RUTA- Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. - Premesso che: il decreto -legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, all'art. 15, comma 13, lettera c), prevede l'adozione, entro il 31 ottobre 2012, del regolamento di definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, approvato ai sensi dell'articolo 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, previa intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano; il 29 luglio 2014 il Ministro della salute ha trasmesso con lettera alla Conferenza Stato -Regioni la bozza definitiva del decreto concernente il regolamento recante: "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", in coerenza con quanto stabilito dall'articolo 3 del Patto per la salute 2014-2016; la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, nella seduta del 5 agosto 2014, ha sancito l'intesa sullo schema di decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, concernente il regolamento citato, in attuazione dell'art. 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e dall'articolo 15, comma 13, lettera c), del decreto -legge 6 luglio 2012, n. 95. (Atto del 5 agosto 2014, Rep. Atti n. 98/CSR, successivamente rettificato con Atto n. 198/CSR del 13 gennaio 2015); l'allegato 1 dello schema di Regolamento al punto 2.4 stabilisce che "i presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, sono strutture dotate di DEA di II livello. Nelle regioni con popolazione inferiore a 600.000 abitanti, con uno scostamento del 6 per cento, l'attivazione o la conferma dei presidi ospedalieri di II livello è subordinata alla stipula di un accordo di programmazione integrata interregionale con le regioni confinanti in modo da garantire il rispetto del valore soglia del bacino di utenza sopra indicato. Tale accordo va stipulato entro il 31 dicembre 2014"; considerato che: la regione Molise è tra le regioni con popolazione inferiore a 600.000 abitanti e con un unico presidio ospedaliero DEA di II livello, l'ospedale "Cardarelli" di Campobasso, che verrebbe declassato a DEA di I livello in base all'applicazione stringente dei nuovi parametri definiti nel regolamento, che prevede tuttavia eccezioni per la Valle d'Aosta con meno di 130.000 abitanti in quanto regione a statuto speciale e per la Basilicata in forza del previsto scostamento del 6 per cento; lo Stato deve garantire la tutela della salute di cui all'articolo 32 della Costituzione in modo uniforme in tutte le regioni; considerato altresì che: il Presidente della regione Molise, ha presentato, il 15 aprile 2015, alla commissione Sanità della Conferenza delle regioni, un emendamento finalizzato a prevedere la deroga, anche per il Molise, al criterio dei 600.000 abitanti, per ottenere la conferma del Cardarelli di Campobasso in quanto unico presidio ospedaliero DEA di II livello; il regolamento recante: "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", non è stato ancora adottato e comunque non è ad oggi ancora pubblicato, si chiede di sapere: se il Governo potrà assicurare, con il regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera o attraverso l'Intesa tra Governo e Regioni in merito all'attuazione della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015, art. 1, commi 398, 465 e 484), relativa all'individuazione di misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa per il Servizio sanitario Nazionale, che ogni regione abbia almeno un presidio sanitario Dea di secondo livello, assicurando che anche i cittadini molisani abbiano garantito il diritto alla salute, costituzionalmente tutelato, in modo non differente dai cittadini di altre regioni con una popolazione inferiore ai seicentomila abitanti.
RIZZOTTI, MANDELLI, CARRARO, MARIN, AMIDEI, BERTACCO, PICCOLI, D'ALI', ALICATA, SCILIPOTI ISGRO', GIRO, PELINO, MINZOLINI, CERONI, ZUFFADA, PAGNONCELLI, PICCINELLI, BOCCA, MAZZONI, ROSSI Mariarosaria, BERNINI- Al Ministro della salute. - Premesso che: il problema dell'immigrazione, sia clandestina sia dei richiedenti asilo, è particolarmente serio, alla luce dei continui sbarchi di migranti nell'Italia del Sud, nonché a causa della persistente instabilità politica nel Medio Oriente; nell'ultimo biennio, sono state attivate molteplici operazioni di salvaguardia delle nostre coste quali "Mare Nostrum", "Frontex e Triton", che hanno prodotto risultati a giudizio degli interroganti deludenti ed un esborso ingente di denaro pubblico; l'arrivo di un ulteriore numero di immigrati sulle coste italiane, richiede alle aziende sanitarie locali particolare impegno per identificare e tenere sotto controllo il diffondersi di malattie infettive; da notizie in possesso degli interroganti le strutture di prima accoglienza per migranti sarebbero inadeguate ad accogliere un flusso tanto importante di persone così come le strutture sanitarie, preposte all'assistenza e alla cura dei medesimi, risulterebbero insufficienti, inadatte e prive di coordinamento con le strutture sanitarie nazionali; è purtroppo accertato il rischio di diffusione di epidemie, poiché le forze dell'ordine e il personale sanitario dedicato, nonostante gli enormi sforzi profusi, non riescono a controllare lo stato di salute e gli spostamenti sul territorio dei clandestini; già nel luglio 2014, la nave "Orione" che trasportava 396 migranti, deteneva a bordo un sospetto caso di "vaiolo delle scimmie", malattia infettiva che necessita dell'isolamento e la quarantena di tutte le persone a contatto con il malato; la persona presumibilmente infetta venne successivamente trasportata in elicottero all'ospedale Spallanzani di Roma, per gli accertamenti di rito, al fine di verificare se si trattasse di vaiolo o di varicella; anche il sindacato autonomo di polizia (Sap), dopo che 5 agenti di polizia in servizio a Catania risultarono positivi al test di "Mantoux", lo screening che attesta o meno l'infezione della tubercolosi (tbc), ha manifestato le proprie rimostranze nei confronti dei Ministri dell'Interno e della Salute, Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin, per la pessima gestione dell'emergenza migranti e del monitoraggio delle malattie da questi trasportate; sfortunatamente, l'azione intrapresa dal sindacato non ha prodotto gli effetti desiderati, sebbene non fosse la prima volta che agenti in servizio, per far fronte agli enormi sbarchi, risultassero positivi al test della tubercolosi; a giudizio degli interroganti, la situazione riportata è disdicevole, drammatica e necessita di una celere soluzione: il Ministro della salute dovrebbe intraprendere un percorso volto alla tutela delle forze dell'ordine impegnate in operazioni di salvaguardia dei cittadini e questi ultimi dovrebbero esser messi a conoscenza e al riparo dai rischi del contatto con i portatori di malattie infettive, si chiede di sapere: in riferimento a quanto esposto in premessa, quali iniziative i Ministri in indirizzo abbiano intrapreso, nell'ambito delle rispettive competenze, per fronteggiare le numerose malattie infettive veicolate dai migranti; se risulti quanti casi di malattie infettive e parassitarie siano state registrate in ingresso nel nostro Paese, trasportate dai migranti negli ultimi 3 anni; quali siano i dati epidemiologici delle principali malattie infettive e parassitarie degli ultimi 3 anni nel nostro Paese; se sia stato attivato un sistema di sorveglianza sindromica volto ad individuare preventivamente ogni evento suscettibile di rappresentare un'emergenza per la salute pubblica, al fine di ridurre i rischi di diffusione di malattie infettive; quali protocolli siano stati adottati dal Ministro della salute nell'accoglienza dei clandestini; quali protocolli il Ministero abbia impartito alle ASL territoriali e quali misure adottino queste ultime a riguardo.