DIFESA (4a)

MERCOLEDI' 4 OTTOBRE 2000

248a Seduta

Presidenza del Presidente
DI BENEDETTO


Intervengono il ministro della difesa Mattarella ed il sottosegretario di Stato allo stesso Dicastero Rivera.

La seduta inizia alle ore 14,30.

IN SEDE REFERENTE

(4672) Norme per l'istituzione del servizio militare professionale, approvato dalla Camera dei deputati

(48) BERTONI ed altri. – Riduzione a dieci mesi del servizio militare di leva.

(1465) UCCHIELLI ed altri. – Norme sul servizio di leva e sulla sua durata.

(2336) MANCA ed altri. – Riordino delle Forze armate della Repubblica su base professionale e volontaria.

(2972) MANFREDI. – Destinazione dei militari di leva a prestare il servizio militare nel Corpo forestale dello Stato.

(3790) FLORINO ed altri. – Disposizioni in materia di termini e di utilizzo, durante il servizio di leva, dei soggetti residenti in Campania o in altre regioni.

(3816) RUSSO SPENA ed altri. – Norme sulla riforma della leva obbligatoria, sull'istituzione del Ministero della protezione civile e del Dipartimento della difesa popolare non violenta.

(3818) MAZZUCA POGGIOLINI. – Modifiche alla legge 31 maggio 1975, n. 191, recante nuove norme per il servizio di leva.

(4199) Athos DE LUCA. – Norme a tutela dei cittadini durante lo svolgimento degli obblighi di leva e istituzione del difensore civico nazionale militare.

(4250) MANFREDI ed altri. - Istituzione della Guardia nazionale.

(4272) MANZI ed altri. – Misure urgenti per la riforma e la riqualificazione del servizio militare di leva obbligatorio.

(4653) BATTAFARANO. – Disposizioni in materia di servizio sostitutivo di leva.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 3 ottobre, al termine della discussione generale.

Replica il relatore LORETO, il quale, apprezzato l'alto livello della discussione generale -ed in particolare gli interventi dei colleghi Manca e Palombo- sottolinea con soddisfazione che è emersa un'ampia convergenza sui punti essenziali del testo base che contribuisce a definire con nitore il nuovo modello di difesa.
Registra parimenti che tale convergenza si inserisce in un ambito di costante collaborazione fra maggioranza e opposizione, che ha permesso di costruire nel corso degli ultimi anni uno scenario legislativo di grande modernità. In tale scenario si inserisce il disegno di legge-base, che adegua lo strumento militare italiano al contesto europeo della quasi totalità dei partners della Nato. Auspica pertanto un'approvazione senza modifiche del testo licenziato dalla Camera dei deputati.
Per la profondità, l'articolazione, la ricchezza e il particolare tipo di approccio culturale, che non ha alcuna difficoltà a definire scientifico, degli interventi, spesso durante il dibattito ha avuto la sensazione che si stesse discutendo una proposta di legge esaustiva di ogni questione sul problema in esame e non invece una legge-delega.

Il ministro MATTARELLA rileva in primo luogo che il disegno di legge-base investe in maniera radicale il mondo della Difesa, ma ha anche un forte impatto sull’intera società, ed in particolare su quella giovanile. E’, dunque, un provvedimento fondamentale per il futuro delle Forze armate e per il salto di qualità che esse sono chiamate a compiere, ma altrettanto importante per tutti i giovani e le loro famiglie. Ecco perché è stato motivo di particolare soddisfazione registrarne l’approvazione alla Camera dei deputati; un’approvazione a larghissima maggioranza, di oltre il 90%; un’approvazione che si auspica possa essere altrettanto ampia e rapida in Senato. Rivolge alla Commissione apprezzamento per l’ampiezza ed il rigore dell’approfondimento, altresì il suo ringraziamento per la disponibilità e ad affrontare la materia con vero spirito bipartisan, nella piena consapevolezza dell’importanza del delicato e complesso passaggio parlamentare.
Crede di poter affermare come vi sia una diffusa condivisione politica di quelle che sono le linee portanti seguite negli ultimi anni dal Paese in materia di sicurezza e di Difesa caratterizzate, sul piano interno, da un percorso di profonda riorganizzazione e trasformazione qualitativa e quantitativa dello strumento militare e, sul piano esterno, da un ruolo sempre più attivo, partecipe e responsabile dell’Italia quale attore di sicurezza, nel contesto dell’azione delle Organizzazioni internazionali di cui l'Italia è parte, in primo luogo le Nazioni Unite, l’Unione europea e l'Alleanza atlantica.
In tale quadro, la cessazione della leva ed il passaggio ad un sistema interamente volontario rappresenta una soluzione più che mai imposta dalla crescente domanda di operatività, prontezza e professionalità che è richiesta alle Forze armate, una riforma che, proprio per questi motivi, è stata ormai già adottata dalla stragrande maggioranza degli alleati europei ed atlantici, con poche limitate eccezioni.
Con la riforma è stato delineato un processo realistico di trasformazione dello strumento militare da uno largamente basato sulla leva ad uno interamente professionale secondo schemi e prassi che risultano analoghi a quelli di altri Paesi. E’ una strada irrinunciabile se si vuole essere parte attiva del processo di costruzione politica dell’Europa di cui la realizzazione di una dimensione europea di Sicurezza e di Difesa, rappresenta oggi fattore determinante e trainante.
Ciò premesso tenta di dare una risposta alle osservazioni dei senatori intervenuti in sede di discussione. Ai senatori Manfredi e Tabladini, che auspicano il mantenimento del servizio di leva insieme a quello volontario, dunque un sistema misto, del tipo di quello attuale evidenzia come la scelta operata a favore del professionale derivi sia dalle prioritarie esigenze operative connesse al ruolo che il Paese ha e che deve continuare ad avere, con sempre maggiore incisività, in ambito internazionale, sia dalle crescenti istanze interne di natura sociale e culturale, in materia di coscrizione obbligatoria. Per quanto attiene queste ultime, la prima risposta -sicuramente quella più enfatizzata dai mass media- è costituita dalla cessazione di fatto per i giovani dell’obbligo di impegnare un anno della loro vita nello svolgimento del servizio militare. Quest’obbligo diminuirà progressivamente fino a scomparire del tutto nel 2006. Il servizio militare sarà, quindi, svolto solo da chi vorrà sceglierlo come attività professionale: questo aggiunge ulteriore valenza al provvedimento, in quanto apre ulteriori, significativi e qualificati sbocchi occupazionali, dell’ordine delle 100.000 unità. Non si tratta, peraltro, di abolire la coscrizione obbligatoria, ma solo di sospenderla, prevedendone il ripristino in casi eccezionali.
Per quanto attiene il ruolo del Paese in ambito internazionale, il provvedimento risponde alle sempre più pressanti esigenze di efficacia e di efficienza dello strumento militare. E’ certamente quest’aspetto che ha costituito il vero motore della trasformazione. Dopo la fine dell’era del confronto militare tra i blocchi contrapposti in Europa e nel mondo, infatti, si è venuta a creare l’attuale situazione strategica e politico-militare in cui oggi ci si trova ad operare. Si tratta di uno scenario assai più articolato: non esiste più un nemico ben identificato con il quale confrontarsi e si avverte l’esigenza, come Paese, come Unione europea e come Alleanza atlantica di difendere la pace laddove questa venga messa in pericolo e di ripristinarla laddove sia venuta meno. E' fiero di affermare che le missioni per la tutela della pace vedono, con sempre maggiore frequenza, le Forze armate impegnate in varie parti del mondo, ove riscuotono significativi successi e grande apprezzamento e riconoscenza da parte della Comunità internazionale. Si tratta di un’attività e di un impegno delle Forze armate che ha fatto crescere, in questi anni, il prestigio, il peso ed il ruolo internazionale del nostro Paese.
Questa condizione, tuttavia, postula in maniera ineludibile un continuo adeguamento degli strumenti militari che richiedono grande professionalità e proiettabilità esterna non conseguibile con l’attuale sistema di servizio di leva, fortemente condizionato dalla spinta alla regionalizzazione e dalla riduzione a dieci mesi della durata della ferma, che non consente ai coscritti il raggiungimento di sufficienti livelli di operatività e che di fatto ne vede precluso l’impiego in operazioni esterne di sostegno della pace. In sintesi, il mutato scenario operativo e strategico porta ad affermare che uno strumento militare interamente volontario nell’attuale contesto è il solo rispondente alle nuove esigenze di sicurezza e di difesa del Paese.
Il senatore Palombo nel suo intervento ha affrontato molte questioni, fra cui quella di ampliare il transitorio da sette a dieci anni e, quindi, di procrastinare l’ultima chiamata alle armi ai nati entro il 1988. Il provvedimento prevede che la riduzione della componente di leva venga controbilanciata dal progressivo incremento della componente volontaria sia in servizio permanente sia in ferma prolungata, secondo un trend pianificato mediamente costante (pari a circa 12.000 unità/anno) che vede l’ultima chiamata alle armi nel 2006, ferma restando la possibilità di avvalersi al massimo dei giovani nati entro il 1985. Su questo punto si deve essere consapevoli e obiettivi, poiché la prospettiva della fine della leva sta già ora comportando una forte aspettativa nei giovani. Periodi di trasformazione troppo lunghi, ancorché apparentemente più agevoli in via teorica, non sarebbero in realtà percorribili perché si scontrano con le aspettative della società e dei giovani che già oggi in misura sempre più grande optano per servizi alternativi al servizio militare consentiti dalla vigente legislazione: il periodo dei sette anni è stato ritenuto il migliore punto di bilanciamento fra le contrastanti esigenze di non creare una soluzione di continuità nel passaggio dal sistema misto a quello professionale e di non diluire troppo nel tempo il relativo transitorio con le conseguenti contingenze. Sette anni rappresentano una durata tale da consentire di pervenire con gradualità e senza traumi alla sospensione della leva e nel contempo di non prolungare troppo nel tempo le aspettative della società di cessazione del servizio.
Quanto all’esigenza di creare le condizioni per incoraggiare le adesioni dei giovani al servizio volontario nelle sue varie forme, richiamato dal senatore Palombo, concorda pienamente sul considerarlo un aspetto di prioritaria importanza. Proprio per questo è stato previsto: a) un più adeguato trattamento economico e giuridico; b) l’incremento degli sbocchi interni alle Forze armate con maggiori possibilità di passaggio del personale volontario a ferma breve nelle categorie dei sottufficiali e degli ufficiali; c) la possibilità di rivedere le attuali entità degli sbocchi nel personale civile della Difesa, nelle carriere iniziali nelle Forze di polizia ad ordinamento militare e civile, nei Vigili del fuoco e nella Pubblica amministrazione; d) la previsione, nel corso della ferma di cinque anni, del completamento di cicli di studio e dell’acquisizione di una specifica formazione professionale che agevoli l’inserimento nel mercato del lavoro esterno al termine del servizio militare volontario. Inoltre, è stata prevista una specifica struttura, con personalità giuridica, che avrà il compito di svolgere attività informativa, promozionale e di coordinamento al fine di valutare l’andamento dei reclutamenti di personale volontario e di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro dei militari volontari al termine del loro periodo di impiego militare anche attraverso la stipula di convenzioni con datori di lavoro pubblici e privati.
Sempre in riferimento all’intervento del senatore Palombo, ma anche a quello di altri, fornisce assicurazioni sulla massima attenzione l’esigenza di accompagnare la professionalizzazione delle Forze armate con appropriate politiche di gestione del personale. In particolare, per quanto attiene alle questioni economiche e alloggiative dei militari, è in via di finalizzazione l’iter di presentazione di un provvedimento legislativo di iniziativa governativa, volto a riconoscere e a compensare le diversificazioni, le articolazioni e le specificità delle attività e delle situazioni di impiego che si riscontrano nell’organismo militare rispetto agli altri comparti del pubblico impiego, mentre l’impegno del Governo si affianca ad iniziative parlamentari per la ricerca di valide e perseguibili soluzioni per l’adeguamento delle infrastrutture logistiche a favore del personale militare. La Finanziaria 2001 presentata dal Governo prevede risorse accantonate proprio per tali provvedimenti.
Ai senatori Manca e Gubert, che pongono un quesito sulla definizione del livello quantitativo individuato, precisa che il numero totale di 190.000 unità è scaturito da un’approfondita valutazione operativa, correlata alla definizione dei compiti e delle esigenze derivanti dagli impegni operativi nazionali ed internazionali, in un quadro di compatibilità delle risorse prevedibilmente destinabili nel periodo al settore sicurezza e difesa. Per quanto attiene, poi, alla questione -richiamata dal senatore Manca- del profilo professionale dei quadri che dovranno gestire i volontari, osserva che la futura situazione sicuramente non troverà i quadri impreparati culturalmente: ufficiali e sottufficiali sono già abituati al rapporto con i volontari. Non di meno l’istruzione militare ha ormai consolidati rapporti con la società civile e questo provvedimento si fa carico di prevedere ulteriori misure di coagulo riferite alla formazione tecnica e culturale del personale delle Forze armate per adeguarlo alle esigenze di partecipazione alle missioni internazionali, al reimpiego dei volontari mediante convenzioni da stipulare con i potenziali datori di lavoro pubblici e privati, ad iniziative correlate con il benessere del personale.
Quanto all’adeguamento della tempistica del provvedimento, al momento non si rendono necessari adattamenti della stessa, in quanto già nella previsione indicata nella relazione tecnica è prevista l’approvazione del disegno di legge nell’anno 2000.
Risponde anche al senatore Semenzato sulla necessità di sostenere contestualmente il Servizio civile ricordando che il Governo, sensibile alla delicatezza e all’importanza dell’argomento, ha presentato uno specifico disegno di legge che introduce nuovi istituti finalizzati a consentire su base volontaria lo sviluppo di iniziative complementari di moderne politiche sociali, nello spirito della solidarietà e sostegno ai soggetti più bisognosi ed esposti. Al riguardo precisa che la materia del Servizio civile è di competenza della Presidenza del Consiglio e non del ministero della Difesa che, come noto, non ha più responsabilità diretta in questo settore ed in quello dell’obiezione passati all’Ufficio nazionale per il Servizio civile istituito presso la Presidenza del Consiglio. Il Governo, inoltre, per il 2001 ha previsto un significativo incremento degli stanziamenti per il settore del Servizio civile, che sono stati portati da 170 a 210 miliardi.
I senatori Nieddu, Manfredi e Pellicini, poi, chiedono che con l’istituzione del servizio militare professionale non vengano “cancellate” le truppe alpine. Al riguardo, assicura che ciò non avverrà. Subiranno anch’esse una trasformazione, così come sta avvenendo e avverrà per tutte le altre specialità militari, ma nessuno pensa di disperdere le preziose peculiarità, non solo storiche, degli alpini. Del resto la trasformazione delle truppe alpine sta avvenendo già oggi. Forse non tutti si rendono conto di come già oggi le truppe alpine stanno diventando sempre più professionali ed oltre il 50% degli alpini provengono dal centro sud. E’ infatti al nord, nelle regioni storicamente bacino di reclutamento degli alpini, dove si registrano i più alti tassi di rinuncia alla leva a favore del servizio civile alternativo.
Il senatore Peruzzotti chiede di sapere come saranno divise le risorse umane tra le tre Forze armate: tale ripartizione rientra tra le prerogative del Capo di Stato Maggiore della Difesa che presenterà i suoi orientamenti una volta approvato definitivamente il provvedimento stesso. Lo stesso senatore Peruzzotti, accomunato in questo anche dal senatore Tabladini, nutre riserve sui costi indicati per la professionalizzazione delle Forze armate ritenendo che essi saranno superiori a quelli preventivati. A tale osservazione risponde che il provvedimento è stato studiato per comportare solo i costi relativi al personale, non prevedendo ulteriori oneri per il riadeguamento delle strutture. D’altra parte, il riassetto strutturale che ci sarà, comporterà maggiori spese in alcuni settori e un risparmio di gestione in altri per il complessivo ridimensionamento e la razionalizzazione delle strutture organizzative, rendendo legittimo e credibile ipotizzare un sostanziale equilibrio tra i maggiori oneri ed i risparmi, escluse le maggiori risorse per il personale.
Un rinvio alla Camera del provvedimento per una terza lettura, potrebbe impedire l’approvazione della riforma nel corso della legislatura. Auspica che ciò non avvenga, sentendosi tranquillo nell’assicurare tutti che le osservazioni presentate troveranno giusta valorizzazione nel decreto legislativo e nella fase di attuazione del provvedimento stesso.
Una approvazione rapida e ampia, come certamente merita un provvedimento che riguarda la difesa nazionale, la cui valenza travalica gli schieramenti parlamentari, sarebbe un servizio reso all’Europa e al Paese che attende a tempo questa riforma, non solo perché più volte annunciata, ma soprattutto perché indispensabile, urgente e coerente con l’evoluzione della nostra politica di difesa, della nascente Dimensione europea di sicurezza e Difesa e con le aspettative della nostra società.

Il seguito dell'esame è pertanto rinviato.

(4725) AGOSTINI ed altri. – Norme per la concessione di contributi statali alle Associazioni combattentistiche.
(Esame e rinvio)

Il relatore LORETO esordisce ricordando che le Associazioni combattentistiche e partigiane sono state oggetto, dal 1981 ad oggi senza soluzione di continuità, di provvedimenti legislativi recanti disposizioni relative all'erogazione di contributi finanziari in loro favore, perché ritenute meritevoli del sostegno dello Stato per le finalità perseguite.
L'ultimo provvedimento legislativo, ossia la legge 11 giugno 1998, n.205, cesserà di avere efficacia con il corrente esercizio finanziario ed il venir meno del sostegno statale renderebbe impossibile la realizzazione di iniziative di grande rilevanza, già programmate per il prossimo futuro e addirittura non consentirebbe la sopravvivenza di così gloriose associazioni.
Gli articoli 1 e 2 del disegno di legge mirano ad istituire un apposito stanziamento a carico rispettivamente del ministero della Difesa e del ministero dell'Interno, in favore delle associazioni combattentistiche individuate dalla legge 31 gennaio 1994, n.93, per gli esercizi finanziari 2001, 2002, 2003.
All'articolo 3 viene indicata la fonte di finanziamento della corrispondente riduzione dello stanziamento per il triennio di cui sopra del Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero del tesoro.

Si apre la discussione generale.

Il senatore AGOSTINI registra, prendendo spunto dalle firme dei presentatori dei gruppi più disparati, l'ampio consenso coagulatosi intorno al provvedimento in titolo. Sottolinea poi l'essenziale ruolo che le associazioni combattentistiche svolgono ancor oggi; auspica pertanto l'approvazione del disegno di legge che tutela la memoria storica della Nazione. Ricorda a tal riguardo la deposizione di una corona d'alloro, la scorsa settimana, all'isola di Cefalonia, in ricordo dell'eroismo di una Divisione degli Alpini. Reputa doveroso il varo sollecito del provvedimento.

Il senatore PELLICINI, apprezzato lo spirito della visita all'isola di Cefalonia, esprime a nome del Gruppo Alleanza Nazionale il sostegno all'iniziativa in titolo. Preannuncia comunque il desiderio della sua parte politica per un riconoscimento dello Stato anche in favore di quegli Italiani che combatterono sotto l'egida della Repubblica Sociale italiana. Auspica pertanto, nello spirito della piena riconciliazione nazionale, ad oltre mezzo secolo dagli eventi, una discussione congiunta fra i disegni di legge nn. 4779 "Istituzione dell'Ordine del Tricolore", 556 "Istituzione dell'Ordine dei Cavalieri della Patria", 1850 "Istituzione della onorificenza di Cavaliere della Patria", 410 "Riconoscimento ai fini della qualifica di combattente del servizio militare prestato dal 1° giugno 1940 al 30 aprile 1945 in cicli non operativi e nella Repubblica sociale italiana", 804 "Ripristino delle decorazioni revocate ai combattenti della milizia volontaria sicurezza nazionale nella guerra di Spagna di cui all'articolo 1, secondo comma, del decreto legislativo luogotenenziale 21 agosto 1945, n. 535" e 3454 "Riconoscimento delle onorificenze militari concesse dalla Repubblica sociale italiana".
Chiede quindi la convocazione dell'Ufficio di Presidenza per fissare la data di inizio dell'esame dei disegni di legge da lui citati.

Il senatore MANCA condivide le parole spese per evidenziare l'importanza del disegno di legge e l'impostazione data dal senatore Pellicini.
Con riferimento, poi, ai disegni di legge precedentemente esaminati con le repliche del relatore Loreto e del Ministro della difesa, fa presente che non tutte le questioni da lui poste sono state esaminate nella replica del Ministro. In relazione, invece, al provvedimento n.4725 reputa doveroso tener conto in pari misura anche delle associazioni d'arma, troppo trascurate dal Governo anche sotto il profilo economico. Preannuncia la presentazione di emendamenti o di ordini del giorno.

Il senatore AGOSTINI riconosce essere molto basso il livello dei contributi dello Stato in favore delle associazioni d'arma. Lamenta comunque che le associazioni combattentistiche non hanno ancora ricevuto i pur modesti contributi già stanziati per l'anno 2000.

Dichiarata definitivamente chiusa la discussione generale, replica il relatore LORETO per puntualizzare il valore morale di tali associazioni, che hanno contribuito a rafforzare il tessuto democratico dello Stato italiano. Ritiene non esservi possibilità, per motivi tecnici, di accogliere le richieste del senatore Pellicini all'interno del provvedimento in titolo. Analogamente esclude, sempre per motivi tecnici, di poter recepire in questa sede le osservazioni del senatore Manca. Conclude pertanto auspicando l'approvazione dell'articolato.

Il sottosegretario di Stato per la difesa RIVERA si associa a quanto dichiarato dal relatore e parimenti auspica un'approvazione in tempi rapidi degli articoli in discussione. A nome del Governo si dichiara disponibile ad un confronto ampio sulle tematiche sollevate dagli altri intervenuti.

Il PRESIDENTE propone di fissare per domani, giovedì 5 ottobre, alle ore 12, il termine per la presentazione degli emendamenti.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell'esame è pertanto rinviato.

La seduta termina alle ore 16,15.