SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


11ª Commissione permanente
(LAVORO PUBBLICO E PRIVATO, PREVIDENZA SOCIALE)


**269ª seduta: giovedì 14 ottobre 2021, ore 9


ORDINE DEL GIORNO

SINDACATO ISPETTIVO

Interrogazione
Svolta

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO



MANTOVANILANZIMONTEVECCHIDONNOVANINPRESUTTOROMANOTRENTACOSTECROATTI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e per le pari opportunità e la famiglia

Premesso che:

alcuni sindacati di categoria hanno portato alla conoscenza di diverse autorità istituzionali l'anomala situazione contrattuale in cui verserebbero i lavoratori dell'azienda SETA S.p.A., che gestisce i servizi di trasporto pubblico locale nei bacini delle province di Modena, Reggio Emilia e Piacenza;

la società, sin dalla sua nascita, non avrebbe mai armonizzato i contratti di secondo livello in essere presso le tre precedenti aziende mantenendo così una gestione differenziata di normativa e salario tra i dipendenti impegnati nei tre bacini. Ciò ha comportato, e comporta tuttora, una discriminazione economico-normativa tra i dipendenti della stessa azienda a seconda di quale territorio siano assegnati;

è stato siglato un quarto accordo per i lavoratori assunti dopo il 2012, a cui si applica esclusivamente il solo contratto collettivo nazionale di lavoro autoferrotranvieri, e solo alcune indennità sarebbero state erogate ai lavoratori provenienti dalle ex società assorbite in SETA. Secondo i sindacati quest'ultimo accordo, che doveva essere temporaneo per i lavoratori che si apprestavano ad entrare in azienda, è invece diventato consolidato, rappresentando il contratto applicato alla generalità dei lavoratori neo assunti nei tre territori gestiti da SETA;

nei diversi territori si assisterebbe a diverse "rimodulazioni" del contratto di assunzione post 2012, che di fatto avrebbe generato un'ulteriore diversificazione contrattuale tra i dipendenti a seconda della provincia in cui vengono assunti;

di fatto, ci si trova a dover gestire, al posto di un unico contratto "armonizzato", ben 6 contratti diversi all'interno della stessa azienda;

tale stato di cose genererebbe disparità macroscopiche di applicazione di istituti contrattuali tra i tre bacini e tra gli stessi lavoratori occupati nello stesso bacino, nonché un continuo turn over di lavoratori, incompatibile con il giusto valore da dare alla conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della vita privata e familiare;

siffatta situazione comporta delle evidenti discriminazioni contrattuali tra lavoratori di pari grado e anzianità aziendale con conseguente mancanza di fiducia dei lavoratori verso l'azienda. Questi ultimi operano spesso su nastri di lavoro fino a 14 ore non omogenei sui tre bacini, con un diverso grado di fruizione degli istituti economico-normativi frammentati, disaggregati, e non uniformemente concessi tra i tre bacini;

sempre secondo i sindacati, l'azienda non avrebbe gestito in modo trasparente e corretto alcuni istituti contrattuali, come gli straordinari e i congedi parentali non pagati e turni di allattamento non corretti;

per queste ragioni si sono susseguiti molteplici scioperi per sollevare le problematiche esposte ma invano, visto che tuttora esse permangono irrisolte;

quanto esposto contrasterebbe, pertanto, con quanto disposto dalla normativa vigente e con i principi previsti dal nostro ordinamento giuridico, vigendo il divieto di discriminazione in generale nelle condizioni di lavoro, con particolare riferimento al divieto di discriminazione retributiva e in materia di tutela della maternità e paternità, così come stabilito dallo stesso codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006, e con quanto stabilito dagli articoli 2087 del codice civile e articolo 32 della Costituzione, per cui il datore di lavoro ha il dovere di assicurare al lavoratore condizioni di lavoro adeguate atte a preservare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro quali beni di rilevanza costituzionale;

considerato inoltre che:

le precarie condizioni professionali, sia psicofisiche che economiche, dei lavoratori dell'azienda SETA danneggiano anche il sistema di trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano;

nell'attuale periodo di attuazione delle diverse prescrizioni restrittive per il settore dei trasporti, conseguenti alla crisi sanitaria, è emerso come il servizio di trasporto pubblico locale e in particolare scolastico svolto a Modena, Reggio Emilia e Piacenza sia assolutamente inadeguato, viste anche le particolari caratteristiche orografiche del territorio;

l'inefficienza del servizio rischia di nuocere la salute e la sicurezza degli studenti e passeggeri, oltre a recare gravi danni all'ambiente,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, nei limiti delle rispettive attribuzioni, ritengano opportuno adottare, anche attraverso la convocazione di un tavolo con le parti aziendali e sindacali interessate, per addivenire al più presto ad una soluzione affinché venga applicato e osservato presso l'azienda il principio di parità di trattamento economico-normativo tra i diversi lavoratori, e, in generale, affinché vengano osservati livelli di maggior tutela dei diritti, di salute ed economici, per il personale del trasporto pubblico locale, in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente e con i principi previsti dall'ordinamento giuridico in materia.


(3-02852)