AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

MERCOLEDI' 7 FEBBRAIO 2001
633ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

VILLONE


Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Franceschini.

La seduta inizia alle ore 8,40.

IN SEDE REFERENTE

(3236) Norme in materia di conflitti di interesse, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Caparini ed altri; Veltri ed altri; Berlusconi ed altri; Piscitello ed altri.
(236) PASSIGLI ed altri - Disciplina in materia di incompatibilità e di conflitto di interessi per i titolari di cariche di Governo.
(4465) CO' ed altri - Norme in materia di conflitti di interesse
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Prosegue l'esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri con la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 8 del disegno di legge n. 3236.

L'emendamento 8.100 viene dichiarato decaduto per assenza dei proponenti.

Prende quindi la parola il senatore PASTORE per dichiarare il proprio voto favorevole sul subemendamento 8.500/10 che, a suo avviso, non si pone in contrasto con il testo presentato dalla relatrice proponendo esclusivamente una migliore formulazione della disposizione. Crede infatti che sia l'articolo 7 approvato dalla Camera sia il primo comma dell'articolo 8 proposto dalla relatrice non escludano l'intervento dell'interessato nella individuazione del gestore. Il subemendamento a sua firma, dunque, esplicita quanto già presupposto nelle proposte in esame.

A questa valutazione la RELATRICE replica osservando che, a suo avviso, appare chiaro, nella formulazione del testo da lei proposto, che il gestore debba essere scelto dai presidenti delle autorità di garanzia, senza alcun intervento da parte dell'interessato.

Il presidente VILLONE e il sottosegretario FRANCESCHINI osservano che occorre chiarire la formulazione della disposizione, che non deve essere suscettibile di ambiguità interpretative.

La relatrice DENTAMARO preannuncia quindi una riformulazione del primo comma dell'emendamento 8.500 che chiarisca che il gestore va scelto con determinazione del presidente dell'Autorità garante d'intesa con il presidente della CONSOB e il presidente dell'autorità di regolazione di settore.

Il senatore PASTORE prende atto della valutazione della relatrice ed insiste, quindi, per la votazione del subemendamento.

Il senatore PELLICINI propone che, per conciliare le diverse esigenze, si preveda la possibilità per l'interessato di ricusare, per fondati motivi, il gestore scelto dall'Autorità garante, assicurando al contempo all'interessato la possibilità di esercitare forme di controllo sull'attività del gestore. Il senatore MAGNALBO' si associa a questa proposta, mentre il senatore D'ONOFRIO segnala la opportunità di evitare l'insorgere di situazioni di conflitto d'interessi tra il gestore e l'interessato. E' a suo avviso necessario fissare con nettezza questo principio per evitare conseguenze paradossali nella applicazione della disciplina in esame. Ritiene inoltre opportuno fissare le caratteristiche professionali del gestore.

Il senatore BESOSTRI ritiene difficile fissare preventivamente le caratteristiche dei soggetti fra i quali deve essere scelto il gestore, mentre il senatore PASTORE osserva che, nell'articolo 7 del testo trasmesso dall'altro ramo del Parlamento, si prevede che il gestore debba essere scelto fra gli appartenenti ad un apposito albo, proprio al fine di garantire la esistenza delle capacità professionali necessarie per la gestione di patrimoni che, spesso, non hanno un carattere meramente finanziario.

In proposito la RELATRICE osserva che l'albo previsto nel comma 4 dell'articolo 7 del testo approvato dalla Camera dei deputati è formato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Il senatore PASTORE, riprendendo le sue considerazioni, rilevato che le modalità di formazione dell'albo possono essere riviste, ritiene tuttavia improprio limitare la scelta del gestore fra i soli soggetti previsti dal comma 1 dell'articolo 8 del testo proposto dalla relatrice. Si tratta infatti di soggetti esperti in gestioni finanziarie, ma che non necessariamente possiedono le capacità professionali per gestire importanti complessi industriali.

Il presidente VILLONE osserva in proposito che il gestore potrà comunque individuare un soggetto cui affidare la concreta gestione delle imprese industriali, mentre il senatore PASTORE insiste nel segnalare la delicatezza del procedimento di scelta del gestore nel quale non può, a suo avviso, non essere coinvolto l'interessato.

Il senatore SCHIFANI ritiene che nel testo proposto dalla relatrice venga rotto il delicato contemperamento, realizzato nel testo approvato dalla Camera dei deputati, tra l'esigenza di risolvere situazioni di conflitti d'interesse e quella di tutelare il valore del patrimonio dell'interessato. Le proposte emendative presentate dalla sua parte politica non mirano ad affidare all'interessato la scelta del gestore, ma tendono a garantire la correttezza della scelta stessa. Il gestore deve essere infatti un soggetto indipendente da ogni interesse, capace di gestire in modo efficiente il patrimonio dell'interessato. Auspica quindi un ripensamento della maggioranza e la elaborazione di una soluzione ampiamente condivisa.

Il senatore D'ONOFRIO ritiene che nella scelta del gestore occorre tener conto anche dell'interesse delle imprese gestite, che è un bene pubblico la cui tutela deve essere contemperata con la esigenza di risolvere situazioni di conflitto d'interessi.

A quest'ultimo proposito il presidente VILLONE osserva che il principio della tutela del patrimonio dell'interessato trova una adeguata disciplina nel comma 5 dell'articolo 8 proposto dalla relatrice.

Prende quindi la parola il sottosegretario FRANCESCHINI secondo il quale obiettivo della disciplina in esame è quello di risolvere situazioni di conflitto d'interessi. Rimettere alla discrezionalità dell'interessato la scelta del gestore finirebbe per privare di senso il provvedimento, mentre può essere valutata la possibilità di prevedere che il gestore venga scelto dall'Autorità garante solo dopo aver sentito l'interessato.

Il senatore DUVA rileva nell'atteggiamento dell'opposizione una sostanziale sfiducia verso le autorità indipendenti. Nota inoltre una contraddizione tra le proposte avanzate dal senatore Pastore e quelle formulate dal senatore Schifani. Mentre infatti il subemendamento 8.500/10 appare coerente all'impianto proposto dalla relatrice, l'intervento del senatore Schifani sembra sostanzialmente riproporre il testo approvato dall'altro ramo del Parlamento, un testo da considerare non soddisfacente. Il coinvolgimento oltre un certo grado dell'interessato nella scelta del gestore finirebbe infatti per privare di senso la disciplina in esame. L'unica correzione che reputa possibile al testo della relatrice è quella, proposta dal senatore D'Onofrio, di precisare che non può essere scelto come gestore un soggetto in conflitto di interessi con il titolare della carica di Governo.

Il senatore SCHIFANI, replicando a queste considerazioni, osserva che non vi è nelle sue proposte emendative un atteggiamento di preconcetta sfiducia verso le autorità indipendenti, ma la considerazione che i componenti di queste autorità sono nominati secondo criteri politici.

Il presidente VILLONE, rilevato che la relatrice potrà riformulare il primo comma dell'emendamento 8.500 secondo le indicazioni emerse nel corso del dibattito, pone in votazione il subemendamento 8.500/10, che viene respinto dalla Commissione.

Il senatore MAGNALBO' dichiara quindi il proprio voto favorevole sul subemendamento 8.500/7 che potrebbe anche, a suo avviso, essere riformulato prevedendo che sia l'interessato a predisporre una lista di soggetti all'interno della quale i presidenti delle autorità di garanzia possano scegliere il gestore.

Anche il senatore SCHIFANI dichiara il proprio voto favorevole sul subemendamento che mira a ripristinare sostanzialmente il testo approvato dall'altro ramo del Parlamento. Prende quindi atto che la maggioranza ha modificato il suo atteggiamento rispetto a questo testo, che ha invece contribuito ad approvare nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, e ribadisce la necessità di evitare scelte sostanzialmente politiche nella individuazione dei gestori che trascurino o pongano in questione l'interesse dei patrimoni dei titolari di cariche di Governo. Insiste quindi per la votazione del subemendamento 8.500/7 che, posto ai voti, non è approvato dalla Commissione.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

ANTICIPAZIONE DELL'ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA POMERIDIANA.

Il presidente VILLONE, considerata la convocazione per oggi del Parlamento in seduta comune, propone l'anticipazione alle ore 13,45 della seduta pomeridiana, già convocata alle ore 15.

La Commissione conviene.

La seduta termina alle ore 9,30.