Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 292 del 14/01/2021
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
292a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
GIOVEDÌ 14 GENNAIO 2021
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Presidenza del vice presidente LA RUSSA,
indi del vice presidente CALDEROLI
e del vice presidente TAVERNA
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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 293 del 19 gennaio 2021
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA e CAMBIAMO: Misto-IeC; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente LA RUSSA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,30).
Si dia lettura del processo verbale.
MONTEVECCHI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di interrogazioni (ore 9,32)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-01165 sulle politiche di contrasto alla contraffazione alimentare, anche in relazione al Trattato CETA con il Canada.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli senatori, ritengo preliminarmente di evidenziare come il CETA, l'accordo economico e commerciale globale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri da un lato e il Canada dall'altro, prevede sia la registrazione e la protezione di indicazioni geografiche originarie degli Stati membri dell'Unione europea in Canada - fra le quali quelle italiane - sia la possibilità di aumentare in futuro il numero delle indicazioni geografiche protette in Canada.
In relazione all'asserzione dell'interrogante circa l'inefficacia dell'accordo contro la contraffazione alimentare, evidenzio che la tutela della qualità e della certificazione dei nostri prodotti di eccellenza esportati sul mercato canadese è assicurato dalla protezione che, ai sensi del CETA stesso, è stata garantita alle indicazioni geografiche inserite in un'apposita lista allegata al medesimo.
Con tale disposizione il Canada, tradizionalmente estraneo a questo tipo di sistemi in quanto orientato al sistema dei marchi, ha riconosciuto un certo numero di indicazioni geografiche europee, di cui 41 italiane che, peraltro, rappresentano circa il 90 per cento del valore delle nostre esportazioni DOP e IGP in Canada e si aggiungono a quelle dei vini, già riconosciute e protette.
Trattandosi peraltro di lista aperta, come più sopra accennato, quest'ultima potrà essere integrata successivamente con nuove indicazioni geografiche che dovessero essere riconosciute a livello europeo tramite una decisione assunta dal Comitato previsto dal CETA. Ulteriormente il Canada, a seguito della modifica della propria legge sui marchi, ha previsto la possibilità di ottenere una tutela anche per le indicazioni geografiche già esistenti in Unione europea, ma non presenti nell'allegato all'Accordo, previa richiesta diretta al Canadian intellectual property office.
Sin dal primo giorno di applicazione provvisoria del CETA, pertanto, le 125 indicazioni geografiche europee hanno cominciato a beneficiare di una piena tutela attraverso l'Accordo e tale risultato ha permesso di risolvere il fenomeno dell'italian sounding e della contraffazione di alcuni dei nostri prodotti di eccellenza agroalimentare.
Quanto alle indicazioni geografiche per le quali è stata prevista la coesistenza con marchi già registrati precedentemente in Canada (in particolare, Parmigiano Reggiano, tre prosciutti italiani e tre nostri formaggi), questa soluzione, individuata per tutelare i diritti acquisiti dagli operatori locali, ha comunque consentito la protezione di alcuni prodotti europei considerati fino ad allora «nomi generici», oltre a permettere la commercializzazione di alcuni prodotti, in particolare il prosciutto di Parma. Quest'ultimo, infatti, prima del CETA non poteva essere immesso sul mercato canadese con il suo nome, ma solo come «original prosciutto», data l'esistenza di un marchio «Parma» registrato quarant'anni prima.
Inoltre, l'Accordo contiene specifiche disposizioni contro l'italian sounding, quali il divieto di evocazione per i prodotti non originari (ossia il divieto di uso di simboli, foto, colori e simili che possano evocare l'origine dell'indicazione geografica), l'obbligo di indicare l'origine sull'etichetta in modo chiaro e visibile, l'obbligo di ulteriore differenziazione per i prodotti introdotti sul mercato dopo una certa data, che dovranno riportare la dicitura «style/imitation» e così via, nonché la possibilità di ricorso amministrativo da parte dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale delle singole indicazioni geografiche.
Per quanto sopra premesso, dunque, e con riferimento all'ulteriore rilievo dell'interrogante in merito al momento di importazioni nell'Unione europea di prodotti a denominazione «Parmesan» di origine canadese, si evidenzia come la legislazione europea ne vieti espressamente la commercializzazione, in quanto il termine «Parmesan» non è generico, ma rappresenta un'evocazione della denominazione «Parmigiano Reggiano» e come tale non può essere utilizzato in Unione europea per formaggi non conformi al disciplinare della DOP italiana.
Eventuali casi di importazione che violino il diritto esclusivo nell'Unione della DOP «Parmigiano Reggiano» e dei suoi sinonimi possono essere segnalati alle competenti autorità degli Stati membri - nel caso dell'Italia, è l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi del regolamento unionale n. 1151/2012 - che hanno l'obbligo di adottare le misure amministrative e giudiziarie adeguate per prevenire o far cessare l'uso illecito delle Indicazioni geografiche protette, prodotte o commercializzate nello Stato membro. Disposizione questa che è stata fortemente voluta proprio dall'Italia in quanto finalizzata a responsabilizzare le autorità degli Stati membri. Peraltro, il regolamento UE n. 608/2103 assicura la protezione doganale di tutti i diritti di proprietà intellettuale - incluse le indicazioni geografiche - registrati nell'Unione europea.
Ma anche lo stesso Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano - è necessario evidenziarlo - svolge, come tutti i consorzi riconosciuti ai sensi di legge, una costante azione di controllo nel mercato unico, legittimata anche dall'articolo 54 del citato regolamento UE n. 1151/2012, segnalando casi di violazione del diritto, direttamente o mediante l'ICQRF, alle autorità competenti degli altri Stati membri.
In relazione poi alla tematica della tutela dei prodotti sul mercato italiano e del rispetto dei requisiti di etichettatura a tutela del consumatore, faccio presente che l'offerta di informazioni chiare, comprensibili e leggibili sugli alimenti a tutela dei consumatori - materia armonizzata a livello europeo, dove il regolamento UE 1169/2011 assicura un elevato livello di protezione del consumatore, disciplinando tutti gli aspetti riguardanti l'etichettatura - è argomento di massima rilevanza e impegno per questo Ministero. Ne è riprova, ad esempio, la lettera sottoscritta a marzo scorso congiuntamente dal ministro Bellanova e dal Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, inviata ai commissari europei alla salute e all'agricoltura, in cui l'Italia chiedeva che venisse esteso l'obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti, a partire da una scelta rapida sui prodotti sui quali si è già sperimentato in questi anni come latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, derivati del pomodoro.
In quest'ottica i suddetti Ministri hanno notificato a Bruxelles la proroga fino al 31 dicembre 2021 del decreto 9 dicembre 2016 su latte e formaggi e hanno poi firmato il decreto ministeriale del 1° aprile 2020, che proroga anche le disposizioni obbligatorie di indicazione dell'origine, in etichetta, del grano duro per paste di semola di grano duro, del riso e dei derivati del pomodoro al 31 dicembre 2021.
Ciò nella convinzione che nella strategia Farm to fork l'origine obbligatoria debba essere un tema centrale, proprio perché visto che quella locuzione si traduce «dal campo alla tavola», l'origine obbligatoria declina al meglio questa esigenza, affinché in etichetta il consumatore abbia la percezione dell'intero percorso di tracciabilità.
Quanto poi alle attività di controllo, con riferimento specifico a quella posta in essere dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), quest'ultima è improntata alla massima attenzione nella verifica dell'indicazione dell'origine riportata sui prodotti agroalimentari.
Ciò anche con controlli a campione di rintracciabilità, per accertarne la veridicità, contrastare il fenomeno dell'italian sounding, per tutelare il made in Italy e le produzioni più rappresentative in tale ambito, con particolare riferimento a quelle tutelate da specifica normativa dell'Unione europea (prodotti DOP e IGP).
Tramite i sistemi di assistenza e cooperazione tra autorità competenti degli Stati membri dell'Unione europea Administrative assistance and cooperation system (AAC) e Food fraud network (FF), di cui I'ICQRF è punto di contatto per l'Italia insieme al Ministero della salute, vengono trattate le segnalazioni scambiate con le autorità di altri Stati membri concernenti le irregolarità riscontrate sui dispositivi di etichettatura. Anche sul commercio via web a livello sono stati siglati specifici protocolli d'intesa con le principali piattaforme commerciali on line (eBay, Amazon, Alibaba), rafforzando la tutela dei consumatori che si avvalgono delle suddette piattaforme e-commerce, nonché la promozione, la valorizzazione e l'informazione sulle produzioni italiane DOP e IGP, affinché nel mercato on line siano contrastati i fenomeni di usurpazione delle denominazioni registrate italiane di qualità.
A fronte poi delle perplessità manifestate dall'interrogante in merito al fatto che la ratifica del CETA da parte dell'Italia - invece di rappresentare un'opportunità per la nostra Nazione - si concretizzerebbe, al contrario, in un veicolo facilitatore dell'importazione di prodotti agroalimentari con standard di sicurezza inferiori a quelli europei, rispondo evidenziando che tutti i prodotti agroalimentari provenienti dal Canada dovranno ottemperare alle normative europee in materia sanitaria e fitosanitaria, ivi comprese le norme che regolamentano l'accesso di organismi e prodotti geneticamente modificati.
Analogamente, in ragione del principio di precauzione - che, previsto nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), all'articolo 191, è obbligatorio e non può essere modificato o abrogato da alcun accordo internazionale, incluso il CETA - e delle normative sanitarie e fitosanitarie, i prodotti trattati con sostanze vietate in quanto nocive (ad oggi, l'uso del glifosato è ancora autorizzato nell'Unione europea) o di cui non si ha evidenza scientifica sulla nocività, ma di cui si sospetta qualche rischio per la salute umana, non potranno accedere al mercato interno dell'Unione europea.
Pertanto, posto che resta valido quanto già detto sul principio di precauzione, l'Unione europea continuerà ad applicare la sua legislazione sul divieto degli ormoni per allevamento animale, secondo quanto previsto dalla direttiva 96/22/EC, modificata con la direttiva 2003/74/EC.
In aggiunta, l'importazione di carne non trattata da Paesi terzi che utilizzano per il loro mercato interno ormoni per allevamento è possibile solo nel caso in cui sia assicurata la segregazione degli allevamenti, principio che si applica anche all'uso degli antibiotici vietati nell'Unione europea, come previsto dalla direttiva 96/23/EC.
Il CETA non ha ovviamente modificato il quadro normativo. Questo principio è stato per chiarezza riaffermato nelle dichiarazioni allegate alla procedura del Consiglio europeo per l'adozione della decisione di autorizzare la firma del CETA a nome dell'Unione.
In ultimo, per quanto, invece, attiene specificatamente alla tematica degli OGM, è opportuno ricordare che, con l'attuazione della direttiva 2015/412/UE, è stato sancito il definitivo divieto di coltivazione di tutte le varietà di mais MON810 in Italia (decisione della Commissione n. 321 del 3 marzo 2016) e di tutti i mais transgenici che risultano ancora in corso di autorizzazione all'immissione in commercio. La coltivazione di suddetti mais transgenici, autorizzati o in corso di autorizzazione, è punita con le sanzioni previste dall'articolo 35-bis del decreto legislativo dell'8 luglio 2003, n. 224.
Ad oggi, non è stata presentata alcuna nuova richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio per la coltivazione di nuovi OGM, né per il mais, né per altre specie.
Pertanto, l'attuale sistema legislativo consente di intervenire su tutti i nuovi OGM per i quali viene chiesta l'autorizzazione europea alla coltivazione e al contempo il sistema sanzionatorio è in grado di punire tutti i possibili casi di violazione delle norme in vigore.
Per quanto concerne la normativa sui sistemi di etichettatura degli alimenti e dei mangimi contenenti organismi geneticamente modificati, si ricorda che i prodotti, siano essi alimenti o mangimi, costituiti, contenenti o derivati da OGM, sono soggetti ai requisiti di etichettatura e tracciabilità stabiliti con i regolamenti comunitari n. 1829/2003 e n. 1830/2003. Ciò garantisce che vengano fornite informazioni ai consumatori e utilizzatori di tali prodotti, permettendo loro di effettuare una scelta consapevole.
Con il regolamento (CE) n. 1829/2003 viene stabilito che gli alimenti derivati da OGM, destinati al consumatore finale o ai fornitori di alimenti per la collettività, debbano riportare in etichetta la dicitura relativa alla presenza di OGM.
Inoltre, con il regolamento n. 1830 del 2003 gli alimenti geneticamente modificati devono rispettare anche le prescrizioni stabilite in materia di tracciabilità, definita come la capacità di rintracciare OGM e prodotti ottenuti da OGM in tutte le fasi dall'immissione in commercio attraverso la catena di produzione e di distribuzione.
Per garantire la tracciabilità gli operatori che trattano prodotti contenenti, costituiti o ottenuti da OGM hanno l'obbligo di fornire al successivo operatore della filiera, in tutte le fasi di produzione e distribuzione, una specifica informazione in merito.
CALANDRINI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Nel cederle la parola mi permetto di rivolgere al Governo l'invito a una possibile sintesi nell'illustrazione.
Ha facoltà di parlare, senatore Calandrini.
CALANDRINI (FdI). Signor Presidente, prima di entrare nel merito dell'interrogazione, molto interessante, è doveroso sottolineare come la risposta di oggi del sottosegretario L'Abbate sia fuori tempo massimo perché l'atto di sindacato ispettivo è datato ottobre 2019. Arriva, pertanto, in Aula dopo un anno e tre mesi, ma la cosa più simpatica è che giunge nel momento in cui non c'è più il Ministro delle politiche agricole. Come lei sa, da ieri non è più Ministro della Repubblica e probabilmente, tra qualche ora, non ci sarà nemmeno più un Governo che possa rappresentare le istanze e tutto ciò che velocemente ci ha esposto oggi il sottosegretario L'Abbate sui tre temi che ho posto come criticità per sapere cosa ne pensasse il Governo. Oggi abbiamo in Aula un Governo che di fatto non c'è più.
I tre temi, che il Sottosegretario ha affrontato molto velocemente, sono il Comprehensive economic and trade agreement (CETA), gli OGM e la tutela dei prodotti italiani.
Sottosegretario, venendo al tema specifico, voglio dire con concretezza che a noi di Fratelli d'Italia interessa che in materia di trattati - e, in questo caso, con questo trattato internazionale - vengano tutelati innanzitutto il produttore e il consumatore italiano. Ci aspettiamo da chi governa, indipendentemente dal Governo e sperando che tra poco ci possa essere in Italia un Governo di centrodestra, il massimo impegno per difendere il nome e la qualità dei nostri prodotti, che sono i migliori nel mondo.
Pretendiamo che nei confronti di qualsiasi Stato il Governo contrasti chi gioca a imitare i nostri prodotti di valore con analoghi prodotti - lei ha fatto riferimento più volte al Parmesan - che non hanno nulla a che vedere con i nostri, ma che in qualche modo ingannano i consumatori e minacciano il sistema economico e produttivo del sistema Paese.
Ci battiamo da molti anni affinché i prodotti che finiscano sulle nostre tavole abbiano un'etichettatura e anche una tracciabilità, come ha detto anche lei, che consenta di risalire alle origini e agli ingredienti prima che quel prodotto possa diventare un alimento. Noi, come Gruppo parlamentare e come partito con il nostro leader, Giorgia Meloni, manterremo sempre alta l'attenzione prima di qualsiasi accordo - in questo caso si tratta del CETA, un accordo internazionale con il Canada - perché prima di tutto per noi vengono l'Italia, la nostra economia e il nostro sistema produttivo. Quindi, non esporremo mai gli italiani a scelte insensate che possano far venir meno queste priorità.
Sottosegretario, la ringrazio per la risposta, anche se non siamo soddisfatti, anche perché, come dicevo in premessa, arriva fuori tempo massimo e quando ormai il Governo non può fare più nulla perché si è complessivamente polverizzato.
PRESIDENTE. Seguono le interrogazioni 3-01127 e 3-01563 sull'Associazione italiana alberghi per la gioventù.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente a tali interrogazioni.
L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, la senatrice Binetti, unitamente ad altri colleghi, chiede quali iniziative si intendano intraprendere al fine di salvaguardare le attività e le funzioni dell'Associazione italiana alberghi per la gioventù e sostenere il turismo tra le categorie più svantaggiate, in particolare tra i giovani. In base al suo statuto l'AIG (Associazione italiana alberghi per la gioventù), costituita con atto del 19 dicembre 1945, è un ente morale assistenziale a carattere nazionale senza fini di lucro. L'associazione ha per scopo istituzionale la promozione del turismo giovanile attraverso la realizzazione e la gestione degli ostelli per la gioventù e l'attuazione di ogni altra iniziativa idonea a favorire il miglioramento morale, culturale e fisico della gioventù mediante la pratica del turismo, considerato un mezzo insostituibile per la promozione sociale dei giovani e per favorirne la reciproca conoscenza.
A livello internazionale l'AIG è membro e unico rappresentante per l'Italia della Federazione internazionale degli ostelli per la gioventù, massimo organismo mondiale competente per la ricettività dei giovani. Durante la conversione in Senato del decreto-legge n. 101 del 3 settembre 2019, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali», fu approvato e poi stralciato l'emendamento 15.0.13, che prevedeva la soppressione dell'Associazione italiana alberghi per la gioventù e conseguentemente costituiva l'ente pubblico non economico denominato Ente italiano alberghi per la gioventù (EIG), sottoposto alla vigilanza del Presidenza del Consiglio dei ministri, in ragione delle competenze esercitate in materia di politiche per la gioventù. Il nuovo ente EIG sarebbe entrato a far parte degli enti di promozione economica, con una nuova dotazione organica di 57 unità. Inoltre veniva prevista la nomina di un commissario straordinario al fine dell'adeguamento statutario e per consentire l'ordinato trasferimento dei beni e delle funzioni al nuovo ente, nonché per la definizione dei rapporti pendenti in capo all'AIG. Gli oneri che lo Stato avrebbe sostenuto a decorrere dal 2020 sarebbero stati pari a 1,7 milioni di euro all'anno. Il Governo, oggi come un anno fa, è disponibile a valutare positivamente un'analoga proposta normativa per affrontare e risolvere l'attuale situazione dell'Associazione italiana alberghi per la gioventù e salvaguardare le attività e le funzioni che questa svolge.
COMINCINI (IV-PSI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COMINCINI (IV-PSI). Signor Presidente, vorrei dire al rappresentante del Governo che io non ho ben compreso quali siano le azioni concrete che possono essere messe in campo per salvaguardare questo patrimonio, che non è solo un patrimonio del nostro Paese, ma è un valore per tanti giovani e per le persone meno abbienti, che hanno trovato in questi spazi e in questi luoghi dei punti di riferimento importanti per l'attività turistica. Non comprendo inoltre come si possano salvaguardare le famiglie (stiamo parlando di circa 200 lavoratori e delle relative famiglie), che rischiano per la situazione di crisi in cui versa l'Associazione italiana alberghi per la gioventù, la quale potrebbe terminare la propria gloriosa esperienza.
L'interrogazione che ho presentato risale all'agosto 2019. Sono passate nel frattempo due leggi di bilancio, nel corso del cui esame sono stati presentati degli emendamenti al riguardo da parte di diversi colleghi, non solo da parte del sottoscritto. Ci sono stati poi altri provvedimenti normativi proposti dal Governo al Parlamento, ai quali sono stati agganciati emendamenti che tentavano di risolvere questa situazione. Siamo a gennaio 2021 e ancora non c'è la configurazione di una soluzione che possa definirsi tale.
Chiedo davvero uno sforzo aggiuntivo, perché non sono mancate le occasioni per salvare questa esperienza. Se la si vuole salvare, come mi sembra il Parlamento abbia chiesto a più riprese in questi quasi due anni, in maniera anche trasversale, credo che lo si debba fare. Il Parlamento ha dato un indirizzo chiaro; ora spetta al Governo identificare lo strumento idoneo per dare attuazione a questa richiesta che in maniera trasversale giunge dal Parlamento. Chiedo uno sforzo aggiuntivo, che sia veramente risolutivo.
BINETTI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BINETTI (FIBP-UDC). Con tutto il rispetto e ringraziando il Sottosegretario L'Abbate per la sua presenza in quest'Aula e per l'amabilità con cui ha risposto, sia pure in modo non soddisfacente, ai quesiti posti, faccio presente che personalmente mi sarei aspettata la presenza del ministro Franceschini, cioè del Ministro che ha una delega al turismo, o del Ministro che in qualche modo ha una delega alla gioventù. Per carità, l'agricoltura va sempre bene, ma non è certamente il cuore del problema. Questo già dimostra lo scarso interesse per la specificità del quesito. Quello che stiamo vivendo è uno dei momenti di più drammatica emergenza economico-sanitaria che il Paese abbia mai attraversato - si dice - dalla fine della Seconda guerra mondiale e ci troviamo davanti a una situazione in cui abbiamo tutto il turismo bloccato, con una perdita secca che farà sì che ci vorranno anni prima che il settore possa essere rimesso in movimento. Nell'ambito, però, di questo turismo che potremmo definire non profit, un turismo di servizio, abbiamo il turismo dei giovani, cioè quella disponibilità che permette a un giovane di allargare gli orizzonti culturali ed anche della prospettiva sociale, attraverso questa attività di spostamento che consente ai ragazzi italiani di fare l'esperienza di andare all'estero e a chi viene dall'estero di venire in Italia. È evidente che nel lockdown, così come siamo tutti chiusi dentro - e il prossimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri rappresenta un'ulteriore limitazione a quelle che potremmo chiamare le libertà individuali - stiamo privando i nostri giovani della scuola in presenza, delle esperienze comunque culturali, anche di approfondimento, quelle legate alla vita universitaria e ai tirocini, e in questo caso anche di quella capacità di allargamento degli orizzonti. Non dimentichiamo, peraltro, che proprio gli alberghi della gioventù sono passati negli anni Sessanta - e questo non è un elemento indifferente - dalla denominazione originaria di enti morali a quella di enti assistenziali, perché sembrava quasi che bisognasse assistere in qualche modo sotto il profilo economico-organizzativo i giovane nei loro spostamenti, poi a quella attuale di enti culturali. Stiamo, quindi, ancora una volta, considerando il mondo dei giovani nella peggiore delle modalità possibili, cioè non considerandolo.
Chiaramente la risposta e anche l'intervento del collega che mi ha preceduto sembrano quasi guardare con maggiore interesse alla garanzia di posti di lavoro, ma sappiamo che questa garanzia è sospesa al filo, che potremmo chiamare in questo momento il famoso filo della cassa integrata e che sarà sottoposto comunque alla tagliola del 30 marzo, quando verrà meno il divieto dei licenziamenti. Siamo di fronte ad un atteggiamento politico capace di riversare su questo settore tutta la cecità di un Paese che non considera il turismo veramente il suo oro nero. L'esempio del turismo come oro nero del Paese è un esempio che fece il ministro Franceschini, Ministro da ben due legislature. Adesso non sappiamo cosa succederà nel prossimo Governo: magari il ministro Franceschini diventerà il Capo del Governo e magari, se così dovesse essere, attribuirà al turismo e alla cultura un'importanza di gran lunga superiore a quella rivestita fino adesso, ma noi sappiamo che questa sorta di oro nero, che è il turismo italiano, non è mai riuscito ad essere preso in giusta considerazione come la ricchezza propria del Paese, una ricchezza economica, una ricchezza enogastronomica - e questo sicuramente riguarda anche le sue competenze - una ricchezza culturale che è fatta di tradizione, ma anche di capacità di guardare avanti.
Credo che ad oggi risulti ridicolo porre questa domanda sugli alberghi della gioventù: quando il collega presentò la sua interrogazione, come sa, ancora non c'era stata la pandemia, quando io ho presentato la mia eravamo nella fase dell'ampliamento degli orizzonti, nella prospettiva di tornare ad una potenziale normalità, mentre oggi siamo sprofondati in un drammatico buco nero da cui non sappiamo nemmeno quando e come potremo uscire, vista l'impossibilità di passare da un Comune all'altro o da una Regione all'altra. Questo significa miopia grave di Governo, dal punto di vista culturale, economico, sociale e organizzativo, e significa cecità nei confronti dei diritti delle nuove generazioni. Altro che il recovery plan come diritto della next generation! Questa è veramente cecità.
Non posso quindi che approfittare di questo momento, per dire che speriamo che dal male possa derivare un qualche bene. Certamente, finora, le premesse non ci sono. (Applausi).
Sull'ordine dei lavori
BALBONI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BALBONI (FdI). Signor Presidente, desidero intervenire molto brevemente, per chiederle di sospendere i nostri lavori, perché, anche raccogliendo le considerazioni dei colleghi che mi hanno preceduto poco fa, mi sembra che siamo di fronte a una situazione paradossale. Siamo infatti qui per ascoltare le risposte di un Governo, che in sostanza non c'è più, come dimostra il fatto che abbiamo un Sottosegretario, che sta rispondendo a nome del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che si è dimesso ieri. Siamo quindi di fronte a una situazione paradossale e assurda e credo che sarebbe rispettoso della dignità dell'Assemblea sospendere i nostri lavori, in attesa che la crisi si chiarisca, in modo che il Parlamento abbia come interlocutore un Governo vero e non soltanto l'ologramma di un Governo che non esiste più.
PRESIDENTE. Senatore Balboni, capisco le ragioni della sua richiesta e personalmente le darei anche ragione, ma credo che una decisione del genere competa al Presidente del Senato, che informerò immediatamente della sua richiesta. Per il momento, proseguiamo quindi con i nostri lavori.
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,03)
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-01825 sulla demolizione di un bene architettonico di pregio a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli senatori, la senatrice Corrado, unitamente ad altri colleghi senatori, chiede notizie sulla demolizione di parte delle fabbriche del villaggio agricolo cosiddetto Zaccarino e sullo stato di conservazione della chiesa di San Francesco d'Assisi, in agro di Giugliano, in provincia di Napoli.
A tal proposito, occorre precisare che il territorio di Giugliano non è tutelato dal punto di vista paesaggistico e che la masseria in questione non risulta sottoposta a provvedimenti di tutela, neanche dal punto di vista archeologico. In assenza di provvedimenti di tutela, la Soprintendenza non è stata coinvolta nel procedimento autorizzativo dei lavori in corso e ha appreso dell'avvenuta demolizione, confermata dal sopralluogo eseguito in data 13 luglio 2020, solo a seguito delle notizie comparse sui quotidiani.
Sempre da una ricerca d'archivio, è emerso che nel 2018 è stata avanzata, da parte di privati, una richiesta di certificazione vincolistica, fondata sull'individuazione del bene unicamente tramite dati catastali. Tale certificazione è stata poi rilasciata con esito negativo. A seguito del sopralluogo, effettuato il 13 luglio scorso da funzionari della Soprintendenza, è emersa l'opportunità di sottoporre a provvedimento di tutela la piccola chiesa di San Francesco d'Assisi, posta nelle immediate vicinanze della masseria, lungo via Grotta dell'Olmo, e forse parte del medesimo complesso.
In merito al quesito posto dall'interrogante sulla proposta di collaborazione tra Soprintendenza e Comune, si informa che la Soprintendenza, con nota del 15 luglio 2020, ha invitato il Comune di Giugliano a voler promuovere congiuntamente il censimento degli immobili di pregio sussistenti nel territorio comunale ed ha richiesto, nell'ambito di una auspicabile collaborazione istituzionale, la tempestiva informazione sulle attività edilizie in corso, inerenti a beni immobili di privati non sottoposti a provvedimenti di tutela, aventi oltre settanta anni di età, al fine di poter svolgere una preventiva attività di verifica sull'eventuale sussistenza di interesse architettonico e storico-artistico.
CORRADO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORRADO (M5S). Signor Presidente, ringrazio il Sottosegretario per aver illustrato a quest'Assemblea la risposta proveniente dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della quale non mi posso ritenere soddisfatta, e mi spiego.
Intanto noto lacune persino nella ricostruzione dei fatti, dal momento che la demolizione di cui parliamo risale al 9 luglio scorso. Il giorno stesso, l'ottima giornalista Claudia Procentese pubblicò un post sulla sua pagina Facebook, mediante il quale, con immagini assolutamente parlanti, la comunità nazionale è venuta a conoscenza di questa demolizione, realizzata in poche ore il giorno stesso, quindi sempre il 9 luglio scorso, tant'è che poi, come diceva il Sottosegretario, il sopralluogo della Soprintendenza per l'area metropolitana di Napoli è del 13 luglio. In poche ore, il complesso edilizio - che si doveva al barone Giovanni Battista Orineti, il quale aveva acquistato il feudo nel 1711 - è stato completamente demolito, per realizzare una cosiddetta ricostruzione, che mantiene la medesima cubatura dell'edificio precedente, il quale era però una masseria settecentesca, realizzando 48 appartamenti e una grande piscina condominiale con un piano seminterrato per i garage. Questo significa che è stata applicata la legge regionale n. 19 del 2009, il cosiddetto piano casa, che in Campania consente ricostruzioni anche con aumento di cubatura, laddove non ci sia un divieto rispetto a eventuali prescrizioni della Soprintendenza.
Mi perdonerete l'espressione, ma il Ministero non se la può "cavare" asserendo che l'immobile non era tutelato. Effettivamente non c'erano un vincolo o una tutela diretta di questo edificio, che sicuramente aveva un valore identitario per la popolazione e che in verità finora era sfuggito alle mire dei palazzinari solo per la vicinanza ad alcune discariche, in particolare quella di Settecainati. Tuttavia, prima di deciderne la sorte, la Soprintendenza o il Comune (un ente territoriale) avrebbero dovuto avviare il procedimento di verifica dell'interesse culturale. Non è stato fatto né richiesto. La Soprintendenza afferma di aver avuto contezza di quanto accadeva nel momento in cui la demolizione è avvenuta, tuttavia ammette che diciotto mesi prima, vale a dire a gennaio del 2019, in base a una richiesta dell'ottobre precedente, aveva risposto a una domanda sulla situazione vincolistica da parte del notaio facente capo alla ditta che ha realizzato la demolizione. Questo avrebbe dovuto essere un campanello d'allarme, tale semplicemente da indurre la Soprintendenza, o qualcuno al suo interno - di questa stiamo parlando, non di gente di strada - a fare una telefonata al Comune di Giugliano per sapere se avesse dato o stesse per dare il permesso di demolizione di un immobile storico, sul quale non c'era un vincolo esplicito, ma che certamente, essendo settecentesco, aveva superato i settant'anni, quindi era tutelato ex lege. C'è stata quindi una complicità involontaria nel girare lo sguardo dall'altra parte e si è perso un pezzo importante della storia del territorio.
Desidero dare un senso a questo sacrificio del casale Orineti di Giugliano, come ho fatto, del resto, con la collega Mariolina Castellone, andando sul posto il 18 luglio e parlando con il commissario prefettizio, perché la Giunta Poziello, quella che aveva dato l'autorizzazione, è caduta a gennaio 2020, quindi c'era il commissario Cimmino. Le associazioni Italia Nostra e Architetti in rete (AIR) hanno fatto una proposta per l'acquisizione di un articolo all'interno del piano regolatore generale (PRG) vigente di tutela dell'edilizia rurale storica.
Questo è un problema di tutto il Paese. Occorre una strategia nazionale a tutela del patrimonio edilizio rurale storico. Non parlo dei centri storici e della proposta di tutela dell'Associazione Bianchi Bandinelli, perché ci vorrebbe molto più tempo; tuttavia, in tutto il Paese siamo veramente in una condizione di pericolo altissimo, cioè si rischia ogni giorno di perdere tutto il costruito rinascimentale e moderno (migliaia di edifici, che sono la storia nostra e del nostro territorio) e di perdere il contesto in cui è inserito.
È un'emergenza del Paese, che passa sotto silenzio anche a causa della strategia che attualmente guida il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo - che - così mi è stato detto in risposta a un'interrogazione - ha assunto come obiettivo della tutela soltanto il contrasto agli scavi clandestini, laddove invece questa, alla luce dell'articolo 9 della Costituzione, è tutt'altro ed è inscindibile dalla valorizzazione.
Spero pertanto che questo sacrificio della masseria di Giuliano non vada completamente perduto e ci possa essere un ripensamento delle politiche del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento di interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.
Sull'ordine dei lavori
ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, riprendendo quanto ha dichiarato prima il collega Balboni.
Anche il Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione ritiene assurdo e paradossale che si debba continuare in questa fase di interrogazioni mentre il Governo sta vacillando e, soprattutto, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che avrebbe dovuto essere presente oggi a rispondere, ha dato ieri le dimissioni.
Anche io, a nome del Gruppo che ho l'onore di rappresentare, chiedo la sospensione dei lavori di Assemblea e le chiedo, signor Presidente, di sollecitare la risposta che ha richiesto al presidente Casellati. (Applausi).
MALAN (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FIBP-UDC). Signor Presidente, il presidente del Consiglio Conte, a suo tempo, aveva detto che avrebbe voluto portare in Parlamento un'eventuale situazione di crisi e il fatto che una delle forze politiche che sostengono il Governo abbia deciso di ritirare due suoi componenti dal Consiglio dei Ministri evidentemente ci dice che, per l'appunto, la crisi si è aperta.
Attendiamo e ci aspettiamo che presto il Presidente del Consiglio venga per formalizzare quanto è nelle cose, ovvero si rechi al Quirinale per trarre le conseguenze di quanto avvenuto.
Di certo, è dignitoso che il Senato sia informato e partecipe della vicenda e che la questione non resti in palazzi estranei a quelli dove, invece, c'è la rappresentanza del popolo italiano, sulla base di quanto indicato dalla Costituzione. (Applausi).
BALBONI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BALBONI (FdI). Signor Presidente, sinceramente speravo che accogliesse la mia richiesta di poco fa. Prendo atto che ha ritenuto più opportuno informare il Presidente del Senato, la cui risposta mi auguro arrivi quantomeno entro oggi pomeriggio, visto che, come sa, è previsto lo svolgimento del question time.
Tuttavia, credo che di fronte a questa situazione sia necessario - la mia è una richiesta formale, signor Presidente - che il presidente Conte venga immediatamente nell'Aula del Senato per riferire sulla grave crisi che il Paese sta attraversando. Non ho bisogno di ricordare a lei e a tutti i colleghi la situazione drammatica, dal punto di vista sanitario ed economico, che l'intero Paese sta vivendo. Non possiamo rimanere un minuto di più in questa situazione di grave incertezza; non sappiamo se il Governo c'è o non c'è.
Signor Presidente, le chiedo pertanto formalmente che il presidente Conte venga immediatamente a riferire in Parlamento sulla situazione che il Paese sta attraversando. (Applausi).
PERILLI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERILLI (M5S). Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi dei colleghi dell'opposizione, che mi sembrano legittimi - e, naturalmente, porteranno le loro ragioni anche in Conferenza dei Capigruppo - però va precisato qualcos'altro, ovvero che il Governo al momento decisamente c'è; sarà casomai il presidente Mattarella a doverlo mantenere in vita o meno attraverso la sua voce autorevole.
È legittimo porre la questione in Aula - anche se ribadisco che la si potrà affrontare in sede di Capigruppo - perché ovviamente nessuno nasconde la delicatezza del momento, ma dire che il Governo non c'è è sbagliato ed è, come al solito, un'informazione che continua a destabilizzare un Paese che, signor Presidente, è già fortemente e comprensibilmente indispettito da quello che sta accadendo.
Sostanzialmente, anche questa è una strumentalizzazione: il Governo c'è e c'è un Presidente del Consiglio; si vedrà nelle sedi opportune se e come il Presidente del Consiglio verrà a riferire alle Camere - come ha sempre fatto, tra l'altro - ma questo non c'entra con ciò che l'opposizione sta sostenendo, peraltro in un momento in cui l'Assemblea non è neanche nella pienezza della sua composizione. (Applausi. Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi, ho riferito al Presidente la richiesta di sospensione e, soprattutto, quella di intervento del Presidente del Consiglio in Aula, formalmente avanzata, e il Presidente mi chiede di informare l'Assemblea che alle ore 10,30 è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, quindi fra quindici minuti.
Sospendo la seduta, che, salvo il diverso avviso della Conferenza dei Capigruppo, riprenderà alle ore 15 con il question time.
(La seduta, sospesa alle ore 10,16, è ripresa alle ore 15).
Presidenza del vice presidente CALDEROLI
Colleghi, comunico che la Conferenza dei Capigruppo ha convenuto di non svolgere le interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, all'ordine del giorno della seduta odierna.
La seduta pertanto è sospesa e riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei Capigruppo convocata alle ore 17.
(La seduta, sospesa alle ore 15,01, è ripresa alle ore 20,29).
Presidenza del vice presidente TAVERNA
Governo, composizione
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato la seguente lettera:
«Roma, 14 gennaio 2021
Gentile Presidente,
La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa BELLANOVA dalla carica di Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Con il medesimo decreto, il Presidente della Repubblica mi ha conferito l'incarico di reggere ad interim il predetto Dicastero.
Il Presidente della Repubblica, con propri decreti in data odierna, adottati su mia proposta, ha altresì accettato le dimissioni rassegnate dalla prof.ssa Elena BONETTI dalla carica di Ministro senza portafoglio e dall'on. dott. Ivan SCALFAROTTO dalla carica di Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale.
Con viva cordialità,
F.to Giuseppe Conte».
Disegni di legge, annunzio di presentazione
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro della salute e dal Ministro dell'interno:
«Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021» (2066).
Sui lavori del Senato
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che martedì 19 gennaio, alle ore 9,30, il Presidente del Consiglio dei ministri renderà comunicazioni al Senato sulla situazione politica in atto.
La ripartizione dei tempi tra i Gruppi per la discussione è la seguente:
M5S | 1 h. |
|
L-SP-PSd'Az |
| 50' |
FIBP-UDC |
| 40' |
PD |
| 30' |
Misto |
| 40' |
FdI |
| 30' |
IV-PSI |
| 30' |
Aut (SVP-PATT, UV) |
| 20' |
Seguiranno le dichiarazioni di voto su eventuali strumenti di indirizzo presentati.
L'organizzazione dei lavori dovrà tenere conto dei tempi di sanificazione dell'Aula.
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo semplicemente perché, come Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione, siamo assolutamente contrari e ci dissociamo da questa ipotesi di calendarizzazione e soprattutto dalla disponibilità data dal presidente Conte a venire in Aula al Senato a riferire con comunicazioni su quanto accaduto e sulla crisi politica in atto solo nella giornata di martedì prossimo.
Partendo dalle parole del Presidente della Repubblica, in cui assolutamente confidiamo, il quale già nella giornata di ieri ha chiesto al presidente Conte di uscire in fretta dall'incertezza sul futuro del Governo, ci saremmo aspettati che il Presidente del Consiglio venisse a riferire in Aula nella giornata di oggi (Applausi) e non nella giornata di martedì prossimo. Giovedì, venerdì, sabato, domenica, lunedì e martedì: passano sei giorni! (Commenti). È davvero incredibile. Vista la situazione drammatica in cui versa il nostro Paese, sia sotto l'aspetto sanitario che sotto quello economico, di fronte alle dimissioni di due Ministri, il Presidente del Consiglio si sarebbe dovuto recare subito in Aula a dire che ha una maggioranza, oppure, se non ce l'ha, a rassegnare le dimissioni, in modo tale che il Presidente della Repubblica possa intraprendere il giro di consultazioni e velocizzare le procedure, per dare eventualmente un nuovo Governo al Paese. Questo è il problema vero ed è lo scandalo vero.
Tra l'altro, quello che poi si è consumato nella Conferenza dei Capigruppo, sia di questa mattina che di questa sera, ha un po' del grottesco, perché nella Conferenza dei Capigruppo di questa mattina, la maggioranza - sempre che ci sia ancora e che sia tale: questo è tutto da valutare e lo vedremo - addirittura immaginava di portare avanti prima lo scostamento di bilancio e poi di chiudere il decreto-legge Natale. Diceva infatti di andare avanti per un po', per poi parlamentarizzare la crisi, però più avanti, con calma. (Applausi). Questa è addirittura l'idea che aveva la maggioranza, che non si capisce ancora se è tale, facendo proprio finta di nulla, come se nulla fosse successo. Abbiamo addirittura sentito, nella Conferenza dei Capigruppo, che i Ministri potevano aver dato le dimissioni per motivi familiari. Si sono sentite delle cose tali, che se i cittadini ascoltassero davvero quello che si dice in Conferenza dei Capigruppo - viene in mente il MoVimento 5 Stelle, con le sue sedute via streaming - sarebbe davvero difficile immaginare cosa potrebbero pensare della classe politica italiana. È davvero incredibile e indecente quello che è accaduto.
Non contenti di questo, nella Conferenza dei Capigruppo di questa sera è stata addirittura avanzata l'ipotesi di poter anticipare le comunicazioni di un giorno, svolgendole nella giornata di lunedì sia alla Camera che al Senato, dividendo i tempi. Ciò avrebbe comportato che al Senato avremmo votato intorno all'una di notte e improvvisamente, dopo un inizio su cui sembrava che fossimo tutti d'accordo, quando il presidente Alberti Casellati aveva già messo quasi nero su bianco questo accordo stabilito da tutti, c'è stato un dietrofront: Conte non dà più la disponibilità per lunedì perché, se si finisce all'una di notte, purtroppo è troppo tardi e forse non si riesce a portare qualcuno a votare (Applausi).
Questo dà la dimensione di come siete ridotti! Questa è la dimensione vera di come siete ridotti! È davvero indecente. Glielo dico, signor Presidente: è davvero indecente questo spettacolo. È chiaro che avete bisogno di giorni, che vi siete presi dei giorni per andare a cercare i cosiddetti responsabili. Volete l'orario giusto perché per qualcuno magari probabilmente all'una di notte è troppo tardi e, quindi, bisogna chiamarlo prima. Questo sarebbe il Governo che può dare un futuro al Paese e soprattutto il Governo del rilancio dell'Italia? Tanti auguri! (Applausi).
BERNINI (FIBP-UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERNINI (FIBP-UDC). Signor Presidente, io la ringrazio. Devo dire che il collega Romeo mi ha anticipato con una serie di considerazioni che sono state per noi uno shock continuo.
Colleghi, ho sentito dire oggi che il presidente Conte non può presentarsi nello stesso giorno in quest'Aula del Senato e alla Camera perché ciò potrebbe pregiudicare i diritti dei senatori anziani. (Applausi). Noi ci siamo commossi di fronte a questa sensibilità che avete ripetutamente dimostrato quando avete forzato il calendario dei lavori in maniera vergognosa, facendo votare anche ai senatori anziani - poveretti - fiducie ad ogni ora del giorno e della notte (Applausi). Eppure in questo momento, per la vostra paura che a questo Governo raccogliticcio manchi qualche senatore, magari qualche senatore a vita un po' agé, avete il coraggio di menzionare la debolezza, la vulnerabilità, la fragilità dei senatori anziani (Applausi). Signor Presidente, lei - pur se imparziale - ci è testimone: ne abbiamo sentite veramente di tutti i colori.
Tra l'altro, vorrei fare un ringraziamento personale al presidente Conte che, quando è stato interpellato, aveva manifestato la sua disponibilità. Aveva infatti detto di esser disposto a svolgere le sue comunicazioni lunedì mattina alla Camera e coerentemente, per equilibrio e par condicio, lunedì pomeriggio al Senato. Questa ci sembra la cosa giusta, salvo che qualcuno di voi non abbia retropensieri, preoccupazioni, angosce, esigenza di ramazzare costruttori all'interno di quest'Aula fino all'ultimo secondo (Applausi). È una cosa di cui forse il presidente Conte non era stato messo a conoscenza, ma la sua maggioranza, a distanza di una ventina di minuti, ha pensato bene di rettificare la sua disponibilità; la disponibilità data dal presidente Conte che, ogni giorno, dice di preoccuparsi profondamente per i problemi del Paese e addirittura fa dei video in cui mostra di andare a prendere il caffè e manifesta tutta la sua empatia, partecipazione e vicinanza agli italiani e rimanda in maniera vergognosa il tempo della verifica di un Governo che non sappiamo nemmeno se esiste, se non esiste, se è fiduciato o se non lo è; è il Governo oil non oil. (Applausi). Noi non sappiamo che tipo di Governo è. Sappiamo che sono stati ritirati dei Ministri, ma non sappiamo se è stata ritirata la fiducia. È questo il modo in cui voi servite i vostri rappresentati? È questo il modo in cui voi servite quegli italiani che dite stanno soffrendo? È questo il modo in cui voi seguite la pandemia e la crisi?
Beh, colleghi, se questa è l'alba di un nuovo giorno, noi ci auguriamo veramente che questo giorno non venga mai e continueremo a lavorare esattamente come voi perché Governi raccogliticci, che faranno solo il male del Paese, non nascano mai con i peggiori presupposti. Aggiungo ancora un particolare non irrilevante.
Colleghi, vi stiamo chiedendo da due mesi di fare presto. Fate presto! (Applausi).
Colleghi del MoVimento 5 Stelle, voi che volevate aprire quest'Aula come una scatoletta di tonno, oggi avete pronunciato le parole «geometrie istituzionali». Ripeto, geometrie istituzionali! (Applausi). Siete diventati più realisti del re, l'espressione del peggior teatrino della politica. Vi prego: rientrate in voi stessi, svegliatevi e fate presto nell'interesse non nostro, ma di quegli italiani che dite di voler rappresentare. (Applausi).
RAUTI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, siamo reduci da una riunione kafkiana della Conferenza dei Capigruppo, durante la quale abbiamo discusso di minutaggio, compressione dei tempi, difficoltà di deambulazione di molti senatori, problemi di insonnia e altro ancora, in un modo che offende non solo la stessa Conferenza dei Capigruppo, ma anche l'intera istituzione di cui facciamo parte.
Noi avremmo dovuto invece discutere dei modi politici, che erano quelli con cui ci si era lasciati dopo la Conferenza dei Capigruppo di questa mattina, ovvero appurare la disponibilità del Presidente del Consiglio di svolgere comunicazioni nei due rami del Parlamento. Nonostante la disponibilità data dal Presidente del Consiglio, noi siamo stati capaci di discutere delle ore per stabilire che le comunicazioni del Presidente del Consiglio si sarebbero svolte nella medesima giornata di lunedì, prima alla Camera e poi al Senato. Abbiamo anche contingentato i tempi per far sì che tutto questo si svolgesse in un solo giorno.
Poi, all'improvviso, questo sistema è stato rovesciato e si è tornati a uno schema che - a nostro avviso - è inaccettabile, ossia due giorni divisi: lunedì alla Camera e martedì al Senato. Questo vuol dire che, dall'inizio di questa crisi, rispetto alla quale si fa finta di niente, sarà passata quasi una settimana, perché martedì prossimo sarà trascorsa quasi una settimana da ieri, inizio della crisi.
Di fronte alle parole del Presidente della Repubblica, che ha chiesto che questa crisi abbia tempi brevissimi, e di fronte alle emergenze sanitarie ed economiche del Paese, che non può aspettare il pantano della politica (quindi, tempi non brevi, ma brevissimi), che cosa fa la maggioranza in via di decomposizione? Traccheggia! Traccheggiate anche sui minuti. Tutta l'opposizione ha dato disponibilità per le giornate di venerdì, sabato, domenica e lunedì. Avete traccheggiato con ogni scusa, anche la più bassa e ridicola, per arrivare a martedì. Avete bisogno del sabato e della domenica non per riposare, ma per cercare di puntellare una maggioranza che non c'è più, andando a prendere di qua e di là qualche anziano che sopravvive alle due di notte o qualche altro definito impropriamente responsabile, per capire se avete o meno dei numeri risicati. (Applausi).
Voglio dirvi una cosa. Il presidente Conte avrebbe dovuto dimettersi e sarebbe dovuto venire oggi a dire che cosa sta succedendo, che cosa si intende fare e procedere subito alla conta. (Applausi). Questo è il pensiero non solo di Fratelli d'Italia, ma di tutte le persone che si trovano fuori di qui e che attendono risposte in un periodo di straordinaria emergenza sociale, economica e sanitaria. Voi invece traccheggiate, perché vi volete puntellare! (Applausi).
Una cosa è chiara, al di là delle premesse che avete sconfessato: se troverete mai - e non lo credo, né lo auguro al Paese - una risicata maggioranza, questa sarà tre volte più debole di quella che avete avuto fin qui e con la quale avete rovinato il Paese. (Applausi).
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
CORRADO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORRADO (M5S). Signor Presidente, una settimana fa, il 7 gennaio, su «Il Giorno», nelle pagine milanesi, compariva un articolo che, per la prima volta, dava conto dello stato dell'arte della trattativa fra lo Stato e gli eredi di Umberto Eco.
Umberto Eco è stato un grandissimo narratore, filosofo, semiologo, giornalista, scomparso esattamente cinque anni fa, nel febbraio 2016. Era nato nel gennaio 1932 e ora, a distanza di cinque anni, quelle interlocuzioni - partite circa tre anni fa - tra la famiglia e lo Stato - mi riferisco a quell'articolo, seguito, nei giorni successivi, da altri interventi sulla stampa - sembrano arrivare in porto. Eppure, diversamente da quanto era dato sapere fino a qualche tempo fa, e cioè che il Ministero per i beni e le attività culturali stava trattando con la famiglia, dopo avere dichiarato l'interesse storico particolarmente rilevante del compendio costituito dalla biblioteca e dall'archivio di Umberto Eco, oggi si apprende che la biblioteca, relativamente alla parte dei testi antichi e rari, sarà effettivamente acquistata dallo Stato e sarà conservata nella biblioteca nazionale Braidense di Milano e gestita, appunto, dal Ministero. Al contrario, oltre 35.000 volumi - sono la parte più recente della biblioteca stessa - e le carte, quindi l'archivio del professore, saranno donati dalla famiglia allo Stato, ma andranno a Bologna, e quindi non a Milano.
A Bologna l'Università Alma Mater Studiorum, sulla base di un accordo con la famiglia, che sembra debba essere ancora raggiunto, metterà a disposizione degli spazi - parrebbero essere stati già identificati - per raccogliere questa parte della documentazione e dei libri.
Mi chiedo come sia possibile che il Ministero per i beni e le attività culturali, che ha emesso un provvedimento di tutela - rispetto al quale la famiglia Eco ha fatto un ricorso al TAR, e sul quale non si è ancora deciso - possa permettere lo svilimento di questa propria iniziativa di tutela, permettendo oggi lo smembramento del compendio. Come detto, la biblioteca in parte resta a Milano, in parte va a Bologna, l'archivio sembra andare a Bologna.
Ebbene, è difficile, per un uomo che è stato un grandissimo intellettuale e ha fatto della biblioteca il centro di uno dei suoi romanzi più famosi - sto pensando a «Il nome della rosa» - immaginare che la sua biblioteca, che tra l'altro chiamava in modi particolari - la definiva semiologica, ma anche curiosa, lunatica, pneumatica - venga separata dall'archivio, pur contenendo anche i libri una serie di note manoscritte e di appunti dello stesso Eco: a me sembra una cosa molto poco giustificata, tanto più che - ripeto - un provvedimento di vincolo era già stato emesso e adesso sembrerebbe che, pur restando in vigore il vincolo, il Ministero permetta - a quanto sembra, sulla base dei desideri dei familiari - uno smembramento che non ha senso. (Applausi).
LANNUTTI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANNUTTI (M5S). Signor Presidente, Mauro Masi è stato nominato presidente della Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap), controllata dal MEF, nella quale, dal 2011, ha ricoperto per tre volte l'incarico di amministratore delegato.
Secondo lo statuto della Consap, gli amministratori sono nominati per un periodo non superiore a tre esercizi, e scadono alla data dell'assemblea. Dunque, Masi, non potendo ricoprire per una quarta volta il ruolo di amministratore delegato, ha ottenuto la presidenza, mentre la poltrona di amministratore delegato è andata a Vincenzo Federico Sanasi D'Arpe.
Sempre lo statuto della Consap afferma che solo all'amministratore delegato e al presidente, nel caso di attribuzione di deleghe operative possono essere riconosciuti compensi che sono tra i 160.000 e i 180.000 euro.
La Consap gestisce, per conto del Mise, del Ministero dell'interno e del MEF, il ruolo di assicuratore pubblico per i risarcimenti e dunque gestisce alcuni fondi per i risarcimenti quali il fondo di garanzia e di cartolarizzazione delle sofferenze previsto dal decreto-legge. La Consap gestisce, inoltre, il fondo indennizzo ai risparmiatori (FIR) previsto dalla legge n. 145 del 30 dicembre 2018, ovvero gli indennizzi a favore dei risparmiatori che hanno subito un pregiudizio ingiusto, ossia le banche fallite.
Masi è anche presidente di Banca Igea, un'altra banca la cui compagine azionaria ha salvato la Banca del Fucino, con 47,5 milioni di perdite; operazione avvenuta tramite la cessione di 314 milioni di non performing loans (NPL) alla società per la gestione di attività che era SGA ex Banco di Napoli ed è diventata AMCO, società partecipata dal MEF.
Come direttore generale Rai, Masi è stato condannato in via definitiva per danno erariale proprio nei confronti della TV pubblica e ha dovuto risarcire l'azienda per 100.000 euro. Da direttore generale favorì l'esodo dell'ex direttore del telegiornale Angela Buttiglione e dell'ex direttore Rai Marcello del Bosco, facendo sborsare alla Rai 680.000 euro; cifra che la Corte dei conti ha giudicato danno erariale con sentenza confermata dalla Cassazione il 16 ottobre 2018.
In conclusione, signor Presidente, secondo noi è inconcepibile che siano sempre i soliti mandarini a essere rinnovati quasi in eterno. Mi chiedo se l'incarico di presidente della Consap ricoperto da Mauro Masi sia compatibile con quello di presidente di Banca Igea, considerando che la concessionaria di servizi assicurativi pubblici gestisce anche il FIR, il fondo per indennizzare i risparmiatori.
Quali iniziative bisogna svolgere? Questo Paese non cambierà fino a quando i soliti mandarini di Palazzo continueranno a infestare gli enti pubblici. (Applausi).
DE VECCHIS (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE VECCHIS (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo in un clima surreale perché vorrei rivolgermi al ministro Patuanelli e al ministro Catalfo per portare le preoccupazioni delle sigle sindacali di aziende aeroportuali come Alitalia e delle handling Aviation Services e Aviapartner che proprio ieri mi hanno denunciato che dal 27 gennaio le loro aziende non avranno più liquidità per pagare gli stipendi. Vorrei portare la questione all'attenzione dei suddetti Ministri, senza presentare un'interrogazione perché abbiamo urgenza, parliamo di pochi giorni, poche settimane, dopo le quali vedremo i nostri concittadini, i lavoratori del sistema aeroportuale, non percepire lo stipendio.
Intervengo quindi in fine seduta per sensibilizzare soprattutto il Ministro del lavoro affinché si faccia carico presso l'INPS, visto che spesso e volentieri gli intoppi che produce la nuova dirigenza INPS creano disagi ai cittadini. Dal 27 gennaio prossimo ci troveremo con una platea di circa diecimila persone senza lo stipendio. Porto quindi all'attenzione di quest'Assemblea e di quello che rimane ancora del Governo giallorosso il fatto che dal 27 gennaio i lavoratori delle aziende Aviation Services, Aviapartner e Alitalia - ripeto - non percepiranno lo stipendio e questo problema è spalmato su tutto il territorio, da Napoli fino a Milano, passando per l'aeroporto internazionale di Fiumicino.
Questo è un appello accorato alla serietà di chi ha delle responsabilità non indifferenti nei confronti dei cittadini italiani. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 19 gennaio 2021
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 19 gennaio, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 20,54).
Allegato A
INTERROGAZIONI
Interrogazione sulle politiche di contrasto alla contraffazione alimentare, anche in relazione al Trattato CETA con il Canada
(3-01165) (09 ottobre 2019)
Calandrini, Bertacco, de Bertoldi, Iannone, La Pietra, Maffoni, Rauti, Garnero Santanchè, Urso. - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali -
Premesso che:
il CETA (Comprehensive economic and trade agreement, "Accordo economico e commerciale globale") è un trattato internazionale che sancisce un accordo commerciale di libero scambio tra Canada e Unione europea. Il trattato è entrato in vigore, seppur in forma provvisoria, il 21 settembre 2017, in attesa della conclusione della fase di ratifica da parte degli Stati membri della UE;
tale accordo è entrato in vigore, inizialmente, in via provvisoria, solo nelle sue parti fondamentali. Come stabilito infatti il 5 luglio 2016 dalla Commissione europea, si tratta di un cosiddetto mixed agreement e deve essere comunque ratificato dai Parlamenti nazionali dei 28 Stati membri e di alcuni regionali, per un totale di 38 assemblee, per entrare pienamente in vigore. Il 17 gennaio 2018, tuttavia, il commissario europeo, Pierre Moscovici, in audizione nella Commissione per gli affari esteri dell'Assemblea nazionale francese, ha dichiarato che anche se un Parlamento nazionale o regionale della UE dovesse votare contro la ratifica del trattato, il CETA resterebbe comunque in vigore nella sua forma attuale e provvisoria, come già accade dal 21 settembre 2017;
l'accordo sembra non essere uno strumento efficace contro la contraffazione alimentare, perché protegge solo 41 sulle oltre 290 eccellenze certificate in Italia e permette la coesistenza, ad esempio, tra i nostri prodotti e gli storici produttori di parmesan locali. Fonti plurime, tra cui la Coldiretti, asseriscono, quale rilevante esempio, che per l'export di grana padano e parmigiano reggiano si conferma un calo del 30 per cento anche nei primi tre mesi del 2019, mentre l'arrivo del parmesan canadese aumenta del 13 per cento nel mercato europeo, principale mercato di sbocco per i due terzi delle imprese italiane dell'agroalimentare;
risultano essere limitanti per le imprese canadesi i divieti imposti dall'Italia alla presenza di organismi geneticamente modificati nell'alimentazione umana: in Canada circolano liberamente, in virtù dei trattati commerciali sussistenti con Usa e Messico, alimenti contenenti organismi geneticamente modificati non etichettati e per questo non tracciabili, ed è impossibile certificarli ogm-free, come chiede la normativa UE. Questi sono pertanto in contrasto con i limiti UE ai residui di pesticidi nel cibo, all'uso di ormoni e antibiotici nell'allevamento, all'uso sul grano in pre-raccolta del diserbante glifosato. Inoltre in Canada sono ammessi 99 pesticidi che in Europa sono vietati e non si può infine sottacere che negli allevamenti canadesi viene ancora usata come pastura una precipua tipologia di farina, indicata come origine della "Mucca pazza" e per questo bandita dalle aziende europee;
in particolare, un organismo geneticamente modificato è un organismo che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di elementi genici che possono procurare allergia, abbassamento delle difese immunitarie quali fenomeni già accertati in numerosi casi;
gli interroganti rilevano che l'equilibrio dei sistemi agrari corre dei rischi, a causa di mutazioni transgeniche e dell'inquinamento genetico dovuto alle sperimentazioni. È necessario adottare una ferrea regolamentazione di settore per impedire le contaminazioni tra coltivazioni geneticamente modificate e quelle non;
tali organismi geneticamente modificati potrebbero produrre un danno all'ecosistema, dovuto agli incroci transgenici tra piante geneticamente modificate ed altre non trattate che sono coltivate nelle vicinanze. La modifica del genoma comporta una riduzione di attacchi da parassiti, insetti e virus contro i quali la natura ha predisposto la nascita di insetti di difesa. Sono diversi gli studiosi che temono una ripercussione negativa su questi ultimi, che causerebbe danni irreparabili all'ecosistema. Si pensi al lavoro delle api, alla loro scala gerarchica, all'impollinazione e alle api nutrici che selezionano gli insetti migliori;
il Ministero della salute, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli OGM (CROGM) e l'Istituto superiore di sanità, predispone dal 2006 un piano nazionale triennale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti, finalizzato alla programmazione e al coordinamento delle attività di controllo svolte in questo specifico settore da parte delle autorità sanitarie regionali e provinciali, in applicazione sia della normativa quadro del settore degli organismi geneticamente modificati, i regolamenti comunitari nn. 1829/2003 e 1830/2003, sia del regolamento (CE) n. 882/2004, relativo ai controlli ufficiali;
alla luce di tali considerazioni è stata istituita la rete delle Regioni e autonomie locali libere da organismi geneticamente modificati, organizzazione nata nel 2003 per volontà di 10 regioni europee di far sentire la propria voce in materia di coltivazioni geneticamente modificate e dall'esigenza di accogliere la crescente preoccupazione e contrarietà dei consumatori europei. La rete, che conta attualmente 60 regioni europee per oltre 150 milioni di abitanti su 9 Stati, vuole ribadire la libertà di scelta dei governi europei di vietare le coltivazioni geneticamente modificate nei propri territori al fine di tutelare la biodiversità, le produzioni di qualità biologiche, tradizionali e tipiche, l'immagine di un territorio, anche in chiave turistica, per un'agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico;
manifestata la piena convinzione che l'Italia voglia avvalersi della facoltà, prevista dall'atto comunitarie, di escludere la coltivazione, sul territorio nazionale, di organismi geneticamente modificati autorizzati dall'Unione europea, alla luce dei potenziali effetti socio-economici negativi delle colture transgeniche sui vari sistemi agricoli locali, caratterizzati dalla tipicità e qualità dei prodotti e dal loro collegamento col territorio;
va ricordato che coltivare organismi geneticamente modificati in Italia sarebbe estremamente pericoloso, in quanto le piccole dimensioni delle aziende italiane non consentirebbero l'adozione di barriere naturali sufficienti a proteggere le coltivazioni biologiche e convenzionali. L'Italia peraltro può vantare un'inimitabile ricchezza della sua economia agroalimentare grazie alla propria "identità e varietà" dei prodotti locali, pertanto l'introduzione di prodotti agroalimentari senza una tradizione e una storia indebolirebbe un sistema che vive anche di un importante indotto turistico,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover intervenire per difendere e accrescere la tutela dei prodotti alimentari sul mercato italiano, affinché permanga la tutela del marchio dei prodotti agricoli e alimentari tipici e il rispetto dei requisiti d'etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo l'informazione al consumatore;
se non intenda mantenere il divieto inerente alle coltivazioni geneticamente modificate nel territorio italiano al fine di tutelare la biodiversità, le produzioni di qualità biologiche, tradizionali e tipiche, l'immagine di un territorio, anche in chiave turistica, per un'agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico;
se non ritenga, infine, che la ratifica da parte dell'Italia del CETA, invece di rappresentare un'opportunità per il sistema Italia, si concretizzerebbe, al contrario, in un veicolo finalizzato a facilitare l'importazione di prodotti agroalimentari con standard di sicurezza inferiori a quelli europei.
Interrogazioni sull'Associazione italiana alberghi per la gioventù
(3-01127) (07 agosto 2019)
Comincini, Alfieri, Bellanova, Biti, Boldrini, Collina, D'Alfonso, D'Arienzo, Faraone, Fedeli, Ferrazzi, Garavini, Giacobbe, Ginetti, Grimani, Iori, Margiotta, Marino, Pittella, Rojc, Sbrollini, Taricco, Vattuone, Verducci. - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo -
Premesso che:
l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (AIG), ente storico e patrimonio del Paese, è stata istituita nel 1945 con la diretta partecipazione dei rappresentanti di Ministeri e Governo, con decreto di Alcide De Gasperi;
l'associazione è ente morale a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 1948, nonché riconosciuto quale ente assistenziale a carattere nazionale con decreto del Ministro dell'interno 6 novembre 1959, n. 10.18404/12000°40, infine, con il decreto- legge n. 97 del 1995, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 203 del 1995, riconosciuto definitivamente ente culturale;
inoltre è inclusa tra le "organizzazioni non governative" segnalate dall'ONU tra gli enti di sviluppo sociale;
l'Italia, anche grazie ad AIG, è da sempre Paese membro qualificato della International youth hostel federation, di cui fanno parte 80 nazioni;
dal 1° luglio 2019 l'AIG si trova in procedura fallimentare (n. 492/2019), avviata dal Tribunale fallimentare di Roma;
il 26 giugno 2019 il Tribunale fallimentare di Roma ha respinto la domanda di un'omologa di concordato in continuità avviata con ricorso ai sensi dell'articolo 161 della legge fallimentare, di cui al regio decreto n. 267 del 1942, e depositata in data 30 giugno 2017, nonostante l'approvazione del piano dalla maggioranza dei creditori, pronunciatisi a favore di AIG e della sua solvibilità, oltre che a favore della concreta possibilità di un suo pronto rilancio e sviluppo;
l'ente si è opposto alla procedura fallimentare, depositando il reclamo presso la Corte d'appello, in pendenza già di un ricorso per regolamento di giurisdizione presso la Corte di cassazione e di un secondo ricorso presso la stessa Corte d'appello e che è, ad oggi, in attesa di una risolutiva e definitiva via d'uscita;
il Tribunale di Roma, tuttavia, ha deciso di non tenere conto del ricorso per regolamento di giurisdizione, presentato dall'AIG e tuttora pendente presso la suprema Corte di cassazione, nonché del reclamo presentato dalla stessa associazione avverso la mancata sospensione della procedura concorsuale;
considerato che:
dopo quasi 75 anni di ininterrotta e preziosa attività al servizio del turismo giovanile, scolastico e sociale, l'AIG rischia la definitiva chiusura;
si aggiunga, peraltro, che la procedura fallimentare potrebbe determinare il licenziamento del personale diretto e indiretto, oltre 200 persone con relative famiglie. Occorre, inoltre, evidenziare le pesanti ricadute per l'indotto dovute alla subitanea messa in vendita dell'ingente patrimonio immobiliare dell'ente, nonché alla dismissione del suo importante "brand" nazionale ed internazionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali siano le sue valutazioni in merito;
se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di salvaguardare i posti di lavoro e le funzioni di un ente la cui rete di strutture, la distribuzione e il radicamento in ogni regione italiana svolgono un prezioso ruolo sociale ed educativo, oltre ad essere opportunità di conoscenza del nostro Paese, garantendone anche crescita e coesione sociale.
(3-01563) (12 maggio 2020)
Binetti. - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo e per le politiche giovanili e lo sport -
Premesso che:
l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (AIG), ente storico e patrimonio del Paese, è stata costituita con l'intervento, tra gli altri, dei rappresentanti del Ministero dell'interno, del commissario straordinario dell'Ente nazionale industrie turistiche, della Direzione generale del turismo, del commissario nazionale gioventù italiana, con un apporto economico iniziale da parte dello Stato, come fondo di dotazione;
l'associazione è ente morale a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 1948, nonché riconosciuto quale ente assistenziale a carattere nazionale con decreto del Ministro dell'interno 6 novembre 1959, n. 10.18404/12000°40, infine, con il decreto- legge n. 97 del 1995, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 203 del 1995, riconosciuto definitivamente ente culturale;
inoltre è inclusa tra le "organizzazioni non governative" segnalate dall'ONU tra gli enti di sviluppo sociale;
l'Italia, anche grazie ad AIG, è da sempre Paese membro qualificato della International youth hostel federation, di cui fanno parte oltre 80 nazioni;
l'Associazione si è sempre occupata di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti paesaggistici, culturali e dei siti riconosciuti patrimonio UNESCO, anche attraverso la rete della International youth hostel federation;
dal 1° luglio 2019 l'AIG si trova in procedura fallimentare (n. 492/2019), avviata dal Tribunale fallimentare di Roma; il 26 giugno 2019 il Tribunale fallimentare di Roma ha respinto la domanda di un'omologa di concordato in continuità avviata con ricorso ai sensi dell'articolo 161 della legge fallimentare, di cui al regio decreto n. 267 del 1942, e depositata in data 30 giugno 2017, nonostante l'approvazione del piano dalla maggioranza dei creditori, pronunciatisi a favore di AIG e della sua solvibilità, oltre che a favore della concreta possibilità di un suo pronto rilancio e sviluppo;
l'Agenzia delle entrate e l'INPS hanno espresso il proprio assenso all'omologazione del piano, anche in virtù dell'elevata patrimonializzazione dell'ente, dell'interesse sociale e della salvaguardia del livello occupazionale;
l'ente si è opposto alla procedura fallimentare, depositando il reclamo presso la Corte d'appello, in pendenza già di un ricorso per regolamento di giurisdizione presso la Corte di cassazione e di un secondo ricorso presso la stessa Corte d'appello e che è, ad oggi, in attesa di una risolutiva e definitiva via d'uscita;
dopo quasi 75 anni di ininterrotta e preziosa attività al servizio del turismo giovanile, scolastico e sociale, l'AIG rischia la definitiva chiusura;
si aggiunga, peraltro, che la procedura fallimentare sta determinando il licenziamento del personale diretto e indiretto, oltre 200 persone con relative famiglie. Occorre, inoltre, evidenziare le pesanti ricadute per l'indotto dovute alla subitanea messa in vendita dell'ingente patrimonio immobiliare dell'ente, nonché alla dismissione del suo importante "brand" nazionale ed internazionale;
in fase di conversione del decreto "salva imprese", fu approvata all'unanimità nelle Commissioni riunite 10ª e 11ª del Senato della Repubblica, su conforme parere espresso per conto del Governo dal vice ministro Misiani, una norma che introduceva misure urgenti a salvaguardia del valore e delle funzioni dell'ente e che tale norma fu stralciata dal maxiemendamento con l'impegno assunto dal sottosegretario di turno a ripresentarla in successivo provvedimento;
con atto n. 9/2305/99, la Camera dei deputati ha impegnato il Governo ad adottare le misure necessarie a salvaguardia delle attività sociali e assistenziali portate avanti dall'AIG;
la situazione è stata aggravata dalla pandemia da COVID-19 ed anche per questo un intervento si rende ancora più urgente, al fine di non depauperare il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'ente;
a causa della gravissima crisi economica che riguarderà l'Italia per il COVID-19 sarà necessario adottare misure e strumenti di sostegno al turismo e in particolare delle categorie più svantaggiate, tra cui rientrano quella giovanile e quella dei viaggiatori a basso reddito;
il 19 febbraio del 2019 l'interrogante ha presentato un disegno di legge (AS 967) recante "Interventi volti a favorire la promozione del turismo giovanile, scolastico e sociale", che non è stato ancora calendarizzato,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, a conoscenza dei fatti esposti, abbiano attivato gli ammortizzatori sociali per tutti i dipendenti, anche per quelli attualmente non più in servizio;
quali azioni siano state adottate a tutela del marchio storico e dei servizi di utilità sociali dell'ente, tenuto conto che la rete di strutture, la distribuzione e il radicamento in ogni regione italiana svolgono un prezioso ruolo sociale anche per la diffusione della conoscenza del nostro Paese, a livello nazionale e internazionale.
Interrogazione sulla demolizione di un bene architettonico di pregio a Giugliano in Campania (Napoli)
(3-01825) (23 luglio 2020)
Corrado, Castellone, Morra, Lannutti, Trentacoste, Ferrara, Angrisani, Granato, Anastasi, Naturale, Pirro, De Lucia. - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo -
Premesso che:
risulta alle interroganti che un breve testo pubblicato dalla giornalista Claudia Procentese sulla sua pagina "Facebook" il 9 luglio 2020, corredato da immagini eloquenti, ha reso edotti gli utenti del web dell'avvenuta demolizione, il giorno stesso, di parte delle fabbriche del villaggio agricolo che la cartografia settecentesca chiama Zaccaria o Zaccarino, in agro di Giugliano in Campania (Napoli);
abbandonati da circa ottant'anni, gli edifici del complesso edilizio che associava le funzioni residenziale e produttiva in un insieme razionale e armonioso, costituito com'era dal palazzotto del barone G.B. Orineti, che acquistò il feudo nel 1711, e, disposti in sequenza nelle sue ali, il mulino e altri opifici, i magazzini, le case a corte per un centinaio di coloni, versavano in stato di più o meno avanzata ruderizzazione ed erano assediati dalla vegetazione infestante;
il post della Procentese ha avuto moltissime visualizzazioni ed è stato condiviso da centinaia di persone; anche i mass media hanno subito cominciato a rilanciare la notizia e l'indignazione montante in tutta Italia per l'accaduto, con il prevedibile rimpallo di responsabilità tra gli ex amministratori (la Giunta Poziello si è dimessa a gennaio 2020), e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (ABAP) per l'Area metropolitana di Napoli;
ulteriori fotografie dell'immobile demolito, cioè della masseria sita nella particella 499 del F. 74 del Catasto fabbricati di Giugliano e adiacente alla strada vicinale Grotta dell'Olmo, sono state pubblicate da cittadini della zona, attingendo in particolare alla documentazione prodotta lo scorso anno dall'arch. Fely Di Girolamo per la sua tesi magistrale;
lo sconcerto generale è stato alimentato soprattutto dagli scatti relativi alla Chiesa di San Francesco d'Assisi, situata in realtà sul lato opposto della strada, d'impianto forse cinquecentesco, ma conservata in forme tardo-barocche, ricca di stucchi e con volta affrescata, nel '700, da un pittore della scuola di Francesco De Mura, che inizialmente si supponeva demolita anch'essa unitamente al vicino pozzo;
hanno prodotto ovunque grandissima impressione, contestualmente, sia i rendering del nuovo "Borgo Zaccaria" pensato dallo studio Open Project Srl dell'ingegner Ottavio Pennacchio al posto della fabbriche demolite, definite sbrigativamente "volumi fatiscenti", con previsione di costruire un residence di 48 alloggi e piscina condominiale, grazie al "Piano Casa" (legge regionale n. 19 del 2009), replicando la sagoma della masseria abbattuta, sia le immagini delle operazioni di demolizione, svolte apparentemente senza rispettare le norme di sicurezza del cantiere, degli operatori e della strada attigua;
considerato che:
dal cartello di cantiere si evince che il permesso di costruire, teso a realizzare un edificio residenziale "previa demolizione di un edificio preesistente", permesso richiesto dall'ingegner Pennacchio il 3 ottobre 2018, dopo una SCIA per ristrutturazione presentata il 6 settembre, e rilasciato al signor Giuseppe Aprovitola, in qualità di legale rappresentante della società cooperativa Risorgimento 2001, porta la data 18 luglio 2019. L'inizio lavori è fissato al 4 maggio 2020;
la proprietà dell'area spetta alla citata Risorgimento 2001, con sede ad Aversa (a gennaio 2019 le subparticelle appartenevano ancora all'Immobiliare Peca Srl di Giugliano, legale rappresentante l'ingegner Pennacchio, e alla Costruzioni Casabella Srl di Vella) e la ditta esecutrice è la Golden House Cooperativa di produzione e lavoro, con sede a Giugliano;
tutti i soggetti che fanno parte delle due aziende (proprietaria e costruttrice) rivestono cariche anche in numerose altre società cooperative del territorio giuglianese, il che potrebbe far supporre che il quadro degli interessi legati al "Borgo Zaccaria" sia più ampio e complesso di quanto già appaia dai pochi dati riferiti;
oltre ad essere stato inserito, per il suo carattere esemplare, nel Documento di orientamento strategico del Comune riferito al "Programma Integrato Più Europa", secondo alcuni il villaggio Zaccaria sarebbe stato incluso in una carta del rischio archeologico, ragione per cui i profondi scassi che saranno necessari alla realizzazione del piano seminterrato del nuovo immobile, adibito a garage, suscitano preoccupazioni per la tutela delle eventuali preesistenze intercettabili in fase di scavo,
si chiede di sapere:
se, al netto delle responsabilità degli uffici comunali e della Giunta pro tempore, il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della dichiarazione della competente funzionaria della Soprintendenza e responsabile per Giugliano: "Non ne eravamo a conoscenza. La masseria non aveva vincolo archeologico ed era fuori dal vincolo paesaggistico per questo non sapevamo dell'intervento";
se non ritenga semplicistica la suddetta giustificazione, e censurabile il mancato esercizio, da parte della SABAP, dell'ordinaria diligenza cui è tenuta: nelle more e soprattutto nei 18 mesi successivi al rilascio della certificazione inerente alla situazione vincolistica della masseria, datata 11 gennaio 2019, ma richiesta dal notaio Pietro Di Nardo il 18 novembre 2018, infatti, l'Ufficio ministeriale non ha contattato il Comune per accertare se stesse valutando o avesse rilasciato un permesso di ristrutturazione o di costruzione, pur sapendo che, in assenza di tutela diretta, molti proprietari si credono in diritto di abbattere il costruito storico;
se abbia contezza dell'esistenza o meno della citata carta del rischio e se agli archivi della Soprintendenza ABAP risultino dati documentali ovvero recuperi o consegne di reperti capaci di dare corpo all'ipotesi che il casale demolito fosse d'impianto anteriore all'età moderna (medioevale su resti romani, secondo alcune ipotesi);
se sia in grado di confermare la richiesta di collaborazione avanzata ex post al Comune dal soprintendente ABAP, dottoressa Teresa Cinquantaquattro, allo scopo di censire gli immobili storici del territorio giuglianese, oltre che l'intenzione di avviare la procedura di verifica dell'interesse culturale (VIC) sulla Chiesa di S. Francesco d'Assisi;
se non ritenga, altresì, insufficiente il mero censimento di quel patrimonio architettonico, tranne che non preluda ad un accordo di collaborazione SABAP-Comune, che imponga a chiunque progetti edificazioni fuori dall'area urbana di ottenere l'avallo preventivo dell'ufficio ministeriale, chiamato ad intervenire, sia consultando i dati d'archivio, sia inviando in loco personale tecnico al fine di valutare l'opportunità di avviare il procedimento di VIC;
se l'incapacità della Soprintendenza ABAP di prevenire "l'increscioso evento" di Giugliano, così definito nella nota inviata dalla soprintendente al commissario prefettizio, dottor Umberto Cimmino, il 17 luglio 2020, non renda palesi tutti i rischi insiti nell'idea del patrimonio come bene di consumo, che l'interrogante ritiene propugnata dallo stesso vertice ministeriale, insieme all'accantonamento della tutela come priorità e alla rinuncia al suo esercizio capillare, scelte di cui fanno ormai le spese persino i beni sottoposti a tutela diretta .
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bossi Umberto, Cario, Castaldi, Cattaneo, Cerno, Crimi, De Poli, Di Marzio, Di Nicola, Di Piazza, Giacobbe, Malpezzi, Margiotta, Merlo, Misiani, Monti, Napolitano, Ronzulli, Segre, Sileri, Turco e Vanin.
.
Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Castiello e Marino.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatori Caligiuri Fulvia Michela, Barboni Antonio, Battistoni Francesco, Caliendo Giacomo, Damiani Dario, Ferro Massimo, Gallone Maria Alessandra, Mallegni Massimo, Masini Barbara, Modena Fiammetta, Paroli Adriano, Perosino Marco, Pichetto Fratin Gilberto, Rizzotti Maria, Serafini Giancarlo, Vitali Luigi
Disposizioni finalizzate alla concessione di agevolazioni e contributi per l'estinzione e il consolidamento di passività onerose delle imprese agricole (2063)
(presentato in data 13/01/2021);
senatrice Borgonzoni Lucia
Disposizioni per le celebrazioni del pensiero e dell'opera di Guglielmo Marconi (2064)
(presentato in data 14/01/2021);
senatori Ferrara Gianluca, Alfieri Alessandro
Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali, fatta a Nicosia il 19 maggio 2017 (2065)
(presentato in data 14/01/2021);
Presidente del Consiglio dei ministri
Ministro della salute
Ministro dell'interno
Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (2066)
(presentato in data 14/01/2021).
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 gennaio 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 4-bis, del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2019, n. 133 - lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento in materia di notifiche degli incidenti aventi impatto su reti, sistemi informativi e servizi informatici di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b) del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2019, n. 133, e di misure volte a garantire elevati livelli di sicurezza (n. 240).
Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 1ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 13 febbraio 2021. Le Commissioni 4ª, 5ª, 8ª e 10ª potranno formulare le proprie osservazioni alla 1ª Commissione entro il 3 febbraio 2021.
Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 13 gennaio 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina del dottor Luciano Guerrieri a Presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale (n. 75).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 3 febbraio 2021.
Governo, trasmissione di atti e documenti
Il Ministro della difesa, con lettera in data 13 gennaio 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 30, comma 5, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta dalla Cassa di previdenza delle Forze armate nell'anno 2019, con allegati il bilancio di previsione 2020 e il bilancio consuntivo 2019 nonché le relazioni sul bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2020 e sulla consistenza organica della Lega navale italiana (LNI), dell'Unione italiana tiro a segno (UITS) e dell'Opera nazionale per i figli degli aviatori (ONFA).
La predetta documentazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 4a Commissione permanente (Atto n. 686).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 gennaio 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 29, comma 3, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, la comunicazione del Capo del Dipartimento della protezione civile concernente l'ulteriore intervento del Servizio nazionale di protezione civile nella Repubblica di Croazia.
Il predetto documento è stato deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 3a e alla 13a Commissione permanente (Atto n. 689).
Con lettere in data 31 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 8 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi dei decreti del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento dei consigli comunali di Merano (Bolzano), Carinola (Caserta), Eboli (Salerno), Marano Principato (Cosenza), Decollatura (Catanzaro), Celenza Valfortore (Foggia), Sant'Egidio del Monte Albino (Salerno).
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 12 gennaio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 12 marzo 1999, n. 68, la relazione sullo stato di attuazione della legge recante norme per il diritto al lavoro dei disabili, riferita alle annualità 2016, 2017 e 2018.
La predetta documentazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 11a Commissione permanente (Doc. CLXXVIII, n. 1).
Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti
Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 13 e 14 gennaio 2021, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:
dell'Automobile Club d'Italia (A.C.I.) e Automobile Club Federati (n. 104), per l'esercizio 2018. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 372);
della Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo (Fondazione CISAM) per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 373);
del Consorzio del Ticino, del Consorzio dell'Oglio e del Consorzio dell'Adda, per l'esercizio 2019. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XV, n. 374).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
Il Presidente della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 13 gennaio 2021, ha trasmesso la deliberazione n. 22/2020/G concernente il rapporto su "La gestione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (anni 2012-2019)".
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 687).
Il Presidente della Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, con lettera in data 13 gennaio 2021, ha trasmesso la deliberazione n. 23/2020/G concernente il rapporto su "L'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN)".
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Atto n. 688).
Enti pubblici e di interesse pubblico, trasmissione di atti. Deferimento
La Banca d'Italia, in data 24 dicembre 2020, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge 29 luglio 2003, n. 229, la relazione di analisi di impatto della regolamentazione (AIR) concernente "L'introduzione delle quote di genere nelle disposizioni sul Governo societario delle banche e dei gruppi bancari" (n. 19).
Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente.
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 14 gennaio 2021, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga il regolamento (UE) n. 347/2013 (COM(2020) 824 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto, già deferito per i profili di merito, è deferito alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; la scadenza del termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo è fissata all'11 marzo 2021.
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
I senatori Bagnai e Ferrero hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-02211 del senatore Centinaio ed altri.
I senatori Nocerino, Guidolin e Lomuti hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-04767 del senatore Lannutti ed altri.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 31 dicembre 2020 al 14 gennaio 2021)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 93
CALANDRINI: sulle celebrazioni del 2 novembre presso il sacrario militare di Saragozza in Spagna in memoria dei caduti italiani (4-02603) (risp. GUERINI, ministro della difesa)
CROATTI ed altri: sulla collocazione di un'antenna di telefonia mobile a Coriano (Rimini) vicino al castello Malatestiano (4-04242) (risp. ORRICO, sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo)
FAZZOLARI: sul trattamento degli italo-venezuelani in fuga dal Venezuela (4-02808) (risp. MERLO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
GASPARRI, MALLEGNI: sulla riapertura dei termini di partecipazione ad un concorso per dirigente del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (4-04104) (risp. BONAFEDE, ministro della giustizia)
IANNONE: sul rientro degli italiani bloccati in Sudafrica (4-03683) (risp. MERLO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
MASINI ed altri: sul blocco di due navi italiane presso il porto di Tianjin in Cina (4-04610) (risp. MERLO, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
MININNO, ROMANO: sul limite di età in un concorso per ruoli speciali dell'Esercito (4-03368) (risp. GUERINI, ministro della difesa)
PETRENGA ed altri: su iniziative a difesa degli allevamenti della bufala mediterranea italiana (4-02671) (risp. L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali)
TRENTACOSTE ed altri: sull'introduzione del voto telematico per le elezioni degli organi dei consorzi di bonifica, specie in Emilia-Romagna (4-04389) (risp. L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali)
ZULIANI, TOSATO: sulla salvaguardia del museo di Legnago (Verona) (4-04233) (risp. ORRICO, sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo)
Mozioni
BRIZIARELLI, CENTINAIO, BORGONZONI, NISINI, ROMEO, ARRIGONI, ALESSANDRINI, AUGUSSORI, BAGNAI, BERGESIO, BORGHESI, BOSSI Simone, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CORTI, DE VECCHIS, DORIA, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MARTI, MONTANI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI Pietro, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RICCARDI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, STEFANI, TESTOR, TOSATO, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato,
premesso che:
l'articolo 59, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, ha previsto un contributo a fondo perduto per le attività economiche di vendita di beni e servizi al pubblico svolte nelle "zone A" dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana che abbiano registrato, in base alle ultime rilevazioni statistiche, un numero di presenze turistiche di cittadini provenienti da Paesi esteri in misura pari rispettivamente al triplo ovvero uguale o superiore al numero dei cittadini residenti degli stessi comuni;
le modalità di attuazione di tale disposizione sono state demandate ad un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, ai sensi dell'articolo 25, comma 10, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, come richiamato dal comma 5 del citato articolo 59;
l'articolo 1, comma 87, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha poi esteso il contributo alle attività economiche svolte nei centri storici dei comuni, ove siano situati santuari religiosi, fermo restando il rapporto tra le presenze turistiche e i cittadini residenti nei comuni stessi nella misura del triplo, e prevedendo, per tale estensione, un limite di spesa di 10 milioni di euro;
considerato che:
l'estensione del contributo, operata con la citata disposizione, oltre ad aver introdotto una distinzione del tutto arbitraria tra le diverse tipologie di turismo, non riconoscendo centralità anche a tutte le altre numerosissime destinazioni turistiche, che contraddistinguono l'eccellenza italiana, di tipo artistico, storico, culturale e paesaggistico, sconta una grave indeterminatezza della platea dei beneficiari, non specificando la norma primaria i criteri di individuazione dei santuari religiosi rientranti nel perimetro di applicazione della misura, e non essendo presente nell'ordinamento giuridico italiano alcuna qualificazione giuridica dei santuari religiosi, che consenta di ricavarne l'ambito di applicazione;
in base a quanto disciplinato dal canone 1230 e seguenti del Codice canonico, e a quanto risulta dalle banche dati dello Stato Vaticano, in Italia sono ad oggi presenti 1.211 santuari religiosi, diffusi sull'intero territorio nazionale;
considerato altresì che il Gruppo parlamentare Lega - Salvini Premier - Partito Sardo d'Azione ha più volte sollecitato, nei diversi provvedimenti pertinenti che si sono susseguiti all'esame del Parlamento, l'estensione del contributo non solo ai comuni capoluoghi di provincia o di città metropolitana, ma a tutti i comuni a vocazione turistica, onde evitare ingiustificate disparità di trattamento,
impegna il Governo nelle more dell'adozione del nuovo provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate che determini le modalità di attuazione del contributo di cui all'articolo 1, comma 87 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ad assicurare che tale norma sia applicata nei confronti di tutti i comuni ove siano situati santuari religiosi, incrementando, qualora sia necessario, le risorse stanziate per la sua attuazione, nonché ad estendere il predetto contributo alle attività economiche di vendita di beni e servizi svolte nelle "zone A" di tutti i comuni a vocazione turistica, fermo restando il parametro del rapporto tra presenze turistiche e cittadini residenti.
(1-00314)
Interrogazioni
BINETTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la fragilità è stata considerata criterio prioritario per l'accesso alla vaccinazione per il coronavirus;
la domanda che si sono poste molte persone con disabilità è se la stessa disabilità non costituisca, in un certo senso, una condizione di fragilità e quindi non si debba prevedere per queste persone un accesso più veloce alla vaccinazione;
il maggior numero di dosi di vaccino arriverà nel secondo trimestre dell'anno e ciò preoccupa notevolmente l'opinione pubblica, soprattutto quella rappresentata dalle fasce più fragili e dalle persone con disabilità;
in Parlamento l'Intergruppo delle malattie rare chiede da tempo più trasparenza per capire quale sarà il calendario dei vaccini per i soggetti con malattia rara;
anche se non tutte le fragilità comportano una medesima grave disabilità e non tutte le disabilità definiscono un quadro di fragilità ad alto-medio rischio;
la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e altre importanti associazioni hanno richiamato l'attenzione del Governo sulla priorità da assegnare alle persone con disabilità, cominciando da quelle che vivono nelle case di riposo, nelle RSA (Residenze sanitarie assistenziali) o nelle RSD (Residenze sanitarie disabili), dal momento che spesso si tratta di persone anziane con immunodeficienze, con problemi cardiovascolari, polmonari e di diabete;
il Ministero dell'istruzione, ad esempio, con l'ordinanza n. 134 del 9 ottobre 2020, ha precisato che solo gli alunni con disabilità che dimostrassero la loro "fragilità" con un certificato relativo alle situazioni di salute indicate, da parte del medico di medicina generale o del pediatra di base, convalidato dal Dipartimento di prevenzione dell'ASL, avrebbero potuto chiedere alcune misure di tutela particolare come l'istruzione domiciliare;
non di rado comunque disabilità e fragilità costituiscono un binomio che esige misure di particolare tutela anche in ordine all'attuale campagna di vaccinazione, come di fatto accade per i soggetti affetti da distrofia muscolare di Duchenne;
la distrofia muscolare di Duchenne o DMD è una patologia genetica rara caratterizzata da degenerazione progressiva dei muscoli scheletrici, lisci e cardiaci, e genera debolezza muscolare diffusa, oltre a colpire in modo specifico il tessuto muscolare scheletrico, compresi i muscoli respiratori e il cuore;
tutelare i soggetti con DMD dal rischio di contrarre l'infezione da COVID, che potrebbe avere su di loro gravissime conseguenze, è quindi una importante misura di tutela nei loro confronti,
si chiede di sapere se sia previsto un accesso prioritario alla vaccinazione per i soggetti in età pediatrica affetti da malattie rare, soprattutto quando colpiscono la funzionalità cardio-respiratoria e se si sia tenuto debitamente conto dei bambini con distrofia muscolare di Duchenne e dei rischi che corrono.
(3-02228)
CASTELLONE, L'ABBATE, GAUDIANO, PIRRO, PISANI Giuseppe, MAUTONE, MARINELLO, PIARULLI, VANIN, CORRADO, ROMAGNOLI, RICCIARDI, ROMANO, ACCOTO, ABATE, ANGRISANI, FLORIDIA, VACCARO, PRESUTTO, MORONESE, PUGLIA, LANNUTTI, FERRARA, CROATTI, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:
l'atrofia muscolare spinale (SMA) è una malattia neuromuscolare ereditaria che colpisce il sistema nervoso, causando la distruzione progressiva dei motoneuroni inferiori. Queste cellule, che si trovano nel tronco encefalico e nel midollo spinale, controllano la contrazione dei muscoli cosiddetti "volontari" come, ad esempio, i muscoli delle braccia e delle gambe, ma anche i muscoli del torace, del collo, della faccia, della lingua e diversi altri. I soggetti affetti dalla SMA, a causa della distruzione di queste importantissime cellule, perdono progressivamente la capacità di parlare, camminare, respirare e deglutire. La SMA ha una incidenza di circa 1 paziente su 10.000 nati vivi;
sulla base dell'età d'esordio della malattia e della gravità dei sintomi, sono state distinte quattro diverse varianti di atrofia muscolare spinale. I pazienti con SMA di tipo 1 (SMA1), la forma più grave di SMA, producono pochissima proteina SMN. In questo caso, la patologia esordisce prima dei 6 mesi d'età, compromette l'acquisizione delle capacità motorie, la respirazione e la deglutizione, e i bambini che ne sono affetti non sono in grado di vivere oltre i 2 anni senza supporto respiratorio. I pazienti con SMA di tipo 2 e di tipo 3 presentano un maggior numero di copie del gene SMN2, producono maggiori quantità di SMN e quindi comportano varianti meno severe della condizione. La SMA di tipo 4 (SMA4) esordisce in età adulta e rappresenta la forma meno grave di atrofia muscolare spinale;
considerato che:
tale malattia, rientrante nel codice RFG050, afferente al gruppo delle atrofie muscolari spinali, è compresa tra le malattie rare indicate dall'allegato 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, che definisce e aggiorna i livelli essenziali di assistenza (LEA);
la SMA è la più comune causa genetica di morte infantile e ad oggi non esiste una cura risolutiva. Il progresso scientifico degli ultimi anni ha permesso di individuare, tuttavia, diverse opzioni terapeutiche. La più recente riguarda l'accesso anticipato alla terapia genica onasemnogene abeparvovec (Zolgensma). Il farmaco è stato oggetto di una sperimentazione internazionale che ha visto in Italia il reclutamento di 9 bambini trattati e monitorati dall'agosto 2018 presso il Policlinico Gemelli/Centro Clinico NeMO Roma, con la direzione scientifica del professor Mercuri. La terapia genica per la SMA rappresenta una svolta radicale per la patologia: è infatti concepita per affrontare la causa genetica della malattia, agisce sostituendo la funzione del gene mancante o non funzionante SMN1 e si somministra una sola volta nella vita del paziente per via endovenosa;
lo scorso marzo era arrivato il parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) che raccomandava l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata di Zolgensma per il trattamento di alcuni tipi di pazienti affetti da atrofia muscolare spinale. Poi in anticipo rispetto ai canonici tempi, AveXis, una società del gruppo Novartis, aveva annunciato che la Commissione europea aveva concesso l'approvazione condizionale per Zolgensma per il trattamento di pazienti con atrofia muscolare spinale 5q, con una mutazione bi-allelica del gene SMN1 e una diagnosi clinica di SMA Tipo 1, oppure di pazienti con SMA 5q con una mutazione bi-allelica del gene SMN1 e fino a tre copie del gene SMN2;
l'approvazione riguarda neonati e bambini con SMA fino a 21 kg di peso, secondo la posologia approvata. La Commissione europea quindi non ha fornito indicazioni di età e ha fissato un limite di peso abbastanza alto, che lascia aperta la possibilità di trattare anche bambini un pò più grandi rispetto a quelli dello studio che è stato condotto su neonati di 6 mesi. Secondo lo studio sulla storia naturale della SMA Pediatric Neuromuscular Clinical Research (PNCR), quasi tutti i pazienti di età inferiore ai cinque anni, e alcuni di età pari a 6, 7 o 8 anni, hanno un peso inferiore a 21 kg. L'azienda AveXis sta pianificando una formulazione del prodotto che consenta il trattamento di pazienti con un peso fino a 21 kg, e sta contestualmente lavorando con l'Agenzia europea per i medicinali nell'ottica di finalizzare i tempi per le forniture;
alla luce dei risultati scientifici conseguiti, lo scorso 17 novembre, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha inserito Zolgensma nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale ai sensi della legge del 23 dicembre 1996, n. 648, per il trattamento entro i primi sei mesi di vita di pazienti con diagnosi genetica o diagnosi clinica di SMA di tipo 1;
allo stato attuale, l'Italia non ha ancora aderito all'approvazione europea al protocollo che consente il trattamento fino a 21 chili di peso, che consentirebbe l'ampliamento della platea anche a bambini più grandi;
rilevato che:
sebbene il farmaco Zolgensma sia il più costoso al mondo (quasi 2 milioni di dollari il suo prezzo) tuttavia va considerato che si tratta di una terapia ad infusione unica, che richiede circa un'ora di tempo, ma che può cambiare la vita di un bambino, e di conseguenza anche quella della sua famiglia, per sempre;
a parere degli interroganti occorre fare una lucida analisi di raffronto tra i costi della terapia e quelli della malattia, che rappresenta un onere significativo per i sistemi sanitari in Europa, con costi cumulativi per bambino stimati tra 2,5 e 4 milioni di euro solo nel corso dei primi 10 anni. Se dunque è innegabile che si tratta di una terapia molto costosa, è pur vero che essa potrebbe consentire un risparmio degli alti costi di mantenimento dei pazienti non trattati legati all'ospedalizzazione, agli alimenti speciali e ai vari ausili tecnologici che per loro sono dei veri e propri salva-vita;
in Italia attualmente ci sono casi di bambini, che pur essendo ancora neonati, risultano esclusi dalla somministrazione a spese del Servizio sanitario nazionale della suddetta terapia genica; tra essi la piccola Melissa, di 9 mesi, la bimba barese per cui è stata mobilitata una grande raccolta fondi che ha già raggiunto un milione di euro, e la piccola Rosanna, la bimba melitese di 15 mesi. La loro lotta per la vita richiede una vera e propria corsa contro il tempo,
si chiede di sapere se non si intenda, nel pieno rispetto dell'ideale di equità di accesso alle cure e alla luce di quanto esposto, nonché tenendo presente che nelle varianti più gravi l'evoluzione della patologia non consente ai bambini affetti da SMA di sopravvivere oltre il secondo anno di età se non con induzione respiratoria meccanica, sollecitare un iter di adesione rapido al protocollo di autorizzazione europea, affinché la platea dei pazienti che potranno accedere alla terapia con infusione unica di Zolgensma possa essere estesa, tenendo presente il limite fissato dai 21 kg di peso e non da quello definito dai sei mesi di età.
(3-02229)
MORONESE, SANTILLO, LA MURA, CASTELLONE, PRESUTTO, VACCARO, CORRADO, MONTEVECCHI, PAVANELLI, PUGLIA, LANNUTTI, FERRARA, CROATTI, TRENTACOSTE, DE LUCIA, RICCIARDI, PISANI Giuseppe, ACCOTO, ANGRISANI, BOTTO, GIANNUZZI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
è pervenuta alla Regione Campania istanza prodotta dalla ditta Waste Recovery S.r.l. per il rilascio dell'autorizzazione unica alla realizzazione e gestione di un impianto di rifiuti pericolosi e non pericolosi, da ubicare nel Comune di Castel Volturno (Caserta) S.P. 333 (ex S.S. 264) Km 3,100, Località Tre Pizzi; dalla relazione tecnica prodotta dalla ditta Waste Recovery risulta che l'impianto vorrebbe gestire 86.250 tonnellate all'anno tra rifiuti pericolosi e non, e che tra le numerose categorie dei rifiuti da trattare vi sarebbero anche i fanghi derivati dalla depurazione delle acque reflue;
considerato che:
nel 2007 un'inchiesta denominata "Chernobyl" sul traffico illecito di rifiuti condotta dalla Procura di S. Maria Capua Vetere portò ad indagare 38 persone e al fermo di Ludovico e Giuseppe Ucciero titolari dell'azienda Naturambiente S.r.l. di Castel Volturno, accusati di avere organizzato un'associazione criminale dedita all'illecito smaltimento di rifiuti, in particolare di fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane provenienti dagli impianti di depurazione ubicati nelle province di Napoli e di Caserta;
nella "Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Campania" della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XVIª Legislatura, venivano ricostruite le modalità di gestione degli appalti sui rifiuti e i rapporti con la criminalità organizzata, in particolare con il clan dei casalesi, di Ludovico Ucciero e delle società da lui gestite nello specifico: La Castellana di Cassandra Angela & C. s.n.c, La Castellana di Ucciero Ludovico & C. s.n.c, Ecologia Euroambiente di Ucciero Luigi e C. s.n.c.;
l'8 giugno 2011 Ludovico Ucciero veniva arrestato dalla DDA di Napoli con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica e per aver gestito il deposito dei rifiuti nell'epoca dell'emergenza rifiuti in Campania sin dagli anni 2000. Furono sottoposte a sequestro preventivo anche 4 società a lui riferite. Successivamente nel 2013 veniva assolto dai reati a lui contestati;
il 4 aprile 2016 la signora Teodora Ucciero in qualità di legale rappresentante della ditta Naturambiente S.r.l. produceva istanza presso la Regione Campania per la realizzazione di un impianto per la messa in riserva, lo stoccaggio, il recupero e lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi da realizzarsi in Castel Volturno alla SS 264 km 3,100, in località Tre Pizzi. Istanza che veniva protocollata con codice procedimento n. 7824;
il 28 marzo 2018 l'inchiesta "Chernobyl", dopo un lungo e travagliato procedimento processuale, veniva archiviata dal Tribunale di Salerno;
risulta agli interroganti da atti documentali che il signor Alfonso Gallo sia stato dal 2006 al 2008 amministratore unico della ditta Naturambiente S.r.l. e che la stessa abbia assunto nel gennaio 2019 il nome di Waste Recovery S.r.l. e oggi sia interamente detenuta dalla Holding Share S.r.l. Quest'ultima, con sede in Caserta, ha come amministratore unico il signor Luigi Ucciero, ed è partecipata in quote uguali tra i signor i Luigi, Teodora, Giustino e Giuseppe Ucciero;
la società Clanius S.c.ar.l., con sede operativa in Villa Literno (Napoli), rappresentata legalmente dal signor Alfonso Gallo e la Ecologia Euroambiente di Luigi Ucciero, furono coinvolti in un'inchiesta della Procura di Tempio Pausania in Sardegna nel dicembre del 2018, per il conferimento di fanghi di depurazione delle acque reflue arrivati nella discarica di Spiritu Santu provenienti dal depuratore di Villa Literno gestito dalla Clanius e trasportati dalla Ecologia Euroambiente. La Procura locale contestò l'illecito conferimento, non rientrando tra i rifiuti ammissibili, ed emissioni moleste. Nell'ottobre 2020 l'inchiesta è stata archiviata a seguito di un'ammissione di colpa della locale ARPA, che avrebbe ammesso un errore sulle analisi da essa effettuate;
nei piani di sviluppo rurale la Regione Campania riconosce Castel Volturno come area ad agricoltura intensiva;
l'art 196, al comma 3, del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che "Le regioni privilegiano la realizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti in aree industriali, compatibilmente con le caratteristiche delle aree medesime, incentivando le iniziative di auto-smaltimento" e che non risultano zone ASI nel Comune in oggetto;
il sito per cui si richiede il rilascio di autorizzazioni risulta iscritto nella Tabella 4-bis 1 - dell'elenco recante il censimento dei siti potenzialmente contaminati nell'ex SIN "litorale domitio flegreo ed agro aversano", come sito "in attesa di indagine", determinando gli effetti di cui all'art. 8 della DGR n. 685 del 30 dicembre 2019 - Piano regionale di bonifica della Regione Campania;
considerato infine che:
gli interroganti ritengono che il territorio ricompreso nel Comune di Castel Volturno sia interessato da questioni annosamente note e rilevanti di inquinamento ambientale, che tutt'oggi risultano irrisolte, come quelle che interessano il fiume Volturno, i Regi Lagni, l'Agnena, la discarica SO.GE.RI., l'abbandono e l'incendio dei rifiuti, che ne frenano e ne danneggiano l'enorme potenziale attrattivo sia per gli aspetti naturalistici che turistici;
l'attività della ditta richiedente le autorizzazioni, la Waste Recovery S.r.l., risulta sospesa,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia informato dei fatti esposti;
se intenda attivarsi, per quanto di competenza, presso il Comune e la Regione Campania affinché siano rispettati rigorosamente tutti i criteri previsti dalle norme vigenti in materia di autorizzazione di impianti industriali di gestione dei rifiuti.
(3-02231)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
MODENA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che:
giovedì 14 gennaio 2021 verrà spedita ai prefetti una lettera da parte di tutte le associazioni di ristorazione regionali d'Italia, con cui si chiede "di liberare immediatamente le attività del comparto Hotellerie, Restaurant, Cafè, Catering, denominato Ho.re.ca, dai limiti fino ad ora vigenti che hanno ormai portato gli imprenditori del settore, i loro dipendenti e fornitori in uno stato di disperazione. Inoltre che facciano da tramite per ottenere immediati risarcimenti per i danni subiti dalle chiusure onde evitare ulteriori fallimenti e suicidi";
si spiega nella lettera: "questi i punti di richiesta nello specifico. Favorire l'immediato decadimento di tutte quelle norme che limitano le attività del comparto Ho.re.ca fino ad ora vigenti in maniera iniqua. Intercedere in nome e per nostro conto con il Presidente della Repubblica affinché sia ripristinato al più presto il rispetto dei principi fondamentali della Carta Costituzionale cui da sempre si è ispirata la nostra azione civile e sia interrotta ogni azione discriminatoria nei confronti della categoria qui rappresentata. (Artt. 1, 2, 3, 4, 35, Costituzione della Repubblica Italiana). Farsi tramite tra la categoria Ho.re.ca ed il Governo per ottenere che allo stato di emergenza sanitaria faccia seguito, come già in altri Paesi dell'Unione, la proclamazione dello stato di emergenza economica con la previsione di immediati risarcimenti per i danni causati da chiusure e limitazioni (lucro cessante e danno emergente calcolati sulla base del fatturato annuale 2019)";
considerato che:
rispetto all'emergenza sanitaria scatenata dal virus SARS-COVID 19, che ha coinvolto l'intero pianeta, sono state le politiche adottate dai singoli Stati a fare la differenza nel fronteggiare le ripercussioni economiche della crisi sul tessuto sociale;
in Italia, ad oggi, il Governo si è mostrato sordo al grido di allarme lanciato da migliaia di lavoratori, professionisti ed imprenditori travolti da uno stato di crisi senza precedenti, a causa delle restrizioni imposte alle loro attività;
le azioni del Governo si sono mostrate nei fatti, tardive, inique ed assolutamente insufficienti. Come, ad esempio, l'accesso al credito, concesso per arginare la crisi di liquidità, che ha di fatto aggravato l'indebitamento di società che, non potendo espletare la propria attività in maniera proficua per le ragioni ormai note, potrebbero essere impossibilitate alla restituzione delle somme ottenute;
questa situazione rischia di diventare irreversibile e di sfociare in fallimenti a catena;
è doveroso precisare che, mentre i ristori fino ad ora erogati sono andati effettivamente a beneficio delle imprese, nulla è stato previsto per sostenere questi piccoli imprenditori e le loro famiglie,
si chiede di sapere quali provvedimenti urgenti intendano intraprendere i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, per fronteggiare la gravissima situazione descritta.
(3-02227)
BINETTI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
le statistiche sulla presenza dei disabili nel mercato del lavoro italiano sono fra le peggiori d'Europa; secondo i dati più aggiornati, su 100 persone tra i 15-64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento, sono comunque abili al lavoro, solo 31,8 sono occupati. Si tratta di un dato decisamente inferiore alla media europea perché, nell'insieme dei Paesi europei (EU 27) la media delle persone con disabilità occupate nel 2017 era circa del 50 per cento e questo stesso dato non era considerato soddisfacente dall'UE;
la situazione italiana è ancor più critica di quanto non appaia da questo, pur rilevante, divario; presto si raggiungerà il milione di persone disabili iscritte nelle liste del collocamento mirato (legge n. 68 del 1999) a fronte delle quali il sistema pubblico di collocamento mirato non riesce ad inserirne più di 20.000/30.000 l'anno. E una parte considerevole di queste persone, considerate ottimisticamente come "inserite", dopo sei o dodici mesi non sarebbero più al lavoro;
purtroppo questi dati non provengono da fonte ufficiale, dato il pesante ritardo nella presentazione del Rapporto ministeriale al Parlamento, ma sono ricavati da estrapolazioni su base empirica dei dati ufficiali fermi al 2015 e sono supportati dalla conoscenza diretta proveniente dai più qualificati e onesti operatori del settore; unico modo questo per interpretare la situazione concreta del Paese;
come è noto al Ministro in indirizzo, tutta la filiera introdotta nel 1999 dalla legge n. 68 è da anni in uno stato di paralisi, se non di vero e proprio abbandono, situazione che le famiglie di centinaia di migliaia di persone disabili sperimentano ogni giorno, misurando il divario fra le norme e la realtà;
è altrettanto noto al Ministro che, oltre alla bassa efficienza del sistema pubblico di collocamento mirato, vi è l'ulteriore negatività dovuta alla fortissima sperequazione territoriale, che crea nel Paese opportunità diversissime per tipologia e quantità; in alcune regioni, o meglio in alcuni distretti, è più o meno facile individuare posizioni adatte alle persone con disabilità;
la presenza dei disabili nel mercato del lavoro è una delle voci più importanti del nostro sistema di welfare, sistema nel quale nel caso di disabilità e disoccupazione i disagi si intrecciano e si sommano, mentre proprio in casi come questo, l'Europa, le sue istituzioni, i suoi sforzi finanziari, potrebbero e dovrebbero rappresentare un'occasione preziosa per le persone con disabilità che vivono nel nostro Paese;
l'UE infatti inserisce nel proprio bilancio pluriennale la voce denominata "Coesione, Resilienza e Valori" e attribuisce a tale voce la posta più alta: 1.099,7 mld su complessivi 1.824,4 (di cui 721,9 provenienti dal "Next Generation EU"). Ciò significa che le istituzioni europee intendono indicare agli Stati membri quella che dovrebbe essere la via maestra per il rafforzamento dell'inserimento professionale e lavorativo delle persone con disabilità;
il Governo italiano, invece, in tutte le bozze del PNRR che si sono succedute in questi ultimi mesi, ha letteralmente "dimenticato" di fare riferimento al collocamento delle persone disabili nel mondo del lavoro,
si chiede di sapere:
se ci sia l'intenzione del Ministro in indirizzo di inserire nella parte del Piano dedicata alla "occupazione delle persone con disabilità", una voce specifica che riguardi i percorsi individualizzati di valutazione, formazione preparatoria al lavoro, orientamento, inserimento e accompagnamento;
se si intenda prevedere, per questa voce, una linea di finanziamento ad hoc e indicare le linee generali di questo intervento straordinario, che non potrà che basarsi sulla collaborazione fra un soggetto nazionale (ANPAL) e le imprese, associazioni ed agenzie del Terzo Settore, depositarie di esperienza e competenza indispensabili a questa delicata funzione, secondo i noti principi della sussidiarietà.
(3-02230)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
CIRIANI, RAUTI, DE CARLO, PETRENGA - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
di recente, nel mese di dicembre 2020, le Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato hanno espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante il riparto del Fondo per il finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per l'anno 2020;
tra le missioni internazionali finanziate è ricompresa la "Resolute Support Mission" in Afghanistan, alla quale, per il 2020, l'Italia partecipa con 800 unità di personale militare, 145 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei, analogamente a quanto già previsto nel 2019, avuto riguardo alla quale il Governo, nella scheda relativa alla predetta missione, ha ipotizzato, nel corso del medesimo anno, una rimodulazione in senso riduttivo, in funzione dell'esito del processo elettorale e del miglioramento delle condizioni di sicurezza, pur con la precisazione che sarebbe continuata "l'attività di ricerca della disponibilità di partner internazionali ad operare nel settore di responsabilità italiano, in coordinazione con il MAECI, al fine di coprire le posizioni lasciate libere dall'Italia";
in particolare, il Governo ha precisato che "il contingente nazionale è schierato principalmente nella zona di Herat…garantisce la funzionalità dell'aeroporto di Herat…supporta le Afghan Security Institutions (ASI) e le Afghan National Defence Security Forces (ANDSF)": ciò perché la missione in questione, subentrata, dal 1° gennaio 2015, alla missione ISAF, conclusasi il 31 dicembre 2014, ha come obiettivo lo svolgimento di attività di formazione, consulenza e assistenza a favore delle forze di difesa e sicurezza afgane e delle istituzioni governative e riflette gli impegni assunti dalla NATO ai vertici di Lisbona (2010), Chicago (2012) Newport in Galles (2014);
tale impegno è stato anche sostenuto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il quale con la risoluzione n. 2189 del 12 dicembre 2014 ha sottolineato l'importanza del continuo sostegno internazionale per la stabilizzazione della situazione in Afghanistan e l'ulteriore miglioramento della funzionalità e della capacità delle forze di difesa e sicurezza afgane, al fine di consentire loro il mantenimento, in autonomia, della sicurezza e della stabilità in tutto il Paese;
il piano di funzionamento della missione è stato approvato dai ministri degli esteri della NATO alla fine di giugno 2014 e, allo stato, la missione non ha un termine di scadenza predeterminato: ciò nonostante, da quel che si è potuto apprendere dalla stampa, gli interpreti di nazionalità afghana, impiegati a supporto dell'attività italiana nella missione, avrebbero ricevuto le lettere di fine rapporto, senza la previsione, peraltro, di alcun tipo di misura atta a garantire la propria sicurezza e quella dei rispettivi familiari;
alcuni interpreti, da quel che risulta, avrebbero già ricevuto delle ritorsioni per la collaborazione con le forze occidentali, finanche rimanendo uccisi e, tale problematica, sarebbe già nota al Governo italiano;
la questione è stata anche affrontata, in passato, con la concessione della protezione internazionale per l'interprete e la propria famiglia, fino al primo grado di parentela;
a prescindere dalla futura decisione in ordine alla permanenza dell'Italia in Afghanistan, così come in altri teatri internazionali, appare necessario garantire ai collaboratori le necessarie tutele;
anche al fine di mantenere alto il profilo internazionale dell'Italia, evitando di essere tacciati come coloro che abbandonano, al proprio destino, i relativi collaboratori locali,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se siano a conoscenza del numero effettivo di cittadini di nazionalità afghana impegnati in attività di collaborazione con le nostre forze armate;
quali iniziative intendano intraprendere al fine di predisporre un adeguato programma di protezione in favore di coloro i quali abbiano fattivamente collaborato con le nostre forze armate in Afghanistan e negli altri teatri di crisi internazionale;
se non si ritenga necessario tenere costantemente sotto osservazione la situazione di coloro che hanno collaborato con l'Esercito italiano nello scenario afghano e che decidono di continuare la loro vita in Afghanistan, offrendo loro pronta protezione ed aiuto, qualora la situazione dovesse evolversi in modo negativo e presentasse pericoli per la loro vita ed incolumità.
(4-04771)
GASPARRI - Ai Ministri della salute e della difesa. - Premesso che:
il Governo ha avviato un piano strategico di vaccinazione anti COVID edito dal Ministero della salute;
il piano prevede la vaccinazione in via prioritaria per alcune categorie appartenenti ai servizi essenziali;
tra le categorie inserite ci sono, giustamente, le forze di polizia ad ordinamento civile e militare;
il personale delle forze armate, che è impiegato in tutte le operazioni nazionali utili al contenimento del contagio, nonché di supporto alla popolazione, non è inserito tra queste categorie,
si chiede di sapere se non si ritenga di dover porre immediato rimedio a questo errore, inserendo rapidamente il personale delle forze armate nel citato piano vaccinale.
(4-04772)
VITALI, BERUTTI - Ai Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
il decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, nell'ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zone economiche speciali (ZES) all'interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative;
le ZES puntano alla creazione di un tessuto produttivo localizzato e radicato territorialmente, spesso finalizzato all'insediamento industriale e manifatturiero ed all'incremento del livello di attività economica ed occupazionale delle aree;
la nascita nel 2020 della società Enel Logistics è stata accolta con interesse e fiducia, nell'assunto che la mission industriale fosse tesa, non solo al recupero ed alla riconversione di aree e strutture inutilizzate in Italia, in luoghi strategici come porti, aeroporti ed interporti per la logistica, la movimentazione e lo stoccaggio di merci, ma anche al fine di creare valore aggiunto ed occupazione, partendo da territori nel tempo penalizzati dalla presenza di centrali termoelettriche, spesso a carbone, da riconvertire a gas;
la preannunciata conversione a gas delle 4 centrali a carbone ENEL di Brindisi, Civitavecchia, La Spezia e Venezia è stata accolta favorevolmente in un primo tempo, quale necessario sostegno alla transizione energetica ed opportuna riduzione dell'impatto ambientale rispetto al carbone;
ad oggi, il progetto Enel Logistics a Brindisi ed a La Spezia, si è trasformato in un mero parcheggio di container senza alcuna traccia di un piano industriale e di concrete ipotesi occupazionali, che supportino le numerose unità lavorative che sarebbero potute essere impegnate con la nuova iniziativa;
il 14 ottobre 2020 ENEL ha comunicato, in un incontro con i sindacati FILCTEM, FLAEI e UILTEC, la chiusura prevista già dal prossimo anno, delle centrali elettriche ENEL a carbone di Brindisi, Fusina (Venezia), La Spezia e Civitavecchia, che determinerà un esubero di circa 800 lavoratori,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza, ciascuno per la propria competenza, della situazione di cui in premessa;
se intendano rendere pubblico il vero piano industriale di Enel Logistics, chiarire se i siti individuati saranno bonificati (dal momento che tali aree negli ultimi 40 anni hanno generato un forte inquinamento) e se saranno posti al servizio delle comunità locali, e quali urgenti iniziative intendano adottare al fine di rispondere all'esigenza esposta.
(4-04773)
PRESUTTO, PAVANELLI, CROATTI, VACCARO, LANNUTTI, ACCOTO, ANGRISANI, TRENTACOSTE, ROMANO, ABATE, CORRADO, DONNO, GIANNUZZI, MONTEVECCHI - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. - Premesso che:
a seguito della nazionalizzazione dell'energia elettrica, nel 1962, ENEL ereditò tutta la documentazione delle 1.270 aziende italiane del settore preesistenti. Tale corposo e variegato materiale venne riordinato e schedato, tuttavia, solo a partire dal 1985;
nel 1992 la Soprintendenza del Lazio ritenne il patrimonio documentale, conservato nelle sedi degli ex compartimenti ENEL dislocati in tutta Italia, fonte di valore unico e di incommensurabile interesse per la storia dell'energia elettrica e per la storia economica nazionale e internazionale dall'inizio del secolo scorso in poi. Attualmente l'archivio è identificato come "bene culturale da conservare e valorizzare" ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
il 24 settembre 2008 l'archivio storico ENEL, comprensivo di tutta la documentazione esistente, fu inaugurato nella nuova sede di via Ponte dei Granili, a Napoli. La sede dell'archivio fu allestita e attrezzata adeguatamente nella ex centrale elettrica dell'EAV, detta "Doganella", risalente all'inizio del Novecento e già di proprietà ENEL. La scelta di allocare l'archivio storico ENEL in via Ponte dei Granili di certo non fu casuale, considerata la peculiare storia dell'area nella quale venero realizzate, dopo quella dell'EAV, altre tre centrali termoelettriche della SME (1925 Capuano, 1953 Vigliena, 1958 Levante). Le quattro centrali hanno segnato la storia del territorio e provocato rilevanti danni al suo ecosistema. Tuttora è in funzione la centrale Termoelettrica a ciclo combinato della Tirreno Power;
la nuova struttura diventò meta di studiosi e di semplici cittadini attratti dall'enorme valore storico della documentazione custodita nell'archivio;
nel 2015 ENEL decise di delocalizzare l'archivio. Nei documenti aziendali si annunciava il proposito di allocare altrove, al di fuori della Regione Campania, la sede dell'archivio storico e la realizzazione di "uno spazio museale" nello stesso sito;
ENEL predispose ogni cosa per la realizzazione del suo piano ed aveva persino affidato ad un'azienda laziale, che ha poi eseguito il lavoro, il compito di selezionare e catalogare nuovamente i documenti conservati nell'archivio e quelli acquisiti da registrare;
il progetto del trasferimento in altra regione, tuttavia, non riuscì a concretizzarsi per la ferma opposizione dei comitati cittadini, che sottolinearono la specifica storia del sito e dell'area; nonché presero posizione numerosi e prestigiosi intellettuali, che si schierarono pubblicamente in opposizione alla delocalizzazione con la sottoscrizione di un documento inviato al Presidente dell'ENEL. Peraltro, la competente Soprintendenza di Napoli si oppose al trasferimento dell'archivio in altra regione;
la discussione si è protratta per alcuni anni ed ENEL ha continuato a sostenere la causa del trasferimento dell'archivio adducendo la insostenibilità dei costi della sede (divenuta di proprietà privata), ed anche la presunta precarietà della "Location in un contesto degradato, ancorché semi centrale, fuori dai circuiti culturali e poco istituzionale", sorvolando sulle rilevanti responsabilità dell'industria elettrica nel causare i noti danni ambientali dell'area. Tutto ciò dimostrando una ridotta conoscenza del territorio, visto che l'archivio era posto a due chilometri dalla stazione centrale;
in un primo incontro, convocato presso il Ministero in indirizzo il 5 novembre 2015, con ENEL, Regione Campania, Comune di Napoli e Soprintendenza di Napoli, fu stabilito che l'archivio doveva restare a Napoli. Nei successivi incontri, infine, si decise di trasferire l'archivio storico in un padiglione della Mostra D'Oltremare;
il piano fu oggetto di un apposito e corposo finanziamento previsto dal cosiddetto "Patto per la Campania", sottoscritto il 24 aprile del 2016 dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, Matteo Renzi. Tale progetto prevedeva la realizzazione del "Polo dell'Archivio d'Impresa", di cui lo stesso archivio ENEL sarebbe stato parte preponderante e fondamentale;
nel 2018 iniziò il trasferimento dei documenti di ENEL, che vennero depositati in locali provvisori presso la Mostra d'Oltremare, divenuti poi successivamente definitivi, in attesa dei lavori di adeguamento dei previsti padiglioni della mostra. Lo spazio assegnato è scarso e sottodimensionato rispetto a quello disponibile nell'edificio di via Ponte dei Granili, ritenuto nondimeno insufficiente;
si rileva poi che il piano relativo al progetto della realizzazione del "Polo dell'Archivio d'Impresa" non ha trovato attuazione ed allo stato presso i locali della Mostra d'Oltremare resta unicamente l'archivio ENEL. Non si ha notizia se il cospicuo finanziamento previsto dal "Patto per la Campania" sia stato poi effettivamente assegnato ed in quale misura. Ciò che sembra evidente è che non appaiono ancora chiari gli aspetti organizzativi e funzionali relativi alla nuova sede;
preme sottolineare che per garantire una corretta conservazione del patrimonio cartaceo e fotografico sia indispensabile un efficace impianto di areazione oltre che adeguate apparecchiature antincendio, che nella vecchia sede erano perfettamente in funzione, mentre nulla si conosce in merito a quella nuova, tutto ciò per essere sicuri che i faldoni non possano danneggiarsi;
la situazione creatasi ha determinato uno stato di confusione e incertezza rispetto alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale disponibile nell'archivio, che rimane a tutt'oggi non consultabile, nonostante le sollecitazioni della Soprintendenza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se intenda adoperarsi per verificare che la sede odierna disponga di tutte le apparecchiature (impianto di areazione e dispositivi antincendio) volte alla corretta conservazione dei documenti e idonee a scongiurare l'eventuale deterioramento di questi ultimi;
se, viste le criticità riscontrate nella Mostra d'Oltremare di Napoli, ritenga di favorire l'individuazione di una nuova sede nell'area orientale della città di Napoli, dove sussistono diverse opportunità per consentire sia la permanenza dell'archivio storico ENEL, che l'eventuale espletamento del progetto dello "spazio museale", poiché nell'area ci sono siti industriali dismessi di rilevante pregio, quali la ex Cirio di Vigliena e la ex fonderia Corradini, entrambe poste sotto il vincolo della Soprintendenza e di proprietà pubblica;
quali misure intenda intraprendere al fine di preservare, valorizzare e rendere fruibile a studiosi e cittadini un patrimonio di inestimabile valore storico-culturale come l'archivio dell'ENEL, attualmente dislocato in un luogo destinato ad assolvere a tutt'altro compito.
(4-04774)
PILLON - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
in un articolo comparso sul quotidiano on line "Huffington Post" e firmato da Fabrizio Marrazzo, portavoce del nuovo Partito Gay, Solidale, Ambientalista e Liberale, si legge che il Partito Gay ha varato una campagna di promozione e sensibilizzazione sul tema delle adozioni per coppie LGBT+ intitolata "Dalla parte di tutte le famiglie";
dalla lettura dell'articolo emerge che alcuni attivisti del partito, in occasione delle festività natalizie, si sono recati in visita presso alcune case-famiglia di Roma, accompagnati da un "Babbo Natale Rainbow", recapitando regali ai bambini ospitati e leggendo loro favole sul tema della discriminazione;
l'articolo precisa inoltre che l'iniziativa, partita nel mese di dicembre, proseguirà in varie strutture in Italia nel corso di tutto il 2021;
considerato che, in relazione alla situazione emergenziale scaturita dall'epidemia di Sars-CoV-2, molti genitori di soggetti minorenni ospitati presso strutture di accoglienza per mesi non hanno potuto incontrare i loro figli, se non mediante collegamenti da remoto, ovvero hanno potuto incontrarli solo in spazi neutri, senza comunque alcuna possibilità di accesso alle strutture per ragioni di salute e sicurezza;
considerato che alcuni genitori si trovano ancora nell'impossibilità di incontrare i loro figli o di far loro visita,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda utilizzare i suoi poteri ispettivi per verificare chi abbia autorizzato gli attivisti del Partito Gay, Solidale, Ambientalista e Liberale a entrare nelle strutture di accoglienza e ad incontrare i minori ospitati, ed eventualmente sulla base di quali criteri sia stata rilasciata l'autorizzazione;
se non ritenga opportuno chiarire e ribadire, se del caso anche mediante un intervento normativo, che i diritti dei genitori nei confronti dei figli ospitati nelle strutture di accoglienza vengono prima di quelli di altri soggetti estranei, siano essi partiti o associazioni, e che la salute e la sicurezza dei bambini ospitati deve essere sempre e comunque garantita.
(4-04775)
PRESUTTO, CASTELLONE, GRANATO, ANGRISANI, VACCARO, TRENTACOSTE, PAVANELLI, CROATTI, ACCOTO, LANNUTTI, PUGLIA, FERRARA, MONTEVECCHI, ROMANO, ABATE, CORRADO, DONNO, GIANNUZZI - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
il 2 gennaio 2021, a causa delle forti mareggiate, l'antico Arco Borbonico in pietra posto sul lungomare di Napoli, ultima testimonianza del vecchio porticciolo borbonico ritratto in tanti dipinti della Scuola partenopea, è crollato;
l'opera fu realizzata nel '700 come approdo per i pescatori, ma successivamente, nel corso dell'800, fu trasformato in terminale dello scarico fognario venendo ribattezzato dai napoletani "O Chiavicone". Da anni abbandonato all'incuria, e in equilibrio precario su una porzione di masso, negli ultimi tempi l'arco era stato puntellato con i tubi innocenti che, alla luce del triste epilogo, non ne hanno evitato il crollo definitivo;
la storia recente dell'agonia dell'Arco Borbonico inizia nel 2018, quando Giuseppe Farace, fotografo e consigliere del Museo del Mare, dopo una mareggiata di novembre si affacciò sul lungomare e si accorse che una delle basi dell'arco era stata pericolosamente spostata dalle mareggiate: l'intera struttura si reggeva su uno spicchio di pietra di pochi centimetri, il rischio crollo appariva dunque imminente;
lo stesso Farace si preoccupò di segnalare subito il rischio all'Autorità portuale, al Comune e alla Soprintendenza, i vigili transennarono l'area, ma la questione finì lì;
qualche mese dopo lo stesso Museo del Mare organizzò una conferenza che si concluse con una nuova richiesta di intervento caduta, anch'essa, nel dimenticatoio;
apparve subito evidente come l'ente competente per il ripristino e la salvaguardia dell'arco fosse l'Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale;
nel 2019 l'allora delegata al mare del Comune di Napoli, Daniela Villani, presentò una relazione inerente alla situazione critica delle coste napoletane, ponendo l'attenzione in particolare proprio sull'Arco Borbonico. Fu ventilata la possibilità di accedere ad un finanziamento di nove milioni di euro che avrebbe risolto la questione, ma il progetto non si concretizzò mai;
il 27 maggio 2020 la Soprintendenza, per mezzo di una nota, impose all'Autorità portuale di porre in essere i lavori per la messa in sicurezza della struttura definendoli urgenti ed improcrastinabili. Nella nota venne evidenziata la necessità che l'Autorità portuale predisponesse entro trenta giorni un progetto esecutivo conforme alla relazione tecnica allegata alla nota stessa, considerato che "le precarie condizioni strutturali del manufatto indicano lo stato di pericolo per la privata e pubblica incolumità nonché il rischio di perdita del bene culturale, di eccezionale valore storico ed artistico";
nonostante la missiva della Soprintendenza, tuttavia, il progetto esecutivo non è mai stato realizzato da parte dell'Autorità portuale e la Soprintendenza pare non sia intervenuta sostituendosi all'Autorità portuale come avrebbe potuto in forza di quanto stabilito dal comma 5 dell'art. 33 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
i primi lavori di messa in sicurezza dell'arco risalgono purtroppo solo a settembre del 2020: quasi due anni dopo il primo allarme e molti mesi dopo rispetto alla nota della Soprintendenza. Con la determina 121/2020 del 17 luglio 2020, avente per oggetto i lavori di messa in sicurezza dell'Arco Borbonico l'Autorità portuale ha avviato i lavori puntellando la struttura con tubi innocenti;
è apparso subito evidente come tale intervento non fosse sufficiente a garantire, nemmeno provvisoriamente, la salvaguardia della struttura;
già durante le mareggiate del dicembre scorso si era rischiato il crollo e non poche perplessità avevano creato le parole del presidente dell'Autorità portuale, che aveva affermato a mezzo stampa che l'arco fosse stato messo in sicurezza e che se tale intervento non fosse stato fatto, la struttura sarebbe crollata. Di fatto, nemmeno di fronte ad uno scampato pericolo si è ritenuto di intervenire in maniera incisiva;
ciò nonostante, il primo sabato di gennaio 2021 l'arco è purtroppo crollato;
l'Autorità portuale, immediatamente chiamata in causa in quanto negligente nella salvaguardia dello stesso ha, attraverso le parole del presidente Spirito, evidenziato come gli ingegneri incaricati dopo i controlli del caso avessero assicurato che la struttura avrebbe retto e che l'incontro con la Soprintendenza per discutere del progetto esecutivo fosse già stato fissato per una data immediatamente successiva al 6 gennaio 2021;
alla luce di quanto accaduto, l'Autorità portuale ha poi ribadito il proprio impegno nel rifacimento dello stesso attraverso la tecnica dell'anastilosi: la ricostruzione mediante la ricomposizione dei pezzi originali. Se non si riuscirà a recuperarli tutti saranno inseriti anche blocchi nuovi, con tempi e costi da definire,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
come intendano intervenire per accertare le responsabilità che hanno determinato il crollo di un'opera di grande valore storico-culturale come l'Arco Borbonico;
se ritengano di verificare che vengano messe in atto tutte le opportune procedure previste dalla legge, volte al recupero dei materiali e successivamente al restauro del bene storico del '700.
(4-04776)
CORTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
i comuni a vocazione prevalentemente turistica stanno risentendo in maniera drammatica degli effetti legati al protrarsi dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;
la denuncia, in particolare, arriva dai comuni dell'Appennino modenese, che fanno parte del comprensorio sciistico del Cimone, i quali sono stati segnati dall'avvio di una stagione invernale assolutamente disastrosa;
la chiusura degli impianti sciistici ha infatti impoverito questo territorio della presenza di turisti, privando le attività economiche in esso insistenti di importanti risorse da poter reinvestire nello sviluppo del territorio medesimo;
la chiusura degli impianti ha inoltre determinato perdite dirette per comuni appenninici del modenese, i quali da un lato, hanno perso la percentuale degli incassi della libera disponibilità dei suoli, che variano dai 70 ai 100.000 euro l'anno e dall'altro, sono aggravati dalle spese per la manutenzione delle strade innevate e dei parcheggi;
le minori entrate incidono prevalentemente sulla parte corrente del bilancio togliendo ai comuni le risorse necessarie per un'offerta qualificata dei servizi, anche quelli più essenziali,
si chiede di sapere quali siano gli interventi che il Ministro in indirizzo intenda mettere in campo, nei prossimi provvedimenti all'esame del Parlamento, per ristorare i comuni delle perdite subite a causa delle forti limitazioni agli spostamenti imposti dal Governo per il contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, e se non ritenga di operare affinché venga ad essi riconosciuta la possibilità di usufruire integralmente delle risorse derivanti dal prelievo dell'imposta municipale unica.
(4-04777)
BORGONZONI, OSTELLARI, SAPONARA, PISANI Pietro, CAMPARI, CORTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
il Piano strategico dell'Italia per la vaccinazione, elaborato dal Ministero della salute, insieme al commissario straordinario per l'emergenza, Istituto Superiore di Sanità, AGENAS e AIFA, rappresenta un passaggio fondamentale nel contrasto alla diffusione del COVID-19;
il Piano identifica le categorie da vaccinare in via prioritaria, ovvero gli operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e il personale delle RSA per anziani e le persone in età avanzata;
il commissario Arcuri, con una comunicazione del 17 novembre 2020 invitava le Regioni a vaccinare, per ogni presidio ospedaliero "il personale operante al suo interno, a qualunque titolo", ovvero anche il personale non sanitario;
questa discrezionalità ha comportato il crearsi di un divario tra i vaccini somministrati al personale non sanitario ed anziani ospiti di strutture assistenziali, di quasi il doppio, in evidente contrasto quindi con il principio di "priorità" sanitaria;
la situazione riguarda tutto il territorio nazionale, con punte decisamente anomale nella Regione Emilia-Romagna, già oggetto degli scandalosi casi di somministrazione di dosi "avanzate" a parenti e amici da parte del personale sanitario e operatori CRA nel modenese;
la Regione Emilia-Romagna, a partire dal "Vaccine Day" del 27 dicembre scorso, sta raggiungendo in questi giorni la quota di 100.000 vaccini eseguiti, secondo una tabella di marcia molto serrata, da cui risulta che 24.000 hanno riguardano personale non sanitario, ovvero chi lavora a vario titolo presso strutture ospedaliere o sanitarie, volontari, dipendenti delle ditte in appalto, ma anche amministrativi, tecnici e manager che di fatto non dovrebbero essere esposti a situazioni di particolare rischio, e solo 6.000 dosi sono state effettuate su anziani ricoverati presso strutture RSA e strutture di riposo;
in Emilia-Romagna il numero di vaccini somministrati a personale non sanitario è 4 volte superiore a quello che ha riguardato gli anziani ospiti di strutture assistenziali, rappresentando un "caso limite" come definito da un quotidiano a tiratura nazionale;
in base a questi dati, in Emilia-Romagna risulta che la fascia di età maggiormente coperta dai vaccini sia quella intorno ai 50-59 anni e non quella degli anziani, ovvero la categoria più vulnerabile,
si chiede per sapere:
se quanto riferito dal commissario Arcuri sulla vaccinazione del personale non prioritario operante a vario titolo presso presidi ospedalieri corrisponda alle indicazioni fornite dal Governo, o diversamente, come queste siano formulate;
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per garantire rapidamente una copertura vaccinale alla fascia di anziani, con particolare riferimento agli ospiti di RSA e strutture di degenza;
se e come il Ministro in indirizzo intenda intervenire affinché venga garantito un controllo meticoloso del rispetto del calendario vaccinale per i soggetti prioritari, inteso a tutelare i soggetti più vulnerabili.
(4-04778)
BOTTO, CROATTI, PIARULLI, TRENTACOSTE, ANGRISANI, MONTEVECCHI, VACCARO, MANTERO - Ai Ministri per gli affari regionali e le autonomie e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
il Consiglio regionale della Liguria, lo scorso 23 dicembre 2020, ha approvato un provvedimento collegato alla legge di stabilità per l'anno finanziario 2021, all'interno del quale, con l'articolo 30, sono state introdotte una serie di modifiche in materia di aree protette, concernenti la legge 6 dicembre 1991, n. 394, recante "legge quadro sulle aree protette", che appaiono in evidente contrasto con la normativa nazionale;
gli interventi introdotti, riguardanti le modifiche dei confini dell'area protetta ed il parere da parte degli enti locali interessati, che dovranno esprimersi sul merito entro due settimane (in caso non via sia espressione, il parere s'intende favorevole) a giudizio degli interroganti, violano infatti almeno due leggi fondamentali dello Stato: la legge quadro sulle aree protette, che impone la consultazione obbligatoria dei comuni, province e comunità montane e le disposizioni sul procedimento amministrativo, che escludono il silenzio-assenso per i pareri in materia ambientale e paesaggistica;
al riguardo, gli interroganti evidenziano che in precedenza, con la legge 19 aprile 2019, n. 9 nota come "legge taglia parchi", la Regione Liguria era già intervenuta modificando la normativa nazionale, in quanto aveva ridefinito i confini di quattro parchi regionali: Alpi Liguri, Antola, Aveto e Beigua (tagliando complessivamente 540 ettari dal loro territorio) soppresso 42 aree protette nella provincia di Savona e cancellato il progetto per la realizzazione di un nuovo parco nell'entroterra di Finale Ligure;
tali interventi normativi furono impugnati dal Governo in quanto sollevò questioni di legittimità costituzionale, in violazione della legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991 e successivamente, con la sentenza n. 134 del 2019 la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità di ben cinque articoli della legge regionale;
gli interroganti evidenziano altresì, ulteriori interventi da parte della regione Liguria, in materia di aree naturali protette ed in particolare, nell'ambito della gestione risalente al 2019, riguardanti il commissariamento di quattro parchi regionali di primaria importanza: Alpi Liguri, Aveto, Montemarcello Magra - Vara e Portofino, i cui effetti negativi hanno impedito l'effettivo funzionamento degli organi statutari;
le citate osservazioni destano, a parere degli interroganti, sconcerto e preoccupazione in relazione all'insistenza da parte della Regione Liguria, nell'introdurre una serie modifiche normative in materia di parchi e aree protette, avvenute in tempi così rapidi nel corso del recente passato, che appaiono ambigue e discutibili e che coinvolgono l'ecosistema, la tutela paesaggistica, l'ambiente e i territori interessati, le cui norme peraltro risultano in controtendenza con i principi generali disposti dalla normativa nazionale, che detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese,
si chiede di sapere:
quali valutazioni il Ministro in indirizzo intenda esprimere, nell'ambito delle proprie competenze, in relazione a quanto esposto in premessa, con particolare riferimento alle recenti modifiche introdotte dalla Regione Liguria, all'articolo 30 del collegato alla legge di stabilità per l'anno 2021, approvato lo scorso dicembre 2020;
se, in considerazione delle osservazioni richiamate, non convenga che le misure normative regionali, oltre a violare palesemente i contenuti della legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991, e pertanto in contrasto con le competenze previste dall'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione relativo alla competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, rischino di determinare gravi effetti in termini di riduzione della tutela ambientale e conseguentemente alla qualità della vita della popolazione ligure e all'economia regionale;
in caso affermativo, quali iniziative di competenza intenda intraprendere, al fine di impugnare le disposizioni contenute nella legge regionale recentemente approvata, che modificano i confini delle aree protette, in relazione alle evidenti criticità esposte in premessa e verificare la corretta compatibilità con la Costituzione e le leggi nazionali.
(4-04779)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:
13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali):
3-02231 della senatrice Moronese ed altri, sulla realizzazione di un impianto di gestione rifiuti a Castel Volturno (Caserta).
Interrogazioni, ritiro
È stata ritirata l'interrogazione 3-02219 del senatore Quarto.
Avviso di rettifica
Nel Resoconto stenografico della 290a seduta pubblica del 12 gennaio 2021, a pagina 63, sostituire il quinto capoverso con il seguente: "Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 7 gennaio 2021, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del decreto legislativo 14 maggio 2019, n. 50, la relazione sulla sicurezza delle ferrovie, predisposta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, corredata dalla relazione sull'attività svolta dalla medesima Agenzia, riferite all'anno 2019".
Nello stesso Resoconto, a pagina 67, sotto il titolo "Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento", alla terzultima riga del secondo capoverso e alla quartultima riga del terzo capoverso sostituire le parole: "al 23 marzo 2021" con le seguenti: "all'8 marzo 2021".