di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
MERCOLEDÌ 11 Ottobre 2000
117ª Seduta
Presidenza del Presidente
Michele DE LUCA
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il PRESIDENTE propone che sia attivato il collegamento audiovisivo interno con la sala stampa. La Commissione concorda e il collegamento è attivato.
Il Presidente avverte inoltre che della seduta odierna è redatto anche il resoconto stenografico.
Audizione dei Presidenti dell’Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP), dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e dell’Istituto nazionale di previdenza per i dirigenti di aziende industriali (INPDAI) sullo stato della procedura di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti pubblici di previdenza
Il PRESIDENTE ricorda che l’odierna audizione segue quella del 9 marzo scorso allorché la Commissione verificò, con i Presidenti dei maggiori enti pubblici di previdenza, lo stato delle dismissioni immobiliari. In quella circostanza emerse un dato generale rassicurante: superato il rischio di ricadere nella procedura alternativa prevista dalla legge finanziaria per il 2000, risultò che l’operazione di dismissioni si stava sostanzialmente sviluppando secondo le scadenze programmate ed era dunque in grado di corrispondere alle previsioni di entrata contemplate dalla legge finanziaria.
Confermava quelle positive indicazioni il successivo rapporto del Coordinatore dell’Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, professor Tamburini, che, nella relazione di aggiornamento trasmessa alla Commissione il 17 maggio scorso, concludeva esprimendo l’avviso che il quadro delle procedure in atto faceva ritenere come la previsione dei ricavi contenuta dalla legge finanziaria potesse ragionevolmente essere rispettata. Risultava in particolare adeguata la strumentazione normativa che regolava l’operazione di dismissioni. Nella successiva audizione del 20 luglio, il professor Tamburini dichiarava che i quattro diversi programmi di vendita, riguardanti un patrimonio di 11.560 miliardi di valore catastale, avrebbero potuto realizzare, entro l’anno, un incasso di 4-5 mila miliardi. Ora, secondo un metodo di lavoro che la Commissione ha inteso seguire fin dal settembre-ottobre 1999, quando l’attenzione si appuntò anche sulle dismissioni immobiliari degli enti pubblici di previdenza – ricorda, al riguardo, l’audizione nella seduta del 14 settembre, del ministro Salvi, autore delle circolari d’agosto – occorre, rileva il Presidente, compiere una ulteriore verifica dello stato della procedura che si è voluta, da tutte le parti in causa, trasparente e puntuale nelle scadenze.
Interviene, in rappresentanza del Presidente dell’Inpdad, il Direttore generale, dottor TRIZZINO.
Riferendosi in primo luogo al piano straordinario di dismissioni, fa presente che l’elemento nuovo, intervenuto successivamente alla precedente audizione, è l’emanazione del decreto interministeriale, attualmente in corso di pubblicazione, che esclude dal piano straordinario gli immobili residenziali, trasferiti al programma ordinario così da garantire parità di trattamento agli inquilini. Tale circostanza – nota – comporterà un qualche ritardo rispetto alle scadenze previste dal programma. Il piano ordinario risulta invece in dirittura d’arrivo, essendo stata aggiudicata la gara relativa all’advisor, sottoscritta la convenzione con gli istituti di credito per l’erogazione dei mutui e perfezionato l’accordo con il Consiglio nazionale del notariato per la predisposizione degli atti. Ricordato quindi che il programma ordinario di dismissioni dell’Inps riguarda 2.500 unità abitative per un valore di 530-540 miliardi, il dottor Trizzino avverte che l’affidamento all’advisor, per avere piena efficacia, presuppone una nota di variazione al bilancio; soddisfatta tale condizione, è prevedibile che, entro l’anno, potranno essere vendute 500 unità abitative per un valore di qualche decina di miliardi dei 400 previsti. Per il 2001 si prevedono flussi di entrata, provenienti dalle dismissioni immobiliari, per circa 50 miliardi a bimestre. Dopo aver comunicato che è stata conclusa la vendita di un immobile strumentale a Benevento, acquistato dall’Università, il dottor Trizzino, a seguito di una richiesta di precisazioni del presidente De Luca, chiarisce che l’impegno dell’Inps riguarda la quota di dismissioni del 25 per cento del patrimonio immobiliare che è pari a 400 miliardi.
Interviene, in rappresentanza del Presidente dell’Inpdap, il Direttore generale, dottor SIMI.
Premesso che entro l’anno l’Inpdap realizzerà entrate di cassa per 2.400 miliardi – 900 conferiti al fondo immobiliare e 1.500 provenienti dalle dismissioni del programma ordinario – rileva che la realizzazione di 3000 miliardi, pari al 25 per cento del patrimonio immobiliare dell’Inpdap, costituiva, in partenza, un obiettivo impossibile da raggiungere entro le scadenze previste. Il dottor Simi indica nei gravosi adempimenti – le convenzioni con le banche e con gli Ordini del notariato – affrontati dall’Istituto, ricorrendo alle sole risorse interne, le difficoltà, poi sostanzialmente superate, che hanno tuttavia richiesto uno straordinario impegno. Entro il primo trimestre del 2001 è dunque prevedibile, prosegue il dottor Simi, che sia dismessa l’intera quota di competenza dell’Inpdap. Si tratta – ribadisce – di un risultato particolarmente positivo qualora si tenga conto della circostanza che l’Inpdap, detentore di circa il 50 per cento del complessivo patrimonio immobiliare di proprietà degli enti pubblici di previdenza, a prevalente uso abitativo, deve affrontare diffusi fenomeni di morosità, autoriduzione dei canoni e dunque un vasto contenzioso. Al riguardo, nota che vi sarebbe bisogno di un supporto legislativo capace di aiutare una indispensabile, certamente complessa, opera di componimento bonario, secondo un indirizzo già sottoposto all’attenzione dei Ministri vigilanti. Si dovrebbe prevedere la possibilità di addivenire, per quanto attiene al contenzioso patrimoniale, a soluzioni transattive che diano un apprezzabile risultato economico immediato rispetto al rischio implicito del giudizio nonché alla possibilità di effettiva riscossione del credito. Inoltre, per quanto riguarda, in particolare, le morosità immobiliari, si è immaginato di recuperare i contenuti sostanziali di una norma, decaduta nel 1998, che disponeva che gli inquilini potessero regolare le loro posizioni corrispondendo l’ottanta per cento, senza interessi, di quanto dovuto a titolo di canoni ed oneri accessori. Si dovrebbe altresì consentire una operazione di factoring, di cessione dei crediti immobiliari, una soluzione che rappresenterebbe anche un efficace deterrente perché l’inquilino sarebbe a conoscenza del fatto che, qualora non accedesse all’ipotesi transattiva, dovrebbe poi trattare con società di factoring, interlocutori ben diversi dagli istituti di previdenza che, per loro natura, hanno perseguito, nel loro operare, finalità sociali. Il dottor Simi sottolinea infine l’opportunità di inserire, nella legge finanziaria, norme relative alla definizione di immobili di pregio, assicurando, rispetto allo strumento della circolare, migliore affidabilità e certezza al quadro normativo.
Il Presidente dell’Inpdai, ingegner BUFALINI, ricordato preliminarmente che la quota assegnata all’Istituto dal programma ordinario di vendita è pari a circa 150 immobili, a prevalente destinazione residenziale, per un valore di 1.100 miliardi, fa presente che si è esaurita la procedura di stima e di verifica di congruità riferita a 172 immobili, per un valore di 1.400 miliardi, dunque superiore al patrimonio in vendita. Ad oggi sono state inviate lettere agli inquilini, con l’indicazione del prezzo definitivo, di 73 immobili per un valore di 372 miliardi; entro ottobre sarà completato l’invio delle lettere ed entro l’anno l’Istituto disporrà delle risposte impegnative da parte dell’inquilinato. Si prevede inoltre di procedere, entro l’anno, a vendite per 130 miliardi e di concludere l’intera operazione di dismissioni, previste dal piano ordinario, entro il primo trimestre del 2001. L’ingegner Bufalini si sofferma quindi a indicare le difficoltà incontrate nell’operazione di dismissioni, individuabili nel ritardo con cui è intervenuta la normativa definitiva, completata, di fatto, solo nell’agosto scorso, nel fatto che non si è conclusa la sanatoria, mancando ancora l’accordo con i sindacati sulle nuove locazioni e, infine, nella ridotta possibilità di vendere in blocco, non essendo spesso possibile ottenere l’adesione all’acquisto da parte di tutti gli inquilini di un immobile. Segnala inoltre che lo scorporo delle unità residenziali dal piano straordinario comporterà ulteriori ritardi, tanto che, se si vuole completare il programma di dismissioni ordinario, non ci sarà la possibilità di dismettere, entro il primo marzo, ulteriori immobili, originariamente compresi nel programma straordinario. L’ingegner Bufalini nota infine che sussistono ancora dubbi in ordine alla definizione di immobile di pregio. Il senatore Roberto NAPOLI, sollecitate precisazioni sul mancato accordo con i sindacati, invita gli interlocutori della Commissione a fornire una più approfondita analisi delle difficoltà operative – emerse nell’audizione odierna della dirigenza degli enti, ma ben presenti anche all’utenza – da rimuovere, in ipotesi, con interventi legislativi mirati. Intervengono quindi il deputato GASPERONI che, preso atto delle cause oggettive che hanno determinato taluni ritardi, si domanda se la disparità di valutazione nella definizione del valore degli immobili, talvolta particolarmente consistente, sia fenomeno circoscritto a talune realtà locali, e il senatore MACONI che sollecita stime in ordine alla percentuale degli inquilini indisponibili all’acquisto e alle motivazioni che ne hanno orientato la scelta. Con riferimento al quesito posto dal senatore Maconi, il presidente De Luca ritiene altresì utile disporre di dati sullo scarto tra la disponibilità manifestata prima e dopo la definizione del prezzo e sulla indisponibilità all’acquisto da collegare, o meno, a difficoltà economiche oggettive. Il dottor TRIZZINO, premesso che l’Inps ha un patrimonio immobiliare di dimensioni ridotte e che dal 1991 la gestione è affidata a una società che ha svolto un buon lavoro, procedendo al rinnovo puntuale dei contratti e riducendo il contenzioso a minime dimensioni fisiologiche, fa presente che l’Istituto non è costretto a fronteggiare problemi rilevanti. La circostanza che gli inquilini sono, per il 70 per cento, dipendenti o ex dipendenti dell’Inps, è alla base di una elevata manifestazione di volontà di acquisto, pari al 90 per cento dei soggetti interpellati che hanno dato risposta positiva già alla prima comunicazione dell’Istituto recante un prezzo orientativo ben definito, con possibilità di oscillazioni del 5 per cento. Rilevato inoltre che risulta ristretto anche il fenomeno delle contestazioni attorno al valore degli immobili, il dottor Trizzino si dichiara ottimista sull’esito del programma ordinario di dismissioni, risultando invece, per la farraginosità della normativa, più difficoltosa la realizzazione del programma straordinario sul quale, peraltro, è intervenuto il decreto interministeriale ricordato nel precedente intervento. Osserva infine come la problematica degli immobili di pregio sia, per l’Inps, sostanzialmente irrilevante, considerata la composizione del patrimonio immobiliare dell’Istituto.
Ricordato che la propensione all’acquisto, pari al 95 per cento degli inquilini interpellati, si mantiene anche dopo la comunicazione del prezzo, il dottor Simi sottolinea come le stime dei valori, affidate a soggetti terzi, siano state effettuate correttamente e sia risultato positivo l’esito del giudizio di congruità. Dopo aver sostenuto che l’acquisto degli immobili rappresenta un affare particolarmente vantaggioso per gli inquilini, il dottor Simi ritiene che le mancate adesioni alle proposte di vendita da parte dell’Istituto siano riconducibili a obiettive difficoltà economiche di taluni inquilini che non sono in grado di affrontare il pagamento delle rate del mutuo – che oggi finanzia l’intero acquisto – superiori all’importo del canone di locazione. A seguito di un’osservazione del presidente De Luca, il dottor Simi chiarisce che sono state impartite alle sedi periferiche dell’Istituto istruzioni nel senso di non concedere in locazione immobili a procedura di dismissioni aperta. Il dottor Simi, precisato che la valutazione degli immobili avviene con riferimento, peraltro prudente, al valore di mercato, ritiene che lamentate disparità nella definizione dei valori siano circoscritte a singoli casi, meritevoli, peraltro, di ulteriore verifica. Rilevato che il mancato accordo con i sindacati sui nuovi canoni di locazione, previsto dalla circolare del ministro Treu, impedisce la sanatoria, premessa indispensabile all’avvio delle procedure di vendita, l’ingegner Bufalini fa presente che il 90 per cento di disponibilità all’acquisto si è ridotto al 50 per cento allorché, con la seconda lettera inviata dall’Istituto, contenente l’indicazione del prezzo, la risposta degli inquilini ha assunto carattere impegnativo. L’ingegner Bufalini accenna infine alle procedure per la definizione del contenzioso, precisando che in un solo caso, relativo a un’unità abitativa di particolare valore, l’Istituto ha impugnato la decisione dell’UTE che aveva ridotto la valutazione originaria.
Ringraziati gli odierni interlocutori della Commissione, il presidente De Luca dichiara conclusa l’audizione.
Il Presidente ricorda che la Commissione tornerà a riunirsi domani, giovedì 12 ottobre, alle ore 14, per proseguire nell’esame dello schema di relazione sulle prospettive di riforma della legislazione sugli enti privatizzati di previdenza e assistenza.
La seduta termina alle ore 15.