TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

GIOVEDI' 15 FEBBRAIO 2001

496ª Seduta

Presidenza del Presidente

GIOVANELLI

Interviene il ministro alle politiche agricole e forestali Pecoraro Scanio.

La seduta inizia alle ore 9,05.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il presidente GIOVANELLI fa presente che è stata avanzata, ai sensi dell'articolo 33, quarto comma, del Regolamento, la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo per lo svolgimento dell’interrogazione all'ordine del giorno. Avverte che, informato della richiesta anzidetta, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso. Non facendosi osservazioni, la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo si intende accolta e conseguentemente viene adottata detta forma di pubblicità.

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione

Il ministro PECORARO SCANIO risponde all’interrogazione 3-04200, presentata dai senatori Maggi e Specchia e concernente gli interventi posti in essere dal Ministro delle politiche agricole nei confronti della ricerca sulle biotecnologie, ringraziando in primo luogo i presentatori per avergli offerto l’opportunità di far chiarezza in una sede formale su questioni che hanno formato oggetto in questi giorni di ampie discussione sugli organi di informazione. L’occasione è quindi utile per chiarire come le affermazioni secondo le quali sarebbero saltati taluni programmi, sarebbero stati chiusi laboratori e licenziati ricercatori grazie ad ordini diffusi per vie brevi dal Ministero da lui diretto, siano assolutamente destituite di qualsiasi fondamento. Un funzionario che avesse fatto ricorso a strumenti informali di tale gravità si sarebbe infatti esposto al rischio dell’immediata rimozione. I presentatori dell’interrogazione dovrebbero quindi riferire chi abbia messo in giro voci palesemente false, e quindi calunniose.
In merito all’attività di ricerca e sperimentazione agraria per la realizzazione di piante geneticamente modificate, con il decreto del Ministro delle politiche agricole n. 50931 del 12 luglio 2000 sono stati definiti i criteri e gli indirizzi politici in materia, ammettendo, tra l’altro, al finanziamento programmi finalizzati di ricerca, con particolare riferimento all’uso di tecnologie genetiche, ma escludendo il ricorso alla sperimentazione di organismi geneticamente modificati in campo aperto. Tale decisione si fonda sull’orientamento affermatosi in ambito comunitario secondo il quale la ricerca, la sperimentazione e l’impiego degli organismi geneticamente modificati devono essere regolamentati, in campo agricolo, avendo come punti di riferimento il principio di precauzione ed il Protocollo di Biosicurezza.
Tale decreto, oltretutto, è in piena sintonia con gli orientamenti emersi in sede parlamentare al momento del conferimento della fiducia al Governo Amato, orientamenti più volte ribaditi in mozioni parlamentari, nonché nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva svolta dalla commissione agricoltura della Camera dei deputati.
Il citato decreto, in effetti, presentava una imprecisione dovuta ad un errore materiale, parlandosi di “sperimentazione di OGM in campo agricolo”, imprecisione che è stata successivamente corretta con il decreto ministeriale n. 51975 del 14 novembre 2000, che ha precisato che si intendeva parlare delle biotecnologie che escludono la sperimentazione in campo aperto. Pertanto, il Ministero ha provveduto a finanziare già alcuni progetti di ricerca e sperimentazione agraria che faranno uso di biotecnologie e OGM, ma in ambiente confinato. Anzi, a seguito dell’accordo raggiunto tra il Governo ed una delegazione di esponenti del mondo scientifico, la sperimentazione di organismi geneticamente modificati in campo aperto sarà possibile attraverso un esperimento che verrà avviato sotto la supervisione di un comitato di esperti; tale esperimento servirà soprattutto a valutare i rischi esistenti e a stabilire le regole di precauzione.
Alla luce di quanto detto – prosegue il Ministro – è evidente come le calunniose affermazioni fatte nei suoi confronti siano del tutto fantasiose, frutto probabilmente del tentativo di forzare la mano al Ministero delle politiche agricole allo scopo di ottenere il finanziamento di alcune ricerche e non di altre. La stessa professoressa Rita Levi Montalcini ha espresso il proprio apprezzamento per l’operato del Dicastero da lui presieduto, Dicastero che su 230 miliardi disponibili per l’anno in corso, su suo personale impulso, ha destinato ben 68 miliardi alla ricerca scientifica. Oltretutto, lo stesso Parlamento europeo ha assunto sugli OGM una posizione ancor più restrittiva di quella propria del Ministero delle politiche agricole e forestali.
Appare a questo punto opportuno chiarire che le sperimentazioni di OGM in campo aperto, in realtà, vìolano la libertà degli agricoltori e dei consumatori, che devono vedersi tutelato il proprio diritto a non ricorrere a materiale transgenico. Infatti, applicazioni in campo aperto possono condurre all’involontario sconfinamento di OGM, senza reali possibilità di controllo. I consumatori, in particolare, dovrebbero esser messi in grado di sapere se i prodotti alimentari in vendita provengano da cicli produttivi esenti o meno da OGM, mediante, ad esempio, l’indicazione espressa nelle etichette. Questa tematica è particolarmente sentita in Italia, contraddistinta dalla presenza massiccia di produzioni di qualità, a denominazione di origine e da agricoltura biologica; tali comparti produttivi, difatti, non possono che essere danneggiati dal ricorso agli OGM.
Tornando al merito dell’interrogazione presentata, il Ministro fa presente di aver incaricato gli uffici di far accertamenti sulla questione riguardante il ricercatore citato nel testo, che personalmente non conosce. Per altro verso, al di là delle sperimentazioni condotte clandestinamente da imprese private e sulle quali sarebbe opportuno fare piena luce, va detto che alcuni esperimenti in campo aperto con l’uso di OGM sono già in corso, ed il controllo su di essi è di competenza del Ministero dell’ambiente.

Il senatore MAGGI, nel ringraziare il Ministro per la risposta fornita all’interrogazione da lui presentata, coglie l’occasione per far presente che in realtà l’intento dei presentatori era quello di mettere in discussione non già la persona del titolare del Dicastero delle politiche agricole e forestali, quanto la politica della ricerca condotta in Italia. Su tale argomento sarebbe opportuno promuovere un ampio dibattito parlamentare in Assemblea, di modo che tutte le forze politiche possano esporre responsabilmente le proprie posizioni.
In materia di ricerca scientifica si pone, oggi più che mai, il problema di far chiarezza sul rapporto fra scienza ed etica, nella considerazione che se costruire il sapere è di competenza del mondo scientifico, l’uso corretto delle conoscenze acquisite rappresenta un problema eminentemente culturale; si tratta pertanto di distinguere fra le responsabilità della scienza e le responsabilità della politica, tenendo sempre presente che quella del controllo del sapere è una questione cruciale per qualsiasi società.
Se talune iniziative adottate dal Ministro delle politiche agricole hanno provocato la pronta reazione del mondo scientifico italiano, in realtà il problema è rappresentato dalla evidente confusione che contraddistingue l’operato del governo Amato nel suo complesso. Resta comunque il fatto che l’approccio del Ministro delle politiche agricole e forestali alle problematiche del mondo scientifico è stato politicamente discutibile.

Il presidente dichiara chiusa la procedura informativa.

La seduta termina alle ore 9,50.