MORRA, GIARRUSSO, AIROLA, DONNO, LUCIDI, BERTOROTTA, SANTANGELO, MORONESE, SCIBONA, TAVERNA, CASTALDI, PAGLINI- Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la fondazione IRCCS "Istituto nazionale dei tumori" rappresenta nel nostro Paese un polo di eccellenza per le attività di ricerca pre-clinica, traslazionale e clinica, e di assistenza dei malati oncologici, coordinando le strutture pubbliche e private accreditate operanti in Lombardia. Il consiglio di amministrazione è composto da 7 componenti, di cui 4 designati dal presidente della Regione, uno dal Ministero della salute, uno dal sindaco di Milano ed uno dai soggetti partecipanti, ove presenti;
in data 12 marzo 2016, da numerose fonti di stampa, si apprende che l'unica nomina di competenza del Ministro della salute è ricaduta sull'avvocato trentaseienne Andrea Gentile, figlio dell'attuale sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, nonchè coordinatore regionale del "Nuovo Centrodestra" (NCD) in Calabria;
la nomina ha suscitato l'indignazione del mondo medico, motivata dal fatto che l'avvocato Gentile non avrebbe praticamente alcuna competenza sanitaria. Sul quotidiano "la Repubblica" del 14 marzo 2016, un articolo della giornalista Tiziana De Giorgio raccoglie l'unanime bocciatura espressa da diversi medici lombardi, tra cui sono citate le prese di posizione di Pier Mannuccio Mannucci (direttore scientifico fino allo scorso dicembre della fondazione IRCCS "Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico"), Alberto Scanni (famoso oncologo milanese nonché primario emerito del "Fatebenefratelli") e Maurizio Mari (direttore generale della fondazione Cerba e braccio destro di Umberto Veronesi), i quali affermano che "una persona così discussa in un posto in ogni caso delicato non può che amareggiare. (...) Se è così che cambiano i tempi non siamo messi bene", parlando anche di "nomina legata a questioni di partito";
la nomina ha suscitato aspre critiche perfino nell'area politica che sostiene il Governo, tanto che il segretario del Partito democratico della Regione Lombardia, Alessandro Alfieri, come riportato dall'articolo citato, dichiarava che "Il curriculum di Gentile parla da sé. Dove sono le competenze richieste per ricoprire questo ruolo? Questa scelta è un grave errore che la Lombardia non si può accollare";
la carente competenza medica dell'avvocato Gentile parrebbe d'altronde suffragata dalla visione del suo curriculum vitae, liberamente visionabile sul sito internet "affaritaliani", allegato all'articolo del 14 marzo 2016. Inoltre "la Repubblica", il 12 marzo, riporta che Andrea Gentile in passato è stato presidente dell'organismo di vigilanza dell'Unicef-Italia e in Sacal, la società aeroportuale che gestisce lo scalo di Lamezia Terme, ma "non vanta ampia esperienza in campo sanitario", aggiungendo che "nel 2014 Gentile junior è stato iscritto sul registro degli indagati per truffa, associazione per delinquere e altri reati per gli incarichi di consulenza ricevuti dall'Asp di Cosenza. Nel giro di un anno la sua posizione è stata archiviata";
peraltro lo stesso Andrea Gentile è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito di un'altra inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, riguardante le presunte pressioni sul direttore del quotidiano "Calabria Ora", Luciano Regolo, da parte dell'editore Alfredo Citrigno e dello stampatore Umberto De Rose per impedire la pubblicazione della notizia riguardante la citata inchiesta a carico di Andrea Gentile, la cui posizione venne comunque archiviata;
da ultimo, l'avvocato Gentile risulta citato in un'ulteriore inchiesta, questa volta della Procura della Repubblica di Catanzaro, nell'ambito della quale sarebbe emerso che da presidente della principale controllata regionale calabrese, Fincalabra, il citato Umberto De Rose aveva assegnato proprio all'avvocato Gentile una consulenza da circa 38.000 euro, secondo la procura "in assenza di alcun avviso pubblico e in assenza di alcun metodo di valutazione comparativo tra le offerte presentate e quindi in violazione dei principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità", ipotesi poi smentita dal giudice dell'udienza preliminare, per il quale non sarebbe stato commesso alcun reato, come si legge sull'articolo de "la Repubblica" del 12 marzo 2016,
si chiede di sapere:
quali valutazioni il Ministro in indirizzo abbia posto in essere ai fini della nomina dell'avvocato Andrea Gentile;
se reputi che, per tutelare la salute dei cittadini e valorizzare pienamente le eccellenze in campo sanitario, come l'Istituto nazionale tumori, soprattutto con riferimento ad incarichi chiave che contribuiscono tra l'altro a prendere le decisioni strategiche per il futuro dell'istituto stesso, sarebbe opportuno investire in professionalità con esperienza pluriennale sul campo e libere da legami politici nonché da coinvolgimenti di qualsiasi natura in vicende giudiziarie.
PEZZOPANE, MATTESINI, ORRU', RUTA- Al Ministro della salute. -
Premesso che in base all'accordo tra Governo, Regioni ed enti locali del 16 dicembre 2010 relativo alle "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita", la Regione Abruzzo ha emanato il decreto commissariale n. 10 del 2015 con il quale disponeva la chiusura dei 4 punti nascita di Sulmona, Ortona, Penne e Atri, con parti inferiori alle 500 unità all'anno;
rilevato che:
il decreto del Ministro in indirizzo dell'11 novembre 2015 ha introdotto un nuovo criterio, in base al quale lo standard per il mantenimento dei punti nascita non è più legato al numero, dei parti per singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e all'elevata casistica delle équipe mediche ed infermieristiche che svolgono il servizio;
il decreto stabilisce che siano le Regioni ad avanzare la richiesta al Ministero per il mantenimento di alcuni punti nascita e affida al comitato percorso nascita nazionale il compito di esprimere un motivato parere su tali richieste;
sulla base delle nuove indicazioni ministeriali il presidente della Regione Abruzzo, nella sua veste di commissario ad acta per la sanità, ha inviato nel mese di dicembre 2015 una nota ufficiale al Ministro, nella quale chiede di sottoporre al comitato percorso nascita nazionale la richiesta di tenere in attività alcuni punti nascita abruzzesi, tra cui quello di Atri (Teramo);
considerato che:
il punto nascita di Atri non è più funzionante dal 1° novembre 2015;
da recenti notizie di stampa si apprende che, a causa della chiusura del punto nascita del suo comune, una giovane partoriente di Atri veniva costretta a recarsi all'ospedale di Pescara, da cui, dopo un'estenuante attesa, veniva dimessa e trasferita all'ospedale di Atri; qui veniva costretta a partorire in situazione d'emergenza nel punto nascita chiuso che veniva riaperto d'urgenza per l'occasione, considerato che il trasferimento in ambulanza verso l'ospedale "Mazzini" di Teramo sarebbe stato troppo rischioso per la mamma e la nascitura;
la chiusura dei punti nascita nelle località abruzzesi sta creando una vera e propria situazione di emergenza e di insicurezza per i rischi che possono derivare durante il trasferimento in un'altra struttura alla partoriente e al nascituro,
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della difficile e rischiosa situazione in cui si è venuta a trovare la giovane partoriente abruzzese di Atri e dei gravi rischi a cui sarebbe andata incontro insieme alla piccola nascitura nel caso fosse stato necessario ricorrere ad un intervento d'emergenza;
se non ritenga che, prima di procedere alla chiusura dei punti nascita citati, non sarebbe stato opportuno attivare un sistema di garanzie di sicurezza;
quali siano, ad oggi, gli standard di sicurezza per donne e nascituri nelle aree interessate dalla soppressione dei punti nascita;
se sia stata presa in considerazione la nota della Regione Abruzzo in cui si chiede ufficialmente una nuova valutazione sul punto nascita di Atri e di tutti i punti nascita con un volume di attività inferiore ai 500 parti annui;
come si intenda salvaguardare la famiglia ed il diritto a nascere in sicurezza, senza essere costretti a spostamenti assai poco sicuri e dignitosi.