nelle isole Far Öer, territorio indipendente del Regno di Danimarca, da secoli si perpetua la tradizione delle "Grindadràp" (termine che significa letteralmente "uccisione della balena") una caccia cruenta ai globocefali, una particolare specie di delfini detti anche "balene pilota" che annualmente causa la morte di circa 1.000 di tali bellissimi esemplari;
la caccia si svolge essenzialmente nel seguente modo: i cacciatori, dopo aver intercettato i globocefali che si avvicinano alle baie, li stordiscono e li spingono verso riva, dove vengono uccisi da decine di abitanti armati di coltelli e utensili come il sóknarongul o il blásturongul;
la pratica delle "Grindadràp" risale al basso Medio Evo, quando la caccia era giustificata dalla necessità degli abitanti di tali luoghi di procurarsi durante i mesi estivi carne e grasso di balena da utilizzare poi durante i mesi invernali; secondo alcune stime rese dalle autorità locali, dal 1709 (data in cui ha preso il via la raccolta dei dati su tale tipo di caccia) ad oggi sarebbero circa stati uccisi oltre 260.000 esemplari attraverso l'utilizzo di tale pratica, anche se alcuni organismi come Greenpeace, Sea Shepherd e WDCS ritengono tali dati non attendibili in quanto sottostimati;
considerato che:
la Danimarca, pur con l'esclusione esplicita di Groenlandia e delle stesse isole Far Öer, è Paese firmatario della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, adottata a Berna il 19 settembre 1979 dal Consiglio d'Europa e da altri Paesi;
tale Convenzione nel "preambolo" riconosce che "flora e fauna selvatiche costituiscono un patrimonio naturale di valore estetico, scientifico, culturale, ricreativo, economico ed intrinseco che va preservato e trasmesso alle generazioni future", che fauna e flora selvatica hanno un "ruolo fondamentale (…) per il mantenimento degli equilibri biologici" e infine osserva "la grave rarefazione di numerose specie della flora e della fauna selvatiche", nonché all'allegato II, "Specie di fauna rigorosamente protetta", in attuazione dal 1° marzo 2001, elenca le specie per cui è rigorosamente vietata alcun tipo di caccia o di alterazione dell'habitat, elenco a cui è riconducibile la specie di animali cacciata durante le "Grindadràp";
ciononostante, è noto che durante lo svolgimento di tale pratica vengono utilizzate in pattugliamento alcune navi della Polizia e della Marina danese allo scopo di scoraggiare ed allontanare eventuali contestatori;
la presenza in tale circostanza di navi danesi può essere considerata a parere degli interroganti un vero e proprio concorso della Danimarca ad una pratica vietata dalle stesse leggi del Parlamento di Copenhagen;
dal 1986 è operativa una, seppur blanda, moratoria dell'International whaling commission (IWC) che ha sospeso la caccia alla balena per fini commerciali, per la preoccupante diminuzione degli esemplari e l'incertezza della ricerca scientifica sugli stock di balene effettivamente presenti, moratoria, tra l'altro, ignorata da molti Paesi, tra cui Norvegia, Islanda e Russia, anch'essi facenti parte del Consiglio d'Europa;
l'Unione europea ha recepito le decisioni internazionali via via prese in particolare con la direttiva 92/43/CEE, detta "Habitat", recepita dalla Repubblica italiana attraverso il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, modificato e integrato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2003, che all'allegato IV inserisce tutte le specie di cetacei tra le "specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa";
le isole Far Öer non sono territorio comunitario, nonostante la loro appartenenza al Regno di Danimarca, come previsto dal Trattato di adesione della nazione scandinava alla CEE;
nel caso analogo del commercio di prodotti derivanti dalla foca, con il regolamento (CE) n. 1007/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009, l'Unione europea ha, di fatto, bandito il commercio di tali prodotti, anche in considerazione del fatto che "Le foche sono esseri senzienti che possono provare dolore, angoscia, paura e altre forme di sofferenza", al pari dei globocefali;
con una risoluzione della 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato (Doc. XVIII, n. 90), il Senato ha espresso parere favorevole per un'integrazione del citato regolamento proposta dalla Commissione europea, in particolare per eliminare la deroga MRM e limitare il ricorso alla deroga IC;
considerato, inoltre, che:
durante i mesi di luglio e agosto 2015, numerosi cittadini comunitari, tra cui le cittadine italiane Marianna Baldo e Alice Rusconi Bodin, sono stati arrestati per aver partecipato alle campagne di protesta della "Sea Shepherd conservation society", organizzazione no profit che si batte per il rispetto della Carta internazionale per la natura redatta dall'ONU nel 1982;
in particolare, per quanto attiene alle due italiane, Marianna Baldo è stata condannata a 30.000 corone faroesi di multa, ovvero a 14 giorni di detenzione e poi espulsa dal Paese prima che fosse eseguito l'esame del ricorso; Alice Bodin invece, in attesa del verdetto, è stata privata del passaporto; inoltre, secondo quanto riferito da quest'ultima, lei e gli altri 5 attivisti arrestati sarebbero stati costretti ad assistere alla "Grindagràp", fatto che si configura come una grave violazione dei diritti civili da parte della polizia,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso attivarsi presso il Consiglio dei ministri europeo e la Commissione europea, affinché venga bandito dal territorio comunitario ogni tipo di pratica che causi crudeltà e dolore immotivato alla fauna, in particolare nei confronti delle specie senzienti capaci di provare paura e dolore e affinché si eserciti pressione internazionale sui Paesi non facenti parte dell'Unione europea, perché prendano disposizioni analoghe;
se non ritenga doveroso attivarsi presso il Consiglio d'Europa, affinché disposizioni analoghe vengano adottate da tutti i Paesi membri, nel rispetto della citata moratoria dell'IWC;
se non ritenga, inoltre, di verificare se, nei casi di Marianna Baldo e di Alice Rusconi Bodin, non si riscontrino violazioni dei diritti umani da parte delle autorità faroesi, nonché danesi.
in questi ultimi giorni, numerose fonti di stampa hanno riportato la notizia dell'accusa rivolta alle autorità brasiliane, da parte del comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, di aver ucciso numerosi bambini e adolescenti per "ripulire" le metropoli, in particolar modo Rio de Janeiro, anche in vista delle olimpiadi che si terranno dal 5 agosto al 21 agosto 2016;
il comitato Onu, il 2 ottobre 2015, ha pubblicato la relazione periodica sullo stato dei diritti dell'infanzia nel Paese (CRC/C/BRA/CO/2-4);
per quanto riguarda il capitolo della violenza contro i bambini (molestie sessuali, arresti arbitrari, torture, sparizioni ed esecuzioni extragiudiziali avvenute in numero elevato), il comitato si è detto seriamente preoccupato per la violenza con cui hanno operato la polizia militare, la Unidade de polícia pacificadora (UPP) e la Batalhão de operações policiais especiais (BOPE), in particolare nei riguardi dei bambini che vivono in strada e nelle favelas, durante le operazioni di "pacificazione" o "pulizia";
il comitato dell'Onu, tra l'altro, ha espresso la propria preoccupazione per l'alto numero di adolescenti, peraltro in crescita, coinvolti nelle pratiche della prostituzione e del turismo sessuale, anche in connessione con l'evento dei prossimi giochi olimpici;
in questi giorni, inoltre, è stato pubblicato il 9° annuario brasiliano di pubblica sicurezza, che mostra un aumento delle morti violente arrivate a 58.559 nel corso dello scorso anno (tra cui 52.305 per omicidio, 3.022 a seguito dell'intervento della polizia, 2.061 per rapina e 773 a causa di lesioni mortali); inoltre, secondo tali dati sulla sicurezza, il Brasile sarebbe il Paese con il più alto tasso di omicidi di giovani al mondo e, secondo il Fórum Brasileiro de Segurança Pública, vi sarebbe una media di 160 vittime al giorno a seguito di episodi violenti;
per il comitato dell'Onu, quindi, le forze dell'ordine nazionali sarebbero coinvolte in maniera diretta nell'elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini, frequentemente i responsabili resterebbero impuniti e sussisterebbe nel Paese una violenza generalizzata da parte della polizia, specialmente contro i meninos de rua e nelle zone più povere delle grandi città;
in un articolo apparso sulla pagina web del quotidiano "Estadão", si riportano le dichiarazioni di un esperto dell'Onu, Gehad Madi, secondo cui tali episodi si sarebbero già verificati durante i mondiali del 2014, e del vice presidente del comitato Onu, Renate Winter, che ha espresso la propria preoccupazione circa l'elevato tasso di violenza nei confronti dei minorenni a Rio de Janeiro, dove gli interventi della polizia servirebbero a presentare alla ribalta della scena internazionale una città "migliore";
il comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza si colloca all'interno dell'alto Commissariato per i diritti umani (UNHCR) ed ha il compito di monitorare i progressi compiuti dagli Stati parte nell'attuazione dei principi della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, evidenziando eventuali problemi o lacune ed individuando le misure da adottare;
il comitato è la fonte internazionale più autorevole per quanto concerne l'interpretazione della Convenzione e, nell'assolvere alla propria missione, si avvale della collaborazione degli altri organismi competenti in materia;
sono numerosi i principi fondamentali sanciti a livello internazionale e che riguardano i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, tra cui: il diritto inerente alla vita (articolo 6), il divieto di discriminazione (articolo 2) e il riconoscimento del "superiore interesse" del minore (articolo 3) come "condizione preminente" nell'attività amministrativa e legislativa dello Stato;
l'accusa mossa da un organismo di siffatta importanza non può essere sottovalutata;
è dunque necessario un sollecito intervento da parte della comunità internazionale sui fatti denunciati, per verificarne veridicità e sussistenza;
nell'agosto 2015, ad un anno di distanza dalle olimpiadi di Rio, anche l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani "Amnesty international" ha pubblicato un rapporto in cui venivano accusate le forze di polizia locali di numerose uccisioni illegali, 244 su 1.569 nel 2014 (ovvero più del 15 per cento del totale), con un'incidenza altissima su bambini e giovani (dati 2010-2013 riferiscono che nella fascia di età compresa tra gli 0 e i 29 anni la percentuale superi il 75 per cento); inoltre, secondo Amnesty international, raramente sarebbero state aperte inchieste su tali fatti,
quali iniziative il Governo italiano intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze e di concerto con la comunità internazionale e con l'Unione europea, al fine di verificare quanto sia accaduto e quanto stia accadendo in tema di violenza contro bambini e adolescenti nella città di Rio de Janeiro e nelle altre metropoli brasiliane, anche in vista delle prossime olimpiadi;
se non intenda impegnarsi, nelle opportune sedi, al fine dell'accertamento delle eventuali responsabilità e per ripristinare adeguate condizioni di sicurezza e stabilità per la salute e la vita dei bambini, affinché tali inammissibili atrocità, qualora dovessero essere comprovate, cessino immediatamente.