Premesso che:
si apprende da diversi articoli di stampa ("la Repubblica", edizione di Milano, del 15 gennaio 2017, "Milano, condizionatori in tilt: i capolavori di Brera finiscono in restauro"; "Corriere della Sera", edizione della stessa città, del giorno 16, "Cerotti sui quadri della Pinacoteca di Brera, la direzione: Le sale del museo non sono mai state al freddo") che l'impianto di condizionamento della pinacoteca di Brera non avrebbe retto alle temperature rigide degli ultimi giorni;
il livello di umidità nelle sale sarebbe sceso abbondantemente sotto il livello di guardia creando condizioni minacciose per i dipinti, specie per quelli su tavola, in quanto se la temperatura e l'umidità variano troppo repentinamente, il supporto si dilata e la pellicola di colore rischia di sollevarsi e poi staccarsi;
considerato che:
quanto detto si sarebbe verificato al "Cristo alla colonna" del Bramante, uno dei capolavori del museo, icona del Rinascimento, e all'opera le "Storie di San Gerolamo", dipinta dal veneziano Lazzaro Bastiani, trasferiti nel laboratorio di restauro;
numerosi dipinti invece sarebbero stati velinati, ovvero ricoperti con fogli di carta velina giapponese, per fermare l'eventuale distacco del colore in attesa di verifiche;
tra i quadri sottoposti a questa "misura cautelare" vi sarebbero "la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, la Madonna con il bambino di Giulio Campi, il San Gerolamo di Bartolomeo Montagna, una Madonna del Sampietrino, una Vergine con la crocifissione dell'Ortolano", come si legge su "la Repubblica";
considerato, inoltre, che:
come si apprende dall'articolo del "Corriere della Sera", la pinacoteca di Brera ha diffuso una nota ufficiale su quanto accaduto, nella quale ha precisato che "le sale del museo non sono state al freddo per sette giorni ma hanno registrato un abbassamento repentino dell'umidità relativa. (...) Per questo motivo (...) sono stati noleggiati cinque umidificatori";
il direttore manager al vertice della pinacoteca di Brera, James Bradburne, avrebbe minimizzato il problema, dichiarando di avere la situazione sotto controllo;
considerato, altresì, che, a giudizio degli interroganti:
come più volte denunciato dagli operatori e dagli amanti della cultura, la tendenza dell'ultimo decennio nella gestione dei beni culturali è quella di ricavare profitto dall'arte, sotto le mentite spoglie della valorizzazione, più che mirare alla tutela del patrimonio artistico;
il caso dimostra ancora una volta la carenza di interesse, anche dei plurititolati direttori manager, alla salvaguardia delle opere, che porta ad ignorare anche le minime precauzioni,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e se ritenga opportuno effettuare le necessarie verifiche sulle condizioni del museo e sulle opere danneggiate, valutandone gli eventuali danni e, nel caso, accertarne le responsabilità.