Premesso che:
la sera del 4 agosto 2015 una frana di notevoli dimensioni ha interessato la zona di San Vito di Cadore (Belluno), arrivando fin sulla strada statale "Alemagna", la strada che porta a Cortina D'Ampezzo, rendendola irraggiungibile. La frana è stata provocata da un fortissimo temporale;
quest'ultimo evento rappresenta l'ennesima manifestazione della fragilità idrogeologica della zona: altre frane hanno infatti interessato, anche recentemente, la riva sinistra del fiume Boite;
il forte maltempo ha interessato il torrente 'Ru Secco, corso d'acqua affluente del Boite. Il torrente ha superato un bacino di contenimento facendo scivolare a valle un'enorme massa di fango e ghiaia;
la frana ha ucciso 2 persone, ed ha investito il comune di San Vito di Cadore, distruggendo impianti di risalita, sommergendo di fango il paese, distruggendo o riempiendo di terra edifici e rendendo inagibili numerose abitazioni;
i sindaci da tempo hanno fatto presente al Governo che la messa in sicurezza del territorio è una necessità, soprattutto per un'area a vocazione turistica qual è il bellunese, e che, senza una appropriata compartecipazione finanziaria da parte dello Stato, non sono in grado di provvedervi. I limiti alle spese imposte dal patto di stabilità interno e la riduzione dei trasferimenti pubblici da parte dello Stato agli enti locali vanificano la possibilità dei Comuni di agire concretamente in ambito ambientale con iniziative efficaci e di lungo periodo,
il territorio necessita di manutenzioni continue, ordinarie e straordinarie, e di un piano, efficace e fattibile, di salvaguardia idrogeologica,
si chiede di sapere quali concrete iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano adottare per sostenere le politiche ambientali di messa in sicurezza del territorio poste in essere dai Comuni della provincia di Belluno.