DIFESA (4a)
GIOVEDÌ 29 GENNAIO 1998

100a Seduta
Presidenza del Presidente
GUALTIERI

Interviene il sottosegretario di Stato per gli esteri Toia.

La seduta inizia alle ore 15,15.

SULLA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE
(A008 000, C04a, 0002°)

Il Presidente GUALTIERI rivolge a nome di tutti i colleghi parole di saluto e l'augurio di buon lavoro al senatore Peruzzotti, che torna a far parte della Commissione Difesa, in sostituzione del senatore Serena.

Il senatore PERUZZOTTI ringrazia il Presidente e confida in un proficuo lavoro.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C04a, 0063°)

Il PRESIDENTE avverte che il Ministro della difesa gli ha indirizzato una missiva - che è a disposizione dei commissari -, con la quale spiega le ragioni che gli hanno impedito di tener conto dei rilievi della Commissione, espressi in sede consultiva, sullo schema di decreto per il Piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della difesa.
Informa poi che nella settimana successiva a quella di chiusura dei lavori parlamentari la Commissione si riunirà martedì 10 febbraio per il seguito dell'audizione del procuratore capo del tribunale militare di Roma, Cons. Intelisano, nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sul comportamento del contingente militare italiano in Somalia nel quadro della missione ONU «Restore Hope», e mercoledì 11 febbraio, in congiunta con la 1a Commissione, per il seguito dell'esame dei disegni di legge sul riordinamento dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

Il senatore UCCHIELLI sollecita la risposta all'interrogazione n. 3-01392. Chiede inoltre al Presidente di sollecitare il Governo a rispettare l'impegno assunto durante la sessione finanziaria, e volto a presentare al Parlamento un documento sul Nuovo modello di difesa. Ritiene infine che non sia più possibile rinviare l'avvio dell'esame dei disegni di legge sul Servizio civile.

Il PRESIDENTE informa di aver già sollecitato il Governo a rispondere all'interrogazione sull'impiego dei giovani militari di leva nel terremoto in Umbria e Marche. Comunica altresì di aver richiesto al Ministro di inviare al Parlamento il preannunciato documento sul Nuovo modello di difesa. Con riguardo infine al Servizio civile egli si dichiara pronto a riferire alla Commissione, pur se presso l'altro ramo del Parlamento non è ancora stata approvata la legge sull'obiezione di coscienza.

IN SEDE DELIBERANTE
(1456) MANZI ed altri. - Estensione ai patrioti di tutti i benefici combattentistici
(1616) SALVI ed altri. - Estensione ai patrioti di tutti i benefici combattentistici
(Seguito e conclusione della discussione congiunta; approvazione con modificazione del disegno di legge n. 1456 ed assorbimento del disegno di legge n. 1616)

Riprende l'esame sospeso nella seduta del 14 gennaio scorso.

Il PRESIDENTE, dopo aver ricordato che nella passata seduta la Commissione aveva convenuto di assumere come testo-base della discussione il disegno di legge n. 1456 nel testo licenziato il 5 febbraio 1997 per l'Assemblea, informa che è stato presentato il seguente ordine del giorno:

«La 4a Commissione (difesa), in sede di discussione dei disegni di legge n. 1456 e 1616 concernenti «Estensione ai patrioti di tutti i benefici combattentistici»,

impegna il Governo

a proporre idonei strumenti normativi affinchè la qualifica di combattente conferita a tutti coloro che militarono nelle Forze armate del sud, nelle formazioni partigiane operanti nel centro-nord, venga riconosciuto anche a quanti, in perfetta buona fede, hanno combattuto nelle Forze armate della repubblica sociale italiana».
0/1/1456-1616/4a
Palombo, Pellicini, Manca, Manfredi, De Santis

Il senatore PALOMBO, nell'illustrare l'ordine del giorno, si richiama alle parole di Ernesto Guevara per sottolineare che chiunque si mette al servizio di un ideale in perfetta buona fede è senz'altro da rispettare. Ricorda che è trascorso ormai più di mezzo secolo dalla fine della guerra e non è più consentibile il perpetuarsi di discriminazioni e l'affermazione di divisioni che vorrebbero gli italiani ancora impegnati in una eterna contrapposizione morale e ideologica. Non si può quindi ulteriormente negare il riconoscimento della qualifica di combattente a coloro che morirono o sopravvissero e oggi sono ultra-sessantenni solo perchè militarono nelle Forze armate della Repubblica sociale italiana. Bisogna infatti meditare con serena pacatezza e valutare la purezza dell'intenzione e la limpidezza dello spirito di quei giovani. Ribadisce che tutte le convinzioni politiche e le conseguenti scelte, se sono oneste, vanno comunque rispettate e non condannate, mentre sono da stigmatizzare solo quei soggetti che con l'uso pretestuoso di ideali ipocritamente professati si macchiano di atti criminali. D'altronde la stessa guerra è di per se stessa un crimine, perchè esige per il buon esito in favore di una parte combattente l'annientamento dell'avversario e ciò fu vero anche per gli italiani che si ritrovarono attestati su barricate diverse nel periodo che va dal 1943 al 1945. Dopo quei tragici eventi per l'Italia nacque una nuova Costituzione, l'attuazione della quale non può essere contraddetta nei fatti. Infatti la Carta costituzionale vigente negli articoli 3 e 21 sancisce che ogni individuo ha diritto di avere proprie idee politiche e di manifestarle in tutti i modi consentiti che certamente escludono la violenza ma in tempo di guerra l'affermazione delle proprie idee politiche avviene - è doloroso e amaro ammetterlo - facendo ricorso all'uso della forza; ma questo non è motivo per non riconoscere la qualità di combattente a chi su un diverso fronte si è comportato da soldato leale con indosso una uniforme ben individuata da precisi distintivi. In proposito una lezione di alto stile politico ci viene dall'amica Spagna dove il vincitore della guerra fratricida del 1936 volle seppellire sotto il peso di un nobilissimo monumento la vergogna dell'odio che non può e non deve avere diritto di cittadinanza non solo fra fratelli dello stesso paese ma anche tra i diversi popoli della terra. Dichiara di riferirsi in modo particolare allo stupendo monumento nazionale di Santa Cruz voluto dal dittatore Franco, che con quel segno intese dare onore agli eroi di entrambi le parti. È bene che l'Italia oggi non sia da meno della Spagna. Ciò premesso esprime in nome del gruppo di Alleanza Nazionale parere favorevole all'approvazione del disegno di legge in esame e all'accoglimento dell'ordine del giorno che impegna il Governo ad assumere gli opportuni strumenti normativi per il riconoscimento della qualifica di combattente anche a coloro che militarono nella Forze armate della Repubblica sociale italiana.

Il senatore MANCA, nel dichiarare di condividere le argomentazioni del senatore Palombo, ricorda che nella vita ci sono decisioni che presuppongono coraggio, equilibrio e saggezza; per questo invita i colleghi a dare oggi una prova di tali qualità che incrementerebbero il suo orgoglio di appartenere alla Commissione difesa, al Senato e al Parlamento italiano.

Il senatore AGOSTINI, riconoscendo che le argomentazioni prospettate dal senatore Palombo toccano l'animo di tutti coloro che parteciparono alle tristi vicende dell'ultima guerra mondiale, deve rilevare peraltro che al riconoscimento dei benefici combattentistici a coloro che militarono nella Repubblica sociale italiana si oppone l'argomento giuridico che essi si schierarono da una parte che non era quella legalmente riconosciuta. Soltanto per tale ragione e non certo perchè si voglia impedire dopo cinquant'anni una completa pacificazione tra coloro che combatterono su diversi fronti la tragica esperienza di guerra, egli esprime a nome del Partito Popolare voto contrario all'ordine del giorno.

Il senatore PERUZZOTTI rileva che il problema sollevato legittimamente dal senatore Palombo con l'ordine del giorno crea ancora oggi situazioni di disagio, poichè non sempre le scelte di coloro che combatterono per la Repubblica sociale italiana furono libere. Trattandosi quindi di un argomento alquanto delicato egli propone di rinviare la votazione dei disegni di legge in titolo per permettere lo studio approfondito anche da un punto di vista giuridico della questione per evitare qualunque fraintendimento delle intenzioni del legislatore.

Il senatore LORETO ritiene che occorre sforzarsi di riportare il dibattito nell'alveo molto più limitato dei disegni di legge all'ordine del giorno che mirano a riconoscere ai patrioti i benefici riconosciuti agli ex combattenti. Si tratta in sostanza di riparare ad un errore compiuto dal legislatore, allorchè emanò il decreto legislativo luogotenenziale n. 518 del 1945 che creò una differenziazione tra partigiani combattenti e patrioti, cioè tra coloro che avevano combattuto in armi e coloro che avevano costituito il supporto logistico della lotta partigiana. Si tratta inoltre di superare una ulteriore contraddizione giuridica poichè ai patrioti fu riconosciuto il diritto di ottenere il riconoscimento delle campagne di guerra. Il provvedimento è meritevole quindi di una rapida approvazione.
Per quanto concerne l'ordine del giorno illustrato dal senatore Palombo egli ritiene che la pacificazione tra le parti che hanno combattuto su fronti opposti nella ultima guerra è ormai parte della storia italiana e non ha bisogno di ulteriori riconoscimenti, che sono stati peraltro espressi in tempi recenti da alte istituzioni dello Stato. Quindi, al di la delle emotività e del rispetto per le motivazioni recate dal senatore Palombo, la sua parte politica non potrà accogliere l'ordine del giorno.

Il senatore RUSSO SPENA parimenti ritiene opportuno riportare la discussione all'argomento trattato dai disegni di legge in titolo che recano il riconoscimento ai patrioti dei benefici combattentistici dopo ben cinquant'anni dalla fine della guerra. Non si tratta quindi di riaprire un giudizio storico su quel tragico periodo, ma soltanto di correggere un'anomalia sul piano giuridico e una discriminazione odiosa tra partigiani combattenti e patrioti. Infatti il decreto luogotenenziale n. 518 del 1945 non aveva tenuto conto dell'unicità degli sforzi compiuti da chi imbracciava le armi insieme a chi provvedeva all'organizzazione più pratica della lotta partigiana. Si tratta poi di riparare ad una incongruenza sul piano giuridico, poichè alle stesse persone è stato invece concesso il diritto di ottenere il riconoscimento delle campagne di guerra.
L'ordine del giorno del senatore Palombo apre invece una discussione più ampia sulla quale ha avuto modo di esprimersi anche un'alta carica dello Stato, in un modo reputato inopportuno dalla sua parte politica. Esprime quindi il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista al disegno di legge n. 1456 nel testo approvato in sede referente e suggerisce ai presentatori dell'ordine del giorno di proporre al Parlamento un disegno di legge sul quale la Commissione potrà discutere nel modo più approfondito possibile.

Il senatore UCCHIELLI, nel condividere le argomentazioni del senatore Loreto, pur comprendendo l'esigenza espressa dal senatore Palombo di chiudere una pagina storica, non vorrebbe che approvando l'ordine del giorno si rinfocolassero antichi rancori che andrebbero nel senso contrario a quella pacificazione nazionale che tutti ritengono ormai acquisita alla storia del nostro Paese.

Replica il relatore DE GUIDI, il quale esprime contrarietà all'ordine del giorno riallacciandosi alle argomentazioni giuridiche fornite dal senatore Agostini. Pertanto, senza soffermarsi su elementi storici - che pur rafforzerebbero la sua posizione politica -, invita i presentatori dell'ordine del giorno a ritirarlo e presenta, al contempo, l'emendamento 2.1.

Il sottosegretario TOIA si associa alle parole del relatore, sia per quanto riguarda l'impostazione di fondo al problema, sia per quanto si riferisce all'invito al ritiro dell'ordine del giorno. Esprime avviso favorevole all'emendamento del relatore.

Il presidente GUALTIERI, condividendo l'auspicio del relatore, chiede al senatore Palombo se ritiene di ritirare l'ordine del giorno.

Il senatore PALOMBO accoglie l'invito e ritira in segno di pacificazione l'ordine del giorno, ma ribadisce che la materia deve essere oggetto di rimeditazione in un prossimo futuro.

Il senatore MANCA parimenti accoglie l'invito, auspicando anch'egli una riflessione costruttiva ed attenta del problema.

L'articolo 1 è quindi posto in votazione ed approvato.

Si procede all'esame dell'emendamento 2.1, sostitutivo del comma 1 dell'articolo 2. Esso è approvato, come pure l'articolo 2, come modificato.

Per preannunciare la loro astensione sul disegno di legge nel suo complesso intervengono i senatori PERUZZOTTI, PALOMBO e MANCA.
Posto ai voti, il disegno di legge nel suo complesso è quindi approvato risultando conseguentemente assorbito il disegno di legge n. 1616.

IN SEDE REFERENTE
(2997) Conversione in legge del decreto-legge 13 gennaio 1998, n. 1, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel settore della difesa, nonchè proroga della permanenza di contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina
- e della petizione n. 205 ad esso attinente
(Esame)

Riferisce il Presidente GUALTIERI, dando conto dei pareri favorevoli espressi dalle Commissioni consultate, e precisamente Affari Costituzionali, Esteri e Bilancio; rammenta poi che il decreto in titolo sviluppa precedenti interventi normativi aventi ad oggetto sia la collaborazione con l'Albania nel settore della difesa, sia la presenza di contingenti militari in Bosnia-Erzegovina.
Rende noto che l'esame del provvedimento in titolo avrà luogo congiuntamente alla petizione n. 205, promossa dalla Commissione Giovanni XXIII di Rimini e dalla Campagna di obiezione alle spese militari.
Poichè nessuno chiede di intervenire e non sono stati presentati emendamenti, previa astensione del senatore RUSSO SPENA, si conferisce mandato al senatore De Guidi ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento a riferire favorevolmente all'Assemblea richiedendo l'autorizzazione alla relazione orale, proponendosi altresì l'assorbimento della petizione n. 205.

La seduta termina alle ore 16,15.



EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1456

Art. 2.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge pari a lire 10 miliardi per ciascuno degli anni 1998-1999 e 2000 e a regime si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio di previsione per il triennio 1998-2000 nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero del tesoro all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
2.1
Il Relatore