FINANZE E TESORO (6ª)

MERCOLEDI' 24 MARZO 1999

244a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ANGIUS


La seduta inizia alle ore 9.

Interviene il sottosegretario di Stato per le finanze Vigevani.


IN SEDE REFERENTE

(3607) ASCIUTTI ed altri. - Modifica all'articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, in materia di esenzione dall'ICI della prima casa di abitazione
(Esame e rinvio)

Riferisce alla Commissione il senatore GAMBINI, il quale fa presente che l'iscrizione all'ordine del giorno del disegno di legge discende dalla applicazione delle nuove disposizioni dell'articolo 53 del Regolamento concernenti la predisposizioni del programma dei lavori dell'Assemblea laddove, in omaggio alle prerogative della opposizione, si prevede l'esame in Assemblea di disegni di legge e documenti presentati dai gruppi di opposizione.
L'articolo 1 del disegno di legge prevede l'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili per le unità immobiliari adibite ad abitazione principale, purchè classificate nelle categorie catastali delle abitazioni di tipo civile, economico, popolare, ultrapopolare, rurale e abitazione in villini. Si inserisce così una ulteriore tipologia degli immobili esentati dall'imposta, che differisce notevolmente dalle previsioni recate dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 504 il quale riferimento agli immobili posseduti dagli enti pubblici, ovvero a immobili destinati ad esercizio di culto di proprietà della Santa Sede, ovvero ancora inagibili o inabitabili: la normativa vigente, cioè, fa riferimento alla destinazione degli immobili esentati e non alla categoria catastale.
L'articolo 2 prevede, invece, la norma di copertura delle minori entrate, con il ricorso allo stanziamento del Fondo speciale, utilizzando tra l'altro l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali, che non appare corretto, in quanto sarebbe stato più opportuno prevedere esplicitamente un incremento dei trasferimenti erariali a copertura delle minori entrate degli enti locali. Il relatore si sofferma quindi sulle motivazioni, contenute nella relazione illustrativa, in particolare sul richiamo del rispetto ai principi costituzionali recati dagli articolo 47 e 53 della Costituzione.
A giudizio dell'oratore, le ragioni che motivano le perplessità circa la proposta avanzata dall'opposizione in materia di tassazione degli immobili sono molteplici ed investono diversi profili.
Prima di tutto va considerato il peso del gettito dell'ICI relativamente alla prima casa che, secondo stime riferite al 1996, raggiunge circa il 30 per cento del gettito complessivo dell'imposta comunale sugli immobili, per un ammontare superiore ai 4.000 miliardi. Tale stima, pure in presenza di interventi normativi dell'ultimo anno, può ragionevolmente essere considerata attuale. D'altro canto, il gettito complessivo dell'ICI a partire dalla sua istituzione è risultato sempre in crescita, anche grazie ad un'efficace lotta all'evasione fiscale posta in essere dagli enti locali. La proposta, quindi, intende sostanzialmente incrementare i trasferimenti erariali agli enti locali, con un'inversione di tendenza rispetto agli orientamenti legislativi ormai prevalenti, volti a ridurre il peso della finanza derivata e ad aumentare, contestualmente, l'autonomia impositiva degli enti locali. Ed è proprio il riflesso negativo che avrebbe l'articolo 1 del disegno di legge sull'autonomia finanziaria dei comuni a costituire il motivo di maggiore perplessità. L'attuale disciplina dell'imposta comunale sugli immobili consente ad ogni ente locale una gamma di opzioni per calibrare il prelievo tributario sull'immobile, abitato o locato, tale da esaltare il carattere autonomo dell'ICI, la cui natura di tributo locale viene rappresentata dallo stretto collegamento tra la territorialità del bene inciso e i servizi erogati sul territorio dall'ente locale. L'autonomia impositiva dei comuni ha trovato un'ulteriore conferma, da ultimo, nella legge relativa alle locazioni immobiliari, laddove si prevede una modifica delle aliquote a favore dei proprietari che siglano contratti di locazione secondo le condizioni previste da accordi definiti in sede locale. Bisogna inoltre ricordare che la disciplina vigente (articolo 58 del decreto legislativo n. 446 del 1997) già consente ai comuni di esentare totalmente dall'imposta particolari categorie di cittadini. Anche rispetto a tale profilo, la proposta in esame deresponsabilizzerebbe gli enti locali, che invece sono impegnati in un'azione di recupero dell'evasione e contestuale applicazione selettiva e flessibile delle imposte. In conclusione, egli ricorda che anche il disegno di legge ordinamentale fiscale (A.S. n. 3599) ha previsto una delega al Governo per la revisione della tassazione sugli immobili che ha, tra l'altro, tra i principi e i criteri direttivi la modifica delle aliquote ICI in relazione alla revisione degli estimi catastali.
Per le considerazioni esposte egli ritiene, quindi, che il provvedimento, pur intervenendo in una materia meritevole di approfondimento e di discussione parlamentare, proponga una misura non condivisibile.

Si apre il dibattito.

Il senatore COSTA ricorda le censure di incostituzionalità da più parti avanzate relativamente all'imposta comunale sugli immobili riferita all'abitazione principale, illegittimità costituzionale derivante dal fatto che il prelievo tributario non colpisce il reddito, bensì il patrimonio, visto che milioni di lavoratori hanno scelto l'investimento nella casa di abitazione come unica forma di valorizzazione del proprio risparmio. Non si tratta quindi di colpire la capacità contributiva, ma di penalizzare il frutto del risparmio. A suo giudizio, non colgono nel segno neppure i richiami all'autonomia impositiva dei comuni: poichè il gettito dell'ICI costituisce ormai l'unica vera entrata per i bilanci comunali, a fronte della progressiva e continua riduzione dei trasferimenti erariali, gli enti locali non hanno alcuna facoltà di variare, se non verso l'alto, le aliquote dell'ICI. La propria parte politica ha, quindi, inteso riproporre all'attenzione del dibattito parlamentare la necessità di riformare in profondità la pubblica Amministrazione per consentire quel recupero di efficienza e produttività tale da fare recuperare risorse pubbliche per alleggerire finalmente la pressione fiscale, prima di tutto quella che colpisce i proprietari dell'abitazione principale.

Il senatore VENTUCCI ritiene che la pressione fiscale gravante sui contribuenti e sulle imprese, inglobando anche la tassa occulta della inefficienza burocratica e dei disservizi, non possa più essere tollerata. A suo giudizio, la proposta della propria parte politica, che andrebbe forse per alcune parti meglio formulata, ha lo scopo di sollecitare il Governo e la maggioranza a prestare maggiore attenzione al prelievo tributario che grava sui contribuenti con redditi bassi e, soprattutto, sulla iniquità di un prelievo tributario che colpisce la dimora adibita ad abitazione principale.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.