SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------

12a Commissione permanente
(IGIENE E SANITA')



233ª seduta: mercoledì 13 maggio 2015, ore 15
234ª seduta: giovedì 14 maggio 2015, ore 8,30


ORDINE DEL GIORNO

IN SEDE REFERENTE

I. Seguito dell'esame congiunto dei documenti:
1. D'AMBROSIO LETTIERI. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale
(Pareri della 1ª, della 2ª e della 5ª Commissione)
(Doc. XXII, n. 4)
2. BARANI ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause degli sperperi e dei disavanzi sanitari regionali
(Pareri della 1ª, della 2ª e della 5ª Commissione)
(Doc. XXII, n. 6)
3. DI BIAGIO. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sull'efficienza del Servizio sanitario nazionale
(Pareri della 1ª, della 2ª e della 5ª Commissione)
(Doc. XXII, n. 7)
- e del disegno di legge:
Ignazio MARINO ed altri. - Istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 13ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(84)
- Relatrice alla Commissione SILVESTRO

II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 8ª, della 9ª, della 10ª, della 11ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1324)
2. Laura BIANCONI e D'AMBROSIO LETTIERI. - Istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(154)
3. MANDELLI e D'AMBROSIO LETTIERI. - Modifiche all'articolo 102 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª e della 10ª Commissione)
(693)
4. D'AMBROSIO LETTIERI ed altri. - Riordino della disciplina degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(725)
5. Annalisa SILVESTRO ed altri. - Riordino della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie di medico-chirurgo, di odontoiatra, di medico veterinario, di farmacista e delle professioni sanitarie di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(818)
6. BIANCO ed altri. - Norme in materia di riordino della disciplina degli ordini delle professioni sanitarie di medico-chirurgo e di odontoiatra, di medico veterinario e di farmacista e istituzione degli ordini e degli albi delle professioni sanitarie
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(829)
7. D'ANNA. - Ordinamento delle professioni di biologo e di psicologo
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(833)
- Relatrice alla Commissione DE BIASI

III. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. Ignazio MARINO ed altri. - Norme a sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(91)
2. Laura BIANCONI. - Incentivi alla ricerca e accesso alle terapie nel settore delle malattie rare. Applicazione dell'articolo 9 del regolamento (CE) n. 141/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(163)
3. SCILIPOTI ISGRO'. - Incentivi per la ricerca e disposizioni per favorire l'accesso alle terapie nel settore delle malattie rare, ai sensi dell'articolo 9 del regolamento (CE) n. 141/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(258)
4. BARANI. - Disposizioni in favore della ricerca sulle malattie rare e della loro cura
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(294)
5. DE POLI. - Disposizioni in favore della ricerca sulle malattie rare, della loro prevenzione e cura, per l'istituzione di un fondo a ciò destinato nonché per l'estensione delle indagini diagnostiche neonatali obbligatorie
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(487)
6. DE POLI. - Disposizioni a sostegno delle famiglie con bambini affetti da malattie rare
(Pareri della 1ª, della 3ª, della 5ª, della 6ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)

(513)
7. D'AMBROSIO LETTIERI ed altri. - Disposizioni in favore della ricerca sulle malattie rare, della loro prevenzione e cura. Istituzione dell'Agenzia nazionale per le malattie rare
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 8ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(831)
8. Manuela GRANAIOLA. - Disposizioni per il riconoscimento dei diritti dei pazienti affetti da malattie rare
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 8ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1068)
- Relatori alla Commissione AIELLO e BIANCO

IV. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. D'AMBROSIO LETTIERI. - Disposizioni in materia di riconoscimento della medicina omeopatica
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(225)
2. D'AMBROSIO LETTIERI. - Disposizioni in materia di riconoscimento della medicina tradizionale cinese e dell'agopuntura
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(254)
3. SCILIPOTI ISGRO'. - Disposizioni concernenti la pratica e l'insegnamento dell'agopuntura e delle discipline affini
(Parere della 1ª Commissione)
(256)
4. STUCCHI. - Disciplina della medicina omeopatica
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(429)
5. Maurizio ROMANI ed altri. - Disposizioni in materia di riconoscimento della medicina omeopatica
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 7ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(768)
- Relatrice alla CommissioneBIANCONI

V. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. DE POLI. - Disposizioni in materia di ricerca e di utilizzo di tessuti e di cellule staminali a fini terapeutici
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 7ª, della 11ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(352)
2. Manuela GRANAIOLA ed altri. -Promozione della donazione del sangue da cordone ombelicale e della rete di banche che lo crioconservano
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 7ª, della 8ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(913)
- Relatore alla Commissione DALLA ZUANNA

VI. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. D'AMBROSIO LETTIERI ed altri. - Modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali non utilizzati o scaduti e altre disposizioni concernenti la donazione di medicinali non utilizzati alle ONLUS
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1092)
2. Laura BIANCONI. - Disposizioni concernenti la donazione di medicinali non utilizzati e la loro utilizzazione e distribuzione da parte di organizzazioni non lucrative di utilità sociale e modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali non utilizzati o scaduti
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1495)
- Relatrice alla CommissioneBIANCONI

VII. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. Ignazio MARINO ed altri - Modifica all'articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in materia di assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(86)
2. Daniela DONNO ed altri - Modifica all'articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in materia di assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 11ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1619)
- Relatrice alla Commissione MATTESINI
Rinvio del seguito dell'esame congiunto

VIII. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. MANCONI. - Disciplina della donazione di gameti ed embrioni per fini riproduttivi o per la ricerca scientifica
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1608)
2. Emilia Grazia DE BIASI ed altri. - Norme in materia di procreazione medicalmente assistita
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1630)
3. Laura BIANCONI e Federica CHIAVAROLI. - Norme per la disciplina della procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 11ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1636)
- Relatrice alla Commissione MATTESINI

IX. Seguito dell'esame dei disegni di legge:
1. Elena FATTORI ed altri. - Disposizioni in materia di dispensazione dei medicinali (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento)- Relatrice alla CommissioneBIANCONI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª e della 10ª Commissione)
(983)
2. Paola TAVERNA ed altri. - Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie - Relatore alla CommissioneAIELLO
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(998)
3. Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica (Approvato dalla Camera dei deputati, in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Paola Binetti; Grassi ed altri; Dorina Bianchi) - Relatore alla CommissioneROMANO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 7ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1534)
4. VACCARI ed altri. - Disciplina delle attività funerarie - Relatrice alla Commissione MATURANI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 8ª, della 10ª, della 11ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1611)


X. Esame dei disegni di legge:
1. Serenella FUCKSIA. - Norme in materia di procreazione medicalmente assistita - Relatrice alla Commissione MATTESINI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1284)
2. MANCONI ed altri. - Norme in materia di fecondazione medicalmente assistita - Relatrice alla Commissione MATTESINI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1607)
3. PALERMO e MANCONI. - Disposizioni concernenti la conservazione di gameti umani e di tessuto gonadale - Relatrice alla Commissione MATTESINI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1792)
4. PALERMO e MANCONI. - Disposizioni in materia di fecondazione medicalmente assistita e di conservazione di gameti umani e di tessuto gonadale - Relatrice alla Commissione MATTESINI
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1793)

IN SEDE CONSULTIVA

Esame degli atti:
1. Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga la direttiva 76/621/CEE del Consiglio relativa alla fissazione del tenore massimo in acido erucico negli oli e nei grassi destinati tali e quali al consumo umano nonché negli alimenti con aggiunta di oli o grassi e il regolamento (CE) n. 320/2006 del Consiglio relativo a un regime temporaneo per la ristrutturazione dell'industria dello zucchero - Relatore alla CommissioneBIANCO
(Osservazioni alla 9ª Commissione)
(COM (2015) 174 definitivo)
2. Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l'uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul loro territorio - Relatore alla CommissioneBIANCO
(Osservazioni alla 9ª Commissione)
(COM (2015) 177 definitivo)


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni


INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO


BISINELLA - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

il nomenclatore tariffario è il documento emanato e periodicamente aggiornato dal Ministero della salute che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del servizio sanitario nazionale;

il nomenclatore tariffario attualmente in vigore è quello stabilito dal decreto ministeriale n. 332 del 27 agosto 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 settembre 1999, dal titolo: "Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale: modalità di erogazione e tariffe";

il servizio sanitario nazionale dovrebbe garantire alle persone riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento dell'invalidità le prestazioni sanitarie che comportano l'erogazione di protesi, ortesi ed ausili tecnologici nell'ambito di un progetto riabilitativo individuale volto alla prevenzione, alla correzione o alla compensazione di menomazioni o disabilità funzionali conseguenti a patologie o lesioni, al potenziamento delle abilità residue nonché alla promozione dell'autonomia dell'assistito;

il decreto ministeriale citato individua nel dettaglio le categorie di persone che hanno diritto all'assistenza protesica, le prestazioni che comportano l'erogazione dei dispositivi riportati negli elenchi 1, 2 e 3 del nomenclatore tariffario e le modalità di erogazione;

i problemi del nomenclatore sono tutti riconducibili al suo mancato aggiornamento, ovvero al fatto che da ben 14 anni riporta le medesime tipologie di protesi e ausili, con relativi prezzi. È chiaro che quello che poteva essere all'avanguardia nel 1999 al giorno d'oggi possa essere considerato assolutamente superato. Ma sul fronte nomenclatore tariffario, le parti chiamate in causa non sono solo quelle degli utenti: a essere interessato da questo blocco è un intero comparto, che comprende anche rivenditori e produttori, oltre che lo stesso Stato;

il nomenclatore tariffario dalla parte dell'utente stabilisce quali ausili possano essere erogati al disabile che abbia la prescrizione da parte di un medico specialista che attesti la necessità di quello strumento (decreto ministeriale n. 332 del 1999 art. 4, comma 2), ma un documento redatto 14 anni fa include necessariamente ausili che al giorno d'oggi possono essere, se non obsoleti, quantomeno superati;

se un paziente necessita di una carrozzina "fruibile" (carrozzina che sarà quella che il medico prescrittore avrà valutato come necessaria alle esigenze), sarà costretto a pagare di tasca propria la differenza di costo rispetto alla tariffa prevista per quell'ausilio dal nomenclatore. È una scelta che non tutti, economicamente parlando, possono prendersi il lusso di sostenere;

se i primi ad essere evidentemente interessati dal mancato aggiornamento del nomenclatore sono, necessariamente, i disabili, è tutto il comparto a essere interessato. Per quanto riguarda i produttori, dal 1999 ad oggi le voci di produzione per il settore hanno visto un aumento nei capitoli di spesa (costo del lavoro, costo delle materie prime, costo dei componenti delle protesi, costo per la sicurezza, costi ambientali e medici per il personale); sono rimasti fermi invece i prezzi: quando ad acquistare è il servizio sanitario nazionale, il prezzo di riferimento è, appunto, quello del nomenclatore tariffario;

il nomenclatore riporta codici generici e specifici per le varie esigenze (del 1999), caratteristiche e relativo prezzo dell'ausilio e della protesi. Quindi il SSN paga al rivenditore al quale un utente si rivolge esattamente il prezzo corrispondente al codice al quale è ricondotto quel dato ausilio. Questo significa che non ha importanza che tipo di modello specifico di carrozzina si scelga, e non ha importanza neppure quanto costi al rivenditore: il SSN rimborserà esattamente la cifra corrispondente a quel codice. Di conseguenza nei casi in cui il prodotto costi meno rispetto al 1999 (è il caso di alcune carrozzine pieghevoli semplici, ad esempio, il cui prezzo è diminuito grazie a industrializzazione del prodotto e abbattimento dei costi che ha ridotto il prezzo del l'ausilio), la Asl va incontro ad un esborso di denaro maggiore. Si stima, secondo calcoli di stampa, che l'aggiornamento del tariffario, per il comparto di massa, quello che comprende carrozzine e montascale, consentirebbe un risparmio enorme: "Un ribasso del 70 per cento per molti ausili", afferma Maria Teresa Agati, presidente autorevole del centro studi e ricerche ausili tecnici per persone disabili di Federvarie-Confindustria;

un intervento, se da un lato deve tenere conto della necessità di ottimizzazione e trasparenza sul fronte della spesa e degli sprechi (ad esempio attraverso il ricorso a pubblici bandi di fornitura), dall'altro non può negare il fondamentale aspetto della efficacia dei dispositivi che per essere tali devono rispondere alle specifiche esigenze di chi ne ha bisogno;

il provvedimento di aggiornamento deve prendere in considerazione tutte le conseguenze possibili al fine di ridurre i costi per i pazienti, in primis evitando che per la fretta, si demandi alle ASL la soluzione di quello che compete al Ministero (la definizione delle tariffe o "costi standard" per ogni tipologia di ausilio), imponendo gare d'appalto con tutte le conseguenze infauste: impossibilità per l'assistito di scegliere l'ausilio più idoneo, individuato previe valutazioni tecniche di diversi ausili e dopo prove sul paziente del dispositivo e degli accessori; difformità di assistenza tra le diverse ASL (in un'ASL può vincere un certo modello, in un'altra un modello con diverse caratteristiche, con un prezzo ed un valore inferiore),

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga assolutamente indifferibile provvedere non solo all'aggiornamento, ma al completo ripensamento del nomenclatore tariffario in vigore in Italia dal 1999, considerando quanto sia necessario a chi, sulla sua base, si vede fornire dal SSN strumenti per la propria vita quotidiana, per il movimento, per la comunicazione, per tutto ciò che comporta una vita dignitosa;

quali misure, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare al fine di evitare che si creino distorsioni nella fornitura di tali servizi e disparità di trattamento tra i cittadini.
(3-01512)

SERRA , MORONESE , PUGLIA , TAVERNA , BULGARELLI , MANGILI , LEZZI , CASTALDI , MORRA - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

il nomenclatore tariffario è il documento emanato dal Ministero della salute, soggetto a periodico aggiornamento, con il quale si stabiliscono la tipologia e le modalità per la fornitura di protesi e ausili posti a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN). L'aggiornamento, nonostante la legge preveda che debba avvenire periodicamente, risale all'anno 1999; difatti, è ancora in vigore quello stabilito dal decreto ministeriale n. 332 del 27 agosto 1999, recante "Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale: modalità di erogazione e tariffe". Si tratta di una vicenda annosa che, a parere degli interroganti, presenta svariate opacità e in merito alla quale sempre più persone disabili chiedono l'aggiornamento;

il regolamento si riferisce alle prestazioni di assistenza protesica che implicano l'erogazione dei dispositivi riportati nell'elenco, a ognuno dei quali è abbinato un codice in virtù del quale il Servizio sanitario nazionale individua il modello e il relativo costo. I modelli disponibili nel tariffario, attualmente, sono anacronistici, sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo del reale valore sul mercato;

la legge prevede l'aggiornamento dell'elenco ogni 2 anni, in quanto la tecnologia è in continua evoluzione e la qualità di protesi e ausili migliora progressivamente; da qui nasce la necessità che il prontuario sia adeguato ai tempi, al fine di offrire ai disabili la migliore assistenza possibile e disponibile in un dato momento storico;

la tecnologia, infatti, è in continuo aggiornamento ed è in grado di produrre strumenti di supporto in grado di migliorare nettamente la vita quotidiana di chi ha necessità particolari. Altresì il mancato aggiornamento della lista contribuisce ad alimentare gli sprechi ad opera delle aziende sanitarie locali, già presenti nella spesa sanitaria. Risulta agli interroganti che il medesimo ausilio arrivi ad essere pagato anche il doppio rispetto al prezzo corrente di mercato. L'aggiornamento del prontuario risulta, quindi, necessario anche per esigenze di ottimizzazione e contenimento della spesa pubblica imposti dall'Unione europea;

considerato che:

negli ultimi anni il mancato aggiornamento del nomenclatore tariffario ha inciso negativamente sulla qualità della vita di molti disabili, alimentando, in base a quanto risulta agli interroganti, un mercato sommerso e clandestino, ove reperire le protesi e i presidi sanitari occorrenti a costi fuori mercato, ed incentivando, dunque, la vendita illecita dei prodotti sanitari senza alcuna garanzia e assicurazione per gli utenti finali. Tale situazione e tali mancanze hanno impedito a molti disabili di avere e godere della disponibilità degli ausili utili e necessari per migliorare i vari aspetti della loro vita quotidiana, dalla postura fisica fino alla comunicazione;

di recente il Governo ha affrontato il problema partendo dai profili non espressamente inerenti allo sviluppo di un sistema più funzionale (attraverso un accesso on line per esempio, facilitando, in tal modo, la conoscenza dei modelli di ausili ottenibili dal SSN), ma relativi alle modalità di svolgimento delle gare d'appalto per la fornitura degli ausili di serie, tralasciando, a parere degli interroganti, gli aspetti più sensibili e urgenti del problema;

nella relazione allegata alla bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del marzo 2015 che definisce le modalità di erogazione dei dispositivi inclusi nell'assistenza protesica, è previsto che tutti gli ausili, con eccezione delle protesi e delle ortesi su misura, dovranno essere acquistati tramite gara. Tale modalità non garantisce ai disabili che necessitano di tali ausili di ottenere, in virtù delle indicazioni cliniche, i presidi, inclusi nell'elenco, più idonei che invece, in base a quanto risulta agli interroganti, vengono assicurati ai soli utenti che necessitano di ausili per stomia;

a parere degli interroganti, occorre adottare gli strumenti idonei e finalizzati a fornire ausili adeguati, garantendo, al contempo, il controllo della spesa pubblica ed il controllo della prestazione che viene fornita. Ciò potrebbe avvenire mediante la registrazione di ogni tipologia di ausilio in un repertorio di tutti i modelli utilizzabili con costi a carico del SSN, in modo che la scelta da operare sia chiara e condivisa tra medico prescrittore ed assistito;

considerato inoltre che:

riconoscere le reali esigenze di coloro che necessitano di speciali ausili nella vita quotidiana significa comprendere e interpretare le necessità particolari dei singoli, garantendo, in tal modo, un processo di vita indipendente. In caso contrario, coloro che devono soddisfare i propri bisogni con prodotti adeguati dovranno autonomamente fare ricorso al libero mercato, accollandosi i relativi costi, in spregio ai principi costituzionali sanciti dagli articoli 3 e 32 della Costituzione;

in Italia ci sono circa 3 milioni di disabili, la cifra aumenta se si computano anche coloro che hanno un apprezzabile livello di difficoltà; a tali somme si devono aggiungere i nuclei familiari che vivono e condividono le stesse vicende. A giudizio degli interroganti una soluzione definitiva e celere appare, ragionevolmente, non ulteriormente procrastinabile,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e, in particolare, della sussistenza di un mercato clandestino in cui risulti possibile reperire presidi sanitari a costi fuori mercato, senza alcuna assicurazione e garanzia ufficiale in ordine allo loro sicurezza e funzionalità;

se abbia adottato iniziative o intenda intervenire con provvedimenti di competenza per tutelare la salute delle persone coinvolte, anche in considerazione della loro particolare condizione di vita;

quali siano i motivi per cui non si propenda attualmente per un sistema, già vigente negli altri Paesi europei, che garantisca, a parità di spesa, la scelta diretta da parte delle persone disabili degli ausili disponibili sul mercato, erogabili con oneri a carico dello Stato, tra quelli più adatti alle varie problematiche sanitarie, fissando, per ogni categoria, un tetto massimo di spesa.
(3-01819)


DI GIORGI , PADUA - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

il piano sanitario della Regione Siciliana 2011-2013, in linea con gli orientamenti programmatici nazionali e internazionali, ha inteso rimodulare la rete materno-infantile per garantire adeguati standard di qualità relativamente all'organizzazione ed alle funzioni collegate all'assistenza, con la finalità di attuare progressivamente le previsioni di cui alle "Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo" di cui all'accordo della conferenza unificata Stato-Regioni, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 2011;

con il decreto del 14 gennaio 2015 dell'Assessorato per la salute, relativo alla "Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia", pubblicato sul supplemento ordinario della GURS n. 4 del 23 gennaio 2015 è stata prevista la chiusura del punto nascita dell'Ospedale "Hsr G. Giglio" di Cefalù (Palermo), per mancato raggiungimento della soglia minima di 500 parti all'anno;

in base a quanto previsto dai successivi decreti attuativi assessoriali la ginecologia dell'ospedale "Hsr G. Giglio" di Cefalù dovrà pertanto essere chiusa entro il 30 aprile 2015;

considerato che:

nel 2012 sulla questione si era già pronunciato il Tar di Palermo che aveva bocciato la chiusura del punto nascita di Cefalù. Nell'ordinanza emessa si rilevava la "carenza" di motivazioni addotte a sostegno della chiusura. D'altra parte, nel riconoscere la mancata qualificazione di struttura pubblica dell'ospedale, si riconosceva tuttavia la peculiarità gestionale mista pubblico-privata che di fatto consentiva di superare la motivazione della natura non pubblica della struttura ospedaliera. Nella sentenza, inoltre, veniva sottolineato che il centro disponeva di un'alta qualificazione sanitaria;

nel 2013 il Tar, rispetto alla precedente pronuncia, confermava la chiusura del punto nascita di Cefalù e salvava invece quello di Termini Imerese (Palermo). Furono considerate decisive dal Tar la breve distanza che intercorre tra Cefalù e Termini Imerese e la natura mista della struttura dell'ospedale di Cefalù. Quest'ultimo, infatti, essendo una fondazione, non poteva essere totalmente assimilato a una struttura pubblica in senso stretto qual è invece il presidio ospedaliero di Termini Imerese;

rilevato che:

la costa settentrionale della Sicilia si estende per circa 220 chilometri tra Messina e Palermo, con una popolazione di circa 250.000 abitanti, ed è delimitata immediatamente a sud dalle catene montuose delle Madonie e dei Nebrodi. Da ciò si evince la posizione baricentrica della struttura di Cefalù, al confine tra la provincia di Palermo e la provincia di Messina;

l'ospedale "Hsr G. Giglio" di Cefalù è una struttura pubblica a servizio di un territorio molto vasto, non di certo inferiore, per numero di parti, per efficienza e per professionalità, ad altri centri nascita. Nel 2014 il totale dei parti è stato di 420 con un incremento, rispetto al 2013, di circa il 15 per cento. Si prevede un ulteriore trend di crescita nei primi mesi del 2015, con circa 20 parti in più rispetto all'anno precedente. Inoltre, non si è registrato nessun caso di mortalità neonatale e perinatale negli ultimi 5 anni; circa 10 neonati sono stati trasferiti a Palermo nel corso del 2014 nei giorni successivi al parto, durante osservazione, con dimissione nei giorni successivi al trasferimento senza nessuna complicanza imputabile al peripartum. Alla luce di questi dati si rileva che l'ospedale è una struttura che ha dimostrato di saper crescere in qualità e nel numero di parti;

per quanto attiene ai tagli cesarei, si evidenzia che, in controtendenza rispetto al dato regionale sul numero di interventi, la struttura di Cefalù conta già una percentuale di tagli cesarei pari a circa il 20 per cento, notevolmente inferiore quindi alla media regionale ed in linea con gli obiettivi del piano sanitario della Regione Siciliana;

l'ospedale di Cefalù dispone poi di un'assistenza completa nelle 24 ore, presentando tutti i requisiti indispensabili per la sicurezza delle partorienti e dei neonati quali: ginecologo di guardia, pediatra neonatologo di guardia, ostetrica di guardia, anestesista di guardia, terapia intensiva, unità di terapia intensiva cardiologica, centro trasfusionale e radiologia con TAC e RM attivi sulle 24 ore, laboratorio d'analisi e reparti di cardiologia, chirurgia generale e medicina interna, nonché assistenza di psicologia clinica con servizio dedicato all'ostetricia sempre disponibile. L'unità operativa, con una dotazione di 12 posti letto e un day hospital, conta un organico di 8 ginecologi, 4 pediatri, 6 ostetriche, 6 infermiere professionali, 3 operatrici socio-sanitarie e una puericultrice;

presenta inoltre un'assistenza ostetrico-ginecologica attiva 24 ore su 24, a differenza dei punti nascita di Termini Imerese e Petralia (Palermo) che possono contare invece solo sulla reperibilità. Tutti questi elementi dimostrano che la dotazione organica, strumentale e strutturale del punto nascita di Cefalù risulta essere ben superiore rispetto ai minimi richiesti dalla normativa;

in data 3 marzo 2015 la conferenza dei sindaci del distretto socio-sanitario 33, composta dai sindaci di Cefalù, Lascari, Gratteri, Campofelice Di Roccella, Collesano, San Mauro Castelverde, Castelbuono, Isnello e Pollina, con la partecipazione dei presidenti dei Consigli comunali e dei capigruppo consiliari, preso atto delle notizie diffuse a mezzo stampa sulla chiusura di alcuni punti nascita, fra cui quello presso l'ospedale "Hsr G. Giglio" di Cefalù, interpretando la forte richiesta che si levava dal territorio, chiedevano al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ed all'assessore per la salute, Lucia Borsellino, di sospendere, ove già emanato, il provvedimento di chiusura del punto nascita presso l'ospedale "Hsr G. Giglio";
in merito il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha dichiarato che il provvedimento non tiene in alcun conto delle esigenze del territorio. Lo stesso sindaco ha asserito che una soluzione potrebbe essere la creazione di una rete con gli ospedali di Palermo "Civico", "Cervello" e "Villa Sofia", oggi soci della nuova fondazione "Hsr G. Giglio";

in data 3 aprile 2015 è stato consegnato al Ministero della sanità un documento redatto dal "Comitato per il centro nascite Madonie e Nebrodi", composto da privati cittadini dei diversi comuni interessati, avente ad oggetto la richiesta di deroga per il mantenimento del punto nascita della fondazione "Hsr G. Giglio" di Cefalù,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti rappresentati e quali siano le sue valutazioni in merito;

se non ritenga opportuno intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, affinché sia concessa una deroga, prevista dalla vigente normativa, per il mantenimento del punto nascita dell'ospedale "Hsr G. Giglio" di Cefalù, onde evitare gravissimi disservizi alla popolazione del territorio e in particolare alle partorienti che dovrebbero percorrere decine e decine di chilometri prima di poter giungere a un punto che garantisca loro adeguata assistenza.
(3-01838)


PIGNEDOLI , PEZZOPANE , FABBRI , SOLLO , PUPPATO , ALBANO , CUOMO , GIACOBBE , FAVERO , SAGGESE , DEL BARBA - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

l'accordo tra il Governo, le Regioni e gli enti locali del 16 dicembre 2010 riferito alle "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del parto cesareo" contiene un'analisi approfondita sui punti nascita e riporta tra i punti di maggiore criticità l'eccessivo ricorso al taglio cesareo, che ha portato l'Italia ad occupare il primo posto tra i Paesi europei, con una percentuale che raggiunge il 38 per cento passando dall'11 del 1980 al 38,4 per cento del 2008;

i punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, privi di una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesia logica e medico-pediatrica attiva 24 ore, rappresentano ancora una quota intorno al 30 per cento del totale, mentre nelle unità operative più grandi e di livello superiore dove c'è concentrazione elevata di patologia, il tasso di cesarei è molte volte inferiore, sebbene la variabilità sia ampia;

nell'ambito delle 10 linee di indirizzo contenute nell'accordo, in specifico nelle misure di politica sanitaria e di accreditamento, per quanto riguarda la riorganizzazione della rete assistenziale del percorso nascita si fissa il numero di almeno 1000 nascite all'anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento/attivazione dei punti nascita;

sulla base di motivate valutazioni l'accordo prevede la possibilità di standard minori, ma comunque non inferiori a 500 parti l'anno;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti:

nelle aree di montagna, nei distretti delle zone rurali non sono praticamente mai raggiungibili numeri di parti annui di tale dimensione, pur in presenza di presidi ospedalieri attrezzati e professionalmente adeguati;

l'assunzione di tale numero di riferimento porterebbe nel nostro Paese alla chiusura pressoché totale dei punti nascita dei distretti montani e delle zone rurali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo possa indicare su quali criteri sia stato stabilito lo standard minimo di 500 parti, come limite di sicurezza, oltre allo stato di fatto che registra un'alta percentuale dei cesarei nei piccoli presidi ospedalieri;

per quale ragione non sia possibile valutare l'accreditamento del punto nascita a partire dai requisiti dei livelli professionali, strutturali e tecnologici anche con moduli organizzativi derivanti da integrazioni ospedaliere e non avere come discrimine essenziale il riferimento numerico dei parti annui;

quali misure specifiche, a tutela della donna partoriente e del nascituro, si pensa di adottare in presenza di tempi lunghi di percorrenza dovuti alle peculiarità orografiche dei territori montani, per l'accesso all'assistenza non programmata in presenza di criticità impreviste;

se non si ritenga infine che il discrimine dello standard numerico porti ad un processo di concentrazione su grandi presidi ospedalieri e prefiguri una riduzione eccessiva dei servizi nelle zone rurali anche di carattere primario per le comunità, come l'assistenza qualificata nel momento della nascita.
(3-01874)