Svolta
nelle facoltà di Medicina delle università italiane, per l'attività assistenziale svolta a favore del Servizio sanitario nazionale e al fine di sopperire alle carenze di personale, prestano la loro opera medici che svolgono attività individuale di lavoro libero professionale;
tale impiego si configura nella sostanza come una fattispecie lavorativa dipendente a tempo determinato (ai sensi del combinato disposto dall'art. 7 del decreto legislativo n. 165 del 2001 e degli articoli 2222 e seguenti del codice civile);
tali impieghi, mediamente della durata di 6 mesi, non prevedono l'istituto della proroga;
nella realtà, questi incarichi vengono prorogati nella maggioranza dei casi senza soluzione di continuità;
i sistematici rinnovi contrattuali periodici per il personale sanitario, da parte degli atenei, fanno sì che detti lavoratori prestino con continuità la loro attività negli ospedali universitari ormai da molti anni;
tenuto conto dell'età di tali medici che, di rinnovo in rinnovo, supera spesso i 40 anni, tale situazione lavorativa si può raffigurare come "precaria";
in considerazione dei titoli e delle competenze di elevata professionalità acquisite negli anni di lavoro, gli emolumenti di questi lavoratori, concordati di volta in volta, appaiono molto bassi, paragonando altresì la loro attività con quella dei medici strutturati che godono di un contratto nazionale a tempo indeterminato ben definito con il giusto stipendio, ferie, permessi di maternità, straordinari e quant'altro,
si chiede di sapere come intenda il Ministro in indirizzo riconoscere le giuste figure professionali dei medici che da così tanti anni subiscono una soluzione contrattuale iniqua e vessatoria, considerato che il lavoro svolto è identico, per responsabilità e per orari, ai loro colleghi "strutturati".
Premesso che:
in Italia il ticketsanitario rappresenta una quota di partecipazione diretta dei cittadini alla spesa pubblica quale controprestazione per l'assistenza sanitaria fornita dallo Stato;
esso rappresenta inoltre una leva fondamentale con la quale è possibile incidere direttamente sui principi fondanti del Servizio sanitario nazionale come equità e soprattutto solidarietà e raffigura di fatto l'aliquota di contribuzione da parte del cittadino al costo associato ad una prestazione del SSN;
i cittadini sono tenuti a versare il ticketsanitario per diagnostica, specialistica, day hospital, farmaceutica e per il pronto soccorso. Esiste altresì un sistema di esenzioni per reddito e fasce di età e per i servizi considerati "salvavita";
il coordinatore degli assessori regionali per la Sanità e assessore per la Sanità del Veneto, dottor Luca Coletto, avrebbe avanzato una proposta di soppressione delle esenzioni di pagamento del ticket per le persone over 65 ad esclusione dei pensionati sociali, delle patologie gravi, dei disoccupati e delle famiglie numerose;
da notizie emerse sul quotidiano "il Giornale" del 13 gennaio 2015 si può evincere come egli abbia affermato anche che: "Le aspettative di vita sono aumentate e si va in pensione più tardi; dunque non ha senso dare esenzioni a persone non affette da gravi patologie";
"Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato", associazione in sostegno e a tutela dei cittadini, ha proposto di sopprimere il "superticket", attualmente in vigore, sulla ricetta, visto come una vera e propria "tassa" che ad oggi sta favorendo il sistema sanitario privato a scapito di quello pubblico;
se le indiscrezioni trapelate da Governo e Regioni in merito ad un'azione di revisione dei ticket sanitari dovessero trovare conferma, sarebbe un ulteriore passo, dopo l'entrata in vigore del nuovo Isee che considera reddito anche le prestazioni assistenziali, verso il totale dispregio dei diritti dei più deboli;
a giudizio dell'interrogante dovrebbe essere applicata una revisione alternativa che potrebbe essere rappresentata dall'applicazione di un sistema di compartecipazione di tipo progressivo in base alla capacità di reddito e, contemporaneamente, esenzioni totali in base a reddito, età e patologie, a cominciare dai malati cronici e rari,
si chiede di sapere:
quali orientamenti i Ministri in indirizzo intendano esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative vogliano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per porre rimedio alla questione delle esenzioni al ticket sanitario;
quali orientamenti intendano esprimere circa la tutela delle esenzioni totali per patologie croniche e malattie rare;
se sulla bozza di proposta di revisione dei ticket intendano audire formalmente le associazioni di cittadini e pazienti maggiormente rappresentative;
se intendano prevedere soluzioni alternative alla soppressione delle esenzioni di pagamento del ticket per le persone over 65.