AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)

MERCOLEDI’ 11 NOVEMBRE 1998

323ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
VILLONE



Interviene il ministro per le riforme istituzionali Amato.

La seduta inizia alle ore 8,40.


PROCEDURE INFORMATIVE

Comunicazioni del Ministro per le riforme istituzionali.
(R046 003, C01a, 0003°)


Il ministro AMATO esordisce dichiarando che dopo i contatti intervenuti è possibile compiere una ricognizione degli argomenti sul tappeto ed una prima perimetrazione delle problematiche in discussione. Si tratta di questioni di schietta competenza parlamentare ed è prematuro pensare ad indirizzi od orientamenti convergenti. Si pone innanzitutto una questione elettorale che non concerne solo la legge per le elezione della Camera dei deputati. Come è noto, è in corso una procedura referendaria, ma l’argomento presenta una sua autonoma rilevanza. Sono emerse prospettive diverse, tenuto conto che nessun sistema elettorale è il migliore in senso assoluto. E’ diffusa l’opinione che la normativa vigente in Italia non favorisce una sufficiente polarizzazione, si discute tra sistema a turno unico o a doppio turno, anche se va in proposito osservato che nel secondo turno l’elettorato dimostra una minor propensione alla partecipazione al voto. Il turno unico maggioritario all’inglese rischia poi, in una situazione fortemente frammentata, di produrre una sommatoria di minoranze.
Le finalità che si ricercano non dipendono comunque dal solo congegno elettorale adottato. La proiezione parlamentare della rappresentanza è legata anche alle modalità di finanziamento nonché ai requisiti posti dai regolamenti delle Camere per la formazione dei Gruppi. Le Camere sono poi da tempo investite di proposte di modifica del sistema elettorale per l’elezione del Parlamento europeo, malgrado il disagio che deriva dall’affrontare questa problematica a pochi mesi di distanza dalla consultazione. Si discute inoltre della normativa elettorale relativa all’elezione dei Consigli regionali nonché degli organi degli enti locali. Incongruenze sono state osservate tra i meccanismi che presiedono all’elezione del sindaco ed a quella della maggioranza consiliare nonchè per quanto riguarda il funzionamento delle maggioranze nell’ambito dei consigli regionali. Si tratta di considerare se alle difficoltà incontrate da ultimo si debba porre rimedio con norme tampone ovvero modificando la forma di governo regionale, anche in considerazione delle rilevanti funzioni trasferite a questi enti. Bisogna chiedersi se con legge ordinaria si possa vincolare l’esercizio del potere di scioglimento dei consigli regionali ovvero del potere di nomina da parte di questi ultimi del Presidente di ciascuna regione. Si avverte dunque l’esigenza di affrontare una modifica costituzionale e diventa sensibile la tendenza alla diffusione di modelli di autonomia speciale forse distorsiva rispetto ad un orientamento federalista. Sono istanze che trovano alimento in componenti cospicue della società civile prima ancora che nel ceto politico.
Viene in evidenza anche il tema dell’elezione diretta del Capo dello Stato, inteso come presenza riequilibratice nei confronti di un più pronunciato decentramento. Vi è dunque una stretta connessione tra tutte queste problematiche sommariamente indicate, alle quali si possono aggiungere altre legate alla “democrazia difficile” e che attengono al rapporto tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni, alla trasparenza delle scelte ed ai meccanismi di responsabilità. Sotto questo profilo indubbiamente vi è ancora molto da fare. Anche per impostare su basi costruttive il c.d. statuto dell’opposizione, si dovrebbe forse rimettere mano alla legge n. 400 del 1988 ed alla disciplina che preside all’azione di Governo, imprimendo una maggior concretezza agli obiettivi di volta in volta assunti dando così modo alla Camere di verificarne l’attuazione a scadenze prestabilite. La legge finanziaria è stata a suo tempo concepita come uno strumento utile in questa direzione; vi è forse spazio per riprendere tale dibattito, anche con riferimento alla produzione di normative a carattere secondario. Per favorire una maggior aderenza dell’azione dello Stato alle esigenze dei cittadini, non è peregrino pensare anche a verifiche in loco da parte degli organi parlamentari.

Il presidente VILLONE nota che la ristrettezza del tempo disponibile, prima dell’inizio dei lavori dell’Assemblea, consiglia di rinviare ad altra seduta un dibattito approfondito sulle comunicazioni del Ministro.

Il senatore ELIA rileva che la scadenza referendaria, da alcuni sdrammatizzata, in quanto il referendum concerne in definitiva soltanto una quota limitata di seggi, rischia tuttavia di far emergere la difficoltà del Parlamento ad adottare delle scelte coerenti. Auspica quindi che intervenga in tempo, prima della pronuncia della Corte costituzionale, un chiarimento tra le forze politiche. In secondo luogo minaccia di sfuggire di mano la questione del federalismo verso la ricerca di autonomie speciali che sollevano delicati aspetti di ordine finanziario. Non è nemmeno plausibile riproporre in modo acritico alcune soluzioni maturate in seno alla Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, tenuto conto che sono stati sollevati in proposito rilievi non trascurabili alla funzionalità delle soluzioni stesse. Sollecita dunque sul tema una riflessione approfondita.

Il seguito del dibattito è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9.30.