Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
si apprende da una nota di agenzia, pubblicata sul sito di informazione on line "Ansa" il 19 dicembre 2016, dal titolo «Cade teca, anfora in frantumi a Pompei. Grave danno alla mostra "Il corpo del reato"», che all'interno dell'Antiquarium di Pompei sarebbe caduta una teca espositiva e conseguentemente le anforette e i lacrimatoi, che erano esposti all'interno, sarebbero andati in frantumi;
ad accorgersi del grave danno sarebbero stati i custodi della mostra, collocata all'interno degli scavi pompeiani, che immediatamente avrebbero avvertito i responsabili della Soprintendenza archeologica, che non hanno potuto fare altro che constatare il danno; è stato aperto immediatamente un fascicolo d'inchiesta per capire il reale andamento dei fatti;
considerato che:
i suddetti reperti erano in mostra per "Il corpo del reato", esposizione inaugurata recentemente e che raccoglie materiale di vario genere: circa 170 reperti (ceramiche, crateri, statue, depositi votivi, persino falsi archeologici) dal IV secolo a.C. all'età romana, da lungo tempo custoditi nei depositi di Pompei;
si tratta di un patrimonio derivante da scavi e attività illecite, sequestrato e ora svincolato e reso fruibile a tutti, che testimonia da un lato il saccheggio che a partire dal boom edilizio fu condotto in maniera sistematica nelle campagne vesuviane e stabiane (gli oggetti furono sequestrati a partire dagli anni '60 a Pompei, Boscotrecase, Gragnano e Sant'Antonio Abate) e dall'altro l'azione di contrasto, spesso solitaria, di funzionari ministeriali appassionati di storia locale e delle forze dell'ordine, che cercarono di interrompere il traffico clandestino che alimentava il mercato nazionale ed internazionale delle opere d'arte rubate;
considerato inoltre che il grave danneggiamento verificatosi è l'ennesimo evento a danno del sito di Pompei, già vittima di anni di incuria e mancata sorveglianza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda avviare le opportune verifich, al fine di ricostruire la dinamica dell'evento dannoso ed individuare le eventuali responsabilità;
se non ritenga necessario aumentare il servizio di sorveglianza, al fine di tutelare al meglio l'immenso patrimonio contenuto nel sito di Pompei.