TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MERCOLEDI' 9 FEBBRAIO 2000

389ª Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI


Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente Fusillo.

La seduta inizia alle ore 15,20.

SULLA PARTECIPAZIONE AI LAVORI DEL SOTTOSEGRETARIO FUSILLO

Il senatore MAGGI dà notizia alla Commissione della lettera da lui inviata, unitamente al senatore Specchia, al presidente Giovanelli il 30 dicembre scorso: come già sottolineato dal senatore Specchia in una lettera al Capo dello Stato, la nomina a sottosegretario per l'ambiente del senatore Nicola Fusillo ha dato luogo ad un evidente conflitto di interessi, derivante dall'appartenenza del rappresentante del Governo ad una famiglia titolare di una grande impresa presente anche in modo consistente nel settore della depurazione delle acque ed aggiudicataria, in questo campo, di appalti da parte dell'Acquedotto pugliese. Orbene, proprio questa è la materia di competenza del Ministero dell'ambiente, le cui competenze in materia di risorse idriche e depurazione delle acque vengono a sovrapporsi con le attività economiche riconducibili al Sottosegretario.
Per questo motivo i senatori del Gruppo di Alleanza Nazionale comunicavano al Presidente della Commissione che non avrebbero partecipato alle sedute nelle quali il Governo fosse rappresentato dal sottosegretario Fusillo, per non essere in alcun modo coinvolti nemmeno indirettamente ed inconsapevolmente in eventuali operazioni che perseguano interessi personali, particolari e di gruppo. Ci si sarebbe perciò attesi una conseguente presa di posizione della Presidenza nei confronti del Governo, su una tematica che avrebbe dovuto consigliare di tenere nel debito conto l'atteggiamento di un gruppo parlamentare; va invece espresso disappunto e sconcerto per la presenza in seduta del sottosegretario Fusillo. Il senatore Maggi abbandona di conseguenza l'Aula, seguito dal senatore SPECCHIA, che ribadisce che non presenzierà ad alcuna seduta di Commissione che veda la presenza del sottosegretario Fusillo.

Il senatore LO CURZIO invita il sottosegretario Fusillo a continuare a presenziare ai lavori, per non svilire la funzione di rappresentanza del Governo che gli compete, pur ritenendo legittima una sua reazione all'inciviltà degli attacchi personali che gli sono stati portati.

Il sottosegretario FUSILLO interviene ricordando che agli attacchi condotti contro di lui dal senatore Maggi reagisce da oltre un anno con dignitoso silenzio: non ne comprende i reali motivi, ma ciò non gli impedisce di portare a compimento il mandato di rappresentanza del Governo che gli è stato conferito. Dal 1990, periodo del suo ingresso in politica, non reca alcuna responsabilità nella gestione dell'azienda di cui è comproprietario unitamente a tre fratelli: nel suo ambito di intervento, la parte riguardante il settore ambientale è marginale, aggirandosi sul 15 per cento del fatturato complessivo. Inoltre, anticipando l'entrata in vigore delle norme de iure condendo in materia, da un anno ha affidato le proprie azioni (che ammontano al 25 per cento del totale) ad una fiduciaria della Banca commerciale italiana. Pertanto dichiara che lo spiacevole inizio di seduta non gli impedirà di porgere il suo saluto alla Commissione ed ai senatori presenti, assolvendo al compito di rappresentanza del Governo che gli è proprio.

Il presidente GIOVANELLI conclude ricordando il tenore della lettera dell'11 gennaio scorso, da lui indirizzata ai senatori Maggi e Specchia: in essa si insisteva perché costoro non facessero comunque mancare la loro presenza e il loro contributo ai lavori della Commissione. Le osservazioni su eventuali incompatibilità o conflitti di interesse che possano riguardare il senatore Fusillo non si fondavano a suo avviso su elementi di fatto o di diritto esplicitati: le critiche di ordine politico alla correttezza dei comportamenti di chi ha responsabilità di amministrazione e di governo possono essere avanzate senza che sia necessario rinunciare ai propri compiti e alle proprie prerogative istituzionali. Queste critiche possono essere fatte valere nelle sedi competenti, senza far mancare alla Commissione il ruolo svolto dal Gruppo di Alleanza Nazionale, che è stato sempre importante, puntuale e, non di rado, determinante per il migliore esito del confronto politico e dell'attività legislativa della Commissione.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto di ripartizione delle risorse finanziarie da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi a valere sul capitolo 2201 della tabella 18 sul Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2000 (n. 627)
(Parere al Ministro dell'ambiente, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549. Esame e rinvio)

Il relatore VELTRI illustra lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento iscritto nel bilancio del Ministero dell'ambiente, che provvede a destinare lo stanziamento di 123 miliardi di lire: gran parte della somma andrà ai parchi nazionali e alle riserve naturali dello Stato per un totale di 109 miliardi di lire; sono inoltre previsti finanziamenti per i progetti occupazionali in alcuni parchi nazionali. Infine 13,5 miliardi sono assegnati all'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare; 500 milioni sono altresì destinati alla copertura degli oneri derivanti dalla Convenzione di Washington del 1973 per la tutela delle specie in via di estinzione.
Nel proporre un parere favorevole con osservazioni, il relatore si sofferma sul fatto che la ripartizione delle risorse finanziarie per le aree naturali protette viene effettuata sostanzialmente sulla base delle allocazioni già definite nel riparto del 1999; tra gli elementi nuovi, da valutare attentamente, meritano un distinguo sia i trattamenti particolari che ricevono sistematicamente alcuni enti parco, sia l'attribuzione di un peso ai residenti all'interno dei parchi (a fronte del criterio riconosciuto attualmente, che si riferisce agli abitanti). Una procedura di ripartizione dovrebbe peraltro tener conto, in termini analitici ed articolati, tanto dell'azione amministrativa che della valorizzazione delle aree protette; l'applicazione del cosiddetto "diritto premiale" – che, contestualmente all'incremento forfettario del 3 per cento per tutti i parchi, riduce del 5 per cento le dotazioni per quelli che nel 1999 hanno registrato giacenze di tesoreria superiori a tre volte l'ammontare ricevuto – opera una penalizzazione per oltre il 50 per cento del totale dei parchi nazionali, con un'incidenza più marcata nel sud del Paese.
Eppure, le modifiche apportate in sede parlamentare alla legge n. 394 del 1991 (contestualità tra piano del parco e piano di sviluppo, risalto del carattere etnico-storico, ruolo della comunità del parco) avrebbero consigliato una più esplicita caratterizzazione dei parchi come agenzie dello sviluppo sostenibile: in tale ambito, per taluni casi di marginalità e di separatezza rispetto a comparti più dinamici potrebbe addirittura essere opportuno consentire la localizzazione della sede del parco anche al di fuori del suo perimetro, per svilupparne una più stringente integrazione con le realtà territoriali contigue. Un'azione di orientamento in chiave di partenariato tra Ministero dell'ambiente ed enti parco richiederebbe allora misure di sostegno, servizio e coordinamento, nell'elaborazione tipologica degli strumenti di piano e negli accordi con associazioni di coltivatori e produttori; si tratterebbe di un complesso di azioni che non considerano le articolazioni periferiche dello Stato come terminali di un'azienda economica centrale, ma, coerentemente alle indicazioni dell'Agenda 2000, supportino la nascita e la crescita di sinergie virtuose tra pubblico e privato nella tutela dei valori ambientali.
Conseguentemente, una struttura di supporto agli enti parco dovrebbe aiutarli a spendere meglio le risorse conferite, prima di decurtarle automaticamente, e ciò può avvenire anche grazie al congruo utilizzo del fondo di 9 miliardi e 109 milioni. La valutazione degli impegni di spesa assunti per investimenti non può essere disgiunta dall'applicazione del citato meccanismo premiale, che in caso contrario diverrebbe ottusamente meccanicistico; la considerazione delle giacenze di cassa va estesa a più di un esercizio finanziario, adottando le cautele necessarie a non determinare effetti eccessivamente penalizzanti nei confronti degli enti parco di più recente costituzione. Il Relatore richiede altresì notizie sullo stato di attuazione della perimetrazione del parco della Sila, nonché sul progetto Appennino Parco d'Europa (APE) anche in considerazione delle risorse finanziarie eventualmente rinvenibili nel fondo nazionale di oltre 9 miliardi già citato; si dovrebbe poi chiarire il punto della possibilità di individuare ulteriori parchi, rispetto a quelli cui si trasferiscono 2 miliardi e 600 milioni per i lavori socialmente utili, oltre a fare esplicita menzione – nel riparto – dell'attività del Comitato nazionale per la lotta contro la desertificazione.

Si apre la discussione, nella quale interviene per primo il senatore MANFREDI, esprimendo le medesime perplessità che già l'anno scorso lo indussero a criticare le procedure di riparto delle risorse finanziarie del Ministero dell'ambiente: anche quest'anno si propone una ripartizione priva di reali criteri, per la cui definizione si dichiara essere ancora "nelle more". Inoltre la detrazione del 5 per cento penalizza le aree protette per l'inadempienza di chi le dirige, invece di colpire con la sanzione della rimozione chi dimostrò cattiva capacità di gestione; l'accantonamento di fondi di riserva può apparire un utile strumento, ma in assenza di criteri si continua a far riferimento alla regola del precedente, che potrebbe celare motivazioni tutt'altro che trasparenti.
Poiché nel testo proposto si spacciano per criteri quelle che sono decisioni immediatamente operative, di cui non si conoscono i reali motivi, auspica che sia tenuta prima della fine dell'iter un'audizione del Presidente della principale associazione che raggruppa gli enti parco.

Il senatore LASAGNA osserva innanzitutto come tra i soggetti beneficiari delle risorse finanziarie ripartite con lo schema in titolo non risulti nessuna associazione. Ora, dal momento che, com'è ampiamente noto, non poche associazioni ricevono sovvenzioni, in forma diretta o indiretta, da parte del Ministero dell'ambiente, il rappresentante del Governo dovrebbe render noto alla Commissione qual è l'importo esatto delle risorse destinate alle associazioni ambientaliste. Coglie quindi l'occasione per richiamare l'attenzione del Sottosegretario sull'operato dell'Ente parco della Maddalena che, dietro pagamento di una tassa di transito ed ancoraggio, consente alle imbarcazioni da diporto di non rispettare i limiti imposti alla navigazione e alla sosta nelle acque del parco in questione. Con riferimento infine alla zona di Pitelli, chiede al rappresentante del Governo per quale ragione le risorse ad essa destinate siano state conferite al comune di La Spezia, responsabile della situazione di degrado dell'area in questione, piuttosto che avviare un piano di bonifica e di risanamento.

Il senatore BORTOLOTTO, dopo aver sottolineato come con lo schema di decreto in titolo non vengano destinate risorse finanziarie alle associazioni ambientaliste, invita il Rappresentante del Governo a verificare se ed in che misura da parte degli Enti parco vengano destinati fondi alle associazioni venatorie. Ad ogni modo, le risorse finanziarie stanziate per i parchi nazionali, a differenza che in passato, sono oggi di una certa consistenza e possono essere sufficienti a far fronte alle esigenze di tali enti. Al riguardo, l'intento di premiare l'efficienza gestionale dei parchi incrementando le quote fisse già individuate l'anno scorso per gli enti che hanno potuto garantire un buon uso delle risorse disponibili appare condivisibile, anche se è probabilmente necessario approfondire le cause che determinano in alcune circostanze difficoltà amministrative, per adottare le necessarie modifiche normative alla legislazione vigente. Conclude invitando il senatore Fusillo ad affrontare la questione del trasferimento delle foreste demaniali ai parchi nazionali, in modo da consentire a questi ultimi di poter gestire efficacemente il territorio di loro competenza.

Il senatore RIZZI chiede al Rappresentante del Governo di fornire chiarimenti in merito ai criteri sulla base dei quali è stata effettuata la ripartizione in esame, soffermandosi altresì sugli aspetti più rilevanti che riguardano la gestione dei diversi parchi nazionali. Nel manifestare perplessità sull'accantonamento dei fondi pari a poco più di 9 miliardi di lire di cui alla lettera di trasmissione del ministro Ronchi, ribadisce la richiesta – avanzata dal senatore Manfredi - di audire il presidente dell'associazione degli Enti parco nazionali.
Il senatore Rizzi coglie infine l'occasione per far presente che, all'inizio della seduta, i senatori del gruppo Forza Italia non si sono pronunciati in merito alla questione sollevata dal senatore Maggi dal momento che non hanno una chiara conoscenza dei fatti su cui si è soffermato il rappresentante del Gruppo Alleanza Nazionale. Sarebbe pertanto opportuno che il sottosegretario Fusillo fornisse tutti i possibili chiarimenti al riguardo.

Il senatore LO CURZIO osserva innanzitutto come le risorse finanziarie destinate ai parchi nazionali siano insufficienti rispetto all'estrema importanza e delicatezza del ruolo svolto da questi ultimi; difatti, oltre a valorizzare il territorio nazionale e ad assicurarne lo sviluppo, gli Enti parco possono offrire importanti occasioni di lavoro, alleviando così il problema della disoccupazione. Sarebbe opportuno chiarire a questo punto se sia il caso di applicare la medesima normativa tanto ai parchi presenti nelle regioni a statuto ordinario quanto a quelli che insistono sul territorio delle regioni a statuto speciale.
Venendo al merito dello schema di decreto, a fronte delle risorse destinate all'ICRAM, sarebbe necessario che il Rappresentante del Governo chiarisse per quali ragione tale istituto non sostenga quegli utilissimi centri di monitoraggio presenti nel mar Ionio, attualmente sostenuti dai privati. Conclude chiedendo chiarimenti circa i criteri che il Ministero dell'ambiente intende adottare per la salvaguardia dei parchi delle isole maggiori.

Il senatore CAPALDI, dopo aver sottolineato come oggi si possa disporre di sistemi di controllo gestionale impensabili fino a pochi anni fa, esprime apprezzamento per la proposta del relatore di utilizzare l'accantonamento di poco più di 9 miliardi per migliorare la capacità di spesa degli enti parco, ferma restando la possibilità – nel caso emerga l'esigenza di introdurre modifiche alla normativa vigente – di intervenire legislativamente per rimuovere gli eventuali ostacoli che dovessero palesarsi. Esprime infine apprezzamento per l'ipotesi, ventilata nella lettera di trasmissione del ministro Ronchi, di acquisire l'isola di Budelli in Sardegna al sistema dei parchi nazionali.

Il presidente GIOVANELLI invita il relatore ed il rappresentante del Governo a soffermarsi, in sede di replica, sull'eventuale nesso tra la nuova proposta di ripartizione dei fondi pubblici tra gli enti parco e le cosiddette politiche di sistema.
Nell'accogliere la richiesta avanzata dal senatore Manfredi di procedere all'audizione del presidente dell'associazione tra i parchi nazionali, il Presidente dichiara chiusa la discussione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,40.