IGIENE E SANITÀ (12a)
MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 1998

184a Seduta
Presidenza del Presidente
CARELLA

Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Bettoni Brandani.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione della somma di lire 2.500.000.000, relativa al capitolo 1230 dello stato di previsione del Ministero della sanità, recante «Somma da erogare a enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi», tra la Lega italiana per la lotta contro i tumori ed il Centro internazionale di ricerche per il cancro con sede in Lione (n. 334)
(Parere al Ministro della sanità, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549: favorevole)
(R139 b00, C12a, 0009o)

Riferisce alla Commissione il presidente CARELLA ricordando che l'articolo 3 della legge n. 67 del 1963 ha istituito un capitolo di spesa dello stato di previsione del Ministero della sanità, il capitolo n. 2588, per la concessione di un contributo alla Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Successivamente la legge n. 947 del 1967 ha istituito un analogo capitolo di spesa, il capitolo n. 2593, per la concessione di un contributo finanziario dell'Italia al Centro internazionale di ricerca per il cancro con sede in Lione.
Il comma 40 dell'articolo 1 della legge n. 549 del 1995 ha disposto che gli importi di contributi dello Stato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi dovessero essere iscritti in un unico capitolo dello stato di previsione di ciascun ministero interessato, con il conseguente obbligo per il Ministro competente, di concerto con il Ministro del tesoro, di effettuare annualmente il relativo riparto, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. I due capitoli 2588 e 2593 sono stati così unificati nel capitolo 1230 dello stato di previsione del Ministero della sanità, per il quale la legge di approvazione del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 1998 prevede uno stanziamento di lire 2.500.000.000.
Il Ministro della sanità, di concerto con il Ministro del tesoro, propone di ripartire in eguale misura tra i due enti la somma iscritta nel suddetto capitolo e quantifica pertanto il contributo in lire 1.250.000.000 tanto per la Lega italiana per la lotta contro i tumori, quanto per il Centro internazionale di ricerca per il cancro.
Il presidente Carella, dopo aver osservato che tanto la somma stanziata quanto il riparto tra i due enti sono uguali rispetto allo scorso anno, propone alla Commissione di esprimere un parere favorevole.

Il senatore MANARA chiede chiarimenti in ordine all'attività del Centro internazionale di Lione e pone un problema circa l'opportunità, nel riparto delle risorse finanziarie in oggetto, di destinarne una parte a favore di un centro internazionale piuttosto che di un analogo istituto nazionale.

Il presidente CARELLA, pur valutando legittimo il quesito avanzato dal senatore Manara, afferma di non disporre di dati che attestino eventuali richieste di finanziamento avanzate da altri enti nazionali, rilevando tuttavia che è possibile valutare l'attività dei due istituti interessati dallo schema di decreto in base ai consuntivi presentati.

La senatrice BERNASCONI, ricordato come già lo scorso anno durante l'esame dell'analogo provvedimento governativo fossero state sollevate le medesime obiezioni, fa presente che la quasi totalità degli istituti italiani di ricerca in campo oncologico hanno lo statuto di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e, in quanto tali, sono destinatari di un apposito finanziamento da parte del Ministero della sanità. Osserva peraltro che la Lega italiana per la lotta contro i tumori svolge un'importante attività di informazione.

Dopo che il senatore MONTELEONE ha rilevato l'opportunità che il Governo fornisca dati sulle contribuzioni di cui godono enti ed istituti simili alla Lega italiana per la lotta contro i tumori, il sottosegretario BETTONI BRANDANI dichiara che questo tipo di associazioni non riceve fondi dal Ministero ma liberi contributi di privati cittadini, mentre per quanto concerne la concessione del patrocinio per la raccolta di fondi il Ministero segue precisi criteri legati al carattere scientifico delle iniziative.

Il senatore MONTELEONE ritiene comunque che l'argomento sia meritevole di un ulteriore approfondimento, che la Commissione potrà utilmente svolgere in altra sede.

Il senatore TOMASSINI, premesso di non avere nulla in contrario da osservare circa la destinazione dei fondi di cui allo schema di decreto in titolo, sottolinea invece l'esigenza che, attraverso uno specifico dibattito, la Commissione approfondisca le problematiche connesse ai criteri con i quali viene concesso il patrocinio per la raccolta di fondi e al controllo della loro effettiva destinazione finale. Tale riscontro dovrebbe essere esteso anche alle risorse del Fondo sanitario nazionale destinate alla ricerca.

Il senatore CAMPUS, pur riconoscendo che la destinazione dei fondi in discussione deriva da norme di legge, osserva che in simili circostanze la Commissione non è realmente in grado di esprimere un parere su scelte del Governo che celano la loro sostanziale discrezionalità dietro la complessità dei documenti di bilancio. Ci si chiede, in particolare, se la Lega italiana per la lotta contro i tumori non possa aver diritto all'intero stanziamento previsto dal capitolo di bilancio 1230, e se gli impegni nei confronti del Centro di Lione non possano venire soddisfatti ricorrendo ad un altro capitolo di bilancio. Nè si può trascurare l'esigenza di compiere uno sforzo per sostenere l'attività anche di altri enti benemeriti, quale ad esempio l'Associazione italiana per la leucemia.
Sulla base delle motivazioni illustrate, il senatore Campus annuncia l'astensione del Gruppo di Alleanza Nazionale.

Il sottosegretario BETTONI BRANDANI dichiara di condividere l'invito del senatore Campus a rivedere ed aggiornare complessivamente la situazione concernente la problematica richiamata.

Il presidente CARELLA, pur sottolineando il rilievo del tema sollevato, ricorda che in questa sede la Commissione è chiamata ad esprimere un parere su scelte in realtà già operate dal Parlamento in sede di legge finanziaria.

Dopo che il senatore MANARA ha annunciato il proprio voto favorevole in considerazione del chiarimento testè fornito dal presidente Carella e i senatori DE ANNA, TOMASSINI e BRUNI hanno annunciato la loro astensione, la Commissione dà mandato al relatore di esprimere un parere favorevole sulla proposta di ripartizione in titolo.

Schema di regolamento per l'attuazione delle direttive 92/117/CEE e 97/22/CE concernenti le misure di protezione dalle zoonosi specifiche e la lotta contro gli agenti zoonotici specifici negli animali e nei prodotti di origine animale (n. 333)
(Parere al Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 aprile 1998, n. 128: favorevole)
(R144 003, C12a, 0012o)

Riferisce alla Commissione il presidente CARELLA facendo in primo luogo presente che la legge comunitaria per il 1993 prevede che l'attuazione della direttiva 92/117/CEE, riguardante le misure di protezione dalle zoonosi specifiche negli animali o nei prodotti di origine animale, avvenga mediante regolamento autorizzato allo scopo di evitare focolai di infezione o intossicazioni alimentari.
Per la mancata attuazione della direttiva la Corte di Giustizia europea ha emesso, in data 23 novembre 1997 una sentenza di condanna. Peraltro in relazione alle difficoltà di applicazione pratica delle misure previste dalla citata direttiva l'Unione Europea ha ritenuto di apportarvi alcune modifiche con la direttiva 97/22/CE, prevedendo altresì un riesame delle misure medesime.
Con la direttiva di modifica il Consiglio ha stabilito il differimento di alcuni adempimenti ed inoltre ha apportato una modifica all'allegato III in base alla quale gli Stati membri hanno possibilità di derogare all'abbattimento e alla distruzione degli animali presenti in aziende infette. Come previsto dalla direttiva 97/22/CE, entro il 1 giugno 1998 l'Unione Europea doveva pronunciarsi sulla revisione della direttiva in questione, anche in merito al controllo delle salmonelle nel pollame. Tale slittamento ha consentito al Ministero della sanità di predisporre il programma di cui all'allegato III della direttiva stessa tenendo conto di tale revisione.
Il presidente Carella si sofferma poi sul contenuto dello schema di regolamento, il quale consta di undici articoli e quattro allegati.
Propone quindi, anche sulla scorta delle osservazioni favorevoli trasmesse dalla Giunta per gli affari delle Comunità Europee, di esprimere un parere favorevole.

Senza discussione la Commissione approva.

IN SEDE REFERENTE
(3187) Proroghe di termini e disposizioni urgenti in materia sanitaria e di personale
(Seguito dell'esame e rinvio. Richiesta di trasferimento alla sede deliberante)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 12 maggio 1998.

Il presidente CARELLA ricorda che il provvedimento in titolo, inizialmente assegnato alla Commissione in sede deliberante, era stato rimesso all'Assemblea, a norma dell'articolo 35 del Regolamento, su richiesta del senatore Campus e di altri senatori del Polo. L'esame era quindi proseguito in sede referente ed, essendo state svolte le repliche alla discussione generale, era stato fissato il termine, ormai scaduto, per la presentazione degli emendamenti.

Il senatore TOMASSINI, a nome di Forza Italia, richiede una nuova assegnazione del provvedimento in sede deliberante, sulla base di un riesame della materia interessata e del riconoscimento dell'effettiva urgenza di prorogare alcuni termini. Ritiene però indispensabile disporre la riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti, anche alla luce di nuove esigenze emerse.

Il senatore CAMPUS si associa alle dichiarazioni del senatore Tomassini.

La senatrice BERNASCONI concorda, a nome del Gruppo Democratici di Sinistra - l'Ulivo, sia in ordine alla richiesta di trasferimento alla sede deliberante del disegno di legge sia in ordine all'esigenza di fissare un nuovo termine per la presentazione di emendamenti.

Anche il sottosegretario BETTONI BRANDANI si dichiara d'accordo a nome del Governo.

Il presidente CARELLA, riservandosi di acquisire l'assenso degli altri Gruppi per la richiesta, ai sensi dell'articolo 37, comma 1, del Regolamento, di nuova assegnazione in sede deliberante, indica come nuovo termine per la presentazione degli emendamenti quello di mercoledì 7 ottobre alle ore 18.

IN SEDE CONSULTIVA
(79) D'ALESSANDRO PRISCO ed altri. - Norme per la sicurezza e prevenzione degli incidenti negli ambienti di civile abitazione
(125) MANIERI ed altri. - Norme sull'indennità di maternità e sull'indennizzo in caso di infortunio alle casalinghe
(924) COSTA. - Norme a tutela delle casalinghe per infortuni nel lavoro domestico
(3362) Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell'assicurazione contro gli infortuni domestici, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione di un disegno di legge d'iniziativa governativa e dei disegni di legge di iniziativa dei deputati Cordoni ed altri; Serafini ed altri; Delfino Teresio ed altri
(Parere alla 11a Commissione: esame e rinvio)

Dopo che il presidente CARELLA ha ricordato che in relazione ai disegni di legge nn. 79 e 3362 la Commissione aveva sollevato conflitto di competenza con esito negativo, il relatore, senatore CAMERINI, si sofferma in particolare su tali due disegni di legge che investono in maniera rilevante problematiche afferenti al comparto della sanità.
Il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati prevede infatti all'articolo 1 che, in materia di sicurezza e prevenzione negli ambienti di civile abitazione, il Governo è delegato ad adottare, su proposta del Ministro della sanità, un decreto legislativo recante un testo unico delle disposizioni legislative vigenti. I successivi articoli 3, 4 e 5 attribuiscono inoltre rilevanti funzioni al Servizio sanitario nazionale in ordine ad interventi di promozione della sicurezza e di prevenzione degli infortuni, dispongono che nel Piano sanitario nazionale è inserito il progetto-obiettivo «Prevenzione e sicurezza negli ambienti di civile abitazione» e conferiscono importanti funzioni, in particolare per l'approntamento di un capillare sistema informativo, all'Istituto Superiore di Sanità, all'INAIL nonchè al Ministero della sanità.

Si apre la discussione.

Il senatore TOMASSINI ritiene che la Commissione igiene e sanità non possa che esprimere, per quanto di competenza, un parere totalmente contrario ai disegni di legge in titolo.
Per quanto riguarda, in particolare, il disegno di legge n. 3362, approvato dalla Camera dei deputati, appare evidente che le disposizioni generali e quelle per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione si configurano essenzialmente come disposizioni di carattere sanitario, che incidono in maniera estremamente rilevante sull'organizzazione, le funzioni e i servizi resi dal Servizio sanitario nazionale.
Ciò giustificava, evidentemente, la rivendicazione di competenza approvata da questa Commissione, la cui reiezione non può che pregiudicare un serio esame di un articolato, il cui carattere velleitario desta non poche preoccupazioni e rispetto al quale sarebbe stata necessaria una precisa assunzione di responsabilità da parte del Ministro della sanità nella Commissione di merito.
In particolare il diseguale stato di attuazione dei servizi di prevenzione nelle aziende sanitarie locali determinerà sicuramente l'impossibilità, in molte aree del Paese, di attuare le funzioni di cui al comma 2 dell'articolo 3, nonchè di realizzare gli interventi previsti dal progetto obiettivo di cui al comma 5 dello stesso articolo.
Quest'ultima disposizione, poi, suscita perplessità per quanto riguarda il riferimento al Piano sanitario nazionale, dal momento che non è chiaro se il progetto-obiettivo debba essere inserito nel Piano vigente o in quello per gli anni 2000-2003.
Mentre poi appare del tutto incongrua l'individuazione in capo all'INAIL - un Istituto che appare ormai asfittico e superato - della competenza per la gestione delle assicurazioni contro gli infortuni in ambito domestico, risulta particolarmente discutibile la possibilità di configurare queste ultime alla stregua di assicurazioni obbligatorie.

Il senatore CAMPUS osserva in primo luogo che il disegno di legge n. 3362, approvato dalla Camera dei deputati, prende le mosse da un disegno di legge governativo, cioè l'atto Camera n. 3687. Appare a dir poco grottesco il fatto che tale disegno di legge, mentre determina essenzialmente obblighi a carico del Ministero della sanità e del Servizio sanitario nazionale, non rechi però la firma del Ministro della sanità, in quanto risulta presentato al Consiglio dei ministri dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con quelli del tesoro, delle finanze, per le pari opportunità e per la solidarietà sociale.
Egli ritiene pertanto che la Commissione igiene e sanità non possa esprimere un parere su questo articolato - che peraltro avrebbe dovuto esserle assegnato in via primaria - senza aver prima ascoltato le valutazioni del Ministro della sanità in ordine ad un testo che lo impegna, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della legge, a proporre al Governo un decreto legislativo recante il testo unico delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni domestici, che gli impone di attivare, entro la stessa data, presso l'Istituto Superiore di Sanità un sistema informativo per la raccolta dei dati sugli infortuni domestici su tutto il territorio nazionale - e ciò con l'attribuzione di risorse assolutamente insufficienti - che prescrive una serie articolata di compiti per i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali e che, infine, determina elementi del contenuto del Piano sanitario nazionale.
Del resto, anche nella parte più strettamente previdenziale il disegno di legge reca evidenti elementi di illogicità e di ideologismo.
Basti pensare al fatto che, piuttosto che prevedere la tutela previdenziale degli infortuni domestici in quanto tali, il testo la riserva specificamente alle persone che svolgono lavoro domestico esclusivo, definendo costoro come persone che non svolgono altra attività per la quale sia prevista l'iscrizione presso forme obbligatorie di previdenza sociale. Non si capisce perchè un identico incidente domestico debba essere coperto dall'assicurazione obbligatoria quando ne sia vittima una casalinga e non quando colpisca una donna che lavora anche fuori casa, e che è iscritta ad una forma obbligatoria di assicurazione che non copre, evidentemente, l'incidente domestico.
Risulta poi particolarmente discutibile il fatto che, mentre si introduce un obbligo per una categoria di cittadini di assicurarsi a loro stesso favore, si individuano alcune categorie per le quali il premio assicurativo è a carico dello Stato, con ciò surrettiziamente trasformando il premio stesso in un contributo di solidarietà.

La senatrice DANIELE GALDI ritiene che le osservazioni del senatore Campus esulino dalla competenza della Commissione 12a, il cui compito è quello di formulare una valutazione sugli aspetti strettamente sanitari dei provvedimenti in titolo, che ella ritiene ampiamente condivisibili in quanto, in primo luogo, si razionalizza un quadro normativo attualmente frammentario in materia di protezione degli infortuni domestici, dando nel contempo attuazione ad una serie di indicazioni provenienti dall'Unione Europea.
Peraltro non va sottovalutato il carattere profondamente innovativo di un provvedimento che va in direzione del riconoscimento del valore sociale ed economico del lavoro domestico.

Intervenendo sull'ordine dei lavori il senatore TOMASSINI ritiene che la Commissione debba sospendere la valutazione dei provvedimenti in titolo, che deve essere subordinata ad una preventiva audizione del Ministro della sanità sulle problematiche emerse nel corso del dibattito.

Il presidente CARELLA fa presente al senatore Tomassini che la richiesta appare ingiustificata in quanto il Ministro della sanità è presente ai lavori della Commissione attraverso il suo rappresentante.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.