INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10ª)

MERCOLEDÌ 1° FEBBRAIO 2006
298ª Seduta

Presidenza del Presidente
PONTONE
Interviene il sottosegretario di Stato per le attività produttive Cota.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE REFERENTE

(3756) Conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2006, n. 19, recante misure urgenti per garantire l' approvvigionamento di gas naturale
(Seguito dell'esame e rinvio)

Si riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri.

Il senatore GARRAFFA (DS-U) ritiene che siano evidenti i ritardi che si registrano in materia energetica rispetto alla situazione di altri paesi europei. Ciò è emerso, in particolare, in una recente riunione presso il Parlamento Europeo cui ha partecipato in rappresentanza della Commissione. Diversamente da quanto accade in Italia, in molti paesi europei sono in fase di avanzata realizzazione progetti di grande interesse che riguardano tra l'altro l'utilizzazione di fonti alternative e rinnovabili. Cita a titolo d'esempio quanto avviene in Germania e in Danimarca. In tale situazione ipotizzare in modo generico il ritorno al nucleare, come hanno fatto recentemente rappresentanti del Governo, appare privo di senso. Occorrerebbe chiarire i tempi, i costi e i problemi derivanti dalla formazione delle scorie prima di avventurarsi in proposte prive di concretezza. La realtà è che in Italia si utilizzano fonti di energia provenienti da un numero limitato di paesi e l'assenza di valide alternative può costituire un serio problema in caso di crisi. Ciò è avvenuto nelle scorse settimane in relazione alla situazione che si è determinata in Russia, ma nel corso della legislatura si sono susseguiti diversi momenti di emergenza a cui si è posto rimedio con provvedimenti tampone, non inseriti in un contesto generale che delineasse una strategia e una politica industriale. Nè è stato affrontato efficacemente il problema del consenso delle comunità sulla localizzazione degli impianti.
A suo avviso le misure contenute nel decreto-legge in esame sono dannose per l'ambiente e prive di efficacia. Per fortuna le temperature si sono alzate e le prospettive immediate sono meno preoccupanti, ma sono evidenti le responsabilità del Governo che, pur con i suoi continui interventi destinati al riordino del settore energetico, non è riuscito a realizzare le condizioni per la sicurezza degli approvvigionamenti e la riduzione delle tariffe. Preannuncia la presentazione di specifici emendamenti.

Il senatore SEMERARO (AN) ritiene che di fronte alla situazione di emergenza che si è determinata per ragioni climatiche e di politica internazionale il Governo ha reagito con tempestività ed efficacia, mettendo in atto misure e comportamenti che sono stati in grado di fronteggiare la crisi. Anche il provvedimento in esame appare adeguato, perché pone in essere misure concrete che hanno consentito di superare la fase più delicata della situazione.
A suo avviso le critiche formulate dai Gruppi di opposizione ed in particolare, oggi, nell'intervento del senatore Garraffa, sono prive di fondamento. Esse richiamano ancora una volta i temi delle energie rinnovabili e del consenso da acquisire, ma sembrano non tener conto del fatto che occorre realizzare interventi e risposte concrete. Sono inoltre critiche contraddittorie perché, ad esempio, dove si è cercato di realizzare strutture per l'energia eolica si è incontrata molto spesso l'opposizione dei movimenti ambientalisti. Anche l'esigenza di ottenere il consenso sulla localizzazione degli impianti di energia appare scarsamente argomentata: occorrerebbe chiarire qual è il ruolo delle istituzioni locali, quale quello delle comunità ed evitare di giungere all'eccesso di prevedere ogni volta consultazioni referendarie. Senza questi approfondimenti si rischia di determinare soltanto situazioni di blocco decisionale.

Il senatore TRAVAGLIA (FI) ritiene che le osservazioni critiche formulate dal senatore Garraffa siano del tutto infondate. Per compiere una valutazione seria ed equilibrata della situazione dell'approvvigionamento energetico in Italia occorrerebbe infatti partire dalle scelte che sono state compiute in tempi non recenti in materia, ad esempio in materia di energia nucleare. La storia si incaricherà di formulare un giudizio definitivo su decisioni che hanno condizionato in modo sostanziale il sistema energetico del Paese. D'altra parte, nel corso della passata legislatura non sembra che siano stati attuati interventi in grado di affrontare efficacemente i problemi di approvvigionamento e di costo dell'energia.

Il senatore BARATELLA (DS-U), dopo aver precisato che la scelta sull'energia nucleare è stata compiuta attraverso un referendum popolare e che occorrerebbe avere più rispetto delle decisioni assunte direttamente dal popolo, osserva che in ogni caso parlare oggi di energia nucleare non serve a risolvere alcun problema. I tempi di realizzazione e i costi non consentono infatti di utilizzare tale via per affrontare la situazione che si è determinata. Il Governo, quindi, da un lato ipotizza interventi che hanno natura solo teorica e dall'altro attua provvedimenti di natura emergenziale che, inoltre, non tengono nel dovuto conto delle implicazioni di carattere ambientale e sanitario. Vi sono precisi dati scientifici che dimostrano come vi sia un diretto collegamento tra emissioni inquinanti da parte delle centrali elettriche e elevati indici di malattia nelle zone limitrofe. Avrebbero potuto essere realizzati interventi di miglioramento delle centrali in grado di ridurre o eliminare le emissioni, ma gli impianti che ora si è deciso di riaprire sull'onda dell'emergenza non sono stati oggetto di tali interventi. Probabilmente le vere decisioni in materia energetica sono assunte sotto la pressione di lobby che non tengono certamente conto dell'interesse generale. Anche le misure di semplificazione procedurale e di modifica della valutazione dell'impatto ambientale che sono state assunte dal Governo non hanno prodotto effetti significativi e, d'altra parte, la maggioranza della società che deve realizzare un importante impianto di rigassificazione in Veneto non è più in mani italiane. Si chiede quale sia la politica energetica sottesa a tali scelte.
Pur restando nella logica dell'emergenza, si sarebbe comunque potuta cogliere l'occasione per un'azione di diversificazione dei costi energetici tale da incentivare i consumi in determinati orari di minore domanda. Neanche questo si è ritenuto di dover fare e, sul fronte delle energie rinnovabili, va sottolineata la diversa destinazione che è stata attribuita ai fondi che dovevano servire per la realizzazione di impianti a energia solare in Sicilia. Il ritardo che si riscontra in questo settore è rilevantissimo, né si comprende per quale ragione il Governo non abbia preso in considerazione la disponibilità di quei comuni che si sono offerti di ospitare impianti energetici.

Il senatore BASTIANONI (Mar-DL-U) ricorda che da parte dell'ENI era stata segnalata l'esigenza di affrontare tempestivamente la situazione degli approvvigionamenti di gas. Le misure assunte dal Governo sono state invece tardive e, soprattutto, non sono inquadrate in una effettiva strategia di riequilibrio. Siamo di fronte al rischio di una sospensione dell'erogazione per le imprese e ciò sarebbe altamente penalizzante, specie se si considera che il sistema produttivo italiano è già costretto a sostenere costi più elevati dei competitori. Anche la scelta di privilegiare gli approvvigionamenti dalla Russia si è rilevata errata, mentre non sono state assunte misure che avrebbero potuto migliorare l'efficienza dei consumi, come ad esempio la previsione di incentivi per l'acquisto di caldaie di più elevata qualità. Ricorda le recenti affermazioni del Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Si sono dimostrate, in particolare, non fondate le previsioni che in passato erano state presentate dall'ENI sulla cosiddetta "bolla del gas", mentre non sono stati portati avanti i lavori per nuovi stoccaggi autorizzati già nel 1998-2000. E' evidente come il Governo non sia riuscito a realizzare in alcun modo una politica dell'energia e che si versi ormai in una situazione fortemente contraddittoria, come dimostra anche il fatto che, pur in presenza di questa crisi, l'Italia si trova a vendere all'estero energia prodotta nel Paese.

Il senatore CHIUSOLI (DS-U), dopo aver richiamato i recenti accenti trionfalistici assunti dal Ministro delle attività produttive in diverse occasioni, ricorda che nel corso di questa legislatura si è registrato l'unico black out generale della storia d'Italia e che ora ci troviamo di fronte ad una ennesima emergenza energetica. Quanto è stato realizzato dal Governo attraverso interventi ripetuti e contraddittori non ha in alcun modo affrontato i veri nodi della questione. Occorre prendere atto della situazione che si registra in materia energetica e impegnarsi in modo concreto a risolvere il problema della collocazione degli impianti. È indispensabile che ciò avvenga con il concorso di tutti i soggetti interessati per giungere a soluzioni condivise che tengano conto delle esigenze delle comunità locali e naturalmente dell'interesse generale. Ritiene che sia possibile individuare le soluzioni più idonee attraverso questo metodo e auspica che tale strada possa essere finalmente intrapresa nella prossima legislatura.

Il seguito dell'esame viene quindi rinviato.

IN SEDE DELIBERANTE

(3761) Deputato MILANATO ed altri. - Disciplina dell' attivita' professionale di tintolavanderia, approvato dalla Camera dei deputati
(Discussione e rinvio)

La senatrice D'IPPOLITO (FI) fa presente che il disegno di legge in esame reca i principi fondamentali della regolamentazione dell’attività di tintolavanderia. Segnatamente, il disegno di legge n. 3761, approvato in sede legislativa dalla Commissione attività produttive della Camera dei deputati, consiste in una vera e propria legge quadro, in materia di attività professionale di tintolavanderia, conformemente al dettato di cui all’articolo 117, comma 3 della Costituzione, che inquadra la disciplina delle professioni nell’ambito della legislazione concorrente, nel cui ambito – come è noto – le regioni esercitano la potestà legislativa nel rispetto dei principi fondamentali espressamente determinati dallo Stato ovvero – in difetto – desumibili dalle leggi statali vigenti.
Va inoltre rilevato come tale disegno di legge contenga disposizioni volte a tutelare la concorrenza nel settore, introducendo una disciplina maggiormente univoca ed omogenea rispetto alla regolamentazione comunale ed alla legislazione regionale che non offrono, allo Stato, quel grado di definizione e di certezza di comportamenti economici e dei relativi rapporti giuridici da tempo auspicato dagli operatori del settore.
Il comparto delle tintolavanderie appare infatti sempre più oggetto di forme di concorrenza sleale da parte degli operatori irregolari che comportano altresì un vulnus significativo al livello di professionalità e di qualità dei servizi erogati, nonostante le molteplici iniziative assunte dalla categoria degli operatori del settore per garantire più elevati standards di qualità, di professionalità e di correttezza.
Il disegno di legge si compone di sette articoli, dei quali in particolare l’articolo 1 enuncia i principi e le finalità del provvedimento riconducendo, come accennato, l’attività delle tintolavanderie al novero delle attività professionali, di cui all’articolo 117, comma 3, della Costituzione nonchè, più in generale, alla iniziativa economica privata, cui l’articolo 41 della Carta fondamentale garantisce la piena libertà. Il disegno di legge è volto in particolare ad assicurare l’omogeneità dei requisiti professionali e la parità di condizioni di accesso delle imprese del settore al mercato, nonchè la tutela dei consumatori e dell’ambiente, garantendo l’unità giuridica dell’ordinamento.
L’articolo 2 reca la puntuale definizione della professione di tintolavanderia e prevede – al comma 2 – i requisiti essenziali dell’abilitazione professionale che ciascun responsabile tecnico deve possedere.
Viene poi demandato alle regioni – previa determinazione dei criteri generali in sede di Conferenza Stato-Regioni il compito di definire i contenuti dei corsi e dei programmi, nel rispetto delle materie fondamentali previste al comma 5.
L’articolo 3, in tema di competenze regionali, attribuisce alle regioni medesime l’adozione di norme dirette a favorire lo sviluppo economico e professionale del settore e la definizione dei criteri per l’esercizio delle funzioni amministrative comunali, prevedendo altresì espressamente le finalità delle competenze regionali.
La Conferenza Stato-Regioni stabilisce i criteri di disciplina concernenti il regime autorizzativo per l’esercizio dell’attività nel rispetto dei principi di autocertificazione, semplificazione ed unificazione dei procedimenti.
L’articolo 4 regola le modalità di esercizio dell’attività vietandone lo svolgimento in forma ambulante o di posteggio e definendo altresì i criteri dei servizi di recapito e raccolta dei capi di vestiario per i quali – in ogni caso deve essere resa nota mediante apposito cartello la sede dell’impresa ove è effettuata in tutto o in un parte la lavorazione. Le imprese di tintolavanderia non rispondono dei danni conseguenti alle indicazioni inesatte riportate nella etichettatura dei prodotti tessili, ferma restando la diligenza di cui all’articolo 1176, comma 2 del codice civile.
L’articolo 5 prevede l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti di chi svolge attività di tintolavanderia in assenza dei requisiti o in violazione dei principi ivi previsti, mentre l’articolo 6 prevede disposizioni transitorie nei confronti delle imprese già operanti regolandone l’adeguamento alla disciplina qui esposta entro il termine di tre anni.

Il PRESIDENTE propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 17 di oggi.

La Commissione conviene e il seguito dell'esame viene quindi rinviato.

CONVOCAZIONE DELLA SOTTOCOMMISSIONE PER I PARERI

Il presidente PONTONE avverte che la Sottocommissione per i pareri è convocata al termine della seduta odierna per l'esame dei disegni di legge nn. 3736 e 3754 e dell'atto del Governo n. 601.

La seduta termina alle ore 16.