visto che andranno al voto oltre 1.000 Comuni italiani e, soprattutto, tra essi ci sono Roma, Milano, Napoli, Torino e tante realtà superiori ai 15.000 abitanti. Aggiungo, inoltre, che esistono Comuni in piccole realtà - mi riferisco soprattutto a quelli delle aree interne - che vivono un fenomeno di disantropizzazione, che rappresenta un'emergenza da affrontare immediatamente, e non per dare peso al personale politico, ma per riconoscere diritti a cittadini che pagano le tasse esattamente come i cittadini che risiedono nei grandi centri urbani.
È stato un gravissimo errore abolire fintamente le Province. La riforma Delrio è stata un fallimento totale perché quel livello istituzionale, il livello di governo in area vasta, è rimasto fantasma. È lì ed è come la nebbia di Totò a Milano: c'è, ma non si vede. Eppure, gestisce servizi fondamentali come l'edilizia scolastica, migliaia di chilometri di strade provinciale che non ricevono interventi di manutenzione né ordinaria né straordinaria ormai da oltre sei anni. Che cosa facciamo? Stiamo qui ad aspettare le tragedie?
Credo che sia questa la priorità da affrontare e per questi motivi annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia al provvedimento. (Applausi).
VALENTE (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALENTE (PD). Signor Presidente, in primo luogo desidero rivolgere un ringraziamento non scontato - come hanno fatto altri - al relatore per il lavoro che è stato fatto in Commissione, così come al Sottosegretario, al Governo tutto e al Presidente della nostra Commissione. Vorrei anche sottolineare che il clima che ha accompagnato nei fatti il decreto-legge in esame è stato davvero estremamente positivo, a basso tasso di intensità polemiche - e questo credo faccia bene a tutti - restando sempre su un livello di confronto chiaro, aperto, a cui hanno contribuito tutti: Governo, maggioranza e opposizione.
Questo fatto, su una materia così importante e centrale come quella elettorale, è sicuramente una buona notizia, soprattutto se ricordiamo che l'anno scorso andò molto diversamente con il decreto-legge sul rinvio delle elezioni nel giugno 2020.
Eravamo convintissimi già allora - lo crediamo ancora di più oggi - che, soprattutto in una fase difficile come questa, il tema elettorale, a prescindere che si parli di referendum, Regioni, Comuni più o meno importanti, richiede un dialogo tra Governo e Parlamento; e richiede anche la capacità della maggioranza - anche dell'attuale maggioranza - di coinvolgere l'opposizione, così come, d'altra parte, la disponibilità della minoranza di stare ai fatti e alla realtà, al netto delle battaglie parlamentari che sono sempre legittime in democrazia.
Non credo che in quest'anno d'emergenza su questa materia si sia mai adottato un provvedimento contro le opposizioni per opportunità di parte, come di nuovo ho sentito dire anche stamattina da qualcuno il decreto-legge in esame. Credo anzi che lo spirito con cui abbiamo discusso, e spesso anche migliorato in Parlamento, i provvedimenti che venivano dal Governo sia sempre stato ispirato alla correttezza nonché alla limpidezza. Del resto, i fatti lo hanno dimostrato.
Il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire oggi si inserisce pienamente in questo quadro: c'è stata discussione in Commissione, c'è stato un dibattito nella sede parlamentare e credo che il confronto alla fine abbia portato a miglioramenti significativi rispetto al testo iniziale, ascoltando soprattutto Comuni, Province, territorio, enti locali.
Nel merito, intanto, anche a beneficio di chi ci ascolta, credo sia necessario ricordare e avere presente che noi siamo ancora, purtroppo, in piena emergenza sanitaria. Non possiamo fingere di essere usciti da un periodo straordinario ed eccezionale della storia del Paese e del mondo intero; né possiamo nascondere di venire da un anno e più che ha suscitato preoccupazioni enormi, giustamente, tra i cittadini, che ha provocato lutti in numeri che restano ancora drammaticamente alti, nonostante non siano forse più quelli della fase peggiore, che ha provocato limitazioni, sacrifici duri, direi a dir poco estenuanti per la vita delle persone.
Proprio per questo, nonostante la campagna vaccinale sia avviata - e anzi, si possa pensare che già dai prossimi giorni ci sarà una consistente accelerazione nella somministrazione dei vaccini - non possiamo in questo momento abbassare l'attenzione sui rischi che - ad esempio - un turno elettorale si porterebbe dietro. Non potevamo farlo l'anno scorso, quando il turno elettorale - allora comprendeva anche un referendum - fu rinviato a settembre, con molte polemiche, anche in Parlamento. E abbiamo visto che quel rinvio non ha portato alcuna minaccia al corretto funzionamento della democrazia e all'espressione della volontà popolare. Non possiamo prescindere da un principio di cautela neanche quest'anno, proprio perché veniamo dall'esperienza delle elezioni del 2020 che, pur svoltesi in modi differenti, hanno garantito il diritto di tutte le forze politiche e di tutti i candidati, oltre che quelle dei cittadini elettori.
Per questo, adottando un atteggiamento di prudenza giusto, questo decreto-legge aggiunge un pezzo importante alla costruzione di una nuova normalità che sta ispirando tutti i provvedimenti e tutte le iniziative che si stanno mettendo in campo nelle ultime settimane e nei mesi passati.
Il decreto-legge che oggi convertiamo va quindi visto in siffatto percorso, e per questo noi del Partito Democratico lo riteniamo assolutamente rilevante e degno di nota, anche perché in autunno dovranno recarsi al voto poco meno di 1.300 Comuni, tra cui molti tra i maggiori capoluoghi, e un'importante Regione del Mezzogiorno come la Calabria, oltre al voto per le suppletive.
Quello oggi all'esame è un decreto-legge che cerca di blindare, nella maniera più corretta possibile, la necessità di garantire lo svolgimento democratico di consultazioni elettorali che erano previste per la primavera e di farlo non solo nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, ma anche in un quadro della diffusione dei rischi che si può immaginare - ci auguriamo - sia migliorato tra settembre e ottobre.
Ecco perché la scelta di tornare a votare su due giorni, soprattutto a tutela dei più anziani, ovviamente. Ecco perché la scelta di farlo in una finestra temporale tra il 15 settembre e il 15 ottobre, che dovrebbe consentire a tutte le forze politiche di presentare liste in tempi ragionevoli e di fare campagna elettorale in modo adeguato.
Non si tratta di altro se non di quella linea di prudenza, di principio e precauzione che giustamente questo Governo sta seguendo, peraltro in assoluta continuità con l'impostazione del Governo precedente, che ha dato buoni risultati di efficacia già nel precedente turno elettorale del settembre 2020.
Inoltre, con un consenso ampio da parte di tutte le forze politiche in Commissione affari costituzionali, sono state anche rinviate le elezioni per il rinnovo degli organi delle Città metropolitane, per i Presidenti di Provincia e per i Consigli provinciali che scadono nei primi nove mesi del 2021, anziché soltanto nel primo semestre, come era già previsto. In questo modo il rinvio viene correttamente esteso anche a quelle Provincie i cui organi scadono nel mese di luglio.
Le elezioni non sono soltanto il giorno in cui i cittadini sono chiamati a esprimersi con la scheda elettorale, ma sono anche un percorso articolato e complesso. In questo percorso complesso c'è una fase che presenta ovviamente rischi legati agli assembramenti o comunque a possibili occasioni di contatto con vettori epidemici, ossia quella della raccolta delle firme. È vero che ogni legge regionale ha la sua normativa e quella nazionale presenta, a seconda delle dimensioni dei Comuni, un numero differente di firme; ma oggi è giusto ridurre dei due terzi le firme previste. In buona sostanza, come è stato già nel 2020, basterà soltanto un terzo delle firme attualmente previste per poter presentare le liste.
Come Partito Democratico abbiamo condiviso l'esigenza per i Comuni fino a 15.000 abitanti di affrontare il tema dello spopolamento diffuso, che tutti ben conosciamo, e quello del voto degli aventi diritto iscritti all'AIRE. Secondo noi, è giusto affrontare questi punti, soprattutto in questa fase, in cui gli spostamenti tra distanze maggiori o minori sono resi molto difficili. La soluzione è nota: per tutto il 2021, in caso di lista unica, potranno essere eletti tutti i componenti della lista se il numero di votanti sarà del 40 per cento degli iscritti alle liste. Questo numero sarà stabilito non tenendo conto degli elettori iscritti all'AIRE che non esercitano il diritto di voto e se la lista, ovviamente, otterrà almeno il 50 per cento dei voti.
Intanto siamo intervenuti per il 2021, anche perché la materia del provvedimento in esame consentiva solo questo. Terminata la fase di emergenza, ci saranno il tempo e l'occasione per rivedere alcune norme che devono essere aggiornate e il relativo provvedimento è attualmente in discussione nella nostra Commissione.
Abbiamo poi affrontato - come era doveroso - il tema di tutti gli oneri amministrativi per la presentazione delle liste, affidandone per ora la definizione a un ordine del giorno condiviso.
Credo altresì che sia importante ricordare l'altro ordine del giorno condiviso e sottoscritto da tutte le forze politiche per la proroga dei permessi ai sindaci, per cui il Governo si è impegnato a inserire una specifica norma nel prossimo decreto-legge, che io credo dovrebbe davvero servire a risolvere alcune difficoltà o dubbi interpretativi pure emersi in questi mesi. Ricordo che stiamo parlando di sindaci che in molte occasioni stanno facendo sforzi davvero straordinari - e a loro vanno il nostro sostegno e la nostra vicinanza, anche personali - in comunità di ridotte dimensioni, alle quali lo Stato ha il dovere di far sentire concretamente la propria vicinanza e il proprio supporto, sempre.
Signor Presidente, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, perché è equo ed equilibrato e aggiunge un mattone fondamentale per la costruzione di quella normalità, seppure ancora drammaticamente parziale, necessaria per un appuntamento importante per tante, tantissime comunità del nostro territorio. (Applausi).
RUOTOLO (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUOTOLO (Misto). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, con convinzione siamo qui oggi a votare per convertire in legge il decreto-legge n. 25 del 5 marzo del 2021 per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, prevedendo una finestra elettorale tra il 15 settembre e il 15 ottobre.
Consentitemi però di esprimere innanzitutto la mia solidarietà e quella delle senatrici e dei senatori del Gruppo Misto al ministro della salute Roberto Speranza e al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (Applausi), vittime entrambi di minacce e intimidazioni, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, con modalità diverse.
Si tratta di un clima di tensione pericoloso: basti pensare alla bomba molotov all'Istituto superiore di sanità. Ministro Speranza, presidente Bonaccini, noi stiamo con voi.
Eccoci al provvedimento che stiamo per licenziare in prima lettura, che ricalca un'iniziativa analoga presa l'anno scorso e che ritengo doveroso, in ragione del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19 complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale, nonché dell'evolversi di varianti del virus che in alcuni casi, come la variante inglese, presentano un carattere anche di maggiore contagiosità. Il decreto-legge prevede - lo abbiamo già sentito - che le consultazioni si svolgano in due giornate. Devo dire che il relatore, il collega Pagano, ha già illustrato ampiamente in Aula i contenuti del provvedimento, e posso dirvi che abbiamo lavorato bene come maggioranza in 1a Commissione.
Colleghe e colleghi - come sapete - si sarebbe dovuto votare a maggio per le regionali in Calabria, per i Consigli comunali di città importanti e popolose come Roma, Napoli, Milano, Torino, Bologna (solo per citarne alcune). Tutti avremmo voluto che si fosse votato secondo la scadenza naturale, ma non è stato possibile perché siamo ancora in piena emergenza sanitaria. Nessuno in quest'Aula può contestare l'evidenza: abbiamo difficoltà nel piano vaccinale; le terapie intensive e i reparti ospedalieri sono occupati oltre la soglia critica; non sappiamo ancora se abbiamo raggiunto il picco dei contagi.
Certo, ci sono dei timidi segnali che ci fanno ben sperare, ma il Paese è ancora diviso tra zone rosse e zone arancioni. Abbiamo 550.000 persone attualmente contagiate e ogni giorno contiamo, purtroppo, centinaia di vittime (296 l'altro ieri, 421 ieri). Siamo quasi a 112.000 persone morte in poco più di un anno. Ecco perché ci sembra così irreale il dibattito di questi giorni, alimentato da dichiarazioni di esponenti politici che si oppongono alle misure di contenimento della pandemia da parte del Governo, pur facendo parte della stessa maggioranza che sostiene il Governo Draghi. Ci sono Regioni che spingono per riaprire e il leader della Lega che dice no all'ideologia del rosso. Ma davvero, senatore Salvini, lei è convinto che ci siano fautori dell'ideologia della zona rossa? E a che scopo?
Non è il momento di dividerci tra rigoristi e aperturisti. Il presidente Draghi, il ministro Speranza, l'intero Governo e quindi anche i Ministri della Lega dicono una cosa semplice e ovvia: se caleranno i contagi, ridurremo le costrizioni. Sovraesporre un Ministro è sbagliato; personalizzare lo scontro è doppiamente sbagliato; cavalcare la rabbia è sbagliato; lasciare solo chi è in trincea è sbagliato. Non può essere la convenienza a far decidere le eventuali riaperture: riapriremo quando ce lo dirà la scienza e quando ce lo diranno i dati medici. Sappiamo bene che il Paese si sta impoverendo e siamo tutti ben consapevoli che migliaia e migliaia di persone soffrono la crisi economica: quasi un milione di posti di lavoro persi - soprattutto per le donne - a causa delle conseguenze economiche della pandemia e delle restrizioni per contenere i contagi, secondo i nuovi dati diffusi ieri dall'Istat; tassi di disoccupazione giovanili al 31,6 per cento, nonostante il blocco dei licenziamenti.
Avremmo dovuto fare di più, certo. Serviranno altre risorse per fronteggiare zone rosse e zone arancioni. Dobbiamo ancora stringere la cinghia nelle prossime settimane. Rivedremo la luce solo quando avremo sconfitto la pandemia. E, quando l'avremo sconfitta, dovremo rimettere al centro il lavoro (quello del nuovo modello di sviluppo), recovery plan, transizione ecologica e digitale.
Il provvedimento in esame si compone di cinque articoli suddivisi in sette commi. L'articolo 1 dispone il differimento per l'anno 2021 delle tornate elettorali, spostandole tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.
In Commissione affari costituzionali è stato svolto un proficuo lavoro migliorativo del provvedimento. Mi limito a segnalare solo un elemento su cui non è stato possibile intervenire: si tratta del tema dei permessi lavorativi dei sindaci, che coinvolge in particolare i sindaci dei Comuni di piccola dimensione. Infatti, nei Comuni di minore dimensione demografica la gran parte dei sindaci sono lavoratori dipendenti che si sono trovati oggi ad affrontare una situazione di emergenza inaudita. Per le stesse motivazioni per le quali era stata prevista la possibilità di usufruire fino a ventiquattro ore di permessi ulteriori rispetto alle quarantotto ore previste in regime ordinario dal testo unico sugli enti locali, sarebbe opportuno ripristinare la possibilità di usufruire delle settantadue ore di permesso fino alla fine della cessazione dello stato di emergenza, come da proroghe intervenute o che interverranno. Ci permettiamo di segnalare, quindi, al Governo questo elemento da considerare nei prossimi provvedimenti.
Presidente, Governo, colleghe e colleghi, mi accingo a concludere l'intervento. C'è un ultimo punto che vorrei toccare. Mi rivolgo ancora una volta al Governo. Abbiamo bisogno di abbattere il muro dell'Organizzazione mondiale del commercio. Dobbiamo essere in prima linea nella mobilitazione per chiedere l'universalità dei brevetti sui vaccini e la sospensione della proprietà intellettuale per poter produrre dappertutto e nel numero di dosi necessarie.
Vorrei citare il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto Humanitas di Milano: «Più il virus si replica e più genera varianti. Dobbiamo fermare la corsa del virus. Dobbiamo impedire che circoli, qui e altrove». Il virus circola nei Paesi ricchi e nei Paesi poveri e ciò vuol dire che senza vaccini nei Paesi poveri saremo sommersi dalle varianti. La salute è un bene comune; la salute è un diritto, non un privilegio.
Presidente, per questi motivi e per l'urgenza e utilità di questo decreto, annuncio il voto favorevole del Gruppo Misto. (Applausi).
VITALI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITALI (FIBP-UDC). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, dirò qualcosa su questo decreto-legge perché incontra quasi l'unanimità di quest'Assemblea e, quindi, ritengo assolutamente superfluo impiegare del tempo per ripetere cose già dette e sviscerate.
Mi interessa in questa sede mettere l'accento su un argomento posto all'attenzione per primo in questa discussione dal senatore Astore e poi ripreso anche dalla collega Pirovano. È arrivato il momento - è questo il momento opportuno - di ripensare a quella famosa riforma Delrio, che abbiamo sempre contestato perché crediamo che la democrazia non abbia un prezzo, perché crediamo che la rappresentanza non debba essere sacrificata sull'altare dei tagli economici, perché crediamo che il cittadino ha bisogno di avere un rappresentante di prossimità oggi più che ieri, visto che c'è stato un irrazionale e irragionevole taglio dei parlamentari che fa diventare i consiglieri comunali, i sindaci e i consiglieri provinciali i primi interlocutori dei cittadini. Il Parlamento si allontana dai cittadini e allora diamo forza e dignità alle istituzioni intermedie.
Ben venga, quindi, il convincimento degli amici del Partito Democratico che hanno capito meglio - melius re perpensa - che quella riforma forse poteva avere un senso in prospettiva della riforma costituzionale. I cittadini, però, hanno bocciato quella riforma costituzionale e noi abbiamo non il diritto, ma il dovere di rimettere le cose a posto. Da parte nostra c'è la massima disponibilità a parlarne da subito e a mettere le cose a posto.
Un'altra questione, che pure è stata trattata e che ci vede assolutamente d'accordo, è prevedere il terzo mandato per i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti. Non bisogna essere dei politici di professione per capire quanto sia difficile oggi trovare persone disponibili a sacrificare tempo, famiglia e lavoro nell'interesse del territorio. (Applausi).
Pertanto, quando questo è possibile e quando questa persona si trova, perché dobbiamo cancellare esperienze, intelligenze e disponibilità, visto che, comunque, non sono delle chiamate dirette, ma c'è sempre un vaglio da parte dei cittadini e degli elettori? Ben venga, allora, anche la discussione, senza riserve e senza pregiudizi, sul terzo mandato per i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti.
Voglio dire qualcosa sull'intervento fatto dal collega Ruotolo a proposito delle riaperture e delle posizioni che, anche all'interno di questo Governo, vengono espresse in piena libertà e con assunzione di responsabilità. Chi vi parla non è sicuramente un negazionista: e vorrei vedere chi può negare una pandemia così virulenta, che ha prodotto più di 110.000 vittime!
È evidente che il Comitato tecnico scientifico, che è fatto di scienziati, darà il disco verde quando la pandemia sarà completamente debellata. La politica ha un'altra responsabilità. La politica ha la responsabilità di decidere, di tenere conto degli scienziati e delle loro valutazioni, ma di decidere. Non è possibile che nel nostro Paese, per evitare di morire di pandemia si debbano creare le condizioni per morire di fame. (Applausi).
Credo che dopo un anno, dopo 110.000 morti, ci sia la possibilità di trovare dei protocolli che possano consentire, con raziocinio e con intelligenza, di riavviare le attività produttive. Perché nei ristoranti non si può cenare e invece si può cenare negli alberghi? Perché questa discriminazione? I problemi dell'assembramento si risolvono mettendo mano alla movida. Sono i giovani - e se ne capisce il motivo - i più recalcitranti al rispetto delle regole.
Credo che questo sia il momento in cui il Governo, con tutto il rispetto per il Comitato tecnico scientifico e per gli scienziati (che, peraltro, non dicono sempre le stesse cose), debba mettere all'attenzione le attività produttive fatte nel pieno rispetto dei protocolli. Non possiamo aspettare di debellare completamente la pandemia per riaprire, perché, dopo la pandemia, avremo una gravissima crisi economica, che, probabilmente, non saremo in grado di fronteggiare. Quelli che chiamiamo ristori, sostegni e supplenze sono, infatti, gocce nel mare, che non fanno altro che mortificare coloro che, da un anno, hanno chiuso i battenti. (Applausi).
Pertanto, non facciamo battaglie di retroguardia, ma parliamone liberamente, parliamone senza preconcetti. Nessuno vuole fomentare le folle; anzi, la violenza va sempre contestata, negata e isolata. Capiamo, però, quali sono le situazioni che sta vivendo questa gente, che vede compromesso, non solo il presente, ma probabilmente anche il futuro.
Voteremo quindi questo decreto-legge, che nasce per le stesse motivazioni per cui è nato questo Governo. L'attuale Governo è nato per l'inopportunità di andare al voto in un momento nel quale, probabilmente, il voto avrebbe potuto creare un elemento di aggravamento della pandemia. Giustamente, come conseguenza, anche le elezioni amministrative sono state rinviate, in un momento nel quale ci auguriamo che, partendo come si deve la campagna di vaccinazione, con una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e rigidi protocolli sanitari, che si possono senz'altro realizzare, anche il diritto costituzionale di esercitare il proprio voto, sia pure in amministrazioni e in organismi intermedi, possa essere esercitato.
Qualche modifica è stata accettata in Commissione. Noi abbiamo cercato di portare un contributo, visto che ci trovavamo in un momento delicato, per riflettere su alcune storture di certe normative.
Mi riferisco soprattutto all'articolo 1, comma 14, della legge n. 3 del 2019, che dà il senso dell'irragionevolezza (molte volte) delle norme legislative. Viene posta una sanzione a carico del partito che non ha provveduto, nei quindici giorni precedenti al voto, a pubblicare sul proprio sito il certificato penale dei candidati. Ma le liste vengono presentate trenta giorni prima ed è irrazionale prevedere una sanzione quando ormai il termine per la presentazione delle liste è evaporato: ed è irrazionale soprattutto quando il partito dimostra documentalmente di aver richiesto il certificato penale al cittadino. Ci è stato detto dal Sottosegretario che questa non era la sede per affrontare il tema e che forse la normativa era troppo giovane per essere sottoposta a una rivisitazione in maniera traumatica; ma devo dare atto al Presidente, al Governo e a tutti i componenti della Commissione di aver preso un impegno, che non è quello di fare la rivoluzione di questa normativa, ma di aprire un momento di riflessione, al fine di verificare quanto ha funzionato e quanto no.
Vorrei anche dire agli amici dei 5 Stelle, che hanno fatto di questa norma un cavallo di battaglia, che nessuno vuole sottrarre i partiti alla responsabilità della trasparenza nelle candidature e nella designazione dei loro rappresentanti; ma facciamo una normativa razionale, efficace e che funzioni, invece di sparare nel mucchio, perché non bisogna essere dei politici di professione per capire quali e quante sono le difficoltà nel momento in cui si devono presentare le liste, con i tempi ristretti, gli imprevisti, gli inconvenienti, le sostituzioni, le rinunce e le nuove candidature. È impossibile tenere conto di tutto questo in maniera ragionevole e razionale.
È mancato il coraggio anche a proposito dei rinnovi dei senati accademici delle università. Si è fissato il termine a ottobre; è mancato quel poco di coraggio per prorogare tale termine fino a dicembre. Ci sono delle università all'interno di città che sono state gravemente colpite dalla pandemia e che quindi più delle altre hanno subito le difficoltà e l'emergenza. Ma, come diceva qualcuno oggi in Commissione, piuttosto che niente è meglio piuttosto. Annunciamo pertanto il nostro voto favorevole, con la consapevolezza che questo è soltanto il primo passo per cercare di porre rimedio a tante storture e a tante normative che hanno dimostrato... (Il microfono si disattiva automaticamente. Applausi).
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, Governo, colleghi, il decreto-legge che andiamo oggi a convertire tocca un tema estremamente delicato: il rinvio delle elezioni, ossia di ciò che sta alla base di ogni sistema democratico. Il Governo interviene per decreto per posticipare non solo i rinnovi delle amministrazioni locali, ma anche di tutti i seggi vacanti nel Parlamento. Il potere Esecutivo quindi interferisce di fatto su quello legislativo e ciò è sicuramente l'elemento costituzionalmente più rilevante del decreto-legge n. 25. Il passaggio di ratifica parlamentare non è quindi un semplice atto dovuto, ma è il momento e il luogo in cui è indispensabile compiere un'attenta valutazione circa la portata degli elementi positivi e negativi del quadro di insieme in cui ci troviamo.
Lo stato della pandemia non ha impedito ad altre nazioni di procedere diversamente. Importanti elezioni si sono tenute nelle scorse settimane e altre ne verranno nel corso della primavera; quindi nel bilanciamento tra diritto alla salute e diritto alla democrazia ha prevalso la scelta di non comprimere quest'ultimo. Il nostro Paese invece, che - lo ricordo - è stato il primo a scontrarsi con gli effetti del Covid, sembra destinato a essere tra gli ultimi a uscirne, a causa di un piano vaccinale male impostato e fatto partire lentamente e in colpevole ritardo, in cui si è data priorità alle coreografie delle primule e non all'approvvigionamento di vaccini e alla disponibilità di personale sanitario. Per fortuna, con la destituzione del commissario Arcuri e l'arrivo del generale Figliuolo, il trend è cambiato e si procede a recuperare il tempo perduto confidando di raggiungere l'obiettivo nel corso dell'estate. Diventa quindi concepibile un rinvio delle previste elezioni, non di un anno, ma di quindici settimane, per permettere al Paese di affrontare la campagna elettorale con maggiore serenità e senza troppi vincoli e limitazioni.
Queste sono le premesse che portano il nostro Gruppo a dichiarare il voto favorevole e ad accettare questo slittamento dei termini per l'esercizio di un diritto fondamentale come quello del voto.
Sarebbe difficilmente attuabile un rinvio ulteriore, perché città importanti come Roma, Milano, Torino e Napoli necessitano di un rinnovo e di un rilancio della vita amministrativa e l'accanimento terapeutico nel tenere in vita le Giunte Raggi, Sala, Appendino e De Magistris sarebbe l'ulteriore punizione per milioni di nostri concittadini.
Purtroppo dovremo trascinarci anche la ridicola e stucchevole soap opera con la quale la sinistra crede di tenere col fiato sospeso il Paese. Dovremo attendere l'autunno per sapere chi sarà il loro candidato paracadutato nel collegio di Siena alla Camera: Sarà Conte? Sarà Letta? Una manfrina infinita, che prende in giro gli elettori senesi, che invece meriterebbero rispetto e di essere rappresentati da un parlamentare che conosca il territorio e che sia ad esso legato. (Applausi).
Il passaggio parlamentare di questo decreto è stata però l'occasione per inserire alcuni correttivi indispensabili per le elezioni comunali nei piccoli Comuni. Lo affermo con soddisfazione, perché la Lega è da sempre al fianco di queste realtà ed è attenta, come nessun altro, alle loro necessità ed esigenze, anche grazie al fatto che molti senatori del Gruppo della Lega sono prima di tutto amministratori locali.
Anche grazie al costante confronto e al dialogo con l'Associazione nazionale piccoli Comuni d'Italia e con la sua instancabile presidente, Franca Biglio, nonché con il responsabile del Dipartimento piccoli Comuni ANCI, Massimo Castelli, siamo riusciti a proporre soluzioni condivise da tutti a problemi presenti da tempo.
I piccoli Comuni non sono una nicchia: sono ben 5.500 su 7.900; ben il 70 per cento dei sindaci è sindaco di un piccolo Comune e solo nella Regione Lombardia e in Piemonte se ne contano più di 2.000. Nei piccoli Comuni abita un connazionale ogni sei e, con più di 10 milioni di abitanti, si tratta di fatto della Regione più grande d'Italia: una popolazione grande come quella della Grecia, della Svezia o del Portogallo. È amministrato dai piccoli Comuni il 54 per cento del territorio nazionale e quasi la totalità delle nostre bellezze naturali è nelle mani di sindaci che hanno sempre meno strumenti e sono sempre meno motivati nel proseguire il loro impegno che, di fatto, è unicamente di volontariato sociale.
Molti piccoli Comuni rischiano ora di trovarsi senza amministratori per la difficoltà, accentuata dal Covid-19, di raggiungere il quorum di validità richiesto quando a presentarsi alle elezioni è una sola lista. È infatti previsto che in ogni caso si presenti al voto il 50 per cento dei cittadini iscritti nelle liste elettorali: il problema, però, è che molti di questi sono residenti all'estero da lunghissimo tempo - iscritti appunto all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) - e di una parte non vi è più nemmeno certezza dell'esistenza in vita.
Mentre per le elezioni nazionali e i referendum è previsto il voto per corrispondenza su circoscrizioni indipendenti, per le amministrative l'unico modo per votare è in presenza, con un viaggio magari intercontinentale: in ogni caso, l'elettore concorre a determinare il quorum.
Vi porto a conoscenza di uno degli infiniti esempi che potrei fare, quello di un Comune delle Prealpi vicentine, Posina. Alle elezioni dello scorso settembre risultavano iscritti 1.149 elettori per le comunali e 459 per il referendum nazionale. La differenza di 700 votanti, più della metà, è data appunto da elettori AIRE. Ebbene, al voto si sono presentati in 357, che hanno ritirato entrambe le schede. C'è stato il 78 per cento di affluenza per il referendum, ma il 31 per le comunali. Se non fossero state presentate più liste, quelle elezioni sarebbero state annullate e il Comune sarebbe stato commissariato. In casi come questi è matematicamente impossibile raggiungere il quorum con i soli elettori realmente residenti.
Abbiamo così proposto di abbassare la soglia al 40 per cento e, soprattutto, di escludere gli elettori AIRE dal calcolo del quorum di validità. Con il voto favorevole al nostro emendamento di poco fa abbiamo dato respiro e futuro a tante piccole comunità. La norma avrà effetto straordinario per le elezioni 2021, ma confidiamo di metterla a regime a breve con apposito disegno di legge già in fase avanzata di esame.
Con lo stesso disegno di legge c'è la volontà di porre fine al fenomeno delle liste fantasma, ossia quelle liste di candidati ampiamente estranei alla comunità e che, unicamente per trarre vantaggi personali sotto forma di permessi retribuiti e periodi di aspettativa, mettono in seria difficoltà anche economica i Comuni con meno di 1.000 abitanti, sfruttando la possibilità di non dover raccogliere sottoscrizioni di elettori al momento del deposito delle liste.
Un'altra norma di cui vi è forte necessità è quella volta al ripristino al livello del 2020 delle ore di permessi retribuiti ai sindaci, che spesso sono occupati in altre attività lavorative essendo impensabile, da un punto di vista economico, ricoprire il ruolo di sindaco a tempo pieno in tanti piccoli Comuni. A tal fine, è stato approvato in Commissione un ordine del giorno e vi è l'impegno di tutti i Gruppi per la sottoscrizione di un emendamento risolutivo al decreto sostegni.
Resta invece irrisolta la duplice problematica del terzo mandato consecutivo dei sindaci. Questa possibilità è concessa ora solo ai micro Comuni con meno di 3.000 abitanti ed è vietata a tutti gli altri, mentre noi chiediamo che venga estesa a tutti i Comuni fino a 15.000 abitanti.
Chiediamo altresì che venga corretta la norma che consente un massimo di tre mandati totali ai sindaci dei micro Comuni. Quest'anomalia normativa porta infatti a una forte diseguaglianza, in quanto il sindaco di una metropoli può essere eletto per quattro mandati, alternati da un turno di pausa dopo due in carica, mentre il sindaco di un Comune di 200 persone è per sempre ineleggibile dopo un totale di tre turni. Il rischio concreto è di non trovare più persone capaci e disponibili che scelgano di mettersi al servizio della collettività, disperdendo così l'esperienza amministrativa maturata. Ciò è tanto più vero in una fase storica come quella dell'emergenza Covid, che ha messo a dura prova i sindaci, i quali si sono ritrovati spesso ad essere l'unico punto di riferimento della loro comunità.
Da troppo tempo è stato assegnato alle Commissioni il disegno di legge che abbiamo presentato e che riteniamo indispensabile venga rapidamente calendarizzato affinché questa riforma diventi legge prima dell'estate.
Nel ringraziare chi ha operato per il buon esito dell'esame in Commissione (il presidente Parrini, il relatore Pagano e il sottosegretario Scalfarotto, a dimostrazione della possibilità di attuare una fattiva collaborazione su temi non divisivi), la Lega annuncia che voterà responsabilmente a favore del provvedimento in esame, che consegniamo migliorato ed ampliato all'altro ramo del Parlamento. (Applausi).
LANZI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANZI (M5S). Signor Presidente, mi fa piacere che per una volta si possa parlare in quest'Assemblea della materia elettorale.
Sin dalla nascita della Repubblica italiana questo tema è uno di quelli rimasti uguali a se stessi nel tempo. Infatti, le elezioni si svolgono esattamente nello stesso modo di come si facevano nel 1948 e - anzi - di come si tenevano all'inizio del secolo e nell'Ottocento. Allo stesso modo, tutte le procedure di presentazione delle liste sono rimaste inalterate e - lasciatemi dire - estremamente e inutilmente farraginose.
Se, da una parte, le elezioni sono il pilastro fondamentale della nostra democrazia, dall'altra sono l'istituto che fino a oggi ancora non ha saputo cogliere gli elementi positivi offerti dalla digitalizzazione per poter snellire, sburocratizzare e rendere più sicuri i propri processi. Conosco bene tutti questi temi perché da anni mi occupo in prima persona di organizzare i rappresentanti di lista per il MoVimento 5 Stelle nella Provincia di Modena, supportando anche il lavoro nelle altre Province dell'Emilia-Romagna. Chi, come me, fa questa attività (che potrei definire di supporto alla democrazia) sa bene come spesso sia la burocrazia stessa a fungere da argine alla trasparenza.
Il provvedimento in discussione oggi tocca solo marginalmente questa materia, spostando in avanti nel tempo la tornata elettorale amministrativa prevista per questa primavera. Si tratta di un atto evidentemente necessario, visto che la campagna vaccinale è in pieno svolgimento e si è ancora alle prese con la terza ondata della pandemia. Tra l'altro, andranno al voto città come Roma, Bologna, Milano, Napoli e Torino, solo per citare le più popolose. Per questo motivo è importante garantire una campagna elettorale che sarebbe stata impossibile assicurare il prossimo mese.
Credo sia però necessario andare oltre il semplice differimento delle elezioni e ragionare su alcune modifiche strutturali che possono essere utili all'Italia in qualsiasi momento storico e non solo in una fase pandemica come questa. Voglio citare un mio emendamento, approvato in Commissione affari costituzionali, che permette per la prima volta di inviare le nomine dei rappresentanti di lista tramite posta elettronica certificata ed evitare l'autenticazione della firma del delegato qualora l'atto sia stato firmato elettronicamente dal delegato stesso.
In quest'ultimo anno, abbiamo definitivamente sdoganato la necessità di inviare documenti, accedere a sussidi e a procedure amministrative tramite piattaforme digitali. L'esempio della crescita esponenziale delle attivazioni dello Spid da parte degli italiani ne è la testimonianza più tangibile. Di fronte a questo cambio di paradigma, com'è possibile che un atto semplicissimo come la presentazione dei nominativi dei rappresentanti di lista debba ancora avvenire in forma cartacea, magari facendo spostare le persone decine di chilometri per farla? Il sistema Spid è utilizzato da tutte le pubbliche amministrazioni nazionali, regionali e comunali. Credo sia ora che si introducano sistemi informatizzati anche per espletare la presentazione di documenti per motivi elettorali. Il mio emendamento adesso è limitato solo a questa tornata elettorale autunnale e dà la possibilità, entro il mercoledì antecedente alle elezioni, di inviare le nomine dei rappresentanti lista con una PEC. In futuro, spero si possa allargare la fascia temporale arrivando fino al venerdì antecedente il voto e che si renda strutturale l'utilizzo della PEC per questo tipo di comunicazioni. In questo senso ho depositato un disegno di legge, atto Senato 2129, assegnato alla 1a Commissione, che va proprio in questa direzione, attorno al quale spero convergano i pareri positivi da parte di tutte le forze politiche. Ringrazio il presidente Parrini per la sottoscrizione ed il sostegno.
Devo rilevare come tutte le discussioni intorno alle elezioni negli ultimi tempi si sia focalizzata a mio modesto avviso su obiettivi sbagliati o comunque fuorvianti. Assistiamo, ad esempio, ad una diatriba dialettica intorno alla necessità di allargare il voto ai sedicenni, un tema importante e da approfondire sicuramente, ma credo che lavorare sulle procedure, sulla burocrazia legata alle elezioni sia l'azione necessaria da compiere per stare al passo coi tempi. Certo, fa meno notizia parlare di procedimenti di riforma del processo elettorale rispetto ad altro, ma bisogna fare lo sforzo di non farsi distrarre per migliorare definitivamente l'iter.
Un altro intervento che mi riprometto di portare avanti in questa legislatura è la proposta di chiusura anticipata dei seggi elettorali rispetto al canonico orario delle 23. Chiudere alle ore 22 mi pare più corretto. Chi ha fatto parte dell'ufficio elettorale di sezione è consapevole della quasi inoperosità degli stessi dopo le ore 22. Se guardiamo all'esempio della maggior parte dei nostri partner europei, i seggi vengono chiusi molto prima. Di questo beneficerebbero le operazioni di voto, gli scrutatori e la velocità con cui avere i risultati. Lasciatemi aggiungere che sarebbe anche una necessaria cortesia di comunicazione e trasparenza verso l'elettore quella di far uscire i risultati già consolidati entro la mezzanotte. Infine, ma non meno importante, si avrebbe un risparmio per le casse dello Stato, perché al massimo il giorno dopo la chiusura dei seggi si chiuderebbero tutti gli scrutini.
Colleghi, in questa legislatura storica abbiamo portato a termine riforme epocali come la riduzione del numero dei parlamentari, che contribuiscono a rendere più snello l'apparato politico italiano. È il momento di fare un passo avanti anche sulle elezioni, che devono diventare finalmente 2.0. La tecnologia è una nostra alleata e non deve essere vista con diffidenza. Questo non è un passo solo per noi stessi, ma per i nostri figli che guardano con sgomento un procedimento elettorale vetusto, interrogandosi sull'utilità di questo spreco di carta e dei relativi aggravi burocratici che ingabbiano le loro intelligenze.
Permettetemi, in conclusione, un riferimento al singolare caso delle elezioni del Consorzio di bonifica di Piacenza che i prossimi 18 e 19 aprile rischiano di doversi svolgere in presenza. Per questo chiedo nuovamente al presidente della mia Regione Bonaccini e all'assessore Mammi di attivarsi immediatamente al fine di rinviare queste elezioni evitando la convocazione di quasi 150.000 persone.
Mi avvio alla conclusione auspicando che in prospettiva, quando si potrà tornare al voto in sicurezza, gli aventi diritto vadano ad esercitare il diritto-dovere di votare, perché come diceva David Foster Wallace avete tutto il diritto di stare a casa se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile, si può votare votando oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.
Concludo con l'auspicio che in tempi brevi si possa procedere alla digitalizzazione e al taglio dell'inutile burocrazia anche per quanto attiene al farraginoso procedimento elettorale e annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle al provvedimento in esame. (Applausi).
PRESIDENTE. Prego la senatrice Garnero Santanché di rivolgersi verso la Presidenza, va bene che oggi è il suo compleanno e le facciamo gli auguri, ma ci guardi. (Applausi).
Passiamo all'esame della proposta di coordinamento C1, che invito il relatore ad illustrare.
PAGANO, relatore. Signor Presidente, annuncio che ci sono alcuni alcune modifiche di drafting, delle proposte di coordinamento.
All'articolo 2, comma 1-bis, introdotto dall'emendamento 2.4, al primo periodo, si propone di sostituire le parole: «per le prossime competizioni elettorali» con le seguenti: «per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei Comuni fino a 15.000 abitanti»; al secondo periodo sostituire le parole: «qualora non sia raggiunta tale percentuale» con le seguenti: «qualora non siano raggiunte tali percentuali».
Al comma 1-bis, introdotto l'emendamento 2.5, si propone di sostituire le parole: «per le prossime competizioni elettorali» con le seguenti: «per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei Comuni fino a 15.000 abitanti».
All'articolo 3-bis, introdotto dall'emendamento 3.0.5 (testo2), si propone di sostituire la rubrica con la seguente: «Deroga alle disposizioni in materia di relazione di fine mandato».
All'articolo 3-bis, introdotto dall'emendamento 3.0.20 (testo 4), si propone di sostituire, al comma 1, le parole: «deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020» con le seguenti: «prorogato dal Consiglio dei ministri con deliberazione del 16 gennaio 2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 2021». Al comma 2 si propone di sostituire le parole: «alla data di entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».
Infine, essendo modificato il provvedimento con l'introduzione di emendamenti in Commissione e votati già in Aula, al titolo del decreto-legge, dopo le parole: «per il differimento di consultazioni elettorali», si propone di inserire le seguenti: «, nonché per la semplificazione dei procedimenti elettorali per la continuità di gestione delle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica».
PRESIDENTE. Signor relatore, mi sembra inusuale una così lunga elencazione.
PAGANO, relatore. Ho finito.
PRESIDENTE. Il problema è che non siamo in grado di capire se si tratta di semplici correzioni formali o di correzioni sostanziali. Occorre pertanto farle esaminare, sia pure per un breve lasso di tempo, perché hanno una inusuale lunghezza. In tanti anni non ho mai visto una correzione così articolata per motivi formali.
Se il relatore insiste, prima di dare per assodato che non si tratti di correzioni sostanziali, ho bisogno che gli Uffici me ne diano conferma.
PAGANO, relatore. Io sono qui per rappresentare la Commissione, penso che si debbano dare semplicemente per acquisite.
PRESIDENTE. Io non la capisco. Abbiamo bisogno di alcuni minuti, così gli Uffici si assumono la responsabilità di confermare che si tratta di correzioni formali. Io dalla sua lunga elencazione non sono in grado di capirlo. Non basta un'accelerazione unanime.
Sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 13,53, è ripresa alle ore 13,56).
Non essendoci obiezioni fondamentali, procediamo alla votazione.
Ai sensi dell'articolo 103, comma 5, del Regolamento, metto ai voti la proposta di coordinamento C1, presentata dal relatore.
È approvata.
Il senatore Gasparri e la senatrice Matrisciano segnalano di aver votato.
Procediamo ora alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021».
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Sospendo la seduta fino alle ore 15.
(La seduta, sospesa alle ore 13,58, è ripresa alle ore 15,01).
Presidenza del vice presidente CALDEROLI
Discussione della mozione n. 317 sul cashback (Procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 157, comma 3, del Regolamento) (ore 15,01)
Approvazione dell'ordine del giorno G1. Reiezione della mozione n. 317
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione 1-00317, presentata dal senatore Ciriani e da altri senatori, con procedimento abbreviato ai sensi dell'articolo 157, comma 3, del Regolamento, sul cashback.
Ha facoltà di parlare la senatrice Rauti per illustrarla.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, finalmente, in un'Aula deserta, arriva la mozione, presentata il 26 gennaio scorso, sottoscritta e fortemente voluta anche dai colleghi di Lega e Forza Italia, per un totale che ha superato un quinto dei membri presenti in Senato, il che avrebbe dovuto darle il diritto alla procedura abbreviata, ovvero la discussione entro trenta giorni. Ciò non è avvenuto e non è stato rispettato il Regolamento del Senato. Soprattutto, ricordo almeno quattro Conferenze dei capigruppo in cui Fratelli d'Italia ha chiesto la calendarizzazione della mozione, ma la richiesta è stata puntualmente respinta. Ecco perché dico che oggi finalmente arriva in Aula.
Veniamo al merito, perché ho pochi minuti e spero di convincere anche i riottosi - devo dire sorprendentemente riottosi - che la suddetta mozione non solo è una proposta fattibile, di buon senso, utile e necessaria, ma aggiungerei che è attesa da chi è fuori di qui. La contestualizzo velocemente.
La legge di bilancio del 2020 ha previsto di incentivare l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico, il Piano Italia cashless, ovvero un rimborso in denaro per le spese effettuate con tali strumenti. All'interno del piano, la misura più popolare è proprio quella del cashback, ovvero del rimborso del 10 per cento su transazioni effettuate con moneta elettronica con un massimale di 150 euro. Per il cashback, il Governo ha stanziato circa 5 miliardi per le annualità 2021 e 2022 da erogare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e qui viene uno dei punti.
Intanto, la misura non ha ottenuto gli effetti sperati, ma soprattutto il cashback non risponde alla finalità dichiarata, ovvero quella di rappresentare uno strumento di lotta all'evasione fiscale: è come minacciare con una pistola ad acqua. Premesso che non condividiamo la posizione di coloro che hanno voluto mettere un tetto al contante, voglio ricordare che persino la Banca centrale europea ha evidenziato l'importanza del ruolo del contante per alcuni gruppi sociali; ovvero il cashback, secondo la BCE, non terrebbe nella debita considerazione che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali, che per varie - legittime - ragioni preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento. Questo lo dice la BCE, non lo diciamo noi.
Vengo agli impegni del Governo. La mozione impegna il Governo a sospendere il piano cashback e a destinare i 5 miliardi di euro stanziati per sostenere le categorie in crisi. Questo è il punto ed è anche molto semplice. Voglio affermare con chiarezza che oggi quest'Assemblea, con il suo voto - favorevole, contrario o di astensione - si assume delle responsabilità. Ci si assume la responsabilità se sostenere concretamente le categorie e le attività chiuse per Covid-19, aggiungendo 5 miliardi a quegli insufficienti e mortificanti 11 miliardi dei ristori (briciole, rispetto ai danni); ci si assume la responsabilità di non aver dato una roadmap per la riapertura; ci si assume la responsabilità del fallimento di alcune imprese, costrette ancora a pagare costi fissi come affitti e bollette. Insomma, ci si assume una responsabilità molto precisa e importante.
In conclusione, visto che purtroppo il tempo a mia disposizione è finito, uso una storica metafora, ormai abusata, perché è sempre lì che si arriva, da secoli e fino alle manifestazioni che ci sono state ieri pomeriggio: il popolo ha fame, ma non ha più pane. Chi oggi vota contro la mozione si assume la responsabilità di rispondere: non vi lamentate, avete la riffa, la lotteria degli scontrini e lo spreco vergognoso del cashback (che qualcuno ha deciso di non dare a chi lo merita, a chi soffre, a chi sta per chiudere, a chi fa sacrifici e a chi non ha più pane). Pur condannando le violenze di alcune manifestazioni, non si può non condividere l'esasperazione e non provare solidarietà verso chi è stato chiuso per decreto, non è stato indennizzato e non sa cosa mettere in tavola per i figli ogni giorno. Mettetevi una mano sulla coscienza, quando voterete oggi. (Applausi).
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato l'ordine del giorno G1, dei senatori Dell'Olio, Bagnai, Errani, Manca, Conzatti, Damiani, Steger ed altri, già stampato e distribuito, che si intende illustrato.
Dichiaro aperta la discussione.
È iscritta a parlare la senatrice Garnero Santanchè. Ne ha facoltà.
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei sommessamente ricordare quale sia il periodo storico in cui il Governo ha scelto di implementare una misura superflua e ideologica (ideologica perché naturalmente chi utilizza il contante è sempre e comunque uno sporco evasore) come il cashback e di metterci sopra 5 miliardi di euro. Nell'anno appena trascorso abbiamo visto morire in Italia 300.000 imprese a causa della gestione della pandemia, che è stata sempre e solo di chiusure. La pandemia è stata gestita così dal Governo giallorosso, che era il Governo dei peggiori, ma la gestione è stata replicata, pari, pari, anche dal cosiddetto Governo dei migliori. Ricordo - perché ci pare che questo Governo sia un po' distratto - che nel 2020 il sistema produttivo italiano ha avuto un calo di fatturato di 423 miliardi, una perdita gigantesca, enorme, peraltro non dovuta a dinamiche di mercato o a incapacità, ma a una imposizione del Governo, che ha costretto tanti italiani a non lavorare. Il Governo ha voluto "rimediare" - il termine, per chi non lo capisse, naturalmente è ironico e credo che non ci sia mai stata ironia più tragica di questa - con un totale di contributi a fondo perduto pari a 11 miliardi di euro. Vorrei che queste due cifre, 423 miliardi e 11 miliardi, si scolpissero bene nella testa di tutti (soprattutto le proporzioni).
Signori e membri del Governo, prima di alzare il sopracciglio dai nostri scranni privilegiati perché ieri qualche ristoratore e qualche commerciante hanno alzato la testa e i toni - peraltro, per la prima volta, direi - vi dico che, se non cambiate passo, quella di ieri non sarà certo l'ultima delle proteste di piazza. In realtà, ferma naturalmente la solidarietà alle Forze dell'ordine e la condanna per i casi - vorrei sottolinearlo - iperminoritari di violenza, sono molto stupita che queste proteste arrivino solo ora, dopo un anno di coma economico del nostro sistema produttivo, ma anche sociale. Ciò dimostra - e l'hanno dimostrato tutti gli italiani - che queste persone sono sicuramente molto più responsabili di chi li sta governando. Le persone di ieri - dobbiamo ricordarlo - non sono professionisti della protesta e non appartengono ai centri sociali, ma pensano che non rialzeranno mai più la loro serranda, non sanno cosa dare da mangiare ai loro figli domani e hanno visto polverizzare in un anno il sudore, le lacrime e i sogni di una vita intera.
E voi - perché Fratelli d'Italia, è bene sottolinearlo, non ha alcuna responsabilità in questa vostra "follia", e non saprei usare un sostantivo diverso - invece di destinare ogni centesimo disponibile ai rimborsi per queste persone, concedete ristori, come un sovrano concede ai sudditi. Destinare 5 miliardi al cashback: per noi siete dei marziani. Non sentite vergogna morale dentro di voi? Non capite la vostra miopia sulla visione economica della nostra Nazione? Sul serio pensate che quella parte d'Italia (le partite IVA, i commercianti e i ristoratori) che ha solo il grande difetto di non essere il vostro elettorato, quello di riferimento del PD, possa accettare un'ingiustizia - o, meglio, una presa in giro - del genere?
Mi auguro che, se quest'Assemblea conserva ancora una dignità, cancelli subito questa follia modaiola e ideologica del cashback e metta 5 miliardi per lenire - certo, parzialmente - le ferite di quell'Italia che lavora (o, forse, sarebbe più giusto dire che lavorava). (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Comincini. Ne ha facoltà.
COMINCINI (PD). Signor Presidente, sappiamo che le finalità attribuite alla misura del cashback sono due: l'aumento della digitalizzazione delle transazioni effettuate nel nostro Paese e la diminuzione dell'evasione fiscale.
Possiamo già in parte misurare alcuni effetti legati al primo obiettivo, perché sappiamo quante sono le transazioni effettuate (circa 7,2 milioni) e sappiamo anche che sono quasi 15 milioni gli strumenti elettronici di pagamento attivati per poter beneficiare di questa misura. Almeno in parte, possiamo dire che su uno dei due obiettivi ci sono già riscontri positivi. Ovviamente necessitano di maggior tempo per poter essere adeguatamente misurati e ponderati, a maggior ragione per quanto riguarda una misurazione degli effetti della riduzione dell'evasione fiscale. Non è pensabile che in soli tre mesi si possa stabilire se questa misura abbia avuto un effetto positivo o meno sull'emersione del nero. È inutile che ce lo nascondiamo: sappiamo bene che in molti casi i pagamenti vengono effettuati in una modalità che non permette la tracciabilità e, quindi, con comportamenti poco ortodossi.
Credo che, proprio per il breve lasso di tempo che ci separa dall'introduzione di questa misura e dall'avvio della sua operatività, prima in maniera sperimentale e oggi più ordinata e concreta, abbiamo la necessità di prenderci del tempo per meglio meditare sugli effetti legati alle finalità e ai principi che questa misura si è data. Ci sono però accorgimenti che già oggi possiamo dirci essere necessari, perché la mole di risorse che stiamo impegnando su questo provvedimento e la modalità con la quale si sta sviluppando ci fa dire che possono essere già oggi adottati correttivi che si traducono ovviamente in risparmi. I correttivi possono essere rispetto al numero di transazioni semestrali, al tetto del valore delle transazioni stesse e alla possibilità che anche i commercianti e gli esercenti recuperino almeno in parte i maggiori costi derivanti dalle commissioni sulle transazioni elettroniche. I miglioramenti, che si traducono in risparmi, sono certamente possibili e fattibili.
C'è anche il tema che riguarda - ahimè - le operazioni che si fanno in questo Paese: cambiano i Governi e chi arriva dopo passa il tempo a smontare le misure fatte dal Governo e dalle maggioranze precedenti. Uno dei grandi temi del nostro Paese è la certezza del diritto e quindi ci sono anche il bisogno e la necessità di far sì che i provvedimenti, una volta che entrano in vigore, non vengano smontati in quattro e quattr'otto nel giro di pochi mesi. La certezza del diritto è infatti uno dei capisaldi su cui si basano gli investimenti. I commercianti e gli esercenti che hanno dovuto adeguare i propri sistemi elettronici per poter accogliere queste modalità di pagamento a supporto del cashback e dell'altra misura, quella della lotteria degli scontrini, hanno fatto investimenti e, se si dice loro che abbiamo scherzato e che quegli investimenti vanno a decadere, credo che non sia neppure rispettoso dell'impegno che hanno messo nell'adeguare i propri strumenti.
C'è invece un tema sul quale credo che dobbiamo chiedere al Governo di impegnarsi maggiormente. Mi riferisco alla contrattazione che dovrebbe fare con l'Associazione bancaria italiana (ABI) per far sì che le commissioni sugli strumenti di pagamento elettronici e sulle modalità di introduzione delle macchinette che servono per tutto ciò, dal lato delle carte di credito e dal lato della banca, possano essere consistentemente ridotte.
Signor Presidente, se infatti guardiamo al numero di transazioni, che è già sensibilmente cresciuto, è facile fare un calcolo del maggiore introito che banche e carte di credito hanno conseguito. Credo allora che il Governo possa aprire una trattativa con l'ABI per poter diminuire in maniera significativa le commissioni su questi strumenti. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Modena. Ne ha facoltà.
MODENA (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a proposito della questione relativa al cashback, perché credo sia necessario e che sia un'occasione per sottolineare un punto importante.
Dal momento in cui è stata istituita, con una legge di bilancio che aveva una maggioranza diversa, ad oggi, la questione del cosiddetto cashback ha visto la formazione di un nuovo Governo e, soprattutto, la necessità che le forze politiche tengano conto del percorso che questo Governo si è prefisso.
Li conosciamo, ce li ripetiamo spesso e magari non finiscono nelle trasmissioni, più o meno urlate, che si vedono la sera, ma sappiamo perfettamente che l'impulso che è stato dato alla questione dei vaccini dovrebbe indurre un po' tutti noi, tutte le forze politiche, a concentrarci sui numeri e sull'andamento della campagna, perché da quello dipenderanno, inevitabilmente, le riaperture e la ripresa della vita in questo Paese.
Ricordavo che questa misura è nata con la passata legge di bilancio, figlia di un'altra maggioranza, ovviamente in un quadro economico che non è quello che andremo ad affrontare. Ritengo quindi che sia un po' complesso pensare di spostare una somma, che, di fatto, è già in gran parte impegnata, da uno scopo a un altro.
Sarebbe probabilmente più utile per tutti noi ragionare sull'eventuale tipologia di scostamento, se uno scostamento dovrà essere fatto con il documento di programmazione economica e finanziaria calibrato sui bisogni necessari, quelli che vediamo tutti i giorni, naturalmente, non solo nelle manifestazioni, ma anche sull'andamento complessivo del piano vaccinale.
La questione del cashback va corretta, su questo non c'è alcun dubbio, alla luce di alcuni dati. Uno, citato prima dal collega che ha preceduto il mio intervento, è relativo alle commissioni bancarie. Sicuramente va corretto, anche con riferimento all'assenza di soglia minima, perché molto spesso si parla di soggetti che fanno più transazioni, per esempio per l'acquisto del carburante e della benzina.
C'è però un dato di fatto, messo in evidenza dal Rapporto Ambrosetti molto recentemente. La prospettiva di questo cashback, al di là della questione più specifica, spesso richiamata, della lotta all'evasione fiscale, dal dicembre 2020 al dicembre 2022, è quella di dare 24 miliardi di consumi aggiuntivi, con un gettito, spalmato su due anni, di 4,4 miliardi e una serie di vantaggi non indifferenti per le casse dello Stato, ma anche per l'abitudine al pagamento elettronico. Un altro studio ha certificato che circa il 70 per cento delle persone lo utilizza.
Con questo voglio dire quindi che, alla luce di un quadro che è cambiato e che dovrebbe vedere tutti quanti impegnati sugli scopi che ho ricordato, il cashback è un provvedimento che va sicuramente modificato e ricalibrato, ma non può essere, a mio personale avviso, una questione di vita o di morte.
Abbiamo altre questioni di vita o di morte (ci siamo messi insieme per questo e lavoriamo per questo), come lo è sicuramente, ogni giorno, il controllo delle vaccinazioni che sono state fatte e di quanto stanno andando avanti nel Paese le coperture per deboli e anziani, per poi passare alle altre categorie. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rivolta. Ne ha facoltà.
RIVOLTA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, anch'io intervengo rispetto al cashback, ricordando che la legge di bilancio 2020, che l'aveva previsto, aveva visto la Lega in una posizione contraria, soprattutto rispetto alla demonizzazione dell'utilizzo del contante. Io per prima utilizzo moltissimo per i miei pagamenti la carta di credito e i servizi di home banking; tuttavia, dobbiamo ricordare che ci sono molte persone (fasce di persone) che non lo fanno, perché sono anziane. Un giorno una persona un po' disagiata mi ha detto: «cosa vuoi che mi faccia il bancomat, se prendo 600 euro al mese?». Sono persone che non hanno questa abitudine e che soprattutto vivono con cifre bassissime, per cui sono assolutamente disinteressate a questo metodo di pagamento.
La raccomandazione arrivata dalla Commissione europea era quella di adottare sistemi di lotta all'evasione e di digitalizzazione basati su un uso minore del contante. Con il Piano Italia cashless sono stati quindi previsti il cashback e la lotteria degli scontrini alla fine del 2019, prima che iniziasse il periodo più drammatico della vita del nostro Paese e dell'intero mondo. Penso che nessuno in quest'Aula voglia proporre di fermare tutto perché non va bene il cashback; assolutamente no. Il contante però deve certamente continuare a essere usato e soprattutto, se una dotazione è stata fatta e ha bisogno di un correttivo, viste le necessità derivanti dalla pandemia, fermiamoci e facciamo un monitoraggio per vedere quello che è successo a partire dall'8 dicembre, traendone le conclusioni. Ricordo un articolo de «Il Sole 24 Ore» dell'11 dicembre, che evidenziava molte criticità. È uno strumento nuovo e quindi vediamo come ha funzionato, ma soprattutto ricordiamo una cosa: nella fase sperimentale, durante i giorni intorno a Natale, dal 24 dicembre fino al 7 gennaio, che sono stati di lockdown, molte spese non sono state fatte. Se l'Italia non fosse stata chiusa in quel periodo e se ci fosse stato turismo, si diceva che la cifra stanziata inizialmente nella fase sperimentale a copertura del cashback non sarebbe stata sufficiente.
È il caso quindi di fare valutazioni e di vedere com'è andata la fase sperimentale, considerando poi quali sono le esigenze di adesso. Nessuno dice che non si debba andare verso un mondo sempre più digitalizzato. Si consideri però che le persone che già usavano le carte come metodo di pagamento continueranno a farlo e probabilmente lo faranno anche le nuove generazioni, mentre ci sono altre persone che sono fuori. A me è capitato diverse volte, quando vado a fare la spesa, di vedere qualcuno che non riesce a fare bene i conti e che alla cassa ha il problema di non avere copertura sulla carta di credito; quindi, in mezzo a un grandissimo imbarazzo, è costretto a togliere qualcosa per riuscire a pagare oppure deve rinunciare alla spesa e andarsene. È una cosa tristissima.
Penso pertanto che sia necessario fare un monitoraggio in maniera molto responsabile, al fine di ottimizzare il sistema. Questo non vuol dire bloccare, non voler andare verso il futuro e non volere che ci sia un'emersione dell'evasione fiscale, ma vedere con razionalità l'efficacia di una misura. Laddove si possa, in un in un momento di difficoltà estrema per le nostre imprese, girare delle cifre verso chi non riesce ad andare avanti con la propria impresa, è giusto eventualmente ristorarlo.
Direi quindi che è veramente molto semplice. Penso che, se si riuscisse ad avere un atteggiamento costruttivo di questo tipo, ciò potrebbe favorire un'attenzione e un progresso per il nostro Paese e per i nostri cittadini. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pellegrini Marco. Ne ha facoltà.
PELLEGRINI Marco (M5S). Signor Presidente, colleghe, colleghi, signor rappresentante del Governo, è mia convinzione che questa mozione non si basi su dati di fatto, numeri, statistiche ed evidenze inconfutabili, ma si inquadri nell'ambito di un più generale contrasto politico, del tutto legittimo peraltro, all'operato di questi anni di Governo del presidente Conte e del MoVimento 5 Stelle, tentando di contestare, ridicolizzare e dileggiare qualsiasi cosa fatta, anche quelle meglio riuscite, come quella di cui ci occupiamo oggi. (Applausi).
I giornali di area, infatti, in merito a questa mozione oggi titolano «Un calcio all'era Giuseppi» (cito «Il Tempo») o, ancora, «Cancellare il bonus di Conte vale 5 miliardi» (e cito «Libero»).
I proponenti sottolineano che sarebbe necessario dimostrare che le misure siano realmente efficaci per conseguire le finalità pubbliche che legittimamente si intende raggiungere e che, quindi, dovrebbe sussistere una chiara e inequivocabile prova che il meccanismo di cashback consenta di fatto di conseguire la finalità pubblica della lotta all'evasione fiscale.
Vediamo allora quali sono questi numeri, quelli noti ad oggi, cioè a soli quattro mesi dall'inizio del piano cashback, ma prima di tutto analizziamo gli obiettivi che ci eravamo posti. Tra questi c'era innanzitutto quello di aumentare i pagamenti elettronici, settore nel quale siamo ventiquattresimi sui 27 Paesi dell'Unione europea, con un pagamento pro capite che è circa la metà della media europea.
L'aumento del numero dei pagamenti elettronici porta una serie di vantaggi enormi, tra cui una minore circolazione del contante, il che consente significativi risparmi legati alla sua gestione, costo che grava sia sugli operatori economici sia sullo Stato. Si pensi agli oneri delle assicurazioni contro furti o rapine o a quelli della sicurezza, dei controlli anticontraffazione e così via.
Aumentano poi i consumi, che da anni sono molto bassi, anche a causa della crisi economica che ci portiamo dietro dal 2008. C'è poi l'emersione di una parte dell'economia sommersa, con conseguente aumento della base imponibile, che potrà portare a una maggiore efficacia del contrasto all'evasione fiscale e a una diminuzione generalizzata delle tasse.
Quali sono ad oggi i dati disponibili di cui possiamo parlare? Una parte ci è stata fornita dal sottosegretario Durigon, della Lega, qualche giorno fa, rispondendo a un'interrogazione alla Camera. Innanzitutto, ha sfatato le fake news dei cosiddetti furbetti, che riguardano soltanto lo 0,2 per cento (Applausi) del totale dei pagamenti superiori a 10 euro e il 2 per cento dei pagamenti tra 30 centesimi e 5 euro. A marzo i cittadini iscritti al programma erano oltre 8 milioni, 7 milioni dei quali erano utenti attivi, e gli strumenti di pagamento registrati sono passati dai 9,6 milioni di dicembre agli oltre 14 milioni di marzo. Tra questi, gli strumenti di pagamento attivi sono passati da 6,7 milioni a dicembre a 9,7 milioni a febbraio, con un incremento di circa il 20 per cento di mese su mese: sono sempre dati forniti dal sottosegretario Durigon.
Tutto ciò, che è un clamoroso successo, è stato ottenuto in pochissime settimane, grazie solo ed esclusivamente all'incentivo previsto dal cashback, che, lo ricordo, può arrivare a un massimo di 300 euro all'anno per cittadino. Inoltre, le identità digitali SPID (Sistema pubblico di identità digitale) sono triplicate in pochi mesi: in poco meno di un anno, sono passate dai 5,7 milioni del gennaio dell'anno scorso ai 16,4 del gennaio di quest'anno.
Secondo un sondaggio della Community cashless society, il 70 per cento degli italiani pensa che il cashback abbia spinto ad un uso più frequente dei mezzi di pagamento elettronici. In ogni caso, il dato di fatto è che più del 20 per cento del pagamento sui POS fisici transita grazie a questa misura.
In termini di recupero del sommerso, secondo il Rapporto di Ambrosetti «Italia cashless: cambiamenti in atto e prospettive future», si arriverà a un recupero di 1,2 miliardi. Si stima invece che fino al 2022 l'incremento dei consumi sarà di 14 miliardi di euro, quindi con un aumento di gettito pari a 4,4 miliardi di euro.
Se questi sono i numeri, vuol dire che la misura, fino alla fine del 2022, costerà poco più di 300 milioni di euro, ma porterà in dote un recupero del sommerso, la creazione di una piattaforma attraverso la quale cittadini e pubblica amministrazione potranno interloquire e far passare tutti i pagamenti e un abbassamento generalizzato e a lungo termine della tassazione. Se questo non è un successo, spiegatemelo voi. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, al quale chiedo di esprimere il parere sulla mozione e sull'ordine del giorno presentati.
SARTORE, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli senatori, il Governo esprime parere contrario sulla mozione e accoglie l'ordine del giorno che impegna l'Esecutivo ad approfondire il monitoraggio del programma cashback anche al fine di adottare eventuali provvedimenti correttivi, con una valutazione retrospettiva di costi e benefici, in un quadro più generale di riforma e modernizzazione in senso digitale del sistema dei pagamenti effettuati al di fuori dell'esercizio, dell'attività di impresa, arte o professione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione.
CUCCA (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUCCA (IV-PSI). Signor Presidente, colleghe senatrici e colleghi senatori, membri del Governo, parliamo oggi di un argomento che è stato molto dibattuto nell'ultimo periodo.
Come è stato già detto, il cashback è un'iniziativa che consente di ottenere il rimborso del 10 per cento delle spese sostenute presso negozi fisici (quindi non in maniera virtuale) con pagamenti elettronici, ossia utilizzando carta di credito, carta di debito, prepagata, bancomat e applicazioni di pagamento. Il rimborso è previsto nella misura massima di 300 euro l'anno, ossia fino a 150 euro a semestre, a fronte di almeno 50 pagamenti. Il rimborso massimo per ogni singola transazione è invece di 15 euro.
A differenza della cosiddetta Lotteria degli scontrini, per il cashback non è previsto un importo minimo di spesa e chi partecipa al programma, peraltro, può concorrere anche all'assegnazione del super cashback, ossia di un premio in denaro, di importo fino a 3.000 euro, che viene concesso ai primi 100.000 cittadini che effettuano il maggior numero di transazioni con pagamenti elettronici.
La misura era stata lanciata in via sperimentale nel dicembre dello scorso anno con il cosiddetto cashback natalizio, però è solo dal gennaio 2021 che questo strumento è entrato effettivamente a regime. L'obiettivo, più volte ricordato, è quello di promuovere i pagamenti cashless (ossia senza contante), al fine di introdurre l'abitudine all'utilizzo delle carte di credito ed evitare quindi fenomeni di evasione fiscale con i cosiddetti pagamenti in nero.
Italia Viva ritiene che la digitalizzazione dei pagamenti sia un importante strumento di lotta all'evasione fiscale e in questo senso ci siamo mossi in precedenza con l'introduzione della fatturazione elettronica. È però indispensabile che si accerti che il cashback abbia effetti significativi sul gettito, perché la relazione tra l'uso del contante e l'evasione fiscale è piuttosto debole, così come al momento risulta incerta la direzione del nesso causale tra i due fenomeni. Tuttavia, si tratta oggettivamente di un sistema che dovrebbe consentire di arrivare ai risultati di cui parlavo.
Al contempo, non sfugge neanche la necessità di operare un bilanciamento tra interessi tutti meritevoli di tutela e che riguardi direttamente i costi e i benefici per una misura che comporta uno stanziamento cospicuo di risorse, eventualmente valutando anche strumenti che siano più utili e meno onerosi per favorire l'utilizzo della moneta elettronica (ciò, ovviamente, a fianco di questa iniziativa).
Dai primi mesi di utilizzo di questo strumento si è dimostrato che l'operazione presenta però alcune criticità. Da taluni l'operazione è stata ritenuta eccessivamente onerosa e ulteriori criticità sono emerse grazie alla segnalazione dei gestori delle stazioni di servizio e dei distributori, che hanno riferito dei cosiddetti furbetti di cui ha parlato il collega che mi ha preceduto in discussione generale. Si tratta di soggetti che, sfruttando alcune falle di questa misura, riescono a ottenere un maggiore rimborso, che permette loro di scalare rapidamente la classifica del superbonus cashback, aumentando le chance di raggiungere il premio di 3.000 euro l'anno. Il metodo più adoperato da tali soggetti è quello delle microtransazioni. Questo modus operandi consiste nel frazionare un unico acquisto in più transazioni. Sono operazioni assolutamente legali, ma che al contempo possono rappresentare costi eccessivi in termini di commissione per gli esercenti, i quali ovviamente sono obbligati, per ogni transazione, a pagare una commissione. Ovviamente, questo è un problema che andrà affrontato perché, per quanto minimo, comunque costituisce degli oneri a carico degli esercenti, come detto, e in qualche maniera bisognerà fare dei migliori controlli e trovare un sistema che impedisca a chi fruisce del servizio di fare le operazioni in questo modo.
Si pensi - cito solo un caso a titolo esemplificativo - che si è registrato qualche giorno fa, nella Provincia di Siena, l'episodio in cui un soggetto, per pagare un rifornimento di carburante di 50 euro, ha fatto un numero incredibile di microtransazioni e l'operazione, per 50 euro di carburante, è durata 37 minuti. È evidente che il gestore del rifornitore avrà dovuto pagare per ogni minitransazione di uno o due euro la commissione e questo ovviamente incide molto sul carico, come dicevo, dei gestori e degli esercenti.
Anche a fronte di tali criticità, quindi, si è manifestata più volte la volontà di utilizzare le risorse dello strumento anche per sostenere ristori e sostegni in questo delicato momento storico. Le ipotesi prospettate fino ad ora sono due: lo stop anticipato a tutto il programma cashback e cioè chiusura a luglio, così da salvare gli utenti che si sono registrati nel primo semestre e recuperare quindi tre miliardi, oppure la chiusura solo del super cashback (ogni sei mesi i primi 100.000 cittadini che fanno più transazioni ottengono 1.500 euro). Con il super cashback, quindi, è possibile guadagnare fino a 3.000 euro l'anno.
In questo quadro, è più che mai necessario che le risorse messe a disposizione, che sono tutt'altro che illimitate, vengano utilizzate in canali che effettivamente possono far ripartire il Paese e che possono dunque agevolare le categorie più duramente colpite dalla crisi economica generata dall'emergenza epidemiologica.
Italia Viva - Partito Socialista Italiano ritiene invece che sia necessario procedere a una verifica approfondita sull'utilità di questo strumento e sulle sue criticità, così da poter apporre eventualmente i rimedi che sono necessari. Le criticità sono emerse in modo inequivocabile in questi primi mesi di applicazione, come è naturale sia accaduto, trattandosi di strumenti nuovi e innovativi, che quindi devono avere una messa a punto cammin facendo, per evitare quelle criticità di cui ho parlato in precedenza.
È per questo motivo che Italia Viva - Partito Socialista Italiano voterà a favore dell'ordine del giorno per valutare i costi e i benefici concreti di questo strumento, in un quadro di intervento e di riforma, di modernizzazione e digitalizzazione dei pagamenti che sia il più ampio possibile, così da ottenere quei risultati che anche il cashback si proponeva di ottenere. (Applausi).
FAZZOLARI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FAZZOLARI (FdI). Signor Presidente, finalmente l'Assemblea discute la mozione sul cashback che il Gruppo Fratelli d'Italia aveva presentato addirittura il 26 gennaio, per chiedere che i 5 miliardi buttati nell'inutile iniziativa del cashback e della lotteria degli scontrini fossero invece destinati a cose ben più utili, ad esempio a salvare imprese e posti di lavoro. L'avevamo presentata il 26 gennaio come Fratelli d'Italia, siamo stati molto felici quando le forze di centrodestra hanno chiesto di presentarla congiuntamente, cosicché la mozione che oggi discutiamo porta le firme non solo dei senatori di Fratelli d'Italia, ma anche quelle dei senatori della Lega e di Forza Italia. Grazie a questo la mozione presentata ha più di un quinto dei senatori come firmatari, quindi ha il privilegio di avvalersi della procedura abbreviata prevista dall'articolo 157 del Regolamento del Senato, che leggo testualmente perché, non essendo io il presidente Calderoli, non lo conosco a memoria: «Qualora una mozione sia sottoscritta da almeno un quinto dei componenti del Senato, essa è discussa entro e non oltre il trentesimo giorno della presentazione». Pertanto il Regolamento del Senato prevede che la nostra mozione avrebbe dovuto essere discussa non oltre il 25 febbraio, quindi prima del cosiddetto decreto-legge sostegni, e sarebbe stato utile far esprimere quest'Assemblea prima del citato provvedimento, magari per dedicare ad esso più risorse. Invece la discutiamo solamente a settanta giorni di distanza, calpestando il Regolamento del Senato; d'altronde un Palazzo che se ne frega della legge per questioni ben più gravi come il Copasir e la tutela democratica delle istituzioni, figuriamoci quanto se ne può fregare dei Regolamenti del Senato. Tanto i vertici delle istituzioni, così come i grandi media, tacciono e la Corea del Nord è più vicina (Applausi).
Giorgia Meloni, leader dell'opposizione democratica a questo Governo, ha scritto personalmente al premier Mario Draghi, per sottoporgli la questione del cashback, sapendo che lui almeno dedica maggiore attenzione a numeri e cifre. Ce lo immaginiamo, mani nei capelli, davanti a un faldone di numeri e calcolatrice alla mano.
Cashback: 1.750 milioni di euro nel 2021, 3.000 milioni di euro nel 2022. Lotteria degli scontrini: 135 milioni di euro. Somma totale: 4.885 milioni di euro per cashback e lotteria degli scontrini, sottratti anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ve lo immaginate Draghi che deve giustificare questi importi in Europa? Non è facile, perché davanti a questa follia del cashback perfino i banchi a rotelle, i miliardi del bonus vacanze, quelli per i monopattini, per gli occhiali e perfino il cosiddetto bonus rubinetti sembrano avere maggiore dignità.
È possibile che nessuno Stato al mondo aveva avuto questa idea geniale della lotteria degli scontrini? Siamo andati a verificare e non è vero. L'Italia non è la prima; prima di noi lo Zimbabwe nel 2000 ha deciso, tramite la sua banca centrale, di introdurre una lotteria per cercare di favorire i consumi. La lotteria alla fine l'ha vinta il presidente Mugabe (quando si dice la fortuna), a cui invito a rivolgere un applauso (Applausi), per tale vincita. Fatto sta che, escludendo l'Italia e lo Zimbabwe di Mugabe, nessuno ha mai utilizzato questo strumento, perché è una sciocchezza, come ci ha scritto garbatamente la Banca centrale europea (BCE) nella lettera del 14 dicembre indirizzata all'allora ministro Gualtieri, ribadendo due concetti ricordati più volte. In primo luogo è non c'è un collegamento diretto tra uso del contante e lotta all'evasione. Lo afferma la BCE, ma lo ha anche detto, qualche tempo fa, l'allora ministro Padoan che, con tutto il rispetto per i colleghi del MoVimento 5 Stelle e per il collega che ha parlato prima di me, a occhio ne sa un po' più di loro di economia. Non c'è quindi collegamento tra lotta al contante e lotta all'evasione.
Dove sta l'evasione? Nelle grandi multinazionali, nelle banche, nei negozi «apri e chiudi», cari ai cinesi, nelle cooperative fasulle, care alla sinistra, nei money transfer che il Governo ha detassato. Ecco, se volete fare la guerra all'evasione, intervenite su tutto questo.
Mi soffermo quindi sul secondo concetto, che la BCE ribadisce: il denaro contante, cioè la banconota di euro, è l'unica moneta a corso legale nell'eurozona. La moneta scritturale non è moneta a corso legale, è moneta privata in mano a istituti privati, che quindi offrono un servizio e, giustamente, in cambio di esso, chiedono un compenso. Finché il modello della vostra cara Corea del Nord non sarà attuato in Italia, non è nella facoltà dello Stato imporre a un privato la cifra cui deve vendere il suo prodotto. Le banche vendono quindi la loro moneta scritturale al prezzo che reputano più vantaggioso.
L'Europa ci dice che la lotta al contante per favorire la moneta scritturale va a svantaggio delle fasce più della popolazione in difficoltà. Non era questo il Governo più europeista della storia italica, da Enea in poi? E allora cercate, almeno su questo, di dare retta alla BCE.
Pensate che noi di Fratelli d'Italia siamo talmente europeisti che chiediamo che l'Italia abbia lo stesso limite al contante che ha l'economia che traina l'eurozona e cioè la Germania. Quest'ultima non ha limite al contante? Vorrà dire che non avremo limite al contante finché la Germania non ne porrà uno.
A cosa serve incentivare la moneta elettronica? Semplicemente a favorire le banche e al Grande fratello fiscale e dello Stato; lo Stato guardone che vuole sapere - con parole usate da esponenti di quest'Aula - chi spende, per cosa. Noi pensiamo invece che un cittadino abbia la libertà di spendere il proprio denaro come meglio crede, senza doverlo spiegare a Governo e istituzioni. In realtà alla fine viene il sospetto che volete eliminare il denaro contante in modo da togliere le monete da 50 centesimi agli italiani per evitare che ve le tirino dietro quando uscite dal Palazzo. (Applausi).
Se non lo avete capito, gli italiani sono disperati. L'Associazione artigiani e piccole imprese Mestre CGIA ha calcolato che nel 2020 sono stati persi 423 miliardi di euro di fatturato, a fronte dei quali gli aiuti dello Stato sono 11,3 a fondo perduto e 29 miliardi complessivi. A questo si aggiunge il cosiddetto decreto sostegni che mette in campo solamente 11 miliardi a fondo perduto. Questo vuol dire che le perdite complessive del sistema vengono colmate solamente per il 2,7 per cento.
L'ultimo rapporto Istat, di pochi giorni fa, rileva che nel 2020 abbiamo registrato un milione di posti di lavoro in meno; Confcommercio dice che 300.000 imprese sono a rischio e con loro due milioni di posti di lavoro. Davanti a tutto questo non c'è nessuno di buon senso che crede veramente che abbia una logica tenere 5 miliardi nel cashback e nella lotteria degli scontrini. A parole lo hanno già dichiarato tutti. Ho visto che dopo di me interverrà il senatore Misiani del Partito Democratico, che ha già dichiarato che è meglio dirottare su programmi di lotta contro la povertà i 3 miliardi stanziati nel 2022 per il cashback. Immagino quindi che, quando interverrà, ripeterà queste parole, dichiarando il voto favorevole alla mozione presentata da Fratelli d'Italia.
In conclusione, il leader della Lega Salvini ha dichiarato che userebbe i soldi del cashback per aiutare chi lavora nel turismo e che la lotteria degli scontrini è una sciocchezza. Così pure le dichiarazioni di Italia Viva e di Forza Italia. Quindi, a parole, la mozione al nostro esame ha la maggioranza dell'Assemblea per poter destinare i 5 miliardi alle imprese in difficoltà e a salvare milioni di posti di lavoro.
Fratelli d'Italia ha l'abitudine di far seguire i fatti alle parole che dice; ci auguriamo che le altre forze politiche abbiano la stessa decenza. (Applausi).
MISIANI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MISIANI (PD). Signor Presidente, l'Italia è in evidente e netto ritardo nella diffusione e nell'utilizzo della moneta elettronica: ce lo dicono tutte le comparazioni internazionali. La media, in Italia, è di 61 transazioni con moneta elettronica per abitante, contro un dato europeo di 168 transazioni, per non parlare del Paese in cui è più diffusa la moneta elettronica, la Danimarca, che è a quota 386, contro - lo ripeto - le 61 transazioni di un Paese come l'Italia, che invece è ai primi posti delle classifiche internazionali per diffusione della moneta contante, in rapporto al prodotto interno lordo, ovvero al volume dell'economia.
Questo ritardo genera una serie di criticità, la prima delle quali è il legame, dimostrato da numerosi studi, tra lo scarso utilizzo della moneta elettronica e l'ampiezza dell'economia sommersa e dell'evasione fiscale, che è un problema strutturale del nostro Paese, quantificato in oltre 100 miliardi di euro dai rapporti che ogni anno vengono pubblicati in occasione della redazione della Nota di aggiornamento al DEF. C'è un secondo elemento di criticità, meno conosciuto, ma molto significativo, e sono i costi di gestione di questa enorme massa di contante presente nell'economia italiana, che la Banca d'Italia stima in miliardi di euro - credo si tratti di 8 miliardi di euro - che ogni anno vengono bruciati per gestire i pagamenti in contanti, che invece potrebbero essere effettuati con strumenti più moderni, più sicuri ed enormemente meno costosi della gestione delle banconote e delle monete.
Il precedente Governo Conte 2, ha varato un ambizioso piano di modernizzazione del nostro sistema di pagamento, il Piano Italia cashless. Il programma cashback, oggetto della mozione e dell'ordine del giorno che stiamo discutendo oggi in Aula, è un pezzo significativo di questo programma, perché l'ammontare di risorse destinato al programma cashback sfiora i 5 miliardi di euro, da qui al 2022, ma è solo un pezzo, perché quel programma ha previsto anche l'abbassamento progressivo del limite di utilizzo della moneta contante, da 3.000 euro fino a 1.000 euro, il credito d'imposta a favore dei commercianti per i costi di gestione della moneta elettronica, la detraibilità di una serie di spese, solo se esse vengono effettuate con moneta elettronica, l'introduzione con un ammontare maggiorato del buono pasto elettronico, che passa da 7 a 8 euro, e la lotteria degli scontrini, che è diventata da poco operativa. Si tratta del programma più articolato tra quelli presenti a livello europeo.
Il cashback, che è indubbiamente il cuore di questo programma, ha riscosso senza dubbio un notevole successo e di questo dobbiamo tenere conto, nel momento in cui ne andiamo a valutare i pro e i contro. Hanno attivato e si sono iscritti al programma oltre 8 milioni di cittadini, con 14.600.000 carte di pagamento e 355 milioni di transazioni registrate nel portale, che permette di accedere al programma. Una recente indagine, pubblicata dallo studio Ambrosetti, ci dice che quasi due terzi degli italiani giudicano favorevolmente questo programma di modernizzazione dei pagamenti, in particolare il programma cashback, e la stima dello studio Ambrosetti è di un potenziale di recupero del gettito fiscale fino a 4,2 miliardi di euro, a regime, per effetto dell'emersione dell'economia sommersa, derivante dalla tracciabilità delle transazioni effettuate con moneta elettronica.
Dunque possiamo dire: «tutto va bene, madama la marchesa»? No, perché è chiaro che un programma di questa ambizione ha bisogno di un sistematico monitoraggio, le cose da correggere sono via via emerse e sono state oggetto di un dibattito, che si è aperto nei mezzi d'informazione e a cui, nel mio piccolo, ho preso parte.
La mia personale opinione è che vadano introdotti elementi correttivi, una maggiore focalizzazione su alcuni elementi di questo programma, evitando che diventi regressivo, cioè che sia troppo generoso con persone ad alto reddito e non aiuti a evolvere verso la moneta elettronica - come è invece necessario - le fasce più deboli della popolazione.
Credo che vada rafforzata la parte di aiuto e di sostegno nei confronti degli esercenti commerciali, che devono sostenere una serie di costi per l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico, come credo sia necessaria una riflessione costi-benefici sullo stanziamento di risorse per il programma cashback, perché 4,75 miliardi sono un ammontare molto consistente e lo sono ancora di più in una fase molto difficile dal punto di vista economico e sociale come quella che stiamo vivendo. Da questo punto di vista, credo che i contenuti che sono stati condivisi dalle forze di maggioranza vadano nella giusta direzione.
Non è giusto, come è scritto nella mozione a firma Ciriani ed altri, sospendere il programma prima di aver fatto una valutazione rigorosa, numeri alla mano. Chiediamo questo al Governo: di fare una valutazione e mettere a conoscenza il Parlamento dell'andamento del programma e di intervenire con misure migliorative su un programma che sta dando un contributo, come ci dicono i primi dati che sono stati pubblicati e messi a disposizione.
A mio avviso, una migliore focalizzazione e una ridefinizione di alcuni parametri del piano aiuterebbero il programma cashback a funzionare meglio, a fare fino in fondo il suo dovere di supporto alla modernizzazione del sistema dei pagamenti e ci permetterebbe - cosa non disprezzabile - di risparmiare risorse significative rispetto allo stanziamento iniziale che potremmo destinare all'emergenza economica e sociale in una fase difficile per il Paese.
Ritengo sia una posizione ragionevole: valutare e conoscere per poi deliberare, ed è per questo motivo che voteremo contro la mozione a firma Ciriani ed altri e sosterremo, invece, una diversa linea che ho cercato di esporre. (Applausi).
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, credo che l'accanimento contro il cashback, che io ritengo assolutamente ideologico e contemporaneamente anche molto concreto - anche se poi ci si accusa da quest'altra parte di essere ideologici - derivi in realtà dalla posizione, questa sì ideologica e concreta, di chi magari ha fatto lo stesso tipo di battaglia quando sono stati varati provvedimenti per la limitazione del contante e una serie di altri provvedimenti sempre in tal senso.
Quella posizione non ha mai voluto fare i conti fino in fondo con due questioni gravi per il nostro Paese, due fattori che costano moltissimo alla collettività e che costituiscono al contempo motivo di ritardo nello sviluppo del Paese stesso. Il primo è l'evasione fiscale. Nessuno di noi pensa che si possa sconfiggere l'evasione fiscale solo e unicamente attraverso i sistemi di pagamento elettronici o tramite il cashback, su cui tornerò. In realtà, però, questo è il dato con cui ci dobbiamo confrontare.
Dovremmo forse rileggere la relazione che accompagna la Nota di aggiornamento perché, come ricordava poc'anzi il collega Misiani, i dati dell'evasione fiscale per quanto riguarda il nostro Paese sono francamente, e purtroppo anche costantemente, molto preoccupanti. Cosa ci dicono? Ci parlano di una sottrazione di risorse importantissima, enorme per il Paese. Pensate voi cosa ciò significhi in questa pandemia, oggi che, ancora una volta, dobbiamo lavorare su un ulteriore scostamento, mettendo in campo altre ingenti risorse in un nuovo provvedimento a sostegno di tutte le categorie e delle persone in difficoltà. Andate a guardare i dati sull'evasione fiscale e capite che danno enorme essa provochi costantemente ai cittadini e al Paese. Non è un caso, poi, che la Commissione europea invii raccomandazioni richiamandoci sempre su questo. È, credo, una delle questioni fondamentali che il Governo Draghi dovrebbe prendere in considerazione, tanto più che anche nelle raccomandazioni europee di accompagnamento al Piano nazionale di ripresa e resilienza si prescrive la riforma fiscale, che non può che essere associata a una lotta vera, fino in fondo, all'evasione fiscale.
L'altro elemento strutturale di ritardo consiste nel fatto che il nostro Paese si trova quasi agli ultimi posti per l'utilizzo dei pagamenti elettronici e anche questo ha un costo. La gestione enorme del contante, infatti, ha tanti costi: ha un costo sociale e un costo economico, da ogni punto di vista. Capite soprattutto quali riflessi abbia l'utilizzo ampio del contante e quali danni provochi. Affrontare fino in fondo la questione dei pagamenti elettronici, favorendone l'accesso, non solo fa fare un salto di qualità nella graduatoria europea, ma costituisce anche un elemento fondamentale per recuperare il gap strutturale dell'economia del nostro Paese.
È una questione molto seria, non perché siamo appassionati di statistiche o graduatorie, ma perché quel ritardo produce danni molto gravi ed è strettamente connesso, ovviamente, all'evasione fiscale. Un pagamento non tracciato produce danni da ogni punto di vista, non solo dal punto di vista dell'infedeltà fiscale, ma anche da quello della legalità, che è un'altra questione di cui dovremmo tenere molto conto. L'evasione fiscale naturalmente si affronta con un contrasto diretto, di interessi, ma anche dando finalmente una spinta alla modernizzazione del Paese.
Il cashback ha funzionato, perché i dati sono molto chiari da questo punto di vista. Vi è stata un'adesione molto forte, ha ricevuto un forte gradimento da parte dei cittadini e ovviamente ha fatto sì che ci fosse finalmente un aumento enorme (da 9,6 milioni di pagamenti elettronici registrati sulla app a dicembre a 14 milioni, con un incremento mese per mese), del 20 per cento, dell'utilizzo del pagamento elettronico.
Ovviamente ciò comporta una spinta massiccia nell'affrontare di petto un altro ritardo strutturale che noi abbiamo, relativo all'innovazione digitale. Questo strumento ci sta aiutando fortemente. Prima si ricordavano i dati relativi alle attivazioni di identità SPID (Sistema pubblico di identità digitale), che consentono anche un rapporto diverso tra il cittadino e la pubblica amministrazione.
Ci si è lamentati per le tante risorse. Sì, probabilmente sono state stanziate tante risorse. C'è stato qualcuno che se ne è approfittato, con pagamenti di 10, 15, 20 centesimi, ma stiamo parlando dello 0,2 per cento. È pertanto assolutamente necessario, come chiediamo con l'ordine del giorno, avviare seriamente il monitoraggio, senza interrompere ora il programma, per avere a disposizione tutti gli elementi e vedere quali sono le correzioni che devono essere apportate, che magari ci permetteranno di recuperare risorse da investire nei settori che hanno maggiormente bisogno. Certamente, non c'è dubbio. Come si fa davvero a non comprendere che è stato ed è uno strumento che ci ha fatto fare un grande passo in avanti nell'utilizzo dei pagamenti elettronici?
Bisogna fare anche un altro lavoro, certo. Se infatti in Italia abbiamo un forte ritardo nell'utilizzo dei pagamenti elettronici, che stiamo recuperando anche grazie al cashback, abbiamo anche un grande problema: dobbiamo eliminare - e anche su questo bisogna concentrare l'azione e la pressione del Governo - tutti i balzelli e i balzellini che gli esercenti devono pagare. Questo il precedente Governo aveva già cominciato a farlo, per cui bisogna proseguire. Ma non credo assolutamente che dobbiamo criminalizzare o abbandonare questo strumento; dobbiamo invece monitorare e verificare se devono essere apportate delle modifiche per migliorarlo.
Il cashback è uno strumento che si è dimostrato efficace e importante, e che molti cittadini hanno apprezzato. Credo che l'ordine del giorno sia molto chiaro, pertanto annunciamo il nostro voto favorevole all'ordine del giorno e il voto contrario alla mozione presentata da Fratelli d'Italia. (Applausi).
FERRO (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRO (FIBP-UDC). Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, noi di Forza Italia non siamo mai stati innamorati della bonus economy, perché la riteniamo una politica economica che non premia veramente chi vale. Riconosciamo, come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, che un certo beneficio c'è stato, ma attenzione: se abbiamo letto attentamente lo studio Ambrosetti, citato da qualche collega in precedenza, notiamo che questo sistema ha creato un ulteriore divario all'interno del Paese. È duplice, se volete: c'è un divario molto forte tra il Nord sviluppato, dove l'utilizzo del pagamento elettronico è più accentuato, ed altre parti del Paese che non lo hanno utilizzato; e, all'interno di questo, si è creata un'ulteriore distinzione: abbiamo visto che l'utilizzo del pagamento elettronico è favorito e utilizzato di più dalle persone che stanno meglio. Ecco, a noi una società che premia solo chi sta bene e non favorisce chi sta male non piace. Dobbiamo quindi favorire una crescita verso l'alto di tutti.
A proposito di quanto ho sentito in discussione generale, tutti conosciamo la situazione attuale: oggi oltre ai gap infrastrutturali che hanno tanti nostri cittadini, per l'età e per la situazione economica, si è aggiunta anche la crisi da pandemia. Oggi, secondo me, questo strumento andrebbe attualizzato e verificato, perché riteniamo che siano cambiate un po' le cose da quando è stato concepito e messo in atto. Per avere una community cashless society servono dei pilastri e il cashback è uno di questi; non ha senso pensare di poter recuperare quel gap che è stato richiamato fermandoci solo al cashback. Serve una visione strategica, ambiziosa e sistemica per la cashless society in Italia, ma non l'abbiamo; ci siamo fermati solo alla prima fase. È vero che in valore assoluto le percentuali sono state minime, ma nell'opinione pubblica hanno dato molto fastidio i furbetti che andavano a fare 10 centesimi di benzina per poter entrare nella lotteria. Una società che punta sulla lotteria a noi non piace; ci piace di più una società più concreta. (Applausi).
Vogliamo anche ricordare che nel nostro ordine del giorno è scritto che dobbiamo tarare e aggiornare la situazione, creare un tavolo di concertazione e di verifica puntuale, per vedere se gli strumenti messi in campo siano stati realizzati e rispondano in pieno alla visione che avevamo prima. In questo periodo di crisi con risorse sempre minori non ci piacciono più di tanto interventi tipo la bonus economy. Ci sono interi settore del Paese che stanno soffrendo. Non dobbiamo farne una battaglia ideologica, ma dobbiamo concentrarci sulle cose che effettivamente e realmente servono. È chiaro che c'è tutto un mondo che sta nascendo e che ruota attorno alla cashless society, però facciamo attenzione perché i gap che dobbiamo recuperare nel nostro Paese sono molteplici e andare avanti solo sul cashback vuol dire fare solo una piccola parte di step successivi che al momento non siamo in grado di fare.
Le condizioni sono cambiate; il concerto macroeconomico è cambiato; la pandemia ha avuto delle varianti inattese che stanno aggravando ancor più la nostra economia. Abbiamo visto cosa è successo ieri. Ribadisco anch'io, a nome di Forza Italia, la nostra solidarietà alle Forze di polizia perché è legittimo che si protesti, ma la violenza va lasciata fuori. (Applausi). Si passa dalla ragione al torto se trasformiamo atti di legittima e democratica protesta in atti di violenza. Esprimiamo, pertanto, solidarietà alla Polizia e alle Forze dell'ordine che preservano l'ordine democratico nel nostro Paese.
Dicevo che c'è tutto un mondo che ruota attorno a questa visione e a questo progetto ambizioso che in questo contesto ho la sensazione non abbiamo le energie, le risorse economiche e materiali per poter sopportare. Per questo motivo, ci asterremo sulla mozione presentata dal senatore Ciriani e voteremo a favore del nostro ordine del giorno perché vogliamo che sia fatto il punto ad oggi della situazione. Le condizioni sono cambiate e riteniamo che fare oggi una questione ideologica solo per piantare una bandierina è dannoso per noi e per il nostro Paese.
Le precondizioni sono cambiate. Ho ascoltato prima il collega Pellegrini, che ha citato un intervento del sottosegretario Durigon. Io non ho quei dati, ma dei dati precedenti elaborati dall'Osservatorio sulla spesa pubblica, che dava dei numeri diversi. Prendo atto di quanto che lei ha detto e andrò a verificare. È evidente che, essendo bonus, andranno impegnati tutti i fondi. Sarebbe sciocco non pensarlo. Dire che è andato bene perché tutti i soldi saranno impegnati non è esatto perché occorre chiedersi infatti se quest'azione ha prodotto un'efficacia reale. Io direi di no alla fine oggi. Tariamoci; verifichiamo il punto esatto della situazione e, una volta condivisa - spero - dalla maggioranza più ampia possibile all'interno del Parlamento, possiamo ripartire.
Signor Presidente, preannuncio la nostra astensione sulla mozione e il voto favorevole all'ordine del giorno della maggioranza. (Applausi).
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, parliamoci chiaro: l'ordine del giorno predisposto dalle forze che appoggiano questo Governo è stato studiato per far sì che ogni forza politica se lo porti un po' verso la propria posizione. È stata un'opera di equilibrismo particolarmente ben fatta. A me non piace essere ipocrita e, quindi, partiamo da questo presupposto.
Giustamente la senatrice De Petris è intervenuta dicendo che è giusto monitorarlo, così si va avanti in quella direzione, ma io posso dire che dal punto di vista della Lega, in realtà, il monitoraggio deve servire per far sì che la manovra venga corretta e che il cashback possa essere anche evidentemente eliminato, se proprio non funziona bene. (Applausi). Sappiamo, però, che il momento è particolare e tutti dobbiamo fare uno sforzo; lo facciamo anche noi. Facciamo la nostra parte in maniera ragionevole, pur avendo firmato la mozione presentata da Fratelli d'Italia sull'abolizione del cashback. Qualcuno potrebbe allora chiedere: perché voi della Lega, ma anche i colleghi di Forza Italia, avete sottoscritto questo ordine del giorno, che dice tutto e il contrario di tutto? (Commenti). Io rispetto le idee di tutti ma, se mi è consentito vorrei spiegare qual è questa ragione.
Ci è stato detto che questo Governo lavora in una cornice europeista. Così ci è stato detto, visto che qualcuno addirittura ci ha fatto notare che ci siamo convertiti all'europeismo. Bene, se lavoriamo nella cornice europeista, dobbiamo fare quello che l'Europa ci dice di fare su questo tema. Giusto? Allora, io sono certo che il presidente Draghi non potrà non tener conto delle osservazioni che la Banca centrale europea ha fatto al Governo italiano, scrivendo una letterina indirizzata al gentile Ministro. È una letterina che dice che dovrebbe sussistere una chiara prova che il meccanismo di cashback consente di conseguire la finalità pubblica nella lotta all'evasione fiscale. La letterina dice che il rimborso speciale di 1.500 euro sembra essere progettato per incentivare l'uso di pagamenti elettronici per importi limitati, che potrebbero essere, invece, pagati in moneta. Dovrebbe, inoltre, tenersi presente che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali, i quali, per varie e legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento. Il contante, altresì generalmente apprezzato come strumento di pagamento in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, è rapido ed agevola il controllo sulla spesa di chi paga. In aggiunta, i pagamenti in contanti non richiedono una infrastruttura tecnica funzionale e relativi investimenti e sono sempre disponibili. Ciò riveste particolare importanza in caso di un'interruzione della corrente elettrica, che rende i pagamenti elettronici indisponibili.
Dico, a scanso di equivoci che sto leggendo la lettera scritta dalla Banca centrale europea. Non è l'intervento che mi sono preparato. La lettera prosegue: infine, i pagamenti in contanti agevolano l'inclusione dell'intera popolazione nell'economia, consentendo a qualsiasi soggetto di regolare in contanti qualsiasi tipo di operazione finanziaria.
In questo contesto, la BCE ritiene che l'introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata, alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, in quanto compromette l'obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili. La BCE apprezzerebbe, ovviamente nei confronti di un Governo super europeista, che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono, adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Banca centrale europea, se del caso.
Quindi, ce lo chiede l'Europa e siamo certi che il presidente Draghi, dopo un bel monitoraggio, capirà che questa norma non funziona e non va bene. Non perché siamo degli ipocriti, ma perché sappiamo bene come vanno le cose. Di conseguenza, perché non dovremmo fidarci del presidente Draghi? Questa è la nostra scelta. Così almeno l'avete capito anche voi: ne sono contento e mi fa piacere.
Inoltre, sono stati spesi 4,75 dei 10 miliardi destinati alla digitalizzazione, quel programma previsto nel Piano di resistenza e resilienza, giustamente messo in evidenza più volte da tutti: l'86 per cento è la linea della cittadinanza digitale e dei servizi e circa il 46 per cento è destinato alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, che, a detta di tutti, deve essere l'elemento portante per la rinascita del nostro Paese, favorendo l'economia, le aziende e il rapporto con i cittadini. Se si prende la totalità di una cifra così cospicua da quella linea di intervento, non penso che l'Europa sia molto contenta e molto soddisfatta di questo. C'è da dire che, in certi casi, non solo siamo europeisti, ma ci mettiamo anche in stato di adorazione nei confronti di questo europeismo, che fa capire e comprendere bene che certe cose che facciamo non sono assolutamente buone e vanno assolutamente riviste.
Concludo, sperando di non usare tutto il tempo a disposizione, al fine di agevolare i lavori. Quelli che sostengono il pagamento elettronico a tutti i costi pagano ogni caffè al bar con la carta di credito; su questo è meglio che non mi soffermi e che stia in silenzio, per rispetto di tutti, perché ne sto vedendo di tutti i colori, soprattutto da parte di chi questa misura l'ha direttamente sostenuta. Chiaramente non ce l'ho con i cittadini che si apprestano a seguire le indicazioni che diamo loro; ce l'ho con qualcun altro, se non fosse ancora chiaro.
Guardiamo cosa succede in Finlandia, dove nel 2018 l'81 per cento dei pagamenti totali è stato effettuato con le carte di credito o di debito o con le app, mentre l'uso del denaro contante si è ridotto al 19 per cento. La Finlandia è quindi un faro per i sostenitori dell'utilizzo della moneta elettronica. Che bell'esempio da seguire è la Finlandia! Questa notizia è del «Corriere della Sera», sezione economia, non di altri giornali (almeno ci capiamo). Si legge che d'altra parte è successo che sono decollati i debiti dei cittadini finlandesi; si dice che sicuramente ci sono varie cause e che in parte ciò è favorito dai bassi tassi di interesse che si respirano nel Paese nordico. D'altra parte però - udite, udite - l'uso crescente di carte di credito e di pagamenti attraverso le app porta a un minor utilizzo del contante, ma anche a un minor controllo delle proprie spese. (Applausi). Questo bisogna capire, che è una cosa normale e di buon senso. Se pago in contanti, mi rendo conto di quello che sto pagando; con la carta di credito e con il bancomat, invece, non è che segno e ho tutto sotto controllo. È una cosa normale. Ma allora noi dobbiamo fare qualcosa che aiuti i nostri cittadini o che li spinga a indebitarsi? Ragioniamo bene. Siamo convinti che il presidente Draghi, dotato di grande pragmatismo e di grande attenzione, saprà farsi valere su questo punto, rispettando le indicazioni dell'Europa, tutelando i cittadini da eventuali ulteriori debiti e, d'altra parte, proponendo misure di contrasto all'evasione fiscale più serie, magari utilizzando al meglio il personale dell'Agenzia delle entrate per andare a verificare chi evade davvero le tasse, anziché per andare a recuperare crediti che sappiamo non saranno mai recuperati.
Per questo motivo ci asterremo sulla mozione di Fratelli d'Italia, che abbiamo anche sottoscritto, per i motivi che abbiamo detto. Votando a favore dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, confidiamo che il presidente Draghi esaudirà sicuramente le nostre richieste. (Applausi).
DELL'OLIO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DELL'OLIO (M5S). Signor Presidente, Governo, colleghe e colleghi, oggi siamo qui a impegnare il nostro tempo per discutere di una mozione che dimostra la più totale miopia politica. (Applausi). Prima di spiegare perché il cashback è una misura fondamentale, vorrei attraversare alcuni punti della mozione, perché è quel documento che pone sotto accusa il cashback; quindi è opportuno analizzare quel che c'è scritto, prima di passare a spiegare perché invece è buona cosa continuare con la misura.
Il senatore Ciriani e gli altri firmatari asseriscono che il cashback è stato previsto dalla legge di bilancio al fine di incentivare l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici. Bene, fin qui hanno detto una cosa giusta, perché il cashback serve per aumentare il tasso di utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici da parte degli italiani ed è quello che sta riuscendo a fare. In soli quattro mesi - non lo dico io, l'ha detto il sottosegretario Durigon alla Camera - si è passati da 2,9 milioni di transazioni nel mese di dicembre a 4,1 milioni di transazioni nel mese di febbraio, con un incremento del 40 per cento in soli tre mesi. La mozione prosegue dicendo che il cashback è la misura più nota del Piano Italia cashless. È vero, ma qui la vera notizia è che il cashback è parte di un piano ben più ampio, che è quello, appunto, di portare l'Italia verso la digitalizzazione dei sistemi di pagamento, in linea con gli altri Paesi, dove utilizzare la plastica - così si dice in gergo - è cosa normale anche per il pacco di caramelle e questo ormai da tempo immemorabile. Dobbiamo ricordare che l'Italia - qualcun altro l'ha già detto - è un'economia cash-based fra le trentacinque peggiori al mondo, secondo il cash intensity index, che è un indice che misura l'incidenza del contante sul PIL. Per quanto invece riguarda il cashless society index è al ventitreesimo posto nell'Unione europea.
La mozione prosegue attingendo a piene mani dalla lettera inviata all'allora ministro Gualtieri da parte di Yves Mersch, ex Governatore della Banca centrale del Lussemburgo, ex Commissario membro del Consiglio direttivo della BCE, il 14 dicembre 2020; se ricordo bene le notizie di giornale, venne inviata il giorno prima che scadesse il suo mandato, che qui viene presentato come una bocciatura da parte della BCE. Ora, non so quante delle persone qui presenti e quanti degli 82 firmatari della mozione abbiano letto integralmente quella lettera e non solo le parti riportate dai giornali, ma questa lettera è un coacervo di indicazioni, spesso arzigogolate, che concludono con un semplice rilievo all'Italia per non aver avvisato la BCE prima di porre in essere l'iniziativa del cashback. È un qualcosa che però mai mi sarei aspettato venisse eccepito da Gruppi politici cosiddetti sovranisti presenti in questo Senato, che oggi si definiscono europeisti, patriotticamente europei. (Applausi).
In pratica - e qui devo leggere purtroppo le parole testuali del membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea - egli dice che quest'ultima Mersch «riconosce che il contante possa essere rifiutato per motivi connessi al principio di buona fede» e ancora che l'Unione non affronta «esplicitamente la questione se, o in quale misura, sia consentito introdurre una restrizione di ordine più generale all'obbligo di accettare pagamenti in contanti in euro». Ma dove mai è inserita nel cashback questa restrizione? Da nessuna parte. E poi si dice che qualunque limitazione o disincentivo diretto o indiretto ai pagamenti in contanti deve rispettare i requisiti relativi al corso legale delle banconote in euro; ma qui non si parla di incentivo, si parla di disincentivo. E la cosa non è la stessa, perché a seconda di come viene riportata e utilizzata da stampa o Gruppi politici, assume caratteri diversi. Secondo Mersch non si può incentivare qualcuno a fare qualcosa per modificare i comportamenti e le politiche della Nazione. Allora, se questa è la logica, aboliamo direttamente tutti gli incentivi previsti per le imprese, perché così dovremmo fare secondo lui. (Applausi).
Poi Mersch scrive ancora (ed è sempre una parte riportata nella mozione, come ha detto anche prima il senatore Romeo): «la BCE riconosce che incentivare le transazioni per mezzo di strumenti di pagamento elettronici per l'acquisto di beni e servizi allo scopo di combattere l'evasione fiscale» - e qua ci ritorno - «può, in linea generale, costituire un "interesse pubblico" che giustifichi la disincentivazione e la conseguente limitazione dell'uso dei pagamenti in contanti». In pratica, nella stessa lettera ritorna sui suoi passi, cioè dice che si potrebbe anche fare. Però qui c'è un appunto da fare a beneficio di chi ci segue, ma soprattutto di coloro i quali hanno scritto questa mozione, perché l'hanno costruita incentrandola sulla lotta all'evasione fiscale che per loro è il perno del cashback. Quando il MEF ha inviato ad ottobre 2020 il regolamento del testo in esame, oltre a tutte le varie indicazioni (relazione tecnica, analisi tecnico-normativa), ha inviato anche l'Analisi dell'impatto della regolarizzazione, la cosiddetta AIR, che dice che, in linea di principio, la nuova disciplina avrà un impatto sistemico importante in termini di utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici da un lato, di trasparenza e tracciabilità delle transazioni in denaro dall'altro. Si prevedono effetti diretti positivi sulla finanza pubblica in termini di diminuzione del costo del denaro contante e - attenzione - potenzialmente di riduzione e contrasto all'economia sommersa. Su quattro parametri, il quarto è quello della riduzione dell'economia sommersa e si dice anche «potenzialmente»: quindi è qualcosa di non ricercato, né quantificato.
Quindi, ridurre il cashback a una misura per la lotta all'evasione fiscale significa non aver compreso la misura stessa. Ma siamo qui per spiegare e far capire se il cashback ha raggiunto gli altri obiettivi, ossia i primi tre. Di certo gli operatori bancari ultimamente hanno rilasciato un po' di indicazioni.
Chi utilizza la carta di credito e aderisce al cashback la usa il 22 per cento in più di chi ha la carta di credito in tasca ma non aderisce al programma. Inoltre, il numero di transazioni di chi partecipa al cashback è aumentato del 34 per cento nella fascia compresa tra 0 e 10 euro, del 33 per cento in quella tra 10 e 25 euro e del 20 per cento in quella tra 25 e 50 euro. Ciò significa che sono aumentate le transazioni e, quindi, la spesa verso i piccoli commercianti, che sono proprio coloro che dobbiamo cercare di supportare con un rilancio dell'economia e non solo con il ristoro di quanto perso.
Quanto alla critica ai cosiddetti furbetti, la notizia è stata già riportata e non mi soffermo sulle famose transazioni da 10 centesimi, anche perché si tratta dello 0,2 per cento del totale, quindi una cosa minima.
Torniamo alla lettera di Mersch, che è molto interessante e si conclude con una meravigliosa difesa dell'utilizzo del contante, affermando che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni (non dice quali e sorvoliamo sul perché), preferiscono utilizzare il contante, piuttosto che altri strumenti di pagamento. Mersch scrive inoltre che il contante riveste particolare importanza in caso di interruzione della corrente elettrica.
Ciò è stato richiamato dal senatore Romeo, al quale ricordo, senza fare pubblicità, che esistono sistemi di pagamento con la carta di credito che funzionano tranquillamente senza energia elettrica perché si avvalgono di strumenti che non ne hanno bisogno. La Banca centrale europea non ha probabilmente letto bene il documento perché si è incentrata solo sull'aspetto fiscale, che - ripeto - è al quarto punto. Quindi è favoloso il commissario Mersch che alla fine ci dice qual è il punto di passaggio dalla convenienza nell'utilizzo del contante alla plastica. Lo dice lui e senza neanche aver verificato le motivazioni.
È poi uscito l'articolo del forum Ambrosetti, secondo cui l'utilizzo per due anni del cashback genererebbe extra consumi, extra gettito per 23 miliardi di euro ed extra gettito fiscale per 5,3 miliardi di euro, di cui 1,2 di sommerso; inoltre nel periodo compreso tra il 2020 e il 2025 genererebbe, fra recupero IVA e sommerso, circa 9 miliardi di euro.
I colleghi di Fratelli d'Italia hanno utilizzato una serie di dichiarazioni giornalistiche, sostenendo che le risorse del cashback potrebbero essere destinate a tutte quelle attività costrette alle chiusure, in quanto tutelare il lavoro è un dovere dello Stato, così come lavorare è un diritto del cittadino. In realtà, non avete fatto altro che confermare che il cashback è un'ottima misura, in quanto supporta proprio il rilancio di tutti quegli operatori che oggi, con il solo ristoro, non farebbero altro che coprire parte dei costi sostenuti, mentre con anche il cashback si genera una spesa aggiuntiva che li aiuterà a ritornare a una vita normale. (Applausi). E sappiamo benissimo che, in questo periodo, il risparmio in Italia è cresciuto proprio perché non si spendeva.
L'applicazione IO, su cui si basa il sistema gestito da PagoPA, è una soluzione innovativa che amplia le possibilità per i cittadini, le imprese e gli enti locali. Più i cittadini saranno presenti su quest'applicazione, più i Comuni potranno fornire servizi in modalità totalmente nuova, a vantaggio delle necessità del Comune stesso e dei cittadini. Tra l'altro - lo ricordo un po' per tutti - nel PNRR abbiamo inserito anche il concetto di fisco in un'app proprio per migliorare il rapporto fra Agenzia delle entrate e cittadini, semplificando l'accesso al fisco e la sua gestione.
In conclusione, il cashback sta modificando le abitudini di pagamento: gli utenti sono passati da 6 a 8,3 milioni, è aumentato l'utilizzo della carta (22 per cento in più rispetto a prima) verso consumi nei negozi di prossimità (ad esempio il 56 per cento per gli alimentari) e si è abbassata la soglia di utilizzo (è pari al 51 per cento la soglia delle transazioni sotto i 20 euro).
Certo, come per ogni misura, dopo un periodo di applicazione, è sicuramente corretto verificare i parametri e i risultati e capire se è necessario orientare meglio gli sforzi in una direzione o in un'altra al fine di massimizzare i risultati. E sebbene abbia senso pensare di farlo anche per il cashback, con gli ottimi risultati finora raggiunti, è chiaro che si debba pensare certamente a dei miglioramenti, ma non alla sua interruzione come misura.
Per i motivi indicati, annuncio pertanto, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto contrario alla mozione presentata dal senatore Ciriani e il voto favorevole all'ordine del giorno della maggioranza. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 317, presentata dal senatore Ciriani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1, presentato dal senatore Dell'Olio e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Commenti).
Sospendo la seduta fino alle ore 18.
(La seduta, sospesa alle ore 16,40, è ripresa alle ore 18,24).
Presidenza del vice presidente TAVERNA
Discussione delle mozioni nn. 332 e 296 sul potenziamento delle cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19 (ore 18,25)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni 1-00332, presentata dal senatore Romeo e da altri senatori, e 1-00296, presentata dalla senatrice Castellone e da altri senatori, sul potenziamento delle cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19.
Ha facoltà di parlare il senatore Romeo per illustrare la mozione n. 332.
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, la mozione che abbiamo presentato come Gruppo Lega parte dal presupposto, trattandosi di un argomento di grande attualità, di cercare di aggiornare il protocollo internazionale sulle cure domiciliari per i malati di Covid-19.
C'è un dibattito aperto sul tema da diverse settimane. Sono diversi i medici che hanno proposto soluzioni che vanno oltre il protocollo attuale (vigile attesa e utilizzo di paracetamolo) e prevedono l'utilizzo di altri tipi di farmaci che - è stato verificato - sono riusciti a evitare l'ospedalizzazione dei pazienti curandoli direttamente a domicilio. Molti medici fanno il lavoro importante di visita diretta nelle case dei pazienti. Esaminando il paziente, dai sintomi riescono a comprendere fin da subito che si tratta di Covid, magari ancora prima del risultato del tampone e, quindi, prescrivono subito degli antinfiammatori. E questo sistema di utilizzo rapido dei farmaci per curare subito il paziente riesce a fermare la malattia e a evitare che possa degenerare in un qualcosa di molto grave che costringe ad andare in ospedale.
Abbiamo illustri persone che hanno rilasciato diverse interviste sui giornali, dal professore Remuzzi, al dottor Mangiagalli, al dottor Cavanna. Ci sono esperienze dirette di questi medici e a tal proposito desidero ringraziare il sottosegretario Sileri perché ha ricevuto questi medici che si sono riuniti e hanno organizzato anche dei comitati. E naturalmente si è impegnato - bisogna riconoscerlo onestamente - da un punto di vista non solo verbale, ma anche pratico e concreto per mettere in contatto quei medici con le strutture del Ministero affinché si possa - è il contenuto vero della mozione - far tesoro nell'aggiornamento dei protocolli anche delle esperienze di tali medici utilizzando tutti i farmaci che possono davvero contrastare maggiormente il virus.
Sappiamo tutti dell'importanza dell'attenzione al territorio, delle cure domiciliari, della tempestività dell'intervento per evitare che le persone intasino gli ospedali. In ogni caso, questi medici hanno dimostrato che si può curare il Covid e guarire. Ci tengo a sottolineare l'impegno di alcuni colleghi della Lega, e non solo della Commissione sanità - penso ai senatori Siri e Bagnai - che hanno incontrato molti di questi medici e ascoltato le loro richieste e oggi siamo qui a cercare di prendere tutti insieme un impegno politico affinché il Ministero della salute riesca ad arrivare a delle linee guida molto chiare e precise per evitare che poi una Regione prenda una strada e un'altra che ne prenda una diversa.
Cerchiamo di uniformare tutti sul protocollo, in modo tale che si possa poi agire in maniera più decisa e, quindi, prendiamo esempio da tutte le esperienze. Io penso che questo sia il metodo migliore. Il Sottosegretario ha già dato disponibilità, ma, giustamente, diamo anche un segnale politico forte, a tutta la comunità nazionale, che ci stiamo occupando del tema. E, sono convinto che il lavoro proseguirà in questa direzione.
Visto, poi, che si è anche trovato un ordine del giorno comune, annuncio già da ore che la nostra mozione sarà ritirata, perché abbiamo aderito a tale ordine del giorno comune che, a quanto ho capito, riguarda tutta l'Aula e, quindi, tutti i Gruppi. E questo è un segnale di grande importanza. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la senatrice Pirro per illustrare la mozione n. 296.
PIRRO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, l'ultimo anno ha cambiato le nostre vite per sempre e ha cambiato il nostro modo di guardare al Sistema sanitario nazionale. Sono entrati in uso comune termini che mai avremmo immaginato di conoscere. Sappiamo tutto - per esempio - di test antigenici, molecolari, indici di contagio Rt.
Il SARS-Cov-2 è entrato nelle nostre vite stressando la capacità di risposta delle strutture sanitarie e ci ha fatto capire che la precoce individuazione dei casi, la rapidità dei test diagnostici, la permanenza a domicilio per quarantena o isolamento dipendono fortemente dall'organizzazione territoriale presente nei diversi contesti regionali. E qui ci sarebbe molto da dire.
Pertanto, è necessario rafforzare la rete dei servizi territoriali per ridurre la necessità di ricovero ospedaliero e il conseguente sovraccarico dei servizi sanitari ospedalieri. Ancora oggi sentiamo di situazioni di difficoltà nel garantire l'assistenza territoriale a tutte le persone che necessitano di percorsi diagnostici e terapeutici connesse all'emergenza Covid-19; nel fornire indicazioni operative volte ad identificare e prendere in carico precocemente i pazienti con sospetto Covid-19; nel garantire la sorveglianza sanitaria e assistenza alle persone fragili, in quanto più esposte a rischio e alla necessità, anzi, di un implementata presa in carico
Stiamo procedendo sempre più speditamente con la campagna vaccinale, ma non dobbiamo trascurare i tanti che ancora oggi contraggono il virus. Il trattamento precoce delle infezioni ha valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub-intensiva. Quindi, bisogna favorire le terapie domiciliari precoci e l'utilizzo di anticorpi monoclonali, che finalmente sono disponibili nel nostro Paese anche grazie all'impegno della mia collega Castellone e del sottosegretario Sileri.
Inoltre, bisogna garantire la presa in carico territoriale delle persone dimesse da ricovero ospedaliero, istituendo un corretto percorso di continuità ospedale-territorio, con l'obiettivo di migliorarne l'appropriatezza, offrendo assistenza alle persone ed evitando che questo passaggio diventi occasione di contagio; un percorso che poi deve diventare e restare uno dei pilastri di un rinnovato sistema sanitario, come diciamo da tempo.
Purtroppo, affrontare la pandemia ha comportato anche la riduzione delle attività ordinarie e una diminuzione dell'assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone la condizione di fragilità. Pertanto, garantire la funzionalità dell'intera rete dei servizi territoriali, soprattutto di quelli rivolti alle persone più fragili, è un impegno di carattere etico e di rinnovamento culturale, oltre che organizzativo, e rappresenta una responsabilità di sanità pubblica che assume particolare rilevanza nel corso dell'attuale emergenza sanitaria.
Per queste ragioni, con la nostra mozione chiediamo che siano aggiornati protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici del territorio dei pazienti Covid-19; che sia istituito un tavolo di monitoraggio ministeriale in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale.
Insomma, come diciamo da sempre, l'assistenza domiciliare, la medicina territoriale, la telemedicina sono punti fondamentali per migliorare il nostro Servizio sanitario nazionale. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza lo abbiamo evidenziato e abbiamo chiesto che si punti davvero su una medicina incentrata sul paziente e i suoi bisogni, sulla persona e non sulla malattia.
Oggi chiediamo la stessa cosa. I malati Covid-19 devono essere assistiti nel migliore dei modi già nelle loro case, perché solo intervenendo in tempo e nel modo più giusto riusciremo a diminuire e scongiurare il peggioramento della malattia, con il successivo e drammatico ingresso in terapia intensiva. (Applausi). Solo così riusciremo ad alleggerire i nostri ospedali e pian piano, complici i vaccini, a tornare gradualmente alla socialità, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista sanitario, economico e anche umano. Inoltre, come ha annunciato precedentemente il senatore Romeo, anche noi procederemo a ritirare la nostra mozione per convergere sull'ordine del giorno che abbiamo tutti firmato. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
È iscritta a parlare la senatrice Biti. Ne ha facoltà.
BITI (PD). Signor Sottosegretario, la ringrazio dell'attenzione e ringrazio anche ai colleghi che hanno presentato le mozioni in esame e hanno permesso di fare un lavoro comune, insieme, per arrivare a una soluzione condivisa su un tema che nell'ultimo anno abbiamo affrontato già più e più volte e che ci ha visto interrogarci sul nostro Sistema sanitario nazionale, soprattutto per quanto riguarda i servizi territoriali. Abbiamo visto quanto sia importante la medicina territoriale e abbiamo preso atto dei limiti che ha dimostrato in questo anno, soprattutto in alcuni territori del nostro Paese. È inutile negarlo e ce ne dobbiamo fare carico tutti insieme. È ovvio che in alcuni territori piuttosto che in altri si è vista una grande criticità dei servizi territoriali.
Nelle mozioni, anche se sono state ritirate e se si convergerà su un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Gruppi qua presenti - come già annunciato dal Gruppo Lega e dal Gruppo MoVimento 5 Stelle - è stato ben sottolineato che nell'ultimo anno ci siamo trovati davanti a una malattia sconosciuta. La medicina non è una scienza esatta, ma è un metodo sperimentale, che ogni giorno si trova a improvvisare, soprattutto quando è davanti a un nemico sconosciuto. In questo anno soprattutto i medici, gli infermieri e i sanitari di ogni livello si sono trovati molte volte a improvvisare, per cercare di curare i pazienti nel miglior modo possibile. I medici di medicina generale in questo sono stati i pionieri, se possiamo e vogliamo dirlo. All'inizio, non conoscendo la malattia e non sapendo neanche di averla davanti, hanno cercato di mettere in campo tutto ciò che era possibile sulla base delle loro conoscenze; in un secondo momento sono intervenuti mandando i pazienti negli ospedali il più velocemente possibile, anche per la paura di non poter curare i malati di Covid-19. Questo ha fatto sì - lo sappiamo tutti, ma la memoria è importante - che gli ospedali si siano trovati sovraccarichi. E purtroppo questo è un fatto che verifichiamo anche in questi giorni - ahinoi - perché la situazione non è cambiata molto. E ha posto anche il tema forte di dover dare dei protocolli e delle indicazioni ai medici di base, per prendersi cura dei pazienti e per assisterli il più rapidamente possibile e nel modo migliore possibile alla comparsa dei primi sintomi, in modo da curare le persone e non intasare gli ospedali.
È fondamentale, come chiede la mozione, un aggiornamento costante e continuo delle linee guida, in modo che la somministrazione dei farmaci più efficaci e la presa in carico del paziente possano avvenire nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile. In questo è essenziale la figura del medico di medicina generale, dei pediatri e di tutti gli specialisti che a livello territoriale hanno a che fare con le persone. Guardate, colleghi, questo è fondamentale per due motivi: non soltanto per dare una cura pronta a chi si ammala, ma anche per sostenerlo, perché i medici di medicina generale il più delle volte conoscono la situazione, anche familiare e sociale, in cui il malato vive. Sappiamo ormai essere molto importante e fondamentale prendersi carico dei malati anche dal punto di vista psicologico e sociale, soprattutto per questo tipo di malattia.
La mozione è fondamentale per migliorare le funzioni di assistenza e per migliorare quello che è mancato, ossia il tracciamento, perché è stata veramente una croce e un dolore nell'ultimo anno fare segnalazioni ai fini epidemiologici che fossero efficaci ed efficienti. La sorveglianza sanitaria è fondamentale nel nostro sistema per garantire la salute nel miglior modo possibile e anche un'assistenza - come diceva la collega prima di me - adeguata ai più fragili, che sono poi quelli che si ammalano di più.
È per questo motivo che abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno e crediamo davvero che i territori che meglio hanno affrontato la situazione possano essere di esempio per altri territori che ancora lottano con criticità davvero notevoli. Speriamo che da qui in avanti il nostro sistema sanitario a livello territoriale possa migliorare, non soltanto per questa emergenza, ma anche per tutte le altre situazioni giornaliere che si troveranno ad affrontare. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Siclari. Ne ha facoltà.
SICLARI (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi senatori, signor Sottosegretario, sono gravi le ripercussioni che la pandemia ha avuto sul servizio sanitario in poco più di un anno: si sono registrati oltre 3 milioni e mezzo di casi, con oltre 111.000 morti. Ancora oggi risultano ricoverati circa 30.000 pazienti Covid e le terapie intensive in molte Regioni sono sopra la soglia di sicurezza.
In Italia, stando ai più recenti studi, è aumentata del 40 per cento la rinuncia alle cure dei pazienti non Covid, con oltre due milioni di screening oncologici in meno e 13.000 diagnosi di malattie mancate. Questo comporta non soltanto un danno diretto a chi non ha potuto curarsi al momento giusto in maniera adeguata, ma anche un danno indiretto al Servizio sanitario nazionale in termini di costi e gestione. In effetti, il nostro Servizio sanitario nazionale dovrà assistere i nostri concittadini, i pazienti non Covid, che non hanno avuto accesso alle cure, con maggiori cure un domani, quando sarà possibile, e quindi anche con maggiori costi. Sappiamo tutti che curare in ritardo una patologia, oltre che creare più sofferenza al malato, comporta l'utilizzo di terapie più complesse e spesso invasive. Gli ospedali sono stati sovraccaricati di lavoro per il Covid-19 e hanno dovuto limitare di molto l'accesso alle cure dei pazienti non Covid, che avevano bisogno di assistenza ospedaliera. In effetti, molti reparti sono stati chiusi per essere riconvertiti in reparti Covid e le terapie intensive, dal numero limitato, sono state utilizzate per i casi Covid più gravi, non permettendo l'utilizzo per il fabbisogno salute del Paese legato ad altre patologie non meno gravi.
Le mozioni oggi in discussione perseguono il duplice meritorio obiettivo di fornire cure adeguate ai malati Covid, quando gli stessi si trovano presso la propria abitazione, ed evitare sia l'ospedalizzazione, sia i conseguenti problemi di sovraffollamento delle strutture sanitarie, che - come abbiamo anticipato - vanno in sofferenza quando il carico di malati si intensifica a causa dell'andamento della curva dei contagi.
Il nostro Gruppo, Forza Italia, ha sempre sostenuto quanto previsto dalle mozioni in discussione oggi in Aula, ribadendo da sempre l'importanza del potenziamento della rete dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta che, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell'ambito della gestione dei soggetti positivi, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con le eventuali unità di assistenza presenti sul territorio. Cogliamo anche questa occasione per ringraziare tutti gli operatori sanitari, tutti i medici e tutti coloro che ogni giorno prestano assistenza a chi sta soffrendo.
Ci sentiamo di condividere la necessità che la cosiddetta «vigile attesa», prevista nella circolare ministeriale e nelle raccomandazioni AIFA, che consiste di fatto in un'osservazione degli eventuali miglioramenti o peggioramenti di un malato Covid presso le rispettive abitazioni, sia rivisitata in un concetto più dinamico e non solo statico, come oggi è interpretata, così da consentire che, grazie al supporto medico, i casi con sintomatologia lieve restino tali e i casi che invece possono aggravarsi non si aggravino.
Della mozione condividiamo anche la proposta di istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo.
Condividiamo anche la necessità di definire, per il tramite di AIFA, protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid e l'opportunità di ricorrere alla somministrazione preventiva a pazienti paucisintomatici con tampone positivo delle terapie antivirali e di prevenzione delle complicanze polmonari in fase sperimentale e off label secondo protocolli già in uso, ovvero in esito alla rilevazione di evidenze di efficacia nazionale e internazionale nell'ambito del trial in essere.
Abbiamo proposto l'obbligatorietà del vaccino per medici e operatori sanitari al fine di rendere più sicuri i luoghi dove si dà assistenza sanitaria ai malati. Abbiamo proposto lo scudo penale ai vaccinatori per incentivare il reclutamento di operatori che inoculano il vaccino. Abbiamo promosso la vaccinazione nelle farmacie per rendere più accessibile e capillare la vaccinazione. Il nostro obiettivo è stato e sarà sempre quello di sostenere il Paese e supportare gli italiani tutti (dai più piccoli ai più grandi, da chi non lavora, alle imprese in crisi, da chi soffre il disagio sociale a chi è colpito da una determinata patologia grave), con il fine di aprire prima possibile le scuole, le imprese e il Paese.
Questa mattina, insieme ad Antonio Tajani, Vicepresidente del partito, ad Anna Maria Bernini, Presidente del Gruppo Forza Italia, al senatore Ferro e ai colleghi della Camera dei deputati Occhiuto e Cattaneo, abbiamo presentato le proposte di Forza Italia al cosiddetto decreto ristori per far ripartire il Paese. Tra queste, abbiamo proposto di introdurre la possibilità, attraverso le garanzie dello Stato, di dare 100.000 euro a ogni piccola impresa con un fatturato inferiore a un milione di euro da restituire in trent'anni. Abbiamo proposto la cancellazione delle cartelle esattoriali e misure per il sostegno al turismo e allo sport per i non garantiti. Sono tutte misure che servono, da un lato, a uscire prima dalla pandemia e, dall'altro, a permettere a chi ha sempre lavorato onestamente e pagato le tasse di poter resistere in questo difficile momento che attraversa l'umanità, in attesa che arrivi la luce per tutti.
Forza Italia c'è e sarà sempre a fianco degli italiani. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Cantù. Ne ha facoltà.
*CANTU' (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ogniqualvolta me ne viene data occasione ripeto che sono molto importanti le risorse e adesso, con i fondi europei, (non solo a PNRR), le risorse ci sono anche per innovazione e ricerca sulle terapie farmacologiche di effettivo e comprovato contrasto al Covid, partendo dall'analisi del rischio genetico e la relativa risposta individuale al virus, tra l'altro oggetto di un vasto studio della comunità scientifica internazionale di cui fanno parte anche numerosi scienziati italiani, ma altrettanto importanti sono le regole di riferimento di assistenza e cura e questa mozione e l'ordine del giorno (che è una sua naturale evoluzione) ne sono l'esempio plastico.
La presa in carico appropriata e tempestiva del paziente a domicilio, quanto mai necessaria in emergenza Covid, è il terreno in cui oggi ci troviamo a misurarci. Bisogna essere sufficientemente flessibili per cogliere tutte le innovazioni che hanno un supporto scientifico tale da far ritenere che non si tratti solo di pochi casi osservati in sperimentazioni apparentemente promettenti, ma di numeri validati tali da essere giustificabili come risposte solide e rigorose alla malattia, senza rischi di dare tossicità ai pazienti e la finalità ultima della nostra mozione, coerentemente a quanto è stato poi dedotto nell'ordine del giorno, è quella di impegnare il Governo a una sensibilizzazione che ne tenga debito conto, facendo valore aggiunto delle migliori esperienze cliniche e conoscenze scientifiche, dando prova di efficienza e appropriatezza, investendo in prevenzione, medicina predittiva, personalizzazione delle cure, verifiche rigorose, sostanziali e mirate in aggiornamento e monitoraggio continuo. Noi siamo tra coloro che intendono ridisegnare l'Italia con una visione, la visione della sanità sostenibile del futuro, (Applausi) di tutela universalistica della persona e della famiglia, prima ancora o comunque al sorgere della malattia, consapevoli che le risorse del PNRR, in quanto one shot e quindi irripetibili, devono essere utilizzate solo per processi migliorativi che consentano da subito di dare di più costando di meno, implementando vera integrazione tra rete ospedaliera e territorio, con domiciliarizzazione tecnologicamente assistita delle cure da remoto, secondo protocolli nazionali definiti in progress, aggiornati, accessibili e verificati con studi prospettici stringenti, che facciano da guida in base sia al quadro clinico del paziente sia alla fase dell'infezione.
Mi avvio a concludere, Presidente, ringraziandola della disponibilità e della comprensione. Il governo della pandemia è prevenzione e cura precoce, limitando l'ospedalizzazione ai soli casi proattivamente eleggibili: l'azzeramento del sovraccarico evitabile di ospedali e terapie intensive con un'immunizzazione di massa delle categorie fragili è precondizione per il ritorno alla normalità, una sfida possibile a cui questa maggioranza può rispondere al servizio del Paese, agendo in potenziamento e capillarizzazione della sorveglianza attiva e genomica del virus e delle sue varianti, in profilassi vaccinale selettiva e cure domiciliari aggiornate tempestivamente ed evolutivamente in ragione delle evidenze scientifiche, senza badare a nessuna ideologia. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Marinello. Ne ha facoltà.
MARINELLO (M5S). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, cari colleghe e colleghi, le mozioni in discussione oggi affrontano la fondamentale tematica delle cure domiciliari, nello specifico il loro necessario potenziamento in riferimento al trattamento sanitario dei pazienti affetti da Covid-19. Entrambe sono fortemente condivisibili, perché toccano una materia verso la quale questa legislatura è fortemente impegnata da anni e ancora prima del tragico avvento della pandemia da Covid-19. Le cure domiciliari, infatti, e più in generale il tema dell'assistenza territoriale sono gli aspetti che dimostravano e dimostrano tuttora le maggiori carenze in ambito sanitario del Servizio sanitario nazionale e la diretta conseguenza di queste carenze è storicamente rappresentata dall'intasamento dei nostri ospedali, con una intollerabile diminuzione riscontrata nella qualità del servizio offerto ai pazienti, specialmente quelli fragili e bisognosi di cure adeguate.
Cito, a titolo esemplificativo, anche per mia diretta esperienza professionale, il sovraccarico dei pronto soccorso in tutta Italia: troppe volte, infatti, nella mia trentennale esperienza di medico di pronto soccorso, ho assistito all'arrivo di pazienti che non necessitavano del ricovero, ma che in mancanza proprio di un'adeguata assistenza territoriale domiciliare arrivavano in ospedale convinti che il ricovero potesse rappresentare la migliore soluzione per il loro stato di salute. Al contrario, l'intasamento degli ospedali ha purtroppo causato un effettivo rischio per il paziente, ovviamente a livello sanitario, anche per eventuali infezioni nosocomiali, ma anche a livello psicologico, perché un ricovero rappresenta un evidente stress con dirette conseguenze negative.
Le cure domiciliari, invece, laddove valutate come opportune dal medico curante, insieme al fondamentale ausilio della telemedicina, possono sicuramente contribuire a un positivo decorso del paziente, eliminando peraltro il ricorso all'ospedalizzazione e contribuendo al benessere complessivo della persona coinvolta e degli eventuali familiari.
La sfida che abbiamo raccolto in questa legislatura è stata, quindi, di intervenire su questi mali ormai cronici del nostro Servizio sanitario nazionale, evidentemente frutto di una perversa logica centrata sulla inevitabile ospedalizzazione, anche quando la cartella clinica del paziente non motivava fino in fondo questa scelta, che dovrebbe altresì rappresentare l'ultima soluzione sanitaria.
Importantissimi provvedimenti sono stati già adottati: penso, in primis, alla figura dell'infermiere di famiglia, con il cosiddetto decreto rilancio, vera svolta per la medicina territoriale, in una logica positiva di sinergia con tutti gli altri livelli di assistenza sanitaria. Con lo stesso provvedimento sono stati previsti importanti finanziamenti per l'assunzione di migliaia di infermieri; adesso tocca alle Regioni adottare velocemente ogni provvedimento utile per dotare i servizi sanitari locali del necessario organico.
A proposito di infermieri di famiglia, mi permetto di evidenziare l'opportunità di arrivare al loro definitivo riconoscimento attraverso l'approvazione del relativo disegno di legge. Inoltre, penso sia utile in questa sede citare anche il provvedimento di riforma del sistema di emergenza sanitaria territoriale 118, che punta al suo miglioramento attraverso una visione unitaria e coordinata dal punto di vista gestionale. In particolare, il personale, distinto da quello ospedaliero - verso entrambi rivolgiamo il nostro sentito ringraziamento per l'instancabile impegno durante la pandemia - dovrà essere stabilmente dedicato al servizio di emergenza territoriale, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Gli infermieri del servizio di emergenza territoriale 118 saranno assunti mediante procedure concorsuali pubbliche e dovranno possedere una formazione professionale nell'area dell'emergenza. Per i mezzi mobili di soccorso del servizio di emergenza territoriale, il 118 si dovrà avvalere di personale adeguatamente formato con dei corsi teorico-pratici per le funzioni di autista e soccorritore, altra importantissima figura verso la quale evidenzio ancora una volta l'opportunità di arrivare finalmente a un doveroso riconoscimento giuridico.
Da tutti questi elementi, che in questa sede brevemente ho sottolineato, risulta evidente il concreto lavoro istituzionale che si sta svolgendo in tema di assistenza territoriale e cure domiciliari. Le mozioni oggi in esame vanno pienamente in questa direzione. A loro va il mio convinto appoggio nell'ottica di un complessivo miglioramento del nostro Servizio sanitario nazionale, verso il quale continueremo a impegnarci con l'adozione di altri e fondamentali provvedimenti. Anche noi siamo dell'idea di addivenire a un ordine del giorno condiviso e sottoscritto da tutti i Gruppi (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Avverto che le mozioni sono state ritirate e sono stati presentati l'ordine del giorno G1, a firma del senatore Ciampolillo, e l'ordine del giorno G2, a firma dei senatori Romeo, Castellone, Binetti, Errani, Boldrini, Zaffini, Parente e di altri senatori.
Colleghi, devo sospendere brevemente la seduta, perché non ero a conoscenza dell'ordine del giorno G1 e ne voglio verificare l'ammissibilità.
(La seduta, sospesa alle ore 18,58, è ripresa alle ore 19,10).
Colleghi, sospendo la seduta per ulteriori dieci minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 19,10, è ripresa alle ore 19,33).
Comunico che, in merito all'ordine del giorno G1, a firma del senatore Ciampolillo, non è ammissibile l'impegno di cui al punto 2.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, al quale chiedo di esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. (Il senatore Ciampolillo fa cenno di voler intervenire).
Senatore Ciampolillo, lasciamo intervenire prima il sottosegretario Sileri che darà il parere sugli ordini del giorno. (Commenti del senatore Ciampolillo).
Senatore Ciampolillo, se permette al Sottosegretario di dare il parere sugli ordini del giorno, il suo intervento sarà anche più sostenuto dal parere del Sottosegretario.
SILERI, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, ringrazio per le mozioni e gli ordini del giorno presentati, perché mi danno l'opportunità di far chiarezza e di ribadire ciò che è stato fatto e ciò che deve essere fatto per le terapie domiciliari dei pazienti affetti da SARS-Cov-2. Cercherò di essere molto breve.
L'infezione da SARS-Cov-2 è una condizione estremamente complessa. Abbiamo iniziato a conoscerla nel dicembre 2019 e abbiamo imparato a conoscere meglio il virus durante la prima ondata, purtroppo durante la seconda e ora che stiamo vivendo la terza. Vi sono meccanismi fisiopatogenetici molto complessi, connessi per la molteplicità delle manifestazioni cliniche e per il ruolo rivestito dalla risposta immunitaria particolare dei singoli soggetti. Le terapie si sono evolute nel tempo e a tutt'oggi non sono completamente chiare. Vi sono moltissimi protocolli ancora in essere; non parlo solamente dell'Italia, ma del pianeta intero. Abbiamo accumulato informazioni relative alla patogenesi della condizione morbosa e ai sintomi presentati dai pazienti; abbiamo imparato, soprattutto nelle fasi iniziali, che vi erano sintomi inizialmente sottovalutati e poi successivamente più noti. Successivamente si sono via via acquisite conoscenze nell'ambito dell'efficacia e della tossicità correlate alle differenti terapie adottate.
In particolare, il trattamento terapeutico della patologia si è articolato su diversi approcci differenziati, che sono andati a coinvolgere in primis farmaci a potenziale attività antivirale contro il SARS-Cov-2, farmaci ad attività profilattica e terapeutica contro le manifestazioni trombotiche, farmaci in grado di modulare la risposta immunitaria e infusioni di plasma mirate a un trasferimento di anticorpi neutralizzanti il legame tra il nuovo coronavirus e il suo recettore espresso dalle cellule umane. È opportuno sottolineare che ancora oggi esistono larghi margini di incertezza rispetto all'efficacia di alcuni degli approcci terapeutici appena menzionati e che l'uso delle differenti terapie piuttosto che l'assenza di impiego delle stesse dipendono dalla severità delle manifestazioni cliniche presentate dai malati.
Proprio in considerazione dell'alto livello di incertezza con cui queste terapie sono messe a disposizione e del particolare stato di emergenza rispetto a una pandemia che in effetti stiamo imparando a conoscere - come ho detto prima - giorno per giorno, è importante aggiornare continuamente le informazioni relative alle prove di efficacia e sicurezza che si rendono progressivamente sempre più disponibili. A tale scopo, la commissione tecnico-scientifica dell'AIFA ha predisposto una serie di schede che rendono espliciti gli indirizzi terapeutici entro cui è possibile prevedere un uso controllato e sicuro dei farmaci utilizzati nell'ambito di questa grave emergenza. Le schede riportano in modo chiaro le prove di efficacia e sicurezza ad oggi disponibili, nonché le interazioni e le modalità d'uso raccomandabili nei pazienti con Covid-19. Nello stesso formato vengono individuati i farmaci per cui è bene che l'utilizzo rimanga all'interno di sperimentazioni cliniche controllate.
In data 30 novembre 2020 è stata adottata la circolare del Ministero della salute n. 24970 in merito alla gestione domiciliare dei pazienti affetti da SARS-Cov-2, al fine di fornire adeguate indicazioni operative, tenuto conto dell'attuale evoluzione della situazione epidemiologica sul territorio nazionale. In tale circolare viene segnalata la necessità di razionalizzare le risorse al fine di poter garantire la giusta assistenza a ogni singolo cittadino in maniera commisurata al grado e alla gravità del quadro clinico. La circolare riporta, tra l'altro, che i National Institutes of Health statunitensi hanno formulato una classificazione fondata anche sui criteri radiologici e con i limiti e le difficoltà legate alla realizzazione di questa indagine in una situazione pandemica in cui vengono individuati cinque stadi clinici della malattia. Nel paragrafo "Principi di gestione della terapia farmacologica" viene specificato che le indicazioni fornite si riferiscono alla gestione farmacologica in ambito domiciliare dei casi lievi di Covid-19. Inoltre, viene sottolineato che, onde evitare il rischio di ospedalizzazioni tardive, nel caso di aggravamento delle condizioni cliniche del paziente durante la fase di monitoraggio domiciliare, andrà eseguita una rapida e puntuale rivalutazione generale per verificare la necessità di un'ospedalizzazione o di una valutazione specialistica del soggetto.
Nella medesima circolare è stata altresì delineata una rappresentazione schematica del monitoraggio del soggetto infettato da SARS-Cov-2 e della dinamica possibilità di transizione da paziente a basso rischio a paziente con quadro in evoluzione peggiorativa, tale da richiedere o una modifica della terapia o un ricovero ospedaliero.
Le raccomandazioni fornite dalla circolare riflettono i dati della letteratura scientifica e tutte le informazioni attualmente esistenti. I trattamenti sintomatici, come il paracetamolo o i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), possono essere utilizzati in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista una chiara controindicazione all'uso. Altri farmaci sintomatici possono essere utilizzati in base al giudizio clinico. Non esistono infatti ad oggi evidenze solide e incontrovertibili, ovvero derivanti da studi clinici controllati, di efficacia e sicurezza per l'impiego di altre terapie nelle prime fasi della patologia in questione. Un esempio su tutti può essere l'indicazione a non utilizzare routinariamente i corticosteroidi. Tale raccomandazione si basa sul fatto che attualmente esistono evidenze di un beneficio clinico di tali farmaci solo in questo setting di pazienti/fase di malattia. È necessario ricordare che in molti soggetti con malattie croniche l'utilizzo del cortisone può determinare importanti eventi avversi che rischiano di complicare il decorso della malattia virale.
Sono stati resi disponibili per le terapie anti Covid-19, con il decreto del Ministero della salute del 6 febbraio 2021, «Autorizzazione alla temporanea distribuzione dei medicinali a base di anticorpi monoclonali per trattamento di Covid-19», ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, gli anticorpi monoclonali. In accordo con le specifiche determine autorizzative dell'AIFA, la selezione del paziente da trattare con tali anticorpi monoclonali è affidata ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai medici delle USCA e in generale ai medici che abbiano l'opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da Covid-19 di recente insorgenza e con sintomi lievi e moderati e di indirizzarli rapidamente alla struttura presso la quale effettuare il trattamento terapeutico. È raccomandato il trattamento nell'ambito di una struttura ospedaliera o comunque in un contesto che consenta una pronta e appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi, secondo i percorsi identificati e implementati a livello regionale. La prescrizione del trattamento deve garantire la somministrazione del prodotto il più precocemente possibile rispetto all'insorgenza di sintomi e comunque non oltre dieci giorni dall'inizio degli stessi. La terapia con anticorpi monoclonali anti-SARS-Cov-2 dev'essere riservata, in base alle evidenze della letteratura scientifica attualmente disponibile, ai pazienti con Covid-19 di recente insorgenza, con infezione confermata da SARS-Cov-2 e definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi, in accordo con i provvedimenti autorizzativi dell'AIFA.
Ciò premesso, passando a recenti iniziative già in corso, comunico quanto segue: è stato recentemente istituito un apposito gruppo di lavoro presso il Ministero della salute, composto da rappresentanti istituzionali e professionali del mondo scientifico di elevata professionalità e competenza, inclusa AIFA, con l'obiettivo di aggiornare la menzionata circolare del 30 novembre 2020. L'aggiornamento si sta completando alla luce delle nuove conoscenze acquisite e delle esperienze intervenute in ambito farmacologico e clinico, nonché delle recenti indicazioni dell'AIFA sui singoli trattamenti farmacologici. È comunque sempre previsto un periodico aggiornamento delle indicazioni.
Si precisa inoltre che la versione aggiornata del documento sarà integrata con i tempi della terapia con anticorpi monoclonali, della gestione del paziente di età pediatrica ed evolutiva, con l'utilizzo di strumenti telemedicina e alcune specificazioni per la gestione del paziente anziano e della donna in stato di gravidanza. Le indicazioni contenute nel documento tengono conto degli studi osservazionali nazionali e internazionali e sono confermate dalle evidenze emerse dalle revisioni sistematiche della letteratura e sono conformi a quanto suggerito dalla comunità scientifica; da ultimo, tengono conto delle raccomandazioni pubblicate e divulgate dall'OMS.
Dal punto di vista terapeutico, viene sottolineata la possibilità di avviare i pazienti con Covid-19 di recente insorgenza e con sintomi lievi e moderati alla terapia con anticorpi monoclonali. Inoltre, le indicazioni contenute nel documento tengono conto degli studi osservazionali nazionali e internazionali e vengono confermate dalle evidenze emerse in esito alle revisioni sistematiche della letteratura scientifica e sono conformi a quanto viene suggerito dalla comunità scientifica; da ultimo, tengono conto delle raccomandazioni pubblicate e divulgate sempre dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Da ultimo, con specifico riferimento all'impugnativa relativa alla nota AIFA del 9 dicembre 2020, recante i principi di gestione dei casi di Covid-19 nel setting domiciliare, citata nelle premesse della mozione, confermo che il TAR del Lazio, sezione Terza, con ordinanza resa in camera di consiglio il 2 marzo scorso (n. 1412 del 2021), ha accolto l'istanza cautelare e, per effetto, ha sospeso l'efficacia della stessa, fissando la trattazione nel merito il 20 luglio 2021. Atteso che l'ordinanza suddetta è stata notificata in data 8 marzo ultimo scorso ad AIFA, l'Agenzia ha tempestivamente richiesto all'Avvocatura generale di interporre appello dinanzi al Consiglio di Stato.
Passo ora ai pareri. Il parere è contrario all'ordine del giorno G1, presentato dal senatore Ciampolillo. (Applausi).
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G2, il parere è favorevole a condizione che vengano accolte le seguenti modifiche. Relativamente all'impegno n. 1, dopo la parola «aggiornare» si propone di inserire le seguenti: «a cura del Ministero della salute, avvalendosi all'occorrenza dell'Istituto superiore di sanità, AIFA e AGENAS». Conseguentemente, si propone di cancellare le parole «per il tramite». Il parere è favorevole con riferimento all'impegno n. 2 e all'impegno n. 3, a condizione che alla fine siano aggiunte le seguenti parole: «nel rispetto dell'autonomia regionale». Il parere è favorevole con riferimento agli impegni nn. 4 e 5.
PRESIDENTE. Le proposte di modifica dell'ordine del giorno G2 avanzate dal Governo sono accolte?
CASTELLONE (M5S). Sì, signor Presidente.
CIAMPOLILLO (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIAMPOLILLO (Misto). Signor Presidente, vorrei conoscere la motivazione per cui è stato dichiarato inammissibile il secondo punto del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Senatore Ciampolillo, la dichiarazione di inammissibilità è inappellabile. È stato deciso dal Presidente.
GASPARRI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FIBP-UDC). Signor Presidente, il parere contrario del Governo anche alla parte residua dell'ordine del giorno presentato dal senatore Ciampolillo non rende necessario un intervento. Siccome la premessa conteneva affermazioni connesse al punto 2, che era stato dichiarato inammissibile, mi chiedevo quale fosse la valutazione. Anche le premesse, una volta votate, fanno poi parte degli atti. Il parere è negativo anche sul testo modificato, senza il punto 2, dichiarato inammissibile. Il parere negativo espresso dal Sottosegretario chiarisce la questione e spero l'Assemblea voti di conseguenza.
LICHERI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LICHERI (M5S). Signor Presidente, vista l'ora, propongo di rinviare il seguito dei lavori alla giornata di domani.
PRESIDENTE. Non essendovi contrarietà, le dichiarazioni di voto e il voto finale si svolgeranno nella seduta di domani.
LA MURA (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA MURA (Misto). Signor Presidente, vorrei capire se l'ordine del giorno presentato dal senatore Ciampolillo potrà essere illustrato oggi o domani, perché non mi è chiaro il contenuto.
PRESIDENTE. Senatrice La Mura, ci saranno le dichiarazioni di voto.
CALDEROLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CALDEROLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, l'illustrazione degli ordini del giorno si svolge nel corso della discussione. Se non l'ha fatto, mi spiace per il senatore Ciampolillo.
PRESIDENTE. Senatore Calderoli, ho detto infatti che ci sarà esclusivamente la dichiarazione di voto.
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha approvato il calendario dei lavori fino al 15 aprile.
Nella giornata di domani, vista la decisione presa dall'Assemblea, si svolgeranno le dichiarazioni di voto e il voto finale sulle mozioni discusse oggi e sarà discussa la mozione presentata dal senatore Mantovani e da altri senatori sul potenziamento dell'insegnamento della matematica e dell'educazione digitale.
Alle ore 15 avrà luogo il question time, con la presenza dei Ministri dello sviluppo economico e della transizione ecologica.
La prossima settimana l'Assemblea si riunirà a partire da martedì 13 aprile, alle ore 16,30, per la discussione di mozioni: quattro a firma di senatori appartenenti alla maggioranza e due a firma di senatori appartenenti all'opposizione.
Le segnalazioni degli argomenti dovranno pervenire alla Presidenza entro la chiusura della seduta di domani. Le mozioni connesse per argomento, già depositate, dovranno essere indicate entro le ore 17 di lunedì 12 aprile.
La ripartizione dei tempi di discussione di ciascun tema oggetto di mozioni prevede: cinque minuti per l'illustrazione e, per ciascun Gruppo, cinque minuti in discussione generale e dieci per le dichiarazioni di voto.
Tendenzialmente la discussione delle mozioni sarà distribuita nel modo seguente: due mozioni martedì pomeriggio; due mercoledì mattina e due mercoledì pomeriggio. Ove i tempi non fossero sufficienti, si potrà proseguire eventualmente giovedì mattina. Altrimenti, la mattinata di giovedì 15 aprile sarà riservata ai lavori delle Commissioni.
In ogni caso, le Commissioni impegnate nell'esame dei decreti-legge pendenti al Senato sono autorizzate a convocarsi nelle fasi di discussione delle mozioni per le quali non sono previste votazioni.
Giovedì 15 aprile, alle ore 15, avrà luogo il question time, con la presenza dei Ministri dell'interno, del lavoro e per la pubblica amministrazione.
Calendario dei lavori dell'Assemblea
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - il calendario dei lavori fino al 15 aprile:
Giovedì | 8 | aprile | h. 9,30 | - Seguito di mozioni sul potenziamento delle cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19 - Mozione n. 160, Mantovani ed altri, sul potenziamento dell'insegnamento della matematica e dell'educazione digitale - Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15) |
Martedì | 13 | aprile | h. 16,30 | - Mozioni da definire |
Mercoledì | 14 | " | h. 9,30 | |
Giovedì | 15 | " | h. 9,30 | |
Giovedì | 15 | aprile | h. 15 | - Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento |
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
PUGLIA (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PUGLIA (M5S). Signor Presidente, desidero innanzitutto sollecitare la risposta ad un'interrogazione, l'Atto Senato 4-02588, relativa al Comune di San Giorgio a Cremano, nella quale abbiamo chiesto al Ministero dell'interno di attivarsi affinché venga esercitato un monitoraggio relativo alla gestione amministrativa di tale ente locale.
Desidero inoltre, sottolineare Presidente, un fatto che ritengo increscioso: la Provincia di Salerno cerca restauratori gratis. Il lavoro si paga. Quello dei bandi e degli avvisi pubblici contenenti proposte di lavoro in ambito culturale da svolgere gratuitamente rappresenta un fenomeno tutto italiano che conosciamo da tempo, lesivo dei diritti dei lavoratori e di tutto il mondo della cultura, ma stavolta la Provincia di Salerno le batte tutte: con un avviso esplorativo, pubblicato il 26 marzo e rivolto ai restauratori, con cui realizzare uno o più progetti di restauro di opere d'arte di proprietà della Provincia di Salerno, non solo si chiede un impegno a titolo gratuito, ma ci si spinge anche oltre, perché in quell'avviso si può leggere testualmente che «le proposte progettuali e la realizzazione degli interventi non dovranno comportare oneri per l'ente e pertanto saranno realizzate a cura e spese del restauratore». Incredibile, ma vero.
Questo episodio, signor Presidente, è la conferma di una necessaria e urgente norma sull'equo compenso dei lavoratori autonomi, infatti anche l'articolo 36 della nostra Carta costituzionale sancisce che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro. Bisogna quindi fare in modo che si riconosca pienamente il valore sociale ed economico delle libere professioni, impedendo che possano essere previste retribuzioni non correttamente parametrate alla qualità e alla quantità delle prestazioni richieste.
È quindi necessario garantire il principio dell'equo compenso alle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi contratti con la pubblica amministrazione. A tal riguardo, signor Presidente, sottolineo anche che c'è un disegno di legge che potrebbe risolvere ab origine questo problema, che è l'Atto Senato 1955 a mia prima firma. (Applausi).
CROATTI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CROATTI (M5S). Signor Presidente, sono ormai tre anni che in quest'Aula parliamo di un argomento che penso ormai conoscono tutti: i Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio. Le risposte che non arrivano a questi cittadini sono inammissibili, non fanno onore ai lavori di quest'Assemblea.
Il 24 e 25 giugno 2007 hanno votato lo spostamento dalle Marche all'Emilia Romagna, sono passati quattordici anni e non sono ancora arrivate risposte, non è cambiato nulla. In realtà sono cambiati i sindaci, i Presidenti di Regione, i Governi e i Ministri, ma nulla è cambiato per questi cittadini. Soprattutto è inammissibile il fatto che non sia arrivata nessuna risposta.
Dal 18 settembre 2019 il disegno di legge recante questo spostamento è in discussione. Esso riguarda 2.421 abitanti che stanno vivendo una difficoltà molto grossa in materia di scuole e sistema sanitario; i loro amministratori hanno difficoltà ad affrontare i bandi regionali e quelli europei; soprattutto, da parte di questi cittadini c'è una grandissima mancanza di fiducia nelle istituzioni.
Ricordiamoci che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Quei cittadini l'hanno esercitata; rispettiamo il loro volere, calendarizziamo questo disegno di legge e concludiamone l'iter. (Applausi).
VESCOVI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VESCOVI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei ricordare un fatto drammatico accaduto trent'anni fa a Padova, quando due agenti della Polizia di Stato hanno perso la vita in un conflitto a fuoco. Durante una rapina al ristorante «Le Padovanelle» di Padova è intervenuta una volante, sono scesi due agenti della polizia, Giordano Coffen e Giovanni Borraccino, e nel conflitto a fuoco purtroppo sono stati uccisi da banditi armati con un fucile a pompa. L'assistente Borraccino rispose anche al fuoco, ma è stato immediatamente freddato. Egli ha lasciato la moglie e due figli, mentre l'agente ausiliario Coffen ha lasciato i genitori.
Sono passati trent'anni da questa vicenda e proprio in questi giorni ho voluto ricordarla all'interno di questa istituzione perché erano servitori dello Stato. Quando in una volante c'è una chiamata in radio, senti che la macchina accelera e ti porta a fare il tuo lavoro, senti le sirene; inizi a pensare dov'è la pistola e intervieni con quella cosa che è riportata molto bene nella canzone dal titolo «Signor tenente» di Giorgio Faletti, quando dice che ci tocca fare i conti con il coraggio della paura.
Quegli agenti sono stati un esempio e sono persone che ho anche avuto la fortuna di conoscere, per questo vorrei ricordare in quest'Aula quel drammatico evento che trent'anni fa ci ha portato via due servitori dello Stato.
Concludo con questa frase: io, quando vedo un uomo o una donna in divisa, non mi spavento, ma mi sento sicuro. Grazie Giordano e grazie Giovanni. (Applausi).
MANGIALAVORI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANGIALAVORI (FIBP-UDC). Signor Presidente, prendo la parola per unirmi al grido d'allarme e di dolore che in questi ultimi giorni e settimane da ogni parte d'Italia arriva da commercianti, imprenditori, piccoli artigiani, partite IVA e categorie produttive, cioè quella parte della società che più di altre ha pagato il prezzo delle chiusure disposte dai Governi che si sono succeduti in questo lunghissimo anno di pandemia.
Le proteste di piazza delle ultime ore non sono altro che una spia di un malessere sociale profondo, che non può essere sottovalutato e nemmeno sottaciuto. Le violenze e le dimostrazioni più muscolari vanno condannate con fermezza, ma è indubbio che questo Governo deve prendere atto che il nostro Paese ormai è allo stremo e ha bisogno di sapere quando i suoi sacrifici potranno finalmente finire e quando si potrà tornare almeno a una parvenza di normalità.
Il Governo, pertanto, già dai prossimi giorni e sulla scorta dei dati epidemiologici deve iniziare a programmare le riaperture delle attività economiche. Per questo è necessario rivedere al più presto il decreto-legge che ha disposto le ultime chiusure e permettere alle attività delle aree meno esposte al contagio di riprendere il proprio sacrosanto lavoro. È questo il primo passo che va verso una ripartenza graduale, che deve completarsi nel minor tempo possibile. Confortano in tal senso le indiscrezioni secondo cui il Governo, già a partire dal 20 aprile, potrebbe considerare la possibilità di riaprire bar, ristoranti, palestre, centri estetici, esercizi commerciali e altre attività simili. Al contempo però bisogna fare di più sui sostegni alle imprese. I ristori approntati finora sono solo una goccia in quell'incendio di disagio in cui si dibattono tutti gli operatori economici.
La disperazione sociale monta sempre di più e il Parlamento e il Governo non possono far finta di niente. L'Italia deve ripartire al più presto e bisogna metterla nelle condizioni di farlo. È evidente ormai che tutti dopo un anno di lockdown siamo in un'altra fase e, pur tutelando la salute pubblica, adesso la priorità è scongiurare una nuova epidemia, quella economica. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 8 aprile 2021
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 8 aprile, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 20,01).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (2120) (V. nuovo titolo)
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (2120) (Nuovo titolo)
ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE
Art. 1.
1. È convertito in legge il decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
________________
N.B. Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1.
ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE
Articolo 1.
(Disposizioni urgenti per lo svolgimento di elezioni per l'anno 2021)
1. Per l'anno 2021, in considerazione del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19 complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale e dell'evolversi di significative varianti del virus che presentano carattere ulteriormente diffusivo del contagio:
a) in deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 1, della legge 7 giugno 1991, n. 182, le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste per il turno annuale ordinario si tengono tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021;
b) sono inserite nel turno di cui alla lettera a):
1) le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021;
2) le elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso ai sensi dell'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, anche se già indette, mediante l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature; fino al rinnovo degli organi è prorogata la durata della gestione della commissione straordinaria di cui all'articolo 144 del medesimo testo unico;
3) le elezioni amministrative di cui all'articolo 2, comma 4, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2021, n. 21, anche se già indette;
4) le elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato, se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021.
2. Ai fini di cui al comma 1, in deroga a quanto previsto dall'articolo 5, comma 1, della legge 2 luglio 2004, n. 165, si tengono nell'ambito del turno di cui al medesimo comma 1, lettera a), le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi per i quali entro il 31 luglio 2021 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo. Fino alla data dell'insediamento dei nuovi organi elettivi, il Consiglio e la Giunta in carica continuano a svolgere, secondo le specifiche disposizioni dei rispettivi Statuti, compiti e funzioni nei limiti previsti e, in ogni caso, a garantire ogni utile iniziativa, anche legislativa, necessaria a far fronte a tutte le esigenze connesse all'emergenza sanitaria.
EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO
Ritirato
Dopo il comma 1, inserire il seguente:
«1-bis. I comuni che, successivamente all'ultimo censimento della popolazione effettuato dall'Istat, hanno avuto una significativa variazione della popolazione, secondo i parametri stabiliti dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, recante "Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla organizzazione dell'Istituto nazionale di statistica, ai sensi dell'articolo 24 della legge 23 agosto 1988, n. 400", provvedono a comunicare i nuovi dati censuari prima dello svolgimento delle elezioni amministrative del 2021.»
La Commissione
Approvato
Al comma 2, primo periodo, dopo le parole: «e quelle relative agli organi elettivi», inserire le seguenti: «delle medesime regioni».
La Commissione
Approvato
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. All'articolo 2, comma 4-ter, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2021, n. 21, le parole: "il primo semestre" sono sostituite dalle seguenti: "i primi nove mesi"».
Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi
Improponibile
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. In considerazione del permanere del quadro epidemiologico e per contenere il rischio di contagio da Covid-19 connesso alla convocazione di assemblee indette per procedere a votazioni, i termini di cui ai commi 4-novies e 4-decies dell'articolo 1 del decreto-legge 7 ottobre 2020, n.125, convertito con modificazioni dalla legge 27 novembre 2020, n. 159, si intendono posticipati al 31 ottobre 2021.».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli, Lanzi, Naturale, Ferrara
Improponibile
Aggiungere in fine i seguenti commi:
«2-bis. Le elezioni per il rinnovo dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica di cui al Regio Decreto 13 febbraio 1933, n. 215, sono differite al periodo che intercorre tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.
2-ter. Le elezioni di cui al comma precedente possono avvenire secondo modalità telematiche, nel rispetto dei princìpi di segretezza e libertà nella partecipazione al voto. Gli organi di amministrazione stabiliscono, con proprio regolamento da adottare secondo quanto previsto dai rispettivi statuti, entro 30 giorni antecedenti la data di indizione delle elezioni, le modalità di espressione del voto a distanza e le procedure di insediamento degli organi.
2-quater. Fino alla data di insediamento dei nuovi organi eletti ai sensi dei commi 2-bis e 2-ter, è prorogata la durata dei consigli di amministrazione uscenti e sono fatti salvi i relativi atti emanati.».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli, Lanzi, Naturale, Ferrara
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (A.S. 2120);
premesso che:
l'articolo 1 in considerazione della perdurante situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19 in tutto il territorio nazionale, dispone che le elezioni previste nell'anno in corso si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021;
in particolare, la disposizione prevede il rinvio delle elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021; delle elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021; delle elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette, mediante l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature; delle elezioni amministrative a seguito dell'annullamento delle elezioni degli organi delle amministrazioni comunali in alcune sezioni, anche se già indette; delle elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato, nel caso in cui le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verifichino entro il 27 luglio 2021; delle elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi per i quali entro il 31 luglio 2021 si verifichino le condizioni che ne rendano necessario il rinnovo;
considerato che:
non è previsto alcun rinvio per le elezioni per il rinnovo dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica di cui al Regio Decreto 13 febbraio 1933, n. 215, disciplinate attraverso leggi regionali e gli statuti consortili;
tenuto conto dell'emergenza sanitaria in essere e delle conseguenti restrizioni attualmente vigenti, lo svolgimento in presenza di tali elezioni può comportare un serio rischio per la salute dei partecipanti e delle popolazioni locali,
impegna il Governo a:
valutare l'opportunità di sensibilizzare le Regioni affinché si preveda il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica su tutto il territorio nazionale, al fine di assicurare la massima tutela della salute e garantire a tutti il diritto di partecipazione.
________________
(*) Accolto dal Governo
EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 1
La Commissione
Approvato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 1-bis.
(Semplificazione in materia di designazione dei rappresentanti di lista nell'ambito delle operazioni elettorali dell'anno 2021)
1. In considerazione del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19, e al fine di assicurare il necessario distanziamento sociale, nell'ambito delle operazioni di votazione di cui all'articolo 1, l'atto di designazione dei rappresentanti della lista può essere presentato presso gli uffici comunali mediante posta elettronica certificata entro il mercoledì antecedente la votazione, in luogo delle altre forme previste dall'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 e dall'articolo 35, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570.».
ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE
Articolo 2.
(Riduzione delle sottoscrizioni per le elezioni comunali e circoscrizionali dell'anno 2021)
1. Limitatamente alle elezioni comunali e circoscrizionali dell'anno 2021, il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e candidature è ridotto a un terzo.
EMENDAMENTI
Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi
Improponibile
Aggiungere, in fine, il seguente comma:
«1-bis. Al fine di un coordinamento delle disposizioni in materia di elezioni comunali per l'anno 2021 volto a garantire la partecipazione e la validità delle votazioni nonostante la situazione emergenziale e le connesse previsioni eccezionali, all'articolo 3 della legge 25 marzo 1993, n. 81, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, lettera i), la parola: "1.000" è sostituita dalla seguente: "500";
b) al comma 1, dopo la lettera i), è aggiunta la seguente:
"i-bis) da non meno del 5 per cento e da non più del 10 per cento degli abitanti, con arrotondamento all'unità più prossima, nei comuni con popolazione inferiore a 500 abitanti";
c) il comma 2 è abrogato».
Improponibile
Aggiungere, in fine, il seguente comma:
«1-bis. Il comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, è sostituito dal seguente:
"10. Ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 20 per cento dei votanti. Qualora non sia raggiunta tale percentuale, l'elezione è nulla."».
Conseguentemente alla rubrica aggiungere le seguenti parole: «e modifiche in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti».
Improponibile
Aggiungere, in fine, il seguente comma:
«1-bis. Il comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è sostituito dal seguente:
"10. Ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 20 per cento dei votanti. Qualora non sia raggiunta tale percentuale, l'elezione è nulla."».
Conseguentemente alla rubrica aggiungere le seguenti parole: «e modifiche in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti».
La Commissione
Approvato
Aggiungere in fine il seguente comma:
«1-bis. Per l'anno 2021, in considerazione del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19 complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale e a causa delle oggettive difficoltà di movimento all'interno dei singoli Stati e fra diversi Stati, per le prossime competizioni elettorali, in deroga a quanto previsto dalle disposizioni di cui al comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Qualora non sia raggiunta tale percentuale, l'elezione è nulla.».
Conseguentemente, alla rubrica aggiungere le seguenti parole: «e modifiche in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti».
La Commissione
Approvato
Aggiungere, in fine, il seguente comma:
«1-bis. In considerazione del permanere del quadro epidemiologico da Covd-19 e delle oggettive difficoltà di movimento all'interno dei singoli Stati e fra diversi Stati, per le prossime competizioni elettorali, in deroga a quanto previsto dall'articolo 71, comma 10 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune non si tiene conto degli elettori iscritti all'Aire che non esercitano il diritto di voto.».
ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE
Articolo 3.
(Modalità di svolgimento delle operazioni di votazione e di scrutinio)
1. Al fine di assicurare il necessario distanziamento sociale, le operazioni di votazione di cui all'articolo 1 si svolgono, in deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 399, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, e nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15.
2. Nel caso di coincidenza di elezioni suppletive per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica con elezioni regionali o elezioni amministrative, appena completate le operazioni di votazione e quelle di riscontro del numero dei votanti per ogni consultazione, si procede, nell'ordine, allo scrutinio relativo alle elezioni politiche suppletive e successivamente, senza interruzione, a quello relativo alle elezioni regionali o alle elezioni amministrative. Si applicano le disposizioni previste per le elezioni politiche relativamente agli adempimenti comuni, compresi quelli concernenti il funzionamento degli uffici elettorali di sezione. Le operazioni di scrutinio per ciascuna consultazione devono essere ultimate entro 12 ore dal loro inizio. Nel caso di coincidenza delle elezioni regionali con le elezioni amministrative, lo scrutinio delle elezioni amministrative è rinviato alle ore 9 del martedì, dando la precedenza alle elezioni comunali e poi a quelle circoscrizionali. Le spese derivanti dall'attuazione di adempimenti comuni sono proporzionalmente ripartite tra lo Stato o gli altri enti interessati in base al numero delle rispettive consultazioni.
EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Ritirato e trasformato nell'ordine del giorno G3.100
Aggiungere in fine i seguenti commi :
«2-bis. Nei seggi dei comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti interessati dalle consultazioni di cui all'articolo 1 possono essere allestite apposite sale per la sperimentazione del voto elettronico di cui all'articolo 1, commi 627 e 628, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
2-ter. All'attuazione delle disposizioni del comma 2-bis si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Ritirato
Aggiungere, in fine, il seguente comma:
«2-bis. Al fine di prevenire il rischio di contagio da COVID-19, le consultazioni elettorali del 2021 si svolgono nel rispetto delle modalità operative e precauzionali di cui ai protocolli sanitari e di sicurezza adottati dal Governo.»
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Ritirato e trasformato nell'ordine del giorno G3.101
Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«2-bis. Al fine di prevenire il rischio di contagio da COVID-19, le consultazioni elettorali del 2021 si svolgono nel rispetto delle modalità operative e precauzionali di cui ai protocolli sanitari e di sicurezza adottati dal Governo.
2-ter. All'articolo 42 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al quinto comma sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "Qualora sia necessario sostituire le cabine in dotazione, vi si provvede, anche attraverso il riadattamento di quelle esistenti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con cabine chiuse su tre lati, con il quarto lato aperto, privo di qualsiasi tipo di protezione o oscuramento, rivolto verso il muro. L'altezza delle cabine, oggetto di sostituzione ai sensi del periodo precedente, stabilita con decreto del Ministero dell'interno da adottare entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, deve garantire la segretezza delle operazioni di voto riparando il solo busto dell'elettore";
b) il sesto comma è sostituito dal seguente: "Le porte e le finestre che siano nella parete adiacente ai tavoli, a una distanza minore di due metri dal loro spigolo più vicino, o che si trovino nella parete adiacente o retrostante la cabina devono essere chiuse in modo da impedire la vista e ogni comunicazione dal di fuori".
2-quater. All'articolo 37 del testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al quarto comma sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "Qualora sia necessario sostituire le cabine in dotazione, vi si provvede, anche attraverso il riadattamento di quelle esistenti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con cabine chiuse su tre lati, con il quarto lato aperto, privo di qualsiasi tipo di protezione o oscuramento, rivolto verso il muro. L'altezza delle cabine, oggetto di sostituzione ai sensi del periodo precedente, stabilita con decreto del Ministero dell'interno da adottare entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, deve garantire la segretezza delle operazioni di voto riparando il solo busto dell'elettore";
b) il quinto comma è sostituito dal seguente: "Le porte e le finestre che siano nella parete adiacente ai tavoli, a una distanza minore di due metri dal loro spigolo più vicino, o che si trovino nella parete adiacente o retrostante la cabina devono essere chiuse in modo da impedire la vista e ogni comunicazione dal di fuori".».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Ritirato
Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«2-bis. Al fine di prevenire il rischio di contagio da COVID-19, le consultazioni elettorali del 2021 si svolgono nel rispetto delle modalità operative e precauzionali di cui ai protocolli sanitari e di sicurezza adottati dal Governo.
2-ter. All'articolo 34, secondo comma, del testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, la parola: "500" è sostituita dalla seguente: "700".
2-quater. La disposizione di cui al comma 2-ter si applica a decorrere dal 1° gennaio 2022 e, in ogni caso, non prima della cessazione dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, e successivamente prorogato.».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Improponibile
Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
«2-bis. Al testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica, 16 maggio 1960, n. 570, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 47, comma 7 dopo la parola: "scheda" sono aggiunte le seguenti: ", dotata di un apposito tagliando rimovibile, dotato di codice progressivo alfanumerico generato in serie, denominato "tagliando antifrode", che è rimosso e conservato dagli uffici elettorali prima dell'inserimento della scheda nell'urna";
b) all'articolo 49:
1) al comma 1, dopo le parole: "una scheda e" sono inserite le seguenti: ", annotato il codice progressivo alfanumerico del tagliando antifrode";
2) al comma 2, le parole: "e pone la scheda stessa nell'urna" sono sostituite dalle seguenti: "stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell'urna".
2-ter. All'articolo 11, comma 2 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, è aggiunto in fine il seguente periodo: "Ogni scheda è dotata di un apposito tagliando rimovibile, dotato di codice progressivo alfanumerico generato in serie, denominato "tagliando antifrode", che è rimosso e conservato dagli uffici elettorali prima dell'inserimento della scheda nell'urna".
2-quater. All'attuazione delle disposizioni dei commi 2-bis e 2-ter si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.».
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli, Pavanelli
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021;
premesso che:
l'articolo 3 reca delle disposizioni relative alle modalità di svolgimento delle operazioni di votazione e scrutinio;
considerato che:
il differimento delle elezioni in due giornate tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021 comporterà molto probabilmente l'interruzione dell'attività didattica a causa dello scarso numero di sedi alternative agli edifici scolastici da destinare a seggi elettorali;
sul territorio nazionale solo il 12 per cento dei 61.562 seggi elettorali non si trova all'interno di edifici scolastici. In particolare, sono destinati alla didattica circa il 75 per cento degli edifici che ospitano uno o più seggi;
nelle scorse settimane il Viminale ha già fatto pervenire ai prefetti una circolare volta a sensibilizzare i sindaci in merito alle esigenze di individuare il maggior numero di immobili diversi dagli edifici scolastici da adibire a seggi;
considerato, inoltre, che:
il gruppo di lavoro istituito presso il Ministero dell'interno ha individuato, in via esemplificativa, alcune tipologie di edifici che potrebbero ospitare sezioni elettorali, quali uffici comunali e sale consiliari, biblioteche e sale di lettura, palestre e impianti sportivi,
impegna il Governo a:
rafforzare la campagna di individuazione di strutture pubbliche e luoghi alternativi agli edifici scolastici per la costituzione dei seggi elettorali al fine di non recare ulteriori disagi all'espletamento delle attività didattiche ed incentivare i comuni in tal senso prevedendo delle misure ad hoc.
________________
(*) Accolto dal Governo
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Ritirato
Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021;
premesso che:
l'articolo 3 reca delle disposizioni relative alle modalità di svolgimento delle operazioni di votazione e scrutinio;
considerato che:
la legge di bilancio per l'anno 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) prevede all'articolo 1, comma 627, l'istituzione nello stato di previsione del Ministero dell'interno di un Fondo per il voto elettronico con uno stanziamento di 1 milione di euro per l'anno 2020, allo scopo di introdurre in via sperimentale modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche ed europee e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione;
il comma 628 dell'articolo 1 della medesima legge prevede le modalità attuative del fondo istituito. Nello specifico, con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, da adottare entro il 30 giugno 2021, sono definite le modalità attuative di utilizzo del Fondo di cui al comma 627 e della relativa sperimentazione limitata a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti,
impegna il Governo a:
valutare l'opportunità di adottare rapidamente il decreto di cui all'articolo 1, comma 628 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, al fine di favorire la sperimentazione del voto elettronico a partire dalla prossima tornata elettorale di cui all'articolo 1 del decreto in esame.
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
V. testo 2
Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021;
premesso che:
l'articolo 3 reca delle disposizioni relative alle modalità di svolgimento delle operazioni di votazione e scrutinio;
considerato che:
è sempre più evidente la necessità di aggiornare tutti gli strumenti, anche di natura normativa, per poter arginare fenomeni crescenti quali l'alterazione del voto nei seggi e scoraggiare, al contempo, tutti i patti elettorali illeciti e dinamiche sociali che, spesso, costituiscono il preludio del voto di scambio;
anche l'ammodernamento dell'arredo elettorale può contribuire in tal senso; prevedere urne costruite con materiali semitrasparenti, in plexiglass, potrebbe ridurre fortemente il fenomeno dello scambio di schede e delle schede già votate;
anche la struttura delle cabine elettorali dovrebbe garantire, da un lato, la segretezza del voto, e dall'altro, l'impossibilità che dentro il seggio avvengano scambi di schede o che si fotografi la scheda stessa;
inoltre, secondo la norma vigente ciascuna sezione elettorale, fatte salve alcune eccezioni, è costituita di regola da un numero di elettori iscritti non superiore a 1.200 e non inferiore a 500; sarebbe opportuno aumentare il numero minimo degli elettori per la costituzione del seggio elettorale, da 500 a 700, al fine di ridurre l'identificabilità del voto,
impegna il Governo a
valutare l'opportunità di sostituire le attuali urne elettorali con altre di materiale semitrasparente, in modo da rendere possibile la verifica della sola presenza di schede elettorali al loro interno, non anche l'identificazione delle stesse;
in caso di necessità di sostituzione delle cabine esistenti, valutare l'opportunità di rivedere la struttura delle cabine elettorali, anche attraverso il riadattamento delle esistenti, al fine di scoraggiare fenomeni elusivi della segretezza del voto;
al fine di ridurre l'identificabilità del voto, valutare l'opportunità di incrementare il numero minimo di elettori per la costituzione della sezione elettorale da 500 a 700, a partire dalle tornate elettorali successive alla data di cessazione dello stato d'emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, e successivamente prorogato.
Mantovani, Garruti, Perilli, Santangelo, Toninelli
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021;
premesso che:
l'articolo 3 reca delle disposizioni relative alle modalità di svolgimento delle operazioni di votazione e scrutinio;
considerato che:
è sempre più evidente la necessità di aggiornare tutti gli strumenti, anche di natura normativa, per poter arginare fenomeni crescenti quali l'alterazione del voto nei seggi e scoraggiare, al contempo, tutti i patti elettorali illeciti e dinamiche sociali che, spesso, costituiscono il preludio del voto di scambio;
anche l'ammodernamento dell'arredo elettorale può contribuire in tal senso; prevedere urne costruite con materiali semitrasparenti, in plexiglass, potrebbe ridurre fortemente il fenomeno dello scambio di schede e delle schede già votate;
anche la struttura delle cabine elettorali dovrebbe garantire, da un lato, la segretezza del voto, e dall'altro, l'impossibilità che dentro il seggio avvengano scambi di schede o che si fotografi la scheda stessa;
inoltre, secondo la norma vigente ciascuna sezione elettorale, fatte salve alcune eccezioni, è costituita di regola da un numero di elettori iscritti non superiore a 1.200 e non inferiore a 500; sarebbe opportuno aumentare il numero minimo degli elettori per la costituzione del seggio elettorale, da 500 a 700, al fine di ridurre l'identificabilità del voto,
impegna il Governo a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, nonché con le tempistiche necessarie all'organizzazione e al relativo approvvigionamento, l'opportunità di adottare iniziative volte alla sostituzione delle attuali urne elettorali con altre di materiale semitrasparente, in modo da rendere possibile la verifica della sola presenza di schede elettorali al loro interno, non anche l'identificazione delle stesse.
________________
(*) Accolto dal Governo
EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 3
Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Semplificazione delle modalità di pubblicazione delle informazioni relative ai candidati)
1. In considerazione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, in occasione delle prossime consultazioni elettorali, in deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 14, della legge 9 gennaio 2019, n. 3, si applicano le seguenti disposizioni:
a) entro il termine previsto per la consegna delle liste per le competizioni elettorali di qualunque genere, escluse quelle relative a comuni con meno di 15.000 abitanti, i partiti e i movimenti politici, nonché le liste di cui al comma 11, primo periodo, dell'articolo 1 della legge 9 gennaio 2019, n. 3, hanno l'obbligo, oltre ai documenti previsti dalle singole leggi elettorali, di consegnare, su supporto informatico e in formato non modificabile, il curriculum vitae dei candidati unitamente a quello del candidato sindaco collegato alla lista. In caso di mancata consegna, l'ente dà comunicazione delle eventuali inadempienze alla commissione, che provvede a comminare le relative sanzioni;
b) l'ente a cui si riferisce la consultazione elettorale deve, a seguito della comunicazione della avvenuta accettazione della lista, provvedere a richiedere al Tribunale il certificato penale rilasciato dal Casellario giudiziale dei candidati ammessi alla competizione elettorale e pubblicare, ai sensi del comma 15 della legge 9 gennaio 2019, n.3, le comunicazioni ricevute dal Tribunale;
c) nel caso in cui il certificato del Casellario giudiziale sia richiesto secondo le modalità e per le finalità di cui al presente comma, potrà essere rilasciato in formato elettronico. Il rilascio è esente dal pagamento del bollo, rientrando nel novero degli atti e dei documenti riguardanti l'esercizio dei diritti elettorali, di cui all'articolo 1, allegato B, del decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1982, n.642, recante Disciplina dell'imposta di bollo;
d) ai fini dell'ottemperanza agli obblighi di pubblicazione nel sito, previsto dal comma 15 della legge 9 gennaio 2019, n.3, non è richiesto il consenso espresso degli interessati;
e) in occasione delle prossime consultazioni elettorali, non si tiene conto delle indicazioni relative alla tempistica dei 90 giorni precedenti la data fissata per le elezioni, né di quelle relative alla pubblicazione sul sito internet dei partiti o movimenti politici previste all'articolo 1, comma 15, primo periodo della legge 9 gennaio 2019, n.3.»
Conseguentemente, sostituire l'articolo 4 con il seguente:
«Art.4. - (Copertura finanziaria) - 1. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di cui al presente decreto mediante l'utilizzo delle risorse disponibili a legislazione vigente nei rispettivi stati di previsione e delle risorse del fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021.
2. Agli oneri derivanti dalle mancate entrate previste in applicazione delle disposizioni di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 2-bis del presente provvedimento, valutati in 10 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del Programma Fondi di riserva e speciali della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.»
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Misure di semplificazione della procedura preparatoria alle competizioni elettorali di qualunque genere)
1. In considerazione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in occasione delle prossime competizioni elettorali di qualunque genere, il certificato del casellario giudiziale, richiesto secondo quanto previsto all'articolo 1, comma 14, della Legge 9 gennaio 2019, n. 3 ai soli ed esclusivi fini della pubblicazione sul sito internet del partito o del movimento politico, può essere rilasciato, oltre che al diretto interessato, anche su richiesta dei rappresentanti di partito o del movimento politico, mediante delegati muniti di mandato, autenticato da notaio, da parte del presidente o del segretario nazionale o del legale rappresentante nazionale del partito o del movimento politico ovvero dal rappresentante provinciale del partito o del movimento politico.
2. Nel caso in cui il certificato del casellario giudiziale sia richiesto secondo le modalità e per le finalità di cui al comma 1, potrà essere rilasciato anche in formato elettronico.
3. Al fine di adempiere correttamente al procedimento elettorale preparatorio, il Ministro della Giustizia provvede a disporre l'apertura di almeno un Ufficio del casellario giudiziale per Regione nei giorni prefestivi e festivi immediatamente precedenti al termine ultimo della scadenza della pubblicazione sul sito internet nazionale delle liste e delle candidature secondo quanto dispone la legge n.3 del 9 gennaio 2019.
4. Agli oneri derivanti dal presente articolo, valutati in 20 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del Programma Fondi di riserva e speciali della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.»
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Rilascio del certificato del casellario giudiziale in formato elettronico in occasione delle competizioni elettorali di qualunque genere)
1. In considerazione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in occasione delle prossime competizioni elettorali di qualunque genere, il certificato del casellario giudiziale, richiesto secondo quanto previsto all'articolo 1, comma 14, della Legge 9 gennaio 2019, n. 3 ai soli ed esclusivi fini della pubblicazione sul sito internet del partito o del movimento politico, può essere rilasciato al diretto interessato in formato elettronico.
2. Agli oneri derivanti dal presente articolo, valutati in 20 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del Programma Fondi di riserva e speciali della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.»
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Rilascio del certificato del casellario giudiziale su richiesta dei rappresentanti di partito o di movimento politico in occasione delle competizioni elettorali di qualunque genere)
1. In considerazione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in occasione delle prossime competizioni elettorali di qualunque genere, il certificato del casellario giudiziale, richiesto secondo quanto previsto all'articolo 1, comma 14, della legge 9 gennaio 2019, n. 3 ai soli ed esclusivi fini della pubblicazione sul sito internet del partito o del movimento politico, può essere rilasciato, oltre che al diretto interessato, anche su richiesta dei rappresentanti di partito o del movimento politico, mediante delegati muniti di mandato, autenticato da notaio, da parte del presidente o del segretario nazionale o del legale rappresentante nazionale del partito o del movimento politico ovvero dal rappresentante provinciale del partito o del movimento politico.
2. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Ai fini dell'attuazione del presente articolo, le amministrazioni competenti provvedono mediante l'utilizzo delle risorse disponibili secondo quanto previsto dall'articolo 4 del presente decreto-legge.»
La Commissione
Approvato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Apertura degli Uffici del casellario giudiziale in occasione di competizioni elettorali)
1. Al fine di consentire la pubblicazione del certificato del casellario giudiziale dei candiati a norma dell'articolo 1, coma 14, della legge 9 gennaio 2019, n. 3, per le consultazioni elettorali dell'anno 2021, il Ministero della Giustizia assicura l'apertura degli Uffici del casellario giudiziario della Procura delle Repubblica presso il Tribunale che ha sede nel capoluogo di ciascun distretto di Corte di Appello nei giorni prefestivo e festivo immediatamente precedenti al termine della predetta pubblicazione.
2. Per l'attuazione delle disposizioni di cui al comma precedente è autorizzata la spesa di euro 37.031 per l'anno 2021, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023 nell'ambito del Programma "Fondi di riserva e speciali" della Missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della Giustizia.».
La Commissione
Approvato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Modifica termini relazione di fine mandato)
1. Per l'anno 2021, non trova applicazione il comma 6 dell'articolo 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149.»
Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Proroga permessi sindaci per emergenza epidemiologica)
1. Gli effetti dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza. Sono fatti salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020 fino all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.»
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Proroga permessi sindaci per emergenza epidemiologica)
1. Gli effetti dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza. Sono fatti salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020 fino all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.»
De Petris, Ruotolo, Errani, Grasso, Laforgia
Ritirato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Proroga permessi sindaci per emergenza epidemiologica)
1. Gli effetti dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza. Sono fatti salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020 fino all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.»
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Proroga permessi sindaci per emergenza epidemiologica)
1. Gli effetti dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza. Sono fatti salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020 fino all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.»
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Proroga termine deliberazione PEF rifiuti 2020)
1. All'articolo 107, comma 5, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, le parole "entro il 31 dicembre 2020" sono sostituite dalle parole "entro il 31 gennaio 2021".»
Iannone, Ciriani, La Russa, Totaro
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Differimento del termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2021/2023 degli enti locali)
1. Il termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2021/2023 da parte degli enti locali è differito al 31 maggio 2021.
2. Ai sensi dell'articolo 163, comma 3, del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è autorizzato per gli enti locali l'esercizio provvisorio del bilancio, sino alla data di cui al comma 1.»
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Facoltatività applicazione Canone unico per il 2021)
1. Gli enti locali possono non applicare per l'anno 2021 il canone di cui all'articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, commi 816-847, sulla base di una apposita deliberazione da adottare entro il termine di approvazione del bilancio di previsione 2021. Nei casi di adozione della deliberazione di cui al precedente periodo, i termini di cui al comma 847 del citato articolo 1 della legge n. 160 del 2019 sono prorogati di un anno.
2. Per l'anno 2021 i prelievi relativi sull'occupazione di spazi pubblici a qualsiasi titolo gravanti sugli operatori dei mercati, anche su aree attrezzate e del commercio su suolo pubblico sono ridotti del 60 per cento. Al fine di ristorare gli enti locali del mancato gettito di cui al presente comma è istituito presso il Ministero dell'Interno un fondo con dotazione di 60 milioni di euro da ripartirsi tra gli enti interessati attraverso un decreto del Ministero dell'Interno di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze da emanarsi entro il 28 febbraio 2021, previa intesa presso la Conferenza Stato-città e autonomie locali.»
Iannone, Ciriani, La Russa, Totaro
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Mutui enti locali)
1. In considerazione delle difficoltà determinate dall'emergenza epidemiologica da COVID 19, i comuni che, alla data di entrata in vigore della presente legge, siano ovvero siano stati individuati come zona rossa o compresi in una zona rossa in cui, per effetto di specifiche disposizioni statali o regionali applicabili per un periodo non inferiore a quindici giorni, è stato imposto il divieto di accesso e di allontanamento a tutti gli individui comunque ivi presenti, possono differire il pagamento della quota capitale delle rate di ammortamento dei mutui e di altre forme di prestito contratti con le banche, gli intermediari finanziari e la Cassa depositi e prestiti - in scadenza nell'anno 2021 - all'anno immediatamente successivo alla data di scadenza del piano di ammortamento contrattuale, sulla base della periodicità di pagamento prevista nei provvedimenti e nei contratti regolanti i finanziamenti medesimi.
2. Fermo restando in ogni caso il pagamento delle quote interessi alle scadenze contrattualmente previste, l'operazione di cui al comma 1 può avvenire anche in deroga all'articolo 204, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e all'articolo 41, commi 2 e 2-bis, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.»
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Superamento limiti di mandato nei piccoli Comuni)
1. All'articolo 51 del DLgs. 18 agosto 2000, n.267, è aggiunto, in fine, il seguente comma:
"3-bis. Ai comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti non si applicano le disposizioni di cui ai precedenti commi 2 e 3. Ai sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 15.000 abitanti è comunque consentito un numero massimo di tre mandati".
2. Il comma 138 della legge 7 aprile 2014, n. 56 è abrogato.»
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Superamento limiti di mandato nei piccoli Comuni)
1. All'articolo 51 del DLgs. 18 agosto 2000, n. 267, è aggiunto infine il seguente comma:
"3-bis. Ai comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti non si applicano le disposizioni di cui ai precedenti commi 2 e 3. Ai sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 15.000 abitanti è comunque consentito un numero massimo di tre mandati".
2. Il comma 138 della legge 7 aprile 2014, n. 56 è abrogato.»
Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Superamento limiti di mandato nei piccoli Comuni)
1. Limitatamente all'anno 2021, in considerazione del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19 complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio nazionale, al fine di non ostacolare la continuità delle attività ordinarie e straordinarie necessarie a contrastare la diffusione del virus portate avanti dagli Amministratori locali, in occasione delle prossime competizioni elettorali nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti non si applicano le disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 51 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Altresì, in deroga a quanto disposto dal comma 138 dell'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56, in occasione delle prossime competizioni elettorali nei comuni con popolazione fino a 3000 abitanti, è consentito un numero di mandati superiore a tre.»
Iannone, Ciriani, La Russa, Totaro
Improponibile
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
1. Il Presidente della provincia e i consiglieri provinciali sono eletti a suffragio universale e diretto con il sistema elettorale previsto dagli articoli 74 e 75 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. All'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56, i commi da 58 a 78 sono abrogati.
2. Il sindaco metropolitano e il consiglio metropolitano sono eletti a suffragio universale e diretto con il medesimo sistema elettorale previsto per le province, di cui all'articolo 1 della presente legge. All'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56, i commi 19, 22 e da 25 a 39 sono abrogati.
3. L'indennità spettante al Presidente della provincia e al sindaco metropolitano non può superare quella del sindaco del comune capoluogo della stessa provincia. I consiglieri provinciali e metropolitani percepiscono un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito mensilmente da un consigliere può superare l'importo pari a un sesto dell'indennità massima prevista per il rispettivo presidente della provincia o sindaco metropolitano.»
La Commissione
Approvato
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Ulteriori misure urgenti per assicurare la continuità della gestione delle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica)
1. Per le medesime finalità della presente legge, in relazione alle procedure elettorali per il rinnovo degli organi collegiali e monocratici delle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508, in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto ovvero da svolgersi durante lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, tali enti, nell'esercizio della loro autonomia, possono individuare, in deroga alle disposizioni normative e regolamentari vigenti, modalità, anche telematiche, di svolgimento che assicurino il rispetto delle misure di prevenzione sanitaria disposte in relazione al contenimento del contagio da COVID-19.
2. Le procedure elettorali di cui al presente articolo debbono concludersi, in ogni caso, entro il 31 ottobre 2021. Fino a tale data, nei casi di impossibilità a proseguire l'incarico da parte degli organi monocratici, intervenuta successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge, subentra nell'incarico il sostituto individuato dalla legge o dallo statuto, ovvero, in mancanza, il decano dei docenti di prima fascia delle strutture interessate.
3. I soggetti che, a qualsiasi titolo, svolgono, alla data di entrata in vigore del presente decreto, le funzioni degli organi di cui al primo comma, ovvero quelli subentrati ai sensi del secondo comma, proseguono nell'incarico fino al subentro dei nuovi organi, anche eventualmente in deroga alle durate previste per i singoli mandati dall'articolo 2 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, e dall'articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, nonché alle disposizioni di legge o statutarie che prevedono limitazioni alle relative funzioni.
4. Ai fini del subentro nell'incarico, l'atto di nomina degli organi eletti in esito alle procedure elettorali di cui al comma 2 stabilisce, anche in deroga alle disposizioni di legge, statutarie o regolamentari, che prevedano termini diversi, la decorrenza immediata.»
ARTICOLI 4 E 5 DEL DECRETO-LEGGE
Articolo 4.
(Clausola di neutralità finanziaria)
1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono ai relativi adempimenti mediante l'utilizzo delle risorse disponibili a legislazione vigente nei rispettivi stati di previsione e delle risorse del fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021.
Articolo 5.
(Entrata in vigore)
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
PROPOSTA DI COORDINAMENTO
Il Relatore
Approvata
Art. 2
Al comma 1-bis, introdotto dall'emendamento 2.4, al primo periodo, sostituire le parole: «per le prossime competizioni elettorali» con le seguenti: «per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti» e, al secondo periodo, sostituire le parole: «Qualora non sia raggiunta tale percentuale» con le seguenti: «Qualora non siano raggiunte tali percentuali».
Al comma 1-bis, introdotto dall'emendamento 2.5, sostituire le parole: «per le prossime competizioni elettorali» con le seguenti: «per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni sino a 15.000 abitanti».
Art. 3-bis
All'articolo 3-bis, introdotto dall'emendamento 3.0.5 (testo 2), sostituire la rubrica con la seguente: «Disposizioni in materia di relazione di fine mandato».
All'articolo 3-bis, introdotto dall'emendamento 3.0.20 (testo 4):
al comma l, sostituire le parole: «deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020» con le seguenti: «prorogato dal Consiglio dei ministri con deliberazione del 13 gennaio 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 2021»;
al comma 2, sostituire le parole: «alla data di entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».
Al titolo del decreto-legge, dopo le parole: «per il differimento di consultazioni elettorali» inserire le seguenti: «, nonché per la semplificazione dei procedimenti elettorali e per la continuità di gestione delle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica».
MOZIONI
Mozione sul cashback
(1-00317 p.a.) (26 gennaio 2021)
Ciriani, Romeo, Bernini, Fazzolari, Calderoli, La Russa, Malan, Alessandrini, Arrigoni, Augussori, Bagnai, Balboni, Barbaro, Bergesio, Borghesi, Borgonzoni, Simone Bossi, Briziarelli, Bruzzone, Calandrini, Campari, Candiani, Candura, Cantù, Casolati, Centinaio, Corti, de Bertoldi, De Carlo, De Vecchis, Doria, Faggi, Ferrero, Fregolent, Fusco, Garnero Santanchè, Grassi, Iannone, Iwobi, La Pietra, Lucidi, Lunesu, Maffoni, Marin, Marti, Montani, Nastri, Nisini, Ostellari, Pazzaglini, Emanuele Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Petrenga, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pietro Pisani, Pittoni, Pizzol, Pucciarelli, Rauti, Riccardi, Ripamonti, Rivolta, Rufa, Ruspandini, Saponara, Saviane, Sbrana, Siri, Stefani, Testor, Tosato, Totaro, Urraro, Urso, Vallardi, Vescovi, Vitali, Zaffini, Zuliani, Drago (*), Martelli (*) . -
Respinta
Il Senato,
premesso che:
la legge di bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160, art. 1, commi da 288 a 290) ha previsto, al fine di incentivare l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici, il piano "Italia cashless" per cui le persone fisiche maggiorenni residenti nel territorio dello Stato hanno diritto ad un rimborso in denaro per le spese effettuate con strumenti di pagamento elettronici effettuati al di fuori dell'esercizio dell'attività di impresa, arte o professione;
il "cashback" è la misura più nota del piano Italia cashless e consiste in sostanza nel rimborso del 10 per cento sulle transazioni effettuate con moneta elettronica (per un massimale di 150 euro) e purché sia effettuato il numero di operazioni minime previsto per singolo periodo;
per il cashback il Governo ha stanziato 4,75 miliardi di euro per le annualità 2021 e 2022, prevedendo che tali somme siano erogate nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza;
considerato che:
Yves Mersch, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, lo scorso 14 dicembre 2020, ha inviato una lettera al Ministro dell'economia e delle finanze italiano, Roberto Gualtieri, nella quale ha affermato che l'introduzione del cashback, con la finalità dichiarata di costituire strumento di lotta all'evasione, è "sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l'obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili", lamentando, altresì, la mancata informazione preventiva alla Banca centrale, stante il notevole impatto che una norma di questo tipo potrebbe avere sulla circolazione del denaro;
se la BCE riconosce che incentivare le transazioni per mezzo di strumenti di pagamento elettronici per l'acquisto di beni e servizi allo scopo di combattere l'evasione fiscale può, in linea generale, costituire un "interesse pubblico" che giustifichi la disincentivazione e la conseguente limitazione dell'uso dei pagamenti in contanti, tuttavia, tali limitazioni o disincentivi devono rispettare il corso legale delle banconote in euro e, pertanto, sarebbe necessario dimostrare che le limitazioni imposte, che incidono sul corso legale delle banconote in euro, siano realmente efficaci per conseguire le finalità pubbliche che legittimamente si intende raggiungere attraverso tali limitazioni; dovrebbe, dunque, sussistere una chiara ed inequivocabile prova che il meccanismo di cashback consenta, di fatto, di conseguire la finalità pubblica della lotta all'evasione fiscale;
si legge ancora nella lettera che "le limitazioni dirette o indirette ai pagamenti in contanti dovrebbero altresì essere 'proporzionate' agli obiettivi perseguiti e dovrebbero limitarsi a quanto necessario per conseguire tali obiettivi, specialmente alla luce del fatto che le misure di cui al decreto del Mef potrebbero spingere i soggetti aderenti a competere per il più alto numero di transazioni effettuate, che, in definitiva, favorirebbe gli aderenti che effettuano un alto numero di transazioni per importi limitati (ossia importi che altrimenti potrebbero essere pagati in moneta)";
la BCE ricorda, poi, l'importanza del ruolo del contante per alcuni gruppi sociali, precisando che il meccanismo del cashback, incentivando la propensione al consumo per mezzo di un rimborso di denaro sui conti correnti dei consumatori, non tiene nella debita considerazione "che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali, che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento";
precisa che "il contante è, altresì, generalmente apprezzato come strumento di pagamento in quanto è ampiamente accettato, è rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga" e inoltre "agevola l'inclusione dell'intera popolazione nell'economia consentendo a qualsiasi soggetto di regolare in contanti qualsiasi tipo di operazione finanziaria", permettendo ai cittadini di regolare istantaneamente le loro operazioni;
considerato, inoltre, che:
il pagamento in contanti è l'unico metodo di regolamento in denaro della banca centrale e al valore nominale per il quale non sussiste la possibilità giuridica di imporre tariffe per il suo utilizzo e che non richiede infrastrutture tecniche, cosa che riveste particolare importanza in caso, ad esempio, di interruzione della corrente elettrica che renderebbe impossibili i pagamenti elettronici indisponibili;
secondo un report stilato dall'ufficio studi della Confederazione generale italiana dell'artigianato (CGIA) di Mestre il piano cashback "sarà un provvedimento che favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa: persone che, secondo le statistiche, vivono nelle grandi aree urbane del Nord, dispongono di una condizione professionale e un livello di istruzione medio-alto. Insomma, una misura a vantaggio dei ricchi, ma pagata con i soldi di tutti";
sempre la CGIA di Mestre, in un altro report, ha certificato che il sistema produttivo italiano nell'annualità 2020 ha registrato un calo di fatturato complessivo di circa 423 miliardi di euro e che il Governo ha fin qui stanziato contributi diretti a fondo perduto per le imprese per un totale di 11,3 miliardi di euro,
impegna il Governo a sospendere il piano cashback e a destinare le somme stanziate a tal fine per sostenere la ripresa delle categorie commerciali più colpite dalle misure anti COVID.
________________
(*) Firma aggiunta in corso di seduta
ORDINE DEL GIORNO
Dell'Olio, Bagnai, Errani, Manca, Conzatti, Damiani, Steger, Fenu, Ferrero, De Petris, Pittella, Marino, Toffanin
Approvato
Il Senato,
premesso che:
l'articolo 1, commi da 288 a 290, della legge 27 dicembre 2019, n, 160 (legge di bilancio per il 2020), al fine di incentivare l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici, ha previsto uno strumento attraverso il quale le persone fisiche maggiorenni residenti nel territorio dello Stato conseguono un rimborso in denaro ("cashback") per acquisti effettuati con mezzi di pagamento elettronici, al di fuori dell'esercizio dell'attività di impresa, arte o professione;
la suddetta previsione della legge di bilancio per il 2020 è stata attuata con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 24 novembre 2020, n. 156. La misura è in linea con le Country Recommendation per il 2019, con le quali la Commissione europea e il Consiglio hanno raccomandato all'Italia di adottare, nel 2019 e nel 2020, provvedimenti volti a "contrastare l'evasione fiscale, in particolare nella forma dell'omessa fatturazione, tra l'altro potenziando i pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti";
in particolare, con il citato decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, è stata prevista una prima fase sperimentale del programma "cashback" che ha avuto inizio 1'8 dicembre 2020 ed è terminata lo scorso 31 dicembre;
la misura del cashback costituisce uno degli aspetti del più vasto piano volto all'incentivazione dell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici che, a sua volta, si inserisce nel percorso più ampio della transizione digitale;
nei primi mesi dall' avvio del programma, sono emerse alcune criticità,
impegna il Governo:
ad approfondire il monitoraggio del programma cashback, anche al fine di adottare eventuali provvedimenti correttivi, con una valutazione retrospettiva di costi e benefici in un quadro più generale di riforma e di modernizzazione in senso digitale del sistema dei pagamenti effettuati al di fuori dell'esercizio dell'attività di impresa, arte o professione.
Mozioni sul potenziamento delle cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19
(1-00332) (24 marzo 2021)
Romeo, Cantù, Fregolent, Lunesu, Marin, Doria, Siri, Ferrero, Alessandrini, Arrigoni, Augussori, Bagnai, Bergesio, Borghesi, Simone Bossi, Briziarelli, Bruzzone, Calderoli, Campari, Candiani, Candura, Casolati, Corti, De Vecchis, Faggi, Fusco, Grassi, Iwobi, Lucidi, Marti, Montani, Ostellari, Pazzaglini, Emanuele Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pietro Pisani, Pittoni, Pizzol, Riccardi, Ripamonti, Rivolta, Rufa, Saponara, Saviane, Sbrana, Testor, Tosato, Urraro, Vallardi, Vescovi, Zuliani. -
Ritirata
Il Senato,
premesso che:
con circolare del 30 novembre 2020 su "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2" il Ministero della salute ha fornito indicazioni operative per la presa in carico dei pazienti con COVID-19 in isolamento domiciliare;
nella circolare si evidenzia come il virus abbia rappresentato un agente patogeno sconosciuto alla comunità scientifica internazionale fino al dicembre 2019, il che ha messo in condizione tutte le autorità sanitarie del mondo a confronto con una malattia (il COVID-19) della quale non si sapeva nulla e nei confronti della quale non esistevano protocolli specifici;
la gestione clinica dei pazienti affetti da COVID-19 si è progressivamente evoluta, attraverso il progressivo accumulo di informazioni relative al determinismo patogenetico della condizione morbosa, ai sintomi presentati dai pazienti e alle conoscenze che si sono andate via via accumulando nel tempo;
in particolare, la comunità scientifica ha evidenziato che il decorso clinico dell'infezione consta di tre distinte fasi: a) una fase iniziale durante la quale il virus SARS-CoV-2, dopo essersi legato ad ACE2 ed essere penetrato all'interno delle cellule dell'ospite, inizia la replicazione e genera sintomi respiratori quali febbre e tosse secca, oltre ad uno stato di malessere generale; nella stragrande maggioranza dei casi il sistema immunitario del soggetto contagiato riesce a bloccare l'infezione con un decorso assolutamente benigno; b) in un ristretto numero di soggetti, il cui sistema immunitario non è stato in grado di bloccare l'infezione nella prima fase, la malattia può evolvere verso una seconda fase, caratterizzata da alterazioni morfofunzionali a livello polmonare e da un quadro di polmonite interstiziale, molto spesso bilaterale, associata ad una sintomatologia respiratoria che nella fase precoce è generalmente limitata, ma che può, successivamente, sfociare verso una progressiva instabilità clinica con insufficienza respiratoria caratterizzata da bassi valori di ossigenazione ematica in assenza di sensazione di dispnea soggettiva; c) in un numero ancora più ristretto di soggetti, la malattia può ulteriormente evolvere verso un quadro clinico ingravescente dominato dalla tempesta citochinica e dal conseguente stato iperinfiammatorio, che determina conseguenze locali e sistemiche e rappresenta un fattore prognostico negativo;
le conoscenze maturate hanno indotto la comunità scientifica a differenziare i pazienti a seconda del rischio, al fine di determinare in quali casi sia necessaria l'ospedalizzazione, giacché nelle primissime settimane vi è stata una tendenza generalizzata, dovuta alle scarse conoscenze sulla nuova malattia, a curare tutti i soggetti contagiati da SARS-Cov2 attraverso il ricovero ospedaliero, anche nei casi in cui la malattia non si è rivelata particolarmente aggressiva e creando i presupposti per un intasamento delle strutture ospedaliere;
solo in una seconda fase, quando le conoscenze mediche si sono dimostrate più solide, essendosi avvantaggiate da un'esperienza clinica ormai significativa, le autorità sanitarie hanno intrapreso un percorso nel quale il ricovero ospedaliero è stato riservato solo ai pazienti che evidenziavano un quadro clinico più severo;
in particolare, si è evinto che le forme clinicamente severe d'infezione da coronavirus erano solitamente associate ad un'età avanzata (oltre i 70 anni d'età), al numero e alla tipologia di patologie associate, al sesso maschile e alla latenza tra l'inizio dei sintomi e la prima valutazione medica;
i soggetti più a rischio di sviluppare manifestazioni severe dell'infezione e di avere una prognosi sfavorevole sarebbero infatti quelli affetti da patologie quali ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, diabete mellito, insufficienza renale e malattia coronarica;
si è giunti quindi alla doverosa conclusione per cui una corretta gestione dei pazienti affetti da COVID-19 presuppone, da un lato, l'immediata adozione delle cure maggiormente idonee e specifiche per il singolo individuo, dall'altro, l'esigenza di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso; questa considerazione scaturisce dalla presa di coscienza per cui buona parte dei soggetti non richiede cure particolari e può essere gestita anche senza il ricovero ospedaliero, ricovero che del resto richiede anche un investimento in termini di risorse umane e finanziarie che non consente, superata una determinata soglia, di curare in modo efficiente i medesimi pazienti;
ne consegue che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell'ambito della gestione dei soggetti positivi, in stretta collaborazione con il personale delle USCA (unità speciali di continuità assistenziale) e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio;
a tal proposito, con nota del 9 dicembre 2020 sui "Principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare" l'Agenzia italiana del farmaco ha fornito alcune raccomandazioni sul trattamento farmacologico domiciliare dei casi lievi e una panoramica generale delle linee di indirizzo AIFA sulle principali categorie utilizzabili in ambiente domiciliare;
le raccomandazioni si applicano sia a casi "confermati" da dati di laboratorio che a casi "probabili"; questi ultimi, secondo la definizione dell'Organizzazione mondiale della sanità, includono coloro che presentano criteri clinici compatibili con il COVID-19 e che abbiano avuto un contatto probabile o confermato con un caso certo, che abbiano un imaging radiologico del torace suggestivo per COVID-19 o che presentano insorgenze di perdita di olfatto o gusto (anosmia o ageusia) non altrimenti spiegabili;
la nota AIFA riporta le seguenti "raccomandazioni generali" per i pazienti asintomatici o con sintomi lievi, ovvero con sintomatologie quali febbre, malessere generale, sintomi da raffreddamento, cefalea, mialgia, perdita di olfatto o gusto, tra cui la vigile attesa, trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo come Tachipirina), idratazione e nutrizione appropriate e il mantenimento delle terapie croniche in atto (come ad esempio le terapie antiipertensione, anticoagulanti);
la "vigile attesa" prevista nella circolare ministeriale e nelle raccomandazioni AIFA consiste di fatto in un'osservazione degli eventuali miglioramenti o peggioramenti di un malato COVID presso le rispettive abitazioni;
il TAR del Lazio ha accolto l'istanza cautelare promossa dai medici del "comitato Cura domiciliare COVID-19" nei confronti del Ministero della salute e di AIFA, contro la richiamata nota AIFA non ritenendola adeguata a tutelare la salute dei casi sospetti o dei casi lievi accertati di COVID;
il TAR ha ritenuto "fondata" la richiesta dei medici del comitato di far valere il proprio diritto-dovere di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere "compreso nell'ottica di un'attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi" e ha conseguentemente sospeso con effetto immediato l'efficacia del provvedimento emanato da AIFA e rinviato la trattazione del merito a luglio prossimo;
la decisione del Tribunale amministrativo ha riconosciuto di fatto inadeguato e inopportuno lasciare i pazienti COVID senza cure precoci a domicilio;
considerato che:
il COVID-19 è una sindrome respiratoria virale e come tale va trattata sin dall'insorgenza dei primi sintomi, e pertanto la cura immediata e tempestiva rappresenta la prima buona pratica da mettere in atto per consentire un adeguato trattamento della malattia, gestirne il decorso, riducendo significativamente il peggioramento dei pazienti e la loro ospedalizzazione, limitando anche i decessi;
la circolare del Ministero della salute richiamata riconosce, tra gli scenari di gestione domiciliare dei pazienti COVID-19, che: a) una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso; b) i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sia in termini sanitari che in termini sociali, devono giocare, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, un ruolo cruciale nell'ambito della gestione assistenziale dei malati di COVID-19, riconoscendo un ruolo cruciale ai membri della famiglia o ai conviventi del paziente;
alcune iniziative di lotta al COVID-19, come nel caso dei distretti sanitari di Acqui e Ovada (Alessandria) in Piemonte, hanno mostrato risultati soddisfacenti in termini di riduzione del tasso di letalità e di riduzione dell'ospedalizzazione, anche a seguito di nuovi protocolli mirati sulla cura a domicilio dei contagiati e sul ruolo dei medici di medicina generale,
impegna il Governo ad attivarsi affinché vengano aggiornate e integrate le linee guida ministeriali, prevedendo un protocollo di cura domiciliare che prenda in considerazione tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo.
(1-00296) (12 novembre 2020)
Castellone, Pirro, Endrizzi, Marinello, Mautone, Giuseppe Pisani, Guidolin, Anastasi, Donno, Auddino, Angrisani, Quarto, Ortis, Corrado, Gaudiano, Campagna, Abate, Piarulli, Moronese, Vanin, Accoto, Leone, D'Angelo, Montevecchi, Santillo, Matrisciano, Romano, Lannutti, Pavanelli, Giannuzzi, Binetti(*), Rizzotti(*), Siclari(*), Stabile (*).. -
Ritirata
Il Senato,
premesso che:
il SARS-CoV-2 continuerà a circolare nella comunità nazionale, stressando la capacità di risposta delle strutture sanitarie poiché, in attesa di una profilassi vaccinale, la COVID-19 non si può considerare al momento eradicabile e pertanto si può ipotizzare una fase, nel medio periodo, di endemia stabile, con possibili incrementi periodici, perlomeno fino alla disponibilità di ulteriori misure di prevenzione e trattamento dell'infezione;
l'OMS, nell'indicare i criteri da seguire per la fase successiva alla chiusura o post lockdown, indicava come prioritarie tre azioni, le cosiddette tre T: tracciare, testare e trattare i pazienti precocemente;
la possibilità di garantire efficacemente la precoce individuazione dei casi, la rapidità dei test diagnostici, la permanenza a domicilio per quarantena o isolamento dipende fortemente dall'organizzazione territoriale presente nei diversi contesti regionali;
è necessario, pertanto, rafforzare la rete dei servizi territoriali per ridurre la necessità di ricovero ospedaliero e conseguente sovraccarico dei servizi sanitari del Paese;
l'assistenza territoriale deve essere garantita a tutte le persone che necessitano di percorsi diagnostici e terapeutici connessi all'emergenza COVID-19, per utenti, operatori, familiari e per tutte le persone fragili che necessitano di sorveglianza sanitaria e continuità assistenziale;
rilevato che:
è indispensabile fornire indicazioni operative volte ad identificare precocemente i pazienti con sospetta malattia COVID-19, incentivandone la presa in carico precoce, migliorare le funzioni assistenziali, tracciare i contatti, assolvere gli obblighi di segnalazione di caso ai fini epidemiologici, garantire la sorveglianza sanitaria e l'assistenza delle persone fragili in quanto più esposte al rischio e necessitanti di una implementata presa in carico;
sono sempre più numerose, anche sulla scorta delle esperienze internazionali, le evidenze positive, con valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub intensiva del trattamento precoce delle infezioni, che non potrebbe operarsi senza una rapida ed estesa individuazione delle infezioni medesime;
con riguardo all'adozione di misure di breve e medio termine atte a favorire le terapie domiciliari, si rileva il bisogno di integrare le risorse offerte con una struttura organizzativa che supporti l'erogazione delle terapie in regime non ospedaliero (o, quanto meno, non in degenza), diriga e coordini l'approvvigionamento dei farmaci, la valutazione della loro efficacia a livello nazionale e l'aggiornamento delle terapie disponibili, sulla scorta delle evidenze domestiche e internazionali. Ciò al fine di garantire la somministrazione precoce (a pazienti paucisintomatici con tampone positivo) delle terapie antivirali e di prevenzione delle complicanze polmonari in fase sperimentale e off-label secondo protocolli già in uso, ovvero in esito alla rilevazione di evidenze di efficacia nazionali e internazionali o nell'ambito dei trial in essere;
la riduzione delle attività ordinarie ha comportato, verosimilmente, una diminuzione dell'assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone la condizione di fragilità. Pertanto, garantire la funzionalità dell'intera rete dei servizi territoriali, soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili, è un impegno di carattere etico e di rinnovamento culturale, oltre che organizzativo, e rappresenta una responsabilità di sanità pubblica che assume particolare rilevanza nel corso dell'attuale emergenza sanitaria. Inoltre andrebbe garantita la presa in carico territoriale delle persone dimesse dal ricovero ospedaliero, istituendo un corretto percorso di continuità ospedale-territorio, con l'obiettivo di migliorarne l'appropriatezza offrendo assistenza alla persona ed evitando che questo passaggio diventi occasione di contagio;
considerato che:
diverse Regioni, tra cui la Campania, tramite la circolare emanata dall'Unità di crisi regionale, in data 8 ottobre 2020, recante "Aggiornamento Terapeutico Farmacologico e di Infection Control per la gestione del paziente COVID-19 a domicilio", ed indirizzata ad ASL, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti di comunità, forniscono indicazioni terapeutiche per il trattamento domiciliare del COVID;
numerose sono le testimonianze di medici che, alla luce del sovraccarico ospedaliero e dell'impossibilità di ricoverare tutti i pazienti sintomatici, stanno utilizzando protocolli terapeutici che includono farmaci antivirali, clorochina, cortisonici, antipiretici ed antinfiammatori;
al momento la malattia si cura come i casi di influenza grave, con terapie di supporto (antifebbrili, idratazione) e nei casi più gravi, supporto meccanico alla respirazione. In tutto il mondo sono tuttavia in corso migliaia di trial clinici per verificare l'efficacia contro il COVID-19 di farmaci già esistenti o di nuove molecole. In base ai dati raccolti dall'International Clinical Trials Registry Platform (ICTRP), il registro internazionale degli studi clinici attivo presso l'OMS, sono attualmente in corso 1.804 studi randomizzati controllati, di cui 257 riguardano interventi di profilassi preventiva, 1.529 trattamenti e 18 interventi post trattamento;
il primo farmaco approvato per l'utilizzo specifico nel COVID-19 è stato il Remdesivir, farmaco antivirale originariamente sviluppato per il trattamento delle malattie collegate ai virus Ebola e Marburg, che ha ottenuto dalla FDA (Food and Drug Administration) l'autorizzazione per l'uso in emergenza negli Stati Uniti. In un primo momento questa autorizzazione era stata concessa soltanto ai pazienti in condizioni severe, ma di recente è stata estesa a tutti i pazienti ricoverati in ospedale, indipendentemente dalla gravità delle condizioni e compresi i pazienti pediatrici. I trial sul farmaco che sono stati realizzati sino ad oggi hanno però dimostrato benefici non risolutivi;
i farmaci cortisonici si sono rivelati efficaci nel contrasto alle forme severe di COVID-19. L'OMS ha recentemente pubblicato una meta-analisi di sette ricerche condotte in tutto il mondo sull'utilizzo di tre farmaci steroidei (desametasone, idrocortisone e metilprednisolone) nella cura dei pazienti COVID-19 critici. Dall'analisi è emerso che la somministrazione di corticosteroidi ai pazienti critici ha ridotto di circa il 20 per cento la mortalità a 28 giorni rispetto ai pazienti, ai quali era stata somministrata la cura standard o un placebo;
altri farmaci, ampiamente utilizzati nelle prime fasi della malattia, hanno mostrato di non avere alcun effetto sull'infezione da SARS-CoV-2. Tra questi vi è la combinazione lopinavir e ritonavir, utilizzata da molti anni per il trattamento dell'HIV. Il trial RECOVERY, tuttavia, ha chiuso l'arruolamento dei pazienti nel braccio di cura lopinavir con ritonavir, dal momento che non è emerso alcun beneficio dall'utilizzo di questa combinazione di farmaci per i pazienti ospedalizzati con COVID-19. Anche l'OMS il 4 luglio ha chiuso il braccio del trial internazionale SOLIDARITY nel quale veniva testato il lopinavir e ritonavir a confronto con lo standard di cura per COVID-19, dal momento che l'utilizzo di questi farmaci ha evidenziato una modesta o nulla riduzione della mortalità nei pazienti COVID-19 ospedalizzati;
il farmaco idrossiclorochina, somministrato nella fase iniziale della malattia e con dosaggi bassi o moderati che ne evitino eventuali effetti di cardiotossicità, è entrato nella pratica clinica. Va anche ricordato che le nuove linee guida cinesi sulla terapia anti SARS-CoV-2, alla luce dei risultati di un clinical trial randomizzato, prevedono l'uso della clorochina e ne incentivano l'uso in terapie antivirali di combinazione comprendenti fino a tre farmaci. Studi clinici hanno dimostrato l'attività in vitro e nel modello animale della clorochina fosfato come antivirale nei confronti del virus della SARS e dell'influenza aviaria. L'AIFA con circolare del 2 aprile 2020 prevedeva che in considerazione dell'assenza di terapie di provata efficacia per COVID-19, si ritiene indispensabile fornire ai clinici elementi utili ad orientare la prescrizione e a definire, per ciascun farmaco utilizzato, un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente. L'uso off-label è consentito unicamente nell'ambito del piano nazionale di gestione dell'emergenza COVID-19 e nel rispetto degli elementi di seguito riportati. L'idrossiclorochina (Plaquenil compresse da 200 milligrammi o corrispondente generico) è un analogo della clorochina chimicamente molto simile e che ne condivide il meccanismo d'azione. Attualmente nel nostro Paese è utilizzata in campo reumatologico alla dose di 200 milligrammi per 2 anche per periodi molto prolungati; esiste quindi ampia esperienza clinica (superiore rispetto alla clorochina) riguardo alla sua tollerabilità. Tuttavia l'OMS ha pubblicato una rassegna sulla letteratura disponibile in materia, dalla quale emerge che l'utilizzo di questo farmaco, associato o non con un macrolide, non determina allo stato attuale delle conoscenze alcun beneficio apprezzabile nella cura del COVID-19, ed anzi vi è una evidenza, anche se non definitiva, che possa determinare eventi avversi in misura maggiore rispetto allo standard di cura del COVID-19. In considerazione dell'evoluzione della letteratura disponibile e dei trial clinici realizzati in tutto il mondo, l'AIFA ha deciso di sospendere l'autorizzazione all'utilizzo off-label, e la conseguente rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale, per clorochina e idrossiclorochina, darunavir con cobicistat e lopinavir con ritonavir;
l'uso controllato di questi farmaci rimane invece consentito negli studi clinici approvati oltre che, ovviamente, per le patologie per le quali sono indicati. Anche la FDA ha revocato l'autorizzazione all'uso in emergenza di clorochina ed idrossiclorochina per il trattamento del COVID-19, sostenendo che sulla base delle evidenze scientifiche disponibili è improbabile che questi farmaci siano efficaci nel trattamento della malattia, e che comunque i potenziali benefici non sono tali da bilanciare i rischi di complicanze cardiache e gli altri effetti collaterali noti. La Cina ha invece incluso questo farmaco nelle sue linee guida per il trattamento del COVID-19;
in tutto il mondo sono in corso trial per testare la validità di alcuni farmaci già disponibili, utilizzati off-label o per uso compassionevole. L'OMS ha recentemente pubblicato una panoramica di tutti i trattamenti attualmente utilizzati contro il COVID-19. Per razionalizzare questi sforzi ed ottenere in un tempo più breve robuste evidenze scientifiche sull'efficacia dei trattamenti, l'OMS ha organizzato un grande studio internazionale, denominato SOLIDARITY, al quale hanno già aderito oltre 70 nazioni tra cui l'Italia, per la quale il referente dello studio è il Dipartimento di diagnostica e sanità pubblica dell'azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Lo studio prevede cinque bracci di trattamento: lo standard di cura del Paese; remdesivir; lopinavir e ritonavir (chiuso con esito negativo il 4 luglio); interferon b-1a (un interferone usato per il trattamento della sclerosi multipla); clorochina e idrossiclorochina (ripreso il 3 giugno dopo breve sospensione, quindi nuovamente interrotto il 17 giugno, infine definitivamente chiuso con esito negativo il 4 luglio);
considerato infine che in Italia l'AIFA, a seguito del decreto-legge detto "cura Italia", ha adottato procedure straordinarie e semplificate per la presentazione e l'approvazione delle sperimentazioni e degli usi compassionevoli dei farmaci nell'utilizzo contro il COVID-19. Tale percorso semplificato prevede una valutazione preliminare da parte della Commissione Tecnico-Scientifica (CTS) di AIFA, mentre al comitato etico dell'Istituto nazionale malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" è affidato il ruolo di comitato etico unico nazionale. Sul sito dell'AIFA è disponibile una sezione apposita dedicata al COVID-19, nella quale sono disponibili tutte le informazioni sulle sperimentazioni in corso. Alla data del 2 settembre sono state approvate 44 sperimentazioni,
impegna il Governo:
1) ad istituire un Tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo;
2) a definire, per il tramite di AIFA, protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte di MMG, PLS e medici del territorio, dei pazienti COVID-19;
3) a valutare l'opportunità di ricorrere alla somministrazione preventiva a pazienti paucisintomatici con tampone positivo delle terapie antivirali e di prevenzione delle complicanze polmonari in fase sperimentale e off-label (remdesivir, tocilizumab, clorochina, e altre) secondo protocolli già in uso, ovvero in esito alla rilevazione di evidenze di efficacia nazionali e internazionali o nell'ambito dei trial in essere;
4) a costituire un centro di riferimento nazionale in stretta collaborazione con AIFA, per l'individuazione e l'organizzazione della fornitura dei farmaci individuati, anche mediante adesione ai trial OMS ("SOLIDARITY"), AIFA e di altri organismi internazionali.
________________
(*) Firma aggiunta in corso di seduta
ORDINI DEL GIORNO
Ciampolillo, Martelli (*)
Il Senato,
premesso che:
con la circolare recante "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2", del 30 novembre 2020, il Ministero della salute ha ribadito come la SARS-CoV-2 abbia rappresentato "a tutti gli effetti, un patogeno sconosciuto alla comunità scientifica internazionale fino alla fine del mese di dicembre 2019";
con la succitata circolare è stato altresì denunciato che "ancora oggi, esistono larghi margini d'incertezza rispetto all'efficacia di alcuni degli approcci terapeutici sopramenzionati (farmaci a potenziale attività antivirale, farmaci ad attività profilattica/terapeutica contro le manifestazioni trombotiche, farmaci in grado di modulare la risposta immunitaria, infusioni di plasma)";
un ruolo fondamentale nella gestione del fenomeno pandemico, come riconosciuto dallo stesso Ministero della salute, è ricoperto dalla gestione domiciliare dei pazienti al fine di "attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso";
il ricorso a terapie antinfiammatorie, soprattutto nelle fasi di pre-acutizzazione dell'infezione, consentirebbe una sensibile diminuzione delle necessità di ricovero ospedaliero, con un efficace contenimento degli effetti degenerativi del virus;
numerosi sono oramai gli studi scientifici ed i pareri medici espressi a sostegno dell'utilizzo di antinfiammatori, come ad esempio una recente ricerca retrospettiva condotta dal professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, e dalla sua squadra di ricercatori, che sono pervenuti alla condivisibile conclusione che il ricorso a tali farmaci consentirebbe non solo la cura, ma anche la prevenzione dell'infezione virale;
ebbene, è stato accertato che la cannabis risulta essere un antinfiammatorio fino a 30 volte più potente dell'aspirina. Questa la scoperta dei ricercatori dell'Università di Guelph, in Canada, che nello studio "Biosynthesis of cannflavins A and B from Cannabis sativa L", pubblicato su Phytochemistry, hanno rilevato l'efficacia della cannabis usata come antinfiammatorio;
una pubblicazione scientifica del Medical College of Georgia (USA) attesta come il CBD (principio attivo della cannabis medica) "riduca la tempesta citochinica innescata dal sistema immunitario", attenuando o evitando i danni più gravi al tessuto polmonare e la ventilazione artificiale;
è stato altresì pubblicato il primo rapporto che fornisce obiettivi reali e possibili meccanismi di CBD contro SARS-CoV-2 con la conclusione che "La sicurezza privilegiata e gli attuali risultati antivirali in vitro dei CBD hanno sostenuto collettivamente che CBD e Δ9-THC potrebbero funzionare come doppia azione per il trattamento delle infezioni da coronavirus umano" (pubblicazione su International Journal of Biological Macromolecules del 3/5 dicembre 2020);
condividendo quindi la opportunità di avvalersi dei "medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti", con l'adozione di adeguate terapie preventive antinfiammatorie, ed il riconoscimento del legittimo utilizzo dei CBD a scopo terapeutico, si prospetterebbe il raggiungimento di un rilevante apporto sia in termini di prevenzione del contagio, che di assistenza dei casi clinici anche in fasi più avanzate;
considerato quindi che:
la malattia da coronavirus-2019 (Covid-19), causata dalla sindrome respiratoria acuta grave coronoavirus-2 (SARS-CoV-2) è associata a una super-tempesta di citochine, che contribuisce ai sintomi di febbre, tosse, dolori muscolari e nei casi gravi polmonite interstiziale bilaterale caratterizzata da opacità del vetro smerigliato e infiltrati focali del torace;
l'intervento immediato e tempestivo rappresenta la prima buona pratica da mettere in atto per consentire un adeguato trattamento della malattia, gestirne il decorso, riducendo significativamente il peggioramento dei pazienti e la loro ospedalizzazione, limitando anche i decessi;
l'efficacia degli antinfiammatori quale terapia preventiva e di assistenza è stata confermata dai citati studi scientifici oggetto di numerose pubblicazioni ed accettata dalla comunità scientifica di riferimento;
valide ricerche hanno già dimostrato che il CBD può ridurre un numero di citochine pro-infiammatorie tra cui IL-6, quella ridotta da altri farmaci studiati per Covid-19. È stato anche dimostrato che il CBD riduce l'interleuchina (IL)-2, IL-1α e β, l'interferone gamma, la proteina inducibile -l0, la proteina 1 chemiotattante dei monociti, la proteina infiammatoria dei macrofagi -1α e il fattore di necrosi tumorale -α, che sono associati alla patologia dei casi gravi di Covid-19. Oltre a ridurre queste citochine pro-infiammatorie, il CBD ha anche dimostrato di aumentare la produzione di interferoni;
la circolare del Ministero della salute summenzionata riconosce, tra gli scenari di gestione domiciliare dei pazienti Covid-19, che:
a) una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso;
b) i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sia in termini sanitari che in termini sociali, devono giocare, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, un ruolo cruciale nell'ambito della gestione assistenziale dei malati di Covid-19, riconoscendo un ruolo cruciale ai membri della famiglia o ai conviventi del paziente,
impegna il Governo:
1. ad attivarsi per l'aggiornamento e l'integrazione delle linee guida ministeriali, auspicando l'introduzione di un protocollo di cura domiciliare che consenta l'intervento diretto di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta;
2. ad implementare i protocolli terapeutici valutando, congiuntamente con l'AIFA, l'introduzione di somministrazione di farmaci a base di CBD antinfiammatorio sia in via preventiva che su pazienti affetti da patologia accertata da tamponi positivi.
________________
(*) Firma aggiunta in corso di seduta
N.B. La parte evidenziata in neretto è inammissibile.
Romeo, Castellone, Binetti, Errani, Boldrini, Zaffini, Parente, Pirro, Cantù, Fregolent, Rizzotti, Iori, Richetti, Marinello, Lunesu, Siclari, Mautone, Marin, Stabile, Giuseppe Pisani, Doria, Taverna
V. testo 2
Il Senato,
premesso che:
con circolare del 30 novembre 2020 su "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2" il Ministero della salute ha fornito indicazioni operative per la presa in carico dei pazienti con Covid-19 in isolamento domiciliare;
nella circolare si evidenzia come il virus abbia rappresentato un agente patogeno sconosciuto alla comunità scientifica internazionale fino al dicembre 2019, il che ha messo in condizione tutte le autorità sanitarie del mondo a confronto con una malattia (la Covid-19) della quale non si sapeva nulla e nei confronti della quale non esistevano protocolli specifici;
la gestione clinica dei pazienti affetti da Covid-19 si è progressivamente evoluta, attraverso il progressivo accumulo di informazioni relative al determinismo patogenetico della condizione morbosa, ai sintomi presentati dai pazienti e alle conoscenze che si sono andate via via accumulando nel tempo;
le conoscenze maturate hanno indotto la comunità scientifica a differenziare i pazienti a seconda del rischio, al fine di determinare in quali casi sia necessaria l'ospedalizzazione, giacché nelle primissime settimane vi è stata una tendenza generalizzata, dovuta alle scarse conoscenze sulla nuova malattia, a curare tutti i soggetti contagiati da SARS-CoV-2 attraverso il ricovero ospedaliero, anche nei casi in cui la malattia non si è rivelata particolarmente aggressiva e creando i presupposti per un intasamento delle strutture ospedaliere;
solo in una seconda fase, quando le conoscenze mediche si sono dimostrate più solide, essendosi avvantaggiate da un'esperienza clinica ormai significativa, le autorità sanitarie hanno intrapreso un percorso nel quale il ricovero ospedaliero è stato riservato solo ai pazienti che evidenziavano un quadro clinico più severo;
si è giunti quindi alla doverosa conclusione per cui una corretta gestione dei pazienti affetti da Covid-19 presuppone, da un lato, l'immediata adozione delle cure maggiormente idonee e specifiche per il singolo individuo, dall'altro, l'esigenza di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso;
è necessario, pertanto, alla luce delle esperienze sul territorio superare la previsione della "vigile attesa" prevedendo l'aggiornamento dei protocolli e delle linee guida dando la possibilità per i medici di prescrivere i farmaci ritenuti più opportuni tenuto conto del singolo caso, nel quadro delle indicazioni della comunità scientifica validate dagli organi preposti;
ne consegue che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell'ambito della gestione dei soggetti positivi, in stretta collaborazione con il personale delle USCA (unità speciali di continuità assistenziale) e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio; ciò è fondamentale nell'ottica di un nuovo modello di sanità territoriale che garantisca l'interprofessionalità nell'ambito dei distretti socio-sanitari;
è inoltre di strategica importanza favorire il lavoro in team multidisciplinari e multiprofessionali, ricorrendo anche a strumenti di telemedicina ed utilizzando software interoperabili affinché i dati clinici ed assistenziali generati nell'ambito dell'assistenza territoriale divengano patrimonio del SSN e dei ricercatori che operano nelle istituzioni di ricerca pubbliche;
considerato che:
il SARS-CoV-2 continuerà a circolare nella comunità nazionale, stressando la capacità di risposta delle strutture sanitarie poiché, in attesa di completare la profilassi vaccinale, la Covid-19 non si può considerare al momento eradicabile e pertanto si può ipotizzare una fase, nel medio periodo, di endemia stabile, con possibili incrementi periodici, perlomeno fino alla disponibilità di ulteriori misure di prevenzione c trattamento dell'infezione;
è indispensabile fornire indicazioni operative volte ad identificare precocemente i pazienti con sospetta malattia Covid-19, incentivandone la presa in carico precoce, migliorare le funzioni assistenziali, tracciare i contatti, assolvere gli obblighi di segnalazione di caso ai fini epidemiologici, garantire la sorveglianza sanitaria e l'assistenza delle persone fragili in quanto più esposte al rischio e necessitanti di una implementata presa in carico;
sono sempre più numerose, anche sulla scorta delle esperienze internazionali, le evidenze positive, con valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub-intensiva del trattamento precoce delle infezioni, che non potrebbe operarsi senza una rapida ed estesa individuazione delle infezioni medesime;
la circolare del Ministero della salute richiamata riconosce, tra gli scenari di gestione domiciliare dei pazienti Covid-19, che:
a) una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso;
b) i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sia in termini sanitari che in termini sociali, devono giocare, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, inclusi gli infermieri di comunità, un ruolo cruciale nell'ambito della gestione assistenziale dei malati di Covid-19, riconoscendo un ruolo cruciale ai membri della famiglia o ai conviventi del paziente; la casa come luogo primario di cura è il punto cardine di una nuova visione della medicina di prossimità che attenua il senso di allontanamento e di perdita delle relazioni quotidiane e apporta una dimensione non solo farmacologica ma anche relazionale al trattamento sanitario;
in assenza di linee guida aggiornate ed univoche volte a fornire protocolli generali di cura domiciliare dei pazienti Covid-19, si registrano sul territorio nazionale rilevanti diversificazioni tra i protocolli sanitari regionali, evidenziando in alcune Regioni l'implementazione di protocolli definiti nel corso di un costante monitoraggio e aggiornamento delle indicazioni fornite sia sul piano farmacologico che dell'organizzazione e coordinamento della rete territoriale di assistenza da attivare per l'esecuzione degli accertamenti diagnostici;
la riduzione delle attività ordinarie ha comportato, verosimilmente, una diminuzione dell'assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone la condizione di fragilità. Pertanto, garantire la funzionalità dell'intera rete dei servizi territoriali, soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili, è un impegno di carattere etico e di rinnovamento culturale, oltre che organizzativo, e rappresenta una responsabilità di sanità pubblica che assume particolare rilevanza nel corso dell'attuale emergenza sanitaria. Sono infatti soprattutto i soggetti fragili coloro che rischiano di andare incontro a complicanze in caso di infezione da SARS-CoV-2 (6 su 10 delle persone decedute sono ultraottantenni e quasi tutte sono persone fragili) ed è soprattutto a loro tutela che va garantita una presa in carico precoce; così come va assicurata la presa in carico territoriale delle persone dimesse dal ricovero ospedaliero, istituendo un corretto percorso di continuità ospedale-territorio, con l'obiettivo di migliorarne l'appropriatezza offrendo assistenza alla persona ed evitando che questo passaggio diventi occasione di contagio;
l'AIFA, a seguito del decreto-legge cosiddetto "Cura Italia", ha adottato procedure straordinarie e semplificate per la presentazione e l'approvazione delle sperimentazioni e degli usi compassionevoli dei farmaci nell'utilizzo contro il Covid-19. Tale percorso semplificato prevede una valutazione preliminare da parte della commissione tecnico-scientifica (CTS) di AIFA, mentre al comitato etico dell'istituto nazionale malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" è affidato il ruolo di comitato etico unico nazionale. Sul sito dell'AIFA è disponibile una sezione apposita dedicata al Covid-19, nella quale sono disponibili tutte le informazioni sulle sperimentazioni in corso. Alla data del 3 aprile 2021 sono state approvate 68 sperimentazioni,
impegna il Governo:
l) ad aggiornare, per il tramite dell'Istituto superiore di sanità, AGENAS ed AIFA, i protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte di MMG, PLS e medici del territorio, dei pazienti Covid-19 tenuto conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo;
2) ad istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo;
3) ad attivare, per una efficace gestione del decorso, fin dalla diagnosi, interventi che coinvolgano tutto il personale presente sul territorio in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare;
4) ad attivarsi affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai Servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo unico nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19;
5) ad affiancare all'implementazione del protocollo nazionale per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 un piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti.
Romeo, Castellone, Binetti, Errani, Boldrini, Zaffini, Parente, Pirro, Cantù, Fregolent, Rizzotti, Iori, Richetti, Marinello, Lunesu, Siclari, Mautone, Marin, Stabile, Giuseppe Pisani, Doria, Taverna
Il Senato,
premesso che:
con circolare del 30 novembre 2020 su "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2" il Ministero della salute ha fornito indicazioni operative per la presa in carico dei pazienti con Covid-19 in isolamento domiciliare;
nella circolare si evidenzia come il virus abbia rappresentato un agente patogeno sconosciuto alla comunità scientifica internazionale fino al dicembre 2019, il che ha messo in condizione tutte le autorità sanitarie del mondo a confronto con una malattia (la Covid-19) della quale non si sapeva nulla e nei confronti della quale non esistevano protocolli specifici;
la gestione clinica dei pazienti affetti da Covid-19 si è progressivamente evoluta, attraverso il progressivo accumulo di informazioni relative al determinismo patogenetico della condizione morbosa, ai sintomi presentati dai pazienti e alle conoscenze che si sono andate via via accumulando nel tempo;
le conoscenze maturate hanno indotto la comunità scientifica a differenziare i pazienti a seconda del rischio, al fine di determinare in quali casi sia necessaria l'ospedalizzazione, giacché nelle primissime settimane vi è stata una tendenza generalizzata, dovuta alle scarse conoscenze sulla nuova malattia, a curare tutti i soggetti contagiati da SARS-CoV-2 attraverso il ricovero ospedaliero, anche nei casi in cui la malattia non si è rivelata particolarmente aggressiva e creando i presupposti per un intasamento delle strutture ospedaliere;
solo in una seconda fase, quando le conoscenze mediche si sono dimostrate più solide, essendosi avvantaggiate da un'esperienza clinica ormai significativa, le autorità sanitarie hanno intrapreso un percorso nel quale il ricovero ospedaliero è stato riservato solo ai pazienti che evidenziavano un quadro clinico più severo;
si è giunti quindi alla doverosa conclusione per cui una corretta gestione dei pazienti affetti da Covid-19 presuppone, da un lato, l'immediata adozione delle cure maggiormente idonee e specifiche per il singolo individuo, dall'altro, l'esigenza di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso;
è necessario, pertanto, alla luce delle esperienze sul territorio superare la previsione della "vigile attesa" prevedendo l'aggiornamento dei protocolli e delle linee guida dando la possibilità per i medici di prescrivere i farmaci ritenuti più opportuni tenuto conto del singolo caso, nel quadro delle indicazioni della comunità scientifica validate dagli organi preposti;
ne consegue che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nell'ambito della gestione dei soggetti positivi, in stretta collaborazione con il personale delle USCA (unità speciali di continuità assistenziale) e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio; ciò è fondamentale nell'ottica di un nuovo modello di sanità territoriale che garantisca l'interprofessionalità nell'ambito dei distretti socio-sanitari;
è inoltre di strategica importanza favorire il lavoro in team multidisciplinari e multiprofessionali, ricorrendo anche a strumenti di telemedicina ed utilizzando software interoperabili affinché i dati clinici ed assistenziali generati nell'ambito dell'assistenza territoriale divengano patrimonio del SSN e dei ricercatori che operano nelle istituzioni di ricerca pubbliche;
considerato che:
il SARS-CoV-2 continuerà a circolare nella comunità nazionale, stressando la capacità di risposta delle strutture sanitarie poiché, in attesa di completare la profilassi vaccinale, la Covid-19 non si può considerare al momento eradicabile e pertanto si può ipotizzare una fase, nel medio periodo, di endemia stabile, con possibili incrementi periodici, perlomeno fino alla disponibilità di ulteriori misure di prevenzione c trattamento dell'infezione;
è indispensabile fornire indicazioni operative volte ad identificare precocemente i pazienti con sospetta malattia Covid-19, incentivandone la presa in carico precoce, migliorare le funzioni assistenziali, tracciare i contatti, assolvere gli obblighi di segnalazione di caso ai fini epidemiologici, garantire la sorveglianza sanitaria e l'assistenza delle persone fragili in quanto più esposte al rischio e necessitanti di una implementata presa in carico;
sono sempre più numerose, anche sulla scorta delle esperienze internazionali, le evidenze positive, con valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub-intensiva del trattamento precoce delle infezioni, che non potrebbe operarsi senza una rapida ed estesa individuazione delle infezioni medesime;
la circolare del Ministero della salute richiamata riconosce, tra gli scenari di gestione domiciliare dei pazienti Covid-19, che:
a) una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso;
b) i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, grazie alla presenza capillare nel territorio e alla conoscenza diretta della propria popolazione di assistiti, sia in termini sanitari che in termini sociali, devono giocare, in stretta collaborazione con il personale delle USCA e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, inclusi gli infermieri di comunità, un ruolo cruciale nell'ambito della gestione assistenziale dei malati di Covid-19, riconoscendo un ruolo cruciale ai membri della famiglia o ai conviventi del paziente; la casa come luogo primario di cura è il punto cardine di una nuova visione della medicina di prossimità che attenua il senso di allontanamento e di perdita delle relazioni quotidiane e apporta una dimensione non solo farmacologica ma anche relazionale al trattamento sanitario;
in assenza di linee guida aggiornate ed univoche volte a fornire protocolli generali di cura domiciliare dei pazienti Covid-19, si registrano sul territorio nazionale rilevanti diversificazioni tra i protocolli sanitari regionali, evidenziando in alcune Regioni l'implementazione di protocolli definiti nel corso di un costante monitoraggio e aggiornamento delle indicazioni fornite sia sul piano farmacologico che dell'organizzazione e coordinamento della rete territoriale di assistenza da attivare per l'esecuzione degli accertamenti diagnostici;
la riduzione delle attività ordinarie ha comportato, verosimilmente, una diminuzione dell'assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone la condizione di fragilità. Pertanto, garantire la funzionalità dell'intera rete dei servizi territoriali, soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili, è un impegno di carattere etico e di rinnovamento culturale, oltre che organizzativo, e rappresenta una responsabilità di sanità pubblica che assume particolare rilevanza nel corso dell'attuale emergenza sanitaria. Sono infatti soprattutto i soggetti fragili coloro che rischiano di andare incontro a complicanze in caso di infezione da SARS-CoV-2 (6 su 10 delle persone decedute sono ultraottantenni e quasi tutte sono persone fragili) ed è soprattutto a loro tutela che va garantita una presa in carico precoce; così come va assicurata la presa in carico territoriale delle persone dimesse dal ricovero ospedaliero, istituendo un corretto percorso di continuità ospedale-territorio, con l'obiettivo di migliorarne l'appropriatezza offrendo assistenza alla persona ed evitando che questo passaggio diventi occasione di contagio;
l'AIFA, a seguito del decreto-legge cosiddetto "Cura Italia", ha adottato procedure straordinarie e semplificate per la presentazione e l'approvazione delle sperimentazioni e degli usi compassionevoli dei farmaci nell'utilizzo contro il Covid-19. Tale percorso semplificato prevede una valutazione preliminare da parte della commissione tecnico-scientifica (CTS) di AIFA, mentre al comitato etico dell'istituto nazionale malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" è affidato il ruolo di comitato etico unico nazionale. Sul sito dell'AIFA è disponibile una sezione apposita dedicata al Covid-19, nella quale sono disponibili tutte le informazioni sulle sperimentazioni in corso. Alla data del 3 aprile 2021 sono state approvate 68 sperimentazioni,
impegna il Governo:
l) ad aggiornare, a cura del Ministero della salute, avvalendosi all'occorrenza dell'Istituto superiore di sanità, AIFA ed AGENAS, i protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte di MMG, PLS e medici del territorio, dei pazienti Covid-19 tenuto conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo;
2) ad istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo;
3) ad attivare, per una efficace gestione del decorso, fin dalla diagnosi, interventi che coinvolgano tutto il personale presente sul territorio in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare, nel rispetto dell'autonomia regionale;
4) ad attivarsi affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai Servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo unico nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19;
5) ad affiancare all'implementazione del protocollo nazionale per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 un piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti
Allegato B
Pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge n. 2120 e sui relativi emendamenti
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, acquisiti gli elementi istruttori forniti dal Governo, da cui risulta che:
viene confermato, in relazione all'estensione dei tempi di votazione anche al lunedì, che i membri degli uffici preposti alla proclamazione degli eletti e i componenti dei seggi ricevono, ai sensi della legge 13 marzo 1980, n. 70, come modificata dalla legge 16 aprile 2020, n. 62, un onorario fisso forfettario del tutto indipendente dalla durata della votazione, nella misura, rispettivamente di 150 euro per il Presidente e di 120 euro per gli scrutatori;
viene confermato che le spese per il lavoro straordinario del personale dell'Amministrazione civile del Ministero dell'interno, impegnato nelle prefetture, nel pomeriggio e nella sera di lunedì sono compensate dal venir meno del turno per lo scrutinio nella notte tra domenica e lunedì e che lo svolgimento eventuale nella giornata del martedì evita gli ulteriori oneri che potrebbero derivare dal prolungamento delle operazioni di spoglio in orario notturno, nella notte tra il lunedì e il martedì. Si precisa al riguardo che sugli oneri complessivamente derivanti non sarà calcolato, nel caso in esame, l'incremento, pari al 50 per cento, concernente lo svolgimento delle attività in orario notturno e festivo, circostanza che si verificherebbe se le elezioni si svolgessero in una sola giornata, con avvio dello spoglio nella notte di domenica;
per le elezioni comunali, viene precisato che, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 aprile 1976, n. 136, le spese per l'organizzazione tecnica e l'attuazione delle elezioni sono a carico degli enti ai quali i consigli appartengono: Restano comunque a carico dello Stato alcune specifiche spese indicate ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, che sono del tutto indipendenti dalla durata della votazione;
con riferimento alle attività di vigilanza, che risulta ampliata dalla estensione dei tempi di votazione anche nella giornata di lunedì, viene specificato che è stato stimato l'utilizzo di circa 18.000 operatori di polizia per un costo complessivo unitario pari a euro 1.164,08, comprensivo dell'indennità di ordine pubblico, con pernottamento per quattro giorni, per un complessivo di spesa pari a circa 20.953.440. Tale onere è circa il doppio rispetto a quello che si sostiene in caso di votazione in una sola giornata; pertanto, l'onere aggiuntivo ammonta a circa 10 milioni di euro. Tutti gli altri oneri sostenuti in occasione delle elezioni amministrative dalle amministrazioni competenti (Ministero dell'interno, Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero della Giustizia) sono del tutto indipendenti dalla durata della votazione. In conclusione, l'estensione di un giorno del periodo di votazione comporta oneri aggiuntivi solo in relazione alle spese di vigilanza dei seggi: considerato che per consultazioni elettorali che si svolgono in una sola giornata, l'articolo 2 del decreto interministeriale del 15 aprile 2020, recante i limiti massimi di spesa per le consultazioni, prevede per 16.074 sezioni un costo complessivo pari a circa 30 milioni di euro, e che la norma in esame comporta un onere aggiuntivo di 10 milioni di euro, l'onere complessivo, pari a 40 milioni di euro, è coperto, ai sensi dell'articolo 4 del provvedimento in titolo; dalle risorse disponibili a legislazione vigente sul capitolo 3020 ("Fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum"), iscritto nello Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, che reca uno stanziamento per il 2021 pari ad euro 300.000.000,
esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
In relazione agli emendamenti, trasmessi dall'Assemblea, esprime, per quanto di propria competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.6, 3.1, 3.2, 3.3, 3.5, 3.0.1, 3.0.2, 3.0.3, 3.0.4, 3.0.100, 3.0.8, 3.0.9, 3.0.10, 3.0.11, 3.0.14, 3.0.15 e 3.0.19.
Il parere è di semplice contrarietà sull'emendamento 3.4.
Il parere è non ostativo sui restanti emendamenti.
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato l'emendamento 3.4, riferito al disegno di legge in titolo, a rettifica del parere reso il 30 marzo scorso, esprime per quanto di propria competenza parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al provvedimento in titolo approvati dalla 1a Commissione e trasmessi dall'Assemblea, esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:
Disegno di legge n. 2120:
sull'emendamento 3.0.11, i senatori Airola e Pinotti avrebbero voluto esprimere un voto contrario; sulla proposta di coordinamento C1, il senatore Verducci avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Alderisi, Auddino, Barachini, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Buccarella, Campagna, Candiani, Cario, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Cirinna', De Poli, Di Marzio, Endrizzi, Floridia, Galliani, Iori, Lupo, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Nugnes, Perosino, Piarulli, Pichetto Fratin, Pucciarelli, Ronzulli, Sciascia, Segre, Sileri, Toffanin e Zanda.
.
È considerato in missione il senatore: Stefano, per attività della 14ª Commissione permanente.
Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Borghesi, Castaldi, Causin, Giannuzzi, Pizzol e Zuliani.
Alla ripresa pomeridiana sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Borghesi, Castaldi, Causin, Giannuzzi, Pizzol e Zuliani.
Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, trasmissione di documenti
Il Presidente della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, con lettera in data 1° aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 del testo unico di cui al Regio Decreto 2 gennaio 1913, n. 453, la relazione sulle misure attivate da CDP nel contesto dell'emergenza COVID-19, approvata nella seduta del 18 marzo 2021 (Doc. X, n. 1).
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatrice Botto Elena
Introduzione dell'articolo 1-bis della legge 23 giugno 1927, n. 1188, in materia di toponomastica femminile, al fine di ridurre il divario di genere (2170)
(presentato in data 07/04/2021).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 07/04/2021 la 12ª Commissione permanente Sanità ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
Dep. Baroni Massimo Enrico ed altri "Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie" (1201)
(presentato in data 08/04/2019) C.491 approvato dalla Camera dei deputati.
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° aprile 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 2 della legge 4 ottobre 2019, n. 117 - lo schema di decreto legislativo recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (UE) 2017/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, sul mercurio (n. 249).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato deferito - in data 6 aprile 2021 - alle Commissioni riunite 2ª e 13ª, che esprimeranno il parere entro il termine di 40 giorni dall'assegnazione. Le Commissioni 5ª, 10ª, 12ª e 14ª potranno formulare le proprie osservazioni alle Commissioni riunite entro il termine di 30 giorni dall'assegnazione.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° aprile 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216 - lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante l'adozione della nota metodologica relativa all'aggiornamento e alla revisione della metodologia dei fabbisogni dei comuni per il 2021 e il fabbisogno standard per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario (n. 250).
Ai sensi della predetta disposizione, lo schema di decreto è stato deferito dal Presidente della Camera dei deputati, d'intesa con il Presidente del Senato - in data 6 aprile 2021 - alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, che esprimerà il parere entro il termine di 15 giorni dall'assegnazione. Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è stato altresì deferito - in data 6 aprile 2021 - alla 5ª Commissione permanente del Senato, che esprimerà il parere entro il termine di 15 giorni dall'assegnazione.
Governo, trasmissione di atti
Il Ministro della transizione ecologica, con lettera in data 31 marzo 2021, ha inviato - ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la comunicazione concernente la proroga della nomina della dottoressa Gabriela Scanu a Commissario Straordinario dell'Ente Parco Nazionale dell'Asinara (n. 38).
Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 13a Commissione permanente.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 30 marzo 2021, ha inviato:
l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 marzo 2021 recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, in ordine alla notifica della società Linkem S.p.a., aventi ad oggetto l'acquisizione di elementi hardware e software da Huawei e ZTE per il completamento del progetto di architettura di rete 5G SA (Atto n. 775);
l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 marzo 2021 di parziale rettifica, limitatamente alla prescrizione a), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 febbraio 2021 recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, in ordine alla notifica delle società Tencent Cloud B.V., Square Inc. e Satispay S.p.a. avente ad oggetto l'acquisizione da parte di Tencent Cloud B.V. e Square Inc. di partecipazioni di minoranza nel capitale sociale di Satispay S.p.a. (Atto n. 776).
I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 10a Commissione permanente.
Con lettera in data 30 marzo 2021 il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 8 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi del decreto del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento del consiglio comunale di Pizzone (Isernia).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 6 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, i commenti alla reazione dell'Italia al parere circostanziato formulato, ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535, dalla Commissione europea, sulla procedura di informazione attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, concernente la notifica 2018/0203/I relativa al progetto "Regola tecnica relativa alle biomasse solide contenuta nel Capitolo dedicato alle fonti energetiche rinnovabili nell'ambito della proposta di Piano energetico Ambientale della Regione Piemonte".
La predetta documentazione è deferita alla 10a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 86-bis).
Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 31 marzo 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge 3 agosto 1985, n. 411, la relazione sull'attività ed il bilancio consuntivo della Società "Dante Alighieri", relativi all'anno 2020.
La predetta documentazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a e alla 7a Commissione permanente (Atto n. 774).
Garante del contribuente, trasmissione di atti. Deferimento
In data 30 marzo 2021, sono state inviate, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, le relazioni sull'attività svolta nell'anno 2020 dai seguenti Garanti del contribuente:
per la Calabria (Atto n. 777);
per la Sicilia (Atto n. 778).
I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente.
Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento
La Corte costituzionale ha trasmesso, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, le seguenti sentenze, che sono deferite, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla 1a Commissione permanente:
sentenza n. 55 del 25 febbraio 2021, depositata il successivo 31 marzo, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 69, quarto comma, del codice penale, come sostituito dall'articolo 3 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all'articolo 116, secondo comma, codice penale, sulla recidiva di cui all'art. 99, quarto comma, codice penale (Doc. VII, n. 102) - alla 2a Commissione permanente;
sentenza n. 56 del 9 marzo 2021, depositata il successivo 31 marzo, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 47-ter, comma 01, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), limitatamente alle parole «né sia stato mai condannato con l'aggravante di cui all'articolo 99 del codice penale» - alla 2a Commissione permanente (Doc. VII, n. 103);
sentenza n. 59 del 24 febbraio 2021, depositata il successivo 1° aprile, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18, settimo comma, secondo periodo, della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), come modificato dall'articolo 1, comma 42, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita), nella parte in cui prevede che il giudice, quando accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, «può altresì applicare» - invece che «applica altresì» - la disciplina di cui al medesimo articolo 18, quarto comma (Doc. VII, n. 104) - alla 11a Commissione permanente.
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
Il Presidente della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 6 aprile 2021, ha trasmesso la deliberazione n. 7/2021/G concernente "La gestione dei residui di riscossione nel bilancio dello Stato (Allegato 24 al conto consuntivo delle entrate)".
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 6a Commissione permanente (Atto n. 773).
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
Il signor Francesco Di Pasquale da Cancello ed Arnone (Caserta) chiede:
disposizioni stringenti in materia di sicurezza degli alimenti (Petizione n. 798, assegnata alla 9a Commissione permanente);
un utilizzo diffuso delle cure con anticorpi monoclonali in relazione al virus COVID-19 (Petizione n. 799, assegnata alla 12a Commissione permanente);
l'innalzamento degli importi delle pensioni minime e la non applicabilità, su queste, delle addizionali regionali e comunali (Petizione n. 800, assegnata alla 11aCommissione permanente);
il signor Alberto Mezzini da Monghidoro (Bologna) chiede modifiche sostanziali alla normativa in materia di fallimenti (Petizione n. 801, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Franco Cantarano da Pisa chiede disposizioni volte a garantire una più efficiente ed equa distribuzione delle risorse umane negli Uffici giudiziari (Petizione n. 802, assegnata alla 2a Commissione permanente);
la signora Silvia Gioffrè da Scafa (Pescara) e numerose altre cittadine chiedono modifiche all'articolo 32 dell'Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta ai sensi dell'articolo 8 del Decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modificazioni ed integrazioni, in materia di rapporto ottimale tra numero di pazienti e medici (Petizione n. 803, assegnata alla 12a Commissione permanente);
i signori Maria Pia Spalla e Alessandro Manfridi da Bari e numerosi altri cittadini chiedono che sia consentita la ripresa immediata del "percorso di accoglienza per risanamento e cura" per i minori bielorussi, interrotto a causa dell'emergenza sanitaria legata al virus COVID-19 (Petizione n. 804, assegnata alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza);
il signor Massimo Cordeschi da Santa Marinella (Roma) chiede modifiche all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, nonché altre disposizioni in materia di accesso anticipato al trattamento pensionistico (Petizione n. 805, assegnata alla 11a Commissione permanente);
il signor Stefano Salvatore Casabianca da Catania chiede l'installazione obbligatoria di cabine e tunnel di sanificazione presso le strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale (Petizione n. 806, assegnata alla 12a Commissione permanente).
Mozioni, apposizione di nuove firme
Il senatore Coltorti ha aggiunto la propria firma alla mozione 1-00131 del senatore Puglia ed altri.
Mozioni, nuovo testo
La mozione 1-00160, della senatrice Mantovani ed altri, pubblicata il 1° agosto 2019, deve intendersi riformulata come segue:
MANTOVANI, DE LUCIA, RAMPI, DE PETRIS, SAPONARA, SBROLLINI, CANGINI, GRANATO, LICHERI, MALPEZZI, ROMEO, D'ANGELO, QUARTO, MAUTONE, EVANGELISTA, FEDE, MARINELLO, ROMAGNOLI, RUSSO, DI GIROLAMO, PISANI Giuseppe, PIRRO, CASTELLONE, PAVANELLI, CROATTI, CORBETTA, L'ABBATE, PELLEGRINI, RICCIARDI, DI PIAZZA, PRESUTTO, ANASTASI, CASTIELLO, MONTEVECCHI, BINETTI, SANTILLO, FERRARA, LANZI, SANTANGELO, PERILLI, VACCARO, AIROLA, GARRUTI, ANGRISANI, DI MICCO, MININNO, DESSI', QUAGLIARIELLO, ALESSANDRINI, GUIDOLIN, DELL'OLIO, RIVOLTA, FERRERO, GAUDIANO, NATURALE, PITTONI, PELLEGRINI Emanuele, TURCO, COLTORTI, TAVERNA, LOMUTI, PESCO, TONINELLI, CIOFFI, ORTIS, ROMANO, MAIORINO, TRENTACOSTE, LOREFICE, FENU
Il Senato,
premesso che:
in Italia si registra un grave ritardo nel campo della formazione matematica, tecnico-scientifica e digitale, che ostacola la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese;
nel mese di giugno 2019 è stato pubblicato il rapporto "Digital economy and society index" (DESI - Indice dell'economia e della società digitali) 2019, un indice sviluppato dalla Commissione europea che ogni anno misura il grado di diffusione e il progresso verso un'economia e una società digitali dei Paesi dell'Unione europea. L'indice si basa su una serie di indicatori considerati rilevanti per valutare l'attuale policy europea e nazionale in materia di digitalizzazione, quali connettività, capitale umano, utilizzo di internet, integrazione della tecnologia digitale nei sistemi produttivi e servizi pubblici digitali;
nella classifica dei Paesi redatta sulla base del rapporto, l'Italia risulta al 24° posto su 28 Stati membri. Tale deludente risultato risulta, purtroppo, il migliore finora conseguito dal 2013 ad oggi;
in particolare, nell'indicatore "capitale umano", ossia chi ha competenze nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), l'Italia si posiziona al 26° posto su 28, con un punteggio pari a 32,6 e quindi ben al di sotto della media europea (la cui soglia è fissata al 48,0);
l'indicatore è composto da due fattori che mostrano diversi punti di vista e insiemi disgiunti di destinatari: il primo analizza le abilità tipiche dell'utente di internet, mentre il secondo studia le abilità avanzate e da sviluppatore. La prima componente è calcolata secondo il numero e la complessità delle operazioni che coinvolgono l'uso quotidiano degli strumenti digitali e internet nel lavoro e nella vita di tutti i giorni; la seconda componente si riferisce ai dati sull'impiego dei diplomati e laureati TIC;
secondo il rapporto, il livello delle competenze digitali degli italiani, sia quelle di base, sia avanzate, è al di sotto della media UE. Solo il 44 per cento degli individui tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, contro il 57 per cento nella UE. La percentuale degli specialisti TIC sull'occupazione totale ha una minore incidenza in Italia rispetto all'Unione europea (2,6 per cento in Italia rispetto al 3,7 per cento). Per quanto riguarda le persone in possesso di una laurea in TIC, l'Italia si posiziona ben al di sotto della media UE con solo l'1 per cento sul totale dei laureati contro il 3,5 per cento nella UE. Tra le donne che lavorano, solo l'1 per cento in Italia è specializzato in TIC;
sulla base dell'analisi e dei rilievi avanzati dalla Commissione europea, il piano nazionale per la scuola digitale, avviato nel 2015, al termine di 4 anni ha prodotto risultati piuttosto modesti. Ad esempio, solo il 20 per cento degli insegnanti ha effettuato corsi formativi in materia di alfabetizzazione digitale e nel 24 per cento delle scuole mancano ancora di corsi di programmazione;
considerato che:
anche lo "Skills outlook scoreboard" dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) 2019 ha segnalato i gravi ritardi che condizionano il nostro Paese. In particolare tale studio valuta in che misura i Paesi siano in grado di sfruttare la digitalizzazione sulla base di 3 principali parametri: competenze per la digitalizzazione, esposizione digitale e politiche relative alle competenze;
esso mostra che la popolazione italiana non possiede le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale, sia in società sia sul posto di lavoro. Solo il 36 per cento degli individui in Italia, il livello più basso tra i Paesi OCSE, è in grado di utilizzare internet in maniera complessa e diversificata;
in particolare, solo il 30 per cento degli adulti ha ricevuto formazione negli ultimi 12 mesi, contro una media OCSE del 42 per cento. Solo il 21 per cento degli individui in età compresa tra i 16 e i 65 anni possiede un buon livello di alfabetizzazione e capacità di calcolo (cioè ottengono almeno un punteggio di livello tre nei test di comprensione di un testo scritto, risoluzione di un problema di tipo matematico, esecuzione di un compito mediante l'utilizzo di tecnologie digitali). Si tratta del terzo peggior risultato tra i Paesi esaminati;
per quanto riguarda gli insegnanti, secondo l'OCSE quelli italiani risultano meno preparati rispetto ai colleghi europei e utilizzano le nuove tecnologie ben al di sotto di altri lavoratori altamente qualificati. I dati mostrano, inoltre, come 3 insegnanti su 4 riferiscano di aver bisogno di ulteriore formazione nelle TIC per svolgere la propria professione;
rilevato che:
i dati dimostrano come, sul piano delle competenze tecnico-scientifiche e digitali della popolazione, l'Italia appaia in grave ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Si trova infatti al terzultimo posto nella classifica DESI, davanti solo a Romania e Bulgaria. Lussemburgo, Olanda e Svezia sono ai primi posti per le competenze digitali di base, mentre Finlandia, Svezia ed Estonia guidano i Paesi con il possesso delle competenze digitali più avanzate. L'Italia si trova indietro anche rispetto ai partner europei più prossimi: a livello di capitale umano digitalizzato, risulta, come già indicato, al 26° posto, molto in ritardo, dunque, rispetto a Spagna (17°), Francia (14°), Germania (10°) e Regno Unito (6°);
tre italiani su dieci, secondo il rapporto DESI, non utilizzano ancora internet abitualmente. La mancanza di conoscenze digitali riguarda tanto gli adulti quanto i giovani: i primi rischiano di non sfruttare le possibilità di riqualificazione professionale che la formazione digitale è in grado di offrire; i secondi, seppur "nativi digitali", se non tecnicamente e correttamente formati, corrono il pericolo di non saper affrontare le sfide future poste da un mondo del lavoro altamente tecnologico e digitalizzato;
tale carenza di competenze si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi on line, dove si registrano ben pochi progressi. La scarsa domanda influenza l'offerta e questo comporta una bassa attività di vendita on line da parte delle piccole e medie imprese italiane rispetto a quelle europee;
il rischio per le imprese è di non riuscire a cogliere le opportunità offerte dal digitale, ad esempio dell'intelligenza artificiale, perdendo competitività e produttività rispetto alle altre imprese europee, a causa della mancanza della forza lavoro da reclutare con le competenze richieste. Dall'analisi sulle offerte di lavoro pubblicate emerge infatti chiaramente il divario tra i profili ricercati dalle aziende e la preparazione professionale in termini digitali dei candidati, che comporta un ulteriore elemento di debolezza per il sistema di imprese italiano;
tale condizione risulta grave, nonostante nel piano nazionale impresa 4.0 i crediti d'imposta per le spese sostenute dalle imprese per la formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale, inizialmente presentati solo per il 2018, siano stati estesi anche per il 2019;
la mancanza di tali competenze rischia anche di vanificare ogni azione di trasformazione tecnologica nell'ambito della pubblica amministrazione o, peggio, di privare taluni cittadini della possibilità di accedere ad alcuni diritti, tutelati dal nostro ordinamento, in un contesto nel quale il digitale è destinato a diventare modalità ordinaria di dialogo con l'amministrazione pubblica, a ogni livello, e di esercizio della cittadinanza in una società globalizzata;
considerato, inoltre, che:
a livello nazionale, l'Italia registra ancora un forte divario tra i laureati nell'area scientifica rispetto agli omologhi nell'area sociale. Secondo l'Anagrafe nazionale studenti (ANS), per l'anno accademico 2016/2017, l'ultimo a disposizione, i laureati afferenti all'area scientifica risultano pari al 31,94 per cento sul totale dei laureati, oltre il 6 per cento in meno rispetto a coloro che si sono laureati in discipline sociali (pari al 38,01);
lo stesso divario è presente anche a livello di istruzione secondaria: si registra una forte carenza di diplomati presso gli istituti tecnici superiori, in quanto, rispetto agli attuali 11.000 diplomati ogni anno, ne sarebbero necessari almeno il triplo (33.000) per soddisfare le esigenze delle aziende che richiedono le loro specifiche competenze;
valutato infine che:
gli esiti dei test Invalsi 2019, che comprendono anche gli studenti che hanno affrontato l'esame di maturità, confermano che la scuola italiana si trova in una condizione di grave crisi: in particolare, per quanto riguarda la matematica, il livello medio degli alunni è fermo alla terza classe della scuola secondaria di primo grado. Inoltre resta alto il gap di genere e tra le diverse zone del Paese;
l'ottundimento delle capacità di argomentazione e comprensione e la mancata consapevolezza rischiano di essere un pericolo per le attuali generazioni e per lo sviluppo della società democratica;
l'adozione di politiche attive di formazione, in particolare a livello scolastico, potrebbero invertire questa tendenza, permettendo a tutti di apprendere strumenti e competenze tecnico-scientifiche in linea con le richieste del mercato del lavoro e con le esigenze necessarie per interagire con la società moderna, ma soprattutto per possedere gli strumenti culturali e critici per esercitare il proprio diritto di cittadinanza, ossia di essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli;
parte fondamentale, e vero e proprio sostegno di questa nuova strategia formativa per le prossime generazioni, dovrebbe essere l'insegnamento delle competenze matematiche, che in prospettiva di ricerca di un'occupazione sono richieste da istituti ed enti di ricerca, pubblici e privati, nonché da imprese che offrono consulenza e servizi di vario genere, da aziende dei settori industriale, ambientale, sanitario, finanziario, addirittura nell'ambito della pubblica amministrazione. Tale disciplina è inoltre un'ottima base per accedere alla professione di docente, vista la carenza strutturale di insegnanti in queste materie;
è necessario in particolare, sin dal livello della scuola primaria, rivedere sia la didattica della matematica, per sviluppare le capacità tecniche e matematiche degli alunni, sia la fase dell'orientamento scolastico, permettendo agli studenti di scegliere un percorso formativo conformato, nel medesimo tempo, sulle proprie passioni ma anche sugli sviluppi del mercato del lavoro;
sul tema dell'educazione informatica, la Commissione europea, nella comunicazione COM(2020) 624 final del 30 settembre 2020, ha dichiarato che essa consente ai giovani di acquisire una solida comprensione del mondo digitale. L'introduzione dell'informatica nelle scuole può infatti contribuire a sviluppare competenze in materia di risoluzione dei problemi, creatività e collaborazione, incentivando l'interesse per gli studi relativi alle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics) e le future carriere in tale ambito. La promozione dell'educazione informatica può anche avere un impatto positivo sul numero di ragazze che seguono studi informatici nell'istruzione superiore e lavoreranno poi nel settore digitale o svolgeranno professioni digitali in altri settori economici;
la pandemia ha rafforzato la percezione della necessità di una maggior capacità del sistema Paese in questo ambito e ha anche fatto emergere ed esplodere alcune carenze e debolezze, aumentando le difficoltà,
impegna il Governo:
1) a continuare a investire nel piano nazionale per la scuola digitale attraverso lo stanziamento di adeguate risorse e l'introduzione di metodologie innovative più efficaci di insegnamento e apprendimento della matematica e del pensiero computazionale e algoritmico nella scuola primaria e successivamente delle discipline STEM e dell'educazione digitale, per consentire lo sviluppo del pensiero critico e di attitudini a molteplici e diversificati interessi culturali, essendo alla base delle moderne produzioni artistiche e contribuendo in modo determinante ad elevare il livello culturale della popolazione con ricadute positive sulla partecipazione democratica;
2) a potenziare, nell'ambito del piano nazionale per la scuola digitale, percorsi di formazione innovativi, a tutti i livelli, per l'orientamento degli studenti verso le discipline scientifiche, incluso il pensiero computazionale e algoritmico, e la matematica, intesa come disciplina che aiuta a comprendere molti aspetti della quotidianità, affina e sensibilizza alla percezione estetica e incoraggia i giovani ad affrontare la complessità e le sfide presenti e future del mercato del lavoro in continua evoluzione;
3) a connettere tale rinnovata strategia nazionale di formazione con i settori del lavoro, del welfare e dello sviluppo imprenditoriale, culturale e artistico del nostro Paese, in modo che questo innovativo approccio possa rappresentare un volano per la crescita complessiva e strutturale dell'Italia;
4) a garantire una formazione professionale dei docenti in sinergia con quanto previsto dal piano nazionale di formazione dei docenti.
(1-00160) (Testo 2)
Interrogazioni
MANTOVANI, BOTTO, CASTALDI, CORBETTA, D'ANGELO, DONNO, FERRARA, GALLICCHIO, GAUDIANO, MAUTONE, PAVANELLI, ROMANO, TRENTACOSTE, VANIN - Ai Ministri dell'istruzione e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
l'11 dicembre 2020, attraverso un comunicato stampa sul sito del Ministero dell'istruzione, l'allora Ministro, Lucia Azzolina, ha annunciato la realizzazione di una piattaforma unica, integrata con tutti i servizi e le funzionalità utili per le scuole. La piattaforma dovrebbe contenere gli strumenti per la didattica digitale, oltre agli spazi dove archiviare i contenuti. A tale fine è stato anche istituito un gruppo di lavoro per garantire agli istituti il nuovo strumento in tempi brevi, ossia entro il prossimo anno scolastico;
secondo quanto riportato dal comunicato stampa, il progetto è nato a seguito dell'esperienza fatta durante le prime fasi dell'emergenza sanitaria, in cui è emersa la differente dotazione delle scuole di sistemi digitali utili per attivare esperienze come quella della didattica a distanza. Il Ministero, durante l'emergenza, data l'assenza di una piattaforma pubblica, che non è mai stata realizzata in passato, si è subito attivato per mettere a disposizione degli istituti scolastici soluzioni utilizzabili in modo gratuito, attraverso avvisi pubblici rivolti alle aziende;
superata la prima fase emergenziale, si è deciso quindi di adottare una piattaforma nazionale che sarà messa a disposizione di tutte le scuole. Per la realizzazione del progetto il Ministero dell'istruzione sta coinvolgendo, dal basso, anche attraverso lo strumento delle interviste sul campo, il personale scolastico. L'obiettivo è quello di costruire la nuova piattaforma con la collaborazione di chi dovrà poi utilizzarla;
considerato che:
l'articolo 234 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, ha autorizzato una spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2020, al fine di realizzare un sistema informativo integrato per il supporto alle decisioni nel settore dell'istruzione scolastica, per la raccolta, la sistematizzazione e l'analisi multidimensionale dei relativi dati, per la previsione di lungo periodo della spesa per il personale scolastico, nonché per il supporto alla gestione giuridica ed economica del personale anche attraverso le tecnologie dell'intelligenza artificiale e per la didattica a distanza;
secondo quanto riportato nella relazione illustrativa alla misura riportata nel provvedimento, si prevede di costruire data warehouse e data mart che consentano ai decisori politici e amministrativi di assumere le decisioni di rispettiva competenza, nella piena consapevolezza dell'impatto di sistema e delle conseguenze. Si tratterebbe, peraltro, di un sistema informativo che potrebbe condurre a una migliore previsione del fabbisogno di personale nelle diverse aree del Paese, tenuto conto delle dinamiche di lungo periodo della popolazione residente in età scolare nonché delle esigenze, anch'esse mutevoli nel tempo, derivanti dalla programmazione territoriale dell'offerta formativa;
la medesima norma stabilisce che il Ministero dell'istruzione affida la realizzazione di tale sistema informativo alla società di cui all'art. 83, comma 15, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ossia SOGEI, Società generale d'informatica S.p.A.;
attualmente, la SOGEI è una società a totale partecipazione pubblica le cui azioni appartengono al Ministero dell'economia e delle finanze. Ha per oggetto sociale, prevalente, la prestazione di servizi strumentali all'esercizio delle funzioni pubbliche attribuite al Ministero stesso e alle agenzie fiscali. La SOGEI può, inoltre, svolgere ulteriori attività conferite in base a disposizioni legislative e regolamentari, per conto di Regioni, enti locali, società a partecipazione pubblica, anche indiretta, di organismi ed enti che svolgono attività di interesse pubblico o rilevanti nel settore pubblico, nonché di istituzioni internazionali e sovranazionali e di amministrazioni pubbliche estere, comprese le attività verso l'Agenzia per l'Italia digitale;
rilevato che:
attualmente non vi sono notizie in merito alla realizzazione della piattaforma unica nazionale dell'istruzione o sullo stato dei lavori, nonostante l'anno scolastico si stia avviando alla conclusione e sia ancora necessaria l'adozione dello strumento della didattica a distanza a causa del protrarsi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;
ulteriori ritardi rischiano di danneggiare pesantemente studenti, insegnanti, genitori e tutto il personale scolastico, già particolarmente colpiti dalla crisi, anche di carattere sociale, in corso,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, intendano fornire informazioni circa lo stato dei lavori e l'attività al momento svolta dal gruppo di lavoro appositamente costituito e da SOGEI per la realizzazione della piattaforma unica nazionale dell'istruzione, strumento necessario per realizzare una scuola più innovativa, proiettata al futuro, che tuteli tutti i soggetti coinvolti.
(3-02394)
BOLDRINI, MALPEZZI, FERRAZZI, COLLINA - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
il 12 marzo 2021 l'ENI, per tramite del suo amministratore delegato Claudio Descalzi, ha annunciato al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro di voler chiudere definitivamente, entro la primavera del 2022, gli impianti cracking e aromatici del petrolchimico di Porto Marghera, prevedendo inoltre lo spostamento degli addetti su produzioni alternative che dovrebbero esser avviate da aprile 2022;
le organizzazioni sindacali del territorio sono fermamente contrarie alla chiusura degli impianti cracking del petrolchimico che si prefigura come l'ennesima dismissione senza nessuna garanzia di nuove attività produttive e garanzia occupazionale per i 380 addetti del sito, anche in ragione dei mancati "investimenti verdi" promessi più volte in passato e finora non realizzati. Nonostante l'annuncio di ENI di voler tutelare l'occupazione spostando i lavoratori su attività più innovative, non sono ancora emersi elementi sufficienti a garantire la piena ricollocazione di tutti i dipendenti diretti e indiretti del sito;
la chiusura degli impianti citati, secondo le organizzazioni sindacali, avrebbe, inoltre, pesanti ricadute sulle produzioni a valle del sito, causando un drammatico "effetto domino" di chiusure e dismissioni, con grave pregiudizio per il futuro di un comparto strategico per l'economia locale e nazionale. Gli stabilimenti di Ravenna, Mantova e Ferrara, che con Porto Marghera formano il quadrilatero della chimica, risulterebbero direttamente coinvolti dalla chiusura dell'impianto, con serie conseguenze sulla loro capacità di produzione e sui relativi livelli occupazionali;
negli impianti di Ferrara, sito multisocietario nel quale operano le multinazionali ENI Rewind, Versalis, LyondellBasell, Yara e Sef, sono occupati circa 1.600 lavoratori qualificati e la quasi totalità della produzione è direttamente connessa agli impianti cracking del petrolchimico di Porto Marghera. L'eventuale blocco del segmento dell'etilene creerebbe una pesante difficoltà nel reperire la materia sul mercato e un costo di produzione più alto. Senza quelle componenti fondamentali, le multinazionali che hanno sedi produttive a Ferrara avrebbero ripercussioni serie: rischiano in particolare due reparti di Basell e uno di Versalis. Azienda, quest'ultima, che negli ultimi anni ha avviato proprio a Ferrara investimenti rilevantissimi. Gli investimenti stimati per la fornitura alternativa di etilene ammonterebbero a 30 milioni di euro, necessari al potenziamento delle banchine portuali per l'approdo di navi "criogeniche" atte a rifornire i siti di Ferrara e Ravenna. Inoltre, tali investimenti sono previsti successivamente alla chiusura del cracking di Porto Marghera e avviando l'intervento strutturale si prefigurano problemi di fornitura delle aziende che utilizzano le materie derivate dalla lavorazione del cracking con il rischio immediato di posti di lavoro in un periodo così complesso per l'economia delle città messe già a dura prova dalla pandemia;
la società Versalis ha dato assicurazioni sul proseguimento delle attività a Ferrara e Ravenna, e sul mantenimento degli organici oggi impiegati, all'assessore per le attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, durante una videoconferenza con i sindacati chimici, i sindaci di Ferrara e Ravenna, il presidente della Provincia estense e i rappresentanti aziendali di ENI-Versalis;
ENI non ha finora motivato le proprie scelte e non hanno reso noto il proprio piano industriale per i prossimi anni, dal quale comprendere le prospettive future del sito di Porto Marghera e dei siti produttivi di Ferrara, Mantova e Ravenna, in termini produttivi ed occupazionali;
a fronte della chiusura, ENI ha proposto una serie di interventi, molti dei quali frutto di precedenti accordi di ristrutturazione, ma non ancora realizzati. In precedenza, erano stati annunciati in particolare i seguenti progetti relativi al sito di Porto Marghera: potenziamento del parco serbatoi e logistico; lo sviluppo del progetto green refining per produzione di idrogeno; il progetto fuel gassoso deposito criogenico; il progetto waste to fuel, presentato da ENI Rewind, in collaborazione con Veritas, per la costruzione di un impianto con un investimento di 80 milioni di euro, che produrrà biocarburanti; il progetto bio-olio (a basso tenore di zolfo) e idrogeno dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, l'impianto per la produzione di alcool isopropilico; lo studio per una piattaforma sul riciclo delle plastiche. Parte di questi investimenti è ancora in fase di studio e non si prevede la messa in funzione prima del 2024;
relativamente ai siti di Ravenna, Mantova e Ferrara non si hanno notizie di progetti specifici di rilancio o di riconversione della produzione. La vicenda, per la sua rilevanza complessiva, necessita della rapida costituzione di un tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico, con il coinvolgimento di tutti i soggetti direttamente interessati e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto;
Porto Marghera rappresenta una zona industriale di oltre 2.000 ettari, dove nel corso del Novecento si è sviluppato un polo petrolchimico tra i più grandi d'Europa. Molte delle produzioni sono state dismesse lasciando terreni inquinati che ora devono essere bonificati. Allo stato attuale, è il luogo ideale dove investire nella green economy e compiere la transizione ecologica che è al centro del programma "Next Generation EU", che non può, tuttavia, avvenire a spese dei lavoratori, ma deve costituire un processo in cui le attività vengono riconvertite nell'ottica dell'economia circolare e per creare occupazione,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti riportati e se intenda adoperarsi per istituire un tavolo nazionale presso il Ministero finalizzato ad affrontare e risolvere rapidamente la vicenda;
quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per salvaguardare la continuità operativa dei siti produttivi di Porto Marghera e di Mantova, Ravenna e Ferrara, di fondamentale importanza per l'economia locale e nazionale, anche in ottica di rapido sviluppo delle produzioni "verdi", nonché per garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali;
quali iniziative intenda assumere per garantire che siano realizzati i progetti, più volte annunciati dall'ENI, di riconversione produttiva del sito del petrolchimico di Porto Marghera, e la bonifica delle aree inquinate per far spazio a tecnologie innovative nel rispetto dell'ambiente;
quale sia il piano industriale di ENI, anche relativamente ai siti di Mantova, Ravenna e Ferrara, la cui strategicità deve essere mantenuta e non solo annunciata a parole e come l'ENI intenda relazionarsi con gli stakeholder, discutendo con trasparenza le proprie politiche industriali.
(3-02395)
TARICCO, VALENTE, FERRAZZI - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
il verde sotto forma di paesaggio è tutelato anche dalla Costituzione della Repubblica italiana, che all'art. 9 recita "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione";
la Convenzione europea del paesaggio (ottobre 2000), le "Norme per lo sviluppo degli spazi vedi urbani" (legge 14 gennaio 2013, n. 10), la strategia europea sulle green infrastructure (CE, 2013, COM UE 236/2019), gli obiettivi dell'agenda ONU 2030 sulla sostenibilità ambientale (25 settembre 2015), il III rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia (2019), l'European green deal (2019), il "decreto clima" (legge 12 dicembre 2019, n. 141) e i criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde (decreto 10 marzo 2020) sono tra i principali strumenti legislativi italiani ed europei che mettono al centro un modello urbano che garantisca la disponibilità di verde quale strumento di qualità della vita e di perseguimento della salute nella sua accezione più ampia;
il 17 settembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con cui chiede alla Commissione UE di istituire un "anno europeo delle città più verdi" per il 2022 per perseguire tra gli altri i seguenti obiettivi: sensibilizzare sui vantaggi degli spazi verdi in un ambiente edificato; introdurre iniziative finalizzate ad aumentare la presenza di spazi verdi, anche nei pressi delle aree residenziali; creare una cultura di valorizzazione degli spazi verdi e dell'infrastruttura verde e blu; promuovere uno sviluppo urbano che rispetti la necessità di spazi verdi quale elemento importante della qualità della vita nelle città; sostenere il giardinaggio urbano e la tutela e lo sviluppo degli orti urbani nonché delle strutture per il giardinaggio urbano in ambiente scolastico in tutta la UE, in quanto si tratta di un pilastro importante per l'educazione ambientale dei bambini;
considerato che:
nel 2014 sono pervenute al Comune di Fossano (Cuneo) alcune comunicazioni da parte di privati cittadini e amministratori di condominio, legate a problemi di "convivenza con viali alberati" che avrebbero "causato danni al patrimonio pubblico e a quello privato a causa della presenza del prolungamento delle radici degli alberi in questione nelle cantine dei suddetti condomini" con richiesta di rimozione degli alberi da effettuare il prima possibile. La petizione non sarebbe stata accolta dall'amministrazione dell'allora istituzione comunale;
l'11 febbraio 2021, con delibera di Giunta, il sindaco di Fossano dichiarava di voler provvedere con urgenza all'abbattimento di 57 tigli (Tilia europeaea) siti lungo corso Cristoforo Colombo "per evidenziate criticità", "estrema vicinanza dei rami ai balconi, aumento dell'ombreggiamento, sporcizia ed insalubrità a causa delle foglie e degli insetti presenti, piano di calpestio dei marciapiedi sollevato e sconnesso", peraltro non contestualmente documentate, ma facenti capo ad una perizia sottoscritta in data 8 novembre 2014 nella quale veniva richiesta la "rimozione delle piante esistenti e successiva ripiantumazione di elementi a basso fusto, vista l'impossibilità documentata di potatura";
a seguito della divulgazione sui mezzi di comunicazione della volontà di procedere da parte del sindaco, al Comune di Fossano viene notificato un provvedimento della Soprintendenza del paesaggio, competente per le province di Asti, Cuneo e Alessandria, attraverso il quale si richiedono "tempestivi chiarimenti in merito alle alberature dei tigli di Corso Colombo, per il quale si annunciava la volontà di abbatterli da parte di codesta Amministrazione", e alla quale quest'ultima rispondeva rendendo pubblica l'intenzione di incaricare un professionista per la relazione di valutazione tecnica ambientale, relazione che a inizio marzo 2021 non risultava ancora effettuata;
il 5 marzo 2021, la relazione, che ha sottoposto a valutazione di stabilità, con approfondimento strumentale, 58 esemplari di tigli radicati in doppio filare lungo corso Colombo, ha registrato l'attribuzione della classe di propensione al cedimento come classe D, pericolosità estrema, per un solo esemplare (il n. 52), "data l'estensione dei danni al colletto e ai contrafforti", riconoscendo per tutte le altre alberature, a livello delle chiome, "una vitalità complessivamente buona, nonostante tutti gli esemplari siano stati ripetutamente ed intensamente ridotti con potature drastiche";
il 29 marzo in Consiglio comunale è stata presentata un'interpellanza sul tema che mette in evidenza come azioni di potatura già intraprese in anni passati non avessero comportato alcun deperimento degli alberi e come questa pratica, comune e secolare, se effettuata nel modo corretto, possa favorire la crescita degli alberi e la convivenza coi caseggiati limitrofi, nel contesto cittadino;
rilevato che recentemente a Fossano si sono registrate frequenti azioni di abbattimento di alberi in varie zone del territorio cittadino e la stessa Soprintendenza competente ha fatto rilevare che "I beni di proprietà pubblica ed aventi più di settant'anni risultano sottoposti a tutela per gli effetti del combinato artt. 10-12, ai sensi della Parte II, Titolo 1 del D. Lgs. 42/2004 e s.m.i" e ancora che "l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del Soprintendente, ai sensi dell'art. 21 comma 4 del D. Lgs. 42/2004 s.m.i. e che gli interventi non autorizzati sono soggetti a sanzione",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti e dell'impatto che una decisione così radicale presa dal Comune di un abbattimento di un intero viale alberato, che investe gravemente il suolo cittadino, possa avere, e se non reputi necessarie azioni maggiormente motivate, formalmente argomentate e condivise con la cittadinanza, proprio alla luce degli obiettivi di una sostenibilità ambientale più incisiva, anche e soprattutto nelle realtà urbane;
se non reputi necessario valutare le decisioni prese anche alla luce di una più approfondita documentazione tecnica ambientale, e se, ovviando all'abbattimento definitivo dell'intero viale alberato (che non costituisce attualmente pericolo per edifici e persone), non sia possibile richiedere all'amministrazione comunale di adottare un intervento più mirato di potatura, pulizia, manutenzione regolare del verde urbano, anche per non privare la comunità di risorse naturali preziose e che richiederanno decenni per essere ricostituite, evitando di provocare un danno ambientale e paesaggistico rilevante, anche alla luce degli obiettivi europei e nazionali in tema di verde pubblico.
(3-02396)
URSO, CIRIANI - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
dallo scorso 16 gennaio 2021 due gruppi industriali, il francese Peugeot S.A. e l'italo-statunitense FIAT Chrysler Automobiles, sono confluiti nel gruppo "Stellantis", azienda multinazionale di diritto olandese produttrice di autoveicoli che controlla 14 marchi automobilistici;
nonostante il Ministro dello sviluppo economico pro tempore, Stefano Patuanelli, e l'allora viceministro dell'economia e delle finanze, Antonio Misiani, parlassero di una "fusione" tra due grandi gruppi industriali, a pochi giorni dalla conclusione dell'operazione è emerso come la nuova composizione e la governance del gruppo configurassero piuttosto una vera e propria acquisizione di FIAT da parte di Peugeot S.A., tanto che, nel prospetto depositato dalle due case automobilistiche per le rispettive assemblee, la FIAT viene definita come parte venditrice, con una chiara ed evidente propensione a vantaggio della componente francese;
a riprova di questa circostanza, le recenti analisi hanno evidenziato come la somma delle diverse componenti di partecipazione azionarie riconducibili ad azionisti francesi (tra i quali anche lo Stato francese, che ha aumentato la sua partecipazione mediante la società Bpifrance, controllata dalla Caisse des depots et consignations, l'equivalente della nostra Cassa depositi e prestiti), abbia nei fatti superato la quota italiana detenuta da Exor, l'holding finanziaria olandese della famiglia Agnelli;
difatti la maggioranza dei consiglieri di amministrazione (6 su 11) è indicata dal socio francese, che ha oltretutto espresso oltre il massimo incarico del gruppo, vale a dire quello di amministratore delegato, anche il vicepresidente, oltre al rappresentante dei sindacati;
analogo schema di preminenza della presenza francese su quella italiana si riproduce nel management appena nominato, in gran parte francese, squilibrio che ha provocato la reazione preoccupata dei sindacati italiani e delle aziende della filiera automotive particolarmente importante per l'economia italiana, che temono di perdere le commesse a favore di aziende di altri Paesi;
considerato, inoltre, che:
all'interno del grande riassetto della galassia FIAT Chrysler, sono in corso trattative che riguardano IVECO (leader nella produzione di veicoli industriali e autobus) e Comau (specializzata nel campo dell'automazione industriale), ma anche Teksid (fornitrice di componenti per i motori) e altre aziende dell'indotto, tutte oggetto di attenzioni da parte di possibili compratori, soprattutto asiatici;
appare necessario un immediato intervento al fine di evitare la cessione di tali società a gruppi stranieri, anche in ragione dell'importanza strategica per il sistema non solo economico ma anche della difesa nazionale, esercitando anche il "golden power" per tutelare un asset strategico così importante per la filiera industriale già messa a dura prova dalla vendita di FCA al gruppo Peugeot;
mentre altri Paesi europei, con i quali la filiera italiana è profondamente interconnessa, stanno mettendo l'auto al centro dei loro piani di supporto, in Italia non si sta facendo nulla per salvaguardare il comparto automotive e, come le associazioni di categoria sottolineano, in assenza di interventi mirati di sostegno al mercato e di una seria politica industriale si va incontro alla deindustrializzazione del Paese;
l'industria automobilistica è da sempre il nucleo fondamentale dello sviluppo dei Paesi occidentali di enorme importanza nelle moderne economie, soprattutto grazie all'indotto che ne fa parte,
si chiede di sapere:
se ed in quali termini il Ministro in indirizzo intenda intervenire per preservare l'economia nazionale ed evitare la configurazione, nell'ambito del nuovo gruppo Stellantis, di posizioni di preminenza da parte della compagine francese e conseguente compressione degli spazi decisionali e dei margini di intervento e, soprattutto, se non ritenga utile, a tal fine, dare un ruolo propulsivo a Cassa depositi e prestiti affinché questa riacquisti quote di partecipazione azionarie in Stellantis in quantità sufficiente a garantire almeno la parità con quanto detenuto dallo Stato francese attraverso la società Bpifrance;
quali siano i termini esatti della notifica dell'operazione da parte di FCA al Governo italiano in merito alla governance e alla composizione azionaria prima e dopo l'operazione Stellantis e infine se intenda esercitare il golden power a tutela del gruppo IVECO.
(3-02397)
LUPO, CASTALDI, COLTORTI, CROATTI, D'ANGELO, DI GIROLAMO, DI PIAZZA, EVANGELISTA, FEDE, GALLICCHIO, GARRUTI, GAUDIANO, GUIDOLIN, LANZI, LEONE, PELLEGRINI Marco, PIRRO, PRESUTTO, LOREFICE, MATRISCIANO, MAUTONE, MONTEVECCHI, NATURALE, NOCERINO, RICCIARDI, ROMANO, TAVERNA, TRENTACOSTE, TURCO, VANIN - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
con l'articolo 79 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, il Governo ha autorizzato la costituzione di una nuova società interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, ovvero controllata da una società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta, per l'esercizio dell'attività d'impresa nel settore del trasporto aereo di persone e merci, con uno stanziamento fino a 3 miliardi di euro;
la società, denominata Italia trasporto aereo S.p.A. (ITA), è stata costituita con decreto ministeriale firmato il 9 ottobre 2020, registrato alla Corte dei conti il 30 ottobre 2020;
la società ITA ha redatto il piano industriale che è stato trasmesso alla Commissione europea per le valutazioni di competenza;
a quanto risulta agli interroganti, la trattativa sul piano industriale di ITA è in stallo in quanto la Commissione europea chiede una discontinuità tra ITA e Alitalia, una riduzione della flotta e un diverso perimetro aziendale rispetto al piano presentato, nonché la cessione di alcuni slot di Alitalia dell'aeroporto di Linate;
nella risposta all'interrogazione E-006418/2018 la Commissione europea ha ricordato che il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea è neutrale per quanto riguarda la proprietà pubblica rispetto a quella privata. Se svolte alle normali condizioni di mercato, le operazioni economiche effettuate dallo Stato non conferiscono un vantaggio alla controparte e non costituiscono quindi aiuto di Stato;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
la Commissione, nell'effettuare una valutazione circa la compatibilità con la disciplina sugli aiuti di Stato, chiede una discontinuità economica con Alitalia e che l'avvio di ITA sia svolto alle normali condizioni di mercato;
per altri Paesi dell'Unione sono stati autorizzati aumenti di capitale di compagnie di bandiera per cifre nell'ordine di miliardi di euro. Si citano a titolo di esempio Lufthansa e Air France;
il regolamento (CEE) n. 95/93 del Consiglio, del 18 gennaio 1993, relativo a norme comuni per l'assegnazione di bande orarie negli aeroporti della Comunità, non prescrive la necessaria dismissione di slot "congelati";
a Ryanair e WizzAir sono stati assegnati diversi slot dell'aeroporto di Linate per la stagione estiva (dal 28 marzo al 30 ottobre 2021);
a livello comunitario sono state fissate delle regole finalizzate a garantire il libero scambio e sanzionare pratiche anticoncorrenziali;
considerato infine che:
molti vettori godono di incentivi lesivi della concorrenza, sui quali non c'è la prescritta trasparenza, come più volte richiesto dalla stessa Commissione europea;
tale meccanismo crea notevoli distorsioni che hanno ricadute anche sui costi di gestione dei vettori e sulle tariffe applicate agli operatori per i quali si registra una rilevante disparità di trattamento. A quanto risulta, una "toccata" in un medesimo aeroporto ha costi molto differenti a seconda dei vettori. Solo per citare un esempio, Alitalia in alcuni aeroporti paga per il servizio tre volte il prezzo di mercato e dieci volte quello che paga una low cost nello stesso scalo;
lo stallo sulla trattativa sta arrecando un grave pregiudizio sia ad Alitalia sia ad ITA, che rischiano di non poter usufruire, al pari di altri operatori, della ripresa del traffico per il periodo estivo, seppur contenuta;
le richieste di cessione degli slot su Linate rischiano di essere particolarmente penalizzanti per ITA compromettendone la stessa sussistenza sul mercato, soprattutto se messe in relazione alla richiesta della Commissione di una flotta molto contenuta,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che le richieste della Commissione europea esulino dalla valutazione tecnica, intervenendo sulle scelte politiche del Paese, quali quella di avere una compagnia di bandiera;
se non ritenga che il nostro Paese stia subendo un atteggiamento discriminatorio da parte della Commissione e che cedere gli slot di Linate rischia di arrecare grave danno ad ITA nonché di ledere la concorrenza, favorendo le low cost;
quali iniziative intenda intraprendere per l'avvio tempestivo di ITA affinché ulteriore tempo non arrechi pregiudizio irreparabile alla compagnia e ai lavoratori;
se non ritenga che una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'affitto di rami di azienda di Alitalia da parte di ITA;
quali iniziative intenda adottare perché a livello comunitario ci sia parità di trattamento tra gli Stati membri e tra i vettori aerei.
(3-02398)
DE BONIS - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
agli inizi del mese di marzo 2021, articoli di stampa riportavano dichiarazioni del Ministro in indirizzo in merito alla volontà del Governo di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini, attraverso la realizzazione in Italia un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati;
nel corso di un vertice svoltosi al Ministero dello sviluppo economico tra il ministro Giancarlo Giorgetti, il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale Enrica Giorgetti, il direttore del centro studi Carlo Riccini, il presidente dell'AIFA Giorgio Palù, il neocommissario per l'emergenza Paolo Figliuolo e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, il Ministro dava mandato ai vari attori coinvolti di individuare le ditte in grado di partecipare alla produzione dei vaccini in conto terzi entro l'autunno 2021, spiegando che si era deciso di mantenere il massimo riserbo sulle aziende farmaceutiche da coinvolgere nel processo di verifica allora in corso;
fonti del Ministero certificavano che già molte aziende dell'industria farmaceutica italiana erano pronte a partecipare alla fase di infialamento e finitura dei sieri (la catena finale della produzione), mentre solo alcune avevano le capacità di produrre anche il principio attivo. Il nodo da sciogliere era quello dei bioreattori e dei fermentatori, indispensabili per arrivare a produrre completamente in house i vaccini;
il Governo era dunque al lavoro per verificare la possibilità dell'uso di bioreattori esistenti o di produrli ex novo, con l'intenzione di stanziare risorse e organizzare siti, individuabili nelle regioni Veneto, Lazio e Puglia, con tempi dai 4 ai 12 mesi;
il Ministro, in una conferenza stampa col commissario UE al mercato interno e i servizi, Thierry Breton, con delega sui vaccini circa la nascita di un polo italiano per la produzione di sieri, sosteneva che sarebbero state allocate importanti risorse a tale scopo, pari complessivamente ad una cifra tra i 400 e i 500 milioni di euro, da inserire nel "decreto sostegni";
considerato che:
nel decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 (decreto sostegni, il cui iter è attualmente in corso al Senato), i commi da 7 a 10 dell'articolo 20 (rubricato "Disposizioni in materia di vaccinazioni contro il COVID-19 e in materia di farmaci") prevedono uno stanziamento di 200 milioni di euro, per il 2021, al fine del riconoscimento, mediante l'istituto del contratto di sviluppo, di agevolazioni finanziarie (comma 7) relative agli investimenti privati concernenti la ricerca e produzione di nuovi farmaci e vaccini inerenti al contrasto, nel territorio nazionale, di patologie infettive emergenti, nonché di quelle più diffuse, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione e forme di riconversione industriale; la realizzazione di interventi complementari e funzionali ai suddetti investimenti;
lo stanziamento (ai sensi del comma 9) è disposto mediante incremento delle risorse del fondo per l'attrazione degli investimenti e per la realizzazione di progetti di sviluppo di impresa, istituito (nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico) dall'articolo 43, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112;
il comma 8 prevede che, ai fini della tempestiva attuazione delle agevolazioni finanziarie, si applichino, in quanto compatibili, e fermo restando il limite di spesa di cui al comma 7 (pari, come detto, a 200 milioni di euro), le disposizioni stabilite dal citato articolo 43 del decreto-legge n. 112 del 2018 e dai relativi provvedimenti attuativi, i quali prevedono che le risorse del suddetto fondo siano erogate mediante la stipulazione di contratti di sviluppo tra l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia, che è anche il gestore pubblico del contratto), il Ministero dello sviluppo economico, la Regione o le Regioni interessate e le altre amministrazioni pubbliche;
tali contratti hanno ad oggetto la realizzazione di un programma di sviluppo (industriale, oppure per la tutela ambientale o per attività turistiche). Le agevolazioni possono essere concesse sia nella forma di finanziamenti agevolati sia nella forma di contributi (o anche informa mista). La misura massima delle agevolazioni varia in relazione alla tipologia di progetto, all'area territoriale ed alle dimensioni delle imprese; in ogni caso, l'ammontare e la tipologia delle agevolazioni vengono definiti nell'ambito della fase di negoziazione;
ai sensi del comma 10, le agevolazioni di cui al comma 7 sono concesse previa autorizzazione della Commissione europea e nell'ambito, ove ne sussistano i presupposti, dei limiti e delle condizioni, più favorevoli per le imprese rispetto alle disposizioni europee ordinarie, stabiliti dalla comunicazione della Commissione europea recante un "Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19" (C/2020/1863 del 19 marzo 2020), e successive modificazioni;
tenuto conto che l'articolo 148 del TFUE stabilisce che gli Stati membri devono attuare politiche in materia di occupazione, che tengano conto degli orientamenti in materia,
si chiede di sapere:
se le risorse saranno distribuite considerando la clausola del 34 per cento della spesa ordinaria di cui all'articolo 7-bis della legge 27 febbraio 2017, n. 18 ("decreto Mezzogiorno"), che prevede una redistribuzione di spesa in conto capitale oppure, in subordine, se il Ministero terrà conto delle maggiori risorse attribuite al Mezzogiorno attraverso i fondi UE, così come stabilito nel regolamento del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (regolamento (UE) 2021/241);
se il Ministro in indirizzo non ritenga, nell'ambito della fase di negoziazione di tali contratti che hanno ad oggetto, tra l'altro, la realizzazione di un programma di sviluppo industriale, per la tutela ambientale e per le attività turistiche, che stabilimenti per la produzione di vaccini vengano individuati in più regioni del Mezzogiorno, atteso che in Puglia l'azienda farmaceutica Lachifarma, nel proprio stabilimento di Zollino (Lecce), ha già investito 20 milioni di euro di "risorse proprie" e senza contributi pubblici.
(3-02399)
RIPAMONTI, PIANASSO, MARTI, PISANI Pietro - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
è noto come la campagna vaccinale anti COVID-19 soffra di una ridotta disponibilità di fornitura; per quanto l'Italia abbia finora somministrato l'80 per cento delle dosi complessivamente disponibili tra i tre maggiori fornitori, 11.252.066 su un totale di 14.136.480, si è ancora lontani dalle cifre necessarie al raggiungimento dell'immunità di gregge;
quanto sopra impone una riflessione sulla possibilità di avviare una produzione italiana dei vaccini, la quale conferirebbe al Paese, oltre alla possibilità di far fronte all'emergenza epidemiologica e di raggiungere un'autonomia di produzione vaccinale, anche quella di ritagliarsi un ruolo di primo piano in Europa e di attrarre nuovi investimenti;
da notizie si apprende, dal quarto tavolo in materia di vaccini convocato presso il Ministero dello sviluppo economico, di un positivo riscontro da parte di almeno quattro aziende disponibili ed in grado di produrre direttamente o conto terzi siero anti COVID-19 in Italia;
quella contro la pandemia è una sfida che vede impegnati il settore pubblico e quello privato in una corsa contro il tempo per fermare il virus e le sue varianti, per tornare al più presto alla normalità, e ad una ripresa dell'economia;
è importante intensificare la campagna vaccinale al fine di raggiungere nel più breve tempo l'immunità di gregge, in assenza o in ritardo della quale esiste una concreta possibilità di mutazione e recrudescenza del virus,
si chiede di sapere quale sia lo stato dell'arte in merito alla produzione italiana dei vaccini anti COVID-19 e quali tempi siano stimati per il raggiungimento di una vera e propria autosufficienza vaccinale, che veda l'Italia in un ruolo di rilevanza nella ricerca e produzione, anche nell'ambito di eventuali scenari futuri.
(3-02400)
BERNINI, MALAN, GALLONE, CALIGIURI, MESSINA Alfredo, PAPATHEU - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
grazie alla misura del "super ecobonus" al 110 per cento sono stati aperti diversi cantieri edilizi, tanto che alla fine di marzo 2021 risultano ammessi a detrazione oltre 9.200 interventi, per più di un miliardo di euro di valore;
si tratta soprattutto di interventi trainanti sull'involucro dell'edificio, ma anche interventi trainanti sull'impianto, con impatti evidenti sulla riduzione di consumo energetico;
va rilevato però che la richiesta della doppia conformità dell'immobile ai titoli urbanistici ed edilizi di oggi e a quelli del tempo in cui è stato costruito finisce per escludere dal super ecobonus molti edifici per difformità rispetto al titolo originario, consentendo l'accesso al beneficio solo dopo un'eventuale possibile regolarizzazione;
la misura potrebbe essere più efficace ove venissero superati alcuni passaggi burocratici che ne rallentano l'attuazione, pur comprendendo la necessità per lo Stato di avere un controllo delle somme erogate e sulla necessità di vedere regolarizzate alcune difformità edilizie;
peraltro si registrano ritardi presso gli uffici comunali, in un periodo di smart working, a rispondere in tempi ragionevoli alle richieste dei tecnici e dei professionisti che hanno il ruolo di asseveratori delle pratiche;
va ricordato che molti interventi, ora ammessi al bonus, possono di norma essere realizzati in regime di edilizia libera, per la quale è sufficiente la comunicazione di inizio lavori, non necessitando di autorizzazione;
si pone quindi la necessità di coniugare l'efficientamento energetico degli edifici e di fare al contempo emergere dall'economia sommersa ampie parti del settore dell'edilizia,
si chiede di sapere:
se il Governo non intenda, preso atto dell'unanime volontà del Parlamento di prorogare la misura del 110 per cento, semplificare le procedure che prevedono la doppia conformità considerando valide le asseverazioni che riportino gli estremi del titolo edilizio e la data di esecuzione dell'opera ovvero ampliando i margini di tolleranza per regolarizzare le difformità, o quantomeno non prevedendo la dichiarazione di conformità per quegli interventi realizzabili in regime di edilizia libera;
se non intenda valutare l'estensione del super ecobonus anche agli immobili considerati strumentali nell'attività d'impresa;
se non intenda, come indicato dalla relazione delle Commissioni riunite 5ª (Programmazione economica, bilancio) e 14ª (Politiche dell'Unione europea) del Senato sulla proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al punto 5.1, procedere alla semplificazione, a regime, di tutti gli interventi edilizi e di efficientamento energetico sotto un'unica aliquota del 75 per cento, attivandosi per modificare l'articolo 16-bis del testo unico delle imposte sui redditi, prevedendo anche per questi la durata della detrazione in 5 anni, oltre allo "sconto in fattura" e la cessione del credito.
(3-02401)
FARAONE - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
la crisi epidemiologica in atto ha evidenti ripercussioni non solo nel campo sanitario, ma anche nel campo economico;
tutti i settori del tessuto economico risultano colpiti in maniera profonda;
i provvedimenti di sostegno economico adottati fino ad ora sono importanti, ma non rappresentano una soluzione definitiva per un problema che si trascina ormai da un anno;
una chiara dimostrazione di ciò si è avuta con le recenti manifestazioni da parte di tutti gli imprenditori e gli esercenti che chiedono in maniera chiara una riapertura delle attività, a fronte di una situazione non più sostenibile;
considerato che:
il Governo si è impegnato a procedere con una somministrazione rapida dei vaccini: in particolare, il commissario per l'emergenza, generale Figliuolo, ha dichiarato che l'obiettivo è quello di arrivare entro il mese di aprile alla somministrazione di 500.000 dosi di vaccino al giorno;
con la stagione estiva, inoltre, come già dimostrato lo scorso anno, caleranno in modo considerevole i contagi, favorendo un ritorno alla normalità;
è dunque necessario stendere fin d'ora un programma di riaperture certe, che sia in grado di consentire una piena ed effettiva ripartenza e che, al contempo, non sia soggetto a mutamenti dell'ultimo minuto, evidentemente dannosi per tutti gli esercenti delle attività commerciali;
il programma di tali riaperture, conseguentemente, deve seguire una cadenza graduale e calibrata su singoli settori (analogamente a quanto accaduto in altri Paesi) riguardando nondimeno e nel complesso tutte le scuole, le attività imprenditoriali e commerciali e tutte le attività che sono costrette a rimanere chiuse;
è necessario organizzare immediatamente, in maniera dettagliata e uniforme per tutte le regioni, l'inizio della stagione estiva e di tutte le attività turistiche e inerenti ad essa connesse,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, anche in relazione agli intendimenti del Governo, non intenda procedere ad un programma di riaperture graduali ma certe, che sia in grado di fornire prospettive e risposte nel breve periodo alle attività imprenditoriali di tutti i settori che, al momento, non hanno indicazioni su quando e con che modalità potranno riaprire e ricominciare a lavorare.
(3-02402)
NUGNES, FATTORI, LA MURA - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della transizione ecologica. - Premesso che:
a seguito di un esposto presentato dal parlamentare della Repubblica tunisina, Majdi Karbai, gli interroganti venivano a conoscenza di un presunto traffico illecito di rifiuti proveniente dalla Campania e diretto in Tunisia;
precisamente si tratterebbe di 282 container di rifiuti dichiarati come materiale plastico, appartenenti invece alla categoria "Y46" destinata allo smaltimento;
i fatti denunciati sarebbero documentati anche da una serie di video girati presso il porto di Sousse, in cui si vedono rifiuti misti non trattati di dubbia natura;
tali rifiuti sarebbero stati bloccati all'arrivo al porto di Sousse dall'agenzia delle dogane tunisina, con l'avvio di un'indagine da parte della magistratura tunisina;
in seguito, in Tunisia, sarebbero state aperte due indagini, una amministrativa e una penale. L'ex ministro dell'ambiente Mustapha Arroui, insieme ad altri funzionari del Ministero, sarebbero stati coinvolti nelle indagini;
il ministro Arroui, prima costretto alle dimissioni dal capo del Governo tunisino, Hichem Mechichi, è stato in seguito arrestato nell'ambito dell'inchiesta, legata al traffico illecito di rifiuti provenienti dall'Italia;
considerato che:
l'Unione europea è parte della convenzione di Basilea, approvata con decisione 93/98/CEE sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento;
la convenzione impegna le parti a garantire la gestione e lo smaltimento di tali rifiuti con modalità "sane" dal punto di vista ambientale;
il regolamento (CE) n. 1013/2006 proibisce le esportazioni di rifiuti tossici o pericolosi verso Paesi del sud del mondo e prevede il principio di prossimità per i rifiuti, oggetti e smaltimento;
la Tunisia è un Paese non appartenente all'Unione europea, non aderente alle decisioni dell'OCSE. I rapporti transfrontalieri in merito rifiuti con la Tunisia sono regolati dalla convenzione di Basilea;
rilevato che:
la convenzione di Bamako del 1991 vieta l'importazione in Africa di scarti pericolosi, mentre quella di Basilea del 1989 per la regolamentazione dei movimenti transfrontalieri di rifiuti e il regolamento europeo n. 1013 del 2006 ne autorizzano l'esportazione verso un Paese terzo, solo se è in grado di riceverli e procedere al loro riciclaggio. Secondo queste normative, i container in questione non sarebbero mai dovuti partire, sia perché i rifiuti classificati con il codice Y46 della convenzione di Basilea sono considerati "pericolosi", sia perché la Soreplast non dispone di impianti di riciclaggio;
la convenzione di Basilea impone che ogni invio di rifiuti tra Paesi debba essere approvato mediante un contatto tra i focal point (i rappresentanti dell'accordo internazionale) istituiti presso i Ministeri dell'ambiente dei due Stati. Questo contatto però non sarebbe mai avvenuto. Secondo le dichiarazioni di Chebili, il focal point in Tunisia avrebbe saputo dell'invio dopo che i container erano arrivati;
premesso inoltre che, a quanto risulta alle interroganti:
con decreto dirigenziale n. 76 del 14 aprile 2020 la Regione Campania autorizzava la spedizione transfrontaliera in Tunisia di 12.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi classificati col codice CER 19.12.12 da spedire mediante complessive 460 movimentazioni;
l'agenzia delle dogane tunisina, in data 16 novembre 2020, dichiarava di aver bloccato i carichi di rifiuti misti, ritenendo la spedizione non a norma;
in base ai fatti descritti, è stata presentata altresì un'interrogazione alla Commissione europea del lavoro dal parlamentare Piernicola Pedicini (NI) avente ad oggetto "Azioni per monitorare e impedire il traffico illecito di rifiuti tossici tra la UE e la Tunisia", e due interrogazioni alla Regione Campania da parte del consigliere regionale Maria Muscarà (M5S) aventi ad oggetto "Traffico di rifiuti dalla Campania verso la Tunisia" e "Traffico di rifiuti dalla Campania verso la Tunisia, natura dei rifiuti, rimpatrio e smaltimento";
ritenuto che quanto emerso nelle denunce del parlamentare tunisino, riportate alla stampa e dalla televisione estera, qualora confermate, rappresenterebbero un atto di una gravità inaudita ad opera di un'azienda campana,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati;
se siano in corso interlocuzioni con le autorità tunisine in merito ai fatti;
se risulti che i rifiuti attualmente bloccati nel porto di Sousse, in Tunisia, sono quelli autorizzati dalla Regione Campania col decreto dirigenziale n. 76 del 14 aprile 2020;
quali controlli siano stati effettuati da parte della Regione Campania prima di autorizzare tali spedizioni transfrontaliere, nel quadro delle rispettive competenze;
se corrisponda al vero che l'invio di rifiuti tra i Paesi non sia stato approvato mediante un contatto tra i focal point (i rappresentanti dell'accordo internazionale) istituiti presso i Ministeri dell'ambiente dei due Stati e per quale motivo;
quali controlli siano stati effettuati nel corso degli anni 2020 e 2021 sull'azienda autorizzata alle spedizioni di rifiuti in Tunisia, Sviluppo risorse ambientali S.r.l. con sede nella zona industriale di Polla (Salerno).
(3-02403)
IANNONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
l'intero mondo dello sport dilettantistico italiano è, da oltre un anno, sottoposto alle restrizioni delle misure anti COVID, che hanno non solo ferito, in maniera spesso irreparabile, l'attività di migliaia di associazioni e società dilettantistiche sul territorio, ma conseguentemente anche privato il Paese del presidio di salute e benessere psicofisico rappresentato dall'enorme e valoroso mondo dell'associazionismo sportivo;
in tale circostanza, già particolarmente gravosa, si inserisce quella che all'interrogante appare l'assurda decisione, comunicata il 6 marzo nelle "FAQ" consultabili dal sito del Dipartimento dello sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, del divieto di praticabilità per gli eventi agonistici organizzati, nelle zone rosse, dagli enti di promozione sportiva, ancorché precedentemente inseriti nello specifico calendario CONI delle attività di preminente interesse nazionale;
paradossalmente, e nonostante applichino le medesime misure di profilassi preventiva e distanziamento, tale decisione non ha riguardato gli eventi organizzati dalle federazioni sportive nazionali, creando così una inspiegabile ed illogica disparità di trattamento sia per gli atleti interessati che per gli organi organizzatori;
tutti gli enti di promozione sportiva italiani riconosciuti dal CONI hanno protestato e tuttora protestano contro questo inconcepibile arbitrio, che peraltro non solo non trova riscontro alcuno nella ragionevolezza, ma non raggiunge neanche il teorico fine che si prefigge, in quanto gli atleti che volessero continuare ad allenarsi e partecipare a competizioni possono comunque tesserarsi alle rispettive FSN;
in sostanza, a giudizio dell'interrogante, appare evidente un meccanismo di aggressione nei confronti degli enti di promozione sportiva, non sorretto da nessun criterio razionale e per ciò stesso insensato e discriminatorio, assunto che lo status di atleta agonista, sia federale o appartenente a un ente di promozione sportiva, è identico dal punto di vista delle misure da adottare per la prevenzione e la sicurezza,
si chiede di sapere se il Governo intenda o meno porre definitivo rimedio all'incresciosa situazione di disparità descritta.
(3-02404)
PAGANO - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:
l'associazione "Azione, ricerca e sviluppo" ha recentemente rappresentato la situazione che si è determinata in merito all'inclusione del progetto di velocizzazione della tratta Pescara-Roma nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);
la situazione infrastrutturale in cui versa la regione Abruzzo ed il semi-isolamento causato dal grave ritardo nello sviluppo della rete connettiva intermodale producono effetti devastanti sul sistema imprenditoriale e su tutta la comunità regionale;
il progetto di velocizzazione della linea Roma-Pescara, che comporta un impegno economico di circa 1,5 miliardi di euro, era stato inserito da RFI nel contratto di programma con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Con le leggi di bilancio per gli anni 2017, 2018 e 2019 è stata data copertura ai primi 350 milioni di euro;
il 20 marzo 2020 è stato sottoscritto a Roma un protocollo d'intesa tra il Ministro delle infrastrutture, il presidente della Regione Lazio, il presidente della Regione Abruzzo e l'amministratore delegato RFI, avente ad oggetto le fasi operative per il miglioramento del servizio, la stima dei costi, per 6,5 miliardi di euro, la durata dei lavori per 7,5 anni e le quattro fasi di avanzamento del programma;
il 1° aprile 2021, a conclusione dell'esame della relazione delle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione europea sulla proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza, le assemblee del Senato e della Camera dei deputati hanno approvato la proposta di risoluzione di maggioranza;
la suddetta linea ferroviaria, sebbene annoverata nella prima versione del PNRR tra le opere da realizzare, non risulta indicata nella seconda. Tuttavia, l'importo previsto, pari a 620 milioni di euro in 5 anni (il costo totale dell'intera opera è di 6,4 miliardi), è del tutto irrisorio rispetto alle aspettative e agli impegni che erano stati assunti dai rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali;
nei prossimi giorni il Governo esaminerà il contenuto delle risoluzioni approvate dal Parlamento e valuterà eventuali modifiche al PNRR;
ad avviso dell'interrogante sarebbe auspicabile e opportuno che in questa fase si consideri la necessità della realizzazione di un'opera di straordinaria importanza per l'Abruzzo, il Lazio e il sistema Paese;
la camera di commercio Chieti-Pescara ha avuto un ruolo attivo nella vicenda, tanto da promuovere nel dicembre 2019 la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra la Regione Abruzzo e l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, per l'inserimento di tutti i porti del mare Adriatico centrale nella rete core, proprio in forza dell'inclusione della rete viaria e ferroviaria adriatica nel corridoio Adriatico-Baltico;
da informazioni pervenute all'interrogante, sembrerebbe che la ragione per la quale è stato previsto un finanziamento di soli 620 milioni di euro risieda nel fatto che il "recovery fund" prescrive che i progetti candidabili debbano essere completati entro il 2026. Se questa motivazione venisse confermata, si è nella precisa condizione di dimostrare che tale scadenza potrà essere rispettata con la realizzazione di un progetto ben più importante di quello ipotizzato,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di adoperarsi affinché si valutino sia il reinserimento dell'infrastruttura altamente strategica sia maggiori risorse per la velocizzazione della tratta Roma-Pescara, considerata linea prioritaria e strategica per il territorio nazionale.
(3-02405)
CROATTI, LANZI, LANNUTTI, VANIN, RICCIARDI, TRENTACOSTE, DONNO, SANTANGELO, MAUTONE, CORRADO, ROMANO, DI GIROLAMO, PAVANELLI, PUGLIA, GUIDOLIN - Ai Ministri dello sviluppo economico e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
le fiere italiane sono un comparto di grandissima importanza per l'economia italiana, in quanto ogni anno richiamano circa 200.000 espositori e 20 milioni di visitatori in 1.000 eventi fieristici e impiegano circa 120.000 lavoratori totali. L'Italia è il quarto Paese al mondo per superficie espositiva coperta, dopo Cina, Stati Uniti e Germania;
le fiere costituiscono un potente mezzo per la promozione del made in Italy e un volano per la nostra economia, visto che sono in grado di generare, ogni anno, affari per circa 80 miliardi di euro e che il 50 per cento dell'export nasce da contatti originati dalla partecipazione a manifestazioni fieristiche;
nel 2020, a causa delle misure di contrasto e contenimento della diffusione del virus COVID-19, nel periodo tra il 23 febbraio e il 31 luglio, sono state annullate 88 manifestazioni internazionali e 93 nazionali, mentre, tra il 26 ottobre e il 24 novembre, sono state annullate 13 manifestazioni internazionali e 46 nazionali;
il sistema fieristico è il comparto che ha subito il maggior tasso di perdita nel 2020, il fatturato è calato dell'80 per cento, passando da un miliardo di euro a soli 200 milioni;
inoltre, è stato distribuito soltanto il 4 per cento delle risorse destinate agli operatori del settore, in particolare dei 408 milioni di euro risultano erogati o in fase di liquidazione 7,5 milioni, a cui si aggiungono 9 milioni di euro di finanziamenti e che comunque, per effetto del regime "de minimis", potranno ristorare i beneficiari per un massimo di 1,8 milioni di euro;
considerato che:
i grandi operatori del settore, che da soli generano il 70 per cento dell'intero fatturato del comparto fieristico, hanno subito danni superiori a 50 milioni di euro, e da ciò si deduce che le attuali disposizioni non sono adeguate per garantire la copertura dei danni subiti;
nel frattempo altri Paesi europei hanno richiesto e ottenuto dalla Commissione europea la deroga sul "de minimis" per il settore fieristico in materia di aiuti di Stato, potendo così contare sul ristoro completo di tutte le perdite subite;
è evidente che quanto illustrato espone il settore fieristico italiano ad un regime di concorrenza sleale con i rispettivi competitor stranieri, oltre che alla concreta possibilità di acquisizione da parte di questi ultimi dei principali operatori del mercato italiano con conseguenze sfavorevoli per il made in Italy e la nostra economia,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano avanzare, per il settore fieristico italiano, la richiesta di deroga ai limiti previsti dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato, ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
(3-02406)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
AIMI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
nella notte di venerdì 2 aprile 2021, intorno alla mezzanotte, una pattuglia della Polizia locale di Modena è intervenuta all'interno di piazza Guido Rossa a seguito della segnalazione di un assembramento di una quindicina di persone. Qui gli agenti hanno trovato diversi giovani, originari dell'est Europa, che stavano banchettando. All'arrivo della Polizia locale, gli stessi si disperdevano ma due di loro, invece, sotto l'effetto dell'alcool, hanno iniziato a lanciare pietre. I sassi hanno colpito uno dei due veicoli della municipale, danneggiandolo;
le ricerche dei responsabili sono scattate immediatamente, anche ad opera della Polizia di Stato. Poco dopo gli agenti sono dovuti intervenire in zona Madonnina, poiché erano state danneggiate due auto. La Polizia ha potuto così appurare che quanto accaduto era ricollegabile ai fatti di poco prima in piazza Guido Rossa. Grazie alla videosorveglianza i giovani sono stati identificati e la loro posizione è al vaglio degli inquirenti;
si tratta di fatti gravissimi che, ancora una volta, puntano i riflettori sulla città di Modena che da tempo è preda della criminalità nonostante gli innumerevoli sforzi delle forze dell'ordine. In numerose occasioni, attraverso atti di sindacato ispettivo, l'interrogante ha evidenziato la critica situazione in cui versa questa città sul fronte della sicurezza e dell'ordine pubblico, chiedendo altresì una valutazione per elevare la questura di Modena in fascia A, al fine di assicurare un potenziamento degli organici degli agenti di Polizia;
a tale richiesta (4-01261) il Ministero rispondeva che la Questura di Modena non rientrava tra quelle considerate di particolare rilevanza, indicate dalle rispettive tabelle A e B di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 dicembre 2019, n. 171,
si chiede di sapere:
se si intenda procedere a nuova valutazione al fine di inserire la Questura di Modena in fascia A;
quali ulteriori iniziative siano state adottate per risolvere le gravi criticità che interessano la città di Modena sul fronte della sicurezza.
(4-05229)
BERUTTI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
con il decreto ministeriale 30 maggio 2002 concernente "Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori per le operazioni eseguite su disposizione dell'autorità giudiziaria in materia civile e penale" venne adeguata, con riferimento al mese di agosto dell'anno 1999, la misura degli onorari fissi, variabili o a vacazione spettanti a periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori, per le operazioni disposte dall'autorità giudiziaria;
attualmente, tali onorari sono distinti in onorari a vacazione, costituita da 2 ore lavorative, ex art. 1 del decreto ministeriale 30 maggio 2002, pari a 14,68 euro, e onorari fissi e variabili, ex artt. da 2 a 28 della tabella allegata allo stesso decreto, variamente definiti in ordine al tipo di incarico svolto;
con sentenza della Corte costituzionale n. 89 del 2020, la stessa, pur non potendo ritenere fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Torino in riferimento all'art. 4 della legge n. 319 del 1980 e degli artt. 50 e 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, così si esprimeva: "La pronuncia di non fondatezza non esime questa Corte dal rilevare, per l'ennesima volta, la deplorevole e reiterata inadempienza dell'amministrazione nell'applicazione dell'art. 54 del D.P.R. n. 115 del 2002. D'altra parte, la ben nota disponibilità (sopra accennata) di altri mezzi giurisdizionali, diversi dal giudizio sulle leggi, pone gli interessati nella condizione di ottenere rimedio alla violazione dei propri diritti e interessi, come del resto esige e consente la Costituzione", ed ancora affermava: "Resta cioè evidente che l'odierna esiguità dei compensi per gli ausiliari - in disparte ogni considerazione sulla inadeguatezza degli stessi valori di partenza, cioè degli onorari previsti per ciascuna vacazione, peraltro non direttamente censurati dal rimettente - non dipende dal meccanismo normativo di adeguamento previsto dalla legge, ma dalla sua mancata applicazione ad opera dell'amministrazione, che quei valori di partenza ha lasciato immutati dal 2002";
l'art. 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002 recita: "La misura degli onorari fissi, variabili e a tempo è adeguata ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, verificatasi nel triennio precedente, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze";
la norma appare quindi non più adeguata almeno sotto tre principali profili: dei compensi, delle attività di cui disciplina i compensi e del meccanismo di adeguamento;
i criteri di liquidazione degli onorari della norma risultano anche palesemente lesivi del principio di "equo compenso" definito dalla legge n. 247 del 2012 riferibile a tutte le categorie professionali interessate dal decreto ministeriale 30 maggio 2002,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intervenire per quanto di competenza con un aggiornamento della disciplina e se ritenga di attivarsi con i diversi interlocutori istituzionali affinché le numerose categorie professionali che, con il loro impegno, concorrono allo svolgersi dei processi e quindi al buon funzionamento della giustizia, vedano riconosciuta la propria professionalità e vengano poste nella condizione di assumere incarichi nella prospettiva di un adeguato riconoscimento economico che, pur tenendo conto del carattere di pubblica utilità del servizio, consideri le responsabilità che ne derivano nonché le competenze professionali e l'esperienza necessari per svolgerli.
(4-05230)
BOSSI Simone, BERGESIO - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
il decreto direttoriale della Direzione generale per il patrimonio naturalistico 2 aprile 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 98 del 14 aprile 2020, attuativo del decreto del Presidente della Repubblica n. 102 del 2019, e la correlata tabella delle specie autoctone di interesse alieutico, in corso di adozione, hanno posto diverse criticità attuative;
al sistema gestionale della pesca, professionale e dilettantistica sono connessi importanti interessi, pubblici e privati, contratti in essere e pratiche acquisite, che non possono essere interrotti in maniera improvvisa, e allo stesso modo non possono essere alterati gli equilibri dei territori che basano la loro economia su questa importante risorsa;
con la prossima adozione della tabella delle specie autoctone correlata al decreto direttoriale si verrebbe a completare un quadro normativo che, senza che sia stata definita una congrua fase transitoria e, in alcuni casi, dall'oggi al domani, dovrebbe comportare l'interruzione dell'immissione nelle acque regionali di diverse specie che da sempre rappresentano un elemento fondante della funzionalità del sistema della pesca regionale; un esempio è l'immissione del coregone laverello e della trota fario, che avviene in modo capillare da oltre un secolo nelle acque lombarde, la quale proprio per effetto della normativa dovrebbe subire un'interruzione;
è evidente che l'interruzione delle immissioni causerebbe danni gravissimi e irreparabili ad un comparto già in fase regressiva, gravato inoltre dei danni derivanti dall'attuale pandemia da COVID-19, nonché a tutto l'indotto, commercio e ristorazione compresi;
da oltre un secolo la pesca dilettantistica nelle acque dei torrenti montani lombardi, che genera un indotto economico rilevante e coinvolge svariate decine di migliaia di appassionati, che danno vita ad un fitto reticolo associativo, si alimenta di immissioni di trota fario, che avvengono in pressoché tutti gli innumerevoli torrenti alpini di Lombardia, con esemplari prodotti in oltre 20 impianti ittiogenici di proprietà e gestione pubblica e privata;
la stessa economia della pesca professionale lombarda, che conta circa 150 imprese e genera un indotto di alcuni milioni di euro, si basa prevalentemente sul prelievo di coregone lavarello, che rappresenta la quota maggiore del pescato professionale dei laghi di questa regione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, nelle more della presentazione e della valutazione delle richieste di deroga dell'applicazione del decreto direttoriale 2 aprile 2020, non intenda definire, in accordo con le Regioni, un congruo periodo transitorio che accompagni il sistema gestionale della pesca ed il suo indotto ad un graduale adeguamento della normativa nelle ipotesi di diniego, e permetta al contempo una corretta valutazione delle istanze di deroga;
se, alla luce delle criticità espresse dalle Regioni, voglia concordare con esse le necessarie proposte di modifica del decreto direttoriale, al fine di non impattare, anche considerando le criticità legate alla diffusione del COVID-19, sull'economia dei territori a maggiore vocazione ittica, che basano la funzionalità del sistema gestionale della pesca sull'immissione, addirittura secolare, di specie alloctone.
(4-05231)
CORTI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
l'art. 16-bis del decreto-legge n. 76 del 2020, "decreto semplificazioni", intervenendo a modifica dell'articolo 14 della legge n. 53 del 1990, in materia di procedimento elettorale, ha ampliato l'elenco dei soggetti abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni in materia elettorale, includendo anche "gli avvocati iscritti all'albo che abbiano comunicato la loro disponibilità all'ordine di appartenenza, i consiglieri regionali e i membri del Parlamento";
le elezioni per le quali trova applicazione la previsione di cui al citato art. 14 sono, in particolare, ai sensi del comma 1, quelle: dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; dei membri del Parlamento europeo; degli organi delle amministrazioni comunali, delle Province e delle Città metropolitane; i referendum previsti dalla Costituzione;
a norma del comma 2 dell'art. 14, l'autenticazione deve essere compiuta con le modalità previste dall'articolo 21, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, ovvero: a) l'autenticazione deve essere redatta di seguito alla sottoscrizione e consiste nell'attestazione, da parte del pubblico ufficiale, che la sottoscrizione stessa è stata apposta in sua presenza previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive; b) il pubblico ufficiale che autentica deve indicare le modalità di identificazione, la data e il luogo dell'autenticazione, il proprio nome e cognome, la qualifica rivestita nonché apporre la propria firma per esteso e il timbro dell'ufficio;
in virtù della modifica introdotta dal menzionato art. 16-bis del decreto semplificazioni, è ragionevole supporre che l'apposizione di un "timbro dell'ufficio" debba trovare applicazione anche alle autenticazioni effettuate, d'ora in poi, anche da avvocati, deputati, senatori e consiglieri regionali chiamati ad autenticare;
per effetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, si ricorda, sono state rinviate dal Consiglio dei ministri a dopo la prossima estate (si parla di una data compresa tra il 15 settembre ed il 15 ottobre 2021) tutte le elezioni amministrative (tra cui i Comuni di Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino), regionali (Calabria) e suppletive (Camera dei deputati, collegio di Siena);
ad oggi ancora non sono chiare le modalità attuative delle disposizioni di cui al citato art. 16-bis, ovvero, in particolare, quale "timbro dell'ufficio" avvocati, deputati, senatori e consiglieri regionali dovranno o potranno utilizzare per le procedure di autenticazione che sono chiamati ad effettuare,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda emanare in tempi brevi e comunque in tempo utile per la prossima tornata elettorale 2021 un proprio provvedimento esplicativo dell'attuazione della norma estensiva dei soggetti abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni in materia elettorale.
(4-05232)
DE CARLO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
l'articolo 113 del decreto legislativo n. 50 del 2016 (codice dei contratti pubblici), rubricato "Incentivi per funzioni tecniche", riproducendo analoghe disposizioni previgenti, consente, previa adozione di un regolamento interno e la stipula di un accordo di contrattazione decentrata, di erogare emolumenti economici accessori a favore del personale interno alle pubbliche amministrazioni per attività, tecniche e amministrative, nelle procedure di programmazione, aggiudicazione, esecuzione e collaudo (o verifica di conformità) degli appalti di lavori, servizi o forniture;
il comma 2 prevede che: "le amministrazioni aggiudicatrici destinano ad un apposito fondo risorse finanziarie in misura non superiore al 2 per cento modulate sull'importo dei lavori, servizi e forniture, posti a base di gara per le funzioni tecniche svolte dai dipendenti delle stesse esclusivamente per le attività di programmazione della spesa per investimenti, di valutazione preventiva dei progetti, di predisposizione e di controllo delle procedure di gara e di esecuzione dei contratti pubblici, di RUP, di direzione dei lavori ovvero direzione dell'esecuzione e di collaudo tecnico amministrativo ovvero di verifica di conformità, di collaudatore statico ove necessario per consentire l'esecuzione del contratto nel rispetto dei documenti a base di gara, del progetto, dei tempi e costi prestabiliti";
il comma 526 dell'articolo unico della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio per il 2018) ha integrato l'articolo 113 con l'inserimento del comma 5-bis, che così recita: "gli incentivi di cui al presente articolo fanno capo al medesimo capitolo di spesa previsto per i singoli lavori, servizi e forniture"; diverse amministrazioni, centrali e locali, hanno nel tempo emanato i previsti regolamenti di attuazione;
sull'argomento è stato presentato, altresì, dall'interrogante, in data 2 maggio 2019, alla Camera dei deputati analogo atto di sindacato ispettivo 4-02809, ad oggi senza risposta;
recentemente, su alcune bozze di regolamento, la sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ha emesso un parere, definitivo, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti n. 00145/2021 del 3 febbraio 2021 e uno, interlocutorio, al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo n. 01360/2020 del 22 luglio 2020,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga opportuno adottare, per il tramite dell'ufficio legislativo interno, le iniziative preliminari di competenza, affinché anche il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali possa dotarsi di un regolamento interno per gli incentivi delle funzioni tecniche;
se non sia il caso, nelle more di un regolamento definitivo ed operativo, accantonare in via prudenziale le risorse finanziarie per le finalità di incentivazione delle funzioni tecniche di cui all'articolo 113 del decreto legislativo n. 50 del 2016 e successive modificazioni per le procedure di gara.
(4-05233)
RIZZOTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la malattia polmonare da micobatteri non tubercolari (NTM-PD) è una rara e grave infezione suscitata dai cosiddetti micobatteri non tubercolari (non-tuberculous mycobacteria, NTM), che colpisce prevalentemente gli individui al di sopra dei 50 anni, in particolare quelli con infezione da HIV, quelli affetti da fibrosi cistica o da patologie polmonari quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e quelli sottoposti a terapie immunosoppressive;
il tasso di incidenza e, di conseguenza, di mortalità della NTM-PD è in aumento e le difficoltà in fase diagnostica, sommate alla peculiare resistenza al trattamento da parte dei micobatteri non tubercolari, rendono particolarmente arduo stabilire un percorso di gestione della malattia;
la diagnosi è clinica, radiologica e microbiologica, e il trattamento, oltre a non essere standardizzato, è lungo e prevede combinazioni di antibiotici pesanti da sopportare e per questo può non essere ben tollerato dai pazienti;
l'incidenza di queste malattie nel mondo è drammaticamente aumentata negli anni e con essa anche i costi di ospedalizzazione dei pazienti e, purtroppo, il tasso di mortalità;
la corretta identificazione dell'agente infettivo è il punto di partenza di una buona diagnosi;
la terapia di cura risulta di altissima complessità, dal momento che, sfortunatamente, buona parte dei micobatteri non tubercolari è resistente ai comuni antibiotici, per cui è necessario un cocktail di antibiotici, somministrati per periodi di tempo prolungati (da 12 a 24 mesi);
i pazienti affetti da NTM-PD sperimentano una sintomatologia che comprende febbre, tosse, astenia (stanchezza psicofisica generalizzata), disturbi gastrointestinali, perfettamente sovrapponibile alla sintomatologia da COVID-19;
la NTM-PD rientra nei fattori ad altissimo rischio in caso di contagio da COVID-19;
il sito europeo "Orphanet" provvede ad elaborare una nomenclatura per le malattie rare (l'ORPHA code) ed individua l'infezione polmonare micobatterica non tubercolare con il codice 411703;
in Italia la micobatteriosi non tubercolare (NTM-PD) non è inserita nei livelli essenziali di assistenza, né tantomeno nella lista nell'elenco delle malattie rare, previsto dal decreto ministeriale n. 279 del 2001 e successive modificazioni;
alcuni pazienti affetti da NTM-PD possono fare riferimento a due gravi patologie come la fibrosi cistica e la BPCO per l'esenzione del ticket, ma altri malati nulla hanno a che vedere con esse e questa fetta di pazienti rimane fuori da qualsiasi regime di esenzione per patologie;
oltre alla spesa onerosa per tutte le prestazioni appropriate ed efficaci per il trattamento e il monitoraggio della malattia rara, questi pazienti devono sopportare anche il carico sociale, perché un malato di NTM-PD non può lavorare a pieno regime come una persona sana e incorre in molte assenze;
l'associazione di pazienti di riferimento ha presentato nel 2019 regolare domanda per l'iscrizione al registro dei LEA delle patologie rare esenti, ma ad oggi non è arrivata alcuna riposta,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno sottoporre all'attenzione della commissione nazionale per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e la promozione dell'appropriatezza nel SSN l'inserimento della malattia polmonare da micobatteri non tubercolari (NTM-PD) nei LEA;
se non ritenga di riconoscere l'invalidità per questa tipologia di pazienti che non possono svolgere alcuna attività lavorativa;
se non ritenga di integrare la lista delle patologie respiratorie che prevedono l'ordine delle categorie di cittadini da vaccinare in via prioritaria inserendo anche i pazienti affetti da micobatteriosi non tubercolare, nonché i loro caregiver.
(4-05234)
NUGNES, FATTORI, LA MURA - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
recenti notizie di diversi organi d'informazione riportano come a seguito di un'indagine giudiziaria aperta nel 2017 dalla Procura di Trapani sul ruolo delle organizzazioni non governative "Jugend Rettet", "Save the children" e "Medici senza frontiere", sul flusso di migranti provenienti dalla Libia, risulterebbero intercettati giornalisti italiani a decine, senza ipotesi di reato a carico;
dagli stessi organi d'informazione si apprende come, oltre ad aver udito centinaia di conversazioni, gli inquirenti avrebbero monitorato anche tutti gli spostamenti dei cronisti che seguivano per lavoro i flussi migratori dalla Libia verso l'Europa, oltre ai loro incontri con le fonti sul posto;
fra i giornalisti intercettati il caso più eclatante sembrerebbe quello di Nancy Porsia, giornalista freelance e consulente di ricerca specializzata in Medio Oriente e Nord Africa, intercettata anche mentre parlava al telefono con la sua legale di informazioni sensibili su fonti e colleghi;
nei giorni scorsi l'ordine nazionale dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa italiana, insieme all'ordine regionale dei giornalisti e all'associazione della stampa di Basilicata, sono intervenuti in merito alle notizie esposte chiedendo di "fare piena luce su questa vicenda e sollecitano spiegazioni su come e perché sia stato possibile violare il segreto professionale dei cronisti e effettuare trascrizioni delle conversazioni di persone, non sottoposte a indagini, impegnate a svolgere un'opera costituzionalmente tutelata",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo risulti a conoscenza dei fatti esposti;
se risulti rispondere al vero la notizia delle intercettazioni disposte dalla Procura di Trapani per decine di giornalisti italiani, senza ipotesi di reato a carico, nell'ambito dell'inchiesta sul ruolo delle organizzazioni non governative Jugend Rettet, Save the children e Medici senza frontiere, relativo al flusso di migranti provenienti dalla Libia;
se non ritenga necessario disporre gli accertamenti di propria competenza su quanto accaduto, volti a chiarire chi abbia disposto tali intercettazioni, a che titolo sarebbero state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale;
se risulti che sia stato violato il vincolo di riservatezza che lega avvocati e assistiti e il segreto professionale di cronisti impegnati a svolgere un'opera costituzionalmente tutelata.
(4-05235)
RUOTOLO, DE PETRIS, ERRANI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
la città di Torre del Greco (Napoli), di circa 85.000 abitanti, ha rinnovato il Consiglio comunale nella tornata elettorale del giugno 2018;
le elezioni amministrative hanno destato polemiche per presunta compravendita di voti effettuata da più soggetti che avrebbero partecipato direttamente e indirettamente alla competizione elettorale;
i presunti fatti sono stati documentati da diversi servizi della testata giornalistica "Fanpage", come quello intitolato "Elezioni amministrative, così si controllano in provincia di Napoli. Fotografa la scheda" del 12 giugno 2018, in cui emerge come fuori dai seggi venivano comprati i voti per un candidato che oggi siede in Consiglio comunale e avvalorati da indagini da parte della Procura di Torre Annunziata;
episodi noti e già oggetto di un'interrogazione (4-03836) presentata il 14 luglio 2020, che ancora non ha ricevuto risposta;
si fa rilevare che, in data 2 aprile 2021, i Carabinieri hanno eseguito una nuova ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata, su richiesta della Procura di Torre Annunziata, nei confronti di 5 persone, tra le quali un ex assessore comunale e un consigliere comunale di Torre del Greco, tutte gravemente indiziate del reato di associazione per delinquere mediante la sistematica compravendita di voti in occasione dello svolgimento delle elezioni amministrative del Comune di Torre del Greco del giugno 2018;
in particolare il consigliere comunale, eletto all'opposizione da poche settimane, risultava essere passato nella maggioranza che sostiene l'attuale sindaco Giovanni Palomba;
gli interroganti fanno notare che l'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata rappresenta il completamento di un'indagine che già nell'aprile 2019 aveva condotto all'arresto di diversi soggetti (4 sottoposti alla custodia cautelare in carcere e 4 sottoposti agli arresti domiciliari) facenti parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla compravendita di voti in favore del candidato consigliere comunale, poi risultato eletto, in relazione alla quale sono già intervenute alcune sentenze di condanna, due delle quali definitive;
le ulteriori indagini, come riferiscono fonti di stampa, avrebbero accertato l'esistenza e l'operatività di un'ulteriore e diversa organizzazione criminale finalizzata, in occasione delle ultime consultazioni elettorali amministrative di Torre del Greco, alla compravendita di voti in favore di un altro candidato, successivamente eletto, e della relativa lista civica da un numero indeterminato di elettori, in cambio di generi alimentari e dazioni di danaro ovvero di offerte e promesse di posti di lavoro nell'ambito dei progetti regionali denominati "Garanzia giovani" e "Fila";
a parere degli interroganti il quadro che emergerebbe, se confermato, oltre ad essere inquietante, lascerebbe trasparire una regia unica e ben definita volta a condizionare in maniera inequivocabile e criminale il voto delle elezioni amministrative del 2018 su più fronti,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare le iniziative di competenza per l'istituzione di una commissione d'indagine per l'esercizio dei poteri di accesso e di accertamento di cui all'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, alla luce degli elementi evidenziati che interessano il Comune di Torre del Greco e dell'estesa ingerenza della criminalità organizzata in quest'area.
(4-05236)
PIRRO, PELLEGRINI Marco, DONNO, TRENTACOSTE, VANIN, GALLICCHIO, VACCARO, FERRARA, MAUTONE, NATURALE, RICCIARDI, PIARULLI, MARINELLO, D'ANGELO, LOREFICE, PAVANELLI, MONTEVECCHI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
il plasma costituisce una risorsa preziosa per l'ottenimento delle proteine plasmatiche necessarie alla produzione dei farmaci plasmaderivati, che hanno lo scopo di sostituire le proteine mancanti nel sangue alla base di alcune importanti patologie come le immunodeficienze primitive, secondarie e la polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica;
il ruolo dei farmaci plasmaderivati e delle immunoglobuline in particolare è stato riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità che le ha incluse nell'elenco dei farmaci essenziali in quanto prodotti salvavita, ciononostante il divario tra domanda e offerta di immunoglobuline è cronicamente insoddisfatto a livello nazionale, europeo e globale;
la domanda globale di immunoglobuline ha visto, infatti, un tasso di crescita medio annuo del 9,7 per cento negli ultimi 30 anni. In Italia, nello specifico, si è registrato un aumento del 10 per cento della domanda tra il 2017 e il 2018 (ISTISAN);
il mercato del plasma europeo è destinato ad avere una crescita esponenziale negli anni a venire: le più recenti analisi del "Market research future" stimano che il mercato del frazionamento del plasma avrà nel periodo 2018-2023 un tasso di crescita annuo del 6,5 per cento, a seguito di un considerevole incremento della domanda, che specialmente per quanto riguarda le immunoglobuline potrà aggirarsi nel prossimo futuro, in base ai modelli predittivi, intorno ai 250-300 grammi per 1.000 abitanti;
la sostenibilità del plasma è minacciata dal gran numero di contagi da coronavirus con successivo calo di donazioni: tale situazione di emergenza ha oggi le sue prime ricadute sulla disponibilità in commercio di immunoglobuline e quindi un minor accesso alle cure per i pazienti;
il valore dei plasmaderivati non può non essere valutato nella prospettiva della domanda e dell'offerta e dell'interazione tra queste due. Ogni terapia con medicinali plasmaderivati richiede un elevato numero di donazioni, il processo di produzione che dalla donazione porta al rilascio del prodotto al paziente è lungo (dai 7 ai 12 mesi), complesso ed estremamente regolato;
l'elevato numero di contagi da coronavirus ha avuto un grave impatto sul settore dei plasmaderivati, con successivo e preoccupante calo delle donazioni: tale situazione di emergenza ha oggi le sue prime ricadute sulla disponibilità in commercio di immunoglobuline e quindi un minor accesso alle cure per i pazienti;
considerato che:
secondo i dati del centro nazionale sangue, dopo anni di crescita, nel 2020 si è assistito ad una diminuzione delle donazioni di plasma rispetto al 2019 (2 per cento in meno) e si registra una preoccupante continuità del trend anche a gennaio 2021 (13,5 per cento in meno) rendendo più lontano l'obiettivo dell'autosufficienza fissato dal piano sangue;
in base alla legge n. 219 del 2005, il piano sangue intende perseguire l'autonomia degli approvvigionamenti ricorrendo ad un sistema di logica solidale ("conto lavorazione plasma") con donazioni non remunerate e di raccolta della materia prima da parte di strutture trasfusionali pubbliche. Tale processo prevede che la materia prima raccolta venga poi lavorata dall'azienda incaricata e restituita alle strutture pubbliche nelle varie specialità di plasmaderivati;
la quantità totale di plasma inviata all'industria nel 2016 dalle regioni italiane è stata di 813.084 chilogrammi: di questi il 26 per cento è rappresentato da plasma da aferesi categoria A, il 68 per cento da plasma da separazione di categoria C (dati del sistema trasfusionale italiano 2016 analisi della domanda dei medicinali plasmaderivati);
il piano è riuscito a coprire il 75 per cento del fabbisogno nazionale di immunoglobuline per uso endovenoso nel 2018 e il 5,6 per cento di quelle per uso sottocutaneo (dati ISTISAN dell'Istituto superiore di sanità) rendendo necessario, per colmare la restante domanda, un approvvigionamento di prodotti commerciali caratterizzati da elevati costi della materia prima e soggetti a logiche competitive e commerciali a livello globale;
considerato inoltre che:
purtroppo, la grave pandemia da COVID-19 ha causato una diminuzione dei volumi di plasma disponibile ed un incremento dei costi di raccolta della materia prima: da luglio a dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, è stato registrato un calo complessivo del 20 per cento della raccolta del plasma da parte delle aziende nel settore degli emoderivati ("Il Messaggero", 10 marzo 2021);
l'Italia ha una dipendenza dal plasma degli Stati Uniti dove i costi di raccolta hanno subito un aumento del 15 per cento nell'ultimo quinquennio e i rimborsi per donatori hanno registrato un aumento di circa il 30 per cento;
in diversi Paesi europei al fine di preservare la sostenibilità e garantire l'approvvigionamento dei prodotti derivati dal plasma sono stati introdotti meccanismi di incentivi economici, come l'esclusione dei plasmaderivati dal payback per il ripiano della spesa farmaceutica e l'aumento del prezzo delle immunoglobuline;
in Italia, con la legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio per il 2019), è stato adottato un nuovo sistema di calcolo del payback farmaceutico per gli acquisti diretti, basato sulle cosiddette quote di mercato determinate sul fatturato di ciascuna azienda titolare di AIC (autorizzazione all'immissione in commercio) relativa alla vendita di medicinali di fascia A e H;
considerato, altresì, che a parere degli interroganti:
la normativa non sembra tenere conto di alcune specificità del settore equiparando i farmaci plasmaderivati a tutte le altre categorie di prodotti;
lo Stato italiano ha già riconosciuto la peculiarità dei plasmaderivati, escludendo però solo quelli di origine nazionale dal ripiano della spesa farmaceutica, ai sensi dell'art. 15, comma 5, del decreto-legge n. 95 del 2012: tale impostazione manifesterebbe criticità ed incongruenze applicando una distinzione tra plasmaderivati di produzione regionale e di origine commerciale, esentando soltanto i primi dal ripiano della spesa farmaceutica;
in tal modo l'azienda titolare di AIC è obbligata a fornire il farmaco salvavita per garantire la continuità terapeutica ma non detiene un reale controllo sull'acquisto e sulla vendita del farmaco destinato unicamente a supplire alla carenza di plasmaderivati di origine regionale;
considerato infine che:
l'imprevedibilità di fattori esogeni può mettere seriamente a rischio la catena globale di raccolta e rifornimento del plasma;
il 18 settembre 2020 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione indicando come sia fondamentale per l'Europa aumentare la capacità di raccogliere sangue e plasma e a novembre 2020 si è insediato il gruppo di lavoro sulle immunoglobuline partecipato da rappresentanti del Ministero della salute, dell'Agenzia italiana del farmaco, del centro nazionale sangue, delle Regioni e di Farmindustria con l'obiettivo di garantire ai pazienti la disponibilità dei farmaci e, quindi, la continuità terapeutica (come riporta il citato articolo de "Il Messaggero"),
si chiede di sapere:
se, con il fine di garantire la sostenibilità del settore e l'approvvigionamento dei prodotti salvavita a completamento di quanto fornito dal piano nazionale sangue, il Ministro in indirizzo intenda escludere i farmaci plasmaderivati di origine commerciale dal payback per il ripiano della spesa farmaceutica;
quali iniziative intenda adottare sul lungo periodo per far fronte alle conseguenze della crisi e quali soluzioni innovative intenda mettere in campo per garantire la sostenibilità del sistema.
(4-05237)
LEZZI, MORRA, MORONESE, LA MURA, ABATE, ANGRISANI, GRANATO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. - Premesso che in data 24 marzo 2021 l'azienda ArcelorMittal ha inviato ad alcuni operai una raccomandata con contestazioni disciplinari con immediata sospensione dell'attività lavorativa, interdizione ai luoghi di lavoro e richiesta di giustificazioni entro 5 giorni. L'azienda contesta agli operai destinatari del procedimento di aver condiviso e invitato alla visione, attraverso i propri profili social, la miniserie televisiva "Svegliati amore mio", che ha come protagonista una madre costretta a curare la figlia affetta da leucemia in una città in cui opera un'acciaieria. L'azienda sostiene, inoltre, di essere stata oggetto di espressioni che ne ledono l'immagine e la reputazione aziendale;
considerato che:
i fatti narrati nella fiction non si riferiscono alla fabbrica ex Ilva ora ArcelorMittal e, qualora ci fossero dei riferimenti, sarebbero da attribuire a fatti e circostanze risalenti a circa 10 anni fa quindi durante la gestione della famiglia Riva;
gli operai non hanno fatto alcun riferimento alla fabbrica in cui svolgono il loro lavoro;
l'azienda non è nuova a metodi con i quali si incute terrore. Non molto tempo fa, un altro lavoratore fu accusato di aver posto in essere un comportamento di fatto mai assunto, tanto che il giudice del lavoro ha disposto il reintegro dell'operaio e il versamento delle indennità relative al periodo di sospensione,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della vicenda e quali azioni intendano intraprendere al fine di salvaguardare i diritti degli operai della multinazionale che, peraltro, si è impegnata ad alti livelli istituzionali con un accordo con cui anche lo Stato entra nella gestione della fabbrica.
(4-05238)
GASPARRI - Ai Ministri della giustizia, dell'interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
in data 8 gennaio 2021, il tribunale di Perugia ha depositato le motivazioni della sentenza n. 1594, con cui ha inflitto pesanti condanne ad alcuni dirigenti e dipendenti della Questura di Roma in relazione ai fatti che tra le giornate del 28 e 30 maggio 2013 portarono alla controversa espulsione dall'Italia della cittadina kazaka Alma Shalabayeva;
come emerso anche nel corso del processo a tale provvedimento si era pervenuti dopo un iter burocratico amministrativo che, seppur i suoi effetti siano stati giudicati penalmente rilevanti dal collegio giudicante, fu eseguito nel rispetto della normativa vigente con la presenza di tutte le autorizzazioni previste rilasciate dalle procure della Repubblica competenti (Procura della Repubblica e Procura dei minori di Roma);
la sentenza fonda il presupposto della condanna dei poliziotti sulla circostanza che l'espulsa, nonostante avesse dichiarato generalità e nazionalità diverse e fosse in possesso di documenti di identità dichiarati falsi, ma comunque quantomeno dubbi, fosse la moglie di Mukthar Ablyazov, dissidente e oppositore del Governo del Kazakistan, Paese ove, a dire del collegio giudicante, non venivano rispettati i diritti umani e, per tale motivo, la donna in caso di espulsione sarebbe stata esposta a gravissimi rischi per la propria incolumità. Nonostante il coinvolgimento nelle procedure espulsive di illustri magistrati appartenenti alle procure competenti, i quali risultano aver autorizzato l'adozione dei provvedimenti necessari al rimpatrio, risulta che il tribunale di Perugia, sebbene fosse stato anche richiesto in tal senso da parte delle difese degli imputati, addirittura, non avrebbe autorizzato l'escussione testimoniale di alcuni degli autorevoli pubblici ministeri interessati alle relative autorizzazioni,
si chiede di sapere:
se il Kazakhstan fosse effettivamente un Paese in cui non venivano rispettati i diritti umani e da quale documentazione ufficiale risultasse tale affermazione, considerato che alla data dei fatti contestati l'unico Paese segnalato dall'ACNUR (alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati) per gli elevati rischi cui sono esposti i suoi cittadini era il Mali, mentre rischi generici venivano indicati per Somalia, Etiopia ed Eritrea e valutato che l'Italia risulta intrattenere regolari rapporti commerciali con tale nazione;
se l'affermazione di cui sopra non si ponga in realtà in contrasto con l'accordo, fatto a Roma il 5 novembre 2009, tra il Governo italiano e quello del Kazakhstan per la cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata, al traffico di droga, al terrorismo ed altre forme di criminalità, tra cui quella economica, ratificato con legge 7 dicembre 2015, n. 216;
se i Ministri in indirizzo non ritengano di riferire, a prescindere dalla veridicità della sua qualità di presunto dissidente, se il marito dell'espulsa fosse in realtà un pluriricercato e in particolare quanto segue;
se presso le banche dati del segretariato generale dell'INTERPOL risultasse formalmente che, nel periodo di interesse, Mukhtar Ablyazov fosse un soggetto ricercato ai fini dell'arresto da tre Paesi dell'area INTERPOL, per gravi reati;
se, all'epoca dei fatti, magari attivando il medesimo segretariato generale, potesse essere noto che ad Ablyazov fosse stato concesso lo status di richiedente asilo o di rifugiato da parte del Regno Unito;
se corrisponda al vero che nel 2009 fosse stato stipulato un accordo, ratificato in legge nel 2016, di cooperazione internazionale tra l'Italia e il Kazakistan in tema di lotta alla criminalità organizzata e economica e, in tal caso, quali iniziative vogliano intraprendere;
quali iniziative intendano intraprendere in merito alla vicenda alla luce delle recenti, clamorose, rivelazioni venute alla ribalta con la pubblicazione del libro intervista al dottor Luca Palamara, all'epoca dei fatti di interesse autorevole esponente del CSM e, successivamente, dell'ANM.
(4-05239)
LANNUTTI, ANGRISANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
si apprende dal sito "acquistinretepa" che il Governo in data 24 marzo 2021 ha avviato una gara d'appalto in ordine all'emergenza COVID-19. Dall'esame del capitolato tecnico si evince che si tratta di appalti per "l'allestimento di campi container per l'assistenza della popolazione in caso di eventi emergenziali". Il bando, che risulta attivo dal 24 marzo fino al 12 aprile 2021, parla in particolare di 12 lotti, di criterio di aggiudicazione, di criterio dell'aggiudicazione al numero della gara 2744951, parla dell'ente committente che risulta essere il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e delle stazioni appaltanti ovvero CONSIP S.p.A., la società del Ministero dell'economia e delle finanze. Si parla nello specifico di appalti per la creazione di campi container per 8.000 persone previsti in ogni regione;
nel capitolato tecnico, alla voce "premessa", è specificata la natura della fornitura: container, arredi, biancheria ed accessori, lavatrici e asciugatrici industriali in noleggio. In particolare, viene specificato che la procedura è suddivisa in 3 settori merceologici così specificati: lotto 1: noleggio di container per l'allestimento di campi container con destinazioni d'uso diverse e servizi connessi; lotto 2: fornitura di arredi, biancheria e accessori per l'allestimento di campi container con destinazioni d'uso diverse, in eventi emergenziali; lotto 3: noleggio di lavatrici e asciugatrici industriali da installare in campi container in eventi emergenziali e servizi connessi;
considerato inoltre che:
al punto 3 "oggetto dell'appalto" si riporta la finalità della fornitura: "Il presente Capitolato Tecnico, relativo al Lotto 1, disciplina la fornitura, mediante noleggio, di container per l'allestimento di campi per destinazioni d'uso diverse (abitativo/uso ufficio, ...) necessari, ad esempio nell'ipotesi di campi ad uso abitativo, per assicurare un'accoglienza temporanea per coloro che, a seguito di un evento emergenziale hanno dovuto abbandonare la propria abitazione". Al punto 3.1. "campi container" si riporta: "Per meglio illustrare un ipotetico schema di campo, si rimanda agli allegati 1 e 2 al Capitolato Tecnico che contengono il layout (pianta di progetto) di un campo standard ad uso abitativo atto ad ospitare un massimo di 42 persone e di un campo standard ad uso ufficio atto ad ospitare 25 persone". Sempre al punto 3.1, a pag. 11, invece, si legge che "al fine di ottimizzare l'utilizzo delle aree, il campo sarà costituito dal raggruppamento di più container uso dormitorio, lavanderia, aree comuni, servizi igienici, affiancati tra loro e connessi mediante container uso corridoio al fine di realizzare un unico spazio residenziale al chiuso". Ancora si specifica quanto segue: "In considerazione dell'emergenza sanitaria per Covid-19, qualora richiesto dall'Amministrazione, dovranno essere forniti e installati a carico del fornitore dispenser 'no touch' di soluzione igienizzante per le mani". Al punto 3.2. "blocchi container" si riporta: "Per gli ambiti rurali, dove ad esempio può essere necessario consentire agli allevatori di poter continuare la loro attività produttiva anche se la loro abitazione originaria eÌ provvisoriamente inagibile";
al punto 4 "lotti e quantitativi di fornitura" si prende nota delle Regioni in cui detti campi verranno realizzati: lotto 1A, Nord: Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna; lotto 1B, Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise; lotto 1C, Sud: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e lotto 1D, isole: Sicilia, Sardegna e isole minori;
infine, al punto 5 "valore dell'accordo quadro" si legge: "Gli importi massimi per ciascun lotto, per tutto il periodo di validità dell'Accordo Quadro, sono i seguenti: Lotto 1A: euro 54.040.609; Lotto 1B: euro 54.040.60; Lotto 1C: euro 54.040.609 e Lotto 1D: euro 57.657.103", il che significa che saranno spesi complessivamente 266.716.544 euro di soldi pubblici per costruire questi campi container,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato;
se si ritenga opportuno riferire con la massima urgenza in Parlamento le finalità di questo bando e quindi l'azione intrapresa che coinvolgerà a breve tutte le Regioni italiane con l'allestimento di campi in grado di ospitare 8.000 persone. In particolare, a quali eventi emergenziali si faccia riferimento, considerando che verranno spesi per tali "emergenze" ben 266.716.544 euro, denaro pubblico che potrebbe essere erogato con adeguate misure economiche per la sussistenza di famiglie e imprese già al collasso.
(4-05240)
DE BONIS - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
la situazione dello stabilimento Stellantis (ex FCA) di Melfi (Potenza), con i suoi 7.200 lavoratori, sta diventando sempre più preoccupante e potrebbe a breve esplodere in tutta la sua drammaticità;
con la fusione tra FCA e PSA e la conseguente nascita di Stellantis, si è dato il via al progetto di una "grande" impresa di produzione di autoveicoli e si spera che le strategie che vorrà mettere in atto la nuova azienda multinazionale non vadano a discapito degli stabilimenti italiani e, in modo particolare, di quelli collocati nel Sud Italia e in Basilicata, la cui situazione occupazionale è quella che ne risente maggiormente rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno d'Italia e, ad oggi, le prospettive non lasciano ben sperare;
considerato che:
nel rapporto annuale della Banca d'Italia, presentato il 30 giugno 2020 sull'economia lucana, viene evidenziato che dopo la crescita registrata nel 2018, che ha riportato il PIL regionale quasi sui livelli precedenti la crisi economico-finanziaria, l'economia lucana nel 2019 ha ristagnato. L'industria ha risentito della flessione nel settore estrattivo e dell'automotive, i due principali comparti di specializzazione. Nei servizi, risultati nel complesso in modesta espansione, è proseguita l'intensa crescita del settore turistico, trainata dai flussi di visitatori verso Matera, capitale europea della cultura per il 2019, mentre si è registrato un calo dell'attività nel commercio;
l'occupazione è calata nell'industria, dove è significativamente aumentato il ricorso alla cassa integrazione guadagni. Nel complesso gli enti territoriali lucani hanno evidenziato saldi di bilancio positivi o moderatamente negativi, ma la quota di Comuni con elementi di criticità finanziaria è tuttavia superiore alla media nazionale;
dai primi mesi del 2020 il mondo ha affrontato la più grave pandemia degli ultimi 100 anni; l'Italia è stato il primo Paese europeo in cui, dal 20 febbraio 2020, è stata accertata un'ampia diffusione del virus. Come avvenuto in molti Paesi, il Governo italiano e le Regioni hanno adottato stringenti provvedimenti al fine di contenere il contagio. Le misure di distanziamento fisico e la chiusura parziale delle attività hanno avuto pesanti ripercussioni sull'attività economica. La crisi ha causato un calo del PIL italiano nel primo trimestre di circa il 5 per cento rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente. Secondo le stime della Banca d'Italia la contrazione nel Mezzogiorno sarebbe stata inferiore di circa un punto percentuale. Anche l'economia lucana, già in stagnazione nel 2019, si è contratta in misura significativa nei primi mesi del 2020;
a fine marzo 2020 il blocco delle attività ha riguardato più intensamente le imprese che incidono per circa il 27 per cento del valore aggiunto regionale, il commercio e l'industria. Quest'ultima risente anche dell'andamento delle immatricolazioni di autoveicoli, che sono calate in tutta Europa, incluse quelle dei modelli prodotti in Basilicata;
tra le imprese rimaste sul mercato è complessivamente diminuita, negli ultimi anni, la quota di aziende finanziariamente vulnerabili; i provvedimenti di blocco delle attività ne hanno tuttavia aumentato il fabbisogno di liquidità. Anche tenendo conto delle misure introdotte dal Governo, che hanno consentito di rinviare la scadenza delle rate sui mutui e di estendere il ricorso alla cassa integrazione, le aziende a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura nei mesi di inizio pandemia sono circa un quarto in Basilicata;
tenuto conto che:
la produzione industriale dello stabilimento di San Nicola di Melfi e del suo indotto rappresentano da molti anni una realtà economica di enorme rilievo occupazionale, che non può assolutamente essere trascurata o emarginata, ma semmai rilanciata per svilupparne tutte le potenzialità industriali e occupazionali;
purtroppo nelle ultime settimane le indiscrezioni e le notizie che giungono dalla zona industriale di Melfi non sono delle migliori: è stata confermata fino al 2 maggio 2021 l'estensione della cassa integrazione che sta creando molta preoccupazione tra i lavoratori. La produzione di Compass e ibride si è fermata per intere settimane, coinvolgendo tutti i 7.200 lavoratori dello stabilimento lucano;
tutte le sigle sindacali, dopo vari incontri sia a livello locale che nazionale circa il futuro dello stabilimento, non hanno dato riscontri positivi. Pur riconoscendo le ricadute negative della pandemia sul mercato dell'auto e sulla fornitura di componenti, in particolare semiconduttori, sostengono che il problema sia ben più grave e probabilmente prelude a interventi di tipo strutturale nell'organizzazione dello stabilimento e nel sistema di forniture dell'indotto. Per gli operai di Melfi potrebbe arrivare un colpo pesante tra luglio e agosto dell'anno in corso, quando dopo la pausa estiva i lavoratori temono che lo stabilimento possa ritrovarsi svuotato di una linea produttiva;
per gli operai dell'indotto la situazione appare essere ancora più drammatica, visto che diverse lavorazioni oggi fatte nelle aziende satellite potrebbero passare negli spazi lasciati vuoti dalla linea smontata, per essere espletate dagli operai Stellantis,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo voglia istituire un tavolo tecnico con il gruppo Stellantis, le istituzioni locali e le associazioni di categoria per un confronto sulle migliori soluzioni da adottare per i 7.200 lavoratori, volte ad un ampliamento di investimenti ed a politiche industriali ecosostenibili;
quali urgenti iniziative intenda assumere per scongiurare il ridimensionamento dello stabilimento di Melfi ed eventuali riorganizzazioni strutturali, che avrebbero sicuramente conseguenze negative sui livelli occupazionali e sull'intero sistema lavoro e dell'economia della Basilicata.
(4-05241)
DE VECCHIS - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:
l'erosione costiera è un fenomeno molto preoccupante che sta assumendo caratteri di particolare gravità in alcuni tratti delle nostre coste, in particolare nella fascia costiera tra i comuni di Fregene e di Fiumicino (Roma);
il comune di Fiumicino è il quarto comune del Lazio per popolazione ed il quinto per superficie, si sviluppa all'interno della riserva naturale del litorale romano, è sede dell'aeroporto internazionale "Leonardo da Vinci" e presenta nel suo territorio l'importante linea ferroviaria statale che collega l'aeroporto Leonardo da Vinci con la stazione di Roma Termini;
nel comune è presente anche un porto, il porto canale, che si sviluppa verso l'entroterra lungo le sponde del tratto terminale del canale navigabile e un'area portuale che include una piccola darsena presso Isola Sacra, dove sono ubicate le basi navali della Capitaneria di porto, della Guardia di finanza e della Polizia di Stato;
tra le cause principali dei fenomeni erosivi della zona, sono da richiamare sia cause naturali, quali venti e correnti marittime, eventi alluvionali e mareggiate ultimamente aggravati dai cambiamenti climatici, ma anche cause antropiche quali opere di costruzione e demolizione presso spiagge, coste o argini che stanno contribuendo significativamente a destabilizzare i complicati e delicati equilibri naturali del litorale;
è evidente quindi l'assoluta esigenza di salvaguardare lunghi tratti della costa del litorale laziale al fine di garantire l'incolumità dei cittadini, tutelare le importanti attività economiche e commerciali e proteggere il delicato equilibrio naturale della zona, anche ripristinando la funzionalità idraulica del canale per evitare i sempre più frequenti allagamenti;
negli ultimi anni i cittadini della zona hanno assistito al susseguirsi di progetti, iniziative e attività a tutela del litorale che non hanno portato i risultati promessi perché risultati inadeguati o perché non sono stati mai completati,
si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo intenda intervenire al fine di garantire una risoluzione definitiva ai fenomeni erosivi descritti, al fine di assicurare al territorio interessato la necessaria stabilità dei versanti e della linea di costa, a tutela della salute dei cittadini e degli equilibri naturali di tutto il litorale e anche per consentire un adeguato quanto necessario sviluppo e rilancio di un territorio strategico come quello del comune di Fiumicino e di tutto il litorale romano.
(4-05242)
VITALI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
l'atrofia muscolare spinale (SMA) è una malattia neuromuscolare ereditaria che colpisce il sistema nervoso, causando la distruzione progressiva dei motoneuroni inferiori e con un'incidenza di circa un paziente su 10.000 nati vivi; tale malattia, rientra nel codice RFG050, ovvero al gruppo delle atrofie muscolari spinali, come indicato dall'allegato 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, che definisce e aggiorna i livelli essenziali di assistenza (LEA);
pur non esistendo una cura risolutiva a tale malattia, il progresso scientifico degli ultimi anni ha permesso di individuare diverse opzioni terapeutiche. La più recente riguarda l'accesso anticipato alla terapia genica onasemnogene abeparvovec (Zolgensma). Il farmaco è stato oggetto di una sperimentazione internazionale e rappresenta una svolta radicale per la patologia poiché concepito per affrontare la causa genetica della malattia: agisce sostituendo la funzione del gene mancante o non funzionante SMN1 e si somministra una sola volta nella vita del paziente per via endovenosa;
la Commissione europea ha concesso l'approvazione condizionale per Zolgensma per il trattamento di pazienti con atrofia muscolare spinale 5q, con una mutazione bi-allelica del gene SMN1 e una diagnosi clinica di SMA di tipo 1, oppure di pazienti con SMA 5q con una mutazione bi-allelica del gene SMN1 e fino a tre copie del gene SMN2. Nell'approvazione della somministrazione del farmaco non ha fornito indicazioni di età bensì ha fissato un limite di peso abbastanza alto, 21 chilogrammi, che lascia aperta la possibilità di trattare anche bambini più grandi rispetto a quelli dello studio;
alla luce dei risultati scientifici conseguiti, lo scorso 17 novembre 2020, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha inserito Zolgensma nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per il trattamento entro i primi 6 mesi di vita di pazienti con diagnosi genetica o diagnosi clinica di SMA di tipo 1;
il consiglio di amministrazione di AIFA successivamente ha adeguato alla direttiva europea la somministrazione in linea con la fascia di peso e non con l'indicazione dell'età ed ha approvato il giorno 9 marzo 2021 la rimborsabilità della terapia genica Zolgensma a carico del SSN per tutti i bambini affetti da SMA1 sotto i 13,5 chilogrammi di peso;
considerato che la deliberazione dello scorso marzo da parte del consiglio di amministrazione di AIFA aveva dato grande speranza a tutte quelle famiglie che aspettavano di poter somministrare il farmaco ai loro bambini ma la stessa AIFA, con la classificazione della somministrazione in base al peso, ha escluso per mezzo del proprio regolamento i bambini con tracheostomia o PEG che dunque non possono vedersi somministrato il farmaco (come invece avviene in molti altri Paesi),
si chiede di sapere se, tenendo conto che nelle varianti più gravi l'evoluzione della patologia non consente ai bambini affetti da SMA di sopravvivere oltre il secondo anno di età, se non con induzione respiratoria meccanica, il Ministro in indirizzo non intenda sollecitare un iter di adesione rapido al protocollo di autorizzazione, affinché la platea dei pazienti possa essere estesa anche a chi è sottoposto a trattamenti come sopra esposto e se non ritenga opportuno chiedere il commissariamento nei confronti dei vertici di AIFA.
(4-05243)
TONINELLI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
l'associazione nazionale allevatori della razza frisona e jersey (ANAFIBJ) ha deciso, d'intesa con Coldiretti e con l'avallo della Regione Lombardia, di spostare, dopo 68 edizioni, la mostra nazionale della frisona, fiore all'occhiello di Cremona fiere e pilastro fondamentale di tutto il sistema fieristico della provincia, dalla sua sede storica di Cremona al centro fiere di Montechiari (Brescia), mettendo a rischio la sopravvivenza della stessa fiera cremonese;
l'annuncio del cambio di sede è stato dato nei giorni scorsi, in una conferenza stampa congiunta, dall'associazione degli allevatori e dalla Coldiretti, alla presenza dell'assessore regionale, Fabio Rolfi;
di conseguenza, dal 5 al 7 novembre 2021, il centro fiere del Garda di Montichiari ospiterà la rassegna agricolo-zootecnica, inizialmente prevista dal 16 al 18 aprile prossimi, che avrà tra gli eventi principali la mostra della frisona;
all'incirca un mese dopo, dal 2 al 4 dicembre 2021, Cremona avrà la sua fiera internazionale del bovino da latte che però sarà privata della rassegna di punta;
considerato che:
in seguito al suddetto annuncio, il presidente di Confagricoltura, Alberto Cortesi, ha commentato alla stampa che: "Questa è un'ulteriore conferma di quanto poco si tenga conto della volontà degli allevatori. (...) Le decisioni sono prese dall'alto per le strategie politiche di un sindacato agricolo. Tra gli allevatori della mia generazione c'è grande rammarico. (...) a Cremona c'è sempre stata la cultura della selezione di questa razza e c'è, da sempre, un grande substrato di allevatori che supportano la fiera" ("gazzettadimantova.gelocal", 28 marzo 2021);
ogni evento fieristico ha ovviamente un forte impatto sull'occupazione, sia diretto che indiretto. Per questo le categorie economiche locali, nessuna esclusa, e i sindacati, nel corso dell'incontro convocato lo scorso 29 marzo dalla camera di commercio si sono schierati all'unanimità a favore della fiera di Cremona e del suo necessario rilancio;
stesso intendimento hanno manifestato tutte le forze politiche presenti nel Consiglio comunale e provinciale di Cremona e stesso indirizzo, già evidenziato ai media locali, hanno esplicitato i sindaci dei principali centri della provincia affermando la volontà di essere al fianco della fiera di Cremona;
la Provincia e il Comune di Cremona, la camera di commercio e Cremona fiere hanno sottoscritto un documento unitario, in cui definiscono inaccettabile la scelta prospettando danni gravissimi per l'intero sistema economico provinciale;
considerato altresì che:
risale all'immediato dopoguerra la proposta di dar vita a Cremona a una grande fiera agricola-commerciale. Già nel 1950 la manifestazione divenne la più grande rassegna internazionale di bovini da latte contando la presenza di quasi un migliaio di capi iscritti ai libri genealogici;
la Regione Lombardia riconosceva il ruolo di Cremona come capitale e centro propulsore della zootecnia italiana;
il ruolo della fiera e l'importante collaborazione con le associazioni degli allevatori sono stati determinanti per quello che è oggi rappresentato a Cremona e che trova nella fiera per lo sviluppo, in provincia di Cremona e nei territori limitrofi, una sintesi del modello produttivo d'eccellenza nazionale, riconosciuto anche a livello internazionale;
nel 1957 si costituirono in alcune province, fra cui in primis Cremona, le associazioni di allevatori della frisona italiana raggruppate nell'ANAFI. Questo a seguito dell'azione intelligente e visionaria dei migliori e più avveduti allevatori cremonesi e di altre province della pianura Padana, nel sostenere concretamente gli obiettivi che la fiera di Cremona si era posta. La fiera venne dunque supportata con le più ampie possibilità organizzative dell'APA (associazione provinciale allevatori) e dall'ANAFI (associazione facente capo all'AIA, associazione italiana allevatori). Da questa combinazione partirono i principali indirizzi per il miglioramento delle produzioni dei settori zootecnico e lattiero-caseario, iniziando dalla selezione genetica;
l'edizione del 1958 della fiera internazionale del bovino da latte si contraddistingue con l'organizzazione a cura di AIA, ANAFI e APA del primo mercato nazionale del giovane bestiame selezionato dalla razza frisona italiana, iscritto al libro genealogico a dimostrazione della maturità raggiunta, sul piano tecnico, per rifornire il mercato interno con bestiame selezionato d'allevamento e della centralità e unicità di Cremona nel percorso svolto;
considerato infine che:
l'ANAFIBJ, che ha il compito di tenere il libro genealogico delle razze frisona e jersey italiana su delega del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha deciso unilateralmente di sradicare la manifestazione da Cremona;
l'associazione opera grazie ai fondi pubblici, nonché ai contributi dei soci indipendentemente dalla loro appartenenza sindacale e, pertanto, dovrebbe tutelare in egual modo gli interessi di tutti gli allevatori;
la Regione ha appoggiato formalmente un'operazione che all'interno della stessa Lombardia favorisce un territorio a danno di un altro, per di più in un momento in cu il mondo agricolo e zootecnico è duramente provato dalle conseguenze economiche della pandemia in corso;
la decisione non solo avrebbe notevoli ripercussioni sulla fiera di Cremona e sull'intero territorio provinciale, ma nuocerebbe anche al sistema nazionale che trova a Cremona la sua rappresentazione di eccellenza anche internazionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
se sia pervenuta la richiesta di spostamento della fiera nazionale della frisona a Montichiari e, nel caso, se sussistano le necessarie condizioni previste;
se sia stata avviata alcuna procedura di autorizzazione in proposito e, in caso affermativo, quale sia lo stato di avanzamento dell'iter;
quali iniziative intenda assumere per evitare ingenti danni diretti e indiretti causati alla città di Cremona, che ospita la fiera da quasi 70 anni.
(4-05244)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:
10ª Commissione permanente(Industria, commercio, turismo):
3-02406 del senatore Croatti ed altri, sulla richiesta di deroga ai limiti previsti dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato per il settore fieristico italiano;
13ª Commissione permanente(Territorio, ambiente, beni ambientali):
3-02396 del senatore Taricco ed altri, sulla tutela e manutenzione del verde urbano a Fossano (Cuneo).
Avviso di rettifica
Nel Resoconto stenografico della 83a seduta pubblica del 24 gennaio 2019, a pagina 40, il titolo: "Richieste di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni cui ha preso parte un senatore, presentazione di relazioni" è sostituito dal seguente. "Domande di autorizzazione ai sensi dell'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, presentazione di relazioni".
Nel Resoconto stenografico della 188a seduta pubblica del 6 febbraio 2020, a pagina 126, il titolo: "Richieste di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni cui ha preso parte un senatore, presentazione di relazioni" è sostituito dal seguente. "Domande di autorizzazione ai sensi dell'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, presentazione di relazioni".
Nel Resoconto stenografico della 310ª seduta pubblica del 1° aprile 2021, a pagina 130, sotto il titolo "Congedi e missioni", alla quinta riga, dopo la parola: "Moles," inserire la seguente: "Montevecchi,".
Conseguentemente inserire nelle caselle relative a tutte le votazioni della senatrice Montevecchi un asterisco che richiami la seguente nota da pubblicare in calce alla medesima pagina:
"(*) La senatrice Michela Montevecchi è in congedo e non dunque assente come figura dal prospetto della votazione.".