SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIII LEGISLATURA --------------------


3a Commissione permanente
(AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE)


164a seduta: giovedì 12 novembre 1998, ore 15

ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.interrogazioni svolte

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO

LO CURZIO, CORRAO, BARRILE, SCIVOLETTO, RUSSO SPENA, LAURICELLA, OCCHIPINTI, VERALDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all'estero, per le politiche agricole e dei trasporti e della navigazione. - Premesso:
che a 15 miglia da Lampedusa una motovedetta nordafricana ha aperto il fuoco contro tre motopescherecci siciliani;
che una delle imbarcazioni con dieci pescatori a bordo è stata sequestrata;
che due di loro sono stati usati come scudi umani dagli equipaggi tunisini per impedire che venisse aperto il fuoco dalle nostre unità militari all'inseguimento;
che tutto ciò è avvenuto in acque internazionali e non tunisine ed il sequestro del natante è avvenuto in contrasto con le norme del diritto internazionale della navigazione e che aver preso come prigionieri 10 dei nostri pescatori senza giuste motivazioni e senza precise accuse sembrano agli scriventi metodi e criteri inaccettabili, che vanno subito regolati dall'intervento del nostro Governo per evitare simili attentati e comportamenti fuori dalle regole del diritto e delle norme internazionali e della navigazione,
si chiede di sapere:
se non si intenda regolare il traffico di questa parte del canale di Sicilia dove si verificano facili sconfinamenti con susseguenti incidenti nello stesso corridoio di mare dove purtroppo avvengono fughe di profughi che quasi quotidianamente approdano nelle coste italiane;
se non si intenda accertare se vi siano stati 4 feriti perchè le motovedette tunisine hanno sparato all'impazzata e valutare la giustezza delle posizioni;
rilevato:
che occorre evitare simili atti deplorevoli e pesanti ed intervenire con il Governo tunisino perchè tramite i canali civili della diplomazia e del diritto riporti tutto alla normalità per garantire e rafforzare la protezione delle acque costiere italiane;
che non è accettabile che a Lampedusa, a Mazara del Vallo ed in Sicilia, si accolgano i tunisini come profughi mentre loro aggrediscono gli italiani in maniera incivile e con le armi, anche se qualche motopeschereccio siciliano di rado ha varcato i limiti territoriali delle acque internazionali,
si chiede altresì di sapere:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze non ritenga di intervenire immediatamente e di dirimere simili atti in modo che non abbiano mai più a ripetersi;
se non si ritenga opportuno che l'Unione europea apra un forte negoziato per pattuire accordi di pesca con i paesi del Nord Africa ed in special modo con la Tunisia, la Libia, il Marocco e l'Algeria.
Gli interroganti danno atto della prontezza degli interventi da parte della Capitaneria di porto di Lampedusa, e di Mazara del Vallo, dell'intervento dell'unità di crisi del Ministero degli affari esteri, dell'allertamento delle strutture sanitarie di Lampedusa e di Mazara del Vallo a servizio e in aiuto dei feriti, dell'immediato intervento della Guardia costiera e del serio, responsabile ed impegnativo lavoro svolto da parte degli organi periferici dello Stato a Lampedusa e in Sicilia.
(3-01225)

AZZOLLINI. - Ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all'estero e per le politiche agricole. - Premesso:
che dalla stampa del mese di agosto si apprende che è stato trovato un accordo globale, dalla commissione mista italo-tunisina, con lo scopo di prevenire e contrastare l'immigrazione clandestina proveniente dalla Tunisia, oltre a regolare i rapporti bilaterali in materia di pesca e cooperazione economica;
che sempre da fonti non ufficiali si è diffusa la notizia che a causa di un più stringente controllo dell'immigrazione da parte della Tunisia il Governo italiano si sarebbe impegnato ad importare grandi quantità di olio di oliva da quel paese;
che un accordo del genere meriterebbe un urgente esame da parte del Parlamento,
considerato che l'importazione dell'olio di oliva tunisino contribuirebbe ad aggravare la situazione economica delle aziende agricole italiane e in particolare di quelle meridionali;
l'interrogante chiede di sapere:
quali siano i contenuti degli accordi con la Tunisia in relazione alla questione;
se non sia opportuno che il Governo trovi altre forme di accordo al fine di non penalizzare ulteriormente il settore olivicolo.
(3-02267)

CORRAO. - Al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all'estero. - Premesso:
che il brutale attacco di una motovedetta militare libica al peschereccio «Orchidea» della marineria di Mazara del Vallo al lavoro nel Canale di Sicilia in acque internazionali ha causato la morte di un componente dell'equipaggio e l'incendio dell'imbarcazione, speronata e mitragliata;
che un'azione militare di tale violenza nei confronti di una imbarcazione civile è inaudita e non può trovare giustificazione alcuna,
si chiede di sapere quale comportamento il Governo italiano intenda assumere nei confronti delle autorità libiche affinchè i responsabili di questa azione criminale siano assicurati alla giustizia;
considerate inoltre le ripetute, più volte segnalate, aggressioni ai pescherecci italiani nel Canale di Sicilia in acque internazionali, si chiede di conoscere quale sia lo stato delle trattative con i governi interessati e se quest'ultimo gravissimo episodio non debba accelerare i tempi di una intesa.
(3-02277)

D'ALÌ, LA LOGGIA, SCHIFANI, CENTARO, GERMANÀ, VEGAS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all'estero. - Premesso:
che giovedì 24 settembre 1998, nel Canale di Sicilia, una motovedetta libica ha attaccato, speronandolo e mitragliandolo, il motopeschereccio di Mazara del Vallo, «l'Orchidea»;
che, a seguito dell'attacco, ha perduto la vita Rosario Margiotta, cittadino italiano di Mazara del Vallo;
che, essendosi incendiato il motopeschereccio «Orchidea», gli altri nove marinai sono stati costretti ad abbandonare l'imbarcazione;
che gli stessi hanno rischiato la vita rimanendo diverse ore in mare aperto e ricevendo successivamente soccorso da altre imbarcazioni di pescatori mazaresi;
che l'episodio è certamente avvenuto in acque internazionali nel Golfo della Sirte,
considerato:
che non è il primo attacco che unità di pesca italiane subiscono da mezzi militari di paesi rivieraschi dell'area mediterranea in acque internazionali;
che la Libia, ad esempio, detiene tuttora in sequestro il motopeschereccio «Osiride», catturato in acque internazionali da oltre due anni;
che la Croazia, ad esempio, detiene tuttora il motopeschereccio «Ligny II», sequestrato in acque internazionali da oltre quattro anni,
si chiede di sapere:
l'esatta ricostruzione dell'aggressione avvenuta nelle prime ore del giorno 24 settembre, da parte di un'unità della Marina militare libica, in danno del motopeschereccio italiano «Orchidea»;
se il Governo italiano non intenda accertare l'esatta identità dei responsabili della morte del connazionale Rosario Margiotta e chiederne al Governo libico l'immediata estradizione;
quali tempestive iniziative abbia intrapreso il Governo italiano in difesa dei violati diritti di cittadini italiani aggrediti nell'esercizio della loro legittima attività lavorativa;
come mai i primi soccorsi ai connazionali in difficoltà siano stati prestati da altri privati cittadini e non da unità militari della nostra Marina militare;
quali iniziative il Governo italiano intenda mettere in atto per assicurare una vera ed efficace tutela della attività di pesca nel canale di Sicilia;
quanto tempo ancora debbano attendere tutti i cittadini italiani colpiti nei loro interessi e nella loro dignità da aggressioni di paesi esteri per ottenere da questo Governo risposte idonee a reintegrarli in pieno nei loro diritti e nelle loro attività lavorative, in particolare con specifico riferimento alle vittime dell'aggressione del 24 settembre e a quelle degli episodi citati come esempio.
(3-02303)

CUSIMANO, SERVELLO, BATTAGLIA, RAGNO. - Ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all'estero e della difesa. - Premesso che quasi con cadenza mensile si ripetono nelle acque internazionali del Canale di Sicilia atti di pirateria da parte di navi da guerra libiche e tunisine ai danni di pescherecci italiani, atti che ultimamente hanno provocato anche la morte del macchinista Rosario Margiotta nello speronamento avvenuto nella notte del 24 settembre 1998 del motopeschereccio «Orchidea», da parte di una motovedetta libica, e il sequestro, lunedì 5 ottobre, del peschereccio «Nicola Asaro» da parte di una vedetta tunisina (il sesto sequestro dall'inizio dell'anno),
si chiede di sapere se il Governo italiano intenda finalmente mettere fine a tali atti di vera e propria guerra verso pescatori indifesi, atti inaccettabili per ogni paese civile sollecito nella tutela dei propri cittadini e del buon nome della Nazione, non solo protestando presso i Governi interessati ma mettendo in atto un controllo del Canale di Sicilia attraverso l'impiego della Marina militare italiana, al fine di tutelare i nostri pescherecci.
(3-02307)

CORRAO. - Al Ministro per le politiche agricole. - Premesso:
che l'attività della pesca rappresenta una delle poche, se non l'unica, risorsa dell'area mazarese;
che tale attività viene svolta nel Canale di Sicilia in condizioni di assistenza al lavoro e di sicurezza ben diverse rispetto ad altre aree dell'Italia alle quali, da parte ministeriale, sono assicurati attenzione particolare e finanziamenti;
che dovere prioritario delle autorità preposte è quello di offrire il massimo di assistenza e sicurezza ai lavoratori di questo settore, in particolare per ciò che riguarda lo svolgimento della vita in mare,
l'interrogante chiede di sapere se non si ritenga opportuno assicurare la possibilità di elevare il livello di sicurezza in mare nel Canale di Sicilia, risultato facilmente realizzabile attraverso qualche ponte radio VHF/FM opportunamente collocato, un intervento che, peraltro, non richiederebbe che un modesto impegno finanziario.
(3-02314)

LAURIA Baldassare. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e per gli italiani all'estero. - Premesso:
che si registra pesantemente un malcontento ed uno sconforto diffusi da parte degli armatori e componenti gli equipaggi dei pescherecci di Mazara del Vallo e dell'intera Sicilia, impegnati quotidianamente in acque internazionali confinanti con le coste nord-africane, soprattutto dovuti alla mancata regolamentazione dei rapporti di pesca con gli stati del Nord Africa;
che il giorno 24 settembre 1998 è accaduto un episodio di estrema gravità, determinato dalle incursioni di motovedette libiche che hanno causato, nel contempo, la morte di Rosario Margiotta, di anni 52, direttore di macchine del peschereccio «Orchidea»;
che tali eventi sovente mettono in grave rischio l'incolumità ed i beni degli addetti al settore,
l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli affari esteri intendano prendere in merito sia all'episodio luttuoso del 24 settembre 1998, sia a quanto concerne l'urgenza di regolamentare i rapporti di pesca con i paesi dell'area geografica interessata onde restituire piena operatività in quelle acque.
(3-02315)

OCCHIPINTI, LO CURZIO, SCIVOLETTO, BARRILE, RUSSO SPENA, CENTARO, CORSI ZEFFIRELLI, LAURIA Baldassare, PORCARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all'estero, dei trasporti e della navigazione e delle comunicazioni. - Premesso:
che il 21 agosto 1997 le autorità costiere della Repubblica di Malta hanno sequestrato i pescherecci Cico e Orizzonte della marineria di Portopalo di Capo Passero (Siracusa) che incrociavano al largo delle coste siciliane e di quelle maltesi con l'accusa, che la stessa giustizia maltese ha trovato infondata, di violazione del limite delle acque territoriali;
che il fermo delle due imbarcazioni è stato preceduto da atti sicuramente arroganti e violenti (come il mitragliamento a scopo intimidatorio);
che, subito dopo il sequestro, i dieci uomini dei due equipaggi e le due imbarcazioni sono stati trattenuti a La Valletta in attesa dello svolgimento del processo che si è concluso dopo oltre una settimana;
che entrambi gli equipaggi sono stati assolti per non avere commesso il fatto in quanto i due pescherecci, al momento del fermo, si trovavano in acque internazionali;
che l'episodio ha riproposto in maniera drammatica, vissuta peraltro direttamente da diverse famiglie di Portopalo la cui economia si basa sull'attività della pesca, il problema della delimitazione delle acque territoriali sul quale la Repubblica di Malta ha preso iniziative unilateriali miranti a stabilire in 25 miglia la fascia di propria pertinenza, un provvedimento assolutamente sproporzionato rispetto alle potenzialità dell'isola che non ha nè una flotta di pescherecci sufficiente, nè capacità commerciali tali da immettere sul mercato prodotti ittici di qualità, come la triglia, come peraltro sostenuto dalla FAO che non ha finanziato la richiesta maltese di finanziamento per la costituzione di una flotta peschereccia;
che quanto accaduto il 21 agosto si è già verificato in passato, con la medesima forza e la medesima drammaticità;
che è in atto un'offensiva da parte della Repubblica di Malta tendente ad acquisire visibilità e spazio nel bacino del Mediterraneo, con la ricerca anche di alleanze ed intese con Stati come la Libia che hanno spesso messo in atto iniziative provocatorie nei confronti dell'Italia, espondendo a rischio la Sicilia ed i suoi abitanti;
che i precedenti Governi italiani hanno finanziato la realizzazione a Malta di opere la cui attività ha penalizzato gli interessi economici dell'Italia e della Sicilia in particolare, come ad esempio le stazioni di «bunkeraggio» per il rifornimento delle navi in transito sul Mediterraneo la cui entrata in funzione nella Repubblica di Malta e la notevole competitività dal punto di vista fiscale hanno fatto scendere in misura eccezionale il volume di traffico nella stazione di «bunkeraggio» del porto siciliano di Augusta (Siracusa);
che in materia di radiodiffusione esiste da anni un contenzioso fra emittenti radiofoniche siciliane e stazioni radio maltesi per l'occupazione delle frequenze di emissione in FM, visto che le stazioni operanti a Malta non sottostanno ad alcun accordo internazionale, mentre le emittenti italiane sono costrette a limitare la potenza dei loro apparecchi trasmittenti così come previsto dalle leggi e dai regolamenti nazionali vigenti in Italia e conseguenti agli accordi internazionali al riguardo, con la conseguenza che non riescono a contrastare lo scontro sull'etere, a meno di non cambiare frequenza di emissione con notevole dispendio di natura economica e commerciale,
si chiede di sapere:
come il Governo intenda intervenire per risolvere definitivamente e inequivocabilmente il problema della delimitazione delle acque territoriali nel Canale di Sicilia;
se non ritenga necessaria l'indizione di un incontro internazionale, che regoli il mercato della pesca e la presenza delle flotte pescherecce fra l'Italia e Malta;
quali passi diplomatici intenda compiere o ha già compiuto al fine di garantire alle popolazioni siciliane maggiore tranquillità a fronte dei ripetuti atti di insofferenza da parte di altri Stati del Mediterraneo con i quali occorre avviare un processo di leale e proficua collaborazione, nel rispetto reciproco;
quali iniziative intenda assumere per evitare che nell'immediato si ripetano atti ingiustamente intimidatori come quello avvenuto il 21 agosto scorso e in altre occasioni nelle quali le autorità costiere maltesi sono intervenute pesantemente ed ingiustamente contro pescherecci portopalesi;
quali misure di ordine fiscale ed economico in generale intenda adottare per far sì che le stazioni di «bunkeraggio» siciliane siano competitive rispetto a quelle della Repubblica di Malta;
con quali atti intenda tutelare gli interessi e i diritti delle piccole emittenti radiofoniche siciliane gravemente colpite dalle interferenze provenienti da emittenti maltesi.
(3-02318)