SENATO DELLA REPUBBLICA
------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


9a Commissione permanente
(AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE)


19ª e 20ª seduta: mercoledì 7 novembre 2018, ore 9 e 14,30


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni interrogazioni svolte


IN SEDE REDIGENTE


Seguito della discussione dei disegni di legge:
1. CAMPARI e Simone BOSSI. - Norme generali per la protezione e la conservazione della fauna ittica nelle acque interne attraverso la determinazione di princìpi fondamentali riguardanti la gestione delle acque pubbliche del territorio nazionale ai fini della pesca e del turismo alieutico sportivo-ricreativo - Relatore alla Commissione TARICCO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 3ª, della 4ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 12ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(695)
2. VALLARDI ed altri. - Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale - Relatore alla Commissione BERGESIO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 10ª, della 11ª, della 12ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(728)
3. Deputato GALLINELLA ed altri. - Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile (Approvato dalla Camera dei deputati) - Relatore alla Commissione BERGESIO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 8ª, della 10ª, della 13ª e della 14ª Commissione)
(878)
IN SEDE CONSULTIVA

I. Seguito dell'esame del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria - Relatrice alla Commissione MOLLAME
(Parere alla 6a Commissione)
(886)
II. Seguito dell'esame congiunto del disegno di legge:
Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018
(Relazione alla 14a Commissione)
(822)
e dei documenti:
1. Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2018
(Parere alla 14a Commissione)
(Doc. LXXXVI, n. 1)
2. Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2017
(Parere alla 14a Commissione)
(Doc. LXXXVII, n. 1)
- Relatore alla Commissione BERGESIO
INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO


AGOSTINELLI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. -

Premesso che:

secondo il Rapporto 2018 "Cambia la Terra", promosso da FederBio, con il sostegno di Legambiente, Wwf, Lipu e ISDE, la quasi totalità delle sovvenzioni europee e nazionali va all’agricoltura convenzionale, che utilizza pesticidi, diserbanti e fertilizzanti sintetici;

per i dati elaborati dall’Ufficio studi della Camera dei deputati, su un totale di fondi europei e italiani di circa 62,5 miliardi, al biologico ne vanno solo 1,8 pari al 2,9 per cento delle risorse;

studi e ricerche internazionali dimostrano che l’uso dei pesticidi comporta costi socio-sanitari, per la contaminazione delle acque, per il degrado del suolo e per la perdita della biodiversità naturale. La ricerca Pimentel 2005 valuta questi costi per gli USA in circa 10 miliardi di dollari l’anno;

secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), nel mondo si registrano oltre 26 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi all’anno e 258.000 decessi. Uno studio europeo del 2015 ha poi valutato che l’esposizione prenatale a organofosfati (composti base di molti pesticidi ed erbicidi) fa perdere ogni anno 13 milioni di punti di quoziente intellettivo e provoca 59.300 casi di ritardo mentale, con un costo annuo valutabile tra i 146 e i 194 miliardi di euro;

l’agricoltura chimica richiede poi maggiori quantità di energia e particolarmente di idrocarburi: secondo i dati pubblicati dal Rodale Institute nel 2011, i sistemi di agricoltura biologica utilizzano il 45 per cento in meno di energia rispetto a quelli convenzionali e producono il 40 per cento in meno di gas serra rispetto all’agricoltura basata su metodi convenzionali;

secondo il quinto rapporto dell’Intergovernmental panel on climate change, "le anomalie climatiche potranno provocare una riduzione della produttività agricola su scala globale compresa tra il 9 e il 21%, da qui al 2050". Viceversa, è ormai un fatto appurato che l’agricoltura biologica è un importante strumento per la lotta ai cambiamenti climatici, dato il ruolo fondamentale che riveste nel sequestrare anidride carbonica dall’ambiente e nel restituire la fertilità ai suoli combattendo attivamente fenomeni come la desertificazione, l’erosione dei suoli e l’effetto serra ("greenreport", del 10 settembre 2018);

uno studio USA del 2014 ("Environmental and Economic Costs of the Application of Pesticides") ha valutato in 284 milioni di dollari l’anno il solo danno diretto dell’uso dei pesticidi per la scomparsa delle api e degli altri insetti impollinatori. Lo sterminio di altri insetti e dei parassiti predatori naturali degli insetti e degli organismi dannosi costa invece, complessivamente, 520 milioni di dollari l’anno, considerando anche la spesa del ricorso a trattamenti fitosanitari;

a parere dell'interrogante appare quindi evidente che il sistema contributivo comunitario e italiano, privilegiando l’agricoltura industriale che fa uso di pesticidi, stia applicando all’inverso la regola "chi inquina paga";

gli agricoltori biologici sono penalizzati da altri costi, come quelli per la certificazione iniziale e per il mantenimento. Va poi considerata la maggior incidenza del costo del lavoro nei campi bio, dato che per raggiungere l’obiettivo di ridare fertilità alla terra occorre più lavoro rispetto a dove si usa la chimica, con un maggior costo stimato nel 30 per cento,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, visto che l’attuale sistema premia l’agricoltura che sostiene scelte ad alto impatto ambientale e sanitario, non ritenga di prendere provvedimenti, e quali, per cambiare la destinazione di una significativa quota di risorse pubbliche al fine di sostenere un modello agricolo più sicuro, più sano e più equo.

(3-00245)

DURNWALDER - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. -

Premesso che:

l'articolo 83, comma 3-bis, e l'articolo 91, comma 1-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, e successive modificazioni ed integrazioni, stabiliscono che la documentazione antimafia è sempre prevista nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli demaniali che ricadono nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, a prescindere dal loro valore complessivo, nonché su tutti i terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei per un importo superiore a 5.000 euro;

l'articolo 1, comma 1142, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, ha introdotto una disciplina transitoria, limitatamente ai terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei, innalzando a 25.000 euro la soglia di applicazione della deroga per tutti i contributi erogati fino al 31 dicembre 2018;

considerato che:

a decorrere dal 1° gennaio 2019 scatterà quindi l'obbligo di corredare di documentazione antimafia i terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei per importi inferiori a 25.000 euro;

il numero dei soggetti coinvolti (Regioni, centri di assistenza agricola, organismi pagatori) nel sistema dei pagamenti in agricoltura rende molto complicata la procedura;

la documentazione antimafia, in via transitoria e fino al pieno funzionamento del sistema informatizzato ovvero della banca dati nazionale unica, deve essere rilasciata dalle prefetture, ai sensi dell'art. 99-bis del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, le quali si troverebbero ad evadere un numero considerevole di domande in pochi mesi (si stima che a decorrere dal 2019 sarebbero circa 500.000 le aziende che dovranno presentare la documentazione) con il rischio di paralizzare il loro lavoro mettendo a rischio i pagamenti a favore degli agricoltori;

AGEA ha dichiarato di non aver ancora completato le procedure informatiche che permetterebbero lo scambio dati con il Ministero dell'interno e l'acquisizione automatica della documentazione antimafia prevista dal comma 3-bis dell'articolo 83 e dal comma 1-bis dell'articolo 91 citati;

il direttore generale di AGEA, dottor Gabriele Papa Pagliardini, ha spiegato che il mancato pagamento degli aiuti PAC nei termini previsti dai regolamenti dell'Unione europea "determinerebbe danni irreversibili per lo Stato, in quanto le spese non riconosciute e finanziate dall'UE permangono a carico dell'Erario";

considerato altresì che, per dare tempo alle prefetture di smaltire le richieste della documentazione antimafia presentate dalle aziende che usufruiscono dei fondi europei per importi superiori a 25.000 euro e per permettere ad AGEA di riorganizzarsi a seguito dell'introduzione delle disposizioni citate, durante l'esame del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n. 108, è stato presentato dall'interrogante un emendamento volto a prorogare al 31 dicembre 2019 la disciplina transitoria di cui al comma 1142 citato e che tale emendamento è stato respinto dalla Commissione competente;

tenuto conto che:

lo stesso dottor Papa Pagliardini, nella sua audizione dinanzi alla XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei deputati avvenuta in data 11 luglio 2018, ha sottolineato le problematiche applicative connesse alla normativa antimafia attualmente in vigore auspicando la necessità dell'attivazione delle necessarie iniziative applicative per un'eventuale ulteriore proroga dei tempi di entrata in vigore a pieno regime della nuova normativa; in difetto di tale proroga la non completa realizzazione della piena operatività delle procedure automatizzate riferibili all'acquisizione della documentazione antimafia è suscettibile di compromettere fortemente le attività di erogazione degli aiuti correlati alla politica agricola;

la stessa AGEA, constatato il mancato funzionamento delle procedure automatizzate, starebbe preparando una circolare secondo la quale gli agricoltori dovranno presentare al momento della domanda ulteriore documentazione relativa alla propria iscrizione alla camera di commercio ed ai propri familiari conviventi;

preso atto che la pubblica amministrazione, ai sensi dell'art. 18 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni e integrazioni, deve acquisire d'ufficio la documentazione attestante atti, fatti, qualità e stati soggettivi necessari per l'istruttoria del procedimento, già in possesso dell'amministrazione procedente, ovvero quando essi sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni,

si chiede di sapere:

se non sia il caso rivedere la normativa citata, e se il Ministro in indirizzo intenda attivarsi al fine di una modifica degli articoli 83, comma 3-bis, e 91, comma 1-bis, del codice antimafia ai fini di un'eventuale abrogazione o un'ulteriore proroga dell'entrata in vigore;

se non intenda evitare ulteriori oneri burocratici a carico degli agricoltori applicando i principi di trasparenza previsti dalla vigente normativa e non richiedendo documentazione acquisibile d'ufficio.

(3-00273)