SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------


4ª Commissione permanente
(DIFESA)


41ª e 42ª seduta: mercoledì 29 gennaio 2014, ore 9 e 15,30
43ª seduta: giovedì 30 gennaio 2014, ore 9


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione.


INTEGRAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA

Elezione di un Segretario.


IN SEDE CONSULTIVA

Esame del documento:
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, per l'anno 2014. - Relatore alla Commissione Luciano ROSSI.
(Parere alla 14ª Commissione)
Esame e rinvio (Doc. LXXXVII-bis, n. 2)


IN SEDE REFERENTE

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
1. CALDEROLI e DIVINA. - Modifica all’articolo 275 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di equiparazione del monumento santuario «Madonna degli Alpini» di San Maurizio di Cervasca ai cimiteri di guerra. - Relatore alla Commissione DIVINA.
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(1064)

2. Donella MATTESINI e Maria Grazia GATTI. - Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, di cui all'articolo 193 del codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e del Comitato di verifica per le cause di servizio, previsto dall'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461. - Relatore alla Commissione BILARDI.
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 11ª e della 12ª Commissione)
(886)


INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO


BOCCHINO , BATTISTA , MARTON , COTTI , CAMPANELLA , PEPE , VACCIANO , PAGLINI , MONTEVECCHI , MUSSINI , DONNO. - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
la politica d'impiego dei militari dell'Esercito ha registrato di recente un incremento dei provvedimenti di trasferimento d'autorità di cui agli articoli 592 e 593 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, recante il codice dell'ordinamento militare, in particolare a carico degli ufficiali;
tale situazione comporta un costo per la pubblica amministrazione stante un riconoscimento di un trattamento economico aggiuntivo per i due anni successivi al trasferimento (circa 25.000 euro), notevole disagio per il personale trasferito e delle loro famiglie, in particolare: sul piano abitativo, stante la carenza di alloggi di servizio ed i problemi del mercato immobiliare del nostro Paese, particolarmente nelle grandi città (spesso sede di nuova destinazione) e, a maggior ragione, per chi dispone di casa di proprietà (a volte anche con mutuo in corso); per la formazione scolastica dei figli, in considerazione del fatto che alcuni provvedimenti sono disposti durante l'anno scolastico; per il coniuge dipendente privato o libero professionista, laddove non vi sia copertura normativa;
il provvedimento si innesta in un momento di sfavorevole contingenza economica che colpisce sia lo Stato, alle prese con interventi di rigida economia (spending review), sia le famiglie, ed in particolare quelle dei dipendenti pubblici che soffrono per il blocco degli stipendi protratto per un ulteriore anno;
è notorio che l'Esercito sta vivendo un delicato momento di trasformazione per il raggiungimento degli obiettivi fissati per legge;
considerato che, a parere degli interroganti:
dai trasferimenti risulta essere interessato personale in forza ai reggimenti operativi che dovrebbero essere preservati dalla trasformazione stessa;
appare piuttosto che alla base della motivazione della decisione ci sia il mero scopo di colpire il personale che da molti anni stanzia presso la stessa sede. In merito a questo punto non si può non tenere in particolare considerazione il personale in forza ai reggimenti operativi, che è il più interessato all'impiego nelle missioni internazionali. Tali reggimenti hanno registrato l'impiego in missione quasi ad anni alterni, situazione che produce di fatto l'assenza, reiterata nel tempo, del militare per almeno 6 mesi, con il conseguente disagio delle rispettive famiglie costrette ad affrontare da sole le difficoltà della vita quotidiana. Detto personale è peraltro quello che ha pagato e continua a pagare maggiormente sia in termini di vite umane, sia in termini di patologie contratte;
tale sistema altera la visione generale della politica delle forze armate presentandola, agli occhi di tutti, come una sorta di coercizione soprattutto ai danni di coloro che, dopo anni di servizio, seppur con i limiti ed i sacrifici imposti dal proprio status e dai propri doveri, hanno avuto modo di creare un ambiente favorevole allo sviluppo sociale del nucleo familiare. Quest'ultimo a conti fatti diventa soggetto passivo, senza alcun diritto di replica al provvedimento, se non in caso di presenza di gravissime problematiche di salute documentabili, e forse neanche allora;
tale politica interna non trova giustificazione, tanto più se si considera che sembra non avere alcuna attinenza, anzi appare contraddittoria, rispetto alle dinamiche di trasformazione scaturenti dalle indicazioni del decreto del Presidente della Repubblica 12 febbraio 2013, n. 29, "Regolamento recante disposizioni per la riduzione delle dotazioni organiche delle Forze armate, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135", per la riduzione dei volumi organici entro il 1° gennaio 2016, ed in particolar modo per l'estensione dell'istituto del collocamento in aspettativa per riduzione di quadri al personale militare non dirigente;
la logica conclusione di un tale esodo sarebbe peraltro il portare reparti che attualmente hanno un'eccedenza di personale in organico ad avere dal 2016 una carenza in quelle stesse posizioni,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga che i trasferimenti d'autorità siano necessari per il raggiungimento degli obiettivi citati;
se l'incremento del numero dei trasferimenti d'autorità risponda sul piano economico alle esigenze imposte dalla politica economica di spending review e sul piano socio-politico alla difficile situazione sociale che attraversa il nostro Paese, nei confronti di una categoria che, a parere degli interroganti, va tenuta in giusta considerazione per i suoi peculiari compiti istituzionali.
(3-00603)