Premesso che:
domenica 18 gennaio 2015 due pescherecci italiani, entrambi provenienti dalla Sicilia, il "Jonathan" di Siracusa e l'"Alba Chiara" di Cagliari (di stanza a Riposto, nel catanese), sono stati sequestrati in Egitto dalle autorità locali;
fonti interne dell'ambasciata italiana hanno rivelato che a bordo delle imbarcazioni c'erano degli italiani e che il fermo è avvenuto perché i pescherecci sarebbero entrati in acque territoriali egiziane senza autorizzazione;
secondo una nota diramata dal presidente regionale dell'associazione dei pescatori marittimi professionali di Catania, Fabio Micalizzi, così come dimostrato dalla strumentazione satellitare di bordo, le 2 imbarcazioni al momento del sequestro risultavano essere in acque internazionali;
considerato che:
già in altre occasioni la situazione nel mar Mediterraneo ha dato prova di essere diventata incontrollabile dall'Unione europea e dal Patto mondiale di difesa del diritto della navigazione in acque internazionali, visto il modo arbitrario con il quale viene gestita l'estensione della fascia costiera nord africana;
come risulta all'interrogante, i componenti degli equipaggi dei pescherecci siciliani fermati dalle autorità egiziane, trattenuti ad Alessandria , ad oggi non sono ancora entrati in contatto con alcun rappresentante dello Stato italiano che li informi sulle operazioni per il rimpatrio e l'eventuale dissequestro;
ritenuto che è opportuno richiedere l'immediato dissequestro dei pescherecci e l'attivazione di un tavolo di confronto tra tutti i Paesi rivieraschi, volto al superamento del contenzioso relativo alle zone esclusive di pesca,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione descritta;
come si stiano adoperando per la positiva risoluzione della situazione relativa ai pescherecci;
se si ritenga opportuno riferire con urgenza ogni elemento di conoscenza di cui il Governo sia in possesso;
se non si ritenga, in ogni caso, di intervenire, per quanto di propria competenza al fine di confermare il riconoscimento del buon diritto dei pescatori italiani a lavorare in tutto il mare Mediterraneo, garantendo loro la giusta serenità e sicurezza.
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
da anni si trascina una situazione di incertezza in materia di diritto alla pesca al largo delle coste della Sicilia. È accaduto spesso, anche di recente con i motopescherecci "Alba Chiara", di Siracusa, e "Jonathan" di Cagliari, che natanti militari appartenenti all'Egitto, o alla Tunisia, o alla Libia accostino i pescherecci siciliani e interrompano le loro attività di pesca;
secondo le autorità di questi Stati i motopescherecci italiani vengono fermati, il loro equipaggio scortato nei rispettivi porti e trattenuto, ed il loro pescato sequestrato, in quanto i natanti avrebbero svolto, illegittimamente, attività di pesca all'interno della loro zona economica esclusiva (ZEE);
la questione, investendo i rapporti interstatuali ed il rispetto di confini, rientra, in senso ampio, nella sfera della politica estera;
il rispetto del diritto internazionale e delle attività ittiche nel mar Mediterraneo è diventata particolarmente complessa, non solamente a causa dell'incertezza politica di alcuni Stati del nord Africa ma anche perché taluni di questi rivendicano un'estensione delle loro acque territoriali in contrasto con il diritto internazionale consolidato;
il diritto alla pesca nel Mediterraneo nel tratto di mare che interessa l'Italia, Egitto, Tunisia e Libia deve essere affrontato a giudizio dell'interrogante tempestivamente, ed in via definitiva, facendo riferimento ai trattati internazionali che regolano le modalità di definizione dei confini marittimi degli Stati;
nel periodo 2012-2015 i sequestri di motopescherecci siciliani da parte di autorità di polizia della Repubblica Araba di Egitto hanno provocato considerevoli danni economici al mercato ittico italiano già in grave difficoltà a causa di direttive europee particolarmente restrittive;
il presidente regionale della Federazione armatori siciliani, Carmelo Micalizzi, ha affermato, con assoluta certezza, che i natanti "Alba Chiara" e "Jonathan", sequestrati il 18 gennaio 2015 e quindi rilasciati dalle autorità egiziane, sicuramente "erano in acque internazionali, come dimostra la strumentazione satellitare di bordo",
si chiede di sapere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano congiuntamente intraprendere, anche in sede di Unione europea, con le autorità dei Paesi che in questi anni hanno sequestrato illegittimamente pescherecci italiani, al fine di giungere ad un accordo che garantisca definitivamente il diritto alla pesca nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo.