SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XV LEGISLATURA --------------------


6a Commissione permanente
(FINANZE E TESORO)


114ª seduta: mercoledì 12 settembre 2007, ore 16
115ª seduta: giovedì 13 settembre 2007, ore 9


ORDINE DEL GIORNO

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.

IN SEDE CONSULTIVA

Seguito dell'esame del disegno di legge:

Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale (Approvato dalla Camera dei deputati). - Relatore alla Commissione PEGORER.
(Parere alla 10a Commissione)
Seguito esame e rinvio (1644)


INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

        BENVENUTO. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            in occasione del convegno di Genova del 5 luglio 2007 per il decennale dell’Agenzia delle entrate, «Il Sole 24 Ore» ha pubblicato i dati aggregati relativi ai processi verbali di constatazione ed agli atti di contestazione in materia di mancata emissione di contrini e ricevute fiscali, nonché quelli, suddivisi solo per le tre grandi ripartizioni geografiche, sulle conseguenti sospensioni e chiusure degli esercizi commerciali;
            considerato che, per meglio poter valutare il da farsi nella sacrosanta lotta all’evasione ed all’elusione tributaria, è opportuno sapere come i suddetti controlli si sono distribuiti sul territorio,
        si chiede di conoscere la distribuzione territoriale, almeno su base regionale, dei controlli e dei relativi esiti in materia di scontrini e ricevute fiscali.


(3-00844)

        BENVENUTO. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            recentemente le segreterie confederali di CGIL, CISL e UIL hanno unitariamente richiamato l’attenzione sulle modalità di attuazione dell’unificazione istituzionale dell’Ufficio italiano dei cambi (UIC) alla Banca d’Italia, quale deriva dal combinato disposto dall’articolo 8 del disegno di legge Atto Senato 1366 sul riordino delle Autorità indipendenti, attualmente all’esame del Senato, e dall’emanando decreto legislativo di attuazione della direttiva antiriciclaggio n. 2005/60;
            le organizzazioni sindacali, nel ribadire che tale unificazione costituisce un obiettivo importante e condiviso e pertanto da realizzare senza ritardo, hanno in particolare sottolineato l’esigenza che la futura struttura di Banca d’Italia deputata all’attività antiriciclaggio risulti dotata di autonomia ed indipendenza come previsto dagli
standard internazionali e dei necessari poteri di analisi coerenti con la missione istituzionale, e che ovviamente restino assicurate le garanzie circa la piena tutela delle condizioni contrattuali e professionali del relativo personale;
            è stata inoltre confermata la già nota contrarietà a qualsiasi ipotesi, del tipo di quelle nate nella XIV Legislatura, di trasformazione dell’UIC in Agenzia;
            sono state valutate degne di considerazione le responsabili e doverose preoccupazioni così espresse,
        si chiede di conoscere, per quanto di propria specifica competenza:
            se le posizioni enunciate dalle organizzazioni sindacali siano state attentamente valutate nelle sedi proprie;
            su quali linee stia complessivamente procedendo il progetto di unificazione dell’UIC alla Banca d’Italia, alla luce sia del riassetto delle Autorità indipendenti sia dell’attuazione delle nuove direttive comunitarie antiriciclaggio.


(3-00845)

        BONADONNA. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            Italease è una banca operante dal 2005 nel settore del leasing con numeri di tutto rispetto (si parla di 26.500 nuovi contratti per oltre 6.300 milioni di euro, e un turnover nel factoring pari a 12,8 miliardi di euro, dati al 31 dicembre 2005), e partecipata da: Banca Popolare di Verona e Novara, Banca Popolare Emilia Romagna, Banca Antonveneta, Banca Popolare di Sondrio, Reale Mutua Assicurazioni, Banca Popolare di Milano. Già dal mese di giugno, Italease aveva sofferto per le voci, poi confermate, del coinvolgimento dell’amministratore delegato Faenza nel libro degli indagati per la vicenda dell’immobiliarista Danilo Coppola;
            in un
valzer di voci e smentite, il titolo Italease aveva subìto forti oscillazioni di prezzo a Piazza Affari, poi la società comunicò che la sua esposizione nei confronti della famiglia Coppola era limitata a 66,1 milioni di euro, e quindi gestibile mediante le proprie garanzie finanziarie. Tale dichiarazione permise al titolo di recuperare terreno, nonostante alcuni fondi stessero riducendo l’entità di titoli Italease in loro possesso. Tuttavia una scure ben più pesante si è ora abbattuta su Italease, scatenando un vortice di vendite e un crollo del titolo di circa il 30% nell’ultima settimana di giugno, e provocando (oltre alla caduta, più modesta, delle quotazioni delle banche controllanti) immediate revisioni al ribasso dei giudizi da parte di alcune banche d’affari;
            a quanto risulta, dietro la richiesta di precise informazioni da parte della Consob, Italease ha dichiarato che l’entità della sua esposizione, in termini di strumenti derivati con la clientela, è ascesa alla «rispettabile» cifra di 400 milioni di euro, dai 225 milioni del 2006. La cosa più grave, ad avviso dell’interrogante, è che la società ha giustificato l’impennata dell’importo in derivati con «l’evoluzione del mercato». Ovviamente, così come prima della notizia abbondavano
target price generosi e giudizi benevoli e ottimistici, a distanza di pochi giorni si sprecano ora tagli di target price di oltre il 30% e di pari passo tagli sulle stime degli utili di quasi il 50% per i prossimi tre anni. Inoltre, alcuni fondi hanno ridotto o azzerato la quantità di titoli Italease in loro possesso;
            ovviamente uno scenario così altalenante getta nel disorientamento più profondo coloro che si accingono, o si accingevano, ad investire sul titolo, ma più ancora coloro che già lo posseggono. Persino qualche analista afferma che il titolo ora non ha una base precisa di valutazione, come dire che non esistono precisi punti di riferimento, e questo risveglia nei risparmiatori e negli azionisti la terribile sensazione di veder svanire nelle loro mani gran parte del capitale da loro investito senza confortanti attese di recupero;
        considerato, inoltre, che:
            il Consiglio di amministrazione della società dei
leasingItalease ha recentemente deliberato un aumento di capitale per un importo di 600 milioni di euro, elevabile fino a 700 milioni, mediante emissione di azioni da offrirsi in opzione agli aventi diritto. Secondo quanto riportato dalla stampa, l’istituto avrebbe chiesto ai propri clienti di rientrare velocemente dalle posizioni in perdita sui contratti derivati, con l’obiettivo di limitare il passivo di bilancio;
            tali notizie diffuse dalla stampa in relazione ai titoli emessi o, comunque ai prodotti finanziari «derivati» offerti da Italease stanno creando allarme e preoccupazione tra i risparmiatori; tali preoccupazioni risultano inoltre alimentate dalla notizia secondo cui le operazioni di offerta non sono autorizzate né adeguatamente monitorate dall’istituto di vigilanza,
        si chiede di sapere:
            se risponda al vero quanto riportato dalla stampa circa la mancata sottoposizione di autorizzazione da parte della Banca d’Italia dei titoli emessi, o comunque dei «derivati» offerti, da Italease;
            se risulti quali siano le conseguenze che ha tratto la Banca d’Italia;
            quali siano i controlli effettuati finora su tali emissioni dagli uffici di vigilanza;
            se risulti, più in generale, quali siano le iniziative che la Banca d’Italia intende assumere con tempestività sulla situazione di Italease, anche a seguito dei recenti accertamenti ispettivi;
            se, nel frattempo, siano state promosse procedure sanzionatorie;
            se, a livello di sistema, la situazione delle banche in derivati sia tranquillizzante ovvero se sussistano le condizioni per necessari interventi preventivi, per evitare il riproporsi di casi analoghi a quello di Banca Italease e di intervenire tardivamente;
            quali siano i progettati interventi a tutela dei risparmiatori della banca milanese.


(3-00862)

        FUDA. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            la legge 27 dicembre 2006, n. 296, ai commi 271-279, reca disposizioni agevolative per favorire gli investimenti da parte delle imprese in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise, ammissibili alle deroghe alla disciplina degli aiuti di Stato ai sensi del trattato istitutivo della Comunità europea, per gli anni di imposta 2007-2013;
            secondo le stime contenute nella relazione tecnica tali interventi ammontano a complessivi 1.865 milioni di euro, di cui 377 milioni nel 2008, 763 nel 2009 ed i restanti 725 milioni nel 2010 e negli anni successivi;
        l’efficacia delle disposizioni agevolative è subordinata, giusta la previsione del comma 279 della citata legge, all’autorizzazione della Commissione europea;
            tale autorizzazione ad oggi non risulta ancora concessa e non risultano, allo stato, iniziative governative volte a sollecitare la conclusione dell’
iter comunitario;
            il ritardo dell’attivazione di tali disposizioni non appare giustificato, tenendo conto della rilevanza per le imprese del Mezzogiorno della disciplina agevolativa, ma anche per l’apparato produttivo nazionale, considerato che in larga parte i macchinari e gli impianti sono prodotti anche nel Nord del Paese;
            ai fini della fruizione dell’agevolazione, sono considerati agevolabili «gli impianti, diversi da quelli infissi al suolo», e cioè non dovrebbero essere agevolati gli immobili strumentali,
        l’interrogante chiede di conoscere:
            quali siano i tempi dell’
iter del procedimento di autorizzazione;
            se risulti al Ministro in indirizzo che gli investimenti effettuati nell’anno di imposta 2007, come previsto dal comma 271 della legge finanziaria per il 2007, saranno agevolati solo se effettuati dopo l’autorizzazione comunitaria;
            se, in caso di risposta affermativa, tale indicazione non risulti in contrasto con quanto dettato dalla citata legge finanziaria, che non prevede in alcun modo tale condizione;
            se non si reputi di chiarire, in modo inequivocabile, che dagli investimenti agevolabili sono esclusi gli immobili, evitando la necessità di un eventuale chiarimento successivo che comporterebbe ulteriori ritardi nell’applicazione della norma;
            se si intenda, viceversa, modificare tale previsione, tenendo conto che gli immobili possono costituire una parte imprescindibile del nuovo impianto.


(3-00886)

        BARBOLINI. – Al Ministro dell’economia e delle finanze. – Premesso che:

            il 24 luglio 2007, nel corso di una riunione appositamente convocata del Consiglio di amministrazione di Banca Italease, i funzionari incaricati della Banca d’Italia hanno consegnato copia del rapporto ispettivo redatto a seguito degli accertamenti effettuati presso l’azienda e la lettera per l’immediata rimozione di tutti gli amministratori in carica, con la sola eccezione dell’amministratore delegato nominato solo da alcuni giorni;
            il rapporto della Banca d’Italia ha evidenziato che la Banca Italease, nello svolgimento delle proprie attività, ha attuato comportamenti in palese contrasto con la disciplina vigente in materia di attività bancaria e finanziaria, e che gli organi interni preposti alla vigilanza di tali attività non hanno predisposto alcuna iniziativa a tutela della clientela coinvolta;
            in particolare, è stato rimarcato il comportamento scorretto di alcuni funzionari dell’Istituto, i quali hanno collocato alla clientela prodotti derivati
interest rate swap privi dell’apposito foglio informativo, finanziariamente ad alto rischio ma fortemente remunerativi per la Banca, quale contropartita e a garanzia della concessione di mutui o leasing immobiliari;
            dai dati disponibili risulta che i clienti coinvolti in tali operazioni siano circa 2.600, per un controvalore complessivo dei prodotti derivati collocati sul mercato di 720 milioni di euro;
            nel solo anno 2006, Italease, espressione di punta nel settore del
leasing finanziario del mondo delle banche popolari, ha ottenuto ricavi per un ammontare totale di 457 milioni di euro, di cui 144 milioni di euro dall’attività di compravendita dei prodotti derivati;
            nel corso degli ultimi mesi, l’andamento sul mercato fortemente negativo di tali prodotti finanziari ha spinto Italease, al fine di tamponare le perdite derivanti dall’attività di compravendita dei derivati, ad inviare ai malcapitati clienti una lettera con la quale si intimava loro il pagamento entro 8 giorni delle somme relative all’esposizione in derivati
swap, preannunciando un vincolo sulle loro somme a credito presenti sul conto corrente e conseguentemente imputando agli stessi tutti i relativi pagamenti derivanti dall’esposizione debitoria in swap;
        tenuto conto che:
            la Banca d’Italia ha tempestivamente bloccato tale iniziativa, imponendo alla Banca Italease, oltre al rinnovo degli organi di amministrazione, anche l’assunzione degli oneri conseguenti all’andamento negativo dei prodotti derivati, attraverso la ricapitalizzazione della banca e la convocazione delle assemblee ordinaria e staordinaria per l’assunzione delle conseguenti deliberazioni;
            tutte le operazioni di Banca Italease relative alla collocazione di prodotti derivati finanziari strutturati presso la clientela sono state bloccate,
        si chiede di sapere:
            se il Governo ritenga opportuno adottare ulteriori provvedimenti a tutela della clientela di Banca Italease, al fine di impedire qualsiasi addebito di oneri da questi non dovuti;
            se le attività di compravendita di prodotti derivati
interest rate swap, sul modello adottato dalla Banca Italease, siano state intraprese anche da altri istituti bancari e quanti siano i soggetti eventualmente coinvolti;
            se intenda adottare nuove ed ulteriori misure per disciplinare in modo più dettagliato le modalità di vendita da parte delle banche di prodotti finanziari altamente rischiosi per la clientela, con particolare riguardo alla vendita di prodotti derivati finanziari strutturati;
            se ritenga opportuno che le banche popolari, anche in considerazione dei disegni di legge di riforma del sistema delle banche popolari attualmente in discussione nelle 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) del Senato, si rendano parte pienamente attiva nell’adozione di misure volte ad un più efficiente funzionamento dei propri organi di amministrazione, di vigilanza e gestionali, e concorrano a garantire in tutto il mondo del credito l’esercizio di comportamenti sempre conformi allo spirito e al dettato delle normative di legge a tutela del rischio e della clientela.


(3-00890)