ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 19 GENNAIO 2000

386a Seduta

Presidenza del Presidente
OSSICINI

Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Masini.

La seduta inizia alle ore 15,10.


IN SEDE REFERENTE

(4216) Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione di un disegno di legge d'iniziativa governativa, di un disegno di legge d'iniziativa popolare e dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Jervolino Russo; Sanza ed altri; Orlando; Casini ed altri; Errigo; Napoli ed altri; Berlusconi ed altri; Bianchi Clerici ed altri
(56) BRIENZA ed altri. - Legge-quadro per il riordino dell'istruzione secondaria superiore e per il prolungamento dell'obbligo scolastico
(560) LORENZI. - Legge quadro per un riordinamento graduale dell'istruzione scolastica e universitaria
(1636) Athos DE LUCA ed altri. - Prolungamento dell'obbligo scolastico, diritto alla formazione permanente e riconoscimento della validità del biennio di formazione professionale di base per l'innalzamento del diritto-dovere all'istruzione a sedici anni
(2416) D'ONOFRIO ed altri. - Elevazione dell'obbligo scolastico e riordino degli ordinamenti scolastici
(2977) BRIGNONE ed altri. - Ridefinizione dei cicli e dei percorsi formativi con riferimento all'autonomia delle scuole
(3126) BEVILACQUA e MARRI. - Legge quadro sul riordino dei cicli scolastici, sull'elevazione dell'obbligo scolastico e sulla formazione post-secondaria
(3740) TONIOLLI ed altri. - Nuove norme in materia di istruzione scolastica
(4356) ASCIUTTI ed altri. - Legge quadro sul riordino dei cicli scolastici
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)


Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri, nella quale si era svolto un dibattito incidentale sull'ordine dei lavori. Al riguardo il PRESIDENTE informa che l'Ufficio di Presidenza, testé riunitosi, ha deciso, con il convinto assenso di tutti i partecipanti ad eccezione di un unico senatore, di non procedere alla convocazione di sedute notturne.

Riprende quindi la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 4216, assunto come testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta del 10 dicembre.

Il senatore ASCIUTTI dichiara voto favorevole all'emendamento 1.37, rammentando al riguardo talune prese di posizioni assunte dalla CISL scuola.

Il senatore BRIGNONE dichiara voto contrario all'emendamento 1.37 - pur cogliendone la ratio ispiratrice - in quanto non compatibile con l'impianto normativo che il disegno di legge in esame prefigura. Diverso sarebbe stato il fondamento della proposta emendativa ove la normativa fosse rimasta caratterizzata da una durata della scuola di base di otto anni. La nuova disciplina invece determina una durata della scuola di base pari a sette anni, sì da risultare prematuro farvi seguire, per lo studente tredicenne, la immediata frequenza del ciclo di istruzione professionale, senza alcun preliminare orientamento.

Il senatore LORENZI dichiara anch'egli voto contrario all'emendamento 1.37, del quale peraltro rimarca la rilevanza, in quanto evidenzia il punto critico di un obbligo formativo proiettato addirittura ai diciotto anni di età, in un sistema di istruzione la cui realizzazione si configura come estremamente impegnativa.

Il relatore DONISE ribadisce l'invito al ritiro dell'emendamento 1.37, anche alla luce di quanto contenuto nel disegno di legge da ultimo presentato dallo stesso senatore Asciutti insieme con altri esponenti dell'opposizione (A.S. n. 4356). In esso si prevede infatti un accesso alla formazione professionale successivo alla frequenza della scuola di secondo ciclo, la quale secondo quella proposta avrebbe durata quadriennale, dall'undicesimo al quindicesimo anno di età.

Il senatore ASCIUTTI ritira l'emendamento 1.37.

Il PRESIDENTE avverte che, a seguito della reiezione dell'emendamento 1.36, l'emendamento 1.60 è precluso.

Il senatore ASCIUTTI dichiara voto favorevole all'emendamento 1.45.

Il senatore BRIGNONE dichiara voto contrario all'emendamento 1.45, in quanto esso reca disposizioni superate dalla legislazione vigente, in particolare nell'ultimo suo comma. Suggerisce di integrare ad ogni modo tale proposta emendativa, in vista della sua riproposizione all'Aula, sì da tenere conto della particolare situazione conseguente alla razionalizzazione scolastica, che ha determinato un pendolarismo precoce degli allievi, con un risparmio in termini di personale scolastico controbilanciato (oltre che dai notevoli disagi degli utenti) dalle maggiori spese che i comuni debbono sostenere per i mezzi di trasporto.

Posto ai voti, l'emendamento 1.45 è respinto.

Il senatore LORENZI dichiara voto favorevole all'emendamento 1.3, riservandosi, nel caso non venisse accolto, di ripresentarlo in Aula. L'inizio dell'obbligo scolastico al terzo anno del ciclo di scuola dell'infanzia – tema, questo, già toccato dalla senatrice Pagano nel suo intervento nella seduta di ieri – è un profilo qualificante del progetto riformatore, ineludibile. Non vi è pertanto ragione di frapporre indugi alla sua realizzazione, tenuto anche conto che la diffusione della scuola materna sul territorio nazionale è molto migliorata, anche per l'azione suppletiva di istituti privati. Del resto siffatta proposta era contenuta nel testo originario presentato dal ministro Berlinguer, secondo una formula che egli riconosce come più persuasiva di quella da lui stesso presentata (all'interno di un disegno di legge quadro per un riordinamento graduale dell'istruzione scolastica universitaria: A.S. n. 1566) già nella XII legislatura, che estendeva l'obbligo all'intero ciclo triennale di scuola materna. Conclusivamente si appella alla maggioranza e a tutta la Commissione affinché tengano conto di tale decisiva componente della riforma.

Il senatore BRIGNONE rimarca una formulazione non del tutto corretta dell'emendamento 1.3, in quanto asserisce una durata dell'obbligo scolastico ininterrotta, senza tener conto delle condizioni che possono verificarsi per l'alunno che si trasferisca all'estero e segua una scuola italiana all'estero ovvero sostenga al rientro in Italia una prova di riconoscimento del suo corso di studi. Invita pertanto a sopprimere, nell'emendamento in esame, la parola: "ininterrottamente". In caso contrario, egli si asterrebbe.

La senatrice PAGANO rileva come molte delle istanze sollevate dalla proposta del senatore Lorenzi siano condivisibili: esse potranno trovare attuazione quando la riforma andrà a regime, creando così le condizioni per una estensione dell'obbligo al terzo anno della scuola dell'infanzia. Tale scelta sarebbe oggi, pur se auspicabile, prematura, in quanto la distribuzione della scuola materna non è omogenea su tutto il territorio nazionale; è quindi necessaria ancora una certa cautela. Il sistema di convenzioni con scuole materne non statali perché l'obbligo possa esservi espletato, deve infatti essere affiancato dalla predisposizione di tale offerta formativa da parte dello Stato. Rimane ad ogni modo di fondamentale rilievo, nel disegno di legge in discussione, la piena inclusione della scuola dell'infanzia nel sistema educativo di istruzione: è questo il frutto di un'appassionata battaglia, volta a caratterizzare la scuola dell'infanzia non come pre-scuola o assistenza bensì come scuola vera e propria. Se la definitiva opzione contenuta nel disegno di legge non è ancora in tutto soddisfacente, pure costituisce un passo di grande significato, suscettibile di ulteriore sviluppo.

La senatrice MANIERI dichiara un senso di disagio nell'annunciare il suo voto contrario all'emendamento 1.3, proprio perché la riforma in esame – che ella ritiene nel suo complesso apprezzabile – avrebbe potuto dirsi più compiuta e soddisfacente ove avesse previsto l'elevazione dell'obbligo scolastico a dieci anni e, appunto, l'inclusione in esso dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia. Tuttavia la praticabilità di siffatta ultima opzione sarebbe attualmente assai incerta, dal momento che la scuola dell'infanzia conserva ancora una profonda ambiguità, sospesa com'è tra servizio scolastico e sistema dei servizi sociali. Se così non fosse stato, del resto, il disegno di legge sulla parità scolastica, recante contributi alle scuole materne, non sarebbe stato accettabile. Vi è inoltre da tener conto della grande disparità presente nel paese in ordine alla presenza sul territorio di tale tipo di scuola. Per questo, non è possibile approvare l'emendamento 1.3, spettando piuttosto proprio alla riforma del sistema di istruzione il compito di creare i presupposti per la realizzazione di quanto in quell'emendamento proposto.

Il senatore MASULLO – in difformità dal suo Gruppo - dichiara sull'emendamento 1.3 la propria astensione, tenuto conto della proposta da lui presentata con l'emendamento 2.12.

Il senatore LORENZI dichiara di non ritirare l'emendamento 1.3, in quanto il suo ritiro avrebbe il significato di una resa, di una abdicazione alla funzione della Commissione, affermando una immodificabilità del testo tale da rendere inesplicabile lo stesso protrarsi dei lavori.

Il senatore ASCIUTTI dichiara di astenersi sull'emendamento 1.3, rilevando il paradosso di un emendamento sino a ieri voluto dallo stesso Ministro e oggi bocciato. Pare questo un motivo di più per andare direttamente in Aula, ponendo fine alla farsa di una discussione su un testo che è di fatto "blindato".

Il senatore MARRI dichiara anch'egli l'astensione, a nome del proprio Gruppo, sull'emendamento 1.3, su cui non può esprimere assenso dal momento che l'emendamento a sua firma 1.12 prevede un obbligo scolastico dal sesto anno di età fino al sedicesimo. Ritiene tuttavia grottesco che la maggioranza si dolga di votare contro un emendamento di cui riconosce la validità.

L'emendamento 1.3 è infine posto ai voti e respinto.

Il senatore LORENZI interviene per rimarcare di essere stato il solo ad esprimere voto favorevole.

Sull'emendamento 1.12, il senatore MARRI dichiara il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale.

Il senatore BRIGNONE osserva che tale emendamento testimonia, ancora una volta, come sarebbe stato preferibile procedere contestualmente all'innalzamento dell'obbligo scolastico e alla riforma dei cicli. Poiché purtroppo così non è stato (e il Parlamento si trova ora a discutere del riordino dei cicli avendo già approvato una legge che innalza l'obbligo scolastico da assolvere o nella scuola secondaria superiore o in corsi professionali organizzati fra scuola secondaria e formazione professionale accreditata), il secondo periodo dell'emendamento 1.12 non appare in sintonia con il contesto normativo in cui si inserisce. Invita pertanto il presentatore a ritirarlo, eventualmente al fine di ripresentarlo in Assemblea in una stesura più coerente con il contesto vigente.

Il senatore MARRI non accede all'invito del senatore Brignone ed insiste per la votazione dell'emendamento 1.12 nella stesura originaria, ricordando che esso corrisponde ad un preciso disegno riformatore di Alleanza Nazionale.

L'emendamento 1.12 è quindi posto ai voti e respinto. Senza discussione, la Commissione respinge altresì l'emendamento 1.38.

Sull'emendamento 1.39, il senatore ASCIUTTI dichiara il proprio voto favorevole, invitando peraltro il Governo e la maggioranza a chiarire quale sia l'articolazione interna che si intende dare al ciclo di base settennale previsto dal disegno di legge n. 4216. Ricorda infatti che anche il disegno di legge n. 4356, presentato dagli esponenti del Polo, si attiene alla medesima articolazione settennale, e chiarisce tuttavia che essa consta di una prima fase di durata quinquennale analoga all'attuale scuola elementare e di una seconda fase biennale corrispondente all'attuale scuola media, i cui programmi dovranno tuttavia essere modificati onde evitare le attuali sovrapposizioni rispetto ad altri segmenti formativi. Nulla esclude pertanto che anche il Governo intenda seguire analoga articolazione interna al settennato e che i due progetti finiscano pertanto per coincidere. In assenza di specificazioni in merito, il provvedimento della maggioranza resterebbe invece inaccettabilmente lacunoso. Coglie infine l'occasione per esprimere nuovamente il proprio rammarico per la prevedibile mancata conclusione dei lavori della Commissione, che non consentirà il conferimento al relatore Donise del mandato di riferire all'Aula a nome della Commissione, né a lui stesso di presentare all'Assemblea una relazione di minoranza come aveva in animo.

L'emendamento 1.39 è quindi posto ai voti e respinto.

Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore ASCIUTTI, la Commissione respinge poi l'emendamento 1.61.

Sull'emendamento 1.62, il senatore ASCIUTTI ribadisce il voto favorevole del Gruppo Forza Italia, nell'auspicio che maturino tempi migliori e l'Italia si ponga infine in linea con l'Europa sulla questione della parità scolastica.

L'emendamento 1.62, posto ai voti, è respinto. Senza discussione, la Commissione respinge altresì l'emendamento 1.24.

Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore LORENZI, la Commissione respinge poi l'emendamento 1.25, nonché – con separate votazioni e previe dichiarazioni di voto favorevole dei senatori ASCIUTTI e BEVILACQUA, rispettivamente a nome del Gruppo Forza Italia e del Gruppo Alleanza Nazionale – gli emendamenti 1.40 e 1.63.

Sull'emendamento 1.4, soppressivo del comma 4, il senatore LORENZI dichiara il proprio voto favorevole, giudicando inopportuno prevedere un obbligo a carico di soggetti minorenni, come recato dal suddetto comma 4. A suo giudizio, l'obbligo di assicurare il percorso formativo dovrebbe tutt'al più ricadere sulle famiglie, non potendosi imporre agli studenti altro che un eventuale "dovere" formativo. Ritiene poi che l'innalzamento dell'obbligo formativo dai quindici ai diciott'anni sia eccessivo nell'ambito del contesto normativo vigente, tanto più che non si è giudicato realizzabile l'abbassamento dell'obbligo scolastico al quinto anno di età, benché l'impatto sul sistema sarebbe stato senz'altro inferiore. Nell'auspicare l'adozione anche in campo legislativo del metodo matematico delle approssimazioni successive, ricorda poi gli effetti del recente decreto legislativo n. 345 del 1999 sul lavoro minorile, che ha determinato un vero e proprio terremoto nell'occupazione giovanile, con licenziamenti a catena da parte di imprenditori scarsamente desiderosi di addossarsi tutti gli oneri ivi previsti. Critica pertanto l'intenzione di irrigidire la formazione professionale entro determinati canali, al di fuori dei quali viene negato qualunque riconoscimento formale.

Posto ai voti, l'emendamento 1.4 è respinto.

I senatori BEVILACQUA e ASCIUTTI dichiarano il proprio voto favorevole all'emendamento 1.13.

Si associa il senatore BRIGNONE, il quale dichiara di ritenere tuttavia preferibile sostituire le parole: "il sistema educativo di formazione professionale" con le altre: "la formazione professionale compresa nel sistema educativo".

Il senatore LORENZI chiede ai presentatori se l'emendamento presuppone che la formazione professionale faccia parte dell'obbligo. Indi, avuta risposta negativa, preannuncia il proprio voto favorevole.

L'emendamento 1.13 è infine posto ai voti e respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


INTEGRAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA

Votazione per l'elezione di un Senatore segretario


La Commissione procede all'elezione suppletiva di un senatore segretario, in sostituzione del senatore Occhipinti, entrato a far parte del Governo.

Risulta eletto il senatore NAVA.

Il presidente OSSICINI formula sentite congratulazioni ed auguri di buon lavoro.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Documento recante le linee e gli indirizzi generali sull'autonomia scolastica (n. 613)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275: esame e rinvio)

Riferisce alla Commissione la senatrice PAGANO, la quale ricorda anzitutto che l'articolo 8 del regolamento sull'autonomia scolastica prevede che il Ministro della pubblica istruzione, previo parere delle Commissioni parlamentari sulle relative linee generali, detti disposizioni per la definizione dei curricoli obbligatori delle scuole autonome, con riferimento altresì alla quota oraria obbligatoria delle discipline e attività stabilite a livello nazionale e alla quota obbligatoria delle discipline scelte dalle singole istituzioni. Poiché tuttavia la definizione della quota nazionale dei curricoli e del relativo monte orario comprensivo della quota obbligatoria riservata alle scuole presuppone l'approvazione del disegno di legge di riforma dei cicli scolastici, ancora all'esame di questa stessa Commissione, si rende necessario intervenire sulle modalità di attuazione del predetto articolo 8 del regolamento sull'autonomia. Fra l'alternativa di rinviare l'attuazione dell'articolo 8 ad una fase successiva all'entrata in vigore del riordino dei cicli e quella di realizzare comunque un intervento, il Ministro infatti ha scelto quest'ultima ipotesi, che la relatrice dichiara di condividere pienamente. E' stato così presentato alle Camere il documento in titolo che, nel rinviare ad una seconda fase, contestuale alla riforma dei cicli, l'attuazione delle misure e degli interventi previsti dall'articolo 8 del regolamento sull'autonomia, propone di stabilizzare i curricoli attualmente vigenti, ivi compresi quelli sperimentali. Esso propone altresì di consentire che, a decorrere dal 1° settembre 2000, tali curricoli siano adottati introducendo modalità di flessibilità didattica e organizzativa nell'ambito di un organico piano dell'offerta formativa che esplicitino la progettazione curricolare educativa e organizzativa di ciascuna istituzione scolastica; una riorganizzazione dei percorsi didattici nell'ambito degli attuali programmi secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze; la realizzazione, nella misura del 15 per cento del monte ore annuale di ciascuna disciplina, di una vera autonomia didattica nelle scuole, secondo quanto già in fase di sperimentazione.
Alla luce della situazione di fatto esistente nelle scuole, la relatrice invita pertanto la Commissione ad esprimersi favorevolmente sull'atto in titolo.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.