IGIENE E SANITA' (12ª)

MERCOLEDI' 25 MARZO 1998
138ª Seduta

Presidenza del Presidente
CARELLA


La seduta inizia alle ore 15,10.




IN SEDE REFERENTE

(251) DI ORIO ed altri. - Riforma delle professioni infermieristiche.
(431) CARCARINO ed altri. - Riforma delle professioni sanitarie non mediche.
(744) LAVAGNINI. - Riforma delle professioni infermieristiche.
(1648) DI ORIO ed altri. - Istituzione della dirigenza infermieristica.
(1619) SERVELLO ed altri. - Disposizioni di modifica dell'ordinamento della professione infermieristica ed istituzione del corso biennale per il conseguimento della laurea in scienze infermieristiche.
(2019) TOMASSINI ed altri. - Riforma delle professioni sanitarie non mediche.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame sospeso nella seduta di ieri.

Il presidente CARELLA ricorda che nella seduta di ieri la senatrice Daniele Galdi aveva illustrato il testo unificato proposto dal comitato ristretto.
Si apre quindi la discussione.

Il senatore BRUNI, nell'esprimere un giudizio complessivamente favorevole sul testo in esame, chiede però che la relatrice chiarisca la nozione di "autonomia professionale" recata dagli articoli 1, 2, 3 e 4, dal momento che, a suo parere, è necessario precisare come tale autonomia non debba in alcun modo inficiare il ruolo del medico ed il carattere ausiliario alla professione medica rivestito dalle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie.

Il senatore MARTELLI chiede chiarimenti alla relatrice per sapere se il testo in esame abolisca o meno il mansionario degli infermieri che, nella sua rigidità, è stato il principale elemento di ostacolo alla crescita professionale di questa categoria.

Il senatore MANARA ritiene in primo luogo che il problema, che certamente esiste, sollevato dal senatore Bruni, debba essere risolto nel senso di ritenere che l'autonomia professionale degli operatori contemplati nel testo in esame deve sempre sottostare a quella che è l'autonomia decisionale del medico. Egli solleva poi perplessità sulle disposizioni recate dai primi quattro articoli che attribuiscono allo Stato e alle regioni funzioni legislative, di indirizzo, di programmazione ed amministrative per la valorizzazione delle funzioni delle professioni in oggetto. Egli fa presente come tale disposizione possa essere foriera di conflitti fra lo Stato e le regioni, certamente non sempre risolvibili attraverso la mediazione della Conferenza, e quindi di un'impropria avocazione da parte dello Stato.

Il senatore PAPINI ritiene che debbano essere precisate le norme relative all'obbligo del Ministero della sanità di emanare linee-guida per l'attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività delle diverse professioni. Egli infatti rileva che tale disposizione, così come formulata, sembra prefigurare un livello superiore di responsabilità per ciascuna singola area professionale, il che non appare razionale.
Egli concorda poi con le osservazioni del senatore Manara circa il fatto che il testo in esame determini una ingiustificata invasione dello Stato nelle prerogative delle regioni.

Il senatore TOMASSINI ritiene che il testo in esame, nonostante rechi una definizione delle professioni sanitarie non mediche sulla quale non si può che convenire, risulti però inaccettabile per il Gruppo di Forza Italia nella parte in cui prevede l'istituzione della dirigenza e, specularmente, la possibilità per i titolari di diplomi universitari abilitanti all'esercizio della professione stessa di conseguire uno specifico diploma di laurea.
Egli rileva inoltre che il testo in esame trascura il riconoscimento di talune peculiarità, ad esempio il riconoscimento del carattere di attività usurante per talune figure professionali, e non affronti il problema del diritto transitorio per i circa 40.000 infermieri generici tuttora in attività.

Il senatore CAMPUS, pur dando atto alla relatrice di aver svolto un lavoro non facile e per molti versi pregevole, osserva che la formulazione del testo in esame apre non poche problematiche che rimangono irrisolte, dal rapporto tra l'autonomia professionale dei vari operatori sanitari e la specifica responsabilità del medico nell'attività di cura, al rapporto fra lo Stato e le regioni, al coordinamento fra le disposizioni sulla formazione universitaria recate all'articolo 5 e le norme sull'autonomia didattica.

Il senatore CAMERINI ritiene che il testo in esame costituisca uno strumento apprezzabile per promuovere la valorizzazione delle professioni sanitarie non mediche nel quadro della trasformazione avvenuta negli ultimi decenni del ruolo in sanità di tali professioni, che da una funzione meramente ancillare rispetto alla professione medica hanno acquistato una loro autonomia, presupposto indispensabile del miglioramento delle prestazioni offerte dalla sanità ai cittadini.
In proposito, il senatore Camerini cita gli ampi spazi di autonomia attribuiti alle professioni sanitarie in Gran Bretagna dai più recenti programmi di nursing.

Il senatore MONTELEONE invita la Commissione, e in particolare la relatrice, a riflettere sull'opportunità di una migliore definizione dell'autonomia professionale.
In proposito egli osserva che il testo in esame sembra dare per scontato che il contenuto, le caratteristiche e i limiti di tale autonomia siano ormai patrimonio comune della cultura dell'organizzazione sanitaria e che non richiedano una specifica definizione. Al contrario, egli ritiene che tale presunzione non possa essere in alcun modo condivisa, soprattutto perchè i decreti ministeriali che, a partire dal 1994, hanno definito i singoli profili professionali - decreti dai quali il contenuto dell'autonomia professionale andrebbe dedotto - risultano a loro volta forieri di perplessità e incertezze interpretative.
L'opportunità di rivedere tali profili, del resto, si palesa anche in relazione a questioni certamente molto delicate, come quella dell'individuazione dei rischi professionali connessi alle specifiche attività.

La senatrice Carla CASTELLANI concorda con la necessità di una migliore definizione dell'autonomia professionale, in particolare con riferimento alla necessità di evitare conflittualità tra i medici e le altre professioni sanitarie.
A tale proposito ella ritiene che sarebbe anche opportuno individuare una sede nella quale poter svolgere alcune audizioni delle categorie interessate.

Il presidente CARELLA dichiara chiusa la discussione generale.
Nel rinviare ad altra seduta le repliche del relatore e del Governo, egli ritiene opportuno svolgere qualche considerazione di metodo. Egli osserva come già per la seconda volta, dopo l'illustrazione del testo unificato sulla formazione continua del personale sanitario da parte del senatore Camerini, si sia verificato che un testo elaborato da un comitato ristretto - sul quale cioè si presupponeva l'esistenza di una convergenza tra i Gruppi almeno sulle linee generali - sia stato poi rimesso radicalmente in discussione in Commissione, fino ad arrivare a proposte come quella della senatrice Carla Castellani di svolgere nuove audizioni dei rappresentanti di categoria.
Egli si chiede quindi se non sia opportuno contenere il ricorso alla sede ristretta che finisce, di fatto, per rappresentare un inutile allungamento dei tempi di esame dei provvedimenti.

Il senatore TOMASSINI fa presente, in primo luogo, che per quanto riguarda lo specifico provvedimento in esame, il Gruppo di Forza Italia era rappresentato nel comitato ristretto da un senatore che non fa più parte del Gruppo stesso; questa circostanza, unitamente al comprensibile disimpegno del senatore stesso nell'ultimo periodo, ha fatto venir meno il raccordo tra il Gruppo di Forza Italia e l'attività del comitato ristretto, il che spiega perchè la sua parte politica, che pure esprime apprezzamento per taluni aspetti del testo unificato, sia rimasta sostanzialmente estranea alla sua redazione.

La senatrice Carla CASTELLANI fa presente che alle ultime sedute del comitato ristretto, nelle quali è stato redatto il testo unificato, hanno potuto partecipare solo la relatrice e lei stessa. Non è quindi certamente inopportuno poter svolgere un ampio confronto su un testo così innovativo.
In tale ottica, anche la sua proposta di individuare una sede per confrontarsi con le categorie interessate non è certamente peregrina, dal momento che le categorie stesse sono state sentite ormai quasi un anno fa su testi radicalmente diversi da quello illustrato dalla relatrice.

Il senatore MONTELEONE fa presente che, benchè nei comitati ristretti si tenti indubbiamente di conseguire il massimo livello di mediazione, ciò non può far venire meno ragioni anche di fondo di contrapposizione quando, come nel caso di disegni di legge sull'aggiornamento professionale del medico, il testo proposto dal relatore segua una impostazione radicalmente diversa da quella dei presentatori.
D'altra parte non può essere contestata la libertà dei Gruppi e dei singoli senatori di intervenire con proposte migliorative del testo.

Il presidente CARELLA fa presente di aver voluto semplicemente rappresentare il problema dell'utilità dell'esame in sede ristretta, dal momento che esso dovrebbe servire a realizzare almeno un consenso di massima. Se tale scopo non viene raggiunto, è più opportuno che sia il relatore stesso, laddove vi siano più disegni di legge in esame, ad elaborare una proposta sulla quale svolgere il dibattito in Commissione.

Il senatore MANARA concorda con tale osservazione e rileva che il ricorso allo strumento della sede ristretta si è in qualche modo dilatato in questa legislatura, mentre in passato l'uso del comitato ristretto, e della possibilità che esso consente di svolgere informalmente audizioni, era stato limitato a quei disegni di legge, come ad esempio quelli in materia di trapianti o di procreazione medicalmente assistita, che coinvolgevano problematiche complesse ed articolate. Del resto, anche in questa legislatura, il diverso livello di partecipazione dei senatori ai comitato ristretti sulle diverse materie rappresenta una cartina di tornasole dei casi in cui questo strumento regolamentare risulta veramente efficace.

Dopo un intervento del senatore DE ANNA - il quale ritiene che i comitati ristretti siano più utili quando vi siano disegni di legge provenienti tanto dalla maggioranza che dall'opposizione, mentre ciò non avviene quando le iniziative legislative hanno un segno politico affine - il senatore PAPINI osserva che le considerazioni del Presidente sembrano ispirate essenzialmente ad una preoccupazione di efficienza, in quanto i comitati ristretti rallenterebbero il lavoro legislativo.
Egli ritiene però che dal punto di vista dell'efficacia, cioè della capacità di elaborare meglio i testi normativi, il comitato ristretto presenti comunque una sua utilità, dal momento che consente metodologie di lavoro più flessibili rispetto a quelle della Commissione che, giustamente, sono regolamentate secondo una rigida procedura.

Concorda il senatore CAMPUS, il quale ritiene, sulla base della sua personale esperienza, sempre utile il confronto effettuato in comitato ristretto, anche quando non riesce a comporre le diversità di fondo esistenti tra le diverse posizioni, soprattutto per la possibilità che offre di svolgere audizioni che consentano di verificare direttamente le opinioni dei settori sociali interessati.

Il senatore CAMERINI, nel concordare sull'utilità dell'elaborazione che viene effettuata in sede ristretta, osserva che in definitiva, al di là delle diverse posizioni che restano sempre comunque legittime, i momenti di composizione debbano comunque essere ricercati nella comune aspirazione a dare al Paese leggi buone, aggiornate e moderne.

Il presidente CARELLA rinvia il seguito dell'esame dei provvedimenti in titolo.

La seduta termina alle ore 16,10.