DIFESA (4a)
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 1997

83a Seduta
Presidenza del Presidente
GUALTIERI

Interviene il Ministro della Difesa Andreatta.

La seduta inizia alle ore 15,10.

SULLA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C04a, 0055°)

Il PRESIDENTE rivolge parole di saluto alla senatrice Fumagalli Carulli che è entrata a far parte della Commissione Difesa in rappresentanza del Gruppo Rinnovamento Italiano e Indipendenti.

La senatrice FUMAGALLI CARULLI ringrazia il Presidente e rivolge parole di saluto ai componenti della Commissione ed al Ministro.

IN SEDE CONSULTIVA
(2739 e 2739-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1998 e bilancio pluriennale per il triennio 1998-2000 e relativa Nota di variazioni
-(Tabb. 12 e 12-bis) Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 1998
(2792) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 1998)
(Rapporto alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio)

Il relatore PETRUCCI afferma che la manovra di finanza 1998-2000 si sviluppa secondo le linee indicate dal Documento di programmazione economico-finanziaria presentata lo scorso maggio dal Governo ed approvato dal Parlamento. Come è noto l'effetto complessivo degli interventi sarà all'incirca di 25 mila miliardi suddivisi in 10 mila miliardi in aumenti di entrata e 15 mila miliardi in riduzioni di spesa. Con questa correzione il rapporto tra il deficit e il PIL scenderà al 2,7 per cento attestandosi ampiamente sotto il limite del 3 per cento previsto dal trattato di Maastricht. La manovra, dopo gli interventi dello scorso anno, è certamente di entità contenuta e punta tra l'altro ad incrementare il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione, riducendo gli sprechi e conseguentemente elevandone il livello di efficienza senza incidere negativamente sulle prestazioni rivolte ai cittadini.
Il relatore si sofferma poi sulle novità introdotte dalla legge di riforma del bilancio dello stato. La legge n. 94 del 1997 infatti consente una maggiore intelligibilità del bilancio con il passaggio dagli attuali capitoli (circa 6.000) alle unità previsionali di base (circa 1.000) di cui 150 di entrate espressive di valori omogenei per destinazione funzionale, per attività istituzionale e per natura economica. Ad ogni unità previsionale di base corrisponde un unico centro di responsabilità amministrativa. Il bilancio sottoposto all'esame del Parlamento identifica e determina quindi le funzioni e gli obiettivi generali che lo Stato vuole conseguire, mentre, dal punto di vista amministrativo e gestionale, circoscrive i poteri entro i quali i quadri amministrativi vengono responsabilizzati. Sottolinea infine che il modello di bilancio richiede una decisione di spesa in funzione dell'evoluzione dei bisogni abbandonando il principio della spesa storica incrementale, al quale per anni si è fatto riferimento per l'attribuzione delle risorse. La nuova struttura del documento fa quindi emergere la distinzione tra il bilancio politico per la decisione parlamentare e il bilancio amministrativo per la gestione.
Il relatore passa poi ad illustrare il bilancio di previsione per il 1998 del Ministero della Difesa, predisposto secondo la nuova struttura che considera 23 centri di responsabilità amministrativa e 90 unità previsionali di base. Le unità previsionali di base mantengono al loro interno ai soli fini della gestione, la suddivisione per capitoli. Inoltre esse vengono suddivise tra spesa corrente, spesa in conto capitale e funzioni obiettivo.
La manovra riferita in particolare alla Difesa si inquadra nell'evoluzione del quadro politico-strategico internazionale che vede l'allargamento della NATO, lo sviluppo delle iniziative di cooperazione con i paesi dell'Europa orientale e occidentale, nonchè dell'identità europea di sicurezza comune e la maggiore assunzione di responsabilità da parte dell'ONU per iniziative umanitarie e a sostegno della pace. Altra missione che specificamente interessa l'Italia è l'esigenza, dimostrata dalla questione albanese, di sostenere nell'ambito delle istituzioni europee ed atlantiche una strategia equilibrata tra l'area centro-europea e quella mediterranea. Questa specificità, dovuta alla collocazione geografica, vede impegnata l'Italia già da questa finanziaria in una diversa distribuzione di unità operative nelle aree meridionali del paese. Da tali considerazioni emerge l'esigenza che all'adeguamento dello strumento militare sia assegnata la massima priorità nella direzione di uno strumento quantitativamente ristretto ma di maggior livello qualitativo, marcatamente interforze e integrabile nel contesto dei dispositivi multinazionali alleati. Gli obiettivi del Ministero -prosegue il relatore - sono dunque di razionalizzare, ristrutturare e riorganizzare nella direzione indicata dall'ultimo aggiornamento del modello di Difesa e di dare certezza per i prossimi anni alla programmazione finanziaria della Difesa.
Lo stato di previsione del Ministero è stato quindi impostato su questi obiettivi di carattere strategico tenendo conto prioritariamente delle spese che rivestono carattere di obbligatorietà e di quelle cosiddette vincolate a programmi. Nell'ambito degli obiettivi generali di contenimento della spesa pubblica lo stato di previsione è stato predisposto sia in base agli indirizzi contenuti nel documento di programmazione economico-finanziaria, sia su quelli impartiti dal Ministero della Difesa riguardo alla razionalizzazione delle spese e alla capitalizzazione dello strumento militare, nonchè sulle previsioni di bilancio per l'anno 1998 contenute nella circolare n. 24 del 1997 del Tesoro. È stato infine tenuto conto dei vincoli imposti nel triennio 1996/1998 dalla legge n. 85 del 1995 alla crescita dei vari capitoli e degli orientamenti relativi all'esigenza di dotare la difesa di un bilancio programmatico e di destinare nell'ambito dello stesso bilancio maggiori risorse all'adeguamento tecnologico dello strumento militare.
Le previsioni di spesa inizialmente facevano assommare le esigenze a circa 31.600 miliardi, successivamente è stato chiesto al Ministero di contenere le spese nel tetto dei 31.500 miliardi. A seguito di nota di variazione il bilancio all'esame della Commissione è stato ulteriormente ridotto di circa 400 miliardi in termini di competenza e circa 900 miliardi in termini di cassa. Sono state quindi apportate riduzioni di disponibilità che riguardano la funzione Difesa e le pensioni provvisorie mentre nessuna variazione interessa le spese per la funzione sicurezza e le funzioni esterne. In conseguenza delle suddette riduzioni lo stato di previsione per la Difesa prevede una competenza di circa 31.000 miliardi. In sostanza per l'anno 1998 si configura una invarianza di bilancio in termini monetari rispetto al previsionale approvato per il 1997 a fronte di un tasso di inflazione programmato del 1,8 per cento e un tasso di crescita del PIL del 2 per cento. Il dato dell'invarianza di bilancio è certamente positivo rispetto alla situazione che si era verificata in occasione della scorsa legge finanziaria.
A seguito delle rilevazioni introdotte le variazioni di spesa prevedono la seguente ripartizione degli stanziamenti: funzione Difesa circa 21 mila miliardi e 800 milioni; funzione Sicurezza pubblica 7 mila miliardi; Funzioni esterne 400 e Pensioni provvisorie circa 1800 miliardi. Gli incrementi verificatisi nei settori delle Pensioni provvisorie e Funzioni esterne hanno assorbito le minori spese relative alla funzione di sicurezza pubblica ma anche parte dei risparmi ottenuti dalla razionalizzazione delle spese relative alla Funzione difesa vanificando in parte lo sforzo di destinare risorse alle esigenze dell'adeguamento tecnologico. Il relatore si sofferma poi sulle spese relative ai singoli comparti dinanzi indicati. Per quanto riguarda la funzione difesa emerge l'esigenza di superare l'adozione di misure contingenti che impediscono l'attuazione di una riforma complessiva del comparto. Per quanto attiene al personale nel 1998 proseguirà il programma di graduale riduzione della forza bilanciata, riduzione che per quanto riguarda il personale militare interessa tutti i ruoli con esclusione di quello del personale di truppa in servizio permanente ed in ferma breve, la riduzione prevista per il 1998 è di circa 12.500 unità di cui 10.346 di personale militare e circa 2.200 di personale civile. Per quanto riguarda il personale di leva si sta procedendo verso la riduzione della durata della ferma e nel contempo si sta riducendo il periodo formativo nei battaglioni di addestramento reclute per passare alla formazione nei reparti di impiego. Si sofferma poi sul fenomeno dell'obiezione di coscienza ricordando che nel solo 1996 sono state presentate circa 47.000 domande ma che nonostante l'imponenza del fenomeno, la legge di riforma non è stata ancora approvata, precludendo nei fatti l'avvio del servizio civile nazionale.
Per quanto riguarda le spese per l'esercizio il contenuto incremento è ritenuto necessario per compensare gli effetti prodotti negli ultimi anni dalle limitazioni di crescita e dalle riduzioni imposte dai provvedimenti per il risanamento della finanza pubblica.
Il relatore passa quindi a indicare quali sono i programmi di investimento attualmente in corso di sviluppo. Si tratta di proseguire nel programma di adeguamento tecnologico assicurando il finanziamento dei principali programmi già avviati nei precedenti esercizi e per i quali sono stati assunti impegni formali, nonchè sostenere altri programmi ritenuti indispensabili per l'ammodernamento del sistema difensivo. Si è riusciti a passare dai 3.800 miliardi degli anni 1994 e 1995 agli attuali 5.500 miliardi.
Il relatore si sofferma poi brevemente sulla Funzione sicurezza pubblica, che riguarda l'Arma dei Carabinieri, sulle Funzioni esterne e sull'ultimo comparto relativo alle Pensioni provvisorie per le quali le spese sono state ridotte di circa 150 miliardi in conseguenza dell'esodo anticipato senza il transito in ausiliaria quantificabile in 2000 unità di cui 400 dei Carabinieri per il 1998.
In conclusione il relatore rileva che nel bilancio 1998 non è più presente una norma di natura amministrativa (cosiddetta clausola di salvaguardia) che autorizzava nel corso dell'esercizio finanziario lo spostamento compensativo di risorse nell'ambito dei capitoli della IV categoria (acquisto beni e servizi). Esiste peraltro tuttora l'esigenza di poter effettuare tali spostamenti non soltanto per fronteggiare necessità non programmate - quali missioni nazionali o internazionali - ma anche per dare attuazione alla ristrutturazione dell'area centrale del Ministero che porterà ad una radicale riduzione delle direzioni generali e quindi conseguentemente dei centri di responsabilità amministrativa.
In conclusione il relatore propone di esprimere un rapporto favorevole sulla tabella 12 e le connesse parti della legge finanziaria.

Si apre il dibattito.

Il senatore MANCA esprime preliminarmente una valutazione positiva riguardo la nuova struttura dello stato di previsione che risulta più leggibile rispetto al passato. Tale valutazione è peraltro subito temperata dai contenuti e dai dati concreti che fanno sorgere non solo serie perplessità, ma anche valutazioni e considerazioni negative.
In primo luogo osserva che le previsioni assestate per il 1997 ammontavano a circa 31.600 miliardi, mentre la previsione per il 1998 è di circa 31.500 miliardi. Si è ben al di sotto dei dati contabili relativi al 1997. La nota di variazione contribuisce poi ad offuscare il quadro previsionale del 1998, giacchè sono state apportate significative variazioni in diminuzione: si tratta di un taglio di ben 434 miliardi in termini di competenza, che porta la previsione per il 1998 a circa 31.000 miliardi. Al proposito appare importante considerare che le precedenti previsioni di spesa determinate dagli organi della Difesa e che ammontavano a circa 31.600 miliardi si ritenevano appena capaci di soddisfare le esigenze di funzionamento di ammodernamento e rinnovamento. C'è da chiedersi quindi se, tagliati oltre 600 miliardi, si possano effettivamente perseguire gli ambiziosi obiettivi indicati dalla Difesa. Si continua ad operare con grande sfoggio di parole ed aggettivazioni che però suonano prive di ogni fondamento e quindi di contenuti e di significati concreti. Certo l'unicità del vertice tecnico-militare può in qualche misura giovare, ma quest'ultimo non può fare nulla se non dispone dei mezzi necessari per soddisfare tutte le missioni che le Forze Armate sono chiamate ad assolvere. Sembrano quindi piuttosto retoriche le affermazioni contenute circa la razionalizzazione: essa di per sè non è sufficiente per la realizzazione degli obiettivi anche a prescindere dall'adeguatezza delle risorse finanziarie. Sorge il dubbio per cui una simile impostazione potrebbe in definitiva apparire come una sorta di scarico di responsabilità verso il vertice militare. Anche sui criteri seguiti per impostare lo stato di previsione il senatore Manca ha delle perplessità, quando si argomenta che è stato abbandonato il criterio della cosiddetta spesa storica: deve però rilevare che ciò è avvenuto sul piano nominalistico ma non su quello sostanziale. Vuota di contenuto è poi l'affermazione sulla razionalizzazione della spesa.
Il senatore Manca si sofferma sul tema della ristrutturazione dello strumento militare e chiede che il Ministro fornisca al riguardo dati più concreti. Si sofferma quindi sulle spese di ammodernamento e rinnovamento chiedendo informazioni al Ministro della Difesa sulla modalità di gestione del finanziamento del programma EFA. Ricorda che lo scorso anno in occasione della discussione in Commissione Difesa della Tabella 12 il Ministro rispose ad una sua specifica domanda, garantendo che prima del memorandum d'intesa avrebbe preventivamente ascoltato le Commissioni parlamentari interessate e affermò inoltre che dopo la firma del memorandum avrebbe chiesto risorse aggiuntive per la realizzazione del programma. Chiede quindi ulteriori informazioni in merito, alla luce delle più recenti prese di posizione del Governo tedesco.
Il senatore Manca passa in rassegna il problema dei residui passivi. Al primo gennaio 1998 il loro ammontare è valutato in circa 13.900 miliardi di cui 13.400 di parte corrente e 537 in conto capitale. Giova ricordare che la spesa della Difesa è nella maggior parte corrente. Rispetto al volume dei residui passivi al primo gennaio 1997 si evidenzia un incremento di ben 3.400 miliardi. Si tratta di un fenomeno che non può essere passato sotto silenzio ed è la conseguenza di una mancata o incompleta utilizzazione degli stanziamenti di competenza. Al riguardo osserva che se lo Stato assume delle obbligazioni e non le soddisfa, è segno di ritardi nei pagamenti e nelle procedure amministrative. In effetti i tempi tecnici sono spesso inceppati da lungaggini o dalla legislazione obsoleta, da controlli gravosi e lunghi e soprattutto dalla incapacità dell'amministrazione di adeguare le proprie attività e le proprie strutture alle esigenze che ad essa vengono poste. Le cause del fenomeno sono varie ma viene spontaneo chiedersi cosa si sia fatto per conferire maggiore funzionalità agli uffici.
È noto che l'amministrazione della Difesa è chiamata spesso a fornire beni e servizi ad altre amministrazioni o a terzi. Ciò da luogo a riassegnazioni di somme anche consistenti da parte dei beneficiari. È noto inoltre che sovente il Tesoro provvede ad operare dette riassegnazioni alle soglie dello spirare dell'esercizio finanziario. Ciò può determinare non solo un incremento dei residui ma addirittura la perdita della disponibilità di tale somme per l'amministrazione della Difesa che invece deve essere ristorata delle spese sostenute. Per evitare tali inconvenienti occorre invece stabilire una soglia temporale, superata la quale le riassegnazioni possono essere utilizzate nell'esercizio successivo.
Il senatore Manca si sofferma poi sui contenuti della nota aggiuntiva al bilancio della Difesa. Lo ha colpito in particolare la riduzione delle spese per l'Aeronautica per la ricerca e lo sviluppo. Per una forza armata che richiede mezzi sofisticati questo è purtroppo indicativo solo di un processo involutivo che non lascia ben sperare. La stessa considerazione si può fare per l'Esercito, mentre per la Marina non vi sono indicatori negativi almeno nel settore esercizio e investimenti. Avviandosi alla conclusione ritiene di poter affermare che lo stato di previsione 1998 offre risorse del tutto inadeguate specie dopo l'intervenuta nota di variazione. Non lo convincono inoltre le modalità dei tagli che la Difesa ha operato. Esprime infine una valutazione negativa sul bilancio e afferma che se la Difesa non cambia il modo di operare e se non si forniscono le necessarie risorse, continuerà ad essere oggetto di critiche nonostante gli sforzi degli uomini che con la loro abnegazione, con il loro spirito di sacrificio, con il loro impegno costituiscono la vera ricchezza di un'istituzione per la quale il paese dovrebbe avere grande rispetto ed alla quale occorrerebbe prestare maggiore interesse e attenzione.

Il senatore DOLAZZA preannuncia la presentazione di un emendamento volto ad una riduzione di spesa (CS) di 1.898,7 miliardi di lire, al bilancio della Difesa.
Egli propone di assumere le necessarie iniziative per inserire l'ammontare derivante della riduzione di spesa proposta in prevalenza in favore dei terremotati dell'Umbria e delle Marche, ed in minore percentuale con la finalità di costituire un fondo per la riconversione dell'industria aeronautica, spaziale e degli armamenti. Osserva che, a giudicare dalla previsione di bilancio di cui alla Tabella 12 e relativo aggiornamento, quella culturale sembra essere la vocazione predominante delle Forze Armate italiane. Il pretesto della tutela del segreto militare non ha consentito di acclarare, nel ristretto lasso di tempo a disposizione, i temi ed i risultati delle spese passive per la ricerca, da decenni riproposta nel bilancio della Difesa, che di certo non corrisponde a quanto normalmente è conosciuto come ricerca applicata, a propria volta iscritta con diversa terminologia in numerosissimi altri capitoli di spesa e, nei rapporti con l'industria, inclusa nei contratti di ogni programma. Di fatto fra libri, biblioteche, giornali, studi e ricerche il Ministero della Difesa intende spendere oltre 411,7 miliardi di lire, sulla cui effettiva destinazione è lecito e doveroso formulare riserve. In realtà, com'è stato dimostrato, fra le voci definite negli ambienti ministeriali d'infima importanza, sapientemente distribuite a pioggia, rientrano anche quelle della cosiddetta «informatica di servizio». Complessivamente lire 5.094.152.000, disseminate nei 22 Centri Responsabilità Amministrativa considerati. Per «informatica di servizio» deve intendersi l'acquisto e l'attività di fotocopiatrici, computers non in rete, software e relativa assistenza. Dinanzi a quest'apparente spreco, viene da chiedersi la fondatezza delle ricorrenti declamazioni sugli organi d'informazione circa la pretesa efficienza ed omogeneità del sistema informatico della Difesa. Forse sono invece fondate le voci secondo le quali ogni Direzione Generale ed ogni reparto di Stato Maggiore dispone di almeno un proprio complesso di computers che «non parla» con quello di altra Direzione Generale o\e reparto e che, probabilmente, come esclusiva utilità ha quella di assicurare affari d'oro a fornitori e manutentori.
Altra spesa, definita trascurabile dagli addetti ai lavori e puntualmente riproposta anche nella previsione di bilancio del Ministero della Difesa per il 1998, che suscita perplessità ed è meritevole di un indilazionabile, approfondito chiarimento, riguarda i 53.334.000.000 di lire iscritti ai capitoli 2003\2003 e 7231\8559 per «assistenza al volo civile». Invano da anni è stata invocata sia un'analisi indipendente circa la congruità di tale ammontare in rapporto alle prestazioni effettivamente rese dalla Difesa nel campo dell'assistenza al volo ad aeromobili non militari, sia uno studio sull'opportunità, se non altro per finalità sinergiche, di affidare quest'attività completamente all'Ente Nazionale Assistenza al Volo (ENAV) che -gestisce questo servizio nella prevalente parte dello spazio aereo italiano. Il sistematico non prendere in considerazione queste richieste autorizza a pensare l'esistenza di inimmaginabili interessi dietro i menzionati capitoli di spesa.
Il senatore prosegue proponendo più incisivi tagli (per complessivi 1.848,5 miliardi di lire) ai capitoli di spesa cosiddetti per l'ammodernamento dei mezzi e dei sistemi per i quali sono stati richiesti 4.962,6 miliardi di lire. I tagli sono motivati dal fatto che parte predominante degli stanziamenti richiesti sono destinati ad aziende della FINMECCANICA SpA, il cui futuro è incerto sia a causa dell'esito delle cosiddette privatizzazioni definite come in atto, sia per la disastrosa condizione finanziaria della stessa SpA che, a parte i pessimi risultati sortiti nel recente passato per quanto riguarda i contratti col Ministero della Difesa per qualità tecnica e per rapporto costo-rendimento, risulta del tutto inaffidabile e pertanto non idonea al ruolo di massimo fornitore della Difesa.
C'è inoltre da considerare che per quanto riguarda l'occupazione operaia, nonostante i rilevanti finanziamenti da parte del Ministero della Difesa e di altre pubbliche amministrazioni, i consuntivi dell'occupazione si sono rivelati del tutto deludenti. Inoltre i 58 programmi principali, elencati nel cosiddetto settore investimento, denotano che quella dei responsabili della pianificazione del settore al Ministero della Difesa, è una mentalità tuttora ancorata allo spirito ed alla prodigalità tipiche degli anni della «guerra fredda», ed ispirata a criteri di grandiosità immotivati ed incompatibili con le risorse italiane, che non trovano più riscontro neppure nelle massime potenze mondiali.
In sostanza le Forze Armate italiane non possono permettersi di finanziare almeno dieci programmi missilistici in sviluppo ed in preindustrializzazione, nè di mantenere oltre 25 diversi tipi d'aeroplani ed una dozzina di elicotteri, nonchè una miscellanea di artiglierie, blindati e corazzati, il tutto per venire incontro agli interessi di taluni managers dell'industria pubblica ed in contrasto con le esigenze d'intervento e di capacità operativa. È appena il caso di accennare come questo modo di pensare sia anche alla base delle costose e frequenti missioni all'estero nel tentativo (quasi sempre fallito) di esportare prodotti dell'industria italiana degli armamenti, nonchè dell'abitudine di trasformare gli uffici di molti addetti militari italiani all'estero in onerose ed equivoche centrali di promozione degli stessi prodotti.
Il senatore Dolazza prosegue rilevando che la nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa 1998 riporta previsioni di spesa per 164,1 miliardi di lire nel settore investimento per sviluppo e acquisizione di informatica, spese che sono riproposte (ed approvate) di anno in anno, i cui risultati non sono constatabili. Non si possono ignorare le persistenti voci, ufficiosamente confermate, secondo le quali i programmi finanziati sarebbero impantanati per difficoltà tecniche ed i vari sistemi sarebbero caratterizzati da reciproca incompatibilità.
Inoltre dei 1.169 miliardi di lire, che nella nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa 1998 sono richiesti per il velivolo caccia-intercettore EF 2000, egli propone il taglio di mille miliardi con la finalità di far slittare di almeno un anno (come fatto negli ultimi dodici mesi dalla Germania) l'adesione italiana alla industrializzazione di questo programma.
Inoltre vanno chiariti gli effettivi costi del programma EF 2000 (e programmi di optionals connessi) e verificare l'ammontare e la funzione degli stanziamenti attribuiti al Ministero dell'Industria in relazione allo stesso programma. Infine va definita l'effettiva esigenza (in rapporto ai costi ed ai requisiti operativi) di questo velivolo, concepito nel 1979 in diversa condizione geopolitica e, per gli altri tre paesi partecipanti al programma, rispondente a interessi industriali non esistenti in Italia.

Il senatore PALOMBO richiama alcune perplessità sorte a livello NATO, circa la possibilità delle Forze armate italiane di realizzare gli obiettivi ad esse attribuite, e lamenta, con profonda amarezza, gli eccessivi tagli, sia sotto il profilo della competenza che della cassa, dei quali il Ministro è responsabile. Si sofferma poi con estrema insoddisfazione sui sacrifici imposti al comparto-Difesa, che in misura insopportabile soffre di uno scarso livello di crescita nell'indispensabile ammodernamento tecnologico.
Osserva poi con estremo disagio come l'obiettivo della riduzione della spesa pubblica incida in maniera drammatica anche sulla possibilità di garantire un livello adeguato di soldati debitamente addestrati. Reputa sbagliata la scelta del Governo di perseguire in modo esclusivamente contabile obiettivi che invece dovrebbero tener conto anche dell'esigenza di efficienza e del rispetto di valori fondamentali.
Teme che il perseguimento di risultati demagogici, come in più di una occasione ha fatto questo Governo, determini guasti irreparabili e lamenta lo spostamento del baricentro politico del Governo, vieppiù spostatosi sulle posizioni di Rifondazione Comunista.

Il senatore MANFREDI, associatosi all'impostazione di fondo dell'intervento del senatore Manca, si sofferma preliminarmente sugli obiettivi programmatici a carattere generale, quali indicati dal Governo per la Funzione-Difesa, ed evidenzia la debolezza concettuale della asserita volontà di ridurre la forza bilanciata del personale, senza però che siano stati indicati con esattezza i livelli indicati dal Modello di Difesa.
Ravvisa momenti di illogicità all'interno delle unità previsionali di spesa, che difettano anche per un eccessivo livello di rigidità contabile. Senza soffermarsi sugli stanziamenti - che reputa francamente eccessivi - in favore della C.R.I., manifesta qualche perplessità sullo stanziamento per l'obiezione di coscienza, come pure sui finanziamenti per esigenze non direttamente collegate con l'assolvimento dei compiti di istituto. Auspica, per il prossimo futuro, riprendendo quanto rilevato dalla Corte dei Conti, una migliore allocazione delle risorse stanziate dal Parlamento in occasione del varo dei documenti contabili per il prossimo anno.

Il senatore UCCHIELLI dichiara di comprendere, pur non condividendole, le principali osservazioni critiche formulate dai colleghi dell'opposizione, che non sembrano tener conto del contesto globale nel quale in modo molto brillante opera a livello internazionale il Governo, pensoso degli equilibri economici a livello europeo.
Reputa poi sbagliato sottovalutare il ruolo diplomatico-militare che l'Italia ha esercitato in Albania ed in Bosnia nell'ultimo anno, anche con il supporto dell'opposizione: pertanto, invita la minoranza a non ostacolare il cammino di definizione, che procede per approssimazioni progressive, del Nuovo Modello di difesa. Si sofferma altresì sulla disposizione che prevede l'espletamento del servizio militare entro un raggio di 100 chilometri dal proprio domicilio: ebbene, invita a non enfatizzare le indubbie difficoltà organizzative nelle quali si dibatte il Ministero e ad evidenziare invece il meritorio impegno del Ministero per dare piena attuazione a quella disposizione. Ricordato il progetto presentato in Senato dal Governo in tema di Servizio civile, conclude evidenziando l'impegno meritorio della Difesa per favorire l'opera delle dismissioni di beni di proprietà delle strutture militari. Nega fondamento alla tesi dell'opposizione che ha lamentato una cattiva capacità di spesa, giacchè nell'ultimo anno vi è stato una significativa inversione di tendenza. Preannuncia un voto favorevole nei confronti della Tab. 12 (e della Tab. 12-bis).

Il senatore LORETO evidenzia in primo luogo il contesto generale delle opzioni di politica economica del Governo, all'interno delle quali le scelte per il Comparto-Difesa appaiono in piena sintonia: dà atto, comunque, che la nuova struttura del bilancio può dare l'impressione di essere connotata dall'introduzione di elementi di rigidità, quali -vigente la struttura in 3 fondamentali capitoli di bilancio non era affatto presente. Si sofferma con soddisfazione sull'invarianza della spesa globale destinata alla Funzione-Difesa e ciò appare tanto più meritorio, se si tiene conto che quest'anno, ancor più di un recente passato, le Forze armate sono state in grado di adempiere in modo brillante a nuovi ed accresciuti compiti sul piano internazionale.
Le risorse del Ministero, ad una attenta lettura dei documenti in esame, sono vieppiù trasferite verso gli investimenti e apprezza la meritoria opera di riqualificazione di spesa.

Il PRESIDENTE evidenzia con soddisfazione il cammino politico sin qui percorso nell'ultimo anno dalla Commissione Difesa e sottolinea, al contempo, essere proficua siffatta impostazione parlamentare che, proprio nei temi di Difesa e di politica estera, deve trascendere la dialettica maggioranza/minoranza e concentrarsi sulla bontà delle maggiori scelte strategiche utili per il Paese.

Dichiarata chiusa la discussione generale, chiede di intervenire il Ministro ANDREATTA, il quale senza entrare nel merito delle singole obiezioni prospettate, evidenzia la linea di tendenza, ribadita nei documenti in titolo, che privilegia negli ultimi anni le spese per l'ammodernamento. Rileva l'opportunità di ulteriormente incrementare tale opzione di fondo - avvalendosi in parte anche dei ricavi dalle dismissioni di beni immobili - ed esprime grande fiducia per i benefici effetti che scaturiranno dall'entrata in vigore della nuova normativa per l'area centrale del Ministero.
Ricorda i delicatissimi momenti che hanno connotato la missione in Albania - meritorio successo italiano in una delicata operazione di peace-keeping - e fa presente che in quell'occasione (come pure in Bosnia) egli ha sempre privilegiato la scelta di inviare truppe composte non da soldati di leva bensì da volontari. Si sofferma quindi sulla politica di fondo dello Stato italiano, che ha favorito la presenza dell'amministrazione militare sia nei Balcani che nel continente africano, innovando rispetto ad un recente passato.
Con riferimento, poi, alla nuova legislazione di contabilità di Stato egli nota che il sistema imperniato sulle unità preventive di spesa mostra, nel contesto specifico della Difesa, degli elementi di eccessiva rigidità (rispetto al precedente sistema costruito intorno alla figura dei capitoli di bilancio).
Concorda quindi con l'idea del relatore, favorevole ad auspicare l'introduzione di spostamenti di risorse dalle attività programmate a quelle di volta in volta emergenti.
In relazione, infine, alla materia contrattuale egli preannuncia la richiesta di una dettagliata delega per riscrivere l'intera disciplina, in modo da fornire alle strutture amministrative una capacità ed una agilità sinora sconosciute, con indubbi benefici per il Dicastero e per le parti private che parteciperanno alle gare indette per le forniture. Con riferimento al finanziamento del progetto dell'EFA 2000 garantisce che si attingerà a dotazioni interne del bilancio e agli introiti delle dismissioni e ribadisce che, nei tempi e nei modi debiti, il Parlamento sarà informato perchè faccia sapere la sua opinione.

Replica il relatore PETRUCCI esprimendo un giudizio affermativo verso la globalità della manovra economica quale configurata dal Governo per la Difesa, e ciò appare tanto più degno di apprezzamento, se si tiene conto dei tagli che affliggono altri settori della vita pubblica.
Accoglie in pieno l'impostazione fatta dal Presidente al metodo di lavoro fra le forze politiche, che deve trascendere la collocazione ideologica del Gruppo d'appartenenza per privilegiare invece la ricerca di soluzioni il più precise ed opportune.

Il seguito dell'esame congiunto è pertanto rinviato.

La seduta termina alle ore 18.