SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------


4ª Commissione permanente
(DIFESA)


*33ª seduta: martedì 10 dicembre 2013, ore 15,45
*34ª seduta: giovedì 12 dicembre 2013, ore 15


ORDINE DEL GIORNO

MARTEDI'
PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione.

IN SEDE CONSULTIVA

Esame congiunto dei disegni di legge:
1. D'ALI'. - Nuove disposizioni in materia di aree protette.
(119)
2. DE PETRIS. - Nuove disposizioni in materia di aree naturali protette.
(1004)
(Parere alla 13ª Commissione)
- Relatore alla Commissione Luciano ROSSI.
Esame congiunto. Parere favorevole con osservazioni
GIOVEDI'

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, degli atti:
1. Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell’assetto strutturale e organizzativo delle forze armate.
(Previe osservazioni della 1ª Commissione)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell’attività di Governo, ai sensi degli articoli 1 e 2, comma 1, lettere a), b) e d), della legge 31 dicembre 2012, n. 244)
(n. 32)

2. Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione.
(Previe osservazioni della 1ª Commissione)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell’attività di Governo, ai sensi degli articoli 1 e 2, comma 1, lettere c) ed e), 3, commi 1 e 2, e 4, comma 1, lettera e), della legge 31 dicembre 2012, n. 244)
(n. 33)
- Relatori alla Commissione ALICATA e VATTUONE.


IN SEDE CONSULTIVA

Esame congiunto dei disegni di legge:
1. D'ALI'. - Nuove disposizioni in materia di aree protette.
(119)
2. DE PETRIS. - Nuove disposizioni in materia di aree naturali protette.
(1004)
(Parere alla 13ª Commissione)
- Relatore alla Commissione Luciano ROSSI.

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

AMATI - Al Ministro della difesa. - Premesso che:
le prime valutazioni sul possibile ruolo delle pratiche vaccinali come fattore capace di determinare o codeterminare patologie, in particolare tumorali, risalgono ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito operante dalla XIV Legislatura. L'avvio dell'analisi del possibile ruolo delle pratiche vaccinali, intrapreso dalla Commissione, con l'acquisizione di testimonianze e contributi significativi, è proseguito nel corso della XV e della XVI Legislatura;
considerato che:
nello specifico il possibile ruolo dei vaccini è stato oggetto di particolare attenzione da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito nel corso della XVI Legislatura, che ne ha fatto materia di numerose audizioni di soggetti istituzionali e di esperti di varia formazione scientifica, alle quali sono state affiancate quelle di militari e familiari di militari deceduti. In particolare, si è segnalata la scarsa attenzione dedicata alla presenza nei preparati vaccinali, in qualità di adiuvanti e stabilizzanti, di metalli dei quali non sarebbe stata sufficientemente valutata la potenzialità come generatori di malattie anche tumorali. Da ciò si è tratto il convincimento che l'indagine sulle cause delle patologie invalidanti e sui decessi del personale militare debba rivolgersi anche ad una più approfondita verifica delle condizioni e delle modalità con cui vengono effettuate le vaccinazioni, nonché dell'effettiva osservanza dei protocolli vigenti da parte delle strutture della sanità militare che hanno provveduto ad effettuare le vaccinazioni del personale, anche non destinato alle missioni internazionali;
le testimonianze su eventi attribuiti alla somministrazione di vaccini si sono arricchite di un ulteriore contributo con l'audizione il 19 settembre 2012 dei coniugi signora Silvana Miotto e del signor Andrea Gomiero, accompagnati dalla signora Passaniti. Gli intervenuti hanno illustrato la vicenda del figlio David, la cui grave condizione di salute (nel 2009 è stata riconosciuta l'invalidità civile al 100 per cento, portata al 90 per cento l'anno successivo, per sospetta allergia ai metalli con limitazione alla deambulazione) imputano alla somministrazione multipla di vaccini in una sola giornata, che ne ha causato una situazione di debilitazione fisica. Nel corso dell'audizione la signora Gomiero ha segnalato le difficoltà nell'inquadramento della situazione come correlata alle vaccinazioni, nonostante la sequenza temporale degli eventi e l'assenza di altri fattori determinanti;
nel corso delle audizioni, sia da parte delle autorità militari e istituzionali che dagli esperti, dai militari interessati e dai loro familiari, è emersa l'ammissione della possibilità che, sia pure in «rari casi», alla somministrazione dei vaccini possano conseguire risposte e reazioni gravi, non prevedibili. Dall'analisi della documentazione si evidenzierebbero problemi essenzialmente legati a: conduzione di sedute vaccinali coinvolgenti nella medesima data gruppi di alcune centinaia di militari il cui svolgimento appare difficilmente compatibile con un'accurata e attenta gestione amministrativa e sanitaria di ogni singolo atto vaccinale; assente o carente annotazione o sottovalutazione nella documentazione sullo stato immunitario dei militari in rapporto a vaccinazioni di base praticate in età infantile; carente valutazione anamnestica specifica prevaccinale; mancata evidenza delle modalità di acquisizione del consenso informato secondo le previsioni normative di riferimento e secondo i disciplinari specifici del sistema sanitario militare; esecuzione di somministrazioni plurime del medesimo vaccino anche in difformità delle più accreditate modalità di somministrazione; carenza, quando non assenza, e scarsa leggibilità delle informazioni e registrazioni contenute nella documentazione vaccinale individuale, e presenza di correzioni non validate per data di esecuzione delle somministrazioni, per firma del medico vaccinatore;
rilevato che:
il decreto ministeriale 19 febbraio 1997, concernente l'approvazione della nuova schedula delle vaccinazioni per il personale militare dell'amministrazione della difesa e il decreto ministeriale 31 marzo 2003 sull'aggiornamento delle schedule vaccinali e delle altre misure di profilassi per il personale militare costituiscono la normativa di riferimento sulle vaccinazioni del personale della difesa. Una direttiva tecnica per l'applicazione del decreto ministeriale 31 marzo 2003 è stata adottata dalla Direzione generale della sanità militare il 14 febbraio 2008. Nella direttiva tecnica sono precisati i compiti dell'amministrazione della difesa e dell'ufficiale medico vaccinatore relativamente alla sensibilizzazione e all'informazione di tutti i militari in via di vaccinazione, secondo la previsione della legge 25 febbraio 1992, n. 210 (recante "Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati"), nonché al dovere di rilevare in fase preliminare l'eventuale sussistenza di controindicazioni temporanee o permanenti allo svolgimento di ciascuna pratica vaccinale, di garantire la disponibilità di dotazioni sanitarie utili a fronteggiare i gravi eventi insorgenti in fase vaccinale e di illustrare le garanzie previste dalla predetta legge n. 210 del 1992 e dalla legge del 29 ottobre 2005, recante "Disposizioni in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie";
se la vaccinazione è un ordine proveniente da un ufficiale medico che è anche un superiore gerarchico, la semplice richiesta di soprassedere temporaneamente e ancor più il diniego di sottoscrizione del consenso informato viene considerato come atto di disobbedienza ed insubordinazione, e viene sanzionato disciplinarmente e penalmente. L'articolo 32, secondo comma, della Costituzione stabilisce che "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge". Attualmente l'obbligo dei militari ad assoggettarsi alle vaccinazioni è stabilito dal già citato decreto ministeriale del 2003 che non ha forza di legge, e quindi non può derogare al principio costituzionale della volontarietà per quel che riguarda la sottoposizione a trattamenti sanitari, salva la riserva di legge;
la Commissione parlamentare, nelle conclusioni, ha espresso la necessità di: adottare norme di legge che includano le erronee modalità di vaccinazione tra i fattori di possibile rischio per la salute del personale militare, e provvedano quindi a stabilirne l'indennizzabilità, nel caso dell'insorgere di gravi patologie invalidanti o in caso di decesso; riesaminare l'intero processo e le procedure poste alla base delle attività vaccinali in ambito militare, valutando anche le eventuali lacune registrate sul piano dei controlli interni, ivi compresi quelli relativi all'effettiva ed efficace attuazione delle direttive impartite dall'Ufficio generale della sanità militare, nonché alla piena attuazione delle norme riguardanti l'obbligo di segnalazione dei casi avversi all'AIFA; adottare, da parte dell'Ufficio generale della sanità militare, una direttiva che stabilisca con precisione termini e modalità di effettuazione dell'anamnesi vaccinale da parte del personale medico vaccinatore, e che definisca specifiche modalità per la diffusione delle buone pratiche realizzate in tale ambito,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare anche alla luce delle conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito;
quali misure intenda assumere affinché sia garantita per tutti l'applicazione reale del principio del consenso informato ad essere sottoposti o meno a vaccinazioni senza conseguenze legali e affinché, in merito ai casi dei militari ammalati, vi siano indagini nei confronti di coloro che non hanno applicato con correttezza i protocolli di vaccinazione.
(3-00502)