SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIII LEGISLATURA --------------------

3a Commissione permanente
(AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE)

309a seduta: martedì 25 luglio 2000, ore 15
310a seduta: mercoledì 26 luglio 2000, ore 15

ORDINE DEL GIORNO

MARTEDI'



PROCEDURE INFORMATIVE


Seguito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti della politica estera italiana. Audizione del dirigente dell'Ufficio debito internazionale, crediti all'esportazione e relazioni finanziarie bilaterali del Dipartimento del Tesoro. Audizione svolta


MERCOLEDI'

IN SEDE REFERENTE


Seguito dell'esame del disegno di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dello Zimbabwe in materia di promozione e protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto ad Harare il 16 aprile 1999 - Relatrice alla Commissione DE ZULUETA.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 6a e della 10a Commissione)
(4634)

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.
INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

        BARRILE. – Al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all’estero. – Premesso che sul giornale di lingua italiana «La voce d’Italia» di Caracas (Venezuela), del 22 giugno 1998, è stato pubblicato un articolo, a firma di un componente del Comites di Caracas, dottor Sergio Timpanaro, dal quale tra l’altro si evince quanto segue:

        «Negli ultimi anni la comunità che vive e lavora in Venezuela è stata vittima di persone senza scrupoli che si sono infiltrate nelle istituzioni rappresentative alla ricerca di facili guadagni. Purtroppo si conoscono i misfatti ma non i responsabili. Nel 1995 i soliti ignoti importavano antennine di RAI America già in disuso per rivenderle in Venezuela, sapendo che la dottoressa Buttiglione, direttrice di RAI International, nel dicembre del ’94, a San Paolo, durante la preconferenza dell’informazione italiana nel mondo, aveva annunciato ufficialmente che nel giro di pochi mesi le vecchie antennine sarebbero state sostituite dalla tecnologia digitale, disponibile in Venezuela attraverso partner locali come Direc TV, Cable Visió, eccetera. E così fu. Il costo per la comunità fu di circa 4.000 danneggiati.
            Subito dopo furono presi di mira i contributi ministeriali per i corsi di lingua e cultura italiane e l’acquisto dei computer multimediali. Stando alle denunce, i più furbi facevano nascere dal nulla gli enti gestori. Poi, al momento di chiedere i contributi, gonfieremo i costi di gestione, il numero dei corsi, degli alunni, e così via. Qualche «santo» li aiutava a farsi approvare i contributi e così incassavano ingenti somme rispetto ad altri enti che da tempo operano in posti dove risiedono moltissimi connazionali. È bene sapere che il Centro italiano e l’ODICI di Porlamar (dove gli italiani, pur contando i turisti, sono pochi) tra il ’96 e il ’97 hanno incassato contributi per complessivi 650 milioni di lire circa; mentre il Centro italiano di Caracas, che alberga più di 3.000 famiglie italiane, ha ricevuto 48 milioni in tutto.
        Nello stesso periodo si sono tenuti a Porlamar i corsi annuali di aggiornamento per gli insegnanti a un costo di circa 170 milioni col risultato, noto a tutti, che alla fine gli insegnanti non erano in grado di far funzionare i computer multimediali che dovevano servire da sostegno ai corsi di lingua e cultura italiane.
        Per l’anno 1998 il Ministro degli affari esteri ha negato i contributi all’ODICI e ad altri enti; dal che si evince che le denunce fatte erano fondate. Però non basta negare i contributi a chi non li merita; non meno importante è il recupero delle ingenti somme assegnate indebitamente tra il 96 e il ’97; inoltre i responsabili vanno smascherati e neutralizzati. I contributi statali, se gestiti con trasparenza, giovano alla comunità, diversamente la danneggiano demoralizzando gli enti che lavorano con serietà.
        Recentemente in seno al Comites di Caracas sono state presentate nuove denunce contro le violazioni alle norme sulla cooptazione ordite dal gruppo minoritario dei disertori della ex Lista 2 capeggiato dal presidente Moceri il quale pretende così di consolidare il «potere» slealmente ottenuto. Ai superstiti della ex lista 2 (la quale ricevette i due terzi del voto popolare) non è rimasta altra strada se non quella di adire dignitosamente i tribunali competenti, allo scopo di far rispettare le leggi vigenti a tutela dei legittimi interessi della comunità che li ha eletti.
        A questo punto non resta che attendere con fiducia le decisioni del TAR di Roma.»;
        considerato che la gravità dei fatti denunciati impone un’attenta verifica da parte del Ministero, onde accettare i fatti esposti in premessa,
        si chiede di sapere quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per l’accertamento della verità circa i fatti denunciati e accertando, altresì, il ruolo svolto dal consolato generale di Caracas e dal Ministro degli affari esteri nel periodo in esame.


(3-02854)

        SQUARCIALUPI, VOLCIC, CORRAO. – Ai Ministri degli affari esteri e delle finanze. – Premesso:

            che in seguito al massiccio esodo di profughi dal Kosovo un’enorme quantità di aiuti umanitari si è riversata in Albania dove operavano organizzazioni non governative di vari paesi, organizzazioni non governative albanesi e miste;
            che durante la permanenza dei profughi, ma anche dopo il loro ritorno in Kosovo, era stata rilevata una diminuzione nell’importazione di beni di prima necessità dato che molti aiuti finivano sul mercato, frodando, oltrettutto, le dogane albanesi;
            che il governo albanese, col sostegno del CAM – organo della Commissione europea per il ripristino della dogane albanesi – compilavano un rapporto per conoscere la dimensione del fenomeno «frodi» che, da indiscrezioni, puntava il dito su varie organizzazioni non governative internazionali ed albanesi;
            che alle ripetute interrogazioni poste nel Parlamento europeo alla Commissione europea la risposta è stata sempre che il rapporto in questione era di proprietà del governo albanese e che quindi non poteva essere reso noto; anche il Ministero delle finanze rispondeva di non possedere il testo di tale rapporto,
        si chiede di sapere se non si ritenga necessario che, per fare chiarezza sulla destinazione distorta degli aiuti umanitari in Albania, nella quale pare non siano coinvolte organizzazioni non governative italiane, sia richiesto al governo albanese il testo del rapporto in questione per verificare le reali responsabilità nella distorsione di grandi quantità di aiuti umanitari.


(3-03743)

        CARUSO Luigi. – Al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all’estero. – Premesso:

            che il giornale italo-venezuelano di Caracas «La Voce di Italia» ha manifestato forti dubbi in merito alla corretta utilizzazione della somma di circa due miliardi, stanziata dal Ministero in indirizzo per finanziare l’acquisto di apparecchiature multimediali da parte di enti che gestiscono corsi di lingua italiana in Venezuela;
            che il predetto quotidiano ha apertamente parlato, tranne che per due soli enti, di spese «gonfiate» o addirittura inesistenti;
            che tali articoli non hanno ricevuto ancora alcuna smentita;
            che appare assolutamente squilibrato il trattamento riservato ai distretti di Maracaibo (400 milioni per 4.000 partecipanti) e di Caracas (1.500 milioni per 6.000 partecipanti);
            che tali oscuri fatti sono stati comunicati al Ministero, in via formale, dal consigliere CGIE Enzo Papi,
        si chiede di conoscere se il Ministro in indirizzo intenda verificare quanto denunciato e quali iniziative intenda adottare per eliminare gli eventuali abusi, perseguendone i responsabili nelle opportune sedi.


(3-03818)

        MARCHETTI, RUSSO SPENA. – Al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all’estero. – Per conoscere quali iniziative abbia intrapreso il Ministro in indirizzo allo scopo di accertare la veridicità, e le eventuali conseguenze, della denuncia fatta, prima dall’autorevole giornale italo-venezuelano di Caracas, poi nella sede del Consiglio generale degli italiani all’estero dal rappresentante del Venezuela, di possibili irregolarità nella gestione del cospicuo finanziamento (quasi due miliardi) destinato alle attrezzature degli enti preposti alla gestione dei corsi di lingua italiana;

            rilevato che gli interrogativi posti da un organo di stampa e da un membro del Consiglio generale degli italiani all’estero in sede ufficiale non possono essere ignorati e non trovare risposta soddisfacente, sì da non lasciare ombra alcuna sulla utilizzazione dei fondi, la cui destinazione appare da una parte esorbitante, mentre, dall’altra, si lamentano carenze intollerabili nei servizi dovuti alle nostre comunità all’estero,
        si chiede di sapere quindi se non si intenda sollecitare una rigorosa verifica riguardante la situazione del Venezuela e, eventualmente, analoghe situazioni in altri paesi e continenti, stabilendo le responsabilità del controllo e le garanzie democratiche che non possono non presiedere alla gestione degli stanziamenti di bilancio destinati all’emigrazione italiana nel mondo.


(3-03819)

        SALVATO. – Ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all’estero e di grazia e giustizia. – Premesso:

            che la setta Orizzonti nuovi è nata in Italia quale derivazione della setta Bambini di Dio, é operante in Italia, Venezuela e Filippine; il nome giuridico dell’associazione è Associazione di studi cristiani;
            che il suo capo fondatore è il signor Domenico Di Maio, nato il 14 maggio 1956 e residente in Allerona (Orvieto); il suo presidente è Debora Acquaroli;
            che entrambi sono coinvolti in procedimenti penali riguardanti cause patrimoniali inerenti proprietà dei soci e violenze sessuali su minori;
            che la setta si mantiene con il sistema delle questue a favore dei bambini del Venezuela, pur non risultando questo dagli atti formali della comunità;
            che attualmente la comunità ha subito forti crisi per gli scandali succedutisi nel tempo; permane una sede a Caracas e a Los Teques in Venezuela con 5 o 6 adulti e circa 20 bambini di cui almeno una quindicina di nazionalità italiana;
            che la comunità è conosciuta e riconosciuta dall’ambasciata italiana in Venezuela in quanto ha richiesto ed ottenuto l’autorizzazione scolastica dalla dottoressa Angela Martino, direttrice didattica presso il consolato generale d’Italia a Caracas, come risulta dagli atti processuali esibiti nel procedimento penale dalla parte civile; la stessa direttrice avrebbe riscontrato un buon clima nella scuola;
            che i fuoriusciti dalla setta hanno riferito al tutore pubblico per l’infanzia della regione Friuli che la comunità utilizza metodi contrari al rispetto dei diritti umani fondamentali, in quanto i responsabili leggono la corrispondenza dei membri della comunità e controllano le telefonate; ai minori viene preclusa qualsiasi forma di socializzazione con persone non aderenti; viene impedito ai genitori di riconoscere i propri figli naturali in quanto vi è il riconoscimento legale imposto da parte del capo della setta;
            che il signor Giorgio Fabbro, mentre era all’interno della comunità, ha avuto tre figli a seguito di una relazione con la signora Isabel Maria Gomez Gonzales, che attualmente hanno 13, 14 e 15 anni (Dulcinea, Abner, Katrina); il signor Fabbro è stato inviato dalla comunità nelle Filippine per scopi definiti umanitari e successivamente ha ivi contratto matrimonio con la signora Caparesi, con la quale ha deciso di abbandonare la setta e tornare in Italia; Abner ha seguito il padre naturale, mentre le figlie sono tutt’ora in Venezuela e viene loro impedito ogni rapporto con il signor Fabbro,
        si chiede di sapere:
            quali siano le iniziative che il Ministro degli affari esteri intenda intraprendere per verificare le reali attività della setta in Venezuela e se non sia il caso di negare l’autorizzazione scolastica alla comunità, qualora risultino fondate le denunce di gravi violazioni dei diritti umani da parte dei fuoriusciti della setta;
            quale sia lo stato dei procedimenti penali che vedono coinvolti i responsabili della setta Orizzonti nuovi e per quale motivo venga impedito al signor Fabbro di incontrare le sue due figlie in Venezuela.


(3-03820)

        MIGONE, DE ZULUETA, CORRAO. – Al Ministro degli affari esteri. – Premesso:

            che ormai da molti mesi e da più fonti, anche a mezzo stampa locale, giungono notizie di sprechi di denaro pubblico, malversazioni e disservizi perpetrati ai danni della comunità italiana in Venezuela;
            che tali attività improprie e illegali hanno interessato anche comparti della pubblica amministrazione; in particolare enti gestori sorti dal nulla – e di titolarità incerta – hanno avuto la possibilità di attingere a fondi ministeriali gestiti
in loco destinati all’insegnamento della lingua e della cultura italiana; vi sono stati corsi pagati e mai svolti, acquisto di materiali obsoleti e non rispondenti alle esigenze didattiche, costi di gestione e numero di corsi ed alunni palesemente gonfiati;
            che a tali situazioni, ripetutesi almeno fino al 1997, ha cercato di porre rimedio l’attuale gestione diplomatica e consolare italiana in Venezuela,
        gli interroganti chiedono di sapere:
            se rispondano a verità tali notizie;
            se sia in passato mancata, e per quali ragioni, l’opera di indirizzo, vigilanza e controlo, compito precipuo delle nostre rappresentanze nei confronti di connazionali e non all’estero;
            infine, quale sia la situazione attuale e quali strumenti di ispezione e indagine siano stati posti in essere dal Ministero degli affari esteri per individuare e, se del caso, deferire agli organi competenti – disciplinari e giudiziari – gli autori di tali atti.


(3-03821)

    –SERVELLO. – Ai Ministri degli affari esteri e delle finanze. – Per conoscere il contenuto del rapporto redatto dal CAM, missione della Commissione europea impegnata in Albania per la ricostruzione delle dogane, e per sapere quali siano le valutazioni del Governo italiano in ordine al comportamento di talune organizzazioni non governative, non solo albanesi, nella gestione del complesso fenomeno dei profughi in Kosovo.

(3-03822)