LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

MARTEDÌ 20 APRILE 2004
333a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO

Interviene il sottosegretario di Stato per le comunicazioni Innocenzi.

La seduta inizia alle ore 10,30.

IN SEDE REFERENTE
(2175-B-bis) Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI - Radiotelevisione italiana Spa, nonche' delega al Governo per l' emanazione del testo unico della radiotelevisione, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Mazzuca; Giulietti; Giulietti; Foti; Caparini; Butti ed altri; Pistone ed altri; Cento; Bolognesi ed altri; Caparini ed altri; Collè ed altri; Santori; Lusetti ed altri; Carra ed altri; Maccanico; Soda e Grignaffini; Pezzella ed altri; Rizzo ed altri; Grignaffini ed altri; Burani Procaccini; Fassino ed altri; e del disegno di legge d'iniziativa governativa, modificato dal Senato, nuovamente modificato dalla Camera dei deputati , approvato dal Senato, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica in data 15 dicembre 2003, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione e nuovamente approvato, con modificazioni, dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana del 7 aprile scorso.

Il presidente GRILLO dichiara aperta la discussione generale.

Il senatore VERALDI (Mar-DL-U) riepiloga le motivazioni di carattere politico sulla base delle quali ritiene non equo il disegno di legge in esame. A tale proposito constata la fretta con cui la maggioranza ha proceduto ad incassare un ulteriore tributo, nonostante l'evidente conflitto d'interesse che coinvolge, ancora una volta, il Presidente del Consiglio. Sottolinea la volontà dei gruppi di minoranza di difendere i valori della democrazia contro gli interessi particolari del leader della coalizione di governo attraverso una critica costruttiva e non tramite uno sterile ostruzionismo, praticato invece dalla Casa delle Libertà nel corso della passata legislatura, grazie alla presentazione in Commissione di circa seimila emendamenti per rallentare l'esame del disegno di legge n. 1138 volto a rivedere l'assetto del settore delle telecomunicazioni. Richiama quindi la necessità di ricercare un dialogo che consenta di non cristallizzare il duopolio RAI-MEDIASET, dando maggiore spazio ad altre emittenti televisive. Chiede infine che si proceda ad una discussione libera da pregiudizi e, soprattutto, dal condizionamento della imminente apertura della campagna elettorale delle prossime elezioni europee.

La senatrice DONATI (Verdi-U) richiama alcune considerazioni di carattere generale contenute nel messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, del disegno di legge in esame. A tale proposito osserva che la giusta finalità del passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale risulta distorta dall'interesse di proteggere l'attuale assetto del mercato televisivo e di quello pubblicitario. In merito ai correttivi invocati dal Presidente della Repubblica, osserva che la nuova definizione del sistema integrato delle comunicazioni (SIC) effettuata dalla Camera dei deputati risulta oggi meno coerente rispetto alla formulazione originaria. Il paniere del SIC è stato infatti ridimensionato escludendo i settori delle pubbliche relazioni, fonografico e librario. Si è passati così da un valore di trentadue miliardi a ventisei miliardi di euro, secondo una stima riportata dal "Il Sole 24 Ore" di ieri. Il calcolo del limite antitrust del 20 per cento fissa quindi un limite quantitativo di 5,2 miliardi di euro, che consente un espansione del 30 percento del fatturato a MEDIASET e del 70 percento alla RAI. A tale riguardo, sarebbe stato più coerente ridurre il tetto massimo anziché modificare la composizione del paniere. Ricorda poi che le perplessità, a suo tempo espresse, in merito alle possibili censure della Corte Costituzionale, relative al decreto legislativo n. 198 del 2002, si sono purtroppo rivelate fondate ed hanno costituito oggetto anche delle osservazioni del Presidente della Repubblica. Giudica inoltre preoccupante l'ipotesi prevista dall'articolo 15, comma 6, che prevede l'incrocio tra televisione e carta stampata a partire dal 2010. Tale ipotesi sembra costituire più una minaccia che un'opportunità per il pluralismo dell'informazione, poiché una stampa considerata troppo libera potrebbe essere acquistata da un gruppo televisivo potente che ne potrebbe condizionare la linea editoriale. La previsione dell'articolo 15, comma 6, produrrà di fatto la limitazione del pluralismo informativo, in assoluto contrasto con il messaggio del Presidente della Repubblica. Per quanto riguarda poi gli articoli 20 e 21, ritiene che le previsioni in essi contenute non determinino l'allontanamento dei partiti dalla informazione televisiva ma finiscano, viceversa, per accrescerne la presenza. Conclude infine osservando che la previsione dell'articolo 25, relativa al regime transitorio, si limita a riprodurre il testo del decreto-legge approvato alla fine del 2003 per consentire a Rete4 di continuare a trasmettere in analogico, escludendo il Parlamento da qualsiasi decisione successiva agli accertamenti effettuati dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U), pur apprezzando la generosità dimostrata dalla senatrice Donati nel trattare i temi del pluralismo, non può non constatare che la discussione svolta nel corso di ben sei passaggi parlamentari sia risultata sostanzialmente estranea a tali principi. Dichiara quindi di nutrire scarsa fiducia sugli effetti del dibattito in corso poiché rileva che l'atteggiamento della maggioranza è andato nel senso di negare all'opposizione un qualsiasi, seppur marginale, ruolo. Osserva quindi che se oggi ci si trova a discutere per la sesta volta tale disegno di legge, ciò provoca un certo imbarazzo anche tra le file della stessa maggioranza. Ricorda poi di aver chiesto, nel corso di una seduta di Assemblea, un chiarimento al Presidente del Senato in merito alle motivazioni della limitazione della discussione alle parti oggetto dei rilievi del Presidente della Repubblica, come previsto dall'articolo 136, comma 2, del regolamento del Senato. La richiesta non è stata soddisfatta poiché il Presidente del Senato non ha risposto sul merito della questione non coinvolgendo, come richiesto, la Giunta per il Regolamento. Esprime poi perplessità sul fatto che il Parlamento sia costretto a dibattere su un provvedimento che aumenta del 30 per cento il volume d'affari delle imprese del Presidente del Consiglio, anziché dibattere su questioni di rilevanza internazionale come quella relativa alla situazione in Iraq. Ricorda inoltre la necessità di riportare urgentemente in Commissione la discussione sulla situazione della società Alitalia, questione sulla quale si è recentemente verificato il paradosso per cui cinque esponenti del Governo hanno espresso, nello stesso giorno, cinque opinioni differenti. Conclude infine stigmatizzando che il Parlamento si trovi a discutere non su come rispondere meglio al messaggio del Presidente della Repubblica, bensì su come eludere le osservazioni contenute in tale messaggio. Paventa quindi l'ipotesi che tra non molto la Commissione si ritroverà a discutere nuovamente le norme sul riassetto radio-televisivo, a seguito di una nuova pronuncia della Corte costituzionale.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 11,50.