Premesso che:
la rete diplomatica italiana è composta da circa 979 uffici, suddivisi fra ambasciate, rappresentanze permanenti, delegazioni diplomatiche speciali, uffici consolari, istituti italiani di cultura, ed altre tipologie di sedi affini;
indiscutibile è il rilievo e importanza delle strutture che rappresentano il nostro Paese all'estero, sia dal punto di vista politico-amministrativo, che economico, nonché per l'erogazione di essenziali servizi ai nostri connazionali fuori patria;
inoltre, tali strutture ricoprono il ruolo di promozione della cultura e delle relazioni economiche e commerciali del nostro Paese; tali compiti si rivelano altamente significativi in un ambito come quello dei Paesi in forte via di sviluppo, come ad esempio i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica);
a parere degli interroganti, nell'attuale periodo storico il ruolo della diplomazia diventa cruciale anche per aspetti legati al supporto alle operazioni di intelligence nel contrasto di fenomeni terroristici o di vere e proprie azioni militari, ad esempio per i contingenti italiani in missioni estere;
considerato che:
la regolamentazione delle assunzioni di personale presso le sedi diplomatiche, risulta prevalentemente essere regolata dal decreto ministeriale 16 marzo 2001 n. 032/655, recante "Procedure di selezione ed assunzione di Personale a contratto", e dal decreto legislativo 7 aprile 2000, n. 103, recante "Disciplina del personale assunto localmente dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura all'estero, a norma dell'articolo 4 della legge 28 luglio 1999, n. 266";
in particolar modo, risulta che a decorrere dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 103 del 2000 per gli impiegati temporanei i contratti stipulati sono regolati dalla legge locale, mentre antecedentemente venivano assunti anche in base alla normativa italiana; inoltre, i contrattisti locali risultano essere comunque soggetti a norme dell'ordinamento italiano, a norme straniere, a disposizioni convenzionali e a norme di diritto internazionale pubblico;
considerato che in data 8 agosto 2013, nella seduta n. 14 della 3a Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) del Senato dedicata alle procedure informative tramite comunicazioni del vice ministro degli affari esteri Marta Dassù circa il processo di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, veniva specificato che a quella data il numero di contrattisti locali risaliva a 2.532 unità, ed inoltre si manifestava la volontà del Governo di proseguire in tal senso, prevedendo cioè un aumento di queste unità di personale a contratto locale,
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni che inducono a preferire, per le assunzioni di impiegati temporanei presso le sedi della rete diplomatica italiana, esclusivamente le tipologie di contratto locale, in particolar modo, considerando che a seguito della rimodulazione dell'ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) alcuni contrattisti locali, in alcuni Paesi, percepiscono stipendi simili al personale di ruolo di fascia bassa;
quali siano, in ciascuna delle sedi della rete diplomatica, le tipologie contrattuali in essere e le nazionalità del relativo personale temporaneo impiegato con evidenza del numero di lavoratori con contratto locale e le nazionalità, rispetto ai contratti nazionali e misti, nonché le modalità di reclutamento dei cittadini stranieri;
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire, al fine di rendere obbligatorio, per la pubblicizzazione di tutte le tipologie di assunzioni in programma, l'utilizzo di canali istituzionali telematici, tramite i siti istituzionali della sede o del Ministero stesso, oltre che mediante affissione nel proprio albo o pubblicazione di bando, come previsto dalla normativa vigente, nonché di prevedere che lo svolgimento degli esami di idoneità all'assunzione presso le sedi della rete estera italiana siano svolti a Roma.