TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MARTEDÌ 28 GENNAIO 1997


63a Seduta (pomeridiana)


Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Intervengono il ministro dei lavori pubblici, con delega per le aree urbane, Costa ed il sottosegretario di Stato per lo stesso dicastero Bargone.

La seduta inizia alle ore 15.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
(R033 004, C13a, 0004°)

Il presidente GIOVANELLI fa presente che è stata presentata, ai sensi dell'articolo 33, quarto comma, del Regolamento, la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo per lo svolgimento delle comunicazioni all'ordine del giorno. Avverte che, in previsione di tale richiesta, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso. La Commissione aderisce alla richiesta anzidetta e conseguentemente viene adottata detta forma di pubblicità.

PROCEDURE INFORMATIVE
Comunicazioni del Ministro dei lavori pubblici, con delega per le aree urbane, sulle linee generali di politica del suo Dicastero e del Dipartimento a lui delegato
(B046 003, C13a, 0004°)

Il presidente GIOVANELLI rivolge parole di benvenuto e formula i migliori auguri, suoi e della Commissione di buon lavoro al nuovo Ministro dei lavori pubblici. Fa quindi presente che la Commissione ha appena avviato un'indagine conoscitiva sulle condizioni geostatiche del sottosuolo napoletano, venendo in contatto immediatamente con la drammaticità della situazione idrogeologica dell'area napoletana, situazione che peraltro è rinvenibile in molte parti del territorio nazionale. Tale esperienza ha contribuito a far maturare nella Commissione l'intendimento di avviare una profonda riflessione, ora che può considerarsi in via di superamento l'emergenza decreti-legge, sulla riforma della legge n. 183 del 1989. A tale tema è senz'altro connesso quello della razionalizzazione delle competenze in materia di difesa del suolo e più in generale di governo del territorio, attualmente disperse tra centro e periferia, strutture pubbliche e parapubbliche, Ministeri diversi nell'ambito del Governo, con il risultato di una grande dispersione delle responsabilità. Riprendendo i termini di un confronto già avviato in passato in più occasioni, attraverso lo strumento dell'ordine del giorno, la Commissione auspica che anche all'interno del Governo maturino proposte sull'argomento, in modo da avviare un proficuo e serio dibattito.

Il ministro COSTA, esprimendo gratitudine per le sollecitazioni implicite nell'intervento del Presidente, svolge le proprie comunicazioni con riferimento ad alcuni obiettivi prioritari che devono essere, a suo avviso, le linee portanti di una nuova politica del proprio dicastero. Innanzitutto, il Paese ha bisogno di raggiungere un livello di infrastrutture adeguato per affrontare la competitività europea: a tal fine, informa la Commissione di aver raggiunto un risultato di notevole interesse nel pervenire con il CIPE alla formulazione di un nuovo concetto di grande opera, per cui ai fini del relativo finanziamento potrà essere considerata grande opera anche un insieme di interventi volti ad esempio alla regolazione delle acque o al miglioramento della rete idrica (che, tra l'altro, è l'unica grande infrastruttura mancante in Italia). Un'altra esigenza molto sentita è il superamento dell'attuale riparto di competenze tra centro e periferia, ovvero tra Stato ed altri organi, esigenza testimoniata da ultimo dal fallimento del trasferimento di competenze alle autorità di bacino. Al momento solo un numero esiguo di Regioni ha attuato la legge sulla difesa del suolo, tanto è vero che egli ha ritenuto di esercitare, in un'ottica assolutamente collaborativa, poteri sostitutivi per la redazione dei piani di bacino in alcune Regioni finora inadempienti. La trasformazione del sistema attualmente vigente in senso federalista, che sembra ormai matura, dovrà comunque necessariamente passare sul piano amministrativo, oltre che legislativo, altrimenti qualunque intento di riforma sarà destinata a scontare esiti molto deludenti. Quanto al tema del riordino delle competenze, sulla cui urgenza è ormai superfluo soffermarsi, esprime l'avviso che esso debba articolarsi secondo due linee direttrici, con riferimento cioè all'attuale ripartizione da una parte tra Stato e Regioni e dall'altra all'interno dello Stato. I tempi sono maturi anche per il superamento dell'ottica che ha tradizionalmente attribuito ai Ministeri competenze per attività e si tratta dunque sostanzialmente di individuare nuovi criteri di classificazione delle competenze stesse. Un possibile criterio potrebbe assegnare le competenze per funzioni anzichè per oggetti, ovvero, secondo una concezione più aderente al momento attuale, per interessi da tutelare: da questo punto di vista occorre chiedersi se ad esempio l'interesse ambientale o l'interesse alla difesa del suolo possano ritenersi meritevoli di maggior tutela e quindi debbano essere affidati ad organismi con poteri di regolamentazione e controllo, oppure se debbano rimanere affidati a dicasteri tradizionali con competenze operative più estese ed organiche. Altro obiettivo da perseguire con decisione è il superamento di alcune emergenze, innanzitutto quella morale, colpendo con severità ogni caso di corruzione, rendendo più incisivi i controlli già previsti dalla normativa in essere, elevando il livello di efficienza amministrativa; l'emergenza normativa richiede invece di concludere definitivamente la vicenda della riforma della legge sugli appalti, in ordine alla quale il Paese ha assolutamente bisogno di certezze; a tal fine il proprio dicastero ha già diramato alle altre Amminsitrazioni competenti un disegno di legge per il quale auspica anche un iter parlamentare abbastanza rapido; dovranno poi seguire la riforma della normativa in materia di canoni di locazione, della legge urbanistica, della legge sulla difesa del suolo e della cosiddetta «legge Galli», rispetto alle quali conta di individuare entro la fine dell'anno le linee di azione del Ministero. Nel prospettare poi, nell'ottica di un nuovo modello culturale, anche un profondo cambiamento delle procedure relative alla valutazione di impatto ambientale, afferma di considerare invece le attuali difficoltà di bilancio superabili attraverso una maggiore chiarezza progettuale che consenta l'individuazione di più puntuali decisioni di spesa. Ad esempio, i risultati concreti recentemente raggiunti in attuazione della legge n. 183 del 1989 consentiranno di ripartire in tempi brevissimi lo stanziamento di 1.040 miliardi destinato alla difesa del suolo e lo stesso potrà avvenire per l'ulteriore stanziamento di 1.500 miliardi se andrà avanti la pianificazione di bacino.
In conclusione, al di là della disponibilità del Governo a porre mano ad una riforma delle leggi citate, il Ministro prospetta per l'immediato un atteggiamento improntato a maggior pragmatismo che consenta di soddisfare alcune fra le tante esigenze sentite nel Paese. Ciò significa ad esempio salvaguardare i risultati appena raggiunti con riferimento ai piani di bacino, atteso che sta per divenire operativo lo stralcio del piano di bacino nazionale del Po, mettere in atto accordi tra le varie amministrazioni affinchè si utilizzino istituzioni già esistenti per attivare ad esempio la vigilanza sulle frane, utilizzare, attraverso un maggiore coordinamento dei servizi tecnici nazionali e regionali, i risultati dei numerosi studi sul territorio già effettuati in attesa di una carta geologica nazionale che sarà probabilmente disponibile per l'anno 2010 e individuare, nell'ambito della legge n. 36 del 1994, un nuovo rapporto fra l'autorità di ambito, le cui competenze andranno evidentemente precisate ed i gestori al fine di ottenere nell'immediato un miglioramento nella gestione delle risorse idriche, ciò che poi significa un innalzamento della qualità della vita in molte aree del Paese.

Si apre il dibattito.

Il senatore VELTRI concorda con la necessità di delegificazione che si accompagna alle istanze federaliste di cui il Governo si è fatto carico con i disegni di legge del ministro Bassanini, ma giudica opportuno affrontare non soltanto per via amministrativa le tematiche attuative delle finalità della legge n. 183 del 1989: la sovrapposizione di competenze in senso verticale, lamentata dal Ministro, è infatti solo uno dei problemi emersi in sede applicativa, riscontrandosi anche una più generale intersecazione tra competenze sullo stesso territorio di enti equiordinati tra i quali risulta impossibile stabilire un livello finale di prevalenza decisionale. L'assetto di un territorio già estremamente fragile come quello italiano non si giova certo di legislazioni che si sovrappongono tra di loro, in materia di aree protette, di urbanistica, di salvaguardia della montagna e di difesa del suolo: come spesso rilevato in Senato in sede di bilancio dalla 13a Commissione (presso la quale pende anche una proposta di costituzione di una Commissione d'inchiesta sulla difesa del suolo, firmata da rappresentanti della grande maggioranza dei Gruppi), il sistema ecologico non può adeguarsi alle strutture amministrative, ma piuttosto sono queste ultime che devono operare secondo sinergie che sono spesso l'antitesi dell'attuale riparto di competenze. Da esso deriva invece l'attuale parcellizzazione di competenze tecniche, che andrebbero invece recuperate (anche valorizzando quelle dell'ex Agensud) al fine di passare da una concezione meramente difensiva dell'esistente assetto territoriale ad una visione che ne recuperi le potenzialità anche sotto il profilo produttivo: oltre al contenimento delle frane, per esempio, si dovrebbero incentivare operazioni di pulizia dei corsi d'acqua, secondo un metodo di manutenzione ordinaria che si è rivelato mancante nei recenti eventi franosi a Crotone. La comunità scientifica dovrebbe infine essere chiamata in causa non solo per formulare studi, che sono già esistenti, ma per fissare parametri utili agli interventi operativi, come potrebbero essere quelli di determinazione di una portata indice per le esondazioni.

Il senatore BORTOLOTTO conviene con le visioni di riforma federalista dell'apparato amministrativo, che dovrebbero superare le difficoltà di funzionamento in cui attualmente versano le strutture istituite con le leggi n. 183 del 1989 e n. 36 del 1994. Eppure l'incrocio di competenze è un problema non meno grave, che sarebbe improprio sottovalutare: non si può infatti separare l'ambito di tutela da quello di gestione, soprattutto quando si versa in tematiche ambientali che, per definizione, sono impossibili da circoscrivere; distinguere tra interventi di emergenza, regimazione idraulica e manutenzione ordinaria non solo è fuorviante, ma aggrava gli effetti delle calamità naturali aggiungedovi colpevoli ritardi amministrativi.
Il problema di competenze creato dalla legge sulla difesa del suolo, con l'istituzione di nuovi livelli territoriali, è oggettivo ed accentua la contrapposizione tra uomo e natura, laddove si dovrebbe piuttosto intendere in senso dialettico tale rapporto: non è cioè detto che il dissesto idrogeologico si prevenga solo arginando gli alvei, essendo possibile - ed in certi casi preferibile - prevedere ampie fascie di esondazione lungo i corsi dei fiumi. Il censimento delle frane esistenti potrebbe valersi dell'utile contributo conoscitivo delle province, la cui competenza su numerose strade consente di acquisire utili dati informativi e di apprestare interventi manutentori che andrebbero valorizzati; in proposito il ministro COSTA interviene brevemente per precisare che il censimento cui faceva riferimento nel suo intervento era quello sulla probabilità di frane, assai meno sviluppato di quelli sulle frane in atto.

Il presidente GIOVANELLI, stante il concomitante inizio dei lavori d'Assemblea, rinvia il seguito del dibattito sulle comunicazioni ad altra seduta.

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE ED INTEGRAZIONE DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLE SEDUTE DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C13a, 0012°)

Il presidente GIOVANELLI avverte che, conformemente a quanto preannunciato nella seduta antimeridiana, la Commissione è convocata per le ore 8,30 di domani mercoledì 29 gennaio 1997, ferme restando le altre sedute già convocate. L'ordine del giorno (dal quale viene meno il seguito delle comunicazioni del Governo, che è rinviato ad altra seduta della prossima settimana) è altresì integrato con l'esame in sede consultiva dei disegni di legge nn. 1527 e connessi, in materia di usi civici.

La seduta termina alle ore 16,30.