SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIII LEGISLATURA --------------------



3a Commissione permanente
(AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE)

352a seduta: mercoledì 28 febbraio 2001, ore 14,30
353a seduta: giovedì 1° marzo 2001, ore 15


ORDINE DEL GIORNO



PROCEDURE INFORMATIVE


I. Comunicazioni del Ministro degli affari esteri sui recenti sviluppi della situazione internazionale.Comunicazioni svolte

II. Interrogazioni. svolte

III. Comunicazioni del Governo sulla destinazione del Padiglione italiano di Hannover 2000.

IN SEDE REFERENTE


I. Seguito dell'esame del disegno di legge:

TAROLLI ed altri. - Misure in favore della riduzione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo - Relatore alla Commissione PIANETTA.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a, della 6a, della 10a Commissione e della Giunta per gli affari delle Comunità europee)
(4707)

II. Esame dei disegni di legge:


1. Ratifica ed esecuzione della Convenzione sugli effetti transfrontalieri derivanti da incidenti industriali, con annessi, fatta a Helsinki il 17 marzo 1992 (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) - Relatore alla Commissione BOCO.
(Parere della 5a Commissione)

(3945-B)

2. Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare di Cina per la cooperazione scientifica e tecnologica, con allegato, fatto a Pechino il 9 giugno 1998 (Rinviato dall'Assemblea in Commissione nella seduta del 12 luglio 2000) - Relatore alla Commissione VERTONE GRIMALDI.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 7a, della 8a, della 9a, della 10a, della 12a e della 13a Commissione)
(4366)

3. Ratifica ed esecuzione della Convenzione di sicurezza sociale tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, fatta a Città del Vaticano il 16 giugno 2000 - Relatore alla Commissione CORRAO.
(Pareri della 1a, della 5a, della 11a Commissione)
(5001)
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO


Esame, ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, degli atti:

1. Schema di regolamento recante norme di attuazione della legge 25 luglio 2000, n. 209, concernente "Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati". - Relatore alla Commissione BOCO
(Parere al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge 25 luglio 2000, n. 209)
(n. 853)

2. Schema di regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro degli affari esteri. - Relatore alla Commissione MIGONE
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59)
(n. 856)
INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

        SERVELLO, MAGLIOCCHETTI, BASINI. – Al Ministro degli affari esteri. – In relazione alle notizie di stampa che riguardano le modalità ed i protocolli seguiti per l’acquisto da parte della società italiana Telecom di una quota dell’analoga azienda serba, gli interroganti chiedono di sapere se il Ministro in indirizzo non ravvisi l’opportunità di fornire ogni chiarimento al fine di conoscere, indipendentemente dall’iter giudiziario della vicenda:

            se e in quale misura questa operazione abbia influenzato le nostre scelte politiche nei confronti del regime di Milosevic;
            quale sia il confine tra il nostro legittimo interesse nazionale e quello di coloro che a vario titolo sono stati coinvolti nel caso;
            se sia vero che esistono protocolli segreti e che si sono svolte trattative parallele o comunque fuori dai normali canali diplomatici.
        Per un approfondimento delle implicazioni internazionali del caso e per la tutela del buon nome del nostro paese, bersaglio, a quanto riferiscono le cronache, da parte dello stesso Milosevic di titoli infamanti, gli interroganti chiedono inoltre di sapere se il Ministro degli affari esteri non ritenga opportuno non limitare le sue spiegazioni agli organi di stampa ma riferire sul caso, con urgenza, nella sede istituzionale del Parlamento.


(3-04320)

        VALENTINO, MEDURI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Premesso:

            che appare quanto mai singolare ciò che è stato riferito dalla stampa in ordine al sostanziale disinteresse da parte del Governo presieduto dall’on. Prodi dell’acquisto di Telekom Serbia da parte della Telecom Italia;
            che la Telecom Italia al momento della stipula del contratto era ancora un’azienda posseduta per oltre il 50 per cento dallo Stato;
            che il suo consiglio di amministrazione era costituito per la maggior parte da esponenti nominati dai Ministri del tesoro e delle poste;
            che Presidente era il professor Guido Rossi, personaggio assai noto e colà collocato in ragione del rapporto fiduciario con il Governo;
            che l’amministratore delegato dell’epoca ha dichiarato testualmente che tutto l’evolversi della vicenda in questione era stato riferito a «chi di dovere»;
            che nell’approvazione dell’esercizio di bilancio 1997, avvenuta nell’aprile 1998, in un consiglio di amministrazione completamente rinnovato nulla risulta esser stato eccepito in ordine alla vicenda, mentre analoghe operazioni effettuate dalla Telecom Italia in ambito internazionale furono attentamente vagliate tanto da determinare la svalutazione delle relative partecipazioni (vedi Bolivia);
            che – al di là degli obblighi giuridici che regolavano i rapporti fra proprietà pubblica e
management aziendale – è noto che anche le aziende private in caso di importanti operazioni all’estero siano solite informare i propri Governi,
        si chiede di sapere:
            se risponda al vero quanto ripetutamente dichiarato dal Ministro Dini circa la sua completa disinformazione all’epoca in ordine agli eventi che si stavano realizzando;
            se i vertici della Telecom abbiano reso puntualmente edotto il Governo del corso delle trattative e dei termini della sua conclusione;
        quali ragioni di opportunità abbiano indotto il Governo stesso ad assecondare quel contratto in un’area particolarmente critica dell’Europa orientale;
            se i Servizi di informazione e sicurezza abbiano avuto notizia dell’operazione e quali indicazioni abbiano, eventualmente, fornito al Governo;
            se l’acquisto di Telekom Serbia abbia provocato tensioni nei rapporti con altri paesi NATO e, se ciò risultasse vero, le ragioni che hanno, comunque, determinato la realizzazione del contratto;
            con quali esponenti politici serbi e grazie a quali intermediari siano stati tenuti i rapporti nel corso dell’operazione;
            in forza di quali valutazioni durante la stesura del bilancio 1997-1998, nonostante l’ulteriore degenerazione del contesto politico-etnico della ex Jugoslavia, non si sia ritenuto di effettuare alcun intervento sulla partecipazione che era rimasta di proprietà pubblica fino all’ottobre 1997.


(3-04323)

        MILIO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle comunicazioni. – Premesso che da notizie di stampa – e specificamente dal settimanale «Panorama» del 26 giugno 1997 – si è appreso che la società italiana STET ha partecipato al processo di privatizzazione della società per le telecomunicazioni serba, acquistandone il 29 per cento del pacchetto azionario, si chiede di sapere:

            quale rilevante strategia di mercato sia sottesa all’operazione finanziaria condotta dalla STET in Serbia;
            se la rilevanza di tale strategia giustifichi la conseguenza evidente che tale operazione ha provocato: il rafforzamento del regime di Slobodan Milosevic, regime che, tra l’altro, continua a non fornire alcuna collaborazione alle attività del Tribunale Penale Internazionale (TPI) dell’Aja.


(3-04343)

        MILIO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle comunicazioni e degli affari esteri. – Premesso che:

            il 25 giugno 1997, in seguito alla pubblicazione della notizia sulla stampa italiana, l’interrogante presentò un’interrogazione a risposta scritta (4-06641 del 25 giugno 1997) all’allora Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni sulla partecipazione della società italiana STET al processo di privatizzazione della società per le telecomunicazioni serba, mediante l’acquisizione del 29 per cento del pacchetto azionario;
            come risulta da un telescritto trasmesso al deputato europeo Benedetto Della Vedova da parte dell’ufficio stampa del Presidente della Commissione europea Romano Prodi l’8 luglio 1997 l’interrogazione fu inviata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento al Ministro del tesoro e per conoscenza al Ministro per gli affari regionali e al Gabinetto del Ministero dei trasporti e della navigazione;
            ad oggi l’interrogante non ha ricevuto alcuna risposta all’interrogazione del 25 giugno 1997;
            nel 1998 da notizie stampa («Corriere della Sera», inserto «Affari» del 19 settembre 1998) risultava che «ai vertici della Telekom serba c’erano più di venti dirigenti italiani e che attraverso l’operazione STET-Telekom l’Italia, come peraltro sostenuto anche dall’opposizione serba, ha fornito denaro che non è servito per rilanciare l’industria statale serba e le esportazioni, ma ad arginare falle nel
welfare state serbo, oltre a servire a riparare alcune di quelle infrastrutture – come le strade e le ferrovie – senza le quali qualunque sforzo bellico sarebbe insostenibile»;
            gli esponenti radicali hanno costantemente richiamato l’attenzione sulla vicenda, tra l’altro partecipando alle assemblee degli azionisti Telecom il 16 giugno 1998 e il 14 dicembre 1998. Il 14 dicembre 1998, al Lingotto di Torino, in occasione dell’assemblea degli azionisti Telecom, i militanti del Partito radicale transnazionale avevano manifestato contro la partecipazione nella Telekom serba e l’esponente radicale Benedetto Della Vedova, intervenendo in Assemblea, aveva richiesto, tra l’altro, al nuovo amministratore delegato della Telecom, Franco Bernabè, di esprimere una valutazione sulla suddetta partecipazione, senza ottenere alcuna risposta;
            il 1º giugno 1999 Olivier Dupuis (eurodeputato e segretario del Partito radicale transnazionale) e Benedetto Della Vedova (candidato alle elezioni europee per la Lista Bonino) avevano inviato una «lettera aperta» al nuovo amministratore delegato di Telecom Italia, dr. Roberto Colaninno, in cui si affermava: «Da azionisti Telecom noi radicali abbiamo posto con forza la questione Telekom Serbia in tutte le ultime assemblee degli azionisti. Ora ci rivolgiamo a Lei contando sulla sua sensibilità di cittadino e di imprenditore. Le chiediamo di annunciare pubblicamente l’immediata sospensione di ogni collaborazione e di ogni apporto delle strutture tecniche e finanziarie di Telecom Italia con Telekom Serbia»;
            le ragioni addotte in un comunicato della Presidenza del Consiglio e del Ministero del tesoro del 22 febbraio 2001 in base al quale l’acquisto del 29 per cento di Telekom Serbia fu effettuato da STET International Netherlands, società di diritto olandese controllata da STET International Spa, a sua volta controllata da Stet Società Finanziaria Telefonica, all’epoca controllata dal Tesoro e successivamente fusa con Teleom Italia, appaiono clamorosamente insufficienti a giustificare l’irresponsabilità, quanto meno politica, del Governo Prodi nell’operazione, dal momento che l’azionista pubblico non poteva essere all’oscuro di un’acquisizione di assoluto rilievo di cui la stampa aveva dato ripetutamente conto;
            come risulta da un articolo dal titolo «Con Slobo ci guadagno» pubblicato su «L’Espresso» del 2 luglio 1999, «...Lucio Izzo, economista nonché membro del consiglio di amministrazione Telecom in rappresentanza del Tesoro, espresse parere negativo: e a quei tempi il Tesoro era azionista di maggioranza della Telecom»,
        si chiede di sapere:
            per quale ragione l’interrogazione 4-06641 del 25 giugno 1997 non abbia ricevuto prima risposta;
            se sia vero che le trattative per l’ingresso della Stet in Telekom Serbia, che si conclusero sotto il governo di Romano Prodi con Lamberto Dini ministro degli affari esteri, iniziarono durante la Presidenza del Consiglio di Lamberto Dini e Susanna Agnelli ministro degli affari esteri e che vi furono pressioni politiche da parte italiana perché la trattativa venisse condotta a termine;
            se sia vero che Lucio Izzo, membro del consiglio di amministrazione Telecom in rappresentanza del Tesoro, espresse parere negativo sull’operazione Telekom Serbia e se il suo dissenso sia stato o meno manifestato all’azionista, cioè al Ministero del tesoro;
            quali siano state le posizioni espresse dai rappresentanti del Ministero del tesoro e del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni nel consiglio di amministrazione della STET dal 1997 in poi su questa specifica questione;
            se il Governo non ritenga che l’inerzia dei Ministri competenti abbia costituito un chiaro «silenzio assenso» del Governo Prodi sull’acquisizione da parte della STET, un’azienda pubblica, del 29 per cento di Telekom Serbia con il conseguente finanziamento del regime di Slobodan Milosevic e che questo fatto possa recare danni all’Italia nel momento in cui l’ex dittatore serbo dovesse essere, come auspicabile, processato dal Tribunale dell’Aja per i crimini dell’ex Jugoslavia.


(3-04344)

        VALENTINO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Premesso:

            che risulta all’interrogante che il Ministro degli affari esteri Dini sul finire dell’anno 1996, accompagnato da un noto banchiere italiano, si sia recato a Belgrado per incontrare l’ex presidente Milosevic;
            che tale incontro coincide con il periodo in cui Telecom Italia trattava l’acquisto di Telekom Serbia;
            che alla luce di tale evento ancor più singolari appaiono le dichiarazioni rese dal ministro Dini circa la sua inconsapevolezza del contratto che l’azienda italiana si apprestava a stipulare,
        l’interrogante chiede di conoscere:
            quali ragioni abbiano indotto il Ministro degli affari esteri del Governo italiano ad incontrare Milosevic in quel torno di tempo;
            perché mai egli abbia ritenuto necessario accompagnarsi ad un banchiere;
            se l’incontro abbia avuto a tema le trattative in corso per l’acquisto di Telekom Serbia da parte della società italiana ovvero se altri siano stati i motivi ed in questo caso perché mai il Ministro degli affari esteri italiano abbia considerato necessario recarsi nell’ex Jugoslavia insieme ad un banchiere.


(3-04345)