GIUNTA PER IL REGOLAMENTO
MERCOLEDI' 7 MARZO 2012
14a seduta

Presidenza del Presidente del Senato
SCHIFANI

SEGUITO DELL'ESAME E RINVIO DELLA PROPOSTA DI MODIFICAZIONE DEL REGOLAMENTO: QUAGLIARIELLO E ZANDA - RIFORMA ORGANICA DEL REGOLAMENTO DEL SENATO (DOC. II, N. 29)

Introduce i lavori il PRESIDENTE ricordando ai presenti che, nella seduta del 16 febbraio scorso, i senatori Quagliariello e Zanda avevano illustrato la proposta di modificazione del Regolamento da loro redatta e si erano svolti alcuni interventi di carattere preliminare. Come preannunciato in quella sede, la Giunta per il Regolamento è stata nuovamente convocata affinché possa avviarsi la discussione generale sul documento in titolo.

Il senatore BELISARIO interviene per porre alcuni quesiti di ordine procedurale e, in particolare, per domandare quale sia l'esito della sua richiesta, rinnovata con una lettera trasmessa alla Presidenza del Senato, di poter essere investito del ruolo di ulteriore relatore sulle proposte di modifica del Regolamento.

Il PRESIDENTE dà conto alla Giunta della lettera con la quale il presidente Belisario, facendo seguito ad alcuni rilievi già svolti nella riunione del 16 febbraio scorso, ha ribadito formalmente la richiesta di poter essere nominato relatore in aggiunta ai senatori Quagliariello e Zanda.
Rende quindi partecipi i componenti della Giunta della risposta fornita dalla Presidenza e trasmessa al Presidente del Gruppo dell'Italia dei Valori. Con tale missiva il Presidente ha fornito rassicurazioni all'interessato che verrà presa nella debita considerazione, dai due relatori e dai componenti della Giunta tutta, la proposta organica di riforma regolamentare avanzata dai Senatori del Gruppo dell'Italia dei Valori. Inoltre ha prospettato l'ipotesi che, qualora il senatore Belisario lo ritenga, questi potrà chiedere di svolgere il ruolo di relatore di minoranza all'Assemblea, una volta che i lavori della Giunta saranno maturi per essere sottoposti all'esame per l'Aula. Ciò - ricorda il Presidente - pur nella consapevolezza che il Regolamento non prevede espressamente il ruolo di relatore di minoranza nel quadro procedurale disciplinato dall'articolo 167, e, tuttavia, non è dato rinvenire un esplicito divieto in tal senso.
Alla luce dei rilievi che precedono, il Presidente ritiene di non poter accogliere la richiesta del senatore Belisario, considerando opportuno mantenere l'attuale numero dei relatori. Questi, peraltro, hanno già portato a termine un primo lavoro istruttorio formalizzato nel Documento II, n. 29, che Egli auspica possa costituire una base proficua di lavoro, cui tutti i componenti della Giunta potranno apportare il proprio contributo migliorativo.

Il senatore BELISARIO, dopo essersi dichiarato insoddisfatto della risposta offerta dalla Presidenza, ribadisce di aver avanzato la propria richiesta per porre rimedio all'anomala designazione di due relatori appartenenti entrambi alle forze di maggioranza che attualmente appoggiano il Governo. Annuncia pertanto il proprio proposito di abbandonare i lavori della seduta odierna della Giunta per il Regolamento.

(Il senatore Belisario abbandona la seduta)

Il PRESIDENTE esprime il proprio rammarico per la decisione assunta dal senatore Belisario anche perché i lavori della Giunta per il Regolamento, volti alla predisposizione di una nuova disciplina per il miglior funzionamento di questa Assemblea parlamentare, sono guardati con particolare attenzione e interesse in tutte le sedi e deve pertanto auspicarsi che l'apporto di ciascun Gruppo non venga a mancare al fine di garantire un andamento del processo riformatore spedito e fruttuoso.

Seguono brevi interventi dei senatori QUAGLIARIELLO, FINOCCHIARO e CARUSO ai quali il PRESIDENTE offre alcuni chiarimenti di carattere procedurale, con particolare riguardo all'articolo 167, comma 4, del Regolamento, e prospetta le possibili ipotesi per il prosieguo dei lavori delle prossime riunioni della Giunta. Hanno quindi la parola i senatori ZANDA e CALDEROLI i quali, pur con differenti sfumature, prospettano l'opportunità di meglio definire il seguito procedurale dell'esame del documento in titolo, dovendosi tener conto, tra l'altro, che le riforme regolamentari vanno comunque poste in rapporto con le prospettive di modifica della seconda parte della Costituzione e con i lavori volti a novellare la legge elettorale.

Il senatore CALDEROLI suggerisce anche che la Giunta possa prendere in considerazione gli esiti delle riunioni del Comitato ristretto che venne istituito nel 2009 per redigere le modifiche regolamentari conseguenti all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Il Comitato medesimo predispose una relazione a conclusione dei propri lavori che appare opportuno valutare in tutta la sua portata innovativa sulle questioni connesse all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea.

Il PRESIDENTE condivide l'opportunità di tener conto del complesso dei processi di riforma che vedranno protagoniste le Camere nei prossimi mesi e ritiene si debba valutare, come ipotesi di lavoro, l'eventualità che, una volta chiuso l'esame istruttorio in Giunta delle proposte di modifica del Regolamento, si possa far decorrere un periodo che consenta di valutare la direzione imboccata dal procedimento di revisione costituzionale, con particolare riguardo alla modifica della funzione legislativa e del sistema bicamerale.
Dichiara quindi aperta la discussione generale e chiede se vi siano, tra i presenti, Senatori che vogliano sin da ora esprimersi sulla proposta di modifica del Regolamento illustrata nella scorsa seduta.

Il senatore PASTORE rivolge un sentito ringraziamento per l'opera di redazione della proposta di modifica a firma dei senatori Quagliariello e Zanda nella quale rinviene una linea di sviluppo coerente ed omogenea, improntata ad una semplificazione e razionalizzazione dei procedimenti parlamentari, che lo trova certamente concorde. Suggerisce, tuttavia, di prendere in considerazione alcuni spunti, solo in apparenza di dettaglio, che Egli ritiene possano migliorare il rendimento complessivo delle riforme regolamentari.
Un primo determinante rilievo riguarda il chiaro intento dei due proponenti di delineare una sorta di canale di priorità in favore dell'attività legislativa del Governo, il che è certamente animato dalla finalità di razionalizzare il ruolo dell'Esecutivo in Senato e scongiurare il ricorso a pratiche ormai ritenute, da parte degli osservatori parlamentari e dalla stessa dottrina, pregiudizievoli per il buon andamento del procedimento legislativo. Proprio con riferimento alla facoltà di apporre la questione di fiducia, osserva che nella proposta non si scorge traccia di un tentativo di codificarla e di limitarla, anche in virtù del conferimento al Governo di altri e più razionali strumenti per far valere il proprio indirizzo di legislazione in Senato.
In secondo luogo, ritiene opportuno ideare un organo di collegamento tra Camera e Senato che possa garantire un raccordo funzionale tra i due rami dal Parlamento. Si tratta di un'esigenza avvertita, ad esempio, nell'ambito delle procedure di raccordo in via ascendente con le istituzioni dell'Unione europea, le quali hanno assunto particolare rilievo in seguito all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Del resto, una sede di raccordo del bicameralismo sarebbe diretta alla razionalizzazione del processo di decisione parlamentare e ha già trovato in certa misura alcuni esempi, seppur limitati a specifiche funzioni e materie determinate, in collegi parlamentari capaci di esprimere un'omogeneità e una sintesi di visione tra i due rami del Parlamento.
Con particolare riguardo al Comitato per la legislazione, i redattori del testo, sulla scorta dell'organismo già esistente presso la Camera dei deputati, ne propongono l'inserimento, sia pure con parziali migliorie e innovazioni rispetto al modello di riferimento, nel tessuto regolamentare del Senato. Gli appare indispensabile che tale logica e condivisibile istanza si risolva, però, in uno spunto di raccordo tra i due rami che possa garantire una funzione unitaria delle due Camere nel senso dianzi esposto. Analoghe considerazioni ritiene, peraltro, possano essere svolte sull'idea, da più parti evocata, di un servizio di supporto dell'attività parlamentare, volto al controllo e all'analisi della finanza pubblica e del bilancio dello Stato.
Conclude il suo intervento osservando che, sul piano del metodo, a suo giudizio, nei lavori della Giunta, il ruolo dei relatori deve essere inteso in modo elastico dal momento che tutti i componenti del collegio sono in realtà chiamati ad uno sforzo di fattiva collaborazione nella redazione delle singole norme.

Il PRESIDENTE comunica che altri componenti della Giunta hanno fatto conoscere la loro intenzione di intervenire in discussione generale. Propone quindi che questa possa proseguire in una prossima seduta che, orientativamente, intende convocare nella giornata di giovedì 15 marzo. In quella sede, oltre al seguito della discussione generale, avrà luogo l'illustrazione e la discussione dei singoli articoli, la cui partita disamina potrà consentire di entrare più a fondo nel merito delle singole questioni poste dal testo all'attenzione della Giunta.

Conviene la Giunta.


La seduta termina alle ore 16.