Premesso che:
migliaia di agricoltori veneti si trovano in grande difficoltà per la mancata erogazione dei fondi per l'anticipo della domanda unica 2015 della Pac;
il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura non hanno ancora effettuato il trasferimento ad Avepa, ovvero l'organismo che in Regione Veneto ha il ruolo di pagatore per le politiche comunitarie;
la somma da erogare ammonta a 280 milioni di euro, risorse che di norma arrivavano nelle aziende agricole entro il 15 ottobre, ma che quest'anno non sono ancora giunte;
le stesse aziende agricole segnalano che, senza i contributi su cui contavano di fare affidamento entro la metà di ottobre, non potranno in molti casi nemmeno acquistare le sementi per la semina del raccolto del prossimo anno;
secondo "Azione rurale", che agisce in rappresentanza di centinaia di agricoltori, la mancata erogazione dei contributi rischia di scatenare un effetto a catena dagli esiti potenzialmente molto dannosi, con aziende che non pagheranno altre aziende, le quali a loro volta si ritroveranno nell'impossibilità di far fronte ai loro impegni;
la domanda unica rappresenta il più consistente contributo comunitario riservato al settore, non riceverlo in tempo potrebbe significare anche la chiusura per molte aziende;
a Verona, la stessa Azione rurale ha organizzato una manifestazione di protesta per il 20 novembre 2015, in cui i trattori invaderanno pacificamente la principale piazza della città,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle problematiche esposte;
quali azioni intenda intraprendere con urgenza per sbloccare i fondi e se siano state messe in atto tutte le più opportune misure volte a determinare un'immediata risposta risolutiva da parte dell'Unione europea per raggiungere tale obiettivo di vitale importanza.
la politica agricola comune (PAC) si è posta l'obiettivo di promuovere un'agricoltura capace di preservare le risorse ambientali e di mantenere e ottimizzare quei benefici che derivano da una corretta gestione dell'acqua e del suolo (servizi ecosistemici), indicando, tra i propri scopi specifici, la valorizzazione della biodiversità e la funzionalità dei suoli e della qualità e la tipicità dei prodotti agricoli;
in questo contesto, la sede di Gorizia del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) ha acquisito precipue competenze di ricerca sui servizi ecosistemici forniti da un sistema nodale di ecosistemi agroforestali, quale quello congiunto di suolo e acqua;
considerato che:
le ricerche svolte a Gorizia si sono focalizzate sullo studio dei rapporti tra suolo e produzioni agroforestali di qualità afferenti a varie filiere produttive, sul contrasto alla perdita di fertilità organica, mediante l'impiego di prodotti di scarto delle lavorazioni agroalimentari e di residui solidi urbani, sul suolo come serbatoio di carbonio per il sequestro dei gas serra, sui rapporti tra acqua e suolo e la loro incidenza sulla biodiversità dell'ecosistema agricolo e forestale; tali obiettivi sono stati perseguiti anche attraverso il coordinamento o la partecipazione a progetti di ampio respiro, quali i progetti Vitesuolo, Cra-La Viarte, Multisorgo, Zootanolo;
il riconoscimento ottenuto con tali ricerche ha, tra l'altro, consentito alla sede di Gorizia di partecipare a progetti internazionali, che hanno allargato la rete delle relazioni del CREA con realtà di ricerca europee (progetto Fertiplus - FP7) e, strategicamente, con quelle dei Paesi dell'Europa orientale (progetto Agri-Knows - Interreg Italia-Slovenia;, progetto Susagri - Cei Polonia e Bosnia Erzegovina);
l'attività di ricerca della sede trova, inoltre, riscontro in una copiosa e documentata produzione scientifica, nella presentazione di contributi a convegni scientifici nazionali ed internazionali e nella partecipazione a comitati e commissioni scientifiche e tecniche;
considerato, inoltre, che, per quanto risulta all'interrogante:
il piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione della ricerca del CREA, presentato dal commissario straordinario nel corso del 2015, prevede, per la sede di Gorizia, un inquadramento all'interno del Centro di ricerca per la viticoltura e l'enologia, con la qualifica di laboratorio;
pur riconoscendo l'importante ruolo che laboratori qualificati ed efficienti possono avere al servizio della filiera vitivinicola, la proposta avanzata rischia di non dare la giusta valorizzazione alla sede di Gorizia e di disperdere il patrimonio di conoscenze e relazioni acquisite dalla sede in diversi anni di attività;
sulla base delle conoscenze e delle professionalità acquisite, della rete di rapporti nazionali ed internazionali instaurata e della strategica posizione geografica della sede di Gorizia, sembrerebbe più vantaggioso ai fini della razionalizzazione e valorizzazione della ricerca, punti nodali del piano triennale di riorganizzazione del CREA, proporre un potenziamento ed un allargamento delle finalità della sede allo studio e ricerca sui servizi ecosistemici forniti da un sistema nodale, quale quello congiunto di suolo e acqua, in quanto finalizzate alla previsione delle risposte dei servizi ecosistemici ai cambiamenti dell'ecosistema agrario e forestale e allo proposizione e studio di modalità di gestione, capaci di garantire la sostenibilità produttiva e qualitativa della filiera vitivinicola e delle filiere più rilevanti per l'Italia nordorientale e le aree balcanica e adriatico-ionica;
simili finalità sarebbero, tra l'altro, coerenti con le aree tematiche PSIR 1 e 2 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell'efficienza delle risorse negli agro ecosistemi; cambiamento climatico, biodiversità, funzionalità suoli e altri servizi ecologici e sociali) e gli obiettivi strategici definiti nel piano triennale del CREA;
risulta, inoltre, pienamente in linea con l'obiettivo tematico 2 (gestione sostenibile delle risorse naturali e azioni per il clima) e le priorità 4 e 5 (preservare e migliorare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste; incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio, transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale) del PSR 2014-2020 per il Friuli-Venezia Giulia,
se il Ministro in indirizzo non ritenga, al fine di un'efficace e razionale riorganizzazione delle attività di ricerca nel settore agricolo, che la sede di Gorizia divenga sede CREA, precipuamente dedicata ai servizi ecosistemici della filiera vitivinicola e degli ambienti agro-forestali, con compiti in materia di qualità ecosistemiche e attitudinali del suolo, per garantire la qualità produttiva della filiera vitivinicola e delle filiere agroalimentari di interesse per l'Italia nordorientale, e di recupero e mantenimento dell'ecosistema, anche in rapporto alla capacità di adattamento al cambiamento climatico;
quali iniziative, alla luce dei proficui rapporti di carattere internazionale sviluppati nel corso degli anni, intenda porre in essere per favorire e rafforzare i rapporti della sede CREA di Gorizia con la rete delle strutture di ricerca delle aree balcanica e adriatico-ionica, che si interessano di servizi ecosistemici, al fine di rendere tale sede punto di incontro e struttura di riferimento transfrontaliero per strutture di ricerca e portatori di interesse su tematiche inerenti ai servizi ecosistemici..