AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

MERCOLEDÌ 24 NOVEMBRE 2004
213ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
PROVERA
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Antonione.

La seduta inizia alle ore 9,05.

IN SEDE CONSULTIVA

(3224 e 3224- bis) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2005 e bilancio pluriennale per il triennio 2005 – 2007 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 6 e 6- bis) Stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l’anno finanziario 2005

(3223) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2005 ), approvato dalla Camera dei deputati
(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

Interviene il senatore FORLANI (UDC) il quale rileva preliminarmente come le difficoltà di bilancio, dovute alla necessità di rispettare i parametri del patto di stabilità e all’esigenza di rilanciare l’economia, non debbano tuttavia indurre a sottovalutare il valore della politica estera italiana in questa fase così travagliata ed inquieta. L’Italia ha sempre avuto una vocazione forte nella promozione dei processi di integrazione e di cooperazione internazionale.
Gli scenari delineatesi negli ultimi anni hanno imposto l’intervento italiano con missioni di pace in molti paesi usciti da guerre e da forme di oppressione totalitarie. L’onerosità di questi impegni, dal Libano, dalla Somalia all’Afghanistan e all’Iraq pesa certo sulle rigidità della manovra finanziaria. Ma l’Italia non poteva sottrarsi volendo rendersi comunque protagonista dei processi di rinnovamento degli equilibri della comunità mondiale.
Ciò impone una corresponsabilizzazione nella garanzia della sicurezza, non nel senso di lasciarsi coinvolgere in iniziative militari non autorizzate – in proposito ricorda la sua contrarietà all’intervento militare in Iraq – ma per porre rimedio ai traumi provocati dalle guerre e per sostenere le popolazioni civili.
Questo ruolo di aiuto ai processi di pacificazione va valutato contestualmente all’azione svolta dall’Italia in tutti i fori multilaterali. Ricorda in proposito l’azione della presidenza italiana dell’Unione europea che ha permesso la definizione del testo del Trattato costituzionale e la determinazione di una posizione europea per quanto riguarda la riforma delle Nazioni Unite.
Si sofferma quindi sull’intervento nei settori della cooperazione allo sviluppo. L’osservatorio rappresentato dalla Commissione esteri ha permesso di valutare costantemente la mole di attività svolta dai volontari, dai religiosi, dalle organizzazioni governative ed internazionali impegnati nella cooperazione nei suoi diversi settori. Da qui l’apprensione per il mancato raggiungimento delle percentuali di spesa previste dal documento di programmazione economica e finanziaria. Ricordando l’azione svolta dall’Italia nella cancellazione del debito nei paesi in via di sviluppo, si sofferma sull’attuazione della legge n. 209 del 2000. Essa ha consentito un’azione incisiva ed efficace. Prossimamente dovrebbe essere chiuso l’accordo con l’Etiopia che consentirà una decisa azione di sostegno ad un paese verso il quale, come ricordava nella precedente seduta il senatore Pellicini, l’Italia ha storici legami e doveri.
Pur nella ristrettezza delle risorse l’aiuto pubblico allo sviluppo potrebbe essere svolto in maniera più efficace. Al riguardo confida nell’approvazione di una riforma della normativa vigente e dunque nella conclusione dell’esame dei relativi disegni di legge da parte della Commissione. Crede in proposito che vada accentuata la regia politico governativa degli interventi. Politica dovrebbe essere la individuazione delle priorità, sulla base di queste dovrebbero essere selezionati i progetti da sostenere finanziariamente con risorse adeguate a permettere la realizzazione dei medesimi. Ritiene infatti incongruo e improduttivo disperdere le risorse su una miriade di progetti che non vedono poi la realizzazione. I soggetti operanti nella cooperazione dovrebbero essere spinti a conformarsi alle priorità definite a livello nazionale, condizionando al rispetto di queste le risorse pubbliche.
Quanto agli altri settori di intervento del ministero si ritrova pienamente nelle considerazioni svolte dal relatore Pianetta, la cui impostazione dichiara di condividere.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.




La seduta termina alle ore 9,30.