FINANZE E TESORO (6a)
MERCOLEDÌ 22 APRILE 1998

138a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
ANGIUS

Intervengono i sottosegretari di Stato per le finanze Vigevani e per il tesoro Cavazzuti.

La seduta inizia alle ore 9,10.

IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 3) Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 1999-2001
(Parere alla 5a Commissione, ai sensi dell'articolo 125-bis del Regolamento. Esame e rinvio)
(R125 b00, C05a, 0004o)

Riferisce alla Commissione il Presidente ANGIUS, il quale sottolinea positivamente il carattere fortemente innovativo della politica economica e finanziaria delineata nel Documento in titolo: tale carattere innovativo consiste nel fatto che il Governo, preso atto del raggiungimento di importanti obiettivi sul fronte del risanamento della finanza pubblica, presenta un programma triennale che prevede interventi anche per favorire lo sviluppo economico e la crescita dell'occupazione. Si tratta - prosegue il Presidente-relatore - di una svolta strategica che costituisce il reale punto di forza del Documento in esame, atteso, tra l'altro, lo sforzo dell'Esecutivo di delineare un articolato e diversificato ventaglio di strumenti per realizzare tali obiettivi di sviluppo.
Peraltro, anche in sede internazionale vengono ormai riconosciuti il raggiungimento degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica e il carattere innovativo del Documento. La ulteriore riduzione del tasso ufficiale di sconto decisa ieri dalla Banca d'Italia contribuisce, inoltre, a creare più favorevoli condizioni finanziarie affinchè tale politica di sviluppo possa realmente dispiegare la propria efficacia.
Per la realizzazione degli ambiziosi obiettivi fissati nel DPEF - soprattutto la creazione di nuovi posti di lavoro nelle regioni meridionali - risulta essenziale raccordare e coordinare l'azione di tutti gli organismi ministeriali competenti e la complessiva azione di Governo. La oggettiva difficoltà di questo obiettivo esige, poi, sia una riconquistata efficienza dell'azione dell'Amministrazione centrale, sia una più larga partecipazione delle autonomie locali, pena la dilapidazione di risorse e di opportunità. In questo quadro vanno valutati gli impulsi ulteriori a proseguire l'azione di riforma non solo della Pubblica Amministrazione, ma anche di altri settori vitali per l'economia nazionale, come le privatizzazioni, la previdenza complementare, il riordino del sistema bancario.
Passando ad esaminare alcune delle grandezze più significative del DPEF, il Presidente-relatore ricorda che esso delinea una manovra correttiva per il prossimo anno dell'entità complessiva di 13.500 miliardi, ripartiti tra 9.500 miliardi rivenienti da riduzione delle spese pubbliche, e 4.000 miliardi di nuove entrate. Il quadro programmatico di riferimento per il prossimo triennio è caratterizzato da una previsione di crescita del prodotto interno lordo, da una sostanziale stabilità del tasso di inflazione, da una significativa crescita dell'occupazione e da un'ulteriore riduzione del rapporto tra l'indebitamento della Pubblica Amministrazione e il prodotto interno lordo. Per quanto riguarda invece la pressione fiscale, ne è prevista una progressiva riduzione nel triennio.
Per quanto riguarda più specificatamente il settore tributario, va sottolineato come le maggiori entrate previste per il prossimo anno derivino esclusivamente dal recupero di imponibile in campo contributivo e che quindi non vi sarà alcuna revisione verso l'alto di imposte o tributi. Lo sforzo del Governo si concentrerà invece sul controllo e sulla verifica degli effetti derivanti dal processo di riforma avviato dal Ministro Visco e, soprattutto, sull'azione di riforma dell'Amministrazione finanziaria.
Nel biennio 1998-1999 si procederà, infatti, alla verifica degli esiti della riforma fiscale varata nel 1997, al fine di intervenire con eventuali misure di razionalizzazione e di coordinamento, per il consolidamento della normativa d'attuazione. La semplificazione e la razionalizzazione degli adempimenti tributari dovrebbero consentire all'Amministrazione finanziaria di liberare risorse da destinare, in via prioritaria, all'azione di contrasto all'evasione e quindi al recupero di base imponibile e di gettito mediante l'accertamento, nonchè al miglioramento dei rapporti con il contribuente.
Un ulteriore intervento riguarderà, invece, la razionalizzazione della tassazione delle attività finanziarie, in particolare attraverso una revisione del regime di tassazione della previdenza complementare ed individuale, con l'obiettivo di tutelare questa forma di risparmio.
Nel Documento si fa inoltre cenno alla revisione del regime di tassazione sulla produzione e sul consumo dei prodotti energetici al fine di individuare forme impositive maggiormente sensibili alle compatibilità ecologiche: è previsto che tale intervento assuma il vincolo, comunque, dell'invarianza di gettito complessivo in ordine all'insieme dei prelievi interessati dal riordino.
Proprio con riferimento al regime di tassazione dei prodotti energetici, e più in generale alla politica di sostegno allo sviluppo soprattutto del Mezzogiorno, delineata nel Documento di programmazione, una maggiore attenzione andrebbe posta con riferimento all'utilizzo della leva fiscale a fini di crescita economica e di sviluppo occupazionale.
Come è noto, i sistemi agevolativi di natura tributaria e contributiva, anche per il loro carattere di automaticità, svolgono un ruolo essenziale nelle politiche di localizzazione delle attività produttive in particolari zone: pur nella consapevolezza della problematicità dell'efficacia degli incentivi fiscali, risulta in qualche modo acquisito il convincimento che tali incentivi possono giocare un ruolo importante nelle decisioni di investimento, sia con riferimento al profilo temporale (anticipazione di scelte di investimento in funzione anticiclica), sia con riguardo alla localizzazione delle attività produttive in particolari zone.
D'altro canto, come rilevato anche dalla Commissione Europea, esiste un rapporto tra carico impositivo sul lavoro dipendente e occupazione.
Esistono, infatti, sempre maggiori prove del grave effetto negativo che l'elevata pressione fiscale sul lavoro dipendente esercita sul livello di occupazione. In alcuni recenti studi effettuati a livello comunitario è stato calcolato che 4 punti percentuali dell'attuale tasso di disoccupazione (pari a oltre un terzo del tasso complessivo dell'Unione europea) sono dovuti all'aumento del carico fiscale effettivo sul lavoro dipendente.
A tal fine, andrebbe attentamente valutata la possibilità di introdurre, sulla base dei suggerimenti della stessa Commissione europea, forme di tassazione sui prodotti energetici, utilizzando il gettito rinveniente da tali imposizioni per operare una sostanziale riduzione degli oneri contributivi a carico delle imprese. In tal modo, potrebbe essere perseguita una valida politica di tutela ambientale unitamente alla realizzazione di condizioni favorevoli per la creazione di posti di lavoro.
In linea generale, ritiene che gli obiettivi di crescita economica e di sostegno dell'attività economica delineati nel Documento pongano in evidenza l'opportunità di approfondire la riflessione sulla leva fiscale quale strumento di politica economica espansiva. Queste osservazioni e sottolineature, potrebbero trovare opportuna collocazione in un parere ampiamente positivo, anche in considerazione dei nuovi scenari che si delineano, a partire dal 2000, per gli sgravi contributivi e le agevolazioni consentite in sede di Unione Europea.
In relazione, invece, all'obiettivo di proseguire la strada sul decentramento fiscale, il Presidente-relatore mette in luce alcuni rilievi emersi da recenti studi sugli effetti redistributivi delle risorse tributarie dell'Irap, in linea con quanto già prefigurato in sede di svolgimento dell'indagine conoscitiva sul federalismo fiscale: esiste, tra l'altro, il rischio che, senza apportare opportuni correttivi dal punto di vista della perequazione tra regioni, la nuova imposta finisca per ampliare gli squilibri economici esistenti tra le aree ricche e quelle povere del Paese. Da ultimo il Presidente-relatore si sofferma sull'obiettivo di completare il federalismo fiscale, così come delineato nel Documento di programmazione economico-finanziaria. A suo giudizio, vanno pienamente condivisi gli obiettivi di tale riforma: innanzitutto, attuare il principio della corrispondenza, secondo il quale il prelievo autonomo sulle collettività amministrate dovrebbe costituire la forma ordinaria di finanziamento delle spese poste in essere dall'ente locale, dare certezza di finanziamento per gli enti che compongono il sistema delle autonomie ed evitare, infine, che le decisioni di spesa degli enti periferici continuino ad incorporare aspettative di interventi di ripiano a posteriori.
Il Presidente-relatore conclude, quindi, ribadendo un giudizio di pieno apprezzamento sul DPEF, preannunziando la predisposizione di un parere favorevole con le osservazioni che emergeranno nel corso del dibattito, ad integrazione di quelle già in parte formulate.

Interviene il senatore PEDRIZZI, il quale lamenta la ristrettezza dei tempi assegnati per esaminare il Documento di programmazione economico-finanziaria, visto che il Governo intende presentarsi ai primi giorni di maggio alle autorità europee dopo aver ottenuto l'approvazione parlamentare. Si tratta di un obiettivo che non dà assolutamente spazio alla valutazione parlamentare e chiede quindi al Presidente di delineare un iter di esame del Documento che tenga conto di tale esigenza.

Dopo una richiesta di informazioni del senatore PASQUINI, il Presidente ANGIUS informa che la Commissione dovrà esprimere il parere alla Commissione bilancio entro il 28 aprile e che la Commissione di merito riferirà all'Assemblea entro il 30 aprile. È previsto invece l'esame in Assemblea a partire dall'11 maggio, dopo gli incontri del Governo in sede europea. Tutto ciò considerato, propone di proseguire la discussione sul DPEF a partire dalle sedute già fissate per domani alle ore 9 e alle ore 15, e successivamente nella giornata di martedì 28 aprile.

Dopo gli interventi del senatore BONAVITA e del senatore PEDRIZZI, la Commissione conviene con la proposta del Presidente.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,35.