La seduta inizia alle ore 14,10 SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell'art. 13, comma 3 del Regolamento interno, l'attivazione del circuito audiovisivo. Audizione della dott.ssa Antonietta Gatti Il PRESIDENTE rivolge un cordiale saluto alla dott.ssa Gatti e le dà la parola. La dott.ssa GATTI ricorda preliminarmente di avere iniziato dal 2002 ad interessarsi del ruolo delle nanoparticelle di minerali pesanti nell'insorgere di patologie di varia natura. Su tale tema ha coordinato due progetti di ricerca finanziati dall'Unione Europea che hanno avuto come oggetto specifico la cosiddetta nanopathology ovvero l'analisi di come l'organismo reagisce alla presenza di nanoparticelle biopersistenti e non biocompatibili. Tali ricerche sono state svolte grazie ad una strumentazione sempre più sofisticata che ha permesso di individuare particelle che raggiungono dimensioni notevolmente inferiori a quelle dei globuli rossi o a quelle del PM10, composto da polveri di grandi dimensioni, di diametro uguale o inferiore a 10 micron, normalmente presenti nell'ambiente urbano. Per tali polveri, tra l'altro, la normativa europea definisce delle soglie oltre le quali esse devono essere abbattute, attraverso varie misure, come, ad esempio, quelle relative al divieto totale e parziale di circolazione dei veicoli a motore. Nel caso di specie, si parla invece di nanoparticelle con diametri molto più ridotti che, proprio per la loro dimensione minimale, hanno la capacità di penetrare nei tessuti. Occorre quindi tenere presente la differenza tra microparticelle, di dimensioni maggiori, che non superano la barriera costituita dagli alveoli polmonari, e nanoparticelle, capaci di superare le barriere dei capillari e di introdursi nei globuli rossi, tramite i quali possono raggiungere tutti gli organismi del corpo. La dott.ssa Gatti cita, a titolo esemplificativo le fibre di amianto, la cui inalazione può provocare il mesotelioma polmonare; con riferimento all'oggetto dell'inchiesta della Commissione, occorre prendere in considerazione le nanoparticelle di silicio, di magnesio, di zolfo, di ferro e di altri minerali. Come già accennato, le polveri ultrasottili hanno la particolarità di oltrepassare tutte le barriere organiche: ad esempio, è stato verificato in laboratorio che le nanoparticelle di nichel e cobalto possono entrare dentro le cellule e indurre deformazioni del DNA. Passando ad esaminare alcuni casi di militari affetti da tumori solidi riguardanti vari organi, la dott.ssa Gatti ricorda che nelle cellule di un cancro allo stomaco sono state rintracciate nanoparticelle di zirconio. Non si tratta di un materiale prodotto dall'inquinamento ambientale, poiché lo zirconio si produce solo a temperature superiori ai 2000 gradi. Per cercare di chiarire come una simile sostanza possa avere raggiunto i tessuti malati è stata formulata l'ipotesi che la particella si sia generata da combustione ad elevata temperatura, come quella prodotta dall'impatto di proiettili all'uranio impoverito sugli obiettivi che, come è noto supera i 3000 gradi, ovvero una temperatura tale da trasformare tutti i materiali colpiti in un aerosol che può essere inalato o ingerito e che, attraverso il terreno e l'acqua, può entrare nel circuito alimentare. La dott.ssa Gatti passa quindi ad illustrare alcuni casi nei quali sono state trovate nanoparticelle di vari minerali pesanti nel tessuto di soldati che hanno contratto patologie di tipo tumorale. Si sofferma quindi su altri casi, riguardanti la popolazione civile residente nella zona di Sarajevo, nei quali è stata riscontrata la presenza nei tessuti di nanoparticelle di materiali che non sono indicati nei manuali d'uso delle armi adoperate nel corso delle guerre nei Balcani, ma che sono da considerarsi prodotti da fenomeni di combustione ad elevata temperatura. In altri casi, si riscontra la presenza nei tessuti organici e nell'ambiente di materiali non riconoscibili, la cui origine deve essere rintracciata in specifici episodi bellici come, ad esempio i bombardamenti su raffinerie di petrolio o l'utilizzazione di sostanze chimiche, sempre per finalità belliche. In altri termini, i fenomeni di contaminazione del territorio interessato da operazioni militari e della catena alimentare possono essere il frutto di un inquinamento bellico, dovuto all'utilizzazione di munizioni ad alta tecnologia, tra le quali si possono annoverare quelle all'uranio impoverito. Questo aspetto va tenuto in considerazione, perché da qui deriva la concreta possibilità di ingerire o inspirare nanoparticelle che non si fermano ai tessuti, ma che possono penetrare dentro le cellule ed interagire con il DNA. Vi è poi la questione della presenza di nanoparticelle nello sperma dei reduci da missioni militari, i cui effetti devono essere attentamente studiati. In molti casi, le partner hanno avvertito, dopo l'atto sessuale, bruciori e sanguinamenti dovuti ad infiammazioni causate da nanoparticelle tossiche trasmesse attraverso il fluido seminale. Le polveri sottili passano inoltre dalla madre al feto e possono dare luogo a malformazioni del nascituro attraverso la circolazione fetale, con impatti devastanti su esseri molto piccoli. La dott.ssa Gatti si sofferma quindi su alcuni casi di feti malformati nei cui organi è stata riscontrata la presenza di nanoparticelle di minerali pesanti. Lo scenario fin qui descritto si ritrova anche in documenti del passato. In un rapporto del 1978 proveniente dalla base militare americana di Englin in Florida si affermava che nei test per l'esplosione delle prime bombe all'uranio impoverito si era constatata la formazione di palline molto piccole e di particelle la cui presenza era suscettibile di creare notevoli problemi, dal momento che rientravano esattamente nella dimensione delle particelle respirabili. Un altro tema rilevante - prosegue la dott.ssa Gatti - è quello costituito dalla cosiddetta Sindrome di Quirra. Non si riscontrano infatti differenze notevoli tra quello che succede in ambiente bellico e le aree in cui si provano armamenti di vario tipo. A tale proposito, la dott.ssa Gatti ricorda di aver esaminato un agnello della zona, nato con gravi malformazioni - privo di cervello e con orecchie al posto degli occhi - nei cui tessuti ha trovato nanoparticelle di antimonio che non poteva avere assorbito dall'ambiente essendo nato morto. Un recente rapporto di due veterinari della zona conferma l'esistenza di situazioni analoghe. Inoltre, nel corso di un sopralluogo svolto nella XV Legislatura, la dott.ssa Gatti ricorda di avere esaminato il territorio della zona circostante il poligono di tiro e di aver trovato in una vasca di cemento situata dietro una paratia di un'area di lancio di missili, tracce di uranio forse riconducibili ai fenomeni di combustione ad alta temperatura che si riscontrano al momento della partenza dei missili. Nel 2004 l'esame di paziente ammalati di cancro residenti nella zona di Cagliari rese inoltre possibile l'individuazione di nanoparticelle non presenti nell'ambiente, ma derivanti dall'inquinamento prodotto dal poligono di tiro. D'altra parte, l'inquinamento ambientale nell'area è diverso da zona e zona, ed è riconducibile a specifiche modalità di sperimentazione degli armamenti. Si tratta comunque di una situazione meritevole della massima attenzione: infatti, il Ministero della Difesa ha avviato ricerche i cui esiti dovrebbero essere resi noti tra breve. Anche l'attentato alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 ha dato luogo a un fenomeno di inquinamento bellico di enormi dimensioni, se si considera che gli aerei che si sono schiantati contro i due grattacieli sono stati aerosolizzati per le altissime temperature sprigionate dall'impatto. L'inquinamento che ne è derivato ha prodotto 300.000 malati ed ha dato luogo a malattie che si considerano tuttora misteriose e a nascite di bambini malformati. Per quello che riguarda altri temi oggetto dell'inchiesta parlamentare, la dott.ssa Gatti, richiamandosi anche a quanto sostenuto nel 2005 in occasione di una audizione alla Camera dei Lords, afferma che, per quel che riguarda i vaccini, la popolazione di Sarajevo con linfoma non Hodgkin o leucemia non è mai stata vaccinata così come non sono stati mai vaccinati i militari o civili che hanno lavorato nei poligoni o residenti nelle zone circostanti, e che si sono ammalati e sono morti. L'ipotesi di vaccinazioni multiple non è validata da nessuna alterazione del sistema immunitario e il tempo di reattività del sistema medesimo avviene nelle prime 24-48 ore successive alla somministrazione. Per quanto concerne le conclusioni del progetto Signum, la dott.ssa Gatti osserva che lo studio non fa riferimento a nessuna coorte di controllo composta da soldati non partiti. Inoltre, a suo avviso, l'ipotesi che variazioni di stress ossidativo siano da imputare a vaccinazioni multiple non è validata da alterazione di parametri del sistema immunitario nel sangue. I soldati analizzati, dopo tre mesi di missione, stavano bene e lo studio non ha segnalato nessun ammalato. Inoltre, l'attività psicofisica che si ipotizza da correlare con le variazioni di stress ossidativo non è stata in alcun modo misurata o valutata e comparata con quella del gruppo di riferimento. In conclusione, la dott.ssa Gatti, in qualità di consulente della Commissione, chiede l'acquisizione di documenti riguardanti le procedure per la preparazione di un fornello; le procedure di ispezione del fornello (per recuperare ordigni inesplosi) dopo l'esplosione in poligoni di tiro e in aree belliche; le procedure di pulizia del poligono dopo esercitazioni o attività di ricerca. Ciò al fine di valutare la congruità delle procedure e delle misure di sicurezza adottate. Il presidente COSTA nel ringraziare la dott.ssa Gatti per l'ampia relazione, fa presente che le osservazioni riferite al progetto Signum saranno riportate al prof. Amadori, Presidente del comitato scientifico del progetto medesimo, affinché le possa prendere in considerazione. L'ufficio di segreteria della Commissione provvederà inoltre ad acquisire la documentazione richiesta. Il senatore CAFORIO (IdV) osserva che la pregevole relazione della dott.ssa Gatti pone le problematiche sulle quali la Commissione è chiamata ad indagare su un terreno diverso da quello riguardante la presenza dell'uranio impoverito nelle patologie oncoematologiche, e fa riferimento soprattutto ad agenti come le nanoparticelle di minerali pesanti, suscettibili di produrre patologie infiammatorie che generano disabilità. Si potrebbe pertanto affermare che il suggerimento desumibile dalla relazione svolta è quello di orientare gli accertamenti e l'inchiesta sulle patologie correlate con la presenza nei tessuti di nanoparticelle prodotte da esplosioni di ordigni bellici particolarmente sofisticati, tra cui anche quelli all'uranio impoverito, tenendo però presente che di tale materiale sono state trovate tracce pressoché trascurabili. Il senatore SCANU (PD), attesa la complessità delle problematiche affrontate nella relazione della dott.ssa Gatti, che ringrazia, propone di svolgere i relativi approfondimenti in una successiva audizione. La senatrice FONTANA (PD), nel concordare con la proposta del senatore Scanu, segnala l'esigenza di pervenire all'individuazione di un comune denominatore che, rispetto al lavoro svolto da alcuni anni sulle problematiche connesse all'uranio impoverito, consenta di indicare con esattezza su quali materie occorre concentrare l'attenzione. In estrema sintesi, si potrebbe affermare che la dott.ssa Gatti ha individuato negli effetti dell'inquinamento bellico tale elemento comune e, a questo proposito, sarebbe utile comprendere quali passi in avanti sono stati compiuti dalla ricerca in questo settore dal 2007 ad oggi. Auspica inoltre che le questioni riconducibili alla situazione ambientale e sanitaria del poligono di Salto di Quirra e della zona ad esso circostante vengano affrontate evitando prese di posizioni che mettano in contrasto il tema occupazionale con quello della lotta all'inquinamento ambientale. Su tali temi, la senatrice Fontana si riserva di soffermarsi più approfonditamente in una successiva seduta. Il senatore GALLO (PdL) rileva che nella esposizione della dott.ssa Gatti non si trovano riferimenti agli effetti diretti dell'uranio impoverito, ma si dà conto della presenza di nanoparticelle di composizione insolita la cui produzione è riconducibile alla capacità piroforica dell'uranio impoverito. Pertanto, secondo tale impostazione, si deve constatare che esiste, sia pure indirettamente, un nesso di causa o concausa tra l'esplosione prodotta dall'impatto di proiettili all'uranio impoverito contro il bersaglio e l'insorgere di patologie di vario tipo. Replicando agli intervenuti la dott.ssa GATTI fa presente che occorre ricercare la spiegazione dell'origine di tumori di varia natura che partono dalla degenerazione di gravi infiammazioni. Si tratta di patologie la cui causa resta ignota e per le quali indubbiamente va ricercato un comune denominatore, nei termini indicati dalla senatrice Fontana. Per quanto la riguarda, al momento, dichiara di avere verificato su basi oggettive che l'uranio impoverito, stante la sua ridotta radioattività, può essere patogeno solo se si trova all'interno dell'organismo. D'altra parte, esistono fattori di inquinamento diversi per la loro composizione ma accumunati dalla capacità delle nanoparticelle di indurre aberrazioni del DNA. Si tratta di situazioni che la medicina non ha preso in considerazione in passato perché, prima dell'effettuazione delle missioni internazionali di pace, non si era mai avuta una concentrazione così elevata di nanoparticelle tossiche suscettibili da dare luogo in tempi brevi a patologie che sono definite sindromi poiché, almeno in parte, sono sconosciute. Si sa però che il corpo non riesce ad eliminare le nanoparticelle tossiche e che al momento non esistono rimedi farmacologici in grado di distruggerle. Qualora la medicina militare avallasse ed implementasse l'impostazione fin qui illustrata, la ricerca sulle origini delle malattie dei reduci da missioni internazionali potrebbe fare dei significativi passi in avanti. Il PRESIDENTE, ringrazia la dott.ssa Gatti e raccogliendo la proposta del senatore Scanu, le rappresenta l'opportunità di una ulteriore audizione per approfondire le problematiche svolte. Dichiara quindi conclusa l'audizione. SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE Il PRESIDENTE avverte di avere delegato il senatore Scanu a rappresentarlo nei rapporti con gli organi direttivi dell'Istituto Superiore di Sanità per quel che concerne le iniziative da adottare in relazione alla situazione del poligono di Salto di Quirra. (I lavori proseguono in seduta segreta dalle ore 15,10). (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 15,28). SCONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPO POLITICI Il PRESIDENTE avverte che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi politici, già convocato al termine della seduta odierna, non avrà più luogo, stante il protrarsi della seduta stessa. SCONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE Il PRESIDENTE, aderendo alla richiesta di alcuni componenti della Commissione, avverte che la seduta già convocata per domani, giovedì 27 gennaio alle ore 8,30, non avrà più luogo. La seduta termina alle ore 15,30