lo scenario del Medio oriente da un punto di vista politico diventa sempre più complesso di giorno in giorno, anche a causa dei sviluppi internazionali, con la maggiore presa di posizione della Russia in favore del presidente siriano Assad;
la pressione delle persone che cercano di fuggire da Siria e Iraq è sempre maggiore, con un numero stimabile di profughi di guerra estremamente imponente, con un esodo di massa: stime indicano 4 milioni di persone fuoriuscite dalla Siria dal 2011;
l'Isis continua nelle sue brutali uccisioni perpetrate a danno della popolazione locale che o accetta l'interpretazione della sharia fornita dai membri dello Stato islamico o è costretta a lasciare la propria casa, fuggire e rischiare la morte;
durante le ultime settimane, l'Isis ha aumentato i propri sforzi per distruggere il patrimonio archeologico e storico-artistico siriano e iracheno. Risalgono a circa un mese fa la distruzione del tempio di BaalShamin a Palmira, l'uccisione di K. Al-Assad, direttore storico delle antichità e del museo di Palmira, e della distruzione del tempio di Bel;
il pericolo di trafugamento di beni archeologici e storico-artistici è ormai una realtà, come indicato dall'Unesco e dall'FBI;
era già stata depositata un'interrogazione su questi temi a firma di numerosi senatori del Partito democratico (3-01751) e nella risposta del sottosegretario di Stato per gli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giro, era stata mostrata l'intenzione di istituire un fondo per la salvaguardia e documentazione del patrimonio iracheno;
si valuta positivamente l'istituzione di un progetto pilota per la salvaguardia del patrimonio in pericolo nell'Iraq settentrionale nell'ambito di "Technical assistance for the rehabilitation and management for Iraqi cultural heritage" in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e con l'Unesco, al fine di realizzare un database geo-referenziato e alla successiva analisi dello stato dei siti archeologici e dei monumenti colpiti e minacciati dallo Stato islamico,
si chiede di sapere:
se sia stata istituita una commissione italiana o europea per la valutazione del traffico di antichità fuori dai confini di Iraq e Siria e, nel caso sia già operativa, visto ormai il lasso di tempo passato dall'inizio della crisi siriana e irachena, se esista un report sulla situazione;
se il fondo dedicato alla tutela del patrimonio culturale in pericolo a causa di conflitti e disastri di cui si fa riferimento nella risposta all'interrogazione 3-01751 sia stato istituito e presenti un'adeguata copertura finanziaria;
se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno e necessario creare un coordinamento tra le varie missioni archeologiche e dei vari esperti attivi in Iraq che operano o hanno operato recentemente nei territori non occupati dall'Isis, in modo da istituire una task force che possa aiutare, attraverso la loro esperienza, a coordinare progetti volti alla documentazione e protezione del patrimonio in pericolo.
il 13 gennaio 2016 il peschereccio italiano "Mina", mentre stava praticando la pesca del gambero in profondità, viene tratto in stato di fermo nel porto di Nizza, da una motovedetta della Gendarmerie maritime; la motivazione del fermo è lo sconfinamento dell'imbarcazione italiana in acque territoriali francesi;
dall'agenzia "Ansa" del 14 gennaio 2016 si apprende che il comandante del peschereccio avrebbe dichiarato: «Sono saliti a bordo e ci hanno chiesto con arroganza se nascondevamo armi. Anzi volevano che tirassimo fuori le armi. Poi hanno minacciato di metterci le manette e dopo aver preso il comando dell'imbarcazione ci hanno portati al porto di Nizza. (...) Eravamo in acque italiane (...) tanto è vero che lo scorso anno, nello stesso punto in cui ci trovavamo ieri, non ci è stato contestato nulla. (...) Da ieri sono fermo qui a Nizza, con i miei due membri di equipaggio e non ci dicono nulla. Da parte loro è stato un abuso di potere e un sequestro di persona avvenuto in acque italiane e noi abbiamo le prove per dimostrare che non era territorio francese. Perché è tutto registrato»;
il 16 gennaio le autorità francesi hanno motivato il fermo dichiarando che il "Mina" ha sconfinato nelle acque nazionali francesi, rese tali da un accordo bilaterale tra Italia e Francia, fatto a Caen il 21 marzo 2015, il quale ha modificato il confine marittimo di circa un miglio a favore della Francia;
il peschereccio sarebbe stato rilasciato a seguito del pagamento di una cauzione;
considerato che:
"Corsicaoggi" del 22 gennaio riporta che l'oggetto del trattato bilaterale sia una sorta di scambio territoriale, secondo il quale l'Italia cede la porzione di mare cosiddetta "fossa del cimitero", detta "la fossa dei gamberoni", in cambio delle secche tra la Capraia, l'Elba e la Corsica;
dal sito del Ministero della difesa si apprende che il 21 marzo 2015 si è svolto a Caen in Francia un incontro bilaterale denominato "Ministeriale 2+2 Esteri Difesa, Italia-Francia". Al vertice hanno preso parte il Ministro della difesa Pinotti con il suo omologo Jean-Yves Le Drian e i Ministri degli affari esteri di Francia e Italia, Laurent Fabius e Paolo Gentiloni Silveri;
risulta agli interroganti che il testo dell'accordo bilaterale non risulterebbe consultabile neppure nelle banche dati governative, così come non sarebbe stato ancora predisposto dal Governo il previsto disegno di legge di ratifica. Conseguentemente la legge di autorizzazione alla ratifica non è stata ancora approvata dal Parlamento italiano;
a giudizio degli interroganti, non essendo ancora in vigore il trattato bilaterale del 21 marzo 2015 le acque contese sono da considerarsi a tutti gli effetti acque italiane,
da chi sia stata pagata la cauzione per il rilascio del peschereccio italiano "Mina", in quanto sia consistito l'importo e in base a quale norma vigente sia stata applicata la sanzione;
quali siano i motivi per cui a valle del trattato nessuna delle istituzioni coinvolte, sia locali che nazionali che europee, sarebbe stata informata dell'accordo;
da chi sia stato firmato l'accordo bilaterale tra Italia e Francia e se i Ministri in indirizzo ne siano stati informati;
quale procedura sia stata seguita per la firma del trattato e se tale procedimento preveda l'inoltro di informative ai soggetti coinvolti;
se intendano intraprendere, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, una fase di audizione dei portatori di interesse in modo da recepire ed attuare quindi politiche corrette nel rispetto dei luoghi e dei cittadini;
se intendano avviare, per quanto di competenza, un processo di revisione delle procedure di firma e ratifica dei trattati internazionali, nonché delle modalità di informativa destinate ai soggetti coinvolti.